Viva Verdi - Sample

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Invito alla lettura

VIVA VERDI

VIVA VERDI

• Le trame di dieci opere di Giuseppe Verdi, da Nabucco a Falstaff. • I racconti tratti dai libretti rispettano la scansione in atti o parti dei testi originali, ma presentano anche altre suddivisioni interne che ne facilitano la fruizione da parte degli studenti. • I testi sono affiancati da brevi box di approfondimento, che forniscono informazioni storiche, linguistiche o enciclopediche utili alla piena comprensione. • Al termine di ogni racconto si trova il Focus, in cui si approfondisce il contesto storico della vicenda, evidenziando e spiegando le eventuali discordanze fra la verità storica e la vicenda narrata nell’opera verdiana.

Alberto Cristofori

A duecento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi questo libro intende celebrare uno dei più grandi artisti di ogni tempo, uno dei geni che l’Italia ha dato al mondo. Le sue opere commuovono, emozionano, a volte indignano e scandalizzano, ma comunque fanno pensare, ascoltatori ricchi e poveri, colti e ignoranti, musicali e stonati, in Italia come in America, in Australia come in Giappone.

NON SOLO LETTERE

LeggerMENTE è la nuova collana di narrativa per la scuola secondaria. Il suo obiettivo principale è offrire ai ragazzi libri classici o inediti, storie di attualità o di fantasia, per riscoprire pagina dopo pagina il piacere della lettura.

NON SOLO LETTERE

Alberto Cristofori

VIVA VERDI Le più belle opere raccontate ai ragazzi

Volume + Audio CD € 8,80

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www.laspigaedizioni.it Questo volume sprovvisto del talloncino a fianco è da considerarsi campione gratuito fuori commercio.

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Alberto Cristofori Viva Verdi – Le più belle opere raccontate ai ragazzi Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Redazione: Carla Quattrini Progetto grafico: Sergio Elisei Impaginazione: CentroImmagine Illustrazioni: Michela Ameli (Glifo Design) Copertina: Adami Design Illustrazione: Michela Ameli (Glifo Design) © 2013 ELI – La Spiga Edizioni Via Brecce, Loreto tel. 071 750 701 leggermente@laspigaedizioni.it www.laspigaedizioni.it Stampato in Italia presso Tecnostampa - Recanati 13.83.190.0 ISBN 978-88-468-3160-6 Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.


La struttura del libro I testi Questo libro racconta le trame di dieci opere di Giuseppe Verdi, da Nabucco a Falstaff. I racconti tratti dai libretti rispettano la scansione in atti o parti dei testi originali, ma presentano anche altre suddivisioni interne, che ne facilitano la fruizione da parte degli studenti. Gli approfondimenti I testi sono affiancati da ­brevi box di approfondimento, che forniscono informazioni storiche, linguistiche o enciclopediche utili alla piena comprensione. I Focus Al termine di ogni racconto si trova il Focus, in cui si approfondisce il contesto storico della vicenda, evidenziando e spiegando le eventuali discordanze fra la verità storica e la vicenda narrata nell’opera verdiana. Le attività Al termine di ciascun rac-

conto si trova una Guida alla lettura divisa in tre momenti: –  comprensione, –  analisi, –  lingua e stile. Le appendici Al termine del volume, si trovano varie informazioni essenziali sulla vita di Verdi, sul contesto storico in cui egli operava, sul melodramma ottocentesco e così via. Il CD Pur essendo pensati come testi autonomi, godibili per le avventure e i sentimenti di cui parlano a prescindere dalla musica, i racconti sono affiancati da un CD con le arie, i duetti e i pezzi d’insieme più celebri – almeno uno per ogni opera. Nel libro si trovano le parole del libretto, accompagnate da una breve introduzione che le collega al racconto e da note o parafrasi utili alla loro comprensione.

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Indice La struttura del libro............ 3 Nota introduttiva................. 6

Nabucco............................. 8

Focus – Nabucco nella realtà storica................ 22 Percorsi di lettura............... 23

Ernani................................. 25

Focus – Carlo V d’Asburgo............................... 40 Percorsi di lettura............... 41

Macbeth............................. 43

Focus – il “vero” Macbeth... 59 Percorsi di lettura............... 60

Rigoletto............................ 62

Focus – Verdi e la censura............................ 79 Percorsi di lettura............... 80

Il trovatore...................... 82 Focus – I romanì.................. 95 Percorsi di lettura............... 96

La Traviata..................... 98

Focus – La tisi....................... 115 Percorsi di lettura............... 116

I vespri siciliani............ 118

Focus – I vespri siciliani...... 134 Percorsi di lettura............... 135

Aida...................................... 137

Focus – Il canale di Suez..... 154 Percorsi di lettura............... 155

Otello................................... 157

Focus – Cipro veneziana.... 175 Percorsi di lettura............... 176

Falstaff................................ 178

Focus – La beffa.................... 198 Percorsi di lettura............... 199

Dossier Giuseppe Verdi e il suo tempo....................... 202 Indice dei brani del CD audio........................ 207


Indice degli approfondimenti Nabucco Baal.................................................. 10 Il tempio di Salomone................. 12 Babilonia........................................ 14 I sigilli............................................. 16 I sacrifici umani............................ 21 Ernani Il re Filippo I.................................. 27 L’agnizione..................................... 30 Il colpo di scena............................ 36 La vendetta.................................... 39 Macbeth Shakespeare nell’Ottocento........ 44 Il re non muore in scena............. 50 Le streghe ...................................... 54 Il linguaggio delle profezie......... 58 Rigoletto I libertini........................................ 64 Il trovatore Gli zingari...................................... 84 I trovatori....................................... 86 Miserere......................................... 93 La traviata Traviata........................................... 100

La Provenza................................... 107 Il gioco d’azzardo......................... 108 I vespri siciliani Carlo I d’Angiò.............................. 120 Giovanni da Procida.................... 123 Il ratto delle Sabine...................... 124 Spagnoli o aragonesi?.................. 130 Aida Trionfo............................................ 145 Iside................................................. 146 Napata............................................ 149 Ptah................................................. 152 Otello Moro............................................... 159 Indizi e prove................................ 166 Gelosia e amore............................ 168 Uomini che uccidono le donne. 173 Falstaff Windsor.......................................... 180 L’onore............................................ 182 L’amore........................................... 184 La gelosia....................................... 187 Giove trasformato in toro........... 195 La vendetta.................................... 196

sul sito www.laspigaedizioni.it/leggermente Opere Simon Boccanegra Focus – La Repubblica di Genova Percorsi di lettura La forza del destino Focus – La battaglia di Velletri Percorsi di lettura

Brani musicali Simon Boccanegra Sento avvampar nell’anima 4’30’’ La forza del destino La Vergine degli angeli 3’40’’

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Nota introduttiva Ehi, ragazzi, aspettate un momento: non saltate a piè pari questa introduzione solo perché è... un’introduzione! Ho una cosa da dirvi, una cosa sola, ma importante. Ho scritto questo libro a duecento anni esatti dalla nascita di Giuseppe Verdi. Perché? Per celebrare uno dei più grandi artisti di ogni tempo, uno dei geni che l’Italia ha dato al mondo. Le sue opere, eseguite bene o male, interpretate da grandi voci o storpiate da urlatori impreparati, da quando sono nate commuovono, emozionano, a volte indignano e scandalizzano, ma comunque fanno pensare, ascoltatori ricchi e poveri, colti e ignoranti, musicali e stonati, in Italia come in America, in Australia come in Giappone. È questo che fanno i geni. Lo fa Dante, lo fa Michelangelo, lo fa Fellini. E lo fa Verdi. Ma Verdi è una figura umanamente, e non solo artisticamente, meravigliosa ed eccezionale. Pensate: nasce in un minuscolo paese, anzi nella frazione di un minuscolo paese della campagna intorno a Parma, in una famiglia contadina. Ancora ragazzo, deve lottare contro il padre, geloso della sua intelligenza e delle sue doti musicali, che voleva impedirgli di allontanarsi dal paese. Riesce a presentarsi per l’ammissione al conservatorio di Milano e viene rifiutato: e invece di scoraggiarsi lui capisce che la sua strada non è quella del pianista, ma quella del compositore. Appena incominciata la carriera, una malattia gli uccide la moglie e la sua seconda opera si rivela una fiasco colossale – eppure lui continua a lottare. Deve lottare anche contro le incomprensioni del pubblico, a volte: La traviata oggi è l’opera più rappresentata di tutti i tempi (non passa giorno senza che sia messa in scena, almeno in un teatro da

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qualche parte nel mondo) – ma alla prima rappresentazione è stata sonoramente fischiata! Ebbene, attraverso queste lotte Verdi arriva al successo, diventa il più grande musicista della sua epoca, le sue opere vengono rappresen­tate in tutti i più importanti teatri d’Italia, e a Parigi, e a Londra... E lui, anziché godersi il successo, anziché montare in ­superbia, a cinquant’anni cambia tutto, si mette a studiare nuove tecniche di composizione, rischia pur di sperimentare nuove strade, e arriva a scrivere altri capolavori, impone il suo nuovo stile e ­conclude la sua carriera, a ottant’anni, con un’opera comica – lui che (dopo quel fiasco giovanile) aveva scritto sempre e solo opere tragiche. Sfida le convenzioni, convivendo per anni con una donna che non è ancora sua moglie; sfida la censura, scrivendo opere che mostrano la meschinità dei re e dei principi; sfida i perbenisti, scegliendo come protagonisti personaggi “negativi” (un buffone gobbo e incattivito, una ragazza perduta, uno squallido dongiovanni di provincia...) e mostrandoci la loro umanità, i loro pensieri, i loro drammi, e riuscendo a commuoverci. E quando è ormai diventato uno degli uomini più ricchi d’Italia, anziché intristirsi per la morte della seconda moglie, anziché irritarsi per lo scarso rispetto dei musicisti più giovani, anziché chiudersi in se stesso come spesso accade ai vecchi, Verdi sceglie come collaboratore proprio uno di quei giovani poco rispettosi nei suoi confronti, e investe gran parte della sua enorme fortuna per costruire una casa di ricovero per i musicisti poveri... Ecco, per questo ho voluto raccontarvi le storie delle sue opere più belle e farvi sentire alcune delle sue arie più famose: perché conoscere Verdi, frequentare le sue opere, emozionarci con le sue storie, ci rende migliori, ci costringe, per così dire, a diventare più grandi di quello che siamo, a far crescere ciò che di più alto e nobile c’è dentro di noi. E adesso... buona lettura!

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Nabucco Dramma lirico in quattro parti Libretto di Temistocle Solera Musica di Giuseppe Verdi Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842 Personaggi principali: Nabucodonosor, re di Babilonia Abigail, figlia primogenita di Nabucodonosor Fenena, seconda figlia di Nabucodonosor Zaccaria, gran sacerdote degli Ebrei Ismaele, generale ebreo

Baritono Soprano Soprano Basso Tenore

Soldati, donne, sacerdoti, popolani ecc. Luoghi: il tempio di Gerusalemme; il palazzo reale di Babilonia e i suoi dintorni. Epoca: 586 a.C. La vicenda si ispira alla Bibbia e al dramma Nabuchodonosor degli scrittori francesi Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornue.


Parte prima: Gerusalemme Gli ebrei sconfitti La guerra sembrava persa. Era persa. Irrimediabilmente. Gli ebrei, al comando del loro re Sedecia e di suo nipote Ismae­le, erano stati sconfitti nella battaglia decisiva dal sovrano degli assiri, Nabucodonosor, che tutti chiamavano Nabucco. E adesso si aspettavano che Nabucco facesse quanto aveva promesso: distruggere Gerusalemme e imporre a tutti il culto del proprio dio Baal. Per quanto crudele e insensato possa apparirci, questa era una delle ragioni che l’avevano spinto a intraprendere quella guerra, di conquista: dimostrare che il dio Baal era superiore al dio degli ebrei. E infatti, ragionava, lui aveva vinto la battaglia e la guerra; e gli ebrei non avevano ricevuto nessun soccorso dalla loro falsa divinità. I pochi ebrei non ancora catturati dai nemici si erano chiusi nel tempio fortificato fatto costruire da Salomone secoli prima, dov’erano conservate le Tavole della Legge di Mosè, e si disperavano. “Questa sconfitta è un segno dell’ira di Dio!” gridavano i più fanatici. “Pregate, ragazze, pregate per noi!” imploravano altri, pensando che le preghiere sarebbero state meglio esaudite se venivano da parte di fanciulle innocenti. Chi si pentiva dei propri peccati, chi dubitava che davvero il dio d’Israele avesse abbandonato i suoi fedeli e chi tremava al solo pensiero di Nabucco, un re famoso per la sua ferocia e per la spietatezza con cui trattava i vinti. In mezzo a tanta disperazione e a tanto terrore, giunse tuttavia un sollievo inaspettato: il gran sacerdote Zaccaria comparve infatti trascinando una fanciulla incatenata. “Non perdete la speranza, figli miei!” gridò. “Ecco il segno che Dio non ci dimentica! Questa è la seconda figlia di Nabucco, Fenena, che siamo riusciti a catturare durante la battaglia. Adesso è nelle nostre mani come ostaggio e questo impedirà a Nabucco di infierire su di noi”. Bisogna infatti sapere che i re assiri, per lunga tradizione, andavano in guerra con tutta la famiglia: mogli, concubine, figlie, figli, parenti, servi... Era l’intera corte che si spostava insieme al re. Durante le

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Viva Verdi

battaglie, naturalmente, il re e gli uomini adulti combattevano, mentre le donne e i bambini se ne stavano in disparte, pronti a festeggiare in caso di vittoria e a disperarsi in caso di sconfitta. Ebbene, come abbiamo detto, gli assiri avevano vinto la battaglia, ma un drappello di ebrei era riuscito a catturare la giovane Fenena, che si era allontanata senza protezione dalla sua tenda. Adesso, mentre tutti riprendevano coraggio, Zaccaria consegnò Fenena a Ismaele, che tornava proprio dal campo di battaglia con pochi sopravvissuti. Il vecchio sacerdote sognava di vedere nonostante tutto il trionfo del dio degli ebrei e la sconfitta del falso dio Baal, che si sarebbe dissolto come fumo al vento.

La gelosia di Abigail Zaccaria si illudeva di poter raggiungere uno scopo nobile (la pace fra i due popoli e il trionfo della verità) attraverso un mezzo ignobile (la cattura e la prigionia di una fanciulla innocente). Era proprio un vecchio sacerdote e, senza accorgersene, ragionava come il suo nemico – e non conosceva il cuore degli uomini. Non sapeva, Zaccaria, che tra Fenena e Ismaele era nato da tempo un sentimento di amore. Quando Ismaele era andato a Babilonia, la capitale degli assiri, come ambasciatore, per tentare di evitare la guerra incombente, i due giovani si erano dichiarati e Fenena, quando le cose si erano messe male, aveva aiutato Ismaele a fuggire e a tornare a Gerusalemme. E ora veniva affidata proprio a Ismaele come prigioniera! Il primo pensiero di Ismaele, appena si trovò solo con lei, fu di liberare la ragazza: sia perché l’amava e non sopportava di vederla

Baal Baal era in realtà una divinità fenicia, non assira. Nel corso del II millennio a.C., tuttavia, il suo culto si diffuse in tutto il Medio Oriente e Baal divenne la divinità più importante della regione. Per gli ebrei, naturalmente, Baal era un falso dio: dal suo nome deriva infatti uno dei nomi del diavolo, Belzebù (Baal zebub = Signore delle mosche).

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Nabucco

schiava, sia perché voleva ricambiare l’aiuto che lei gli aveva dato a suo tempo. Anzi, tutto infiammato dall’idea, pensava di fuggire con lei, di portarla addirittura in braccio, facendole scudo col suo petto tra i soldati, e mentre le prometteva queste e altre eroiche pazzie le si avvicinava, la stringeva tra le braccia, la baciava... E Fenena, mentre diceva: “No, aspetta, non devi”, in realtà già sognava che avrebbero potuto vivere insieme, una volta fuggiti lontano da lì, e che lei si sarebbe convertita volentieri, per amore, alla religione ebraica... La tenera scena fu bruscamente interrotta: i soldati assiri, travestiti, erano penetrati nel tempio e adesso ne aprivano le porte al nemico. Alla loro testa c’era la sorella maggiore di Fenena, Abigail, che entrò nella stanza per cercare gli ultimi combattenti ebrei e vide i due amanti abbracciati. “Ma bene!” disse sogghignando. “Sei davvero un prode guerriero, Ismaele! Almeno per quanto riguarda le battaglie d’amore! Ma questo amore vi porterà alla tomba entrambi!” E ordinò ai suoi di catturarli. Poi, però, prese da parte Ismaele e gli disse sottovoce, in modo che nessun altro sentisse: “Io ti amavo! Avrei rinunciato a tutto per te – e sono ancora pronta a farlo. Pensaci: io posso salvarti, se prometti di ricambiarmi, e posso ucciderti, se ti ostini a rifiutarmi!” Ismaele non ebbe un istante di esitazione: meglio morire che rinunciare a Fenena. E da guerriero sarebbe morto, piangendo non per sé, ma per il suo popolo sconfitto.

Nabucco e Zaccaria Mentre gli ultimi soldati ebrei venivano disarmati o uccisi, nel tempio giunse il re assiro Nabucco, armato dalla testa ai piedi, terribile nell’elmo scintillante, enorme nella corazza, carico di armi e tutto imbrattato di sangue. Tutti fuggivano o s’inchinavano dinanzi a lui: solo Zaccaria ebbe il coraggio di affrontarlo a viso aperto. “Come osi, empio, pazzo?” disse con voce tonante. “Non sai che questa è la casa di Dio?” Con un guizzo inaspettato si accostò a Fenena, che correva incontro al padre per implorare pietà, le afferrò un braccio ed estrasse un pugnale.

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“Prima che tu profani questo tempio, tua figlia cadrà uccisa”. Abigail guardava la scena con occhi che brillavano di speranza: se la sua rivale fosse morta... Fenena invece guardava il padre con terrore: sentiva che non avrebbe mai perdonato i nemici per salvarla, che la sua rabbia non avrebbe ceduto all’amore paterno... Tutti i presenti, ebrei e assiri, erano come impietriti, in attesa di vedere cosa sarebbe successo. “Inchinatevi davanti a me!” gridò Nabucco rivolgendosi ai vinti. “Io sono il vincitore. Il vostro dio vi ha abbandonato. Non potete più resistermi! Voglio vedervi con la faccia a terra!” “No!” gridò a sua volta Zaccaria, e alzava il pugnale per colpire. Ma Ismaele, a cui nessuno aveva prestato attenzione, gli arrestò il braccio e liberò la fanciulla. Nabucco abbracciò la figlia e lanciò un urlo feroce ai suoi uomini: “Nulla più ci trattiene! Saccheggiate! Uccidete! Non abbiate pietà!” Annientato dalla sorpresa e dallo sdegno, Zaccaria guardava Ismaele come si guarda un traditore dei suoi fratelli, un uomo che suscita orrore, il cui nome è maledetto per sempre.

Parte seconda: L’empio Il dramma di Abigail Pochi mesi più tardi, Nabucco venne a sapere che sua figlia Abigail... non era sua figlia! Un documento che fino a quel momento era stato tenuto segretissimo gli svelò infatti che la sua bambina era

Il tempio di Salomone Costruito dal re Salomone nel X secolo a.C. sul Monte Moriah, a Gerusalemme, conteneva l’Arca dell’Alleanza, una cassa di legno rivestita d’oro con le Tavole della Legge che sancivano l’alleanza fra Dio e il popolo ebraico. Fu distrutto dai soldati di Nabucodonosor nel 586 a.C. e venne poi ricostruito (Secondo Tempio), prima di essere definitivamente distrutto dai Romani nel 70 d.C.

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morta nella culla ed era stata sostituita con Abigail, la quale era in realtà figlia di schiavi. Da abile uomo politico qual era sempre stato, Nabucco si guardò bene dal sollevare uno scandalo. Tenne per sé la notizia, ma prese provvedimenti affinché, alla sua morte, il trono andasse a Fenena. Non riuscì però a ingannare le due ragazze, che si accorsero che qualcosa era improvvisamente cambiato: Abigail, per il suo carattere forte e per la sua natura guerriera, era sempre stata la prediletta del padre – e ora, tutt’a un tratto, si sentiva messa da parte, trascurata, mentre a Fenena tutto era concesso... Abigail, proprio per il suo carattere, non poteva tollerarlo. E a forza di studio, di osservazioni, di attenzione, scoprì il documento maledetto che svelava la sua vera origine. Che colpo fu per lei! Ah, come si rinfocolò la sua gelosia! Tanto più che il padre era partito per una nuova guerra e Fenena, approfittando del potere che lui le aveva concesso, stava liberando gli ebrei! “Eppure anch’io so cosa vuol dire essere innamorata”, pensava Abigail piangendo, “anch’io ho creduto che il mondo mi fosse amico, e ho pianto perché qualcun altro piangeva e sono stata allegra perché qualcun altro era allegro. Possibile che questa felicità, questa armonia, siano perdute per sempre?” Ma queste riflessioni non ebbero tempo di svilupparsi, perché ad Abigail si presentò una delegazione di sacerdoti assiri, preoccupati dalle iniziative di Fenena. “Non possiamo tollerare che liberi gli ebrei!” dissero senza mezzi termini. “Dobbiamo fermarla, in un modo o nell’altro. In mancanza di Nabucco, è a te che spetta il potere. Già il popolo ti considera la sua regina, devi solo allungare una mano e la corona sarà tua...” Se Abigail avesse creduto di essere figlia di Nabucco, mai avrebbe nemmeno ascoltato una simile proposta. Ma aveva appena scoperto di essere una schiava e il timore della propria rovina la spinse a diventare ingiusta – e a prendere parte al complotto.

Il colpo di stato Fenena aveva appena liberato gli ebrei, dichiarando al gran sacerdote Zaccaria di volersi convertire alla loro religione. Ismae­le,

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che fino a quel momento era stato un reietto, a cui nessun altro prigioniero rivolgeva la parola, veniva immediatamente riabbracciato come un fratello dagli stessi che l’avevano più ferocemente offeso e isolato – se Fenena si convertiva, lui aveva salvato un’ebrea, non un’assira, e quindi non era più un traditore, ma un eroe! Nessuno, sia detto per inciso, spingeva il ragionamento fino ad affermare che Zaccaria, allora, aveva minacciato di uccidere un’ebrea, non una nemica – ma queste sono sottigliezze che difficilmente un popolo riesce a cogliere. Gridare al traditore o all’eroe dà molta più soddisfazione. Il clima di festa venne interrotto dall’arrivo di Abigail e dei cospiratori, che irruppero nella sala del trono, mentre il popolo fuori della reggia gridava “Viva Abigail!” e “Vogliamo Abigail regina!” Le due donne si affrontarono con decisione. Fenena, appena capita la situazione, rifiutò di fuggire, decisa a difendere il regno del padre dalla sorella usurpatrice. Abigail tentò di strapparle la corona, ma fu interrotta dall’arrivo di Nabucco. Il re, avvertito dai suoi consiglieri di quanto Fenena stava facendo, era infatti tornato in gran segreto e giungeva appena in tempo per riprendere in mano la situazione. “Ora ascoltatemi bene tutti!” disse dopo essersi rimesso solennemente la corona in capo, mentre Fenena e Abigail tenevano lo sguardo basso, in preda a diversi ma altrettanto profondi sensi di colpa. “Il dio degli ebrei è un falso dio, che non li ha difesi in guerra e li abbandona di nuovo in questo preciso momento. Ma anche il nostro dio Baal” (e qui guardò Abigail e i sacerdoti che le avevano proposto il colpo di stato) “anche Baal è un dio traditore, che vi rende tradito-

Babilonia Babilonia (che nella Bibbia è detta anche Babele) era una importante città della Mesopotamia. Città sacra in quanto fondata, secondo il mito, dagli dei, fu la capitale di due grandi imperi, il primo nel II millennio a.C. e il secondo (quello di cui si parla nell’opera di Verdi) nel VII secolo a.C. Oggi si trova in Irak, a circa 80 km da Baghdad.

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ri – e io lo abbatto, lo dichiaro decaduto. D’ora in avanti avrete un solo dio – il vostre re. Io, Nabucco, sono l’unico che dovete adorare!” Mentre tutti si guardavano sgomenti, un fulmine cadde in mezzo alla reggia. Nabucco si sentì strappare la corona dalla testa, poi cadde a terra stordito. Quando si rialzò, il suo volto era quello di un pazzo: la ragione l’aveva abbandonato.

Parte terza: La profezia Abigail regina Abigail, con l’appoggio dei sacerdoti e del popolo, assunse il potere a Babilonia, mentre Fenena condivideva il destino di prigionia e di schiavitù degli ebrei. “O regina”, disse ad Abigail il capo dei sacerdoti di Baal qualche giorno più tardi, “a mio parere tu dovresti sterminare gli ebrei, e prima ancora dovresti condannare a morte colei che un tempo era detta tua sorella e che, avendo abbandonato la religione di Baal, è diventata la peggiore delle traditrici”. Abigail stava per acconsentire, quando nella sala del trono entrò Nabucco, sfuggito ai suoi custodi. Era uno spettacolo penoso e impressionante: invecchiato, con la barba incolta, bianchi i capelli, pieni di rughe gli occhi e il volto, il re stentava a reggersi in piedi e bofonchiava confusamente, delirando. “Chi osa parlare in presenza di Nabucco? Lasciatemi!” diceva rivolto a coloro che tentavano di riportarlo dolcemente nelle sue stanze. “Questa è la sala del trono... Mi aspettano... Non vedete? E tu smettila di sostenermi: vuoi che tutti si accorgano che sono indebolito? Ah, non servite proprio a niente... Troverò da solo il trono... E chi è questa? Con quale arroganza mi guarda...” “Sono la custode del tuo trono”, rispose Abigail. “Custode?” “Eri ammalato... Ma adesso vedo che stai meglio: metti il sigillo reale a questa sentenza...” E gli porse il documento che condannava a morte Fenena e tutti gli ebrei.

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“Che cos’è?” chiese Nabucco, colpito da un pensiero improvviso. “Firma!” “Ma...” “Non vuoi? Ebbene, chissà come festeggeranno gli ebrei. Diranno che il loro dio alla fine ha preso il sopravvento...” “No! A morte! Dammi quella pergamena!” E con l’anello regale Nabucco pose il suo sigillo sulla sentenza di condanna. “Ma... e Fenena?” chiese Nabucco, rimasto solo con Abigail. “È una traditrice. Morirà!” “No, è mia figlia. Tu, piuttosto, sei una vile schiava, indegna di sedermi accanto. Vattene!” “Io schiava?” rise Abigail, sicura di poter dominare quel vecchio ormai privo di forze e di lucidità. “Sì”, disse Nabucco, che a poco a poco sembrava riprendersi. “Ecco ciò che lo dimostra...” E si tolse da una tasca del mantello il famoso documento che Abigail conosceva bene. La donna lo prese, finse di leggerlo e lo stracciò in mille pezzi. “Ecco il tuo documento”, disse. “Mentiva”. Poi, spietata, ordinò alle guardie di prendere Nabucco e di rinchiuderlo nelle sue stanze, non più come malato, ma come prigioniero. A nulla valsero le preghiere del re, che era disposto a rinunciare al trono, e a onorare Abigail come regina, purché gli fosse restituita Fenena sana e salva. A nulla valsero le sue lacrime. “Troppo tardi ti accorgi di aver perduto, vecchio”, disse Abigail. “Adesso vedrai se a questa vile schiava si addice il mantello regale e lo splendore della corte assira!”

I sigilli Nel mondo antico non esisteva la firma come la intendiamo oggi. Essa era sostituita dal sigillo, una specie di timbro ottenuto premendo sulla cera morbida o sulla creta fresca un anello inciso. Un tipo particolare di sigillo, molto diffuso in Medio Oriente, aveva forma cilindrica: il sigillo si otteneva facendo ruotare il cilindro, che imprimeva l’immagine desiderata.

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Le parole DEL del LIBRETTO librettoTitolo LE PAROLE VAÕ, PENSIERO 31

Sulle rive del fiume Eufrate, gli ebrei prigionieri cantano uno dei brani più famosi di Verdi, un coro dolce e malinconico. Ai tempi di Verdi, le parole del testo erano spesso interpretate in chiave risorgimentale: gli ebrei schiavi in Babilonia e la “patria... bella e perduta” potevano infatti ricordare gli italiani e l’Italia oppressi dalle potenze straniere. Ma il coro esprime in realtà lo stato d’animo di tutti i popoli oppressi, la tristezza e la disperazione di chi si trova ridotto in schiavitù.

testo Va’, pensiero, sull’ali dorate, va’, ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano tepide e molli l’aure dolci del suolo natal!

parafrasi Vai, pensiero, sulle ali dorate, vai e posati sulle alture, sulle colline dove profumano, tiepide e delicate, le dolci brezze del paese dove siamo nati.

Del Giordano le rive saluta, di Sïonne le torri atterrate... Oh mia patria sì bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal!

Saluta le rive del fiume Giordano, le torri atterrate di Gerusalemme... O mia patria, così bella e perduta! O ricordi, così cari e dolorosi!

Arpa d’or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto raccendi, ci favella del tempo che fu!

Arpa d’oro dei profeti che predissero il nostro destino, perché resti appesa, muta, ai rami del salice? Riaccendi i ricordi nel nostro cuore, parlaci del passato!

O simìle di Sòlima ai fati traggi un suono di crudo lamento, o t’ispiri il Signore un concento che ne infonda al patire virtù!

O, simile al destino di Gerusalemme, emetti un suono di doloroso lamento, o il Signore ti ispiri una musica che ci renda capaci di sopportare la nostra sofferenza.

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Gli ebrei schiavi Gli ebrei, in attesa della condanna a morte, erano tenuti come schiavi e costretti a lavorare nei numerosi cantieri della città. Essi ripensavano alla patria lontana, che credevano perduta per sempre, e chiedevano a Dio di dar loro la forza necessaria per sopportare tante avversità, senza sapere che un destino ancora più terribile si stava preparando. Solo Zaccaria, esaltato dalla sua fede religiosa, tentava di contrastare quell’atteggiamento così poco virile, così passivo, così lamentoso. E assumeva toni da profeta, dicendo: “Smettetela di piangere, fratelli miei! Verrà il giorno della rivincita, anzi della vendetta – e allora le nostre catene cadranno, il popolo di Israele si solleverà con la forza di un leone e qui dove adesso sorge questa grande città di Babilonia tornerà il deserto, un deserto abitato da iene e serpenti, cosparso delle ossa dei nostri nemici...” Qualcuno gli dava retta, ma i più lo consideravano un vecchio invasato e non lo ascoltavano nemmeno.

Parte quarta: L’idolo infranto Nabucco rinsavisce Dopo la drammatica scena che abbiamo descritto, Nabucco era stato riportato nelle sue stanze, all’interno del palazzo reale di Babilonia, ed era caduto in un profondo torpore. Quando si risvegliò, dopo alcune ore, si ritrovò ansimante e sudato: aveva sognato? Che grida erano quelle che sentiva? No, non aveva sognato. O sì? Non lo sapeva più neanche lui. Ma adesso, adesso era lucido, capiva benissimo dov’era, chi era, e capiva che quelle voci, fuori, erano le urla di una folla che acclamava sua figlia. “Fenena! Fenena!” Ma perché avevano un tono così bellicoso, quelle grida? Non poteva esserci nessuna guerra senza di lui! Nabucco cercò invano la propria spada, poi si affacciò a una loggia per guardare nella strada

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Numero Illustrazione


Viva Verdi

vicina. Orrore! Eccola, la sua Fenena! Ed eccoli, i suoi fedeli soldati, che la tenevano legata, incatenata in mezzo a loro come una malfattrice! “A morte Fenena! A morte!” urlava la folla. Nabucco si precipitò alla porta. Era chiusa. Prigioniero? Ma perché? E di chi? Poi, di colpo, ricordò, comprese. La sua arroganza veniva punita in quel momento, la sua presunzione di farsi adorare come un dio. Il potere l’aveva accecato, l’aveva reso disumano, ed ecco le conseguenze: sua figlia, l’unica persona al mondo a cui voleva bene, moriva sotto ai suoi occhi, uccisa dai soldati a cui lui stesso aveva dato l’incarico col suo sigillo. Abigail l’aveva ingannato, certo, approfittando della sua follia. Ma lui non era innocente: se Fenena fosse morta, lui sarebbe stato il principale responsabile di quella tragedia e avrebbe dovuto accusarsi della propria infelicità. Ah, troppo tardi, forse, Nabucco capiva che anche l’uomo più potente è in balia di forze molto più grandi di lui, che anche il sovrano più grande del mondo può ammalarsi e impazzire, e il condottiero più invincibile può essere ferito nel profondo del cuore attraverso le persone che ama... Nabucco cadde in ginocchio e chiese perdono al dio di Israele, si umiliò, lui che non aveva mai chiesto niente in vita sua, ma solo ordinato e comandato, e promise di rispettare il suo popolo, se Fenena si fosse salvata.

Fenena salva La porta della stanza si spalancò all’improvviso: un gruppo di guerrieri assiri entrò e si dispose intorno al re, per proteggerlo dalla folla che si era avvicinata troppo al palazzo. “Miei fidi!” gridò Nabucco balzando in piedi. “Sire!” rispose il capo di quegli uomini. “Non uscire: sei malato, non farti vedere in queste condizioni”. “Dammi la tua spada!” gridò Nabucco con la voce possente di un tempo. “Sono guarito, non vedi? Corriamo!” “A riconquistare il trono? Siamo tutti con te!” “A salvare Fenena”, ribatté Nabucco. “Seguitemi!”

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Nabucco

E senza ulteriori esitazioni si precipitò dove Fenena stava per essere sacrificata al dio Baal. Già il vecchio Zaccaria le diceva le ultime parole di conforto, già il boia alzava l’ascia per tagliarle la testa, già il gran sacerdote di Baal si apprestava a celebrare il proprio trionfo, quando Nabucco e i suoi irruppero sulla scena. La statua di Baal, che era stata collocata su un altare improvvisato per celebrare la sua vittoria sul falso dio degli ebrei, cadde al suolo nel corso del tafferuglio improvviso che seguì e si ruppe in mille pezzi. Nabucco fu presto riconosciuto e tutti si inginocchiarono davanti a lui, che a dispetto dell’età e delle sofferenze passate sembrava più alto, più dritto, più regale che mai. “Gli ebrei sono perdonati”, disse il re. “Il loro dio mi ha accecato la mente e poi mi ha salvato. Io farò ricostruire il suo tempio e rimanderò libero il suo popolo, perché ne ho riconosciuto la grandezza”. Abbracciò sua figlia, mentre Zaccaria si pavoneggiava: “Avete visto?” diceva a chi voleva ascoltarlo. “Non ve l’avevo detto?” e non la smetteva più.

Morte di Abigail Mentre tutti gioivano, arrivò Abigail. La disgraziata, in preda al terrore, aveva bevuto una tazza di veleno: non credeva che il re la perdonasse e temeva le terribili sevizie a cui sarebbe stata sottoposta prima dell’esecuzione, per cui aveva deciso di togliersi la vita. I capelli sciolti sulle spalle, le vesti discinte, gli occhi spenti, il passo incerto, le spalle curve e la bocca tremante, da cui la saliva colava senza che lei potesse impedirlo – tutto nell’aspetto di Abigail dimo-

I sacrifici umani I sacrifici umani (cioè l’uccisione di un essere umano offerto come vittima agli dei), per quanto rari, erano diffusi in quasi tutte le civiltà più antiche. Il dio Baal viene spesso presentato, nella tradizione ebraica, come un dio crudele, avido di sangue, ma non sappiamo quanto ciò corrisponda alla realtà storica e quanto invece sia frutto di propaganda.

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Viva Verdi

strava che la morte era ormai vicina e inevitabile. Nessun antidoto sarebbe più stato efficace, tanto a fondo era penetrato il veleno. Prima di morire, però, la schiava divenuta per breve tempo regina voleva riconciliarsi con la donna che per tanti anni aveva chiamato sorella. Si avvicinò quindi a Fenena e, con le ultime forze, le chiese perdono. Poi chiamò accanto a sé Nabucco e gli rivelò che Fenena e Ismaele si amavano. “Sei... tu... la loro... speranza...” balbettò. “Non... de... lu... der... li!” E con queste parole morì. Nabucco congiunse le mani dei due innamorati, rendendoli marito e moglie e sancendo così l’unità dei due popoli un tempo nemici.

Nabucco nella realtà storica Nabucodonosor II fu re di Babilonia dal 605 al 562 a.C. Al contrario di quanto si racconta nell’opera di Verdi, il re non era di stirpe assira, anzi: suo padre Nabopolassar aveva combattuto contro gli assiri, ormai in piena decadenza, per poter fondare il Secondo impero babilonese. Nabucodonosor fu un sovrano guerriero, e la sua fama è dovuta innanzitutto alla conquista di Gerusalemme. Egli aveva stretto un’alleanza col re di Giuda (uno dei due regni in cui era diviso il popolo di Israele), rendendolo di fatto suo vassallo; quando quest’ultimo si ribellò, Nabucodonosor deportò parte degli abitanti e impose al suo posto Sedecia; ma anche quest’ultimo dopo qualche anno si ribellò, stringendo un’alleanza con gli egizi, e Nabucodonosor stavolta non si limitò a deportare la popolazione, ma distrusse le mura della città e il Tempio, simbolo dell’ebraismo, nel 586 a.C. Combatté anche contro gli egizi, gli hittiti, i fenici e gli arabi. Con i bottini raccolti in guerra realizzò importanti opere civili, come strade, canali, templi. La tradizione gli attribuisce la costruzione dei famosissimi giardini pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico, come regalo alla moglie Amytis. I “giardini” erano in realtà terrazze usate per studiare le stelle e stabilire così una comunicazione con gli dèi e predire il futuro. Secondo la Bibbia, Nabucodonosor si convertì all’ebraismo. La storia di questa conversione è narrata dal profeta Daniele. In precedenza, il dio a cui Nabucodonosor si ispirava era Marduk (e non Baal), re degli dèi e patrono di Babilonia. Come si vede, l’opera di Verdi modifica con molta libertà la realtà storica, inventando una parte della vicenda e cambiando numerosi dettagli, anche di notevole importanza.

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PERCORSI DI LETTURA COMPRENSIONE 1 Verifica la comprensione della vicenda rispondendo alle seguenti domande: – Chi sono i popoli in guerra all’inizio della vicenda? – Quando si sono conosciuti Fenena e Ismaele? – Qual è la colpa che fa perdere il senno a Nabucco? – Come muore Abigail? – Che cosa avviene a Fenena e Ismaele alla fine dell’opera?

ANALISI La trama 1 Indica i luoghi in cui si svolge la vicenda, completando la seguente tabella: Parte prima Parte seconda Parte terza Parte quarta 2 Quanto tempo dura la storia? Scegli la risposta corretta fra quelle proposte: □ alcune ore □ alcune settimane □ alcuni giorni □ alcuni mesi 3 Perché...? – Nabucco dichiara guerra agli ebrei? – Ismaele libera Fenena? – Zaccaria maledice Ismaele? – Abigail è gelosa di Fenena? – Nabucco ordina ai sudditi di adorarlo come un dio? – I sacerdoti di Baal organizzano il colpo di stato? – Abigail condanna a morte Fenena? – Nabucco si converte alla religione ebraica?

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PERCORSI DI LETTURA

I personaggi 4 Quali sono le caratteristiche fondamentali dei seguenti personaggi? Indicane almeno tre per ciascun personaggio: Nabucco...................................................................................................................................................................................................................... Abigail............................................................................................................................................................................................................................. Zaccaria........................................................................................................................................................................................................................ Fenena............................................................................................................................................................................................................................ Ismaele........................................................................................................................................................................................................................... 5 Avrai notato che molti personaggi dell’opera sono complessi: in loro vi sono infatti elementi positivi ed altri negativi. Completa la seguente tabella: Personaggio Nabucco Zaccaria Abigail

Elementi positivi

Elementi negativi

I temi 6 Il tema principale dell’opera è □ il potere □ l’amore

□ la religione

7 All’ambizione di Nabucco e di Abigail si oppone □ la fede religiosa di Zaccaria □ l’amore tra Fenena e Ismaele □ l’atteggiamento sottomesso degli ebrei

LINGUA E STILE 1 Spiega con l’aiuto di un buon dizionario il significato dei seguenti termini, usati nel testo: imbrattato: ............................................................................................................... empio: ....................................................................................................................... profanare: ................................................................................................................ rinfocolare: .............................................................................................................. sancire: ......................................................................................................................

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Macbeth

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Giuseppe Verdi e il suo tempo

La vita   La giovinezza Giuseppe Verdi nacque il 10 ottobre 1813 a Le Roncole, una frazione di Busseto, piccolo comune in provincia di Parma. I genitori, di origine contadina, avevano una piccola osteria e alternavano la gestione del locale con il lavoro nei campi e in filanda. La famiglia non era povera, ma non poteva certo dirsi benestante. La prima formazione musicale del piccolo Giuseppe fu dovuta all’organista del paese, un certo Pietro Baistrocchi, che gli fece da maestro gratuitamente, commosso dalla buona volontà e dalle doti del ragazzo. In seguito Verdi fu aiutato da un commerciante, Antonio Barezzi, grande appassionato di musica, che gli fornì i soldi necessari per proseguire gli studi più seriamente. Verdi imparò così i primi rudimenti della composizione e scrisse pezzi per organo, per banda e anche una ouverture (introduzione) al Barbiere di Siviglia di Rossini che venne eseguita nel teatro di Busseto quando aveva appena quindici anni.

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A Milano Nel 1832, grazie all’aiuto di Barezzi, Verdi andò a Milano. Tentò l’ammissione al Conservatorio, per studiare pianoforte, ma fu respinto: era ormai adulto e la sua impostazione era molto scorretta. Trovò invece un nuovo maestro che lavorava alla Scala e incominciò così a frequentare il più importante teatro d’opera del mondo. Nel 1836 sposò Margherita, figlia del Barezzi, e nel 1839 riuscì finalmente a far rappresentare alla Scala la sua prima opera, intitolata Oberto, Conte di San Bonifacio. L’opera piacque al pubblico e la Scala commissionò al compositore una seconda opera, di carattere comico: Un giorno di regno. Questa seconda opera andò in scena il 5 settembre 1840 e fu un disastro: la rappresentazione si concluse tra i fischi e il lavoro non fu mai più messo in scena. Verdi, del resto, aveva dovuto scrivere un’opera comica in condizioni personali tragiche, in preda allo sconforto e alla solitudine: i due figli avuti da Margherita erano morti a poca distanza uno dall’altro e Margherita stessa l’aveva lasciato vedovo nel giugno del 1840. Deluso e amareggiato, Verdi decise di rinunciare alla carriera di compositore. Ma il suocero e protettore Barezzi gli propose un nuovo soggetto, ispirato alla Bibbia, e gli mise in mano il libretto di Nabucco. Narrano le leggende che Verdi mise da parte il libretto senza neanche guardarlo, ma una sera quello cadde e si aprì proprio alla pagina del Va’, pensiero. Verdi rimase colpito da quelle parole, andò a letto e non riuscì a prendere sonno, alla fine si alzò e scrisse la musica del famoso coro. E dopo il coro scrisse tutta l’opera, che andò in scena


alla Scala con un successo trionfale, facendo di Verdi il più importante operista italiano della sua generazione.   Gli “anni di galera” e il Risorgimento Nabucco aveva fornito a Verdi l’occasione per conoscere Giuseppina Strepponi, la cantante che divenne la sua seconda moglie. Ma per confermare le proprie doti di operista, Verdi dovette lavorare duramente: in otto anni, dal 1843 al 1850, scrisse ben 13 opere. Il compositore chiamò questo lungo periodo “gli anni di galera”, cioè di lavori forzati e di impegni massacranti. Fra le opere di questo periodo, alcune sono oggi quasi dimenticate, ma altre, come Ernani, Macbeth, Luisa Miller, sono dei veri e propri capolavori. Nel complesso, comunque, Verdi non rivela in queste opere una concezione originale del melodramma: egli si ispira piuttosto all’operista più importante dell’epoca, Gaetano Donizetti, e rivela la sua forza di compositore soprattutto nei cori che esprimono i grandi sentimenti e nelle arie che rivelano la psicologia dei personaggi. Intanto, Verdi partecipava al movimento risorgimentale che avrebbe condotto all’unità d’Italia. Nel 1848, quando sembrò che la rivoluzione dovesse trionfare, il nome di Verdi venne usato dai patrioti come una sigla: il motto “Viva VERDI” significava infatti “Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia”.   La “trilogia popolare” All’inizio degli anni Cinquanta, Verdi mise in scena tre opere che sono considerate i capolavori della prima parte della sua carriera: Rigoletto, Il trovatore e La traviata. Queste tre opere costituiscono la cosiddetta “trilogia popolare”.

In esse, Verdi compie delle scelte originali, che si allontanano decisamente dalla tradizione. Per esempio, in Rigoletto il protagonista è un buffone di corte, gobbo e incattivito – oggi diremmo un “emarginato”; ed emarginati sono anche Manrico, protagonista del Trovatore, che è uno zingaro, e Violetta, la protagonista della Traviata, una ragazza costretta a vivere facendosi mantenere dai suoi ricchi amanti. Verdi rompe le convenzioni del suo tempo anche sul piano musicale. Per esempio, in Rigoletto non c’è un solo duetto fra i due innamorati (Gilda e il duca di Mantova) e il pezzo più impegnativo, dal punto di vista musicale e psicologico, è un quartetto. Nella Traviata, il primo atto non si conclude (come sempre accadeva) con un pezzo d’insieme, ma con un lungo monologo della protagonista, che lasciò stupefatti i primi ascoltatori e che oggi invece è considerato uno dei vertici del melodramma ottocentesco.   La maturità Con la “trilogia popolare”, Verdi si impose non solo in Italia ma anche all’estero nei più importanti teatri d’Europa. A Parigi, in particolare, Verdi venne chiamato a curare l’allestimento delle sue opere e a scriverne di nuove. Il melodramma francese presentava alcune differenze rispetto a quello italiano. La principale differenza era la presenza all’interno dell’opera di balletti e di grandi scene di massa, corali, spettacolari, in verità poco adatte all’ispirazione sempre più intima che era emersa nelle ultime opere di Verdi. Verdi scrisse in francese I vespri siciliani, Gerusalemme (rifacimento dei Lombardi alla prima crociata) e Don Carlo. In generale, le

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versioni italiane ebbero più successo di quelle francesi, e sono oggi le più rappresentate. Ma l’esperienza a Parigi fu utilissima a Verdi, sia per stabilire contatti con altri teatri (in particolare a Londra), sia per conoscere direttamente le opere dei musicisti stranieri.   La polemica con Wagner Fra costoro, bisogna ricordare il tedesco Richard Wagner, che proponeva opere molto innovative. Le sue opere si ispiravano prevalentemente agli antichi miti germanici, alle leggende e all’epica medievale di Parsifal, di Sigfrido, delle valchirie... Ma la loro principale novità era di tipo musicale. Wagner trovava insopportabile che l’orchestra fosse visibile agli spettatori e che, accanto a Sigfrido in costume medievale, ci fossero i violinisti col frac e il papillon. L’illusione, sosteneva Wagner, doveva essere completa, per cui l’orchestra doveva suonare sotto al palcoscenico, nel cosiddetto “golfo mistico”. Inoltre Wagner non amava la distinzione fra recitativi e arie, cioè fra momenti in cui i personaggi agivano e momenti in cui la melodia prendeva il sopravvento. Secondo Wagner, gli atti dell’opera non dovevano essere spezzati al loro interno in momenti distinti, ma costituire un insieme unitario. Di fronte a queste novità, che Wagner propagandava con grande abilità, le opere di Verdi potevano apparire tradizionali.   I nuovi capolavori Pur essendo criticato da più parti, accusato di conservatorismo e di nazionalismo (perché difendeva la tradizione italiana contro le innovazioni tedesche), Verdi rimase fedele alle sue idee. Il che non gli impedì di scrivere, negli anni Cinquanta e Sessanta, opere molto

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innovative come Simon Boccanegra, Un ballo in maschera, La forza del destino e il già ricordato Don Carlo. In queste opere Verdi approfondisce lo studio della psicologia dei personaggi, mescola spesso elementi tragici e comici (prima del tutto assenti o quasi) e adotta uno stile di composizione sempre più libero, in cui le melodie tendono a diventare meno orecchiabili e le scene si fanno più articolate e complesse. L’orchestra, che in precedenza si limitava ad accompagnare i cantanti, spesso diventa protagonista e aiuta l’ascoltatore a comprendere ciò che le parole non riescono a dire – i sottintesi, i segreti, i doppi sensi... Si tratta di opere meno popolari delle precedenti, perché è difficile trovare in esse dei pezzi brevi e orecchiabili. Non tutte ebbero successo immediato, ma dimostrano l’attenzione con cui Verdi (che aveva ormai più tempo e più mezzi a sua disposizione) studiava le opere altrui e tentava di cambiare insieme ai gusti del suo pubblico.   Serenità privata e impegni pubblici Intanto, nel 1859 Verdi aveva sposato Giuseppina Strepponi e si era ritirato in una villa a Sant’Agata, poco lontano dal suo paese natale. Qui, da vero gentiluomo di campagna, alternava l’attività di musicista con quella di coltivatore, occupandosi di irrigazioni, allevamento di cavalli, pioppeti, produzione di vini. Anche in questi campi era nello stesso tempo cauto, fedele alle tradizioni contadine, e aperto alle innovazioni (è famoso per esempio il suo entusiasmo nei confronti dei cachi, introdotti in Italia alla fine degli anni Ottanta e subito da lui apprezzati). Nel 1861, Verdi ricevette l’invito a diventare senatore del Regno. Dopo qualche esitazione,


accettò. La sua attività di senatore fu però poco significativa, anche perché il parlamento italiano aveva scarsa importanza: la politica era fatta dal governo e dal re. La fama di Verdi gli attirò comunque non solo onori e soddisfazioni: i giovani intellettuali, i cosiddetti “scapigliati” che si riunivano a Milano, lo accusavano di sentimentalismo, di tradizionalismo, di chiusura alle novità provenienti dalla Francia e dalla Germania. Fra gli scapigliati c’era un giovane scrittore e musicista, di nome Arrigo Boito, che qualche anno più tardi si sarebbe scusato per quel giudizio frettoloso e sarebbe diventato il più importante collaboratore del vecchio compositore.   La vecchiaia Nel 1871 Verdi rappresentò al Cairo quella che pensava sarebbe stata la sua ultima opera: Aida. Ambientata in un antico Egitto di fantasia, Aida era stata commissionata a Verdi due anni prima, per l’inaugurazione del Canale di Suez. La storia, che finisce tragicamente, sintetizza i grandi temi di Verdi e in particolare il conflitto tra l’amore, che nasce liberamente fra due individui, e il contesto storico in cui essi vivono, che pone ostacoli insormontabili (Aida e Radamès appartengono a due popoli nemici). Dopo Aida, Verdi si ritirò ufficialmente e si dedicò alle sue amate coltivazioni. In realtà, continuava a studiare e a comporre. Nel 1873 nacque il Quartetto per archi in mi minore, nel 1874 terminò la Messa di requiem, che venne eseguita nel primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni (scrittore amatissimo

da Verdi) ed è considerata il capolavoro della musica sacra italiana dell’Ottocento.   Gli ultimi capolavori e la morte A interrompere il silenzio operistico di Verdi fu proprio Boito, ammiratore di Wagner e delle sue innovazioni. Boito chiese all’editore di Verdi, Giulio Ricordi, di presentarlo al vecchio maestro e riuscì a riconciliarsi con lui. Dopo la collaborazione per la nuova edizione di Simon Boccanegra (1881), il giovane un bel giorno si presentò a Sant’Agata con il progetto per una nuova opera, tratta da una delle più famose tragedie di Shakespeare, Otello. Verdi (come spesso gli capitava) prima disse di no, poi ci ripensò, rimase affascinato dall’idea di Boito (iniziare l’opera non con il matrimonio fra Otello e Desdemona, ma con una spaventosa tempesta e una grande vittoria militare) e riprese a lavorare. Nacquero così gli ultimi due capolavori di Verdi, Otello (1887) appunto e Falstaff (1893). Verdi aveva esattamente ottant’anni ed era un mito vivente. Nel 1897 rimase vedovo di Giuseppina, nel 1899 fondò a Milano la Casa di riposo per musicisti. Molti anni prima, nel 1867, insieme a Giuseppina aveva accolto in casa la piccola Filomena, figlia di un parente povero, che era rimasta orfana. A lei (oltre che alla Casa di riposo) finì l’immensa eredità alla morte del maestro, avvenuta a Milano il 27 gennaio 1901 dopo alcuni giorni di malattia. Verdi aveva lasciato scritto che voleva funerali semplici, all’alba o al tramonto. Ma più di centomila persone seguirono la sua bara in perfetto silenzio, fino alla Casa di riposo dove è tuttora sepolto.

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Le opere Titolo Questo è l’elenco completo delle 28 opere composte da Verdi per oltre un cinquantennio, con l’anno della prima esecuzione (in alcuni casi la data è doppia perché Verdi intervenne sulla prima stesura: la seconda data si riferisce alla versione definitiva).   Opere giovanili Oberto, Conte di San Bonifacio (1839) Un giorno di regno (1840) Nabucco (1842)   Anni di galera I Lombardi alla prima crociata (1843) Ernani (1844) I due Foscari (1844) Giovanna d’Arco (1845) Alzira (1845) Attila (1846) Macbeth (1847 - 1865) I masnadieri (1847) Gerusalemme (1847)

La Casa di riposo per musicisti a Milano.

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Il corsaro (1848) La battaglia di Legnano (1849) Luisa Miller (1849) Stiffelio (1850)   Trilogia popolare Rigoletto (1851) Il trovatore (1853) La traviata (1853)   Opere della maturità I vespri siciliani (1855) Simon Boccanegra (1857 - 1881) Aroldo (1857) Un ballo in maschera (1859) La forza del destino (1862) Don Carlo (1867 - 1884)   Ultimi capolavori Aida (1871) Otello (1887) Falstaff (1893)


Indice dei brani del CD audio I brani del CD audio hanno valore come documenti; per l’ascolto delle opere integrali si rimanda alle principali edizioni musicali in commercio.

Nabucco

La traviata

Ernani

13. Un dì, felice, eterea 4’00’’

1. Va’, pensiero, sull’ali dorate 4’40’’ 2. Ernani!... Ernani, involami 2’30’’ 3. Lo vedremo, veglio audace 2’30’’

Macbeth

4. Vieni, t’affretta 3’10’’ 5. Si colmi il calice 1’30’’

Rigoletto

6. Cortigiani, vil razza dannata 4’30’’ 7. Sì,vendetta,tremendavendetta 2’15’’ 8. La donna è mobile 2’20’’

12. Libiam, ne’ lieti calici 3’30’’

14. Parigi, o cara 4’10’’

I vespri siciliani

15. Mercè, dilette amiche 3’50’’

Aida

16. Celeste Aida 3’10’’ 17. O terra, addio; addio, valle di pianti 4’30’’

Otello

18. Credo in un dio crudel 4’20’’

9. Bella figlia dell’amore 4’15’’

19. Ave Maria 4’45’’

Il trovatore

Falstaff

11. Di quella pira 3’20’’

21. Tutto nel mondo è burla 3’00’’

10. Stride la vampa 2’40’’

20. Quand’ero paggio 0’30’’

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I GRANDI CLASSICI Alessandro Manzoni I Promessi Sposi Riduzione e adattamento a cura di Alberto Cristofori ISBN 978-88-468-3066-1 Dante Alighieri La Divina Commedia Riduzione e adattamento a cura di Alberto Cristofori ISBN 978-88-468-3068-5

Riduzione e adattamento a cura di Maria Catia Sampaolesi ISBN 978-88-468-3075-3 Oscar Wilde Il fantasma di Canterville A cura di Anna Pellizzi ISBN 978-88-468-3069-2 Jerome K. Jerome Storie di fantasmi per il dopocena A cura di Anna Pellizzi ISBN 978-88-468-3067-8

La storia di Odisseo Riduzione e adattamento a cura di Alessandro Mazzaferro ISBN 978-88-468-3074-6

Robert Louis Stevenson Dottor Jekyll e Mister Hyde A cura di Anna Pellizzi ISBN 978-88-468-3131-6

Enea, un eroe venuto da lontano Riduzione e adattamento a cura di Maristella Maggi ISBN 978-88-468-3071-5

Charles Dickens Il canto di Natale A cura di Anna Pellizzi ISBN 978-88-468-3132-3

F. Eliza Hodgson Burnett Il giardino segreto A cura di Anna Pellizzi ISBN 978-88-468-3073-9

Giovanni Verga Rosso Malpelo e altre novelle A cura di Moreno Giannattasio ISBN 978-88-468-3135-4

Amori, duelli e magie L’epica medievale A cura di Alberto Cristofori ISBN 978-88-468-3127-9

ORA E POI Giorgio Di Vita Onde – Uomini in viaggio alla ricerca di mondi migliori ISBN 978-88-468-3072-2

Mary Shelley Frankenstein A cura di Marco Giuliani ISBN 978-88-468-3128-6 Bram Stoker Dracula Riduzione e adattamento a cura di Maria Catia Sampaolesi ISBN 978-88-468-3130-9 Giovanni Boccaccio Decameron Riduzione e adattamento a cura di Alessandro Mazzaferro ISBN 978-88-468-3129-3 RACCONTI D’AUTORE A. Conan Doyle Le avventure di Sherlock Holmes

Giorgio Di Vita Alya e Dirar ISBN 978-88-468-3133-0 Maristella Maggi Quando si aprirono le porte ISBN 978-88-468-3124-8 NON SOLO LETTERE Marina Carpineti Un occhio nello spazio ISBN 978-88-468-3070-8 Lara Corvatta Una missione speciale ISBN 978-88-468-3126-2 Paolo Ercolini Il valzer del bosco ISBN 978-88-468-3134-7


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