“P
ur ti miro…” – canta la seducente Poppea rivolta ad un arcadico azzimato Nerone, che riprende il tema con un appassionato “Pur ti godo”, una specie di irrituale “cabeçeo” riconoscibile nella omonima “Incoronazione” monteverdiana. Quasi l’antecedente barocco della più pura tradizione argentina, che pretende uno sguardo d’intesa con il partner prima che ci si cali nell’estasi romantica di una vorticosa tanda. Non risulta che l’augusta coppia imperiale praticasse il “cabeçeo”, ma qualche cenno deve essersi manifestato anche nella celebre “domus” prima delle infauste nozze. Per quanto riguarda le milonghe pare che il codice tenda a cadere in desuetudine, vuoi per oggettive difficoltà ambientali vuoi per la sbrigatività degli inviti, sempre meno ispirati ai codici popolari dei “barrios” rioplatensi. Oggi si tende piuttosto ad una soluzione rapida e pragmatica dell’aggancio della malcapitata. È vero, qua e là si nota un “revival”, almeno nelle intenzioni degli organizzatori, di annunci che ripropongono l’intesa propedeutica degli sguardi, ma spesso continua a prevalere lo struscio circolare con
invito verbale diretto, a volte persino insistente, o il ruvido trascinamento a rimorchio della preda. Che cosa pretendere in tempi in cui è la velocità la nota dominante e più efficace? Certo è che un ritorno alle origini sarebbe auspicabile, pur temendone l’inefficacia o l’ambiguità, perché il gioco degli sguardi e dei segni si presta a mille equivoci o fraitendimenti. Così un’ irresistibile “mirada” rischia di perdersi nel tumulto di concitate milonghe, la cui nota dominante rimane un frastuono vagamente mercantile. Ma non bisogna disperare. Anche se “mirada” e “cabeçeo” finissero confinati in cenacoli nostalgici, i codici verrebbero infine preservati dall’oblio e potrebbero come la fiamma di Olimpia venire riaccesi in qualche milonga resuscitata e rivissuta nelle sue linee verginali. Nel frattempo El Tanguero continuerà da atipica vestale a custodire il fuoco della più autentica tradizione tanguera ed a riproporla nel suo spettro più largo, dalla musica al ballo, dalla letteratura al folclore. Sapendo di poter contare sulla passione e la benevola attenzione dei suoi lettori meno distratti.
Pier Paolo Pedriali
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El Tanguero Anno V n°14 Aprile-Giugno 2014 Rivista periodica trimestrale di cultura tanguera rioplatense a cura dell’Associazione TangoJazz Scaricabile online Abbonamento annuale cartaceo €20 per 4 numeri Editore Associazione TangoJazz Direttore editoriale Andrea De Dominicis Direttore artistico Helga Corpora Direttore responsabile Pier Paolo Pedriali Grafica e impaginazione Montag Frazier gianfrancodefelice2012@gmail.com Redazione redazione@eltanguero.it Pubblicità e abbonamenti info@eltanguero.it +39.348.2915008 +39.328.4830095 Collaboratori Paolino Fierro Mario Abbati Memè Vanna Gasparini Zuleika Fusco Alessia Leoni Susanne Köb Fiore Formisano Cecilia Signorelli Juan M. Lupin Stampa Poligrafica Srl Via Friuli 29, Dalmine (BG) Reg. al Tribunale di L’Aquila n°6/2010 del 21/07/2010 Iscrizione al ROC n°20287 del 08/11/10
www.eltanguero.it
Indice il mondo del tango Maestri di tango
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Fausto Carpino e Stefanie Fesneau
Il valore della milonga
pag 20
Jorge Muscia
pag 22
A tu per tu… Musicalizadores: Vivi La Falce Organizzatori: Rosanna Pieruzzini, Silverio di Scala e Mauro Arciduca
pag 34 pag 35
tango arts Horacio Ferrer
pag 26
Roberto Rufino
pag 30
Confessioni di amore per il Tango El Pibe Terremoto
curiosando News & Pillole Tangueri impossibili
pag 16
Tango, percezione ed evoluzione del sé
pag 36
Moira e altre storie
pag 38
Recensioni
pag 40
La rosa e il tango-boy
pag 29
/eltangueroII Con il patrocinio della Ambasciata Argentina Con il patrocinio della Ambasciata dell’Uruguay
tango agenda pag 42 Festivalmap Milonghe, eventi, scuole pag 44/46
ilmaestri mondo del tango di tango
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Fausto Carpino Stephanie Fesneau
La giovane coppia che sta conquistando l’Europa
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na scia fluida e solare scorre dal centro della pista ai bordi in ombra, dove file di tavolini occupati da tangueri attenti creano la giusta atmosfera. Il rimbombo degli applausi, finita la musica, avvolge tutta la sala, come un abbraccio caldo e accogliente. Durano tantissimo gli applausi per questa giovane coppia che sta conquistando l’Europa, Fausto Carpino e Stephanie Fesneau un’alchimia semplice e complessa, allegra e raffinata in un continuo scambio di accenti, di colori e di emozioni. Un vero piacere intervistarli, una coppia molto giovane ma con le idee ben chiare, un perfetto connubio italo-francese.
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“Per noi il bello del tango non è necessariamente legato alla bravura dei ballerini, ma alla voglia di ballare con il partner.â€?
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Fausto e Stephanie, due giovani talenti già sulla cresta dell’onda, a cosa è dovuto il vostro successo? F.: Che domandina, ci asteniamo dal rispondere! Scherzo, in realtà crediamo che questa domanda andrebbe fatta a chi ci segue. Da parte nostra cerchiamo solo di condividere al meglio tutto ciò che circonda il Tango: il nostro piacere di ballare, insegnare, il come ascoltiamo la musica, cosa é per noi il tango e ballare tango. Come e quando avete incontrato il tango? S: Io ballo da sempre, prima mi sfogavo in balli non di coppia e poi ho cominciato a sperimentare i balli standard. Non ero però molto convinta, in più il mio ballerino si ruppe quasi subito una gamba (non sono stata io giuro!) e rimasi senza partner. Questa occasione mi spinse a cercare un’altra potenziale vittima (intendevo dire un altro partner) per ballare rock and roll oppure salsa. Purtroppo, o per fortuna, la mia preda non voleva saperne di rock e di salsa, ma mi diede un ultimatum: o tango argentino o niente. Quindi io, sedicenne disperata, per non lasciarmi scappare quel raro esemplare di giovane maschietto disposto a ballare, mi sacrificai e provai il tango. Il destino, a volte bizzarro, fece smettere lui dopo qualche lezione (si ruppe la mandibola e giuro che neanche questa volta sono stata io!) mentre io, pazza per il tango, ho continuato tanto da ballarlo giorno e notte. F: Ballo da quando avevo 6 anni e per 12 anni ho studiato, praticato e partecipato a molte competizioni di danza sportiva (liscio, standard e latino americani). A 16 anni insieme a mia sorella, mio cognato e il fratello del mio cognato decidemmo di aprire una scuola di balli standard. Dato che allora nella nostra città mancava una disciplina come il tango argentino e mia sorella aveva da poco preso alcune lezioni, si decise, per quel poco che sapevamo, di aprire comunque un corso di tango dove tutti e 4 collaboravamo per portare avanti una classe di una disciplina nuova che in quel momento era solo secondaria per l’associazione. Durante i lavori di preparazione della scuola, a fine serata, facendo coppia insieme al fratello di mio cognato, da bravi tanguero e tanguera e viceversa, iniziammo insieme il nostro breve percorso di apprendimento unicamente a fini didattici. Con il tempo però cominciai ad affezionarmi tanto da lasciare definitivamente i balli standard e il karate (che da 11 anni facevo a livello agonistico), per dedicarmi a tempo pieno alla pratica e allo studio del tango argentino.
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Insieme dal 2011, raccontateci come vi siete conosciuti. S.: In realtà ci siamo incontrati circa 5 anni fa, entrambi vivevamo a Parigi. F.: Anche se non ci tenevamo assolutamente in considerazione, pensate che credevo proprio di starle antipatico! S.: In effetti… è vero, mi stava antipatico, ahaha troppo casinaro! F.: Diciamo che nel 2011 abbiamo iniziato a lavorare insieme, la volontà di entrambi era di separare il lavoro dai sentimenti e proprio grazie a questo motivo ci siamo trovati a praticare molte ore al giorno, partendo da zero e con obbiettivi comuni per trovare la nostra dimensione nel tango, quello che, continuiamo a fare tutt’ora. Però praticando praticando, i sentimenti si sono uniti al lavoro o sbaglio? Secondo voi è più facile lavorare quando si è coppia anche nella vita? Quali sono i pro e contro? F.: No, non sbagli. Quando abbiamo cominciato a ballare ci conoscevamo molto poco, ma con il passare del tempo e come dici tu praticando praticando, abbiamo avuto modo di conoscerci a fondo. Tra momenti belli, che ci davano speranze e certezze e momenti brutti, che ci univano sempre di più. Momenti che ci hanno reso prima molto amici e successivamente coppia. S.: Secondo noi lavorare insieme quando si e coppia anche nella vita, può risultare positivo o negativo, ma non di certo più facile. Dal lato professionale
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“La milonga è come casa vostra, se volete stare bene con i membri della famiglia, rispettate tutti, sempre!”
può risultare più produttivo e quindi positivo, poiché da situazioni simili nasce un affiatamento molto forte, cosa molto utile sia per la coppia che per il tango. Di contro si corre inevitabilmente il rischio di portarsi a casa il lavoro, togliendo così del tempo alla coppia, per continuare a discutere dei problemi irrisolti, che come risultato creano tensioni nella relazione ingigantendo ogni minimo problema. Dal lato personale è sicuramente positivo perché si ha il vantaggio di poter passare molto tempo insieme viaggiando, conoscendo il mondo e tante nuove persone e di certo non mancano occasioni per condividere momenti indimenticabili. Può risultare negativo, però, quando non sapendo organizzare bene il proprio tempo, la continua presenza del compagno/a comincia a pesare. Ognuno dovrebbe concedersi dei momenti di sana solitudine dove potersi concentrare esclusivamente su se stesso e ritagliarsi spazi da utilizzare anche con amici. In definitiva possiamo solo dire che, ci sentiamo felici e fortunati, cerchiamo di trovare sempre un punto di vista positivo, sapendo che i momenti peggiori capitano a tutti, e che, se si vuole, si fanno andare via in fretta. Cosa contraddistingue il vostro tango? F.: Credo che non sia facile spiegare cosa contraddistingue il nostro ‘’tango’’ da quello degli altri. Possiamo dire che ogni tipo di tango è personale. Noi ci concentriamo molto su una connessione continua e calma, nonostante i giochi ritmici, su dinamiche semplici ma particolari, magari non comuni, su mu-
sica e con fluidità. Ovviamente ci sono tanti ballerini che hanno le stesse priorità, in breve presumiamo che quello che ci contraddistingue è ballare come vediamo il tango, togliendo quello che per noi è superfluo e lasciando ciò che ci piace. Essendo tutti diversi, ognuno ha un modo proprio di interpretare le stesse cose, come balliamo, è il nostro modo. E il vostro modo è improvvisato o coreografato? Assolutamente improvvisato. Scegliamo i brani poco prima di esibirci, in particolare prima di farci la doccia ed andare in milonga! Fino ad ora come tango interamente coreografato ne abbiamo creato solamente uno, creato ed interpretato insieme a Claudio Forte e Barbara Carpino. Molti artisti preferiscono proporre solo coreografie in esibizione, perché considerate più “sicure”. Mentre l’improvvisazione ad alto livello come il vostro ha molti rischi, come lavorate sull’improvvisazione per un’esibizione? Qual è il vostro approccio? F.: Crediamo che la base dell’improvvisazione sia una buona comunicazione e una connessione continua tra i due. Proprio per questo la maggior parte del tempo durante i nostri allenamenti ci concentriamo su come mantenere una connessione continua, per noi elemento che permette di avere più sicurezza, flessibilità e adattamento durante un ballo non preparato precedentemente. L’altra parte di allenamento consiste invece su lavorare tante altre cose, ad esempio, elasticità e reat-
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tività del corpo, dinamiche nuove, sensibilità, etc… Sono elementi dai risultati non direttamente visibili a fine allenamento, ma che ci preparano fisicamente a movimenti generici di tipo tanguero, con diverse ritmiche, dal molto lento al molto ritmato, in modo tale da dare più libertà al corpo, o meglio alla coppia, di esprimersi durante un’improvvisazione. Libertà dalla quale nascono dinamiche nuove ed interessanti che spesso torniamo a studiare intenzionalmente per capirne il funzionamento. Il nostro approccio consiste nel mettersi in gioco ad ogni esibizione cercando di dominare il mix di adrenalina e stress che a volte non ci fa godere il ballo, ma che altre volte invece ci aiuta a dare più di quello studiato e ristudiato, sentendo che si è creato qualcosa di unico fuori dai propri schemi, che ti da una soddisfazione e un piacere immenso. Guardando le vostre esibizioni non si può fare a meno di notare i volti sorridenti che sprizzano gioia ad ogni movimento, diremmo proprio che la frase “Il Tango è un pensiero triste che si balla” non vi si addice per niente! F.: hahaha ma chi noi? scherzate? io sono serissimo! Ah ah ah… penso che il tango esprima quello che ognuno ha dentro, principalmente in base a ciò che si vive fuori o dentro il mondo tanguero. Probabilmente la frase a cui si riferiva Enrique Santos Discépolo faceva riferimento al tango come musica e come lui viveva il tango. Crediamo che non si possa riassumere e definirlo solo in una frase. Troppo vasto, troppo intenso, ma sopratutto per certi versi molto soggettivo. Qual è lo stile che vi contraddistingue se di stili si può parlare? S.: Non ci sentiamo di far parte di uno stile in particolare, poiché ci piace prendere gli elementi per noi più belli e caratteristici dei diversi stili, sempre se di stili si può parlare, e creare un ballo in base a ciò che più ci piace. Un tango duttile, capace di interpretare in maniera per noi più completa le diversità musicali riscontrabili nel tango, ma allo stesso tempo senza snaturarlo. Questa vostra risposta ci porta indietro nel tempo, quando qualche numero fa abbiamo intervistato una celebre coppia di maestri e ballerini argentini, due pilastri del tango come Julio Balmaceda e Corina De La Rosa. Parlando dei campionati del mondo di tango ci dissero che non ne condividevano lo spirito, perché pur essendo spesso in giuria (Julio), non approvavano le “regole” che si imponevano ai partecipanti, non le condividevano poiché secondo loro stavano creando un prototipo di coppia stereotipata. Ballerini che si vestivano e che ballavano tutti uguali. E durante quel racconto fecero i vostri 12
nomi, dicendo che secondo loro eravate tra i giovani emergenti più bravi del panorama tanguero ma che non avreste mai vinto un campionato proprio perché non eravate uguali agli altri. Cosa ne pensate? (dei campionati intendo). Concordiamo con Julio riguardo al non condividerne lo spirito, poiché mettere delle regole significa standardizzare un ballo che non può essere standardizzato, un ballo interessante proprio perché vario. Lo spirito del campionato dovrebbe secondo noi incentivare l’originalità (con buon senso) e non la copia di uno stereotipo o di qualcun’un altro, ma essendo un campionato, per giudicare i partecipanti in maniera obbiettiva servirebbe standardizzarlo comunque in qualche maniera. Quindi non vediamo come questo tipo di spirito e la competizione si possano in qualche maniera unire. Comunque sia, siamo sicuri che da parte dei partecipanti ci siano altri vantaggi ben più importanti, tanto da reprimere il proprio tango prima e durante il campionato pur di usufruirne. Oggi è boom di eventi nel mondo del tango: festival, maratone e raduni. Quale sarà secondo voi il futuro del tango? Secondo noi il futuro del tango sarà uguale all’attuale scena tanguera. Probabilmente i festival cercheranno di ridurre i costi per rendersi più accessibili in questi tempi difficili. Le maratone e i raduni più rinomati seguiranno sempre più una linea selettiva e su invito per differenziarsi dai nuovi eventi e per mantenere la nomina di evento di un certo livello tanguero, anche se onestamente, non ci sembra molto corretto, poiché crediamo sia bello trovare un ambiente misto, più simile al concetto di milonga. Per noi il bello del tango non è necessariamente legato alla bravura dei ballerini, ma alla voglia di ballare con il partner e sul come si condivide durante il ballo, in breve la voglia che due persone hanno di ballare insieme. Niente di più. Siete continuamente in giro in tutta Europa per eventi e festival, quali sono secondo voi le differenze, se ci sono, tra il modo di ballare e vivere il tango nelle varie zone: Nord Europa, centro Europa, est Europa e sud Europa, Italia compresa? S.: Di solito cerchiamo di evitare definizioni del genere per paura di generalizzare. Le differenze che ci sono, secondo noi sono riconducibili al fatto che ogni paese vive il tango con i propri occhi, gli occhi della propria cultura, per questo ogni paese lo vive intensamente ma in maniera diversa dagli altri, e diversa dai porteños. Quali sono i vostri progetti per il futuro vicino e lontano? S: Al momento la mia vita mi dà molte soddisfazioni, ma nonostante ciò ho tanti altri obiettivi futuri
in programma. Tra questi c’è ovviamente sfamare la curiosità che ho per il tango, una continua evoluzione e investigazione sulle possibilità che questo ballo ci offre. E poi vorrei parlare fluidamente dieci lingue, per adesso sono alla sesta! F: Risulterei materialista se dicessi: lavorare duro per comprarmi una porsche? ahahhaha scherzo! anche se sarebbe piacevole. Attualmente, voglio percorrere tutte le strade che il tango ha da offrirmi. Sono partito da un’associazione, al momento viaggiamo per festival e workshops, magari più avanti, mi piacerebbe vedere il lato teatrale del tango per poi in un futuro avere una compagnia mia, successivamente diminuire i viaggi per farmi una famiglia e riaprirmi una scuola. Ah, nel frattempo mi piacerebbe imparare altri balli e fare una ventina di altre cose che non elenco. Un consiglio per tutti i giovani che si avvicinano al tango per godere al meglio di questo splendido ballo. Secondo noi la cosa più importante rimane sempre la stessa: auto criticarsi per migliorare, cercare di divertirsi per mantenere la voglia di imparare e ballare sempre al massimo. Essere curiosi di sapere come funzionano le cose, fare domande e osservare molto, gli occhi sono dei buoni insegnanti! Trovate il vostro insegnate, uno che vi stimoli e vi faccia appassionare sempre più al tango. Imparare lo spagnolo (argentino), i testi dei tanghi sono incredibili, e andare a Buenos Aires di tanto in tanto, fa bene respirare l’aria di lì. Ovviamente studiare tanto, ma ballare di più, l’abilità permette di esprimersi e sentire meglio quello che sta accadendo, scoprirete sempre più piccoli ma nuovi piaceri che vi legheranno ancora di più al tango. Durante il ballo, prendetevi cura del vostro/a compagno/a, più sta comoda/o più vi sentirete bene anche voi. Create gruppo con la classe, saranno i vostri migliori amici e dividerete tanto tempo insieme, quindi sotto con le battute e i sorrisi. La milonga è come casa vostra, se volete stare bene con i membri della famiglia, rispettate tutti, sempre. Non potevano terminare l’intervista con una frase più azzeccata! Il rispetto è alla base del divertimento di tutti. Grazie Ragazzi! Helga Corpora e Andrea De Dominicis
curiosando news & pillole Tango, tango e montagna: connubio perfetto! L’Abruzzo si sa, è un vero paradiso per gli amanti della montagna e del buon cibo! È l’ideale per vivere a stretto contatto con la natura. Sensazioni, profumi e colori unici accompagnano i visitatori alla scoperta di sentieri, rifugi e romantici laghi di montagna, promettendo esperienze veramente indimenticabili. Aggiungete come ingredienti 4 coppie di grandi artisti, 7 tra i migliori musicalizador del panorama internazionale ed una location da sogno, il Gran Sasso d’Italia (a dieci chilometri da L’Aquila) ed il gioco è fatto! Quattro giorni di maratona con sette milonghe in programma, di cui una speciale in alta quota, un festival che prevede diciotto lezioni, uno speciale seminario sull’abbraccio, esibizioni degli artisti tutte le sere e un pizzico di musica dal vivo. Un mix esplosivo per trascorrere un weekend difficile da dimenticare! È quello che ci aspetta quest’anno alla terza edizione dell’International L’Aquila Tango Festival & Marathon, nel ponte lungo 30 maggio - 2 giugno. Il 29 maggio, sempre a L’Aquila, come anteprima del festival, tutti i maestri dell’evento - Neri Piliu e Yanina Quiñones, Fausto Carpino e Stephanie Fesnau, Osvaldo Roldan e Anna Maria Ferrara, Andrea De Dominicis ed Helga Corpora - si esibiranno nello spettacolo “Tango: il quinto elemento”. Tutte le informazioni su: www.laquilatangofestival.com
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Omaggio al grande compositore Osvaldo Pugliese per le strade di Buenos Aires Nel 2006 ci fu un dibattito circa il nome della fermata della metropolitana “Malabia”, nome di un diplomatico boliviano. I residenti del “Barrio” quartiere di Villa Crespo volevano che il nome della stazione fosse Osvaldo Pugliese. La richiesta non venne accettata in quanto il nome della stazione non avrebbe avuto nessun collegamento con i nomi di strade o punti di interesse nelle vicinanze. Nel 2009, però, il nome della stazione fu modificato in “Malabia-Osvaldo Pugliese”. Nei pressi della fermata è anche sorto un tempio all’aperto in omaggio al grande compositore. www.tangon.it
Muore una delle più belle voci del tango: Nelly Omar Protagonista indiscussa della storia musicale argentina, Nilda Elvira Vattuone, attrice, compositrice e cantante si spegne all’età di 102 anni. Soprannominata la “Gardel con la gonna”, Nelly inizia la sua carriera nel 1924 grazie alla sua potente voce e raggiunge l’apice della sua carriera tra il 1930 e il 1940. Famosissime le sue versioni dei tanghi Callecita mía, Solo para ti, Latido tras latido e Intriga y pasión. Legata sentimentalmente a Homero Manzi, autore di innumerevoli brani di tango, sembra si stata l’ispiratrice del brano Malena. Amica del cuore di Evita Peron, dovette lasciare l’Argentina nel 1955 a seguito del golpe di stato “Revolución Libertadora” contro il generale Peron e si trasferì prima in Uruguay e dopo in Venezuela dove visse fino a pochi anni fa. L’ultima volta che ha cantato su un palco è stata durante i festeggiamenti dei suoi 100 anni, al Luna Park di Buenos Aires.
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Tango Libre - Il film Una sceneggiatura bizzarra e imprevedibile quella dell’ultimo film di Frédéric Fonteyne proiettato nelle sale cinematografiche italiane lo scorso febbraio. Di film che trattano il ballo, e anche il tango in particolare, siamo abituati a vederne, ma il cineasta belga sceglie una prospettiva diversa con la quale inserire la danza nella storia. Qui infatti il tango non è la predominante, tanto quanto il collante che unisce i personaggi e gli eventi dell’intera narrazione. Seguiamo così le vicende di Alice, donna divisa tra l’amore per due uomini, entrambi in carcere per l’omicidio di un poliziotto. Le cose si complicano quando al corso di tango da lei frequentato scopre che tra gli iscritti vi è anche un secondino della prigione dove sono detenuti i suoi due amanti, innescando così un surreale menage a trois che non potrà non avere conseguenze sulle vite di tutti… Interessante perciò la prospettiva del regista, che utilizza il tango sia come elemento di gelosia che come simbolo di ritrovata solidarietà tra i carcerati, che danno il via a dei veri e propri corsi di ballo tenuti dal carcerato “argentino” interpretato da Mariano “Chicho” Frumboli perfettamente integrato nella parte. I movimenti leggiadri e potenti, decisi e soavi di Mariano “Chicho” Frumboli insieme a Pablo Tegli ci restituiscono il senso di una vita vissuta appieno ignorando le costrizioni del mondo, di una passione che capovolge anche l’immaginario del carcere come luogo di degrado. È il potere di tutte le passioni autentiche, del tango come dell’amore che fra imprevedibili fughe, imbranati tentativi di approccio, visite che esplodono in rissa, varca la soglia del carcere, oltrepassa le sue barriere di filo spinato e regala ai protagonisti del film una nuova possibilità. A Roma l’anteprima del film, alla quale la redazione di El Tanguero era presente, è stata organizzata al cinema Lux dall’associazione Tango Eventi.
il valore della milonga salon de baile
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ono giunta ad una conclusione: se il tango è patrimonio culturale immateriale dell’umanità, la milonga è patrimonio culturale materiale del tango, ovvero è il luogo dove tutto nasce, si crea, si trasforma. Se dovessimo chiederci cosa serve per avere una buona milonga, la risposta ne risulterebbe semplice e lineare: un pavimento di qualità, una sala organizzata per agevolare la circolazione delle persone senza disturbare la ronda dei ballerini, un eccellente musicalizador, un alto livello di milongueros. Pochi elementi, quasi ovvi anche a chi è poco avvezzo al tango; asciutti, essenziali eppure, come nella cucina dei grandi chef, il segreto risiede nel saperli mesco-
milonga, eppure vi approdano, poiché l’amore vero per il tango, quello che ti fa decidere di cambiare la tua vita, quello che rimarrà con te anche quando la mattina maledici le tue tre ore scarse di sonno, quello che ti spinge a prendere un aereo per recarti in un luogo geografico che ti era sconosciuto a milonguear, quello che ti fa usare il “castellano” con ogni abitante del pianeta purché balli tango, ecco tutto questo lo si deve alla milonga, al suo significato più profondo, al suo valore primario di luogo dove si incontra una cultura, la si conosce, la si rispetta, la si ama, la si abbraccia facendola propria. È dunque imprescindibile capire a fondo questo micro-mondo, poter partecipare e godere della società
lare, nell’alchimia perfetta e misteriosa che unisce, fonde e rende armoniosi questi elementi. Creare la magia della milonga dunque, è tutta un’altra storia. La maggior parte dei non-porteñi si avvicina al tango per vie differenti, che quasi mai partono dalla
perfetta che regna nella milonga, delle sue leggi, dei suoi codici, per poterla dominare ed apprezzare appieno. Se vi fosse mai capitato di entrare in una milonga con un milonguero di lungo corso, con uno di quei personaggi che hanno fatto la storia del tango, avreste notato la sua arte nel leggere ad una prima
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rapida occhiata tutto quanto si sta verificando nella sala, chi è venuto con chi, quali tra i presenti merita mirar e cabecear quella sera, la competenza musicale del dj, la qualità della ronda e dunque della serata tutta. Proviamo a porci una domanda: è possibile pensare ad un tango senza milonga? Il quesito nasce da una osservazione concreta, dalla crescita inaspettata e rapidissima che il tango vive in tutto il mondo, dal suo incontro con altre culture, con nuove generazioni, con il fenomeno della globalizzazione che pure lo coinvolge, con la rapidità di passaggio delle informazioni e delle immagini che ci permettono in tempo reale di vedere cosa balla un artista in qualsiasi parte del globo si stia esibendo. In questa trama mobile sono nati fenomeni diversi dalle milonghe, come luoghi dove svolgere il tango; si tratta di festival, maratone, raduni, eventi riservati e su invito; realtà nuove, giovani, spesso di grande contenuto qualitativo, organizzate in location di prestigio, in numerosissimi paesi europei e che stanno dando vita ad una sorta di tango del vecchio continente, che alle volte sembra volersi
libere o su invito, col dress code o proprio senza dress. Ecco, ho sempre pensato che il tango fosse un po’ come nella celebre poesia di Totò “‘A livella”; una grande placenta culturale ricca di ingredienti non tutti dello stesso spessore, intimamente connessi con la società e quindi anche contraddittori o geniali, ma comunque “con-viventi” e non “respingenti”. Per questo ritengo in sinergia con lo spirito del tango che esso si apra a nuove espressioni della sua comunità mondiale, della cui longevità e stabilità risponderà il tempo galantuomo, ma non riesco ad ammettere l’impoverimento della milonga nelle sue diverse partizioni, qualunque esse siano. Il milonguero può nascere e crearsi tale solo in milonga, stimolato dalla migliore musica, aiutato ad osservare e capire da chi possiede maggiore esperienza e conoscenza di lui, influenzato da questo luogo ad integrarsi alle regole non scritte eppure chiarissime che lo governano; la milonga resta il regno assoluto del ballo sociale, esuberante il luogo fisico prescelto ed il suo valore va protetto da ogni amante del tango, affinchè proprio il tango non si impoverisca sino a ridursi solo ad un ballo!
contrapporre allo schema tradizionale rioplatense delle confiterias, milongas, salones de baile, club, centri culturali, cambiando la fisionomia anche di questi ultimi. Ci stiamo così abituando a veder spuntare milonghe per giovani e per vecchi, cool o underground, per principianti e per tangheri doc,
Comitato Intergovernativo dei Patrimoni intangibili dell’Unesco: TANGO, inscribed in 2009 on the Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity Decision 4.COM 13.01 Il milonguero è una persona che passa il tempo ballando il tango seociale […] Il termine venne usato a partire dal 1870 per indicare un uomo che spende molto del suo tempo ballando tango, di qualunque stile (trad. Dell’A.). Fonte: Wikipedia, the free encyclopedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Milonguero. Un elenco esautivo ed assolutamente godibile di questi elementi è visionabile in un breve video, al seguente indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=4ikWQzoom6M
Alessia Leoni
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El fileteador del tango C’è un quartiere a Buenos Aires, dove si rimane incantati per le tante botteghe di artigiani e artisti di tutti i tipi. Il pittoresco e romantico quartiere di San Telmo. Alcune di queste botteghe rappresentano la casa dell’arte più popolare della città: il “fileteado”. Chi cammina nella strada del tango si imbatterà prima o poi in questa particolare forma di espressione e noi vogliamo raccontarvela attraverso la voce di Jorge Muscia, uno dei più autentici cultori del fileteado. Jorge che cos’è il fileteado porteño? Il fileteado porteño è un arte popolare che nasce a Buenos Aires tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. Le sue origini ci riportano alle decorazioni dei carretti dei fruttivendoli, lattai e panettieri estendendosi in seguito ai camion e ai bus. Solo recentemente si è utilizzato in architettura per decorare bar, ristoranti, interni dei negozi, mobili ed oggetti. Alla fine degli anni ‘60, insieme alla progressiva scomparsa del fileteado nei mezzi di trasporto, inizia ad entrare nel circuito dell’arte e a rivalorizzarsi. Oggi è sicuramente parte indiscussa dell’identità porteña, il fratello del tango nell’arte plastica. Che relazione c’è tra il fileteado e il tango? La relazione artistica tra il tango e il fileteado esiste da sempre, basti pensare che le auto o i camion spesso riportavano frasi e leggende, molte delle quali tratte da tanghi famosi. Anche Carlos Gardel veniva e viene più volte rappresentato con il fileteado. La sua immagine rappresenta il sogno dell’immigrante popolare che arrivò in America alla ricerca di fortuna e nonostante la sua immagine umile ha raggiunto il successo in tutto il mondo. Per questo non deve sorprendere se anche nei camion spesso troviamo il suo ritratto. Inoltre, tango e fileteado, da sempre rappresentano l’identità del porteño (l’abitante di Buenos Aires).
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Come nasce e come si è evoluta la tua passione per il fileteado? Sicuramente da mio padre, da lui ho ereditato la passione. Dal 1992 sono professore nell’Accademia Nazionale di tango qui a Buenos Aires con la quale collaboro in differenti progetti inerenti lo studio, la ricerca, la pubblicazione e l’insegnamento. Però il mio orgoglio più grande nel mio curriculum tanguero è il tango “El Fileteador” che mi ha dedicato il poeta Horacio Ferrer, registrato nel 2005 all’interno del CD Diálogos de poeta y bandoneón con musiche del Maestro Raúl Garello. Verso gli anni ‘80 ho iniziato il mio lavoro di artista plastico conciliando tango e fileteado, nelle realizzazioni di moltissime esposizioni in Argentina e in tutto il mondo tra cui Roma, Mosca, Parigi, Londra, Barcellona, Bilbao, Zurigo, Shanghai, Berlino e anche Stati Uniti, Messico, Brasile, etc. Quali sono stati i tuoi lavori più importanti? Sicuramente il restauro dell’affresco ornamentale della casa del governo della città, la Casa Rosada e del Teatro Coliseo Podestá di La Plata. Ma anche, come arte pubblica i grandi murales “La Musa del Tango” nel Museo di Pompeya, l’omaggio a Piazzolla di 15 metri per 4 e recentemente due murales in omaggio a Enrique Santos Discépolo realizzati nella stazione della metro a Buenos Aires. Raccontaci com’è nata l’idea di filetear l’obelisco di Buenos Aires. Nel 1992 ho vinto la borsa di studio con il progetto Totem Porteño, che proponeva una ridefinizione dell’Obelisco di Buenos Aires. Il progetto nacque proprio con l’idea di valorizzare un simbolo della nostra identità, facendo un intervento artistico sull’obelisco, “fileteando” sopra miti, simboli e personaggi che hanno fatto la storia della città. Dovrebbe essere realizzato su un supporto che ricoprirebbe
tutto il monumento, in modo da montarlo e smontarlo senza alterare la superficie originale. Hai pubblicato il libro El Filete porteño, arte popular de Buenos Aires, di cosa si tratta? È una guida per gli aspiranti fileteador? Il libro fu pubblicato nel 1995 da un editore nord americano. Con il patrocinio dell’Accademia Nazionale del tango e della Fondazione Nazionale delle Arti. È stato dichiarato di interesse culturale da parte del Consiglio della Città di Buenos Aires. Pubblicato in inglese e in spagnolo, ha lo scopo di far conoscere il “fileteado” in tutto il mondo. Lo stesso anno è stato presentato ad una conferenza di Pittura Decorativa a San Diego. Attualmente è esaurito. Sicuramente un’arte affascinante che non si può far a meno di notare quando si passeggia per le strade della città porteña. Ringraziamo Jorge per i suoi racconti, per il buon vino e per l’ottima compagnia durante il nostro soggiorno a Buenos Aires. Helga Corpora e Andrea De Dominicis
il mondo
Confessioni di amore per il Tango
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Il meglio è vivere e ascoltare il Tango a non piú di dieci metri di distanza - o di piú di diecimilla chilometri.
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“Il canto drammatico”, dice Ferrer, “me lo ha insegnato mia madre e – in un momento più tardi – anche Aníbal Troilo. Per questo so esattamente come cantare qualche verso per fare fondere il pubblico. Oltrecciò il Tango è per me una forma d’essere, in un certo qual modo innato. Si deve vivere nell’ambiente per potere esprimere. Si deve ascoltare e sentire, sentire che i tanghi sono come un battere d’ali, un battere d’ali per tutte le cose semplici che mai avranno le ali.” Con arditezza ricca di contenuto la poesia di Ferrer apre spazi nuovi, magici. Dal principio e ogni volta di nuovo sorprende con una scala cromatica di pienezza lirica di suoni non conosciuta fino a questo momento, arricchiscono le sue creazioni letterarie la base delle canzoni rioplatense, sopratutto le “Tango-Emozioni”. Con riconoscimento, lo storico culturale Horacio Salas chiama questo molteplice miscuglio di immagini impressionistiche ed espressionistiche, realistiche e fantastiche, romantiche e metaforiche “Una linea poetica che si concentra nel fare tintinnare le metafore sorprendenti”. “Ovvio che non scrivo perché la gente comprenda semplicemente. Scrivo per esaltare emozionalmente. Per questo,” dice Horacio Ferrer con rammarico, “per molta gente lo stile mio è troppo difficile, barocco, surrealista. Semplicemente si tratta solo di un’altra forma di vedere. Tutti vedono il mondo in un modo ma il mio punto di vista è differente ed è alla mia maniera. La poesia germina – secondo me – di tutte le maniere solamente dall’ambiguità; Sempre è uno smarrimento bello, un modo illusorio della realtà. Come se si incendiasse il mondo.“ “Il mio primo contatto con il Tango lo ebbi subito, prima della nascita” racconta Ferrer, “nel grembo di mia madre: Era carnevale e i miei genitori Alicia Escurra e Horiacio Ferrer Pérez gironzolavano per la strada principale di Montevideo. Con loro c’era il mio nonno, un medico conosciuto, che dopo un numero considerevole di discendenti femminili, sperava in un erede maschio perché continuasse il nome di famiglia. Improvvisamente risuonò una melodia travolgente “Varón”, che significa essere maschio, e intuitivamente mio nonno fu convinto che sarebbe nato un bambino.” Il bambino chiamato Horacio Arturo Ferrer nato in Uruguay il 2 di giugno 1933, studiava architettura, si avvicinava al fenomeno del Tango e organizzava già a partire dal 1953 una serie di conferenze e corsi con temi corrispondenti al tango nella Università di Montevideo e altre istituzioni scientifiche. “In quei tempi le opinioni predominanti dei critici e scientifici della musica, degli storici della musica e del pubblico dei concerti erano contradittori riguardo al
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“ futuro del Tango, perduti e scorraggiati. Nel bar di fronte alla Radio El Mundo si ascoltava una volta un arrangiatore di orchestra melodica dire: ‘Ascoltare la musica del Tango è come sporcarsi le mani con grasso nero del camion’.” Non impressionato e convinto del suo impegno Ferrer fondò nel 1954, secondo il modello dei Club di Jazz, il Club della Guardia Nueva come istituzione di esplorazione, investigazione e studio del Tango. Il Club pubblicava la rivista Tangueando e produceva la “Tangologia” come scienza del Tango che in mezzo decennio scarso ha presentato circa mille trattati. “I grandi di quel tempo ci sostenevano in tutta la linea perché si accorgevano che qualcuno si occupava della stilistica del Tango. Per questo con il mio spirito d’azione giovanile partecipavo a un’evoluzione significativa e al tempo stesso stampavo il concetto per un capitolo importante della storia di questa musica.” Da questo momento Ferrer si dedicò continuamente alla vasta natura di questa musica speciale del Río de la Plata, all’esame intenso, alla spiegazione sistematica, a tutte le sfaccetture della sua voluminosa complessità; all’essere del Tango, alla sua forza sociale nelle epoche differenti, alla espressione della disposizione d’animo, agli elementi reali e irreali della struttura del Tango, ai ritmi variabili storici, agli stili compositori e alle scuole, all’orchestrazione e alla tecnica del suonare. Come musicista Ferrer aveva studiato un po’ il bandoneón e la fisarmonica. Come giornalista (fra gli altri per il periodico El País, El Día, La Mañana) Ferrer redigeva numerosi articoli e saggi, come pubblicista studi critici, trattati biografici e molti libri (El Tango su historia y evolución, 1959; El Siglo de Oro del Tango. Compendio ilustrado de su historia con CD: Historia sonora del Tango, 1996). Ha partecipato in gran misura alla costruzione
di una banca dati universale ed eccellente su Internet (che si può trovare su www.todotango.com) e si impegnava dopo la stagnazione negli anni ‘60 per la reattivazione del Tango. Anche come formatore delle serie della radio (a partire da 1961 El Tango y sus estilos instrumentales, El tango y sus compositores o il corso radiofonico Introduzione al Tango per la catena S.O.D.R.E.) e di film documentari per la televisione è conoscuto il suo nome. (Milonguita, historia de la orchesta típica o la serie Apuntes e imagenes para una historia del Tango che fù nel 1963 insignita del premio Ariel). “Uno degli incontri piú importanti nella mia vita“, ricorda Ferrer, “fu con Aníbal Troilo all’età di 17 anni. Homero Manzi morì poco prima e il grande Troilo aveva composto un tango totalmente strumentale in sua memoria. Durante la presentazione in un ballo, mio fratello portò a Troilo un biglietto dove erano annotati alcuni versi scritti da me. Troilo era confuso e sorpreso. Mi diceva che non poteva utlizzare questi versi per la sua muscia però se ne avessi portati altri li avrebbe utilizzati. Guardandomi sinceramente negli occhi diceva: ‘Se non vieni a Buenos Aires per vedermi, vengo io a Montevideo’. È stato incredibile.“ Incredibilmente fruttuosa era anche la collaborazione con Astor Piazzolla. “Sebbene eravamo amici da molti anni, dal 1948, vicini o lontani, benché mantenevamo ancora una corrispondenza per carta durante i suoi studi a Parigi nei primi anni ‘50 e io come organizzatore di concerti di tango aiutavo la sua carriera, l’idea per un’opera insieme nasceva solo nel settembre del 1967.“ Ferrer si era stabilito a Buenos Aires definitivamente al principio dell’anno e allo stesso tempo aveva pubblicato la sua prima parte di storie Romancero Canyengue. L’effetto di questa poesia ispirò Piazzolla per la collaborazione definitiva con il suo amico
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poeta, che dopo molti anni sciamava euforicamente: “Dell’idea originaria, solamente abbozzata, sentivamo – con una allegria simile a un delirio entusiastico – che le note dell’uno e le parole dell’altro erano state create per incontrarsi e capirsi reciprocamente. Sentivamo che definivano dimensioni che erano piene della stessa lingua. Questa scoperta ispirava sia l’un che l’altro, tanto che terminammo la musica e il libretto.“ L’autore creò il libretto in 54 giorni, dal novembre al dicembre 1967, il compositore la musica da gennaio a marzo 1968. Il risultato fu una operita, un piccolo lavoro, la piccola opera Maria de Buenos Aires, “una storia di passione situata nell’ambiente secolare metropolitano del presente, che riflette lo spirito della nostra città e del porteño di oggi” (Piazzolla). La figura centrale personifica il Tango, inscritta nella storia sociale come la Capital Federal de Buenos Aires che secondo Ferrer è femminile. L’8 di maggio del 1968 si diede nel piccolo Teatro Planeta la prima rappresentazione dell’opera. Ha la forma di una cantata con due atti e otto quadri. Piazzolla guidava la sua orchestra di nove voci, Amelita Baltar interpretava Maria, Ferrer recitava la parte dello Spirito. Dopo 120 rappresentazioni uscì un disco con la stessa distribuzione delle parti. Per Ferrer, Piazolla è – adesso come prima – il “Mozart del Tango“ e i tanghi “come stelle composte dai suoni dell’anima“. Insieme le due personalità composero a partire dalla fine degli anni ‘60 numerosi canzoni, ballate e preludi che diventavano famosi nazionalmente e internazionalmente, iniziavano un
giro nell’estetica della musica popolare del Rio de la Plata, ottenendo un’apertura per la forma moderna del Tango. “Partecipavo all’avanguardia poetica“, riassume Ferrer, “che iniziava nel 1967 con il libretto per il lavoro drammatico musicale di Astor. Dalla nostra lunga amicizia e dalla nostra collaborazione ventennale emersero 75 titoli“. Fra loro temi come Balada para un loco (1969 interpretata la prima volta da Amelita Baltar nel Festival de la Canción de Buenos Aires), Balada para mi muerte, Balada para él o La última grela, La bicicleta blanca, Chiquilín de Bachín e nel 1971 l’oratorio El Pueblo joven / Opera de Dos Mundos (rappresentata e trasmessa per la prima volta nella televisione tedesca di Saarland). Il 38 di giugno del 1990 si installava in Buenos Aires l’Academia Nacional del Tango (ANDT), un’instituzione che si dedica alla ricerca e alla documentazione, all’insegnamento e all’educazione nel Tango. Oggi dispone di un fondo di più di 15.000 documenti, prove, partiture, libri e dischi e alloggia al Museo Nacional de Tango. Ferrer è stato uno degli iniziatori e per molti anni anche il presidente, prima di ritirarsi per ragioni di salute. Sebbene continui con il suo lavoro, teorico e pratico, come archivista e autore, il suo lavoro letterario totale – poemi, testi di canzoni e opere di teatro – fu pubblicato nel 1991 in un’edizione di tre volumi con il titolo Moriré en Buenos Aires. Nel 1996 uscì l’antologia Existir. Per Astor Piazzolla, Horacio Ferrer era il poeta che mancava: “Un classico della letteratura, un gigante che sente Buenos Aires come nessuno”. Molta gente in Argentina e nel mondo ha opinioni simili. Per questo ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Nel 1991 la città di Buenos Aires lo ha eletto cittadino onorario. La Società di compositori ed autori argentini (SADAIC) gli ha dato un premio d’onore, l’università La Sorbona di Parigi nel 1998 la Medalla de Honor al Mérito. Nel 2004, il “genio universale del tango rioplatense” fu proposto persino per il premio Nobel. Copyright El Tango, Otto Eder, Vienna Traduzione Susanne Köb e Fiore Formisano
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curiosando tangueri impossibili La rosa e il Tango-boy
by Memè
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ra la prima volta che andavo alla Milonga del Rubino, stavo per sganciare un biglietto da dieci. «Oggi i tango-boy entrano gratis» mi ha anticipato la cassiera. «T’interessa?» «Che cos’è un tango-boy.» «Il nostro locale è frequentato per lo più da donne» mi ha spiegato. «Spesso la sproporzione tra maschi e femmine è mostruosa. Capita che molte di loro se ne rimangano sedute tutta la sera senza ballare neanche un tango. Siccome pensiamo che non sia giusto, ci siamo inventati i tango-boy.» «Come funziona?» «Io ti do un segno distintivo. Tu entri. Le donne in sala capiscono che sei un tango-boy e t’invitano a ballare. Semplice, no? E se t’invitano, ovviamente, sei obbligato ad accettare.» «Quale sarebbe il segno distintivo?» La ragazza ha scostato la tovaglia che copriva la cassetta di legno là vicino. Rose, un fascio di rose color sangue. «Basta che ne infili una nell’occhiello della camicia.» «Va bene» ho accettato con entusiasmo. «Dammi questa rosa.» La tipa aveva ragione, il locale era pieno di donne. L’unico inconveniente è che la più giovane aveva l’età di mia nonna. Eppure mi lanciavano sguardi ammiccanti, sorridevano. Tutta colpa della rosa, con la camicia bianca sotto risaltava peggio di un faro abbagliante. Al termine del giro di perlustrazione, l’entusiasmo si era trasformato in ansia. Ho individuato le insegne della toilette, mi sono chiuso dentro uno dei cubicoli, ho sfilato la rosa dalla camicia e l’ho gettata nella tazza. Addio tango-boy… Ho azionato lo sciacquone ma la rosa non andava giù. Ci ho buttato sopra una pallottola di carta igienica ma nemmeno la zavorra se la portava nelle fogne, ho provato a spingerla con lo spazzolone, niente, ogni volta quei petali tornavano a galla. Alla fine mi sono arreso e l’ho abbandonata là. Nella sala da ballo mi aspettava una sorpresa mozzafiato. Le nonnette erano scomparse, al posto loro una legione di modelle superdotate che sembrava di stare a una sfilata di Versace. Ne ho invitata una a caso ma lei mi ha detto di no, ho provato con la seconda ma lei si è girata dall’altra parte. Chiunque adocchiavo rifiutava. La rosa, era lei la causa del problema. Mi sono fiondato nel bagno dove stavo prima, ho sollevato il coperchio del water. Scomparsa. Ho ispe-
Foto: Laura Sabatino
zionato il pavimento, sbirciato dietro i sanitari. Nemmeno l’ombra di un fiore. Sono uscito dal bagno che mi sentivo pavido e indeciso, ho rimediato un sedia nell’angolo più appartato della milonga, mi sono messo a osservare con nostalgia la processione dei tango-boy che si spupazzavano per la sala quelle donne da oscar. Finché non si è avvicinata una signora. Aveva i capelli di un bianco accecante, raccolti in un codino. Indossava un lungo abito rosso con la scollatura a petali, le scarpe a tacco alto erano rosse come il vestito. «Vuole ballare?» mi ha teso la mano. «Vede, signora» le ho risposto con voce mogia. «Stasera mi hanno dato il potere di rendere felici tutte le donne di questo locale. Io però l’ho usato male e il dio del tango mi ha punito.» «Non pensa che se vogliamo imparare qualcosa, nella vita, a volte sia necessario commettere qualche sbaglio?» poi mi ha fissato con occhi severi. «Insomma, ci balla o no insieme a me?» Mi sono alzato, lei mi ha preso per mano. La tanda era iniziata, ci siamo inseriti nella ruota dei ballerini. «Non mi ha detto qual è il suo nome» le ho sussurrato prima di cingerla nell’abbraccio. «Rosa» ha sorriso. «Mi chiamo Rosa.» 29
Roberto Rufino: El Pibe Terremoto
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oberto Goyeneche lo definì un Gran Maestro, Alberto Podestà lo chiamava “Rufinito” per l’affetto che gli trasmetteva l’amico-collega, Carlos Di Sarli gli dedicò una foto che così recitava: “A Roberto Rufino, futura stella del nostro tango”. Roberto Rufino in arte “El Pibe del Abasto” o “El Pibe Terremoto” per il suo temperamento inquieto di eterno bambino è stato un punto di riferimento nel panorama tanguero a partire dal 1939 fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1999.
musica tango arts
Anche se nacque sotto il segno del Capricorno, si può dire che tutta la sua vita fu segnata dal segno del “Abasto”, il suo quartiere, nel quale visse a pochi metri dalla casa che Carlos Gardel acquistò per sua madre ed a poche “quadras” dal famoso Cafè O’Rondenmann, il bar dove el Zorzal Criollo soleva fare colazione tutti i giorni.
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Il 24 febbraio si è celebrato un nuovo anniversario (il quindicesimo) della morte di uno dei più importanti interpreti del tango, Roberto Rufino… il “Chiquilín”, “El terremoto”, “El nene”, come viene affettuosamente chiamato dai suoi colleghi. È stato più di un cantante, è stato un bambino prodigio dotato di condizioni vocali naturali e di una tenerezza nella voce incomparabile. Gli piaceva ricordare che ancora molto piccolo, appena 16 anni il sabato con l’amico Beltran si appendeva ai tram che percorrevano l’Avenida Corrientes, dal loro quartiere Abasto al Cafè National Coffee. Giungeva la sera quando Antonio De Rosa, insieme al suo gruppo di tango, provava con i ragazzi, cercando nuovi talenti in cambio di una moneta di 10 centesimi, che lo stesso musicista pagava loro. Gli piaceva parlare della sua infanzia, dei suoi inizi, quando imparava a memoria i testi, com-
preso quello di Milonguero Viejo, tango scritto da Di Sarli in onore del suo maestro Fresedo. Durante uno di questi sabati, era l’estate del 1938, parlarono del “El Pibe Terremoto“ al grande maestro Carlos Di Sarli che corse al Cafè Nacional per verificare personalmente le meraviglie attribuite a questo giovane talento. Fu tale l’impatto emotivo che ebbe su Di Sarli vedere cantare in quel modo un ragazzino di soli 16 anni, al di là di qualsivoglia aspettativa, che rimase impietrito. Chiaramente il bambino era un cantante di talento, il suo tono era angelico. Quando Rufino finì di cantare, Di Sarli si rese conto che era nato un nuovo idolo della canzone. Di Sarli non fu immune a tale emozione, tanto che i suoi occhi si riempirono di lacrime di gratitudine. Quando si avvicinò per salutarlo, gli chiese: “Ragazzo,
vuoi cantare nella mia orchestra? Rufino ricorda che in quel momento davvero non sapeva cosa volesse ma incuriosito rispose: “Y Bueno!” Quel pomeriggio stesso, il Maestro lo porto nel Bajo al Cabaret dove si esibiva. Voleva fare una prova al pianoforte. Gli chiese: “Cosa vuoi cantare?” E Rufino rispose “Alma de Bohemio”. Di Sarli rispose: “Guarda è molto difficile” Rufino non gli rispose e fece spallucce, così l’insegnante interpretò il gesto come segno d’approvazione. Mise le mani sulla tastiera ed iniziò a suonare le prime note. Quando il ragazzo giunse alla prima parte del verso cantaaaaaaar con tono sostenuto, il Maestro eccitato abbassò il coperchio del pianoforte e lo abbracciò forte. In quel momento nacque una relazione affettiva tra i due in cui il Maestro diventò quel padre che Roberto non aveva mai avuto, una guida spirituale e professionale di cui il ragazzo aveva bisogno. Un rapporto fatto di rispetto reciproco e un’amicizia che durò fino al 12 gennaio 1960, data in cui il maestro morì. Roberto proveniva da una casa umile, era un ragazzo povero con i pantaloni corti. Di Sarli gli comprò un abito fatto su misura di colore blu con strisce colorate. La notte del debutto con l’Orchestra di Carlos Di Sarli, raccontava Rufino, il Maestro rivolgendosi al pubblico annunciò la sostituzione del cantante Agustín Volpe con Roberto El Pibe. Prese in mano il microfono e disse loro che avrebbero dovuto giudicare la scelta fatta e che si sarebbe reso conto del giudizio del pubblico dalla quantità di applausi che avrebbe o meno ricevuto il debuttante. Questi avrebbe interpretato Alma de Bohemio. Ad un tratto un ragazzino apparve da dietro il pianoforte e cominciò a cantare. Quando il giovane Rufino finì la sua interpretazione, la risposta del pubblico fu impressionante, un lungo applauso durato dieci
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minuti fu seguito da un grido costante proveniente dalla platea che diceva: “Otra… Otra… Otra”. Il Maestro fece un sorriso di approvazione e ricominciò a suonare. Era nata una nuova stella nel firmamento del tango di Buenos Aires. Rufino registrò 45 brani con l’orchestra di Carlos Di Sarli tra il 1939 e il 1943, essendo la prima registrazione del tango “Corazon”, dell’11 dicembre 1939. Quello stesso giorno registrarono la Milonga del sentimiento. L’ultima registrazione del duo Di Sarli - Rufino è il tango Boedo y San Juan del 17 dicembre 1943. A quel tempo tutto l’ambiente del tango sapeva della vertiginosa carriera di Roberto Rufino ed i grandi direttori, tra cui lo stesso Pichuco, facevano a gara per contrattarlo nelle proprie formazioni. È stata una figura amabile, un esempio di vita. Quando il passare inevitabile del tempo stava rovinando la brillantezza della sua voce, incominciò a “raccontare” il Tango, creando uno nuovo stile canoro che piacque molto al pubblico dell’epoca. Dopo di lui questo nuovo stile fu interpretato dai suoi migliori allievi Floreal Ruiz e Roberto Goyeneche. Ascoltare Roberto Rufino cantare Maria o La novia ausente o Malena o qualsiasi dei tanghi che aveva scelto per il suo repertorio, era come avvertire che il tango andava lentamente disgregandosi e le parole giungevano all’orecchio separatamente. Era la sua interpretazione, la sua forza interpretativa che dava un senso alle parole e le integrava nel proprio contesto. Rufino era un “decidor”, un artista del fraseggio, un interprete che conosceva bene il messaggio dei tanghi che cantava.
Nella lingua italiana non esiste il termine “decidor”. Per spiegare questo concetto mi piace citare un altro grande artista argentino: Cacho Castaña. Un autore ed un interprete straordinario. Il suo brano Cafè la humedad è stata interpretato da moltissimi artisti, tra cui lo stesso Goyeneche. Bene, Cacho nel brano La Gata Varela, dedicato ad Adriana Varela, cantante contemporanea, spiega come si canta un tango ovvero: “Quelli che cantano gridando continueranno ad essere apprendisti, perché il canto non si canta, il canto si dice, con la pausa ed il silenzio di cui parlano i poeti, piano piano a poco a poco, perché il pubblico comprenda il testo”. Ecco Rufino in questo era il migliore, come raccontava Podestà aveva “El llanto” (il pianto) nel suo modo di cantare, così come Gardel, “però abusava un poco” continua Podestà, suo amico, ma anche rivale nell’orchestra di Di Sarli. Dopo aver lasciato l’orchestra di Di Sarli nel 1943, Rufino ebbe una carriera straordinaria, collaborando tra i tanti con Troilo, Francini, Pontier e Miguel Calò oltre che una carriera da solista che culminò nel 1999 con la sua scomparsa. Era dipendente dal palcoscenico, sembrava anche in tarda età un bimbo terribile, “El pibe terremoto”. Paolino Fierro – Salon Baires Napoli
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A tu per tu con... i Musicalizadores
Nome: Viviana Andrea La Falce Età: 31
Quando e come hai iniziato a mettere musica? Ho iniziato nel 2001 guidata dal Dj Daniel Borelli. Da sempre mi è interessata la musica in generale e ho iniziato come dj di altro genere, poi grazie a mio padre che ballava tango ho iniziato a inserirmi e a dedicarmi totalmente al tango. Com’è maturato il tuo approccio alla consolle da allora? Da allora è stato un crescendo poiché le milonghe a Buenos Aires aumentavano e io venivo chiamata sempre più spesso, e poter lavorare con continuità per diversi anni in milonghe diverse mi ha dato la possibilità di crescere professionalmente.
La tanda di tango del mese di Vivi La Falce. I Tanghi di D’Arienzo del ‘38, sempre una tanda perfetta! Tre orchestre che non possono mai mancare alle tue serate? Sicuramente D’Arienzo, Di Sarli e Pugliese. Cosa cerchi di trasmettere da dietro la consolle? Cerco sempre di lavorare con rispetto, come dj posso piacere oppure no ma senza dubbio sulla professionalità non si discute. La cosa più importante per me è mettere in chiaro che non sono un artista ma un animatrice, do un servizio e devo far in modo che la gente balli e brilli. Da 13 anni mantengo sempre lo stesso atteggiamento e questo mi ha permesso di restare con i piedi per terra in un ambiente in cui devi saperti muovere. C’è una serata che ricordi in particolare o alla quale sei rimasto particolarmente legata? Si, il Roma Tango Meeting, il mio primo festival in uno dei primi viaggi che ho fatto. Mi colpì tantissimo il luogo, la quantità di gente, la perfetta organizzazione. Per me era tutto nuovo ed ero molto emozionata! Un’ altro momento che non dimenticherò mai, avvenuto di recente, la milonga “El Arranque” a Buenos Aires in una serata dedicata a Felix Picherna, sempre avevo sentito parlare di lui e sapevo che aveva lavorato con mio padre però non l’avevo mai conosciuto di persona e mi sono emozionata nel conoscerlo e scoprirne una immensa umiltà con tutto il suo sapere. L’errore che un musicalizador non dovrebbe mai fare. Io mai direi ad un altro musicalizador quello che dovrebbe fare… però credo che non sia lo stesso mettere musica per diletto o professionalmente! L’errore più evidente che succede in questo ambiente è auto assegnarsi il titolo di Dj o maestro per il semplice fatto di ballarlo, o di ascoltarlo, o di leggerlo, o di comprare cd con play list già pronte da inserire nel computer e dove basta dare un invio per fare la serata di tango. Alcuni pensano, visto che il Tango è una forma d’arte, di poterlo fare, però essere professionali, farlo per lavoro è un’altra cosa. Non tutti possono occupare qualsiasi ruolo, si deve sapere che c’è un metodo per mettere musica, c’è una logica, molto lavoro poco ballo! Purtroppo c’è molta gente che musicalizza ed è convinta di essere un buon dj e poi magari non sa nulla di musica, non di tango… di musica! E dall’altro lato spesso non si valorizza il lavoro di chi si dedica professionalmente a questo, incluso notti e notti di lavoro, cercando musica, sistemandola, studiando i giusti accostamenti. Però va bene, bisogna avere pazienza, e continuare il proprio cammino nel modo corretto! C’è differenza tra mettere musica in Italia e a Buenos Aires? Musicalmente è lo stesso, quello che cambia secondo me è che secondo il livello di ballo e la conoscenza che si ha del tango a Buenos Aires capiscono meglio le diverse orchestre e di conseguenza cambia il modo di ballare, però ovunque ci sono milonghe dove si balla bene e milonghe dove si balla male, tutto il mondo è paese! 34
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A tu per tu con... gli organizzatori
1o Elba International Tango Festival 29 giugno – 6 luglio 2014. Come nasce l’idea del festival? L’idea di creare all’Elba un evento di tango di portata internazionale è nata dalla caparbietà di Rosanna che è anche il Presidente dell’Associazione “Elbailandotango” sorta con lo scopo di curare l’immagine e la cultura del tango qui all’isola d’Elba. Oltre ad una spettacolare location quali sono le novità di questa prima edizione? L’ELBA, per la spettacolarità dei suoi paesaggi marini, è un forte fattore di attrazione per i tangueri che tutti gli anni vengono qui per fare vacanza e per ballare nelle nostre milonghe estive ma, volendo creare, qui, un festival di Tango, volevamo immettere una sferzata di novità. Abbiamo concepito l’Elba Festival come un momento di vacanza e di aggregazione abbinato a tutte le attrattive spettacolari di un festival. Tutto si svolge in un raggio molto ristretto di 100 – 200 m. Le esibizioni degli artisti saranno aperte a tutti, anche alla popolazione locale ed ai turisti (che a luglio sono già numerosi sull’isola) e si svolgeranno, tutte, prima della gran milonga serale. A dare un tono estivo al festival saranno le” milonghe aperitivo” e le “milonghe pareo” sulla spiaggia e a bordo piscina dell’hotel Select, il più “chic” di Marina di Campo. Ma il punto nodale di questo festival è l’attenzione che si è voluto dare alle ballerine che saranno presenti, sarà un festival tutto incentrato sulle donne. Vogliamo farle ballare tutte ed in continuità per l’intera settimana dell’evento e sappiamo di poterci riuscire perché l’Elba è una realtà tanghera “anomala”, dove i ballerini sono molto superiori in numero rispetto alle ballerine. Un festival è sempre un gran’evento a prescindere o ci sono dei fattori che lo rendono tale? Un Festival, a mio avviso, va vissuto come una festa dove ci si possa divertire, rilassare, stringere contatti e amicizie nuove, condividere sensazioni comuni tipiche del tango, dove l’organizzazione deve svolgere il suo ruolo al servizio dei tangueri, dove il tango deve essere protagonista assoluto, sia quello esibito, sia quello praticato in milonga, dove al momento dei saluti il corpo e lo spirito possano essere entrambi appagati e dove tutti possano condividere la promessa di ritrovarsi prima o poi. 3 ragioni per venire al 1o Elba Tango festival. Per godere di una vacanza a 5 stelle al prezzo di due, per conoscere tangueri che arriveranno da ogni parte del mondo e per godere del nostro mare insieme al piacere di trovarsi tra persone di etnia e lingue diverse ma che condividono con noi l’emozione che solo l’abbraccio del tango può dare. 2 cose che vorreste si realizzassero quest’anno al festival. Che questo 1° ELBA TANGO FESTIVAL possa servire da apripista per futuri eventi e per altre iniziative rivolte più all’attenzione e alla cura di chi vi partecipa piuttosto che alla cura della spettacolarità ed in questo senso attendiamo la partecipazione di organizzatori di altri eventi di tango con cui condividere questa nostra visione, affinché ogni festival possa diventare un evento veramente condiviso. 35
Tango, percezione e ngo, percezione L
a potenza del tango è fatto indiscusso… certamente, per tutte le sue implicazioni emotive e per una magia che non può spiegarsi, poiché cattura sottilmente l’anima di chi scopre il piacere di farsene sedurre. Coinvolge talmente tanto che alcuni parlano di ‘dipendenza da tango’, oppure sostiene, aiuta nell’evoluzione personale, cura. In altri termini esaspera i nostri limiti, costringendoci al muro della verità, così da farci diventare caricature infelici di noi stessi o da accarezzarci con i suoi terapeutici benefici. Sicuramente è facile per tutti noi riscontrare che questa danza-cultura innanzi tutto ci fa lavorare sulla relazione. Dovremmo però ricordare che ogni rapporto che l’essere umano istaura risente di un altro rapporto unico e profondo. Quello con se stessi. Per essere in armonia con gli altri, dobbiamo infatti conoscerci bene, accettarci e avere un certo equilibrio. Quando proviamo a ballare in una condizione di malessere, la testa incide sull’esito dei passi e della relazione che istauriamo con l’altro. La qualità dell’energia cambia, spesso ostacolando la naturalezza e la fluidità dei movimenti, del corpo, che, dotato di una sua reale intelligenza, saprebbe bene cosa fare, se non lo ostacolassimo con le nostre insicurezze. Di fatto, come tante danze insegnano, la consapevolezza passa per il proprio centro. Quello che Battiato, riprendendo dalla tradizione sufi, definiva l’oggetto della sua ricerca di permanenza. Lo stesso che attivano i dervisci della danza mevleva, quando ballano facendo asse sulla propria gamba e roteando su se stessi. Il centro è questione interiore, ma noi non esistiamo senza termine di paragone, senza il prossimo, quindi, che ci rimanda sempre a chi siamo. Allora la prima forte attinenza del lavoro interiore col tango è la coscienza di chi siamo realmente, di quanto spazio occupiamo, di come siamo fisicamente e di che carattere abbiamo. Sembrerebbe fatto scontato conoscere tutto ciò. Eppure non lo è, se consideriamo che spesso non abbiamo una perce-
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zione reale della nostra immagine. Ce lo dimostra lo specchio, in cui ci guardiamo scoprendo di noi difetti o pregi che non riconoscevamo pienamente. Nel tango, come nella vita, il nostro specchio è l’altro, il partner di ballo, con cui condividiamo uno spazio talmente intimo da costringerci a guardare a noi stessi autenticamente. E la relazione con l’altro è obbligatoria, se volgiamo ballare tango! Ne consegue che ogni indicazione, ogni stimolo, ogni com-
e ed evoluzione del sé one ed evoluzion ci percepisce chi balla con noi. In altre parole, attraverso il tango possiamo costruire un’immagine veritiera di noi stessi, del nostro corpo, dello spazio e del tempo proprio grazie alla relazione obbligata con l’altro. Il tango è quindi un progetto di relazione in cui, proprio nella necessità di condividere, troviamo una motivazione entusiasmante. La possibilità di costruire una percezione veritiera di noi stessi e di correggere distorsioni che attiviamo inconsciamente, spesso con lo scopo di proteggerci dai dolori del vivere. E non c’è desiderio più naturale che quello di proteggersi. Ma l’eccesso di protezione diventa paralisi e ci rende impossibile nutrirci e godere del Buono e Bello. La vita, come il tango, è una danza sublime, dove a ritmi diversi corrispondono movimenti diversi e dove a melodie diverse corrispondono modi diversi di fare poesia. Non si balla tutto con lo stesso passo né con la stessa energia. Non si balla con tutti allo stesso modo. Ma al diritto di ballare corrisponde il dovere di impegnarsi a ballare bene. Allora approfittiamo della potenza del tango e del suo insegnamento. Facciamo della nostra vita una danza. Accogliamone i tempi, i modi e le emozioni più varie. Diamo il meglio di noi e interpretiamola offrendo i nostri aspetti più autentici. Scopriremo che tutto si muove all’unisono con noi. Zuleika Fusco Counselor, tango-terapeuta portamento e messaggio non verbale ci provenga dal partner è una risposta a ciò che fisicamente ed energeticamente manifestiamo, per cui non è trascurabile, perché ha il potere di rimandarci chi siamo al di là della nostra convinzione. Nel tango ci riveliamo dunque. Diamo spazio non solo alle nostre emozioni, ma al conflitto profondo tra come ci percepiamo e come siamo realmente. A questo si aggiunge il fattore discriminante di come
“Al diritto di ballare corrisponde il dovere di impegnarsi a ballare bene.” 37
Moira e altre storie
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Vedi il tendone da qualche parte? I trapezisti? I leoni nella gabbia col domatore? No, allora non sei al circo… Perché dunque il Moira look con quel vestito rosso acceso, spacco ascellare, schiena nuda ricoperta da lustrini e strass e scollatura fino all’inguine? Sei venuta per ballare il tango con un comune mortale, non per volteggiare su un cavallo. Ma ti invitano e mostri con orgoglio la calza a rete con giarrettiera di pizzo e anche se fai fatica a stare in piedi, non puoi rinunciare al tacco 12 “ton sur ton”. Vicino a te è seduta l’amica smessa che ti guarda con orgoglio ed invidia; il tuo capello cotonato contro i suoi flosci e color cacca di cane. Lei non si trucca per abitudine, tu hai sfoggiato i pezzi da novanta del make-up, ciglioni finti compresi. Lei è debolmente deodorata, tu avvolta in una nuvola di intenso profumo alla moda che stordirà gli astanti vicini e lontani. Finalmente ti invita LUI, quello che non resiste alla tua mirada da virago, LUI il maestro supremo, quello che due anni li ha ballati tutti, che alla vacanzatango ad Ischia c’era, che a Buenos Aires tre giorni c’é stato e sa come va il mondo. Proprio LUI quello che “se vuoi ti do lezioni private, costo poco e così impari subito”. Il nostro é membro onorario, nonché socio fondatore della famosa scuola QUELLI CHE IL GANCIO, così dopo la prima pattinata sulla pista per farti capire di che pasta é fatto, neanche te ne accorgi e lo trovi imploso su se stesso in un carpiato, mentre con i bicipiti fa leva e ti schiaccia forte tutte le vertebre per un chiaro invito al famoso gancio. Non importa se la tua gamba è lontana, anzi, si vedrà meglio il virtuosismo della giarrettiera! Sei felice e il tuo cuore strizzato dal bustino di pizzo, palpita riconoscente. Ma LUI non è ancora soddisfatto, manca il vero colpo da Maestro, quello che ti farà letteralmente cadere ai suoi piedi. Così ti ritrovi in aria, gettata senza scampo in un salto a gambe aperte. Alla fine avrai il suo biglietto da visita con scritto in chiare lettere Maestro di Tango e un appuntamento per la tua prima lezione privata.
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Il prossimo arriva da dietro e con un leggero tocco sulla spalla, ti invita per una tanda di D’Arienzo; che bello, tutto quel ritmo. L’hanno soprannominato IL BRADIPO, l’uomo posa piano. La sala scorre ma lui è fermo nel suo abbraccio intenso, fa qualche timido accenno di passo poi ci ripensa e aspetta un attacco più deciso della musica. E aspetta. Sembra che si sia deciso, ma aspetta. Ecco, adesso è partito, proprio mentre ti stavi addormentando sulla sua spalla. Con calma si sta preparando al gran finale con un bel passo avanti, tirato tirato. Dopo la vorticosa performance vai al bar e incontri un paio di PERENNI INSODDISFATTE; quelle che il pavimento è troppo duro, non mi invita nessuno, fa troppo caldo, fa troppo freddo, la musica non mi piace, la luce è bassa, c’è troppa luce, il livello è scarso, non ci sono i maestri, ho speso troppo, è tardi, la milonga è lontana, domattina lavoro, fuori piove, sono senza sigarette, ho male ai piedi, ho le scarpe scomode, ho ballato con uno che puzzava, il bagno è sporco, ho il trucco colato, qui non ci vengo più, da domani corso di Zamba. Nel mentre il Tj, musicalizador di grido, quello che lo seguo ovunque vada, Oslo? Ci sarò. Serata a Canicattì in treno? Non posso perdermela. Maratoncina sulle Alpi Svizzere? Compro i dopo sci e ti raggiungo. Fammi l’elenco di tutte le performances, che chiedo le ferie. Nel mentre il Tj, avvolto nel suo fascino debolmente illuminato dalla mela del Mac, attonito, lontano e concentrato, scova gli ultimi reperti gracchianti anni 20 secondo trimestre e si stupisce se nessuno si alza per ballare. Solo il fan integerrimo non può stare a sedere, energia altissima, que buena onda, essaaaaa!
Racconto semi serio di Vanna Gasparini in arte Jessica Flatcher, per simpatia col suo capello cotonato.
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curiosando recensioni libro • Il
Bazar degli abbracci
Guida tecnica ai fondamenti e analisi
di Sonia Abadi Il libro, edito da Abrazos, attraverso una lettura coinvolgente e intrigante, racconta l’esperienza di ballare il tango a Buenos Aires, la relazione tra uomo e donna, la passione per il ballo. Attraverso storie che hanno per protagonisti i personaggi del tango, con i loro codici e i loro aneddoti, mette in luce gli aspetti socio-culturali della “danza dell’abbraccio”. È un viaggio di milonga in milonga, un luogo dove le facce di sempre si ritrovano con le facce nuove, dove la tranquillità che garantisce ciò che è familiare si mescola all’emozione della novità. Un luogo dove uomini e donne diventano uno solo, corpo e anima, dove la magia del tango li conduce all’estasi, dove convivono palpitando all’unisono. Un “pronto soccorso permanente per i malati di tango, di vita, di incontri, di sogni” dove accade qualcosa di inspiegabile: ci si comincia a rendere conto che una volta entrati in questo mondo niente sarà più come prima. “Gli spazi che si sono aperti nel corpo e nell’anima non potranno richiudersi, anche se si arrivasse a decidere – a causa di un incomprensibile attacco di follia – di smettere di ballare per sempre”. www.abrazosbooks.com
libro • Il Tango e il Mare di Monica Maria Fumagalli La relazione tra Argentina e mare è antichissima e l’autrice in questo libro ce la racconta in maniera fluida con l’ausilio di disegni, documenti, note e un’interessante ricerca bibliografica e discografica. Tantissimi immigrati, verso la metà del 1800 hanno attraversato il mare, lasciando la loro patria per approdare a Buenos Aires. “Il tango è legato al mare perché ha tessuto la leggenda di uomini il cui primo gesto eroico, in molti casi, fu proprio quello di attraversare il mare, di arrivare ad un porto e di cominciare da lì a ridisegnare la propria esistenza”. Uomini partiti non per scelta ma per sfuggire alla miseria che mantengono viva la nostalgia per la terra natia e stretto il rapporto proprio con quel mare che da essa li separa. Attraverso una ricerca su testi, iconografia e alcune storie dei protagonisti, l’autrice racconta di come questo rapporto così intenso sia presente nel tango. “Il mare, nei testi di tango, può essere il protagonista delle loro vite, la forza occulta che determina il destino degli amori o semplicemente uno sfondo davanti al quale la quotidianità segue il suo corso”. Il volume è il primo della collana Un paso más, che raccoglierà le conferenze tenute da Monica Maria Fumagalli in diversi paesi del mondo e la documentazione scovata nei suoi viaggi. www.abrazosbooks.com 40
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milonghe ed eventi in italia
ABRUZZO L’AQUILA La milonga di Camila… Domenica 20.30-02.00 @ Movi dance, Via B.Vecchioni 3, Tel. 348.2915008 MONTESILVANO (PE) La Milonga al Club La Balera Venerdì 22.00-03.00 @ La balera, Via F. Cavallotti 9/B, Tel. 340.3401442 MONTESILVANO (PE) Tango Club Sabato (a settimane alterne) 22.00-03.00 @ Via Verrotti 61, Tel. 368.534592 PESCARA Gricel Domenica 21.00-02.00 @ Kidland, Via Ravasco 7, Tel. 348.8979928 PESCARA Milonga Popolare della Tipografia Giovedì 22.00-02.30 @ Circolo Arci, Via Raiale 169, Tel. 328.3514207 CALABRIA REGGIO CALABRIA (San Gregorio) – La milonga di Reggiotango Venerdì 21.30-01.00 @ Scuola da ballo “Nuova fata morgana”, Via delle Industrie 6, Tel. 338.9853711 CASTROLIBERO (CS) Casita Calabriatango Milonga Tradicional Sabato 22.00-03.00 @ contradada Motta 10, Tel. 338.4996611 CAMPANIA SALERNO La Milonguita Giovedi 22.00-00.30 @ Corazon Al Sur Tango Club, Via Petrosino 2, Tel. 347.3591568 SALERNO La Milonga Argentina Sabato 22.00-02.00 @ Corazon Al Sur Tango Club, Via Petrosino 2, Tel. 347.3591568 Napoli Salon Baires Venerdì 22.30-03.30 @ Club Majestic, Via D.Padula 109, Tel. 348.2622770 Napoli Milonga Dominguera al Salone Margherita Domenica 21.30 @ Via Verdi 5, Tel. 081.426097 Napoli La Milonga Porteña Venerdì E Sabato 22.30 @ Via G.Capuozzo 52, Tel. 081.2428567 Napoli Milonga Al Quater Venerdì 22.30-03.00 @ Quater, Via Diocleziano 400, Tel. 081.19570369 Napoli Salon Baires La Tardecita Domenica 20.00-01.30 44
@ Salon Baires, Via G.Piscicelli, 36 (Zona Chiaia), Tel. 348.2622770 Battipaglia (Sa) El Abrazo Sabato 22.00-02.30 @ Maminacafè, Tel. 393.388353799 Capua (Ce) Milonga Di Casertango Domenica (ultima del mese) 21.30-00.30 @ Ex-Libris, C.So Gran Priorato Di Malta, Tel 0823.622924 NoLA (NA) Milonga Bixelle Mercoledì 21.30-00.30 @ Via Polveriera 131, Tel. 333.7151952 EMILIA ROMAGNA RIMINI La maquina tanguera Sabato o Domenica 22.00 @ Via P. Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN) Tel. 334.7693051 PARMA Carmin Cafe’ Sabato 22.30 @ Via Meazza 23/A Tel. 347.9658980 BOLOGNA La fabrika del tango Venerdì 21.30 @ Via Del Colle n.1 - San Lazzaro di Savena (Bo) Tel. 335.7032968 LIGURIA GENOVA Milonga Brava Sabato 22.30-03.00 @ Via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539 LOMBARDIA SOLA (BG) Milonga Malena Venerdi 22.00-02.00 @ Via Biagi, Tel. 340.6053315 BERGAMO Milonga de la Tarde Domenica 20.30-02.00 @ Via Bergamo 64 ss Briantea Cumo, Tel. 389.2716121 MARCHE CASTEL DI LAMA (AP) La milonga di tango Rodoldo Domenica 21.00-01.00 @ Via 232/ ma - zona industriale Campolungo Tel. 339.4868987 PESARO La casa del tango Venerdì 22.30-03.00 @ Via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403 PIEMONTE ASTI Milonga alma y pasion Sabato 22.00-02.00 @ Via al Mulino 8, Tel. 347.8890073 PUGLIA BARI La Milonga del Giovedì Giovedì 22.00-02.00 @ Reef (ex Cafè del Mar) Via Alfredo Giovine 60, Tel.333.2762572 GIOVINAZZO (BA) La Reuniòn Sabato 22.30-03.30 @ L’ancora, Via Fossato 64, Tel. 333.9241820 SICILIA PALERMO
Milonga dell’Accademia di Danza Sabato 21.30-02.00 @ Via D.Trentacoste 36, Tel. 327.3474116 TOSCANA FIRENZE Bailongo Milonguero Martedì 21.30-00.30 @ Via di Brozzi 312, Tel. 055.340166 FIRENZE La milonga del teatro Affratellamento Giovedì 21.30-01.30 @ Via Orsini 73, Tel. 055.340166 FIRENZE Milonga delle Caldine Sabato 22.30-03.00 @ Via Faentina 183, Tel. 055.340166 FIRENZE Buenos Aires Tango Club Domenica 21.30-01.30 @ Via Vittorio Emanuele 135, Tel. 055.496670 MASSAROSA (LU) La Chandelle Domenica 19.00-02.00 @ Via Casa Rossa 303, Tel. 333.7882977 FORTE DEI MARMI (LU) La Milonga del Forte (1° e 3° sabato del mese) Mercoledì 22.00-02.00 @ Via G. Montauti 6, Tel. 347.6565311 PONTELUNGO (PT) Mas Tango circolo Arci 21.00-24.00 @ Via Lucchese 85, Tel. 328.3119994 UMBRIA PERUGIA La Milonga di Alice Sabato 22.00-04.00 @ Via Alessandro Arienti 3, Tel. 340.4580573 PERUGIA Milonga del Atardecer Domenica 19.30-24.00 @ Via dei mestieri 13, Tel. 348.8762534 PERUGIA Music All Domenica 21.00-00.30 @ Music Hall, Via Ruggero D’Andreotto, 19 Tel. 348.7033658 - 349.3752408 TODI (PG) Milonga a Todi Sabato 21.30-03.00 @ Via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307 TERNI Interamnatango Domenica 21.30-01.30 @ strada di sabbione 28b, Tel. 333.7825680 VENETO SPINEA (VE) Contatto Sabato 22.00-03.00 @ Via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 SPINEA (VE) Contatto Domenica 20.00-01.00 @ Via del Commercio 34/b, Tel. 340.7861032 VILLORBA (TV) El Garufa tango club Venerdi 22.00-02.00 @ Via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866
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partner della rivista El Tanguero
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scuole di tango in italia,
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LAZIO Lezioni a Roma Scuola Traspiè Piazza San Pancrazio 7 con Marco Evola e Paola Palaia Martedì 20.00 – 2° livello; 21.15 – Intermedi Giovedì 20.00 – Principianti assoluti 21.15 – Avanzati Venerdì dalle 21.00 alle 23.00 Pratica/Seminario di Milonga www.traspie.it Scuola Royal Tango con Roberto Castrucci e Alessia Leoni Lunedì c/o Via dell’Arcadia 108 21.00 – Intermedio II Mercoledì c/o Via Santa Lucia 12/a – Bracciano 20.00 – Principianti assoluti www.royaltango.it Scuola Tango al Piso con Pablo Moyano e Roberta Beccarini Lunedì c/o Via Donatello 20 20.30 – Principianti/Intermedi 21.45 – Avanzati Martedì c/o Via Donatello 20 20.30 – Musicalità 21.45 – Tecnica Femminile Mercoledì c/o Via Donatello 20 20.30 – Intermedi/Avanzati 21.45 – Lezione di Milonga Giovedì c/o Circonvallazione Appia 107 20.00 – Principianti Assoluti Domenica c/o Via Fracassini 60 17.00 – Principianti assoluti 18.15 – Principianti Intermedi www.robertabeccarini.com Scuola Tanguedia con Dario Pizzini ed Emanuela Pansera Lunedì c/o Via degli Olimpionici 7 19.30 – Principianti assoluti 20.45 – Intermedi 1 22.00 – Avanzati Martedì c/o Via Angelo Battelli 6 19.30 – Principianti assoluti 20.45 – Intermedi 1 22.00 – Avanzati Mercoledì c/o Via dei Cessati Spiriti 89 20.00 – Intermedi 1 21.30 – Principianti assoluti Domenica c/o Via Appia Nuova 665 16.45 – Principianti 18.00 – Intermedi 2 19.30 – Avanzati www.tanguedia.net Scuola Baile de Oro con Massimo Pianelli ed Elena Rojeva Mercoledì c/o Via dei Piani di Monte Savello, 48/b – Albano
Laziale 20.30 – Principianti 22.00 – Intermedi /Avanzati Giovedì c/o Via Fratelli Wright, 47 – Ciampino 21.00 – Principianti Venerdì c/o Piazzale delle Regioni, 19 – Pomezia 21.30 – Principianti Sabato c/o Riviera Zanardelli, 76 – Anzio; 19.00 – Livello Unico www.bailedeoro.com Scuola Tango Allegria con Fernando Serrano e Silvia Colli Martedì c/o via delle Milizie 40 20.00 – Principianti Giovedì c/o via M. Mazzacurati 63 20.00 – Principianti/Intermedi 1 21.15 – Intermedi 2/Avanzati Domenica c/o via M. Mazzacurati 63 18.00 Principianti assoluti 20.30 Open Class di Milonga/ Vals e Folklore www.tangoallegria.it LOMBARDIA Lezioni a Milano Escuela de Tango con Cecilia Signorelli c/o via Bizzozzera 3 - Cormano Lunedì 21.00 – Principianti assoluti 22.00 – Intermedi Scuola Attrazione Danza c/o via Livatino 8 – Melzo con Cecilia Signorelli e Massimo Basilico Mercoledì 20.00 – Tecnica individuale 21.15 – Principianti assoluti Giovedì 19.30 – Tango junior 20.30 – Principianti assoluti 21.30 – Intermedi a seguire pratica www.attrazionedanza.it
Giovedì c/o Teatro Diana Zona Vomero 20.30 – Principianti 21.45 – Intermedio www.mujeresdeltango.it ABRUZZO Lezioni a L’Aquila Scuola Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Domenica c/o Via Rocco Carabba 17 17.00 – Principianti assoluti 18.30 – Intermedi I Lunedì c/o Piazza San Bernardino 4 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi II/Avanzati www.istintotango.it Lezioni ad Avezzano (AQ) Scuola Istinto Tango con Andrea De Dominicis e Helga Corpora Martedì c/o Via Tiburtina Valeria Km 111,500 19.30 – Principianti assoluti 21.00 – Intermedi /Avanzati www.istintotango.it
CALABRIA Lezioni a Rende (CS) Scuola CalabriaTango c/o Via Ungaretti 2 con Ciccio Aiello Lunedì 20.00 – Intermedi 21.30 – Avanzati Martedì 20.00 – Principianti 2/Intermedi 21.30 – Avanzati Mercoledì 20.00 – Principianti 1 21.30 – Avanzati Giovedì con Franco De Bonis e Ida Luchetta 20:30 – Principianti 1 Venerdì 20.00 – Principianti assoluti 21.30 – Principianti 2 CAMPANIA www.calabriatango.it Lezioni a Salerno Lezioni a Catanzaro Accademia Corazon al Sur con Ciccio Aiello di Neri Piliu e Yanina Quiñones Sabato c/o centro comm.le Valle Via Nicola Petrosino 2 Lunedì del Corace – Caraffa 15.30 – Principianti 1 20.00 – Principianti assoluti 21.30 – Avanzati 17.00 – Avanzati 18.30 – Intermedio Martedì 21.00 – Tecnica Femminile www.calabriatango.it” www. calabriatango.it Mercoledì 20.00 – Pratica Guidata Lezioni a Reggio Calabria 21.00 – Intermedi con Ciccio Aiello Giovedì Domenica (2 appuntamenti 21.00 – Lezione di Milonga mensili) Dalle 22.00 Milonguita c/o Circolo Polimeni – Zona www.corazonalsurtangoclub.com Pentimele Lezioni a Napoli 17.00 – Intermedi Mujeres del Tango 18.30 – Avanzati con Ciccio Aiello e Paola Perez www.calabriatango.it
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milonghe a roma
LUNEDI’ La Pulperia 22.30-02.00 Via L. F. De Magistris 91 328.1249409 MARTEDI’ MILONGA DI TRASPIE’ 22.30-01.00 P.zza San Pancrazio 7 339.7627738 SAN SALVADOR 21.00-02.00 Via dell’Oceano Atlantico 271 339.8209385 TANGOFFICINA 21.00-01.30 Via Cupa 5 338.1104076 MILONGA DOUBLEART 22.30-02.00 Via degli Ausoni 84 349.4018084 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MERCOLEDI’ MILONGA DEL BARRIO 22.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga Sin Rumbo 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 CAFETIN DE ROMA 22.00-01.30 Via Bordoni 50 347.6937644 GIOVEDI’ QUERER 22.00-02.00 P.le K. Adenauer 12 o Via Ciro il Grande 348.3862271 IL GIARDINO DEL TANGO Cachirulo 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 KRIMINAL TANGO (a giovedì alterni) c/o Spartaco 22.00-03.00 Via Selinunte 57 LA MILONGA DI FIUMICINO La milonga di Angie 21.00-02.00
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Via delle Conchiglie 23 Fiumicino. 06.65048150 VENERDI’ EL ARRABAL 22.30-03.00 Via Luigi Bombicci 60 392.8481847 MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 TANGUERA 22.30-03.00 Via degli Angeli 146 342.7719084 IL GIARDINO DEL TANGO Milonga dell’Abbraccio 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 LA MILONGA DELLE CILIEGIE (4° venerdì del mese) 22.30-03.00 Via delle Ciliegie 42 328.1516410 MALQUERIDA Milonga queer 22.30-03.00 Via Macerata 9 347.870 8871 SABATO RECOLETA 44 22.30-03.00 Via Deserto Di Gobi 44 339.4366587 CONVENTILLO c/o Arca Dancing 22.30-03.00 Via degli Angeli 146 335.435473 MILONGA DEL BARRIO 22.30-03.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 MILONGA CLASSICA c/o Spazio Diamante 22.30-03.00 Via Prenestina 230 B 346.3481823 IL GIARDINO DEL TANGO La Milonga de los Artistas 22.30-03.00 Via degli Olimpionici 7 333.1881716 LA ROMANTICA 22.30-03.00 Via Cupa 5 339.5398682 - 360.602693
MIO TANGO - GRICEL (2° e 4° sabato del mese) 22.00-02.30 Via Filoteo Alberini 53 329.9170544 LA MIRADA 22.30-04.00 c/o Los Latinos, Via della Divina Provvidenza 90 06.66411175 ELETTROTANGO@BAR Milonga itinerante 21.00-03.00 335.5913434 MILONGA DELLE CILIEGIE (2° sabato del mese) 22.00-03.00 Via delle Ciliegie 42 328.1516410 DOMENICA MILONGA ASSISI 33 20.00-01.00 Via Assisi 33 338.7440845 LA MILONGA PIGRA 17.30-23.30 Via Capistrano 36 LA MILONGA DEL BARRIO 21.30-02.00 Via di Pietralata 135 349.5629314 LA MILONGA “BRUNCH TIME” 13.00-17.30 Via Romolo Gessi 6 335.5492512 TANGOFFICINA Tè Tango 18.00-21.00 Via Cupa 5 338.1104076 La Milonga di Areatango 21.00-01.00 Via della Batteria Nomentana 66 347.3902862 IL MITREO 21.30-01.30 Via M. Mazzacurati 63 333.5300844 TANGO BAR 18.30-23.00 Via Macerata 9 06.70301101 EL BESO c/o Saturno dancing 19.00-22.00 Via Appia Nuova, Km 17.800 366.7178018
milonghe a milano
LUNEDI’ Puro Tango 21.30-01.30 @ Via Gallarate 200, Tel. 334.9540036 COMoUNAvez 22.30-02.00 @ Via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 MARTEDI’ Le Banque 19.00-02.00 @ Via Porrone Bassano 6, Tel. 02.86996565 La milonga del Sio 22.00-02.00 @ Via Temolo 1, Tel. 347.7588350 Arcibellezza 22.30-01.30 @ Via Bellezza 16/a, Tel. 347.2446899 Maison Milano 22.30 @ Via Montegani 68, Tel. 02.89540234 MERCOLEDI’ Cafè Caribe 22.30-02.00 @ Via Natale Battaglia 12, Tel. 02.312922 La parada del miercoles 22.30 @ Shangai caffè, Via Giovanni Battista Sammartini 124, Tel. 333.6177426 GIOVEDI’ La Mariposa 22.00-02.00 @ Via Prandina 31, Tel. 338.2877110 VENERDI’ Tangoy 22.30-02.00 @ Via Monza 140, Tel. 334.5240235 La Liberty di Casa Cambalache 22.30 @ Largo Marinai d’Italia 1, Tel. 333.4711727 Che Bailarin 22.00 @ Via G.Watt 5, Tel. 334.9837399 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ Via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105 COMoUNAvez 22.30-03.00 @ Via Parenzo 7,
Tel. 329.6541562 SABATO Milano Milonga 21.30 @ Via Riva Di Trento 5, Tel. 333.3749663 La Mariposa 22.00-02.00 @ Via Prandina 31, Tel. 338.2877110 Milonga de Las Brujas 22.00 @ Via Granelli 1, c/o Il Maglio, SESTO SAN GIOVANNI Tel. 339.6819769 Milonga Melograno 21.30-02.30 @ Via Novara 25, CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105 Milonga Dorada 22.00 @ Via Amendola 21, Paderno Dugnano - Tel. 339.3810993 COMoUNAvez 22.30-03.00 @ Via Parenzo 7, Tel. 329.6541562 DOMENICA Milonga Shuheta 18.30 @ Via R. Livatino 8 - Melzo, Tel. 333.4393430 Milonga del Treno 21.30 @ Via San Gregorio 46, Tel. 02.6700479 Sentimento Gaucho 21.30 @ c/o Principe - Viale Jenner 67, Tel. 02.69018437 Milonga Pensalobien 19.00 @ Via Tito Speri ang. Via Maroncelli 8 Milonga La Viruta 21.30 @ Via F.lli Gracchi, 39 Cinisello Balsamo, Tel. 340.6053416 Milonga Dorada 21.00 @ Via Amendola 21, Paderno Dugnano Tel. 339.3810993 Milonga La Baldosa 21.00 @ Via Albano 1 Cesano Maderno Tel. 348.2791077
Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre in corso) dai diretti interessati. I dati verranno ricompilati da capo dal prossimo numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione non è pertanto responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze. Per inserire e/o modificare i dati scrivere a redazione@eltanguero.it 47