PERICOLOSA Un’avventura










indice
cap. 1 • Buongiorno ragazzi! p. 5
cap. 2 • Inizia la pericolosa avventura! p. 10
cap. 3 • Il clima che cambia p. 17

cap. 4 • Nirval e Lalit p. 24
cap. 5 • Attraversare il Trishuli p. 29
cap. 6 • L’autostop p. 36
cap. 7 • Finalmente a scuola! p. 42
cap. 8 • Il viaggio di ritorno p. 48
cap. 9 • L’incidente p. 54
cap. 10 • Di corsa in ospedale! p. 62
cap. 11 • La famiglia si riunisce p. 70
cap. 12 • Nell’ufficio del preside p. 78
cap. 13 • Tutti all’assemblea! p. 83
cap. 14 • La raccolta delle firme p. 91
cap. 15 • Vittoria! p. 100
Schede operative p. 102
Buongiorno ragazzi!
dell’Himalaya! Kamal, svegliati!

«Per
come tutte le mattine il signor Sagar. Erano appena le sei, ma i lavori da sbrigare in fattoria erano tanti e il tempo a disposizione sempre poco.
Il ragazzo avrebbe dormito volentieri ancora per un’oretta, ma non poteva negare il suo aiuto al padre. Da quando il fratello maggiore si era arruolato nell’esercito, toccava a lui dare una mano, almeno nei lavori meno faticosi: raccogliere le uova e i cetrioli maturi, dare da mangiare alle galline e alle capre, sistemare le patate nei sacchi di iuta e il formaggio nelle apposite ceste; tutta merce che una volta la settimana il signor Sagar andava a vendere al mercato di Gajuri, la città più vicina al villaggio montano di Kumpur.
tutte le cime
Si è fatto tardi!» gridò
«Smettila Chandra! Ogni mattina la solita storia.Vai a prepararti piuttosto! Tra poco tuo fratello avrà terminato di sbrigare le sue faccende e ti raggiungerà» le raccomandava suo padre con un tono a metà tra l’arrabbiato e il divertito. Verso le sette del mattino Kamal era di nuovo a casa dove l’aspettavano la mamma Mara e Chandra, già pronta per affrontare la lunga e faticosa giornata.

«Vi scongiuro, fate attenzione!» ripeteva più volte la mamma ai ragazzi, consegnando loro la colazione avvolta in un tovagliolo di carta. «Lo dico soprattutto a te che sei il più grande: non perdere mai di vista la tua sorellina».
Poi, mano nella mano, i due ragazzi imboccavano un sentiero di campagna, accompagnati dallo sguardo velato d’ansia della mamma e inseguiti, almeno per un centinaio di metri, da Kim, un mastino del Tibet, il cane che faceva la guardia alla stalla e a tutta la famiglia, tanto grosso e minaccioso d’aspetto quanto pacifico e giocherellone.


stre famiglie. Davvero brava gente: ancora oggi, quando ho voglia di buon formaggio o di burro di yak speciale, lo compero da tuo padre» disse guardando Kamal dallo specchietto retrovisore. «Per anni» continuò, «ho fatto su e giù quando non c’era neanche la funivia. Si attraversava il Trishuli con una barchetta che il più delle volte veniva sballottata qua e là dalla corrente, e quando il fiume era in piena non c’era proprio niente da fare. Si rimaneva a casa senza neanche provarci».

«I nostri genitori più volte hanno protestato, ottenendo solo promesse mai mantenute» intervenne amareggiato Hari.
«Dovrebbero insistere prima che accada una disgrazia. Chi di voi sa nuotare?» chiese l’uomo.
Nessuno rispose.


re la cabina sull’altra sponda del Trishuli. Questa operazione, però, l’avevano portata a termine tante volte con successo e da soli.
Chandra, Mina e Kamal rimanevano nella cabina, mentre gli altri tre ragazzi salivano sulla parte superiore dove c’erano le carrucole sulle quali scorrevano i cavi.

Avrebbero spinto con le mani e con i piedi fino a quando la cabina non avesse iniziato da sola la sua corsa. Ma quel pomeriggio non andò così.
Una raffica impetuosa di pioggia la fece traballare paurosamente. Hari, Lalit e Nirval si aggrapparono ai cavi resistendo alla tempesta, Mina si strinse a Kamal, ma Chandra, colpita in pieno da un violento colpo di vento, sfuggì alla presa del fratello e scivolò fuori dalla cabina. Precipitò nel fiume abbracciata alla sua bambola di pezza e scomparve nelle acque grigie e tumultuose del Trishuli.
