Traguardo Discipline 4 - Guida Geografia

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guida per l’ insegnante • geografia

Per facilitare la PROGRAMMAZIONE PER UNITÀ DI APPRENDIMENTO Metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica Progetto didattico Unità di Apprendimento: la base della programmazione per competenze Life skills Programmazione annuale Insegnare geografia: il metodo Accoglienza: attività e strumenti Percorso didattico annuale Schemi per la progettazione per UA Conoscenze e competenze: gli strumenti Prove di ingresso Didattica partecipata: strumenti e schede Interdisciplinarità: strumenti e schede ompiti di realtà C lasse capovolta C

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CORSO ONLINE IN OMAGGIO

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Presentazione

G eografia

iNDiCe 2 La metodologia del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica 3 La metodologia nel progetto Traguardo

Discipline 4 Il Flip Poster e l’importanza della didattica partecipata

54 UA 3  Progettazione dell’UA 56 UA 3  La collina 58 Didattica partecipata • Schede operative 60 Interdisciplinarità • Schede operative 62 Compito di realtà

63 La classe capovolta

5 Le Unità di Apprendimento in Traguardo Discipline 7 Gli elementi della Guida 8 Traguardo Discipline • L’offerta digitale 10 Insegnare per competenze 12 Le life skills 14 Unità di Apprendimento: la base della programmazione per competenze 18 Schema per la progettazione dell’UA 19 L’insegnamento della Geografia

TRAGUARDO DISCIPLINE • geografia

64 UA 4  Progettazione dell’UA 66 UA 4  La pianura 68 Didattica partecipata • Schede operative 69 Interdisciplinarità • Schede operative 72 Compito di realtà 73 La classe capovolta 74 UA 5  Progettazione dell’UA 76 UA 5  I fiumi e i laghi 78 Didattica partecipata • Schede operative 80 Interdisciplinarità • Schede operative

22 Programmazione annuale

84 Compito di realtà

24 Il percorso didattico

85 La classe capovolta

26 Il percorso di quest’anno • Metodologia 27 L’accoglienza 29 Scheda operativa 30 Prove di ingresso • Schede operative

86 UA 6  Progettazione dell’UA 88 UA 6  Il mare 90 Didattica partecipata • Schede operative 91 Interdisciplinarità • Schede operative

34 UA 1  Progettazione dell’UA

94 Compito di realtà

36 UA 1  La cartografia

95 La classe capovolta

38 Didattica partecipata • Schede operative 40 Interdisciplinarità • Schede operative

96 Griglia di rilevazione

42 Compito di realtà 43 La classe capovolta 44 UA 2  Progettazione dell’UA 46 UA 2  La montagna 48 Didattica partecipata • Schede operative 50 Interdisciplinarità • Schede operative

97 Percorsi  semplificati

52 Compito di realtà 53 La classe capovolta

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Presentazione

LA METODOLOGIA DEL GRUPPO RICERCA E SPERIMENTAZIONE DIDATTICA

METODO TESSITORE

CODING DELLA DIDATTICA

Il percorso didattico proposto è la declinazione delle metodologie di insegnamento proposte da anni dalle autrici componenti il Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica. La metodologia si articola su due filoni portanti. Metodo tessitore

Coding della didattica

Metodo È la metodologia che parte dalla visione unitaria del bambino per farlo giungere all’unitatessitore rietà del sapere. Il nome stesso indica l’importanza della costruzione di una rete di competenze individuali che “trattenga” le diverse conoscenze che la scuola, la realtà, le agenzie educative esterne alla scuola forniscono al bambino. Le conoscenze possono essere trattenute dagli allievi solo se sono: • collegate tra di loro; • essenziali alla costruzione del sapere; • ancorate a una struttura specifica per ciascuna disciplina; • acquisite attraverso la scoperta personale. I “pilastri” del Metodo tessitore Didattica partecipata

Elaborazione personale Metacognizione

Coding È la declinazione dei diversi contenuti e obiettivi che afferiscono a ciascuna disciplina e che della permettono di acquisire conoscenze, abilità e competenze. didattica Il Coding della didattica conduce all’acquisizione di un metodo di studio che non è

soltanto acquisizione di conoscenze, ma favorisce un habitus mentale di approccio al sapere in funzione dell’acquisizione di competenze. I “pilastri” del Coding della didattica Pensiero computazionale

Organizzazione del sapere per mezzo di mappe attive

I “pilastri” del Metodo tessitore e del Coding della didattica sono articolati e concretizzati nel testo Traguardo Discipline attraverso tutte le attività proposte.

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Presentazione

LA METODOLOGIA NEL PROGETTO TRAGUARDO DISCIPLINE

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Il progetto didattico di Traguardo Discipline è stato ideato perché tutti, bambini e bambine, ognuno con le proprie caratteristiche, possano fare insieme un percorso collaborando tra loro e dando un personale contributo per ampliare le conoscenze proprie e quelle di tutti, acquisendo competenze relazionate alle proprie capacità. Il progetto didattico che presentiamo è formato da diversi testi che si integrano e interagiscono tra loro per formare il bagaglio di conoscenze degli alunni, costituire un contributo alla formazione di un valido metodo di studio, riconoscendo la necessaria importanza alla valutazione e autovalutazione del lavoro svolto.

METODO TESSITORE

CODING DELLA DIDATTICA

amBito antropoLoGiCo • Sussidiario Storia con Quaderno operativo: 120 + 72 pagine • Sussidiario Geografia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Quaderno delle Verifiche Storia-Geografia: 48 pagine • Atlante multidisciplinare (ambito antropologico e scientifico): 72 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4092-9

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Il volume Traguardo Discipline • Geografia si compone di due parti strettamente collegate tra loro. • La parte disciplinare, strutturata in UA, in cui sono presentati gli argomenti di studio; è proposto un percorso di lavoro per l’acquisizione di conoscenze e per l’acquisizione di competenze. • La sezione del Quaderno operativo, esclusivamente operativa, che fa riferimento agli argomenti FLIP POSTER trattati nella parte precedente. In questa sezione si trovano le Mappe Attive, da completare. Domande stimolo aiuteranno il bambino a completare ogni mappa, strumento molto utile per organizzare le informazioni in uno schema e per esporre le conoscenze acquisite.

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amBito SCientiFiCo • Sussidiario Scienze e Tecnologia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Sussidiario Matematica con Quaderno operativo: 144 + 96 pagine • Quaderno delle Verifiche Matematica-Scienze: 48 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4093-6

È DISPONIBILE ANCHE LA VERSIONE IN tomo uniCo ISBN per l’adozione: 978-88-468-4096-7

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Libri digitali con all’interno: • libro liquido (versione accessibile per alunni con BES e DSA) • AUDIOLIBRI • volumi sfogliabili con esercizi interattivi • esercizi interattivi extra per tutte le materie • attivazione dell’Atlante • simulazione di prove nazionali INVALSI

Benvenuti a VILLA SAPERI! SAPERI!

VILLA SAPERI è un ambiente di apprendimento interattivo per ragazzi della Scuola Primaria. Un parco giochi tematico in cui tutto può essere sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e mini-giochi di storia, geografia, matematica, scienze, tecnologia. Miss Velonosa, Madame Plum Cake, Erudito De Sapientis, Clara e Tobia accompagneranno i ragazzi negli ambienti tematici che compongono la villa: dal parco alla bio-area, in un tour educativo ricco di esperienze, divertimento e conoscenze.

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Questo volume sprovvisto del talloncino a fianco è da considerarsi campione gratuito fuori commercio

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Abbiamo ritenuto che un volume per le verifiche, separato dal libro, fosse di più semplice uso per l’insegnante, che può decidere se lasciarlo al bambino o tenerlo in classe, per evitare che vada perso, per poterlo utilizzare quando lo ritiene opportuno. Per ciascun argomento, sono proposte due verifiche di difficoltà crescente.

A corredo dei volumi è presente l’Atlante, uno per la classe quarta e uno per la classe quinta. Il volume rappresenta un valido e interessante supporto allo studio e alle attività, proponendo contenuti aggiuntivi e di approfondimento. Una sezione finale è dedicata al CLIL e, dunque, presenta una serie di argomenti in lingua inglese.

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Presentazione

IL FLIP POSTER E L’IMPORTANZA DELLA DIDATTICA PARTECIPATA Che cos’è e come si usa il Flip Poster Il Flip Poster è lo strumento per attuare la didattica partecipata. Serve per focalizzare l’attenzione e sfruttare la capacità percettiva, molto sviluppata negli alunni. Attraverso il Flip Poster vengono presentati gli argomenti topici di ciascuna disciplina. Il Flip Poster è un utilissimo strumento che può essere utilizzato collettivamente, in maniera autonoma o a piccoli gruppi. Se gli alunni hanno la possibilità di utilizzare in modo autonomo e in momenti non strutturati questo strumento, imparano a confrontarsi e ad argomentare. In questo modo il Flip Poster diventa uno strumento altamente inclusivo.

L’immagine di fondo è uno spunto per introdurre l’argomento e darne una visione globale. I riquadri mettono in evidenza aspetti particolari su cui il bambino è invitato a riflettere. Le ipotesi offerte dall’insegnante, attraverso domande stimolo, permetteranno di recuperare le conoscenze pregresse. Il box a pié di pagina dà all’insegnante il ruolo di “facilitatore”, che favorisce un apprendimento collaborativo e consapevole. In questo modo gli alunni non sono ricevitori passivi del sapere, ma assumono una funzione propositiva e diventano artefici del loro sapere. È la parte che coinvolge emotivamente, suscita l’interesse e il piacere della ricerca del sapere.

Nel Flip Poster sono proposte attività per l’organizzazione delle conoscenze, per una visione globale, organica e unitaria di quanto appreso. Questa parte può essere utilizzata per la preparazione delle interrogazioni o delle verifiche individuali.

L’importanza della didattica partecipata Imparare a imparare La didattica partecipata serve agli alunni per: • avere un ruolo attivo; • favorire la consapevolezza dell’apprendere; • utilizzare le conoscenze pregresse; • stemperare l’ansia; • sviluppare le life skills.

La didattica partecipata serve agli insegnanti per: • facilitare l’inclusione; facilitare e rendere attivo l’appren• dimento; • sviluppare competenze.

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Presentazione

LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO IN TRAGUARDO DISCIPLINE

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Ogni volume del progetto Traguardo Discipline è articolato per Unità di Apprendimento che permettono di organizzare gli argomenti in modo unitario (Metodo tessitore) e cronologicamente scandito (Coding della didattica).

GEOGRAFIA Gli argomenti di geografia sono proposti in modo che siano il più aderenti possibile alla realtà e all’esperienza quotidiana dei bambini. Oltre a fornire informazioni, il testo si pone come obiettivo quello di suscitare curiosità scientifiche e antropologiche. Per questo i contenuti sono presentati in modo da valorizzare i processi attraverso cui si costruiscono le conoscenze geografiche: l’analisi del territorio e lo studio della realtà antropologica. Particolare importanza è stata attribuita alla parte iconografica. L’immagine, infatti, è importante quanto il testo perché sia l’uno sia l’altro sono strettamente interdipendenti e permettono al bambino di acquisire un apprendimento completo. Ciascuna foto è corredata da una didascalia che la spiega esaurientemente.

Come introdurre le Unità di Apprendimento Con questa attività di metacognizione il bambino viene invitato a recuperare le sue conoscenze pregresse, sulle quali saranno poi agganciate le nuove conoscenze sviluppate all’interno dell’unità.

Questa è l’attività di verifica personale. Serve all’allievo per verificare se le sue conoscenze sono aumentate.

È l’attività proposta per l’apprendimento individuale attraverso materiali offerti in questo caso dal libro. Con l’attività di classe capovolta i ragazzi devono imparare a dedurre e a estrapolare autonomamente alcune informazioni che poi utilizzeranno in seguito.

Come introdurre i diversi argomenti Ogni argomento inizia con una riflessione che anticipa a grandi linee i contenuti che saranno sviluppati.

Il testo è ben suddiviso in paragrafi. I titoletti laterali servono per far comprendere meglio al bambino le relazioni tra le parti dell’argomento e per aiutarlo nell’esposizione di ciò che ha appreso.

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Presentazione

Le rubriche I compiti di realtà sono stati proposti sia a pagina intera sia in forma più ridotta all’interno delle pagine di studio, per abituare i bambini a lavorare in situazioni che rappresentino il più fedelmente possibile la realtà che li circonda.

Al termine di ogni argomento vi è una pagina di sintesi di ciò che è stato esposto. La sintesi è espressa per punti e può essere vista come una sorta di “scaletta” che l’alunno userà per esporre, a seconda delle sue capacità, ciò che ha appreso.

Il Pensiero computazionale per lo studio aiuta il bambino ad acquisire un metodo di studio attraverso alcune tappe fondamentali: • comprendere correttamente il testo; • individuare le informazioni principali; • rielaborare e organizzare le conoscenze per esporle chiaramente e sinteticamente.

Due tipologie di video arricchiscono e completano la proposta del Sussidiario di Storia: video recitati, nei quali • un attore racconta o esemplifica alcuni momenti fondamentali del percorso didattico; video con tecnica dello • “scrollytelling”, nei quali immagini, testi e audio si caricano automaticamente allo scorrere delle schermate, in un formato moderno e attuale.

Il Pensiero computazionale per le mappe serve per mettere a fuoco le informazioni più importanti e completare la Mappa Attiva di sintesi.

Il testo fornisce ampi spunti di Educazione civica, nelle sue varie sfaccettature.

QUADERNO OPERATIVO La seconda parte del volume è quella operativa. Riprendendo gli argomenti trattati propone all’alunno una serie di attività per: • consolidare le conoscenze e le abilità; • verificare in itinere gli apprendimenti; • acquisire competenze. Al termine di ciascuna unità, una verifica di due pagine, strutturata con domande sul modello Invalsi, serve a controllare le competenze acquisite dagli alunni.

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Presentazione

GLI ELEMENTI DELLA GUIDA

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La Guida Il volume Traguardo Discipline • Geografia è accompagnato da una Guida per ciascun anno, che contiene: • la presentazione e l’articolazione del progetto didattico del Gruppo Ricerca e Sperimentazione Didattica; • la presentazione e la spiegazione delle parti dei volumi che compongono il progetto; • l’analisi dei materiali multimediali a disposizione dell’insegnante e della classe; • le basi metodologiche per insegnare per competenze; • life skills; • indicazioni metodologiche per l’insegnamento della disciplina; • programmazione annuale di classe; • attività per l’accoglienza degli alunni; • prove d’ingresso; • definizione del percorso didattico annuale; • schede per la costruzione di UA inerenti ai contenuti presenti nel testo. La Guida intende rispettare il termine di “guida”; vuole essere infatti uno strumento che suggerisce all’insegnante modalità per affrontare e seguire un preciso percorso relativo a una disciplina o a un argomento.

I Percorsi Semplificati Questa Guida contiene anche un inserto dedicato a guidare nello studio quei bambini che presentano alcune difficoltà. Infatti, Traguardo Discipline • Geografia è stato progettato nelle sue parti perché sia fruibile da tutta la classe. Inclusività significa fare in modo che i bambini lavorino tutti insieme, mettendo in gioco le proprie capacità e specificità, che sono diverse per ciascuno. Ma poiché ci sono situazioni in cui alcuni alunni presentano delle difficoltà nell’apprendimento delle discipline (per esempio i bambini che parlano una lingua diversa dall’italiano) può essere utile disporre di queste pagine i cui contenuti sono gli stessi del libro, ma espressi in modo più semplice. Gli argomenti sono presentati attraverso domande-guida, alle quali fanno seguito le relative risposte. In questo modo, il bambino in difficoltà riesce più facilmente a comprendere i passaggi fondamentali dell’argomento. Le parole chiave che trova al termine di ogni capitolo lo guideranno nell’esposizione orale. I Percorsi Semplificati sono disponibili, a richiesta, anche su volume a parte.

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Presentazione

TRAGUARDO DISCIPLINE • L’OFFERTA DIGITALE

Il Flip Book Il progetto Traguardo Discipline comprende anche l’estensione digitale, interattiva e

multimediale: il Flip Book. Il Flip Book è il libro di testo digitale, ricco di risorse e strumenti da utilizzare in classe – attraverso la LIM o i devices a disposizione – oppure a casa, in modo semplice e autonomo. Pensato per potenziare la didattica, facilitare lo studio e rendere più coinvolgente il lavoro in classe e a casa, il Flip Book contribuisce anche a sviluppare le competenze digitali degli alunni. Le soluzioni digitali presenti nel Flip Book sono pensate per essere fruite in modo intuitivo e flessibile da tutti, a seconda delle proprie attitudini e della propria familiarità con la tecnologia. Il libro digitale è uno straordinario strumento da personalizzare e scoprire. Questa Guida presenta l’utilizzo base del Flip Book e delle risorse a disposizione di docenti e studenti, ma sono disponibili molti altri strumenti, per un utilizzo avanzato dell’offerta digitale. Il Flip Book di Traguardo Discipline è scaricabile per lo studente, ma è disponibile anche in DVD per il docente. La versione docente, oltre ai contenuti presenti nella versione studente, raccoglie tutta una serie di materiali scaricabili e stampabili, utilizzabili nei modi che si crederanno più opportuni.

Gli strumenti Gli strumenti di lavoro a disposizione nel Flip Book sono raccolti in una barra laterale dedicata, che può essere spostata a destra o a sinistra della schermata, a seconda delle esigenze dell’utente. Essi consentono al docente di preparare lezioni coinvolgenti ed efficaci, e allo studente di svolgere esercizi, approfondire argomenti, ripassare, creare elaborati. Gli strumenti permettono di personalizzare le pagine dei volumi, arricchendole con contenuti e moltiplicando di fatto le potenzialità del libro di testo. L’utilizzo di immagini in alta definizione consente poi di proiettare il Flip Book o di utilizzarlo sulla LIM. Barra laterale posizionabile anche a destra, con gli strumenti di lavoro a disposizione.

Lo strumento segnalibro consente di selezionare le pagine di maggior interesse e di ritrovarle rapidamente, con un accesso diretto.

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Lo strumento matita attiva le possibilità di disegno a mano libera: matita, per scrivere sulle pagine come con una penna vera; evidenziatore, per sottolineare i testi scegliendo anche il colore e il tipo di tratto; forme, per utilizzare specifiche forme geometriche; direzione, per note grafiche lineari o per indicare un elemento con una freccia. permette di inserire, accanto alla pagina in uso del libro digitale, Lo strumento testo una pagina di lavoro, con righe di scrittura o quadretti selezionabili a seconda del livello della classe. permette di attivare le note vocali. In questo modo sarà possibile Lo strumento audio registrare appunti vocali, sintetizzare testi, rispondere a voce a domande aperte e fissare la risposta accanto all’esercizio. Questo strumento consente inoltre di inserire un file audio esterno, presente nel personal computer dell’utente o in una chiavetta di memoria esterna.

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Presentazione

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Lo strumento allegati è quello che più di ogni altro moltiplica le possibilità di utilizzo del Flip Book. Infatti, con un semplice clik sarà possibile inserire un documento esterno (testi, immagini, video, link ipertestuali) all’interno del libro digitale, personalizzandolo. permette di creare all’interno del libro digitale un comLo strumento elaborato ponimento completo di testo e immagini, anche di diverse pagine. Vengono messi a disposizione già alcuni template per produrre il proprio elaborato. e cornice danno la possibilità di oscurare parzialmente Gli strumenti spotlight la pagina selezionata, consentendo quindi di focalizzare l’attenzione su una particolare porzione di pagina.

Il libro Il Flip Book di Traguardo Discipline ha una particolare attenzione per l’accessibilità. liquido Cliccando sull’icona Alta leggibilità in alto a sinistra, è possibile passare alla versione accessibile del Flip Book, conosciuta anche con il nome di libro liquido. In essa, per consentire una lettura fluida e facilitata, è possibile:

(audio, video, pdf allegati) sono presenti nella pagina, • visualizzare quali risorse senza che siano presenti icone che possono interferire con la lettura; • ascoltare il testo , selezionando tutto il brano o solo una parte di esso, scegliendo anche la velocità di lettura; • disattivare le immagini • evidenziare

per evitare che impediscano una corretta lettura delle parole;

gli elementi più importanti della pagina;

• personalizzare l’aspetto grafico del testo selezionando: - il tipo di carattere, tra cui l’OpenDyslexic, - le dimensioni del carattere, con la possibilità di ingrandirlo senza perdere l’impaginazione del testo, - la visualizzazione del testo, che può essere trasformato tutto in maiuscolo, - l’interlinea, - il colore di fondo della pagina.

Il Grande Gioco Nell’ottica della didattica partecipata, i temi più sensibili legati all’Educazione civica e dell’Educazione all’Agenda 2030 saranno oggetto di un divertente gioco da proporre al gruppo classe. civica Villa Villa Saperi è un ambiente di apprendimento interattivo, un parco giochi tematico in Saperi cui tutto può essere sperimentato sotto forma di gioco e attività.

Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e giochi di storia, geografia, matematica, scienze e tecnologia, ciascuno sviluppato in un preciso ambiente tematico che compone la villa. Dal parco alla bio-area, Villa Saperi offre un tour educativo ricco di esperienze, divertimenti e conoscenze.

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Presentazione

INSEGNARE PER COMPETENZE

La competenza: La società in cui viviamo è sempre più complessa e interessata da rapidi e imuna necessità prevedibili cambiamenti nella cultura, nella scienza e nella tecnologia. Per vivere e operare in qualsiasi campo è necessario possedere non solo conoscenze teoriche e abilità tecniche, ma soprattutto: • atteggiamenti di apertura verso le novità; • disponibilità: – all’apprendimento continuo; – all’assunzione di iniziative autonome; – alla responsabilità; – alla flessibilità. La scuola deve quindi fare in modo che gli alunni sviluppino competenze, intese come “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” in cui operano. La competenza è trasversale, transdisciplinare. Le competenze specifiche di ciascuna disciplina si amalgamano, si integrano, e entrano a far parte di un bagaglio che aiuta a “imparare a imparare”, a “saper ragionare”, a “saper argomentare”. La competenza è una modalità di approccio alla realtà per cui ciascuno di noi, di fronte a situazioni e problemi, mette in gioco ciò che sa e ciò che sa fare, ciò che lo appassiona e ciò che vuole realizzare. È ovvio, dunque, che possedere una competenza significa aver acquisito un apprendimento o, meglio, una modalità di apprendimento che sia significativa ed esportabile in diversi contesti.

Che cosa vuol Quando si impara a guidare, le prime lezioni vengono fatte in luoghi poco fredire essere quentati, per evitare situazioni difficili, e i gesti vengono ripetuti a lungo, semcompetenti pre nello stesso modo, per riuscire a imparare bene la tecnica di guida.

Ma questo non basta: per poter ottenere la patente occorre essere veramente competenti nella guida. Non bastano le conoscenze (sapere come è fatta un’automobile e che cosa indicano i segnali stradali), non bastano le abilità (saper mettere in moto e far muovere un’automobile): occorrono le competenze. Occorre cioè essere in grado di affrontare situazioni nuove e inaspettate: occorre saper reagire a un problema improvviso (un animale che attraversa improvvisamente la strada, per esempio) e affrontare situazioni differenti (la neve, la nebbia, la pioggia…). Proprio come chi si accinge a prendere la patente di guida, anche i nostri alunni devono riuscire a conquistare la loro “patente” per la scuola e per la vita. Devono cioè essere in grado di saper applicare in ogni contesto e in situazioni differenti tutte le conoscenze e le abilità imparate in classe.

Conoscenze, Le parole conoscenze, abilità, competenze sono entrate da anni nel lessico di abilità, ogni insegnante. competenze Cominciano a comparire nei documenti ufficiali verso la fine del secolo scorso

(circa vent’anni fa) e da allora sono diventate i cardini su cui sono stati costruiti i curricoli di insegnamento di migliaia di docenti. In modo particolare negli ultimi anni i docenti hanno compreso che l’istruzione non può essere solo “scolastica”, cioè non deve servire solo ad affrontare e risolvere i problemi che si possono affrontare in classe, ma deve allargarsi alla comprensione del mondo intero e all’agire in contesti diversi.

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Presentazione

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Ogni nozione che viene appresa a scuola è utile solo se, attraverso di essa, si possono consolidare modi di rapportarsi con la realtà per capirla, per modificarla e per “viverla”. Certamente la Scuola Primaria ha il fondamentale compito di insegnare agli allievi conoscenze e abilità (le informazioni basilari, la lettura, il calcolo), ma, soprattutto, deve dare ai bambini la possibilità di utilizzare quanto appreso in contesti nuovi e fornire loro gli strumenti affinché siano capaci di farlo. Ecco dunque la necessità di una didattica che miri anche all’acquisizione di competenze per formare ragazzi che siano in grado non solo di sapere e saper fare, ma anche di imparare a imparare, saper ragionare, fare ipotesi, argomentare…

Uno stile Attivare strategie di insegnamento per competenze vuol dire adottare uno stidi insegnamento le di insegnamento che non si limita a trasmettere nozioni, date, formule e e di apprendimento definizioni da imparare a memoria; vuol dire invece intraprendere una nuova

rotta, vuol dire fare scuola per consentire agli alunni di imparare in modo: • significativo, facendo sì che per gli studenti apprendere abbia un significato, una valenza; • autonomo, mettendo gli alunni in grado di costruire il sapere utilizzando le conoscenze pregresse e le abilità raggiunte; • responsabile, cioè con la consapevolezza che apprendere è sì un diritto, ma anche un dovere che consente un continuo miglioramento della persona e della società in cui si dovrà vivere da adulti; • curioso, cioè facendo assaporare il piacere della scoperta.

Una nuova Il concetto di competenza si è definizione via via arricchito fino a comprendi competenza dere anche le “abilità trasversali”,

Creatività

Relazioni efficaci

Gestione delle emozioni

Empatia

Prendere buone decisioni

Senso critico

ss lo stre ne del Gestio

Problem solv ing

cioè le cosiddette life skills, che sono estremamente “immateriali” e che appartengono più al patrimonio personale che alle conoscenze e alle abilità. La competenza diventa dunque una sorta di integrazione di conoscenze (sapere), abilità (saper fare), capacità metacognitive e metodologiche (sapere come fare, trasferire, generalizzare, acquisire e organizzare informazioni, risolvere problemi), capacità personali e sociali (collaborare, relazionarsi, assumere iniziative, affrontare e gestire situazioni nuove e complesse, assumere responsabilità personali e sociali).

Consapevolezza di sé

Comunicazione efficace

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Presentazione

LE LIFE SKILLS

CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI (PROBLEM SOLVING) Life skills: Competenza che permette di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi le abilità di vita

trovando soluzioni anche non standardizzate.

“Favorire la soluzione dei problemi” deve sostituire “fornire la soluzione dei problemi”. Meglio proporre un’attività in meno, ma trovare il tempo per invitare gli alunni ad analizzare le situazioni, a interpretarle secondo il loro punto di vista, a trovare strategie risolutive da confrontare con gli altri. E NELLA CLASSE?

CREATIVITÀ

Competenza che aiuta ad affrontare in modo versatile tutte le situazioni della vita quotidiana; contribuisce sia alla capacità di prendere decisioni sia alla capacità di risolvere problemi, permettendo di esplorare le alternative possibili e le conseguenze delle diverse opzioni. E NELLA CLASSE? Tutti sappiamo quanto sanno o possono essere creativi i bambini… a volte anche troppo. In ogni attività è bene lasciare spazio alla loro creatività, per portarli a riflettere sulla opportunità delle loro scelte, sull’aderenza delle stesse alla realtà, sulla percorribilità del percorso scelto.

CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI

Competenza che aiuta ad affrontare in modo costruttivo le decisioni nelle diverse situazioni e nei vari contesti di vita. La capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale può avere implicazioni positive attraverso una valutazione delle diverse opzioni e delle conseguenze che esse implicano. Prendere decisioni valutando pro e contro non è semplice per un adulto... a maggior ragione per un bambino! Ma la capacità di imparare a valutare le situazioni per giungere a una soluzione che si ritiene positiva si può acquisire. I compiti autentici, i compiti di realtà, possono essere un valido strumento. Messo di fronte a una situazione concreta, in cui si deve pensare e attuare un procedimento operativo conveniente, il bambino si misura con la necessità di prendere decisioni per giungere alla soluzione, mettendo in atto non solo conoscenze e abilità pratiche, ma anche competenze. E NELLA CLASSE?

AUTOCOSCIENZA

Autoconsapevolezza o conoscenza di sé, del proprio carattere, dei propri punti forti e deboli, dei propri desideri e bisogni. Abilità di comprensione dello stress. Prerequisito indispensabile per una comunicazione efficace, per relazioni interpersonali positive e per la comprensione empatica degli altri. E NELLA CLASSE? È necessario valorizzare l’operato degli alunni “più deboli” e ridimensionate l’operato di quelli “troppo sicuri di sé”. Questi interventi sono utili per favorire un ambiente di apprendimento che lasci spazio a tutti e soprattutto permetta di “non perdere per strada” a chi pensa “non ce la farò mai”. Saper comunicare le proprie difficoltà, richiedere aiuto quando è necessario e sapere che in ogni caso si avrà come risposta un atteggiamento accogliente permette a tutti di non “gettare la spugna” e di avere fiducia nella possibilità di ottenere risultati positivi.

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SENSO CRITICO

Abilità nell’analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo, valutandone vantaggi e svantaggi, al fine di arrivare a una decisione più consapevole. Il senso critico può contribuire a riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media. Il senso critico non è importante solo per valutare il proprio operato. In un’età così delicata, in cui il giudizio degli altri può “far male”, è veramente importante abituare gli alunni a imparare a mantenere un certo distacco da ciò che accade. Il senso critico si sviluppa anche nell’approccio alle varie discipline. Se si lascia spazio all’apprendere, inteso come ricerca continua che deve essere verificata, gli alunni si abitueranno a esprimere una propria opinione, a non incamerare il sapere come un liquido che riempie un vaso informe, ma faranno assumere a quel liquido la forma del vaso che sono loro stessi. E NELLA CLASSE?

CAPACITÀ DI RELAZIONARSI CON GLI ALTRI

Abilità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, sapendo creare e mantenere relazioni significative, fondamentali per il benessere psico-sociale, sia in ambito amicale sia familiare. Tale competenza permette anche la possibilità di interrompere le relazioni, quando necessario, in modo costruttivo. EMPATIA

Capacità di comprendere gli altri, di “mettersi nei loro panni”, anche in situazioni non familiari. Abilità di migliorare le relazioni sociali, l’accettazione e la comprensione degli altri. GESTIONE DELLE EMOZIONI

Capacità di riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri. Abilità di provare emozioni intense, come rabbia e dolore. Consapevolezza di come le emozioni influenzano il comportamento e capacità di gestione delle stesse. GESTIONE DELLO STRESS

Competenza nel riconoscere le cause di tensione e di stress della vita quotidiana e nel controllarle, tramite cambiamenti nell’ambiente o nello stile di vita. Capacità di rilassarsi e gestire le tensioni. COMUNICAZIONE EFFICACE

Sapersi esprimere, sia verbalmente sia non verbalmente, in modo efficace e congruo alla propria cultura, in ogni situazione particolare. Capacità di esprimere opinioni e desideri, ma anche bisogni e sentimenti; essere in grado di ascoltare in modo accurato,  comprendendo l’altro. Significa, inoltre, essere capaci di chiedere aiuto, quando necessario. E NELLA CLASSE? Le dinamiche interpersonali tra gli alunni sono fondamentali per creare un ambiente emotivo che favorisca l’apprendimento e, soprattutto, la gioia e il piacere di apprendere. Il lavoro di gruppo o la condivisione di lavori individuali permettono agli alunni di interagire e rafforzano le conoscenze e le abilità acquisite. Lavorare in gruppo non è facile, non è sempre gratificante, ma è sempre più richiesto dalla società contemporanea e dal nuovo mondo del lavoro. Occorre imparare a gestire una capacità di adattamento che non deve essere passiva o frustrante, ma positiva nella relazione con gli altri.

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO: la base della programmazione per competenze

Le Nuove Le Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo hanno recepito le competenze Indicazioni chiave per l’apprendimento del Consiglio Europeo, come riferimento per gli Nazionali obiettivi della formazione di base e l’elaborazione del profilo formativo a conclusione del primo grado di Istruzione. In quest’ottica definiscono e suggeriscono un cambio di prospettiva nel rapporto insegnamento/apprendimento, cambio reso possibile da un’organizzazione del percorso didattico per Unità di Apprendimento. “Le Unità di Apprendimento partono da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli alunni, definiti con i relativi standard di apprendimento, si sviluppano mediante appositi percorsi di metodo e di contenuto e valutano, alla fine, sia il livello delle conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto esse abbiano maturato le competenze personali di ciascun alunno (art. 8 del Dpr 275/99)”.

Una nuova La didattica per competenze si basa su una progettazione articolata in Unità didattica di Apprendimento che diventano le strutture di base dell’azione formativa

dell’insegnante, ne definiscono i traguardi, i criteri di valutazione, le metodologie, le risorse da reperire o utilizzare e anche i tempi di realizzazione.

La differenza tra UDA (Unità Didattica di Apprendimento) e UA (Unità di Apprendimento)

L’UDA è strutturata per promuovere l’acquisizione di conoscenze e abilità. Le parti che compongono l’UDA sono una “serie” di argomenti/apprendimenti con una marcata funzione informativa L’UA ha una funzione formativa, prima ancora che didattica; le UA devono essere occasioni di apprendimento. L’attenzione si sposta dalle esigenze dell’insegnamento a quelle dell’apprendimento, cioè dalla programmazione del lavoro del docente, all’evolversi concreto di situazioni di apprendimento da parte della classe e dei singoli alunni.

Unità L’Unità di Apprendimento diventa un’occasione didattica significativa per gli di Apprendimento alunni, che tiene conto dell’unitarietà del sapere e si configura come indirizzo

metodologico che tende alla formazione integrale della persona, sviluppando competenze non solo disciplinari, ma trasversali. La didattica per UA è laboratoriale, è attiva, pone l’allievo al centro del percorso formativo richiedendo la sua partecipazione sia in modo individuale, sia in gruppo e, soprattutto, favorisce una continua attenzione ai processi di apprendimento. Le modalità di espletamento di un percorso per UA prevedono alcuni momenti in cui le attività sono svolte in modo autonomo dagli alunni. L’insegnante avrà un ruolo di supporto, di mediazione, dovrà farsi un po’ da parte per permettere a tutti di essere artefici del loro sapere e di sperimentarsi in approcci diversi e anche personali. Per questo la programmazione delle UA deve essere flessibile, duttile e permettere di riadattare il percorso in itinere, valutando e considerando le risposte degli alunni, le opportunità di ampliamento interdisciplinare o approfondimento disciplinare. La costruzione delle conoscenze diventa perciò personale e non indotta e permette di parlare davvero di personalizzazione dell’apprendimento. L’UA privilegia le modalità di apprendimento rispetto ai contenuti; focalizza la

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sua struttura sul raggiungimento di una competenza chiave di primaria importanza: “Imparare a Imparare”. Per questo l’ottica in cui deve essere intesa è fondamentalmente metacognitiva.

Quali sono Le UA consentono di rendere significativo l’apprendimento perché diventa: i vantaggi? • attivo: gli alunni devono mettere in atto il problem solving, quindi mi-

surarsi con se stessi e con gli altri per trovare percorsi per la soluzione di un problema (anche imparare ad acquisire conoscenze per il bambino può essere un problema che può avere molteplici processi e portare a soluzioni differenti); • costruttivo: gli alunni devono lavorare con il metodo “hands on”, cioè mettere le mani in pasta e cimentarsi praticamente, concretamente e dunque consapevolmente con l’apprendimento di un contenuto; • cooperativo: le UA prevedono molti momenti di lavoro in coppia o in gruppo e ciò mette in azione le life skills, così importanti per un percorso che porti all’acquisizione di competenze anche sul versante sociale e relazionale; • autentico: la somministrazione di compiti di realtà permette di vedere la realtà intorno a noi come fonte privilegiata di esercizio di competenze; • intenzionale: le UA permettono di “entrare” nell’argomento, dunque di lavorare con una motivazione e vedere che si può dare un senso all’apprendimento. Gli alunni assaporeranno il gusto di apprendere. L’apprendimento non sarà più qualcosa di “altro da loro”, non sarà più qualcosa che “fa solo entrare” conoscenze che poi usciranno senza elaborazione personale. L’apprendimento diventerà una sfida, una conquista: se si “impara a imparare” si imparerà per tutta la vita. L’Unità di Apprendimento ha come fine l’acquisizione di “un intero apprendi-

Perché costruire mento”, impostato in parti che siano organiche e collegate tra loro e che non le UA sottendano un unico legame disciplinare, interdisciplinare, metacognitivo…

La costruzione di una UA deve essere “disponibile” a un cambiamento per adattarsi concretamente alle esigenze di apprendimento degli alunni in funzione di un obiettivo formativo. Che cosa significa? L’insegnante deve avere come barra di direzione l’acquisizione di competenze. Siccome questo traguardo non può prescindere dalle capacità e dalle abilità degli alunni, ne deriva che ciò che può essere modificato in itinere è l’obiettivo strettamente didattico. Attraverso le UA l’allievo trasforma le sue abilità in competenze non solo per mezzo dei contenuti, ma soprattutto attraverso una ”esperienza” di apprendimento, cioè il modo in cui si avvicina, affronta, interiorizza questi contenuti. L’apprendimento non è più solamente “acquisizione”, ma diventa “trasformazione” continua. Una sorta di procedimento a spirale verso l’unitarietà del sapere che permette di coniugare tutte le sfaccettature di un argomento per allargare le modalità di approccio allo stesso. Se vediamo la programmazione in questa ottica riusciamo a mantenere intatto l’argomento e i nostri obiettivi di conoscenza, e a far leva su motivazioni, interessi, attitudini personali, bisogni. L’UA permette di articolare un apprendimento in differenti obiettivi formativi che rispondono ai bisogni e alle modalità di apprendimento di ciascuno, senza perdere di vista l’interezza dell’argomento.

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Presentazione

Come procedere Ciascun insegnante può trovare una modalità personale per la costruzione di per costruire un’UA, perché conosce il livello di conoscenze e abilità degli alunni, sceglie le un’UA competenze che vuole raggiungere, ha presente i bisogni, gli interessi, le modalità di lavoro cooperativo che può proporre. Perciò, in questa Guida proporremo e forniremo linee guida per lavorare attraverso UA.

È nella natura stessa dell’UA la flessibilità e la duttilità, per cui le linee guida saranno modulate secondo la realtà specifica di ciascun gruppo classe. La declinazione tipica della costruzione di un UA è la seguente: • fase preattiva o ideativa; • fase attiva; • fase postattiva.

Fase preattiva o ideativa

È il momento dell’ideazione, del progetto, per favorire l’apprendimento da parte degli alunni (singolarmente o in gruppo). Per procedere occorre aver presente le situazioni reali degli alunni e prevedere un successivo adattamento per i cambiamenti che si potrebbero determinare. Questo momento deve avere come punto di partenza le modalità per “dare il via” alla nuova attività. La programmazione di un’UA viene definita “a bassa definizione” proprio per sottolineare il carattere fluido del concetto di programmazione.

Fase attiva Una volta fissati l’argomento e le competenze si deve passare alla fase attiva, cioè dello sviluppo, che non può comunque prescindere dalla didattica. Durante questa fase occorre comunque aver presente che: • gli alunni dovranno acquisire conoscenze e abilità; • il percorso che stanno intraprendendo deve avere un senso per loro. Così si approprieranno non solo di contenuti, ma soprattutto di metodo. La didattica delle UA non può mai essere meramente prescrittiva: occorre disponibilità a dare spazio alla libertà di improvvisazione, creatività e intuizione. Occorre anche saper cogliere i feedback che gli alunni inviano per rimodulare nuovi percorsi.

Fase Come ogni attività, anche l’UA deve dare risultati. postattiva Il momento della fase postattiva e quello dell’accertamento e della docu-

mentazione degli esiti del processo di apprendimento. Nelle UA non si accerta solamente il livello di conoscenze e abilità, ma si prende in considerazione l’intero apprendimento, di conseguenza anche le modalità messe in atto dai ragazzi, il grado di interesse e partecipazione, la capacità di operare sia individualmente sia tra pari in modo da contribuire ad una crescita collettiva. Sicuramente la valutazione in una didattica per UA non è semplice. Occorre valutare il raggiungimento sia delle abilità e delle conoscenze, sia quello delle competenze tenendo conto che sono aspetti complementari nel processo di apprendimento.

Programmare per UA

Come è già stato detto, una programmazione per UA deve essere flessibile, duttile, adattabile. Quando parliamo di flessibilità non ci riferiamo agli argomenti portanti dei contenuti, che devono essere chiaramente impostati per dare linearità, continuità e progressività. I contenuti essenziali saranno esplicitati e, in un certo modo, calendarizzati lungo il corso dell’anno. L’UA non è improvvisazione, ma deve basarsi su una ben precisa unitarietà e identità. In altre parole, per esempio, non è possibile passare dall’argomento

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“Sumeri” all’argomento “Romani” a meno che questo “salto” non rientri in uno specifico lavoro che lo giustifichi (le costruzioni? Il fiume?). Lo schema di un’UA sarà molto snello alla sua partenza, e si arricchirà nel corso del suo svolgimento. Una volta entrati in quest’ottica di lavoro si potrà gustare la possibilità di realizzare un insegnamento realmente efficace.

Le UA presenti in questa Guida

STRUTTURA DELLE UA

Nella Guida sono inseriti percorsi specifici per accompagnare l’insegnante nell’introduzione e nella spiegazione di ciascuna UA contenuta nel testo. Per ciascuna UA l’insegnante troverà: • lo schema di progettazione dell’UA già compilato che definisce le competenze, le conoscenze e gli strumenti di verifica che afferiscono a ciascuna unità; • l’indicazione degli strumenti utili per verificare; • una parte introduttiva: l’argomento che tratteremo. Viene delineato il percorso dell’unità e vengono fornite informazioni aggiuntive per approfondire e chiarire quanto illustrato nel testo; • suggerimenti per introdurre l’argomento; • esempi di didattica partecipata. Sono un mezzo per coinvolgere gli allievi nella costruzione del loro sapere, abituandoli a osservare, dedurre, ragionare, argomentare; • schede per le attività di didattica partecipata; • diverse schede per i collegamenti interdisciplinari; • indicazioni per la realizzazione di compiti di realtà e attività di classe capovolta. Lo schema su cui si è basata la programmazione di ciascuna UA è inserito nella pagina successiva.

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Presentazione

SCHEMA PER LA PROGETTAZIONE DELL’UA UNITÀ DI APPRENDIMENTO

• Prodotto finale atteso OBIETTIVI FORMATIVI COMPETENZE • Competenze di cittadinanza: • Competenze chiave (europee): • Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari): OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere)

Abilità (saper fare)

Contenuti Prerequisiti Attività e metodologia INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte

Nuclei tematici

Compito di realtà Verifica e valutazione Strumenti Tempi Destinatari

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L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA

La geografia è la scienza che interpreta la realtà. Pertanto deve essere insegnata e imparata come la disciplina che si raccorda con gli altri saperi per leggere, conoscere e interpretare il territorio. Le Indicazioni Nazionali definiscono la geografia “la disciplina di cerniera per eccellenza” perché permette di collegare alla specificità della materia anche temi storici, scientifici, antropologici, ambientali. ACQUISIRE IL SENSO DELLO SPAZIO Quali obiettivi si deve porre Anche la geografia, come ogni disciplina, ha peculiarità proprie e un linguaggio l’insegnante specifico che la caratterizza. In modo graduale, quindi, il bambino dovrà acqui-

sire le strumentalità di base inerenti la disciplina che gli permettano di conoscere, analizzare, confrontare le diverse realtà.

Indicazioni Nazionali “Alla geografia spetta il delicato compito di costruire il senso dello spazio, accanto a quello del tempo, con il quale va costantemente correlato. Gli alunni devono attrezzarsi di coordinate spaziali per orientarsi sul territorio abituandosi ad analizzare ogni elemento nel suo contesto spaziale”. CONOSCENZA E RISPETTO DELL’AMBIENTE

Attraverso le competenze e le conoscenze che il bambino acquisisce studiando la geografia egli si dovrà sentire cittadino del mondo e comportarsi di conseguenza; adottare, cioè, comportamenti responsabili che lo inducano a rispettare e far rispettare l’ambiente. CONOSCENZA MULTISCALARE DEL TERRITORIO

Partendo dalla realtà vicina e conosciuta dal bambino, egli apre lo sguardo a situazioni sempre più lontane, in modo multiscalare. Si inizia dall’osservazione e dalle conoscenze della realtà vicina al bambino, che lui conosce bene e, proseguendo un lavoro presumibilmente già iniziato negli anni precedenti, si allargano gli orizzonti, arrivando a conoscere, in momenti successivi, parti del territorio sempre più lontane. Ciò consentirà all’alunno di capire anche le complesse relazioni che stanno alla base di ogni fenomeno sia fisico sia sociale o culturale presente sul territorio. Imparerà a “leggere i luoghi” da diversi punti di vista prendendo in esame tutti i loro aspetti: fisici, climatici, antropici. Indicazioni Nazionali “Altra opportunità formativa della geografia è quella di abituare a osservare la realtà da punti di vista diversi, che consentono di considerare e rispettare visioni plurime, in un approccio interculturale dal vicino al lontano. [...] Il raffronto della propria realtà con quella globale è agevolato dalla continua comparazione di rappresentazioni spaziali, lette e interpretate a scale diverse”.

L’impostazione Lo studio della geografia non deve essere inteso come mera descrizione del metodologica territorio ed elencazione dei suoi elementi, ma deve aiutare a vedere la realtà come interazione costante tra natura (ambienti) e presenza umana. I filoni fondamentali su cui si basa l’insegnamento della disciplina sono: lo studio del territorio e del suo clima; l’insediamento e l’opera dell’uomo.

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La parte preponderante del programma previsto per le classi quarta e quinta riguarda lo studio dell’Italia fisica e politica, ma senza trascurare la conoscenza del resto del mondo. Oggi, infatti, ciò è decisamente imprescindibile vista la presenza nelle classi di alunni che provengono da ogni parte del globo. Tali alunni permetteranno alla classe di confrontare e conoscere luoghi lontani, diversi e interessanti.

Lavorare come È bene iniziare lo studio della geografia imparando a conoscere gli strumenti un geografo che il bambino utilizzerà per apprendere a orientarsi nello spazio.

L’insegnante farà operare gli alunni non solo con le carte geografiche, ma anche con fotografie, immagini satellitari (telerilevamento), materiali e strumenti prodotti dalle nuove tecnologie come, per esempio, Google Earth il cui utilizzo è agevolato dalla sempre maggiore diffusione nelle classi di lavagne multimediali. È importante utilizzare anche strumenti tecnologici perché permettono al bambino di apprendere come la realtà degli elementi fisici e antropologici possa essere rappresentata mentalmente e graficamente.

Il territorio La geografia non è solo lo studio delle caratteristiche morfologiche del territorio

così come questo si presenta attualmente. I bambini spesso faticano a immaginare che l’ambiente che hanno intorno non è sempre stato così come lo vedono ora; dovranno quindi imparare che la storia della Terra, sia pur con i suoi tempi lunghissimi, ci racconta le modificazioni sostanziali che sono avvenute. Ancora più difficile per gli alunni è comprendere che i cambiamenti sono ancora in essere e che le montagne, i mari, le pianure che conoscono e che vedono, in un futuro lontano, non saranno più come sono ora, perché si saranno modificati assumendo altri aspetti. È utile che gli alunni capiscano che il territorio ha una storia in continua evoluzione e che ogni ambiente trattato sarà descritto sia per come appare oggi sia per come si è evoluto nel corso del tempo.

Il lavoro Qui di seguito sono stati puntualizzati alcuni aspetti didattici che l’insegnante dell’insegnante deve tenere in considerazione nella progettazione del suo insegnamento. • Riconoscere le più evidenti modificazioni apportate nel tempo dall’uomo sul territorio nazionale e regionale. Per fare ciò si possono osservare foto dello stesso luogo scattate in tempi diversi, visionare filmati e documentari, utilizzare le testimonianze di persone che possono ampliare le informazioni in possesso fino a ora. • Ricercare il nesso tra l’ambiente, le sue risorse e le condizioni di vita dell’uomo sia per il presente sia per il passato. • Analizzare le conseguenze positive e negative delle attività umane sull’ambiente. L’insegnante può servirsi di casi di cronaca (frane, alluvioni, inquinamento…) per far comprendere agli alunni che i comportamenti positivi o negativi dell’uomo hanno ripercussioni sull’ambiente. • Riflettere per proporre soluzioni a problemi che riguardano la protezione e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale.

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Sc I PL

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UA r e p ne azio m m ra Prog nza e i l g Acco esso r g n i e di Prov tecipata r pa ica att d i d A narit i l p i rdisc e t n I altA e r i i ti d Comp OLTA V O P A SE C S A CL

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Programmazione

Programmazione annuale Obiettivi formativi interdisciplinari • Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Allargare il proprio orizzonte culturale esplorando ambienti diversi da quelli conosciuti. • Utilizzare le nuove tecnologie per indagare il territorio. • Sapere osservare un territorio per cogliere le connessioni geografiche-storiche-scientifiche. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA CLASSE QUARTA L’alunno/a: • si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali • utilizza il linguaggio della geo-graficità per interpretare carte geografiche • ricava informazioni da una pluralità di fonti (cartografiche e satellitari, tecnologie digitali, fotografiche, artistico-letterarie) • riconosce e denomina i principali “oggetti” fisici (fiumi, monti, pianure, colline, laghi, mari…) • individua i caratteri che connotano i paesaggi (di montagna, collina, pianura, vulcanici…) con particolare attenzione a quelli italiani • comprende che lo spazio geografico è un sistema territoriale costituito da elementi antropici e da elementi fisici legati da rapporti di interdipendenza

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

ORIENTAMENTO • Orientarsi sulle carte utilizzando i punti cardinali. • Orientarsi utilizzando strumenti idonei. • Ricavare informazioni geografiche da varie fonti. LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ • Analizzare i principali caratteri fisici del territorio interpretando carte geografiche di diversa scala. • Localizzare sul planisfero la posizione dell’Italia in Europa e nel mondo. • Localizzare sulla carta geografica dell’Italia le regioni fisiche.

PAESAGGI • Conoscere il territorio circostante attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta. • Conoscere gli elementi che caratterizzano i principali paesaggi italiani. • Conoscere elementi di particolare valore ambientale e culturale.

CONTENUTI

PAGINE DEL VOLUME

• La geografia è… • Caratteristiche delle carte geografiche: il lavoro del cartografo • Interpretare una carta geografica i simboli delle carte geografiche i diversi tipi di carte • La riduzione in scala • Gli strumenti dei cartografi

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• Il territorio della montagna • I vulcani • Cima, flora e fauna della montagna • Antropologia della montagna • Il territorio della collina • Clima, flora e fauna della collina • Antropologia della collina • Il territorio della pianura • Clima, flora e fauna della pianura • Antropologia della pianura

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• Il territorio del fiume • Flora e fauna del fiume • Antropologia del fiume • Il territorio del lago • Flora e fauna del lago • Antropologia del lago • Le acque sotterranee • Il territorio del mare • Clima, flora e fauna del mare • Antropologia del mare

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Programmazione

REGIONE E SISTEMA TERRITORIALE • Individuare problemi relativi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale. • Acquisire il concetto di regione geografica (fisica, climatica) e utilizzarlo a partire dal contesto italiano.

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• Il disboscamento • Il terremoto • I Parchi Nazionali e le aree protette • I problemi della collina • La bonifica dei suoli paludosi

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Unità di Apprendimento (UA) programmate: • UA 1 • La cartografia • UA 2 • La montagna • UA 3 • La collina • UA 4 • La pianura • UA 5 • I fiumi e i laghi • UA 6 • Il mare

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Percorso didattico

Il percorso didattico

Il percorso proposto da Traguardo Discipline • Geografia per la classe quarta si propone di aiutare l’alunno a comprendere la relazione che c’è tra ambiente fisico, climatico e antropologico nel contesto territoriale italiano. Il testo prende in esame i vari ambienti e accompagna il bambino in un “viaggio” sul territorio perché possa capire al meglio quella che è la conformazione territoriale del suo Paese. Ogni ambiente è presentato nella sua globalità, come se il bambino potesse vedere e sentire attorno a sé gli elementi fisici, antropici, climatici e le loro relazioni. Il percorso da svolgere in classe quarta inizia con la presentazione dell’Italia: la sua posizione, la sua formazione e i suoi ambienti.

I ferri Per conoscere i diversi ambienti che caratterizzano il territorio italiano è necesdel mestiere sario conoscere prima di tutto i “ferri del mestiere”; capire cioè come un luogo

si rappresenta su una carta geografica e come questa, attraverso la conoscenza dei simboli, possa essere decodificata. I due grandi capitoli che prevedono lo studio degli ambienti di terra e di acqua sono, a loro volta, suddivisi in sottocapitoli, ognuno dei quali tratta un ambiente e lo analizza da diverse angolazioni (aspetto fisico, climatico, antropologico) perché il bambino capisca che un territorio è composto da tanti elementi che si intrecciano tra loro e non esiste un modo univoco per poterlo definire.

Collegare Il trattare alcuni argomenti relativi a un ambiente può essere l’occasione per algli argomenti largare lo sguardo all’intera Italia. Ad esempio, prima di inoltrarsi nella spiegazione del clima montano può essere utile vedere, a grandi linee, come varia il clima nell’intera penisola. Allo stesso modo, quando si parlerà del lavoro tipico della montagna si potrà introdurre il discorso del lavoro in generale e dei vari settori. Trovare i collegamenti tra argomenti anche diversi tra loro è utile per i bambini che imparano così a essere flessibili nel ragionamento, ad argomentare utilizzando le loro informazioni, ad acquisire competenze mettendo in gioco conoscenze nuove e pregresse.

Relazione È importante far capire ai bambini che ogni ambiente di cui ci interessiamo non tra gli ambienti è mai a sé stante ma è sempre in stretta relazione con gli altri. Si pensi a una

zona montuosa: se ci si guarda intorno si nota che non ci sono solo montagne. Si vedono piccole pianure, laghi, corsi d’acqua… Allo stesso modo, ambiente naturale e ambiente antropico difficilmente sono completamente separati. È possibile che in alcune zone l’intervento dell’uomo sia più o meno visibile, che alcuni ambienti siano più adatti all’insediamento umano di altri, ma la relazione tra natura e presenza umana è sempre percepibile. Occorre far capire questi concetti agli alunni utilizzando fotografie, filmati e l’esperienza stessa dei bambini chiedendo loro di parlare dei luoghi visitati durante gite o vacanze e di riportare alla memoria ciò che hanno visto.

I mutamenti Come correttamente recitano le Indicazioni Nazionali “i tempi lunghi della nadel paesaggio tura si intrecciano, spesso confliggendo, con quelli molto più brevi dell’uomo,

con ritmi che a volte si fanno più serrati in seguito a rapide trasformazioni”. Un passaggio fondamentale per la comprensione del paesaggio è la sua mutevolezza dovuta a ragioni naturali o antropiche, volute e prodotte dall’uomo. A questo proposito è importante fare spesso riferimento al passato lontano,

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Percorso didattico

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anzi lontanissimo, e a come l’aspetto attuale del territorio che ci circonda sia il frutto di cambiamenti avvenuti in tempi talmente lunghi che difficilmente si riesce a immaginarli. Solo così sarà possibile spiegare agli allievi come si sono formate le montagne, le colline, le pianure, i laghi e i mari. Ma le trasformazioni naturali possono essere anche rapide; basti pensare a un terremoto, un’alluvione, una frana che, in pochissimo tempo, possono cambiare l’aspetto di una zona anche vasta. Infine, si faranno notare quanti e quali mutazioni sono dovute alla mano dell’uomo. Spesso i bambini hanno la tendenza a giudicare negativamente qualsiasi azione abbia modificato artificialmente l’ambiente. Sarà quindi necessario far riflettere gli alunni su quali sono state, secondo loro, le motivazioni che hanno indotto gli uomini a produrre cambiamenti che, talvolta, hanno trasformato radicalmente il territorio e sulle conseguenze che ne sono derivate. Ragionando, arriveranno a capire la differenza tra ciò che è utile per migliorare la vita delle popolazioni e ciò che, invece, porta forse un beneficio immediato, ma che, a lungo andare, crea danni anche molto gravi (cementificazione del territorio, disboscamento…).

Per concludere Il percorso didattico della geografia di quarta porterà il bambino a conoscere gli ambienti del suo Paese, ma non dovrà essere soltanto una descrizione del territorio fatta di elenchi di nomi. Un traguardo fondamentale sarà aiutare gli alunni a capire che la geografia è un mezzo per interpretare il rapporto dell’uomo con la natura. È importante quindi che i bambini conoscano la morfologia del territorio, ma sarà altrettanto importante che comprendano quali relazioni sono state stabilite, all’interno di un determinato spazio geografico, tra l’ambiente e i suoi abitanti.

Il percorso Nella pagina successiva l’insegnante troverà una mappa destinata agli allievi di geografia che illustra il percorso didattico proposto per la classe quarta. per gli alunni I ragazzi possono osservarla, commentarla in gruppo, conservarla per valutare in itinere a quale punto sono arrivati. In questo modo gli alunni potranno conoscere quale sarà il percorso tracciato, avere consapevolezza di che cosa studieranno nel corso dell’anno e dove arriveranno a fine anno scolastico.

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Percorso didattico

Il percorso di quest’anno

L’Italia e i suoi ambienti • La formazione dell’Italia • Lo studio degli ambienti attraverso: – territorio – clima – antropologia

La cartografia • Il lavoro del cartografo • Gli strumenti del cartografo • Le carte geografiche • La riduzione in scala

Il territorio può essere rappresentato in diversi modi. Gli ambienti di terra e gli ambienti di acqua.

Idrografia • Fiumi  • Laghi  • Mari

Orografia • Montagne  • Colline  • Pianure

Le acque si trovano in ogni ambiente e circondano le terre.

Metodologia Metodo Abituare gli alunni a utilizzare le conoscenze pregresse e a integrarle con nuove deduttivo informazioni che vengono di volta in volta proposte. Metacognizione (Rifletti Capacità di “recuperare le conoscenze” pregresse e utilizzarle per dedurre e su ciò che già sai) operare confronti. Classe capovolta Sviluppare la capacità di apprendere in autonomia, utilizzando spunti offerti (Apprendo da solo/a) dall’insegnante. Pensiero computazionale Imparare a individuare le informazioni principali per rielaborarle e organizzarle per lo studio in funzione di conoscenze e di competenze. USO DEL FLIP POSTER Didattica partecipata Spunti offerti agli alunni per avere un ruolo attivo nella costruzione del proprio

sapere.

Peer Domande stimolo per imparare a esporre ciò che si è appreso. Favorire una Teaching visione globale, organica e unitaria di quanto appreso.

’uso del Flip Poster favorisce la didattica inclusiva e riprende lo stimolo della L partecipazione di tutti alla costruzione del sapere.

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Accoglienza

L’accoglienza

G eografia

Ogni volta che la scuola ricomincia porta con sé grandi emozioni: la gioia di trovare compagni vecchi e nuovi, di rivedere gli insegnanti, la curiosità di scoprire che cosa “faremo” quest’anno, il desiderio di imparare cose nuove. Per questo i primi giorni di scuola sono, per l’insegnante, un periodo breve ma importante perché deve accogliere i suoi alunni in un ambiente sereno, allegro, stimolante, carico di attese. Per introdurre i bambini allo studio della geografia è sempre utile partire dalle esperienze vissute. Si sono appena concluse le vacanze, i ricordi sono ancora freschi e, quindi, è un’ottima occasione per far raccontare a chi lo desidera quali luoghi ha visitato, che cosa lo ha interessato in modo particolare. Poiché è possibile che gli alunni siano stati in più località, si può chiedere loro di elencarle e di scegliere la più interessante. Dopo i primi momenti in cui i bambini racconteranno senza distinzione ma con entusiasmo luoghi, avvenimenti, persone, occorrerà cercare di dare un ordine a ciò che dicono ponendo alcune domande stimolo.

Chi di voi è stato al mare? Dove? • • Chi ha trascorso la vacanza in montagna? Dove? • Sei rimasto nel luogo in cui abiti? In che ambiente si trova? Dopo aver raggruppato le località a seconda dell’ambiente, li si farà ragionare sull’ambiente che hanno visitato, evidenziandone le caratteristiche e cominciando a distinguere le particolarità fisiche da quelle antropologiche. Su una carta fisico-politica si chiederà ai bambini di localizzare, con l’aiuto dell’insegnante, i luoghi delle loro vacanze. In questo modo si potrà iniziare a parlare di cartografia, ponendo una serie di quesiti. • In che modo è stata disegnata questa carta geografica? • Chi lo ha fatto? • Quali strumenti avrà usato? In questa fase è molto probabile che le risposte degli alunni siano piuttosto fantasiose. Ma è proprio partendo dalle loro fantasie che, gradualmente, attraverso compiti di realtà e riflessioni, verranno condotti a “diventare cartografi e geografi” per capire come si usano le carte geografiche.

Il linguaggio Ci sono diversi linguaggi per conoscere la realtà che abbiamo intorno. Quando della geografia ci troviamo di fronte a un testo scritto, ne leggiamo le parole in ordine, una

dopo l’altra, moduliamo la nostra voce in base ai segni di punteggiatura e, alla fine, riusciamo a capirne il significato. Il linguaggio della matematica è fatto di numeri e di segni la cui conoscenza ci consentente di dare una interpretazione della realtà. Anche la geografia ha un linguaggio specifico: è quello delle carte geografiche che, con la loro struttura e i loro simboli, ci consentono di leggere il territorio in modo immediato, sintetico e, quindi, efficace.

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G eografia Esempi di didattica partecipata e inclusiva

Accoglienza

Perché, allora, non far costruire ai bambini una loro carta geografica? Dopo aver puntualizzato con i bambini che non solo ci sono diversi modi per conoscere e interpretare la realtà, ma che questi modi hanno anche diversi linguaggi, è possibile proporre loro di “parlare” della scuola o del quartiere attraverso il linguaggio della geografia. Ecco come: 1. g li alunni sceglieranno il luogo che si è deciso di rappresentare e lo disegneranno su un foglio; 2. l’osservazione critica dei lavori eseguiti farà nascere l’esigenza di avere un modello unico che possa essere utilizzato da tutti, anche da chi non conosce il luogo scelto; 3. dalla discussione potrebbe emergere l’esigenza di rappresentare solo le parti più importanti. Di conseguenza, si comprenderà che il modo migliore per raggiungere questo risultato è la visione dall’alto; 4. un secondo tentativo di rappresentazione farà sorgere l’esigenza della simbolizzazione. È consigliabile rimandare a un momento successivo il discorso della riduzione in scala. Per i bambini è naturale riprodurre oggetti e situazioni riducendone le dimensioni rispetto al reale: a nessuno verrebbe in mente di tentare di disegnare una macchina a grandezza reale! La riduzione in scala è invece un discorso molto più complesso che richiede competenze matematiche che, forse, non tutti hanno a quest’epoca dell’anno scolastico. Tuttavia, si può cominciare a introdurre il concetto facendo notare eventuali incongruenze. Una volta prodotta una mappa accettabile e condivisa si può iniziare a usarla. Qui di seguito sono proposti una serie di suggerimenti nel caso in cui si decida di rappresentare la propria scuola, facilmente adattabili anche per altri contesti. • Localizzare l’aula; • localizzare la palestra, il giardino e gli altri ambienti utilizzati spesso; • tracciare i percorsi in colori diversi; • usare i simboli e realizzare la legenda.

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Alunno/a Data Classe

G eografia

La mia estate 1 Rispondi e completa.

• In quale località hai trascorso l’estate? • Si trova: al mare. in montagna.

in collina. al lago.

in una città. in pianura.

• È vicino o lontano da casa tua? • Quale mezzo di trasporto hai usato per raggiungerla? • Si trova in Italia o all’estero? • Se è una località non italiana, scrivi il nome dello Stato: • Se è in Italia, si trova nella regione in cui abiti o in un’altra?

• Quale? 2 In questo spazio, incolla un’immagine

del luogo delle tue vacanze o di dove vorresti trascorrerle. Se preferisci, fai un disegno.

3 Ora immagina di rifare il viaggio che ti

ha condotto nella località che hai scelto e descrivi i luoghi che hai attraversato.

• Quali ambienti hai visto (colline, pianure, fiumi, montagne...)? • Li vedevi per la prima volta o li conoscevi già? • Quali ti sono piaciuti? Perché? Parla esclusivamente dei luoghi incontrati. Tralascia di raccontare avvenimenti e persone che hai conosciuto.

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Prova di ingresso

Alunno/a Data Classe

Carte geografiche In classe quarta approfondirai alcuni argomenti che hai già affrontato in terza. È bene, quindi, che tu li ripassi e rifletta su quanto hai già imparato. 1 Scrivi i punti cardinali. Un aiuto per te: la punta nera indica sempre il Nord.

Est

Sud

Ovest

2 Completa segnando con una X.

• La geografia studia: il territorio. la vita dei primi uomini stanziati lungo i fiumi. la classificazione delle piante e degli animali. • Le carte geografiche possono rappresentare: s oltanto le pianure, le montagne e le colline di un territorio. solo territori vasti. territori anche vasti, ridotti in scala.

• Se hai bisogno di cercare un lago, un fiume o un monte usi: la carta geografica fisica. la carta geografica politica. la carta geografica tematica. • Se hai bisogno di cercare una regione o una città, usi: la carta geografica fisica. la carta geografica politica. la carta geografica tematica.

3 Rispondi.

• Le carte geografiche non riproducono il territorio a grandezza naturale. Perché?

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Alunno/a

Prova di ingresso

Data Classe

Idrografia L’idrografia si occupa sia delle acque dolci sul territorio sia delle acque dei mari. 1 Identifica le parti del fiume, riportando i numeri.

1 sorgente • 2 torrente • 3 affluente • 4 immissario • 5 lago • 6 emissario • 7 ansa • 8 foce

2 Rispondi e completa.

• Perché le acque dei fiumi e dei laghi sono dette “acque dolci”?

• Scrivi i nomi di tre piante che crescono lungo i fiumi o i laghi.

• Scrivi i nomi di tre pesci di acqua dolce. 3 Osserva e scrivi il nome di ciascun tipo di foce.

4 Identifica le parti del mare, riportando i numeri.

1 golfo • 2 isola • 3 arcipelago • 4 penisola • 5 costa alta • 6 costa bassa

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Prova di ingresso

Alunno/a Data Classe

Orografia L’anno scorso hai studiato gli ambienti montano, collinare, pianeggiante... in generale; quest’anno ti occuperai dell’orografia italiana. 1 Identifica le parti della montagna,

riportando i numeri.

1 valle • 2 valico • 3 ghiacciaio • 4 vetta • 5 fianco

2 Completa segnando con una X.

• Una montagna è: un rilievo alto non più di 600 metri. un rilievo alto almeno 600 metri. un rilievo alto tra i 200 e i 600 metri. • Il clima tipico della montagna è: freddo d’inverno e caldo in estate. molto freddo in inverno e non particolarmente caldo in estate. freddo, nebbioso e umido in inverno e afoso in estate. • Una montagna è un ambiente: f avorevole all’insediamento dell’uomo. non molto favorevole all’insediamento umano. favorevole solo in alcuni periodi dell’anno.

3 Rispondi.

• Sulle cime più alte delle montagne, quelle che superano i 3000 metri di altezza, esiste vegetazione? • Quali sono le attività tipiche che si svolgono in montagna?

• Perché in montagna si costruiscono le centrali idroelettriche?

• Che cos’è un vulcano?

• Che differenza c’è tra una montagna e una collina?

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Alunno/a Data Classe

Prova di ingresso

4 Identifica le parti della collina, riportando i numeri.

1 sommità • 2 terrazzamento • 3 borgo • 4 pendio • 5 boschi • 6 coltivazioni

5 Rispondi segnando con una X.

• Che cos’è una collina vulcanica? Una collina formata dal movimento di antichi ghiacciai. Una collina che in un lontano passato era un vulcano. Un vulcano che potrebbe riprendere la sua attività. • Quale di queste immagini rappresenta un terrazzamento?

• Quale di queste coltivazioni non è tipica della collina? Riso.

Vite.

Alberi da frutto.

6 Identifica le parti della pianura, riportando i numeri.

1 alta pianura • 2 bassa pianura • 3 città • 4 autostrada • 5 fattoria

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G eografia

UA 1 • La cartografia

LA CARTOGRAFIA Prodotto finale atteso: classe capovolta

• Riproduzione di un territorio conosciuto in cui siano presenti: centri abitati, strade, monti, fiumi laghi o il mare. • Al termine del lavoro spiegare ai compagni quali sono state le tappe principali per la realizzazione della carta.

OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Allargare il proprio orizzonte culturale esplorando ambienti diversi da quelli conosciuti. • Utilizzare le nuove tecnologie per indagare il territorio. COMPETENZE Competenze di cittadinanza

• Collaborare con i compagni per raggiungere obiettivi comuni. • Individuare collegamenti e relazioni. • Agire in modo autonomo e responsabile. • Risolvere problematiche.

Competenze chiave (europee)

• Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. • Competenza digitale. • Competenza alfabetica funzionale.

Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)

L’alunno/a: • si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche; • utilizza riferimenti topologici e punti cardinali; • utilizza il linguaggio della geo-graficità per interpretare carte geografiche; • ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le caratteristiche del lavoro dei cartografi e i loro strumenti. • Leggere e comprendere le carte geografiche. • Conoscere la scala di riduzione. • Riconoscere le carte geografiche come rappresentazione dei vari aspetti del territorio.

Abilità (saper fare) • Muoversi consapevolmente nello spazio circostante. • Utilizzare la terminologia corretta appresa. • Ricostruire un percorso e saperlo verbalizzare. • Rappresentare graficamente l’organizzazione di uno spazio. • Rappresentare uno spazio per mezzo di simboli personali e convenzionali (mappe, piante). • Ingrandire e ridurre le rappresentazioni di oggetti attraverso regole arbitrarie e convenzionali.

Contenuti

• Le caratteristiche delle carte geografiche. • I diversi tipi di carte. • I simboli delle carte geografiche. • La riduzione in scala. • Gli strumenti dei cartografi.

Attività e metodologia

L’insegnamento della geografia dovrà sempre proporre argomenti vicini all’esperienza quotidiana del bambino e, poiché le conoscenze geografiche si intrecciano con quelle scientifiche, storiche, tecnologiche, sul piano metodologico queste discipline devono essere presentate agli alunni in un unico percorso dove i concetti di spazio, tempo e natura sono complementari e interdipendenti. All’UA si dovrà attribuire una forte connotazione di trasversalità inter/intra disciplinare. È importante adottare metodi attivi che vedano il bambino protagonista della costruzione del suo apprendimento. Si potrà usare, per esempio, il brainstorming, l’ascolto “attivo” e anche le lezioni frontali, avendo cura di coinvolgere il più possibile gli alunni.

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G eografia

UA 1 • La cartografia

Partendo da situazioni stimolo che saranno diverse di volta in volta, l’insegnante darà spazio alla discussione collettiva dell’argomento preso in considerazione consentendo ai bambini di condividere le conoscenze. Gli alunni lavoreranno preferibilmente in piccoli gruppi in cui ognuno avrà un suo compito che condividerà con gli altri. Al termine del lavoro questo sarà presentato e i bambini dovranno essere in grado di comunicare quali conoscenze sono state raggiunte attraverso le attività svolte. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Geografia, tecnologia, storia.

Nuclei tematici • Tecnologia: Le moderne tecnologie, pag. 40. Le tecnologie moderne permettono realizzare carte sempre più precise. • Storia: La scoperta dell’America, pag. 41. Un nuovo continente, fino ad allora sconosciuto, appare sulle carte geografiche.

Compito di realtà

Firenze-Siena: quante strade!, pag. 42. Costruzione di differenti itinerari per raggiungere la stessa meta tenendo conto del territorio e delle differenti esigenze.

Verifica e valutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 1A e 1B; • le competenze raggiunte, utilizzando le verifiche delle pagine 10-11, Quaderno operativo.

Strumenti

Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO

PAGINE

A CHE COSA SERVE

Traguardo Discipline

126-133

Fornire conoscenze, aiutare a studiare, collegare geografia e storia.

Quaderno operativo

2-7

Consolidare le conoscenze, approfondire alcuni argomenti, sviluppare e verificare le competenze.

Mappe Attive

8-9

Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio, la memorizzazione e l’esposizione.

Verifiche

28-31

Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Tempi

Circa 1 mese.

Destinatari

Tutti gli allievi della classe.

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G eografia

UA 1 • La cartografia

La cartografia

L’argomento che I documenti cartografici più antichi pervenuti fino a noi risalgono al Neolitico, tratteremo alle civiltà mesopotamiche e all’antico Egitto: rappresentano villaggi o piccole

regioni. Furono però gli studi sul cosmo degli antichi filosofi greci che diedero alla cartografia un’iniziale base scientifica. Ad Anassimandro (sec. VI a.C.) si attribuisce la realizzazione della prima mappa del mondo allora conosciuto. La circonferenza della Terra fu calcolata da Eratostene di Cirene nel sec. III a.C. con sorprendente precisione. A Eratostene spetta anche il merito di aver introdotto un reticolo arbitrario tracciando i meridiani e i paralleli. Nel tardo Medioevo le città marinare disegnarono le prime carte nautiche; seppero riprodurre fedelmente l’andamento delle coste utilizzando un’importante invenzione: la bussola. Nel Rinascimento l’ampliarsi delle conoscenze geografiche in seguito alle grandi scoperte consentì di raffigurare il pianeta nella sua interezza. Il XVI secolo è il periodo più ricco di realizzazioni cartografiche a opera, in particolare, di cartografi italiani e olandesi. Tra essi va ricordato G. Kremer, detto Mercatore, l’ideatore della nota proiezione cartografica che da lui prese il nome. Nel XX secolo l’avvento dell’elettronica e dell’informatica ha rivoluzionato i processi tecnologici relativi all’acquisizione delle informazioni cartografiche e alla loro rappresentazione grafica. Mediante le moderne tecnologie informatiche è possibile svolgere indagini conoscitive sulla realtà territoriale e antropica prima impensabili. La carta geografica è sempre stata uno strumento importante per l’uomo perché risponde al suo bisogno di collocarsi sul territorio e di creare con questo un legame. Lo sviluppo scientifico e tecnologico non ha reso obsoleto questo strumento: lo ha solo perfezionato, rendendolo meno approssimato e molto simile alla realtà.

Come Alcune domande stimolo rivolte agli alunni li aiuteranno ad avvicinarsi all’argointrodurre mento da trattare. l’argomento • Il termine “cartografia” a che cosa ti fa pensare?

• Se in auto un adulto non sa quale sia la direzione giusta da prendere, come fa? Che strumento usa? • Anche i tuoi nonni, da giovani, usavano lo stesso sistema per orientarsi? Se no, di che cosa si servivano? • Immagina di voler rappresentare la tua aula in modo che chi la vede capisca subito quali sono le caratteristiche. Come faresti? È utile far riflettere gli alunni su situazioni che richiedono capacità di orientamento anche in tempi molto lontani e in situazioni diverse, per esempio chiedendo loro come gli uomini dei secoli scorsi avranno fatto per ritrovare la strada che li riportava ai loro villaggi dopo essersene allontanati molto.

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UA 1 • La cartografia

Esempi di didattica partecipata e inclusiva

G eografia

Il lavoro proposto di seguito ha lo scopo di collegare le conoscenze già acquisite con il lavoro sulla cartografia che il bambino si accinge ad affrontare in questo nuovo anno scolastico. Attraverso attività pratiche e ludiche sarà guidato dall’insegnante a comprendere la necessità della rappresentazione simbolica e ridotta del territorio circostante e, man mano, di quello più lontano.

Attività Rappresentazione del territorio ( pagina 38) • Si racconti una semplice storia, come questa. La mappa di Giubbarossa Il pirata Giubbarossa ha trovato un tesoro, ma non si fida dei suoi feroci pirati e lo vuole nascondere. Il covo in cui si rifugiano i pirati si trova in un arcipelago formato da tante isole tra le quali è facile perdersi. Un giorno Giubbarossa infila il suo misterioso e prezioso tesoro in una cassa, sale furtivo sulla sua barca e inizia a remare. Quando ritiene di aver trovato l’isola adatta, sceglie una baia riparata, scende con la cassa e si inoltra all’interno. Sicuramente il luogo che ha finalmente scelto per nascondere la cassa è perfetto: non lo troverà nessuno! Se ne va felice e beato. Poi, improvvisamente, si blocca… come farà a ritrovare il suo tesoro? • Chiedete ai bambini di scrivere su un foglietto che cosa sarà successo in quel momento al pirata. • Formate dei piccoli gruppi di tre o quattro bambini. • Ogni gruppo legge le risposte senza farsi sentire dagli altri gruppi. • Date a ciascuno gruppo una scheda come quella di pagina 38 e chiedete di completarla. • Quando il lavoro sarà terminato, discutete sull’importanza di tracciare un percorso in un determinato contesto.

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DIDATTICA PARTECIPATA

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Alunno/a Data Classe

Rappresentazione del territorio La mappa di Giubbarossa

1 Osserva le immagini e rispondi.

• Prima o poi Giubbarossa vorrà andare a riprendersi il tesoro. Come farà a sapere con esattezza dove trovarlo? • Quali elementi possono essere d’aiuto? 2 Giubbarossa ha un foglio come questo.

Aiutalo a escogitare un modo per essere certo che, al momento opportuno, sarà in grado di riprendersi la sua cassa con il tesoro!

3 Rispondi.

• Che cosa ha fatto il pirata per poter ritrovare il suo tesoro?

Era proprio necessario? Perché? • È sufficiente segnare il punto esatto dell’isola in cui è sepolto il tesoro? Perché?

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Alunno/a Data Classe

DIDATTICA PARTECIPATA

Uso dei simboli

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1 Osserva l’immagine e completa.

STAZIONE STAZIONE FARMACIA FARMACIA

BIBLIOTECA BIBLIOTECA

CASA diCASA Laura di Laura

gni settimana Laura va da casa sua alla biblioteca. Vuole spiegare alla cugina O qual è la strada che percorre. Aiutala a costruire la mappa inserendo: • alcuni simboli che indicano gli elementi fissi che si trovano sul percorso; • la legenda che spiega il significato dei simboli.

LEGENDA

2 Rifletti e rispondi.

• Perché sulle mappe e sulle carte geografiche si mettono i simboli?

• Immagina che il cartografo, invece di usare i simboli, decida di fare i disegni realistici degli elementi presenti sul territorio. Potrebbe funzionare, secondo te? Perché?

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INTERDISCIPLINARITÀ

Alunno/a Data Classe

tecnologia

Le moderne tecnologie

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La tecnologia ha migliorato il modo di rappresentare il territorio: ci consente, per esempio, di spostarci da un punto all’altro anche se non conosciamo la strada. 1 Molte auto oggi sono dotate di un navigatore che fornisce le indicazioni necessarie

per raggiungere qualsiasi meta. Rispondi.

• Sai come funziona il navigatore?

• Qual è la prima cosa da fare dopo averlo messo in funzione?

• Quali altre indicazioni dà, oltre l’itinerario?

• Che cosa succede se sbagli e non segui le indicazioni che ti ha dato? 2 Anche i cellulari sono dotati di applicazioni che consentono di avere una mappa

e tutte le indicazioni necessarie a disposizione. Hai mai provato a usare Google Maps?

• Chiedi la collaborazione di un adulto e cerca la via in cui abiti, la tua scuola o la strada da percorrere se vuoi andare a trovare un amico.

• Se vuoi puoi passare da “vista mappa”, che è una carta tematica che ti indica le strade, a “vista satellite”, che ti consente di vedere i particolari della località scelta: devi solo toccare il tasto adatto! • La tecnologia offre ancora molte opportunità. Vuoi vedere il Colosseo come se fossi proprio lì? Vai sul sito Google Earth e a sinistra, in alto, scrivi: “Colosseo, Roma, Italia”, poi clicca su “Cerca”. Ti ritroverai sopra al celebre monumento. Se vuoi “scendere”, trascina l’omino arancione che trovi a destra nel luogo preciso in cui vuoi andare. Puoi anche entrare e visitare il Colosseo come se fossi proprio in quel punto!

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Alunno/a

INTERDISCIPLINARITÀ

Data Classe

storia

La scoperta dell’America Per le popolazioni che abitavano le terre dell’Europa, l’Oriente rappresentava un mondo misterioso. Le spezie erano ricercate per preparare farmaci, insaporire e conservare i cibi e venivano trasportate via terra. Molti mercanti e navigatori cercarono di raggiungere l’Oriente, le Indie, via mare. Iniziarono viaggi molto lunghi, favoriti dal perfezionamento degli strumenti di navigazione, come la bussola. I navigatori portoghesi fecero inoltre costruire un nuovo tipo di nave molto robusta, la caravella. Era l’imbarcazione adatta per affrontare l’Oceano Atlantico, spesso sconvolto da terribili tempeste. Un famoso navigatore genovese, Cristoforo Colombo, convinto che la Terra fosse rotonda e non piatta come si era pensato fino ad allora, pensò di raggiungere le Indie, l’Oriente, attraversando l’Oceano Atlantico. Nessuno poteva allora immaginare che tra l’Europa e l’Asia esistesse un altro continente! Colombo presentò il suo progetto a molti sovrani, ma solo la regina di Spagna, Isabella di Castiglia, accettò di finanziare un’impresa così costosa, rischiosa e probabilmente destinata al fallimento. Il 3 agosto 1492 Colombo partì dal porto spagnolo di Palos al comando di tre caravelle, la Niña, la Pinta e Santa Maria. Il 12 ottobre dello stesso anno, avvistarono la terra. Arrivarono su un’isola che chiamarono San Salvador. Mai avrebbero immaginato di aver raggiunto un nuovo mondo. Dopo l’esplorazione, Colombo tornò in Spagna con poco oro, qualche indigeno e alcuni animali sconosciuti. Ma nessuno chiamò questa nuova terra con il nome di Colombo. A essa venne dato il nome di America, dopo che vi giunse un altro esploratore italiano: Amerigo Vespucci.

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1 Rispondi oralmente.

• Quando vi giunse Cristoforo Colombo, l’America era già abitata? • Che cosa fece capire ai sovrani di Spagna che il nuovo mondo era una terra ricca di risorse? • Perché Cristoforo Colombo pensava di poter raggiungere l’Oriente viaggiando verso Occidente? • Perché nessun sovrano, tranne Isabella di Castiglia, accettò di finanziare l’impresa di Colombo?

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} } Compito di realtà

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Firenze-Siena: quante strade! Sonia, Laura e Enrico sono arrivati all’aeroporto di Firenze. Devono proseguire per Siena in macchina. Ognuno di loro ha uno scopo diverso. Sonia sta facendo una vacanza, non ha problemi di tempo, decide che, prima di arrivare a Siena, vuole visitare anche Volterra e San Gimignano. Laura è in viaggio per lavoro e deve raggiungere la sua meta, Siena, nel minor tempo possibile. Enrico, prima di andare a Siena, ha deciso di far visita ad alcuni amici: Piero abita a Montespertoli, Carla a Certaldo e Luca a Larderello. Non ha molta fretta, ma non vuole nemmeno perdere tempo perché conosce la zona. In base alle esigenze di ciascuna persona, segna con colori diversi i tre itinerari e motiva le scelte. FIRENZE FIRENZE Fucecchio Fucecchio FIRENZE Empoli Empoli Fucecchio Empoli Impruneta Impruneta S.Miniato S.Casciano S.Miniato Impruneta S.Casciano S.Miniato S.Casciano Montespertoli Montespertoli Montespertoli Certaldo Certaldo CertaldoBarberino Barberino Barberino Val d’Elsa Val d’Elsa

Val d’Elsa Val d’Elsa

P PPooggggibon

iboonnsssii S.GimignanoPogoggibgoib nsi i S.Gimignano S.Gimignano Colle

Volterra Volterra Volterra Saline Saline Saline

Saline didiVolterra Volterra Volterra di di Volterra Libbiano Libbiano Libbiano

Pomarance Pomarance Pomarance Radicondoli Radicondoli Radicondoli Larderello Larderello Larderello Larderello

Colle Colle Colle Val d’Elsa Val d’Elsa

Val d’Elsa Val Val d’Elsa d’Elsa

Monteriggioni Monteriggioni Monteriggioni

Costalpino Costalpino Costalpino Sovicille Sovicille Sovicille

L A

SIENA SIENASIENA

Sovicille

C L A S S E

LEGENDA Autostrada

Strada comunale

Strada statale

Strada panoramica

C A P O V O L T A

• Puoi eseguire l’attività insieme a un compagno, discutendo le diverse possibilità. • Potete usare anche le mappe digitali per tracciare il percorso e avere altre informazioni • Preparate per ciascuna persona una scheda in cui sia evidente l’itinerario e le caratteristiche del viaggio che possono interessare a ciascuno.

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Competenze digitali. Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza alfabetica funzionale.

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LA CLASSE CAPOVOLTA

Progettiamo la nostra carta geografica

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In questa unità di apprendimento hai imparato che sin dall’antichità gli uomini hanno sentito la necessità di rappresentare il territorio conosciuto. Man mano che gli uomini hanno potuto usufruire di mezzi sempre più precisi per analizzare il territorio, anche le carte sono diventate più dettagliate. Immagina di essere un cartografo e lavora a casa, utilizzando gli strumenti tecnologici che hai a disposizione. Puoi eseguire questa attività insieme a un compagno o a una compagna, suddividendovi il lavoro.

• Utilizzate Google Earth: cercate la zona in cui si trova il luogo in cui abitate e “volate” sopra il territorio: se vi serve una visione più ampia cliccate il tasto –; se avete bisogno di osservare alcuni particolari, avvicinatevi al suolo cliccando il tasto +. • Preparate una tabella come questa per annotare le principali caratteristiche del territorio.

L A C L A S S E C A P O V O L T A

Nome della tua città

Nome di alcuni paesi vicini

Autostrade

Rilievi

Pianure

Fiumi

Laghi

Mare

Altro

L A

• In classe, riproducete su un foglio il territorio del luogo dove abitate, riportando i dati ricercati in modo corretto. Se avete dei dubbi o delle perplessità, l’insegnante potrà darvi indicazioni e suggerimenti. • Al termine del lavoro, spiegate ai vostri compagni quali sono state le tappe principali per la realizzazione della carta. Usatela per trovare itinerari che vi facciano raggiungere le destinazioni che preferite.

C L A S S E C A P O V O L T A

Prodotto atteso Riproduzione di un territorio conosciuto in cui siano presenti: centri abitati, strade, monti, fiumi, laghi o il mare.

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UA 2 • La montagna

LA MONTAGNA Prodotto finale atteso: classe capovolta

• Realizzazione di schemi chiari per illustrare in modo semplice, ma esauriente, il percorso previsto.

OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante. • Saper osservare il territorio per cogliere connessioni geografiche-storiche-scientifiche. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Saper usare nuove tecnologie per indagare il territorio. • Allargare il proprio orizzonte culturale attraverso la conoscenza di ambienti diversi da quelli noti. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di cittadinanza

• Collaborare con i compagni per raggiungere obiettivi comuni. • Individuare collegamenti e relazioni. • Agire in modo autonomo e responsabile. • Risolvere problematiche.

Competenze chiave (europee)

• Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. • Competenza digitale. • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.

Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)

L’alunno/a: • ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti; • riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici; • individua i caratteri che connotano i paesaggi italiani di montagna.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le catene montuose del territorio montano. • Conoscere i vulcani. • Localizzare sulla carta geografiche dell’Italia la posizione delle Alpi e degli Appennini. • Individuare le principali attività delle zone montuose.

Abilità (saper fare) • Utilizzare la terminologia corretta appresa. • Ricostruire un percorso e saperlo verbalizzare. • Individuare e conoscere le caratteristiche fisiche delle regioni montuose italiane. • Conoscere la flora, la fauna e le caratteristiche climatiche del paesaggio montuoso italiano. • Esplicitare il nesso tra l’ambiente e le sue risorse e le condizioni di vita dell’uomo. • Analizzare, attraverso casi concreti, le conseguenze positive e negative delle attività umane sull’ambiente.

Contenuti

• Il territorio della montagna. • I vulcani. • Il clima della montagna. • Antropologia della montagna.

Attività e metodologia

In questa Unità di Apprendimento si porteranno i bambini a conoscere il territorio montuoso attraverso l’approccio percettivo e, se possibile, l’osservazione diretta per individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano il paesaggio. È importante che l’alunno osservi e riconosca regolarità e differenze nell’ambito naturale. Lo studio dell’ambiente montagna offre molte opportunità per guidare i bambini a cercare collegamenti con altre discipline e a trovare spunti per un lavoro interdisciplinare.

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UA 2 • La montagna

Quando si parla dei vulcani è logico che il bambino si chieda il perché dell’esistenza di materiale incandescente nelle profondità della Terra. Oppure studiando i torrenti che scendono impetuosi con una forza che mette in funzione le centrali idroelettriche, il bambino vorrà sapere che cos’è l’energia elettrica e come funziona, come arriva alle nostre case. Gli alunni lavoreranno in modo individuale o in gruppo secondo il metodo del cooperative learning. Il brainstorming iniziale sarà importante per individuare le conoscenze degli allievi. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Geografia, storia.

Nuclei tematici • Storia: La vita nel passato sulle montagne, pagg. 50-51. Le abitazioni e gli oggetti che si usavano un tempo in montagna raccontano uno stile di vita diverso da quello attuale.

Compito di realtà

I pericoli della montagna, pag. 52. Scoprire quali sono i pericoli più insidiosi della montagna e come affrontarli.

Verifica e valutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 2A e 2B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 24-25, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.

Strumenti

Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO

PAGINE

A CHE COSA SERVE

Flip Poster

7

Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.

Traguardo Discipline

136-161

Fornire conoscenze, aiutare a studiare, collegare geografia e storia.

Quaderno operativo

12-15 20-21

Consolidare le conoscenze, approfondire alcuni argomenti, sviluppare e verificare le competenze.

Mappe Attive

16-19 22-23

Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio, la memorizzazione e l’esposizione.

Atlante

28-29 32

Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.

Verifiche

32-35

Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Tempi

Circa 2 mesi.

Destinatari

Tutti gli allievi della classe.

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UA 2 • La montagna

La montagna

L’argomento che Il territorio si suddivide in montagna, collina e pianura a seconda dell’altitudine. tratteremo Quando si parla di montagna ci riferiamo, per convenzione, a rilievi che superano i 600 metri di altitudine sul livello del mare. In Italia, il 35% circa del suolo è montuoso. Già negli anni precedenti gli alunni hanno studiato le caratteristiche fondamentali di questo ambiente; ora dovranno prendere in esame le montagne italiane con le loro caratteristiche e la loro distribuzione sul territorio.

Alpi, Appennini, Alpi e Appennini costituiscono la quasi totalità delle montagne italiane; vale la Monti della pena, però, far notare agli alunni che ci sono montagne che non fanno parte di Sardegna queste catene, come le montagne della Sardegna, che hanno un’origine diversa.

Nell’Oligocene, 38-26 milioni di anni fa, un complesso evento tettonico (l’orogenesi alpina) diede origine alle Alpi, all’Appennino e ad altre formazioni montuose. La Sardegna e la Corsica, che fino a quel momento erano saldate alla massa continentale, si staccarono dal resto del continente: si spostarono, ruotando in senso antiorario, e si collocarono nella posizione attuale, al centro della parte occidentale del mar Mediterraneo. La conformazione delle rocce è la fonte primaria da cui ricavare informazioni su come si è formata ed evoluta la struttura della Terra. Le rocce conservano le tracce di vita (i fossili) e di eventi naturali molto lontani nel tempo; queste tracce raccontano di mondi completamente diversi da quelli attuali. Dove oggi si innalzano catene montuose (Alpi e Appennini), gli strati sedimentari rivelano che un tempo vi erano mari profondi. Le rocce sedimentarie, costituite da successioni di strati, sono un vero e proprio archivio in cui è registrata la storia della Terra. L’Italia è un “museo” di geologia all’aperto, dove si può studiare la storia delle catene montuose, osservare i processi erosivi e sedimentari, ricostruire le vicende degli ultimi 300 milioni di anni. Studi recenti hanno stimato che 20 000 anni fa i ghiacci ricoprivano circa il 32% delle terre emerse; attualmente ne occupano solo il 10%, quasi completamente concentrati nelle calotte polari. In Italia le cime delle montagne si sono coperte di ghiacciai negli ultimi due milioni di anni, durante le glaciazioni. Dal 1850 a oggi, a causa del riscaldamento globale del pianeta, molti ghiacciai si sono sciolti o si sono fortemente ridotti. Sulle nostre montagne ci sono meno di duecento ghiacciai, tutti posizionati sull’arco alpino tranne uno, il Calderone, che si trova sul Gran Sasso. Perché un ghiacciaio possa iniziare a formarsi è necessario che la quantità di neve che cade in un anno superi quella che si trasforma in acqua o vapore per fusione o per sublimazione, a causa dell’innalzamento più o meno repentino della temperatura.

Come Iniziando a parlare con gli alunni del paesaggio montano in Italia sarà naturale introdurre fare riferimento alle loro personali esperienze: chi avrà avuto la possibilità di l’argomento conoscere direttamente questo tipo di paesaggio sarà invitato a raccontarlo e a

descriverlo ai compagni. In questa fase l’insegnante raccoglierà tutti i racconti dei bambini; alcune volte parleranno delle loro sensazioni, altre di momenti di vita vissuta, ma arriveranno anche a descrivere il paesaggio, soprattutto se incoraggiati dalle domande stimolo dell’insegnante.

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Potrebbe risultare utile raccogliere immagini e fotografie dei luoghi visitati dai bambini. Dopo questa prima fase più “ricognitiva”, si potranno individuare le informazioni ritenute “utili” per conoscere le montagne italiane. Si faranno infine dei confronti tra i paesaggi, usando anche le immagini raccolte precendentemente, che si potranno incollare su cartelloni in base alla localizzazione (ad esempio Alpi, Appennini...).

Esempi di didattica partecipata e inclusiva

È noto che, per interessare e coinvolgere gli alunni nell’apprendimento degli argomenti che la scuola propone loro, un buon metodo è l’uso di attività che li vedano protagonisti e attori del proprio sapere. Imparare attraverso il gioco, la simulazione, la drammatizzazione aiuta i bambini a “entrare” nella situazione e a comprendere meglio ciò di cui si sta parlando. Quando si affronterà l’argomento dei lavori tipici della montagna (ma vale anche per qualsiasi altro ambiente: collina, pianura …), si può proporre agli alunni di calarsi nei panni dei lavoratori e di valutare tutti gli aspetti della loro attività.

Attività 1. I lavori della montagna ( pagine 48-49) In una discussione collettiva si evidenzierà quale sarà il modo di procedere. Per prima cosa si divideranno gli alunni in gruppi. Poi si sceglieranno quali sono le attività che si svolgono solo in montagna: a questo punto ogni gruppo sceglie il lavoro che immagina di dover svolgere. Quali punti dovrà considerare ciascun gruppo? • Lo scopo dell’attività (coltivazione, allevamento, produzione, turismo …); • le modalità necessarie per eseguirlo; • i ruoli dei lavoratori impiegati nell’attività; • in quale luogo o quali luoghi si svolge il lavoro. 2. Un viaggio tra i vulcani L’argomento “vulcani” suscita sempre grande interesse negli alunni. Sfruttando questo loro interesse, sarà possibile invitarli a immaginare di far parte di un gruppo di scienziati, o meglio di vulcanologi, che organizza un viaggio di studio. Anche in questo caso, la procedura di svolgimento sarà analoga a quella indicata per l’attività precedente: • si stabiliranno le tappe del lavoro; • si formeranno i gruppi; • si deciderà quale ruolo avrà ciascuno. Al termine di entrambe le attività, ciascun gruppo dovrà parlare del lavoro svolto attraverso una produzione grafica, scritta, un video, un racconto… ciascuno deciderà in autonomia, e compito dell’insegnante sarà di stimolarli a usare anche la loro immaginazione. Durante lo svolgimento delle attività, i bambini avranno bisogno di materiali per la ricerca delle informazioni e per la produzione del lavoro finale. Per questo avranno sicuramente bisogno dell’aiuto dell’insegnante: procurerà loro il materiale quando non sono in grado di farlo da soli, ma li spronerà a cercare un modo per essere il più possibile autonomi.

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DIDATTICA PARTECIPATA

Alunno/a Data Classe

I lavori della montagna

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1 Leggi e completa.

I n queste schede ci sono alcuni lavoratori che vivono in montagna. Sotto a ciascuno, scrivi che tipo di lavoratore è. Puoi fotocopiare questa pagina e la successiva, ritagliare i vari elementi presenti e costruire l’ambiente in cui ciascun lavoratore opera collegando 1 il lavoratore, 2 gli attrezzi che usa, 3 il luogo in cui lavora e 4 i prodotti del suo lavoro. 1 I lavoratori

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2 Gli attrezzi Ogni lavoratore usa degli attrezzi adatti. Per ciascun attrezzo, scrivi chi lo usa.

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DIDATTICA PARTECIPATA

Alunno/a Data Classe

3 Il luogo di lavoro Ogni lavoro si svolge in un luogo particolare. Per ciascun luogo, scrivi chi vi lavora.

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4 I prodotti l termine del processo di lavorazione, generalmente, si genera un prodotto A che può essere utilizzato subito, come i cibi, o ulteriormente lavorato, come il legname. Altri lavori, invece, sono servizi alle persone: non hanno un prodotto da mostrare, ma dei clienti soddisfatti! Per ciascuna immagine, scrivi il lavoratore.

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INTERDISCIPLINARITÀ educazione storia alla cittadinanza

Alunno/a Data Classe

La vita nel passato sulle montagne

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La vita in montagna un tempo era molto diversa da quella di oggi. 1 Osserva le immagini e rispondi.

• Qual è la prima cosa che noti osservando la casa?

• Adesso poni attenzione ai particolari. Con quali materiali è stata costruita la casa?

• Ci sono tante finestre? • Sono grandi o piccole? • Perché? Nelle case di montagna non c’erano il gas, l’elettricità e l’acqua corrente. • Come si cucinava il cibo?

• Per avere più o meno calore nelle pentole, come si faceva?

• Per illuminare la casa, che cosa si usava?

• Come ci si procurava l’acqua necessaria per bere, cucinare, pulire e lavarsi?

• I panni erano lavati a mano. Dove?

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Alunno/a Data Classe

INTERDISCIPLINARITÀ educazione storia alla cittadinanza

2 Osserva l’immagine, completa e rispondi.

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• La lampada a petrolio accesa ti dice che è • La famiglia è riunita nella • Come vedi, le persone ritratte stanno trascorrendo un momento di riposo. Dai vestiti che indossano, puoi capire che sono in una stagione calda o fredda? Secondo te, come mai si trovano in una stalla?

3 Osserva le immagini e rispondi.

• Perché si può affermare che questi erano alcuni dei cibi più comuni consumati dalle famiglie che vivevano in montagna?

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} } Compito di realtà

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I pericoli della montagna In questa Unità di Apprendimento hai imparato che la montagna offre molti vantaggi e opportunità sia ai suoi abitanti, sia ai turisti che vi trascorrono solo alcuni periodi. Ma la montagna, come ogni ambiente naturale, può presentare situazioni che possono diventare pericolose. Scopri quali sono i pericoli più insidiosi della montagna e come affrontarli se non si possono evitare. Osserva le immagini, rifletti su quali sono i comportamenti migliori da tenere di fronte ai pericoli e completa la tabella.

• Com’è divertente sciare! Ma quali sono i pericoli?

• In montagna il tempo cambia rapidamente e sono frequenti i temporali. Che cosa fare se ci sono i fulmini?

L A • Il caldo e il freddo frantumano le rocce. Quali accorgimenti bisogna prendere per evitare di essere investiti dai sassi?

C L A S S E

• Una passeggiata su un ghiacciaio è molto emozionante. Ma a quale pericolo si deve prestare attenzione?

PERICOLO

CHE COSA PUÒ ACCADERE?

CHE COSA SI DEVE/NON SI DEVE FARE

Valanga

Fulmini

Caduta sassi

Ghiacciai e crepacci

C A P O V O L T A

Insieme ai compagni e alle compagne, prepara una tabella nella quale evidenzierete altri pericoli della montagna che avrete individuato e i comportamenti corretti da adottare.

52

Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.

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LA CLASSE CAPOVOLTA

Viaggio tra le montagne italiane In Italia ci sono molte montagne con caratteristiche diverse: la posizione, l’altitudine, la vegetazione... e, di conseguenza, differenti abitudini di vita.

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Utilizzando le tue conoscenze, cerca intorno a te tutte le informazioni possibili e prova a organizzare un viaggio tra le montagne.

• Insieme ad alcuni amici decidi di passare alcuni giorni in montagna. Tu hai l’incarico di programmare il viaggio. Innanzitutto bisogna decidere dove andare e l’itinerario. Pensa a un viaggio che duri, al massimo, tre giorni. • Quali montagne sono la meta del viaggio? Quando lo hai deciso, procurati tutte le informazioni necessarie riguardanti i posti che visiterete. Una tabella può essere utile.

L A C L A S S E C A P O V O L T A

Meta

Tappe del percorso

Itinerario

Calzature e abbigliamento

Attrezzatura da portare nello zaino

Occhiali da sole, un coltello multiuso, bende, cerotti, disinfettante, un documento di riconoscimento, una torcia, una bussola, una cartina riportante l’esatto itinerario, soldi, cellulare, del cibo in scatola e una scorta d’acqua.

Previsioni meteo

Materiale fotografico

• Esponi alla classe l’itinerario del tuo viaggio. Aiutati con la tabella che hai preparato. • Un’altra tabella è ugualmente importante per inserire tutti i consigli e gli accorgimenti necessari per evitare di incorrere in situazioni pericolose. Preparala in classe insieme ai compagni e all’insegnante. CONSIGLI

MOTIVO

Valutare il grado di difficoltà che tutti possono sopportare.

Controllare sulla mappa il percorso ed eventuali ostacoli o pericoli.

Evitare cose inutili da mettere nello zaino.

L A C L A S S E C A P O V O L T A

Prodotto atteso Produrre schemi chiari per illustrare le proprie conoscenze e dimostrare come possono essere utilizzate praticamente.

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UA 3 • La collina

LA COLLINA Prodotto finale atteso: classe capovolta

• Realizzazione di schemi per illustrare le conoscenze relative alle colline.

OBIETTIVI FORMATIVI • Saper osservare il territorio per cogliere connessioni geografiche-storiche-scientifiche. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Saper usare nuove tecnologie per indagare il territorio. COMPETENZE Competenze di cittadinanza

• Collaborare con i compagni per raggiungere obiettivi comuni. • Individuare collegamenti e relazioni. • Agire in modo autonomo e responsabile. • Risolvere problematiche.

Competenze chiave (europee)

• Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. • Competenza digitale. • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.

Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)

L’alunno/a: • ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti; • riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici; • individua i caratteri che connotano i paesaggi italiani di collina.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere le caratteristiche delle colline e il loro processo di formazione. • Conoscere i principali gruppi collinari italiani, • Localizzare sulla carta geografiche dell’Italia la posizione dei gruppi collinari. • Individuare le principali attività delle zone collinari.

Abilità (saper fare) • Individuare e conoscere le caratteristiche fisiche delle regioni collinari italiane. • Conoscere le caratteristiche climatiche del paesaggio collinare italiano e, di conseguenza, della flora e della fauna. • Ricostruire un percorso e saperlo verbalizzare.

Contenuti

• Il territorio della collina. • Il clima della collina, la flora e la fauna. • Antropologia della collina.

Attività e metodologia

Anche in questa Unità di Apprendimento si porteranno i bambini a conoscere il territorio collinare attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta per individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano il paesaggio. Dopo aver conosciuto l’ambiente della montagna, è opportuno presentare la collina facendo paragoni e trovando analogie e differenze. Gli alunni potranno lavorare in piccoli gruppi o a coppie. Poi riporteranno al gruppo classe e discuteranno con tutti i compagni i risultati ottenuti sia lavorando in classe sia con il lavoro svolto a casa.

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G eografia

UA 3 • La collina

INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Geografia, tecnologia, arte e immagine.

Nuclei tematici • Tecnologia: Colline costruite dall’uomo, pag. 60. Costruire colline per preservare la costa dall’erosione dovuta alle mareggiate • Arte e immagine: Primo piano, secondo piano, sfondo, pag. 61. La collina, come sfondo, è presente in parecchi dipinti antichi e moderni.

Compito di realtà

La collina nel passato e nel presente, pag. 62. Rappresentazione dello stesso luogo in collina in due epoche storiche diverse: una antica e una moderna.

Verifica e valutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la prima parte delle verifiche 3A e 3B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 34-35, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.

Strumenti

Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO

PAGINE

A CHE COSA SERVE

Flip Poster

7

Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.

Traguardo Discipline

162-179

Fornire conoscenze, aiutare a studiare, collegare geografia e storia.

Quaderno operativo

26-31

Consolidare le conoscenze, approfondire alcuni argomenti, sviluppare e verificare le competenze.

Mappe Attive

32-33

Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio, la memorizzazione e l’esposizione.

Atlante

30-31 33

Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.

Verifiche

36 e 38

Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Tempi

Circa 2 mesi.

Destinatari

Tutti gli allievi della classe.

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G eografia

UA 3 • La collina

La collina

L’argomento Quando si parla di collina ci si riferisce, per convenzione, a rilievi che sono siche tratteremo tuati tra i 200 e i 600 metri di altitudine sul livello del mare.

In Italia quasi la metà del suolo è collinare. Questo ambiente è diffuso in tutte le regioni, ma non tutte le colline hanno le stesse caratteristiche, che variano in base alla loro origine. Ciò che è rilevante, parlando di colline, è il fatto che, sin dall’antichità, questo paesaggio si è rivelato funzionale alle esigenze di insediamento dell’uomo. Quando le pianure, a causa del ristagno idrico, erano paludose e malsane, la collina offriva, infatti, la possibilità di avere un ambiente salubre e sufficientemente adatto all’agricoltura. Oggi i rilievi collinari rappresentano molto spesso un’attrattiva turistica e sono luoghi favorevoli alla produzione di vini e oli di eccellente qualità. Osservando attentamente la forma e la posizione di una collina e conoscendo la sua composizione (cioè di quale tipo di roccia è formata) è possibile risalire alla sua origine. Le colline possono essere originate da diversi processi. 1. Parziale erosione delle montagne La parziale erosione delle montagne crea le colline di origine strutturale. L’erosione, causata da agenti atmosferici, abbassa le cime dei rilievi e ne arrotonda la forma. 2. Accumulo di detriti Le colline originate dall’accumulo di detriti trasportati dai ghiacciai sono dette colline moreniche; se i detriti sono stati trasportati dai fiumi, sono dette colline sedimentarie. 3. Corrugamento della crosta terrestre Lo scontro delle placche che è causa dell’origine delle montagne è causa anche delle colline di origine tettonica; più si è lontani dal punto di scontro di due placche, minore sarà il sollevamento della crosta terrestre. Quindi, siamo in presenza di colline e non di montagne. 4. Pressione del magma Il magma che preme nel sottosuolo è la causa della formazione delle colline vulcaniche che si possono formare per due motivi. Se la pressione del magma non ha la forza sufficiente per uscire, si limita a deformare la crosta terrestre, sollevandola. In altri casi le colline un tempo erano vulcani attivi che si sono spenti, sono stati modificati dall’erosione e si sono ricoperti di vegetazione. Le colline vulcaniche si trovano, di solito, isolate in un territorio pianeggiante. 5. Terrazzamenti Quando il versante di una collina ha una forte pendenza non è possibile praticare l’agricoltura e, spesso, nemmeno il pascolo degli animali. In questo caso si costruiscono i terrazzamenti, piccole pianure artificiali. I terrazzamenti sono ricavati scavando il fianco della collina in modo da formare vasti gradoni sostenuti da muri di pietra. Si rende così disponibile del terreno pianeggiante utilizzato soprattutto per la coltura di viti, ulivi, ma anche alberi da frutto e orti. Questa soluzione, adottata largamente nei secoli scorsi, è andata perdendosi negli ultimi decenni. Tuttavia i terrazzamenti costituiscono una valida misura per preservare molti territori da rischi idrogeologici, perché limitano moltissimo il dilavamento del terreno e il conseguente rischio di frane.

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UA 3 • La collina

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Come La collina è un paesaggio che i bambini dovrebbero conoscere perché è presenintrodurre te su tutto il territorio nazionale. l’argomento Come già fatto per introdurre lo studio della montagna, anche per quanto riguarda la collina, è bene iniziare dalle esperienze dei bambini. Lasciando loro ampia libertà di espressione, con alcune osservazioni o domande si cercherà di: • far descrivere il paesaggio collinare; • far localizzare sulla carta dell’Italia la posizione (non importa se approssimata) dei luoghi visitati o conosciuti.

Dai racconti dei bambini probabilmente emergerà che molte colline sono coltivate, altre sono ricoperte di boschi; le colline si trovano in ogni regione. Con opportune domande si potrà chiedere agli alunni se hanno effettuato viaggi e se durante questi viaggi hanno attraversato zone collinari, se le colline erano alte o basse, vicino al mare o alle montagne. Tutti questi ricordi, che fanno parte di esperienze vissute personalmente, saranno utilissimi perché i bambini comprenderanno che ciò che si stanno accingendo a studiare fa parte del mondo che li circonda e che possono conoscere concretamente. Avendo già parlato a lungo della montagna con i bambini, è opportuno utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite per mettere a confronto i due ambienti facendo emergere analogie e differenze.

Esempi di didattica partecipata e inclusiva

Attività

Colline modificate ( pagina 58) Nella scheda proposta gli alunni saranno invitati a osservare attentamente la prima immagine per rilevare che molti boschi ricoprono la collina e i fianchi della collina sono troppo ripidi perché gli agricoltori possano coltivarli. Pertanto questo territorio è inadatto alle esigenze di lavoro degli abitanti. Poi l’insegnante chiederà ai bambini quale è stata la soluzione trovata per rendere coltivabile il terreno ed evitare pericolosi disboscamenti. La costruzione dei terrazzamenti ha risolto il problema dello spazio senza creare danni all’ambiente. Tuffiamoci sulla collina! ( pagina 59) Lo studio degli ambienti, in questo caso la collina, è una buona occasione per imparare a usare programmi informatici come, per esempio, Google Earth. Se la scuola si trova in una zona collinare o comunque si è parlato in classe di colline conosciute dai bambini, è possibile attivare il programma usando la LIM (o un computer) per ”arrivare” nella località che interessa. I bambini saranno affascinati da questo tuffo dall’alto. Durante il viaggio virtuale si potranno fare alcune tappe per: 1. far notare in quale punto dell’Italia si trova la zona che stiamo cercando; 2. osservare dall’alto la morfologia del territorio circostante; 3. verificare la presenza di centri abitati, di strade e altri elementi antropici. Arrivati “a destinazione”, si potrà inserire la modalità Street View trascinando il cursore a forma di uomo stilizzato nel punto che desideriamo analizzare. Se i bambini conoscono la zona, sapranno individuare punti di riferimento noti. Potranno intervenire muovendosi sul territorio come se ci fossero realmente. Sarà poi l’insegnante che, con opportuni stimoli e osservazioni, farà comprendere le caratteristiche sia fisiche sia antropiche dell’ambiente. Si potrà così far notare ai bambini le differenze fra i diversi tipi di colline. Quando, successivamente, useranno il libro potranno far riferimento a qualcosa che avranno già visto, anche se in modo virtuale.

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DIDATTICA PARTECIPATA

Alunno/a Data Classe

Colline modificate

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1 Osserva le immagini e completa.

Sembrano due colline diverse, in realtà è la stessa collina! • Prova a spiegare che cosa è successo e perché.

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Alunno/a Data Classe

DIDATTICA PARTECIPATA

Tuffiamoci sulla collina!

UA 3

1 Leggi e rispondi.

iola, Omar, Anna e Riccardo vogliono far vedere agli amici le colline di cui si sono V interessati. Hanno scoperto, insieme all’insegnante, che usando il programma Google Earth si può raggiungere virtualmente ogni punto della Terra. E allora, perché non andare in collina? Prova anche tu e “tuffati” in una località di collina che conosci o che desideri vedere.

• Nella schermata iniziale, che cosa vedono i bambini?

• Se Anna inserisce in alto a sinistra il nome delle sue colline, che cosa succede?

• Viola scopre che può scegliere di evidenziare sulla mappa strade, confini, città. Che cosa deve cliccare?

• Riccardo trascina il cursore a forma di uomo stilizzato in un punto. Che cosa succede?

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INTERDISCIPLINARITÀ

Alunno/a Data Classe

tecnologia

Colline costruite dall’uomo

UA 3

Qual è la particolarità di queste belle colline? La loro origine!

Le colline che hai appena osservato sono colline costruite dall’uomo! In Italia ci sono tantissime colline; perché, allora, costruirne di artificiali? 1 Prova a rispondere scegliendo, tra quelle proposte, l’ipotesi che più ti convince e motivala.

I l territorio pianeggiante è triste, Tra le prime qualche collina serve a dare colline artificiali “movimento”al paesaggio. c’è il Monte Poiché è difficile trovare un luogo Stella di Milano. in cui gettare i detriti accumulati Si tratta di con le demolizioni di edifici, si è una collinetta pensato di ricoprirli di terra e piante formata inizialmente con l’accumulo e farle diventare un posto bello di macerie provocate dai numerosi e utile. crolli dovuti ai bombardamenti In inverno, quando nevica, si durante la Seconda Guerra Mondiale. possono utilizzare come piste da sci. All’interno la collina può diventare un deposito di merci particolarmente voluminose o un parcheggio per le automobili. 2 Ora osserva la collina artificiale costruita lungo la riva del mare e rispondi.

• Che cosa succede alla sabbia quando ci sono forti mareggiate?

• Sapresti dire per quale motivo sono state costruite delle colline artificiali lungo le coste?

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Alunno/a Data Classe

INTERDISCIPLINARITÀ arte e immagine

Primo piano, secondo piano, sfondo

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Molti pittori hanno dipinto paesaggi in cui le colline sono l’elemento di sfondo. 1 Osserva l’immagine, leggi e rispondi.

I mmagina che l’artista abbia suddiviso la sua opera in tre piani: • primo piano: ciò che è disegnato sembra essere più vicino a chi guarda; • secondo piano: le immagini si vedono bene, ma appaiono più lontane; • sfondo: in lontananza le immagini appaiono poco visibili proprio come se fossero molto lontane da chi guarda.

• In questo dipinto, dove sono le colline?

• Che cosa c’è sulle colline?

• Che cosa appare in primo piano?

• Le montagne che spazio occupano nel disegno?

2 Su un foglio, prova anche tu a disegnare un paesaggio collinare tenendo conto

dei tre piani.

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} } Compito di realtà

La collina nel passato e nel presente

UA 3

Nel tempo le colline, come qualsiasi altro ambiente, si sono modificate sia per cause naturali, sia per l’intervento dell’uomo. Insieme ai tuoi compagni, immagina una collina che, molti secoli fa, fu l’insediamento di un’antica popolazione. Prova a pensare all’ambiente naturale esistente: la vegetazione, forse qualche sorgente o un fiume che scorreva non molto distante. L’intervento dell’uomo ha modificato il paesaggio: furono costruite abitazioni, vennero create difese contro eventuali nemici, si svolsero i lavori necessari alla sopravvivenza. Sono passati molti secoli, ma la collina c’è ancora. Forse sarà un po’ diversa, perché qualche frana ha modificato il suo aspetto. Però è ancora abitata! Formate due gruppi. Disegnate su due cartelloni la stessa collina in due epoche storiche diverse: una antica e una moderna.

L A

C L A S S E

• Sul primo cartellone un gruppo disegnerà la collina come immagina che sia stata nel passato. • Sul secondo cartellone l’altro gruppo disegnerà la collina come potrebbe essere oggi.

C A P O V O L T A

• Infine, ciascun gruppo spiegherà all’altro che cosa ha voluto realizzare e perché.

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Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza digitale. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.

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LA CLASSE CAPOVOLTA

La collina: l’ambiente e l’uomo In questa Unità di Apprendimento hai imparato molte cose sull’aspetto fisico e antropico delle colline. Ora sai, per esempio, che le colline hanno avuto una grande importanza per gli insediamenti umani nell’antichità, che è presente una vegetazione spontanea diversa da quella degli altri ambienti e che ci sono anche colline artificiali.

UA 3

Formate tre gruppi, ciascuno dei quali decide quale tra i tre argomenti proposti vuole esporre. A casa, preparate uno schema che sia esauriente e di facile lettura. Userete questo schema per esporre il vostro argomento. Ricordate di allegare alcune illustrazioni che aiutino a chiarire ciò che volete comunicare.

Gruppo 1 • Illustrate la parte fisica delle colline. Cercate le notizie che vi servono sul vostro libro, ma anche su altri libri. Organizzate tutte le informazioni e, su uno o più fogli, tracciate lo schema che sarà corredato dalle immagini che ritenete necessarie. Potete allegare anche una carta delle colline italiane.

Gruppo 2

L A C L A S S E C A P O V O L T A

• Spiegate la vita dell’uomo in collina sin dall’antichità. Spiegate perché le popolazioni si stabilivano sulle colline. Sul libro troverete informazioni sulla vita dei moderni abitanti. Le informazioni acquisite vi permetteranno di preparare uno schema per mettere in evidenza analogie e differenze, soprattutto per quanto riguarda le trasformazioni attuate dall’uomo e le loro conseguenze.

L A

Gruppo 3 • Analizzate le colline artificiali. Prendendo spunto dal lavoro proposto a pag. 60, potete cercare ulteriori notizie su questo fenomeno, mettendo in evidenza come vengono realizzate queste colline e i motivi per cui si costruiscono. In classe, preparate uno schema con tutte le informazioni reperite.

Prodotto atteso Realizzazione di schemi per illustrare le conoscenze relative alle colline. La classe, divisa in gruppi, raccoglie tutte le informazioni che caratterizzano i diversi aspetti dell’ambiente per poi effettuare la relazione utilizzando il materiale prodotto.

C L A S S E C A P O V O L T A

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G eografia

UA 4 • La pianura

LA PIANURA Prodotto finale atteso: classe capovolta

• Realizzazione di schemi che aiutino a illustrare le specificità della pianura.

OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante. • Saper osservare il territorio per cogliere connessioni geografiche-storiche-scientifiche. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Saper usare nuove tecnologie per indagare il territorio. • Allargare il proprio orizzonte culturale attraverso la conoscenza di ambienti diversi da quelli noti. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di cittadinanza

• Collaborare con i compagni per raggiungere obiettivi comuni. • Individuare collegamenti e relazioni. • Agire in modo autonomo e responsabile. • Risolvere problematiche.

Competenze chiave (europee)

• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza

Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)

L’alunno/a: • ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti; • riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici; • individua i caratteri che connotano i paesaggi italiani di pianura.

matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. digitale. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. alfabetica funzionale.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere gli aspetti del territorio pianeggiante. • Localizzare sulla carta geografica dell’Italia la posizione della Pianura Padana e delle principali pianure italiane. • Individuare le principali attività delle zone di pianura.

Abilità (saper fare) • Utilizzare la terminologia corretta appresa. • Ricostruire un percorso e saperlo verbalizzare. • Individuare le caratteristiche fisiche delle regioni pianeggianti italiane. • Individuare le caratteristiche climatiche del paesaggio pianeggiante italiano, della flora e della fauna. • Esplicitare il nesso tra l’ambiente e le sue risorse e le condizioni di vita dell’uomo. • Analizzare, attraverso casi concreti, le conseguenze positive e negative delle attività umane sull’ambiente.

Contenuti

• Il territorio della pianura. • Il clima della pianura, della flora e della fauna. • Antropologia della pianura.

Attività e metodologia

Compito della didattica della geografia è quello di portare gli alunni ad aver consapevolezza della diversa conformazione dell’ambiente circostante. Si prenderà spunto dalle domande che nasceranno dall’osservazione di paesaggi di pianura per giungere a risposte che aiuteranno a capire il mondo nelle sue diversità naturalistiche e antropiche. L’ascolto, il dialogo e. il confronto aiuteranno a capire meglio anche se stessi, le proprie responsabilità e i propri diritti/doveri rispetto al mondo che ci circonda.

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G eografia

UA 4 • La pianura

Il tema del percorso didattico di questa UA sarà: l’uomo e l’ambiente della pianura. L’insegnamento/apprendimento sarà sempre vicino al vissuto e all’esperienza del bambino e le conoscenze geografiche si intrecceranno con quelle storiche, sociali e naturali. La costruzione di un lessico specifico avverrà attraverso un metodo operativo con attività di tipo esplorativo, manipolativo, grafico. Questa operatività guiderà gradualmente l’alunno dall’esperienza vissuta a quella mediata. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Geografia, tecnologia, storia, matematica, italiano.

Nuclei tematici • Tecnologia: Canali che solcano il terreno, pag. 69. Nelle pianure il territorio è facilmente irrigabile da un sistema di canalizzazione delle acque fluviali. • Storia e matematica: La suddivisione del terreno agricolo, pag. 70. Le misurazioni delle superfici agrarie pianeggianti degli antichi Romani. • Italiano: La leggenda della Borda, pag. 71. Molte leggende hanno come protagonisti esseri spaventosi che abitavano la Pianura Padana.

Compito di realtà

Costruiamo i canali, pag. 72. Costruzione di un plastico che rappresenti forme di canalizzazione in pianura.

Verifica e valutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando la seconda parte delle verifiche 3A e 3B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 44-45, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.

Strumenti

Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO

PAGINE

A CHE COSA SERVE

Flip Poster

8

Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.

Traguardo Discipline

180-193

Fornire conoscenze, aiutare a studiare, collegare geografia e storia.

Quaderno operativo

36-41

Consolidare le conoscenze, approfondire alcuni argomenti, sviluppare e verificare le competenze.

Mappe Attive

42-43

Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio, la memorizzazione e l’esposizione.

Atlante

34-35

Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.

Verifiche

37 e 39

Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Tempi

Circa 1 mese.

Destinatari

Tutti gli allievi della classe.

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G eografia

UA 4 • La pianura

La pianura

L’argomento che Il territorio pianeggiante rappresenta meno di un quarto di tutta la superficie tratteremo del suolo italiano ed è concentrato, per la maggior parte, nella Pianura Padana. Questa pianura, che da sola copre il 71% del territorio pianeggiante e si estende per buona parte dell’Italia settentrionale, interessando cinque regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia), è la più vasta d’Italia e dell’Europa meridionale.

La Pianura La Pianura Padana ha avuto origine dai depositi alluvionali principalmente del Padana fiume Po, ma anche di altri corsi d’acqua provenienti dalle Alpi.

A differenza di altre pianure alluvionali italiane, la Pianura Padana si divide in alta e bassa pianura. I termini alta e bassa non si riferiscono all’altitudine, come spesso erroneamente alcuni ritengono, ma alla vicinanza alle montagne. L’alta pianura è rappresentata dalle fasce più vicine alle montagne: le Prealpi a nord e l’Appennino a sud. Questa parte è detta anche pianura asciutta perché il suolo, formato da ghiaia e sabbia, è permeabile; l’acqua piovana, quindi, filtra facilmente nel sottosuolo rendendo poco fertili questi terreni. L’acqua penetra per alcune decine di metri fino a quando non trova uno strato di rocca impermeabile su cui scorrere. Poiché è in pendenza, ad un certo punto l’acqua riaffiora in superficie dando origine ai fontanili e alle risorgive. Nel sottosuolo le acque mantengono una temperatura costante, tra i 9 e i 14 gradi a seconda della stagione; in questo modo impediscono al terreno di gelare quando fa freddo. Lo sviluppo della vegetazione, quindi, non subisce arresti stagionali e gli agricoltori sono in grado di effettuare fino a sette tagli di foraggio nell’intero anno. Questo tipo di coltivazione prende il nome di marcite. Per bassa pianura si intende quella più vicina al letto del fiume. Il suolo, formato prevalentemente da argille, diventa poco permeabile e le acque tendono a ristagnare prima di essere assorbite. Questa pianura è detta anche pianura irrigua ed è molto fertile.

Le altre pianure Le pianure dell’Italia centro-meridionale sono di piccole dimensioni e si trovano,

in genere, lungo le fasce costiere. La maggior parte sono di origine alluvionale; per questo in passato erano molto umide, con acquitrini e paludi. Pertanto, questi terreni erano inadatti all’agricoltura e malsani. La malaria, infatti, ha mietuto molte vittime fino a quando grandi opere di bonifica hanno risanato l’ambiente rendendolo fertile (Maremma, Agro Romano, Agro Pontino). Nell’Italia meridionale le pianure più estese sono il Tavoliere delle Puglie, una pianura di sollevamento, e la Pianura Salentina, di origine tettonica. Altre fertili pianure sono quelle di origine vulcanica, formate cioè dalla lava dei vulcani: la Pianura Campana, nei pressi del Vesuvio, e la Piana di Catania, che si estende ai piedi dell’Etna.

La pianura Oggi la pianura è l’ambiente maggiormente antropizzato perché la mancanza di e l’uomo rilievi rende più facili e più economici gli insediamenti urbani, le comunicazioni, la lavorazione dei campi. Osservando una foto della Pianura Padana in cui si vede una grande estensione di terreno coltivato, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un puzzle di tanti colori diversi. Non ci sono zone che non siano coltivate o abitate e questo fa immediatamente capire che lo sfruttamento intensivo del territorio diventa una fonte primaria di reddito.

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UA 4 • La pianura

G eografia

Ma la pianura è il luogo ideale anche per l’insediamento dell’industria, perché strade, autostrade e ferrovie contribuiscono a rendere veloci gli scambi e favoriscono l’economia del settore.

Come Come già fatto in precedenza, anche per quanto riguarda questo ambiente è introdurre utile partire dalle esperienze degli alunni. l’argomento Ormai sono abituati e, probabilmente, sapranno già che devono mettere l’accento sulle peculiarità dell’ambiente. Le domande stimolo dell’insegnante avranno lo scopo di riportare la discussione sui punti fondamentali che si dovranno trattare parlando della pianura. Una cosa che sicuramente i bambini osserveranno è il fatto che la pianura è molto coltivata, più della collina e molto più della montagna. Dopo averne discusso evidenziandone le ragioni, si possono rivolgere agli alunni le seguenti domande stimolo: quali colture avete visto in pianura? • • Avete mai chiesto ai contadini perché si coltivano alcuni prodotti e non altri? • Da che cosa dipende questa scelta? • Pensate che il suolo sia uguale dappertutto?

A questo punto si farà osservare che ci sono pianure diverse e diverso è il loro grado di fertilità. Così facendo, alla domanda: perché le pianure sono diverse? gli alunni saranno in grado di ipotizzare che la diversità dipende da origini differenti.

Esempi di didattica partecipata e inclusiva

Smonta una zolla di terreno ( pagina 68) La pianura è un ambiente adatto all’agricoltura; infatti, le zone pianeggianti sono intensivamente coltivate e questo potrebbe far pensare ai bambini che il terreno pianeggiante è, di per sé, fertile ovunque. Con degli esperimenti, realizzati eventualmente in collaborazione con l’insegnante di scienze, è possibile far osservare ai bambini vari tipi di terreno e come l’acqua si comporti diversamente quando viene fatta percolare attraverso di essi. Il diverso assorbimento dell’acqua rende il suolo più o meno fertile. 1. Terreno permeabile    I terreni formati da rocce, sassi, ghiaia formano ampi interstizi tra cui l’acqua filtra velocemente; il suolo non riesce a trattenere l’acqua abbastanza a lungo perché le radici possano assorbirla. Perciò, questo tipo di terreno è tendenzialmente arido. 2. Terreno impermeabile    I terreni che, invece, sono composti da argilla sono più compatti; essi non lasciano passare l’acqua che, perciò, filtra con difficoltà. Il suolo, proprio perché pianeggiante, non permette all’acqua di scorrere in superficie e a volte diventa paludoso. In questo caso, senza l’intervento dell’uomo che con opere di “bonifica” lo asciuga, non sarebbe coltivabile. Dopo l’intervento dell’uomo però, diventano terreni molto fertili e adatti alla coltivazione.

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DIDATTICA PARTECIPATA

Alunno/a Data Classe

ELEM

Smonta una zolla di terreno

UA 4

ACQU

ARGIL

LIMO

1 Alcuni terreni sono più fertili di altri. Come mai?

SABB

Prova a osservare la composizione di un terreno fertile.

SABB

er la tua osservazione hai bisogno P di alcuni strumenti:

SASSO

ELEMENTI LEGGERI

• un secchiello; ELEMENTI LEGGERI ACQUA • un piattino; ACQUA ARGILLA • una lente di ingrandimento; ARGILLA • un vaso trasparente; LIMO • carta assorbenteLIMO o carta da cucina. SABBIA FINE

SABBIA FINE SABBIA GROSSA 1. In un secchiello (piuttosto piccolo) raccogli un po’ di terreno fertile, per esempio SABBIA GROSSA quello di un’aiuola o SASSOLINI di un orto. PESANTI 2. Con un cucchiaio versane una SASSOLINI PESANTI parte su un piattino. 3. Osservalo con molta attenzione usando la lente di ingrandimento. Potrai individuare tante particelle di forma e colore diversi.

4. Metti nel vaso trasparente la terra che hai nel secchiello e ricoprila con l’acqua.

5. Rimescola bene e lascia a riposo per 1 o 2 ore.

6. Osserva. Che cosa noti?

ELEMENTI LEGGERI ACQUA ARGILLA LIMO SABBIA FINE SABBIA GROSSA SASSOLINI PESANTI

Il terreno è formato da materiali differenti che si sono disposti a strati perché non hanno tutti lo stesso peso. Puoi notare anche alcune particelle che galleggiano: formano l’humus.

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Alunno/a Data Classe

INTERDISCIPLINARITÀ educazione tecnologia alla cittadinanza

Canali che solcano il terreno

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Le tecniche d’irrigazione, conosciute e applicate da millenni, hanno contribuito a trasformare l’uomo da cacciatore nomade ad agricoltore stanziale. Questa trasformazione ha favorito la nascita delle prime grandi civiltà. 1 Leggi e rispondi.

Oggi le tecniche d’irrigazione si sono evolute e hanno reso le zone pianeggianti particolarmente fertili. Nella Pianura Padana vi è una rete di canali che porta l’acqua dei fiumi, ma anche dei laghi, ai terreni coltivati che ne hanno necessità. Per mezzo di appositi sbarramenti che possono essere aperti o chiusi, si indirizza il flusso di acqua nei siti desiderati.

FIUME

CANALI DI IRRIGAZIONE

Un tempo, attraverso la canalizzazione delle acque, i campi venivano allagati creando qualche danno alle coltivazioni. Ora, per irrigare i campi vi sono apparecchiature come quella che vedi nell’immagine, studiate appositamente perché l’acqua scenda come se piovesse, con il sistema detto “a pioggia”. • Per quali motivi irrigare un terreno pianeggiante è più semplice ed economico rispetto ad altri tipi di terreni? Spiega brevemente.

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INTERDISCIPLINARITÀ educazione storia alla • matematica cittadinanza

Alunno/a Data Classe

La suddivisione del terreno agricolo

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Furono gli antichi Romani a bonificare per primi parti della Pianura Padana. Questo consentì di distribuire ai contadini le terre rese coltivabili secondo un sistema le cui tracce sono visibili ancora oggi. Importanti tracce del passato romano si trovano sul territorio ancora oggi. Il terreno che doveva essere distribuito veniva diviso inizialmente secondo due linee che si intersecavano ad angolo retto e orientate secondo i quattro punti cardinali. Il terreno veniva poi diviso in tanti quadrati (centurie), il cui lato era lungo 2400 piedi (circa 710 metri). Questi quadrati erano originati dall’incrocio di linee poste alla medesima distanza l’una dall’altra e parallele rispettivamente alle due linee principali: quella orizzontale e quella verticale.

NORD

OVEST

EST

gni quadrato formava O il terreno agricolo per cento famiglie, fra le quali venivano sorteggiati i lotti di terreno. Ogni lotto aveva la superficie pari a due iugeri, circa mezzo ettaro (5 000 m2). Le vie pubbliche della centuriazione permettevano di raggiungere ogni luogo del territorio e a esse erano affiancati canali che permettevano la bonifica delle aree paludose. Si coltivavano cereali, grano, e in misura minore farro e orzo, i legumi, la canapa e il lino.

SUD

1 Calcola e rispondi.

• Calcola quanti piedi misurava il perimetro di una centuria. Poi prova a calcolarlo anche in metri. • Quanti metri quadrati circa misurava 1 solo iugero? • Quanti iugeri di terreno possedevano 4 famiglie? • Sapresti calcolare a quanti metri quadrati corrispondono?

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Alunno/a Data Classe

INTERDISCIPLINARITÀ educazioneitaliano alla cittadinanza

La leggenda della Borda

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Le leggende, come sai, sono racconti fantastici; tuttavia, ogni leggenda nasce da una situazione di realtà. La leggenda della Borda è una di queste. 1 Leggi, rifletti e rispondi.

Tanto tempo fa la Pianura Padana era ricoperta da pericolose paludi. Immaginate un ambiente fatto da un fitto muro di umidità che sale dal fiume e dalle acque ristagnanti formando una nebbia che deforma e nasconde le forme della vegetazione e degli animali. È un ambiente non solo lugubre, ma anche pericoloso. È questo il paesaggio in cui, secondo un’antica leggenda, vive la Borda. La Borda è una creatura mostruosa, mezza umana e mezza strega, col volto dall’espressione crudele, tutta bendata e dall’orribile aspetto. Una creatura malefica che vive nell’acqua dei canali, dei pozzi, degli acquitrini e che appare solo con il buio o nelle giornate di nebbia. La Borda attrae a sé le sue vittime, preferibilmente bambine e bambini, non per cibarsene, come si potrebbe immaginare, ma per pura cattiveria. Le immobilizza con una corda o un laccio di cuoio, poi le affonda nelle acque melmose che sono la sua dimora. Questa leggenda veniva raccontata ai bambini alla sera e terminava con una ninna nanna spaventosa:

Ninna nanna, la Borda lega i bei bambini con una corda. Con una corda e con una cordicella, lega i bei bambini e poi li stringe, con una corda e con un legaccio, lega i bei bambini e poi li ammazza.

• La leggenda e la filastrocca sono un po’ spaventose. Perché, secondo te, venivano raccontate ai bambini?

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} } Compito di realtà

UA 4

Costruiamo i canali Avete imparato che l’ambiente della pianura è, in gran parte, coltivato e che, per ottenere una quantità maggiore di prodotti, i campi devono essere ben irrigati. Proviamo concretamente a capire come funziona il sistema per irrigare i terreni. Preparate un plastico per illustrare il funzionamento dei canali di irrigazione.

Procuratevi: • una quantità di plastilina sufficiente alla grandezza del vostro progetto; • un’asse di legno (o plastica); • pezzetti di legno o plastica dura che userete per gli sbarramenti.

• Prima di tutto occorrerà studiare bene il progetto iniziale, disegnandolo su un foglio. Sarà necessario stabilire un fiume da cui parte il canale principale e una “diga” che si possa aprire e chiudere per far passare l’acqua o viceversa. Dal canale principale si dirameranno i canali secondari che portano l’acqua in tutto il terreno.

L A

C L A S S E

• Adesso passate alla realizzazione. – Stendete uno spesso strato di plastilina sull’asse di legno. – Rialzate per bene tutto il perimetro in modo che, quando verserete l’acqua, questa non esca.

C A P O V O L T A

– Utilizzate il vostro progetto per creare il fiume e i canali. Sistemate le “dighe” nei punti stabiliti. Poiché la realizzazione sarà tanto più realistica quanti più dettagli riuscirete a riprodurre, realizzate voi stessi piante, case, persone… – Infine, versate l’acqua nel fiume dopo aver controllato che tutte le “dighe” siano chiuse; le aprirete in un secondo momento. • Ricordatevi di documentare tutte le fasi della costruzione con un video.

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Competenza alfabetica funzionale. Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza digitale. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare.

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LA CLASSE CAPOVOLTA

La pianura e i suoi canali Terminate le attività proposte da questa Unità di Apprendimento, è arrivato il momento di esporre le vostre conoscenze. Collegate tutto ciò che avete imparato sulla pianura e che deriva dallo studio ma anche dalle vostre esperienze.

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Organizzate in modo logico le informazioni acquisite sulle pianure, utilizzando anche il materiale prodotto nelle attività precedenti.

• Dividetevi in tre gruppi. • Due gruppi introducono il discorso sulla pianura servendosi della seguente scheda, che sarà stata compilata a casa con le informazioni conosciute. Se pensate che sia opportuno approfondire alcuni temi, chiedete all’insegnante di darvi altro materiale da consultare. Il primo gruppo parlerà dell’aspetto fisico (tabella 1), il secondo gruppo di quello antropico (tabella 2).

Tabella 1

L A C L A S S E C A P O V O L T A

Che cos’è una pianura?

Qual è la pianura più vasta d’Italia?

Com’è il clima di questa pianura?

L A

Tabella 2 Quali sono le caratteristiche della vita in pianura?

Se la vostra scuola si trova in una zona pianeggiante o nei pressi, descrivetela.

C L A S S E

• Il terzo gruppo utilizzerà il progetto e il plastico realizzati precedentemente per illustrare l’importanza del sistema di irrigazione e il suo funzionamento.   Prodotto atteso Illustrare le specificità della pianura e, in particolare, spiegare il sistema per irrigare i terreni agricoli in un paese in pianura. Utilizzare il plastico realizzato per illustrarne concretamente il funzionamento.

C A P O V O L T A

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G eografia

UA 5 • I fiumi e i laghi

I FIUMI E I LAGHI Prodotto finale atteso: classe capovolta

• Gli alunni studiano il fiume e realizzano un documento in formato audiovideo e cartaceo volto a promuovere l’ambiente toccato dallo stesso fiume.

OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante. • Saper osservare il territorio per cogliere connessioni geografiche-storiche-scientifiche. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Saper usare nuove tecnologie per indagare il territorio. • Allargare il proprio orizzonte culturale attraverso la conoscenza di ambienti diversi da quelli noti. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di cittadinanza

• Collaborare con i compagni per raggiungere obiettivi comuni. • Individuare collegamenti e relazioni. • Agire in modo autonomo e responsabile. • Risolvere problematiche.

Competenze chiave (europee)

• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza • Competenza

Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)

L’alunno/a: • ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti; • riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici; • individua i caratteri che connotano i paesaggi italiani fluviali e lacustri.

matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. alfabetica funzionale. in materia di cittadinanza. in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere gli aspetti dei paesaggi dei fiumi e dei laghi. • Localizzare sulla carta geografica dell’Italia la posizione dei principali fiumi e laghi italiani. • Individuare le principali attività nelle zone lacustri.

Abilità (saper fare) • Utilizzare la terminologia corretta appresa. • Ricostruire un percorso e saperlo verbalizzare. • Individuare le caratteristiche fisiche di fiumi e laghi. • Individuare le caratteristiche climatiche del paesaggio fluviale e lacustre italiano, della flora e della fauna. • Esplicitare il nesso tra l’ambiente e le sue risorse e le condizioni di vita dell’uomo. • Analizzare, attraverso casi concreti, le conseguenze positive e negative delle attività umane sull’ambiente.

Contenuti

• Il territorio del fiume. • Il territorio del lago. • Il clima del lago, flora e fauna di laghi e fiumi. • Antropologia del fiume e del lago.

Attività e metodologia

Questa Unità di Apprendimento affronta il tema delle acque dolci sul territorio. L’abbondanza di fiumi e laghi sul territorio italiano consente di poter effettuare con relativa facilità una lezione attiva, organizzando un’escursione al fiume (torrente, lago) più vicino alla scuola. L’analisi diretta dell’ambiente permette ai bambini di muoversi consapevolmente nello spazio circostante sapendosi orientare attraverso punti di riferimento e utilizzando gli organizzatori topologici conosciuti.

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G eografia

UA 5 • I fiumi e i laghi

Lo studio in classe o a casa, dopo un’esperienza coinvolgente, diventa più interessante e più produttivo per gli alunni. Molto interessanti sono le opportunità che l’argomento “fiume” offre per collegamenti di carattere interdisciplinare, legati particolarmente alla storia e alle grandi civiltà sorte lungo i grandi corsi d’acqua. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Geografia, italiano, arte e immagine, storia, tecnologia, educazione civica.

Nuclei tematici • Italiano, arte e immagine: Il fiume e gli artisti, pag. 80. La percezione di atmosfere attraverso la poesia e la pittura. • Storia e tecnologia: Il fiume: i ponti, pag. 81. Ponti modernissimi dalle avveniristiche architetture e ponti vecchi di millenni attraversano i fiumi italiani. • Storia e tecnologia: Leonardo da Vinci e le chiuse sui navigli, pag. 82. Il genio di Leonardo da Vinci: la navigazione attraverso un sistema di chiuse per superare i dislivelli. • Educazione civica: Il rischio idrogeologico, pag. 83. Che cos’è il rischio idrogeologico che cosa è necessario fare per prevenirlo.

Compito di realtà

Il corso di un fiume, pag. 84. Studio del corso di un fiume per conoscere e far conoscere ad altri il mondo che lo costituisce.

Verifica e valutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 4A e 4B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 54-55, 62-63, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.

Strumenti

Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO

PAGINE

A CHE COSA SERVE

Flip Poster

9

Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.

Traguardo Discipline

196-207

Fornire conoscenze, aiutare a studiare, collegare geografia e storia.

Quaderno operativo

46-60

Consolidare le conoscenze, approfondire alcuni argomenti, sviluppare e verificare le competenze.

Mappe Attive

52-53 61

Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio, la memorizzazione e l’esposizione.

Atlante

36-39

Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.

Verifiche

40-43

Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Tempi

Circa 1 mese.

Destinatari

Tutti gli allievi della classe.

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G eografia

UA 5 • I fiumi e i laghi

I fiumi e i laghi

L’argomento Abbiamo parlato a lungo dell’orografia del territorio italiano. che tratteremo In questi paesaggi ha un ruolo rilevante la presenza di acque dolci: laghi e fiumi

che si vedono in superficie, ma anche falde acquifere e fiumi sotterranei che costituiscono una buona parte della riserva di acqua dolce del nostro Paese. I fiumi italiani sono piuttosto numerosi. La maggior parte ha un corso breve, a causa della vicinanza al mare e delle pianure poco estese. Il fiume più lungo è il Po, che è anche quello che attraversa la pianura più vasta.

I fiumi I fiumi più lunghi sono quelli che nascono dalle Alpi, montagne ricche di nevi,

ghiacciai e sorgenti che, insieme alle piogge, alimentano i corsi d’acqua anche durante la stagione estiva. I fiumi alpini hanno perciò una portata d’acqua costante. I fiumi appenninici presentano, in genere, un corso più breve e una portata d’acqua irregolare e mediamente minore rispetto a quelli alpini, perché sugli Appennini non ci sono ghiacciai e i corsi d’acqua sono alimentati principalmente dalle piogge. Soprattutto nelle zone meridionali della penisola si alternano periodi di magra, in estate, a periodi in cui la portata cresce enormemente a causa di forti piogge, in autunno. Se i fiumi scorrono in zone disboscate si possono verificare alluvioni, frane e smottamenti, creando le condizioni per pericolosi dissesti idrogeologici. Il Po continua a trasportare grandi masse di detriti che, in parte, deposita sul fondo e, in parte, porta fino alla sua foce a delta, creando nuove parti di terra e allungando il suo corso di circa 50 metri ogni anno. I detriti che si depositano sul fondo innalzano il letto e, di conseguenza, il livello del fiume. Per evitare rovinosi straripamenti sono stati costruiti argini sempre più alti. Nel corso del suo lungo tragitto, il Po riceve le acque di numerosi affluenti provenienti sia da destra (dagli Appennini) sia di sinistra (dalle Alpi). Nell’attraversamento della Pianura Padana il Po, per un lungo tratto, diventa navigabile. Il fiume sfocia nel mar Adriatico, tra l’Emilia-Romagna e il Veneto, con un ampio delta che occupa una superficie di 610 km2. Il delta del Po si divide in cinque rami principali; molte zone sono state prosciugate rendendole disponibili per l’agricoltura, ma talvolta ciò ha alterato l’equilibrio del più esteso ambiente umido d’Europa. Per salvaguardare questa zona così particolare è stata creata un’area protetta di grande complessità perché è, allo stesso tempo, Parco terrestre, Parco fluviale e Parco costiero. Nel Delta del Po il precario equilibrio tra la terra e l’acqua ha dato origine a un paesaggio che muta continuamente. Boschi e pinete si alternano a zone umide sia di acqua dolce sia di acqua salata. La biodiversità è straordinaria, basti pensare che, solo per quanto riguarda gli uccelli, si è registrata la presenza di più di 280 specie.

I laghi In Italia i laghi sono molti, ma non sono vasti; i più grandi si trovano nella zona

prealpina. I laghi possono essere alimentati da sorgenti sotterranee, dallo scioglimento dei ghiacci, dalle precipitazioni, da corsi d’acqua. Si distinguono, a seconda delle diverse origini, in: • alpini e prealpini; occupano una cavità scavata dai ghiacciai; • tettonici: hanno riempito una cavità formata dal movimento delle zolle terrestri; • di sbarramento: sono originati da cause naturali (frana) o artificiali (diga); • vulcanici: le acque piovane hanno riempito il cratere di un vulcano spento; • costieri: sono separati dal mare da cordoni di sabbia formati dalle onde marine. Hanno acque salmastre.

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UA 5 • I fiumi e i laghi

G eografia

Come Sul territorio italiano scorrono molti corsi d’acqua. Alle volte sono fiumi, altre introdurre volte torrenti più o meno grandi. l’argomento Riuscire a organizzare un’escursione al fiume più vicino potrebbe essere un buon

modo per iniziare a parlare dei corsi d’acqua. In questo caso non si parte dal vissuto di ogni bambino, ma da un’esperienza collettiva che permette di confrontare osservazioni, sensazioni, particolari che alcuni hanno colto e altri no. L’insegnante valuterà la capacità degli alunni di percepire le caratteristiche salienti di un ambiente. Prima di tutto si dovrà localizzare sulla carta fisica d’Italia il fiume (se non è abbastanza importante da essere segnato sulle carte, si cercherà di individuarne la posizione utilizzando punti di riferimento della zona) e si proporranno agli alunni una serie di domande stimolo. • Abbiamo visto un tratto del fiume, ma da dove arriva? E dove termina? • È un affluente di un altro fiume o un immissario (emissario) di un lago? Si passerà a parlare della flora e della fauna presenti lungo le rive. Sarebbe utile procurarsi delle foto da utilizzare per un’osservazione più accurata. Infine, si chiederà agli alunni di dare uno sguardo al paesaggio “più lontano”. • Dove scorre il nostro fiume? • Quali ambienti attraversa lungo il suo corso?

Esempi di didattica partecipata e inclusiva

Attività 1. Il nostro fiume Con l’aiuto dell’insegnante, i bambini possono realizzare un album (libro) in cui illustrare il fiume che conoscono. Se la classe ha fatto un’escursione lungo un fiume che scorre nel territorio, il lavoro riguarderà quel preciso corso d’acqua. Ciascun gruppo in cui sarà stata divisa la classe si occuperà di un aspetto: • la carta d’identità del fiume (nome, lunghezza, sorgente e foce...); • la storia del fiume (interviste agli anziani, ricerche presso il Comune, vecchie foto); • la salute del fiume (il livello di inquinamento). Se gli alunni già conoscono quel corso d’acqua, sarà possibile raccogliere anche le loro testimonianze e i loro racconti. Il tutto sarà corredato da foto e immagini. Se durante la gita è stato girato un video, può essere allegato al lavoro. 2. Le acque scorrono sopra e sotto il suolo ( pagine 78-79) È importante che i bambini si rendano conto che le acque dolci non sono solo quelle che scorrono in superficie, ma che ci sono enormi riserve anche nel sottosuolo. Le schede delle pagine seguenti aiuteranno gli alunni a comprendere questo fenomeno.

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DIDATTICA PARTECIPATA

Alunno/a Data Classe

Le acque scorrono sopra e sotto il suolo

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Nel terreno sotto i nostri piedi ci sono enormi quantità di acque dolci. Queste acque vanno rispettate, perché sono un’importante ricchezza per la nostra sopravvivenza. 1 Scrivi quali sono le acque dolci che si trovano sul territorio in cui abiti. 2 Rispondi.

• In Italia, dove si trova la maggior riserva di acqua dolce? Osserva l’immagine.

• Come mai nel sottosuolo c’è molta acqua?

• In quali modi quest’acqua può essere portata in superficie?

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Alunno/a Data Classe

DIDATTICA PARTECIPATA

Quando dal suolo sgorga “vapore”

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1 Osserva le immagini e completa.

Parco delle Fumarole, a Sasso Pisano.

Soffioni boraciferi di Larderello, in Toscana.

• Dalle immagini puoi capire che talvolta l’acqua arriva in superficie sotto forma di: • Spiega il perché, osservando l’immagine.

ACQUA

VAPORE

ROCCE CALDE

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INTERDISCIPLINARITÀ educazione italiano • alla arte cittadinanza e immagine

Alunno/a Data Classe

Il fiume e gli artisti

UA 5

Il fiume, visto da artisti, poeti e pittori ha un fascino tutto particolare. 1 Leggi la poesia di Roberto Piumini, poeta contemporaneo, che parla del corso di un fiume.

E l’acqua di Roberto Piumini

E l’acqua fresca nasce fa ruscelli scende casca sui sassi scroscia e frusciando fa il fiume.

E l’acqua sciolta nuota nelle valli e lunga e lenta larga silenziosa luminosa fa il lago.

E l’acqua a onde muore non muore mai e muore e non muore mai e muore mentre immensa fa il mare.

2 Disegna su tre fogli le fasi del corso del fiume descritto nella poesia. Poi rispondi.

• Mettiti nei panni del poeta; chiudi gli occhi e immagina di vedere il fiume, di sentire i rumori prodotti dall’acqua, dagli animali e anche dagli uomini. Adesso pensa di toccare l’acqua, quali sensazioni ti dà? E infine ti trovi alla foce, il fiume sembra morire. Ma è così? Perché il poeta ripete “e muore e non muore mai”? 3 Discuti con i compagni e le compagne.

• Questo quadro è stato dipinto da Pierre August Renoir alla fine del 1800. Per osservarlo a colori cercalo su Internet, digitando: Canottieri Chatou sulla Senna. Quali impressioni ne ricavi? Metti a confronto i colori del fiume e del cielo, osserva l’atteggiamento delle persone. Hai la sensazione che la corrente del fiume sia rapida o lenta? Perché?

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INTERDISCIPLINARITÀ

Alunno/a Data Classe

educazione storia alla • tecnologia cittadinanza

Il fiume: i ponti

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I molti fiumi italiani e la necessità di spostarsi facilmente sulle due rive opposte hanno costretto gli uomini, sin dall’antichità, a costruire ponti adatti alle esigenze della popolazione. Forse non ci hai mai pensato, ma basta fare una semplice ricerca per scoprire quanti ponti diversi ci sono. 1 Osserva questi ponti che sono stati costruiti sul fiume italiano più lungo.

Prova a descriverli mettendo in rilievo le caratteristiche principali.

1 Ponte sul Po a Piacenza.

2 Ponte ferroviario sul Po.

3 Ponte di barche

sul delta del Po.

1

2

3 2 Osserva questi due ponti costruiti da antiche popolazioni italiche più di due millenni fa.

Poi rispondi.

Ponte etrusco di Vulci.

Ponte romano di Pogi.

• Che cosa hanno in comune? • Ancora oggi sono praticabili. Sapresti dire qual è l’elemento architettonico che li rende così solidi?

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INTERDISCIPLINARITÀ educazione storia alla • tecnologia cittadinanza

Alunno/a Data Classe

Leonardo da Vinci e le chiuse sui Navigli

UA 5

I navigli sono dei canali antichissimi, costruiti a Milano. “Naviglio” significa navigabile; essi furono ideati per scopi difensivi, ma si rivelarono ben presto molto utili per fornire acqua alla città di Milano che non ha un fiume proprio, pur avendone diversi nelle vicinanze. Alla fine del 1400 il Duca di Milano incaricò Leonardo da Vinci, il geniale inventore, pittore e studioso, di progettare un sistema di canali per permettere la navigazione dal lago di Como fino a Milano. Il problema più importante che Leonardo dovette affrontare fu il dislivello che c’era tra il punto di partenza e quello di arrivo del canale. Leonardo, per ovviare al problema e rendere possibile la navigazione, progettò un sistema di “chiuse” (piccole dighe) manovrabili e di conche (vasche), che diminuivano o aumentavano la portata dell’acqua.

Come funziona la chiusa 1 Osserva le immagini, leggi e cancella la parola sbagliata.

Ogni chiusa è limitata da due cancelli, uno basso e uno alto. Quando la barca arriva alla chiusa il cancello alto viene aperto/chiuso. Appena la barca è entrata nella chiusa il cancello basso viene aperto/chiuso. La chiusa si riempie di acqua in modo da raggiungere il livello del tratto di canale precedente. La barca esce dalla chiusa e può proseguire il suo viaggio.

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Alunno/a Data Classe

INTERDISCIPLINARITÀ educazione educazione alla cittadinanza civica

Il rischio idrogeologico

UA 5

Spesso si sente parlare di rischio idrogeologico. Soprattutto in occasione di eventi catastrofici dovuti a inondazioni, si dice che l’Italia è un Paese ad alto rischio idrogeologico. 1 Per capire che cosa significa “rischio idrogeologico”, osserva queste immagini e spiega

che cosa può essere successo, rispondendo alle domande.

• Quali sono gli errori degli uomini che portano alle rovinose conseguenze che puoi osservare nelle immagini?

• Ora prova a rispondere a questa domanda: che cosa significa rischio idrogeologico?

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} } Compito di realtà

UA 5

Il corso di un fiume Un fiume che scende verso valle, che scorre lentamente in pianura e che poi incontra il mare, un lago o un altro fiume è un mondo complesso e molto interessante che si compone di tanti aspetti diversi che interagiscono tra loro: il corso d’acqua, la vegetazione, la fauna che lo abita. Gli uomini, che con il fiume hanno stabilito un forte rapporto, usano le sue acque per irrigare i campi, costruiscono paesi e città sulle sue sponde, pescano i pesci. Studiate il corso di un fiume per conoscere e far conoscere il mondo che lo costituisce. Per questa attività, scegliete un fiume situato in una zona diversa da quella in cui abitate.

• Prima di tutto, scegliete il fiume, per conoscerne il corso e le caratteristiche. • Studiate tutti gli aspetti del fiume dividendo in quattro fasi lo sviluppo del suo corso: le sorgenti, il primo tratto del suo corso, lo scorrere del fiume nella zona pianeggiante, la foce. • Dividetevi in 4 gruppi. Ogni gruppo sceglierà una parte del fiume. • Raccogliete le informazioni e le immagini che riguardano ogni aspetto del tratto del fiume di cui avete scelto di occuparvi.

L A

• Organizzate tutto il materiale in schede ordinate e illustrate.

C L A S S E

• Quando tutti i gruppi avranno raccolto il materiale necessario mettetelo in un raccoglitore. Chiedete all’insegnante di controllare che non ci siano errori nell’ordine che avete dato alle vostre schede.

C A P O V O L T A

• Infine, riproducete su un grande cartellone l’intero corso del fiume tenendo conto delle lunghezze dei vari tratti (è sufficiente che le misure siano approssimate).

84

Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza in materia di cittadinanza. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

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LA CLASSE CAPOVOLTA

Viaggiamo lungo il fiume

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In questa Unità di Apprendimento hai conosciuto non solo le caratteristiche più importanti dei fiumi italiani, ma anche alcuni aspetti meno noti che puoi integrare alle tue conoscenze durante l’esposizione di questo argomento. Tu e la tua classe immaginate di percorrere il corso del fiume.

• Scegliete un compagno o una compagna che inizi con una presentazione generale del fiume. • Qual è il fiume di cui volete parlare? • In quale parte dell’Italia si trova? • Che tipo di fiume è (alpino, appenninico…)? • Altre notizie di carattere storico, curiosità che riguardano l’intero fiume. • Illustrate lo studio fatto sul fiume. Ogni gruppo che si è occupato di svolgere il compito di realtà (pag. 84) scelga un rappresentante che esponga: – le conoscenze acquisite; – il lavoro fatto nelle sue varie fasi.

L A C L A S S E C A P O V O L T A

L A

• La vostra esposizione dovrà risultare un racconto che parla di un viaggio che inizia dalle sorgenti e termina alla foce.

C L A S S E

• Al termine delle esposizioni, un gruppo alla volta mostrerà a tutta la classe il lavoro realizzato, spiegando quali sono state le modalità utilizzate. • Le spiegazioni saranno documentate da un video che potrà essere caricato sul sito della scuola.

C A P O V O L T A

Prodotto atteso Studiare il fiume e realizzare un documento in formato audio-video e cartaceo volto a far conoscere l’ambiente toccato dallo stesso fiume. Il prodotto realizzato potrà essere caricato sul sito della scuola.

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G eografia

UA 6 • Il mare

IL MARE Prodotto finale atteso: classe capovolta

• Produzione di un lapbook che illustri i differenti tipi di litorali italiani spiegandone le caratteristiche e le differenze, flora e fauna ittica, attrezzature balneari.

OBIETTIVI FORMATIVI • Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante. • Saper osservare il territorio per cogliere connessioni geografiche-storiche-scientifiche. • Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Saper usare nuove tecnologie per indagare il territorio. • Allargare il proprio orizzonte culturale attraverso la conoscenza di ambienti diversi da quelli noti. • Imparare a ordinare le conoscenze in schemi interpretativi. COMPETENZE Competenze di cittadinanza

• Collaborare con i compagni per raggiungere obiettivi comuni. • Individuare collegamenti e relazioni. • Agire in modo autonomo e responsabile. • Risolvere problematiche.

Competenze chiave (europee)

• Competenza • Competenza • Competenza • Competenza

Competenze mirate (traguardi di competenze disciplinari)

L’alunno/a: • ricava informazioni geografiche da una pluralità di fonti; • riconosce e denomina i principali “oggetti” geografici fisici; • individua i caratteri che connotano i paesaggi italiani del mare.

matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. digitale. personale, sociale e capacità di imparare a imparare. alfabetica funzionale.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze (sapere) • Conoscere gli aspetti dell’ambiente marino. • Localizzare sulla carta geografica dell’Italia la posizione dei mari italiani. • Individuare le principali attività delle zone marine.

Abilità (saper fare) • Utilizzare la terminologia corretta appresa. • Ricostruire un percorso e saperlo verbalizzare. • Individuare le caratteristiche fisiche delle regioni marine italiane. • Individuare le caratteristiche climatiche del paesaggio marino italiano, della flora e della fauna. • Esplicitare il nesso tra l’ambiente e le sue risorse e le condizioni di vita dell’uomo. • Analizzare, attraverso casi concreti, le conseguenze positive e negative delle attività umane sull’ambiente.

Contenuti

• Il territorio del mare. • Il clima del mare. • Antropologia del mare.

Attività e metodologia

Questa è l’ultima Unità di Apprendimento della classe quarta. Il bambino si avvia ormai alla costruzione di un personale metodo di studio. Riconosce i principi guida dello studio della disciplina e inizia a conoscere anche le varie strategie per la comprensione e la memorizzazione del testo, adattandone l’uso alle proprie caratteristiche personali, alle proprietà del compito assegnato. Attività come: brainstorming, lavoro di gruppo, giochi di ruolo, problem solving, collaborazione tra pari, cooperative learning aiutano il bambino a costruire il proprio sapere e a condividerlo con gli altri.

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G eografia

UA 6 • Il mare

L’interdisciplinarietà che ha connotato tutte le Unità di Apprendimento è di particolare interesse, perché non solo nasce dalle curiosità dei bambini, ma li porta ad acquisire un’elasticità mentale che li aiuterà a fare collegamenti. INTERDISCIPLINARITÀ Discipline coinvolte Geografia, scienze, matematica, educazione civica.

Nuclei tematici • Scienze: Il sale, elemento della vita, pag. 91. Il sale, cioè il cloruro di sodio, è un elemento indispensabile per la vita dell’uomo. In soluzioni più o meno concentrate, assume sapore differente. • Scienze e matematica: Uno strano mollusco: il nautilus, pag. 92. Ritrovare la stessa forma nelle creature marine e anche in matematica. • Educazione civica: L’inquinamento del mare, pag. 93. Prodotti nocivi come materie plastiche o inquinanti chimici stanno rovinando l’habitat marino.

Compito di realtà

Facciamo i conti!, pag. 94. Calcolo delle spese necessarie per l’utilizzo delle strutture balneari.

Verifica e valutazione

Al termine dell’Unità di Apprendimento è possibile valutare: • le conoscenze acquisite, utilizzando le verifiche 4A e 4B; • le competenze raggiunte, utilizzando: – le verifiche delle pagine 71-72, Quaderno operativo; – il compito di realtà proposto nella Guida.

Strumenti

Nel testo, in relazione a questo argomento sono presenti i seguenti materiali: TESTO

PAGINE

A CHE COSA SERVE

Flip Poster

10

Didattica partecipata, per introdurre l’argomento e valutare le conoscenze.

Traguardo Discipline

208-216

Fornire conoscenze, aiutare a studiare, collegare geografia e storia.

Quaderno operativo

64-68

Consolidare le conoscenze, approfondire alcuni argomenti, sviluppare e verificare le competenze.

Mappe Attive

69-70

Organizzare il pensiero, collegare le conoscenze, facilitare lo studio, la memorizzazione e l’esposizione.

Atlante

40-43

Favorire la capacità di osservare e dedurre, favorire l’apprendimento attraverso l’uso delle immagini.

Verifiche

40-43

Verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Tempi

Circa 1 mese.

Destinatari

Tutti gli allievi della classe.

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G eografia

UA 6 • Il mare

Il mare

L’argomento che I mari italiani fanno parte del bacino del Mediterraneo, compreso tra le coste tratteremo dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. Si può dire che la penisola italica, per la sua particolare posizione, divida il Mediterraneo e crei quattro mari, dai quali è circondata: Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico. Una delle caratteristiche della penisola italiana è quella di avere un’estensione costiera particolarmente ampia rispetto alle dimensioni territoriali. Ciò significa che un’alta percentuale di cittadini vive in questo ambiente.

Le coste Le coste italiane si estendono per ben più di 7000 chilometri e cambiano aspetto

continuamente, regalando paesaggi molto belli. A coste alte e frastagliate se ne alternano altre basse, sabbiose e ghiaiose oppure, altrove, lagunari e paludose. Questa grande varietà di forme dipende dalle trasformazioni che avvengono lungo le zone costiere. Le acque del mare che, in un punto, corrodono senza sosta le alte coste frantumandole, in un altro, con il movimento delle onde, depositano continuamente sabbia. Inoltre i fiumi, con la loro azione corrosiva e l’accumulo di detriti, contribuiscono a modificare l’aspetto delle coste. Anche se le coste sono molto estese i porti attrezzati a ricevere le grandi navi che trasportano merci sono relativamente pochi; ciò ha dei risvolti negativi, perché limita gli scambi commerciali marittimi. Le coste liguri sono caratterizzate da un susseguirsi di insenature, a volte anche profonde, e da promontori a picco sul mare. Le montagne arrivano a così breve distanza dalla costa che la spiaggia o manca del tutto o viene ridotta a piccoli suggestivi fazzoletti. Probabilmente le insenature della costa sono valli appenniniche sprofondate e invase dal mare. Le coste della Calabria sono abbastanza simili a quelle liguri. Infatti, quasi ovunque la costa scende a strapiombo nel mare; i piccoli tratti sabbiosi da cui è interrotta sono pochi. Essi sono formati dai detriti che le fiumare hanno depositato alla foce. Le coste della Toscana e del Lazio si presentano basse, sabbiose, a volte paludose. Sono praticamente prive di insenature e quindi inadatte alla costruzione di porti. In alcuni punti si possono notare cordoni di dune paralleli alla costa; lo spazio tra la duna e la costa è spesso acquitrinoso. La costa adriatica è prevalentemente sabbiosa, soprattutto nella parte compresa tra le Valli di Comacchio e il Monte Conero. Anche buona parte della costa ionica si presenta sabbiosa. Venezia, è la città più famosa che si trova su una laguna. Anticamente tutta la zona costiera tra Rimini e Trieste era fiancheggiata da lagune, che sono scomparse perché interrate dai detriti dei fiumi che sfociavano in quel tratto. Le Valli di Comacchio e la laguna Veneta sono le uniche che ancora rimangono nell’alto Adriatico. Qualche laguna si trova anche nel Tavoliere delle Puglie.

Come introdurre In genere la prima cosa a cui i bambini pensano quando si parla del mare è l’argomento l’estate: i bagni, i giochi, la sabbia… tutte cose che, per loro, coincidono con periodi di vacanza e di divertimento. È giusto lasciare spazio ai racconti; in fondo il mare è anche questo! Il compito dell’insegnante sarà, però, quello di aiutare gli alunni a ricercare nei loro vissuti tutti quegli aspetti che caratterizzano l’ambiente mare. Sarà perciò necessario cercare di dare ordine a tutte le informazioni che provengono dai bambini, cominciando con il chiedere loro se sono stati in qualche località marina e quali tipi di spiaggia hanno trovato.

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G eografia

UA 6 • Il mare

Sarebbe bene poter avere materiale illustrativo come foto o depliant da mettere a confronto e da cui ricavare ulteriori notizie. A questo punto dell’anno i bambini dovrebbero aver acquisito la competenza di saper ricavare indicazioni da fonti di tipo diverso. Quello che è importante è saper dare un ordine a questo materiale per poterlo utilizzare proficuamente.

Esempi di didattica partecipata e inclusiva

Andiamo al mare? Per introdurre lo studio delle regioni costiere, delle loro differenze e particolarità, si può chiedere ai bambini di fare un’indagine sulle spiagge che hanno visitato o che hanno conosciuto per mezzo di documentari o immagini. Si dovranno scegliere “i tipi” di costa: • spiaggia con la sabbia; • spiaggia con i ciottoli; • scogli, a volte alti, a volte bassi. Se i bambini hanno portato foto e altri materiali, li si può raggruppare in base a caratteristiche simili. Poi, li si attaccherà su dei cartelloni sui quali sarà stato fatto un grande disegno che illustra i dettagli di un particolare tipo di costa. Si farà ripetere il lavoro per ogni tipologia costiera evidenziata in classe. Successivamente, si raccoglieranno le informazioni in un grafico a blocchi oppure a torta. Quando, in seguito, i bambini avranno studiato sul libro le coste italiane, si riprenderanno il grafico e i cartelloni e si faranno confronti e osservazioni.

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DIDATTICA PARTECIPATA

Alunno/a Data Classe

Scopriamo il mare con i nostri sensi

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Non sarĂ difficile per te immaginare di essere al mare in una bella giornata. Prova! Metti in allerta tutti i tuoi sensi e immagina... 1 Completa la tabella.

Quali sensazioni senti sulla pelle?

Che suoni riesci a distinguere? Ti piacciono?

Che odori senti? Ti piacciono?

Che cosa vedi intorno a te?

SENSAZIONI PIACEVOLI

SENSAZIONI POCO PIACEVOLI

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Alunno/a Data Classe

INTERDISCIPLINARITÀ scienze

Il sale, elemento della vita

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Hai mai fatto il bagno in piscina? E al mare? Hai notato delle differenze? Se sì… quali? 1 L’acqua di mare è salata… ma quanto? Proviamo a capirlo con questo semplice

esperimento.

• Procurati: – 5 bottiglie da 1 litro, piene di acqua; – 1 pacco di sale fino; – 1 cucchiaino da caffè; – 1 bastoncino di legno; – 5 etichette adesive. • Etichetta le bottiglie e disponile in fila: nella prima bottiglia metti 1 cucchiaino di sale e mescola con il bastoncino. Nella seconda due cucchiaini e così via. Scrivi sull’etichetta il numero di cucchiaini. A turno, con i tuoi compagni, assaggia l’acqua delle diverse bottiglie partendo da quella con meno sale. Quale di queste vi ricorda di più l’acqua del mare? Scegliete le ipotesi che pensate possano dare il risultato atteso e mettete in atto gli esperimenti. 2 Hai sperimentato che è possibile preparare “acqua di mare” sciogliendo il normale sale da cucina (in chimica: cloruro di sodio) nell’acqua. Saresti capace di separare il sale dall’acqua di mare? Come si potrebbe fare? Insieme a un compagno o a una compagna, provate a immaginare un sistema e poi discutetene con la classe. 3 Rispondi.

• Perché è così importante il sale marino?

uando ci capita di mangiare un cibo in cui non è stato messo il sale, ce ne Q accorgiamo subito. La prima cosa che ci viene in mente è “Questo cibo non ha sapore!”. È vero! Il sale insaporisce i cibi, ma non è l’unico beneficio. 4 Prova a chiedere agli adulti che ti sono vicini e/o al tuo medico perché è importante

assumere questo elemento (senza esagerare, però!).

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INTERDISCIPLINARITÀ scienze

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• matematica

Alunno/a Data Classe

Uno strano mollusco: il Nautilus In natura diversi tipi di conchiglie hanno una forma fatta a spirale; una di queste è il Nautilus. Il Nautilus: • è un mollusco sopravvissuto quasi senza alcun cambiamento per 450 milioni di anni; • è una delle poche conchiglie che esiste dall’era dei dinosauri, per questo è chiamato “fossile vivente“; • è una creatura che passa la maggior parte della sua vita nelle profondità del mare. “Nautilus” è anche il nome di un sottomarino fantastico ideato e comandato dal Capitano Nemo nei romanzi d’avventura Ventimila leghe sotto i mari e L’isola misteriosa, scritti alla fine del 1800 da Jules Verne, popolare scrittore francese anticipatore della moderna fantascienza. 1 Dalle informazioni che hai letto, ipotizza il motivo per cui Jules Verne ha dato il nome Nautilus al suo sottomarino.

In matematica il Nautilus è particolarmente interessante perché l’accrescimento del suo guscio, fatto a forma di spirale, segue una particolare successione di numeri chiamata successione di Fibonacci. La successione di Fibonacci è una successione di numeri interi in cui ciascun numero (a parte i primi due) è il risultato della somma dei due precedenti. 0, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55… 2 Osserva, poi continua tu.

1+0=1 1+1=2

1+2=3 2+3=5

3 + 5 = .............. 5 + 8 = ..............

+ 13 = 21 13 + .............. = .............

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Alunno/a

INTERDISCIPLINARITÀ

Data Classe

educazione civica

L’inquinamento del mare

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Il mare rappresenta un’enorme ricchezza per l’umanità, che non dobbiamo distruggere. Troppo spesso però gli uomini inquinano le acque e le coste dei mari in diversi modi. 1 Leggi, osserva e completa lo schema, ricavando le informazioni necessarie.

Molti centri abitati scaricano direttamente in mare le acque sporche delle fognature e anche quelle che contengono saponi e detersivi. Questi ultimi inquinano perché contengono sostanze chimiche non degradabili.

Le industrie, per produrre i loro manufatti, spesso usano sostanze tossiche che non sempre vengono smaltite correttamente e finiscono nelle acque marine. Anche gli agricoltori usano sostanze nocive, come certi fertilizzanti e pesticidi, che poi, attraverso le acque dei fiumi e quelle sotterranee, finiscono in mare.

Le acque dei mari sono inquinate anche dalle gigantesche petroliere che, al largo, vengono pulite, scaricando in mare grandi quantità di carburante.

IL MARE È INQUINATO PERCHÉ... le industrie scaricano

dalle città e dai paesi provengono

dai campi provengono

le petroliere scaricano

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} } Compito di realtà

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Facciamo i conti! È arrivato il momento di pensare alle vacanze estive! Immagina di dover prenotare l’ombrellone e le sdraio al Lido Erika per la famiglia Beretta e la famiglia Ferrari. Vi siete fatti mandare il listino dei prezzi. Le offerte sono davvero tante! Lavora insieme a un piccolo gruppo di compagni e compagne per trovare la soluzione economica più conveniente per ciascuna delle due famiglie.

Lido Erika Tariffe aggiornate Tariffe giornaliere (da lunedì a venerdì)

Tariffe settimanali (da lunedì a domenica)

Tariffe giornaliere (sabato o domenica)

Lettino  4,00 euro Sdraio  2,50 euro Ombrellone  6,00 euro

Lettino  22,00 euro Sdraio  12,00 euro Ombrellone  30,00 euro

Lettino  6,00 euro Sdraio  4,00 euro Ombrellone  8,00 euro

L A

• Avete bisogno di conoscere le esigenze delle due famiglie. La famiglia Beretta, formata da tre persone, ha intenzione di prenotare un ombrellone, due lettini e una sdraio per due settimane intere. I loro amici Dario e Renata Ferrari andranno al Lido Erika soltanto il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica. A loro servirà avere due lettini e un ombrellone.

C L A S S E

C A P O V O L T A

• Quale sarà la soluzione più economica per le esigenze della famiglia Beretta? • Quale sarà la soluzione più economica per le esigenze della famiglia Ferrari? • Al termine, verbalizzate ai compagni degli altri gruppi la vostra soluzione e motivate le vostre risposte. • Riportate l’attività sul quaderno e spiegatela ai vostri familiari.

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Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria. Competenza digitale. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare. Competenza alfabetica funzionale.

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LA CLASSE CAPOVOLTA

Una cartolina dal mare

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In questa Unità di Apprendimento hai imparato a conoscere i mari italiani, le loro caratteristiche e particolarità. Le lunghissime coste italiane presentano una notevole varietà di paesaggi, tutti molto belli nella loro diversità. Preparate un lapbook.

• A casa, ciascuno di voi cerca immagini dei litorali; potete usare riviste, oppure scaricatele da internet, ma vanno bene, anzi meglio, le foto che voi stessi avete scattato. Vi serviranno per preparare un lapbook. • Quando avrete raccolto una buona quantità di immagini, suddividetele a seconda del tipo di costa. • Quanti “mucchietti” di immagini avete fatto? In classe, dividetevi in tanti gruppi quanti sono i “mucchietti”. È possibile che il numero delle immagini di ciascun gruppo sia molto diverso. In questo caso o cercate altre immagini, se ritenete che siano poche, o eliminatene alcune se, al contrario, pensate che siano troppe. I gruppi di foto devono essere abbastanza omogenei. • Ciascun gruppo sceglierà le foto più significative di quel particolare tipo di costa.

L A C L A S S E C A P O V O L T A

• Organizzate le pagine del vostro lap book per argomenti: non solo il tipo di costa e dove la si può trovare, ma anche la vegetazione, la fauna, gli insediamenti umani (il lavoro della popolazione, il turismo…) e altri argomenti più specifici di quel tipo di costa.

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Prodotto atteso Reperire immagini dei diversi litorali italiani spiegandone le caratteristiche e le differenze, flora e fauna ittica, attrezzature balneari… producendo un lapbook.

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G eografia Griglia per la rilevazione del raggiungimento degli obiettivi formativi e le competenze di Cittadinanza Legenda R = Obiettivo raggiunto/Competenza acquisita NR = Obiettivo non raggiunto/Competenza non acquisita PR = Obiettivo parzialmente raggiunto/Competenza acquisita parzialmente OBIETTIVI FORMATIVI INTERDISCIPLINARI PER L’UNITARIETÀ DELL’INSEGNAMENTO

R

• Sviluppare la capacità di osservazione della realtà circostante.

NR

PR

• Comprendere quali conseguenze hanno le azioni umane sull’ambiente. • Imparare a rispettare e avere cura dell’ambiente. • Allargare il proprio orizzonte culturale esplorando ambienti diversi da quelli conosciuti. • Utilizzare le nuove tecnologie per indagare il territorio. • Sapere osservare un territorio per cogliere le connessioni geografichestoriche-scientifiche. COMPETENZE DI CITTADINANZA

R

NR

PR

AUTONOMIA

L’alunno/a è in grado di reperire autonomamente strumenti o materiali e di usarli in modo efficace. RELAZIONE

L’alunno/a interagisce con i compagni e gli adulti e sa creare un clima propositivo. PARTECIPAZIONE

L’alunno/a formula richieste d’aiuto, collabora con adulti e compagni. RESPONSABILITÀ

L’alunno/a rispetta le fasi del lavoro, porta a termine la consegna ricevuta.

Valutazione delle abilità conseguite nel metodo di studio

• Il metodo di studio è: non ancora impostato. adeguato. efficace. organico e riflessivo.

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I S R O C I R T E A P C I F I L P M SE 4 A I F A EOGR

G

La geografia 3 La geografia La cartografia 4 Cartografi al lavoro 5 Il linguaggio delle carte geografiche 6 La riduzione in scala Gli strumenti del cartografo La montagna 7 Le montagne d’Italia 8 Le Alpi e le Prealpi 9 I ghiacciai e le valli 10 Gli Appennini 11 I vulcani 12 Le Alpi: il clima 13 Le Alpi: la flora e la fauna 14 Gli Appennini: il clima Gli Appennini: la flora e la fauna 15 Abitare in montagna 16 Le strade di montagna 17 Il lavoro in montagna 18 Il turismo La collina 1 9 Le colline d’Italia 2 0 L’origine delle colline 21 Il carsismo 2 2 I terremoti 23 I Parchi Nazionali 24 Le colline: il clima

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25 Le colline: la flora 26 Le colline: la fauna 27 La vita dell’uomo in collina 28 Il lavoro in collina

La pianura 29 Il paesaggio pianeggiante 30 L’origine delle pianure 31 La Pianura Padana 32 La Pianura Padana: alta e bassa pianura 33 La pianura: il clima 34 La pianura: la flora e la fauna 35 Le pianure paludose 36 Il lavoro in pianura I fiumi e i laghi 37 I fiumi italiani 38 Il fiume Po 39 La vita lungo il fiume 40 I laghi italiani 41 I laghi: clima, flora e fauna 42 La vita sul lago 43 Le acque sotterranee Il mare 44 Un insieme di mari diversi 45 Le coste dei mari italiani 46 Il mare: il clima 47 Il mare: la flora e la fauna 48 La vita sul mare

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re? È difficile, vero, studia e cosa devi ricordare? ch e te an rt po im è sa È difficile capire che co oi fare! Niente paura! Ce la pu a per darti una mano! st po ap tto fa o at st è Questo libro

con attenzione solo Leggi una prima volta mande, cioè facendo finta do il testo, tralasciando le un secondo momento in re che non ci siano. Solo aiuteranno a focalizza ti leggi le domande, che enuto nel testo. il concetto chiave cont

Come devo utilizzare questo libro?

E poi che cosa faccio?

risposte alle domande. Sottolinea nel testo le

Che cosa devo fare per imparare a esporre? A che cosa servono le parole chiave?

ondi oralmente. Leggi le domande e risp a un adulto Se ti è possibile, chiedi porti le domande. o a un/a compagno/a di o per ricordare ancora on rv se ti ve ia ch le ro Le pa to iato. Dopo aver rispos ud st i ha to an qu lio eg m llegare le tue risposte. co di e ar rc ce vi de , de alle doman do le parole chiave. an rd co ri i, sa e ch ò ci Esponi

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LA GEOGRAFIA

G eografia

La geografia Che cosa significa la parola geografia?

Che cosa studia la geografia?

Che cosa significa conoscere un territorio?

Chi studia la geografia?

Geografia deriva da due parole di un’antica lingua, il greco: geo (terra) e grafia (scrittura). Quindi la geografia è la descrizione della superficie terrestre. La geografia ci aiuta a comprendere come sono fatti gli ambienti che ci circondano e come gli esseri viventi vi si siano adattati. Un altro compito importante della geografia è spiegare come l’uomo uomo vive e modifica il luogo in cui vive. Conoscere un territorio vuol dire sapersi orientare in uno spazio. Per orientarsi occorre avere dei punti di riferimento fissi che permettono di capire dove ci si trova. Gli studiosi della geografia sono il geografo e il cartografo. Il geografo è lo scienziato che studia e descrive i paesaggi con l’aiuto di altri esperti come i botanici, i meteorologi, gli storici. Il cartografo riproduce il territorio su carta e su strumenti elettronici.

Le parole chiave: chiave geografia, ambienti, uomo modifica, punti di riferimento, geografo, cartografo.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 122-123 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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3 11/03/20 15:18


G eografia

CARTOGRAFIA

Cartografi al lavoro Che cosa sono le carte geografiche?

Perché le carte geografiche sono diverse?

Le carte geografiche sono la rappresentazione del territorio visto dall’alto. dall’alto Quando ci si deve orientare su un territorio vasto e poco conosciuto si possono trovare i punti di riferimento sulle carte geografiche. Le carte geografiche non sono tutte uguali. Hanno caratteristiche diverse perché forniscono informazioni diverse. diverse

Carta politica

Carta fisica

Carta tematica

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Quali sono le caratteristiche delle carte geografiche?

Lampedusa

Ogni carta geografica è: ridotta: il territorio rappresentato è rimpicciolito; • ridotta • approssimata: approssimata si raffigura su un foglio una superficie che nella realtà è curva; • simbolica: simbolica simboli e colori rappresentano gli elementi reali; • orientata: orientata il Nord è in alto. La parte di territorio rappresentata su una carta è vista dall’alto. Questo permette di osservare con maggiore chiarezza gli elementi più importanti di quei luoghi.

Le parole chiave: chiave rappresentazione del territorio visto dall’alto, carte geografiche, caratteristiche diverse, informazioni diverse, caratteristiche (ridotta, approssimata, simbolica, orientata).

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 127 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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CARTOGRAFIA

G eografia

Il linguaggio delle carte geografiche Quale significato hanno i colori e i simboli?

Che cos’è la legenda?

Che cosa sono le carte fisiche?

Che cosa sono le carte politiche?

Che cosa sono le carte tematiche?

Con i colori colori, le linee linee, forme si riproducono elementi naturali e antropici. Marrone: montagna Giallo: collina Verde: pianura Azzurro: mari, laghi Le gradazioni del marrone indicano la diversa altitudine. Più il marrone è scuro, più la montagna è alta. Le gradazioni dell’azzurro indicano la diversa profondità delle acque. Più diventa scuro, più le acque sono profonde. Per capire esattamente il significato dei simboli si usa la legenda legenda. In un angolo della carta geografica vengono riprodotti i simboli usati con accanto la spiegazione. Su una carta fisica sono rappresentate le caratteristiche fisiche di un territorio: montagne, colline, pianure, mari, fiumi… Su una carta politica sono evidenziati gli Stati, le regioni, i confini…: il territorio dal punto di vista antropico. Su una carta tematica sono evidenziati i simboli di un determinato “tema”: prodotti agricoli, popolazione, clima…

Le parole chiave: chiave colori, linee, forme, legenda, simboli, carta fisica, carta politica, carta tematica.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 128-129 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

CARTOGRAFIA

La riduzione in scala Che cosa significa ridurre in scala?

Quanti tipi di scale di riduzione ci sono?

Dove puoi trovare la scala di riduzione?

La carta geografica fornisce la rappresentazione “in piccolo” del territorio. Tutti gli elementi che formano il territorio devono essere rimpiccioliti nello stesso modo, per mantenere le proporzioni proporzioni. Questa operazione si chiama riduzione in scala. scala Ci sono due tipi di scale di riduzione: numerica ad esempio, 1 : 100 significa • scala numerica: che 1 cm sulla carta ne vale 100 nella realtà; grafica ad esempio, 0 50 100m significa • scala grafica: che ciascun tratto del segmento corrisponde, nella realtà, a 50 m, 2 parti a 100 m e così via. In ciascuna carta geografica è indicata la scala di riduzione.

Gli strumenti del cartografo Quali strumenti usa il cartografo?

La tecnologia offre al cartografo strumenti moderni e precisi per osservare il territorio. Ciò gli consente di disegnare carte sempre più dettagliate. Gli strumenti più importanti sono: • le macchine fotografiche molto complesse; • i satelliti; • i droni.

Le parole chiave: chiave elementi rimpiccioliti, proporzioni, riduzione in scala, scala numerica, scala grafica, tecnologia.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 130-131 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA MONTAGNA

G eografia

Le montagne d’Italia Quali sono le due grandi catene montuose italiane?

Quali montagne non fanno parte di nessuna delle due catene montuose? Che cosa c’era al posto dell’Italia in tempi antichi? Come si sono formati i rilievi?

In Italia ci sono due importanti catene montuose: le Alpi e gli Appennini Appennini. Le montagne della Sardegna si sono formate in tempi ancora più antichi rispetto alle Alpi e agli Appennini e non appartengono a queste catene montuose. Molti, molti anni fa la penisola italiana non esisteva. C’era, al suo posto, un grande mare caldo. caldo Nel sottosuolo gigantesche masse rocciose si spostavano spingendone altre verso l’alto. Sono così emerse dal mare nuove terre: le montagne e le colline colline.

Le parole chiave: chiave Alpi, Appennini, montagne della Sardegna, mare caldo, sottosuolo, montagne, colline.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 137 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA MONTAGNA

Le Alpi e le Prealpi Come sono le Alpi?

Come si suddividono le Alpi?

Dove di trovano le Prealpi?

Come si suddividono le Prealpi? Come sono le rocce delle Alpi e delle Prealpi?

Nelle Alpi si trovano le montagne più alte d’Europa. Le montagne che formano le Alpi non sono tutte uguali: a ovest ci sono quelle più alte. Alcune vette superano i 4000 metri di altezza. Fra queste c’è il Monte Bianco che arriva quasi ai 5000 metri Più si va verso est est, più le cime diventano più basse. basse Le Alpi si suddividono in tre grandi parti: Occidentali • Alpi Occidentali; Centrali • Alpi Centrali; Orientali • Alpi Orientali. Davanti alle Alpi Centrali e Orientali si trovano montagne più basse delle Alpi che scendono dolcemente verso la pianura, le Prealpi Prealpi. La loro altezza non supera i 2000 metri di altezza. Le Prealpi si suddividono in Prealpi Lombarde e Prealpi Venete. Venete Le rocce delle Alpi e delle Prealpi a Ovest sono dure e resistenti. A Est la roccia (dolomia) proviene dal fondo di un antico mare mare. Le rocce delle Prealpi sono meno dure rispetto a quelle delle Alpi.

Le parole chiave: chiave Alpi Occidentali, Centrali, Orientali, Prealpi, Prealpi Lombarde, Prealpi Venete, differenti tipi di rocce.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 138-140 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA MONTAGNA

G eografia

I ghiacciai e le valli Che cos’è un ghiacciaio?

A che altitudine si trovano i ghiacciai sulle Alpi? Come si formano i ghiacciai?

Che cosa succede mentre i ghiacciai si muovono?

Come si sono formate e che forma hanno le valli glaciali? Come si sono formate le valli fluviali e quale forma hanno?

Un ghiacciaio è una enorme massa di ghiaccio che non si scioglie mai completamente. Sulle Alpi i ghiacciai si trovano oltre i 3000 metri di altezza. La neve che cade quando fa freddo si accumula e diventa ghiaccio. La temperatura non sale mai abbastanza perché il ghiaccio si sciolga completamente, così si formano lastre di ghiaccio molto grosse che molto lentamente si muovono. Il ghiacciaio, mentre si muove, trascina a valle massi, terriccio, sabbia, ciottoli. Nel corso del tempo scava valli profonde. Le masse di ghiaccio scivolano verso il basso e, con il loro peso, formano nel tempo le valli glaciali. glaciali Le valli glaciali hanno la forma di una U maiuscola. I torrenti che scendono rapidamente dalle montagne scavano il terreno e formano le valli fluviali. fluviali Le valli fluviali hanno la forma di una V.

Le parole chiave: chiave ghiacciaio, oltre i 3000 metri, valli glaciali, forma U, valli fluviali, forma V.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 139 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA MONTAGNA

Gli Appennini Dove si trovano gli Appennini?

Come si suddividono gli Appennini?

Come sono gli Appennini?

Come sono le rocce degli Appennini? Che particolarità hanno le montagne della Sardegna?

Gli Appennini attraversano la penisola italiana da nord a sud dividendola in due versanti: quello tirrenico e quello adriatico. Gli Appennini si suddividono in tre grandi blocchi: Settentrionale • Appennino Settentrionale; Centrale • Appennino Centrale; Meridionale • Appennino Meridionale. Le vette degli Appennini sono più basse di quelle alpine. La montagna più alta è il Gran Sasso. Sasso Solo il vulcano Etna supera i 3000 metri. Le cime hanno forma arrotondata. Le rocce degli Appennini sono diverse da quelle alpine, si erodono più facilmente perché sono meno dure. dure Le montagne della Sardegna non fanno parte né delle Alpi né degli Appennini, ma sono molto più antiche. Per questo sono basse e con le cime arrotondate.

Le parole chiave: chiave Appennini, Appennino Settentrionale/Centrale/Meridionale, vette più basse, Gran Sasso, Etna, rocce meno dure, montagne della Sardegna.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 142-143 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA MONTAGNA

G eografia

I vulcani Che cos’è un vulcano?

Che cosa vedremmo se potessimo aprire un vulcano?

Come possono essere i vulcani?

Ci sono vulcani anche in fondo al mare?

Un vulcano è una spaccatura della crosta terrestre. terrestre Dal cratere escono: roccia fusa caldissima (magma), cenere, gas e altri materiali provenienti dalle profondità della terra. Quando il magma esce dal cratere del vulcano si deposita tutto intorno e pian piano forma una montagna. Il vulcano è formato da: cratere: apertura sulla cima • cratere del vulcano; camino: condotto che, dalla camera • camino magmatica, arriva al cratere; magmatica luogo situato • camera magmatica: in profondità in cui si forma il magma; lava: quando il magma fuoriesce • lava e poi si solidifica, prende il nome di lava.

cratere

lava

camino

camera magmatica

I vulcani possono essere: • attivi se continuano a eruttare. In Italia i principali vulcani attivi sono: Etna, Stromboli, Vulcano; • quiescenti se, pur non eruttando da molto tempo, in profondità hanno ancora segni di attività. Un vulcano quiescente è il Vesuvio; • estinti se non presentano alcun segno di attività da tempi lontanissimi. Nel mondo ci sono tanti vulcani attivi sul fondo del mare. Alcuni, accumulando lava durante le numerosissime eruzioni, sono arrivati alla superficie, formando delle isole. In Italia, nel Mar Tirreno meridionale, c’è un vulcano sottomarino, sottomarino il Marsili, il cui cratere si trova a 450 metri dalla superficie.

Le parole chiave: chiave spaccatura della crosta terrestre, cratere, camino, camera magmatica, lava, vulcani attivi/quiescenti/estinti, vulcano sottomarino.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 144-145 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA MONTAGNA

Le Alpi: il clima Com’è il clima sulle Alpi?

Com’è il clima sopra i 3000 metri? Com’è il clima sotto i 3000 metri?

Le Alpi influenzano il clima?

Più si sale sulle alte cime delle montagne alpine, più la temperatura diminuisce. diminuisce Sopra i 3000 metri il terreno è ricoperto da neve e ghiacci. La temperatura è bassa anche in estate. Sotto i 3000 metri le estati sono corte e fresche; gli inverni sono lunghi, freddi con abbondanti precipitazioni nevose. Le Alpi influenzano il clima perché, essendo molto alte, formano una barriera per i venti freddi che arrivano dal nord dell’Europa e per le nuvole cariche di pioggia.

Le parole chiave: chiave Alpi, sulle alte cime la temperatura diminuisce, sopra i 3000 metri, sotto i 3000 metri, barriera per i venti.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 146 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA MONTAGNA

G eografia

Le Alpi: la flora e la fauna Com’è la vegetazione sulle cime più alte delle Alpi?

Com’è la vegetazione a quote più basse?

E la fauna?

Sulle alte vette alpine non esiste vegetazione perché il clima è molto freddo. Più in basso compaiono muschi e licheni. licheni Poi ci sono zone erbose. erbose Scendendo si incontrano boschi di conifere (pini, abeti, larici). Nella parte più bassa delle montagne ci sono alberi ad alto fusto come querce querce, faggi faggi, alberi da frutto e, infine le coltivazioni degli agricoltori. Ad alta quota vivono aquile aquile, falchi falchi, vipere e stambecchi. stambecchi A quote più basse la fauna è composta da: cervi cervi, camosci, lupi e anche qualche orso camosci orso. Nei boschi di latifoglie vivono volpi volpi, tassi tassi, scoiattoli scoiattoli, ghiri. ghiri

Le parole chiave: chiave non esiste vegetazione, muschi e licheni, zone erbose, boschi di conifere, querce, faggi, coltivazioni, aquile, falchi, vipere e stambecchi, cervi, camosci, lupi, orsi, volpi, tassi, scoiattoli, ghiri.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 147 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA MONTAGNA

Gli Appennini: il clima Com’è il clima sugli Appennini?

Che cosa succede quando i venti raccolgono l’umidità dell’aria?

Il clima sugli Appennini è meno freddo di quello delle Alpi perché gli Appennini: bassi; • sono più bassi sud; • si trovano più a sud mare • sono più vicini al mare. I venti che arrivano da ovest della penisola hanno attraversato il mare e si sono caricati di umidità. Per questo, quando raggiungono la costa tirrenica, portano la pioggia pioggia.

Gli Appennini: flora e fauna Perché la flora e la fauna degli Appennini sono un po’ diverse da quella alpine?

Sugli Appennini le differenze nella flora e nella fauna si notano, soprattutto, al di sotto dei 2000 metri. Sono dovute alla minore altitudine e alla latitudine (cioè se sono più a sud o più a nord). Anche la vicinanza al mare, mare soprattutto nelle regioni meridionali, condiziona la vegetazione e la fauna. Nelle parti meno alte dell’Appennino Meridionale cresce la macchia mediterranea. mediterranea

Le parole chiave: chiave Appennini: clima meno freddo, bassi, sud, vicinanza al mare, venti, portano pioggia, minore altitudine e latitudine, vicinanza al mare, macchia mediterranea.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 148-149 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA MONTAGNA

G eografia

Abitare in montagna Quali sono le difficoltà che incontrano gli abitanti della montagna? Come si viveva un tempo in montagna?

Come sono ora i centri abitati?

Come sono le case tipiche delle Alpi Orientali?

Come sono le case tipiche delle Alpi Occidentali?

Le difficoltà più importanti da superare per chi abita in montagna sono la pendenza del terreno, terreno che rende difficile coltivare la terra, e il clima molto freddo freddo. Un tempo in montagna le attività principali erano l’agricoltura e l’allevamento. I villaggi erano costruiti in zone riparate, ma che non portassero via spazio ai campi. Le case erano costruite in modo da essere esposte al sole. In montagna non ci sono grandi città, ma, in genere, piccoli paesi disposti sui versanti più soleggiati. Le case sono molto vicine tra loro. Questa disposizione aiuta a difendersi dal freddo dell’inverno. Sulle Alpi Orientali ancora oggi si costruiscono molte case come si faceva un tempo. Il materiale più usato è il legno, sia all’esterno sia all’interno. Il locale più importante e caldo è la stube, dove c’è una grande stufa che riscalda tutta la casa. Le costruzioni tipiche delle Alpi Occidentali comprendono la parte abitativa, la stalla e il fienile. Intorno sono circondate da un loggiato che, un tempo, serviva per riparare il fieno dalla pioggia.

Le parole chiave: chiave pendenza del terreno, clima freddo, case.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 152-153 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA MONTAGNA

Le strade di montagna Perché gli spostamenti in montagna sono difficili?

Come sono le strade?

Che caratteristiche hanno le strade in montagna?

Il territorio montuoso, con le sue cime, le valli, le catene e i massicci, crea grosse difficoltà a chi vuole passare da un versante all’altro, rendendo gli spostamenti difficili. difficili Le strade, per superare le pendenze elevate, hanno tante curve curve, che si chiamano tornanti tornanti. Per superare una catena montuosa che separa due località e costruire una strada che salga da un versante per scendere dall’altro si cerca il punto più basso, il valico valico. Sulle strade di montagna sono stati costruiti i trafori trafori: gallerie scavate per consentire il passaggio veloce di autoveicoli e treni. I viadotti servono a superare profonde vallate senza dover scendere e risalire. I sentieri sono strette strade in terra battuta che, generalmente, si percorrono a piedi.

Le parole chiave: chiave spostamenti difficili, curve, tornanti, valico, trafori, viadotti, sentieri.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 154-155 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA MONTAGNA

G eografia

Il lavoro in montagna Perché la vita in montagna, un tempo, era molto difficile?

Perché i villaggi si spopolavano?

Com’è cambiata oggi la vita?

Che cos’è l’alpeggio?

Che cos’è la transumanza?

Fino a qualche decennio fa allevamento e agricoltura erano le attività più diffuse in montagna. Tuttavia il terreno non era facile da coltivare perché poco fertile e spesso con forti pendenze. Inoltre la stagione più calda, durante la quale era possibile lavorare la terra, era molto breve. Perciò il lavoro degli agricoltori era faticoso faticoso. Tutto ciò aveva come conseguenza un prodotto scarso che non sempre bastava per le esigenze della popolazione. Molto spesso gli abitanti abbandonavano i loro paesi per andare a cercare lavoro altrove. Oggi nuove tecniche di lavorazione e strumenti più adatti hanno facilitato il lavoro degli agricoltori e reso possibili raccolti migliori. L’allevamento e la produzione di formaggi di alta qualità hanno avuto un grande sviluppo. Durante il periodo estivo, sulle Alpi, molti allevatori conducono il loro bestiame dalle fattorie ai pascoli in alta quota dove l’erba è migliore. Le zone di alpeggio sono dotate di strutture adatte al riparo di animali e uomini. Hanno anche locali per lavorare il latte e conservare i formaggi. Anche i pastori degli Appennini conducono il loro bestiame, in prevalenza ovini, da un pascolo all’altro. Questa migrazione stagionale si chiama transumanza transumanza. Spesso i pascoli sono molto distanti l’uno dall’altro e vengono raggiunti seguendo antichi sentieri in terra battuta: i tratturi tratturi.

Le parole chiave: chiave lavoro faticoso, spopolamento, nuove tecniche di lavorazione, alpeggio, transumanza, tratturi.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 156-157 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA MONTAGNA

Il turismo Com’è il turismo sulle Alpi?

Il turismo ha cambiato la vita degli abitanti della montagna. Soprattutto sulle Alpi Alpi. Turismo invernale Per soddisfare le esigenze dei turisti che si recano in montagna per sciare sono stati costruiti: • impianti di risalita; • piste da sci; • macchinari per produrre neve artificiale; • rifugi; • alberghi; • ristoranti; • nuovi edifici. Turismo estivo Durante la stagione estiva i turisti fanno arrampicate sulle cime delle montagne e passeggiate nei boschi. Naturalmente alberghi e ristoranti sono attrezzati anche per il turismo estivo.

Com’è il turismo sugli Appennini?

Sugli Appennini il turismo invernale è meno sviluppato rispetto alle Alpi. Si sta sviluppando, però, un turismo per chi vuole riscoprire le tradizioni e la cultura di quelle zone. Gli agriturismi agriturismi, con le loro specialità gastronomiche, accolgono ogni anno sempre più turisti.

Le parole chiave: chiave Alpi, turismo invernale, sciare, turismo estivo, arrampicate, passeggiate, Appennini, tradizioni, agriturismi.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 158 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA COLLINA

G eografia

Le colline d’Italia Che cosa sono le colline?

Perché le colline sono state abitate fin dall’antichità?

Come possono essere i pendii delle colline?

Le colline sono rilievi che non superano i 600 metri di altezza.

Un tempo le colline erano abitate perché erano un luogo sicuro: sicuro • erano lontane dalle paludi malsane della pianura; • erano facilmente difendibili dai nemici; • dalla cima si poteva controllare tutto il territorio circostante. Le colline possono avere versanti poco scoscesi oppure molto ripidi. Inoltre, i pendii possono essere esposti al sole oppure in ombra.

Le parole chiave: chiave 600 metri, luogo sicuro, versanti.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 162-163 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA COLLINA

L’origine delle colline Le colline hanno tutte la stessa origine?

Le colline si sono formate in modi diversi e, per questo, hanno caratteristiche differenti.

Colline tettoniche Le colline tettoniche si sono formate in seguito al sollevamento di fondali marini. Sono: • Langhe; • Monferrato; • Murge; • Gargano; • Monti Iblei.

Colline strutturali Molto tempo fa erano montagne, ma, a causa di venti, piogge e altri agenti atmosferici che le hanno erose, si sono abbassate diventando colline. Sono: • Colline del Chianti; • Colline Marchigiane; • Colline Umbre.

Colline moreniche Le colline moreniche sono state formate dai detriti depositati da antichi ghiacciai che si sono sciolti. Sono: • Canavese; • Serra d’Ivrea; • Colline della Brianza; • Colline del Garda.

Colline vulcaniche Le colline vulcaniche sono antichissimi vulcani spenti il cui cratere si è riempito di terra e detriti. Sono: • Colli Euganei; • Monti Berici; • Colline Metallifere; • Colline del Lazio; • Colline della Campagna.

Le parole chiave: chiave colline tettoniche, strutturali, moreniche, vulcaniche.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 164-165 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA COLLINA

G eografia

Il carsismo Che cos’è il carsismo?

Com’è il terreno delle zone carsiche? Che cosa succede in queste zone quando piove?

Che cosa sono le stalattiti?

Che cosa sono le stalagmiti?

Il carsismo è un fenomeno che si verifica in particolari zone, piuttosto aride. È dovuto alla particolarità del terreno quando è a contatto con l’acqua. Nelle zone carsiche il terreno è formato soprattutto da rocce calcaree. calcaree Nelle zone carsiche: • l’acqua piovana penetra nel terreno; • le r occe calcaree si sciolgono; • le acque penetrano in profondità; • si formano grotte e caverne. Le gocce d’acqua che scendono nelle grotte sotterranee evaporano, ma lasciano un piccolo deposito minerale sul soffitto. Nel corso di migliaia di anni questi depositi formano colonne che scendono dal soffitto, le stalattiti stalattiti. Le gocce di acqua che penetrano e cadono sul pavimento della grotta lasciano i depositi minerali. Da qui si formano le colonne che salgono verso l’alto, le stalagmiti stalagmiti.

Le parole chiave: chiave carsismo, rocce calcaree, grotte, stalattiti, stalagmiti.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 166-167 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA COLLINA

I terremoti In quale parte dell’Italia sono più frequenti i terremoti?

Che cosa sono i terremoti?

È possibile prevedere il verificarsi di un terremoto?

Come ci si deve comportare in caso di terremoto?

In Italia le scosse di terremoto sono frequenti. La maggior parte di esse sono leggere e, spesso, solo gli strumenti riescono a rilevarle. La parte centro-meridionale della penisola è la più colpita. I terremoti sono vibrazioni più o meno intense e improvvise che avvengono nel sottosuolo. La crosta terrestre è formata da grandi masse rocciose che, talvolta, muovendosi, si scontrano e provocano un movimento che si propaga fino alla superficie. Si ha così il terremoto. Per ora nessuno scienziato, nemmeno con strumenti sofisticati, è in grado di sapere se e quando si verificherà un terremoto. Ci sono alcuni consigli che possono aiutare a evitare sbagli che potrebbero essere pericolosi: • non usare l’ascensore; • evitare le scale fino a quando dura la scossa; • cercare un riparo sotto il tavolo o il vano della porta; • stare lontano da vetri o oggetti che potrebbero cadere; • se si è all’aperto, cercare luoghi lontani da case.

Le parole chiave: chiave terremoto, crosta terrestre, masse rocciose.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 168-169 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA COLLINA

G eografia

I Parchi Nazionali Che cosa sono i Parchi Nazionali? Perché è necessario che lo Stato protegga il territorio?

Che cosa dice l’articolo 9 della Costituzione Italiana?

Come ci si deve comportare in un Parco?

I Parchi Nazionali sono aree protette dallo Stato con particolare attenzione. In Italia ci sono aree di grande interesse per i loro caratteristici ecosistemi. ecosistemi Perciò non devono essere rovinate. Per consentire alla flora e alla fauna di questi territori di crescere senza essere distrutte, lo Stato impone delle regole piuttosto severe. articolo numero 9 della Costituzione è molto L’articolo importante perché dice che il paesaggio e le opere d’arte devono essere tutelate. Le regole di comportamento più importanti da osservare nei parchi sono: • non raccogliere fiori e piante; • non accendere fuochi; • non abbandonare i rifiuti; • non disturbare gli animali facendo rumore.

Le parole chiave: chiave Parchi Nazionali, aree protette, caratteristici ecosistemi, Stato impone regole, articolo numero 9 della Costituzione, regole di comportamento.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 170 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA COLLINA

Le colline: il clima Da che cosa dipende il clima della collina?

Il clima delle colline dipende principalmente dalla posizione geografica, geografica cioè dalla latitudine latitudine. Se la collina si trova nella parte meridionale dell’Italia, il clima sarà mite anche in inverno. Se invece la collina si trova in una zona settentrionale, il clima sarà più freddo. Perciò il clima della collina non è molto diverso da quello delle altre zone circostanti. Altri fattori che ne possono condizionare il clima sono: mare • la vicinanza al mare; venti; • il passaggio dei venti esposizione ai raggi solari. solari • l’esposizione

L’altitudine influisce molto sul clima delle colline?

altitudine Poiché le colline non superano i 600 metri, l’altitudine non è un fattore determinante per il clima.

Le parole chiave: chiave posizione geografica, latitudine, vicinanza al mare, passaggio dei venti, esposizione ai raggi solari, altitudine non è un fattore determinante.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 171 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA COLLINA

G eografia

Le colline: la flora Il clima incide sulla vegetazione spontanea della collina? Dove si trova la vegetazione spontanea in collina?

Qual è la vegetazione spontanea della collina?

Perché la vegetazione spontanea si è ridotta nel tempo?

Il clima è un elemento fondamentale per quanto riguarda il tipo di vegetazione che cresce in un luogo. La maggior parte dei territori collinari, soprattutto se hanno pendii dolci e una buona esposizione al sole, sono coltivati. La vegetazione spontanea si trova lungo i pendii più ripidi e nelle zone poco soleggiate. latifoglie In collina si trovano boschi di latifoglie, come il castagno, il noce, il faggio, la quercia. Nel sottobosco ci sono bassi arbusti arbusti, felci, funghi. Sulle colline vicine al mare si estende la macchia mediterranea: mediterranea oleandro, olivo, alloro, pino marittimo, mirto, rosmarino. Sin da tempi antichi le colline sono state abitate e coltivate coltivate. I boschi che crescevano naturalmente nei territori più soleggiati spesso sono stati tagliati per far posto ai campi.

Le parole chiave: chiave vegetazione spontanea, boschi di latifoglie, arbusti, macchia mediterranea, coltivazioni.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 172 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA COLLINA

Le colline: la fauna Dove si trova la fauna selvatica?

Quali sono gli animali tipici dei boschi della collina?

Quali animali vivono nella parte più alta della collina?

Quali sono gli animali che si trovano nella macchia mediterranea?

Gli animali selvatici della collina si trovano soprattutto dove la vegetazione cresce spontanea spontanea. Nei boschi che si trovano nella parte più bassa della collina vivono: • cinghiali; • scoiattoli; • ricci; • ghiri e altri roditori. A quote più elevate della collina vivono: • donnole; • volpi; • faine; • lupi; • molti uccelli. Nella macchia mediterranea vivono: • tassi; • testuggini; • lucertole; • piccoli animali come chiocciole, lombrichi, insetti…

Le parole chiave: chiave vegetazione spontanea, boschi, quote più elevate, macchia mediterranea.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 173 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA COLLINA

G eografia

La vita dell’uomo in collina Dove si trovano le colline in Italia?

Perché molte persone vivono in collina?

Come sono i paesi della collina?

Quali sono le case tipiche della collina?

Quali sono i problemi delle colline italiane?

Le colline si trovano su tutto il territorio italiano. Sono l’ambiente ambiente più diffuso. diffuso Molte persone scelgono di vivere in collina perché l’ambiente: • è salubre; • non è monotono; • offre panorami piacevoli; • è un luogo generalmente tranquillo. In collina ci sono diversi borghi antichi che risalgono a molti anni fa. Sono costruiti sui luoghi più alti; le case sono di pietra, addossate le une alle altre; le strade sono strette. Nella parte periferica sono sorte le costruzioni nuove. Le case più antiche lontane dai borghi sono i casolari e i casali casali. Un tempo erano abitate da famiglie di contadini. Oggi molte sono diventate case per le vacanze o agriturismi. I problemi delle colline sono: disboscamento: taglio eccessivo degli alberi; • il disboscamento il suolo sulle zone disboscate • dilavamento del suolo: le piogge portano via il terreno fertile; frane: distacco di rocce e terriccio provocato • le frane dalle acque.

Le parole chiave: chiave ambiente più diffuso, borghi antichi, casolari, casali, disboscamento, dilavamento del suolo, frane.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 174-175 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA COLLINA

Il lavoro in collina Che cosa si coltiva in collina?

Che cosa si alleva in collina?

Che cosa sono i terrazzamenti?

Com’è il turismo in collina?

Le coltivazioni più diffuse in collina sono: frutta soprattutto al nord; • alberi da frutta, ulivi, ulivi nell’Italia centro-meridionale; • vigneti, diffusi ovunque. • vigneti Non tutte le parti della collina si prestano a essere coltivate. Queste zone, di solito più ripide e non molto soleggiate, sono destinate ai pascoli per l’allevamento di: bovini, in prevalenza al nord; • bovini equini, in particolare nell’Italia centrale; • equini ovini, al centro e al sud. • ovini Per poter coltivare alcuni tratti della collina piuttosto ripidi si costruiscono i terrazzamenti terrazzamenti, che sono gradoni sostenuti da muretti verticali. In questo modo si creano delle piccole zone pianeggianti su cui gli agricoltori possono coltivare ortaggi, vigneti e alberi come gli ulivi. Sulle colline italiane molti turisti trascorrono le loro vacanze negli agriturismi agriturismi. Un agriturismo è un’azienda agricola attrezzata anche per accogliere turisti.

Le parole chiave: chiave alberi da frutta, ulivi, vigneti, bovini, equini, ovini, terrazzamenti, agriturismo.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 176-177 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA PIANURA

Il paesaggio pianeggiante Pi

Pianura Pa dana

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Valdarno

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Agro Romano

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La Nurra

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Tavoliere delle Puglie

Pianura Campana

Terra S a l d’Otranto en t o

Piana di Metaponto Cam

Piana di Sibari

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Conca d’Oro

Piana di Gela

Com’è il territorio delle pianure italiane? Come l’uomo ha modificato le pianure?

Piana di Catania

Le pianure italiane costituiscono un paesaggio quasi completamente antropizzato antropizzato. L’uomo ha modificato il territorio creando due tipi di paesaggio paesaggio: quello agricolo e quello urbano urbano.

Cos’è il paesaggio agricolo?

Il paesaggio agricolo è un succedersi quasi ininterrotto di campi coltivati. coltivati

Cos’è il paesaggio urbano?

In pianura ci sono molti centri abitati: abitati dai piccoli paesi alle grandi città. La pianura è un ambiente densamente popolato.

Le parole chiave: chiave paesaggio antropizzato, paesaggio agricolo, campi coltivati, paesaggio urbano, centri abitati.

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G eografia

LA PIANURA

L’origine delle pianure Perché le pianure hanno caratteristiche diverse? Come si sono formate le pianure alluvionali?

Le differenti caratteristiche delle pianure italiane dipendono dal fatto che si sono formate in modi diversi. Le pianure alluvionali sono state formate dai detriti trascinati e depositati dai fiumi. In Italia sono le più numerose. Le più importanti sono: • Pianura Padana; • Maremma; • Agro Romano; • Agro Pontino; • Metaponto.

Come si sono formate le pianure vulcaniche?

Le pianure vulcaniche sono state formate dai materiali vulcanici eruttati in tempi molto antichi. Le più importanti sono: • Piana di Catania; • Pianura Campana.

Come si sono formate le pianure di sollevamento?

Le pianure di sollevamento sono state formate a causa dell’innalzamento del fondale marino. Le più importanti sono: • Penisola Salentina; • Tavoliere delle Puglie.

Come si sono formate le pianure tettoniche?

Le pianure tettoniche sono state formate da movimenti della crosta terrestre. La più importante è il Campidano.

Le parole chiave: chiave pianure alluvionali, vulcaniche, di sollevamento, tettoniche.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 182-183 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA PIANURA

La Pianura Padana Ad ige

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Cremona

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Bassa pianura Alta pianura Risorgive

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Quali sono le caratteristiche della Pianura Padana?

Verona

Lodi

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Torino

Come si è formata la Pianura Padana?

Lago di Garda

Brescia

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Taglia ment

Lago d’Iseo

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Dove si trova la Pianura Padana?

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La Pianura Padana occupa lo spazio tra le Alpi, gli Appennini e la parte settentrionale del Mare Adriatico. Un tempo al posto della pianura c’era il mare. I fiumi che scendevano dalle montagne hanno portato a valle tanti detriti che hanno innalzato il fondo del mare fino a formare la pianura. La Pianura Padana è una pianura alluvionale. alluvionale La Pianura Padana è attraversata per tutta la sua lunghezza dal fiume Po. Po Si distinguono due fasce: l’alta pianura e la bassa pianura.

Le parole chiave: chiave Pianura Padana, pianura alluvionale, fiume Po.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 184 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA PIANURA

La Pianura Padana: alta e bassa pianura Che cos’è l’alta pianura?

Che cos’è la bassa pianura?

Che cosa sono le risorgive?

Che cosa sono le marcite?

L’alta alta pianura si trova ai piedi delle montagne (Alpi e Appennini). Il terreno è permeabile e non trattiene l’acqua piovana, che penetra velocemente nel sottosuolo. Perciò questa parte di pianura è piuttosto arida. È la zona più lontana dal fiume Po. La bassa pianura è la parte più vicina al fiume Po. Qui il terreno è più impermeabile e trattiene l’acqua, che lo rende fertile. La Pianura Padana presenta una leggera pendenza man mano che ci si avvicina al fiume. Nell’alta pianura l’acqua penetra nel sottosuolo. Se trova uno strato di roccia impermeabile scorre fino a quando, non potendo più continuare la sua corsa, risale in superficie. Queste sorgenti prendono il nome di risorgive o fontanili. L’acqua che sgorga dalle risorgive ha una temperatura che si mantiene costante e non gela mai. Per questo si possono avere più raccolti durante tutto l’anno. Questa tecnica di coltivazione prende il nome di marcite marcite.

Alta pianura

Linea delle risorgive

Le parole chiave: chiave alta pianura, bassa pianura, risorgive, marcite.

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Bassa pianura

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 185 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA PIANURA

G eografia

La pianura: il clima Da che cosa dipende il clima della pianura?

Perché le pianure situate lungo il versante adriatico sono più fredde di quelle tirreniche? Qual è il clima della Pianura Padana? Che cos’è la nebbia?

Il clima della pianura, se non è molto estesa, dipende dalla latitudine latitudine, cioè dal luogo in cui è posizionata. Le pianure vicine al mare risentono della sua azione mitigatrice. Anche i venti hanno notevole importanza sul clima. I venti che attraversando i mari si caricano di umidità e portano piogge frequenti, quelli che arrivano da zone fredde rendono il clima più rigido. Le pianure adriatiche non hanno montagne che possano fermare i venti freddi che arrivano da nord-est. Per questo motivo il clima è più rigido rispetto a quello delle pianure tirreniche. La Pianura Padana è molto vasta e ha un clima di tipo continentale. È umido in tutte le stagioni. Le estati sono calde e afose; gli inverni freddi e nebbiosi. La nebbia è un fenomeno tipico e diffuso nella Pianura Padana, dovuto ai pochi venti che non disperdono il vapore acqueo contenuto nell’aria.

Le parole chiave: chiave latitudine, mare, venti, Pianura Padana, estati, inverni, nebbia.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 186 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA PIANURA

La pianura: la flora e la fauna Com’era un tempo la vegetazione delle pianure italiane? Quale vegetazione oggi è la più sviluppata nelle pianure? Quali piante fanno parte della vegetazione spontanea che oggi è rimasta nelle pianure?

Qual è la fauna delle pianure?

Nelle pianure, un tempo, tempo il terreno era paludoso e ricoperto da foreste foreste. Oggi la pianura è diventata un terreno fertile ed è quasi completamente ricoperta da coltivazioni. La vegetazione spontanea è limitata a poche aree. Le piante che crescono spontaneamente in pianura sono, al nord: pioppi; • pioppi salici; • salici tigli; • tigli al centro-sud: mediterranea • macchia mediterranea. La maggior parte della fauna che vive in pianura è costituita da animali da allevamento. allevamento Poiché gli ambienti naturali sono stati sostituiti da quelli antropici, anche la fauna selvatica è decisamente diminuita. Ci sono cinghiali cinghiali, volpi volpi, ma soprattutto uccelli come aironi, germani e altri uccelli migratori.

Le parole chiave: chiave un tempo foreste, oggi terreno fertile, pioppi, salici, tigli, macchia mediterranea, fauna, animali da allevamento, cinghiali, volpi, uccelli.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 187 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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LA PIANURA

G eografia

Le pianure paludose Un tempo le pianure non erano luoghi salubri. Perché? Come si formavano le paludi?

Cosa è stato fatto per eliminare molte zone paludose? Cosa significa bonificare?

Perché oggi la pianura è l’ambiente più densamente abitato?

Un tempo su molte pianure si formavano le paludi, luoghi malsani perché c’erano zanzare la cui puntura provocava la malaria malaria, una malattia molto grave. Nelle pianure l’acqua che non riusciva a penetrare nel sottosuolo rimaneva sul terreno e marciva, formando le paludi paludi. Fino a 150 anni fa le zone di palude erano molto estese. Poiché in queste aree non si poteva né coltivare né abitare, si è provveduto a bonificarle bonificarle. Bonificare significa: • costruire canali che portino via le acque perché non ristagnino sul terreno pianeggiante, • costruire argini lungo i corsi d’acqua perché, in caso di forti piogge, non allaghino i terreni. Dopo la bonifica il territorio è diventato salubre e adatto agli insediamenti. insediamenti Oggi la pianura italiana è l’ambiente maggiormente antropizzato, cioè modificato dall’uomo.

Le parole chiave: chiave malaria, paludi, bonifica, costruire canali, costruire argini, territorio adatto agli insediamenti.

Testi facilitati corrispondenti alle pagine 188-189 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

LA PIANURA

Il lavoro in pianura Quali sono le attività più importanti che si svolgono in pianura?

Quali sono le caratteristiche dell’agricoltura?

Qual è la coltivazione tipica della Pianura Padana?

Le attività più importanti della pianura sono: agricoltura; • agricoltura allevamento; • allevamento industria. • industria Il terreno fertile e l’abbondanza di acqua della pianura favoriscono l’agricoltura. Si possono usare macchinari anche grandi, i quali, in poco tempo, svolgono una grande quantità di lavoro (agricoltura agricoltura di tipo intensivo). intensivo Ci sono aziende agricole che praticano l’agricoltura agricoltura biologica, cioè non usano prodotti chimici dannosi biologica per l’ambiente. Nella parte occidentale della Pianura Padana, l’abbondanza di acqua consente la coltivazione del riso. riso Le piantine di riso, per crescere, devono essere sommerse dall’acqua.

Quali sono le caratteristiche dell’allevamento?

In pianura si allevano bovini, ovini, suini, pollame. Questi animali sono allevati in grandi stalle attrezzate con macchinari moderni che svolgono tutte le funzioni necessarie.

Quali sono le caratteristiche dell’industria?

In pianura sono sorte molte industrie alimentari, favorite dallo sviluppo dell’agricoltura. Inoltre vi sono molte fabbriche che producono ogni tipo di merce.

Le parole chiave: agricoltura, allevamento, industria, agricoltura di tipo intensivo, agricoltura biologica, coltivazione del riso.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 191 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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I FIUMI E I LAGHI

G eografia

I fiumi italiani Come sono i fiumi italiani?

Quali sono le caratteristiche dei fiumi alpini?

Quali sono le caratteristiche dei fiumi appenninici?

Quali sono le caratteristiche dei fiumi sardi e siciliani?

I fiumi italiani sono numerosi, ma generalmente non sono molto lunghi, soprattutto nel centro-sud. Nascono dalle due principali catene montuose: le Alpi e gli Appennini. I fiumi che scendono dalle Alpi hanno queste caratteristiche: • nascono da sorgenti o da ghiacciai; • la portata d’acqua, cioè la quantità di acqua che trasportano, è più o meno la stessa in tutte le stagioni dell’anno; • sono più lunghi di quelli del resto d’Italia. Molti sono affluenti del Po, altri sono immissari (cioè entrano) e, talvolta, emissari (cioè escono) dei laghi, altri ancora sfociano nel Mare Adriatico. I fiumi che scendono dagli Appennini hanno queste caratteristiche: • sono alimentati dalle piogge; • trasportano una quantità d’acqua che varia nei diversi periodi dell’anno; • sono più corti di quelli alpini, soprattutto nel versante adriatico; • sfociano nel Mare Adriatico o nel Mar Tirreno. I fiumi della Sicilia e della Sardegna sono a carattere torrentizio e, in estate, spesso sono completamente asciutti.

Le parole chiave: fiumi alpini, appenninici, sardi, siciliani.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 197 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

I FIUMI E I LAGHI

Il fiume Po Qual è il fiume italiano più lungo?

Il maggior fiume italiano è il Po Po.

Dove nasce il Po?

Re sul Monviso, Il Po nasce a Pian del Re, nelle Alpi Occidentali. Il suo corso procede da ovest verso est.

Com’è il percorso del fiume?

Nel primo tratto il Po è un torrente impetuoso, impetuoso poi, quando arriva in pianura, la velocità delle acque diminuisce e forma molte curve, i meandri meandri. Infine sfocia nel Mare Adriatico, con una foce a delta. delta

Perché il Po si ingrossa man mano che arriva verso la foce? Che cosa è stato fatto per evitare le alluvioni?

Il Po è un fiume molto lungo e, durante il suo corso, riceve le acque dei suoi numerosi affluenti di destra e di sinistra. Per questo la sua portata aumenta. Nei periodi di forti piogge c’è il rischio che il Po si ingrossi così tanto da uscire dal suo letto e inondare i territori circostanti, provocando quindi delle alluvioni alluvioni. Per questo sono stati costruiti alti argini argini.

Le parole chiave: Po, Pian del Re, torrente impetuoso, meandri, foce a delta, affluenti, alluvioni, argini.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 198-199 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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I FIUMI E I LAGHI

G eografia

La vita lungo il fiume Quali attività si svolgono nel tratto montano dei fiumi? Quali attività si svolgono nel tratto medio dei fiumi? Quali sport si possono praticare lungo i fiumi? Che cosa succede all’acqua dei fiumi per essere utilizzata nelle case?

Nel tratto montano dei fiumi la forza dell’acqua viene utilizzata per far funzionare le centrali idroelettriche che producono energia. L’acqua dei fiumi, nella parte pianeggiante del loro corso, è usata per irrigare i campi vicini e per usi industriali. industriali Sui torrenti impetuosi si praticano sport come il rafting rafting. Se le acque non sono inquinate si pratica la pesca sportiva. sportiva Nelle città l’acqua dei fiumi viene purificata e immessa negli acquedotti per essere distribuita in tutte le case.

Le parole chiave: centrali idroelettriche, irrigare i campi, usi industriali, rafting, pesca sportiva, acquedotti.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 201 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

I FIUMI E I LAGHI

I laghi italiani Come sono i laghi italiani?

Come si sono formati i laghi alpini e prealpini?

Come si sono formati i laghi vulcanici?

Come si sono formati i laghi tettonici?

Come si sono formati i laghi costieri?

Come si sono formati i laghi di sbarramento?

In Italia ci sono molti laghi diversi tra loro per dimensioni, posizione e origine. I laghi alpini e prealpini sono stati formati dai ghiacciai che, spostandosi, hanno scavato conche che si sono riempite di acqua. I laghi prealpini sono i più vasti d’Italia. Sono: • il Lago di Garda; • il Lago di Como; il Lago Maggiore; • • il Lago d’Iseo. I laghi vulcanici occupano il cratere di antichissimi vulcani spenti. Si trovano soprattutto nell’Italia centrale. I più importanti sono: • il Lago di Bolsena; • il Lago di Bracciano; • il Lago di Albano; • il Lago di Vico; • il Lago di Nemi. I laghi tettonici sono stati formati da movimenti della crosta terrestre. In Italia l’unico lago di questo tipo è il Trasimeno, che è il più vasto dell’Italia centrale. I laghi costieri si trovano vicino alla costa e sono separati dal mare da tratti di sabbia che le onde hanno trasportato. I più importanti sono: • il Lago di Lesina; • il Lago di Varano. I laghi di sbarramento possono essere di origine naturale se sono stati formati da una frana che ha ostruito il corso di un fiume. Se invece è stato l’uomo a costruire una diga su un fiume, il lago di sbarramento che si è formato è di origine artificiale.

Le parole chiave: laghi alpini e prealpini, vulcanici, tettonici, costieri, di sbarramento.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 202-203 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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I FIUMI E I LAGHI

G eografia

I laghi: clima, flora e fauna Qual è il lago più vasto d’Italia?

Il Lago di Garda è il lago più grande e uno dei più profondi d’Italia.

I laghi influiscono sul clima?

I laghi più vasti hanno un’influenza influenza sul clima. clima Infatti durante l’estate immagazzinano calore che poi rilasciano durante l’inverno. Perciò la zona circostante, nella stagione fredda, ha un clima più mite.

Qual è la flora dei laghi più grandi?

Quali piante crescono spontaneamente lungo le rive dei laghi? Qual è la fauna del lago?

Il clima mite dei grandi laghi settentrionali consente la crescita di piante come agrumi e ulivi che non potrebbero sopravvivere a queste latitudini. Le piante più diffuse che nascono spontaneamente sono: lecci, salici piangenti, lecci piangenti oleandri oleandri, giunchi e canneti.

Il lago è ricco di pesci pesci. Lungo le sue rive vivono: anatre selvatiche, cigni reali e tanti uccelli e insetti selvatiche insetti.

Le parole chiave: Lago di Garda, influenza sul clima, agrumi, ulivi, lecci, salici piangenti, oleandri, pesci, anatre selvatiche, cigni reali, uccelli, insetti. Testi facilitati corrispondenti alla pagina 204 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

I FIUMI E I LAGHI

La vita sul lago Qual è l’attività che è favorita dal clima mite dei grandi laghi?

Qual è l’attività più importante che si svolge sui laghi più grandi?

Come ci si sposta sul lago?

Il clima mite dei laghi più vasti favorisce le attività legate all’agricoltura agricoltura. Intorno a questi laghi si coltivano in particolare: viti; • viti ulivi; • ulivi agrumi. • agrumi Il turismo è la risorsa più importante. I turisti sono interessati ai paesaggi, ma anche alle numerose attività sportive offerte dalle località lacustri, come: vela; • vela windsurf; • windsurf subacquee • immersioni subacquee. Per andare da una riva all’atra del lago si usano i battelli o i più veloci aliscafi aliscafi.

Le parole chiave: agricoltura, viti, ulivi, agrumi, turismo, vela, windsurf, immersioni subacquee, battelli, aliscafi.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 205 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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I FIUMI E I LAGHI

G eografia

Le acque sotterranee Che cosa sono le acque sotterranee?

Come arrivano in superficie le acque sotterranee?

Perché nel sottosuolo ci sono acque calde?

Che cosa sono i geyser?

Non sono solo i fiumi e i laghi a fornire acqua dolce. Nel sottosuolo italiano c’è molta acqua dolce in pozze o in fiumi che scorrono. Queste acque rappresentano un’importantissima riserva di acqua potabile, cioè adatta per usi alimentari. L’acqua del sottosuolo arriva in superficie in due modi: l’acqua scorrendo può incontrare una pendenza e, perciò, “sbuca all’esterno” diventando la sorgente di un fiume; l’uomo, usando le pompe pompe, aspira l’acqua e la porta in superficie. Nel sottosuolo, a grandi profondità, ci sono rocce caldissime. Quando vengono a contatto con l’acqua caldissime la riscaldano. Se trova delle fenditure l’acqua calda risale in superficie formando i geyser geyser.

I geyser sono colonne di acqua molto calda che risale dal sottosuolo.

Le parole chiave: nel sottosuolo c’è acqua dolce, sorgente, pompe, rocce caldissime, geyser.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 206 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

IL MARE

Un insieme di mari diversi Quale mare circonda l’Italia?

Quali sono le caratteristiche del Mar Ligure? Quali sono le caratteristiche del Mar Tirreno? Quali sono le caratteristiche del Mar Ionio?

Il mare in cui si estende la penisola italiana è il Mar Mediterraneo che, vicino alle coste, prende nomi diversi. Il Mar Ligure si trova a nord-ovest della penisola. Non è molto vasto. Le coste sono prevalentemente alte e rocciose. Il Mar Tirreno si trova a ovest della penisola. È il mare più vasto. In questo mare ci sono molte isole e arcipelaghi. Il Mar Ionio è il mare più meridionale che bagna le coste italiane. Non è tra i più vasti, ma è molto profondo.

Quali sono le caratteristiche del Mare Adriatico?

Il Mare Adriatico si trova a nord-est della penisola. Le coste sono prevalentemente basse e sabbiose, tranne il monte Conero e il Gargano. Nella parte settentrionale ci sono lunghi tratti di laguna.

Che cos’è la laguna?

La laguna è un tratto di mare non molto profondo racchiuso da isole e parti di terra. La città di Venezia è stata costruita sulla laguna.

Le parole chiave: Mar Mediterraneo, Mar Ligure, Mar Tirreno, Mar Ionio, Mare Adriatico, laguna.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 209 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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Le due isole maggiori sono M Quali sono le isole la Sicilia e la Sardegna Sardegna. Golfo di Catania M ovest a r e della penisola e o gli arcipelaghi A che si trovano i c i l i a M italiani?d i ciS sono: nei mari • l’arcipelago Toscano, e Pantelleria d la cui isola più grande i t e è rl’isola d’Elba; r a Campano, • l’arcipelago n e o Coste rocciose o ghiaiose Coste rocciose o sabbiose le cui isole principali Coste sabbiose Coste sabbiose sono Ischia e Capri. Isole Pelagie Coste lagunari Coste lagunari A est della penisola c’è Coste paludose Coste paludose l’arcipelago delle Tremiti. Intorno alla Sicilia ci sono: • l’arcipelago delle Eolie, di cui fanno parte due vulcani attivi: Stromboli e Vulcano; • l’arcipelago delle Egadi; • l’arcipelago delle Pelagie, la cui isola maggiore è Lampedusa. o

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Quale parte dell’Italia è bagnata dal mare?

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Coste rocciose o ghiaiose Coste sabbiose Coste lagunari

Coste paludose

Le parole chiave: coste alte e rocciose/basse e sabbiose, Sicilia, Sardegna.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 210 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

IL MARE

Il mare: il clima Perché lungo le coste il clima è più mite di quello dell’entroterra?

Che cos’è la brezza di mare?

Che cos’è la brezza di terra?

Durante l’estate la grande massa d’acqua del mare lentamente si riscalda e trattiene il calore. Durante l’inverno rilascia questo calore, che rende le temperature delle zone costiere più miti miti. In estate, quando fa tanto caldo, è piacevole stare in riva al mare aria ascendente perché arriva aria discendente un gradevole venticello, la brezza. Come mai? terra calda L’aria sopra la terra mare più freddo si riscalda più in fretta di quella che sta sopra l’acqua. L’aria più calda Brezza di mare e più leggera sale verso l’alto lasciando il posto a quella più fresca e più pesante del mare. La brezza di mare porta frescura. Di notte succede il contrario. L’aria che sta sopra l’acqua è più calda e sale lasciando spazio a quella che sta sopra la terra, che si raffredda più rapidamente. La brezza di terra soffia dalla costa verso il mare.

aria ascendente mare più caldo

aria discendente terra fredda

Brezza di terra

Le parole chiave: temperature miti, brezza di mare, brezza di terra.

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Testi facilitati corrispondenti alla pagina 211 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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IL MARE

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Il mare: la flora e la fauna Qual è la vegetazione tipica dell’ambiente marino? Qual è la vegetazione che si trova lungo le coste?

Quali sono le cause per cui nei mari italiani ci sono meno pesci? Che cosa si intende per “pesce azzurro”?

Nelle acque del mare crescono vari tipi di alghe alghe. Le alghe possono vivere fin dove penetra la luce del Sole.

La vegetazione che contraddistingue le coste italiane è la macchia mediterranea. mediterranea È formata • da alberi: lecci, pini marittimi, sugheri, corbezzoli; • da arbusti: mirto, alloro, ginepro, rosmarino, salvia. Un tempo nei mari italiani vivevano più pesci, ma poi, per la pesca eccessiva e per l’inquinamento inquinamento, sono notevolmente diminuiti. Il “pesce azzurro” è costituito da sardine, sgombri, acciughe. Sono i pesci più comuni che si trovano nei mari italiani.

Le parole chiave: alghe, macchia mediterranea, pesca eccessiva, inquinamento, “pesce azzurro”.

Testi facilitati corrispondenti alla pagina 212 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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G eografia

IL MARE

La vita sul mare Quali sono le attività più importanti che si svolgono al mare? Come si svolge la pesca?

Che cos’è l’itticoltura?

Come sono i porti?

Il turismo è importante?

Che cosa sono le saline?

Le principali attività legate al mare sono: • la pesca; • le saline; • i porti; • il turismo. Oggi per la pesca si usano imbarcazioni attrezzate, i pescherecci, che consentono di rimanere in mare diversi giorni. Alcuni grandi pescherecci possono persino surgelare il pesce appena pescato per conservarlo meglio e più a lungo. L’itticoltura itticoltura è una forma di “allevamento” di pesci e molluschi che si è sviluppata in alcune località marine, in genere poco pescose. Lungo le coste, in presenza di golfi e insenature, sono stati costruiti i porti porti. Alcuni sono grandi, come ad esempio quelli di Trieste, Genova, Cagliari, Livorno. Questi porti sono suddivisi in aree particolari: c’è la parte in cui arrivano e partono navi cariche di merci; un’altra zona è dedicata alle navi che trasportano i passeggeri; un’altra ancora è riservata ai pescherecci. In alcuni grandi porti c’è anche un’area riservata alle imbarcazioni militari. Altri porti, più piccoli, ospitano barche private utilizzate dai turisti per le loro vacanze. Il turismo è l’attività che più si è sviluppata lungo le coste italiane. È una risorsa importante perché offre lavoro a molto persone. In alcune località dell’Italia meridionale, dove le coste sono basse e fa molto caldo, ci sono le saline saline. Sono delle vasche costruite vicino alla riva, nelle quali l’acqua del mare evapora lasciando il sale sul fondo. Il sale viene raccolto, purificato e preparato per essere venduto.

Le parole chiave: pesca, itticoltura, porti, turismo, saline.

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Testi facilitati corrispondenti alle pagine 213-214 di Traguardo Discipline, Geografia 4.

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CODING DELLA DIDATTICA

AMBITO antropologico • Sussidiario Storia con Quaderno operativo: 120 + 72 pagine • Sussidiario Geografia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Quaderno delle Verifiche Storia-Geografia: 48 pagine • Atlante multidisciplinare (ambito antropologico e scientifico): 72 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4092-9

4 E. Costa • L. Doniselli • A. Taino

METODO TESSITORE

AMBITO SCIENTIFICO • Sussidiario Scienze e Tecnologia con Quaderno operativo: 96 + 72 pagine • Sussidiario Matematica con Quaderno operativo: 144 + 96 pagine • Quaderno delle Verifiche Matematica-Scienze: 48 pagine ISBN per l’adozione: 978-88-468-4093-6

discipline

È DISPONIBILE ANCHE LA VERSIONE IN TOMO UNICO ISBN per l’adozione: 978-88-468-4096-7

CONTENUTI DIGITALI

• FLIP POSTER • Guida Storia con Percorsi semplificati • Guida Geografia con Percorsi semplificati • Guida Scienze con Percorsi semplificati • Guida Matematica con Percorsi semplificati • Poster murali • CD-Audio • Libri digitali in DVD e scaricabili

Libri digitali con all’interno: • libro liquido(versione accessibile per alunni con BES e DSA) • AUDIOLIBRI • volumi sfogliabilai con esercizi interattivi • esercizi interattivi extra per tutte le materie • attivazione dell’Atlante • simulazione di prove nazionali INVALSI

A RICHIESTA: • Percorsi semplificati Storia-Geografia • Percorsi semplificati Matematica-Scienze

Alla classe

FLIP POSTER il

di storia geografia scienze

GIOCHIAMO

tutti insieme con

l’educazione civica

Benvenuti a VILLA SAPERI! SAPERI! VILLA SAPERI è un ambiente di apprendimento interattivo per ragazzi della Scuola Primaria. Un parco giochi tematico in cui tutto può essere sperimentato sotto forma di gioco e attività. Per l’insegnante è un valido strumento multimediale per la verifica delle competenze dei propri alunni. Realizzato in grafica cartoon e con le più moderne tecnologie informatiche, Villa Saperi offre tanti oggetti digitali didattici, esperimenti e mini-giochi di storia, geografia, matematica, scienze, tecnologia. Miss Velonosa, Madame Plum Cake, Erudito De Sapientis, Clara e Tobia accompagneranno i ragazzi negli ambienti tematici che compongono la villa: dal parco alla bio-area, in un tour educativo ricco di esperienze, divertimento e conoscenze.

ISBN 978-88-468-4099-8

CAMPIONE GRATUITO FUORI COMMERCIO Fuori campo IVA (D. PR. 26 ottobre 1972, n. 633, ar t. 2, lett. d)

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guida per l’ insegnante • geografia

per l’insegnante e la classe


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