Intesa Programmatica d’Area Terre Alte della Marca Trevigiana in Provincia di Treviso

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Intesa Programmatica d’Area Terre Alte della Marca Trevigiana in Provincia di Treviso

QUADRO CONOSCITIVO Elaborato

A cura di: Gruppo PECA.


Indice Introduzione 1.

Dinamiche demografiche-occupazionali

1.1 Movimento demografico 1.2 Livelli di istruzione 1.3 Indici demografici e dinamiche occupazionali

2.

Dinamiche economiche

2.1 Addetti per settori di attività economica 2.2 Imprese per settore di attività economica e settore manifatturiero 2.3 Commercio 2.4 Imprenditoria giovanile, femminile e straniera 2.5 Turismo

3.

Sintesi

Allegati: 1) Il capitale umano nelle politiche dei Piani 2) Tavola “Work in progress” Glossario Bibliografia!


Introduzione L’elaborato è frutto di un lavoro a cura del gruppo PECA, svolto all’interno del Laboratorio di Politiche dell’Università IUAV coordinato dalla Prof.ssa Francesca Gelli e dal Prof. Luciano Vettoretto con la collaborazione del Dott. Matteo Basso e del Dott. Andrea Mariotto. Il gruppo di lavoro è costituito da quattro componenti e si è strutturato in due sottogruppi. Il primo, costituito da Alessia e Sara, si è occupato della ricerca dati a partire dalle fonti statistiche, estrazione, elaborazione, analisi delle dinamiche demografiche e conclusioni. In particolare: il contributo relativo a cartografia e grafici è attribuito a Sara, mentre quello relativo ai commenti delle dinamiche ad Alessia. Il secondo, costituito da Elvis e Davide, si è occupato dello studio dei report annuali e congiunturali forniti su base provinciale dalla Camera di Commercio e in seguito dell’analisi delle dinamiche economiche e turistiche. Durante il periodo di lavoro si sono susseguite occasioni di confronto per integrare i contributi sia individuali sia dei sottogruppi. Elvis e Davide hanno avuto modo di visionare alcuni piani a vari livelli quali: PRS del Veneto, il PTCP della Provincia di Treviso, il Programma Strategico della provincia di Treviso, il Piano Provinciale del lavoro 2008-2010, il Documento Programmatico dell’IPA Terre Alte della Marca Trevigiana ed il PSL del GAL. All’interno di questi piani si sono selezionate le politiche, gli obiettivi ed i progetti riguardanti la priorità n. 1 del Documento Programmatico dell’IPA denominata “Innovazione, economia della conoscenza e sviluppo del capitale umano”. Tale studio costituisce un allegato al Quadro Conoscitivo (Allegato 1). Le motivazioni che ci hanno spinto ad affrontare questo percorso è la curiosità d’indagare il milieu locale dell’Area dell’Intesa Programmatica d’Area “Terre Alte della Marca Trevigiana” (d’ora in avanti la chiameremo Area IPA) inteso come l’insieme di condizioni interne e di risorse che definiscono i caratteri peculiari di un territorio dai quali dipendono i possibili cambiamenti e la concreta diffusione dello sviluppo (Dematteis, 1994). Com’è cambiato il territorio (se è cambiato)? Quali condizioni e risorse tra le più significative e quali relazioni si creano o sussistono? Da dove partire se non dalla struttura economica-produttiva e dalla popolazione? Questi interrogativi ci hanno indotto a concentrare l’attenzione su alcune dinamiche che a noi sembrano essere significative per l’area quali: demografiche e occupazionali, economiche, turistiche. La scelta è stata una scelta consapevole del fatto che non è possibile trattare in modo esaustivo tutte le dimensioni associabili allo sviluppo locale sia per disponibilità di tempo, sia perché “non è possibile misurare tutto”. Si sono scelti quindi alcuni indici rappresentativi della dinamicità, attrattività territoriale e competitività.


La metodologia utilizzata per la costruzione del quadro conoscitivo comprende: 1) uno studio dei report annuali provinciali forniti dalla Camera di Commercio di Treviso e del Rapporto Statistico 2015 della Regione Veneto, da cui si sono individuati gli elementi descrittiviconoscitivi utili a comprendere maggiormente l’area studio; 2) un’analisi che si basa sull’elaborazione di dati, quando possibile aggiornati all’anno 2014, provenienti dalle principali Banche Dati statistiche quali: ISTAT, Osservatorio Economico Sociale della Camera di Commercio di Treviso, Osservatorio Statistico Regionale del Veneto; 3) un confronto, condotto parallelamente alle altre due fasi, con il Documento di Diagnosi Territoriale sull’Area IPA presentato al Tavolo di Concertazione nel 2008. L’analisi dell’area target IPA e la costruzione di un quadro conoscitivo sulla base della misurazione di variabili risulta complesso per diversi motivi quali: mantenere un quadro di coerenza temporale, considerare l’eventuale non coincidenza di dati anche da medesime fonti, stabilire relazioni tra variabili che possono essere rappresentative di alcuni fenomeni, reperire i dati disaggregati a livello comunale. Quest’ultimo ci induce a raccogliere nella Tavola “Work in progress”, che costituisce un allegato (Allegato 2), i dati recuperabili e gli indici calcolabili suddivisi per tipologia, anno e fonte di riferimento che possono essere utili in primis a noi per completare alcuni pezzi del puzzle ed eventualmente a qualche altro interessato ad approfondire alcune misurazioni1. L’elaborato è costituito da due sezioni: la prima relativa alle dinamiche demografiche e occupazionali, la seconda sulla struttura economica. A seguire un paragrafo dedicato alle conclusioni basate principalmente ma non solo sul confronto tra il Documento di Diagnosi Territoriale del 2008 con il nostro quadro conoscitivo. Per facilitare la lettura si è corredato il Quadro Conoscitivo di un Glossario contenente le principali definizioni di indici e variabili utilizzati. ! ! ! ! ! ! ! !

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1 L’allegato non ha pretese di esaustività, non si esclude vi siano altre Banche Dati di riferimento per la medesima tipologia di dati e per ricavare dati di carattere più specifico nell’ambito di alcuni settori economico, produttivo, turistico, occupazionale.


1. Dinamiche demografiche - occupazionali La popolazione residente, all’anno 2014, nell’area IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana” è di 226.729 abitanti che rappresentano il 25,5% della popolazione provinciale e il 4,6% di quella residente in Veneto. Il comune maggiormente popolato è Conegliano seguito da Vittorio Veneto e Pieve di Soligo. !"#$%&'()*(+','-#.%'/0("01%20/30(3'3#-0(,0"(&'45/06(#//'(78)9(

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Fonte: elaborazione dati tratti da Demo.istat, popolazione rilevata al 31 Dicembre 2014

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Per quanto riguarda l’andamento demografico si è ritenuto utile utilizzare il numero indice basato su valori assoluti della popolazione che esprime il variare dell’intensità di un dato fenomeno in un determinato arco di tempo e permettendo di confrontare meglio gli andamenti dell’area IPA, della Provincia e della Regione. A tal fine è stato posto il primo anno di confronto (anno 2001) pari a 100. ! !"#$%&'(7*(:/2#40/3'(204';"#$%&'(20--#(,','-#.%'/0("01%20/306(788)(<(78)96( Q2<4989&H.0&27@.01&92>9O.&TJ<8.&)((!U!((V&

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Fonte: elaborazioni dati tratti da Istat - Censimento Popolazione 2001 e 2011, e per le serie intercensuarie da DemoIstat.it, popolazione rilevata al 31 dicembre di ogni anno.

Al fine di “aggiornare” i dati contenuti nel Documento di Diagnosi preliminare dell’IPA, si è deciso di far partire l’analisi demografica dall’anno 2006. A tal fine è stato analizzato l’andamento della popolazione residente a partire dal 2006 sino all’ultimo dato disponibile, ovvero fino al 31 dicembre 2014. ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

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Fonte: elaborazioni dati tratti DemoIstat.it, popolazione rilevata al 31 dicembre di ogni anno.

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Fonte: elaborazioni da dati Istat


Dall’analisi della variazione percentuale della popolazione straniera, dall’anno 2006 al 2014, emerge che Refrontolo è il comune che ha avuto l’incremento maggiore (56,9%), seguito da Conegliano (48,5%), Santa Lucia di Piave (40,9%) e Cappella Maggiore (44,2%). Seguono Vidor (34,8%), San Fior (31,6%), Codognè (30,1) e San Vendemiano (27,7%). E’ interessante notare che i comuni che hanno registrato un maggiore aumento di popolazione straniera sono quasi tutti comuni limitrofi. In area IPA, all’anno 2006, su 224.796 abitanti totali 21.438 sono stranieri. Il valore di incidenza della popolazione straniera residente sulla popolazione totale dell’Area, pari a 9,5%, si discosta di poco da quello provinciale (pari a 9,1%), mentre da quello regionale lo scostamento è del 2,2%. Come si può notare dalla cartografia 2 i comuni che hanno avuto una maggior incidenza di popolazione straniera sono: Cison di Valmarino, Follina, Miane, Moriago della Battaglia, Pieve di Soligo, Susegana, Sernaglia della Battaglia e Vazzola.

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Fonte: elaborazioni da dati Istat


All’anno 2014, invece, su 226.729 abitanti, 25.984 sono stranieri. Ne consegue che il valore di incidenza della popolazione straniera è pari a 11,5%, che si discosta di poco da quello provinciale (0,3%), mentre da quello regionale lo scostamento è dell’1%. Come si può notare dalla Cartografia 3, i comuni che presentano un’incidenza maggiore degli stranieri sono principalmente quelli distribuiti lungo l’asse nord-sud dell’area: Cison di Valmarino, Pieve di Soligo, Susegana, Conegliano; ma anche nei comuni Vidor, Moriago della Battaglia, Farra di Soligo, e Vazzola. Sarebbe interessante verificare se sussistono relazioni tra il valore di incidenza di questi comuni che supera il 12% con la distribuzione comunale delle attività economiche2.

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Fonte: elaborazioni da dati Istat

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Ci si riserva, eventualmente, di approfondire la relazione tra l’incidenza degli stranieri e la distribuzione delle attività economiche.


Dal grafico della popolazione residente visto in precedenza è emerso che la popolazione dell’area IPA al 2014 raggiunge un valore che si avvicina molto a quello del 2007 (lo scarto infatti tra i due valori è di sole 13 unità). La variazione percentuale della popolazione nel periodo 2006-2014 mostra come l’area dell’IPA abbia subito un incremento dell0 0.9%, inferiore all’incremento registrato nello stesso arco temporale a livello provinciale (+3,5%) e regionale (+3,2%) anche se mediamente il trend demografico per tutti i comuni dell’area è stato negativo. ?#"3';"#$%#(9*(@#"%#.%'/0(,0"&0/35#-0(,','-#.%'/0("01%20/306(#//%(788>(<(78)9(

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Fonte: elaborazioni da dati Istat

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Santa Lucia di Piave, San Fior, San Vendemiano e Mareno di Piave compensano i molteplici valori

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popolazione maggiore, rispettivamente (10%, 7%, 5,5%, 5,3%).

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Fonte: elaborazioni su dati Istat, rilevamento al 31 Dicembre 2006 e 2014

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Figura 1: Linee di sviluppo PAT Conegliano

E’ interessante notare come i comuni che registrano una variazione

demografica

maggiore

e

positiva

siano

geograficamente confinanti. E’ questo il caso di: Susegana, Conegliano, Santa Lucia di Piave, San Fior, Colle Umberto, San Vendemiano. A tal proposito il PAT di Conegliano del 2011 prevedeva le linee di sviluppo proprio in direzione dei Comuni

appena

citati.

Si

riscontra

pertanto

una

connessione tra gli obiettivi del PAT e la situazione comparata al 2014. Al fine di un’analisi più dettagliata in merito alla situazione degli ultimi due anni, è stata calcolata la Fonte: Conegliano, Documento Preliminare al PAT 2011.

variazione percentuale della popolazione residente tra il 2013 e il 2014 (Cartografia 6). Emerge che la rosa di

Cartografia 5. Infrastrutture di collegamento che attraversano Susegana e Conegliano

Comuni sopra citata mantiene il primato per incremento di popolazione. Tuttavia entrano nel range anche Follina e Pieve di Soligo. Anche Valdobbiadene negli ultimi anni vede un aumento di popolazione. ?#"3';"#$%#(>*(@#"%#.%'/0(,0"&0/35#-0(,','-#.%'/0( "01%20/306(#//%(78)=(<(78)9(

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Fonte: elaborazione personale.

Fonte: elaborazioni da dati Istat


1.1 Movimento demografico Analizzando le componenti che determinano il movimento demografico complessivo – vale a dire la componente naturale e quella migratoria - emerge come, con riferimento al 2014, nell’area dell’IPA siano stati negativi sia il saldo naturale che il saldo migratorio, entrambi hanno concorso, anche se in misura diversa, al risultato finale3. !"#$%&'(K*(:/2#40/3'(20-(1#-2'(/#35"#-0(20--#(,','-#.%'/0("01%20/306(788>(<(78)96( Q2<4989&H.0&27@.01&92>9O.&TJ<8.&)(($U!((V& !+(& !((& +(& (& )(($& )((#& )((,& )(('& )(!(& )(!!& )(!)& )(!*& )(!%& \+(&

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Fonte: elaborazioni dati tratti da DemoIstat.it, popolazione rilevata al 31 dicembre di ogni anno.

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Il saldo migratorio e il saldo naturale all’anno 2011 sono stati calcolati per il periodo 1° Gennaio - 8 Ottobre (per incoerenza tra dati pre-censimento e post-censimento.


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Analizzando più nel dettaglio la componente migratoria del movimento demografico, l’area ha registrato, al 2014, un saldo migratorio di - 677, superiore (in negativo) a quello provinciale. E’ interessante osservare il comportamento dell’andamento del saldo migratorio dell’area IPA rispetto alla Provincia e alla Regione in quanto nel 2013 si rileva un picco dovuto ad un aumento di quasi il doppio del valore di saldo tra il 2012 e il 2013. Ciò trova giustificazione dal fatto che all’anno 2013 i


comuni di Conegliano e Susegana hanno registrato un aumento del saldo migratorio anomalo rispetto agli anni precedenti, fatto non trascurabile se si pensa che Susegana è limitrofo a Conegliano. G#J0--#(9*(O'&51*(&'4,'/0/3%(20-(1#-2'(4%;"#3'"%'(2%(?'/0;-%#/'6( #//'(78)=(

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Fonte: Osservatorio Statistico Regione Veneto, 2013

Conegliano è il caso più eclatante in quanto nel solo anno 2013 vede un saldo pari a 900 unità. Nello specifico, emerge che a pesare su questo elevato dato sono gli iscritti da altro comune (italiano) con un’incidenza dell’85% sul totale degli iscritti, pertanto emerge che non è la componente immigratoria a determinare l’anomalia registrata. Questo è un indice di movimento della popolazione che può agevolato dalla presenza di grandi arterie infrastrutturali che attraversano la “rosa dei comuni”. In merito al saldo migratorio della popolazione residente, dall’anno 2006 all’anno 2014, si è pensato di fare un approfondimento al fine di capire come si comportano i comuni dell’area IPA in merito a tale fenomeno considerato nell’aggregato. Per individuare i periodi di crescita e decrescita del saldo migratorio (a livello di area IPA), è stata calcolata la media mobile tra i vari anni presi in esame. !"#$%&'(M*(P02%#(4'J%-0(20-(1#-2'(4%;"#3'"%'6(788>(Q(78)9&

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Fonte: elaborazioni dati tratti DemoIstat.it, popolazione rilevata al 31 dicembre di ogni anno.


Dal grafico sono evidenti 3 periodi: decrescita (dal 2006 al 2010), crescita (dal 2011 al 2012) e poi decrescita (dal 2013 al 2014). Per ognuno dei tre periodo individuati, dopo aver standardizzato i valori dei singoli trenta comuni dividendolo il saldo a livello comunale per il massimo valore registrato per ogni anni, si sono sommati i valori al fine di ottenere un unico valore valido per il periodo di decrescita o crescita individuato in precedenza. Il paso successivo è stato quello di cartografare i risultati ottenuti al fine di individuare quei comuni contribuiscono maggiormente al periodo di decrescita o crescita. Con i colori piÚ scusi sono indicati i comuni che contribuiscono di piÚ. ?#"3';"#$%#(L*(:/#-%1%(1#-2'(4%;"#3'"%'*(+0"%'2'(2%(20&"01&%3#(2#-(788>(#-(78)8(

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Fonte: elaborazioni da dati Istat

1.2 Livelli di istruzione Per comprendere maggiormente la popolazione residente nell’area IPA è stato analizzato il livello di istruzione. Dall’analisi è emerso che il numero dei laureati e di coloro che possiedono il diploma di scuola secondaria superiore è aumentato rispettivamente del 66,4% e del 23,1%. Complessivamente l’area IPA è in line con gli andamenti della provincia di Treviso. !"#$%&'(N*(B%R0--%(2%(%13"5.%'/0(%/(#"0#(A+:(0(%/(+"'R%/&%#(2%(G"0R%1'6(#//%(788)(0(78))(

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Analizzando il livello di istruzione a livello comunale, per l’anno 2011, suddiviso per maschi e femmine, emerge che nella maggior parte dei comuni dell’area IPA il livello di istruzione maschile è maggiore rispetto a quello femminile. I comuni dell’area IPA sono, pertanto, in linea con l’andamento provinciale. !"#$%&'()8*(B%R0--%(2%(%13"5.%'/0((1522%R%2%(,0"(1011'(20%(&'45/%(20--S#"0#(A+:6(#//'(78))(

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Fonte: Elaborazione dati Istat, Censimento della popolazione 2011

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1.3 Indici demografici e dinamiche occupazionali Gli indici demografici e le dinamiche occupazionali, osservate attraverso i tassi di attività, occupazione e disoccupazione, necessitano di un’osservazione congiunta. L'indice di vecchiaia è un indicatore sintetico della struttura per età e consente di mettere in evidenza il livello di invecchiamento di una popolazione. Lo scostamento tra l’indice di vecchiaia dell’Area IPA nei confronti della Provincia e della Regione era più marcato nel 2001, significativo del fatto che la popolazione dell’IPA fosse più vecchia di quella provinciale e regionale. Nel 2014 gli scostamenti si sono affievoliti causa un invecchiamento generale della popolazione sia a livello provinciale sia a livello regionale.

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Fonte: elaborazione dati tratti da demo.ISTAT, rilevamento al 31 dicembre 2014.

L’indice di ricambio all’anno 2014 è pari a 124,1%, dato al di sopra della media provinciale (121,2%) e al di sotto di quella regionale (128,6%). Tale rapporto si utilizza anche per misurare le opportunità occupazionali per i giovani, derivanti dai posti di lavoro lasciati disponibili da coloro che si accingono a lasciare l’attività lavorativa per limiti di età. Valori distanti dalla condizione di parità indicano in ogni caso una situazione di squilibrio: indici molto al di sotto di 100 possono indicare minori opportunità per i giovani che si affacciano al mercato del lavoro, mentre valori molto superiori a 100 implicano anche una difficoltà a mantenere costante la capacità lavorativa di un territorio. In particolare, i comuni di Vazzola e Vidor si collocano al di sotto della soglia 100, rispettivamente con un indice di ricambio del 93,7% e 93,9%. Segusino (148,15%) invece è il comune


che nell’intera area ha la più ampia classe di popolazione che include i lavoratori in procinto di ritirarsi dal mondo del lavoro rispetto alla classe dei giovani che subentrerà ad essa.

Il Documento di Diagnosi Territoriale dell’IPA al suo interno contiene una parte relativa ai tassi di occupazione e disoccupazione relativi all’anno 2001. La scelta di affrontare, seppur non in maniera specifica, questo tema trova fondamento nel fatto che tra 2001 e 2011 si è registrato un condizionato, e che in qualche misura

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Fonte: ISTAT, Censimento della popolazione, anni 2001 e 2011

A tal proposito si nota che Segusino, Susegana e San Vendemiano sono i comuni che rispetto all’anno 2001 vedono una maggior perdita di occupati, rispettivamente del 3,7%, 3,1% e 3%.


Al contrario i comuni che durante questo arco temporale registrano un aumento occupazionale sono Santa Lucia di Piave (+5,8%), Fregona (+3,4%) e Mareno di Piave (+2,9%). Per quanto riguarda, invece, il tasso di disoccupazione questo aumenta in modo considerevole. Non va tralasciato comunque il fatto che durante questo periodo la popolazione aumenta e questo, a sua volta, può risultare un elemento discriminante nel calcolo di tali indici. Come appena visto la disoccupazione, dal 2001 al 2011, è aumentata. Si sono realizzate due cartografie, una per ogni anno di riferimento (i dati sono reperibili sono da fonte Censimento della popolazione, pertanto l’analisi si è potuta fare solo per i due anni in precedenza indicati) al fine di comprendere quali comuni presentano un maggiore aumento del tasso di disoccupazione. ?#"3';"#$%#()8*(G#11'(2%(2%1'&&5,#.%'/06(#//'(788)(

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Fonte: elaborazioni da dati Istat

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Fonte: elaborazioni da dati Istat


Dalle cartografie emerge che i comuni di Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Follina e Miane sono quelli che hanno un maggior tasso di disoccupazione in entrambi gli anni, mentre è interessante notare come i comuni situati a sud et di Conegliano siano quelli con un minor aumento del tasso di disoccupazione. Si sta ragionando sul rapporto tra l’Indice di

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Fonte: ISTAT, Censimento della popolazione, anni 2001 e 2011


E’ stata analizzata la variazione percentuale del numero di occupati, dal 2001 al 2011, ed emerge che tra i due anni esaminati il numero di occupati complessivi per l’Area IPA aumenta di 4729 unità (+ 5%). G#J0--#(N*(H540"'(2%('&&5,#3%(#;-%(#//%( 788)(0(78))(

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Fonte: ISTAT, Censimento della popolazione, anni 2001 e 2011

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Fonte: elaborazioni da dati Istat

Dalla cartografia emerge che i comuni che hanno registrato un maggior aumento del numero di occupati sono: Mareno di Piave (+ 26,3), Santa Lucia di Piave (+ 24,3), San Vendemiano (+16,1%), Colle Umberto (+ 16%). E’ interessante osservare che i comuni che hanno registrato un maggior aumento di occupati, siano limitrofi a Conegliano e siano anche i comuni dove, all’anno 2011, si registra un tasso di disoccupazione minore.


2.

Dinamiche economiche

2.1 Addetti per settori di attività economica Analizzando il numero di addetti, ovvero coloro che sono occupati in un’attività, al 2001 e al 2014 nei principali settori economici, si nota in area IPA il numero di addetti nel settore manifatturiero e in quello immobiliare sia notevolmente diminuito. Non è così, invece, per il settore dell’agricoltura, dell’alloggi delle attività finanziarie. Posto che per i due anni considerati i dati derivano da fonti differenti, e le classificazione delle sezioni di attività economica ATECO sono differenti, si è proceduto ad uniformare le varie sezioni considerate. Si consideri che all’interno della sezione “servizi alle imprese” (JKLM) non sono presenti: servizi di informazione e comunicazione e attività professionali scientifiche e tecniche (J e M). !"#$%&'())*(:22033%(,0"(1033'"%(2%(#33%R%3V(0&'/'4%&#6(#//%(788)(<(78)9( +((((&

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Fonte: elaborazioni dati da Osservatorio Statistico Regione Veneto all’anno 2001 e Osservatorio Economico e Sociale Camera di Commercio di Treviso per l’anno 2014


Le cartografie che seguono raffigurano la variazione percentuale dal 2001 al 2014 degli addetti nei principali settori economici nei comuni dell’area IPA. I colori più scuri rappresentano variazioni maggiori. ?#"3';"#$%#()=*(@#"%#.%'/0(,0"&0/35#-0(20;-%(#22033%(/0-(1033'"0(20--S#;"%&'-35"#6(#//%(788)(<(78)9(

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Fonte: elaborazioni dati da Osservatorio Statistico Regione Veneto all’anno 2001 e Osservatorio Economico e Sociale Camera di Commercio di Treviso per l’anno 2014

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Fonte: elaborazioni dati da Osservatorio Statistico Regione Veneto all’anno 2001 e Osservatorio Economico e Sociale Camera di Commercio di Treviso per l’anno 2014


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Fonte: elaborazioni dati da Osservatorio Statistico Regione Veneto all’anno 2001 e Osservatorio Economico e Sociale Camera di Commercio di Treviso per l’anno 2014

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Fonte: elaborazioni dati da Osservatorio Statistico Regione Veneto all’anno 2001 e Osservatorio Economico e Sociale Camera di Commercio di Treviso per l’anno 2014


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Fonte: elaborazioni dati da Osservatorio Statistico Regione Veneto all’anno 2001 e Osservatorio Economico e Sociale Camera di Commercio di Treviso per l’anno 2014

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Fonte: elaborazioni da dati Istat


Analizzando i comun che dall’anno 2001 al 2014, hanno registrato una variazione percentuale maggiore di popolazione straniera, si nota che alcuni di essi presentano anche incrementi maggiori nei settori economici analizzati in precedenza. Vidor, ad esempio, vede incrementare la popolazione straniera, parallelamente all’incremento del settore dell’agricoltura e della manifattura. Susegana, invece, il parallelo all’aumento della popolazione straniera vede un incremento nel settore dei servizi alle imprese e in quello dell’agricoltura. Santa Lucia di Piave, contrariamente agli altri comuni, vede un incremento di popolazione straniera e un incremento del settore manifatturiero.


2.2 Imprese per settore di attività economica e settore manifatturiero All’ interno dell’area IPA sono presenti numerosi distretti produttivi, uno dei principali è il Distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Sempre nel comparto agroalimentare è presente il Distretto Veneto Lattiero Caseario, settore nel quale il Veneto si presenta come terza regione italiana per volume di produzione. Di notevole importanza sono anche il Metadistretto Veneto del Legno Arredo presente nella direttrice Treviso-Pordenone e nell’ area di Quartier di Piave ed il Distretto Veneto delle attrezzature alberghiere. All’ interno dell’area IPA trovano sede la nota “Inox Valley” di Conegliano-Vittorio Veneto (focalizzata sulla produzione di elettrodomestici e attrezzature per la collettività) ed il Distretto dell’occhialeria presente nell’ area di SegusinoValdobbiadene. Il settore produttivo nell’area IPA “Terre Alte della Marca Trevigiana”, all’anno 2014 conta 22021 sedi d’imprese attive che rappresentano il 27% del sistema produttivo complessivo della provincia. Il maggior numero di sedi d’impresa attive ricade nei settori dell’agricoltura e in quello del commercio e della riparazione di veicoli e moto. Di numero inferiore ma comunque consistenti troviamo i settori delle costruzioni e delle attività manifatturiere. I restanti settori sono inferiori alle 1000 sedi tranne per le voci attività immobiliare ed alloggi e ristorazione e che sono comprese tra 1200 e 1500 sedi. Grafico 12: Numero sedi d'imprese attive per sezioni di attività economica nell'area IPA, anno 2014 ! Q609O14370<Y&894:9O14370<&.&H.8O<& =1@@.0O91Y&09H<0<G"&:.9O149&.&@131& =18307G9129& Qa:93b&@<29/<C709.0.& Qa:93<K&9@@1J949<09& Q4416691&.&098310<G912.& Q430.&<a:93b&>9&8.0:9G9& Qa:93b&H01/.88"Y&8O9.2]_OX.&.& Qa:93b&_2<2G9<09.&.&<889O70<]:.& F0<8H1031&.&@<6<GG92<6691& 5.0:9G9&>9&92/10@<G912.&.& R14.6691Y&<6"&>9&:9<6691Y&8.0:"& Qa:93b&<0]8]OX.Y&8H10]:.Y&>9& P8307G912.& 5<293<K&.&<88983.2G<&81O9<4.& QOW7<Y&0.]&/162<09.Y&6.8]12.&09_7]Y& S2.069<&.4.C0"Y&6<8Y&:<H10.Y&<09<& P@H0.8.&212&O4<889_O<3.& S830<G912.&>9&@92.0<49&><&O<:.&.& Q@@"&H7JJ49O<&.&>9/.8<`&<88"&81O9<4.&

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !


Nel grafico sottostante sono indicati il numero di addetti per sezione di attività economica calcolati sommando i valori assoluti dei singoli comuni dell’area IPA. L’area si caratterizza per la presenza diffusa di piccole e medie imprese spesso a carattere artigianale, in cui prevalgono quelle legate al settore manifatturiero con specializzazioni tradizionali a basso contenuto tecnologico e soggette alla forte concorrenza dei paesi extraeuropei e alle pressioni della globalizzazione. E’ evidente anche dal grafico come il numero maggiore di addetti è presente nel settore manifatturiero con oltre 30000 unità, seguito dal settore del commercio e riparazioni veicoli e moto con quasi 11700 unità e dai settori delle costruzioni con circa 6000 addetti e agricoltura, silvicoltura e pesca con circa 4500 unità. La quasi totalità dei restanti settori presenta un numero di addetti inferiore a 2000 unità. Grafico 13: Numero di addetti per sezione di attività economica nell'area IPA, anno 2014

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31648

Attività manifatturiere 11696

Commercio, riparaz. veicoli e moto 6029

Costruzioni Agricoltura, silvicoltura e pesca

4562

Alloggio e ristorazione

4146

Noleggio, ag. di viaggio, serv. supporto

2248

Trasporto e magazzinaggio

1903

Attività finanziarie e assicurative

1898

Altre attività di servizi

1619

Attività profess., scientifiche e tecniche

1353

Sanita' e assistenza sociale

1237

Servizi di informazione e comunicazione

1042

Attivita' immobiliari

648

Istruzione

606

Acqua, reti fognarie, gestione rifiuti, etc

505

Attività artistiche, sportive, di intratt. e

300

Energia elettr., gas, vapore, aria condiz.

224

Estrazione di minerali da cave e miniere

72

Imprese non classificate

24

Fam./Conv.: serv.dom.; produz.per

0

Amm. pubblica e difesa; ass. sociale

0 0

5000 10000 15000 20000 25000 30000 35000

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !


Dal 2000 ad oggi è presente una profonda ristrutturazione del settore manifatturiero locale, il quale ha visto un significativo ridimensionamento della base produttiva. La capacità tecnica ed imprenditoriale sono particolarmente presenti nei distretti produttivi dell’area IPA come nell’ intera provincia di Treviso. Anche la capacità innovativa, ancora sostanzialmente basata su processi informali che impiegano conoscenze contestuali, appare inadeguata nell’attuale contesto concorrenziale in ragione della difficoltà di accedere alla conoscenza codificata e di trasformarla in applicazioni industriali. Ciò è dovuto, in buona misura, alle insufficienti interazioni del mondo produttivo con il sistema dell’offerta scientifico-tecnologica”. Analizzando più nel dettaglio il solo settore manifatturiero si nota che esso per l’area IPA, all’anno 2014, conta 2850 sedi d’imprese attive che rappresentano una quota pari al 27% rispetto al totale della provincia. Il comparto manifatturiero più rilevante in termini di numerosità di imprese è quello relativo alla metalmeccanica, in particolare nei sistemi locali di Conegliano e Vittorio Veneto, seguito dall’industria del mobile, dal comparto del legno, dall’industria meccanica, dall’abbigliamento e dall’industria alimentare, tutti settori che contano oltre 100 imprese. Grafico 14: Imprese attive per il settore manifatturiero nell’area dell’IPA, anno 2014

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !


Considerando il peso che i diversi settori manifatturieri dell’area dell’IPA hanno rispetto al sistema produttivo provinciale, vediamo come il numero di imprese attive nel settore delle bevande sia superiore alle altre attività analizzate e concentri il 56% delle imprese provinciali all’ interno dell’area IPA, seguono il comparto dei mobili e della metallurgia. Caratteristica peculiare e diffusa della zona è la ricchezza di prodotti agroalimentari tipici, tradizionali e a marchio che interessa soprattutto i prodotti trasformati. La promozione di questa risorsa per l’economia rurale non risulta sufficientemente coordinata ed integrata a livello territoriale per consentire la piena valorizzazione delle opportunità. L’industria del tabacco presenta una sola impresa nella provincia di Treviso situata all’interno dell’area IPA.

Grafico 15: Ranking quota imprese attive per il settore manifatturiero nell’area dell’IPA su totale provinciale, anno 2014 ! 25%

Riparaz., manutenz. e installaz. macchine/ Altre industrie manifatturiere

32%

Mobili

34%

Altri mezzi di trasporto

27%

Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

22%

Macchinari ed apparecchiature nca

28%

App. elettriche per uso domestico non

31%

Computer, app. elettromedicali, di

32%

Prodotti in metallo

32%

Metallurgia

33%

Lavorazione minerali non metalliferi

23%

Articoli in gomma e materie plastiche

22%

Prodotti e preparati farmaceutici

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Prodotti chimici

18%

Coke e derivati raffinazione petrolio

20%

Stampa e riproduz. supporti registrati

21%

Ind. della carta

16%

Ind. del legno

28% 3%

Calzature e altri art. in pelle e simili Abbigliamento

17%

Tessile

23%

Industria del tabacco

100%

Bevande

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Alimentari

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20%

40%

60%

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Fonte: Elaborazione dati su elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !


Il grafico successivo, invece, rappresenta la distribuzione delle imprese attive per il settore manifatturiero nei diversi comuni dell’area IPA. Si può notare l’elevato numero di imprese presenti nel comune di Conegliano con 275 imprese, seguito da Vittorio Veneto con 227. La maggior parte dei comuni dell’area IPA presenta un numero inferiore alle 100 imprese presenti sul proprio territorio. Intorno alle 200 imprese troviamo i comuni di Susegana e San Vendemiano.

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Grafico 16: Imprese attive per il settore manifatturiero per Comune, anno 2014 275

Conegliano Vittorio Veneto Susegana San Vendemiano Vazzola Valdobbiadene Pieve di Soligo Mareno di Piave Farra di Soligo Santa Lucia di Piave Godega di Sant'Urbano Sernaglia della Battaglia San Fior Codognè Colle Umberto Cordignano Miane Vidor Follina Segusino San Pietro di Feletto Cappella Maggiore Orsago Revine Lago Moriago della Battaglia Cison di Valmarino Tarzo Refrontolo Fregona Sarmede

227 198 192 177 166 146 123 121 118 110 108 97 91 81 71 54 52 51 49 45 42 42 39 37 33 30 28 26 21 0

50

100

150

200

250

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !

300


Nel grafico che segue vengono rappresentate il numero di imprese manifatturiere presenti nell’area IPA nel 2014 rispetto al 2006. La percentuale media di sopravvivenza delle imprese è dell’81%, passando dalle 3523 imprese nel 2006 alle 2850 presenti nel 2014. Rilevante il dato relativo al comune di Tarzo dove soltanto il 55% delle imprese del settore è ancora presente sul territorio comunale. Il comune che ha subito una minor perdita nel numero di imprese è quello di Miane che si attesta al 95%. Revine Lago è l’unico comune all’interno dell’area IPA dove il numero delle imprese manifatturiere è aumentato seppur di poco rispetto al 2006.

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Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso al 2014 e dati ISTAT al 2006 !


Nel successivo grafico sono presenti i dati relativi al numero di addetti nel settore manifatturiero all’interno dell’area IPA. Nell’ area si registra una sostanziale tenuta dal punto di vista occupazionale riscontando una minor incidenza alla persona ed alle imprese con le conseguenti difficoltà per quest’ ultime di affrontare i necessari processi di ammodernamento. Si evidenzia un numero elevato all’ interno del comparto dei prodotti in metallo, seguito dal comparto da quello dei mobili. Il settore alimentare occupa un numero di addetti superiore alle 2100 unità. La maggior parte dei settori occupa un numero inferiore a 2000 unità a parte i settori dei macchinari e le apparecchiature elettriche per uso domestico. Grafico 18: Numero di addetti per il settore manifatturiero nell'area IPA, anno 2014

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !


2.3 Commercio Per quanto riguarda il settore del commercio, dall’elaborazione grafica effettuata emerge che la maggior parte delle imprese è concentrata nei poli urbani di Conegliano e Vittorio Veneto. In tutti i restanti comuni dell’area IPA, le imprese nel settore del commercio non superano le 200 unità. &

Grafico 19: Imprese attive nel settore del commercio per Comune, anno 2014

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !

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Le imprese presenti sul territorio dell’IPA sono diminuite considerevolmente rispetto al 2006. Rilevante il dato relativo al comune di San Pietro di Feletto dove solo il 34% degli esercizi commerciali è sopravvissuto agli effetti della crisi economica. Si attestano attorno al 50% i comuni di Cison di Valmarino, Cappella Maggiore e Orsago, mentre il comune che ha subito la minor perdita di attività è il comune di Miane, il quale mantiene il 91%. L’unico comune di tutta l’area IPA ad aver un incremento il numero di esercizi commerciali è Segusino. La media degli esercizi commerciali presenti oggi all’interno dell’area IPA è del 65% rispetto al 2006, dove erano presenti ben 4735 attività rispetto alle 3096 del 2014. Grafico 20: Rapporto percentuale degli esercizi commerciali attivi presenti nel 2014 rispetto al 2006 nell'area IPA ! 5<2&L9.301&>9&D.4.C1& F<0G1& 5.02<649<&>.44<&B<C<649<& =<HH.44<&A<66910.& =9812&>9&?<4@<0921& E08<61& A109<61&>.44<&B<C<649<& ?<GG14<& 5<0@.>.& D<00<&>9&514961& 5<2&D910& 5<23<&;7O9<&>9&L9<:.& D14492<& D0.612<& A<0.21&>9&L9<:.& ?<4>1JJ9<>.2.& L9.:.&>9&514961& M1>.6<&>9&5<23KI0J<21& =144.&I@J.031& ?9C1091&?.2.31& ?9>10& =10>962<21& =1>162Z& -.:92.&;<61& 578.6<2<& =12.649<21& -./0123141& 5<2&?.2>.@9<21& A9<2.& 5.678921&

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Fonte: Elaborazione su dati dell’Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso al 2014 e dati ISTAT al 2006 !


2.4 Imprenditoria giovanile, femminile e straniera Grafico 21: Incidenza delle sedi di impresa attive, giovanili-femminili-straniere sul totale delle imprese per comune area IPA; anno 2014 ! =<HH.44<&A<66910.& =9812&>9&?<4@<0921& =1>162Z& =144.&I@J.031& =12.649<21& =10>962<21& D<00<&>9&514961& D14492<& D0.612<& M1>.6<&>9&5<23KI0J<21& A<0.21&>9&L9<:.& A9<2.& A109<61&>.44<&B<C<649<& E08<61& L9.:.&>9&514961& -./0123141& -.:92.&;<61& 5<2&D910& 5<2&L9.301&>9&D.4.C1& 5<23<&;7O9<&>9&L9<:.& 5<2&?.2>.@9<21& 5<0@.>.& 5.678921& 5.02<649<&>.44<&B<C<649<& 578.6<2<& F<0G1& ?<4>1JJ9<>.2.& ?<GG14<& ?9>10& ?9C1091&?.2.31& PLQ& L-E?PR=PQ&F-S?P5E&

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Fonte: Elaborazione Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Treviso !

Questa parte dell’analisi è stata fatta con l’obiettivo di capire quanto pesano le aziende giovanili, femminili e straniere rispetto al totale delle imprese per ogni comune dell’area IPA, all’anno 2014. Queste, che in alcuni casi vengono definite e considerate come “categorie occupazionali svantaggiate” sono in realtà settori non trascurabili se si vuole tentare di inquadrare la situazione occupazionale più nel dettaglio. Dall’elaborazione grafica prodotta si può notare come le imprese femminili abbiano un notevole peso in tutti i 30 comuni interessati dall’Intesa Programmatica d’Area. In merito a ciò dai report annuali all’anno 2014 della Camera di commercio della provincia di Treviso emerge che le imprese femminili prevalgono nei settori alberghiero e in quello di assistenza. Sarebbe interessante a tal proposito approfondire ulteriormente l’argomento ed individuare in quali settori economici prevalgono tali imprese e se le informazioni dedotte a livello provinciale valgono anche all’interno dell’area IPA.


2.5 Turismo Il turismo è stato oggetto di attenzione da parte dell’IPA nel Documento Programmatico D’area 2008-20144, un’attenzione mirata all’integrazione dello sviluppo turistico con altre dimensioni dello sviluppo locale, quella culturale, enogastronomica, paesaggistica-territoriale. “Il turismo, volano del settore agroalimentare”, “Turismo bagliore nell’aurora del nuovo corso”, “Il turismo settore sempre vitale”: questi i grandi slogan contenuti nel Rapporto Statistico Annuale della Regione Veneto (2015), i dati regionali confermano quest’aura di positività così come quelli dell’area IPA connotandola come un’area ad elevata vocazione turistica5. Si precisa che l’elaborazione dei dati sul turismo relativa all’area IPA tiene conto dell’assenza di disponibilità di dati riferiti ai Comuni di: Colle Umberto, San Fior, Santa Lucia di Piave, Segusino, Razzola per mancanza del dato di partenza. L’area dell’IPA presenta, nel 2014, 376 strutture ricettive di cui solo il 12,2% sono di tipo alberghiero, mentre la maggior parte (87,8%) sono Bed&Breakfast, come si può notare dalla tabella di cui sotto. Anche se in numero trattenuto gli alberghi offrono 2082 posti letto, contro i 2661 posti letto delle altre strutture ricettive, e l’insieme rappresentano il 28,4% della capacità ricettiva della Provincia. Le strutture ricettive che non hanno subito la crisi, a livello provinciale, sono state quelle che hanno offerto un’alta qualità di servizio, di contro il numero di alberghi con 1 e 2 stelle si è ridotto drasticamente (Camera Commercio Provincia Treviso, 2014) che in Veneto hanno visto una riduzione dell’8,5%. Gli esercizi agrituristici hanno registrato una decisa crescita tra il 2008 ed il 2014, sia per numero che per offerta di posti letto, specialmente nell’area di Conegliano e Valdobbiadene, la Culla del Prosecco. Infatti Valdobbiadene è tra i Comuni con la presenza più elevata di agroturismi insieme a Borso del Grappa, Tarzo, Follina, Vittorio Veneto e San Pietro di Feletto. Tabella 10: Incidenza delle strutture ricettive sul totale. Anno 2008, 2014.

IPA PROVINCIA

2008 2014 2008 2014

Complementari e Alberghieri Bed and Breakfast 16,2% 83,8% 12,2% 87,8% 17,3% 82,7% 14,2% 85,9%

Fonte: elaborazione su dati Camera di Commercio della Provincia di Treviso

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Priorità 4: “Cultura, valorizzazione, tipicità locali, sviluppo integrato del turismo e marketing territoriale. Per ulteriori approfondimenti si può consultare anche il Piano Territoriale Turistico 2004 della Provincia di Treviso.!


Grafico 22: Arrivi e presenze di turisti nell’area IPA e nella Provincia di Treviso. Serie storica 2008 – 2014. Analisi per numero indice (base 2008=100) !*(& !)(& !!(&

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Fonte: elaborazione su dati Camera di Commercio della Provincia di Treviso

In seguito al picco in negativo che si registra tra il 2008 e il 2009, dal 2011 in poi la situazione cambia in modo notevole. Analizzando l’andamento si osserva che mentre tra il 2008 e il 2009 arrivi e presenze sia in area IPA che Provincia diminuiscono, per poi crescere entrambi tra il 2009 e il 2010, dal 2011 in poi la Provincia ha un andamento in positivo, mentre area IPA in negativo. Dal 2013 si registra un aumento per entrambe le aree analizzate. I dati 2014 confermano la tendenza strutturale, manifestatasi negli ultimi anni, alla riduzione della permanenza media nelle strutture ricettive delle Provincia. Si conferma superiore il contributo dei turisti stranieri: non solo in termini di arrivi, ma anche di presenze che aumentano, contro la lieve flessione dei turisti italiani. Guardando, in particolare, ai turisti stranieri, quelli provenienti dalla Cina si confermano anche nei primi nove mesi del 2015 al primo posto sia per arrivi che per presenze. Seguono, per consistenza di flussi, i turisti tedeschi, tuttavia, in termini di contributo assoluto all’incremento complessivo del movimento turistico nel primo semestre del 2015, il secondo posto spetta ai turisti dagli Stati Uniti con crescite del +25% per entrambi i flussi. Inoltre, vanno segnalati, per contributo assoluto alla crescita degli arrivi e delle presenze di stranieri nel periodo, i turisti dalla Corea del Sud e in generale da altri Paesi asiatici. Disaggregando il dato dei turisti italiani nel territorio provinciale per regione di provenienza, si osserva che, in termini di arrivi, sono i turisti lombardi ad avere il peso più alto sul totale complessivo con circa un quarto degli arrivi totali nell’anno. Seguono per numerosità i flussi di arrivi da altre province venete, che pesano per il 17% sul totale.


Grafico 23: Arrivi in area IPA. Serie storica 2008 – 2014. Analisi per numero indice (base 2008=100) !)(& !!(& !((&

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Fonte: elaborazione su dati Camera di Commercio della Provincia di Treviso

Grafico 24: Presenze in area IPA. Serie storica 2008 – 2014. Analisi per numero indice (base 2008=100) !)(& !!(& !((&

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Fonte: elaborazione su dati Camera di Commercio della Provincia di Treviso


3. Sintesi La popolazione residente, dal 2006 al 2014, nell’area IPA è aumentata dello 0,9% a fronte di un incremento a livello provinciale del 3,5%. Significativo e contestuale all’aumento della popolazione residente è l’incremento della popolazione straniera residente, nello stesso periodo, del 21,2% inferiore di 5,8 punti percentuali rispetto al valore provinciale (27%). Il saldo naturale della popolazione residente nell’area è negativo (-166%). E’ riscontrabile una tendenza all’invecchiamento della popolazione, in quanto in soli sette anni, dal 2007 al 2014, aumenta di 14 punti percentuali assumendo valori pari, rispettivamente a 147% e 161%. Gli occupati, dal 2001 al 2011, nell’area aumentano del 5%, in valori assoluti 4.729 unità, a fronte di un incremento a livello provinciale del 9,2%. Gli addetti alle sedi di impresa, dal 2001 al 2014, diminuiscono in valori assoluti di 9.095 unità di cui il 99,7% nel settore manifatturiero. Le sedi di impresa dal 2006 al 2014 diminuiscono del 19% nel settore manifatturiero che presenta un calo anche a livello provinciale pari al 12,2% da marzo 2009 contando 1.457 imprese in meno sul territorio provinciale. Il commercio è il secondo settore più importante per numero di addetti con 11.696 ed un numero di imprese pari a 4.775. Durante il periodo 2007-2015 il commercio ha subito una perdita relativa maggiore rispetto agli altri settori, attestandosi al 35%. Il settore turismo risulta essere non analizzato in modo dettagliato nel Documento di Diagnosi Territoriale del 2008 nonostante emerga dalla consultazione di diversi documenti di pianificazione e programmazione relativi sia all’Area IPA sia al livello provinciale e intercomunale (PTT Provincia di Treviso, PTCP Treviso, Piano d’Area del Medio Corso del Piave, Documento Programmatico d’Area IPA Terre Alte) l’importanza della vocazione turistica del territorio sia per lo sviluppo integrato di paesaggio, territorio, filiera eno-gastronomica, e sistema culturale; sia come scenario di sviluppo locale prevalente. Il turismo nell’area IPA, dal 2008 al 2014, cresce del 10,7% per numero di arrivi a fronte di una crescita provinciale del 21,4%.


ALLEGATO 1) Il capitale umano nelle politiche dei Piani Per quanto riguarda il capitale umano, la diagnosi territoriale ha evidenziato nell’ area IPA un livello di istruzione medio-basso se si considera la complessiva popolazione residente. Nella regione Veneto ed in particolare nell’ area IPA il saper fare emerso dal basso ha trovato spazi di crescita e di affermazione competitiva nella tecnologia delle macchine, nell’ organizzazione dei processi produttivi, nelle forme organizzative delle imprese, nella proliferazione di idee imprenditoriali, fino a divenire uno stile di gestione e di sperimentazione. Non servivano titoli di studio in partenza, o costosi laboratori di ricerca: bastava avere la possibilità di fare esperienza, di “imparare facendo” in qualche fabbrica o in qualche ufficio del sistema locale. E’ così che migliaia di lavoratori dipendenti hanno potuto mettersi in proprio. Il sapere empirico e sperimentale derivante da questa matrice caratterizza, nel bene e nel male, il capitale intellettuale di cui dispone, ancora oggi, il sistema produttivo locale, anche se la crescita del reddito ha aumentato i tassi di scolarizzazione dei giovani. Si tratta di un capitale intellettuale che ha avuto notevoli vantaggi derivati dal sapere pratico, ne è un esempio la logica della specializzazione in determinati settori legata alla disponibilità di questo specifico capitale intellettuale. Oggi è necessario essere consapevoli che l’estensione dei circuiti di fornitura e di vendita implica la capacità di padroneggiare i linguaggi formali della scienza, dell’ingegneria, del management, dell’informatica e dell’estetica. Il possesso di queste capacità concettuali e linguistiche diventa la precondizione per comunicare ed interagire nel mercato globale. E’ possibile superare questa barriera intellettuale se si investirà nella formazione di capitale intellettuale, in misura adeguata a dare diffusione di massa ai linguaggi formali che diventano necessari per gestire in modo innovativo le relazioni a lungo viaggio. Sono presenti due problematiche principali. La prima consiste nella barriera culturale presente tra ambiente produttivo diffuso e nei centri di ricerca e strutture impegnate in investimenti di tipo intellettuale e culturale. La seconda nasce dal frazionamento e dalla dimensione delle imprese, che rende difficile la realizzazione di piani di investimento a lungo termine. La formazione di capitale intellettuale di tipo nuovo è un tipico processo a lungo termine. In parte esso può essere portato a carico dalle famiglie, ma in parte richiede interventi formativi e di apprendimento che devono necessariamente essere svolti durante la vita lavorativa, sia perché molte nuove competenze si possono apprendere solo sul campo, sia per l’eventualità di un cambiamento di mansione o settore durante la vita lavorativa, rispondendo ad esigenze ed opportunità di apprendimento che emergono dopo la carriera scolastica. Queste esigenze ed opportunità, oggi scoraggiate, possono invece risultare preziose per rinnovare il bagaglio professionale nel corso della vita lavorativa. Un sistema coordinato e diffuso di formazione continua è uno dei modi più adatti a canalizzare queste disponibilità ad apprendere e a rinnovarsi. Se le imprese trovano difficoltà ad investire nella formazione del capitale intellettuale sia per la preminenza della pratica nell’ approccio culturale, sia per la ridotta dimensione unitaria, la soluzione maggiormente coerente è quella di un ricorso crescente a strutture di servizio (commerciali, tecnologiche, di consulenza), che possono specializzarsi in vari campi di competenza e offrire le loro prestazioni ad una platea vasta di utilizzatori. Tuttavia, andando ad analizzare i dati sul possesso di diploma nella popolazione più giovane (di età compresa tra i 19 e i 34 anni), si nota come i livelli siano più elevati, segno dell’aumentata scolarizzazione. Si nota anche come nella popolazione giovane l’indice sia ovunque più elevato per la popolazione di sesso femminile. All’ interno dell’area IPA è presente un aumento dei livelli d’ istruzione della popolazione ma i fabbisogni delle risorse umane delle imprese non riesce ad essere soddisfatti dal territorio. Per quanto riguarda in generale le imprese tendono ad occupare personale con bassi livelli di istruzione, anche se si sta assistendo ad un cambiamento di tendenza, con un aumento della richiesta di diplomati, in proporzione anche ai qualificati.


Coerenza con la programmazione regionale e provinciale 1. Programma Regionale di Sviluppo (PRS) del Veneto Riguardo alle politiche sociali la Regione si propone di apportare sviluppi e completamenti alle politiche di intervento sociale finora intraprese per affrontare le nuove esigenze che emergono dal complesso tessuto sociale del territorio e operare per una maggiore efficienza ed organicità della rete dei servizi sociali e sociosanitari. L’insieme delle linee d’azione e delle strategie attivate nelle diverse aree d’intervento delle politiche sociali nella Regione, hanno come scopo ultimo la tutela e la valorizzazione di ogni individuo che necessità di un aiuto per realizzare compitamente il suo essere “persona”, in tutti gli ambiti in cui essa è chiamata a vivere e ad esprimere le sue capacità. Le rivelazioni statistiche prospettano un andamento demografico caratterizzato sempre più dalla diminuzione delle natalità, dall’invecchiamento della popolazione e da un saldo positivo legato soprattutto all’apporto dell’immigrazione. Con le attuali linee di sviluppo demografico, la quota della popolazione di origine non veneta tra vent’anni sarà superiore al 30%. Il maggior impiego della donna al di fuori della mura domestiche fa crescere la domanda di servizi per l’infanzia e di assistenza per l’anziano. La famiglia di oggi fa sempre più fatica ad affrontare le situazioni legato alla disabilità ed è fondamentale passare dal principio dell’adattabilità al principio dell’integrazione rendendo possibile la piena partecipazione dei disabili ai processi economici e sociali. Rispetto al quadro delineato, la Regione intende sviluppare le seguenti priorità: • intervento a favore della natalità; • sostegno alla maternità, servizi all’infanzia e alla famiglia; • sviluppo di servizi sociali delle donne lavoratrici; • misura a favore delle donne lavoratrici; • tutela dei minori e dei giovani; • prevenzione e recupero per i tossicodipendenti; • accesso alle abitazioni a favore delle giovani coppie; • sostegno all’introduzione di innovazioni. La promozione delle parità tra uomini e donne è fondamentale per uno sviluppo economico, culturale e sociale equilibrato. Gli obiettivi che la Regione intende realizzare sono: • favorire l’accesso al lavoro femminile e migliorare le condizioni di lavoro, di vita e di reddito delle donne; • consentire lo sviluppo professionale e di carriera delle donne; • conciliare la vita professionale con la vita familiare. Negli ultimi anni la presenza dei immigrati nel territorio regionale è in forte aumento; crescono le presenze femminili e dei minori, indicatori di una tendenza al radicamento e alla stabilizzazione territoriale. La Regione si propone queste politiche riguardo all’integrazione: • sviluppare una prospettiva istituzionale non congiunturale dell’immigrazione; • promuove interventi per prevenire il disagio e l’emarginazione; • predisporre una nuova normativa regionale; • creare strumenti per quantificare e soddisfare il fabbisogni abitativo degli immigrati anche rivitalizzando e ripopolando spazi territoriali abbandonati; • sostenere e diffondere la formazione favorendo in particolare l’apprendimento della lingua italiana, delle regole civiche, degli aspetti socio-culturali della comunità locale. Nel rispetto delle differenze delle culture e per l’aumento del livello d’istruzione, e per quel che riguarda il settore formativo gli obiettivi regionali sono: • la razionalizzazione della rete scolastica; • la realizzazione di un sistema di formazione continua ed, in particolare, il potenziamento delle attività di Educazione degli Adulti;


lo sviluppo di progetti riguardando le forme d’intesa fra le scuole, il rapporto con il mondo del lavoro, la ricerca scientifica e tecnologica e, soprattutto, con l’Università; • il miglioramento dell’offerta formativa anche mediante la promozione della parità di accesso tra la scuola privata e quella pubblica. La Regione, consapevole dell’importanza dell’Università come motore di sviluppo nella società e nel mondo economico in generale, sostiene una maggiore integrazione tra Università, società e economia. In sintesi, favorire questa integrazione significa: • riconoscere l’importanza del patrimonio umano; • promuovere il sistema formativo, incentivare la ricerca scientifica e tecnologica; • favorire le sinergie tra conoscenza, tecnologia e competitività; • valorizzare il patrimonio formativo e tecnico scientifico esistente. •

Nel PRS si legge di come lo sviluppo veneto sta consapevolmente uscendo dalla fase della crescita estensiva, basata sulla riproduzione allargata di modelli collaudati, per avventurarsi lungo la via, assai più difficile e problematica, della crescita intensiva, dove il fattore umano che traina lo sviluppo non è più per la maggiore quantità (di prodotti, di lavoratori, di imprese) ma la migliore qualità delle idee su cui investire e delle reti complesse (aziendali, territoriali, dei saperi, istituzionali e personali) che dovrebbero metterle in valore. La Regione, perciò, intende valorizzare il sistema regionale dell’innovazione e non sostituire l’attuale sistema con modelli di organizzazione dell’attività di ricerca importati da altri contesti. In questa prospettiva, le linee di politica regionale per l’innovazione possono essere organizzate su tre livelli: • le filiere dell’innovazione: progetti di innovazione di rilevante interesse regionale in settori ad elevata intensità di conoscenza, che comportano la cooperazione di più soggetti e il collegamento fra i diversi livelli di catena del valore della conoscenza, in particolare di Università, imprese, centri di ricerca, sistema del credito. In questo senso l’orientamento è quello di privilegiare le materie indicate nei programmi quadro dell’UE per la ricerca, favorendo la creazione di solide reti di cooperazione fra istituzioni e imprese e tra le imprese; • i distretti produttivi: attivazione di partnership locali che intervengono nell’elevare le capacità competitive dei sistemi produttivi del Veneto. In questa prospettiva, la Regione del Veneto non intende solo riconoscere e tutelare i distretti esistenti, quanto piuttosto rafforzare e diffondere le reti di cooperazione locale fra PMI come strumento per elevare la capacità di competere e di creare innovazione. Le materie di politica industriale per i distretti saranno individuate dalle “coalizioni istituzionali” attive sul territorio. E’ da sottolineare che nonostante la legge sia stata formulata per le attività manifatturiere, un modello analogo di promozione locale delle politiche per l’innovazione potrebbe essere adottato, con gli opportuni aggiustamenti, anche nel campo dei servizi, del turismo e dell’agricoltura; • i processi innovativi: l’obiettivo è promuovere la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico da parte di PMI, tramite incentivi diretti e crediti di imposta da assegnare sulla base di procedure valutative oppure automatiche con il ricorso a centri di innovazione certificati della rete Nest. Per quanto riguarda le politiche del lavoro, dalla Regione si assumono i seguenti assi prioritari di intervento: • incremento dell’occupazione femminile; • sviluppo dell’inserimento lavorative dei disabili; • iniziative a favore degli extracomunitari; • emersione del lavoro irregolare; • tutela della parità; • sviluppo dei servizi per il lavoro.


2. Programma Strategico della Provincia di Treviso Finalità e obiettivi della priorità “Innovazione, economia della conoscenza e sviluppo del capitale umano” sono inoltre coerenti con il Piano strategico della Provincia di Treviso, in particolare con gli assi 3 “Innovazione e riposizionamento competitivo della Marca” e 4 “Sviluppare le politiche della conoscenza come leva strategica”. Gli obiettivi posti dal Piano Strategico per l’Asse 3 sono: • Fare dell’Innovazione il fronte di crescita e sviluppo del territorio • Valorizzazione delle filiere produttive e delle specificità distrettuali • Accompagnare le politiche di internazionalizzazione, gestire il riposizionamento produttivo e gli effetti delle delocalizzazioni • Sviluppare azioni di marketing territoriale e rafforzare il sistema fieristico • Favorire l’aggregazione tra le imprese e potenziare il sistema di relazione con il credito • Sostenere lo sviluppo del terziario, dei servizi alle imprese e dei nuovi fenomeni di autoimprenditorialità • Fare dell’etica d’ impresa un fattore di riconoscibilità del tessuto produttivo della Marca Gli obiettivi posti invece per l’Asse 4 sono: • Realizzare un sistema di filiere formative connesso ai bisogni delle piccole e medie imprese, che garantisca un network di informazione, formazione e innovazione • Presidio e ricombinazione delle conoscenze, materiali e immateriali • Rendere il sistema di formazione di ingresso, permanente e continuo, un sistema della qualità • Rafforzare l’alta formazione per la classe dirigente e per il passaggio generazionale Le azioni poste dal Piano Strategico per concretizzare gli obiettivi dell’Asse 3 sono: • Creare un Innovation park del terziario, potenziare le nano tecnologie e l’innovazione ecoambientale delle imprese • Sviluppare un nuovo sistema di relazione strategica con l’Unione europea • Promuovere l’integrazione di filiera tramite tecnologie collaborative di rete e strumenti manageriali evoluti, anche con riferimento all’ottimizzazione della logistica. • Diffondere il commercio elettronico in logica B2B e B2C, realizzare portali di distretto per la promozione dei prodotti e la gestione integrata/promozione delle capacità produttive, favorire la nascita di comunità virtuali. • Favorire l’innovazione, la qualificazione e la certificazione di prodotto tramite centri di eccellenza per la ricerca applicata, per analisi, test e sperimentazioni, per il trasferimento tecnologico. • Sviluppare strumenti innovativi di esplorazione dei mercati e di analisi della domanda a supporto delle strategie d’internazionalizzazione commerciale delle imprese. • Sviluppare un sistema di sostegno concertato delle delocalizzazioni e un osservatorio sui processi di internazionalizzazione produttiva • Realizzare un unico ente fieristico (Godeca e S.Lucia di Piave) e una cyber fiera • Sostenere l’aggregazione tra imprese nelle autoriparazioni, carrozzerie, appalti di lavori e servizi e le aggregazioni on line • Realizzare nuovi strumenti per il credito d’impresa e agevolare chi fa innovazione • Realizzare un percorso sull’autoimprenditorialità, con iniziative di aggregazione e certificazione tra auto imprenditori e i vari contesti produttivi, nonché produzione di normativa locale, regionale e nazionale


Sviluppare il bilancio sociale uno strumento di valorizzazione e comunicazione del sistema produttivo locale • Realizzare un marchio etico della produzione trevigiana e un osservatorio dei bilanci sociali territoriali Le azioni poste dal Piano strategico per concretizzare gli obiettivi dell’Asse 4 sono: • Realizzare un progetto di learnig region e un network provinciale della formazione • Sviluppare percorsi di formazione multilivello, correlati alle specificità distrettuali ed in rete con centri di eccellenza, università, parchi scientifici. • Realizzare una management company • Favorire e sostenere la collaborazione fra corsi universitari presenti nel territorio e sistema produttivo sui temi della ricerca e dell’innovazione di frontiera (design, materiali, prodotti, processi, etc.) • Realizzare progetti di valutazione e valorizzazione delle competenze, di riqualificazione professionale e di "outplacement" per la ricollocazione dei lavoratori in esubero • Realizzazione dei tre poli della città dei mestieri • Realizzare un laboratorio per l’erogazione di servizi nel campo dell’orientamento • Definire una rete di istituzioni per realizzare un collettore dell’orientamento • Riqualificare gli edifici scolastici e realizzarne di nuovi • Potenziare l’alta formazione per la pubblica amministrazione • Realizzare un progetto per la transizione di impresa • Realizzare un progetto di formazione imprenditoriale su e-commerce, bioedilizia, tecnologie e innovazione delle imprese in rete, del mercato e della gestione d’azienda •

Tra i nuovi progetti strategici individuati nell’ambito del Piano Strategico, coerenti con la nostra priorità dell’area IPA, vi sono: Per quanto concerne la qualità del vivere quotidiano “lavoro, sicurezza sul lavoro, costo della vita” i progetti coerenti con la nostra priorità sono: • Protocollo con gli istituti di credito per il blocco del pagamento delle rate di ammortamento dei mutui per la prima casa, per sostenere i cittadini in difficoltà economica • Sostegno al potere d'acquisto delle famiglie: costituzione di un fondo straordinario Per quanto riguarda la qualità del sistema economico “innovazione e creatività, saperi, costo del denaro, sostegno alle imprese” i progetti inerenti con la nostra priorità sono: • 1 progetto per il network del legno arredo, con un investimento di 170.000 euro • Costituzione di un polo del design Per quanto riguarda la qualità dello sviluppo ambientale “economia ambientale ed energetica, sicurezza stradale, sicurezza del territorio, trasporti, brand” i progetti inerenti con la nostra priorità sono: • 3 PROGETTI sulla bioedilizia: 1. il protocollo di intesa che ha raccolto l'adesione di ulteriori soggetti, con un netto potenziamento della sua attività e forza 2. un progetto europeo presentato a valere su un finanziamento europeo Interreg Italia-Slovenia, che complessivamente dovrebbe finanziare attività per oltre 3 milioni di euro 3. un progetto da definire sui POR e FSE per la formazione di chi opera nel settore bioedile • 1 PROGETTO per la riscoperta identitaria, per lo sviluppo di un NETWORK PER LA PROMOZIONE DELL'OSPITALITA' RURALE TRANSFRONTALIERA, da presentare a valere sui finanziamenti europei (collegato alla PRIORITA’ N.5) Per quanto riguarda la qualità del sistema locale “giovani, politiche di genere, equità sociale” i progetti che probabilmente risultano inerenti con la nostra priorità e (la PRIORITA’ N.5) sono:


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Osservatorio sui valori dei giovani, progetto giovani: che prevede iniziative sulla creatività, sullo sviluppo di impresa, la mappatura delle politiche giovanili del territorio ecc. per complessivi 90.000 euro 1 progetto europeo per il sostegno alla famiglia, già finanziato per 349.000 euro 1 progetto per la Mappatura del territorio per la costruzione di una rete regionale di servizi per la famiglia per 70.000 euro 1 progetto europeo per l'autodeterminazione della donna attraverso il lavoro Progetto Alveare per una nuova gestione del dimensionamento scolastico 4 progetti per l’immigrazione per complessivi 1 milione e mezzo di euro

3. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Il PTCP si pone come obiettivo strategico quello di supporto al settore produttivo mediante il miglioramento della competitività produttiva favorendo la diffusione dei luoghi del sapere, della ricerca e dell’innovazione. La L.R.11/04, inoltre, introduce il concetto, innovativo, del sostegno delle comunità di vicinato alle trasformazioni territoriali fisiche e funzionali di rango locale, che può evidenziarsi nella formazione di nuovi sistemi insediativi di livello prevalentemente inter-sovracomunale, superando la specificità degli interessi locali. Il riconoscimento di questo più ampio ruolo, affidato a strumenti quali il PTCP e i PAT-PATI, non deve essere inteso come contenimento della autonomia di decisione e governo dei singoli Comuni, ma al contrario li rende autori delle scelte sostenibili d’interesse generale per la propria comunità, del proprio territorio, della propria economia, sulla base di una disciplina d’interesse generale legata ad una dimensione territoriale più consona alle realtà ambientali e socio-economiche del nostro tempo. Le finalità, di sviluppo e riordino, del PTCP non sono un ipotetico punto di arrivo ma una direzione lungo la quale muoversi; e poiché, muovendosi lungo essa, la diversità d'ispirazione dei programmi di governo territoriale locale potrebbe suggerire azioni non coerenti a tali intendimenti, è necessario che i governi locali esplicitino nei loro strumenti urbanistici i propri obiettivi conformi alle condivise finalità del PTCP. La volontà del PTCP è comunque quella di consentire ai governi locali di scegliere per le proprie politiche del territorio i propri obiettivi ed attuarli con programmi di trasformazione territoriale scegliendo il modo di agire lungo gli itinerari indicati dal PTCP senza deviare da essi, interpretandoli rispetto allo specifico delle situazioni locali, mantenendo però gli interessi di carattere generale. Il presente PTCP è configurato non come previsione prevalentemente cartografica di un desiderabile stato finale del territorio ma come processo continuo di pianificazione mirato al perseguimento di obiettivi d'interesse generale. Non un mero progetto tecnico fondato prevalentemente su parametri come gli standard quantitativi e la capacità insediativa, ma processi continuamente verificati nelle proprie premesse, nella propria fattibilità e nei propri esiti, e da tutti, così che lo sviluppo che essi tendono a sostenere non sia incompatibile con le esigenze delle parti sociali ed economiche, ma anche con le condizioni di riordino e riqualificazione sia naturale, sia culturale e con il superamento del disagio sociale. Un primo aspetto di rilievo, nel PTCP, è la distinzione tra finalità (obiettivi generali) ed obiettivi specifici, cui sono riferite le sue previsioni. I temi relativi alla Priorità 1 all’ interno del documento programmatico dell’ IPA sono stati affrontati nell’ambito del Tavolo tematico “Innovazione, economia della conoscenza e sviluppo del capitale umano” e hanno riguardato i seguenti argomenti: ridefinizione del modello di sviluppo del sistema produttivo/industriale dell’area alla luce delle nuove sfide del mercato globale; lo sviluppo imprenditoriale e nuova imprenditorialità; i distretti produttivi; innovazione, ricerca e sviluppo, capitale umano; miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione; azioni formative per una crescita e riqualificazione professionale dinamica delle persone in linea con le esigenze espresse dal sistema produttivo locale. Con riferimento al capitale umano, la diagnosi territoriale ha evidenziato nell’area dell’IPA un livello di istruzione medio-basso se si considera la complessiva popolazione residente. Tuttavia, andando ad analizzare i dati sul possesso di diploma nella popolazione più giovane (di età compresa


tra i 19 e i 34 anni), si nota come i livelli siano più elevati, segno dell’aumentata scolarizzazione. Si nota anche come nella popolazione giovane l’indice sia ovunque più elevato per la popolazione di sesso femminile. Lo sviluppo di questa tematica nel Tavolo di lavoro specifico dell’IPA ha messo in evidenza tendenze discordanti: da una parte la spinta verso un aumento dei livelli di istruzione della popolazione, dall’altra i fabbisogni di risorse umane delle imprese che non riescono ad essere soddisfatti dal territorio. E’ possibile che criteri normativi come quelli predisposti dalla legge urbanistica regionale, per altro ripresi, interpretati e specificati dal PTCP, costituiscano nella prassi della trasformazione insediativa dei suoli un “fatto nuovo” capace di suscitare esitazioni o resistenze da parte sia di proprietari che di promotori immobiliari ed imprenditori; per questo motivo il PTCP ha previsto nel suo apparato normativo norme ad hoc che prevedono un corretto tempo di transizione; PAT e PATI dovranno operare di conseguenza. In base alle problematiche emerse dal Piano Strategico della provincia di Treviso redatto nel 2007 emergono alcuni fattori importanti tra i quali un territorio in forte cambiamento e con delle problematiche ancora evidenti oggi. I maggiori punti di debolezza ancora presenti sul territorio sono il deficit di alta formazione, il forte ricambio generazionale, la disattenzione al mondo giovanile, la bassa scolarizzazione e problemi di avviamento scolastico per i più giovani. Per rispondere a queste problematiche era stata individuata la possibilità di realizzare, all’ interno della provincia, un Parco tecnologico per promuovere l’innovazione tecnologica a sostegno dell’imprenditorialità provinciale. Gli obiettivi sono stati inseriti all’interno degli assi indicati dal documento preliminare del PTRC e si suddividono in sei assi principali: • Asse 1 – Uso del suolo • Asse 2 – Biodiversità • Asse 3 – Energie, Risorse e Ambiente • Asse 4 – Mobilità • Asse 5 – Sviluppo Economico • Asse 6 – Crescita Culturale e Sociale Questi Assi sono stati confrontati con le criticità riscontrate sul territorio provinciale; le più importante vengono riportate di seguito: • una disseminazione di aree produttive; • una viabilità/mobilità che presenta aspetti anche particolarmente critici; • un elevato numero di edificazioni in zona agricola; • problemi di carattere idrogeologico; • le trasformazioni del paesaggio, che in alcuni casi, paiono essere incontrollate; • la difficoltà di mantenere un elevato livello qualitativo in alcuni centri storici; • la scarsa qualità dell’aria presente in alcune zone della provincia; • la scarsa qualità delle acque superficiali e sotterranee in alcune parti del territorio; • la necessità di migliorare le qualità naturalistiche in alcune parti della provincia; • la carenza di piani logistici di livello sovra-aziendale; • la mancanza di attenzione all’innovazione tecnologica; • la carenza di servizi qualificati alle imprese; • le dimensioni troppo piccole delle imprese Pertanto, gli obiettivi specifici con riferimento alla priorità “Innovazione, economia della conoscenza e sviluppo del capitale umano” sono i seguenti: • diffondere e promuovere l’innovazione e l’economia basata sulla conoscenza al fine di incoraggiare le produzioni ad alto valore aggiunto, intervenendo, in coordinamento con quanto programmato ai livelli sovraordinati, sia sull’offerta che sulla domanda delle imprese locali in termini di miglioramento e aumento degli investimenti nella ricerca e nello sviluppo


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tecnologico, promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità allo scopo di aumentare la competitività ed estendere la base produttiva; promuovere l’evoluzione del modello organizzativo delle imprese dell’area, attraverso la creazione di reti di imprese e la costituzione di partenariati con strutture di ricerca e trasferimento tecnologico e istruzione e formazione, con la finalità di incoraggiare il trasferimento tecnologico, la nascita di imprese sulla “frontiera” e l’attrazione di insediamenti high-tech; integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio anche attraverso la costruzione di strumenti condivisi; incrementare la competitività e l’innovazione anche attraverso la formazione superiore e una più stretta collaborazione tra sistema istituzionale, sistema dell’istruzione e della formazione, sistema delle imprese, reti di università e centri tecnologici di ricerca; migliorare e innalzare la diffusione e i livelli di apprendimento e di competenze chiave soprattutto nei giovani, aumentare la copertura dei percorsi di istruzione e formazione iniziale e favorire l’accrescimento di competenze tecnico-scientifiche; offrire occasioni di lifelong learning ai lavoratori (sostenendone l’adattabilità) e alla popolazione nel suo complesso e rafforzare negli attori economici le competenze necessarie alla capacità di competere e di innovare; salvaguardare i livelli occupazionali, favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro anche in relazione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e con particolare riferimento alla responsabilità sociale delle imprese, soprattutto nei distretti produttivi.

Gli obiettivi generali (finalità, ovvero obiettivi strategici) sono stati ritenuti adeguati ad affrontare i problemi del territorio e sono stati di riferimento alla definizione degli obiettivi specifici e delle relative azioni di piano. La trasformazione territoriale, proposta dal PTCP, ed evidenziati mediante PAT, PATI e PI, esigono un investimento di risorse che possono essere prodotte dalle iniziative di investimento basate sull’ uso/trasformazione delle risorse immobiliari offerte. Con queste operazioni di prevalente carattere privatistico che attengono a processi e programmi di trasformazione insediativa, si deve ottenere, oltre alla remunerazione delle risorse imprenditoriali, una sostanziale ricaduta sociale derivante da accordi tra pubblico e privato che possano garantire risorse economiche per l’investimento sociale e la qualificazione ambientale. Queste azioni sono finalizzate ad uno sviluppo sostenibile con gli obiettivi di qualificazione ambientale e sviluppo economico. Sulla base degli obiettivi posti dal PTCP le azioni individuate per porre in essere lo sviluppo del capitale umano sono: la realizzazione di un Parco tecnologico per promuovere l’innovazione tecnologica a sostegno dell’imprenditorialità provinciale .Attualmente, con la collaborazione di Unindustria, sta nascendo un centro a San Fior ed anche altri Comuni stanno proponendo centri analoghi. Il PTCP ritiene che un Polo Tecnologico debba nascere se esiste una ferma e forte volontà imprenditoriale radicata su accordi con adeguati centri di ricerca universitaria. Non essendo emersa, in maniera evidente, questa volontà il PTCP non individua al momento alcuna area di livello provinciale da destinare a questa funzione ma rimane aperto a qualsiasi proposta possa pervenire dai settori interessati. Il progetto “Parco tecnologico provinciale” è inserito nel Quaderno Progetti allegato al PTCP. La proposta, di concerto con gli enti interessati (Provincia, Comuni, Unindustria, Università, ecc.) prevede uno studio di fattibilità in cui vengano evidenziati, in particolare: • i settori tecnologici di interesse nella provincia (energia, mobile, bioedilizia, ecc.); • le aree privilegiate ove insediare il Parco tecnologico, tra cui il PTCP segnala, in via preliminare: le ex officine Secco; l’area della Treviso Servizi; Urban Center a Vittorio Veneto; un’area in prossimità del nuovo scalo ferroviario di Castelfranco Veneto; • i servizi necessari all’intervento (laboratori, foresterie, ecc.);


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le strategie da adottare per una gestione pubblico-privata che superi il problema della condivisione dei saperi; le dimensioni e i compiti di questa struttura

4. Piano Provinciale del Lavoro 2008-2010 di Treviso Il piano provinciale del lavoro, soprattutto la sua edizione ponte, nasce e si sviluppa all’interno del Piano Strategico della provincia di Treviso. Il board del piano ha definito, nel luglio 2007, per l’attività 2007-2008, la redazione di un piano ponte sul tema del lavoro, con l’intento precipuo di mettere al centro del processo di riposizionamento competitivo della Marca, il tema del lavoro. La Marca, quale territorio al lavoro, ha subito negli ultimi anni un processo di trasformazione, legato non solo ai nuovi flussi e ai processi di delocalizzazione, ma anche ai processi di trasformazione interni al sistema produttivo e ai mutamenti nell’approccio al lavoro da parte dei trevigiani e dei giovani. L’edizione di un piano ponte, nasce come prosecuzione della riflessione che, all’interno della Marca e del piano strategico, si è sviluppata nel corso degli ultimi due anni. Una dinamica che ha visto prima la nascita dell’Unità per il reimpiego per i lavoratori in mobilità e, successivamente, la necessità di porre il tema del lavoro e della sua qualità al centro dei processi di ridefinizione del modello di sviluppo trevigiano. La realizzazione del piano ponte sulle politiche per il lavoro, all’interno del piano strategico provinciale, delinea anche l’intenzionalità di sviluppare, su questo argomento, una forte politica di condivisione dei diversi attori del territorio, potenziando non solo il modus operandi concertativo, ma soprattutto quello reticolare e visionario. Nel piano ponte, e nella sua discussione, rientrano due distinte esigenze. La prima è quella di accentuare, sul tema del lavoro, la dinamica già avviata, a livello territoriale, con il piano strategico. L’obiettivo è quello di ridefinire le forme dell’intervento pubblico attraverso un cambiamento delle modalità di individuazione e scelta delle strategie territoriali. Un passaggio che trova una chiara descrizione nella transizione semantica fra i due termini inglesi di government e governance e che ha permesso, nella fase attuativa del piano strategico trevigiano, di transitare da una forma di governo come azione del soggetto che provvede direttamente (provider) a fornire soluzione ai problemi, al governo come azione del soggetto che rende possibile (enabler) la ricerca di soluzioni differenziate attraverso la mobilitazione di una ampia serie di altri soggetti. A tal fine, la pianificazione strategica trevigiana ha cercato di rispondere, in un’ottica di governance, all’esigenza di orientare una pluralità di attori verso obiettivi comuni, creando un’importante infrastruttura immateriale per lo sviluppo locale, non inteso in termini esclusivamente economici, ma valorizzando i fini del benessere, dell’equità, dell’ecosostenibilità, della qualità della vita dei cittadini. In questo modo il piano strategico trevigiano ha cercato di integrare le organizzazioni, gli attori, i gruppi sociali, i diversi interessi, al fine di elaborare una strategia comune delle politiche. Il tema del piano provinciale del lavoro e della sua edizione ponte con la discussione all’interno della commissione provinciale del lavoro, ben identifica questa nuova filosofia di governance, ponendo gli attori locali su un unico piano di analisi e condivisione delle strategie. La seconda esigenza è quella di identificare, all’interno del percorso di sviluppo della discussione del piano ponte, alcuni temi di priorità essenziali per una ridefinizione del modello di sviluppo trevigiano. 1. Il primo tema di priorità, ampiamente discusso a livello territoriale e nel board del piano strategico, è quello delle politiche verso i giovani, in particolare, verso i talenti. Nella


competizione globale, vince il territorio che meglio sa mettere i propri giovani al lavoro e che meglio sa dare spazio ai talenti presenti e sa attirare dall’esterno nuove professionalità. L’unità di politiche per il lavoro giovanile, con quelle della creatività e del talento, si legano profondamente alla tradizione trevigiana e si devono tradurre, in termini di scelte, spazi e di approccio, lo sviluppo di nuove strategie per il lavoro in questo territorio. 2. Il secondo tema di priorità è quello delle politiche di genere. La crescita della Marca e della sua qualità competitiva, si gioca, nei prossimi anni, nello sviluppo di una complessa e articolata azione verso la messa al lavoro del mondo femminile. Una dimensione che porta con sé non solo e non tanto la definizione delle forme e dei tempi di lavoro, ma una ben più ampia prospettiva del nuovo ruolo femminile all’interno del contesto lavorativo trevigiano (sia nelle funzioni basse e medie, sia in quelle alte e dirigenziali). 3. Terzo tema di priorità è quello della qualità del lavoro. Una società fortemente inserita nelle dinamiche di mutamento degli stili di vita come quella trevigiana, non può non leggere con preoccupazione una certa disaffezione al lavoro che sta attraversando la realtà locale. Il tema della qualità del lavoro non si focalizza solo sulle tematiche dei livelli di retribuzione e sulla flessibilità, e neanche solo sul passaggio da lavoro a lavoro, ma si identifica nella necessità di sviluppare una nuova visione del rapporto tra l’occupazione, gli spazi lavorativi, lo stress e le persone. 4. Quarta priorità è quella della qualità dei saperi. Le sfide globali cui il nostro territorio deve fare fronte sono necessariamente percorsi che si basano su una evoluzione non solo della capacità di produrre e stare sul mercato, ma anche di sviluppare un nuovo management imprenditoriale sempre più proiettato in una dimensione globale. 5. Infine, tema che non riguarda precipuamente il piano provinciale del lavoro, ma che è parte integrante della nuova dimensione delle politiche su questo tema, il problema della definizione di nuove e locali sperimentazioni sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Nel secondo Piano sono state individuate 5 linee strategiche, divise in 10 obiettivi che esplodono poi in 26 azioni specifiche. • Linea strategica 1. Accoglienza, accesso ai servizi e informazione Obiettivo 1.1. Orientamento e assistenza alle persone in cerca di lavoro Azioni: 1.1.1 Gestione dello stato di disoccupazione: patto di servizio; 1.1.2 Servizio di informazione e onsulenza; 1.1.3 Servizio di incontro domanda e offerta di lavoro; 1.1.4 Borsino delle professioni Obiettivo 1.2. Informazione e assistenza ai datori di lavoro Azioni: 1.2.1 Unità marketing SpI; 1.2.2 Servizio di promozione stage • Linea strategica 2. Supporto ai percorsi professionali e formativi Obiettivo 2.1. Prevenzione della disoccupazione di lunga durata Azioni: 2.1.1 Piano di azione individuale; 2.1.2. Accompagnamento al lavoro Obiettivo 2.2. Miglioramento dell’occupabilità Azioni: 2.2.1 Servizio inserimento tramite stage; 2.2.2 Offerta formativa integrata • Linea strategica 3. Definizione di percorsi personalizzati Obiettivo 3.1. Inserimento / reinserimento lavoratori svantaggiati Azioni: 3.1.1 Piano individualizzato di inserimento occupazionale per l’accompagnamento al lavoro; 3.1.2 Fondo provinciale per la formazione / riqualificazione dei disoccupati in disagio professionale Obiettivo 3.2. Raccordo pubblico –privato Azioni: 3.2.1 Costituzione dell’“Agenzia dei servizi al lavoro” per il supporto alla ricollocazione dei lavoratori espulsi dal MdL; 3.2.2 Progetti di inserimento lavorativo nelle cooperative sociali • Linea strategica 4. Prestazioni integrate Obiettivo 4.1. Partecipazione al lavoro


Azioni: 4.1.1 Polo per la transizione scuola-lavoro e lavoro – lavoro; 4.1.2 Occupazione e Servizi alla Persona. Strumenti per la conciliazione dei tempi di vita e di Lavoro; 4.1.3 Collocamento mirato Obiettivo 4.2. Coesione sociale Azioni: 4.2.1 Orientamento dei giovani in Diritto Dovere all’Istruzione e alla Formazione a rischio di dispersione o fuoriusciti dai percorsi; 4.2.2 Servizio stranieri – rete istituzionale immigrazione Linea strategica 5. Sistema informativo e politiche di concertazione Obiettivo 5.1. Monitoraggio e supporto alla programmazione Azioni: 5.1.1 Gestione elenchi anagrafici e schede professionali; 5.1.2 Servizio statistico sul mercato del lavoro; 5.1.3 Monitoraggio dell’obbligo scolastico e formativo: banca dati AROF Obiettivo 5.2. Politiche di concertazione Azioni: 5.2.1 Servizio Vertenze Collettive; 5.2.2. Commissione del Lavoro; 5.2.3. Connessione con il Tavolo di Concertazione della Formazione; 5.2.4. Connessione con il Tavolo di coordinamento per la sicurezza nei luoghi di lavoro


Allegato 2: Tavola “Work in progress” TEMI

TIPOLOGIA DATI / INDICI ESTRAIBILI

POPOLAZIONE

Pop. residente tot., per classi di età quinquennale, sesso.

2001

Istat - Censimento Popolazione 2001.

Indici: dipendenza, vecchiaia.

2001

Istat - Censimento Popolazione 2001.

Pop. residente tot., per età, sesso

bilancio demografico

LIVELLI ISTRUZIONE

STRANIERI

CALCOLABILE

Indici: dipendenza, invecchiamento, ricambio strutturale

ANNI

2002-2014

Istat - Censimento della Popolazione 2011. Ricostruzioni intercensuarie: demo.Istat.it

2001-2014

Istat - Censimento Popolazione 2001. Istat - Censimento della Popolazione 2011. Ricostruzioni intercensuarie: demo.Istat.it

Nati, morti, saldo naturale. Iscritti: da altri comuni, dall’estero; Cancellati: per altri comuni, per l’estero, altri; Saldo migratorio. Indice di: - non conseguimento della scuola dell’obbligo (15-52 anni) - possesso del Diploma di scuola media superiore (19 e +) - possesso del Diploma di scuola media superiore (19-44 anni) Analfabeta, analfabeta privo di titolo di studio, licenza scuola elementare, licenza scuola media inf. o avviamento professionale, diploma scuola superiore, titoli universitari Stranieri residenti tot., per sesso, area geografica di cittadinanza Stranieri residenti tot., per età e sesso

2001

Istat - Censimento Popolazione 2001.

2011

Istat - Censimento della Popolazione 2011.

2001

Istat - Censimento della Popolazione 2001.

2002-2014

Istat - Censimento della Popolazione 2011. Ricostruzioni intercensuarie: demo.Istat.it

2002-2014

Ricostruzioni intercensuarie: demo.Istat.it

bilancio demografico

Iscritti: per nascita, da altri comuni, dall’estero, altri; Cancellati: tot., per morte, per altri comuni, per estero, altri.

LAVORO/ OCCUPAZIONE

Tasso di attività tot., per sesso.

2001

Tasso disoccupazione tot., per sesso, giovanile.

2001

Tasso disoccupazione giovanile.

2001

STRUTTURA ECONOMICA

saldo naturale saldo migratorio degli stranieri

Occupati (val. ass.) per att. economica, classi di età, posizione professionale, sesso, sezione di att. economica. Forze lavoro e non forza lavoro per condizione professionale o non professionale. tasso disoccupazione tasso di occupazione tasso di attività Nr. imprese attive per settore economico; Nr. imprese attive per divisioni att. economica del manifatt. UL e addetti per settore economico e per divisioni del manifatt.

FONTE

Istat - Censimento della Popolazione 2001.

2001 2011

Istat - Censimento della Popolazione 2011.

2009-2014 2014

imprese demografia nuova imprenditoria

Flussi di iscrizioni e cessazioni totali (incluse cessazioni d’ufficio) e relativo saldo.

Tasso natalità e mortalità imprese

2011-2014

Sedi d’impresa attive giovanili, femminili, straniere.

peso % sul tot. delle imprese

2011-2014

Sedi d'impresa attive (di cui giovanili, femminili, straniere) per settore economico (Ateco 2007).

2011-2014

turismo

Turisti tot./italiani/stranieri per arrivi e presenze.

2008-2014

Capacità esercizi ricettivi per tipologie di alloggio e posti letto.

2003, 20082014

Camera di Commercio Treviso. * I dati antecedenti al 2014 disponibili per tutti i comuni della Provincia e per la Provincia stessa in formato pdf.


Glossario A ARRIVI: numero di clienti arrivati, distinti in residenti e non residenti, che hanno effettuato il check-in nell’esercizio ricettivo nel periodo considerato. ADDETTI: Persone occupate in un'unità giuridico-economica, come lavoratori indipendenti o dipendenti, anche se temporaneamente assente.

E ESERCIZI ALBERGHIERI: tale categoria include gli alberghi da 1 a 5 stelle, i villaggi albergo, le residenze turistico-alberghiere, le pensioni, i motel, le residenze d’epoca alberghiere, gli alberghi meublè o garnì, le dimore storiche, gli alberghi diffusi, i centri benessere (beauty farm), i centri congressi e conferenze e tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono assimilabili agli alberghi. ESERCIZI EXTRA-ALBERGHIERI: tale categoria include i campeggi e le aree attrezzate per camper e roulotte, i villaggi turistici, le forme miste di campeggi e villaggi turistici, gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, gli alloggi agro-turistici, le case per ferie, gli ostelli per la gioventù, i rifugi di montagna, gli “altri esercizi ricettivi non altrove classificati” e i bed and breakfast. ESERCIZI RICETTIVI: l’insieme degli esercizi alberghieri e extra-alberghieri.

I INDICE DI DIPENDENZA STRUTTURALE: rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100. INDICE DI RICAMBIO: rapporto percentuale tra quanti sono prossimi a lasciare il mondo del lavoro popolazione di età compresa tra 60-64 anni - e quanti stanno per entrarci - popolazione con età tra i 15 e i 19 anni. INDICE DI VECCHIAIA: rapporto percentuale avente a numeratore la popolazione di 65 anni e più e a denominatore quella di 0-14 anni.

P PERMANENZA MEDIA: rapporto tra il numero di presenze e il numero di arrivi registrati nel periodo di riferimento negli esercizi ricettivi.


PRESENZE: numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi nel periodo considerato.

S SALDO MIGRATORIO (totale): differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza. SALDO NATURALE: differenza tra il numero di iscritti per nascita e il numero di cancellati per decesso dai registri anagrafici dei residenti.

T TASSO DI ATTIVITA’: Rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione appartenente alle forze di lavoro di 15 anni e più e al denominatore il totale della popolazione della stessa classe di età. TASSO DI DISOCCUPAZIONE: Rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione in cerca di occupazione di 15 anni e più e al denominatore le forze di lavoro della stessa classe di età. TASSO DI OCCUPAZIONE: Rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione occupata di 15 anni e più e al denominatore il totale della popolazione della stessa classe di età.

V VARIAZIONE TENDENZIALE: variazione percentuale rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. !


Fonti Camera di Commercio Treviso, Natalità e mortalità d’ impresa in provincia di Treviso nel 2014, I numeri dell’anno 2014, Report n. 1/2015. Camera di Commercio Treviso, Gli indicatori congiunturali, I numeri dell’anno 2014, Report n. 2/2015. Camera di Commercio Treviso, La demografia d’ impresa a Treviso nel 2014. Consistenze per settori economici e struttura per classe di addetti, forma giuridica ed età delle imprese attive provinciali, I numeri dell’anno 2014, Report n. 3/2015. Camera di Commercio Treviso, L’ andamento del credito in provincia di Treviso nel 2014. Sportelli bancari e consistenze di depositi, impieghi, sofferenze, finanziamenti per settori istituzionali e localizzazione della clientela, I numeri dell’anno 2014, Report n. 4/2015. Camera di Commercio Treviso, Il commercio estero della provincia di Treviso nel 2014, I numeri dell’anno 2014, Report n. 5/2015. Camera di Commercio Treviso, Il commercio al dettaglio in provincia di Treviso nel 2014, I numeri dell’anno 2014, Report n. 6/2015. Camera di Commercio Treviso, Indicatori di reddito e di spesa in provincia di Treviso, I numeri dell’anno 2014, Report n. 7/2015. Camera di Commercio Treviso, Il turismo in provincia di Treviso nel 2014 e le prime anticipazioni sul 2015, I numeri dell’anno 2014, Report n. 8/2015. Camera di Commercio Treviso, Innovazione. Brevetti, marchi, design industriale, Startup innovative e Reti d’ impresa in provincia di Treviso, I numeri dell’anno 2014, Report n. 9/2015. Dematteis, G. 1994, Possibilità e limiti dello sviluppo locale, Sviluppo locale, I, 1, Firenze, pp. 1030. Gal dell’Alta Marca Trevigiana, Programma di Sviluppo Locale 2007-2013. Sapori, profumi e colori dell’Alta Marca Trevigiana. IPA Terre Alte della Marca Trevigiana, a cura di EURIS srl, Diagnosi territoriale, 2008. Disponibile online presso www.galaltamarca.it.


IPA Terre Alte della Marca Trevigiana, con la collaborazione di EURIS srl, Documento programmatico d’area 2008-2014, aggiornato al 06.10.2014. Disponibile online presso www.galaltamarca.it. Provincia di Treviso, Piano Provinciale del Lavoro 2008-2010. Disponibile online al link: http://ww2.provincia.treviso.it/Engine/RAServePG.php/P/708410010300/M/707110010323/T/Piano -Provinciale-del-Lavoro. Provincia di Treviso, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, adottato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 00025, Prot. n. 0066401 del 2008. Disponibile online al link: http://urbanistica.provincia.treviso.it/dettaglio_temi.asp?IDTema=2. Provincia di Treviso, Piano Territoriale Turistico 2004, Schema di Piano approvato con Delibera Provinciale n. 00060/2003. Regione del Veneto, Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2007-2013, testo aggiornato al 10 Giugno 2014. Disponibile online presso www.regioneveneto.it. Regione del Veneto, Rapporto Statistico Energie, il Veneto si racconta il Veneto si confronta, 2015.

Sitografia www.istat.it www.dawinci.istat.it www.demo.istat.it www.galaltamarca.it www.pianostrategico.provincia.treviso.it www.provincia.treviso.it www.regioneveneto.it www.statistica.regione.veneto.it www.tv.camcom.gov.it www.venetoimmigrazione.it!


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