Sotto il segno della bilancia

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Invito alla lettura

Asia, la protagonista della storia, insieme a Vlad, Giulia e Jacopo, intraprende un viaggio alla scoperta del proprio corpo e della propria anima, che l’arricchirà, anche se talvolta la lascerà senza fiato, e le insegnerà come diventare grande senza rimanere schiava delle idee preconcette sul peso e sull’aspetto fisico. Soltanto affrontando il problema del rapporto con il cibo, anziché cercare di evitarlo, è possibile ritrovare la via di un sano sviluppo psicofisico.

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€ 8,80

SOTTO IL SEGNO DELLA BILANCIA

Sotto il segno della bilancia

F. Piccini - S. Savini

Qual è la principale ossessione delle nuove generazioni? La bilancia! Pochi altri oggetti sono capaci di suscitare tante emozioni, e così diverse. Uno dei motivi è che il peso medio della popolazione è aumentato costantemente nel corso degli ultimi trent’anni. Ma la storia di Asia ci insegna che i valori importanti della vita non si misurano in chilogrammi. Anche se viviamo in un’epoca in cui spesso viene attribuito maggior valore all’apparenza che alla sostanza degli individui, questo romanzo ci fa capire che un cambiamento è possibile per ciascuno di noi, basta volerlo.

ORA E POI ORA E POI

LeggerMENTE è la collana di narrativa per la scuola secondaria. Il suo obiettivo principale è offrire ai ragazzi libri classici o inediti, storie di attualità o di fantasia, per riscoprire pagina dopo pagina il piacere della lettura.

Fabio Piccini – Sonia Savini

SOTTO IL SEGNO DELLA BILANCIA


ORA E POI

Fabio Piccini – Sonia Savini

SOTTO IL SEGNO DELLA BILANCIA A Gaia, Edoardo e Giacomo


Nota introduttiva Qual è la principale ossessione delle nuove generazioni? La bilancia, esatto! Pochi altri oggetti sono capaci di suscitare tante emozioni, e così diverse. Certo, non si tratta di un problema limitato ai ragazzi. Alzi la mano chi non si è mai preoccupato del proprio peso. Questo timore affligge la maggior parte di coloro che abitano nel mondo occidentale e il motivo è presto detto: il peso medio della popolazione – in tutte le fasce di età – è aumentato costantemente nel corso degli ultimi trent’anni. Le colpe? Sono da suddividersi equamente tra le motivazioni psicologiche, che spingono gli individui a usare il cibo come un ansiolitico o un antidepressivo, e le problematiche metaboliche, che derivano da scelte alimentari sbagliate. Questo è ciò che scopre Asia, la protagonista della storia. Assieme a Vlad, Giulia e Jacopo, Asia intraprende un viaggio alla scoperta del proprio corpo e della propria anima, che l’arricchirà, ma talvolta la lascerà senza fiato e le insegnerà come diventare grande senza rimanere schiava delle idee preconcette sul peso e sull’aspetto fisico. Attenzione, però: nella vita non sempre le cose vanno così bene come alla nostra protagonista, che ha compreso in tempo le gravi conseguenze dei disturbi del comportamento alimentare grazie alla scoperta di un misterioso diario. Seguiamo l’esempio di Asia: soltanto affrontando il problema del rapporto con il cibo, anziché cercare di evitarlo, è possibile ritrovare la via di un sano sviluppo psicofisico. È questo il messaggio della nostra giovane protagonista. Un messaggio di speranza per le generazioni future, affinché possano liberarsi da questi pericolosi condizionamenti ed evitare di cadere in trappola. Anche se oggi attribuiamo maggior valore all’apparenza che alla sostanza degli individui, questo romanzo breve ci fa capire che un cambiamento è possibile per ciascuno di noi, basta volerlo. E non arrendersi mai. Buona lettura.

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Indice

Nota introduttiva.................................................................. 3 Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9 Capitolo 10 Capitolo 11 Capitolo 12 Capitolo 13 Capitolo 14 Capitolo 15 Capitolo 16 Capitolo 17

Come Elizabeth Taylor................................. 5 Specchio, specchio delle mie brame... ...... 13 Fammi ingrassare ......................................... 20 Giulia e Giulia ............................................... 27 Clan Destino .................................................. 34 The tear in my heart ..................................... 40 Ginevra, senza Lancillotto .......................... 47 Narcisi e narcisisti ........................................ 54 Sei ciò che mangi .......................................... 65 Sprint o stop .................................................. 71 Vietato calpestare i sogni ............................ 82 Un gioco da ragazzi ...................................... 90 A occhi aperti ................................................ 96 Fame? Di cosa? .............................................. 105 “Farmachi buoni” e “farmachi tristi” ........ 113 L’Encelado non è un dolce .......................... 128 Che i tuoi sogni siano più grandi delle tue paure ............................................... 140

Focus Bulimia & Co. ................................................................. 151 Cibo e dipendenze.......................................................... 153 L’obesità è un disturbo del comportamento alimentare?....................................................................... 155 Bugie nel carrello............................................................ 158 Genetica, salute e malattie............................................ 160 Per saperne di più........................................................... 163 Dossier Gli autori del romanzo ................................................. 164 Intervista all’illustratrice .............................................. 165 Percorsi di lettura .................................................................. 166 4


Capitolo 1

Come Elizabeth Taylor I feel like Elizabeth Taylor. This could be a movie. I feel like Elizabeth Taylor. Red lips, dark hair. Alone in my trailer. Under my white shirt heart like stone. Cuffie in testa e volume a palla. I’ve loved, I’ve lost and loved again. But here I am on my own! È sempre così, ho bisogno di urlare a squarciagola quando litigo con la mamma, e quel giorno non riuscivo proprio a smettere di cantare. I feel like Elizabeth Taylor. Do I make you nervous? I feel like Elizabeth Taylor. And not just down in surface. I’ve loved, I’ve lost and loved again. But here I am, here I stand. I’ve loved, I’ve lost and loved again. But here I am, another lesson learned. Le parole di Clare Maguire erano le mie parole, la sua voce, la mia voce. Ero arrabbiata, non ricordo neppure per quale motivo (sembra tutto così irrilevante, oggi) e mi ero chiusa in camera. I feel like Elizabeth Taylor. Red lips, dark hair. Alone in my trailer. Under my white shirt heart like stone. Ne sono uscita due ore più tardi, spossata, senza alcuna voglia di studiare e ancora con tanta rabbia dentro. Ho subito pensato alla cantina: andavo sempre lì da piccola, e mi rintanavo nell’armadio della nonna. Era un “gran bel pezzo di antiquariato, un armadio liberty, di ciliegio, del primo Novecento”, come ripeteva spesso il babbo, un gigante di legno, che era finito in cantina 5


Sotto il segno della Bilancia

perché la mamma detestava i mobili vecchi. Lo sai bene, aveva voluto un arredamento moderno, “tutto bianco, solare” diceva lei. Non ne ho mai parlato con nessuno, sei la prima cui lo confido, ma io da piccola lo adoravo quel mio nascondiglio segreto, perché c’era un dolce profumo di lavanda e di biancheria stesa ad asciugare. Era la mia fresca e accogliente tana nei pomeriggi in cui ero sola a casa, con la nonna. A volte, di nascosto, mentre lei si appisolava sul divano davanti al televisore acceso, scendevo in cantina e mi isolavo in quel luogo incantato. E pensavo alla reazione della nonna, della mamma, del babbo, quando non mi avessero trovata. Pensavo che sarebbe stato gratificante se si fossero preoccupati per me e li vedevo correre a cercarmi per tutta la casa e ad abbracciarmi felici, dopo avermi scovata. Ma finiva sempre che aspettavo inutilmente, perché la nonna dormiva a lungo e io, dopo un po’, stanca, tornavo di sopra e giocavo da sola. Tu non c’eri a farmi compagnia in quei lunghi pomeriggi invernali. Quel giorno, però, non mi sono rinchiusa dentro, come da piccola, ma per la prima volta ho aperto uno dei due grandi cassetti che si trovano alla base di quel maestoso guardaroba di legno. Al suo interno, scatole impolverate e cianfrusaglie di vario genere: tre collane, una vecchia bomboniera, insulsi soprammobili di pessimo gusto, qualche libro e un quaderno, stranamente avvolto da un panno chiaro. Aveva una vistosa copertina rossa. L’ho aperto, l’ho sfogliato e ho iniziato a leggere avidamente. Questa mattina mi sono svegliata con gli occhi gonfi, un gran mal di pancia, una fortissima nausea e una tristissima sensazione di vuoto. 6



Sotto il segno della Bilancia

Non ho riconosciuto quella scrittura, non sapevo di chi fosse quel diario un po’ consunto, ma ho continuato la lettura, curiosa: La scorsa settimana sono stata più stupida del solito… ho perso anche qualche chilo… sono rientrata nella mia gonna taglia 38. C’è chi beve, chi si droga, chi si estranea dalla realtà in mille modi diversi. Io mangio. E vomito. E mi riempio di lassativi fino a star male. E faccio ginnastica fino a sfinirmi. È un rituale ormai… per non restare sola con me stessa, per non avere tempo di pensare, di incontrare persone, di vivere. Quando tutto finisce, mi sento stordita, vuota, inutile e triste… tanto, tanto triste. È dura parlarne. Ma io ho bisogno di farlo. Ogni tanto sento la necessità di mettere nero su bianco quello che faccio, nel puerile (e inutile) tentativo di spaventare la parte adulta e responsabile che è in me. Leggevo un po’ stordita quelle insolite parole. Chi aveva scritto quella confessione, e perché? Era un racconto frutto della fantasia o una storia vera? Mangiare e poi vomitare, per non ingrassare? Ne avevo sentito parlare, a scuola. Ma perché qualcuno lo aveva scritto in quel quaderno, nascosto come un segreto inconfessabile, dentro il mio armadio? Ho ripreso a leggere con più determinazione di prima, curiosa e un po’ spaventata. Digiuno tutto il giorno, lo stomaco si contorce, si arrovella ma non cedo nemmeno a una briciola (vedi come sono forte? posso resistere anche ai morsi della fame vera). La sera, quando tutti i miei “obblighi” da adulta sono finiti, mi estraneo dal mondo e mi rintano nel mio buco 8


Capitolo 1. Come Elizabeth Taylor

(nero) e comincio a fare tutto quello che mi serve per arrivare a domani. Schivo qualsiasi tipo di invito e qualsiasi impegno e mi ritiro nella mia routine… vado al supermercato e compro, compro un sacco di cose. Ma il mio senso di colpa non mi fa sfogare davvero neanche adesso. Esagero in quantità, ma sto interminabili mezz’ore a controllare e comparare calorie, contenuti di grassi, contenuti di zuccheri, di tutto quello che diventerà la mia abbuffata. Così, alla fine, acquisto cibi che neanche mi danno davvero la soddisfazione di aver sgarrato per qualcosa di veramente “proibito”. Chili di yogurt, gallette di riso, latte scremato che mischierò con qualcosa (devo ricordarmi di bere tantissimo, ma l’acqua, quando mi abbuffo, mi sembra proprio un insulto), e tutto perché qualche demente ha scritto che chi si induce il vomito spesso non sa che non riesce a espellere tutto quello che ha ingoiato e quindi incamera comunque il 50% delle calorie che ha ingerito. Entro in casa, chiudo tutto e tutti fuori dalla porta. Mi dico (illudendomi) che forse stasera riuscirò a mangiare normalmente. Una zuppa, e poi sarò tranquilla. Ma chi voglio prendere in giro? Se qualcosa passa dalla bocca allo stomaco non farà altro che aprire la voragine e poi la dovrò riempire, finché non tace, finché non la smetterà di farmi tanta paura, finché non sarà colma, traboccante. Comincia il trance e mangio. Mangio… Mangio… Mangio… Mangio… Mangio… 9


Sotto il segno della Bilancia

Mangio… Mangio, non posso smettere. Non mi va più niente. Mangia ancora, sennò non riesci a vomitare. Ma non mi va! Mangia e taci! Taci! Taci! Ho mal di stomaco, pancia e addome sono dilatati e gonfi come se fossi incinta al nono mese, non riesco nemmeno a stare seduta. È arrivato il momento. Guanto di lattice (sennò mi vengono le piaghe sulle dita per l’umidità, come all’inizio, quando ancora non lo sapevo), mollettone sui capelli (altrimenti mi scivolano sul viso), spazzolino in mano, asciugamano arrotolato per fare pressione sullo stomaco. Sono già stanca all’idea. Non ho la forza di farlo anche oggi, mi fa già male la gola, mi fanno male le ghiandole e il cuore mi batte a tremila ogni volta, la testa mi scoppia già solo al pensiero. Forza, l’inizio è sempre il momento più complicato… ma poi hai idea della sensazione di sollievo quando lo stomaco rientrerà sotto le costole, quando ti sentirai svuotata, pulita dentro? Testa sulla tazza e via. Mezz’ora. Bevi, devi pulire tutto. Un’ora. Bevi. Bevi, ti stai svuotando. Tutto, voglio tirare fuori tutto. Un’ora e un quarto. Bevi. Un’ora e mezza. 10


Capitolo 1. Come Elizabeth Taylor

Basta, sono troppo stanca, non ce la faccio più, e poi mi sembra che possa bastare. Lavati i denti. Metti via gli attrezzi. Pulisci! Pulisci tutto il casino che hai fatto. È questa la cosa più squallida: non mi fa schifo più niente ormai. Sono già le undici e mezza. Mi gira da morire la testa, mi si sta annebbiando la vista. Sai che poi passa. Vado sulla cyclette. Pedala! Pedala più forte, devi smaltire quel cavolo di 50%… Pedala e taci, non è mai abbastanza. Basta, sono sfinita, vado a letto. Anche stasera è passata così. Senza fare niente… Senza pensare… Senza vivere. E adesso che sono sul mio letto, sola con me stessa, prima di cadere letteralmente nel sonno, un pensiero trova comunque la via per venire a galla. È una fotografia di quello che sono diventata. E piango. Piango forte, perché domani sarà identico a oggi e so che l’unico modo per far sì che non accada è tirare fuori tutta la mia forza di volontà, come un drogato che affronta l’astinenza. E come un drogato che affronta l’astinenza so che non ce la farò. Perché non ce l’ho la forza di farlo. Mi rendo conto, in preda al panico, che NON SONO CAPACE DI VIVERE! Non sono capace di vivere una vita normale, come fanno tutti. 11


Sotto il segno della Bilancia

Una vita con gli alti e i bassi. Una vita con le gioie e con i dolori di tutti. Non sono capace di gestire la mia vita. È un pensiero terribile. Ero sbigottita. Avevo letto e riletto più volte quelle parole. Non era soltanto la curiosità di conoscere chi potesse averle scritte che mi faceva star male. Ero sgomenta, confusa, turbata, quasi disorientata, perché in quelle parole, scritte nero su bianco, riconoscevo la mia stessa ossessione.

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Capitolo 2

Specchio, specchio delle mie brame... Io non ero mai arrivata a quel punto, è vero. Non avevo mai vomitato dopo aver mangiato. Ma da qualche mese, sentivo un forte senso di colpa ogni volta che mi alzavo da tavola. Andavo allo specchio e mi sembrava che quel cibo di troppo si fosse già accumulato sul girovita e sui fianchi, troppo pronunciati per una ragazza di quasi quindici anni. Da qualche mese il mio corpo era diventato un problema. Sono sempre stata una “buona forchetta”, lo sai bene. In famiglia ero quella che più di tutti apprezzava l’appetitosa cucina della nonna. Era un piacere per me, e per lei. La nonna non aveva mai pensato che le calorie fossero un nemico da combattere; lei credeva che il disturbo alimentare fosse quando ti telefonano all’ora di pranzo o di cena! L’unica sua angoscia era non avere il cibo sul piatto. Quante volte ricordava la miseria sofferta durante la guerra e la paura di non riuscire a resistere ai morsi della fame, quando da piccola aveva vissuto quella disumana esperienza. Anche per questo, forse, era felice quando mangiavo con gusto e il suo principale appagamento per tutte le ore che trascorreva in cucina consisteva nel vedermi pulire il piatto fino all’ultimo boccone. Le avevo garantito questa soddisfazione fino a qualche mese prima, ma da un po’ di tempo il mio comportamento a tavola era cambiato. Cercavo, però, di nasconderlo a lei e agli altri. Ero inquieta, invece, insoddisfatta, timorosa dei cambiamenti della mia vita, e sentivo il bisogno di placare quell’insicurezza ingerendo cibo. Ma subito dopo venivo aggredita dai sensi di colpa per aver accumulato calorie 13


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in eccesso, e questo mi rendeva ansiosa, insofferente, imbronciata. E la storia ricominciava. Era così che avevo messo su qualche chilo di troppo. Poca cosa, ma sufficiente a farmi star male. Stavo attraversando un momento davvero difficile. Avevo da poco finito la scuola media e mi ero iscritta al Liceo. Il primo mese ero entusiasta di questo cambiamento radicale nella mia vita, e curiosa. Il nuovo percorso scolastico da poco intrapreso mi rendeva determinatissima. Avevo scelto la stessa scuola di mia sorella e volevo dimostrare a tutti che non ero da meno. Avevo, ho un sogno: diventare medico, pediatra. Curare i bambini è il mio sogno, il dottor Balli il mio modello. Lo hai conosciuto? Lui riusciva a farmi ridere ogni volta che mi visitava e curava le mie paure prima ancora della malattia. Era un omone. Aveva due mani enormi, come due grandi pale d’acciaio, che diventavano delicatissime quando mi tastavano la pancia, durante la visita. Di lui potevo fidarmi, perché si vedeva che amava il suo lavoro e i suoi giovani pazienti, che troppo pazienti non erano mai. Voglio diventare come lui. Visiterò i bambini e li farò divertire. Oppure farò la veterinaria e curerò gli animali. Ci sono singolari affinità tra i bambini e gli animali: entrambi non sanno descrivere i sintomi, quando stanno male, non possono spiegare il loro malessere come lo farebbe un adulto, ma sono teneri e deboli, quando soffrono. Non si può rimanere sordi alla loro richiesta d’aiuto. Anche per questo mi sono iscritta al Liceo scientifico Galilei, il migliore della città: voglio diventare una pediatra o una veterinaria. A settembre, i compagni di scuola erano quasi tutti nuovi. Tra quelli che già conoscevo c’era Giulia. Era in classe 14


Capitolo 2. Specchio, specchio delle mie brame...

con me alle medie e, sebbene in tre anni non ci fossimo mai frequentate veramente, è stata la mia prima compagna di banco al Liceo. Conoscevo anche Pietro e Samir, è vero, ma soltanto di vista, perché frequentavano la mia stessa scuola media, ma in sezione F. Tutti gli altri erano nuovi. Ho imparato presto che di alcuni di loro non posso fidarmi. A volte sono così meschini che suggeriscono in modo scorretto per far sbagliare chi viene interrogato. Una mattina di ottobre Guglielmo, mentre stava svolgendo un esercizio di Matematica alla LIM, era in difficoltà e cercava con lo sguardo una parola amica che lo togliesse dai guai. Non ci crederai, ma quell’infido di Mezzani, Marco per i pochi amici, ha suggerito una risposta sbagliata. Senza dubbio conosceva bene quell’argomento. Lo ha fatto di proposito! Quel viscido sa sempre tutto, ma non quando si tratta di aiutare gli altri. Vuole dimostrare di essere il migliore ed è pronto a “bruciare i suoi avversari” pur di raggiungere il suo scopo. Ho detestato fin dai primi giorni anche Lucrezia e Rebecca. Sono sempre insieme e sparlano di tutte le compagne. Notano i loro difetti fisici e le sbeffeggiano ad alta voce. Un giorno, durante la ricreazione, mi hanno visto mentre addentavo un panino con una certa grinta, perché la mia colazione a casa era stata rapida e leggera, altrimenti avrei rischiato di entrare in ritardo. “Asia, ma sei proprio sicura di voler mangiare tutti quei carboidrati? Non ti sei vista allo specchio?” aveva sibilato Lucrezia con il suo solito sguardo perfido, mentre Rebecca, complice, sorrideva. Lo specchio. È da un po’ che quell’oggetto turba i miei risvegli. Non mi piace vedere il mio corpo nudo, cicciottello, con un bel po’ di carne di troppo sulla pancia e sui fianchi. Detesto lo specchio, perché mi vergogno del mio corpo, anche quando sono sola in camera. 15


Bulimia & Co. Se la lettura di questa storia ti ha incuriosito al punto da desiderare di saperne di più sugli argomenti trattati, è molto probabile che tu abbia già digitato su Google il termine bulimia e la prima cosa che avrai scoperto è che si tratta di un disturbo del comportamento alimentare. Ma cosa vuol dire questo termine? E che cosa si intende con comportamento alimentare disturbato? Si tratta di una malattia? E in caso affermativo da che cosa è causata? Procediamo con ordine… I cosiddetti disturbi del comportamento alimentare sono malattie spesso difficili da diagnosticare che non vengono trasmesse da virus o batteri, e nemmeno da traumi, né da agenti fisici o chimici. Sul sito del Ministero della Salute troverai che si tratta di patologie mentali; in altre parole, la causa che vi sta dietro è di natura psicologica o psichiatrica. Più o meno come la depressione, l’ansia o le manie. E di fatto talora si presentano proprio come complicanze di questo tipo di malattie. Ciò che hanno in comune (e che fa sì che vengano raggruppate insieme nei manuali di medicina) è che queste patologie si caratterizzano e si distinguono da tutte le altre perché le persone che ne soffrono hanno un rapporto con il cibo e la nutrizione che è chiaramente alterato. Alterato perché magari sono magrissime eppure si vedono grasse, pertanto smettono di mangiare e si lasciano morire di fame (come nel caso dell’anoressia nervosa), oppure mangiano fino a scoppiare e poi vomitano (come nel caso della bulimia nervosa), oppure mangiano a tutte le ore del giorno e della notte anche se sono già sovrappeso o obese (come nel caso del disturbo da alimentazione incontrollata). Attività Ricerca su Wikipedia “Disturbi del Comportamento Alimentare” e realizza uno schema che contenga i diversi disturbi suddivisi per sintomatologia e criteri distintivi (quelli che i manuali di medicina definiscono criteri diagnostici). L’aspetto positivo è che queste malattie sono curabili e guaribili. Quello negativo è che sono sempre più diffuse e che, se non vengono diagnosticate e trattate nelle fasi iniziali, tendono a cronicizzare. E sembrano colpire soprattutto le persone che 151


Sotto il segno della Bilancia

vivono nei paesi industrializzati. Il lato grottesco, dunque, è che esse sembrano manifestarsi proprio in quei luoghi dove il cibo è più che abbondante, mentre sono sconosciute nei paesi in via di sviluppo. Ma come si contraggono queste malattie? Chiunque può soffrirne? E qual è il segreto per rendersene immuni? Attività Ricerca su Google “Diffusione ed epidemiologia dei disturbi del comportamento alimentare“ e realizza una mappa concettuale che permetta di capire quali sono le persone più a rischio di contrarre i diversi tipi di disturbo. Perché abbiamo detto che spesso queste malattie si associano ad altri disturbi psichiatrici? Il motivo è che si è visto che spesso il cibo è un modo per lenire sensazioni di disagio psichico che poco o nulla hanno a che fare con esse. Questo spiega anche perché tali malattie sono pressoché sconosciute nei paesi più poveri del mondo. Difficile infatti utilizzare il cibo per uno scopo diverso dal nutrirsi quando non ce n’ è abbastanza nemmeno per sfamarsi. Laddove invece il cibo è addirittura sovrabbondante rispetto alle necessità nutritive degli abitanti (come appunto nei paesi occidentali), si è visto che esso può essere talora utilizzato per finalità diverse. Questo accade perché alcuni individui sembrano avere un qualche tipo di predisposizione a sviluppare certe patologie. Inoltre perché – in questi casi – il cibo viene usato come se fosse un ansiolitico o un antidepressivo o un antinoia. Attività Ricerca su Google maggiori informazioni sui fattori predisponenti e sui fattori scatenanti lo sviluppo dei disturbi del comportamento alimentare. Chiedi maggiori informazioni all’insegnante di Scienze o al tuo medico di fiducia. I medici anglosassoni sostengono che un’oncia di prevenzione vale più che una libbra di cure (oncia e libbra sono misure metriche inglesi, ne conosci la corrispondenza in grammi e chilogrammi?).

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PERCORSI DI LETTURA CAPITOLO 1 1 Chi è la protagonista della storia? Evidenzia i tratti essenziali del suo carattere come emergono da questo primo capitolo. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 2 Dopo aver ascoltato la canzone di Clare Maguire (https:// www.youtube.com/watch?v=1BBk78WFJPA), traduci sul tuo quaderno questi versi tratti dal testo:

I feel like Elizabeth Taylor. This could be a movie. I feel like Elizabeth Taylor. Red lips, dark hair. Alone in my trailer. Under my white shirt heart like stone. ... I feel like Elizabeth Taylor. Do I make you nervous? I feel like Elizabeth Taylor. And not just down in surface. I’ve loved, I’ve lost and loved again. But here I am, here I stand. I’ve loved, I’ve lost and loved again. But here I am, another lesson learned.

3 Chi è Elizabeth Taylor? Svolgi una ricerca e rispondi alla domanda in modo sintetico. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 4 Qual è l'ambiente della casa nel quale la protagonista amava rinchiudersi da piccola? Quali emozioni vi provava? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 5 Insulsi soprammobili: in questo contesto, l’aggettivo significa:

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■ vivaci ■ insignificanti ■ pesanti ■ vuoti


PERCORSI DI LETTURA 6 Leggi con attenzione il dossier e definisci di quale disturbo del comportamento alimentare soffre l’autrice del diario: ■ anoressia ■ bulimia nervosa ■ disturbo da alimentazione incontrollata ■ obesità 7 Qual è la reazione della protagonista alla lettura delle pagine del diario trovato nel vecchio armadio? Perché reagisce così? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... CAPITOLO 2 1 “Specchio, specchio delle mie brame”: da cosa è tratto il titolo di questo capitolo? Ti ricordi come continua la frase? Secondo te, che relazione ha con il contenuto del capitolo? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 2 Perché la nonna della protagonista è angosciata all’idea di non avere il cibo sul piatto? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 3 Quali timori turbano Asia? .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... 4 Quali sono i progetti di Asia per il futuro? Quale professione vuole svolgere da grande e perché? .......................................................................................................................... ..........................................................................................................................

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