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LE STELLE CADENTI
Era una bella notte di luna piena. Due mammut innamorati guardavano le stelle tenendo intrecciate le proboscidi. D’un tratto, una scia luminosa illuminò il buio della notte.
– Guarda, una stella cadente! – disse Gnuk.
– Dove, dove? – domandò Kuda.
– Là, è passata di là – Disse Gnuk indicando un punto nel cielo.
– Non l’ho vista – disse Kuda delusa. – Però tu che l’hai vista puoi esprimere un desiderio. Gnuk stette un attimo in silenzio a occhi chiusi, poi esclamò: – Fatto!
– Che cosa hai chiesto? – domandò Kuda curiosa.
– Non posso dirtelo altrimenti ciò che ho chiesto non si avvera.
E fu così che i due mammut innamorati rimasero a fissare il cielo.
LEGGO E… SCRIVO
• Quando si svolge la storia?
• Chi sono i protagonisti della storia?
• Dove si svolge la storia?
• Che cosa vede il piccolo mammut?
LEGGO E… RACCONTO
Si dice che quando si vede una stella cadente bisogna esprimere un desiderio, lo sapevi? Quale desiderio vorresti esprimere?
Racconta .
Incubo
– Aiuto! – urla Enrico. Un incubo si è coricato nel suo letto, un grosso incubo verde e peloso.
– Chiudi quella bocca! – protesta l’incubo. Mi hai svegliato.
– Ma che fai qui? – chiede Enrico. – Di solito ti corichi sotto il mio letto e non mi lasci dormire.
– Sono stufo, c’è un sacco di polvere sotto il tuo letto. Adesso tocca a te dormire lì sotto, forza! Enrico non ha scelta. Scivola sotto il letto e lui, che di solito non riesce a prendere sonno, si addormenta immediatamente. Ma a notte fonda viene svegliato da delle urla: – Aiuto! c’è un mostro sotto il mio letto!
l’incubo che piange. Allora Enrico esce e abbraccia l’incubo: – Non avere paura – gli dice
– ci sono qua io. Ed ecco che si addormentano insieme, Enrico e il suo incubo.
B. Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Il Castoro
LEGGO E… COMPRENDO
Collega in modo corretto.
Non vuole dormire sotto il letto per la polvere.
Va a dormire sotto il letto.
Si addormenta subito. Piange.
LEGGO E… RACCONTO
Hai mai avuto un incubo? Racconta.
Magar A
A Lullina piaceva camminare per la campagna con il nonno che le spiegava tante cose e le raccontava favole inventate apposta per lei.
Un giorno la piccolina sembrava un po’ pensierosa e il nonno le chiese cosa avesse.
Lullina, dopo un po’ di resistenza, disse tutto d’un fiato: – Stanotte ho fatto un sogno. È spuntato un uomo piccolo piccolo, tutto vestito di giallo e mi ha detto un segreto... Mi ha detto la magarìa per far scomparire qualcuno.
Il nonno sorridendo le disse:
– Non ci pensare, sono fantasie.
La piccola però, che non riusciva a tenere segreti, continuò: – Bisogna dire sette parole mammalucchigne e si scompare. Per ricomparire, bisogna che qualcuno dica altre sette parole.
Il nonno allora chiese se le ricordava.
Lullina ci pensò un po’, incrociò le braccia e disse: – Fiririri, boreró, parapuzio, stonibó, qua non sto. E scomparve.
Parole Nuove
Magarìa (stregoneria) e mamalucchigne (magiche) sono due parole del dialetto siciliano
Il nonno non credeva ai suoi occhi e si mise a cercare per tutta la campagna. La sua piccolina era sparita e lui non conosceva le altre sette parole. Era disperato e stanco, ma poiché le favole non finiscono mai male, Lullina gli apparve come un’ombra e gli suggerì le parole, ma erano le stesse e non fu Lullina a ritornare ma si ritrovarono insieme in un posto che non sapremo mai.
A. Camilleri, Magarìa, Mondadori
LEGGO E… COMPRENDO
Questo racconto è: realistico. fantastico. una descrizione.
Segna con una X vero (V) o falso (F).
• Il nonno e la bambina sono in campagna. V F
• Lullina ha sognato un omone giallo. V F
• Lullina sa mantenere i segreti. V F
• Le sette parole fanno scomparire. V F
• Le parole per ricomparire sono le stesse. V F
• Il nonno e Lullina si ritrovano. V F