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n’autentica rivincita del tango argentino quella del 17 dicembre scorso a Piazza San Pietro davanti a un divertito Papa Francesco, di cui si festeggiava il settantottesimo compleanno. Così in una giornata di tiepido sole invernale una danza, nata nei “barrios” di Buenos Aires e considerata a lungo amorale e sconveniente, riceveva la sua più solenne consacrazione nell’abbraccio marmoreo del colonnato berniniano. Tutto a distanza di un secolo, cioè da quel 30 gennaio 1914, in cui la Nunziatura Pontificia annunciava con rammarico l’infondatezza delle voci secondo le quali Papa Pio X nel suo appartamento si sarebbe fatto dare un saggio di quella “barbara danza rioplatense” da una giovane coppia patrizia. Era una smentita obbligata di fronte a una realtà diversa: “un successo immediato, clamoroso, un furore, una mania, una pazzia, una popolarità sconfinata: tutto il mondo intangato in un momento. Il parossismo. Nessuna danza ha mai avuto una così fulminea e così vasta celebrità”. Potrebbe essere una pagina del “Corriere” di oggi sugli oltre tremila “tangueros” convenuti a Roma ad “abbracciare” il Papa, ma la cronaca del quotidiano milanese porta la data dell’8 febbraio 1914. Il tono trionfalistico lascia trasparire una sottile vena ironica, perché le classi elevate, nonostante il dilagare del tango a Parigi e in Europa, continuavano a guardare con diffidenza ad un fenomeno nato e cresciuto in luoghi spesso di dubbia fama. E se Sasha Cagen, autrice di Quirky Alone. A Manifesto for Uncompromising Romantics (Harper San Francisco, 2004), sfoggia un articolo come “Tangasmo vs. Orgasmo, il Tango è meglio del sesso?”, in cui si parla di oxitocine ed endorfine al lavoro nell’abbraccio, qualche sospetto, seppure completamente fuorviante e sbagliato, parrebbe lecito coltivarlo. In realtà il “tangasmo” è altra cosa, nel tangasmo non c’è climax, è un insieme di sensazioni, “un momento di totale connessione associato ad un pieno piacere corporeo, in cui si perde ogni nozione di tempo e di spazio, lo spegnere il cervello, il danzare su una nuvola rosa, quasi una pratica spirituale, in definitiva qualcosa di meglio anche del sesso. Il sesso non ha limiti, non ha struttura, non ha un tempo definito. Nel tango si ballano quattro brani. Fatto questo, un sorriso, un grazie e un arrivederci”. E allora visto che San Valentino è ormai alle porte, sottraendoci al perentorio dilemma della scrittrice americana, perché non suggerire alle coppie meno improvvisate una felice convivenza e coniugazione dell’uno e dell’altro elemento? Se il tango è una molteplicità di ingredienti – passione, sensualità, nostalgia e melanconia – vediamo di scegliere innanzi tutto la sua essenza, che è il mettere l’accento più sul sentire che sul pensare. Con una teoria di note in sottofondo che da musicali potrebbe farsi intensamente affettive. Noi di “El Tanguero” faremo come al solito la nostra parte confidando di essere raggiunti dallo stato di grazia indotto dall’ormone dell’abbraccio e da molto altro ancora. Pier Paolo Pedriali
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El Tanguero Anno VI n° 16 Marzo-Maggio 2015 Rivista periodica trimestrale di cultura tanguera rioplatense a cura dell’Associazione TangoJazz Scaricabile online Abbonamento “Gold Collection” tutti i 17 numeri €35 sul sito www.eltanguero.it Editore Associazione TangoJazz Direttore editoriale Andrea De Dominicis Direttore artistico Helga Corpora Direttore responsabile Pier Paolo Pedriali Grafica e impaginazione Montag Frazier gianfrancodefelice2012@gmail.com Redazione redazione@eltanguero.it Pubblicità e abbonamenti info@eltanguero.it +39.348.2915008 +39.328.4830095 Collaboratori Paolino Fierro Mario Abbati Memè Zuleika Fusco Cecilia Signorelli Stampa Poligrafica Srl Via Friuli 29, Dalmine (BG) Reg. al Tribunale di L’Aquila n° 6/2010 del 21/07/2010 Iscrizione al ROC n° 20287 del 08/11/10
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/eltangueroII Con il patrocinio della Ambasciata Argentina Con il patrocinio della Ambasciata dell’Uruguay
Indice il mondo del tango Maestri di tango
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Leopoldo Federico
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Maja Petrovic e Marko Miljevic
A tu per tu… DJ di tango: Massimo Maugeri Organizzatori: Marcela Guevara e Stefano Giudice
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I direttori del “Tanguero”
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Helga Corpora e Andrea De Dominicis
tango arts È “tango couture” con…
Angela Facchini
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curiosando News & Pillole
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Moda di tago o tango di moda?
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Tu che tango balli?
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Tangueri impossibili
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Psicotango
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Recensioni
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Gioia la tanguera lucertola Un luogo magico che si chiama tango
tango agenda pag 42 Festivalmap Milonghe, eventi, scuole pag 44/47
Maja Petrovic e Marko Miljevic Il tango giovane che fa sognare!
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ilmaestri mondo del tango di tango
È
proprio vero, il mondo del tango è un mondo in continuo movimento con scosse di assestamento, piogge di meteore impazzite, continenti che spariscono mentre altri, bellissimi, affiorano dal nulla come la coppia che vogliamo farvi conoscere in questo numero, due giovanissimi ragazzi di Zagabria: Maja Petrovic e Marko Miljevic. Maja e Marko, due ballerini che stanno conquistando l’Europa.
“Le emozioni che trasmettiamo quando balliamo non sono solo frutto di un momento magico del ballo, ma frutto del sentimento che ci lega.”
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Raccontateci il vostro incontro con il tango. Come vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti ballando. Marko ha iniziato a ballare nel 2002, con la sua fidanzata di allora. Erano un gruppo di gente, senza maestri, che studiavano con le videocassette. Io arrivai due anni dopo, da sola. Nel 2008 iniziammo a insegnare presso le scuole dei nostri amici a Zagabria. Solo dall’anno scorso viviamo del tango. Quali sono i vostri idoli? Con chi avete studiato? I nostri primi maestri sono stati Noelia Hurtado e Pablo Rodríguez con cui abbiamo studiato tutte le volte che venivano in Croazia, in seguito anche con Federico Naveira e Inés Muzzopappa, Bruno Tombari e Mariangeles Camaño. Quando Noelia e Pablo smisero di ballare insieme iniziammo a seguire la nuova coppia Noelia Hurtado e Carlitos Espinoza. Ci ispiriamo tanto a loro. Cosa vi piace in particolare di loro e in cosa vi differenziate? Quello che ci piace di più è l’attenzione che hanno verso la musica, la comunicazione della coppia attraverso l’abbraccio e la dinamica con la quale ballano. Il loro tango ha un nuovo modo di interpretare la musica, con molta precisione e chiarezza. Allo stesso tempo introducono la “parità” nella coppia: la donna ha più libertà nel ballo, un ruolo più attivo che non si limita solo a seguire. Anche noi utilizziamo la stessa idea, però sicuramente una cosa in particolar modo ci differenzia: noi non siamo argentini (disgraziatamente o fortunatamente). Non siamo cresciuti con il tango, non abbiamo avuto la stessa opportunità e possibilità di apprenderlo e ballarlo. Questo ci fa sicuramente avere un punto di vista differente rispetto alla didattica e all’apprendimento. Un’altra cosa che ci differenzia è che noi siamo coppia anche nella vita. Le emozioni che trasmettiamo quando balliamo non sono solo frutto di “un momento magico“ del ballo, ma frutto del sentimento che ci lega. Questo si vede durante le lezioni e soprattutto durante le esibizioni, dove il pubblico si emoziona insieme a noi . Cosa contraddistingue il vostro tango? Ci piace ballare abbracciati, tutto quello che vogliamo fare lo vogliamo fare senza perdere la connessione dell’abbraccio. Per noi è la cosa più bella del tango e ci piace esplorarla. Non crediamo che ci siano, ne le sentiamo, limitazioni ballando senza
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rompere l’abbraccio, balliamo con la stessa energia e dinamica di un abbraccio “aperto”, possiamo fare gli stessi passi. Per noi l’abbraccio si adatta al movimento e soprattutto ci serve e lo utilizziamo per comunicare tra di noi. Questa comunicazione è molto più che marcare e seguire, è chiedere e rispondere, è una conversazione tra uguali. Così come ci interessa sentirci bene e comodi nell’abbraccio facciamo attenzione alla qualità e all’estetica del movimento. In poche parole cerchiamo di stare bene e vederci bene. Altra cosa importantissima è la musica, tutto il movimento dipende da quella, ogni passo dipende dalla musica. Quindi l’abbraccio per voi è fondamentale per ballare un bel tango… Si, per noi si, è la cosa più importante. È il mezzo di connessione e comunicazione tra la coppia, si può capire tanto del ballerino/a attraverso il suo abbraccio. È la cosa che rende il tango il ballo più bello, intimo e intenso, che lo contraddistingue da altri balli, almeno per noi. Festival, maratone e raduni. In cosa si differenziano e cosa preferite? Mhhh che domanda! Questo è sicuramente un argomento che oggi fa molto scalpore e su cui ci sono opinioni diverse. Dalla nostra esperienza nei festival normalmente si incontra un pubblico più ampio, dai principianti ai ballerini professionisti. È un pubblico più interessato a studiare, a godere delle esibizioni, o di un orchestra dal vivo. Sono aperti a tutti e non ci vogliono “requisiti speciali” per partecipare. In quest’ultimo aspetto si differenziano sicuramente dalle maratone o dai raduni che al contrario hanno un numero limitato di partecipanti ed è necessaria la registrazione per partecipare, a volte anche sei mesi prima! Inoltre si “scelgono” i partecipanti in modo da creare un livello più omogeneo, diciamo forse eventi più esclusivi. Un pubblico poi che vuole solo porre la propria energia nel ballo e si dedica solo a ballare, ballare e ballare! La differenza tra maratona e raduno sta invece nelle “regole”, più rigorose sicuramente nei raduni. Per esempio l’obbligo dell’invito con mirada e cabeceo, uomini e donne sono seduti separati, tendenzialmente non si ballano due tandas di seguito con la stessa persona, etc… Le maratone sono un po’ più rilassate, e prestano meno attenzione a questi dettagli. Noi sinceramente ci divertiamo ovunque, non importa come si classica l’evento, importano gli amici, la musica e la buena onda.
“Per noi l’abbraccio si adatta al movimento e soprattutto ci serve e lo utilizziamo per comunicare tra di noi.”
Foto: Claudia Paoli 11
positori, direttori di orchestre, parolieri, musicisti e cantanti di tango hanno radici italiane, risulta chiaro come mai si balla bene in Italia. Qual è il vostro sogno nel cassetto? Marko sogna di saper fare perfettamente profumate medialunas (i croissantes di Buenos Aires) e di eseguire perfettamente gli “enrosques”. Maja sogna di avere un grande armadio pieno di vestiti e di conoscere a memoria tutti i fraseggi del piano dei tanghi di D´Arienzo e Biagi. Insieme sogniamo di viaggiare fuori l’Europa e conoscere altri continenti. Esibirci a Buenos Aires è un altro sogno nel cassetto. Ringraziamo Maja e Marko per la simpatica e preziosa intervista e gli diamo appuntamento all’International L’Aquila Tango Festival & Marathon dal 29 maggio al 2 giugno 2015, dove avremo il piacere di poterli apprezzare dal vivo! Helga e Andrea
Foto: Chris & Silke Schmitz
Qual è il segreto per diventare bravi ballerini? Bisogna conoscere e rispettare la musica, il proprio corpo, il corpo dell’altro ballerino e bisogna rispettare gli altri ballerini in pista. Prestare massima attenzione e lavorare sui dettagli che a prima vista non sembrano importanti. Avere pazienza e persistere nell’obiettivo e ballare, ballare e ballare… Se alla fine nulla funziona, venite a studiare con Maja e Marko! Secondo voi il tango in Italia a che livello è rispetto all’Europa? A noi piace molto come si balla in Italia! (che risposta ovvia no?) Gli italiani hanno la cultura della musica e del ballo, non solo del tango e questo si vede durante le lezioni. La gente non ha paura di abbracciarsi e si muove con libertà e comodità. Inoltre è un popolo allegro a cui si vede che piace ballare! Molti festival, maratone o DJ che più piacciono sono italiani. E se pensiamo che molti com-
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Foto: Chris & Silke Schmitz
“Bisogna conoscere e rispettare la musica, il proprio corpo, il corpo dell’altro ballerino e bisogna rispettare gli altri ballerini in pista.�
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il mondo del tango
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Leopoldo Federico El tango es mi vida misma
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l 28 Dicembre 2014, è morto Leopoldo Federico, una delle massime figure del tango, aveva 87 anni. Ne ha dato notizia la “Asociación Argentina de Intérpretes” (AADI), di cui il Maestro era presidente. Col bandoneón, compagno di una vita, quasi parte del suo corpo, ha suonato con le più grandi orchestre, da Di Sarli a Piazzolla, da Salgán a Mariano Mores, oltre ad aver brillato di luce propria per più di 50 anni con la sua orchestra. Nella maggior parte dei casi quando scrivo di un Maestro di tango, mi impelago nella ricerca bibliografica di fonti, che spesso risultano contradditorie e controverse, tanto che certe volte pare di raccontare una leggenda piuttosto che un fatto storico. Con Federico questo non succede, perché la sua storia la racconta lui stesso nelle decine di interviste rilasciate nel corso di 50 anni di carriera, tutte gelosamente catalogate e conservate dall’AADI. È un piacere sentirlo raccontare delle sue origini, dei suoi amici e delle sue esperienze e mi si è aperto il cuore quando, in una recente intervista contenuta nel DVD Tango y Origen di Pedro Chemes (che fortunatamente posseggo…) sostiene che l’unico vero motivo del suo successo è stato un colpo di fortuna. Proverò quindi a raccontarvi queste interviste un po’ come fa la RAI che manda per radio il racconto per “non vedenti” di alcune trasmissioni televisive. Vi racconterò di un uomo mite e umile che con grande rispetto e semplicità parla di tango così come un prete spiega il Nuovo Testamento ovvero a parabole. Immaginatelo raccontare queste cose nella sua casa, in pantofole, con la camicia aperta per il caldo e gli occhiali spessi di sempre, seduto su una sedia di legno. Sugli scaffali della libreria, traboccanti di premi, ci sono molte foto con gli amici dell’ambiente del tango, quello del ’40, ma sono molte di più le foto con i suoi nipoti e pronipoti. Ha rappresentato la storia vivente del tango, soprattutto dagli anni ’50 ad oggi, ha fatto parte di una élite costituita da ben pochi artisti. Egli testimonia il vecchio e l’avanguardia, e la sua carriera sintetizza quasi tutte le correnti quelle tradizionali e le evoluzioniste. Ma soprattutto per il suo virtuosismo nell’interpretare il bandoneon, strappandosi le dita in ogni nota, Leopoldo Federico è uno dei musicisti iconici e fondanti il 2x4 in Argentina. E non possiamo che annuire quando afferma: “Il tango è la mia vita stessa”.
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Nella nostalgica Buenos Aires della metà degli anni ‘30, nel quartiere Once, Federico ebbe un primo contatto con chi sarebbe stato il compagno di una vita: il bandoneon. Suo zio, che viveva in casa sua, senza quasi rendersi conto, lo introdusse alla musica rioplatense quando entrambi si sedevano per ascoltare la radio El Mundo e Belgrano. “Mi raccontava delle orchestre, e io non sapevo e non ne capivo niente, né tantomeno mi passava per la mente comprendere quella strana musica, avevo solo 10 anni”, ricorda Leopoldo. Mentre i giorni passavano, quelle melodie rimanevano nella mente del giovane ed ogni volta migliorava la sua capacità di riconoscere le orchestre tanto da poter identificare la “personalità che i musicisti davano al bandoneon”. Non passò molto tempo fino a quando iniziò a prendere lezioni di musica con un insegnante amico di suo padre. “Ho iniziato con la teoria musicale e poi mi comprarono un bandoneon. Immediatamente mi entusiasmai per lo strumento”, ricorda. Suo zio fu di vitale importanza per i suoi inizi: “Non so perché ho studiato bandoneon, perché mi piaceva oppure per farlo contento”, dice sorridendo e bevendo un sorso d’acqua. Leopoldo ricorda con nostalgia quei tempi, quando, a soli 17 anni gli dicevano “gordo” o “pibe”. Ini-
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ziò la sua carriera professionale, favorito da un periodo in cui la società stava respirando tango. Nella Avenida Corrientes, tra Callao ed il Bajo, i locali si riempivano di persone in cerca di milongas. Fin dai suoi inizi suonò nei cabaret, almeno in quelli in cui riusciva ad entrare vista la sua corporatura robusta, poiché non erano ammessi minori, racconta allegramente, poi cominciò la sua vertiginosa carriera suonando con maestri del calibro di Alfredo Gobbi, Victor D’Amario e Osmar Maderna. In seguito si unì all’orchestra di Mariano Mores, Hector Stamponi, Carlos Di Sarli, Lucio Demare, Horacio Salgán e Atilio Stampone. “Sono andato lentamente, ho cambiato molto spesso orchestra e da tutti imparato qualcosa”, ricorda e umilmente, dice: “Sono stato fortunato.” Eccolo il colpo di fortuna di cui parlavamo prima: vivere in una società che respirava tango e collaborare con i più grandi di quel periodo. A meno di 30 anni, nel 1955, Leopoldo fu chiamato da Astor Piazzolla per sostituire Roberto Pansera in una delle formazioni più rivoluzionarie della storia del tango: l’Octeto Buenos Aires. Uno dei suoi sogni si era avverato, perché per Federico il miglior bandoneonista era Piazzolla. “Il sommo interprete” lo definì. Poi, con la sua orchestra accompagnerà
Julio Sosa, fino alla sua morte nel 1964, e in quel periodo raggiunse la fama e il riconoscimento su larga scala. “Dopo Julio Sosa ho preso il grande volo”, ammette. Fu proprio in quel periodo che con la sua orchestra viaggiò in tutto il mondo. Tempo dopo forma un trio con il pianista Osvaldo Berlingieri ed il contrabbassista Fernando Cabarcos, noto come Trio Federico-Berlingieri-Cabarcos. Quando Federico diventa nostalgico orienta lo sguardo verso il soffitto. Si nota che gli manca quel passato lontano nel tempo, ma così vivido nella sua memoria. Non ha paura di affermare “ciò che era meglio prima” e comincia a pensare. Tanti ricordi gli vengono in mente, prova a descrivere quello che significava la sua vita in quei decenni dal 1940 al 1970, i luoghi dove visse, gli odori di quei posti dove sentiva di tango di Buenos Aires, lontano da ogni moda straniera. Ricorda con gioia quei tempi in cui l’unico rumore udito nella notte di Buenos Aires era il bandoneon suonato da quei Maestri. “Ho tutto come un ricordo, come il più bello, ma che non ritornerà mai più,” si lamenta con voce innocente e confessa: “Mi manca quando la gente fischiettava il tango per le strade”. “Il Tango è la mia stessa vita, non trovo altre parole per definirlo. È amore, è espressione. I testi sono poesie, che parlano delle verità di quel tempo. E il bandoneon è un’estensione dell’anima, il mio cuore, la verità è che ho la fortuna di vivere la musica e mi piace quello che faccio”.
Semmai qualcosa ha contraddistinto la brillante carriera di Federico è stato l’impeto nel momento in cui suonava. “Le note sono scritte, ma devono essere interpretate con sentimento” afferma e riconosce che non basta la tecnica per suonare uno strumento “la tecnica è meccanica, i concertisti sono macchine per fare le note, ma a me abbagliano quelli che giocano con emozione”. Ci sono cose nel tango non scritte e non dette, che cambiano tra una prova e l’altra. “Ma poiché noi musicisti siamo sciatti, non le correggiamo. È proprio lì che sta l’interpretazione”. Sebbene Leopoldo sia ricordato come artista che ha combinato virtuosismo e passione, se è necessario definire il tuo stile si rifiuta di parlare di se stesso e preferisce nominare Pedro Laurenz o Pedro Maffia come due riferimenti di tango che possedevano entrambe le abilità. Anche se è difficile da credere, il bandoneon di Leopoldo resta tutto il giorno in un angolo quasi abbandonato. “Ho la pessima abitudine di non suonare, io sono pigro. Quando da giovane studiavo lo strumento ero malato, stavo lì per ore e ore. I problemi fisici sono l’ostacolo principale per fare quello che uno vuole. Nonostante i dolori acuti, quando sono sul palco a suonare, cancello tutto della mente; Mi concentro tanto e lascio tutto da parte, non mi importa se fa male dopo”. Leopoldo, dice tutto ciò con uno sguardo sornione, consapevole dei lunghi anni ormai passati, e di quanto i tempi siano cambiati. Sostiene, infatti,
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che il tango prima era migliore solo come fonte di lavoro. I musicisti erano incoraggiati a fare grandi orchestre. Oggi molti musicisti per quanto siano migliori tecnicamente di quelli del passato sono costretti ad elemosinare la loro arte, data la crisi dell’industria discografica. Per quanto siano bravi non riescono a vivere di musica e tutto ciò fa male all’intero sistema. Tra i numerosi premi che ricevette ci sono il premio Gardel ed il Grammy latino, per due volte. Fu anche dichiarato cittadino illustre della Città di Buenos Aires nel 2002. Quando, accompagnato da sua moglie Norma, ricevette due anni fa il premio Senador D.F. Sarmiento che la Camera alta concede “a persone fisiche o giuridiche che migliorino la qualità di vita degli abitanti e della sua comunità”, riassunse la sua identità ed il suo atteggiamento di fronte alla vita: “Non dico se lo merito o non lo merito. La verità è che sono sempre stato al fianco di gente che mi ha insegnato tanto. Ho sempre avuto la fortuna che mi si avverassero i sogni: suonare con Horacio Salgán è stato un regalo del destino, Astor Piazzolla è “l’insuperabile”, mi ricordo che con Julio Sosa volevamo ricominciare tutto dal principio per tornare a rifare le stesse cose.” Paolino Fierro, Salon Baires Napoli
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curiosando news & pillole Balada para mi muerte Moriré en Buenos Aires, será de madrugada, guardaré mansamente las cosas de vivir, mi pequeña poesía de adioses y de balas, mi tabaco, mi tango, mi puñado de esplín. Me pondré por los hombros, de abrigo, toda el alba, mi penúltimo whisky quedará sin beber, llegará, tangamente, mi muerte enamorada, yo estaré muerto, en punto, cuando sean las seis. Morirò a Buenos Aires, sarà all’alba, riporrò dolcemente le cose della vita, la mia piccola poesia di addii e di pallottole,il mio tabacco, il mio tango, la mia manciata di spleen. Metterò sulle spalle, come cappotto, tutta l’alba, il mio penultimo whisky resterà non bevuto, arriverà, tangamente, la mia morte innamorata, io sarò morto, in punto, quando saranno le sei. Nei versi di Balada para mi muerte Horacio Ferrer, l’ultimo grande poeta del tango, aveva già previsto e raccontato il suo addio al mondo. Se n’è andato il 21 dicembre scorso a Buenos Aires all’età di ottantuno anni. Era nato nel 1933 a Montevideo dove visse fino al 1960 anno in cui si trasferisce a Buenos Aires e pubblica il suo primo saggio El tango: su historia y evolución. La potenza musicale ed il sottile ermetismo dei suoi testi, non sfugge a Piazzolla, che dal lato suo aveva già rivoluzionato la sintassi del tango, dal punto di vista melodico, armonico, strutturale e persino timbrico. Tutti questi elementi convergono palesemente nella prima collaborazione tra i due, un sogno che Ferrer e Piazzola realizzano nel 1968 con l’opera Maria de Buenos Aires, mettendo in atto nel tango, un pensiero poetico e musicale assolutamente inaudito. Da allora il catalogo dei due artisti avrebbe collezionato una settantina di lavori, che vanno dal breve respiro della forma canzone, come nel caso della celebre Balada para un loco a quello più articolato che oltre a Maria de Buenos Aires, è stato sperimentato in El pueblo joven e che Ferrer ha ulteriormente intrapreso con “l’Oratorio Carlos Gardel”, la cui musica è firmata da un altro illustre tanguero quale è il pianista Horacio Salgan. Fu fondatore e presidente della Academia Nacional del Tango della Repubblica Argentina e delle corrispondenti sedi nel mondo. Nel 2009 esce in Italia Loca ella y loco yo (Edizioni Liberodiscrivere), prima antologia di sue poesie tradotte in italiano e nello stesso anno gli è conferito il Premio Tenco. Tra gli artisti di casa nostra Milva, Mina, Modugno e l’attrice Edmonda Aldini hanno interpretato brani del suo repertorio. Anche noi di El Tanguero lo avevamo conosciuto, per fortuna, e avevamo goduto della sua meravigliosa voce. Una fortuna e un onore che conserveremo nel cuore.
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“Mañana a todo canyengue”… Scrive così nel suo ultimo post sul un social network, datato 31 gennaio. Una settimana dopo ci lascia Martha Antòn, indiscussa regina del Tango Canyengue; Martha ha iniziato la sua carriera di ballerina in giovanissima età, frequentando l’accademia di danza classica del Teatro Colón di Buenos Aires. Diventa assistente del grande maestro Antonio Todaro, con cui insegna in tre delle sue accademie a Buenos Aires. Su di lui dice “Affinai ottanta orecchie e spalancai ventimila paia di occhi per capire il più possibile. Lui sapeva tutto. Ebbi la sensazione di essere risvegliata, di spalancare una porta su un nuovo mondo”. Nel suo cuore c’è stato soprattutto il canyengue che per Martha era l’essenza pura del tango, quello delle origini. Ha vissuto per ballarlo ed insegnarlo. “Quando mi appresto a fare lezione – disse in un intervista fatta circa 10 anni fa – elimino quello che mi circonda, dono me stessa. Se ballare il tango è come fare l’amore, insegnare è trasmettere il proprio bagaglio ed ottenere che gli allevi assorbano come spugne e a loro volta non lo dimentichino e testimonino la continuità”. Si è esibita in innumerevoli contesti, insieme a Manuel Salvadór, conosciuto come “el Gallego Manolo”, accompagnata da musicisti del calibro di Nelly Omar, Beba Pugliese e Mariano Mores. Ha partecipato come ballerina al film “Evita” di Alan Parker. Consigliamo a tutti di vedere un loro video, di respirare quell’armonia e quella semplicità che vi farà esclamare “che bel tango!”.
La “Viruta” compie 20 anni! Un passaggio quasi obbligato per i tangueri che sbarcano a Buenos Aires! La Viruta, la milonga “notturna” di Buenos Aires compie 20 anni! Un bellissimo record se pensiamo che in Italia le milonghe aprono e chiudono nel giro, a volte, di pochi mesi! Era il 1994 quando Cecilia Troncoso e Luis Solanas, ai quali si è aggiunto in seguito Horacio Godoy, decisero di aprire un nuovo spazio per ballare, più rivoluzionario e meno tradizionale. Oggi la Viruta, aperta dal mercoledì alla domenica dalle due del pomeriggio alle sei del mattino seguente, è sicuramente la milonga di Buenos Aires più conosciuta e frequentata nel mondo, dove si incontrano giovani, meno giovani, vecchi milongueri, ballerini di fama internazionale, tutti insieme in pista per ballare.
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Un lungo weekend di tango e montagna, buon cibo e ottimo vino! Una quarta edizione di cui già parlano tutti. Un successo scritto sulla scia delle edizioni passate quello del prossimo International L’Aquila Tango Festival & Marathon che si svolgerà a L’Aquila dal prossimo 29 maggio al 2 giugno. Tantissime ore di tango, lezioni e risate in compagnia di tanti amici vi aspettano! Quattro le coppie di artisti invitate: Neri Piliu e Yanina Quiñones, Fausto Carpino e Stephanie Fesneau, la coppia new entry Maja Petrovic e Marko Miljevic e infine Osvaldo e Graciela che terranno, per i più curiosi, un seminario di Canyengue. E chi vorrà ballare a tutte le ore lo potrà fare grazie ai favolosi Dj che ci accompagneranno dal pomeriggio fino all’alba con le note dei tanghi più belli: Mauro Berardi (Italia), Analia La Rubia (Argentina), Alexandra Kotelnitskaya (Ucraina), Andrea Dedò (Italia), Sergio Chiavarini (Italia), Laura Iaru (Romania), Nico La Nenna (Italia) e Paola di Bari (Italia). Il tutto dentro alla stupenda cornice dell’Hotel Fiordigigli, alla base del Gran Sasso una delle vette più affascinanti d’Italia! Escursioni, passeggiate, coccole alla spa ed esperienze culinarie per i palati più raffinati accompagneranno i centinaia di tangueri che arriveranno per l’evento. Fatti coinvolgere anche tu… Tutte le info su www.laquilatangofestival.com
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Ladies & Gentlemen vi presentiamo i direttori de:
Helga Corpora e Andrea De Dominicis
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irettori della rivista El tanguero (cioè di questa che state leggendo!), ballerini, maestri e direttori dell’Accademia Istinto Tango a L’Aquila e Avezzano, organizzatori dell’International L’Aquila Tango Festival & Marathon 29 maggio – 2 giugno 2015… anche noi avevamo voglia di essere intervistati, ma essendo noi stessi di solito gli intervistatori e non potendo fare altrimenti ci divertiamo intervistandoci a vicenda e raccontandovi un po di noi. Andiamo per ordine. Visto che la leggete ormai da più di 4 anni, vi riveliamo come nasce il progetto della rivista El tanguero. H.: Nel nostro primo viaggio a Buenos Aires, a feb-
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braio 2010, rimanemmo molto colpiti dalle tante riviste di tango, a distribuzione gratuita, che si trovavano nelle milonghe. E mi ricordo che al ritorno la valigia pesava tantissimo perché le prendemmo tutte, cercando anche numeri vecchi direttamente nelle redazioni. Non potevamo credere di avere riportato a casa un patrimonio per noi preziosissimo. Durante quel soggiorno le riviste furono il nostro vademecum, sceglievamo lezioni, pratiche e milonghe. Rientrati in Italia, Andrea inizia a pensare che potremmo realizzarla anche noi una rivista, una sorta di guida tanguera con informazioni, articoli e curiosità. Per me era un progetto troppo grande e inimmaginabile. Mi ha torturata giornal-
mente per tre mesi per convincermi e alla fine mi prese per stanchezza. Passammo tutta l’estate a lavorare e a presentare il progetto a maestri, gestori di milonghe, proprietari di negozi tangueri. A quel tempo già la nostra vita era stata assorbita dal tango, avevamo abbandonato i nostri lavori (io facevo l’architetto, Andrea il musicista) e avevamo aperto la nostra scuola e la “Milonga di Camila” a L’Aquila ma non eravamo molto conosciuti. Sarà stata la luce dei nostri occhi quando illustravamo il progetto, sarà stata la voglia di realizzare un progetto importante, saranno stati i nostri sorrisi euforici quando chiedevamo “Vuoi uno spazio pubblicitario nella nostra bellissima rivista?” che hanno fatto si che tante persone ci hanno creduto come noi, e a ottobre 2010 è uscito il numero ZERO. Da lì in poi è stato un crescendo di idee, collaborazioni, richieste, conoscenze. Abbiamo conosciuto e intervistato tantissimi maestri di tango, tantissimi vecchi milongueri e da loro, dai loro racconti abbiamo imparato tanto, emozionandoci ogni volta. Andrea adesso tocca a te, presentaci ai nostri lettori, a chi non ci conosce. Racconta il nostro amore incondizionato per il tango dove ci ha portato. A.: Una cosa che dico sempre ai ragazzi alle prime lezioni di tango è: “Ragazzi il tango è un tunnel senza via di uscita, siete ancora in tempo per scappare, perché una volta che ne sarete dentro, il tango vi cambierà la vita…”; e per noi è stato proprio così. Si inizia con le prime lezioni, poi vai a ballare e ti accorgi che ne vuoi sempre di più fino a ritrovarti in milonga sette giorni su sette, inizi a pianificare i viaggi solo nei posti dove si balla, la tua vita inizia a ruotare intorno ad un nuovo centro, il tango. Quattro anni fa, quasi per gioco abbiamo iniziato ad insegnare, mai avremmo pensato di arrivare così lontano. Chi avrebbe immaginato di realizzare una rivista specializzata a livello nazionale, un festival internazionale di successo, la milonga di Camila stabilmente da ormai 6 anni, e dopo anni di insegnamento aprire finalmente la nostra Accademia di tango che con soddisfazione ha superato abbondantemente quest’anno il centinaio di iscritti! Insegnare per noi è una cosa bellissima, adoriamo trasferire ai ragazzi tutto il nostro bagaglio di studi ed esperienze accumulate negli anni, ed è bellissimo vederli crescere, con le loro curiosità, le loro paure e la loro voglia di imparare ed andare avanti. E quante soddisfazioni che ci danno quando vanno a ballare in trasferta. La cosa più bella è ricevere i complimenti per i nostri allievi, è una cosa che ci inorgoglisce incredibilmente.
Ma anche ballare ci piace, è diventato ormai un elemento vitale, come bere e mangiare. Abbiamo bisogno di ballare in milonga è una cosa di cui proprio non possiamo fare a meno, e ci piace molto anche lavorare fuori, fare esibizioni e stage. Negli ultimi due anni devo dire che abbiamo avuto molte soddisfazioni, ci siamo esibiti in diversi festival in Italia ed in Europa, ci chiamano sempre più spesso, e questo per noi è il termometro che stiamo facendo bene, che siamo sulla strada giusta. Arrivare ballando al cuore della gente, a questo pensiamo quando balliamo. Quando vediamo un’esibizione, al di là dei tecnicismi, vogliamo che ci rimanga qualcosa, una sensazione un’emozione… E quando balliamo cerchiamo di fare lo stesso, cerchiamo di trasmettere le nostre emozioni. Un’emozione forte è stata sicuramente ballare sul palco dell’Ariston di Sanremo, è stato un bel traguardo e di questo dobbiamo ringraziare Neri Piliu e Yanina Quiñones per averci preso come ballerini nella loro Tango Rouge Company. Nel prossimo futuro ci aspettano diversi festival come artisti ospiti e forse un nuovo progetto di cui però ancora non possiamo parlare… e poi a brevissimo il nostro festival… Dal 29 maggio al 2 giugno 2015 si svolgerà infatti la 4° edizione dell’International L’Aquila tango Festival & Marathon, ci fa piacere raccontarvi come e perché nasce un progetto del genere, cosa c’è dietro l’organizzazione e quanto ci divertiamo a farlo! H.: Come mi piace questa intervista! Ah ah ah! In realtà L’Aquila aveva già un suo festival, l’ultima edizione è stata nel 2008. Purtroppo qualche mese dopo l’organizzatore, nonché colui che mi ha fatto scoprire e innamorare di questo mondo stupendo, Maurizio “El Tano” ci ha lasciati prematuramente e con lui anche il festival. Un giorno riordinando vecchie carte mi finisce tra le mani un volantino dell’ultimo festival, in un attimo ci ho pensato, in un attimo l’ho proposto ad Andrea (che più pazzo di me in meno di un attimo mi disse si) e il giorno dopo stavamo già lavorando alla prima edizione, dedicata a Maurizio “El Tano”, come tutte quelle successive, era il 2012. Sono state tutte edizioni bellissime le prime tre, con artisti veramente di alto calibro, con bravissimi dj e con tangueri da tutto il mondo, ma la prima edizione è quella che ricordo con più emozione, è stata sicuramente la più faticosa ma difficilmente la dimenticherò. Al nostro fianco per la riuscita di un simile evento alcuni dei nostri allievi prontamente trasformati in uno staff efficientissimo e super allegro di cui tutti si ricordano e che in molti ci invidiano.
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È bello lavorare con la propria passione, è ancora più bello lavorare con degli amici. Anche quest’anno al nostro fianco i nostri allievi/ amici ad aiutarci entusiasti in questa bellissima edizione che adesso vi racconto. Intanto la location, strepitosa. Già testata lo scorso hanno ha riscosso tantissimo successo. Siamo ad Assergi, a pochi km da L’Aquila, alla base della funivia del Gran Sasso. Un clima così pulito sfido qualunque festival ad averlo! Vi assicuro che passeggiare dopo pranzo e godere di quei paesaggi mozzafiato è veramente bellissimo. Vi racconto il cast artisti: con noi dalla prima edizione Neri Piliu e Yanina Quiñones, artisti ormai di fama internazionale e ripeto sempre persone eccezionali, al loro fianco abbiamo riconfermato i bravissimi Fausto Carpino e Stephanie Fesneau, e proponiamo la nuova coppia di giovani ballerini che sta stregando tutta l’Europa: Maja Petrovic e Marko Miljevic, su di loro avrete sicuramente letto l’intervista che gli abbiamo fatto in questo numero. A loro tre si aggiunge una quarta coppia di argentini, Osvaldo e Graciela che ci proporranno un seminario e un esibizione di canyengue. Possibilità di studio per tutti i gusti e anche tante ore di ballo visto che lo si potrà fare a tutte le ore, nelle milonghe pomeridiane e in quelle serali. È stata nostra cura scegliere alcuni tra i più bravi e famosi dj del mondo per farci ballare, sognare e divertire. Se pensate anche al fatto che in Abruzzo si mangia benissimo e che la chiusura del festival avverrà in cima al Gran Sasso con una milonga pomeridiana ad alta quota direi che anche le ciliegine sulla torta sono state messe!
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A.: Basta adesso non possiamo raccontarvi tutto altrimenti vi sveliamo tutti i segreti e non restano le sorprese, che ci piace conservare e farvi trovare quando ci verrete a trovare a L’Aquila una città bellissima che pulserà in ogni suo luogo dei battiti del tango. Sul sito tutte le informazioni: www.laquilatangofestival.com Forse ci siamo dilungati un po’, ma alla fine ci leggete da tanto tempo, e seppur molti di voi ci conoscono, ci faceva piacere far conoscere anche agli altri lettori chi e cosa c’è dietro queste pagine. Il grosso lavoro e impegno che per amore del tango ci ha spinti ad arrivare a questo numero SEDICI. La crisi però accompagnata dal boom dei social network ha colpito profondamente la rivista che non prendendo finanziamenti ma vivendo solo di pubblicità non riesce ad andare avanti, almeno per adesso. Il nostro non è un addio, ma un arrivederci a tempi più floridi. El Tanguero non morirà mai, resterà nelle case di chi lo possiede, nei nostri cuori e in quelli di chi ci ha creduto e sostenuto fino ad oggi. Grazie a tutti gli amici, maestri, scuole, gestori, stilisti, negozi che ci hanno permesso di realizzare il nostro pazzo sogno. Grazie ai nostri collaboratori che hanno scritto spinti dalla nostra stessa passione. Il vostro aiuto e supporto è stato fondamentale. E infine, il nostro Grazie più grande va a voi lettori che ci avete seguito e letto numero dopo numero. Siete stati davvero tantissimi. Grazie di cuore. A presto, speriamo. Helga e Andrea
Moda di tango o tango di moda?
Riflessioni di una milonguera, tanguera, ballerina… chiamatemi come vi pare, io ballo tango.
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’è un che di estremamente seducente nel look dei ballerini. Sarà l’eco sudamericano. Sarà l’eleganza. Fatto sta che nel tango l’abito fa il monaco. Eccome: le scarpe femminili devono avere il tacco e il cinturino alla caviglia, perché esaltano le gambe. Mai senza scollature: attirano gli sguardi. Il rosso fa passione. Il nero, mistero. E poi rose e paillettes, trucco e chignon. C’è chi opta per uno stile rétro, combinando abiti avvitati e gonne con le frange, chi preferisce un look classico, con toni più sobri e gonne al ginocchio, o quello più “easy” preferisce i pantaloni al vestito. Lo chiamano modatango il mercato della moda “tanguera”. Non sono solo abiti: sono il passaporto per una nuova identità. Quando cambiano vestito, i ballerini mutano atteggiamento, personalità. Se le donne nella vita indossano jeans, qui si presentano con abitini corti, attillati, tacchi, make up. Si trasformano, diventano feline. Perché il lato seduttivo è fondamentale. Mentre gli uomini con i gilet, cravattini, giacche e capelli impomatati, giocano a fare Casanova. (da L’Espresso, agosto 2012) Ma mi chiedo il tango ha veramente bisogno di questo per esistere? Perché le milongas sono sempre più affollate di lustrini e paillettes e di uomini pettinati con la bava di lumaca? Anche io amo le paillettes, infatti a volte le metto anche per andare a fare la spesa, ma non credo che tutte le donne che incontro in milonga le utilizzino come simbolo di vita quotidiana! Ripenso ai miei esordi, un bel po di anni fa. Tutto più semplice, era tutto più normale, era sentimento ed educazione, era rispetto e non era moda. Almeno così sembrava. Tutte le sere avevo voglia di ballare, an-
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davo in milonga e comunque mi divertivo. Il mio sorriso al ritorno, la mia faccia serena sul cuscino, il risveglio il giorno dopo in un mondo ovattato ne erano la prova. E gli uomini bravi non avevano per forza il pantalone gessato, indossavano anche i jeans e non era necessario il doppio petto. Che poi quelli con il “doppio petto” stanno quasi sempre seduti… ma allora mi chiedo: se si è così intercalati nella parte da “tanguero”, corpo e abito, come si a ballare una, massimo due tandas in tutta la sera? Certo il doppio petto si stropiccia (non ci avevo pensato) ma non dovrebbe essere più forte la voglia di ballare di fronte questo tremendo dramma? Questa cosa non l’ho mai capita. Mi è capitato di andare molte volte a Buenos Aires e sinceramente doppio petto e paillettes si vedono solo in caso di esibizione. Esibizione non esibizionismo. Ecco centrato il punto della mia riflessione. Forse la moda nel tango o ballare tango per moda è un modo per sfogare il proprio desiderio narcisistico di essere guardati? Haim Burstin nel suo libro “Il Tango ritrovato” scriveva che l’esibizionismo è sicuramente uno dei “rischi patologici” del tango, ad ogni livello, principiante o professionista. Si, forse siamo un pò tutti esibizionisti, in un mondo dove è più facile prendersi cura di un corpo da mostrare che prendersi cura del sentire e del sentirsi reciprocamente. Ma allora mi chiedo: quanti di quelli che lo ballano sono veramente innamorati del tango? Quanti lo vivono e non lo eseguono soltanto? Io non ho sicuramente la risposta, non detengo nemmeno lo scettro della verità, sto solo condividendo riflessioni e punti interrogativi. Non voglio sicuramente istigare la gente ad andare in milonga trasandata per non indossare doppio petto e paillettes, penso che le giuste vie di mezzo siano sempre le soluzioni migliori ma quello che vorrei arrivasse dalle mie riflessioni è il trasferimento di attenzione. Quando ci abbracciamo si sente chi fa del tango un rubinetto dell’anima e chi volteggia per appagamento personale. Lo sente l’uomo e lo sente la donna. È questo quello su cui ci dovremmo concentrare un po’ di più, ritrovare il valore vero del tango, vivere le emozioni più intense e reali lasciando che il contorno resti contorno. Chiudiamo gli occhi allora, abbracciamoci e facciamo luccicare il nostro cuore e non i nostri vestiti o i nostri capelli. La nostra anima ci ringrazierà. Helga Corpora 29
Tu che tango balli?
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ono molti anni oramai che ballo, che visito milonghe ed eventi in giro per il mondo, per lavoro o semplicemente per puro divertimento, e seppur ad intervalli di tempo variabili, prima o poi mi tocca ascoltare la stessa domanda… Tu che tango balli? Balli milonguero? Balli salon? Balli nuevo? Ed ogni volta, come fosse la prima volta rimango basito e domando a mia volta a me stesso: possibile mai che in tanti anni non hai ancora trovato una risposta intelligente a questa domanda? Poi mi chiedo, ma cosa vorrà sapere da me? Se l’abbraccerò o meno? Se le farò fare 3000 figure o solo qualche passettino? Se siamo anime gemelle? Inutile continuare a farsi troppe domande, rispon-
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do sorridendo che io ballo semplicemente tango, l’abbraccio ed iniziamo a ballare. Solitamente bastano cinque secondi di musica per capire il perché di quella domanda… Sento il peso del suo corpo tutto addosso al mio, cavolo mi dico, sembrava una donna magra ma come fa a pesare così? Certo il suo abbraccio è piacevolmente avvolgente, ma… ma deve avere un problema forse con le scarpe, come mai non riesco a farle fare in nessun modo un pivot? Ecco cosa voleva sapere, se anch’io facessi parte della casta di quegli uomini devoti al trasporto coatto di donne in milonga! Oppure possiamo avere l’altra variante completamente opposta: Provo a proporle un abbraccio degno di questo nome, si avvicina a me ma non più di tanto. Ok
mi dico, forse è timida o non mi conosce e vuol capire se può fidarsi di me, inizio a ballare, pian piano si rilasserà e mi abbraccerà. Asse perfetto non c’è che dire, ma possibile che nessuno le abbia mai detto che le ginocchia si chiamano articolazioni perché qualche volta si possono flettere? E perché mi spinge nelle braccia con tanta forza? Ops, adorno, adorno, adorno… in una battuta di Di Sarli è riuscita ad infilare 12 adorni, mi viene il dubbio che non stiamo ascoltando la stessa musica. E anche questa volta ho capito cosa voleva sapere con la sua domanda preliminare, sta cercando sicuramente un partner per partecipare ai mondiali! Eppure su questo argomento la mia mente spesso torna, non mi salterebbe in mente mai di chiedere ad una persona se è bella oppure simpatica. Ma allora perché la gente lo chiede? La bellezza e la simpatia, seppur avendo una componente oggettiva, sono comunque soggette al gusto personale, e soprattutto sono qualità che vanno scoperte. Non c’è solo bellezza estetica come non sono simpatici solo i pagliacci. Ma allora perché a priori devo decidere se godere del tango con un abbraccio intenso oppure ballarlo con eleganza e passi più divertenti e funzionali alla musica? Possibile che non si possa essere sia simpatici che belli? Una prerogativa esclude a priori l’altra? Ma poi mi ricordo di tutte le chiacchierate fatte a Buenos Aires con vecchi milongueri, che tutti dico-
no di ballare salon. Ma come sei milonguero e balli salon? Ma sei sicuro? Davvero lo stile milonguero non esisteva in passato? Veramente è solo un’invenzione recente per fare business? Ma io avevo sentito dire che era il vero tango. Ma di loro posso fidarmi, alcuni purtroppo non ci sono più, altri ancora li incontro a Buenos Aires sempre presenti in milonga da 50-60 anni. Incredibile… ma loro per me sono il tango! Allora me li immagino tutti insieme partecipare ad una ronda di campionato. Ops, no non funziona, ballano troppo diversamente tra di loro, hanno dinamiche completamente differenti, ce ne fossero poi almeno due con lo stesso abbraccio e non fanno neanche gli stessi passi! Ma come mai? Sono sempre più confuso, ma se neanche LORO possono aiutarmi a capire, come troverò la strada per il VERO tango? Vedo in lontananza una donna che mi mira, non la conosco ma ha davvero un bellissimo sguardo, mi avvicino e lei, non mi chiede nulla, mi abbraccia ed è come se ci fossimo abbracciati da una vita, sento la musica attraverso il suo corpo, sembra leggermi nella mente, ogni piccolo adorno al momento giusto, è stupefacente! Non si stacca un attimo da me eppure è una piuma, non posso crederci, sento il suo cuore battere forte… è un’emozione davvero grande e finalmente mi torna in mente perché mi sono innamorato del TANGO! Andrea De Dominicis
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curiosando tangueri impossibili Gioia la tanguera lucertola
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ra la prima volta che andavo alla Milonga dei Gabbiani. Al termine del giro di perlustrazione mi sono accostato al bar e ho incontrato Tania, una delle immancabili. Dopo i saluti di rito se n’è uscita con una strana teoria. «Per ballare il tango conta solo la mano. Se l’uomo invita con il palmo sinistro rivolto verso l’alto, la donna deve sovrapporre il palmo della mano destra rivolto verso il basso, quindi potrà ballare solo tango salón. Se invece il palmo dell’uomo è rivolto all’ingiù, la donna deve chiudere la presa col palmo all’insù, perciò ballerà milonguero.» L’ho salutata con un sorriso scettico e mi sono portato a ridosso della pista. Ho notato una ragazza che spiccava sulla media, non solo per i capelli biondi e ricci che contrastavano con la pelle nera carboncino, ma soprattutto per lo stile di ballo allo stesso tempo sensuale e frivolo. All’inizio della tanda successiva mi sono presentato al suo tavolo e l’ho invitata, lei ha incurvato la bocca in un sorriso smagliante e mi ha raggiunto col passo festoso di una ragazzina. Ho allargato il braccio sinistro col palmo rivolto verso l’alto, lei ha avvicinato il suo. Ma l’impatto non ha prodotto la sensazione che aspettavo: al posto di un organo caldo e vivo, su di me è planato un oggetto duro, privo di temperatura. Una mano artificiale. Fuori sono rimasto impassibile, dentro mi si è scatenata una tempesta tropicale su scala ridotta. Ho fatto finta di niente e sono partito con la camminata. Quell’arto inanimato mi pesava sul palmo
Foto: Laura Sabatino
by Memè
come un’incudine, non riuscivo a ingranare. Lei invece ballava che era uno spettacolo, pur non potendo concentrare la forza necessaria sulla mano destra, riusciva a proporre l’intero catalogo delle figure senza sballare di una virgola. Mentre io assistevo a una metamorfosi che odorava di magia: alla fine del primo brano la mano di plastica non la percepivo più come un corpo estraneo, a metà del secondo me l’ero scordata, dal terzo in poi l’unico segnale che captavo, musica a parte, era il battito in sintonia dei nostri cuori. Dopo averla accompagnata al suo posto, mi sono rifugiato al di là dei tavolini. La tipa coi riccioli biondi era di nuovo in pista, inesauribile, pronta a dispensare emozioni a chiunque volesse sperimentare il suo abbraccio di plastica. «Brava, eh?» una voce inattesa mi ha bussato su un fianco. «Gioia qui la conoscono tutti.» Gioia si chiamava, di nome e di fatto. «Le hanno amputato il braccio dal gomito in giù» mi ha spiegato il tipo, neanche parlasse di un’aspirina. «Molti al posto suo avrebbero smesso di ballare. Lei no, da quando la conosco non l’ho mai vista piangersi addosso. Sempre così felice.» Felice, sì – ho pensato – come lo sarebbe una lucertola con la coda mozza, sapendo che tanto gliene crescerà una nuova. Sono andato al bar per giocarmi la consumazione, un attimo prima di toccare il traguardo qualcuno mi ha afferrato per un braccio. Era Tania. «Che dici, balliamo?» Visto che era stata lei, poco prima, a illustrarmi l’ardita teoria sui palmi delle mani, ho accettato al volo. Abbiamo invaso il parquet, ci siamo sistemati uno di fronte all’altra. Gli occhi di Tania si sono concentrati sul mio braccio sinistro che penzolava nel vuoto, in attesa che le proponesse palmo all’insù o palmo all’ingiù. Ma io, a sorpresa, ho acceso quello destro e l’ho cinta nell’abbraccio. «Ma che fai!» Tania ha deformato il volto in una smorfia di dolore. «Nel tango dipende tutto dalla mano…» «Tu pensala come vuoi, Tania» invece del palmo sinistro le ho sfoderato lo stesso sorriso di Gioia. «Io stasera ballo con una mano sola. O così, o niente.»
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è Tango Couture con Angela Facchini
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l Tango Argentino è diventato sempre più popolare nel corso degli anni ed è proprio il caso di dire che dilaga la “moda” del tango! È ormai all’ordine del giorno incontrare nelle milonghe esposizioni di abiti, scarpe e accessori che “condiscono” ogni tipo di evento tanguero. Ma c’è anche chi il tango lo disegna su misura, per vederlo ballare sotto i riflettori, in attesa di ricevere gli applausi più forti.
Uno stile vivo, sofisticato e mozzafiato quello creato da Angela Facchini, creatrice del marchio Tango Couture. La incontriamo nel suo atelier romano.
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Angela, il tuo viaggio nel settore della moda comincia tanti anni fa, come sei arrivata al tango? Provengo da una famiglia di sarti, è stato un percorso naturale quello del mio approdo alla moda. Tutto è iniziato a Sydney in Australia dove i miei genitori emigrarono oltre 60 anni fa da Bari, dove lavoravo per l’alta moda. Quando mi trasferii in Italia iniziai a frequentare un corso di tango e probabilmente per deformazione professionale iniziai a pensare a degli abiti per la mia bellissima maestra Victoria. Da quel giorno non mi sono più fermata. Un effetto domino direi! Ci racconti la tua esperienza fino ad oggi? La mia più grande esperienza è la perseveranza! Se si crede veramente in qualcosa e si hanno degli obiettivi non si finisce mai di imparare e fare esperienza. Forme nuove, metodi, tecniche… tutto condito per l’amore per la moda. Ho lavorato, oltre che per l’alta moda, per il teatro, per la televisione ma sicuramente vedere ballare i miei abiti come se fossero uccelli pronti a prendere il volo è la cosa che oggi mi rende più felice. Un tempo per misurare, un tempo per sognare… come nasce un abito di tango? Ci sono alcuni elementi che ritengo fondamentali ma sicuramente la nascita di un abito dipende dalla personalità della ballerina. Mi piace conoscere la donna che porterà il mio abito, per cucirle addosso
una seconda pelle. Chiaramente poi il tipo di tessuto e il tipo di evento per quale dovrà essere indossato l’abito fanno il resto. Si dice che “l’abito non fa il monaco”, pensi che anche nel tango sia così? Nella vita di tutti i giorni penso che questo sia vero, e si, anche nel tango. Se una coppia “illumina la pista” sono certa che trasmette emozioni anche con un sacco addosso! Certo gli abiti sono il tocco finale! Stai lavorando a qualche progetto in particolare? Una collezione di abiti da tango per la milonga e alla realizzazione di capi per eventi speciali in Australia tra cui la Melbourne Cup (corsa di cavalli) nel mese di novembre. Hai un sogno nel cassetto? Chi non sognerebbe la copertina di una bella rivista di moda? Salutiamo Angela con lo sguardo ancora perso nelle stoffe meravigliose che colorano l’atelier, certi di ritornarci quanto prima! E per chi volesse ballare con un suo abito addosso potete contattarla scrivendo a angelafacchinidesigner@gmail.com oppure TangoCouture su Facebook .
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A tu per tu con... i DJ di tango Nome: Massimo Maugeri Età: 42 Temperamento: Milonguero Ricordi la tua prima serata dei DJ? Molti anni fa, al tempo delle prime milonghe clandestine a Roma. Ne organizzammo una in un centro sociale di piazza Sempione, l’ex Horus, oggi sgomberato, credo. Era il compleanno di un grande amico. Misi la musica con l’ipod dopo aver preparato la playlist per giorni e giorni, cortine comprese. Ma la playlist finì prima del tempo e iniziò l’improvvisazione e il divertimento vero. Com’è maturato il tuo approccio alla consolle da allora? È cambiato molto dal punto di visto della tranquillità e della sicurezza con cui gestisco una serata. Immagino anche sul piano dei gusti e di certe scelte musicali, ma è stata un’evoluzione talmente lenta e interiore che credo di non essermene accorto. Di certo può darsi che 8 anni fa considerassi un capolavoro un pezzo mediocre e sottovalutassi un capolavoro, ma quella è una questione di ascolto e di maturità. Alcune cose non cambiano però: continuo a piangere su certi Di Sarli con Podestà. Cosa dovrebbe fare secondo te un DJ per essere definito un bravo DJ? Dovrebbe far ballare la gente. Dovrebbe farla abbracciare, divertire. Dovrebbe provare a regalarle per qualche ora l’illusione della felicità. E poi ogni tanto, ma con molta sapienza e al momento giusto, dovrebbe provare a stupirla L’errore che un musicalizador non dovrebbe mai fare. Non dovrebbe mai ascoltare solo sé stesso ignorando i ballerini. Un po’ di narcisismo è necessario per condurre una serata, anzi è fondamentale. I dj senza personalità sono noiosi. Ma credo che l’ego debba sempre essere messo a servizio della pista. Nei momenti in cui la tua scelta coincide con quello che i ballerini stanno aspettando e vedi la pista diventare densa, allora si sta creando qualcosa di bello. Cosa cerchi di trasmettere da dietro la consolle? Bellezza. Vorrei lasciare in chi ha ballato e torna a casa dalla milonga la sensazione della bellezza. È l’unica cosa di cui tutti abbiamo bisogno. Festival, maratone o milonghe? Dove ti trovi più a tuo agio? Le maratone sono il mio elemento. Le frequento da molto tempo e continuo ad andarci con grande piacere. Dal punto di vista di chi fa la musica dividere la consolle per un intero fine settimana con altri dj è molto stimolante. E se l’energia è bella il tutto si trasforma in uno stato di grazia permanente. Anche le milonghe regolari mi piacciono molto, sono la solidità, le radici del tango piantate per terra. Ho meno confidenza con i festival, ma mi sono ripromesso di iniziare a frequentarli di più. C’è differenza nel musicalizzare in Italia o in Europa? Non più molta. Il gusto italiano ormai non è dissimile da quello europeo. Trovo che in Italia in questo momento ci sia un ottimo livello di dj, forse in media il più alto d’Europa. E questo sta influenzando anche il modo di porsi dei ballerini che sanno sempre di più cosa stanno ballando e sono giustamente sempre più esigenti e più curiosi. La sfida è molto interessante Tre orchestre che non possono mai mancare alle tue serate e perché. È un crudelissimo gioco della torre, perché per creare l’alchimia perfetta di una serata servono molte componenti. Ma se devo dirne solo tre dico Troilo, Di Sarli e D’Arienzo. Perché restano le fondamenta su cui si regge tutto il resto. Un saluto ai lettori di El Tanguero ‘Salvate il mondo, ballate Tango’. Un grande abbraccio a tutti voi. 36
A tu per tu con... gli organizzatori Nome: Marcela Guevara y Stefano Giudice Età: 38 - 42 Temperamento: Milonguero
15° edizione dell’International Torino Tango Festival. Uno dei festival più longevi d’Italia. A cosa si deve il successo della manifestazione? Fin dal primo festival curiamo personalmente tutti gli Foto: Nicolás Foong aspetti, sia artistico che organizzativi, controlliamo ogni cosa, e cerchiamo che i partecipanti possano trovare quello che cercano. A livello didattico, comodità e qualità. Rispondiamo personalmente alle mail, alle telefonate e siamo sempre noi due ad accogliere i tangueri al loro arrivo, gli consegniamo il materiale e siamo sempre in prima linea quando si tratta di risolvere piccoli problemi. Se a questo aggiungiamo che il cast artisti è formato dai migliori maestri in circolazione capite perché chi viene al festival di Torino si fida di noi e spesso si iscrivono prima ancora che escano le coppie. Cerchiamo anche stili di ballo diversi per poter accontentare tutti gli studenti. La nostra formula, divisa in pacchetti, sprona le persone a studiare con tutti i maestri in modo da approfondire diversi stili e arricchire il proprio ballo. Un festival è sempre un gran’evento a prescindere o ci sono dei fattori che lo rendono tale? Purtroppo ci sono molti festival in giro, tanti organizzatori lo fanno per ego personale o per mettersi in mostra, noi al nostro festival non siamo all’interno del corpo insegnanti, anche se quello è il nostro lavoro, perchè crediamo che per curare ogni dettaglio è importante essere sempre presenti e se ti metti a insegnare non puoi esserlo. L’edizione più bella o quella a cui siete particolarmente legati? Ogni edizione è stata favolosa, ci ha lasciato dei ricordi bellissimi e abbiamo vissuto momenti incredibili! È molto difficile scegliere un’edizione in particolare, tutte sono state molto intense e complete. La cosa più divertente dell’organizzazione? Decidere insieme il tutto, io (Marcela) sono quella che vorrebbe fare tantissimo, Stefano è quello che risponde “non possiamo, è troppo costoso” La nostra amicizia e società funziona benissimo perché viviamo e amiamo il tango della stessa forma e ci completiamo molto bene. La più fastidiosa? Cercare di fare quadrare tutti i costi ☺ 3 ragioni per venire al vostro festival Prima: Abbiamo 6 coppie tra le migliori al mondo. Seconda: Il festival di Torino si fa tutto nella stesso posto, Il Lingotto, una struttura che ha tutto, 2 alberghi NH che ospita tutti i partecipanti, dove si fanno le lezioni e al piano superiore la grandissima sala per le milonghe dove abbiamo una partecipazione a serata tra 1000 e 1400 persone. Terza: Con soli € 310 si può partecipare a tutte le attività del festival, lezioni, milongas e 3 notti di Hotel. E una quarta ragione… ci siamo noi che vi aspettiamo con un sorriso e con lo scopo di farvi vivere una delle esperienze più belle da voi vissute. 37
Un luogo magico che si chiama Tango
psicotango
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l tango ci smaschera. Ci pone nudi di fronte all’altro e a noi stessi, mettendo in evidenza chi siamo realmente, il nostro carattere, a partire dalle fragilità sino alle risorse. Emozioni e pensieri attraversano il corpo che non mente mai e il nostro modo di danzare, di gestirci nello spazio, diventa il linguaggio attraverso cui noi ci raccontiamo senza filtri, proprio perché andiamo al di là delle parole. Se infatti nella quotidianità possiamo decidere di scegliere con accuratezza le parole da pronunciare per indirizzare il senso del nostro discorso, sul corpo non potremo mai avere totale controllo. La comunicazione non verbale ha di fatto una sua autonomia rispetto alla nostra volontà. Noi mentiamo, il nostro corpo no. Nel tango quindi non si può mentire. Si può studiare, migliorare la tecnica, impegnarsi a crescere nella gestione delle energie, portare attenzione, ma il pregio di questa danza che incanta è che non ci omologa, piuttosto ci costringe ad essere autentici. Non siamo di certo noi a possedere i movimenti, ma i movimenti ad essere la manifestazione di chi siamo nella vita, mostrando all’esterno qualcosa che spesso ci affanniamo a nascondere. Se amiamo, detestiamo, siamo umili, ambiziosi, egocentrici, generosi, spaventati, insicuri o sereni… se siamo aperti, guardinghi, diffidenti, indifesi, possessivi, liberi, ansiosi o entusiasti, il nostro modo di pisar il suolo, come la nostra postura, lo rivelano crudamente al partner di ballo come a chiunque ci osservi calcare la pista. Il tango è quindi prima di tutto comunicazione… una modalità di comunicazione analogica che non ha come interlocutore solo il partner con cui balliamo, ma anche la comunità della milonga che ci guarda e condivide con noi l’esperienza. Che sia consapevole o inconscia, voluta, spontanea o rinnegata, l’energia che muove il processo comunicativo è la seduzione, ovvero la volontà di condurre l’altro a sé (dal latino se-ducere) o meglio, secon-
do l’interpretazione di A. Carotenuto, di portare l’altro in un luogo a parte (da sed-ducere). Questa seconda suggestiva ipotesi ci rimanda all’idea che sedurre sia creare uno spazio parallelo in cui incontrare come su di una piattaforma comune chi ci interessa per vivere insieme l’incanto. Nel suo libro Miti e riti della seduzione, Carotenuto scrive: “Dovunque si profili una promessa di riparazione, di appagamento, o l’illusione di una ricomposizione delle proprie tensioni, o anche dovunque si intraveda una possibilità di sentirsi più pienamente partecipi della vita, attraverso la sfida del perdersi e del ritrovarsi, lì è in atto la seduzione.” Cosa pertanto è più seduttivo del tango? La seduzione è certamente figlia del dio Eros, che permea il tango, ma che non dovrebbe essere inteso come desiderio fisico, quanto come quella forza che ci fa anelare qualcosa e muoverci alla sua ricerca, un principio divino che ci induce verso la Bellezza. Per questo non è solo questione della coppia che balla, della relazione che si crea nell’abbraccio, ma coinvolge anche chi osserva, ascolta e sente. Chi infatti vede la Bellezza manifestarsi non può che esserne sedotto. La tensione al ricongiungimento, alla ricostituzione dell’unità è storia antica come il mondo. Ne parlava Platone quando raccontava della superbia dell’ermafrodito, creatura perfetta, punita da Zeus ad essere spaccata in due proprio per ridimen-
sionare il suo ego. Da allora principio maschile e femminile separati vivono spasmodicamente il desiderio di ritrovare l’altra metà. Forse questo ci dà il tango, la sensazione di poter tornare ad essere Uno, anche solo per il limitato tempo di una tanda. E non è importante il risultato, quanto la ricerca in sé, il viaggio di auto-esplorazione che conduciamo attraverso lo studio, il rituale della milonga, l’incontro con l’altro e l’esperienza degli abbracci. Un’esperienza che ci arricchisce e dona benessere a volte, che ci desautora in altri casi. Eppure non demordiamo. Torniamo a cercare, spinti da quel pathos che il tango rivela crudamente, ma che in realtà è principio primo del vivere. Per imparare a ballare dobbiamo farci coraggio e accettarci nei nostri limiti, perché uno dei primi disagi con cui ci confrontiamo è la paura di sbagliare. Nell’anelito ad una perfezione ideale, infatti, prima di tutto scopriamo che siamo tutto fuorché perfetti, ma chi non ha coraggio di scendere in campo, accettando il “passo falso”, in realtà ha paura di vivere e spesso si arrende. Proprio al centro tra la delusione e l’entusiasmo si apre un percorso di resa al processo. Occorre un tempo perchè due differenze danzino in armonia e perché da due linguaggi nasca poesia Zuleika Fusco Counselor supervisor, tango-terapeuta
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curiosando recensioni libro • La
fisica in ballo
Che rapporto ci può essere tra la fisica e il Tango argentino?
di Giovanni Filocamo La risposta alla domanda è semplice e scontata: la scienza ci circonda in tutto quello che facciamo. Come racconta lo stesso autore si possono ritrovare semplici principi di fisica in alcune tecniche della danza, e soprattutto nel ballo di coppia. In particolare il Tango Argentino, secondo Giovanni Filocamo sembra fatto “su misura” per provare, verificare, confermare una quantità enorme di leggi fisiche e ce lo espone in questo volume ricorrendo a delle similitudini fisico-geometriche. Il volume, edito da Studio 64, è scritto con un linguaggio comprensibile a tutti, con uno stile narrativo abbastanza scorrevole che attraverso analogie e metafore tratte dalla vita di tutti i giorni, ci fa capire alcuni principi della fisica in modo divertente. Il libro è diviso idealmente in due parti: geometria e movimento. Nella prima si parlerà della postura e del rapporto con la dinamica; nella seconda parte invece potrete scoprire come nascono i movimenti del nostro corpo, per esempio come mantenere il “baricentro” della coppia o come gestire il “momento d’inerzia” di un giro. Inoltre per ogni capitolo vengono proposti semplici esperimenti o esercizi a corpo libero per “toccare con mano” quanto appena letto. Il libro è disponibile su www.liberodiscrivere.it oppure contattando direttamente l’autore all’indirizzo e-mail: contact@giovannifilocamo.com
libro • Il
Tango
Musica e danza di Marco Brunamonti
Il Tango ha dato, com’è noto, formidabili frutti anche sul versante letterario, ma il potere di seduzione della sua musica va al di là di ogni barriera linguistica, provocando la folgorazione immediata in chiunque abbia abbassato le difese dal sentimento e sia disponibile a lasciarsi docilmente invadere dalla sua febbre. Questo libro intende esplorare tutte le componenti musicali di un fenomeno culturale capace di catturare moltitudini di appassionati in ogni angolo del mondo. “D’altra parte è proprio la musica il motore da cui trae origine la danza in generale, e quindi anche il tango. Chi non conosce la musica non si spaventi, sono infatti proprio costoro i veri destinatari di questo libro. Ad essi mi rivolgo prendendoli per mano attraverso un linguaggio da tutti comprensibile e cercando di mettere in luce gli stretti legami che corrono tra il fenomeno musicale e la danza”. Questo l’obiettivo del libro raccontato dallo stesso autore nella sua introduzione dove spiega di voler fornire ai tanghero la consapevolezza di raggiungere il più alto grado possibile di armonia tra la musica ascoltata e il ballo. Il libro collocato all’interno della Collana Rumori si può trovare sul sito www.auditoriumedizioni.it 40
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milonghe ed eventi in italia
ABRUZZO L’AQUILA La milonga di Camila… Domenica 18.30 02.00 @ Movi dance, via B. Vecchioni 3, Tel. 348.2915008 MONTESILVANO (PE) Milonga Unicentro Venerdì 22.30-03.00 @ via Nilo 30, Tel. 085.4685663 MONTESILVANO (PE) Tango Club Sabato (a settimane alterne) 22.00-03.00 @ via Verrotti 61, Tel. 368.534592 PESCARA Gricel Domenica 21.00-02.00 @ Kidland, via Ravasco 7, Tel. 348.8979928 PESCARA Milonga Popolare della Tipografia Giovedì 22.00-02.30 @ Circolo Arci, via Raiale, n. 169, Tel. 328.3514207 CALABRIA REGGIO CALABRIA (San Gregorio) La milonga di Reggiotango Venerdì 21.30-01.00 @ Scuola da ballo “Nuova fata morgana”, via delle Industrie 6, Tel. 338.9853711 CASTROLIBERO (CS) Casita Calabriatango Milonga Tradicional Sabato 22.00-03.00@ contradada Motta 10, Tel. 338.4996611 CAMPANIA SALERNO La Milonga Argentina Venerdì 22.00-02.00 Corazon Al Sur @ via Petrosino 2, Tel. 3473591568 NAPOLI Salon Baires Venerdì 22.30-03.30 @ Club Majestic, via D.Padula 109, Tel. 348.2622770 NAPOLI Milonga Dominguera al Salone Margherita Domenica 21.30 @ via Verdi 5, Tel. 081.426097 NAPOLI La milonga porteña Venerdì e Sabato 22.30 @ via G. Capuozzo 52, Tel. 081.2428567 NAPOLI Milonga al Quater Venerdì 22.30-03.00@ Quater, via Diocleziano 400, Tel. 081.19570369 NAPOLI Salon Baires La Tardecita Domenica 20.00-01.30 @ Salon Baires, via G.Piscicelli, 36 (zona chiaia), Tel. 348.2622770 BATTIPAGLIA (SA) El Abrazo Sabato 22.00-02.30 @ Maminacafè, Tel. 393.388353799 NOLA (NA) 44
Milonga Bixelle Mercoledì 21.30-00.30 @ via Polveriera 131, Tel. 333.7151952 Caserta Milonga loca Mercoledì dalle 20.45-01.00 via Tanucci 35 Tel. 338.5400470 EMILIA ROMAGNA RIMINI La Maquina Tanguera Sabato o Domenica 22.00 @ via P. Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN) Tel. 334.7693051 PARMA Carmin Cafe’ Sabato 22.30 @ via Meazza 23/A Tel. 347.9658980 BOLOGNA La Fabrika del Tango Venerdì 21.30 @ via Del Colle n.1 San Lazzaro di Savena (Bo) Tel. 335.7032968 LIGURIA GENOVA Milonga Brava Sabato 22.30-03.00 @ via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539 LOMBARDIA SOLA (BG) Milonga Malena Venerdì 22.00-02.00 @ via Biagi, Tel. 340.6053315 BERGAMO Milonga de la Tarde Domenica 20.30-02.00@via Bergamo 64 ss Briantea Cumo, Tel. 389.2716121 MARCHE CASTEL DI LAMA (AP) La milonga di tango Rodoldo Domenica 21.00-01.00 @ via 232/ ma - zona industriale Campolungo Tel. 339.4868987 PESARO La casa del tango Venerdì 22.30-03.00 @ via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403 MOLISE ISERNIA Milonga Querida Sabato 22.00-02.00 @viale dei Pentri 76, Tel. 340.8803680 PIEMONTE ASTI Milonga alma y pasion Sabato 22.00-02.00 @ via al Mulino 8, Tel. 347.8890073 PUGLIA BARI La Milonga del Giovedi Giovedì 22.00-02.00 @ Reef (ex Cafè del Mar) via Alfredo Giovine 60, Tel. 333.2762572 GIOVINAZZO (BA) La Reuniòn Sabato 22.30-03.30 @ L’ancora, via Fossato 64, Tel. 333.9241820 SICILIA PALERMO Milonga de Mil Colores
Venerdì 22.00-02.30 @ via della Favorita 3 TOSCANA FIRENZE Bailongo Milonguero Martedì 21.30-00.30 @ via di Brozzi 312, Tel. 055.340166 FIRENZE La milonga del teatro Affratellamento Giovedì 21.30-01.30 @ via Orsini 73, Tel. 055.340166 FIRENZE Milonga delle Caldine Sabato 22.30-03.00 @ via Faentina 183, Tel. 055.340166 FIRENZE Buenos Aires Tango Club Domenica 21.30-01.30 @ via Vittorio Emanuele 135, Tel. 055.496670 MASSAROSA (LU) La Chandelle Domenica 19.00-02.00 @ via Casa Rossa 303, Tel. 333.7882977 FORTE DEI MARMI (LU) La Milonga del Forte (1° e 3° sabato del mese) Mercoledì 22.00-02.00 @ via G. Montauti 6, Tel. 347.6565311 PONTELUNGO (PT) Mas Tango circolo Arci 21.00-24.00 @ via Lucchese 85, Tel. 328.3119994 UMBRIA PERUGIA La Milonga di Alice Sabato 22.00-04.00@ via Alessandro Arienti 3, Tel. 340.4580573 PERUGIA Milonga del Atardecer Domenica 19.30-24.00 @ via dei mestieri 13, Tel. 348.8762534 PERUGIA Music All Domenica 21.00-00.30 @ Music Hall, via Ruggero D’Andreotto, 19 Tel. 348.7033658 - 349.3752408 TODI (PG) Milonga a Todi Sabato 21.30-03.00 @ via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307 TERNI Interamnatango Domenica 21.30-01.30 @ strada di sabbione 28b, Tel. 333.7825680 VENETO SPINEA (VE) Contatto Sabato 22.00-03.00 @ via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 SPINEA (VE) Contatto Domenica 20.00-01.00 @ via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 VILLORBA (TV) El Garufa tango club Venerdì 22.00-02.00 @ via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866
scuole di tango in italia
LAZIO Lezioni a Roma Scuola Traspiè con Marco Evola e Paola Palaia Piazza San Pancrazio, 7 Martedì 20.00 – 2° livello 21.15 – Intermedi Mercoledì c/o Via Eschilo, 85 con Silvia Tiddi e Federico Busetta 20.00 – 1° livello 21.15 – 2° livello Giovedì 20.00 – Principianti assoluti 21.15 – Avanzati Venerdì dalle 20.30 alle 23.00 Pratica www.traspie.it Scuola Tanguedia con Dario Pizzini ed Emanuela Pansera Lunedì c/o via degli Olimpionici, 7 19.30 – Intermedi 1 20.45 – Principianti assoluti 22.00 – Avanzati Martedì c/o via Angelo Battelli, 6 19.30 – Intermedi 1 20.45 – Principianti assoluti 22.00 – Avanzati Mercoledì c/o via Appia Nuov,a 665 20.15 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi 1 Domenica c/o via Appia Nuova 665 18.15 – Intermedi 2 19.40 – Avanzati www.tanguedia.net Scuola Baile de Oro con Massimo Pianelli e Elena Rojeva Martedì c/o Via dei Piani di Monte Savello, 48/b – Albano Laziale
20.30 – Principianti/ Intermedi 21.45 – Avanzati Mercoledì c/o Piazzale delle Regioni, 19 – Pomezia 20.30 – Principianti 21.45 – Intermedi Giovedì c/o Via Fratelli Wright, 47 – Ciampino 21.00 – Principianti Sabato (2° e 4° del mese) via dei Castelli Romani, 14/A – Pomezia 19.00 – Livello Unico www.bailedeoro.com Scuola di Tango con Paola Palaia e Julian Althabe Lunedì c/o via Tabbarrini, 7 20.00 – Principianti 21.00 – Intermedi Fb Paola Palaia, Fb Julian Althabe CAMPANIA Lezioni a Caserta Accademia “Trasnochando c’è” via Tanucci, 35 con Mariemma Porto e Salvatore Biondi Sergio Cortazzo e Silvia Carlino Lunedì 20.00 – Livello intermedio 21.15 – Livello avanzato Martedì 20.15 – Livello principiante Mercoledì 20.45 – Livello avanzato www.trasnochandoce.com Lezioni a Salerno Accademia Corazon al Sur di Neri Piliu e Yanina Quiñones via Nicola Petrosino, 2 Martedì 20.00 – Classe A 21.30 – Classe B Mercoledì 21.00 – Classe C Giovedì
20.30 – Principianti assoluti 22.00 – Pratica Guidata www.corazonalsurtangoclub.com ABRUZZO Lezioni a L’Aquila Accademia Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Domenica
c/o via Rocco Carabba 17
17.00 – Intermedi I/II 18.30 – Principianti Lunedì c/o via Abruzzo, 14 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi II/Avanzati www.istintotango.it Lezioni ad Avezzano (AQ) Accademia Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Martedì c/o via Tiburtina Valeria Km 111,500 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi /Avanzati www.istintotango.it LOMBARDIA Lezioni a Milano Scuola di Tango con Cecilia Signorelli Lunedì via Imbonati, 11 Milano 20.30 – Intermedi/avanzati 1 21.30 – Principianti Martedì via Bizzozzero, 3 – Cormano 20.15 – Principianti 21.15 – Lezioni di milonga per intermedi/avanzati Mercoledì via Imbonati, 11 Milano 21.00 – Tecnica femminile Giovedì c/o via R. Livatino, 8 – Melzo (Mi) 19.30 – Tango junior 20.30 – Principianti 21.30 – Intermedi/avanzati 1 www.attrazionedanza.it
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milonghe a roma
LUNEDI’ La Pulperia 22.00-02.00 via L. F. De Magistris 91 328.1249409 MARTEDI’ MILONGA DI TRASPIE’ 22.30-01.30 P.zza San Pancrazio 7 339.7627738 LA PODEROSA (a martedì alterni) 22.00-02.00 via Tiburtina 249 333.2650562 SAN SALVADOR 22.30-03.00 via dell’Oceano Atlantico 271 339.8209385 TANGOFFICINA 21.30-01.30 via Cupa 5 360.602693 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MERCOLEDI’ MILONG ART 22.00-02.00 via Placido Zurla 49b 349.2301322 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga Sin Rumbo 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 CAFETIN DE ROMA 22.30-01.30 via Bordoni 50 347.6937644 NEOLONGA LE DUE PORTE (selezioni di tango nuevo) 22.00-01.30 via de Messapi 8 347.4099140 GIOVEDI’ QUERER 22.00-02.00 P.le K. Adenauer 12 o via Ciro il Grande 348.3862271 IL GIARDINO DEL TANGO Felina Milonga 22.30-03.00 46
via degli Olimpionici 7 333.1881716 LA MILONGA DI ANGIE 21.00-02.00 via delle Conchiglie 23 Fiumicino 333.4324506 VENERDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 via di Pietralata 135 349.5629314 LA PASIONAL 22.30-03.30 via Trequanda 14 338.9506654 LA MILONGA DEI BARBARI (a venerdì alterni) 22.00-03.00 via del Campo Barbarico 80 348.7633639 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga La Gardel 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 TANGUERA 22.30-06.00 via Appia Nuova Km. 17,800 342.7719084 MILONGA MAFALDA 22.30-03.00 via Amilcare Cucchini 38 327.0206106 MALQUERIDA Milonga queer 22.30-03.00 via Macerata 9 347.8708871 SABATO MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 via di Pietralata 135 349.5629314 RECOLETA 44 22.30-02.00 via Deserto Di Gobi 44 339.4366587 CONVENTILLO c/o Arca Dancing 22.30-03.00 via degli Angeli 146 335.435473 EL ARRABAL (a sabati alterni)
22.30-03.00 via Luigi Bombicci 60 392.8481847 LA MILONGA VOLVER (a sabato alterni) 22.30-03.00 via Assisi 33 333.6449060 IL GIARDINO DEL TANGO Bien Porteña 22.30-03.00 via degli Olimpionici 7 333.1881716 MILONGA CLASSICA 22.30-03.00 via Assisi 33 346.3481823 MIO TANGO – GRICEL (2° e 4° sabato del mese) 22.00-02.30 via Filoteo Alberini 25 329.9170544 LA MIRADA 22.30-04.00 c/o Los Latinos, via della Divina Provvidenza 90 06.66411175 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 DOMENICA MILONGA DEL BARRIO 20.30-02.00 via di Pietralata 135 349.5629314 LA MILONGA MUST 17.30-23.30 via Capistrano 36 320.6496516 MILONGA GARAGE (a domeniche alterne) 17.30-22.30 via Panfilo Castaldi 28 320.4864188 TANGOFFICINA Te’ Tango 18.00-21.00 via Cupa 5 360.602693 TANGO BAR 19.00-00.30 via Macerata 9 06.70301101
milonghe a milano
LUNEDI’ BIKO Milano 22.00-02.00 @ via Ettore Ponti 40, 20143 Milano, Tel. 393.7703248 PURO TANGO, La milonga del lunes 22.30-01.00 @ via Camillo Ugoni 18, Milano Tel. 334.9540036 BOCANEGRA, the little 22.30-02.00 @ Stecca 3.0, via Castillia 26, Milano, Tel. 338.7776804 Milonga MACAO 22.00-02.00 @ viale Molise 68, Milano, Tel. 339.6819769 MARTEDI’ Hierba Buena al Sio Café 22.00-02.00 @ via Temolo 1, Tel. 333.3645823-338.9210123 Arcibellezza 22.30-01.30 @ c/o Circolo ARCI, via Bellezza 16/a, Tel. 347.2446899 MERCOLEDI’ Cafè Caribe 22.30-02.00 @ via Natale Battaglia 12, Tel. 02.312922 La Liberty di Casa Cambalache 22.30-02.00 @ l.go Marinai d’Italia 1, Tel. 335.5243176-331.8162499 GIOVEDI’ Tango al Julep 22.00-02.00 @ via Carolina Romani 2, 20091 Bresso, Tel. 328.8392425 La Tangueria di S. Vittore 22.00-01.30 @ viale Papiniano 16, Milano, Tel. 02.43319682 VENERDI’ Tangoy 22.30-02.00 @ via Monza 140, Tel. 334.5240235 Milonga La Mimada (una volta al mese) 22.00-02.00 @ c/o Circolo Cagnola, via Cesare Ajraghi 40, Tel. 389.6322508 La Liberty di Casa Cambalache 22.30-02.00 @ l.go Marinai d’Italia 1, Tel. 335.5243176-331.8162499
Che Bailarin 22.00-03.00 @ via G.Watt 5, Tel. 334.9837399 La Mariposa (a venerdì alterni) 22.00-02.00 @ c/o Oasi Club, Via Prandina 31, Tel. 338.2877110 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ via Novara 25, Castellanza (VA) Tel. 0331.632105 La Bonita 22.15-02.00 @ c/o Circolo New Fly via Martini 24, Cinisello Balsamo (MI), Tel. 02.61291332-335.1025221 Cascina Tanguera 21.30-01.30 @ via Buonarroti 40, ARCORE (MB) - Tel. 348.8651772 SABATO La Mariposa 22.00-02.00 @ c/o Oasi Club, via Prandina 31, Tel. 338.2877110 Milonga de Las Brujas 22.00-2.00 @ via Granelli 1, c/o Il Maglio, SESTO SAN GIOVANNI Tel. 339.6819769 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ via Novara 25, CASTELLANZA (VA) – Tel. 0331.632105 Milonga Pensalo Bien 22.30-03.00 @ c/o COMoUNAvez, via Parenzo 7 Milano, Tel. 329.6541562 Milonga “4 STELLE” 21.30-02.00 @ c/o Klima Hotel Milano Fiere (zona Fiera-Certosa), Tel. 389.1468380 La Cueva 21.30-02.00 @ via Granelli 1, c/o Luna Rossa, SAN GIULIANO MILANESE (Mi) Tel. 338.8595904 DOMENICA Milonga Shusheta 19.00-00.30 @ c/o Les Folies via R. Livatino 8, Z.I. - MELZO, Tel. 333.4393430 Milonga del Treno 21.30- 02.00 @ via San Gregorio 46, Tel. 02.6700479 Sentimiento Gaucho 21.30-02.00 @ c/o Principe - viale Jenner 67, Tel. 02.69018437
Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre in corso) dai diretti interessati. La redazione non è pertanto responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze.
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