Il piacere di leggere
Con
Letture 3
Storie a episodi
Tipologie
Prove di abilità
Educazione civica e cittadinanza
Educazione socio-emotiva
Il
Il piacere di leggere
Con
Storie a episodi
Tipologie
Prove di abilità
Educazione civica e cittadinanza
Educazione socio-emotiva
Il
4 Ricomincia la scuola!
6 Alice e il mare
7 La spiaggia segreta
8 Castelli di sabbia
38 Episodio 6 • Giochi di luce
40 Episodio 7 • Malenzio
42 Episodio 8 • Nonna Yeah e il piano
44 Episodio 9 • Tum cià, tum tum cià
46 Episodio 10 • Il Maestro Azzurro
48 Il mistero svelato
49 Immagini che parlano
50 Come finirà?
51 Episodio 11 • Scarpetta, burattino e pifferaia felina
52 Episodio 12 • A ogni fiaba uno strumento
54 Episodio 13 • Un Big Bang da… fiaba!
9 Incontrando la montagna
10 Nonno Darwin
11 Le piante con i denti
12 Lettera a un polpo
13 Il polpo e il mare
14 A caccia di sillabe!
15 La scuola ha la S davanti
16 PAROLE PER…
DELLE 4 RUOTE
TESTI NARRATIVI REALISTICI
18 Episodio 1 • La nuova scuola
19 Episodio 2 • Calcio e basta!
20 Episodio 3 • Idea!
21 Episodio 4 • Birillo in classe
22 Episodio 5 • Come si fa con tutti e tutte
23 Episodio 6
24 SPECIALE SPORTIVISSIMI
Un mister sportivissimo
La “divina” Lea
26 IN BREVE • Che cosa abbiamo imparato sui testi narrativi
27 PROVa DI ABILITÀ
28 PROVA DI
30 Realtà o fantasia?
BIDIBI BODIBI BUM!
TESTI NARRATIVI FANTASTICI
31 Episodio 1 • Lassù, la luna siamo noi!
32 Episodio 2 • Altrove chiama Terra
34 Episodio 3 • Che nonna!
36 Episodio 4 • Un risveglio da… paura!
37 Episodio 5 • Il boato
PER PAROLEGIOCARE
56 Brilla un lampo
57 Panna fa rima con nanna
58 T come Terra
59 BIDIBI BODIBI BUM in rima 1
60 BIDIBI BODIBI BUM in rima 2
61 BIDIBI BODIBI BUM in rima 3
FILASTROCCHE E POESIE
62 IN BREVE • Che cosa abbiamo imparato
sui testi poetici
63 PROVA DI
PER PAROLE RACCONTARE
64 Chi ti ricorda?
65 IN BREVE • Come è fatta una fiaba
66 Cenerentola e la tazzina di caffè
68 Pinocchio
70 Il pifferaio magico
72 Cenerentola e vento forte
73 Cenerentola e il re delle rane
74 Gli uccelli Aiamama
FIABE LEGGENDE
76 Perché il canguro cammina su due zampe
77 Il mostro di Capodanno
78 I colori di Cama-Leonte
79 PROVA DI
80 Ang-ngalo e la creazione del Mondo
82 Il fuoco
83 Tuono e fulmine
84 PROVA DI
86 La rana e il bue
87 Il corvo e la volpe
88 Il giovane gambero
90 IN BREVE • Che cosa abbiamo imparato su fiabe, leggende, miti e favole
91 PROVA DI
92 PROVa DI ABILITÀ
PER PAROLE OSSERVARE
96 La capretta non è fotogenica
98 Il riccio Pamela
100 Una casa per la capretta
101 La capretta nelle tue mani
102 Una convivenza difficile
104 Nei panni di qualcun altro
106 Il grande giorno
108 Confetti e disastri
109 Un papà nuovo di zecca
110 Caro papà… sei mondiale!
126 Il viaggio di Darwin nel Mondo
128 IN BREVE • Che cosa abbiamo imparato sui testi informativi
129 PROVa DI ABILITÀ
130 STUDIARE CON METODO
FAVOLE PER PAROLE CRESCERE
TESTI DESCRITTIVI
112 IN BREVE • Che cosa abbiamo imparato sui testi descrittivi
113 PROVA DI
114 PROVa DI ABILITÀ
116 La capretta tibetana
118 I gusti degli animali
119 Gli odori degli animali
120 L’udito degli animali
121 I pinguini… speciali
122 Le piante carnivore
124 Darwin e le piante carnivore
TESTI INFORMATIVI
132 Se fossi io a fare la città
134 La costituzione italiana
135 I diritti dei piccoli dal 1959
136 Una lettera dal vostro pianeta
137 Democrazia e libertà
138 Diritti dei bambini e delle bambine
140 Diritto e dovere
141 Diritto all’identità
142 Uguaglianza
143 Goal 10: ridurre le disuguaglianze
144 Il muro della disuguaglianza e le altalene
146 Il progetto delle altalene
147 Il lavoro • Il gioco
148 Le acrobazie di Martina
150 Lavoro minorile • Goal 8: lavoro dignitoso e crescita economica
151 Pace e scuola per tutti
152 Diritto all’istruzione • Goal 4: dare a tutti un’educazione di qualità
154 Una scuola contro la guerra
155 La fantasia ci salva sempre
156 Parità uomo-donna
158 Istruzione e futuro • Goal 5: raggiungere la parità tra uomo e donna
160 Salute e cure speciali
161 Assistenza medica
162 Goal 3: assicurare salute e benessere
164 L’italia tutela il paesaggio • Gustare il mondo con i 5 sensi
165 Una raffica di goal per l’ambiente!
166 Su Marte
168 Uno slogan per la Terra
Che deserto la scuola, tutta l’estate!
Chiuse le porte, le finestre sprangate, le aule parevano morte…
Ma è realtà o fantasia?
Ma una mattina la vecchia bidella si attacca alla campanella. W “den! den! den!”, la scuola si ridesta: le finestre si spalancano per godersi la festa, il sole inonda l’aula, salta sulla cattedra e con il dito d’oro del suo raggio disegna sulla carta geografica un meraviglioso viaggio… Gianni Rodari
Inizia il nostro viaggio insieme, bambine e bambini!
Che cosa avete fatto durante le vacanze? Raccontatemi tutto!
Gianni Rodari racconta di una bambina
che sognava di diventare un pesce o una stella marina.
Con la fantasia può accadere tutto!
Una volta Alice Cascherina andò al mare, se ne innamorò e non voleva mai uscire dall’acqua.
– Alice, esci dall’acqua – la chiamava la mamma.
– Subito, eccomi! – rispondeva Alice. Invece pensava: “Starò in acqua fin che mi cresceranno le pinne e diventerò un pesce”.
Alice si tuffò, desiderando ardentemente di diventare una stella marina, invece cadde in una conchiglia che stava sbadigliando, ma subito richiuse le valve, imprigionando Alice e tutti i suoi sogni.
“Eccomi di nuovo nei guai”, pensò la bimba. Ma che silenzio, che fresca pace, laggiù e là dentro. Sarebbe stato bello restarci per sempre, vivere sul fondo del mare come le sirene d’una volta. Alice sospirò.
Le venne in mente la mamma, che la credeva ancora a letto; le venne in mente il babbo...
– Non posso lasciarli soli, mi vogliono troppo bene.
Tornerò a terra, per questa volta.
Puntando i piedi e le mani riuscì ad aprire la conchiglia abbastanza per saltarne fuori e risalire a galla.
Alice non raccontò mai quello che le era capitato.
Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi
valve
Discutete con i compagni e le compagne.
Quali sono le informazioni vere contenute nel racconto?
Sottolineatele in azzurro.
E quelle fantastiche?
Sottolineatele in rosso.
Eccoci, siamo arrivate. Il mare è davanti a noi.
Non c’è nessuno sulla spiaggia a quest’ora.
Secondo te, questo racconto appartiene al mondo della realtà o della fantasia?
Georgette e io incominciamo il nostro lavoro. Raccogliamo sassi.
Li scegliamo con cura: piatti, larghi, lisci, di un bel colore omogeneo.
Tondi, anzi tondissimi, altri grossi come un uovo. A forma di sigaro, sottili come bastoncini. Di forme strane: con buchi, incavi, fessure. E ne prendiamo di piccoli, piccolissimi, quasi invisibili.
– Guarda questi, verdi e trasparenti, sembrano pastigliette alla menta.
– E questi sono bianchi come confetti.
Ne cerchiamo anche di grandi, di molto grandi. Qualche volta di grandissimi. Scegliamo anche i colori.
Nessuna spiaggia ha sassi di colori più belli di questa. È un posto speciale. È una spiaggia di sassi colorati. Una spiaggia segreta.
E il mare continua a portare sassi nuovi, con forme ancora più lisce, con colori ancora più belli.
– Grazie, mare! – grido guardando le onde che vanno e vengono.
Fabrizia Rondelli, Sulla spiaggia dei sassi colorati, Edizioni Messaggero (adattamento)
A che cosa assomigliano i sassi raccolti?
Elia ha costruito un castello di sabbia. Poi ha inventato con il nonno questa FILASTROCCA .
Così ricorderà questa esperienza!
Le filastrocche e le poesie hanno le rime. Io le ho colorate!
Ho costruito un castello grandioso e bello, con tante torri l’ho circondato, e tutt’intorno ho scavato un fossato. Ma presto o tardi lo so già, un’onda arriverà e il mio castello come per magia, il mare porterà via!
Georgie Adams, Selina Young, Un anno pieno di storie, Mondadori (adattamento)
Kai vede la montagna per la prima volta. Ecco il gioco che fa.
Tutte le azioni sono ISTRUZIONI del gioco.
Quante azioni divertenti!
Alta, maestosa come una regina, la montagna è finalmente vicina. Devo fare qualcosa, papà. Tu riposa, io fermo non riesco a stare.
Il papà dà a Kai le istruzioni per giocare nella natura... Striscia al bordo del torrente schiumoso
annusa l’erba fresca
infila un dito nell’acqua limpida, gelata
gira attorno a uno stagno intrappolato
infila le mani nel fango paludoso
lava le mani nell’acqua melmosa immergi un piede nello stagno.
Lancia sassolini
schiaffeggia la superficie dell’acqua.
Grida: “si solleva e si alza!”.
Solleva entrambe le mani urla tre volte
con la faccia verso la montagna rivolta!
Gary Snyder
DIRITT0 AL GIOCO
BAMBINE E BAMBINI AVETE
DIRITTO A DIVERTIRVI
NELLA NATURA, USANDO LE MANI E TUTTO IL VOSTRO CORPO!
Qual è l’OCCORRENTE per fare questo “gioco”? Indica con una ✕ . torrente erba acqua stagno fango sassolini montagna
mare sabbia spiaggia sassolini
stelle marine conchiglie scoglio
Laura ha vissuto esperienze speciali a casa della sua amica.
Le scrive nel suo
DIARIO SEGRETO.
Anche io ho un diario segreto... è come un amico!
Caro diario, sono in vacanza già da tre giorni presso la famiglia della mia amica Lucia, in montagna, e ho scoperto un mondo di cose incredibili: le piante carnivore di suo nonno Carlo, che si fa chiamare “nonno Darwin”.
Il nonno è un personaggio stravagante con una lunga barba bianca e un cappello nero di feltro a larghe tese. Ho visto su internet: si veste proprio come il grande esploratore Darwin che ha scoperto le piante carnivore. Ha una piccola serra, dove coltiva diverse specie, sono incredibili! Ho preso appunti su tutte le informazioni che sono riuscita a ricordare... Sono sicura che custodirai queste informazioni per sempre. In classe leggerò i miei appunti.
Laura
Leggete, nella parte colorata in rosso, DESCRIZIONE del nonno e riconoscetelo tra queste due immagini.
Lin e Zoe si sono appassionate alle piante carnivore e hanno fatto una ricerca che si chiama TESTO INFORMATIVO.
Quante informazioni interessanti!
Collega le immagini alle informazioni del testo scrivendo il numero corrispondente.
Le piante carnivore si nutrono di insetti. Il problema è che gli insetti non hanno alcuna intenzione di farsi mangiare!
Allora le piante carnivore hanno imparato a scoprire quello che piace alle loro piccole vittime, per attirarle nelle loro trappole, tutte diverse. Ecco alcune trappole spettacolari!
1 Molti insetti sono attratti dalla luce, dallo scintillio e dai riflessi. Per loro le piante hanno trappole che somigliano alla rugiada , brillano al sole e hanno piccole macchie scure simili a finestrelle (perché, si sa, gli insetti amano intrufolarsi!).
2 Per gli insetti amanti dei colori, le piante esibiscono le tinte più sgargianti: il rosso, il giallo, il verde fanno splendere le piante come preziosi fiori nettarini.
3 Altri insetti sono attratti dai profumi e per questo alcune piante carnivore impregnano l’aria degli aromi che piacciono alle prede, ma non sempre agli uomini, che infatti li considerano disgustosi.
4 Per gli insetti golosi le piante emettono gocce di nettare succulento, il cui profumo zuccherino richiama interi sciami affamati.
Elena Fin, Rossella Trionfetti, Manuale delle piante carnivore per giovani esploratori, Edizioni WSKids
Perché Andrew dice che il polpo “è sempre in camera sua”?
luogo, data a chi scrivo che cosa
voglio dire saluti firma
Anche gli animali sono nostri amici, a tutti possiamo dire qualcosa... Scrive a un polpo?!
Rimini, 28 luglio
Caro polpo, papà oggi mi ha portato al mare, dove c’erano dei pescatori. Ti ha comprato e io ti osservo qui nel secchiello trasparente. Non voglio che tu finisca nella pentola.
La nonna, per consolarmi, mi ha raccontato una leggenda che è come una poesia, poi io ho fatto un bel disegno. Adesso tu sei sempre in camera mia. Abbracciami con tutti i tuoi tentacoli!
Il tuo amico Andrew
Il primo polp o òlep/ p a t a te / pulì p e lati /e par t ì / rep pi o stipiùimp ensa ti .
P lanòsu pianetilontan i p iantòpomp e l m i e mlapòruttip e inacillepid .
ioP ep r ò / p ianse un po ’ , pe r c éh is s entiva sol o , s o .ol
Questa filastrocca racconta che dalle lacrime del polpo è nato il mare. È una storia fantastica, una LEGGENDA .
Comincia a leggere dalla
La leggenda forma l’immagine del polpo e del mare: è un CALLIGRAMMA!
Ecco c o m e nacque il mare: / dalle lacrimedi un po l p o / che implorava u n posticino/ più popo l o so.
Chiara Carminati
Nella filastrocca della pagina precedente ci sono tante parole con P...
Il primo polpo pelò patate pulì pelati e partì per i posti più impensati.
Planò su pianeti lontani piantò pompelmi e pitturò palme di pellicani.
Poi però pianse un po’, perché si sentiva, solo, solo.
Ecco come nacque il mare: dalle lacrime di un polpo che implorava un posticino più popoloso.
Chiara CarminatiBravissimi! Ci sono tante sillabe con PA , PE, PI, PO e PU ! È un trucco dei POETI e delle POETESSE!
Continua tu a colorare le sillabe nel modo giusto.
Una S davanti alle parole può cambiare il mondo?
Lo può far diventare quadro se è tondo?
La scuola la S davanti ce l’ha: maiuscola o no, lasciatela là!
È studiare insieme tra i banchi, è sorrisi e sorrisetti stoppati con la mano davanti, ma anche sonore risate, scherzi e scorribande nei prati. Non è perfetta la scuola... ma di imparare ha fretta.
È fatta anche di sgridate sbagliate o meritate, è fatta di studio, sudate, personaggi fatati o fate stregate.
Ma tutto sommato, per molte cose la lascerei così com’è. È nel saliscendi delle scale
che suoni la musica più svariata: canti, sussurri, tromboni e fiati, a volte stonati, percussioni, corde, tasti, insieme accordati. Nella scuola la S ci sta: maiuscola o no, lasciatela là e il mondo cambiare potrà.
Maria Annunziata Procopio, Manuela Leporesi, Calendario RodarianaMENTE, La Spiga Edizioni (adattamento)
Che cosa vi piace della vostra scuola?
E che cosa vorreste cambiare?
Confrontatevi in classe.
Sono i racconti di storie possibili, realistiche o fantastiche, come fiabe, leggende, miti e favole. Qualcuno racconterà scrivendo lettere o pagine di diario.
Sono i TESTI NARRATIVI
Nelle pagine precedenti abbiamo scoperto un mondo illuminato dalla bellezza delle PAROLE. Rivediamole insieme!
Tante curiosità, informazioni e azioni per amare il Mondo in cui vivi.
Sono i TESTI INFORMATIVI
Sono le parole più belle e più appropriate per descrivere come sono le persone e quello che vedi, ascolti, annusi, gusti e tocchi osservando animali, fiori e cose.
Sono i TESTI DESCRITTIVI
Sono parole che ti fanno sentire grande e ti guidano a essere responsabile verso questo Pianeta che ami e che ti ama. Sono le parole del cittadino e della cittadina come: Costituzione, Diritti, Agenda per salvare il Mondo entro il 2030.
Le puoi dire come vuoi... con RACCONTI FILASTROCCHE
Sono parole per dire tutto, divertendoti. I bambini e le bambine come te imparano giocando, anche con le parole, specialmente se sono nuove, curiose e buffe o se ci sono rime e si può tenere il ritmo battendo le mani, come nelle filastrocche e nelle poesie
Sono i TESTI POETICI.
Le filastrocche si possono cantare e illustrare!
La MUSICA e l’ARTE sono altre modalità per scoprire e amare il Mondo e le sue parole.
Era il primo giorno di scuola, in un paesino di campagna per Emy.
“Tutto sarà nuovo” pensava. “Non solo questo mare-verde al posto del mare-blu della mia vecchia città”.
In quel momento, però, le onde se le sentiva tutte nella pancia: si alzavano, si abbassavano e poi s’infrangevano, facendole venire un po’ il mal di mare.
“Troverò degli amici e delle amiche?” si chiedeva mentre immaginava il suo tuffo nella nuova classe terza.
Lo squillo della campanella riportò Emy con i piedi per terra. Un bacio alla mamma, uno al papà, una tiratina d’orecchie a Birillo, il suo coniglietto, una spinta alla sua sedie a rotelle e via, quasi sgommando per il corridoio della scuola. Le ruote sono da sempre le gambe di Emy, da quando avrebbe dovuto muovere i primi passi. Per questo avevano soprannominata la bambina “la principessa delle quattro ruote”.
Ma quel primo giorno nella nuova classe Emy, per la prima volta, si sentì invisibile.
Di che cosa parla questo racconto?
Come si sente Emy prima di arrivare a scuola?
Raccontare significa anche narrare con ordine i fatti
Osserva com’è fatto un testo narrativo e scrivi sui puntini le tre parti in cui è suddiviso.
INIZIO: ci dice di che cosa si parla e chi sono i protagonisti o le protagoniste.
SVOLGIMENTO: ci dice che cosa succede prima, dopo e dopo ancora.
CONCLUSIONE: ci dice come finisce il racconto.
Quel primo giorno in terza fu davvero memorabile per Emy.
Tutti si erano precipitati a scuola, ma nessuno prendeva posto in classe: abbracci e schiamazzi, risate, gruppetti qua e là che discutevano della partita di domenica. In quel momento, Emy era in un angolo tutta sola.
A un certo punto, un bambino con un pallone in mano le si avvicinò:
– Eh no, mi sa che hai sbagliato classe tu, sai?
La bambina lo guardava con gli occhi sgranati e zitta.
Il bambino le sorrise e indicò l’adesivo della squadra del cuore di Emy sulla carrozzina.
Improvvisamente, e vi sembrerà strano, la bambina si sentì meglio: “Ah, la squadra di calcio!” pensò.
Il bambino, però, in un attimo, scomparve attratto da un altro gruppo di compagni: non si accorse che Emy stava sorridendo. Dopotutto non era affatto male ricominciare la scuola dopo tanto tempo.
Il bambino non esclude Emy perché è sulla sedia a rotelle, ma perché Emy pensa che ricominciare la scuola non sia
Per raccontare i fatti in modo ordinato, a volte si usano le parole del tempo: le trovi evidenziate nel testo, ma ce ne sono anche altre. Cercale.
Il NARRATORE o la NARRATRICE di solito racconta la storia del o della protagonista in terza persona.
A casa, Emy non racconta niente dell’episodio della squadra di calcio, ma intanto pensa:
“Ci sarà un modo per perdere la mia invisibilità senza parlare di calcio? Di sicuro lo troverò!”. Il primo giorno di scuola non ci sono neanche i compiti a tenerla impegnata.
“Per la prima volta mi sento sola, anche a casa. È vero, ci sono sempre la nonna e il nonno con cui parlare, ma io ho bisogno di un’amica o di un amico...”. Il paesaggio della sua nuova città non la confortava per niente: com’erano belli i pomeriggi in veranda nella sua vecchia casa di fronte al mare, a fare i compiti con Laura, Luca, e a turno con tanti altri della sua classe...
A quel punto le saltellò davanti il coniglietto Birillo come per dire: “Ma ci sono io!”.
– Idea! – esclamò trionfante Emy.
ANALIZZIAMOIn questo episodio la protagonista Emy pensa e il narratore ci racconta. Evidenzia i pensieri di Emy e sottolinea le parole del narratore. Segui l’esempio.
Quale idea sarà venuta in mente a Emy?
La mattina seguente, Emy si alzò volentieri, contenta di tornare nella nuova scuola.
– Tu vieni con me oggi – disse a Birillo, senza lasciargli scelta.
Il coniglietto sembrò non aspettare altro che queste parole e, con un balzo, fu sulle ginocchia di Emy.
Partirono sulla carrozzina per il viale alberato, che profumava di resina di pino.
Birillo con le sue orecchie lunghe e svolazzanti ed Emy con i suoi capelli lunghi e dorati al vento. Prima di entrare in classe il coniglietto si infilò buono buono nel suo trasportino.
La maestra, entrando nel portone della scuola, fece finta di niente, ma aveva già capito tutto!
In quali luoghi si svolge questo episodio? Colorali in rosso e poi completa. Emy e Birillo si trovano
PRIMA
DOPO INFINE
Questi tre luoghi sono: fantastici. realistici.
Quando si svolge l’episodio?
Il primo giorno di scuola, in terza.
Un giorno non precisato. Il secondo giorno di scuola.
I PERSONAGGI di una storia sono come te o come le persone che incontri. Ci sono il o la protagonista e altri personaggi secondari.
Emy entrò in classe sulla sua sedia a rotelle, con le orecchie di Birillo che sporgevano dalla gabbietta per non perdersi neanche un sussurro. Qua e là, i soliti gruppetti di maschi e femmine discutevano sempre di calcio.
Emy temeva di essere condannata per sempre all’invisibilità…
A un tratto qualcuno si staccò da un gruppo e le si avvicinò: era una bambina della sua classe. Si abbassò verso il trasportino e sbirciò dentro: – Un coniglietto! – esclamò.
– Si chiama Birillo – disse Emy mentre due lunghe orecchie sporsero dalla gabbietta per lasciarsi accarezzare.
Poi si avvicinarono Paola e anche Luca, il bambino del giorno prima.
Birillo aveva catturato l’attenzione e via via tutti iniziavano a tempestare Emy di domande: Quanti anni ha? Come lo hai avuto? Qual è il gioco che fate insieme? Nessuno notava la sedia a rotelle: semplicimente, parlava con la bambina che c’era seduta.
Prova a dividere il testo in tre parti usando i colori corrispondenti.
INIZIO • SVOLGIMENTO • CONCLUSIONE Sottolinea in arancione la protagonista e in viola i personaggi secondari.
episodio 6 (titolo)
Allo squillo della ricreazione, tutti volevano spingere Emy e Birillo.
– Ma so guidare da sola da quando sono nata! –diceva Emy esagerando.
– Va bene, allora diciamo che faremo scuola guida con te.
– Quest’anno prendiamo la patente anche noi!
– Formula Uno! E vai! Pronti, attenti, via!
Tutti i compagni e le compagne lanciavano battute così, mentre spingevano e correvano dietro a Emy per il grande giardino erboso della scuola.
Alla fine anche questo mare-verde era stato pieno di sorprese.
Brividi mozzafiato, altro che mal di mare!
Chiedetelo a Birillo.
COMPRENDI AMO
Ecco alcuni titoli per questo episodio: sottolinea quello che ti sembra più adatto e cancella quello meno adatto.
• FORMULA UNO A SCUOLA
• BIRILLO HA IL MAL DI MARE
• TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE
• NUOVI AMICI E AMICHE
• TUTTE E TUTTI HANNO QUALCOSA DA DARCI
In coppia scegliete un nuovo titolo e scrivetelo sui puntini in alto.
Luca è il Mister di una squadra di Pulcini. Una volta gli ho chiesto: – Secondo te, chi è il migliore che hai?
E lui mi ha risposto: – Per me tutti e dieci sono bravissimi e non esiste un migliore.
Domenica scorsa sono andato a vedere la loro partita. Siamo quasi alla fine, quando a battere il rigore che segnerebbe la vittoria tocca a Edo, l’ultimo arrivato nella squadra. I piedini si avvicinano al dischetto, lui guarda la palla, guarda il Mister che lo rassicura, parte il tiro e… palla fuori!
Ma ciò che accade in campo mi lascia sorpreso: i compagni corrono ad abbracciarlo e a rincuorarlo, invece che arrabbiarsi e Mister Luca gli grida: – Forza Edo, non mollare! Non è successo nulla, solo un rigore sbagliato!
Mi viene in mente una famosa canzone di De Gregori: “Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. Ed è proprio l’altruismo che quei bambini hanno messo in campo. dal web
LAVORIAMO
Sottolineate tutti i comportamenti che rendono “sportivissimo”
Mister Luca.
Vorreste avere un allenatore come lui nel vostro sport preferito?
Discutetene in classe.
DALLA PARTE DELLE DONNE
– Il tennis, certo, e poi il golf. Sempre a rincorrere una pallina. Mi sa che nella vita precedente ero un cane!
È difficile racchiudere Lea Pericoli in poche parole. Uno dei suoi libri s’intitola Maldafrica e ogni anno torna in Africa. Lea Pericoli ha scritto quattro libri. Belli. Ha scritto di tennis. – Molti agli inizi mi chiedevano: di’ la verità, i pezzi chi te li ha scritti? Sottinteso: non puoi essere stata tu. Roba da arrabbiarsi, ma ho sempre cercato di vedere il lato positivo. In Italia per trovare un vero campione occorre risalire a Pietrangeli e, un po’ più giù, a Panatta. Le ragazze, invece, ne hanno fatta di strada. Vedere Flavia Pennetta e Roberta Vinci in finale di un Grande Slam è stata un’emozione forte.
Uscendo, resto attratto da un quadro sulla parete: – Bello, chi l’ha dipinto?
– Io. Ne ho dipinti una sessantina in un solo inverno per superare una crisi.
dal web
CHI SONO?
Lea Pericoli ha vinto 27 titoli ai Campionati italiani assoluti di tennis; per la sua eleganza, in campo e fuori, è stata soprannominata “la divina”. Flavia Pennetta è considerata una delle tenniste italiane più forti di sempre, vincitrice degli US Open 2015, ultima italiana (dopo Francesca Schiavone) a essersi aggiudicata un torneo del Grande Slam, battendo in finale Roberta Vinci
Lea è una sportivissima che ha coltivato tanti interessi: quali? Sottolineateli.
Alcune persone non credevano che una sportiva potesse scrivere o dipingere. Cercate le espressioni che ve lo fanno capire.
• I testi narrativi sono tutti racconti, che hanno:
• Seguono l’ordine:
• PERSONAGGI (quello/a principale si chiama protagonista);
• LUOGHI (scuola, case…);
• TEMPI (prima, dopo, dopo ancora, infine);
• VICENDE (fatti, azioni).
• INIZIO (breve): in poche righe si presentano il/la protagonista, il luogo (dove) e il tempo (quando).
• SVOLGIMENTO (lungo): si narrano i fatti dall’inizio alla fine utilizzando le parole del tempo, per esempio: prima, dopo, dopo ancora, mentre, infine
• CONCLUSIONE (breve): si racconta come va a finire la storia.
• I testi narrativi possono essere:
I personaggi, i luoghi, i tempi e le vicende sono tutti veri o verosimili, e appartengono al mondo della realtà.
Almeno uno dei personaggi, dei luoghi, dei tempi e delle vicende appartiene al mondo della fantasia
Nelle prossime pagine scoprirai altri testi narrativi. Poniti sempre questa domanda: SONO REALISTICI O FANTASTICI?
Francesco quel giorno era di nuovo in casa davanti al televisore. Con il telecomando cercava e ricercava un cartone, ma in TV non c’era proprio niente.
A quel punto Francesco diventò furioso e prese la sua decisione in un momento. Avrebbe punito la televisione svuotandola di tutto quello che conteneva.
Andò a prendere un sacchetto della spazzatura e lo sistemò sotto lo schermo, poi scosse violentemente il televisore. Subito il sacchetto si riempì di merendine, di facce di presentatori, di dadi da brodo e uomini politici. Cose, persone e intere città precipitavano nel sacco e si sentiva uno strano bisbiglio, un misto di voci, suoni, sospiri...
Finalmente la televisione era vuota!
Francesco chiuse con la corda il sacchetto e corse al cassonetto della spazzatura. Lo aprì e gettò tutto dentro.
Tornò a casa, andò a sedersi al tavolo, prese un grande foglio bianco e lo riempì di colori.
Chiara Rapaccini, Merendine, Giunti Editore
Che cosa rende “fantastico” questo racconto? Completa.
Il fatto che Francesco decide
Indica se l’elemento è realistico (R) e se è fantastico (F).
Il protagonista. R F
La televisione. R F
Il luogo. R F
Alcuni fatti che accadono. R F
Questo racconto narra di fatti reali o fantastici? Da che cosa lo puoi capire?
Sottolinea nel testo in rosso le parti realistiche e in azzurro le parti fantastiche.
“Finalmente arrivano mamma e papà, sono già passate le sei del pomeriggio” pensa Juliette. “Che bello fare i compiti sul tavolo della cucina vicino a loro, specialmente adesso che è inverno e fuori è già notte”.
Sulla tela cerata c’è il disordine dei quaderni, delle matite colorate, delle gomme e dei libri di scuola.
I compiti si trascinano un poco. Abbiamo cominciato con un problema di Matematica, ma la terza domanda è difficile. Con il dito seguo il disegno della tela cerata: due quadratini rossi e accanto dei quadratini azzurri, conto e riconto e poi pensiamo alla soluzione.
La mamma dice che in fondo la Matematica è dappertutto...
Ma a un certo punto vedo dei triangolini azzurri che formano una corona intorno al quadrato rosso:
– Per me sembra un mulino a vento. Sarebbe bello andare lassù, lontano, lontano, al nord, in Olanda, nella terra dei mulini. Si tornerebbe da scuola pattinando sul ghiaccio! – dico.
PAROLE NELLO Z A I NO
Che cosa vuol dire che i compiti si trascinano un poco?
Sono pesanti e noiosi.
– Dai Juliette, sbrigati!
– Poi non ci penserai più e potrai leggere e giocare.
La mamma e papà dicono frasette così, stanno già preparando la cena.
Io ho già mangiato due carote crude, mentre papà mi guardava con il sorriso sotto i baffi.
In realtà, non abbiamo davvero voglia di liberarci dai compiti.
Philippe Delerm, Che bello fare i compiti sul tavolo della cucina, Salani Sottolinea nel testo la protagonista, quando e dove si svolgono i fatti.
Prova a dividere il testo in tre parti usando i colori corrispondenti.
INIZIO • SVOLGIMENTO • CONCLUSIONE
Che cosa fa Juliette quando il compito di Matematica è difficile?
Prima di rispondere, cerca l’informazione nel testo e sottolineala in marrone. Guarda fuori dalla finestra.
Guarda i disegni sulla tovaglia.
Gioca con il fratellino.
A che cosa assomigliano i disegni della tovaglia?
Prima di rispondere, leggi la parte sottolinea nel testo.
A una corona del re.
A un mulino a vento.
A due carote.
Questa “immagine di parole” si chiama: Similitudine. Rima.
Questo racconto narra: il mondo della realtà (testo realistico).
il mondo della fantasia (testo fantastico).
Secondo te, questa immagine si riferisce a un racconto realistico o fantastico?
Indica quali elementi sono realistici (R) e quali fantastici (F)?
Persone Luoghi Cose
Che cosa succederà in questo racconto?
Confrontatevi in classe.
Era il tramonto sul pianeta Altrove: il sole si nascondeva dietro un cocuzzolo rosso corallo, punteggiato di giallo, irradiando il pianeta di raggi dorati. Tutti gli Altrovini si erano affacciati agli oblò dei loro dischi volanti per godersi lo spettacolo.
Quando l’ultimo raggio di luce salutò gli abitanti, Altrove sprofondò nelle tenebre.
– A che ora sorgerà la Terra questa sera?
– Fra pochi minuti, ci siamo quasi.
– Ma perché è in ritardo?
Era un continuo rimbalzare di battute così, tra gli Altrovini.
Dovete sapere che, su Altrove, la Terra illumina la notte come sulla Terra fa la Luna. Ma quella sera la Terra tardava a fare capolino da dietro il cocuzzolo.
Passata un’ora, ogni momento di ritardo in più rischiava di essere fatale per gli abitanti.
Sul pianeta Terra è la Luna a rischiarare la notte, mentre sul pianeta Altrove è la Terra. Trovi l’informazione nello svolgimento. Sottolineala in rosso.
Ci sono parole “eleganti” oltre a quelle sottolineate? Sottolineale e discuti in classe per scoprire il loro significato.
Leggete il testo individualmente. Poi decidete chi fa il narratore, chi fa il capitano altrovino e chi il terrestre e leggete con espressione la vostra parte. Ricordatevi delle intonazioni della voce richiesta dai verbi: esclamò, tuonò
La stazione spaziale di Altrove, in subbuglio dopo un’ora di tenebre, si mise in contatto con la Terra.
– Altrove chiama Terra. Altrove chiama Terra. Passo
– Qui Terra. Vi ascoltiamo. Passo
– Che cosa succede? – domandò il capitano altrovino.
– Nessuna novità, qui la solita vita, il solito tran-tran –rispose una voce assonnata dall’altra parte del telefono stellare.
– Ma quale solito tran-tran! – esclamò il capitano altrovino.
– A noi sembra che vi siate addormentati tutti, laggiù!
– Si calmi, capitano. Si spieghi – rispose il capitano terrestre.
– Siamo al buio da un’ora… non un bagliore dalla Terra, dateci una spiegazione! – supplicava l’altrovino.
– Chiediamo informazioni alla nostra comandante e vi daremo notizie – promise il capitano terrestre.
Il tempo passava lento, ma nessuna notizia arrivava dalla stazione spaziale terrestre. Era buio pesto su tutto il pianeta Altrove.
– Altrove chiama Terra. Ma che cosa state aspettando? – tuonò il capitano – Altrove chiama Ter... – e tacque di colpo. La voce gli si era spezzata, come la parola “Terra”.
Buio. Silenzio profondo. Non un suono, né il canto di un grillo né il fruscio degli alberi né lo sciabordio del mare e neanche il profumo di salsedine.
Con la sua luce la Terra portava su Altrove anche i suoni, i colori e i profumi. Senza la Terra tutto era spento.
Passate due ore di tenebre, gli Altrovini assomigliavano ormai a tanti fantasmi muti, senza espressione nei volti. Molti cuori rischiavano di fermarsi, forse per sempre.
Indica se la frase è vera (V) o falsa (F).
I personaggi del dialogo sono:
• due amici: uno terrestre e uno altrovino. V F
• i capitani della stazione spaziale: terrestre e altrovina. V F
• due persone che vivono in pianeti diversi. V F
Senza la luce della Terra:
• su Altrove non ci saranno suoni, colori e profumi. V F
• la pelle degli Altrovini diventerà multicolorata. V F
• gli Altrovini sono come fantasmi senza voce. V F
– Che cosa succede qui? – domandò la piccola Mix con la sua vocetta squillante. – Nonna, è la fine! Rimarranno solo le ombre degli Altrovini, se Terra non sorgerà. Lo abbiamo studiato a scuola! – sentenziò, ben informato, il fratellino Ax. – La luce dei nostri occhi è una speranza per il pianeta Altrove, vedrete! – rassicurava, nascondendo un velo di preoccupazione, nonna Yeah.
Yeah, l’Altrovina più anziana, nei suoi cento anni di esplorazione dell’orbita terrestre, aveva accumulato nei suoi occhi un’inesauribile riserva di luce, in grado di irradiare a lungo se stessa e i suoi due piccoli.
A che cosa assomigliano gli occhi di Miax? Indica con una ✕ .
Sentenziò è un verbo che puoi usare al posto di dire. Che cosa significa?
Provare un sentimento profondo. Esprimere un giudizio, come la sentenza di un giudice. Avere la sensazione che sta succedendo qualcosa di grave.
Per questo lei e i suoi nipotini non erano diventati fantasmi come gli altri abitanti di Altrove.
Ax e Mix amavano la nonna e non si stancavano neanche per un attimo di ascoltare i suoi racconti, la sera, al chiaro della Terra. Affacciati agli oblò del loro disco volante, scambiavano sguardi di tenerezza con la nonna e si tranquillizzavano.
La piccola Mix, sentendosi al sicuro, anche quella sera chiuse gli occhi per dormire.
Accanto a lei vegliava la fidata Miax, una micetta dagli occhi gialli come l’oro, che non smettevano mai di brillare. Nessuno poteva immaginare che cosa sarebbe successo al risveglio…
COMPRENDI AM O
I protagonisti del racconto sono una sorella e un fratello altrovini.
Sottolinea i loro nomi e trascrivili.
Sorella altrovina: Fratello altrovino:
Ci sono anche altri due personaggi: evidenzia i loro nomi e trascrivili.
Nonna:
Gatta:
La nonna e i due nipotini hanno una riserva di luce negli occhi: perché non dormono mai. perché la gatta Miax ha un potere magico. perché nonna Yeah aveva accumulato una riserva di luci nei suoi occhi.
– Mix! – gridò improvvisamente Ax. – Vieni, presto!
– Che cosa c’è? – rispose una debole vocina assonnata.
– Vieni a vedere, svegliati! – insisté il fratellino.
– Siamo in ritardo? È suonata la campanella della scuola? –domandò la piccola Mix spalancando di colpo gli occhi, non ricordandosi di quello che era accaduto la sera prima.
– Non credo che andremo a scuola oggi… – le comunicò Ax. La bambina corse davanti all’oblò e gettò un urlo:
– Ma è terribile, che cosa succede?
Nel cielo nero come la pece guizzò un enorme lampo, che rimase lì fermo a illuminare il terribile spettacolo dei fantasmi Altrovini. Con gli occhi sbarrati dallo spavento e il viso tutto blu, Ax e Mix tremavano, percorsi da brividi.
Nonna Yeah, con Miax aggrappata alle gambe, appoggiava le sue grandi mani sulle piccole spalle:
– Coraggio, io sono qui – li rassicurò.
Scegliete un personaggio tra Ax, Mix e la nonna e leggete con espressione. Provate poi a dire le battute, così come le ricordate, aggiungendone anche delle vostre. Fate attenzione alle intonazioni dei verbi.
COMPRENDI AM O
Quale aspetto hanno assunto Ax e Mix in preda allo spavento?
Sottolinea nel testo e completa.
Occhi:
Viso:
Corpo:
– Secondo me sta per arrivare un temporale, l’ho visto tante volte sulla Terra – disse la nonna.
– Quello che avete visto si chiama “fulmine”, tra poco sentiremo un boato e, infine, dal cielo cadrà dell’acqua.
– Nonna, che cosa vuol dire boato? – bisbigliò sottovoce Ax, quasi come se quella parola gli facesse paura.
– E che cos’è l’acqua? – aggiunse Mix con voce cristallina , proprio come uno zampillo. Yeah guardò i nipotini con espressione amorevole.
– Non posso spiegarvi ora, ho una missione da compiere: Altrove non può aspettare. Restate qua, potrebbe essere pericoloso.
Detto questo, Yeah si dileguò volando con la sua navicella.
Prima di partire aveva fatto l’occhiolino a Miax, come tutte le volte che le affidava i suoi nipotini.
PAROLE NELLO Z
Boato significa: scoppio simile a uno sparo. rombo come un tuono. tonfo simile a una pigna che cade.
COMPRENDI AM O
Ax pronuncia la parola “boato”: urlando di paura. bisbigliando, per timore di quella parola.
Quando Mix pronuncia la parola “acqua” la sua voce diventa “cristallina”, cioè: debole e fragile come il cristallo. trasparente e brillante come il cristallo.
A un tratto la saetta sembrò giocare nel cielo: prima si allargò, poi ruotò e, a poco a poco, si colorò. Le sue punte si arrotondarono come delle montagne che diventano piano piano colline.
Ax e Mix guardavano con occhi sgranati: nel cielo si stava disegnando un arco, sfavillante di luci colorate.
– Nei racconti della nonna quello è il colore del cuore, si chiama rosso! – esclamò Mix indicando il cielo.
– E quello è il giallo, il colore del girasole – aggiunse trionfante Ax.
– Non mi dire che quello è l’azzurro: il colore del mare! –continuò Mix.
– Mi sembra di vedere il prato dove la nonna si rotolava sulla Terra: è il verde! – disse Ax facendo una bella capriola.
Il richiamo di quei colori meravigliosi era irresistibile, così Ax e Mix azionarono il loro disco volante e partirono per avvicinarsi!
Fare finta di essere su una navicella e fare uno scatto fulmineo: che cosa vuol dire? Fulminare chi si avvicina. Essere velocissimo come un fulmine. Abbagliare come un fulmine.
La micetta Miax arrotolava la coda tra le loro le gambe, “miaxiando” preoccupata e tentando di fermarli, ma non le rimase che seguirli. All’improvviso, con uno scatto fulmineo, una navicella nera arrivò a razzo, bloccando il volo dei fratelli… Chi era?
Chi potrebbe essere il personaggio che vigila a bordo della navicella nera?
COMPRENDI AM O
La saetta nel cielo subisce delle trasformazioni. Sottolinea nel testo la descrizione e indica con una ✕ l’immagine appropriata.
Dove hai trovato l’informazione?
Nell’INIZIO. Nello SVOLGIMENTO. Nella CONCLUSIONE.
Scegliete un personaggio e leggete con espressione. Provate a dire le battute così come le ricordate, aggiungendone anche delle vostre. Fate attenzione alle intonazioni dei verbi.
(altro titolo)
Sulla navicella nera, con scritto in lingua altrovina AMBULANZA, c’era il dottor Malenzio, il medico di Altrove. Di lui nessuno aveva fiducia, tutti speravano di non capitare mai sotto le sue terribili cure. Malenzio sosteneva che se tutti avessero avuto un microcip nella testa, lui avrebbe potuto curare i pazienti solo con il telecomando, senza alcuna fatica! Malenzio poi non era diventato fantasma cadendo nell’incantesimo della notte senza Terra: aveva di sicuro un antidoto, che teneva gelosamente per sé! La navicella di Malenzio zigzagava intorno al disco volante di Ax e Mix, impedendo il passaggio.
– Aiuto, Malenzio! – gridava Ax.
– Siamo spacciati! – faceva eco Mix.
– Chi si avvicina all’arco sarà trafitto dai miei bisturi! – tuonava però Malenzio.
– Sai che cosa ti dico Mix? – considerava Ax, dopo aver guadagnato quota. – Malenzio sta architettando un altro brutto tiro per noi Altrovini, dobbiamo superarlo a tutti i costi.
– La riserva di luce nei nostri occhi ci permetterà di procedere – aggiungeva Mix. – Lo dice sempre anche la nonna. Già, la nonna… “Ma dove sarà andata?”
si chiedevano, senza perdere quota, fratello, sorella e gli occhi d’oro di Miax.
Chi sono i personaggi di questo episodio? Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti le battute di ciascuno.
Ax Mix Malenzio
Quale altro titolo potrebbe andare bene per questo capitolo? Scrivilo sui puntini.
MALENZIO, IL MALEFICO
MALENZIO, IL MEDICO DI ALTROVE
MALENZIO: A COLPI DI BISTURI
Nel frattempo nonna Yeah stava sorvolando la Terra.
“Ma che strano…” rifletteva tra sé e sé. “La Terra è immobile, non ruota più né su se stessa né nell’orbita intorno al Sole. Come farà a raggiungere il pianeta Altrove? Devo planare e avvicinarmi ancora di più…”.
– Ma che cosa succede laggiù? – si interrogò la nonna, vedendo un vortice bianco che avvolgeva Terra.
Fu allora che la nonna decise di mettere in atto il piano fantastico, concordato con la comandante della stazione spaziale terrestre per le emergenze.
Nonna Yeah aveva chiesto infatti in prestito il fuso della fiaba della Bella addormentata, per arrotolare del filo intorno all’anello del Polo Nord.
Volando poi a tutto gas con la sua navicella verso Altrove, avrebbe dato uno scossone così forte alla Terra, che questa avrebbe ripreso il suo movimento rotatorio…
Al termine della missione, poi, sarebbe passata da Giocolandia, una località della Terra dove viveva il suo terzo nipote Yeamix, per portarlo in visita su Altrove, dai suoi cugini Mix e Ax.
Ma il disco volante della nonna, a causa del troppo freddo, si bloccò proprio all’altezza del Polo Nord. Che sfortuna!
Solo uno sghignazzava da lassù osservando la scena…
Chi poteva essere?
Ecco la missione e il piano di nonna Yeah per far tornare la luce su Altrove. Purtroppo è tutto mescolato. A coppie, rimettete in ordine, numerando da 1 a 6.
Intanto, su Altrove, Ax e Mix si stavano dirigendo verso l’arco variopinto, schivando, a suon di sguardi scintillanti , i colpi di Malenzio. I loro quattro piccoli occhi carichi di luce non temevano di certo i colpi di poteri malvagi!
Una volta riusciti a entrare nell’arco di luce, vennero attratti da un’enorme forza magnetica. Erano frastornati: stavano fluttuando a un ritmo esilarante e luminoso.
– È la musica rock! – ricordò Mix. – La nonna ci aveva parlato di qualcosa che sulla Terra le faceva vibrare le antenne all’impazzata!
– Tum cià, tum tum cià – saltellava Ax, imitato goffamente dalla gatta Miax.
A un certo punto videro incapsulato nella striscia di color violetto un terrestre dall’aspetto regale, che faceva ondeggiare nell’aria una bacchetta. Stava dirigendo un’orchestra fantasma!
Scrivi altre due parole che possono sostituire scintillante.
“Venite, venite, non aspettavo altro che voi” sembrava dire con un sorriso ai piccoli Altrovini.
Il disco volante di Mix, Ax e Miax ruotò intorno a se stesso e si inserì con facilità in una fessura che si aprì nella striscia, come un CD musicale.
A quel punto, una melodia soave si sprigionò nell’atmosfera e le note musicali diventarono bollicine, ciascuna di un colore dell’arcobaleno.
Chi sarà il personaggio dall’aspetto regale?
Riquadra la parte del testo che parla di lui, poi confrontati con i compagni e le compagne.
Di chi sono gli sguardi scintillanti?
E “i colpi di poteri malvagi”?
Che cosa sprigiona l’arco luminoso?
Indica con una ✕ l’intruso.
Una ninna nanna.
Una dolce melodia.
Un ritmo esilarante.
Nel testo che stai per leggere le parole dette dai personaggi, nei loro discorsi diretti, sono state colorate: Maestro Azzurro, Mix, Ax. Anche se non è colorato, il narratore è importantissimo!
I verbi scritti in grassetto sono le parole che puoi usare al posto di “dire” e servono per dare la giusta intonazione al dialogo.
– Buongiorno, sono Maestro Azzurro – iniziò il terrestre – il direttore dell’orchestra del Principe Azzurro. La sua principessa Cenerentola è scomparsa e la mia missione è ritrovarla.
Dicono che si nasconda dentro un abitante di un altro pianeta. Finora Cenerentola era stata tenuta in vita dalla memoria dei terrestri, ma sta rischiando di scomparire nell’oblio. A quel punto Mix domandò:
– Ma come si può riconoscere Cenerentola se è nascosta dentro un altro essere?
– Riuscirò a vedere Cenerentola quando avrò trovato la creatura che calza la sua scarpetta di cristallo – spiegò il Maestro Azzurro.
– E a quel punto che cosa succederà? –incalzò Ax.
– La Cenerentola “ritrovata” salverà il pianeta dal tremendo vortice della memoria perduta delle fiabe – rivelò il direttore d’orchestra. Ax, Mix e Miax incrociarono i loro sguardi: il problema era serio.
– Dovete sapere che la Terra – continuò il Maestro Azzurro – da un po’ di tempo è stata privata delle fiabe. Le loro parole risuonavano nel pianeta come musica e gli abitanti provavano tante emozioni: meraviglia, compassione e amore…
I bambini e le bambine, ascoltando le fiabe fin da piccoli, diventavano adulti “umani” e buoni. Adesso che le fiabe sono state portate via, nessun terrestre prova più emozioni. Perciò, la Terra ha perso il suo ritmo naturale ed è bloccata nel vortice bianco.
– Allora è per questo che non è più comparsa nel nostro cielo a illuminare la notte! –esclamò Mix.
– E la nonna sarà di certo andata sulla Terra per far ripartire il pianeta con una delle sue trovate – concluse Ax, che sapeva tutto sui pianeti, ma non immaginava certo il piano di Yeah.
In gruppo provate a dire “è semplicissimo” con tutte le intonazioni dei verbi scritti in grassetto nel testo e nel box Parole nello zaino.
Queste sono parole che puoi usare al posto di “dire”. Trascrivile in un segnalibro. aggiungere bisbigliare chiedere comunicare concludere considerare continuare domandare esclamare fare eco gridare incalzare insistere interrogare promettere rivelare riprendere a parlare rispondere sentenziare spiegare supplicare tuonare
La storia di Mix e Ax sta diventando interessante, vero?
Sulla Terra sono state dimenticate tutte le fiabe. Senza le emozioni che le fiabe fanno nascere nei bambini e nelle bambine, la Terra si è bloccata, avvolta in un vortice. Altrove, il pianeta di Ax e Mix, senza la luce notturna della Terra è immerso nelle tenebre.
Sulla Terra sono state dimenticate tutte le fiabe per colpa di nonna Yeah, che ha rubato il fuso della Bella Addormentata. La Terra si è bloccata, avvolta in un vortice. Altrove, il pianeta di Ax e Mix, senza la luce notturna della Terra è immerso nelle tenebre.
Rileggi la pagina precedente. Che cosa hai capito? Indica con una ✕ l’affermazione che ti sembra corretta.
Ax non immagina il piano fantastico della nonna per salvare Altrove.
Ax conosce bene il piano fantastico della nonna.
Ax teme che Malenzio possa fare del male alla nonna.
Queste immagini rappresentano i momenti più significativi delle avventure di Ax e Mix: sono le SEQUENZE
Le immagini ti aiuteranno a ricordare i momenti più significativi dell’avventura di Ax e Mix.
Per spiegare o ricordare la storia, puoi scrivere una DIDASCALIA per ogni immagine. Se poi leggerai tutte le didascalie di fila, avrai tutto il racconto in breve, cioè il RIASSUNTO.
FINALE 1
FINALE 2
FINALE 3
Mentre osservavo le immagini della pagina precedente mi sono chiesto: che cosa succederà dopo?
Tu hai qualche idea?
Confrontatevi in classe e provate a rispondere.
• Il Maestro Azzurro troverà Cenerentola?
• Il pianeta Terra ripartirà?
• Che fine faranno gli Altrovini-fantasmi?
• Quale sarà il destino di Malenzio?
Quale immagine scegliereste per il finale?
Indica con una ✕ .
FINALE 4
– Siamo pronti! – decisero all’unisono improvvisamente Mix e Ax.
– Non possiamo permettere che le fiabe della Terra siano dimenticate. Da questo dipende la vita degli Altrovini e… della nostra nonna! –continuò Ax.
– Bene! – esultò il Maestro Azzurro. – Facciamo un tentativo:
chi di voi vuole provare la scarpetta?
Mix non se lo fece ripetere due volte e tese il piedino. La scarpetta piroettò a suon di musica rock e si infilò con un’ultima capriola nel piedino di Mix dai capelli arcobaleno, calzando alla perfezione. Tra lo stupore del Maestro Azzurro, nastri, pizzi e merletti avvolsero la piccola Mix, mentre note colorate danzavano intorno. Cenerentola era stata finalmente ritrovata!
E Ax e Miax? Ax prese le sembianze di un burattino dal naso lungo, mentre una fila di gattini seguiva Miax, la magica pifferaia felina.
Tutti i personaggi divennero poi piccoli piccoli, per sfuggire alla vista poco attenta di Malenzio, e svolazzarono su una carrozza di guscio con ali di cavallette, lasciando una variopinta scia magica al loro passaggio.
Nel testo, sottolinea in verde il nuovo Ax e in rosso la nuova Miax. Poi indica con una ✕ l’immagine appropriata.
Il maestro Azzurro, incantato davanti alla scia magica, dava le spalle alla sua orchestra fantasma. Quando finalmente si ricordò chi era e che cosa doveva fare. Si girò verso i musicisti, ma rimase a bocca aperta: ogni strumento magicamente aveva trovato suonatrici e suonatori… da fiaba!
Il gatto con gli stivali suonava il clarinetto soffice soffice, imitando il suo passo felpato; i lupi di Cappuccetto e di Pierino soffiavano nei corni con i loro potenti ululati; l’uccellino “cinguettava” il flauto, e l’anatra e l’oca suonavano e “stonavano” l’oboe.
Il nonno borbottava con il suo fagotto, richiamando tutti i suoi nipoti: il più piccolo e vispo, Pierino, strimpellava il violino, Lola suonava la viola, Lello il violoncello e Contraria, la più grande e capricciosa, il contrabbasso.
In uno spazio più lontano, la matrigna di Biancaneve faceva emettere dolci arpeggi alla sua arpa, così calmava la sua malvagità. I sette nani producevano assordanti squilli con i piatti d’argento.
Mago Merlino suonava i triangoli con il piccolo Artù. Alle percussioni, con i tanti legnetti raccolti per strada, c’era Pollicino e Geppetto lo aiutava con gli avanzi dei nasi di legno. I cacciatori di Pierino e il lupo battevano su dei potenti tamburi, simulando gli spari dei fucili.
L’orchestra del Maestro Azzurro si anima di fiabe.
Abbina ogni strumento al suo personaggio.
clarinetto
corni
flauto
oboe
fagotto
violino
violoncello
viola
contrabbasso
arpa
piatti d’argento
triangoli
percussioni
tamburi
episodio 13 UN BIG BANG DA… FIABA!
La musica dell’Orchestra Azzurra cominciò a suonare a un ritmo sfrenato. I cacciatori spararono una serie di colpi con il botto finale: PUM, PAM,
PATAPUM…. BUUUM!
Non erano solo spari, ma bellissimi fuochi d’artificio danzanti, a suon di rock e roll! Il ritmo contagiò tutta l’orchestra e alla fine accadde un… Big Bang, bidibi, bodibi, bum!
Dalle luci dei fuochi d’artificio nacquero nuove stelle, pianeti e scie luminose: dalla musica delle fiabe era nata una nuova galassia!
A quel punto, ogni personaggio delle fiabe divenne una costellazione colorata: Cappuccetto divenne rossa, il Gatto con gli stivali viola, Mago Merlino e Artù arancione… e così via!
Quando dalla Terra grandi e piccini videro gli astri colorati, non poterono più fare a meno ogni sera di raccontarsi ancora tante storie meravigliose. E le emozioni dimenticate si risvegliarono.
Dal battito di tutti i cuori la Terra ricevette uno scossone fortissimo e, finalmente, ripartì.
Al primo raggio blu della Terra i fantasmi altrovini si stropicciarono gli occhi e ripresero la loro vita, dal punto esatto in cui si era fermata.
Una neonata finiva il suo biberon di latte lasciato a metà, una mamma salutava con un bacio il suo bambino prima di andare al lavoro in ospedale. Un semaforo divenne verde e un papà ripartì verso casa.
Mix, Ax e Miax, ormai tre personaggi delle fiabe su Altrove, aspettavano la nonna, che dopo lo scossone era ripartita verso Giocolandia...
E Malenzio? Chiese perdono per la sua malvagità e venne perdonato da Altrovine e Altrovini.
Ancora adesso viaggia da una costellazione all’altra con la sua valigetta: ci vuole un bravo dottore per far restare in buona salute tutte le fiabe!
Dividetevi a coppie e rispondete sul quaderno.
• Che cosa successe quando i cacciatori spararono?
• Che cosa diventarono i personaggi delle fiabe del Maestro Azzurro?
• Che cosa accadde sulla Terra? E su Altrove?
• Nonna Yeah ritornerà su Altrove con una sorpresa: quale? Se non ricordate, rileggete pagina 42.
• Di che cosa si occupa Malenzio nella sua nuova vita?
Il cielo è nero come il bitume, dalla terra neanche un lume. Senza luce non c’è scampo, brilla un lampo.
E per correre in tutta fretta
Cenerentola ha perso la scarpetta.
PAROLE NELLO Z A I NO
Bitume: miscela naturale di colore nero.
Rileggiamo la storia fantastica di Ax e Mix, ma con le FILASTROCCHE Adesso le parole diventano allegre e giocose!
ogni riga si chiama VERSO
lo stacco serve per fare una PAUSA
i gruppi di versi si chiamano STROFE
I versi delle filastrocche e delle poesie sono legati tra loro dalle RIME.
Io lo so, sono parole che finiscono con lo stesso suono !
È una notte storta,
la luna non bussa alla porta.
Meglio se faccio la nanna e sogno cioccolato e panna.
È una notte storta, meglio se faccio la nanna.
La luna non bussa alla porta, e io sogno cioccolato e panna.
È una notte storta, meglio se faccio la nanna e sogno cioccolato e panna.
La luna non bussa alla porta.
Vien voglia di cantare e battere le mani a tempo!
Le rime danzano vicine:
orta / orta • anna / anna e si chiamano RIME BACIATE
Le rime danzano saltellando.
orta / anna • orta / anna e si chiamano RIME ALTERNATE.
Le rime danzano incrociandosi.
orta / anna • anna / orta e si chiamano RIME INCROCIATE
Quando non si sapeva né leggere né scrivere, i bambini e le bambine, ma anche i grandi, imparavano tutto con i giochi di parole, così non dimenticavano... Per scrivere una filastrocca serve: una storia divertente o interessante, parole in versi, versi raggruppati in strofe, rime baciate, alternate e incrociate.
Toc, toc, sono la Terra e non parlatemi della guerra. Lassù mi vedono come torcia lucente per ogni vivente e non vivente. Sono anche tuono, tempesta, tintinnio, tramestio, pensieri nella testa, portenti, diamanti, cantanti, sogni e occhi sognanti timidi talenti, amici importanti, fugaci o costanti nel tempo.
Questa filastrocca ha un gioco di lettere, come quello del polpo a pagina 14, ricordi?
ANALIZZIAMO
Ci sono tante lettere uguali: P come Polpo, T come Terra.
Circonda le sillabe con i colori indicati.
TA TE TI TO TU
Questa ripetizione di suoni con le stesse lettere si chiama ALLITTERAZIONE.
(titolo)
Su Altrove la Terra è come la Luna e per gli abitanti è una vera fortuna: porta luce, suoni, colori e riscalda tutti i cuori.
Ma una sera la Terra non è arrivata e Altrove nelle tenebre è sprofondata. Un S.O.S è stato lanciato: forse qualcuno laggiù non si è svegliato?
Una micia e due Altrovini, di nonna Yeah i nipotini, sono gli unici a essere illuminati grazie alla nonna e ai racconti ascoltati.
Ma un lampo, un’immobile saetta fa intravedere la sfortuna che li aspetta: tutti fantasmi muti e da Altrove tanti cari saluti.
In questa filastrocca quante strofe ci sono?
3 4 5
Ogni strofa ha lo stesso numero di versi, cioè:
2 3 4
Continua a evidenziare le rime uguali nello stesso modo. Sono rime: baciate. alternate.
1
Ecco la nostra storia fantastica di Ax e Mix in rima.
COMPRENDI AM O
Scrivi sui puntini un titolo adatto a questa filastrocca.
(titolo)
Nonna Yeah parte per una segreta missione e affida Ax e Mix alla fedele micetta. Serena nella sua decisione, salta sull’astronave in tutta fretta.
Ma non sa che Malenzio è in agguato.
Ax e Mix schivano i colpi, rischiando la vita per raggiungere l’arco colorato con volontà agguerrita.
Una volta vicini all’arco lucente, vedono l’orchestra diretta da un maestro con un sorriso accogliente, molto regale, per niente maldestro.
Ax e Mix con il disco volante entrano nell’arco per davvero, a un ritmo esaltante, per svelare il mistero.
Completa.
In questa filastrocca ci sono strofe. Ogni strofa ha versi.
Evidenzia le rime uguali nello stesso modo. Sono rime: baciate. alternate. incrociate.
Scrivi sui puntini un titolo adatto a questa filastrocca.
(titolo)
Il Maestro Azzurro ha con sé la scarpetta della fiaba che deve tornare in vita o per la Terra (e per Altrove) sarà finita! Cerca Cenerentola in chiunque la metta!
Intanto sulla Terra la nonna nel cielo col fuso e il filo d’argento della malefica fata al Polo Nord è rimasta bloccata, chissà se rimarrà al freddo e al gelo…
3
Evidenzia le rime uguali nello stesso modo. Sono rime: baciate. alternate. incrociate.
COMPRENDI AM O
A quale fiaba appartiene la “malefica fata” della seconda strofa?
Scrivi sui puntini un titolo adatto a questa filastrocca.
Per fare una poesia ci vuole un pizzico di fantasia e un sacco pieno di emozioni: gioia, paura, rabbia, incanto, allegria… Tutto ciò che fa battere il cuore fa nascere una poesia.
Allora: chiudi gli occhi e immagina: che cosa vedi? Ah, ecco!
È quella la cosa che ti potrebbe ispirare... Non ti resta che scrivere tutte le parole che, forse non lo sai, corrono allegre nella tua mente.
Vedrai, sarà davvero divertente!
Rileggile e, se riesci, mettile in rima, se le rime non ti sono venute prima... Rime che le parole fanno baciare, saltellare o le gambe incrociare.
A ogni rima vai a capo, ogni riga è un verso prima e l’altro dopo. Vuoi raggruppare i versi in strofe?
Ci puoi provare...
Oppure lascia stare.
Per dire come nasce una poesia… Fant ce lo dice con una poesia!
Nella poesia ci sono 5 ingredienti che ti potranno servire per diventare poeta o poetessa! Prima, però, rileggi pagina 57!
Sei già una piccola poetessa o un piccolo poeta se con le tue parole mi fai emozionare!
(titolo)
La piccola Mix senza paura calza la scarpetta:
è una Cenerentola in miniatura, coloratissima e perfetta.
Vola via insieme al burattino Ax e la felina pifferaia Miax, mentre nell’orchestra i suonatori diventano fiabeschi tra musica e colori.
Dal Big Bang bum! nuovi pianeti sono nati, e ciascun astro una fiaba avrà per raccontare storie per l’eternità ed emozionare per sempre i cuori risvegliati!
ANALIZZIAMO
Evidenzia tutte le rime, poi rispondi.
• Nella prima strofa come sono le rime? Baciate. Alternate. Incrociate.
• E nella seconda strofa? Baciate. Alternate. Incrociate.
• E nell’ultima strofa? Baciate. Alternate. Incrociate.
Perché i suonatori dell’orchestra diventano “fiabeschi”?
Scrivi sui puntini un titolo adatto a questa filastrocca.
Collega i personaggi ai nomi delle fiabe classiche.
Secondo me, Cenerentola, Pinocchio e il Pifferaio magico sono racconti come Bidibi Bodibi Bum!
racconti fantastici non c’è neanche un elemento realistico.
I FATTI sono ambientati in LUOGHI pieni di mistero, a volte stregati, e avvengono in un TEMPO lontanissimo, ma non si sa di preciso quando.
I PERSONAGGI sono esseri immaginari e creature della fantasia.
Alcuni personaggi hanno POTERI straordinari o possiedono OGGETTI MAGICI.
Le fiabe hanno sempre un lieto fine.
Ora leggiamo insieme le fiabe di Cenerentola, di Pinocchio e del Pifferaio magico.
C’era una volta un principe che ringrazierà sempre una tazzina di caffè. E sempre quella volta c’era un vecchio brontolone: si chiamava
Don Magnifico, ma “magnifico” non lo era affatto… perché aveva ridotto sua figlia Angelina a una serva ricoperta di cenere.
La bisbetica Tisbe e la malvagia Clorinda, le due sorellastre, l’avevano costretta a stare sempre ai loro ordini.
Angelina, che in casa chiamavano Cenerentola, un giorno aprì la porta a un mendicante e riuscì a offrirgli una tazzina di caffè.
Rossini: Un tantin di carità.
Quel mendicante era Alidoro, il maestro del principe Ramiro. Egli, giunto al castello, raccontò di aver incontrato una ragazza di rare virtù.
Il principe decise di organizzare un ballo per trovare la sua sposa, ma prima pensò di conoscere Angelina.
Mentre tutti gli ambasciatori portavano l’invito alle ragazze del regno, il principe Ramiro andò nel palazzo di Don Magnifico travestito da scudiero.
Quando incontrò gli occhi di quella ragazza, il principe provò un’emozione che non sapeva definire.
Rossini: Con il soave non so che...
Le sorellastre, prese dall’agitazione, crearono una gran confusione, ma Don Magnifico rimproverò solo Cenerentola per averlo svegliato.
Rossini: Con il cì cì, ciù ciù di botto mi faceste risvegliar.
In quale tempo si svolge la fiaba? Ieri. Nel 1646. In un tempo imprecisato.
Chi è il protagonista?
L’antagonista è uno solo? Sì. No.
Chi è l’aiutante di Cenerentola?
Il giorno del ballo, però, Alidoro portò di nascosto al castello Cenerentola, magnificamente vestita.
Rossini: Ah, se velata ancor
Il principe ignorò le sorellastre vanitose e ballò con lei tutta la sera.
A mezzanotte Angelina scappò via, lasciando al principe uno dei suoi due bracciali.
Rossini: Noi voleremo, domanderemo.
Quando il principe ritornò nel palazzo di Don Magnifico trovò la ragazza con il bracciale gemello e la portò con sé.
Cenerentola-Angelina diventò così principessa. E pensare che tutto era iniziato con una tazza di caffè a un mendicante…
Rossini: Non più mesta accanto al fuoco…
Fiorella Colombo, Laura di Biase, La Cenerentola, Vallardi Industrie Grafiche (adattamento)
Di solito, i PERSONAGGI delle fiabe sono:
• i PROTAGONISTI, che sono bravi e, spesso, si trovano in situazioni difficili;
• gli ANTAGONISTI, che sono malvagi;
• gli AIUTANTI, che sono buoni e aiutano i protagonisti.
Gioacchino Rossini,
Ecco la fiaba di Pinocchio in filastrocca.
Qui comincia, aprite l’occhio, l’avventura di Pinocchio, burattino famosissimo per il naso arcilunghissimo.
Lo intagliò un buon vecchietto, il falegname Geppetto, che appena gli insegnò a camminare, dall’uscio a caccia di guai lo vide sgusciare.
Vendette i libri, marinò la scuola, inseguendo una musica birbona, che lo portò al teatrino da Pulcinella e Arlecchino. Divertente era non poco se non incontrava Mangiafuoco. Ma Pinocchio si fece liberare e delle monete d’oro regalare.
Peccato che dal Gatto e dalla Volpe si fece ingannare: piantando monete di certo ricchi non si può diventare!
L’ingenuo Pinocchio di grosso ha rischiato: di morire a un albero impiccato!
Ma lo salvò la fata dai capelli turchini, che aveva a cuore il destino dei bambini.
Errore dopo errore, rischiò di marcire in prigione, di diventare un ciuchino ammaestrato, e di perdere per sempre il suo babbo e la fata. Ma a proposito: in tutto questo tempo di Geppetto che cosa ne è stato?
Fino al mare a cercarlo è andato dalle onde e poi dal pescecane fu inghiottito. Lo stesso destino Pinocchio ha seguito, ma dalla pancia della balena con il babbo sano e salvo è uscito. Da quel momento, Pinocchio il suo vecchietto ha curato, per lui ha lavorato e si è sacrificato: errore dopo errore, ha conosciuto l’amore e la fata lo ha premiato: il burattino un bel bambino è diventato.
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, Doremi Junior (adattamento)
Sottolinea in rosso il protagonista e in viola gli antagonisti di questa fiaba in rima.
Colora in verde gli aiutanti di Pinocchio.
Chi, tra gli aiutanti di Pinocchio, è dotato di poteri magici?
SBAGLIANDO S’IMPARA?
SOTTOLINEA TUTTI GLI ERRORI CHE
HA FATTO PINOCCHIO. POI COLORA IN AZZURRO IN CHE MODO, ALLA FINE, HA RIMEDIATO.
C’era una volta in Germania, una graziosa città, ma con due grossi difetti in verità: l’avarizia delle persone e i topi che vivevano da padroni.
Il sindaco non sapeva che fare, ma un giorno un allegro ometto, che di là si trovava a passare, promise che da tutti i topi la città poteva liberare a patto che con mille monete d’oro si dovesse compensare il suo lavoro.
Il sindaco concluse l’affare, e l’ometto un piffero si mise a suonare. Tutti i topi fuori balzarono e squittendo felici lo seguirono, ma lui li condusse al fiume, in mezzo alla corrente e perirono senza poter fare niente.
Ma il sindaco, al momento di pagare, fece orecchio da mercante: – Mille monete d’oro per aver suonato il piffero meno di un’ora? Dividi la filastrocca in tre parti usando i colori corrispondenti.
INIZIO • SVOLGIMENTO • CONCLUSIONE
Nello svolgimento scrivi sui puntini: prima • dopo • dopo ancora • successivamente • infine
Il pifferaio, amareggiato, soffiando a tutte gote emise una melodia di dolci note. Due teste di bimbi spuntarono dalle finestre e tre bambine uscirono in strada leste, leste. Tanti compagni si unirono presto affascinati dal suonatore:
la sua musica a quelle strade grigie dava colore. Arrivati ai piedi del monte, esso si aprì e tutti i bambini col pifferaio inghiottì.
Il paese cadde nella disperazione, ma era rimasto un bambino che trovò la soluzione. Soffiò su una canna che aveva bucato e a quel suono dolce la montagna ha tremato. I bambini uscirono fuori e in città seguirono i due suonatori.
Il sindaco capì che i patti bisogna rispettare e che la musica è arte e lavoro, così pagò il suonatore a peso d’oro.
Fratelli Grimm, Il pifferaio magico di Hamelin, Mondadori (adattamento)
La fiaba può seguire la struttura che hai imparato:
• l’INIZIO, in cui conosciamo il/la protagonista, l’ambiente e gli altri personaggi;
• lo SVOLGIMENTO, in cui al/alla protagonista e ai personaggi capitano varie avventure;
• la CONCLUSIONE, in cui i problemi si risolvono e c’è un lieto fine.
In un tempo lontanissimo un potente capo indiano, si prese cura delle tre figlie alla morte della moglie. La più piccola, che era anche la più brava e gentile, suscitava l’invidia delle due sorellastre, che le riservavano un comportamento da serva, arrivando addirittura a tagliarle i capelli di nascosto dal padre. Nel villaggio viveva un forte guerriero, il cui nome era Vento Forte, con il potere magico di diventare invisibile. In cerca di una moglie, il guerriero mise alla prova tutte le giovani: la ragazza che sarebbe riuscita a vederlo nonostante la sua invisibilità lo avrebbe sposato.
La fiaba di Cenerentola viene raccontata in tutto il Mondo e ci permette di capire usi e costumi dei vari Paesi.
Le due sorellastre di Cenerentola, mentendo, dissero di riuscire a vedere il guerriero. Cenerentola, invece, fu l’unica a dire di non vederlo. Avendo detto la verità, Vento Forte diventò visibile solo a lei e la sposò. Una potente magia le fece tornare i capelli lunghi più di prima e, da allora, la fanciulla indossò sempre vestiti splendenti come il sole.
Da dove proviene questa fiaba?
In quale tempo si svolge?
Sottolinea in rosso la protagonista e le sue caratteristiche e in viola le antagoniste e i loro comportamenti
COMPRENDI AM O
Qual è la virtù che Vento Forte apprezza in Cenerentola?
Tanto tempo fa, in un villaggio africano, un uomo rimase vedovo e si sposò con una donna malvagia. Divenne così malvagio anche lui verso Hausa, la sua unica figlia. Ogni giorno padre e matrigna la buttavano fuori dalla capanna, perché andasse a raccogliere legna nella savana. Hausa preparava il cibo ma non poteva toccarlo; fortunatamente aveva un fratello che la invitava a mangiare e lei, al ritorno, offriva qualche briciola alle rane dello stagno.
Un giorno il re delle rane, per ringraziare Hausa, le disse che l’avrebbe aiutata a farsi bella per un ballo al villaggio. Ma la ragazza arrivò tardi all’appuntamento e il re delle rane sembrava scontento.
– Cra-cra, ragazza che cosa hai fatto? È da questa mattina che ti aspetto.
– Maestà, io sono una schiava, non posso fare ciò che voglio... – e gli raccontò la sua storia. Il re delle rane, dopo averla ascoltata, la ingoiò in un boccone. Ma dopo un istante la risputò trasformata in una fanciulla con bellissimi abiti e collane. Ai piedi aveva una scarpetta d’oro e una d’argento, era pronta per la festa!
Fabienne Morel, Gilles Bizouerne, Cenerentola raccontata nel mondo, Edizioni Sonda (adattamento)
Da dove proviene questa fiaba?
Sottolinea in verde l’aiutante
In quale modo viene aiutata Hausa?
Riquadra in giallo la parte del testo che lo spiega.
La storia che stiamo per leggere racconta come sono nati gli uccelli Aiamama.
Assomiglia, ma si chiama LEGGENDA e spiega l’origine delle caratteristiche di piante, animali e tradizioni. Ma è una fiaba?
Un triste giorno un bambino e una bambina vennero abbandonati nel bosco dal loro papà: la matrigna, la sua nuova moglie, non li voleva perché era in arrivo un altro bambino e, secondo lei, non avevano abbastanza cibo. L’uomo piangeva e scuoteva la testa, ma alla fine la donna era così prepotente che lo convinse ad abbandonarli nel bosco.
Il bambino, che aveva ascoltato tutto, di nascosto prese con sé dei semi di miglio e li lasciò cadere lungo il sentiero, mentre con la sua sorellina seguiva il papà nel bosco. Dovevano far la legna, ma a un certo punto l’uomo si allontanò e i bambini non lo videro più.
QUESTA LEGGENDA PROVIENE DAL PERÙ, IN AMERICA.
A quel punto i due bambini cercarono di seguire la scia dorata di miglio, ma non ritrovarono più la strada e intanto si fece buio. Si sedettero l’uno acconto all’altra, aspettando.
Ma le piante e gli animali hanno il cuore più tenero degli uomini. Con i rami gli alberi si chinarono sui bambini per formare una capanna che li riparasse, le scimmie lasciarono la frutta migliore ai loro piedi, le bestie feroci portarono cibo, i piccoli uccelli scesero a sfiorarli con le ali come se avessero capito che avevano bisogno di carezze.
Una notte i due bambini si addormentarono sotto un albero carico di frutti rossi e sognarono che mangiando quei frutti si sarebbero trasformati in uccelli canterini. E quando si svegliarono scoprirono di avere piume e ali, proprio come nel sogno. Allora volarono cantando per la foresta “Aiamama, Aiamama” che vuol dire “mammina cara”.
Da quel giorno, quando la gente sente cantare gli uccelli Aiamama, dice: – Ecco i bambini abbandonati che si sono trasformati in uccelli!
Francesca Lazzarato, Cento fiabe venute da lontano, Mondadori
Questa leggenda è dedicata a dei bambini che: sono poveri. sono stati abbandonati dai genitori.
Secondo te, quali sono gli elementi fantastici? Il luogo.
Gli esseri umani. Le piante e gli animali.
Nelle leggende alcuni elementi sono realistici, mentre altri sono fantastici. La LEGGENDA è un
Quando Canguro arrivò in Australia a bordo di una canoa, le sue quattro zampe avevano tutte la stessa lunghezza.
Un giorno Canguro stava riposando all’ombra di un albero, quando udì uno strano rumore: aprì gli occhi e vide Uomo, il cacciatore.
Canguro, spaventato, fuggì, ma presto si accorse che le due gambe di Uomo erano più veloci delle sue quattro zampe, tanto che Uomo gli era sempre dietro.
Al tramonto Canguro e Uomo caddero a terra e si addormentarono. Quando Canguro si svegliò, si accorse di essere sdraiato vicino a Uomo.
Per non fare rumore si alzò sulle due zampe posteriori e sgattaiolò via. Canguro si accorse che camminare su due zampe lo rendeva più silenzioso e più veloce.
Da quel giorno, Canguro decise di spostarsi sempre in quel modo: le sue zampe posteriori diventarono sempre più forti e muscolose e le sue zampe anteriori, che ora non gli servivano più, sempre più piccole.
Sottolinea la parte del testo che ti fa capire perché il canguro decise di camminare su due zampe.
Secondo te, questa scelta del canguro, è un comportamento: realistico. fantastico.
Qualche ora prima del Capodanno, un vecchio mendicante si avvicinò al villaggio, dove regnava uno strano silenzio. Le strade erano deserte, le case vuote.
Finalmente incontrò una donna, che gli consigliò di fuggire perché la sera di Capodanno un mostro sarebbe sorto dalla montagna. Il mostro Nian Shou aveva il corpo di topo e la testa di leone, attaccava i villaggi e divorava chiunque trovava sul suo cammino.
– Se mi ospitate, scaccerò il mostro – disse il mendicante e, aprendo la sua sacca, fece vedere la polvere da sparo e del colorante rosso.
La donna accettò e si accordò con lui per un piano. Quando la notte scese, il mostro arrivò, ma qualcosa lo abbagliò.
Decine di stelle incandescenti piovvero dal cielo con orrendi sibili e immense sfere rosse, le lanterne magiche, lacerarono la notte.
Il mostro che detestava la luce e odiava il rosso fuggì a nascondersi nella sua tana… ma tornerà il prossimo Capodanno!
Guillaume Duprat, Nella mente dei mostri, Ippocampo Libri
Quale altro titolo daresti a questa leggenda?
Leggenda del vecchio mendicante
Leggenda delle lanterne magiche cinesi
Leggenda cinese del Capodanno
Sibili: fischi.
Scrivi sui puntini, nel giusto ordine:
QUESTA LEGGENDA PROVIENE
Quale finale sceglieresti per spiegare che cosa vuole dirci la leggenda?
Da allora i camaleonti non cambiarono più idea facilmente.
Da allora i camaleonti non guardarono mai più un porcospino.
Da allora i camaleonti presero il colore della cosa su cui si posano.
Nei tempi dei tempi, una certa Cama-Leonte si innamorò di un tale Porco-Spino, ma ogni volta che Cama si avvicinava, lui si chiudeva a palla e metteva in mostra tutte le sue spine.
Cama singhiozzava: – Apriti! – ma lui, niente. Oracolo consigliò a Cama di strappare al suo innamorato tutte le spine, come se stesse sfogliando una margherita, ripetendo: – M’ama, non m’ama. Ma Porco senza spine somigliava a un verme e a Cama non piacque più. Oracolo la rimproverò: – Non lo sapevi che sotto le spine c’era un verme? Ora lo devi sposare lo stesso!
– Mai! – gridò Cama.
Oracolo arrabbiatissimo la punì: – D’ora in poi assumerai il colore della cosa su cui ti poserai, così tutti sapranno che cambi idea facilmente!
Così dicendo, la fece salire in alto dove brillava un bellissimo arcobaleno. Cama Leonte divenne di tutti i colori e quando ricadde sulla Terra si posò su un ramo di mimosa e divenne verde a puntini gialli. Dalla mimosa cadde su un roseto e diventò rossa, infine su un’aiuola di viole del pensiero e divenne viola.
Alberto Moravia, Storie della preistoria, Bompiani
C’era una volta un pesciolino che viveva a più di mille metri sotto le onde.
Sul fondo del mare, laggiù, la luce del sole non arrivava mai e c’era buio pesto.
Il povero pesciolino si lamentava sempre di non vederci affatto e di andare sempre a sbattere contro le rocce. Andò a protestare dalla fata del mare, che era grande amica di tutte le creature marine e che a ognuno di loro aveva dato una casa.
– Mi hai messo tu laggiù – disse – e ora devi aiutarmi. Allora la fata del mare diede a lui e agli altri pesciolini della sua famiglia una lanternina.
Da allora negli abissi vivono pesci con una lucina sulla testa che, guarda caso, si chiamano “pesci lanterna”.
Anna Casalis, Storie da un minuto in fondo al mare, Dami Editore
Dividi il testo in tre parti usando i colori corrispondenti.
INIZIO • SVOLGIMENTO • CONCLUSIONE
COMPRENDI AM O
Questa leggenda vuole spiegare perché
Indica vero (V) o falso (F).
Gli elementi fantastici sono:
• il luogo V F
• i pesci lanterna V F
• la fata V F
• il pesciolino parlante V F
La storia che stiamo per leggere spiega com’è nata la Terra.
Si chiama MITO e spiega con la fantasia l’origine del Mondo, degli esseri umani e dei fenomeni naturali.
È un’altra leggenda?
1 All’inizio dei tempi il cielo e la terra si estendevano sempre uguali da orizzonte a orizzonte e nessuno li abitava, nessuno, tranne il gigante Ang-Ngalo, i cui capelli sfioravano le nuvole.
2 Ang-Ngalo non aveva niente da fare e nessun posto dove andare, così si sedette e cominciò a fare dei mucchietti di terra uno qui e uno là, uno più alto e uno più basso. Quando ebbe finito, il mondo era pieno di montagne.
3 A un certo punto, cominciò a far pipì un po’ da una parte e un po’ dall’altra e quando smise si erano formati mari e oceani.
QUESTO MITO
DALLE FILIPPINE,
4 Quindi Ang-Ngalo ebbe voglia di passeggiare avanti e indietro e camminò e camminò lasciando impronte profonde dove la terra era più morbida. Quando si fermò, dappertutto c’erano crepacci e profonde buche, che ben presto furono riempite dall’acqua e vennero i laghi.
5 Infine Ang-Ngalo si guardò intorno e vide che il mondo era molto cambiato: c’erano monti, oceani, mari, laghi, vallate e pianure. – Che bello! – disse il gigante. – Ora ci manca solo qualcuno che mi faccia compagnia.
6 Così spezzò una canna di bambù, ci sputò dentro, la richiuse e la gettò in mare.
7 Da quello sputo nacquero il primo uomo e la prima donna e tutti noi siamo i loro figli.
1 Pëtr Il’ič Čajkovskij, Danza cinese Lo schiaccianoci.
2 Bedřich Smetana, La moldava.
3 Ezio Bosso, Oceans.
4 5 Johann Sebastian Bach, Aria sulla IV corda.
6 7 Edvard Grieg, Peer Gynt, Suite n. 1, op. 46 –Il mattino OPPURE Richard Strauss, Così parlò Zarathustra.
Era l’alba. La montagna di fuoco nel cui interno c’era la fucina di Efesto, il dio del fuoco, appariva lampeggiante Prometeo, un titano amico degli uomini, vide il fuoco eterno scintillare e rimase affascinato. Ed ecco che con rapida mano si avvicinò, rapì una scintilla e la nascose nel suo bastone. Da quella scintilla ne trasse mille e mille altre e le donò agli uomini che incontrava. E quegli esseri brutali che avevano conosciuto solo odi e agguati, sollevarono improvvisamente gli occhi da terra e scoprirono il cielo, videro il sole, le nubi, il sereno. Quella notte rimasero a lungo a contemplare, meravigliati, le stelle. E il cuore degli uomini conobbe la bellezza e l’amore. Con stupore incominciarono a guardarsi gli uni e gli altri nel volto e i loro occhi, le loro labbra si aprirono al sorriso.
Gli uomini, che prima erano stati orribili a vedersi, apparivano irradiati da una luce che li rendeva simili agli dèi.
Lydia Aimonetto, Il filo di Arianna, Lattes
Secondo questo mito, il fuoco permise agli esseri umani di: mangiare cibi cotti. illuminarsi e scoprire la bellezza della natura e dei loro simili.
Lampeggiante è un aggettivo che ci fa vedere:
i lampi di luce.
i lamponi da mangiare. Scintillare è un verbo che ci fa vedere:
gli scienziati. le scintille del fuoco.
Nei tempi antichissimi non esisteva ancora il furto. Non c’erano i ladri.
Ma un giorno accadde che un fratello e una sorella rubarono una pelle secca di renna e una pietra focaia, che appartenevano a dei loro compagni.
Appena commisero il furto, i due ladri furono presi dalla paura di essere scoperti e pensarono di trasformarsi per non essere riconosciuti.
– Trasformiamoci in lupi o altri animali – disse la sorella.
– Potrebbero prenderci e ucciderci – rispose il fratello.
Da quel giorno, quando il fratello agita la pelle
secca di renna, si sente un tuono e quando
la sorella fa le scintille con la pietra focaia nel cielo si vede la saetta del fulmine.
Il fratello si chiamò Tuono e la sorella Fulmine.
Raffaello Pettazzoni, Miti e leggende, UTET
Cerca le risposte nelle parti colorate del testo e completa.
QUESTO MITO PROVIENE DALLE TERRE DI GHIACCIO DEL NORD, IN AMERICA, ASIA ED EUROPA.
Tuono e Fulmine erano un e una che erano due
Secondo questo mito, noi vediamo i fulmini perché
e sentiamo i tuoni perché
Molto e molto tempo fa il Sole e l’Acqua erano amici e vivevano tutti e due sulla Terra.
Il Sole andava a trovare l’Acqua quasi ogni giorno, ma, per quanto lui la pregasse, lei non ricambiava mai la visita.
Così il Sole le chiese:
– Perché non vieni mai a trovarmi?
E l’Acqua:
– Se mi vuoi come ospite, devi ingrandire la tua casa, perché ovunque io vada i miei parenti vengono con me e sono molti, moltissimi. Il Sole decise subito di costruirsi una casa immensa e si mise al lavoro insieme a sua moglie, la Luna.
Quando l’Acqua arrivò, prima di varcare la soglia chiamò il padrone di casa:
– Eccoci, siamo arrivati. Sei sicuro che ci staremo tutti?
- Ma certo! – disse il Sole. – Hai mai visto una casa più grande di questa?
Così l’Acqua cominciò a entrare: acqua di fiume, acqua di lago, acqua di mare, di torrente, di palude e di stagno... acqua e ancora acqua. Dopo un po’ il Sole e la Luna si ritrovarono a bagno sino alle ginocchia e l’Acqua disse:
– Forse siamo in troppi, sarà meglio andar via. – Ma no – dissero il Sole e la Luna, che ci tenevano essere gentili, – c’è ancora posto, entrate pure.
L’Acqua continuava a riversarsi nella casa di Sole e Luna e in poco tempo fu abbastanza alta da arrivare al soffitto.
Da quel giorno al Sole e alla Luna non restò che rifugiarsi in Cielo.
Nessuno dei due, infatti, ha voglia di bagnarsi i piedi.
Francesca Lazzarato, Cento storie venute da lontano, Mondadori
COMPRENDI AM O
Questo mito ci racconta perché
In quale parte del testo hai trovato la risposta?
Inizio. Conclusione. Titolo. Svolgimento.
Il Sole e la Luna andarono in cielo perché
Tutte le vicende del racconto le trovi: nell’inizio. nello svolgimento.
COME SONO STATI
QUESTI ESERCIZI?
Anche quella che stiamo per leggere è una fiaba?
No, è sempre un insegnamento, ma è una FAVOLA . I personaggi sono, di solito, animali che si comportano come gli esseri umani, con difetti e virtù.
Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall’invidia per l’ imponenza del bue, cominciò a gonfiare la sua pelle rugosa
Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no.
Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande.
I piccoli ranocchi risposero: – Il bue.
Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e morì
Gli invidiosi finiscono male.
Fedro
Qual è il difetto della rana?
La rana continua a gonfiarsi, quindi alla fine
Le parole sottolineate in rosso riguardano la protagonista, cioè
L’insegnamento è scritto in colore
Le parole sottolineate in verde riguardano
Un corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio: era la sua passione e volò su un ramo per mangiarselo.
Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che notò quel magnifico formaggio giallo. Subito pensò a come rubarglielo.
“Salire sull’albero non posso” si disse la volpe “perché il corvo volerebbe via, e io non ho le ali… Bisogna giocare d’astuzia!”.
– Che belle penne nere hai! – esclamò abbastanza forte per farsi sentire dal corvo – se la tua voce è bella come le tue penne, sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego!
Quel vanitoso del corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto crà-crà. Ma, appena aprì il becco, il formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, aggiungendo: – Peccato però che ti manca il cervello per diventare re, caro il mio corvo! Attenti a chi esagera nei complimenti con atteggiamento adulatorio, cercate di capire se è una persona falsa. Potreste pentirvi a darle retta.
Esopo
Mettete in scena questa favola interpretando CORVO, VOLPE e NARRATORE. Improvvisate le battute così come vi vengono, cercando di rappresentare il carattere dei personaggi.
Per rubare il formaggio al corvo, la volpe gli fa complimenti esagerati, cioè: applausi. regali. adulazioni.
Quale aggettivo usa l’autore per definire il corvo? Coloralo in verde. E per definire la volpe? Coloralo in rosso.
Un giovane gambero pensò:
“Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indietro?
Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco!”.
Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse:
– State a vedere – e fece una magnifica corsetta in avanti.
– Figlio mio – scoppiò a piangere la madre, – ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come tuo padre e tua madre ti hanno insegnato, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene. I suoi fratelli, però, non facevano che sghignazzare.
Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse:
– Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro.
Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il Mondo.
Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea.
Per ogni personaggio, scrivete un aggettivo che lo descriva.
Il GIOVANE GAMBERO
Sua MADRE
Suo PADRE
I suoi FRATELLI
Prima RANA
Seconda RANA
Terza RANA
Il VECCHIO GAMBERONE
Ora dividetevi i ruoli e leggete la favola rispettando i turni. Ricordatevi del NARRATORE!
– Il mondo va a rovescio! – disse una rana. – Guardate quel gambero.
– Non c’è più rispetto! – disse un’altra rana.
– Ohibò, ohibò! – disse una terza.
Ma il gamberetto proseguì diritto per la sua strada.
A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica, che se ne stava tutto solo accanto a un sasso.
– Buongiorno – disse il giovane gambero. Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse:
– Che cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco che cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo e la gente si mozzerebbe la lingua piuttosto che rivolgermi la parola.
Finché sei in tempo, da’ retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai.
Il giovane gambero non sapeva che cosa rispondere e stette zitto, ma dentro di sé pensava: “Ho ragione io”.
E, salutato gentilmente il vecchio, riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo Mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: “Buon viaggio!”.
Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi
Siete d’accordo con l’insegnamento di questa favola? Confrontatevi in classe.
EDUCAZIONE
CAMBIARE IL MONDO
SECONDO TE, QUALI
SONO LE “COSE STORTE”
DI QUESTO MONDO?
Fiabe, leggende, miti e favole sono racconti fantastici antichissimi.
I personaggi vivono avventure straordinarie, in cui il/la protagonista,
Spiegano con la fantasia perché animali o piante hanno alcune caratteristiche o come sono nate alcune tradizioni
Spiegano con la fantasia l’origine dell’essere umano, della Terra, degli esseri viventi e il perché dei fenomeni naturali.
Gli animali si comportano come esseri umani per far riflettere su comportamenti, virtù e difetti e aiutare a difendersi da intenzioni malvagie. La favola contiene sempre un insegnamento di vita (morale).
Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno seminando il terrore fra tutte le bestie. Vide una volpe e provò a far paura anche a lei.
Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un’altra volta, gli disse:
– Se non ti avessi mai sentito ragliare, avresti fatto paura anche a me.
Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, ma basta sentirli parlare e si capisce subito chi sono.
Esopo
Com’è l’asino? Ignorante e arrogante. Giocherellone e sciocco.
E la volpe? Intelligente e attenta. Furba e malvagia.
Perché l’asino si era travestito?
Perché era vanitoso. Perché si voleva divertire. Perché voleva fare del male.
A quali personaggi si riferiscono queste affermazioni?
• “Chi non sa conquistare le persone con le parole, usa la forza per ottenere quello che vuole”. asino volpe
• “Le persone intelligenti sanno guardare oltre le apparenze”. asino volpe
Sottolinea in blu l’ insegnamento di questa favola.
Il tempo della favola è: precisato. imprecisato.
Il luogo è: precisato. non precisato.
I personaggi sono: un leone e un asino. un asino e una volpe.
In un tempo lontano, le stelle erano migliaia e migliaia di sorelle che popolavano la Terra.
Un giorno la Luna si accorse di loro...
C’era una volta una bambina e un bambino abbandonati in una barca in mezzo al mare.
Dopo giorni e giorni una sirena...
Sapete perché gli ultimi giorni di gennaio sono i giorni più freddi dell’anno?
Se non lo sapete ve lo racconto io...
Un giorno un topolino vide un leone in una trappola e pensò di aiutarlo, ma il leone si beffava di lui...
Un tempo il Sole aveva un aiutante, Napi.
Un giorno Napi aveva terminato presto i suoi lavori e, dato che non era abituato a tenere le mani ferme, prese un blocco di argilla e cominciò a modellarla. Uno dopo l’altro, fece tutti gli animali della Terra. Era molto soddisfatto del suo lavoro: soffiò dando a ciascun animale la vita, un nome e un luogo dove vivere sulla Terra. In un angolino era rimasto un pezzetto di argilla. Napi lo pasticciò un po’, poi fece un’altra statuetta e disse: Ti chiamerai... uomo. Dopo qualche giorno arrivò il bisonte, che non riusciva a vivere in montagna perché era troppo ripida. Si presentarono anche le capre della prateria, che non amavano vivere nell’acqua. Per ultima arrivò la tigre, che non si adattava a vivere vicino al mare. Allora Napi li ascoltò e diede a tutti un posto adatto. Tutti si accontentarono, tranne l’uomo, che vaga ancora dappertutto per trovare un luogo che lo soddisfi.
AA. VV., Fiabe e leggende dall’India, Giunti Demetra
COMPRENDI AM O
Questa storia fantastica è: una fiaba. una favola. un mito. una leggenda.
Di che cosa parla?
Da dove proviene questo racconto?
Viene dall’
In quale continente si trova? America. Africa. Asia. Australia. Europa.
Vi presento il mio amico in “carta e ossa”, il mio caro diario e i trucchi per costruirlo!
Prendete un quaderno piccolo e ricopritelo con una copertina che vi piace. Poi andate in cerca di un posto segreto dove nasconderlo!
è la mia espressione di affetto in apertura
nel diario si può scrivere tutto quello che si vuole, confidarsi, annotare qualcosa da non dimenticare, come ho fatto io con l’immagine della capretta chiudo sempre con i saluti, diversi ogni volta, e la mia firma
Siete pronti/e per un nuovo viaggio nel mondo delle parole? Il nostro nuovo amico Edoardo ci racconta la sua avventura nel suo diario. Questa è la struttura di un diario!
in alto scrivo la data del giorno, per ricordare
30 aprile
Caro diario,
la mamma si sposerà tra pochi giorni e per paura che io e il mio bisnonno combiniamo guai, ci tengono alla larga.
Io sono l’unico ad andare d’accordo con il vecchietto scorbutico, per non dire che è il mio migliore amico.
Lui mi dice di togliere il bis e di chiamarlo nonno e io, a volte, lo faccio a volte no.
Ci spediscono in un centro commerciale, così per un po’ smetto di pensare al mio papà, che lavora sempre in Paesi lontani. Non posso sopportare l’idea che la mamma si sposerà con un nuovo papà... Ma ecco qualcosa che mi fa dimenticare tutti questi pensieri: un cartello!
C’è questo annuncio: “Cerco un nuovo padrone per una capra tibetana”.
Nonno Umberto non perde tempo: – Adottiamola!
Non vedo l’ora di scriverti come andrà.
A tra poco, il tuo inseparabile Edoardo (detto Edi, o Edo, ma non sopporto questi stupidi nomignoli)
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
30 aprile
Caro diario, la capretta tibetana non è fotogenica.
Da vicino è ancora più bella che nella foto.
Snella, alta più o meno così, bianca con macchie grigie sulle zampe e sul dorso, con il pelo soffice come il cotone
Quella corta codina rivolta verso l’alto, come un pennacchio sempre in movimento, e quegli occhietti vispi le danno l’aria da furbetta.
Ha un naso rosa a forma di cuore e sotto si vede la bocca, come una parentesi sorridente.
Sembra voler percepire ogni suono, con quelle grandi orecchie mobili, bianche e rosa all’interno.
La vispa capretta sta dentro un recinto tutto pieno di grosse pietre e, dopo essersi fermata un attimo a farsi osservare da noi, comincia ad arrampicarsi qua e là, per farci capire di che cosa è capace.
– Devo essere sicuro che Olimpia vada a stare con qualcuno che le vorrà bene – ha detto il signor Barbagallo, il suo padrone, con gli occhi lucidi.
Rileggi l’aspetto fisico della capretta e completa.
È snella, e con macchie ; il pelo è La coda è
Gli occhi sono e il naso è
La bocca è come una , le orecchie sono mobili, e
Sottolinea nel comportamento della capretta le azioni che compie.
Io e il bisnonno lo abbiamo rassicurato: – Abbiamo una grande esperienza nel curare gli animali, per esempio da noi risiede Pamela il riccio...
Io e il bisnonno, appena siamo andati a casa, ci siamo documentati su internet per sapere tutto sulle caprette tibetane.
Abbiamo scoperto un sacco di curiosità...
Domani ti dico che cosa decideremo di fare.
Buona notte, amico.
Edoardo
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
Le espressioni evidenziate fanno vedere “con gli occhi della fantasia”.
Queste espressioni si chiamano similitudini.
Seguendo la descrizione della capretta, cambiate le parole e descrivete un altro animale.
Caro diario
1 maggio
oggi ti voglio parlare di Pamela il riccio: speriamo riesca a diventare amica della capretta Olimpia.
Abbiamo adottato Pamela lo scorso anno: era arrotolata a palla lungo il torrente. Era in letargo, ma qualcosa era andato storto... la pioggia aveva fatto crollare della terra e la sua tana sotto il fogliame si era scoperchiata.
Alla fine abbiamo deciso che la cosa migliore era che Pamela si trasferisse più vicino a noi. Ora abita in fondo al prato.
L’aspetto di Pamela è piuttosto buffo e simpatico. Il suo corpo tozzo a forma di pera è coperto di spine, tranne la testa e le zampe. Pamela è lunga circa 25 centimetri e ha una coda di appena 2 centimetri. Le piccole zampe ricoperte di pelo giallastro sono corte, tozze, con cinque dita munite di unghiette affilate. Il musetto è appuntito e nero, ha piccoli occhi neri e orecchie arrotondate. Pamela, come tutti i suoi simili, non ha una buona vista, ma il suo olfatto è eccellente.
Sottolinea in verde l’espressione in cui si “vede” in quale posizione Edoardo e il nonno hanno trovato il riccio.
Pamela ha fatto amicizia con noi pappandosi mele, banane, eccetera. Un giorno le è venuto qualcosa agli occhi e mettere il collirio a un riccio non è stata una bella impresa!
A furia di curarla e aiutarla, Pamela ha incominciato a seguirci e, quando ci giravamo per guardare dove fosse, si raggomitolava e rimaneva immobile come nel gioco delle belle statuine.
A chi pensa che i ricci siano spinosi, io dico che hanno mille e poi mille aculei di... simpatia.
Quando oggi abbiamo finito di costruire la casa della capretta Olimpia, ci siamo sdraiati accanto a Pamela a guardarla mentre annusava l’erba e annusavamo anche noi, a braccia spalancate e naso all’aria.
Non vedo l’ora che arrivi la capretta Olimpia per vedere che effetto le fa!
A presto!
Edoardo.
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento) Rileggi l’aspetto fisico di Pamela il riccio e completa.
Il riccio Pamela ha un aspetto e Il suo corpo è ed è coperto di È lunga e la coda è
Le zampe sono , e , con cinque Il musetto è e
Gli occhi sono e , le orecchie sono
Sottolinea nel comportamento di Pamela il riccio le azioni che compie.
Secondo Edoardo, Pamela sa fare un gioco. Quale?
10 maggio
Caro diario, oggi è arrivata la capretta tibetana. Il bisnonno è corso ad aprire il furgone e Olimpia era lì seduta tranquilla; ha salutato, bee, ed è scesa con un balzo.
Io l’ho accompagnata nella sua “piccola reggia”. La casa che le abbiamo costruito io e il bisnonno è magnifica, un capanno con perfino la veranda. Si è guardata intorno e si è sdraiata sul lettino che le avevamo preparato con due grandi assi di legno e un bel po’ di paglia.
– Deve ambientarsi – ha detto nonno Umberto, – quindi per prima cosa dobbiamo prepararle un buon pranzetto. C’eravamo documentati: le capre tibetane mangiano foglie, arbusti, germogli, erbe, rametti, tutta roba fresca, naturalmente, e quindi abbiamo pensato di portarla vicino al torrente, che per lei era meglio di un supermercato!
Non finiva più di brucare e saltellare!
Buona notte, mio caro diario.
Edoardo
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
Provate a descrivere la casetta guardando le immagini e arricchendo le parole sottolineale nel testo.
Le avventure della capretta vi stanno appassionando, vero?
Provate a realizzarla con le mani… con le ombre cinesi!
Quale animale vi piacerebbe far incontrare con la capretta Olimpia?
Realizzate gli animali con le mani, poi fateli “parlare”.
Le ombre cinesi, oltre che con le mani, si possono fare anche con le sagome.
La porta della casetta è basculante, perché la capretta può entrare e uscire a suo piacimento. Quale immagine sceglieresti?
11 maggio
Caro diario
oggi c’è stato l’incontro di Olimpia con Pamela… Non c’eravamo documentati sull’amicizia tra ricci e caprette, ora lo sappiamo: non è una cosa che viene naturale né ai ricci né alle caprette. Olimpia ha cominciato a ballare e a saltellare, Pamela si è chiusa a palla. Olimpia ha fatto rotolare la palla-Pamela con una zampa, Pamela ha lanciato versi preoccupanti…
Io e il bisnonno non sapevamo che cosa fare. Abbiamo un problema: capre e ricci non vanno d’accordo.
– Chiudi la capra e poi sposta il riccio! – ha urlato il nonno.
Non è semplice spostare il riccio, io ho spinto
Olimpia nella sua casetta e ho bloccato la porta basculante
Il bisnonno si è seduto:
– Devo riflettere – ha sussurrato.
Ma il tempo per riflettere non c’è stato perché è arrivata nonna Gioia e ha cominciato a darmi un sacco di incarichi.
Dopodomani ci sarà il matrimonio di mia mamma e io avrò un papà nuovo di zecca.
Aspettami qui, caro amico di penna… potrai sbirciare che cosa succederà domani.
Fai sogni tranquilli, io no. Edoardo
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
COMPRENDI AM O
Di che cosa parla Edoardo in questa pagina di diario?
Colora in blu la frase che lo dice.
Sottolinea in verde tutto quello che combina la capretta Olimpia e in rosso quello che fa il riccio Pamela.
Prova a organizzare la scena del testo con le compagne e i compagni. Uno farà il narratore e gli altri saranno i personaggi, cioè:
Divertitevi a improvvisare le battute e cercate di rappresentare bene i movimenti.
12 maggio
Caro diario, domani farò il damigello e sicuramente inciamperò.
Mi obbligheranno a mettere un vestito ridicolo, ne possiedo solo uno e punge. Forse mi spalmeranno in testa una roba appiccicosa che puzza, perché ho i capelli che stanno sempre dritti e la mamma mi dice continuamente “Edo pettinati” anche se mi sono appena pettinato.
Inciamperò, perché avrò voglia di grattarmi le gambe, tutti guarderanno me che cammino sul tappeto al centro della sala e non potrò grattarmi e neppure scappare.
Io piccoletto, occhi neri, imbarazzato, con in mano una scatolina blu che contiene gli anelli.
La mamma mi ha già detto con aria rassicurante: – Avrai un compito importante, non sei emozionato?
In questo periodo non sono emozionato, sono solo curioso di sapere che cosa fa Olimpia, la mia capretta, se ha passato bene questa notte nella sua nuova casa e se il nonno le ha preparato la colazione con l’erbetta fresca.
Guardo quel vestito sul letto, giacca azzurrina, pantaloni pure, camicia bianca, cravatta blu e penso al mio travestimento di domani: mi sentirò nei panni di qualcun altro...
Caro diario, questa notte non chiuderò occhio, fai bei sogni. Edoardo
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
Quali pensieri confida al diario Edoardo?
Le preoccupazioni per il matrimonio della mamma. L’entusiasmo per il bel vestito che indosserà.
Nel momento in cui scrive Edoardo prova: emozione per il matrimonio. curiosità verso Olimpia. Sottolinea nel testo le espressioni che te lo fanno capire.
Questi due disegni rappresentano Edo prima e nel giorno del matrimonio. Confronta le parole del testo con le immagini.
ASPETTO FISICO ABBIGLIAMENTO COMPORTAMENTO
13 maggio
Caro diario, oggi è il grande giorno.
Mi lavo i denti e la faccia per bene, mi pettino e indosso il mio vestito da damigello. In casa c’è solo la nonna Gioia tutta vestita di blu, con i capelli bianchissimi con una sfumatura azzurrina, che sembrano dipinti sulla testa.
Mi guarda con quel viso rugoso e quegli occhi azzurri, con aria inquisitoria.
– Dov’è il bisnonno? – mi chiede.
– Non lo so.
– Corri a cercarlo!
Nonno Umberto è al capanno, in pigiama.
– Olimpia ha mangiato di gusto, ma deve fare una passeggiata – mi dice.
– Tu però devi vestirti – rispondo io.
– Tu, invece, sei strano.
– Lo so, sembro qualcuno nei vestiti di qualcun altro.
– Allora saremo in due. Io sarò nel vestito del Gallenga, il notaio. In quel momento esce la mamma. È vestita di bianco, un abito lungo fino ai piedi con pizzi, merletti e veli; in testa ha una strana corona di foglie argentate e i capelli lunghi inanellati sulle spalle. Porta dei lunghi guanti bianchi fino alle braccia. Con quelle guance lisce lisce, le labbra rosa e i suoi occhi azzurri scintillanti ha l’aspetto di una principessa.
Qual è il “gran giorno” di cui parla Edoardo?
Nel testo sono descritti alcuni membri della famiglia. Chi sono?
• •
Per ognuno di loro, sottolinea in rosso l’aspetto fisico e in arancione l’abbigliamento.
– Stai benissimo! – esclama nonna Gioia. – Edi ha dato gli anelli al nonno.
– Edo! – si è messa a strillare la mamma, cambiando espressione da maestosa a spaventosa, o forse meglio spaventata, perché secondo lei il bisnonno è inaffidabile.
Sto per mettermi a piangere, quando appare nonno Umberto, alto, dritto e robusto come un albero. All’ultimo momento ha messo su un completo nero: dei pantaloni a righine grigie e una lunga giacca con le code, dalla quale spunta la cravatta a pallini, e dei pantaloni a righine grigie. Grandioso! I capelli bianchi sono pettinati all’indietro con una riga su un lato, gli occhi azzurri scintillano come quelli della mamma.
– Smettetela di starnazzare – dice allegro il nonno consegnandomi la scatolina blu. – Vieni con me giovane Edoardo – e si avvicina a passo di marcia verso la macchina. Mamma e nonna ci vengono dietro senza fiatare. In macchina siamo: nonna Gioia al volante, mamma accanto a lei e io ho il bisnonno dietro. Sul davanti si parla di capelli, invitati, regali di nozze; dietro non si parla di niente, ma si pensa a Olimpia.
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
Provate a organizzare in classe questa scena. Uno/a farà il narratore/la narratrice e gli altri/le altre saranno i personaggi, cioè: • •
Divertitevi a improvvisare le battute e cercate di rappresentare bene i movimenti.
Caro diario, siamo stati via un paio d’ore per la cerimonia, ma a Olimpia sono bastate.
Nel giardino di casa dove era stato allestito tutto per il pranzo di nozze, diversi tavoli sono rovesciati. Quando arriviamo, Olimpia sta passeggiando su un lungo tavolo con tanti vassoi allineati, pieni di roba da mangiare che, poiché non è di suo gusto, si limita a calpestarla. Quando arriva alla fine del tavolo salta ma, spaventata per tutti quegli strilli, va a sbattere contro un tavolino rotondo pieno di confetti. Un tale con l’aria da capo continua a dare ordini ai camerieri, che non gli danno retta perché sono piegati dal ridere. Un altro cameriere cerca di sistemare un paio di fioriere spampanate e una signora strilla perché ha infilato un tacco in una cacca. Alviero, lo sposo della mamma, corre di qua e di là cercando di afferrare Olimpia e nel frattempo urla:
– Chi ha portato una capra in casa mia? Lo denuncio!
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
ANALIZZIAMO
Sottolinea in blu tutto quello che combina la capretta nel giorno di festa (dati di movimento).
E le altre persone come reagiscono? Rileggi e completa.
Un tale con l’aria da capo
I camerieri
Un altro cameriere
Una signora
Alviero
Caro diario, Alviero, lo sposo della mamma, non sopporta Olimpia e quando cerca di prenderla per mandarla via, per fortuna la sua pancia ballonzolante arrivava sempre tardi Il nuovo sposo della mamma arriva appena alle spalle del bisnonno Umberto, che dice: – Se lo incontravo da giovane mi arrivava all’altezza dello stomaco, con l’età mi sono rimpicciolito...
Si chiama Alviero Abbondanza e già questo dà da pensare: ha infatti, molte pieghe di ciccia che spuntano da ogni parte del corpo e la sua faccia assomiglia a una mostruosa palla di pasta con due piccoli occhi avidi, simili a uvetta passa, che guardano Olimpia con fastidio
Ha le camicie con le lettere ricamate, i fazzoletti con le lettere ricamate “A.A.”, perfino una valigia senza ruote con scritto “A.A.”.
“Ah, ah!” penso. Aggiungerei dappertutto le H con un pennarello… Non lo faccio perché sai le tragedie?!
È un po’ di volte che non ti saluto, amico mio. Ciaooo Ciaooo!
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
COMPRENDI AM O
Nel testo trovi delle espressioni colorite. Quali sono quelle che ti hanno colpito di più? Circondale.
Perché lo sposo della mamma ha le lettere A.A. ricamate dappertutto?
Nella descrizione sottolineata trovi informazioni su:
• aspetto fisico. Sì. No.
• abbigliamento. Sì. No.
• comportamento. Sì. No.
Perché Alviero non va a genio a Edoardo?
DESCRIVERE
Caro papà, chissà dove sei adesso...
In questo testo Edoardo non si rivolge più al diario. Scrive una LETTERA .
Prima lavoravi nella Turchia europea, dopo in Zimbabwe, poi in Nuova Guinea, dopo ancora in Nuova Zelanda, infine in Bolivia. Continente dopo continente sei andato a curare i bambini dei Paesi più poveri del mondo, come fanno altri dottori come te.
L’ho detto al bisnonno, gli ho ripetuto parola per parola il discorso di nonna Gioia, sua figlia e mamma di mia mamma, e cioè che dovrei essere orgoglioso di mio padre perché rischia la vita e fa un mestiere importante per l’umanità.
Il bisnonno Umberto ha detto che essere orgogliosi è una cosa, essere bambini è un’altra.
– Potrei essere un bambino orgoglioso – ho replicato io.
– Con quell’orgoglio ti fai una corona e te la metti in testa – ha ribattuto lui. Poi ha aggiunto che un padre è utile di tanto in tanto... Comunque, io ricordo tutto di te, quindi è come se ci fossi sempre.
In cameretta ho la tua foto, quella che mi fai saltare in alto con quelle braccia forti e le tue manone da gigante.
Hai i capelli scuri, tutti per aria e la bocca spalancata a sorridermi, sotto quel nasone buffo, a peperone.
Individua la parte descrittiva e sottolinea con i colori corrispondenti.
ASPETTO FISICO • ABBIGLIAMENTO • COMPORTAMENTO
Chi aiuta Edoardo a dimenticare la mancanza del papà facendolo divertire? Evidenzia la frase che te lo fa capire.
Ce l’hai ancora quella camicia a quadrettoni azzurri e blu e i pantaloni verdi della foto? Li mettevi sempre per fare giardinaggio. Adesso sono qui, e proprio oggi mi sono beccato Alviero Abbondanza come padre.
Io e il nonno abbiamo liberato la capretta Olimpia dal banchetto di nozze e ci siamo incamminati lungo la strada sterrata, vestiti da cerimonia. Guardando Olimpia saltellare allegra di qua e di là, piano piano siamo diventati allegri come lei.
Non si può essere tristi in compagnia di una capretta tibetana. Non si può essere tristi con un papà... mondiale, il mio papà, tu.
Con affetto e orgoglio, il tuo Edoardo
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
DESTINATARIO
Per il dottor … via … città … Paese …
Una lettera ha DESTINATARIO, cioè chi la riceve, e MITTENTE, cioè chi la spedisce.
MITTENTE Edoardo
Nei racconti, e quindi anche nelle pagine di diario e nella lettera, spesso ci sono delle parti descrittive
La descrizione è un ritratto di parole che permette di “far vedere” com’è un oggetto o un ambiente o una persona oppure un animale.
Chi descrive è come un pittore o una pittrice che:
• sceglie un soggetto e ne coglie le caratteristiche usando i sensi;
• si procura i “colori” che servono, cioè sceglie le parole adatte;
• trova il modo migliore per comunicare le informazioni.
ANIMALI
ASPETTO FISICO
COMPORTAMENTO
PERSONE
ASPETTO FISICO
ABBIGLIAMENTO
COMPORTAMENTO
AMBIENTI/OGGETTI
ASPETTO FISICO
Per fare una bella descrizione EVITA L’ELENCO delle caratteristiche! Non è una lista, ma un ritratto, e i “colori” sono le parole!
Caro papà, che salti di gioia ho fatto quando mi è arrivato il tuo regalo vivente!
Il nome che abbiamo dato al felino è Gatto Guastafeste (per gli amici G.G.): scompiglia tutto e fa agguati agli ospiti, alle lucertole, ai grilli e ovviamente a Pamela e Olimpia.
Tutto in lui è notevole: un siamese con il corpo argenteo, il pelo lucido e liscio, il muso acuto e nerissimo, quattro solide zampe dal colore come il catrame e la coda che si snoda ondeggiando al vento, mobile come un serpente.
G.G. è attratto da Pamela e da Olimpia e da varie creature che popolano il mare. E fra le famiglie di pesci ce n’è una per la quale
G.G. è disposto a giocarsi le sue nove vite: la famiglia del salmone.
Grazie, grazieee!
Ti saluto con un salto addosso, un balzo felino!
Il tuo inseparabile Edoardo
Anna Vivarelli, Una capretta tibetana in giardino, Feltrinelli Kids (adattamento)
COMPRENDI AM O
Questa è: una lettera. una pagina di diario.
Chi scrive?
A chi?
Di che cosa parla?
È un invito a venire a conoscere il gatto G.G.
È una lettera di ringraziamento per il gatto G.G.
Completa la carta di identità del gatto.
ASPETTO FISICO
Razza:
Colore:
Pelo:
Muso:
Zampe come:
La coda:
CARATTERE E GUSTI
Va matto per
Leggi e scrivi se si tratta dell’aspetto fisico, dell’abbigliamento o del comportamento dei personaggi delle storie di Edoardo.
Alto, dritto e robusto come un albero. Grandioso! I capelli bianchi sono pettinati all’indietro con una riga sul lato, gli occhi azzurri scintillano come quelli della mamma.
Inciamperò perché avrò voglia di grattarmi le gambe, tutti guarderanno me che cammino sul tappeto al centro della sala e non potrò grattarmi e neppure scappare.
Hai i capelli scuri, tutti per aria e la bocca spalancata a sorridermi, sotto quel nasone buffo, a peperone.
Molte pieghe di ciccia spuntano da ogni parte del corpo e la sua faccia assomiglia a una mostruosa palla di pasta con due piccoli occhi avidi, simili a uvetta passa.
Un abito lungo fino ai piedi con pizzi, merletti e veli; in testa ha una strana corona di foglie argentate e i capelli lunghi inanellati sulle spalle. Porta dei lunghi guanti bianchi fino alle braccia. Ha l’aspetto di una principessa.
I capelli bianchissimi con una sfumatura azzurrina, sembrano dipinti sulla testa. Mi guarda con quel viso rugoso e quegli occhi azzurri.
Il seguente testo descrive un personaggio nato dall’unione dei cinque personaggi di queste due pagine. Sottolinea con lo stesso colore le espressioni che hanno lo stesso significato nelle descrizioni precedenti. Poi evidenzia tutte le similitudini che trovi.
Infine, divertiti a disegnare sul quaderno: chi apparirà? Inventa un nome adatto.
È alta, dritta e robusta come un albero Ha il viso rugoso, i capelli scuri, lunghi, tutti per aria e un buffo nasone a peperone sotto il quale si spalanca una bocca sempre pronta a sghignazzare. Indossa un abito nero, lungo fino ai piedi, con pizzi merletti e veli scuri come la notte. Sta per inciampare perché ha voglia di grattarsi le gambe che pizzicano.
Ha l’aspetto di una
Si chiama
Questa è la ricerca che Edo ha fatto per conoscere la sua capretta. Ha scritto tutte le INFORMAZIONI nelle etichette: aiutalo a metterle al posto giusto. provenienza titolo pelo cibo caratteristica argomento carattere differenza maschi e femmine coda struttura fisica
La capra tibetana è una specie ornamentale o di compagnia, nota anche come capra nana d’Africa.
Non proviene dal Tibet, una regione dell’Asia: il suo nome trae in inganno, perché in realtà la capretta proviene dall’Africa.
L’altezza va da 35 a 60 centimetri, a seconda degli incroci. La muscolatura è molto pronunciata. Il peso varia da un minimo di 20 a un massimo di 30 chili.
Il mantello, dal pelo lungo e folto, può essere bianco, marrone, nero, camoscio, grigio o pezzato. La lunghezza del pelo varia a seconda della stagione.
La coda è corta e rivolta verso l’alto.
Caratteristica delle capre tibetane è la presenza di due corna corte e sottili sulla fronte, che vengono usate per difendersi, ma anche per scorticare le piante e poi nutrirsi della corteccia.
Le femmine sono sempre un po’ più piccole dei maschi, meno muscolose e più aggraziate e con il corpo più affusolato. Il pelo del maschio è sempre più folto rispetto alle femmine. Nelle femmine le corna non sempre sono presenti e neanche il pizzetto sotto il mento, tipico del maschio.
Anche in un ambiente inospitale e arido la capretta tibetana riesce a trovare gli alimenti necessari per la sua alimentazione quotidiana, che si basa principalmente su erba e arbusti.
Le caprette tibetane sono socievoli e affettuose, anche se, in alcuni momenti, i maschi, possono diventare un po’ aggressivi e le femmine tendono a essere un tantino dispettose.
Il testo informativo dà notizie e spiegazioni su fatti di Scienze, Geografia e Storia. Ha un titolo generale e tanti titoletti (paragrafi).
Abbiamo realizzato un giornalino delle curiosità!
Un GIORNALE contiene testi informativi.
Tutti pazzi per l’erba gatta!
L’erba gatta ( nepeta cataria ) è ricercata, per il suo effetto “piacevole”, non solo dai gatti, ma da ogni felino, quindi anche da tigri e leoni.
I risultati sul comportamento possono variare da individuo a individuo: alcuni felini si mettono a contemplare pacificamente il soffitto, emettendo tenui miagolii. Altri si mettono a correre per la casa. Altri ondulano la pelliccia sulla schiena o prendono a calci il giocattolo che emana essenza di erba gatta .
Un altro curioso effetto è il cosiddetto “comportamento da sfinge”, nel quale il gatto passa del tempo accovacciato, immobile, in una posa... “egizia”.
Di quale argomento si parla?
Nel testo, l’argomento è colorato di I comportamenti dopo aver mangiato l’erba sono colorati di
Qual è lo scopo di questo testo?
Raccontare una storia fantastica.
Dare informazioni.
Puzza e vinci!
Un musetto allegro, occhi tondi e una lunga coda ad anelli bianchi e neri: ecco a voi il lemure catta!
Il piccolo primate vive sull’isola di Madagascar in gruppo di una ventina di esemplari tra maschi e femmine.
Dormono tutti rannicchiati, uno contro l’altro e passano le giornate a lavarsi, a scaldarsi al sole e a nutrirsi di fiori, frutti e insetti.
Sotto la pelle hanno delle ghiandole che emano delle secrezioni repellenti. Durante la stagione degli
accoppiamenti i rivali si spalmano la coda con questo liquido e la agitano… Come si conclude lo scontro?
Più il maschio è forte e in buona salute e più è intenso il suo odore... e così, vince chi puzza di più!
Emmanuelle Figueras, Claire de Gastold, Zoodorato, come sentono gli animali, L’Ippocampo Ragazzi
Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti.
Di quale argomento si parla?
Come si chiama questo animale?
Dove vive? Che cosa fa durante il giorno?
Da dove viene il suo odore repellente?
Quando lo emette?
A quale argomento ti fa pensare il titolo?
Alcuni animali
Completa. Chi emette un odore più forte la lotta.
Come un’antenna...
Il barbagianni ( tyto alba ) è un uccello rapace notturno dalle finissime capacità uditive. Le sue orecchie sono disposte in modo asimmetrico l’una rispetto all’altra e questo permette di udire in modo perfetto anche il più flebile rumore, come quello, per esempio, di un topolino che si muove sotto le foglie anche a 300 metri di distanza. Ad amplificare il sistema, un disco facciale coperto di piume dalla tipica forma a cuore.
Il viso del barbagianni è come un’antenna parabolica che permette ai suoni di raggiungere le orecchie in modo impeccabile.
dal web
COMPRENDI A M O
Di quale argomento si parla? Delle foglie del bosco. Dell’udito di un uccello.
Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti.
Come si chiama questo animale? Quando va a caccia? Completa.
Il barbagianni ha sviluppato un finissimo. Il suo viso ha la forma di un per catturare
UCCELLI POPOLARI
SPECIALITÀ:
PIUME, ALI, COLORI
I pinguini sono uccelli molto popolari , per il loro curioso aspetto da ometti in abito da cerimonia .
Per quanto tipici dei ghiacciai del Polo Sud , alcuni pinguini sono originari anche del sud Africa e si sono adattati al caldo soffocante . In particolare, piume, ali e colori hanno caratteristiche che permettono loro di sopravvivere in ambienti difficili. Le piccole piume conservano un’importante quantità di grasso , utile a proteggerli dal gelo e dalle alte temperature . Le ali, inadatte al volo, si trasformano in pinne e permettono al pinguino di nuotare. Il dorso scuro rende meno visibile l’animale ai predatori che lo osservano dall’alto, mentre il ventre bianco ai nemici che lo osservano dal basso.
AFFETTUOSI…
ISTINTI
I pinguini nutrono sentimenti, o meglio, istinti. Non accade mai che una madre, tornando, si dimentichi del suo piccolo o lo confonda con gli altri (e ce ne sono centinaia). Nel corteggiamento il maschio va in cerca di un sassolino perfetto da regalare alla femmina, un po’ come un anello. Se l’amata lo raccoglie, ricambia l’amore e si avvia a costruire per tutta la vita il nido con il compagno.
Giorgio P. Panini, Il grande libro dell’ecologia, Mondadori
Rileggi il testo attentamente colorando le parole importanti (sono poche): si tratta delle PAROLE-CHIAVE, che ti faranno “entrare” nel testo e te lo faranno ricordare in buona parte. Con le prime parole-chiave colorate prova a dire tutte le informazioni che ricordi.
Foglie a trappola!
Le piante carnivore (o piante insettivore) sono piante che intrappolano e consumano protozoi e animali, specialmente insetti, al fine di ottenere i nutrienti essenziali per la loro crescita.
Le piante carnivore hanno sviluppato cinque diversi tipi di trappole per la cattura degli organismi di cui si nutrono. Eccone due.
La trappola a colla della Drosera
La Drosera, come altre piante carnivore, ha capito che uno dei modi migliori per catturare gli insetti è diventare appiccicosa.
Se il tuo dito viene ricoperto da un liquido viscoso, simile a bava di lumache, avrai trovato una Drosera… Per essere sicuro, osservala attentamente.
Ha la foglia composta da piccoli peli. Su di essi c’è una minuscola ghiandola che produce delle “gocce” appiccicose.
Queste gocce di colla hanno il profumo delle caramelle e sono “luccicanti”, tanto da assomigliare a gocce di rugiada. Ogni insetto le trova irresistibili, ma, appena si appoggia, i lunghi peli della Drosera si ripiegano su di lui, che non avrà più scampo.
La trappola ad anfora della Heli
Questa straordinaria pianta carnivora presenta foglie simili a contenitori molto attraenti per i suoi colori, rosso e verde, con bordi e venature rossi.
Queste belle foglie sono simili a dei coni o a delle “anfore”, infatti la pianta si chiama “heliamphora”.
Le foglie a cono, arrotolate come dei cartocci, sono dotate di un minuscolo cucchiaino pieno di liquido zuccherino per attrarre gli insetti o da “denti di vampiro” nella specie delle Nepente. Quando l’insetto si appoggia, la foglia si chiude su se stessa e lo inghiotte senza pietà.
Elena Fin, Manuale delle piante carnivore per giovani esploratori, Edizioni WS Kids
COMPRENDI A M O
Di quale argomento si parla?
Qual è il motivo di questo comportamento delle piante?
Completa.
SI
Le immagini aiutano a studiare e a ricordare informazioni: per ogni immagine, scrivi la didascalia corrispondente.
IL CUCCHIAINO DELLA HELI • LE CARAMELLE DELLA DROSERA
Da grande voglio studiare le piante. Ho svolto questa ricerca con Laura.
Vi ricordate di Laura?
Andate a pagina 10.
Charles Darwin, bambino curioso, piccolo collezionista di vegetali e minerali, diventò un grande esploratore, e nel suo viaggio intorno al mondo nel 1800, scoprì anche le piante che si nutrivano di insetti.
A metà del 1800, Charles Darwin diventò famoso per la sua Teoria sull’Evoluzione delle Specie, secondo cui ogni essere vivente ha delle caratteristiche particolari in base all’ambiente (habitat) in cui vive e alla necessità di sopravvivere. In pratica spiega perché le giraffe hanno il collo lungo, i camaleonti si mimetizzano...
Per svolgere i suoi studi, Darwin si imbarcò, nonostante soffrisse di mal di mare, e fece il giro intorno al Mondo, fermandosi proprio in tutti i continenti. Ma proprio nella sua terra, in Inghilterra, Darwin vide per la prima volta le Drosere, alcune piante “decorate” da insetti morti e… fu amore a prima vista!
Queste piante attecchivano in terreni poveri di nutrienti, in paludi, rocce o ambienti dove le radici non trovavano nulla. Non avevano altra scelta che nutrirsi di insetti.
Il problema è che gli insetti non avevano alcuna intenzione di farsi mangiare, pertanto le piante, per sopravvivere, avevano trasformato le loro foglie in trappole “millegusti”.
Per studiarle, Darwin incominciò a osservarle appoggiando sulle foglie qualunque materiale e annotò tutto su un taccuino. Alla fine concluse che solo se la sostanza era di suo gradimento, la Drosera si ripiegava, la avvolgeva e gnam, piano piano la inglobava!
Elena Fin, Manuale delle piante carnivore per giovani esploratori, Edizioni WSKids (adattamento)
COMPRENDI AM O
Scrivi il titoletto corrispondente a ogni paragrafo.
• STUDI IN GIRO PER IL MONDO
• LA FAMOSA TEORIA DI DARWIN
• I GUSTI DELLE PIANTE CARNIVORE
• FOGLIE COME TRAPPOLE
• IL PRIMO INCONTRO CON LE PIANTE CARNIVORE
• DARWIN: INTERESSI FIN DA PICCOLO
• GLI INSETTI: UNICO CIBO
Rispondi sottolineando nel testo con i colori corrispondenti.
Quali erano gli interessi di Darwin?
Perché Darwin andò in giro per il Mondo?
Dove vide la prima volta le piante carnivore?
Alcuni TESTI INFORMATIVI
possono essere sotto forma di testi visivi.
Charles Darwin nel 1831, all’età di 22 anni, salpò a bordo di una piccola nave sotto il comando del capitano Robert Fitzroy e fece il giro del mondo per continuare a studiare gli esseri viventi nel loro habitat naturale. Quel viaggio gli avrebbe cambiato la vita.
Approdò nel continente dell’America del sud, si fermò a lungo nella Terra del Fuoco e sulle isole Galapagos. Attraversò l’Oceano Pacifico e si fermò in Nuova Zelanda e in Australia. Attraversò l’Oceano Indiano e arrivò in un altro continente, in Africa.
Per la seconda volta si fermò in America del Sud. Ripartì per l’Inghilterra, ma prima si fermò sulle Isole Azzorre.
In questo lungo viaggio Darwin osservò piante, animali ed esseri umani che non aveva mai visto e studiò come essi si adattano all’ambiente in cui vivono, sviluppando caratteristiche particolari. Darwin capì che le forze della natura e gli esseri viventi formano una grande alleanza tra di loro, affinché ciascuno trovi il suo posto nel mondo e possa vivere nel migliore dei modi, anche modificando se stesso per adattarsi all’ambiente.
Osserva la mappa e le parole scritte in rosso e scrivi le tappe del viaggio di Darwin.
CHE COSA SONO I TESTI INFORMATIVI?
Sono testi che contengono informazioni e curiosità su interessi diversi: storia, geografia, scienze, sport, musica, arte…
COME LI PUOI RICONOSCERE?
I testi informativi si riconoscono dalle spiegazioni chiare e complete, dal linguaggio tipico e preciso, dalle informazioni ordinate. Chi scrive un testo informativo ha lo scopo di farti capire qualcosa di particolarmente importante, di cui, forse, non hai mai sentito parlare.
SE SMONTI UN TESTO INFORMATIVO , TROVI...
Un titolo generale (leggilo attentamente e fai delle previsioni su quale argomento sarà trattato).
• Il testo spesso è diviso in parti più piccole, i paragrafi, che facilitano la comprensione. Ogni paragrafo ha il suo titoletto. A volte sono evidenziate le parole importanti, le parole-chiave: impara a cercarle.
• Molto spesso il testo informativo è arricchito da immagini (disegni, fotografie, tabelle) accompagnate da brevi spiegazioni, le didascalie
Leggi e riquadra con i colori corrispondenti.
Titolo 1, 2 e 3 • Paragrafo 1, 2 e 3 • Parole-chiave • Immagine 1 e 2 • Didascalia 1 e 2
Quando, centinaia di anni fa, i primi esploratori arrivarono in Nuova Zelanda, dovettero credere di avere le allucinazioni. Davanti a loro, branchi di uccelli stranissimi li guardavano incuriositi: erano i
Quegli uccelli, simili allo struzzo, erano alti quasi due volte un essere umano, senza ali e con due enormi zampe. Non sapevano volare.
Oggi i moa sono estinti, ma un altro uccello somiglia loro moltissimo, anche se di dimensioni molto diverse: il kiwi.
Sembrerebbe una palletta di pelo che si muove su due zampe con un becco troppo lungo. Ha un peso che va da 1 a 5 kg e una lunghezza compresa fra i 35 e i 65 cm.
I moa probabIlmente arrIvarono In nuova Zelanda cIrca 60 mIlIonI dI annI fa.
Le ali sono piccolissime e non vola. Il pelo, in realtà, è fatto di penne morbidissime color marrone, che gli permettono di confondersi tra le foreste. Ma il kiwi non ha bisogno di nascondersi: i predatori si allontanano da lui per il suo odore non proprio gradevole. Il becco lungo gli serve per tirare fuori dalla corteccia lumache e larve e acchiappare vermi.
Fulco Pratesi, Giorgio Sansoni, 40 animali da salvare, Edizioni Primavera
Il kIwI maculato maggIore è dIffuso nell’Isola del sud della nuova Zelanda
Un libro ti permette di volare nel MONDO DELLA
CONOSCENZA .
Nelle pagine precedenti, con il Giornalino delle curiosità su animali e piante, abbiamo imparato come scoprire alcune informazioni che studiosi e studiose hanno lasciato nei libri di Scienze, di Geografia, di Storia. Ecco una ricetta per imparare a studiare bene!
OCCORRENTE
un libro ricco di cose “buone da leggere”
un pizzico di sale per imparare
i colori della natura da vedere e apprezzare
una ciotola e un cucchiaio per mescolare le idee un forno dove puoi “riscaldare”
una bocca
1 Curiosare.
2 Separare gli ingredienti.
3 Mettere in risalto le curiosità.
4 Usare parole per ricordare.
5 Chiedere e rispondere.
6 Mettere ordinatamente nella ciotola gli ingredienti e mescolare con il cucchiaio.
7 Mettere gli ingredienti nel forno.
8 Gustare tutti e tutte insieme.
CHE COSA TI SERVE
i testi informativi
la curiosità le immagini
il quaderno e la penna la mente e il cuore
le parole per comunicare
LEGGI attentamente.
DIVIDI il testo in parti piccole (PARAGRAFI).
COLORA le PAROLE-CHIAVE.
SCRIVI un TITOLO per ogni paragrafo.
TRASFORMA i titoli in DOMANDE.
SCRIVI su un quaderno le risposte nel GIUSTO ORDINE, con le parole-chiave.
RILEGGI e RIPETI, usando il potere della mente e le emozioni del cuore.
DIVERTITEVI A ESPORRE INSIEME le curiosità che avete imparato!
Aiutati con la ruota dello studio!
8DIVERTITEVI A ESPORRE INSIEME le curiosità che avete imparato!
1LEGGI attentamente.
2 DIVIDIiltestoinpartipiccole(PARAGRAFI).
3COLORA lePAROLE-CHIAVE
.
7 RILEGGI eRIPETIusando, potereil della mente lee emozioni del cuore.
6 SCRIVIquadernounsunelrispostele GIUSTO ORDINE lecon,parole-chiave.
1 Riproduci la ruota su un cartoncino e ritagliala.
2 Al centro inserisci una freccia di cartoncino con un fermacampione per ruotarla facilmente.
3 Ora usala per seguire le fasi del metodo di studio.
inDOMANDE.
5 TRASFORMAtitolii
per ogni paragrafo.
4 SCRIVI un TITOLO
Se fossi io a fare la città la farei tutta a un piano subito sotto il cielo. Metà strade di acqua corrente, pietre ed erba l’altra metà.
Nei negozi soltanto cibo, camicie di lino, spago e aria per biciclette.
Le porte le farei leggere che a soffiare si aprono. Ad ogni incrocio musica. Un albero per ogni uomo e un bosco per ogni bambino. Il sindaco lo farei grasso, silenzioso e spazzino. Il vescovo lo farei magro e dolce e divertente.
Gli angoli li farei tutti rotondi così la gente verrebbe poco a poco e dopo se ne andrebbe lentamente.
Roberto Piumini, Quieto Patato, Nuove Edizioni RomaneSottolinea i versi che ti piacciono di più con i colori che vuoi.
E tu, nella tua città, che cosa metteresti?
Come si chiama chi vive in città?
Abitante.
Cittadino/Cittadina.
Persona.
Nelle prossime pagine scoprirai tante idee per diventare un CITTADINO o una CITTADINA del MONDO. Ti parlerò della Costituzione italiana.
Io ti parlerò dei Diritti dei bambini e delle bambine.
Io delle azioni da compiere per salvare il Mondo con l’Agenda 2030.
Buongiorno bambine e bambini, giovani cittadini!
Benvenuti tra i miei fogli scritti, di regole e diritti. Vi ho visto nascere e ho vegliato accanto a ogni neonato.
La ninna nanna della libertà gli ho cantato e raccontato la lotta e la speranza di nonni e nonne erano giovani uomini e donne.
Uguaglianza, diritti e libertà pace, giustizia e dignità, E ora che siete cresciuti ho bisogno della vostra intelligenza e coraggio: accompagnatemi nel mio viaggio andremo da tutte le persone busseremo a ogni portone voi e io: LA COSTITUZIONE.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
In coppia, sottolineate le parole-chiave della filastrocca e scrivetele qui sotto.
Poi discutete in classe su ogni parola: sono tutte nella Costituzione.
Dei diritti dei bambini e delle bambine si parla sempre, ma ben pochi sanno che dal 1959 esiste la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite (ONU) e firmata da 61 Stati del Mondo nel 1990. In Italia, la Convenzione sui diritti dell’infanzia è entrata in vigore nel 1991.
Con questo documento le Nazioni Unite considerano l’infanzia un periodo delicato e prezioso e si impegnano ad assicurare a ogni bambina e a ogni bambino condizioni favorevoli fino allo sviluppo e all’età adulta. Ecco i pilastri sui quali si costruisce la grande casa che ospita tutti i diritti.
1
DISCRIMINATI: non c’è distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione appartenenza dei bambini, delle bambine e dei loro genitori.
2
3
DIRITTO
AL PRIMO POSTO in ogni decisione pubblica o privata.
sopravvivenza
4
Care ragazze e cari ragazzi, nel 2015 i Paesi della Terra, riuniti nell’Organizzazione delle Nazioni Unite, hanno dato il via a un grande progetto per migliorare la vita di questo pianeta, che è il mio e il vostro e di tutti i suoi e le sue abitanti (esseri umani, piante, animali, minerali…). Dopo aver discusso a lungo in quali campi è più urgente e necessario intervenire, i rappresentanti degli Stati hanno individuato 17 obiettivi globali, cioè validi per tutti e tutte. Spaziano in molti settori: economia, ambiente, rapporti sociali e collaborazione tra gli Stati.
Questo progetto è stato chiamato Agenda 2030 : il nome indica che è importante agire subito, poiché entro l’anno 2030 devono essere ottenuti progressi per ogni individuo e per l’intera umanità, con particolare attenzione per i più “deboli”: i bambini, le donne, gli anziani, i disabili. Nessuno deve essere lasciato indietro in questo cammino e perciò tutti e tutte siete invitati a fare la vostra parte, come in una grande squadra, che si chiama “Mondo”.
Gli obiettivi sono come dei goal, siete pronti a segnare? Allora, che cosa aspettate?
Il “pianeta blu”, la vostra Terra.
Rossella Köhler, Ilaria Zanellato, Possiamo cambiare il mondo. L’educazione civica raccontata ai bambini, Mondadori (adattamento)
Democrazia vuol dire popolo che decide, che pensa, sceglie, elegge le sue guide. Libero giovane, libero vecchio, libera l’acqua che fugge dal secchio, libera Carta per libero Stato. Lo dicono gli italiani che per la libertà hanno tanto lottato.
Noi a scuola usiamo la votazione per scegliere il gioco a ricreazione.
Libero pesce in libero mare io cresco libero se posso giocare.
Possiamo prendere il treno o la bici e andare ovunque incontro agli amici.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Hai il diritto a essere preparato/a a vivere in una società libera per poter pensare ed esprimerti con la tua testa.
Libertà è partecipazione
Sono stata eletta al consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, posso esprimere la mia opinione e prendere decisioni.
Paola, undici anni, Italia
In quasi tutte le case si mangia, si gioca, si lavora, si accolgono gli amici con la televisione accesa.
Con la TV non si prende di certo la parola. Cosa diversa è raccontare fiabe, narrare vicende e storie, improvvisare uno spettacolo di burattini.
In questi casi anche l’ascoltatore e l’ascoltatrice più piccoli possono intervenire e dialogare. Imparano a essere liberi e non passivi davanti a uno schermo.
Dal 1996 l’iniziativa internazionale Città amiche dei bambini e delle bambine cerca di garantire servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, una casa, l’acqua potabile e la protezione dai maltrattamenti e dallo sfruttamento.
Incoraggia, inoltre, i più piccoli e le più piccole a essere responsabili per poter influenzare le decisioni riguardanti la città nelle quali vivono, esprimere le proprie opinioni, partecipare alla vita sociale.
Dieter Berstecher, Thierry Delahaye, Aline Bureau, Tutti i bambini hanno gli stessi diritti, Gallucci Edizioni
Raccogliete proposte in classe sui bisogni per rendere migliore la vostra scuola, il vostro quartiere, la vostra città… Cercate gli indirizzi email del vostro sindaco e degli assessori, dei responsabili del vostro quartiere e inviate suggerimenti e nuove idee.
Diritto alla vita, diritto al nome, diritto a esprimere la nostra opinione. Se chiami un diritto, risponde un dovere.
Devo lavare sempre il bicchiere dove la mamma mi versa il frullato che io, “di diritto”, mi son già scolato.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
La Costituzione descrive i nostri diritti, ma anche il loro “rovescio”, cioè i nostri doveri.
Discutete in classe su ogni diritto indicato in tabella e trovate un suo rovescio.
Io aiuto il papà a riordinare la cucina!
DIRITTO: DARE ROVESCIO: DOVERE (RICEVERE)
Gioco
Cibo
Scuola
Salute
Casa
Persone care
Uguaglianza
Hai diritto a essere qualcuno, a un nome, a una nazionalità, all’appartenenza, alla protezione della tua identità.
Avere un nome
Non avevo un nome, mi chiamavano “bambino”.
E invece mi chiamo Felix Camas, è scritto sul mio certificato di nascita.
Felix, dieci anni, Brasile
L’esistenza di un bambino o di una bambina è legittimata dall’atto di nascita. È così che lo Stato lo riconosce come cittadino. Eppure ci sono più di cinquanta milioni di bambini e bambine al mondo, quasi come la popolazione italiana, che non vengono registrati alla nascita.
In una città come Rio de Janeiro in Brasile, a Calcutta in India, i progetti a favore dei bambini e delle bambine di strada mirano prima di tutto a dare loro un’identità ufficiale: senza documenti d’identità non possono frequentare la scuola pubblica.
Dieter Berstecher, Thierry Delahaye, Aline Bureau, Tutti i bambini hanno gli stessi diritti, Gallucci Edizioni
La legge non fa differenza però purtroppo ugual non siamo:
c’è chi ingrassa e chi spesso digiuna lo Stato deve aiutare chi ha avuto meno fortuna.
Con Teresa divido il mio panino, ma lei prende la parte più grossa e scappa a giocare in giardino.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Hai diritto a non essere discriminato per come sei e per le tue idee: i diritti sono uguali per tutti.
Secondo voi, di quale diritto si parla nella filastrocca? E che cosa fa lo Stato per chi ha avuto meno fortuna? Discutetene in classe. Poi scrivete su un cartellone le parole più belle che avete pensato.
Dieter Berstecher, Thierry Delahaye, Aline Bureau, Tutti i bambini hanno gli stessi diritti, Gallucci Edizioni
CHE COSA PUOI FARE PER SENTIRE LE ALTRE PERSONE COME UNA RICCHEZZA?
1
3
Non giudicare dalle apparenze i tuoi compagni e le tue compagne.
2
5
Sii aperto/a e accogliente in classe.
4
Abbatti dentro la tua testa i muri che ti dividono dagli altri.
Fate una cassa comune, cioè raccogliete il denaro di tutti e tutte, e spendetelo insieme.
Leggi i libri e guarda film di altre culture.
– Manuel, scendi che ho qualcosa da dirti.
– Arrivo! – Manuel non se lo fa ripetere e vola giù per le rampe di scale per raggiungere il suo amico.
– Allora? Dimmi, sono curioso...
Intanto Ramon fa rimbalzare il pallone, da cui non si separa mai e dice:
– Hanno messo tre altalene.
– Dove? Al parco giochi? Sai che notizia...
– No, al muro.
Anche se lo chiamano “muro”, in realtà è un’altissima recinzione, fatta di sbarre metalliche che separano
Messico e Stati Uniti.
Manuel e Ramon vivono a Ciudad Juárez la città messicana al confine con gli Stati Uniti, i due amici vanno spesso a giocare a pallone lì vicino.
– Allora vieni a vederle, le altalene?
Quando arrivano, Manuel rimane sbalordito: – Ma, ma sono rosa...
– Spiccano contro il colore scuro delle sbarre.
Alcune persone, non solo bambini e bambine, ma anche adulti sono in attesa del loro turno. Quando è il turno di Manuel, Ramon sbircia chi c’è dall’altra parte:
– Oh, una bambina! Sei fortunato – dice – mi sa che a quella ragazzina in jeans e maglietta potrebbe interessare anche giocare a calcio con noi.
Poi la ragazzina scende dall’altalena e si avvicina alle sbarre. Parla in inglese, ma Manuel e Ramon che sono messicani capiscono, lo hanno imparato a scuola.
– Ciao come vi chiamate?
– Io Manuel
– Io Ramon, e tu?
– Io Zoe.
– Ti piace giocare a calcio? – dice Ramon.
– Sì, certo! – risponde la bambina.
– Allora ci vediamo nel pomeriggio! Esclama Manuel. È proprio vero che neanche i muri fermano i bambini
Rossella Köhler, Ilaria Zanellato, Possiamo cambiare il mondo. L’educazione civica raccontata ai bambini, Mondadori (adattamento)
Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti.
A che cosa serve il “muro”?
Il muro, in realtà, da che cosa è formato?
I bambini trovano due sorprese tra le sbarre, quali?
Dove è ambientato il racconto?
In Africa. In America. In Asia.
Che cosa ne pensate dei muri che separano gli Stati?
Confrontatevi in classe.
Un alto muro di sbarre divide gli Stati Uniti dal Messico.
Gli Stati Uniti hanno cominciato a costruirlo nel 1990, per fermare il continuo flusso immigratorio che dal centro e sud America si dirige verso nord alla ricerca di lavoro e migliori condizioni di vita. Questa insormontabile barriera separa l’America ricca dall’America povera, ma due artisti hanno creato un progetto per unire le due realtà facendole interagire attraverso un gioco.
Ronald Rael e Virginia San Fratello hanno inserito nella barriera delle colorate altalene sali-scendi. Il loro progetto si chiama Teeter-Totter Wall che, in italiano, significa “Il muro delle altalene”. È un’idea semplice, ma porta con sé due messaggi significativi: il primo è che ciò che si fa da una parte del muro ha effetti diretti sull’altra parte; il secondo è che dovremmo prendere esempio dai bambini: quando giocano accettano la diversità e rifiutano ogni disuguaglianza.
Rossella Köhler, Ilaria Zanellato, Possiamo cambiare il mondo. L’educazione civica raccontata ai bambini, Mondadori (adattamento)
Completa con le parole indicate. uguali • separare • incontrarsi • sbarre
Il progetto delle altalene ha permesso a grandi e piccoli di da una parte e dall’altra del muro di che li voleva Con il gioco i bambini e le bambine si sentono tutti
Ogni lavoro è ugualmente importante: serve il postino, il fabbro, il cantante ogni persona, ogni uomo, ogni donna, quando lavora si sente colonna, di questa grande casa stivale, tetto sui monti, porte sul mare.
Da grande farò il dottore degli scoiattoli per ora studio e penso ai giocattoli.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Hai diritto al gioco, al riposo al divertimento e ad andare a scuola, per immaginare tuoi sogni, anche del futuro.
Nessuno ti può sfruttare: il lavoro minorile non deve esistere.
In questo momento qual è la tua occupazione?
Gioco e studio. Lavoro e studio.
Quando a casa aiuti nelle faccende domestiche o a scuola aiuti l’insegnante, pensi che sia: un lavoro. un contributo che ti fa sentire responsabile
Questa è la storia di Martina, una bambina dagli occhi verdi che viveva e lavorava in un circo.
Tutte le sere Martina si vestiva con abiti coloratissimi, si truccava il viso e scendeva in pista. La bicicletta con una ruota sola, la fune sospesa nel vuoto, scenette comiche, giochi di prestigio.
Il pubblico si mostrava sempre generoso e la premiava con applausi calorosi, ma la bambina era sempre triste. Un giorno, la carovana del circo si fermò in un prato fuori città e, mentre domatori, trapezisti, clown montavano il tendone colorato, Martina guardava bambini e bambine che giocavano allegri nel prato.
Lei non aveva il coraggio di avvicinarsi, non aveva mai giocato con i suoi coetanei: nel circo vivevano solo adulti con lei.
Il vecchio pagliaccio Baluba capì subito: per la piccola il gioco era un mestiere e lei non sapeva che cosa voleva dire divertirsi liberamente, non avere un gioco suo e deciso sempre dagli adulti, trovare del tempo libero e non fare niente, solo immaginare cose...
Il vecchio Baluba tirò fuori dalla sua blusa un paio di calzettoni rossi dicendole:
– Piccola mia, questi sono i calzettoni del Maestro Allegria, indossali e volerai con la Fantasia. Martina non fece in tempo a metterli che si accorse di volare e, per la paura, chiuse gli occhi.
Quando toccò terra si guardò intorno sbalordita. Era in una magnifica valle di erba gialla e soffice, spezzata qua e là da specchi azzurri e limpidi, dove sguazzavano centinaia di foche.
Vedeva spruzzi e schiuma, sentiva lo scroscio di applausi sgocciolanti, annusava il profumo della salsedine marina e intravedeva tra le onde in movimento musi sorridenti. Ma non capiva che cosa stava capitando... Si fece coraggio e domandò:
– Chi siete? Che cosa FATE voi?
– FATE? Noi non siamo fate, siamo FOCHE. Ecco che cosa facciamo: reinventiamo gli oggetti che esistono già, li trasformiamo e cerchiamo di renderli perfettamente inutili: l’acqua con la coda, occhi che non piangono, libri senza pagine.
Martina si tuffò nell’acqua e seguì le fochine. Per la prima volta scoprì il “Gioco del meraviglioso niente”, un gioco che si può fare solo con tanta, tanta, tanta... FANTASIA!
Piero Badaloni, Bruno Bozzetto, Il libro dei diritti dei bambini, Gruppo Abele Edizioni (adattamento)
COMPRENDI A MO
Secondo te, di che testo si tratta?
Racconto realistico.
Racconto fantastico.
Testo informativo.
Che cosa faceva Martina nel circo?
Giocava.
Lavorava.
Qual era il suo più grande sogno?
Fare la pagliaccia.
Avere del tempo libero e immaginare.
Che cosa vi piace fare nel tempo libero?
Confrontatevi in classe.
Dovevo lavorare per un uomo...
Buongiorno, un uomo è venuto a cercarmi sulla piazza del mercato, lavavo le auto.
Mi ha dato a un altro uomo e ho lavorato come domestico.
Ora sono scappato via.
Pier, dieci anni, Camerun
Dieter Berstecher, Thierry Delahaye, Aline Bureau, Tutti i bambini hanno gli stessi diritti, Gallucci Edizioni
Immagina il lavoro del tuo futuro: pensa a che cosa ti piacerebbe diventare e, con la tua fantasia, crea una giornata-tipo.
2
Rispetta il lavoro degli altri e, soprattutto, chi lavora per te, per esempio i tuoi insegnanti, il portiere del condominio, i commercianti da cui fai acquisti…
La scuola è aperta alle vostre menti, anche se sono tutte differenti. Per qualcuno lo studio è noioso, per altri le tabelline son divertenti, come anche studiare gli antichi e come si spostano i lombrichi. Tuffi di tempere per i pennelli, soffi di flauto, canti di uccelli viaggiare dai poli all’equatore da Benvenuto a Singapore e dove ci porta la geografia; poesie che schizzano gioia e allegria e poi in palestra correre via!
A scuola si impara la pace, perché l’Italia ripudia la guerra, (è l’unica parola che non le piace) e la pace è un seme che cresce solo stando insieme.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Hai diritto all’istruzione per sviluppare la tua personalità e le tue capacità.
Scoprirsi uguali tra i banchi
La maestra dice che una femmina conta come un maschio! Non lo sapevo.
Jamila, nove anni, Pakistan
Dieter Berstecher, Thierry Delahaye, Aline Bureau, Tutti i bambini hanno gli stessi diritti, Gallucci Edizioni
Oggi è il primo giorno di scuola e Michelle è emozionata come i suoi alunni: venti bambine e bambini di varie età. La giornata è fresca, con un venticello leggero e si può restare all’aperto. Con l’aiuto di alcuni genitori, Michelle ha preparato uno spazio-classe sotto uno dei grandi alberi di baobab che popolano la savana alla periferia del villaggio africano. Ci sono stuoie, tappeti, una lavagna e un tendone dove proteggersi dal sole o da qualche acquazzone improvviso. – Benvenuti a scuola, sono Michelle, la vostra maestra. Non abbiate timore. Vi va di presentarvi?
Tutti si avvicinano e dicono il loro nome: Saida, Abel, Amdou.
– Ora potete sedervi dove preferite, sulle stuoie. La maestra osserva: la maggior parte dei maschi si siede davanti, lasciando in fondo le bambine. Tra di loro ce ne sono due molto piccole e molto timide. Nel villaggio molti sono convinti che solo i maschi abbiano diritto di studiare e nelle famiglie si dà loro la precedenza. In quasi tutte le famiglie le femmine restano a casa ad aiutare la mamma; quindi le ragazzine che frequentano la scuola vanno incoraggiate, di solito si dimostrano anche più brave e motivate, Michelle lo sa perché era una di loro.
La maestra prende per mano Kayla e Ifama e indica loro uno spazio sulla stuoia, proprio di fronte a lei. Kayla e Ifama si scambiano uno sguardo e un sorriso; nessuno aveva dato loro tanta importanza.
– Ora la lezione può davvero iniziare – dice con una luce nuova negli occhi Michelle. Rossella Köhler, Ilaria Zanellato, Possiamo cambiare il mondo. L’educazione civica raccontata ai bambini, Mondadori (adattamento)
Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti.
Perché Kayla e Ifama si siedono sulle stuoie in fondo alla classe? Che cosa fa la maestra per farle sentire “importanti” come i maschi?
La scuola della maestra Michelle esiste realmente, nel cuore dell’Africa, nella Repubblica centrafricana, dove c’è la guerra. Fa parte di un progetto chiamato “Scuole nella foresta”, promosso da un’Organizzazione umanitaria non governativa (ONG) italiana, per permettere ai bambini e alle bambine di vivere insieme momenti di pace in luoghi al sicuro, in cui poter imparare.
Rossella Köhler, Ilaria Zanellato, Possiamo cambiare il mondo. L’educazione civica raccontata ai bambini, Mondadori (adattamento)
Indica vero (V) o falso (F).
• La scuola del racconto non esiste nella realtà.
24 GENNAIO: GIORNATA DELL’EDUCAZIONE
L’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 24 gennaio come Giornata Internazionale dell’Educazione, in celebrazione del ruolo dell’educazione alla pace e allo sviluppo.
• Oltre a studiare, i bambini e le bambine si educano, imparano cioè a capire la bellezza del vivere in pace.
• Nella scuola c’è parità tra bambini e bambine.
• L’ONU ha proclamato in tutto il Mondo la giornata dell’istruzione.
V F
V F
V F
V F
Due e due quattro quattro e quattro otto otto e otto fanno sedici…
Ripetete, dice il maestro. Ma ecco l’uccello lira che passa nel cielo il bimbo lo vede:
salvami
gioca con me, uccello.
Allora l’uccello discende e gioca con il bimbo:
due e due quattro…
E i vetri diventano sabbia l’inchiostro torna acqua i banchi ritornano alberi il gesso ridiventa scoglio la penna ridiventa uccello.
Jacques Prévert
COMPRENDI A M O
Da che cosa vuole essere salvato il bambino?
Che cosa accade nella sua fantasia quando arriva l’uccellino con il suo canto simile a quello dello strumento musicale della lira?
E tu, a quale personaggio fantastico chiederesti aiuto quando sei in difficoltà nei compiti? Disegnalo accanto alla poesia.
Veterinario o veterinaria? Un mestiere da sogno! Per poter guarire ogni malattia degli animali, anche la più incredibile.
Oppure cosmonauta? Per fare strani incontri nello spazio.
Occhi ben aperti!
E maestra o maestro? Sì! Però in una scuola diversa da tutte le altre.
Il pasticciere o la pasticciera? Nel paese delle dolcezze si possono fare tutte le torte che si vogliono, anche le più folli.
O magari poliziotta o poliziotto? Aviatore? Aviatrice? Ballerina?
Ballerino? Capitano? Capitana? Per navigare sugli oceani e scoprire le meraviglie del Mondo.
Éric Puybaret, Il grande libro dei mestieri, Giralangolo
Voglio una scuola che parla a bambine e bambini come la rondine ai rondinini che insegna a volare aprendo le ali e sa che i voli non sono mai uguali.
Voglio una scuola che scavalca muretti e accoglie disegni che non sono perfetti che guarda avanti e traccia sentieri senza scordarsi di quelli di ieri. Voglio una scuola con dentro il sole che toglie polvere alle parole con porte aperte, grandi finestre e bimbi che ridono con maestri e maestre.
Janna Carioli, Poesie a righe e quadretti, Giunti Junior
E tu, da grande, che cosa vorresti diventare? Disegna.
Hai diritto all’educazione, a costruire il tuo futuro: non c’è discriminazione tra uomo e donna nella scelta del proprio lavoro.
Sai quale discriminazione coinvolge il maggior numero di persone? Non sono la ricchezza, la religione e il colore della pelle: è la disparità di genere. La disuguaglianza dei diritti tra uomini e donne è diffusa in tutto il Mondo, in misura diversa ed è un problema di tutti e tutte.
– Oggi sarà una grande partita – esclama Nilza che non sta più nella pelle – e dato che non riuscirò a dormire stanotte, mi sono messa a scrivere un coro da far cantare ai nostri tifosi per sostenerci.
La sua amica Etna sorride:
– Immagino che tua mamma l’abbia già imparato, vero?
La mamma di Nilza è la principale sostenitrice dei “Maputo Rugby”, la squadra nata da un progetto che ha portato il rugby tra le ragazze e i ragazzi di Maputo, la capitale del Mozambico, in Africa. Anche Irene, la coordinatrice del progetto e mamma di Etna, è tifosa e combattiva. Quando Irene ha chiesto di organizzare delle squadre di rugby per i più piccoli, non avrebbe immaginato che la maggior parte delle richieste di partecipare alla squadra di rugby sarebbe arrivata dalle bambine!
In Mozambico comandano solo gli uomini e le donne si occupano della casa.
Il Maputo Rugby Club, con l’aiuto di una società italiana, non solo forma e fa giocare le squadre, ma si occupa anche di altri aspetti della vita delle giocatrici.
Organizza corsi di inglese e aiuta a migliorare il loro rendimento scolastico: giocare non deve togliere impegno allo studio. Si è creata una vera comunità: Irene è felicissima quando sente le ragazze dire con orgoglio:
– Sono una giocatrice di rugby, io!
Rossella Köhler, Ilaria Zanellato, Possiamo cambiare il mondo.
L’educazione civica raccontata ai bambini, Mondadori (adattamento)
COMPRENDI AM O
Completa.
La maggiore discriminazione nel Mondo riguarda la disuguaglianza dei tra e
Dove è ambientato il racconto?
In Africa.
In America.
In Asia.
Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti.
Che cosa ha realizzato Irene?
Questi grandi progetti non si possono sempre realizzare con le proprie forze.
Da chi è arrivato l’aiuto in Africa?
La Repubblica tutela la salute e garantisce cure speciali. Anziani malati, deboli: la vita cambia all’improvviso, dobbiamo avere tutti un medico e un sorriso. Bambini fragilissimi, bambini resistenti, son tutti preziosi e tutti differenti. Se vede che han problemi, l’Italia ne ha più cura, col sole le accarezza, li bagna col suo mare, li asciuga con la brezza. Li vuole tutti a scuola, si cresce stando insieme, e vuole che da grandi possano vivere bene.
COMPRENDI AM O
Ricordo che son caduta su quel sasso appuntito, Che bravo quel dottore, male non ho sentito!
Completa cercando le parole in grassetto nel testo. Tutte le persone sono preziose, anche quando sono
A pagina 161 si legge che la sorella del bambino sembra più piccola della sua età, ma ha delle grandi curiosità. Quali?
Mia sorella è grande, ma sembra piccina
ha quindici anni, ma se cade piange come una bambina. Ride con i gatti, li osserva e sa tutto
fa loro i ritratti, disegna e ha tanti amici:
Da grande farà la pittrice o l’alleva-mici.
Di sicuro gli animali studierà, è così interessata e chissà...
una scienziata diventerà.
In una classe diversa
Hai diritto di vivere, di crescere, di stare in salute, di avere assistenza medica. Chi ha problemi fisici e mentali ha il diritto di vivere come gli altri e di andare a scuola, divertirsi e prepararsi per il lavoro.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Faccio fatica a imparare perché non sento bene. Per questo mi hanno messo in un’altra classe. Chissà se Beethoven, che era sordo, studiava in una classe da solo, con solo un maestro per lui... Klaus, otto anni, Germania
Quando non stiamo bene, è importante farsi curare dal dottore o dalla dottoressa?
Confrontatevi in classe.
Sono un Leoncino curioso, mi chiamano “Leoncino con le 4 esse”, perché mi piace Scrivere, Sognare, Scoprire e vorrei diventare... Scienziato. Insomma sono proprio S-peciale.
Mi piacciono tanto i libri, soprattutto quelli illustrati con grandi immagini a colori, in cui immergersi per emergere in luoghi incantati. Ma quando sono andato a scuola, che fatica tracciare dei segni dritti e sicuri sulla carta e che fatica leggere!
La mamma però ha capito. Mi ha spiegato che il nostro cervello è diviso a metà, come i due gherigli di una noce, che gli scienziati chiamano emisferi; entrambi comunicano attraverso il corpo calloso, una striscia da dove passano dei canali simili ai cavi della corrente elettrica, che trasportano le informazioni.
Ma se il corpo calloso è troppo sottile, i messaggi passano più lentamente. Sembra che l’emisfero sinistro si sia specializzato nel linguaggio e supporti anche la lettura e la scrittura, mentre l’emisfero destro sia specializzato nell’elaborazione delle immagini, delle emozioni e della creatività.
Ora che so come è fatto il nostro cervello, forse ho capito perché non leggo come i miei compagni e le mie compagne, non scrivo in corsivo e talvolta non mi è facile trovare le parole da usare.
Mi hanno detto che sono “speciale” perché ho la dislessia. Infatti è vero, ho scoperto che anche il pittore Picasso era dislessico e anche qualche scienziato come Leonardo da Vinci e Einstein. Di cantanti ce ne sono a bizzeffe, ma non mi ricordo neanche un nome, adesso.
Beh, io ho la dislessia, però so correre come il vento, sono bravo in tutti gli sport, mi piace disegnare, sono molto riflessivo e non sopporto le ingiustizie. Se qualcuno ha bisogno di me, la mia zampa è sempre tesa.
Sis Lav, Il leoncino con le 4 esse, Modu Modu (adattamento)
COMPRENDI AM O
Indica gli elementi fantastici (F) e quelli realistici (R) di questa storia.
• Personaggio F R
• Informazioni sul cervello F R
• Luogo F R
• Fatti F R
Il leoncino è un personaggio fantastico, ma quello che racconta è realistico.
• Quali difficoltà ha il leoncino?
• E quali sono le abilità in cui è molto forte?
L’Italia tutela il paesaggio, protegge l’ambiente e lo cura. L’Italia vuol dare alla gente acqua, terra e aria pura.
Io non faccio come Brunetto, che spreca l’acqua del rubinetto.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori
Hai diritto a un’educazione che ti insegni il rispetto dell’ambiente, perché hai diritto al benessere, “gustando” il Mondo con tutti i tuoi sensi.
1 2
DIRITTO A UN BUON INIZIO: mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura (gusto e non solo...).
DIRITTO ALL’USO DELLE MANI: incollare, plasmare la creta, legare corde, sporcarsi… (tatto ).
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DIRITTO ALLE SFUMATURE: vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ammirare nella notte la luna e le stelle (vista).
DIRITTO AL SILENZIO: ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli e il gorgogliare delle acque (udito).
DIRITTO AGLI ODORI: percepire e riconoscere i profumi della natura (olfatto).
Gianfranco Zavalloni, Mario Turci (a cura di), Diritti di bambine e bambini, Fulmino Edizioni
Usare le risorse in modo responsabile (goal 12): l’aria (goal 13), gli oceani (goal 14), la terra (goal 15).
Salvare le acque, fonte di vita (goal 6).
COMPRENDI AM O
Colora quali di queste azioni fa l’Italia nella filastrocca sulla tutela del paesaggio.
GIOCA PROTEGGE STUDIA CURA
Quale, tra i diritti naturali da gustare con i sensi, ti piace di più?
LAVORIAMO INSIEME
Confrontatevi e fate una classifica dei diritti naturali preferiti.
Sono sempre io, il Leoncino con le 4 esse. Come vi dicevo, mi piace sognare e vorrei diventare uno scienziato.
Adoro guardare le stelle. Nelle notti africane il buio è davvero buio. Marte è ben visibile poiché si trova alla distanza minima dal nostro Pianeta. Ecco un boato! E io e mia sorella veniamo scagliati su una navicella verso l’infinito a velocità stratosferica…
Finalmente in cielo, sorvoliamo la Terra: è così piccola e indifesa vista da qui. L’acqua dei mari e degli oceani è di un blu intensissimo, la superficie terrestre si distingue appena, con le sue alture e il verde dei boschi e dei prati. In alcuni punti si intravedono delle macchie grigie: sono le città degli esseri umani, affollate di case e serpeggianti di strade, che brulicano di macchine che inquinano fin quassù. Per fortuna scompaiono rapidamente. Capisco e condivido pienamente la meraviglia che provò Gagarin quando, quel 12 marzo 1961, fu il primo uomo a volare nello spazio e comunicò alla base che la Terra è blu, regalandole il soprannome di “Pianeta blu”.
Mentre ci allontaniamo, la Terra diventa un puntino sempre più piccolo. È soltanto una stella molto luminosa adesso.
Davanti a noi si apre uno spettacolo di infinita bellezza; la Luna si fa sempre più vicina alla nostra sinistra, mentre Marte, alla nostra destra, diventa sempre più grande.
Eccoci finalmente arrivati! È incredibile passeggiare a saltelli sulla sabbia, che ha la stessa tonalità della savana.
Marte è solo un immenso deserto, intervallato da aride pianure, monti vulcanici con profondissimi crateri, canyon solcati dall’erosione di acque ora scomparse. Nessuna pianta, nessun animale, nessuno specchio d’acqua all’orizzonte. Rimaniamo a lungo a guardarci intorno, fino a quando i nostri sguardi si incrociano.
Abbiamo entrambi le lacrime agli occhi... non solo per l’immensità di questo spettacolo, ma soprattutto per la bellezza impareggiabile del nostro Pianeta blu.
Ripartiamo. Abbiamo l’Universo negli occhi e una missione nel cuore: prenderci cura del Pianeta blu. Viviamo in una bolla, forse unica, per la sua incredibile biodiversità, che è la sua ricchezza.
Io e mia sorella facciamo sventolare una bandiera blu, bianca e verde: la bandiera della Terra.
Sopra abbiamo scritto SALVIAMO IL PIANETA BLU.
Sis Lav, Il leoncino con le 4 esse, Modu Modu (adattamento)
In questa avventura fantastica il leoncino immagina di arrivare sul pianeta Marte. Confrontatevi in classe: dove preferireste vivere da grandi? Su Marte o sulla Terra? Perché?
Nel racconto delle pagine precedenti, la bandiera che i due leoncini hanno dedicato alla Terra è blu, bianca e verde. Perché, secondo te?
Verde come i boschi e i prati, bianca come le nuvole di panna montata, blu come il mare.
Sono le risorse da amare e salvare!
Vi piace questo slogan? In classe divertitevi a inventarne altri!
Si ringrazia Giovanni Luperto per il prezioso contributo nella ricerca dei brani musicali delle attività “Per accompagnare con la musica”.
I testi del percorso sul testo descrittivo (pagine 95-113) sono tratti da:
Una capra tibetana in giardino di Anna Vivarelli
© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano
Prima edizione in “Feltrinelli Kids” settembre 2019
Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio
Consulenza didattica: Luciana Ventriglia, formatrice AID, specialista in pedagogia clinica
Coordinamento e redazione: Valentina Cammilli
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
Progetto grafico: Elisabetta Giovannini
Impaginazione: Barbara Cherici
Illustrazioni: Sara Benecino, Gabriel Cortina, Erika De Pieri, Manuela Leporesi, Mauro Sacco ed Elsia Vallarino
Copertina: A come Ape di Alessia Zucchi
Ricerca iconografica: Valentina Cammilli
Referenze iconografiche: Alamy, Getty, Shutterstock
Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division
Loreto – Trevi 24.83.212.0
Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione. I testi di cui non si cita la fonte sono delle autrici del Libro.
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EquiLibri • Progetto Parità è un percorso intrapreso dal Gruppo Editoriale ELi, in collaborazione con l’Università di Macerata, per promuovere una cultura delle pari opportunità rispettosa delle differenze di genere, della multiculturalità e dell’inclusione.
Si tratta di un progetto complesso e in continuo divenire, per questo ringraziamo anticipatamente il corpo docente e coloro che vorranno contribuire con i loro suggerimenti al fine di rendere i nostri testi liberi da pregiudizi e sempre più adeguati alla realtà.
• Letture
ISBN per l’adozione 978-88-468-4483-5
• Riflessione linguistica e Scrittura
• Storia-Geografia-Scienze e Tecnologia
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• Il mio percorso (verifiche, valutazione, autovalutazione)
• Letture
ISBN per l’adozione 978-88-468-4484-2
• Riflessione linguistica e Scrittura
• Storia-Geografia-Scienze e Tecnologia
• Matematica
• Il mio percorso (verifiche, valutazione, autovalutazione)
• KIT DOCENTE comprensivo di guida alla programmazione, risorse didattiche, percorsi semplificati e tutto il necessario per il corso
• LIBRO DIGITALE (scaricalo subito seguendo le istruzioni all’interno della copertina) con LIBRO LIQUIDO
ACCESSIBILE: volumi sfogliabili, esercizi interattivi, audiolibri, tracce audio, canzoni, video animati delle storie, video per la corretta grafia, video tutorial di matematica e discipline, percorsi semplificati stampabili
è un allegro ambiente di apprendimento interattivo che offre tanti oggetti digitali didattici sotto forma di gioco o attività per tutte le materie
Una serie di otto cartoni animati con simpatici personaggi attraverso i quali educare i bambini e le bambine al benessere psico-fisico e in particolare a una corretta alimentazione.