Traguardo Letture - La mia Grammatica attiva 4-5

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CODING DELLA DIDATTICA

a

classe 4 • Letture 4: 264 pagine • Riflessione linguistica 4: 168 pagine • La mia Grammatica Attiva 4-5: 120 pagine • Quaderno dei Riassunti e dei Testi 4: 96 pagine • L’esperienza della Meraviglia (Arte-Musica-Filosofia) 4-5: 96 pagine

E. Costa • L. Doniselli • A. Taino

METODO TESSITORE

a i m a L

ISBN per l’adozione: 978-88-468-4080-6

a

classe 5 • Letture 5: 288 pagine • Riflessione linguistica 5: 168 pagine • Quaderno dei Riassunti e dei Testi 5: 96 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4081-3

tutti insieme con

l’educazione civica

. grammatica attiva

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letture

CONTENUTI DIGITALI

zi eserciali digit

fia Ortogra ologia Morf SSI SINTA

Allegato a TRAGUARDO LETTURE Non vendibile separatamente

La mia grammatica attiva.indd 1,3

LE REGO

PPE E MA I S E SINT RBI EI VE D E L L TABE

4· 5 19/12/19 10:36



La mia

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

Riflettere su... le parole

come si scrivono (ortografia)

che cosa sono le parole che noi utilizziamo (grammatica esplicita o morfologia)

la frase quali indicazioni ci danno i diversi “pezzetti� di frase (sintassi)


INDICE ORTOGRAFIA

3  4 I suoni C G  5 I suoni GN NI  5 Il suono GLI  6 Il suono SC  7 I suoni QU CU CQU CCU QQU  8 La divisione in sillabe  9 L’accento 10 I monosillabi accentati 11 L’elisione 12 Il troncamento 13 L’uso dell’H 15 La punteggiatura 16 Il discorso diretto 16 Il discorso indiretto 17 Dal discorso diretto al discorso indiretto 18 Il dizionario lessico 18 L'alfabeto lessico 19 Il significato delle parole e i campi semantici lessico 20 Gli omonimi, gli omografi, gli omofoni lessico 20 I sinonimi lessico 20 I contrari lessico

MORFOLOGIA

21 22 La struttura delle parole 23 Il nome 24 Il genere del nome 24 Il genere maschile e femminile 25 Il genere indipendente e promiscuo 26 Il genere comune 27 Il numero del nome 31 Il nome primitivo 31 Il nome derivato 32 Il nome alterato 33 Il nome composto 34 Scheda riassuntiva: il nome 35 L’articolo 36 L’articolo determinativo e indeterminativo 37 L’articolo partitivo 38 Scheda riassuntiva: l’articolo 39 L’aggettivo 40 L’aggettivo qualificativo 41 Il genere e il numero dell’aggettivo 42 L’aggettivo qualificativo

42 I gradi dell’aggettivo qualificativo 43 Il grado comparativo 44 Il grado superlativo 44 Il grado superlativo assoluto 45 Il grado superlativo relativo 46 Forme particolari di comparativo e di superlativo 47 Gli aggettivi determinativi 48 Gli aggettivi dimostrativi 49 Gli aggettivi possessivi 50 Gli aggettivi numerali 51 Gli aggettivi indefiniti 53 Gli aggettivi interrogativi ed esclamativi 54 Scheda riassuntiva: l’aggettivo 55 Il pronome 57 I pronomi personali 59 Le particelle pronominali 60 I pronomi personali riflessivi 61 I pronomi possessivi 61 I pronomi dimostrativi 62 I pronomi numerali 62 I pronomi indefiniti 62 I pronomi interrogativi ed esclamativi 63 I pronomi relativi 64 L’uso del pronome relativo 65 Scheda riassuntiva: il pronome 66 Il verbo 66 Le coniugazioni 67 La persona e il numero 68 Il tempo 69 Il modo 70 I verbi essere e avere 71 Il modo indicativo 72 Il modo congiuntivo 73 Il modo condizionale 74 Il modo imperativo 74 Il modo infinito 75 Il modo participio 75 Il modo gerundio 76 I verbi transitivi e intransitivi 78 La forma attiva e la forma passiva 79 Dalla forma attiva alla forma passiva 80 Dalla forma passiva alla forma attiva

81 La forma riflessiva e la forma riflessiva apparente    82 I tempi dei modi    83 Il verbo ESSERE    84 Il verbo AVERE    85 La prima coniugazione: -ARE    86 La seconda coniugazione: -ERE    87 La terza coniugazione: -IRE    88 La forma passiva    89 La forma riflessiva    90 I verbi irregolari più usati    94 Scheda riassuntiva: il verbo    95 La preposizione    95 Le preposizioni proprie    96 Le preposizioni improprie    97 L’avverbio 100 Le locuzioni avverbiali  101 La congiunzione 102 L’esclamazione o interiezione 103 Scheda riassuntiva: le parti invariabili del discorso 104 Scheda riassuntiva: la morfologia

SINTASSI

105 106 La frase semplice 106 Il periodo 107 La frase minima 108 Il predicato 109 Il soggetto 109 Il soggetto sottinteso 110 Il predicato verbale 110 Il predicato nominale  111 Scheda riassuntiva: il soggetto e il predicato 112 L’attributo 112 L’apposizione 113 I complementi 114 Il complemento oggetto 115 Il complemento di luogo 115 Il complemento di tempo 116 Il complemento di specificazione 116 Il complemento di termine 116 Il complemento d’agente e di causa efficiente 117 La tabella dei complementi 118 Il gruppo nominale e il gruppo verbale 119 L’analisi logica della frase 120 L’analisi grammaticale e l’analisi logica


ORTOGRAFIA L’ortografia è la parte della grammatica che stabilisce le regole della corretta scrittura delle parole. L a parola ortografia deriva dal greco antico orto (corretto) e grafia (scrittura).

Gli errori ortografici più frequenti riguardano: l’uso dell’H; GN NI; GLI LI; SCE SCIE; CA CO CU GA GO GU GHI GHE; l’uso delle doppie; l’uso dell’accento; l’uso dell’apostrofo; la scrittura di parole che hanno suono simile.

COME EVITARE GLI ERRORI DI ORTOGRAFIA? Rileggi il testo scritto cercando di non seguire il senso, ma concentrandoti su ogni singola parola. resta molta attenzione alle correzioni dell’insegnante, per capire quali P sono gli errori che commetti più frequentemente. Può essere utile riscrivere la parola sbagliata in modo corretto. Consulta il vocabolario in caso di dubbio. Leggi molto.

Ortografia

3


i suoni c

g

I SUONI C G L e consonanti C e G possono avere suono duro o suono dolce a seconda delle vocali da cui sono seguite. Hanno suono duro: se sono seguite dalle vocali A, O, U (in questo caso non ci vuole mai l’H): CA cane, bucato, lumaca GA gara, sigaro, spiga CO coda, secolo, buco GO gomitolo, rigore, mago CU cupola, lacuna GU gufo, paguro, ragù

s e sono seguite da H + le vocali E e I: CHE chela, licheni, lumache GHE ghepardo, mughetto, vanghe CHI chitarra, manichino, buchi GHI ghiro, fanghiglia, laghi Hanno suono dolce: se sono seguite dalle vocali E e I: CE cena, macerie, falce GE genitore, tagete, falange CI cinema, bacino, luci GI giraffa, pagina, randagi I l suono CE si scrive SENZA la I. Fanno eccezione le parole:

arciere, artificiere, braciere, cartucciera, cielo, cieco, coefficiente, crociera, deficienza, deficiente, efficienza, efficiente, pasticciere, insufficienza, società, socievole, specie, sufficienza, sufficiente, superficie I l suono GE si scrive SENZA la I. Fanno eccezione le parole: archibugiere, effigie, formaggiera 4

Ortografia

Le parole che terminano in CIA oppure GIA, al plurale fanno: CIE/GIE se prima di CIA/GIA c’è una vocale:

farmacia farmacie grigia grigie

E/GE se prima di CIA/GIA C c’è una consonante:

pancia pance frangia frange

Quando CIA o GIA si trovano all’interno di un verbo, la I scompare davanti alle desinenze in -E:

baciare baceremo, bacerebbero mangiare mangerà, mangerebbe


i suoni gn

ni

gli

I SUONI GN NI Il gruppo GN non è mai seguito dalla vocale I:

lavagna, ingegnere, gnomo, ognuno

Ci sono tuttavia alcune eccezioni: compagnia; alcune voci dei verbi che terminano in -gnare, -gnere, -gnire:

insegniamo, spegniamo, disegniamo, che noi sogniamo, che voi sogniate, che voi spegniate

Il suono NI si usa con alcune parole: Antonio, colonia, coniugazione, coniuge, geniale,

genio, geranio, macedonia, niente, ragioniere, riunione, scrutinio, Stefania‌

IL SUONO GLI Il gruppo GLI si pronuncia in un unico suono. Ha generalmente il suono dolce:

ciglia, biglietto, gigli, figliolo, pagliuzza Solo in alcuni casi ha il suono duro:

glicine, negligente, geroglifico, glicerina, anglicano ttenzione a non confonderlo con LI, che si usa: A nelle parole:

olio, balia, milione, miliardo, prelievo, mobilia, familiare, cavaliere, petroliera, ciliegia, italiano

all’inizio di parola:

liana, lievito, liofilizzare, liuto in alcuni nomi:

Giulia, Liliana, Giuliano quando la L raddoppia:

sollievo, allievo, stalliere

Ortografia

5


il suono sc

IL SUONO SC Il gruppo SC ha: suono dolce se seguito da E, I:

scena, scivolo, sciacallo, sciupare, sciopero Il gruppo SCE si scrive senza I tranne nelle parole: usciere, scienza, coscienza e i loro derivati come scientifico, scienziato, coscienzioso,

incoscienza, coscientemente, coscienziosamente. suono duro se seguito da A, O, U:

scatola, lisca, scoiattolo, bosco, scudo e nei gruppi SCHE, SCHI:

scheda, lische, schiena, caschi

SCA, SCO, SCU si comportano come CA, CO, CU: non vogliono mai l’H. Nella divisione in sillabe le consonanti del gruppo SC non si dividono:

pesce pe-sce cuscino cu-sci-no pescheria pe-sche-ri-a taschino ta-schi-no casco ca-sco biscotto bi-scot-to

6

Ortografia


i suoni qu

cu

cqu

ccu

qqu

I SUONI QU CU CQU CCU QQU I l gruppo QU è sempre seguito da vocale (QUA, QUE, QUI, QUO):

I l gruppo CU è seguito da consonante:

quadro questo quindici quota

cubo sicuro cucchiaio alcuno

i sono alcune parole che fanno eccezione, cioè si scrivono con la C C anche se dopo la U c’è una vocale:

cuore, cuoco, scuola, cuoio, scuoiare, cui, circuito, innocuo, arcuato, percuotere, scuotere, promiscuo, cuocere, cospicuo, proficuo, vacuo, evacuare

Il gruppo CQU si trova: nella parola acqua e nei suoi derivati:

acquazzone, acquarello, acquario, acquaio, subacqueo, sciacquare, risciacquare in acquistare, acquisire, acquirente, acquisto nei passati remoti piacque, nacque, giacque, nocque

Il suono CCU si trova solo nella parola taccuino. Il suono QQU si trova solo nella parola soqquadro.

Nella divisione in sillabe: i gruppi QUA, QUE, QUI, QUO non si dividono:

riquadro ri-qua-dro liquefatto li-que-fat-to liquore li-quo-re

nei gruppi CQU, QQU, CCU le consonanti si dividono:

acqua ac-qua soqquadro soq-qua-dro taccuino tac-cui-no

Ortografia

7


LE SILLABE

LA DIVISIONE IN SILLABE La sillaba è un gruppo di suoni che si pronuncia con una sola emissione di fiato. Dividere una parola in sillabe vuol dire separare tutte le sillabe che la compongono.

Per dividere in sillabe u na parola bisogna seguire queste regole: la consonante fa sillaba con la vocale che segue:

ma-ti-ta, fi-glia, a-sciu-ga-re

la vocale, a inizio di parola, seguita da una consonante o da due consonanti diverse, fa sillaba da sola:

a-ni-ma-le, i-stri-ce, o-sta-co-lo

le consonanti doppie si dividono:

mam-ma, af-fet-to, piat-ti-no

i gruppi BL, CL, FL, PL, BR, CR, DR, FR, GR, PR, TR non si dividono:

tre-no, bi-blio-te-ca, al-le-gro

la S impura, cioè seguita da una o più consonanti, non si divide da esse:

ca-stel-lo, e-sper-to, mo-stro

i digrammi (Gl + I; GN + vocale; SCI; SCE; CH; GH; CI + A, O, U; GI + A, O, U) e i trigrammi (GLI, SCI + vocale) non si dividono:

pu-gno, pe-scio-li-no

i gruppi di due consonanti diverse che non possono stare all’inizio di parola (MB, MP, LT, RT, NG, NT…) si dividono:

gam-ba, al-to, fan-go

i dittonghi e i trittonghi non si dividono mai:

cuc-chiai, cau-sa, gio-co

La divisione in sillabe serve per andare a capo a fine riga. Per dividere in modo corretto una parola in sillabe, scandisci a voce alta le sillabe della parola battendo le mani a ogni sillaba: banana: ba

8

Ortografia

-na

-na


, l accento

L ´ ACCENTO L’accento è il segno grafico che indica la sillaba su cui cade il tono della voce: questa sillaba viene pronunciata con maggior forza.

Bontà

È

Virtù

Falò

Mercoledì

L’accento si chiama accento tonico ed è indicato da questi segni: ` ´ . La sillaba su cui cade l’accento tonico si chiama sillaba tonica:

città, àncora, ancòra, prìncipi, princìpi

Tutte le altre sillabe su cui non cade l’accento si dicono atone, cioè senza tono:

èdera, verità

L’accento è obbligatorio: quando cade sull’ultima vocale di una parola:

città, caffè, colibrì, però, virtù

nei giorni della settimana che terminano in dì:

lunedì, martedì

sui composti di tre, re, blu, me, sa, so, su:

ventitré, viceré, rossoblù, nontiscordardimé, chissà, chessò, quassù

sui monosillabi ciò, già, giù, più, può, scià, piè:

Lo scià era il re della Persia.

L’accento è consigliato su parole che si scrivono nello stesso modo, ma hanno significato diverso: capitàno, càpitano vestìti, vèstiti

Ortografia

9


i monosillabi accentati

I MONOSILLABI ACCENTATI I monosillabi sono parole formate da una sola sillaba.

Ma Per Va

lcuni monosillabi assumono significato diverso se si scrivono A con o senza accento. Monosillabo accentato

Monosillabo non accentato

è (verbo essere)

e (congiunzione)

dà (verbo dare)

da (preposizione)

dì (nome, parte del giorno)

di (preposizione)

là (avverbio)

la (articolo, pronome e nota musicale)

lì (avverbio)

li (pronome)

né (congiunzione)

ne (avverbio e particella pronominale)

sé (pronome)

se (congiunzione e particella pronominale)

Il mare è calmo.

Mattia dà un calcio alla palla. Prendi lo sciroppo tre volte al dì. La tazza è là sul tavolo.

Il pigiama è lì sul letto. Non c’è né pane né latte. Anna porta sempre con sé l’ombrello.

La pizza è calda e fragrante. Mattia indossa le scarpe da tennis. Il quaderno di matematica. La tazza è là sul tavolo. Mi serve la gomma, me la presti? Per iniziare il primo violino ha dato il la agli orchestrali. I nonni sono partiti e li ho salutati. Il cane se ne va a spasso per il giardino. La torta è buona, ne prendo una fetta. Se non telefono, ci vediamo stasera. Mio fratello se la prende sempre con me.

sì (affermazione)

si (pronome e nota musicale)

tè (nome, bevanda)

te (pronome)

Vuoi la mia risposta? Bene: è sì.

Si parte domani mattina. L’ultima nota della scala musicale è il si.

Che sete! Bevo un po’ di tè freddo. Te l’ho detto che ho incontrato Paola? 10

Ortografia


, l elisione

L ´ ELISIONE L’elisione è la caduta della vocale finale atona, cioè senza accento, di una parola. La vocale finale cade nel caso in cui la parola sia seguita da un’altra che inizia con vocale.

Una amica ➜ Un’amica

Quello uomo ➜ Quell’uomo

L’apostrofo è il segno che indica la caduta della vocale:

una arancia

un’arancia

Elisione obbligatoria con gli articoli lo, la, una:

Elisione facoltativa, ma frequente con gli aggettivi questo, questa:

l’orso, l’ape, un’oca

quest’anno, quest’estate

c on le preposizioni articolate composte con lo e la:

l’invitai, l’ha visto

dell’uomo, dall’amica

con i pronomi lo e la: con le particelle mi, ti, ci, si, vi, ne:

c on l’avverbio ci davanti ai verbi che cominciano con E:

c’è, c’era, c’entra

m’avvicino, t’ho visto, c’alziamo, s’alzò, v’avverto, se n’è andato, ce n’è

c on gli aggettivi dimostrativi quello/a:

c on l’avverbio e congiunzione come:

quell’anello, quell’ape

con gli aggettivi bello/a, santo/a:

com’è

con la preposizione di:

bell’amico, bell’idea, sant’Antonio, sant’Agata

d’inverno, d’attesa

c on gli aggettivi alcuna, nessuna seguiti da altra:

anch’io, anch’essi

con la congiunzione anche:

nessun’altra, alcun’altra

con come, dove, quando, quanto seguiti dal verbo essere:

com’è, dov’erano, quant’è

in senz’altro, l’altr’anno, nessun’altra, tutt’al più, mezz’ora, d’ora in poi, d’altronde, d’accordo Ortografia

11


il troncamento

IL TRONCAMENTO Il troncamento è la caduta della vocale finale o di una sillaba finale atona, cioè non accentata, di una parola.

Ciascun bambino

Un poco ➜ Un po’

Tranne in alcuni casi particolari, il troncamento non è indicato da nessun segno:

nessuno uomo

grande rumore

Troncamento senza apostrofo con l’articolo uno:

un piatto

con po’, quando significa “poco”:

c on gli aggettivi e i pronomi nessuno, alcuno, ciascuno:

un po’ di pane

in quale è, quale era:

da’ un bacio a Lisa

nessun aereo, alcun gioco, ciascun atleta qual è il mio? Qual era la risposta?

con gli aggettivi: bello: bel libro quello: quel libro grande: gran fatica buono: buon appetito, buon riposo santo: san Pietro con i nomi: dottore: dottor Rossi professore: professor Bianchi ingegnere: ingegner Verdi signore: signor Neri frate: fra Galdino suora: suor Paola, suor Anna

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Troncamento con l’apostrofo

Ortografia

con da’, quando significa “dai”: con di’, quando significa “dici”:

di’ a tuo fratello

con fa’, quando significa “fai”:

fa’ presto

con sta’, quando significa “stai”:

sta’ ferma

con va’, quando significa “vai”:

va’ avanti tu


, , l uso dell h

L´ USO DELL´ H La lettera H non ha nessun suono; è usata come segno grafico. Con H

Senza H

HO

O (congiunzione): significa oppure.

HAI

ai (preposizione): risponde alle domande: a chi? A che cosa? Dove? Quando?

Io ho una maglietta nuova. Tu hai sonno.

HA

Giochiamo a pallone o a basket?

Io telefono ai nonni. Appendi i quadri ai chiodi. Siamo andati ai giardini. Ai primi di agosto partiremo per il mare.

La nonna ha in testa un cappellino.

A (preposizione): risponde alle domande: a chi? A che cosa? Dove? Quando? A fare che cosa? Come?

HANNO

ANNO (nome): indica un periodo di tempo.

Gli zii hanno comperato un camper.

Ho regalato a Luisa un libro. Io gioco a carte. Domani torno a Milano. A marzo compio gli anni. Andiamo a dormire. Io vado a scuola a piedi.

L’anno scorso è nata la mia sorellina.

Per non sbagliare a usare la lettera H, prova a chiederti se O, AI, A, ANNO: i ndicano il possesso di qualcosa:

Tu hai (avere) una bella bicicletta.

indicano una sensazione:

Io ho (avere) caldo.

significano “tenere”:

Leo e Lea hanno (tenere) in mano un palloncino. s ono ausiliari di altri verbi, cioè servono per formare il tempo passato prossimo:

Sara mi ha scritto una cartolina. Ortografia

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, , l uso dell h

L´ USO DELL´ H Con H

Senza H

M’HA (mi ha)

MA (congiunzione)

M’HAI (mi hai):

MAI (avverbio):

L’HA-L’HO (lo/la ha • lo/la ho)

LA/LO (articolo, pronome)

GLIEL’HO (glielo/gliela ho)

GLIELO

GLIEL’HA (glielo/gliela ha)

GLIELA

Ieri m’ha telefonato Luca. Che bello il libro che m’hai regalato! Luisa ha trovato una gattina e l’ha portata a casa. Io ho visto Leo e l’ho salutato.

Leo non aveva la gomma e io gliel’ho prestata. A lei serviva un certificato e Piero gliel’ha spedito.

Vorrei uscire, ma piove. Non sono mai stato a Roma. La rana salta nello stagno. Lo scoiattolo è sul ramo. Sto cercando la biro, ma non la trovo. Ho sporcato il maglione e ora lo cambio. Lia ha dimenticato il diario, glielo porto subito. Luca ti ha prestato la bicicletta, ora gliela devi restituire.

GLIEL’HAI (glielo/gliela hai)

Andrea sa che deve venire da me, gliel’hai detto tu? GLIEL’HANNO (glielo/gliela hanno)

Il papà ha vinto un premio: gliel’hanno detto ieri. ME L’HA-ME L’HO ( me lo/la ha) (me lo/la ho)

ME LA (particella + articolo) MELA-MELO (nome)

TE L’HA-TE L’HO ( te lo/la ha) (te lo/la ho)

TE LA/LO (particella + articolo) TELA-TELO (nome)

VE L’HA-VE L’HO ( ve lo/la ha) (ve lo/la ho)

VE LA/LO (particella + articolo) VELA-VELO (nome)

CE L’HA-CE L’HO ( ce lo/la ha) (ce lo/la ho)

CE LA/LO (particella + articolo) CELA-CELO (verbo)

V’HA (vi ha)

VA’ (vai) VA (verbo)

Ti piace il mio I-pod? Me l’ha regalato la zia. Te l’ha detto Carla che domani c’è una festa? Ve l’ha chiesto qualcuno? Non ce l’ho con te.

Mario v’ha chiesto scusa.

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Ortografia

Ho una bella tuta, ma non me la metto mai! Mangio una bella mela. Hai bisogno della tela per la tenda? Te la do io.

Ve la ricordate la vela della nave pirata? Ce lo dice lui.

Va’ da Leo. Ugo va a scuola.


la punteggiatura

LA PUNTEGGIATURA La punteggiatura serve a dare intonazione nella lettura e a segnare le pause del discorso. Segno

Nome

Quando si usa

Da ricordare

.

punto fermo

er una pausa lunga p per separare due frasi per abbreviare le parole nelle sigle

Dopo il punto si usa la lettera maiuscola. Si va a capo quando cambia l’argomento del testo.

,

virgola

er una pausa breve p negli elenchi nelle date dopo il luogo

La virgola non si mette mai per dividere il soggetto e il verbo.

;

punto e virgola

er una pausa un po’ più p lunga della virgola per separare due frasi all’interno di un periodo

Dopo il punto e virgola ci vuole la lettera minuscola.

:

due punti

rima di un elenco o di una p spiegazione per introdurre il discorso diretto

Dopo i due punti ci vuole la lettera minuscola, tranne quando c’è la punteggiatura del discorso diretto.

““ «» – -

virgolette, lineetta

er aprire e chiudere il p discorso diretto

Dopo le virgolette o la lineetta si usa la lettera maiuscola.

trattino

per unire due parole legate tra loro per dividere una parola quando si va a capo

?

punto interrogativo

l termine delle frasi che a esprimono una domanda

!

punto esclamativo

lla fine di frasi che esprimo- Dopo il punto esclamativo si a no meraviglia, sorpresa usa la lettera maiuscola.

...

puntini di sospensione

er interrompere un discorso p e far capire che viene lasciato in sospeso per creare attesa

()

parentesi tonde

er delimitare le parole che p servono per spiegare, precisare, commentare

Dopo il punto interrogativo si usa la lettera maiuscola.

Ortografia

15


il discorso diretto

il discorso indiretto

IL DISCORSO DIRETTO Il discorso diretto riporta, in un testo scritto o nel discorso orale, esattamente le parole pronunciate da qualcuno.

La nonna ha detto: “Venite a tavola!” ei testi scritti il discorso diretto è evidenziato N dai seguenti segni di punteggiatura: : “……………….”

La mamma mi ha chiesto: “Che ore sono?”

: «…………..»

Io le ho risposto: «Sono le 10 e un quarto.» : – ………………

Lei ha esclamato: – Uh! Sono in ritardo!

IL DISCORSO INDIRETTO Il discorso indiretto non riporta le parole pronunciate da qualcuno, ma spiega ciò che è stato detto.

La nonna ha detto di andare a tavola. Il discorso indiretto è introdotto dai verbi: dire, esclamare, chiedere, domandare, rispondere, ribattere, con le parole di collegamento di, se, che.

L’insegnante ha detto di prendere il diario. Paola mi ha chiesto se domani andrò a casa sua. Anna ci ha comunicato che la riunione è rinviata. 16

Ortografia


il discorso diretto

il discorso indiretto

DAL DISCORSO DIRETTO AL DISCORSO INDIRETTO

Nel passaggio dal discorso diretto al discorso indiretto: si eliminano i segni della punteggiatura; cambia la persona del verbo (la 1a persona diventa 3a persona); cambiano gli aggettivi possessivi (la 1a persona diventa 3a persona); cambiano gli aggettivi dimostrativi; cambiano gli avverbi di tempo e di luogo. Discorso diretto

Discorso indiretto

Marta, mostrandomi il cucciolo, mi ha spiegato: “Io ho insegnato a questo mio cagnolino a stare seduto qui nella sua cesta, anche se ora si è sdraiato sul tappeto!”

Marta, mostrandomi il cucciolo, mi ha spiegato che lei ha insegnato a quel suo cagnolino a stare seduto lì nella sua cesta, anche se in quel momento era sdraiato sul tappeto.

Discorso indiretto

Discorso diretto

Matteo racconta alla sorellina che ha trovato lì sulla porta della loro casa quel bellissimo gattino che in quel momento stava miagolando affamato.

Matteo racconta alla sorellina: “Qui, sulla porta della nostra casa, ho trovato questo bellissimo gattino. Ora sta miagolando affamato.”

Ortografia

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il dizionario

, l alfabeto

IL DIZIONARIO Il dizionario o vocabolario è il libro che contiene, in ordine alfabetico, tutte le parole di una lingua, delle quali spiega il significato.

Per cercare una parola sul dizionario si deve: trovare la forma base della parola (per i nomi e gli aggettivi la forma base è il maschile singolare, per i verbi è l’infinito); c ercare nel dizionario la sezione che corrisponde alla prima lettera della parola (prato ➜ P); all’interno della sezione individuata, cercare la seconda lettera della parola (prato ➜ PR); poi passare alla terza lettera (prato ➜ PRA) e così via.

L ´ ALFABETO L ’alfabeto è l’insieme delle lettere di una lingua. L’alfabeto italiano è composto da 21 lettere: 5 vocali e 16 consonanti. A queste lettere se ne aggiungono altre 5 (J K W X Y) che servono per scrivere e pronunciare parole straniere. A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

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Ortografia


il significato delle parole e i campi semantici

IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE E I CAMPI SEMANTICI Ogni parola ha un significato, cioè contiene una serie di informazioni che richiamano alla mente un’immagine, un concetto che noi conosciamo.

Le parole si possono distinguere in: parole piene, cioè parole che hanno un significato proprio:

se sentiamo la parola “gatto”, ci viene in mente un particolare animale domestico, dotato di un certo tipo di pelo, che si muove in un modo particolare, che comunica con un verso ben identificabile e con precisi movimenti. Questo avviene per tutte le persone che parlano la nostra lingua e che sanno che cos’è un gatto; arole vuote, cioè parole che acquistano un significato solo se stanno p accanto ad altre parole. Sono gli articoli, le congiunzioni, le preposizioni e i pronomi.

La congiunzione “però” da sola non ha significato, ma, messa tra due frasi, indica che il contenuto della seconda frase contrasta con quello della prima: Non ho mangiato, però non ho fame. Un campo semantico è un gruppo di parole le quali, pur non avendo una radice comune, si legano tra di loro in virtù del significato. gni campo semantico si sviluppa attorno a una parola di partenza, O alla quale tutte le altre sono legate.

Fiore: parola di partenza. Margherita, garofano, giglio, anemone, viola, rosa, stelo, pistillo… appartengono al campo semantico della parola fiore. Manubrio, pedale, ruota, sellino, campanello, fanale, freno… sono il campo semantico della parola bicicletta. Una parola può appartenere a più campi semantici.

Leone: appartiene al campo semantico delle parole animali, carnivori, felini, mammiferi… Ortografia

19


gli omonimi, gli omografi, gli omofoni

i sinonimi

i contrari

GLI OMONIMI, GLI OMOGRAFI, GLI OMOFONI

Le parole possono essere: omonime, se si scrivono e si pronunciano nello stesso modo, ma hanno significato diverso:

salutare: rivolgere un saluto; salutare: che dà salute

omografe, se si scrivono nello stesso modo, ma si pronunciano in modo diverso, cioè cambia l’accento tonico: vénti (numero); vènti (plurale di vento)

pésca (frutto); pèsca (sport)

omofone, se hanno lo stesso suono, ma significato diverso. Per capire il significato bisogna prendere in considerazione il contesto in cui sono inserite.

Ieri sono andata alla fiera. Il leone è una fiera. La mamma è fiera di me.

I SINONIMI I sinonimi sono parole che hanno forma diversa ma significato simile, anche se non identico.

Possono avere sinonimi: i nomi; i verbi; gli aggettivi.

I CONTRARI I contrari sono parole che hanno significato contrario, opposto.

I contrari possono essere: parole tra loro differenti:

aperto/chiuso comperare/vendere arole che diventano contrari p per mezzo di un prefisso:

pari/dispari felice/infelice 20

Ortografia

Ci sono parole che non hanno contrari: i colori, le forme, la nazionalità.


MORFOLOGIA La morfologia è la parte della grammatica che studia e analizza la forma delle parole, i loro cambiamenti e la funzione che hanno all’interno della frase. L e parole che usiamo per parlare e per scrivere si chiamano parti del discorso e sono divise in due grandi gruppi: parti variabili e parti invariabili. Le parti variabili del discorso sono quelle che possono avere forma diversa in base: al genere: maschile femminile orso orsa al numero: singolare plurale orso orsi

alla persona: io corro

tu corri noi corriamo

L e parti variabili del discorso possono variare la desinenza e sono cinque: nome articolo verbo aggettivo pronome Le parti invariabili del discorso sono quelle che non cambiano la loro forma e sono quattro:

congiunzione preposizione avverbio interiezione

Fare l’analisi grammaticale di una parola vuol dire stabilire che parte è del discorso (un nome, un aggettivo, un verbo…) e individuarne le caratteristiche (genere, numero, persona).

Morfologia

21


la struttura delle parole

LA STRUTTURA DELLE PAROLE In una parola si possono distinguere: radice, desinenza, prefisso, suffisso. La radice è la parte della parola che non cambia e ne esprime il significato:

nonnparl-

nonn-o, nonn-a parl-are, parl-o

La desinenza è la parte della parola che cambia e fornisce informazioni grammaticali:

nonn-o, nonn-a, nonn-i, nonn-e parl-o, parl-arono

Il prefisso è la parte che precede la radice della parola e ne modifica il significato:

bis-nonno, super-mercato

Il suffisso è la parte che segue la radice della parola e ne modifica il significato:

nonn-in-o, cas-ett-a

Vi sono parole nelle quali sono presenti tutte e quattro le parti:

internazionale inter-

nazion-

al-

e

prefisso

radice

suffisso

desinenza

La radice di una parola si trova provando a cambiare il finale e osservando bene qual è la parte che non cambia. Lo stesso procedimento vale per il prefisso e per il suffisso. Prendiamo ad esempio canto e proviamo a cambiare il finale: canti, canta. La parte che NON cambia è cant, che è dunque la radice. In zietta o prozio, la parte che NON cambia è zi, che è dunque la radice. 22

Morfologia


il nome

IL NOME Il nome o sostantivo è la parte variabile del discorso che indica una persona, un animale, una cosa. Le cose comprendono anche le piante, i sentimenti, le sensazioni, le emozioni, gli ambienti, i fenomeni atmosferici, i concetti, le espressioni di tempo, quelle di luogo…

Il nome può essere: comune, se indica in modo generico una persona, un animale, una cosa. In questo caso si scrive con la lettera minuscola:

tavolo, insegnante, balena

proprio, se indica in modo particolare una persona, un animale, una cosa. In questo caso si scrive con la lettera maiuscola:

Camilla, Fufi, Milano

concreto, se indica qualcosa che è percepibile con i cinque sensi:

palla, puzza, musica, morbidezza, sapore

astratto, se indica qualcosa che non è percepibile con i cinque sensi, come sentimenti, stati d’animo, concetti, virtù:

saggezza, vizio, amicizia

collettivo, se, anche al singolare, indica un insieme di elementi della stessa specie:

orchestra, mandria, dozzina

generale (generico), se indica un gruppo di elementi diversi con qualche caratteristica comune:

frutta, mobilio

specifico, se indica un elemento particolare di un gruppo o una categoria:

mela, tavolo

Devi fare attenzione alla concordanza tra i nomi collettivi e le altre parti variabili del discorso che a essi si riferiscono. Se il nome collettivo è singolare, anche se indica un insieme di elementi, le parti che a esso si riferiscono vanno al singolare:

Il pastore disse: – Il mio gregge di pecore pascola nel prato. Ora lo riporto all’ovile.

Morfologia

23


il nome

IL GENERE DEL NOME Il genere indica se un nome è maschile o femminile. Il nome può essere di genere:

maschile:

femminile:

pagliaccio ballerina

indipendente:

promiscuo:

la tigre maschio comune:

il farmacista, la farmacista

uomo, donna

I nomi di cosa sono o maschili o femminili e non possono essere trasformati da un genere all’altro. È l’articolo che indica il genere:

la casa, il tetto

IL GENERE MASCHILE E FEMMINILE La desinenza del nome indica se esso è maschile o femminile. Desinenza In -o

il libro, il lupo, lo scoglio

Consonante

il tram, il bar, il gol il dente, il fiume

In -e

Desinenza In -a In -i In -à, -ù In -e 24

NOMI MASCHILI Nome

Morfologia

la mano, la radio, la moto, la foto la star, la miss, la e-mail

NOMI FEMMINILI Nome

l’amica, la finestra la crisi, l’oasi la verità, la virtù la cenere, la notte

Eccezione

Eccezione

il poeta, il poema, il problema il brindisi


il nome

IL GENERE INDIPENDENTE E PROMISCUO

Il nome è: di genere indipendente, quando ha forma completamente diversa per il maschile e per il femminile: Maschile

Femminile

maschio

femmina

uomo

donna

padre

madre

marito

moglie

genero

nuora

celibe

nubile

padrino

madrina

fratello

sorella

cavaliere

dama

frate

suora

bue

mucca

fuco

ape

maiale

scrofa

toro

vacca

montone

pecora

i genere promiscuo, quando ha una sola forma con la quale d indica sia il maschio sia la femmina. Si tratta prevalentemente di nomi di animale; per distinguere il maschile dal femminile occorre scrivere dopo il nome “maschio” o “femmina”:

la balena maschio, la balena femmina il canguro maschio, il canguro femmina

Morfologia

25


il nome

IL GENERE COMUNE I nomi di genere comune hanno un’unica forma per il maschile e per il femminile: è l’articolo che fa capire se si tratta di un maschio o di una femmina. Maschile

Femminile

il nipote

la nipote

il custode

la custode

il dentista

la dentista

il musicista

la musicista

il collega

la collega

il pediatra

la pediatra

il cantante

la cantante

il passante

la passante

olti nomi sono apparentemente di genere comune perché sembra M abbiano la stessa forma per il maschile e per il femminile; in realtà hanno significato diverso. Maschile

il boa (serpente)

la boa (galleggiante)

il fonte (vasca che contiene l’acqua per il battesimo)

la fonte (sorgente d’acqua)

il fine (scopo)

la fine (conclusione)

il radio (osso del braccio;

la radio (apparecchio radiofonico)

il capitale (somma di denaro)

la capitale (città principale di uno Stato)

il lama (l’animale)

la lama (parte tagliente del coltello)

elemento chimico)

26

Femminile

Morfologia


il nome

IL NUMERO DEL NOME Il numero del nome indica se si tratta di un solo elemento o di più elementi. Il nome può essere di numero: singolare, quando indica un solo elemento: una sola persona, un solo animale, una sola cosa:

muratore, passerotto, candela

plurale, quando indica più elementi: più persone, più animali, più cose:

muratori, passerotti, candele

Per passare dal singolare al plurale si cambia la desinenza del nome. Desinenza al singolare In -a

Singolare Soprattutto nomi femminili:

nonna, casa, iena Nomi maschili:

poeta, problema, programma In -o

Soprattutto nomi maschili:

nonno, palazzo, toro Nomi femminili:

In -e

Plurale -e:

nonne, case, iene -i:

poeti, problemi, programmi -i:

nonni, palazzi, tori

mano, soprano

mani, soprani

Nomi maschili:

-i:

portiere, leone, dente Nomi femminili:

madre, lepre, fede

portieri, leoni, denti madri, lepri, fedi

Morfologia

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il nome

IL NUMERO DEL NOME lcuni nomi si comportano in modo particolare nel passaggio A dal singolare al plurale. I nomi invariabili (o indeclinabili) non cambiano dal singolare al plurale. È il caso di: alcuni nomi maschili che terminano in -a: il cinema ➜ i cinema il sosia ➜ i sosia

alcuni nomi femminili che terminano in -o: la biro ➜ le biro

la foto ➜ le foto

alcuni nomi femminili che terminano in -ie: la specie ➜ le specie

la serie ➜ le serie

alcuni nomi maschili e femminili che terminano in -i:

il brindisi ➜ i brindisi la metropoli ➜ le metropoli i nomi stranieri o che terminano con consonante: il film ➜ i film

la star ➜ le star

i nomi che hanno l’accento sull’ultima sillaba: il caffè ➜ i caffè la città ➜ le città i monosillabi:

il re ➜ i re

la gru ➜ le gru

lcuni nomi, nel passare dal singolare al plurale, cambiano genere. A Sono maschili al singolare e femminili al plurale: Singolare

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Plurale

l’uovo

le uova

il migliaio

le migliaia

il paio

le paia

il centinaio

le centinaia

il miglio

le miglia

il riso

le risa

Morfologia


il nome

IL NUMERO DEL NOME I nomi sovrabbondanti hanno più forme per il singolare o per il plurale. I sovrabbondanti del singolare hanno più forme al singolare:

il forestiero, il forestiere lo sparviero, lo sparviere

I sovrabbondanti del plurale hanno più forme al plurale:

il sopracciglio ➜ i sopraccigli, le sopracciglia il ginocchio ➜ i ginocchi, le ginocchia

I sovrabbondanti del singolare e del plurale hanno più forme al singolare e al plurale: l’orecchio, l’orecchia ➜ gli orecchi, le orecchie il frutto, la frutta ➜ i frutti, le frutta

I sovrabbondanti del plurale hanno due plurali ma con significato diverso: il braccio

i bracci (di un fiume, di una

gru)

il fondamento

i fondamenti (i principi di una scienza) le fondamenta (la parte interrata di un edificio)

il fuso

i fusi (i fusi orari,

le braccia (parti del corpo

umano)

il budello i budelli (vie strette, cunicoli) le budella (gli intestini) il cervello i cervelli (nel senso di

persone molto intelligenti) le cervella (la materia cerebrale)

il ciglio

i cigli (i margini di un burrone) le ciglia (dell’occhio)

il corno

i corni (strumenti musicali) le corna (degli animali)

il dito

le dita (della mano e o del

il filo

piede prese nell’insieme) i diti (distinti l’uno dall’altro)

i fili (dell’erba, della luce) le fila (di una congiura, di un complotto; del formaggio fuso)

i rocchetti per la filatura)

le fusa (del gatto) il gesto

i gesti (i movimenti) le gesta (le imprese)

il grido

i gridi (degli animali) le grida (degli esseri

umani)

il labbro

i labbri (i margini di una

ferita)

le labbra (della bocca)

il membro

i membri (i componenti di una società) le membra (le braccia)

l’osso

gli ossi (in generale) le ossa (del corpo

umano)

Morfologia

29


il nome

IL NUMERO DEL NOME I nomi difettivi sono i nomi che possono essere usati solo al singolare o solo al plurale. Si chiamano “difettivi” perché ”difettano”, cioè non hanno o il singolare o il plurale. I nomi difettivi del plurale sono i nomi che non hanno il plurale. Sono difettivi del plurale: i nomi dei metalli e degli elementi chimici:

l’ossigeno, l’idrogeno, il piombo, il rame

molti nomi che indicano qualità:

la bellezza, la bontà

molti nomi che indicano una sensazione:

il sonno, la sete, la fame

alcuni nomi di alimenti o sostanze:

il latte, il miele, il pepe, il riso, il grano, il sangue alcuni nomi di malattie:

il morbillo, il tifo, la peste i nomi che indicano cose uniche in natura:

l’equatore

i nomi delle discipline scientifiche:

la fisica, la biologia, la chimica

I nomi difettivi del singolare sono i nomi che non hanno il singolare. Sono difettivi del singolare: i nomi che indicano cose formate da una coppia di parti uguali:

gli occhiali, le mutande, le forbici, i pantaloni

i nomi che indicano un insieme di cose diverse tra loro, ma che hanno una funzione simile:

le stoviglie, i viveri, le viscere, i dintorni

30

i nomi di origine latina:

le nozze, le ferie, le tenebre, i posteri, le esequie, le vestigia

Morfologia


il nome

IL NOME PRIMITIVO Il nome primitivo è un nome che non deriva da nessun altro nome. Il nome primitivo è composto dalla radice e dalla desinenza: fior-e, nonn-o, gatt-o Con i nomi primitivi si formano i nomi: derivati:

composti:

fioriera

portafiori

alterati:

fiorellino

IL NOME DERIVATO Il nome derivato è un nome che deriva da un nome primitivo rispetto al quale ha un significato diverso. er formare un nome derivato si aggiungono alla radice di un nome P primitivo un suffisso o un prefisso o entrambi. Suffisso aio/aia/ai/aie iere/iera/ieri/iere ista/isti ile/ili eria/erie aro/ara/ari/are ificio Prefisso dis

Nome primitivo

fiore zucchero dente fieno salume campana pane Nome primitivo

onore

Prefisso

Suffisso

s

ell

Nome primitivo

porta

Nome derivato

fioraio zuccheriera dentista fienile salumeria campanaro panificio Nome derivato

disonore Nome derivato

sportello Morfologia

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il nome

IL NOME ALTERATO Il nome alterato è un nome che, attraverso un suffisso, altera, cioè cambia un po’ il suo significato.

Uccellino

Casetta

Gattone

Vecchiaccia

Il nome alterato si ottiene aggiungendo alla radice del nome il suffisso adatto, che può indicare piccolezza, bellezza, grandezza, bruttezza. Il nome alterato è formato dalla radice, da un suffisso e dalla desinenza. Alterato

Suffisso

Nome alterato

Diminuitivo Indica piccolezza

ello, ino, etto, icciolo, icello

finestrella, gattino, mobiletto, muricciolo, monticello

Vezzeggiativo Indica bellezza

uccio, otto, olo, acchiotto

lacrimuccia, cucciolotto, figliolo, orsacchiotto

Accrescitivo Indica grandezza

one, accione, acchione

cagnone, omaccione, furbacchione

Dispregiativo Indica bruttezza, disprezzo

accio, astro, ucolo, uncolo, iciattolo

cagnaccio, fratellastro, poetucolo, omuncolo, vermiciattolo

I falsi alterati sono nomi che, pur terminando come i nomi alterati, sono in realtà nomi primitivi:

torrone, pulcino, postino, tacchino, mulino, fustino, tifone, focaccia, burrone, lampone, rapina, visone

Alcuni nomi, passando da primitivo ad alterato, cambiano il genere:

il sapone ➜ la saponetta 32

Morfologia

la via ➜ il viottolo


il nome

IL NOME COMPOSTO Il nome composto è formato dall’unione di due o più parole che possono essere parti differenti del discorso.

Capostazione

Cavatappi

Vi sono modi diversi per formare il plurale dei nomi composti: dipende dal genere e dal tipo di parole che li compongono. Parti del discorso

Parole

Nome composto

Nome + nome

madre (f) + perla (f) arco (m) + baleno (m) pesce (m) + spada (f)

Nome + aggettivo

cassa + forte

Singolare la madreperla l’arcobaleno il pescespada la cassaforte

Plurale le madreperle gli arcobaleni i pescispada le casseforti

Aggettivo + nome

basso (m) + rilievo (m) mezza (f) + luna (f)

il bassorilievo la mezzaluna

i bassorilievi le mezzelune

Aggettivo + aggettivo

sordo + muto

il sordomuto

i sordomuti

Verbo + nome

para + fango (m) aspira + polvere (f)

il parafango l’aspirapolvere

i parafanghi gli aspirapolvere

Verbo + verbo

dormi + veglia

il dormiveglia

i dormiveglia

Verbo + avverbio

posa + piano

il posapiano

i posapiano

Avverbio + nome

dopo + scuola

il doposcuola

i doposcuola

Avverbio + verbo

bene + stare

il benestare

i benestare

Avverbio + aggettivo

sempre + verde

il sempreverde

i sempreverdi

Preposizione + nome

sotto + scala (f) sotto + passaggio (m)

il sottoscala il sottopassaggio

i sottoscala i sottopassaggi

Più parole

fico + di + India non + ti + scordar + di + me

il ficodindia il nontiscordardimé

i ficodindia i nontiscordardimé

Morfologia

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scheda riassuntiva

IL NOME Il nome è la parte variabile del discorso che indica una persona, un animale, una cosa. È formato da radice e desinenza. Può avere prefisso, suffisso o entrambi.

Rispetto al significato

Rispetto al genere

Rispetto al numero

Rispetto alla struttura

Comune Proprio

Maschile Femminile

Singolare Plurale

Concreto Astratto

Indipendente Promiscuo Comune

Invariabile Sovrabbondante Difettivo

Primitivo Derivato Alterato Composto

Generale Specifico Collettivo

Come si fa l’analisi grammaticale di un nome? Per fare l’analisi grammaticale di un nome devi chiederti: Questo nome è: comune o proprio? Di persona, di animale o di cosa? Di genere: maschile o femminile? Indipendente? Promiscuo? Comune? Di numero: singolare o plurale? Invariabile? Sovrabbondante? Difettivo? Concreto o astratto? Generale? Specifico? Collettivo? Primitivo? Derivato? Alterato? Composto?

Casa: nome comune di cosa, genere femminile, numero singolare, concreto, specifico, primitivo. Cangurini: n ome comune di animale, genere promiscuo, numero plurale, concreto, alterato, diminutivo. 34

Morfologia


, l articolo

L ´ ARTICOLO L’articolo è la parte variabile del discorso che precede il nome o un’altra parte del discorso che svolge la funzione di nome.

La porta Una mela Il leggere è un buon passatempo. Preferisci il dolce o il salato? L ’articolo indica se il nome che segue è maschile o femminile, singolare o plurale, quindi indica il genere e il numero. L ’articolo concorda sempre in genere e numero con il nome cui si riferisce. L’articolo può essere: determinativo:

il mare, la medusa, gli scogli indeterminativo:

un amico, un’amica, una scala partitivo:

Compera del pane. Ho comperato dei biscotti al riso.

Alcuni nomi hanno la stessa forma al maschile e al femminile, ma cambiano significato a seconda che l’articolo sia maschile o femminile. Per non sbagliare, devi prestare molta attenzione al significato della frase e al contesto.

Fine della storia: che brutto finale! la fine: femminile ➜ la conclusione della storia Fine della storia è insegnare una morale. il fine: maschile ➜ lo scopo della storia Morfologia

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, l articolo

L ´ARTICOLO DETERMINATIVO E INDETERMINATIVO L’articolo determinativo indica con precisione persone, animali, cose, il loro genere e il loro numero.

Il vigile

La gallina

Gli stivali

Gli articoli determinativi sono: IL, LO, LA, I, GLI, LE. Numero

Genere Maschile Femminile

Singolare

Plurale

• IL davanti a consonante • LO davanti a s impura, x, y, z, gn, pn, ps • L’ davanti a vocale

• I come IL •G LI come LO e davanti a vocale

• LA davanti a consonante • L’ davanti a vocale

• L E davanti a tutte le parole di genere femminile

LO, LA, GLI, LE hanno la stessa forma dei pronomi personali. Sono articoli se accompagnano il nome, pronomi se accompagnano il verbo.

Lo zaino è sul divano, lo prendo subito.

Lo precede ”zaino”, che è un nome, quindi Lo è un articolo; lo accompagna “prendo” che è un verbo, quindi lo è un pronome.

L’articolo indeterminativo indica un nome in modo indeterminato e ne segnala il genere.

Un uomo

Una bambina

Un’ape

Uno scudo

Gli articoli indeterminativi sono: UN, UNO, UNA. Genere Maschile • UN davanti a vocale e a quasi tutte le consonanti • UNO davanti a s impura, x, y, z, gn, pn, ps

36

Morfologia

Femminile • UNA davanti a consonante • UN’ davanti a vocale


, l articolo

L ´ARTICOLO PARTITIVO L’articolo partitivo indica una quantità indeterminata; equivale a un po’. Si usa per fare il plurale dell’articolo indeterminativo.

Dello zucchero

Degli ombrelli

Gli articoli partitivi sono: DEL, DELLO, DELLA, DEI, DEGLI, DELLE. Genere

Singolare DEL davanti a consonante:

DEI davanti a consonante:

DELLO davanti a s impura, x, y, z, gn, pn, ps e davanti a vocale:

DEGLI davanti a s impura, x, y, z, gn, pn, ps e davanti a vocale:

DELLA davanti a consonante e davanti a vocale:

DELLE davanti a consonante e davanti a vocale:

Ho comperato del sugo buonissimo.

Maschile

Hai versato dello zucchero per terra.

Femminile

Plurale

Porta in tavola della frutta.

Piera ha dei pennarelli nuovi.

Ho comperato degli stivali neri.

Ho buttato delle riviste vecchie.

UNO, UNA e gli articoli partitivi hanno la stessa forma di altre parti del discorso e con esse possono essere confuse: per evitare di sbagliare, occorre fare attenzione al contesto e al senso della frase: articolo indeterminativo: Io ho uno zio e una zia (UNO e UNA sono articoli indeterminativi) aggettivo: Io ho due matite rosse, io ho una sola matita blu (UNA è aggettivo numerale) pronome: Tu hai tre videogiochi, io solo uno (UNO è pronome numerale) articoli partitivi: Ho incontrato dei miei amici (DEI è articolo partitivo) preposizione articolata: Il volume della radio è alto (DELLA è preposizione articolata)

Morfologia

37


scheda riassuntiva

L ´ ARTICOLO L’articolo è la parte variabile del discorso che accompagna un nome o una parte di discorso che ha la funzione di nome.

Indica il genere e il numero e può essere:

determinativo

indeterminativo

partitivo

Come si fa l’analisi grammaticale di un articolo? Per fare l’analisi grammaticale di un articolo devi chiederti: Questo articolo è: determinativo, indeterminativo, partitivo? Maschile o femminile? Singolare o plurale?

Il: articolo determinativo, genere maschile, numero singolare. Una: articolo indeterminativo, genere femminile, numero singolare. Delle: articolo partitivo, genere femminile, numero plurale.

38

Morfologia


, l aggettivo

L ´ AGGETTIVO L’aggettivo è la parte variabile del discorso che si aggiunge al nome per precisarne alcune qualità e caratteristiche.

Freddo Veloci Bella Prudente

Gli aggettivi possono essere: qualificativi quando indicano una qualità del nome:

il vecchio re, la principessa bellissima, la piccola sedia, la sedia rossa determinativi (o indicativi) quando indicano alcuni aspetti del nome: il possesso:

il mio cane

la posizione:

questa lampada la quantità:

molti gatti il numero:

L’aggettivo è sempre vicino al nome, prima o dopo di esso:

il freddo inverno l’inverno freddo

tre topi

Morfologia

39


, l aggettivo

L ´ AGGETTIVO QUALIFICATIVO L’aggettivo qualificativo dà informazioni sulle qualità e sulle caratteristiche del nome.

Il bambino generoso Una bella immagine

Le informazioni che dà l’aggettivo qualificativo possono riguardare: la dimensione:

il grande prato, le alte montagne la forma:

i fori rotondi, la palla sferica il colore:

il limone giallo, una gonna viola il tempo:

il riposo settimanale, le ore notturne il sentimento:

gli sguardi malinconici, l’allegra brigata il luogo:

il ragazzo campagnolo, le spiagge marine il comportamento:

un ragazzo educato, la cortese attenzione la materia:

i monumenti marmorei, una statua lignea i sono aggettivi qualificativi che si sono formati con l’introduzione C delle nuove tecnologie: multimediale, computerizzato, videodipendente. T alvolta l’aggettivo qualificativo può avere la funzione del nome, se usato da solo. In questo caso l’aggettivo si definisce aggettivo sostantivato perché ha la funzione di sostantivo, cioè di nome:

i poveri (gli uomini poveri), due italiane (due donne italiane), il mondiale (il campionato mondiale). 40

Morfologia


, l aggettivo

IL GENERE E IL NUMERO DELL´ AGGETTIVO L ’aggettivo concorda sempre nel genere e nel numero con il nome a cui si riferisce. er la formazione del femminile e del plurale, gli aggettivi si distinguono P in tre gruppi: Genere

Desinenza del singolare

Desinenza del plurale

Maschile

-o

-i

Femminile

-a

-e

Maschile Femminile

buono buona

-ista

altruista

buoni buone -isti

altruisti -iste

altruiste

Maschile -e Femminile

dolce

-i

dolci

Se l’aggettivo si riferisce a più nomi, il plurale sarà: femminile, se tutti i nomi sono femminili:

Mariangela, Rosaria e Bruna sono mie amiche.

maschile, se tutti i nomi sono maschili o misti:

Quel frigorifero e quel forno sono nuovi. La sciarpa e i guanti rossi sono di Leo.

Morfologia

41


, l aggettivo

L ´ AGGETTIVO QUALIFICATIVO Gli aggettivi qualificativi, come i nomi, possono essere: primitivi, se sono formati dalla radice e dalla desinenza:

giall-o, stanc-o

derivati, se si formano partendo da nomi e verbi a cui si aggiungono i suffissi: città + ino ➜ cittad-ino

alterati, se derivano da un aggettivo primitivo più i suffissi: Alterato

Suffisso

Aggettivo alterato

Diminuitivo

ello, ino, etto, erello

bellino, furbetto, poverello

Vezzeggiativo

uccio, uzzo, occio

magruccio, grassoccio

Accrescitivo

one, ozzo, otto

grandone, grassotto

Dispregiativo

astro, accio

verdastro, poveraccio

composti, se sono formati da due aggettivi primitivi:

agro + dolce ➜ agrodolce

I GRADI DELL´ AGGETTIVO QUALIFICATIVO L ’aggettivo qualificativo può esprimere il grado in cui una qualità è posseduta da una persona, da un animale o da una cosa.

L’aggettivo qualificativo ha tre gradi: positivo: esprime semplicemente la qualità:

la grande finestra

comparativo: stabilisce un confronto tra una qualità di due persone o animali o cose:

Il mio cane è più giovane del tuo.

42

superlativo: esprime la qualità al massimo grado:

Il grattacielo è altissimo. Matteo è il più alto. Morfologia


, l aggettivo

IL GRADO COMPARATIVO Il grado comparativo dell’aggettivo qualificativo stabilisce un confronto tra: la qualità di due persone, animali o cose:

Graziella è più gentile di Fulvia.

due qualità della stessa persona, animale o cosa:

Davide è più distratto che disubbidiente.

I l primo termine del confronto si definisce primo termine di paragone; il secondo termine si definisce secondo termine di paragone:

Il mio zaino è meno pesante della tua valigia. primo termine di paragone

secondo termine di paragone

Il comparativo può essere: di maggioranza: si forma mettendo più davanti all’aggettivo e di/che davanti al secondo termine di paragone:

Giorgio è più grasso di Filippo. La pizza è più buona che grande.

i minoranza: si forma mettendo meno davanti all’aggettivo d e di/che davanti al secondo termine di paragone:

Filippo è meno grasso di Giorgio. La pizza è meno grande che buona.

i uguaglianza: si forma mettendo tanto/così davanti all’aggettivo d e quanto/come davanti al secondo termine di paragone; a volte le parole tanto e così sono sottintese:

Giovanna è tanto alta quanto Leo. Giovanna è così alta come Leo. Dario è (tanto) intelligente quanto Fabiola. Dario è (così) intelligente come Fabiola.

Morfologia

43


, l aggettivo

IL GRADO SUPERLATIVO Il grado superlativo dell’aggettivo qualificativo indica che una persona o un animale o una cosa possiede una qualità a un elevato grado.

Preziosissimo

La più noiosa

Il grado superlativo può essere: assoluto:

una spiaggia bellissima, un bellissimo disegno relativo:

la più alta montagna d’Europa, il mare meno agitato

IL GRADO SUPERLATIVO ASSOLUTO Il grado superlativo assoluto indica una qualità al massimo grado senza fare confronti.

Bruttissimo

Enormemente pigro

Il grado superlativo assoluto si forma: aggiungendo all’aggettivo di grado positivo il suffisso -issimo: lento ➜ lentissimo, veloce ➜ velocissima ettendo prima dell’aggettivo al grado positivo i prefissi arci-, extra-, m iper-, super-, ultra-, mega-:

arcicontenta, superveloce, megagalattico

ettendo prima dell’aggettivo al grado positivo gli avverbi molto, m assai, enormemente, estremamente…:

molto alta, estremamente pericoloso, assai interessante

44

raddoppiando l’aggettivo:

facile facile, corta corta, lungo lungo rafforzando l’aggettivo di grado positivo con un altro aggettivo:

stanco morto, piena zeppa, nuove fiammanti Morfologia


, l aggettivo

IL GRADO SUPERLATIVO RELATIVO Il grado superlativo relativo esprime una qualità al massimo o al minimo grado confrontandola in un gruppo.

Il più simpatico dei miei compagni. La meno distratta delle mie compagne.

Il grado superlativo relativo si forma: con l’articolo determinativo prima del nome + più/meno + l’aggettivo:

il più spiritoso, la meno permalosa

indicando poi il secondo termine di paragone con di o con tra:

il più spiritoso dei tuoi amici, la meno permalosa tra le mie cugine

er non confondere il comparativo con il superlativo relativo, P ricorda che nel superlativo relativo è presente l’articolo.

Il ghepardo è il più veloce degli animali. Il ghepardo è l’animale più veloce. Il ghepardo è il più veloce.

}

superlativi relativi

Il ghepardo è più veloce del leone. ➜ comparativo di maggioranza eneralmente, solo gli aggettivi hanno il superlativo. G A volte, soprattutto nella pubblicità e nello sport, la desinenza del superlativo viene aggiunta anche ai nomi: affarissimi, occasionissima, campionissimo, augurissimi, salutissimi li aggettivi che già al grado positivo esprimono una qualità G al massimo grado non hanno il superlativo: colossale, meraviglioso, straordinario, eccezionale, enorme

Morfologia

45


, l aggettivo

FORME PARTICOLARI DI COMPARATIVO E DI SUPERLATIVO i sono aggettivi qualificativi che hanno forme particolari di comparativo V e di superlativo. Positivo

Relativo

Assoluto

buono

migliore (più buono)

il migliore (il più buono)

ottimo (buonissimo, molto buono, veramente buono…)

cattivo

peggiore (più cattivo)

il peggiore (il più cattivo)

pessimo (cattivissimo, molto cattivo, particolarmente cattivo…)

grande

maggiore (più grande)

il maggiore (il più grande)

massimo (grandissimo, molto grande, estremamente grande…)

piccolo

minore (più piccolo)

il minore (il più piccolo)

minimo (piccolissimo, molto piccolo, piccolo piccolo…)

alto

superiore (più alto)

il più alto

supremo o sommo (altissimo, molto alto…)

basso

inferiore (più basso)

il più basso

infimo (bassissimo, assai basso…)

Grado positivo

Grado superlativo assoluto

acre

acerrimo

aspro

asperrimo

celebre

celeberrimo

integro

integerrimo

misero

miserrimo

salubre

saluberrimo

on queste forme C (migliore, peggiore…) NON devi usare PIÙ, MENO, TANTO QUANTO: NON si dice “il più migliore”, “il meno peggiore”...

46

Superlativo

Comparativo

Morfologia


, l aggettivo

GLI AGGETTIVI DETERMINATIVI Gli aggettivi determinativi (o indicativi) indicano alcuni aspetti del nome.

Mio papà

Questa porta

Tre cuscini

Gli aggettivi determinativi si distinguono in: possessivi:

mio, tuo, suo… dimostrativi:

questo, codesto, quello… indefiniti:

pochi, qualche, alcuni… numerali:

tre, quinto, triplo, due terzi, decennale… interrogativi:

quale? che?… esclamativi:

quale! che!…

Morfologia

47


, l aggettivo

GLI AGGETTIVI DIMOSTRATIVI Gli aggettivi dimostrativi (o indicativi) indicano la posizione di una persona, di un animale o di una cosa nello spazio o nel tempo, rispetto a chi parla o a chi ascolta.

Questo computer

Quella poltrona

Gli aggettivi dimostrativi sono: questo: indica una persona, un animale, una cosa vicino nello spazio e nel tempo a chi parla:

Questo cappellino che ho in testa è di lana.

quello: indica una persona, un animale, una cosa lontano da chi parla e da chi ascolta:

Chiudi quella finestra che è in fondo al corridoio.

c odesto: indica una persona, un animale, una cosa vicino a chi ascolta e lontano da chi parla:

Accendi codesta lampada che è alle tue spalle. Maschile Singolare

Femminile Plurale

Singolare

questo

questi

questa

queste

quello (quel)

quegli (quei)

quella

quelle

codesto

codesti

codesta

codeste

stesso e medesimo: indicano la somiglianza o l’identità tra persone, animali o cose:

Miriam e Alì hanno commesso gli stessi errori. Ci vediamo domani alla medesima ora e al medesimo posto. rafforzano il nome o il pronome che seguono:

La mamma stessa si è meravigliata del mio ordine. Me l’hai detto tu stesso. 48

Plurale

Morfologia

L’aggettivo questo, nel linguaggio parlato, perde la prima sillaba e diventa ’sto, ’sta, ’sti, ’ste:

Sbrigati! Mangia ’sto panino! E togli ’sti piedi dal tavolo! Con queste forme abbreviate sono formate le parole: stamattina, stanotte, stavolta.


, l aggettivo

GLI AGGETTIVI POSSESSIVI Gli aggettivi possessivi accompagnano il nome e indicano a chi appartiene una cosa o un animale o con chi è in relazione una persona.

Il mio cane

La vostra casa

I suoi insegnanti

Gli aggettivi possessivi sono: Persona io tu egli (lui/lei) noi voi essi (loro)

Maschile Singolare mio (appartiene a me) tuo (appartiene a te) suo (appartiene a lui/lei) nostro (appartiene a noi) vostro (appartiene a voi) loro (appartiene ad essi/esse)

Plurale

Femminile Singolare Plurale

miei

mia

mie

tuoi

tua

tue

suoi

sua

sue

nostri

nostra

nostre

vostri

vostra

vostre

loro

loro

loro

L ’aggettivo possessivo è preceduto dall’articolo e precede il nome a cui si riferisce. S ono aggettivi possessivi anche proprio, propria, propri, proprie e altrui. Proprio si usa al posto di suo: quando il verbo è impersonale:

Si deve fare il proprio dovere.

er specificare che è riferito a chi compie p o subisce l’azione:

Fabio chiede a Gina i propri pattini (se i pattini sono di Fabio). Fabio chiede a Gina i suoi pattini (se i pattini sono di Gina).

ltrui significa “di un A altro”, “degli altri”:

Bisogna rispettare le opinioni altrui (degli altri).

L oro e altrui sono invariabili, cioè non cambiano genere e numero.

nelle frasi in cui chi compie l’azione è indefinito:

Ciascuno prenda il proprio bagaglio.

Morfologia

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, l aggettivo

GLI AGGETTIVI NUMERALI Gli aggettivi numerali indicano una quantità precisa o l’ordine all’interno di una serie.

Due telecomandi

Terzo classificato

Un costo doppio

Mezza pizza

I principali aggettivi numerali sono:

Cardinali

• Indicano in modo preciso la quantità numerica del nome a cui si accompagnano. • Si scrivono quasi sempre in lettera. • Sono invariabili, tranne uno, che si comporta come l’articolo, e mille, che ha il plurale (mila).

Uno, due, tre, mille…

Ordinali

• Indicano la successione, la posizione del nome a cui si riferiscono all’interno di una serie numerica. • Si scrivono in lettere, in numero romano oppure in cifra con “o” per il maschile e “a” per il femminile. • Sono variabili, cioè hanno la forma del maschile, del femminile, del singolare, del plurale.

Il nonno ha piantato tre albicocchi. Ci sono ancora quattro banane, una mela e due pere. Al concerto c’erano seimila persone. Sono seduta al quarto banco. Ho trovato un posto in prima fila. Luigi XIV era detto “Re Sole”. È il 4° volume.

Primo, secondo, due millesimi, milionesimo…

Uno e una possono essere articoli indeterminativi o aggettivi numerali. Un uccellino è nel nido (un significa un uccellino qualsiasi, quindi è articolo indeterminativo). Un solo uccellino è nel nido (un significa 1 uccellino, non 2 o 3, quindi è aggettivo numerale cardinale). 50

Morfologia


, l aggettivo

GLI AGGETTIVI INDEFINITI Gli aggettivi indefiniti indicano una quantità o una qualità generiche.

Diversi bambini

Pochi animali

Gli aggettivi indefiniti indicano: una quantità indefinita:

una qualità indefinita:

Ho raccolto parecchi funghi. Alcune bambine sono malate.

Raccontami una fiaba qualunque. Qualsiasi proposta non ti va bene.

una unità o quantità indefinita:

una totalità indeterminata:

Ciascun animale ha la sua tana. Ogni lavoro è dignitoso.

Tutti gli atleti sono pronti. Nessuna finestra è aperta.

Sono aggettivi indefiniti: alcuno, alquanto, altrettanto, diverso, molto, parecchio, poco, tanto, troppo, vario, più, meno

ogni, qualche, altro, certo, certuno, ciascuno, tale, taluno

qualunque, qualsiasi, qualsivoglia

nessuno, tutti

indicano una quantità indefinita

indicano una unità o una quantità indefinita

indicano una qualità indefinita

indicano una totalità indeterminata

Nessuno, quando sta all’inizio di una frase, esprime da solo la negazione:

Nessun visitatore ha acquistato il catalogo della mostra.

Se sta dopo il verbo, occorre usare la negazione non all’inizio di frase:

Non ho visto nessun amico.

Morfologia

51


, l aggettivo

GLI AGGETTIVI INDEFINITI

Gli aggettivi indefiniti si distinguono in: variabili, se concordano con il nome per genere e numero. Sono: alcuno, alquanto, altrettanto, altro, certo, certuno, diverso, molto, parecchio, taluno, tanto, poco, troppo, tutto, vario.

Ho parecchi compiti. Ho raccolto poche ciliegie.

i nvariabili, se hanno un’unica forma per il maschile e per il femminile e si usano solo al singolare. Sono: qualche, qualunque, ogni, qualsiasi, qualsivoglia.

Ogni ragazzo indossava la tuta. Possiamo partire a qualunque ora.

v ariabili nel genere, se hanno il maschile e il femminile, ma non il singolare e il plurale. Sono: ciascuno, nessuno.

Ciascuna porta deve restare chiusa. Nessuno sciatore è caduto.

v ariabili nel numero, se hanno il singolare e il plurale, ma non il maschile e il femminile. È variabile nel numero: tale.

Un tale disastro non me l’aspettavo. Ha raccontato tali bugie.

52

Morfologia


, l aggettivo

GLI AGGETTIVI INTERROGATIVI ED ESCLAMATIVI Gli aggettivi interrogativi introducono una domanda diretta o indiretta sulla qualità del nome che accompagnano.

Quale libro leggi? Non so quale treno prendere.

Gli aggettivi interrogativi sono: quale: serve per chiedere informazioni sulla qualità o sull’identità del nome a cui si riferisce. È variabile nel numero, ha cioè il singolare e il plurale, ma invariabile nel genere, cioè non cambia forma al maschile e al femminile.

Quale fiore preferisci? Quale trasmissione vedi?

c he: è usato al posto di quale. È invariabile.

Di che colore è la tua bici?

Quali sandali vuoi? Quali scarpe vuoi? Che pizza scegli?

quanto: serve per chiedere informazioni sulla quantità del nome a cui si riferisce. È variabile nel genere e nel numero, cioè ha maschile e femminile, singolare e plurale.

Quanto sale metto nell’acqua?

Quante cugine hai?

Gli aggettivi esclamativi servono per introdurre un’esclamazione.

Che sorpresa!

Quanta neve!

Sono aggettivi esclamativi: quale

Quale fortuna hai avuto!

che

Che bella giornata! quanto

Quanta fatica inutile! Morfologia

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scheda riassuntiva

L ´ AGGETTIVO L’aggettivo è la parte variabile del discorso che si aggiunge al nome per precisarne alcune qualità e caratteristiche.

Aggettivo qualificativo Grado positivo Grado comparativo (maggioranza, minoranza, uguaglianza) Grado superlativo (assoluto, relativo) Genere (maschile, femminile) Numero (singolare, plurale) Primitivo Derivato Alterato Composto

Aggettivi determinativi o indicativi Possessivo Dimostrativo Indefinito Numerale Interrogativo Esclamativo Genere (maschile, femminile) Numero (singolare, plurale) Invariabile

Come si fa l’analisi grammaticale di un aggettivo? Per fare l’analisi grammaticale di un aggettivo devi chiederti: Questo aggettivo: è qualificativo? Di quale grado: positivo, comparativo di maggioranza, di minoranza, di uguaglianza? Superlativo assoluto? Superlativo relativo? Maschile o femminile? Singolare o plurale? Primitivo? Derivato? Alterato? Composto? È possessivo? È dimostrativo? È indefinito? È numerale? È interrogativo? È esclamativo? Maschile o femminile? Singolare o plurale? Invariabile?

(Vestito) più bello: aggettivo qualificativo, di grado comparativo di maggioranza, genere maschile, numero singolare, primitivo. Qualsiasi (bambino): aggettivo indefinito, invariabile. Quattro (volpi): aggettivo numerale cardinale, invariabile. 54

Morfologia


il pronome

IL PRONOME Il pronome è la parte variabile del discorso che sostituisce un nome e si usa per evitare ripetizioni.

Ieri io ho incontrato Marita, non la vedevo da molto tempo e l’ho rivista con piacere.

Il pronome, oltre al nome, può sostituire: un aggettivo: O sei sincero o non lo sei. (lo sostituisce sincero) un gruppo di parole:

Ho comperato fragole e ciliegie: le vuoi anche tu? (le sostituisce fragole e ciliegie) un’intera frase:

Questa sera ci sarà un temporale: lo dicono le previsioni. (lo sostituisce questa sera ci sarà un temporale) un altro pronome:

Non prendere la tua borsa, ma la mia, che è più grande. (che sta al posto di mia) un verbo:

Vuoi bere una bibita? Sì, lo voglio. (lo sta al posto di bere)

Morfologia

55


il pronome

IL PRONOME I pronomi possono essere: indefiniti:

personali:

io, me, mi…

alcuni, parecchi…

possessivi:

interrogativi ed esclamativi:

mio, tuo, suo…

chi? che!…

dimostrativi:

relativi:

questo, quello…

che, il quale… numerali: cardinali

tre, cento, mille…

ordinali

terzo, centesimo, millesimo…

Il pronome, siccome può sostituire verbi e intere frasi, viene detto anche sostituente. Per non confondere il pronome con l’aggettivo, devi ricordare che l’aggettivo accompagna sempre un nome, mentre il pronome sostituisce il nome. Quindi, accanto al pronome, il nome non compare mai.

Il tuo cane e il suo vanno d’accordo.

Tuo è aggettivo perché accompagna il nome cane; suo è pronome perché sta al posto del nome cane. 56

Morfologia


il pronome

I PRONOMI PERSONALI Il pronome personale può avere la funzione di soggetto o di complemento. I pronomi personali sostituiscono i nomi, indicando le diverse persone del discorso. SINGOLARE Persona Soggetto Complemento 1a (la persona che parla)

Me

Io

Guarda me.

Io parlo.

Mi

Ascoltami. 2a (la persona che ascolta)

Tu

Vieni da me. Dimmi.

Te

Tu giochi.

Luisa chiama te. Parla con te. Ti

Luisa ti chiama, deve parlarti. 3a (la persona di cui si parla)

Egli (Lui)

Egli nuota.

Lui

Lei

Gli (a lui)

Le (a lei)

Ora sento lui. Riferisci a lui.

Ella (Lei)

Ella stira.

Ora cerco lei. Dillo a lei.

Esso (Lui)

Gli telefono io.

Essa (Lei)

Leo porta con sé il suo cane.

Esso barrisce.

Le regalo un libro.

Essa ruggisce.

PLURALE Persona 1a (le persone che parlano)

Soggetto Noi

Noi cantiamo.

2a (le persone che ascoltano)

Voi

3a (le persone di cui si parla)

Essi (Loro) Essi partono. Esse (Loro) Esse arrivano

Voi crescete.

Complemento Ci

Paolo ci segue. Luca ci telefonerà. Vi

Vi aiuto io. Vi chiedo scusa. Li

Noi li aspettiamo. Le

Voi le accompagnate. Loro

Rivolgiti a loro. Morfologia

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il pronome

I PRONOMI PERSONALI er quanto riguarda la terza persona dei pronomi P personali, ricorda che: egli ed ella indica persone;

lui, lei, loro indicano persone, animali domestici o umanizzati (i protagonisti di fiabe, favole, fumetti, cartoni animati);

esso indica animali o cose;

essa indica animali o cose;

essi ed esse indicano persone, animali, cose. Il pronome personale, quando ha la funzione di soggetto, a volte può essere sottinteso, cioè non viene espresso perché lo si può dedurre.

Credete che non mi sia accorta che hanno rotto il vaso?

I soggetti sottintesi sono voi (credete), io (non mi sia accorta), essi (hanno rotto).

me mi, a te ti, a lui gli, a lei le, a noi ci, a voi vi, a loro gli sono A errori perché: mi = a me ti = a te gli = a lui le = a lei ci = a noi vi = a voi Dunque si deve usare o una forma o l’altra, non tutte e due insieme. I pronomi personali egli, ella, essa, essi, esse non sono più molto usati e sono spesso sostituiti da lui, lei, loro.

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Morfologia


il pronome

LE PARTICELLE PRONOMINALI Sono particelle pronominali MI, TI, SI, CI, VI, LO, LA, LI, LE.

Le particelle pronominali possono essere usate come: complemento oggetto:

Michela mi ha invitato alla sua festa. La interrogano sempre. complemento di termine:

Michela mi ha telefonato poco fa. Le telefonerò domani.

Le particelle pronominali devono stare dopo il verbo con: il modo imperativo:

Telefonami subito!

l’infinito:

pettinarsi, lavarmi, invitarci il gerundio:

portandoti, chiamandola, telefonandoci il participio passato:

aiutatolo, prestatomi.

L e particelle pronominali hanno forme composte: me lo, te lo, ve lo, gliela‌

Te lo chiedo per favore!

Morfologia

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il pronome

I PRONOMI PERSONALI RIFLESSIVI I pronomi personali riflessivi sono pronomi che si usano quando l’azione compiuta dal soggetto “si riflette”, cioè si esercita, sul soggetto stesso.

Tu ti vesti.

Essi si tuffano. SINGOLARE

Persona

Soggetto

Pronome riflessivo

1a (la persona che parla)

Io

2a (la persona che ascolta)

Tu

Ti

3a (la persona di cui si parla)

Egli Ella Essa (Lui/Lei)

Si

Mi

Io mi lavo.

Tu ti specchi. Mauro si veste. Sé (sé stesso/a)

Matteo protegge sempre sé stesso.

PLURALE Persona

Soggetto

Pronome riflessivo

1a (le persone che parlano)

Noi

Ci

2a (le persone che ascoltano)

Voi

Vi

3a (le persone di cui si parla)

Essi Esse (Loro)

Si

Noi ci voltiamo. Voi vi addormentate. Essi si allontanano. Sé (stessi)

I tuoi amici proteggono sé stessi. 60

Morfologia


il pronome

I PRONOMI POSSESSIVI I pronomi possessivi, come gli aggettivi possessivi, precisano a chi appartiene la persona o la cosa o l’animale che è indicato dal nome che sostituiscono.

Prendi il tuo maglione e il suo. Persona

Il tuo cane e il mio si rincorrono.

Maschile Singolare

Plurale

Femminile Singolare

Plurale

io

(il) mio

(i) miei

(la) mia

(le) mie

tu

(il) tuo

(i) tuoi

(la) tua

(le) tue

egli (lui/lei)

(il) suo

(i) suoi

(la) sua

(le) sue

noi

(il) nostro

(i) nostri

(la) nostra

(le) nostre

voi

(il) vostro

(i) vostri

(la) vostra

(le) vostre

essi (loro)

(il) loro

(i) loro

(la) loro

(le) loro

Sono aggettivi e pronomi possessivi anche proprio e altrui. I pronomi possessivi sono sempre preceduti dall’articolo determinativo:

Il mio gatto è grigio, e il tuo?

La parola tuo sostituisce “il gatto”, quindi è un pronome possessivo.

I PRONOMI DIMOSTRATIVI I pronomi dimostrativi specificano la posizione o la somiglianza di una persona, di un animale, di una cosa. Come tutti i pronomi, sostituiscono il nome.

C’è differenza tra questo disegno e quello. I pronomi dimostrativi sono: questo, quello, codesto, stesso, medesimo.

Morfologia

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il pronome

I PRONOMI NUMERALI I pronomi numerali sono gli aggettivi numerali che vengono utilizzati come pronomi.

I pronomi numerali possono essere: cardinali: uno, una, tre, duemila… ordinali: quarto, quinta…

I PRONOMI INDEFINITI I pronomi indefiniti indicano in modo indeterminato, cioè non specificato, la quantità o l’identità di persone, animali, cose.

Non prendere tutte le mele, ma solo alcune. Chiunque voglia iscriversi alla gara, venga domani.

I pronomi indefiniti sono: alcuno, tanto, poco, troppo, parecchio, molto, tutto, quanto, altro; ciascuno, nessuno, qualcuno, ognuno, uno; chiunque, qualcosa, niente, nulla.

I PRONOMI INTERROGATIVI ED ESCLAMATIVI I pronomi interrogativi introducono una domanda chiedendo informazioni sull’identità, sulla qualità o sulla quantità di persone, animali, cose. I pronomi esclamativi introducono un’esclamazione. I pronomi interrogativi sono: chi? Che? Quale? Quanto? I pronomi esclamativi sono: chi! Che! Quale! Quanto! 62

Morfologia


il pronome

I PRONOMI RELATIVI I pronomi relativi sostituiscono un nome e nello stesso tempo mettono in relazione due frasi.

Ho mangiato il gelato. Il gelato era nel frigorifero. Ho mangiato il gelato che (il gelato) era nel frigorifero.

I pronomi relativi sono: che, cui: invariabili nel genere e nel numero:

Mi hanno regalato la bici che desideravo. Hai trovato i libri che ti ho prestato? Il signore a cui hai aperto la porta è mio nonno. Le squadre per cui tifiamo sono in serie A. il quale: variabile nel genere e nel numero (la quale, i quali, le quali):

Allo spettacolo hanno assistito molte persone, le quali, al termine, hanno applaudito con entusiasmo. Alla rappresentazione hanno assistito tutti gli alunni, ai quali è stato donato un libro. Ti ho portato la camicetta, per trovare la quale ho girato mezza città .

Morfologia

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il pronome

L´ USO DEL PRONOME RELATIVO Il pronome relativo che si usa: come soggetto della frase e può essere sostituito da il quale:

Vai a trovare Fulvia, che è ammalata. Vai a trovare Fulvia, la quale è ammalata.

c ome complemento oggetto e non può essere sostituito da nessun altro pronome relativo:

Vi aspetta l’allenatore che voi non conoscete ancora.

I l pronome relativo cui si usa solo come complemento indiretto preceduto da una preposizione semplice (di, a, da, in…):

Il bambino di cui ti ho parlato. La città in cui abito. Gli amici con cui gioco. Alba, la cui sorella (la sorella della quale) è tua amica, è in classe con me.

64

I pronomi relativi il quale, la quale, i quali, le quali si usano: come soggetto al posto del pronome che: Adesso suona Riccardo, il quale (che) fa parte dell’orchestra sinfonica. come complemento indiretto, preceduto da una preposizione:

L’amico al quale sono più affezionata è Flavio. Questo è il motivo per il quale non sono venuta. Molte sono le città nelle quali si possono ammirare splendidi monumenti.

Morfologia


scheda riassuntiva

IL PRONOME Il pronome è la parte variabile del discorso che, in una frase, sostituisce un nome, un verbo, un aggettivo, un altro pronome, un’intera frase.

Ha solo la funzione di pronome: Personale Riflessivo Relativo

Uno, qualcuno, ognuno, chiunque, qualcosa, niente, nulla (pronomi

indefiniti)

Può avere la funzione di aggettivo se accompagna un nome: Possessivo Dimostrativo Indefinito Interrogativo ed esclamativo Numerale

Come si fa l’analisi grammaticale di un pronome? Per fare l’analisi grammaticale di un pronome devi per prima cosa essere sicuro che sostituisca un nome e non confonderlo con un aggettivo (in quest’ultimo caso accompagnerebbe un nome). Se è un pronome personale, devi chiederti: è soggetto? Complemento? Riflessivo? 1a, 2a, 3a persona singolare o plurale? Di numero singolare o plurale?

Noi (mangiamo): pronome personale soggetto, 1a persona plurale. Le (regalo): p ronome personale complemento, genere femminile, 3a persona singolare, numero singolare.

S e è un pronome possessivo, devi chiederti: è di genere maschile o femminile? 1a, 2a, 3a persona singolare o plurale? Di numero singolare o plurale?

(Le) mie: pronome possessivo, genere femminile, 1a persona singolare, numero plurale.

S e è un pronome dimostrativo, indefinito, interrogativo, esclamativo, relativo, numerale, devi chiederti: è di genere maschile o femminile? Di numero singolare o plurale? Invariabile?

Quelle: pronome dimostrativo, genere femminile, numero plurale.

Morfologia

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il verbo

IL VERBO Il verbo è la parte variabile del discorso che indica un’azione compiuta o subita dal soggetto, un modo di essere del soggetto, uno stato del soggetto.

Tu cammini. Tina è affaticata. Noi siamo in casa. Il verbo può indicare:

un’azione compiuta dal soggetto:

Il bambino piange.

un’azione subita dal soggetto:

Un albero è stato abbattuto.

un modo di essere del soggetto:

Loredana è stanca.

uno stato del soggetto:

Il gatto sta in casa.

Ogni verbo è formato da: radice e desinenza.

LE CONIUGAZIONI I verbi, in base alla desinenza dell’infinito presente, sono classificati in tre coniugazioni. Prima coniugazione -ARE

lodare, giocare

Seconda coniugazione -ERE

temere, leggere

Terza coniugazione -IRE

sentire, dormire

Coniugare un verbo vuol dire cambiare le desinenze a seconda di ciò che si vuole indicare dell’azione: persona, tempo, modo. Io dormo, tu dormi ➜ indica la persona che compie l’azione Egli partirà, egli partì ➜ indica il tempo Tu leggi, tu leggeresti ➜ indica il modo 66

Morfologia


il verbo

LA PERSONA E IL NUMERO La desinenza del verbo ci fornisce informazioni sul soggetto, cioè su chi compie o subisce o a chi si riferisce l’azione, indicandoci la persona e il numero. Per indicare le persone dei verbi si usano i pronomi personali. Il verbo può essere in:

1 a persona quando il soggetto è chi parla

a persona quando 2 il soggetto è chi ascolta

a persona quando 3 il soggetto è diverso da chi parla o da chi ascolta

{ {

{

1a persona singolare: IO

Io canto. Io sono chiamato.

1a persona plurale: NOI

Noi cantiamo. Noi siamo chiamati.

2a persona singolare: TU

Tu canti. Tu sei chiamato.

2a persona plurale: VOI

Voi cantate. Voi siete chiamati.

3a persona singolare: EGLI, ELLA ESSO, ESSA

Egli canta. Essa è chiamata.

3a persona plurale: ESSI, ESSE

Essi cantano. Esse sono chiamate.

Morfologia

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il verbo

IL TEMPO La desinenza del verbo indica il tempo in cui avviene un’azione.

I tempi verbali fondamentali sono tre: presente: indica che l’azione è contemporanea al momento in cui si parla o si scrive. Marta ride (Marta ride adesso, mentre io lo dico).

Marta è felice.

passato: indica che l’azione è anteriore al momento in cui si parla o si scrive, è avvenuta prima. Marta al cinema ha riso tanto (Marta non sta ridendo adesso, ma il fatto è avvenuto tempo fa).

Marta aveva due gattini.

futuro: indica che l’azione è posteriore al momento in cui si parla o si scrive, non è ancora avvenuta, accadrà tra un po’ di tempo. Marta riderà vedendo questo film (non sta ridendo ora, ma lo farà quando vedrà il film).

Marta avrà un bambino.

I tempi dei verbi si dividono in: tempi semplici: sono formati da una sola voce verbale.

Matilde corre in giardino. Matilde ha fame.

tempi composti: sono formati da due voci verbali; per formare i tempi composti si usano i verbi essere e avere, che indicano la persona.

Carolina è andata via. Carolina aveva mangiato.

68

Morfologia


il verbo

IL MODO Il modo del verbo indica come chi parla o scrive presenta un fatto, un’azione o una situazione secondo il suo punto di vista o il suo stato d’animo. Il verbo ha sette modi, che si distinguono in: modi finiti: sono quelli che esprimono un’azione permettendo di individuare la persona e il tempo attraverso la desinenza. Essi sono: indicativo: è il modo che esprime la certezza:

(Io) leggo.

congiuntivo: è il modo che esprime il dubbio, il desiderio, la possibilità, il timore:

Temo che tu ti sia fatto male. Spero che tu venga a trovarmi.

condizionale: è il modo che esprime la possibilità che un avvenimento accada, ma solo a certe condizioni:

Verrei alla tua festa, se fossi a Milano.

imperativo: è il modo che esprime un comando, un’esortazione:

Studia con più impegno! Sorridi!

odi indefiniti: hanno la desinenza che indica il tempo e non la persona. m Essi sono: infinito: è il modo che esprime il significato del verbo:

ballare, correre, dormire

participio: è il modo che esprime il significato del verbo come se fosse una qualità:

il grillo parlante, lo sciroppo scaduto

gerundio: esprime il modo in cui avviene un’azione o un fatto:

Il cane fuggì correndo. Andando a casa, ti ho incontrato. Sbagliando si impara.

Morfologia

69


il verbo

I VERBI ESSERE E AVERE I verbi essere e avere sono detti ausiliari perché aiutano gli altri verbi a formare i tempi composti. I verbi ausiliari hanno una coniugazione propria. I l verbo essere si usa per formare tutti i tempi della forma passiva dei verbi transitivi:

Io sono interrogato dalla maestra.

I l verbo essere ha anche un proprio significato: stare, esistere, trovarsi in un luogo o in una situazione.

La nonna è in casa.

Il verbo avere si usa: per formare i tempi composti dei verbi transitivi nella forma attiva:

Io ho tagliato la torta.

con alcuni verbi intransitivi: quelli che indicano un’attività fisica o un movimento:

Tu hai camminato a lungo.

quelli che indicano l’emissione della voce:

Mauro ha parlato.

I l verbo avere ha anche un proprio significato, che è quello di possedere.

La mamma ha una bicicletta.

Il termine ausiliare deriva dal latino auxilium, che significa aiuto. Non è sempre facile sapere quale ausiliare ci vuole con i verbi intransitivi. In caso di dubbio, è opportuno consultare il vocabolario, che indica l’ausiliare richiesto da tutti i verbi intransitivi.

Sembrare: v.(verbo) intr. (intransitivo); aus. (ausiliare) essere.

70

Morfologia


il verbo

IL MODO INDICATIVO Il modo indicativo è il modo della certezza e indica un’azione che è avvenuta nel passato, che avviene nel presente o che avverrà in futuro.

Ieri ha piovuto.

Oggi nevica.

Priscilla è ammalata. Priscilla è venuta con me al mare. Priscilla verrà a casa mia alle tre.

{

Domani sarà sereno.

Chi fa queste affermazioni è sicuro che ciò che dice è vero: accade, è accaduto o accadrà.

Il modo indicativo ha otto tempi: quattro semplici e quattro composti. Tempi semplici

Tempi composti

Presente

Passato prossimo

Imperfetto

Trapassato prossimo

Passato remoto

Trapassato remoto

Futuro semplice

Futuro anteriore

io guardo

io guardavo io guardai

io guarderò

io ho guardato

io avevo guardato io ebbi guardato

io avrò guardato

Morfologia

71


il verbo

IL MODO CONGIUNTIVO Il modo congiuntivo è il modo della possibilità, del dubbio e dell’incertezza, del desiderio e indica un’azione che non è certa e reale, ma possibile, verosimile, desiderabile.

Non credo che tu abbia ragione.

Se tu avessi ascoltato tuo fratello...!

Il congiuntivo si chiama così perché congiunge due proposizioni per esprimere: un fatto possibile:

La mamma vorrebbe che io mettessi in ordine la mia camera.

un fatto impossibile, un desiderio:

Se sapessi volare...! Vincessi alla lotteria! un fatto necessario:

È meglio che tu prenda l’ombrello. un’esortazione:

Sia educato, si metta in coda! n fatto avvenuto, ma presentato attraverso l’opinione o le parole u di un’altra persona:

La nonna pensa che sia stata io a fare i dispetti a mio fratello.

I l modo congiuntivo si usa nelle frasi dipendenti, subordinate, introdotte dalle congiunzioni perché, affinché, se, che, benché, purché…:

Abbiamo telefonato agli zii perché venissero a trovarci. Devo ritirare il bucato prima che piova. I l modo congiuntivo ha quattro tempi: due semplici e due composti. Tempi semplici Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

che io guardi che io guardassi 72

Tempi composti

Morfologia

che io abbia guardato che io avessi guardato


il verbo

IL MODO CONDIZIONALE Il modo condizionale è il modo della possibilità che un fatto avvenga, ma solo a certe condizioni.

Se tu avessi tempo, ti chiederei un favore.

Ora riposerei un po’.

L a frase che esprime l’azione al condizionale è per lo più collegata a un’altra frase:

Ti accompagnerei volentieri se avessi l’automobile.

Il modo condizionale usato da solo esprime: un desiderio:

Mangerei un buon gelato!

una richiesta espressa con cortesia:

Vorrei un po’ d’acqua. un dubbio:

Che cosa dovrei dire? un’opinione personale:

Mi sembrerebbe opportuno avvisare la famiglia dell’alunno. un fatto che suscita stupore o incredulità:

Sarebbe stato Enrico a mettere in giro queste voci? I l modo condizionale ha due tempi: uno semplice e uno composto. Tempo semplice Presente

io guarderei

Tempo composto Passato

io avrei guardato

Morfologia

73


il verbo

IL MODO IMPERATIVO Il modo imperativo è il modo dell’ordine e del comando.

Esci!

Muoviti!

Il modo imperativo si usa per esprimere: un ordine: un divieto:

Siediti!

Non muoverti!

un comando:

un suggerimento:

Chiudete la porta!

Riposatevi un po’!

un invito:

Aiuta il tuo compagno! L’imperativo ha un solo tempo semplice.

IL MODO INFINITO Il modo infinito esprime il significato dell’azione senza indicare la persona.

Giocare

Cadere

Nitrire

Essere

Avere

Nelle frasi indipendenti il modo infinito serve per indicare: un divieto: la funzione di sostantivo:

Non entrare.

Leggere mi rilassa. Mi sono svegliata con il cinguettare degli uccellini.

un ordine:

Scendere! Scendere! un’esclamazione:

Che fare?

Il modo infinito ha due tempi: uno semplice e uno composto. Tempo semplice Presente

guardare 74

Morfologia

Tempo composto Passato

aver guardato


il verbo

IL MODO PARTICIPIO Il modo participio ha le caratteristiche sia di un verbo sia di un aggettivo.

Il tappeto volante.

La luce accesa.

Il modo participio: come verbo indica un’azione o un modo di essere:

la segnaletica indicante il percorso

c ome aggettivo ha la funzione di attributo per cui concorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce:

il prato seminato, i prati seminati l’aiuola seminata, le aiuole seminate

Il modo participio ha due tempi: uno semplice e uno composto. Tempo semplice Presente

Tempo composto Passato

guardante

guardato

IL MODO GERUNDIO Il modo gerundio presenta un avvenimento, un’azione, un modo di essere, mettendoli in rapporto con un altro evento che è espresso dal verbo della proposizione principale o reggente.

Uscendo di casa, ho incontrato il mio vicino. Avendo studiato con impegno, ho preso un bel voto in scienze. Il modo gerundio ha due tempi: uno semplice e uno composto. Tempo semplice Presente

guardando

Tempo composto Passato

avendo guardato

Morfologia

75


il verbo

I VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI I n base al modo in cui i verbi si collegano alle altre parole della frase, essi vengono distinti in due generi: verbi transitivi e verbi intransitivi.

I ver i transitivi I verbi transitivi esprimono un’azione compiuta dal soggetto che passa su una persona o un animale o una cosa, cioè sul complemento oggetto.

Lavare i piatti.

76

Dire una bugia.

Andrea

mangia

la pizza

soggetto

verbo transitivo

oggetto

compie l’azione

esprime l’azione

l’azione compiuta dal soggetto passa sull’oggetto

Morfologia


il verbo

I ver i intransitivi I verbi intransitivi esprimono un’azione che non passa direttamente sull’oggetto.

Andare a cavallo.

Il cavallo nitrisce.

I verbi intransitivi non possono avere il complemento oggetto o diretto (cioè che non è introdotto da una preposizione), ma solo complementi indiretti, cioè introdotti da preposizioni.

Mirella

parte

soggetto

verbo intransitivo

compie un’azione

esprime un’azione che non passa su un oggetto

Per capire se un verbo è transitivo, devi porti la domanda:

che cosa?

Se puoi rispondere a questa domanda, il verbo è transitivo; diversamente è intransitivo.

Scrivere:

“Scrivere che cosa?” Scrivere una frase: il verbo scrivere è transitivo.

Andare:

“Andare che cosa?” Non posso rispondere: il verbo andare è intransitivo. Morfologia

77


il verbo

LA FORMA ATTIVA E LA FORMA PASSIVA I verbi possono avere forma diversa a seconda del ruolo del soggetto. FORMA ATTIVA Il soggetto compie l’azione

Daniela prepara la torta

Prepara è forma attiva perché Daniela, che è il soggetto, compie l’azione.

FORMA PASSIVA Il soggetto subisce l’azione

La torta è preparata da Daniela.

È preparata è forma passiva perché la torta, che è il soggetto, non compie l’azione, ma la subisce.

T utti i verbi, transitivi e intransitivi, hanno la forma attiva. Tagliare è un verbo transitivo perché posso pormi la domanda “tagliare che cosa?”: Io taglio la pizza (forma attiva perché il soggetto compie l’azione). Partire è un verbo intransitivo perché non posso pormi la domanda “partire che cosa?”: Io parto (forma attiva perché il soggetto compie l’azione). I verbi transitivi possono avere la forma attiva e la forma passiva. Mangiare è un verbo transitivo perché posso pormi la domanda “mangiare che cosa?”: Leonardo mangia la mela (forma attiva perché Leonardo, il soggetto, compie l’azione). La mela è mangiata da Leonardo (forma passiva perché la mela, il soggetto, subisce l’azione). I verbi intransitivi hanno solo la forma attiva.

78

La forma passiva si forma in diversi modi: con le voci del verbo essere seguite dal participio passato del verbo di cui si vuole fare la forma passiva: io guardo ➜ io sono guardato con le voci del verbo venire seguite dal participio passato:

egli segue ➜ egli viene inseguito Morfologia


il verbo

DALLA FORMA ATTIVA ALLA FORMA PASSIVA È possibile trasformare una frase da attiva in passiva. Frase in forma attiva: Il gatto cattura il topo.

Il gatto

cattura

il topo

soggetto: compie l’azione

verbo: in forma attiva

complemento oggetto: subisce l’azione

Il topo

è catturato

dal gatto

soggetto: subisce l’azione

verbo: in forma passiva

complemento d’agente: compie l’azione

Frase in forma passiva: Il topo è catturato dal gatto. Per trasformare una frase dalla forma attiva alla forma passiva, si procede così: il soggetto diventa complemento d’agente;

il verbo viene coniugato nella forma passiva;

il complemento oggetto diventa soggetto. er trasformare il tempo del verbo dalla P forma attiva alla forma passiva, si procede così: Forma attiva

Analisi del verbo “catturare”

Il gatto cattura il topo.

• Modo indicativo • Tempo presente • 3a persona singolare

Trasformazione del verbo nella forma passiva: verbo essere + participio passato • Voce del verbo essere • Modo indicativo • Tempo presente • 3a persona singolare

Il topo è catturato dal gatto. Morfologia

79


il verbo

DALLA FORMA PASSIVA ALLA FORMA ATTIVA È possibile trasformare una frase da passiva in attiva. Frase in forma passiva: Il ladro fu arrestato dal poliziotto.

Il ladro

fu arrestato

dal poliziotto

soggetto: subisce l’azione

verbo: in forma passiva

complemento d’agente: compie l’azione

Il poliziotto

arrestò

il ladro

soggetto: compie l’azione

verbo: in forma attiva

complemento oggetto: subisce l’azione

Frase in forma attiva: Il poliziotto arrestò il ladro. er trasformare una frase dalla forma passiva alla forma attiva, P si procede così: il complemento d’agente diventa soggetto;

il verbo viene coniugato nella forma attiva;

il soggetto diventa complemento oggetto. er trasformare il tempo del verbo dalla forma P passiva alla forma attiva, si procede così:

80

Forma passiva

Analisi del verbo “essere”

Noi siamo stati premiati da lui.

• Modo indicativo • Tempo passato prossimo • 1a persona plurale

Morfologia

Trasformazione del verbo nella forma attiva • Modo indicativo • Tempo passato prossimo • 3a persona singolare Egli ha premiato noi.


il verbo

LA FORMA RIFLESSIVA E LA FORMA RIFLESSIVA APPARENTE Un verbo ha la forma riflessiva quando il soggetto compie e nello stesso tempo subisce l’azione espressa dal verbo. L’azione “si riflette”, cioè torna su chi la compie.

Io mi vesto ➜ Io (è il soggetto che compie l’azione) vesto me (è il complemento oggetto su cui passa l’azione). Solo i verbi transitivi possono avere la forma riflessiva. ei verbi riflessivi, il complemento oggetto è espresso N dalle particelle pronominali mi, ti, ci, vi, si. Le particelle pronominali si mettono: prima del verbo se esso è coniugato nei modi finiti:

tu ti pettini, io mi vestirei, che essi si lavino

dopo il verbo nelle forme dell’imperativo e nei modi indefiniti:

alzati!, lavarsi, pettinandosi

n verbo ha forma riflessiva apparente quando le particelle pronominali U mi, ti, ci, vi, si che lo accompagnano, pur riferendosi al soggetto, non hanno la funzione di complemento oggetto. Io mi lavo vuol dire io lavo me : la particella mi ha la funzione di complemento oggetto, dunque la forma è riflessiva. Io mi lavo le mani vuol dire io lavo le mani a me : la particella mi non ha la funzione di complemento oggetto, dunque la forma è riflessiva apparente.

Morfologia

81


tabelle dei verbi

I TEMPI DEI MODI MODI INDICATIVO

TEMPI Presente

Passato

Futuro

Presente

Imperfetto

Futuro semplice

Passato prossimo

Futuro anteriore

io mangio

io mangiavo

io mangerò

io ho mangiato

io avrò mangiato

Passato remoto

io mangiai

Trapassato prossimo

io avevo mangiato F I N I T I

Trapassato remoto

io ebbi mangiato CONGIUNTIVO

Presente

che io mangi

Imperfetto

che io mangiassi Passato

che io abbia mangiato Trapassato

che io avessi mangiato

I N D E F I N I T I

82

CONDIZIONALE

Presente

IMPERATIVO

Presente

INFINITO

Presente

Passato

PARTICIPIO

Presente

Passato

GERUNDIO

Presente

Passato

Morfologia

io mangerei

Passato

io avrei mangiato (Futuro)

mangia

mangiare mangiante mangiando

(mangerai tu) avere mangiato mangiato avendo mangiato


tabelle dei verbi

IL VERBO ESSERE ESSERE MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io sono tu sei egli è noi siamo voi siete essi sono

io ero tu eri egli era noi eravamo voi eravate essi erano

io fui tu fosti egli fu noi fummo voi foste essi furono

io sarò tu sarai egli sarà noi saremo voi sarete essi saranno

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io sono stato tu sei stato egli è stato noi siamo stati voi siete stati essi sono stati

io ero stato tu eri stato egli era stato noi eravamo stati voi eravate stati essi erano stati

io fui stato tu fosti stato egli fu stato noi fummo stati voi foste stati essi furono stati

io sarò stato tu sarai stato egli sarà stato noi saremo stati voi sarete stati essi saranno stati

Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io sia (che) tu sia (che) egli sia (che) noi siamo (che) voi siate (che) essi siano

(che) io sia stato (che) tu sia stato (che) egli sia stato (che) noi siamo stati (che) voi siate stati (che) essi siano stati

(che) io fossi (che) tu fossi (che) egli fosse (che) noi fossimo (che) voi foste (che) essi fossero

(che) io fossi stato (che) tu fossi stato (che) egli fosse stato (che) noi fossimo stati (che) voi foste stati (che) essi fossero stati

MODO CONGIUNTIVO

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io sarei tu saresti egli sarebbe noi saremmo voi sareste essi sarebbero

io sarei stato tu saresti stato egli sarebbe stato noi saremmo stati voi sareste stati essi sarebbero stati

sii (tu) sia (egli) siamo (noi) siate (voi) siano (essi)

sarai (tu) sarà (egli) saremo (noi) sarete (voi) saranno (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

Passato

essere

essere stato

-

stato

essendo

essendo stato

Morfologia

83


tabelle dei verbi

IL VERBO AVERE AVERE MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io ho tu hai egli ha noi abbiamo voi avete essi hanno

io avevo tu avevi egli aveva noi avevamo voi avevate essi avevano

io ebbi tu avesti egli ebbe noi avemmo voi aveste essi ebbero

io avrò tu avrai egli avrà noi avremo voi avrete essi avranno

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io ho avuto tu hai avuto egli ha avuto noi abbiamo avuto voi avete avuto essi hanno avuto

io avevo avuto tu avevi avuto egli aveva avuto noi avevamo avuto voi avevate avuto essi avevano avuto

io ebbi avuto tu avesti avuto egli ebbe avuto noi avemmo avuto voi aveste avuto essi ebbero avuto

io avrò avuto tu avrai avuto egli avrà avuto noi avremo avuto voi avrete avuto essi avranno avuto

Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io abbia (che) tu abbia (che) egli abbia (che) noi abbiamo (che) voi abbiate (che) essi abbiano

(che) io abbia avuto (che) tu abbia avuto (che) egli abbia avuto (che) noi abbiamo avuto (che) voi abbiate avuto (che) essi abbiano avuto

che) io avessi (che) tu avessi (che) egli avesse (che) noi avessimo (che) voi aveste (che) essi avessero

(che) io avessi avuto (che) tu avessi avuto (che) egli avesse avuto (che) noi avessimo avuto (che) voi aveste avuto (che) essi avessero avuto

MODO CONGIUNTIVO

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io avrei tu avresti egli avrebbe noi avremmo voi avreste essi avrebbero

io avrei avuto tu avresti avuto egli avrebbe avuto noi avremmo avuto voi avreste avuto essi avrebbero avuto

abbi (tu) abbia (egli) abbiamo (noi) abbiate (voi) abbiano (essi)

avrai (tu) avrà (egli) avremo (noi) avrete (voi) avranno (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

84

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

Passato

avere

avere avuto

avente

avuto

avendo

avendo avuto

Morfologia


tabelle dei verbi

LA PRIMA CONIUGAZIONE: -ARE LODARE MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io lod-o tu lod-i egli lod-a noi lod-iamo voi lod-ate essi lod-ano

io lod-avo tu lod-avi egli lod-ava noi lod-avamo voi lod-avate essi lod-avano

io lod-ai tu lod-asti egli lod-ò noi lod-ammo voi lod-aste essi lod-arono

io lod-erò tu lod-erai egli lod-erà noi lod-eremo voi lod-erete essi lod-eranno

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io ho lodato tu hai lodato egli ha lodato noi abbiamo lodato voi avete lodato essi hanno lodato

io avevo lodato tu avevi lodato egli aveva lodato noi avevamo lodato voi avevate lodato essi avevano lodato

io ebbi lodato tu avesti lodato egli ebbe lodato noi avemmo lodato voi aveste lodato essi ebbero lodato

io avrò lodato tu avrai lodato egli avrà lodato noi avremo lodato voi avrete lodato essi avranno lodato

MODO CONGIUNTIVO Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io lod-i (che) tu lod-i (che) egli lod-i (che) noi lod-iamo (che) voi lod-iate (che) essi lod-ino

(che) io abbia lodato (che) tu abbia lodato (che) egli abbia lodato (che) noi abbiamo lodato (che) voi abbiate lodato (che) essi abbiano lodato

(che) io lod-assi (che) tu lod-assi (che) egli lod-asse (che) noi lod-assimo (che) voi lod-aste (che) essi lod-assero

(che) io avessi lodato (che) tu avessi lodato (che) egli avesse lodato (che) noi avessimo lodato (che) voi aveste lodato (che) essi avessero lodato

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io lod-erei tu lod-eresti egli lod-erebbe noi lod-eremmo voi lod-ereste essi lod-erebbero

io avrei lodato tu avresti lodato egli avrebbe lodato noi avremmo lodato voi avreste lodato essi avrebbero lodato

lod-a (tu) lod-i (egli) lod-iamo (noi) lod-ate (voi) lod-ino (essi)

lod-erai (tu) lod-erà (egli) lod-eremo (noi) lod-erete (voi) lod-eranno (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

Passato

lod-are

avere lodato

lod-ante

lod-ato

lod-ando

avendo lodato

Morfologia

85


tabelle dei verbi

LA SECONDA CONIUGAZIONE: -ERE TEMERE MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io tem-o tu tem-i egli tem-e noi tem-iamo voi tem-ete essi tem-ono

io tem-evo tu tem-evi egli tem-eva noi tem-evamo voi tem-evate essi tem-evano

io tem-etti/-ei tu tem-esti egli tem-ette/-é noi tem-emmo voi tem-este essi tem-ettero/-erono

io tem-erò tu tem-erai egli tem-erà noi tem-eremo voi tem-erete essi tem-eranno

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io ho temuto tu hai temuto egli ha temuto noi abbiamo temuto voi avete temuto essi hanno temuto

io avevo temuto tu avevi temuto egli aveva temuto noi avevamo temuto voi avevate temuto essi avevano temuto

io ebbi temuto tu avesti temuto egli ebbe temuto noi avemmo temuto voi aveste temuto essi ebbero temuto

io avrò temuto tu avrai temuto egli avrà temuto noi avremo temuto voi avrete temuto essi avranno temuto

Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io tem-a (che) tu tem-a (che) egli tem-a (che) noi tem-iamo (che) voi tem-iate (che) essi tem-ano

(che) io abbia temuto (che) tu abbia temuto (che) egli abbia temuto (che) noi abbiamo temuto (che) voi abbiate temuto (che) essi abbiano temuto

(che) io tem-essi (che) tu tem-essi (che) egli tem-esse (che) noi tem-essimo (che) voi tem-este (che) essi tem-essero

(che) io avessi temuto (che) tu avessi temuto (che) egli avesse temuto (che) noi avessimo temuto (che) voi aveste temuto (che) essi avessero temuto

MODO CONGIUNTIVO

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io tem-erei tu tem-eresti egli tem-erebbe noi tem-eremmo voi tem-ereste essi tem-erebbero

io avrei temuto tu avresti temuto egli avrebbe temuto noi avremmo temuto voi avreste temuto essi avrebbero temuto

tem-i (tu) tem-a (egli) tem-iamo (noi) tem-ete (voi) tem-ano (essi)

tem-erai (tu) tem-erà (egli) tem-eremo (noi) tem-erete (voi) tem-eranno (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

86

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

Passato

tem-ere

avere temuto

tem-ente

tem-uto

tem-endo

avendo temuto

Morfologia


tabelle dei verbi

LA TERZA CONIUGAZIONE: -IRE SENTIRE MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io sent-o tu sent-i egli sent-e noi sent-iamo voi sent-ite essi sent-ono

io sent-ivo tu sent-ivi egli sent-iva noi sent-ivamo voi sent-ivate essi sent-ivano

io sent-ii tu sent-isti egli sent-ì noi sent-immo voi sent-iste essi sent-irono

io sent-irò tu sent-irai egli sent-irà noi sent-iremo voi sent-irete essi sent-iranno

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io ho sentito tu hai sentito egli ha sentito noi abbiamo sentito voi avete sentito essi hanno sentito

io avevo sentito tu avevi sentito egli aveva sentito noi avevamo sentito voi avevate sentito essi avevano sentito

io ebbi sentito tu avesti sentito egli ebbe sentito noi avemmo sentito voi aveste sentito essi ebbero sentito

io avrò sentito tu avrai sentito egli avrà sentito noi avremo sentito voi avrete sentito essi avranno sentito

Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io sent-a (che) tu sent-a (che) egli sent-a (che) noi sent -iamo (che) voi sent-iate (che) essi sent-ano

(che) io abbia sentito (che) tu abbia sentito (che) egli abbia sentito (che) noi abbiamo sentito (che) voi abbiate sentito (che) essi abbiano sentito

(che) io sent-issi (che) tu sent-issi (che) egli sent-isse (che) noi sent-issimo (che) voi sent-iste (che) essi sent-issero

(che) io avessi sentito (che) tu avessi sentito (che) egli avesse sentito (che) noi avessimo sentito (che) voi aveste sentito (che) essi avessero sentito

MODO CONGIUNTIVO

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io sent-irei tu sent-iresti egli sent-irebbe noi sent-iremmo voi sent-ireste essi sent-irebbero

io avrei sentito tu avresti sentito egli avrebbe sentito noi avremmo sentito voi avreste sentito essi avrebbero sentito

sent-i (tu) sent-a (egli) sent-iamo (noi) sent-ite (voi) sent-ano (essi)

sent-irai (tu) sent-irà (egli) sent-iremo (noi) sent-irete (voi) sent-iranno (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

Passato

sent-ire

avere sentito

sent-ente

sent-ito

sent-endo

avendo sentito

Morfologia

87


tabelle dei verbi

LA FORMA PASSIVA LODARE MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io sono lodato tu sei lodato egli è lodato noi siamo lodati voi siete lodati essi sono lodati

io ero lodato tu eri lodato egli era lodato noi eravamo lodati voi eravate lodati essi erano lodati

io fui lodato tu fosti lodato egli fu lodato noi fummo lodati voi foste lodati essi furono lodati

io sarò lodato tu sarai lodato egli sarà lodato noi saremo lodati voi sarete lodati essi saranno lodati

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io sono stato lodato tu sei stato lodato egli è stato lodato noi siamo stati lodati voi siete stati lodati essi sono stati lodati

io ero stato lodato tu eri stato lodato egli era stato lodato noi eravamo stati lodati voi eravate stati lodati essi erano stati lodati

io fui stato lodato tu fosti stato lodato egli fu stato lodato noi fummo stati lodati voi foste stati lodati essi furono stati lodati

io sarò stato lodato tu sarai stato lodato egli sarà stato lodato noi saremo stati lodati voi sarete stati lodati essi saranno stati lodati

Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io sia lodato (che) tu sia lodato (che) egli sia lodato (che) noi siamo lodati (che) voi siate lodati (che) essi siano lodati

(che) io sia stato lodato (che) tu sia stato lodato (che) egli sia stato lodato (che) noi siamo stati lodati (che) voi siate stati lodati (che) essi siano stati lodati

(che) io fossi lodato (che) tu fossi lodato (che) egli fosse lodato (che) noi fossimo lodati (che) voi foste lodati (che) essi fossero lodati

(che) io fossi stato lodato (che) tu fossi stato lodato (che) egli fosse stato lodato (che) noi fossimo stati lodati (che) voi foste stati lodati (che) essi fossero stati lodati

MODO CONGIUNTIVO

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io sarei lodato tu saresti lodato egli sarebbe lodato noi saremmo lodati voi sareste lodati essi sarebbero lodati

io sarei stato lodato tu saresti stato lodato egli sarebbe stato lodato noi saremmo stati lodati voi sareste stati lodati essi sarebbero stati lodati

sii lodato (tu) sia lodato (egli) siamo lodati (noi) siate lodati (voi) siano lodati (essi)

sarai lodato (tu) sarà lodato (egli) saremo lodati (noi) sarete lodati (voi) saranno lodati (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

88

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

essere lodato

essere stato lodato

-

lodato

essendo lodato essendo stato lodato

Morfologia

Passato


tabelle dei verbi

LA FORMA RIFLESSIVA LAVARSI MODI FINITI MODO INDICATIVO Presente

Imperfetto

Passato remoto

Futuro semplice

io mi lav-o tu ti lav-i egli si lav-a noi ci lav-iamo voi vi lav-ate essi si lav-ano

io mi lav-avo tu ti lav-avi egli si lav-ava noi ci lav-avamo voi vi lav-avate essi si lav-avano

io mi lav-ai tu ti lav-asti egli si lav-ò noi ci lav-ammo voi vi lav-aste essi si lav-arono

io mi lav-erò tu ti lav-erai egli si lav-erà noi ci lav-eremo voi vi lav-erete essi si lav-eranno

Passato prossimo

Trapassato prossimo

Trapassato remoto

Futuro anteriore

io mi sono lavato tu ti sei lavato egli si è lavato noi ci siamo lavati voi vi siete lavati essi si sono lavati

io mi ero lavato tu ti eri lavato egli si era lavato noi ci eravamo lavati voi vi eravate lavati essi si erano lavati

io mi fui lavato tu ti fosti lavato egli si fu lavato noi ci fummo lavati voi vi foste lavati essi si furono lavati

io mi sarò lavato tu ti sarai lavato egli si sarà lavato noi ci saremo lavati voi vi sarete lavati essi si saranno lavati

Presente

Passato

Imperfetto

Trapassato

(che) io mi lav-i (che) tu ti lav-i (che) egli si lav-i (che) noi ci lav-iamo (che) voi vi lav-iate (che) essi si lav-ino

(che) io mi sia lavato (che) tu ti sia lavato (che) egli si sia lavato (che) noi ci siamo lavati (che) voi vi siate lavati (che) essi si siano lavati

(che) io mi lav-assi (che) tu ti lav-assi (che) egli si lav-asse (che) noi ci lav-assimo (che) voi vi lav-aste (che) essi si lav-assero

(che) io mi fossi lavato (che) tu ti fossi lavato (che) egli si fosse lavato (che) noi ci fossimo lavati (che) voi vi foste lavati (che) essi si fossero lavati

MODO CONGIUNTIVO

MODO CONDIZIONALE

MODO IMPERATIVO

Presente

Passato

Presente

Futuro

io mi lav-erei tu ti lav-eresti egli si lav-erebbe noi ci lav-eremmo voi vi lav-ereste essi si lav-erebbero

io mi sarei lavato tu ti saresti lavato egli si sarebbe lavato noi ci saremmo lavati voi vi sareste lavati essi si sarebbero lavati

lav-ati (tu) si lav-i (egli) lav-iamoci (noi) lav-atevi (voi) si lav-ino (essi)

ti lav-erai (tu) si lav-erà (egli) ci lav-eremo (noi) vi lav-erete (voi) si lav-eranno (essi)

MODI INDEFINITI INFINITO

PARTICIPIO

GERUNDIO

Presente

Passato

Presente

Passato

Presente

Passato

lav-arsi

esser-si lavato

lav-antesi

lav-atosi

lav-andosi

essendo-si lavato

Morfologia

89


tabelle dei verbi

I VERBI IRREGOLARI PIÙ USATI I verbi irregolari sono quei verbi che si discostano dalla coniugazione cui appartengono.

La prima coniugazione: -are ANDARE INDICATIVO

Presente vado vai va andiamo andate vanno

Futuro semplice andrò andrai andrà andremo andrete andranno

Passato remoto andai andasti andò andammo andaste andarono

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

vada vada vada andiamo andiate vadano

andassi andassi andasse andassimo andaste andassero

andrei andresti andrebbe andremmo andreste andrebbero

va’! vada! andiamo! andate! vadano!

andante

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

dia dia dia diamo diate diano

dessi dessi desse dessimo deste dessero

darei daresti darebbe daremmo dareste darebbero

da’! dia! diamo! date! diano!

dante

Passato andato

DARE INDICATIVO

Futuro semplice darò darai darà daremo darete daranno

Passato remoto diedi/detti desti diede/dette demmo deste diedero/dettero

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Futuro semplice

Passato remoto

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

sto stai sta stiamo state stanno

starò starai starà staremo starete staranno

stetti stesti stette stemmo steste stettero

stia stia stia stiamo stiate stiano

stessi stessi stesse stessimo steste stessero

starei staresti starebbe staremmo stareste starebbero

sta’! stia! stiamo! stiate! stiano!

stante

Presente do dai dà diamo date danno

Passato dato

STARE INDICATIVO

90

Morfologia

Passato stato


tabelle dei verbi

La secon a coniugazione: -ere BERE INDICATIVO

Presente bevo bevi beve beviamo bevete bevono

Futuro semplice berrò berrai berrà berremo berrete berranno

Passato remoto bevvi/bevetti bevesti bevve/bevette bevemmo beveste bevvero

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

beva beva beva beviamo beviate bevano

bevessi bevessi bevesse bevessimo beveste bevessero

berrei berresti berrebbe berremmo berreste berrebbero

bevi! beva! beviamo! bevete! bevano!

bevente

Passato bevuto

DIRE (della seconda coniugazione perché deriva dal latino DICERE) INDICATIVO

Presente dico dici dice diciamo dite dicono

Futuro semplice dirò dirai dirà diremo direte diranno

Passato remoto dissi dicesti disse dicemmo diceste dissero

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

dica dica dica diciamo diciate dicano

dicessi dicessi dicesse dicessimo diceste dicessero

direi diresti direbbe diremmo direste direbbero

di’! dica! diciamo! dite! dicano!

dicente

Passato detto

FARE (della seconda coniugazione perché deriva dal latino FACERE) INDICATIVO

Presente faccio fai fa facciamo fate fanno

Futuro semplice farò farai farà faremo farete faranno

Passato remoto feci facesti fece facemmo faceste fecero

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

faccia faccia faccia facciamo facciate facciano

facessi facessi facesse facessimo faceste facessero

farei faresti farebbe faremmo fareste farebbero

fa’! faccia! facciamo! fate! facciano!

facente

Passato fatto

Morfologia

91


tabelle dei verbi

La secon a coniugazione: -ere DOVERE INDICATIVO

Presente devo devi deve dobbiamo dovete devono

Futuro semplice dovrò dovrai dovrà dovremo dovrete dovranno

Passato remoto dovetti/dovei dovesti dovette/dovè dovemmo doveste dovettero

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

debba debba debba dobbiamo dobbiate debbano

dovessi dovessi dovesse dovessimo doveste dovessero

dovrei dovresti dovrebbe dovremmo dovreste dovrebbero

Manca: è sostituito dall’indicativo.

-

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

possa possa possa possiamo possiate possano

potessi potessi potesse potessimo poteste potessero

potrei potresti potrebbe potremmo potreste potrebbero

Manca.

potente

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

voglia voglia voglia vogliamo vogliate vogliano

volessi volessi volesse volessimo voleste volessero

vorrei vorresti vorrebbe vorremmo vorreste vorrebbero

vogli! voglia! vogliamo! vogliate! vogliano!

volente

Passato dovuto

POTERE INDICATIVO

Presente posso puoi può possiamo potete possono

Futuro semplice potrò potrai potrà potremo potrete potranno

Passato remoto potei potesti poté potemmo poteste poterono

Futuro semplice vorrò vorrai vorrà vorremo vorrete vorranno

Passato remoto volli volesti volle volemmo voleste vollero

Passato potuto

VOLERE INDICATIVO

Presente voglio vuoi vuole vogliamo volete vogliono

92

Morfologia

Passato voluto


tabelle dei verbi

La terza coniugazione: -ire SALIRE INDICATIVO

Presente salgo sali sale saliamo salite salgono

Futuro semplice salirò salirai salirà saliremo salirete saliranno

Passato remoto salii salisti salì salimmo saliste salirono

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

salga salga salga saliamo saliate salgano

salissi salissi salisse salissimo saliste salissero

salirei saliresti salirebbe saliremmo salireste salirebbero

sali! salga! saliamo! salite! salgano!

salente

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

esca esca esca usciamo usciate escano

uscissi uscissi uscisse uscissimo usciste uscissero

uscirei usciresti uscirebbe usciremmo uscireste uscirebbero

esci! esca! usciamo! uscite! escano!

uscente

CONGIUNTIVO

CONDIZIONALE

IMPERATIVO

PARTICIPIO

Presente

Imperfetto

Presente

Presente

Presente

venga venga venga veniamo veniate vengano

venissi venissi venisse venissimo veniste venissero

verrei verresti verrebbe verremmo verreste verrebbero

vieni! venga! veniamo! venite! vengano!

venente

Passato salito

USCIRE INDICATIVO

Presente esco esci esce usciamo uscite escono

Futuro semplice uscirò uscirai uscirà usciremo uscirete usciranno

Passato remoto uscii uscisti uscì uscimmo usciste uscirono

Futuro semplice verrò verrai verrà verremo verrete verranno

Passato remoto venni venisti venne venimmo veniste vennero

Passato uscito

VENIRE INDICATIVO

Presente vengo vieni viene veniamo venite vengono

Passato venuto

Morfologia

93


scheda riassuntiva

IL VERBO

PERSONA

Il verbo è la parte variabile del discorso che indica un’azione compiuta o subita dal soggetto, un modo di essere del soggetto, uno stato del soggetto.

1a sing. 2a sing. 3a sing. 1a plur. 2a plur. 3a plur.

CONIUGAZIONI

MODI

TEMPO

GENERE

FORMA

1a -are 2a -ere 3a -ire Propria: essere avere

Modi finiti: indicativo congiuntivo condizionale imperativo

Presente

Transitivo Intransitivo

Attiva Passiva Riflessiva Impersonale

Modi indefiniti: infinito participio gerundio

Il verbo può avere

Passato: passato (prossimo, remoto) imperfetto trapassato (prossimo, remoto) Futuro: futuro (semplice, anteriore)

funzione: ausiliare, servile coniugazione: regolare, irregolare

Come si fa l’analisi grammaticale di un verbo? Per fare l’analisi grammaticale di una voce verbale, devi trovarne l’infinito, poi chiederti: coniugazione? Modo? Tempo? Persona? Genere? Forma? Verbo regolare?

Essi hanno piantato: v oce del verbo piantare, 1a coniugazione, modo indicativo, tempo passato prossimo, 3a persona plurale, genere transitivo, forma attiva; verbo regolare. Io sarei stato visto: v oce del verbo vedere, 2a coniugazione, modo condizionale, tempo passato, 1a persona singolare, genere transitivo, forma passiva; verbo irregolare. 94

Morfologia


la preposizione

LA PREPOSIZIONE La preposizione è la parte invariabile del discorso che è posta davanti ai nomi, ai pronomi, agli avverbi, ai verbi all’infinito per legarli ad altri elementi della frase o ad altre frasi per stabilirne le relazioni.

La casa di Monica. La siepe è attorno al prato. Le preposizioni sono di tre tipi: proprie:

Ieri sono andata in biblioteca. improprie:

Ho comperato tutto salvo i biscotti.

LE PREPOSIZIONI PROPRIE

Le preposizioni proprie si distinguono in: preposizioni semplici: sono di, a, da, in, con, su, per, tra, fra e sono invariabili.

Il cane è di Giovanna.

Io vado a Roma.

preposizioni articolate: sono le preposizioni semplici unite agli articoli; in questo caso diventano variabili, cioè concordano nel genere e nel numero con il nome che accompagnano.

La coda dell’asino. È sul tavolo. +

di

a

da

in

con

su

per

tra

fra

il

del

al

dal

nel

con il

sul

per il

tra il

fra il

lo

dello

allo

dallo

nello con lo sullo

per lo tra lo

fra lo

la

della

alla

dalla

nella con la sulla

per la tra la

fra la

i

dei

ai

dai

per i

fra i

gli

degli

agli

dagli

negli con gli sugli per gli tra gli fra gli

le

delle

alle

dalle

nelle con le sulle

nei

con i

sui

tra i

per le tra le Morfologia

fra le 95


la preposizione

LE PREPOSIZIONI IMPROPRIE Le preposizioni improprie sono parti del discorso che possono essere usate come preposizioni. Possono essere preposizioni improprie: gli aggettivi: vicino, lontano, lungo, salvo, secondo: Un lungo sentiero conduce al ruscello. (aggettivo) Il sentiero è lungo il ruscello. (preposizione impropria) Abito al secondo piano. (aggettivo) Secondo me, hai ragione tu. (preposizione impropria) gli avverbi: avanti, davanti, dietro, innanzi, dentro, oltre, presso, fuori, sopra, sotto, su, accanto, attorno, intorno, prima, dopo…: Mettiti dietro! (avverbio) Il giardino è dietro la casa. (preposizione impropria) Non c’è latte; farò senza. (avverbio) Priscilla non verrà senza di me. (preposizione impropria) i verbi: durante (verbo durare), stante (verbo stare), dato (verbo dare), escluso (verbo escludere)…: Io sono escluso dalla gara. (verbo) Ci sono sempre, escluso il venerdì. (preposizione impropria) Lo ricorderò vita natural durante. (verbo) Durante il film ho dormito! (preposizione impropria)

96

Morfologia


, l avverbio

L´ AVVERBIO L’avverbio è la parte invariabile del discorso che si aggiunge a un verbo, a un aggettivo, a un nome o a un altro avverbio per specificarne o modificarne il significato.

Ho attraversato velocemente la strada. Quel cucciolo è abbastanza vivace. Abbiamo invitato anche i nonni. Dimentichi troppo spesso le cose.

(avverbio aggiunto a un verbo) (avverbio aggiunto a un aggettivo) (avverbio aggiunto a un nome) (avverbio aggiunto a un altro avverbio)

Gli avverbi possono essere di diverso tipo. Modo

bene, male, così, piano, forte, volentieri, giusto, insieme, davvero, soltanto, aggettivo + mente: velocemente, magicamente…

Tempo

sempre, raramente, spesso, mai, adesso, ieri, oggi, domani, stasera, dopodomani, ora, finora, prima, poi, dopo, presto, tardi, già, subito, talvolta, talora, oramai... qui, qua, lì, là, su, giù, davanti, dietro, vicino, lontano, dove, sopra, sotto, fuori…

Luogo Quantità

tanto, quanto, più, meno, poco, molto, troppo, abbastanza, assai, niente, altrettanto, parecchio, quasi, affatto, nulla, niente…

Affermazione

sì, certo, certamente, sicuro, sicuramente, davvero, proprio, appunto, pure, naturalmente…

Negazione

non, no, nemmeno, neanche, mai, né, affatto…

Dubbio

forse, magari, probabilmente, eventualmente…

Interrogazione

Come? Dove? Quando? Da quando? Per quando? Quanto? Perché?…

Esclamazione

Come! Dove! Quando! Quanto! Perché!…

Morfologia

97


, l avverbio

L´ AVVERBIO Gli avverbi di modo indicano il modo in cui avviene un’azione oppure precisano la qualità di un aggettivo o di un altro avverbio. Rispondono alla domanda “come?”. A questo gruppo appartengono: gli avverbi che terminano in -mente; sono formati da aggettivi a cui si aggiunge il suffisso -mente:

velocemente, gentilmente, amaramente

vverbi come bene, male, così, come, volentieri, insieme, cioè, a invano, peggio:

Oggi mi sento male. Non sei venuto invano. Giochiamo insieme.

vverbi che terminano in -oni; sono formati da nomi, aggettivi a o verbi cui si aggiunge il suffisso -oni e indicano posizioni del corpo:

Camminava lento e bocconi. Mi sono messo cavalcioni sul muretto.

aggettivi qualificativi maschili usati come avverbi:

Parla piano.

Costa caro.

Ha visto giusto.

Gli avverbi di tempo indicano il tempo in cui avviene un’azione. Rispondono alla domanda “quando?”.

Arrivo subito. Vado sovente in montagna e talvolta al mare. Non vengono mai a trovarmi.

Gli avverbi di luogo indicano il luogo in cui avviene un’azione o in cui si trovano una persona, un animale o una cosa. Rispondono alla domanda “dove?”. Sono avverbi di luogo le particelle ci, vi, ne, le quali, oltre ad avere la funzione di pronome, possono essere avverbi con il significato di in questo luogo, in quel luogo:

Sono qui!

Vieni qua.

Io non c’entro.

Gli avverbi qui e qua si scrivono senza accento. 98

Morfologia

C’era una volta.


, l avverbio

L´ AVVERBIO Gli avverbi di quantità indicano in modo non preciso una quantità. Si possono riferire sia a un verbo sia a un aggettivo o a un avverbio. Rispondono alla domanda “quanto?”.

Martino studia poco. Non mi importa nulla di ciò che dice. Corro abbastanza velocemente.

Niente e nulla sono: pronomi indefiniti se stanno al posto di un nome e hanno il significato di “nessuna cosa”:

Non c’è nulla nel cassetto.

vverbi di quantità quando accompagnano a un verbo, un aggettivo o un avverbio e hanno il significato di “per niente”, “per nulla”:

Non sono niente affatto stanco. Quel film non è niente male.

Gli avverbi di affermazione si usano per confermare il significato di un verbo:

Mauro è indubbiamente il più alto. Mi sono divertita davvero.

Gli avverbi di negazione si usano per negare ciò che è espresso dal verbo:

Mauro non è il più basso. Non posso nemmeno parlare.

Gli avverbi di dubbio si usano per esprimere un dubbio o un’incertezza:

Probabilmente partirò domani. Forse ho sbagliato.

Gli avverbi interrogativi esprimono una domanda e gli avverbi esclamativi indicano stupore e meraviglia:

Quando parti? Come sei abbronzato!

Dove vai? Perché no!

Morfologia

99


, l avverbio

LE LOCUZIONI AVVERBIALI Le locuzioni avverbiali sono gruppi di parole che svolgono la funzione di avverbio.

Mi sono alzato di buonora.

È uscito in fretta e furia.

Le locuzioni avverbiali, come gli avverbi, possono essere di diverso tipo. Modo

Luogo

Tempo

Alla svelta In fretta Pian piano Di corsa In un batter d’occhio In fretta e furia All’improvviso A più non posso Così così Alla meglio Alla meno peggio A rotta di collo Di sbieco Di buon grado …

Di qui Di là Per di qua Per di là Di sopra Di sotto Di fuori In su In giù Da queste parti Da lontano Da vicino Nei paraggi Nei pressi …

Una volta Un tempo Per sempre Or ora Di buonora In futuro D’ora in avanti Notte tempo Di giorno Poco fa Di quando in quando …

Quantità Press’a poco A bizzeffe All’incirca Fin troppo Né più né meno Un poco Un po’ Di meno Di più …

100

Morfologia

Affermazione Negazione Dubbio Di certo Senza dubbio Di sicuro Per l’appunto Senz’altro … Neanche per sogno Neanche per idea Per nulla Per niente … Quasi quasi …

Interrogazione Da dove? Da quando? Fino a dove? …


la congiunzione

LA CONGIUNZIONE La congiunzione è la parte invariabile del discorso che serve a collegare fra loro due o più parole della stessa frase o due frasi.

Apri il libro e il quaderno.

Prendi l’ombrello perché piove.

Le congiunzioni si distinguono in: coordinanti subordinanti Le congiunzioni coordinanti collegano due elementi della frase o due frasi che hanno la stessa funzione, cioè possono stare sullo stesso piano e non dipendono l’una dall’altra.

Sono congiunzioni coordinanti: e, anche, inoltre, né, neanche, neppure, nemmeno o, oppure, altrimenti, ovvero ma, tuttavia, però, anzi, eppure dunque, quindi, perciò, pertanto, allora cioè, infatti, ossia e… e, sia… sia, né… né, o… o, La parola che può avere non solo… ma anche diverse funzioni: congiunzione: Le congiunzioni subordinanti collegano Parla che ti ascolto. due frasi che non sono sullo stesso piano pronome relativo: e perciò dipendono l’una dall’altra.

Apro la finestra perché ho caldo (perché collega due frasi; ho caldo dipende da apro la finestra).

Sono congiunzioni subordinanti: perché, affinché poiché, siccome finché, quando, mentre, appena che sebbene, nonostante, anche se se senza

Mi piace il maglione che mi hai regalato.

pronome interrogativo:

Che stai facendo?

aggettivo interrogativo:

Che panino vuoi?

pronome esclamativo:

Che mi tocca vedere!

aggettivo esclamativo:

Che risultato fantastico! Morfologia

101


, l esclamazione

L´ ESCLAMAZIONE O INTERIEZIONE L’esclamazione (o interiezione) è la parte invariabile del discorso che serve a esprimere emozioni, sentimenti, stati d’animo, sensazioni.

Oh!

Avanti!

Beato te!

Le esclamazioni si distinguono in: Esclamazioni proprie

Esclamazioni improprie

Locuzioni esclamative

Sono semplici suoni che hanno solo la funzione di esclamazione.

Sono parti del discorso (nomi, aggettivi, forme verbali, avverbi) usate come esclamazioni.

Sono gruppi di parole o anche brevi frasi usate come esclamazioni.

Ah! Eh! Oh! Ih! Uh! Ahi! Ehi! Ohi! Uhi! Ohè! Ahimè! Bah! Beh! Ehm! Mah! Ohibò! Puah! Uffa! Ehilà! Olà!

Ciao! Guai! Accidenti! Accipicchia! Caspita! Bene! Male! Ottimo! Bravo! Coraggio! Avanti! Via! Ecco! Suvvia! Orsù! Salve!

Al fuoco! Santo cielo! Al ladro! Poveri noi!

S imili alle esclamazioni, le onomatopee sono espressioni che, attraverso le vocali e le consonanti, imitano rumori, suoni, versi di animali:

Drin! il suono del campanello Din don! la campana Cip cip! il verso del passero Bau! il verso del cane Eccì! lo starnuto Sigh! il dispiacere Clap! il battito delle mani Boom! l’esplosione

102

Morfologia


scheda riassuntiva

LE PARTI INVARIABILI DEL DISCORSO Le parti invariabili del discorso non cambiano la loro forma

PREPOSIZIONI

AVVERBI

CONGIUNZIONI

Proprie (semplici e articolate) Improprie

Di modo Di tempo Di luogo Di quantità Di affermazione Di negazione Di dubbio Interrogativi

Coordinanti Subordinanti

Locuzioni prepositive

ESCLAMAZIONI o INTERIEZIONI Proprie Improprie Locuzioni esclamative Onomatopee

Locuzioni avverbiali

Come si fa l’analisi grammaticale di una parte invariabile del discorso? Per fare l’analisi grammaticale di una parte invariabile del discorso si deve stabilire di quale parte si tratta: preposizione? Avverbio? Congiunzione? Esclamazione? Preposizione: propria? Semplice o articolata? Impropria? Avverbio e locuzione avverbiale: di modo? Di tempo? Di luogo? Di quantità? Di affermazione? Di negazione? Di dubbio? Interrogativo? Esclamativo? Congiunzione: coordinante? Subordinante? Esclamazione: propria? Impropria? Locuzione esclamativa? Onomatopea?

Morfologia

103


scheda riassuntiva

LA MORFOLOGIA La morfologia è la parte della grammatica che studia e analizza la forma delle parole, i loro cambiamenti e la funzione che hanno all’interno della frase.

PARTI VARIABILI DEL DISCORSO

PARTI INVARIABILI DEL DISCORSO

Possono avere forma diversa cambiando la desinenza o aggiungendo i prefissi o i suffissi.

Presentano una sola forma e non la cambiano mai.

Nome Articolo Aggettivo Pronome Verbo

104

Morfologia

Preposizione Avverbio Congiunzione Esclamazione


SINTASSI La sintassi è la parte della grammatica che studia il modo in cui le parole che compongono una frase sono collegate tra loro. L a sintassi studia quale funzione hanno le parole, cioè come si combinano per formare una frase semplice (proposizione) o un periodo (un insieme di frasi). La frase semplice, o proposizione, è un insieme di parole che esprimono un messaggio di senso compiuto. È composta da almeno due elementi: il soggetto: può essere espresso o sottinteso e rappresenta chi compie o subisce l’azione; il predicato: esprime l’azione, compiuta o subita dal soggetto, o lo stato del soggetto.

La frase complessa, o periodo, è una frase di senso compiuto formata da due o più frasi semplici (o proposizioni), che si conclude con un punto fermo (. ! ?). Nel periodo ci sono più voci verbali.

Il cane abbaia / e corre per il giardino / perché ha visto un riccio.//

Il cane abbaia nel giardino.

Il periodo si può dividere in frasi semplici. Periodo:

Il cane abbaia / e corre per il giardino / perché ha visto un riccio.// Frasi semplici:

Il cane abbaia. Il cane corre per il giardino. Il cane ha visto un riccio. Sintassi

105


la frase semplice

il periodo

LA FRASE SEMPLICE La frase semplice, o proposizione, è composta da almeno due elementi: il verbo (o predicato) e il soggetto, che può essere anche sottinteso.

Manuela canta nel coro.

(Io) Apro subito la porta.

S enza verbo non si ha una frase. A ogni verbo corrisponde una frase o proposizione.

Il nonno si siede.

C’è un verbo: è una frase semplice.

In estate, ogni giorno verso le cinque, durante la passeggiata del pomeriggio, il nonno di Caterina si siede tranquillo su una comoda panchina. C’è un verbo: è una frase semplice. Sono frasi:

Camilla va al mare. Nevica.

NON sono frasi:

Francesco al mare. Sui tetti delle case, dopo la fitta nevicata la neve bianca, candida, lucente.

IL PERIODO Il periodo, o frase complessa, è una frase di senso compiuto composta da due o più proposizioni unite in modo logico, che si conclude con un punto fermo (. ! ?).

Ho ricevuto il tuo regalo, ora lo scarto e vedrò che cosa contiene. I n un periodo le frasi semplici sono tante quanti sono i predicati, cioè le voci verbali.

Sono andato al cinema / e ho visto un film / che mi è piaciuto.//

Le frasi semplici sono legate tra loro da un segno di punteggiatura (, ; :), da una congiunzione (e, ma, perché…), da un avverbio (non, forse…), da un pronome (chi, che…). 106

Sintassi


la frase minima

LA FRASE MINIMA La frase minima è formata dal soggetto e dal predicato, che sono gli elementi fondamentali di una frase. Il soggetto è ciò di cui si parla. Il predicato è ciò che si dice del soggetto. La nonna legge. L a frase minima si può ”espandere” arricchendosi di elementi che aggiungono informazioni al soggetto o al predicato o a entrambi. Questi elementi che si aggiungono sono le espansioni o complementi.

La nonna di Manuel legge un libro al nipotino.

L a frase minima si può espandere anche con elementi che si aggiungono al soggetto, al predicato e ai complementi per arricchirli e caratterizzarli. Gli elementi che si possono aggiungere sono: l’attributo: un aggettivo che si unisce al nome per indicarne le qualità o per precisarlo meglio; può accompagnare il soggetto, il predicato nominale, i complementi:

Il gatto del nonno ha catturato un topo in cantina. L’agile gatto del nonno ha catturato un piccolo topo in quella cantina. l’apposizione: un nome che si unisce a un altro nome per precisarlo; può accompagnare il soggetto, il predicato nominale e i complementi:

Gollini ha segnato due gol. Gollini, il calciatore, ha segnato due gol.

Sintassi

107


il predicato

IL PREDICATO Il predicato è l’elemento fondamentale della frase ed è ciò che viene detto del soggetto.

Il vento spazza le foglie.

Il vento è forte.

Il predicato risponde alle domande: che cosa è successo? Come è? Il predicato può indicare: l’azione compiuta dal soggetto:

Il postino consegna la corrispondenza.

l’azione subita dal soggetto:

La bandiera è agitata dal vento. una condizione del soggetto:

Tu sei in piedi.

una qualità o caratteristica del soggetto:

Carlo è magro.

Ci sono due tipi di predicato: predicato verbale:

Il cavallo galoppa nel prato. Il grano è stato mietuto ieri. predicato nominale:

Il cielo è sereno.

Il predicato è il primo elemento che devi individuare per poter risalire al soggetto. Per individuare il predicato, devi chiederti: che cosa succede? Quale azione è stata compiuta? Che cosa si descrive? 108

Sintassi


il soggetto

IL SOGGETTO Il soggetto è la persona, l’animale o la cosa cui il predicato fa riferimento.

La leonessa caccia all’alba.

Il sole è nel cielo.

Il soggetto risponde alla domanda: chi è che… (azione indicata dal predicato)? Nella maggior parte dei casi il soggetto è un nome o un pronome:

Il telefono squilla. Qualcuno bussa alla porta.

Il soggetto può: compiere un’azione (in questo caso la frase è di forma attiva): Carolina studia la lezione. subire un’azione (in questo caso la frase è di forma passiva):

Mirko è stato punto da una vespa.

trovarsi in una certa situazione o condizione:

Fedora è ammalata. avere una qualità:

Giovanni è simpatico.

IL SOGGETTO SOTTINTESO Il soggetto può essere sottinteso, cioè non essere espresso. Lo si può comunque dedurre dal contesto.

L’uccellino è volato via e (il soggetto è sottinteso) si è posato sul ramo. Il soggetto può essere sottinteso quando: è rappresentato da un pronome personale , perché lo si può dedurre dalla desinenza del verbo:

Mangiamo il dolce.

risulta chiaro da ciò che è stato detto o scritto prima:

Giulia uscì di casa alle otto; appena (*) fu in strada (*) incontrò la sua amica Marta. Sintassi

109


il predicato

IL PREDICATO VERBALE Il predicato verbale indica un’azione compiuta o subita dal soggetto. È costituito da un qualsiasi verbo che abbia un senso compiuto.

La mamma legge un libro.

Comincia a nevicare.

Il predicato verbale può essere un verbo di: forma attiva:

Per individuare il predicato verbale, devi porti le domande: che cosa succede? Che cosa fa? Che cosa è successo?

La farfalla vola sui fiori. forma passiva:

L’incendio è stato spento dai pompieri. forma riflessiva:

Martina si pettina.

Il predicato concorda nella persona e nel numero con il soggetto:

L’elefante beve dalla pozza d’acqua. Gli agnelli bevono l’acqua del ruscello.

IL PREDICATO NOMINALE Il predicato nominale indica che cos’è o com’è il soggetto. È costituito da una voce del verbo essere accompagnata da un aggettivo o da un nome.

Lo spettacolo è stato divertente.

Nel predicato nominale: la voce del verbo essere si chiama copula:

I nonni erano molto stanchi.

l’aggettivo o il nome che segue il verbo essere si chiama parte nominale del predicato o, più brevemente, nome del predicato:

Furia è selvaggio. Furia è un cavallo. 110

Il nonno era un contadino.

Sintassi

Per individuare il predicato nominale, devi porti le domande: che cos’è? Com’è?


scheda riassuntiva

IL SOGGETTO E IL PREDICATO Frase minima

La mamma lavora. Soggetto

Predicato verbale

La mamma

lavora

Frase minima

Il maglione è stato lavato. Soggetto

Predicato verbale

Il maglione

è stato lavato

Frase minima

Molecola è una gatta. Soggetto

Predicato nominale

Molecola

è una gatta Copula

Nome del predicato

è

una gatta

Sintassi

111


, l attributo

, l apposizione

L´ ATTRIBUTO L’attributo è un aggettivo che si aggiunge a un nome per “attribuirgli” una qualità o una caratteristica.

La mia nuova automobile è parcheggiata davanti a casa tua.

L’attributo può accompagnare: il soggetto:

La neve candida copre i tetti.

il complemento oggetto o espansione diretta:

Il contadino coglie le mele mature. il complemento indiretto:

Scrivi con questa penna. il predicato nominale:

Giulia è una bella ragazza.

L´ APPOSIZIONE L’apposizione è un nome, solo o accompagnato da un attributo o da un complemento, che si unisce a un altro nome per meglio determinarlo.

Il cane Jack dorme nella cuccia. L ’apposizione può accompagnare il soggetto o i complementi e, come l’attributo, può precedere o seguire il nome. 112

L’apposizione si trova con: i nomi di elementi geografici:

Il monte Bianco è la cima più alta d’Europa. i nomi propri di persona o di animale:

La nonna Lilli è al mare.

i nomi di cose personificate:

Da piccola giocavo con la bambola Barbie. i soprannomi:

Dario, il Grande, fu un re persiano. Sintassi


il complemento

I COMPLEMENTI I complementi, o espansioni, sono elementi accessori della frase che arricchiscono e completano il significato del soggetto o del predicato.

L’amica della mamma è partita ieri per Parigi. I complementi possono dipendere dal soggetto, dal predicato, da un altro complemento, da un attributo, da un’apposizione. I complementi, a seconda di come si collegano all’elemento da cui dipendono, si distinguono in: complemento diretto, se non è introdotto da preposizioni:

Lo zio ha pescato un bel pesce.

complemento indiretto, se è introdotto da: preposizioni proprie semplici e articolate (di, a, dal, del…):

Telefono a Irene tra un momento. Dal mare viene il profumo della salsedine.

preposizioni improprie (senza, sotto, verso…):

La valigia è sopra il tavolo. Durante le vacanze ho conosciuto nuovi amici. Ogni complemento ha un nome a seconda della precisazione che indica: di tempo, di luogo, di materia, di argomento… Ciascun complemento risponde a una domanda specifica:

Il fratello (di chi?) di Matteo è partito (quando?) ieri (come?) in treno (per dove?) per Palermo.

Sintassi

113


il complemento

IL COMPLEMENTO OGGETTO Il complemento oggetto, o diretto, è il nome (o qualsiasi parte del discorso che abbia la funzione di sostantivo) che completa il predicato verbale espresso da un verbo transitivo.

Tu sbucci la mela. Il complemento oggetto risponde alle domande: chi? Che cosa?

Michela ascolta (che cosa?) un disco. Michela ha incontrato (chi?) una sua amica.

ualunque parte del discorso usata come sostantivo può avere Q la funzione di complemento oggetto: nome:

La luna illumina il giardino.

114

verbo:

La nonna ama passeggiare sulla spiaggia. aggettivo sostantivato:

Lascia i frutti acerbi e cogli i maturi. pronome:

L’insegnante ci ha chiamati. avverbio:

Hai mangiato tutto. congiunzione:

So il perché del suo pianto. esclamazione:

Per la sorpresa i bambini gridarono “oh!”.

Sintassi


il complemento

IL COMPLEMENTO DI LUOGO Il complemento di luogo indica le diverse posizioni nello spazio in cui avviene un’azione o si collocano una persona, un animale, una cosa.

Il complemento di luogo risponde alle domande: dove? In quale luogo?

Io sono nato in Italia. Metti i tuoi giocattoli dentro alla scatola di plastica. dove? Verso dove?

Vado in paese. Paola torna a casa domani. da dove? Da quale luogo?

L’aereo atterrato arriva da Londra. Quel rumore arriva da laggiù. per dove? Attraverso dove?

La lepre è passata tra il cespugli. Non puoi uscire da quella porta.

IL COMPLEMENTO DI TEMPO Il complemento di tempo indica il momento, l’epoca o la durata di un’azione. Il complemento di tempo risponde alle domande: quando? Prima di quale momento? Dopo quale momento? Quanto tempo fa? Per quando? Fra quanto tempo?

In maggio andremo in gita a Roma. Sei arrivato con un’ora di anticipo. La settimana prossima cambierò casa.

uanto tempo? In quanto tempo? Fino a quando? q Da quanto tempo? Per quanto tempo?

Ho viaggiato per tre ore. Ho camminato fino alle tre. Da due anni non ho notizie di Nicoletta.

Sintassi

115


il complemento

IL COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE Il complemento di specificazione spiega il significato del nome da cui dipende. Il complemento di specificazione risponde alle domande: di chi? Di che cosa?

Il giornale del nonno è sulla poltrona. Quel bambino è geloso di sua sorella.

IL COMPLEMENTO DI TERMINE Il complemento di termine indica la persona o l’animale o la cosa a cui è diretta o su cui si conclude – ha “termine” – l’azione che è espressa dal verbo e che è compiuta dal soggetto. Il complemento di termine è sempre introdotto dalla preposizione a. Risponde alle domande: a chi? A che cosa?

La mamma ha dato la pizza a Leo e l’osso al cane.

IL COMPLEMENTO D ´AGENTE E DI CAUSA EFFICIENTE Il complemento d’agente indica l’essere vivente (persona o animale) che compie l’azione espressa da un verbo passivo. Il complemento di causa efficiente indica la cosa che compie l’azione espressa da un verbo passivo.

116

I due complementi sono introdotti dalla preposizione da. Il complemento d’agente risponde alle domande: da chi? Da parte di chi?

L’incendio è stato spento dai vigili del fuoco. La zebra è stata assalita da un coccodrillo.

Il complemento di causa efficiente risponde alla domanda: da che cosa?

La buca sarà scavata dalle ruspe. Sintassi


il complemento

LA TABELLA DEI COMPLEMENTI Complemento

Domanda

Preposizioni o locuzioni che lo introducono

Oggetto (o diretto)

Chi? Che cosa?

Non è introdotto da preposizione.

Di luogo

Dove? Da dove? Verso dove?

in, a, da, su, tra, per, verso, dentro…

Di tempo

Quando? Per quanto tempo? Da quando? Tra quanto?

in, a, per, da, durante, dopo, prima di…

Di specificazione

Di chi? Di che cosa?

di

Di denominazione

Di quale nome?

di

Di argomento

Riguardo a chi? Riguardo a che cosa?

di, su, circa, sopra, intorno a, a proposito di, riguardo a…

Di termine

A chi? A che cosa?

a, al…

D’agente

Da chi?

da

Di causa efficiente

Da che cosa?

da

Di modo

Come? In che modo? In che maniera?

con, di, a, per, da, secondo, senza...

Di mezzo

Con che cosa? Per mezzo di che cosa?

con, per…

Di materia

Di quale materiale?

di, in…

Di compagnia

Con chi?

con, insieme a, in compagnia di...

Di unione

Con che cosa?

con

Di esclamazione

un’esclamazione Sintassi

117


il gruppo nominale e il gruppo verbale

IL GRUPPO NOMINALE E IL GRUPPO VERBALE Il gruppo nominale, o gruppo del soggetto, è formato dal soggetto e da tutte le espansioni che da esso dipendono. Fanno parte del gruppo nominale anche gli attributi e le apposizioni che si riferiscono al soggetto o alle espansioni.

Il gruppo verbale, o gruppo del predicato, è formato dal predicato e da tutte le espansioni che da esso dipendono. Fanno parte del gruppo verbale anche gli attributi e le apposizioni che si riferiscono alle espansioni.

L ’espansione diretta (o complemento oggetto) dipende sempre dal predicato e fa parte del gruppo verbale. Le espansioni di tempo, di luogo, di modo, di mezzo dipendono sempre dal predicato e fanno parte del gruppo verbale. L ’espansione di specificazione può dipendere o dal soggetto o dal predicato e perciò farà parte o del gruppo nominale o del gruppo verbale.

L’automobile grigia di Luigi, il meccanico, è parcheggiata nel garage da mercoledì scorso.

Espansione del soggetto: complemento di specificazione

di Luigi

Soggetto

Predicato

L’automobile

è parcheggiata

Attributo del soggetto

Espansione del predicato

grigia

nel garage

da mercoledì

Apposizione

Attributo del complemento di tempo

il meccanico

scorso

GRUPPO NOMINALE 118

Espansione del predicato: complemento di tempo

Sintassi

GRUPPO VERBALE


, l analisi logica della frase

L´ANALISI LOGICA DELLA FRASE Fare l’analisi logica della frase vuol dire scomporre la frase nei suoi elementi, cioè nei sintagmi che la compongono, e individuare la loro funzione. Per fare l’analisi logica, occorre procedere per fasi: 1. o rdinare, se non sono già in ordine, i vari elementi che compongono la frase. Per fare questo si devono individuare prima il predicato, poi, di conseguenza, il soggetto e di seguito i vari complementi o espansioni. Per individuare il predicato, bisogna porsi le domande: che cosa accade? Che cosa è successo? Per individuare il soggetto, bisogna porsi le domande: chi è che ha…? Chi è che è stato? Chi è che è…?

L’anno scorso ha vinto il primo premio mio fratello. Predicato: ha vinto Soggetto: mio fratello Ordiniamo i sintagmi: Mio fratello ha vinto il primo premio l’anno scorso.

2. Scomporre la frase ottenuta in sintagmi.

Mio fratello

ha vinto

il primo premio

l’anno scorso.

3. Individuare le funzioni dei diversi sintagmi. Mio fratello : soggetto ha vinto : predicato il primo premio : complemento oggetto l’anno scorso : complemento di tempo 4. Individuare le funzioni delle diverse parti che compongono un sintagma: Mio : attributo del soggetto fratello : soggetto ha vinto : predicato verbale il premio : complemento oggetto primo : attributo del complemento oggetto l’anno : complemento di tempo scorso : attributo del complemento di tempo Sintassi

119


, , l analisi grammaticale e l analisi logica

L´ANALISI GRAMMATICALE E L´ANALISI LOGICA Questo pacchetto è il dono delle zie e contiene un libro recentissimo. ANALISI GRAMMATICALE (scomposizione della frase in parole)

ANALISI LOGICA (scomposizione della frase in sintagmi)

Questo: agg. determinativo,

Questo pacchetto: soggetto

masc. sing. pacchetto: nome comune di cosa, masc., sing., alterato vezzeggiativo è: v oce del verbo essere, modo indicativo, tempo presente, 3a pers. sing. il: art. determinativo, masc., sing. dono: n ome comune di cosa, masc., sing., primitivo delle: p reposizione articolata formata da di + le zie: n ome comune di persona, femm., plur., primitivo e: congiunzione coordinante contiene: voce del verbo contenere, modo indicativo, tempo presente, 3a pers. sing. un: a rt. indeterminativo, masc., sing. libro: n ome comune di cosa, masc., sing., primitivo recentissimo: agg. qualificativo, masc., sing., grado superlativo assoluto

120

Sintassi

+ attributo (pacchetto: soggetto; questo: attributo) è un dono: predicato nominale ( è: copula; un dono: nome del predicato) delle zie: compl. di specificazione e: congiunzione esso: soggetto sottinteso contiene: predicato verbale un libro recentissimo: compl. oggetto + attributo


CODING DELLA DIDATTICA

a

classe 4 • Letture 4: 264 pagine • Riflessione linguistica 4: 168 pagine • La mia Grammatica Attiva 4-5: 120 pagine • Quaderno dei Riassunti e dei Testi 4: 96 pagine • L’esperienza della Meraviglia (Arte-Musica-Filosofia) 4-5: 96 pagine

E. Costa • L. Doniselli • A. Taino

METODO TESSITORE

a i m a L

ISBN per l’adozione: 978-88-468-4080-6

a

classe 5 • Letture 5: 288 pagine • Riflessione linguistica 5: 168 pagine • Quaderno dei Riassunti e dei Testi 5: 96 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4081-3

tutti insieme con

l’educazione civica

. grammatica attiva

GIOCHIAMO

LIBRO DIGITALE con all’interno: • volumi sfogliabili con selezione di esercizi interattivi • AUDIOLIBRI • LIBRO LIQUIDO: LIQUIDO versione accessibile dei volumi per alunni con BES e DSA. Funzioni specifiche: • scelta del carattere ad alta leggibilità • scelta della dimensione del carattere • scelta delle impostazioni di interlinea • scelta del colore di fondo della pagina • text to speech (TTS) per la sintesi vocale • esercizi interattivi disponibili con carattere di tutti i testi ad alta leggibilità • esercizi interattivi extra • simulazioni di prove nazionali INVALSI • tracce audio • percorsi semplificati stampabili per alunni con BES e DSA • mappe grammaticali interattive, con attività

letture

CONTENUTI DIGITALI

zi eserciali digit

fia Ortogra ologia Morf SSI SINTA

Allegato a TRAGUARDO LETTURE Non vendibile separatamente

La mia grammatica attiva.indd 1,3

LE REGO

PPE E MA I S E SINT RBI EI VE D E L L TABE

4· 5 19/12/19 10:36


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