Land grabbing ed Unione Europea: gli impatti determinati dalle politiche energetiche. Giada Crepaldi, Alessandra Dal Bianco, Nicolò della Costa, Gabriele Fumai, Olga Irranca Galati, Carol Mattera, Jhonny Nicolis, Elvis Paja, Davide Perissinotto, Luca Zao Gong. KEYWORDS
ABSTRACT
Land grabbing; Politiche Europee energetiche ed agricole; Unione Europea
Lo studio si propone di analizzare il recente fenomeno di land grabbing, ovvero l’acquisizione su larga scala di terreni agricoli principalmente nei paesi in via di sviluppo, soffermandosi sul ruolo che l’Unione Europa ricopre nel contesto globale. Si vuole studiare l’andamento del fenomeno negli ultimi quindici anni, indagando i principali paesi investitori, il loro scopo, i drivers, e gli impatti di tale fenomeno nei paesi target, appartenenti e non all’Unione Europea. L’attenzione si focalizza sulle politiche europee in ambito energetico ed agricolo e la correlazione che si è innescata con il fenomeno di land grabbing, osservando gli obiettivi e gli impatti di ciascuna di esse.
1. Introduzione
Vi sono tre fattori chiave che hanno determinato la crescita esponenziale del fenomeno: la necessità di assicurarsi un affidabile approvvigionamento
Il land grabbing è definito come l’acquisizione avvenuta in violazione dei diritti umani, non basata sul previo e informato consenso libero degli utilizzatori dei terreni interessati (ILC, 2011). Per von Braun e Meinzen-Dick, invece, si tratta di una controversa questione economica e geopolitica, riguardante gli effetti di pratiche di acquisizione su larga scala di terreni agricoli in paesi in via di sviluppo, mediante affitto o acquisto di grandi estensioni agrarie da parte di compagnie transnazionali, governi stranieri e singoli soggetti privati (Von Braun J. e Meinzen-Dick, 2009). Sebbene il ricorso a simili pratiche sia stato largamente diffuso nel corso della storia umana, il fenomeno ha assunto una particolare rilevanza agli inizi del secolo, in particolare nel biennio 2007-2008, a causa della crisi dei prezzi del cibo e della conseguente necessità di tutelare
l’approvvigionamento
alimentare
(De
Schutter, 2011). La localizzazione di molte acquisizioni ricade nel Sud del mondo, in particolare nell'Africa
alimentare; la crescente domanda di biocarburanti, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sostenuta da direttive
energetiche
comunitarie;
ed
infine
investimenti speculativi. Ma in letteratura se ne possono individuare altri, quali la domanda di legname, di materie prime per usi industriali, sviluppo industriale, mercati del carbonio ed infine turismo (Anseeuw et al., 2012). Conseguentemente gli investitori possono essere divisi in tre tipi: industrie agroalimentari, governi, e investitori speculativi. Si tende a pensare che il land grabbing possa incentivare gli investimenti nei paesi in via di sviluppo, lubrificandone il motore dell’economia locale. Tuttavia, numerose ricerche dimostrano che tale pratica ha devastanti impatti ambientali e sociali tra cui la riduzione dell’occupazione locale, lo sfruttamento fisico dei lavoratori coinvolti e della terra (Laura German et al, 2011; Actionaid, 2012; Sylvain Auby, 2012).
subsahariana, nel Sudest Asiatico e in America Latina.
1!
Nel contesto globale, l’Unione Europea gioca un ruolo
risulta inefficiente rispetto al tentativo di arrestare il
centrale nel fenomeno del land grabbing: le sue politiche hanno, sia direttamente che indirettamente,
processo. In questo contesto l’articolo si propone tre principale
contribuito ad alimentare l’acquisizione di terra. Nel 2014 il Parlamento Europeo ha definito la nuova
obiettivi. Nella prima parte si cerca di capire il ruolo che l’UE riveste nel processo di land grabbing in
Politica Agricola Comune (PAC 2014-2020) secondo
relazione agli altri investitori globali. Si mette in
indirizzi e criteri che mettono al centro la vocazione agricola dell‘Europa, dell’Africa e degli altri
evidenza il numero di contratti e la quantità di ettari acquisita dall’Europa, rispetto al totale complessivo; si
continenti, attraverso una corretta politica di accordi commerciali. L’idea di base è quella di tenere viva
individuano i principali paesi investitori europei e gli stati target extra-europei; a seguire si parla delle
l’agricoltura
mondo
acquisizioni di terra praticate dagli Stati membri
supportando le diverse vocazioni, per assicurare sufficiente quantità di cibo in futuro.
dell’UE all’interno dello stesso confine europeo. In secondo luogo si analizza il trend del fenomeno
Secondo l’Unione Europea l’agricoltura è cultura: essa è fatta di pratiche, di competenze e di significati sociali
negli ultimi quindici anni: partendo dalle prime manifestazioni si individua l’andamento del numero
che si legano alla cura del territorio, alla corretta
di contratti stipulati dal 2000 al 2015 e di quelli falliti
gestione delle risorse, all‘attenzione all’ambiente e alla biodiversità dei luoghi. Un ulteriore aiuto, infatti,
nello stesso arco di tempo. Il terzo obiettivo è indagare la relazione che sussiste
sarebbe diversificare la produzione, al fine di aumentare il numero dei Paesi esportatori di prodotti
tra gli investimenti europei e le politiche energetiche proposte dalla Commissione Europea, analizzando
alimentari
la
nello specifico le due Direttive 2009/28/CE e
produzione agricola nei Paesi in via di sviluppo e l’integrazione dei rispettivi mercati regionali.
2009/30/CE. Questa politica volta alla tutela ambientale, alla riduzione dei gas-serra, all’utilizzo di
Tra gli organismi internazionali a condurre una politica contro l’accaparramento delle terre, la FAO nel
energia rinnovabile e al risparmio energetico, ha dimostrato una scarsa attenzione verso la sostenibilità
maggio 2012, ha approvato le “Linee guida per i
ambientale e sociale nei paesi target.
regimi fondiari e l’accesso alle risorse ittiche e forestali” varate dalla Commissione sulla Sicurezza
indagano i drivers che spingono l’UE a praticare tale attività, soffermandosi sulle principali colture prodotte
Alimentare. Il documento ha individuato principi e pratiche ai quali i governi di tutto il mondo
dagli Stati membri, e sull’utilizzo primario che ne viene fatto. Viene realizzata un’analisi sulla
dovrebbero ispirarsi per garantire un più equo accesso
coltivazione e il commercio di biocarburanti e sulle
alla terra. L’Unione Europea però in questi anni, con la Politica Agraria Comune, non ha frenato il diffondersi
conseguenze che questa produzione comporta nei paesi target. Per concludere, lo studio focalizza
del fenomeno; anzi, lo ha favorito tramite l’elargizione di sussidi destinati quasi esclusivamente alle grandi
l’attenzione sulle implicazioni indirette di queste politiche, e sui possibili strumenti da utilizzare per
aziende agricole. Questo è avvenuto con la PAC 2013,
contrastare tali effetti indesiderati.
in particolare nell’Europa orientale, negli stati che entravano nell’Unione Europea (Direttiva generale
2. Fonti e metodologia
2015). Ovviamente il fenomeno ripercussioni considerevoli, con
• I dati analizzati ed elaborati nel seguente articolo sono stati forniti da Land Matrix, database pubblico online lanciato in Aprile 2012 e aggiornato in Ottobre
in
di
tutte
base;
le
ma
regioni
anche
del
promuovere
ha già avuto alcune derive
violente. La PAC 2014 è stata ripensata per evitare la diffusione del land grabbing: ha mantenuto gli stessi obiettivi, ma cercando di limitare i sussidi alle grandi aziende e dando la possibilità ai giovani di entrare nel mercato. Nonostante queste modifiche, la politica 1
Infine si
2015. Tale banca dati1 raccoglie le transizioni globali di monitoraggio dei terreni, sotto forma di contratti, di cui si fornisce un elenco dettagliato di attributi: Investor name, Investor country, Intention, Negotiation
Download in Ottobre 2015. 2!
status2 , Implementation status, Size of Land deals, Nature
reale delle aziende che acquisiscono migliaia di ettari
of deal e Contract farming. Le informazioni del database non devono essere considerate come una
nei paesi target (la stessa coltura può essere utilizzata per i diversi fini quali Food crops, Industry, Biofuel,
rappresentazione attendibile della realtà, poiché non tutte le transazioni mondiali sono presenti e in più il
etc). Per tanto, per capire lo scopo finale dell’investimento è stato necessario procedere con la
database può riportare degli errori di affidabilità
triangolazione delle informazioni: sono state messe
delle contrattazioni poiché non riesce a registrare in tempo reale i cambiamenti in atto.
in relazione le diverse colture con le principali attività svolte dall’azienda. Il Land Matrix fornisce
Per analizzare il ruolo che l’UE riveste nel processo di land grabbing, in relazione agli investitori globali e
informazioni riguardo ad un contratto generico: se guardiamo soltanto alla coltura (es. olio di palma) e
alle politiche proposte dalla Commissione Europea,
all’intention, il contratto potrebbe essere classificato
è stato necessario selezionare, raccogliere e organizzare le informazioni presenti nel database
come flexible in quanto l’olio di palma può essere utilizzato sia per scopi industriali, che per cibo, o per
principale e utili per il nostro studio all’interno di un foglio di calcolo elettronico in cui ogni campo è
produrre biocarburante. Indagando il nome dell’investitore e le attività da lui svolte, si può
associato univocamente al corrispettivo deal. Per
capire il vero scopo dell’azienda.
distinguere la provenienza dei diversi contratti sono state create tre categorie in cui si differenziano i
Le intenzioni risultano cosi raggruppate: - Food: aziende esclusivamente concentrate nella
paesi appartenenti all’Unione Europea (UE) da quelli appartenenti al continente Europeo (E) e dagli altri
produzione alimentare; - Biofuel: colture finalizzate alla produzione di
paesi del mondo (W).
biocarburante;
La scelta di strutturare i dati attraverso una tabella ha permesso inoltre di aggiungere nuovi campi man
- Flexible: la stessa coltura può essere utilizzata per scopi differenti (Industry, Food, Biofuel etc) a seconda
mano che procedeva la ricerca. Ad esempio, è stato necessario creare il campo new_eval_size in cui si è
delle quotazioni sul (Antonelli et al., 2015);
definita la superficie relativa ad ogni singolo
- Other: tutti gli altri usi delle coltivazioni che non
investor valutare
in partnership con altri paesi, al fine di l’esatta quantità di ettari acquisita
sono inseribili nelle definizioni precedenti. Questa classificazione è stata applicata ad ogni
dall’Unione Europea rispetto agli altri investitori globali. Il valore finale è stato definito quindi
contratto stipulato da un membro dell’UE. Rispetto alla letteratura da cui trae origine lo studio
analiticamente dividendo la contract size per il
(Antonelli
numero di investitori coinvolti: invece, se il valore non fosse stato disponibile, si è considerata la
notevolmente ridotta, in quanto si focalizza l’attenzione su due driver principali: cibo e biofuel.
production size e successivamente l’intended size, parametri sintetizzati nel campo eval size riportato
Essa può risultare meno dettagliata, ma comunque efficace a comprendere l’entità quantitativa, in
nel database.
termini di contratti e superficie, delle intention degli
Infine, per indagare la relazione che sussiste tra gli investimenti europei e le politiche energetiche si è
investitori presi in esame.
ricorso al metodo della triangolazione, la quale è stata applicata ai deals dell’UE. Il database Land
et
al.,
mercato
2015),
la
internazionale
classificazione
è
3. Risultati 3.1 Ruolo dell’Europa
Matrix, pur categorizzando i tipi di coltura e le
2
intention, non è in grado di distinguere gli usi finali del prodotto coltivato. Quindi, la sola indagine sulle
L’analisi sul ruolo che riveste l’Europa nel fenomeno
colture può essere fuorviante per capire l’intenzione
del land grabbing è strutturata sulla base di 1900
Indica lo stato di negoziazione di un contratto, il quale può essere Concluded (Oral agreement o Contract signed), Failed
(Negotiations failed o Contract cancelled) o Intended (Expression of interest o Under negotiation). 3!
contratti circa, corrispondenti ad una superficie di
Gran
parte
degli
produzione pari a 138 milioni di ettari, rilevati all’interno del database più completo e disponibile
consideriamo il numero di deals, sono localizzati in Uruguay (37) Mozambico (34) Indonesia (29) e
degli investimenti di terra a scala globale: il Land Matrix. Tali accordi, che coinvolgono differenti
Romania (26); gli altri paesi target, come la Guinea o Sierra Leone, nonostante un numero inferiore di
investitori (singoli o multipli) e paesi target, sono
contratti,
identificati rispetto al loro stato di negoziazione: realised, intended o failed.
fortemente su quella complessiva (fig. 5). E’ importante quindi non definire una correlazione
Gli investimenti conseguiti dall’UE rispetto al numero di deals, come si nota dalla fig.1, sono il 19% del totale
diretta tra numero di contratti e l’area della superficie acquisita.
presentano
investimenti
una
superficie
europei,
che
se
incide
degli investimenti realizzati a scala globale. Tra questi, il 85% sono concluded, il 10% intended e il
fig. 1 | Investitori mondiali (W), europei (E) e appartenenti all’Unione Europea (EU). Percentuale dei contratti (somma di contratti nei diversi stati di negoziazione intended, concluded, failed) a livello mondiale con specifica percentuale per ogni paese EU; Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
restante 5% sono classificati come failed (fig. 2). È interessante osservare come a livello europeo, i primi tre posti siano occupati dal Regno Unito, dalla Francia e dai Paesi Bassi (rispettivamente al 5,71%, 2,15% e 1,50%), mentre l’Italia ricopre il quarto posto (fig. 3). Se invece analizziamo gli investimenti dell’UE rispetto al totale della superficie di terra acquisita a scala globale (fig. 4) notiamo che, rispetto al 90% della produzione mondiale, l’UE detiene solo il 6 % circa, corrispondente a 10 milioni di ettari su un totale di
fig. 2 | Investitori appartenenti all’Unione Europea (EU)
138. Sebbene si pensi spesso che l’Europa sia al di
percentuale di contratti concluded, failed e intended. Fonte:
fuori del "furto di terra globale", i dati elaborati dimostrano l’inverso ovvero un crescente interesse.
elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre !
2015). 4!
fig 3. | Investitori appartenenti all’Unione Europea (EU). Numero contratti ed ettari (in migliaia) suddivisi per paese (somma di contratti nei diversi stati di negoziazione intended, concluded, failed), confronto tra contratti stipulati da singolo paese o da piÚ paesi. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
fig 4. | Investitori mondiali (W), europei (E) e appartenenti all’Unione Europea (EU). Percentuale degli ettari (somma di contratti nei diversi stati di negoziazione: intended, concluded, failed) a livello mondiale con specifica percentuale per ogni paese EU. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
5!
fig 5. | Paesi target che subiscono acquisizioni da parte dell’Unione Europea (EU), numero di contratti (intended, concluded, failed), e superficie acquisita (in ha). Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
3.2 Land grabbing in Europa
I land agreements coinvolgono cinque tipi differenti di
Il fenomeno del land grabbing non riguarda solo i paesi europei a basso e medio reddito (i cosiddetti spaces of poverty), ma si sta manifestando anche in quelli caratterizzati da un alto livello di reddito (gli elite spaces) (European parlament, 2015). Attualmente emerge una inadeguata conoscenza di informazioni sul farmland grabbing in Europa. Le banche dati internazionali disponibili relative agli accordi commerciali su larga scala finora non coprono l’ambito europeo. A questa tendenza generale fa eccezione il Land Matrix, un’iniziativa di monitoraggio del territorio dell’ Internetional Land Coalition (ILC). La scala e lo scopo dell’accaparramento di terra in Europa è comunque limitato rispetto ai principali paesi target ( Africa, Asia, America Latina ed ex Eurasia sovietica). Si nota infatti, da una prima elaborazione dei dati, che l’accaparramento delle terre si concentra in particolare negli Stati membri dell'Europa orientale ovvero Russia, Ucraina, Romania, Bulgaria e Lituania.(fig. 6). Confrontando il grafico (fig. 6) con il recente studio condotto da Antonelli (2015), basato su dati aggiornati ad Ottobre 2013 (Antonelli et al., 2015), si evidenziano due cambiamenti principali: un aumento generale dell’area
acquisita
nei
paesi
target
suddetti
e
l’incremento sostanziale della superficie coltivata, in particolare modo in Ucraina (700.000 ha ca. corrispondenti a 8 contratti realised (Box1 ).
attori: investitori di compagnie private, compagnie statali, fondi di investimento, partnership pubblicoprivato ed infine soggetti privati (Anseeuw et al., 2012). In Europa la creazione di grandi aziende agricole, avvenuta per mezzo di capitali provenienti da tutto il mondo, ha comportato il coinvolgimento di una nuova classe di investitori finanziari, tradizionalmente non coinvolti nel settore agricolo, composta da gruppi bancari, fondi di investimento, singoli operatori e società private, impegnati nella acquisizione di terreni agricoli nell'UE. I processi di accaparramento delle terre, a livello europeo, sono stati favoriti dalla promozione di politiche
pubbliche
legate
all’energia,
alla
liberalizzazione del commercio e degli investimenti e alla politica agricola comunitaria. La Pac costituisce una delle più importanti politiche dell'Unione europea adottata nel settore agricolo per promuovere
un’agricoltura
nuova,
sostenibile
e
solidale, integrata alle strategie di sviluppo economico. Il mantenimento dell’attività agricola in Europa garantisce: un approvvigionamento alimentare sicuro e di qualità a prezzi accessibili, la tutela dell’ambiente, la difesa dal dissesto idrogeologico e la salvaguardia del benessere animale. Nel corso del tempo, questa politica ha subito cinque grandi riforme. Le più recenti nel 2003 (revisione 6!
fig. 6 | Paesi target in Europa, numero contratti realised da investitori appartenenti all’Unione Europea. Fonte: elaborazione degli autori (basata su Land Matrix,ottobre 2015).
intermedia), nel 2009 ("valutazione dello stato di
favorito tramite un pagamento unico all'azienda,
salute") e nel 2013 (per il periodo finanziario 2014-2020).
inteso a garantire la stabilità dei redditi. Questo è avvenuto con la PAC 2013, in particolare nell’Europa
Il ruolo che la PAC riveste nelle dinamiche di accaparramento di terra è strettamente correlato alla
orientale, negli stati che entravano nell’Unione Europea (Direttiva generale 2015). Tale politica si è
distribuzione
riservati
dimostrata non lungimirante poiché, da un lato, ha di
esclusivamente alle grandi aziende agricole. Per capire questo fenomeno, dobbiamo fare riferimento alla
fatto impedito l’ingresso nel mercato agricolo di nuovi soggetti (piccoli proprietari in grado di contrastare lo
riforma Fischler del giugno 2003 che ha semplificato le misure di sostegno del mercato e degli aiuti mediante
strapotere dei grandi aziende), dall’altro, ha confermato un’ulteriore volta quanto il Vecchio
il disaccoppiamento dalla produzione dei pagamenti
Continente sottostimi il problema della terra, che non
diretti3
viene considerata alla stregua di un bene comune.
di
benefici
diretti
agli agricoltori, i quali sono erogati indipendentemente dalla produzione. Quindi gli agricoltori, sono liberi di produrre o non, in entrambi i casi ricevono un sostegno sotto forma di pagamento unico purché soddisfino i requisiti imposti dalla condizionalità. Lo scopo principale di tale pagamento è garantire una maggiore stabilità dei redditi agli agricoltori i quali decidono cosa produrre senza perdere gli aiuti e adattando l'offerta alla domanda.
Il disaccoppiamento dunque
ha
determinato la trasformazione dell'aiuto da sostegno al prodotto a sostegno al reddito dei produttori. Tale direttiva quindi non ha frenato il diffondersi del fenomeno del land grabbing, anzi sembrerebbe averlo
3
Tab 1. Distribuzione dei Pagamenti diretti erogati nel 2013 secondo quando previsto dalla PAC.
La riforma della Pac 2014-2020 prevede un sistema di pagamenti diretti che sostituirà, a partire dal 1° gennaio 2015,
il pagamento unico aziendale. Il nuovo sistema prevede sette componenti di aiuto. Alcune di queste devono essere obbligatoriamente previste dallo Stato membro:pagamento di base, pagamento verde e pagamento per i giovani agricoltori. Le altre componenti sono facoltative: aiuto ridistributivo per i primi ettari, aiuto per le aree con vincoli naturali, sostegno accoppiato facoltativo e pagamenti per i piccoli agricoltori. Tutti gli aiuti sono finanziati attraverso il massimale nazionale fissato per ciascuno Stato membro (Agriregionieuropa, 2016). 7!
BOX 1. UCRAINA La riforma agraria sviluppatasi negli anni 90 in Ucraina ha ripartito la superficie coltivabile disponibile tra 7 milioni di piccoli agricoltori appartenenti a collettivi o piccole imprese agricole affidando a ciascuno di loro circa 4 ha di terreno. Nonostante i presupposti di equità di cui si faceva promotrice, essa ha prodotto numerosi ostacoli: spesso, infatti, i contadini non erano a conoscenza della localizzazione dell’area loro affidata e, all’indomani della caduta dell’Unione Sovietica, erano anche sprovvisti della tecnologia necessaria ad una efficiente coltivazione. È iniziato così un lungo esodo dalle campagne verso la città e la conseguente cessione della terra a pochi grandi investitori terrieri definiti, dagli stessi ucraini, latifondisti (Christina Plank, 2013). Attualmente 10 latifondisti detengono 2.8 milioni di ettari (Latifundist, 2012 in Christina Plank, 2013). La maggior parte sono di nazionalità ucraina, e le aziende estere che tentano di entrare nel mercato ucraino, assumendosi forti rischi per ottenere maggiori profitti, incorrono spesso in fusioni e acquisizioni. E’ comunque necessario sottolineare il bisogno di capitale e tecnologia straniera, che spinge le grandi aziende nazionali a stipulare contratti con la Borsa di Londra, Varsavia e Francoforte. (Christina Plank, 2013). L’Ucraina è divenuta uno delle più importanti esportatrici di colture a livello mondiale: i suoi 32 milioni di ettari coltivabili rappresentano un terzo dell’intera superficie europea arabile (FAOSTAT,2012). Inoltre nel biennio 2008-2009, essa è divenuta il terzo più grande esportatore di grano al mondo (Jaroszewska, 2011 in Christina Plank, 2013). Le colture prodotte vengono esportate principalmente in Medio Oriente, Nord Africa, Unione Europea, e Turchia: è indicativo l’aumento produttivo di colza (necessaria alla produzione di biocarburante), a metà degli anni 2000, coincidente con l’emissione delle due Direttive sulle energie rinnovabili (2009/28/CE; 2009/30/CE). Più del 90% delle coltivazioni ucraine vengono esportate in Europa (Ogarenko e Nivievskyi, 2012). Analizzando la letteratura su questo particolare caso studio emerge che l’Ucraina riveste certamente un ruolo predominante nel fenomeno, sia come investitore che come paese target. Ma ciò che ha fatto registrare il picco dal 2013 ad oggi è la cosiddetta Rivoluzione ucraina (Yuriy Shveda et al.,2015), scaturita nel Novembre 2013. Gli scontri hanno fortemente minato la stabilità del governo, rendendolo più attraente per investimenti stranieri. Nonostante i rischi siano molto alti, la debolezza istituzionale di un governo democratico è uno dei principali fattori alla base degli investimenti fondiari: una governance democratica debole, non può che acuire il fallimento nel proteggere i diritti e gli interessi di coloro la cui sussistenza è già precaria. (Anseeuw et al., 2012).
Questo discorso vale in modo particolare per i
disaccoppiamento ovvero la rottura del legame tra
pagamenti diretti, al centro delle politiche europee di sovvenzione, la cui distribuzione è particolarmente
distribuzione dell'aiuto e produzione oggetto di aiuto, risponde efficacemente alle nuove istanze di orientare
problematica. Ad esempio, nel 2013, con il 42,7% delle aziende, gli Stati membri dell’Europa occidentale
meglio le aziende in funzione del mercato e di ridurre le distorsioni nella produzione e nel commercio
hanno ricevuto l'82% delle PS mentre, nello stesso
agricoli. L’assenza di un filtro a monte che regoli la
anno, gli Stati dell'Europa orientale - con il 61,9% delle aziende - hanno ricevuto il 18% delle PS (CE , 2015;
distribuzione di questi sussidi è divenuto una delle principali cause di un eccessivo consumo di suolo in
CE, 2013b). Anche nei nuovi Stati membri (UE-10), come la Bulgaria e la Romania, i sussidi vengono
quanto gli aiuti previsti non necessitano di alcun obbligo di produrre. Perciò in assenza di criteri di
distribuiti sulla base di un nuovo sistema di
valutazione restrittivi c’e il pericolo che la terra venga
pagamento noto come regime di pagamento unico (European Parliament, 2015).
acquistata per l’unico scopo di accedere ai sussidi.
Questo implica che ci sia un legame diretto tra Pagamento unico e suolo perché, in assenza di terra, le
3.3 Trend Europei e Globali
aziende agricole non possono attivare i diritti SPS4
La fig. 7 riporta il trend del land grabbing, da cui si evince l’origine del fenomeno agli inizi del secolo, e la
"(CEPS,
notevole accelerazione nel biennio 2007-2008 a causa
4
KUL
&
CCR,
2013).
Mentre
il
Single Payment Scheme. 8!
della crisi mondiale del prezzo del cibo (De Shutter,
cui fa seguito anche un aumento della produzione di
2011). Anche l’Unione Europea è spinta da questa crisi nella propria corsa alla terra, ma il driver di
semi oleosi, orzo e mais (Aparicio, M. et al., 2013). In Gran Bretagna, vi è stata una rapida diffusione di
investimento principale è determinato dalle politiche del Consiglio Europeo in materia di Energie
mais da biogas, coltura che cresce sui migliori terreni coltivabili, e per la quale si è previsto entro il 2020 un
Rinnovabili (Renewable Energy Road Map CE, 2006;
aumento di superficie di 100.000 ettari da destinare a
Direttiva 2009/28/CE). La strategia complessiva
a
tale coltivazione. (Monbiot, G., 2014). L’aumento del fenomeno è stato significativo nel
raggiungere il duplice obiettivo di accrescere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e
biennio 2006-2007, in cui i Paesi appartenenti all’UE hanno intrapreso un maggior numero di contratti (da
ridurre le emissioni di gas a effetto serra (CE, 2006). La
16 a 42) rispetto all’andamento globale che in
tabella di marcia presentata dalla Commissione si propone di fissare un obiettivo obbligatorio del 20%
quell’anno si mostra statico se non addirittura decrescente (da 116 a 114) (fig. 7).
per la quota di fonti energetiche rinnovabili sul consumo totale di energia dell’UE per il 2020 e, nello
Il grafico mostra la crescita del fenomeno, determinata dalle nuove politiche europee che hanno influenzato il
specifico, un obiettivo obbligatorio minimo del 10 %
consolidamento del mercato dei biocarburanti. Le
nel settore dei trasporti (CE, 2006). Questo obiettivo si è concretizzato con la Direttiva del Parlamento
fonti rinnovabili nel 2008 hanno rappresentato circa il 13% della produzione complessiva di energia, a fronte
Europeo e del Consiglio 2009/28/CE anche conosciuta come RED, Renewable Energy Directive, per la
del 33% rappresentato dal petrolio, del 27% rappresentato dal carbone, del 21% dal gas naturale e
promozione delle energie rinnovabili.
dal 5,8 % dall’energia nucleare. Il 10 % delle fonti
Il trend globale e quello dei Paesi appartenenti all’UE sono concordi (fig. 7), eppure la quota di terreni
rinnovabili è rappresentato dalla produzione di energia proveniente da biomasse, ed è in questo
agricoli dedicata alla produzione di colture energetiche è aumentata. Sono esemplificativi i casi
settore che ritroviamo la produzione di biocarburanti (INEA, 2011).
comunitaria
mira
della Germania, della Spagna e della Gran Bretagna. In Germania, dove la produzione di agro-carburanti ha visto la crescita maggiore in Europa, più del 10 per cento dei terreni coltivabili è stato utilizzato fin dal 2007 per la produzione di agro carburanti a partire dalla colza, la cui coltivazione era pari a 1,53 milioni di ettari. Solo il 0,7-0,9 (circa) veniva utilizzato per la produzione di biodiesel (Franco, J. et al., 2010). !
Si stima che l'area di terreno dedicata alla produzione di colza in Germania aumenterà fino a 1,8 milioni di
fig. 7 | Investitori mondiali (W), europei (E) e appartenenti
ettari. Tale fenomeno, probabilmente è sostenuto dalla
all’Unione Europea (EU). Numero di contratti (somma di
Direttiva UE sulle energie rinnovabili, e da una normativa nazionale nota come il piano d'azione 2009
contratti nei diversi stati di negoziazione: intended,
Nazionale di biomassa che impone una quota del 10 per cento di bioetanolo (ibid.). Inoltre la Germania
elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre
dipende fortemente dall'importazione di colture energetiche, infatti per produrre energia nel 2006 ha importato il 60% della biomassa utilizzata dai paesi dall'Europa dell'Est. In Spagna l'aumento della domanda di agro combustibili ha determinato nel 2008 una crescita del 26,9% nella produzione di frumento a
concluded, failed) stipulati dal 2000 al 2015. Fonte: 2015).
3.4 Il Trend dei Contratti falliti La fig.8 mostra l’andamento del numero di contratti di negoziazione failed nello stesso intervallo di tempo (2000-2015), stipulati dai paesi europei (E), appartenenti all’UE (UE), e del resto del mondo (W). 9!
Il picco maggiore, a livello globale, si verifica nel 2010
dei paesi europei che dispone del più alto tasso di
e nel 2012, mentre nel caso delle acquisizioni di terre dell’Unione Europea, esso si verifica soltanto nel 2010:
incentivazione (tab.1), nel 2008 il governo britannico ha introdotto il Renewable Trasport Fuel Standard
si tratta solo del 9% del totale dei contratti in stato di negoziazione dello stesso anno (18 contratti falliti su
Obligation che stabilisce un obbligo di miscelazione del 5% nel 2010, con la condizione che i biocarburanti
197 totali).
siano prodotti in modo sostenibile. Nello stesso anno però, a causa del dibattito sorto a livello internazionale sulla sostenibilità dei biocarburanti, il governo ha deciso di portare avanti un’analisi sugli effetti di questa produzione. La ricerca, Gallagher Review, ha promosso
una
riduzione
delle
percentuali
di
miscelazione fissate in precedenza (INEA, 2011), abbassandolo al 3,25% per il 2009. Questa politica può aver influito sulla percentuale dei contratti falliti dopo il 2010. ! fig. 8 | Trend numero contratti failed dal 2000 al 2015:
La seconda ragione del picco negativo può essere
investitori mondiali (W), europei (E) e appartenenti
ricondotta proprio alla RED: a partire dal 2011, soltanto i biofuels certificati come sostenibili, in accordo
dell’Unione Europea (EU). Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
!
con quanto emesso dalla Direttiva, sono stati inclusi nelle statistiche dell’Eurostat. Alcuni stati membri non
Nella fig. 9 si riportano i paesi investitori che hanno
hanno ancora adeguato le proprie leggi nazionali ai
subito il fallimento nel suddetto intervallo di tempo,
criteri di sostenibilità e questo spiega il calo di energia rinnovabile nell’impiego dei trasporti tra il 2010 e il
in questo modo notiamo che i primi paesi elencati non appartengono all’Unione Europea e il Regno unito,
2011(fig.10) (Eurostat, 2014).
fig. 9 | Investitori che hanno subito il maggior numero di contratti falliti tra il 2000 al 2015, contratti failed. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015) tab.
|
Stima
primo paese europeo, ricopre il sesto posto con un
dell’entità
del
totale di soli 6 contratti falliti, percentuale minima rispetto ai 133 contratti realizzati nel medesimo arco di
2009.
tempo (4,5% ). Il fallimento di 5 contratti su 6, si colloca dopo il 2010: il Regno Unito infatti, con Germania e Francia, è uno
2
sostegno pubblico Fonte: elaborazione INEA su dati CE, DG Energy, paesi 1! 0
fig. 10 | Quota di energia rinnovabile nel consumo di trasporti EU- 28 Fonte: Eurostat, 2013.
3.5 Relazione tra land grabbing europeo e politiche
Le due Direttive guida in queste azioni sono la
energetiche.
2009/28/CE (RED, Renewable Energy Directive) e la 2009/30/CE ( Fuel Quality Directive), che traggono
I principali drivers che vedono l’Unione Europea come uno dei protagonisti del fenomeno sono, in misura minore, la scarsità di risorse naturali e, in misura maggiore, le politiche energetiche. In letteratura sono stati individuati tre gruppi di investitori, suddivisi in base alla propria disponibilità di terra ed acqua: Resource-abundant countries, Moderately abundant countries, Resource-poor countries. I
paesi
appartenenti
all’UE
si
resource-
origine dalla Renewable Road Map (CE, 2006), in cui viene definito il “Piano 20-20-20” : 20% di energia proveniente da fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico, 20% di emissioni di gas effetto serra in meno entro il 2020. La fig.11 mostra lo stato dell’Unione Europea nel raggiungimento dei suddetti targets.
collocano
prevalentemente nel secondo gruppo, ad eccezione di Svezia e Austria che si caratterizzano per l’abbondanza di risorse naturali, e Danimarca e Spagna che, al contrario, fanno parte di quegli Stati carenti di acqua e terra, i cui investimenti sono indirizzati verso colture alimentari (Antonelli et al., 2015). Il secondo principale driver che spinge l’Unione Europea all’acquisizione di terra, all’esterno dei suoi confini, è il raggiungimento dei target proposti dalle politiche agricole ed energetiche. Per contrastare i cambiamenti climatici, l’UE ha deciso di portare avanti una politica volta alla riduzione delle emissioni di gas serra, l’utilizzo di energia proveniente
fig. 11 | Emissioni di gas-serra 1990-2012 Fonte: Eurostat, 2013.
Raggiungere il 10% di energia proveniente da fonti
da fonti rinnovabili e il risparmio energetico attraverso
rinnovabili nel settore dei trasporti, significa incrementare il mercato dei biocarburanti. I principali
una migliore tecnologia.
paesi produttori e consumatori di biocarburante sono !11
Brasile, USA e UE: mentre gli Stati europei si sono specializzati nella produzione di biodiesel, la produzione statunitense e brasiliana ha insistito maggiormente sull’etanolo (INEA,2011). Nella tab.3 si elencano le materie prime maggiormente utilizzate nella produzione di biocarburanti. Nella fig.12 si mostrano le principali coltivazioni prodotte dalle terre acquisite all’estero dai paesi appartenenti all’Unione Europea: al primo posto vi è la coltivazione della Jatropha, pianta altamente tossica, dai cui semi è possibile ricavare dal 30 al 38% di olio
Tab. 3 |Materie prime utilizzate per la produzione di agro
combustibile Questa analisi è coerente con i principali driver che spingono l’Europa all’acquisizione di terre:
carburanti. Fonte: Inea, 2011.
fig.12 | Coltivazioni prodotte dall’Unione Europea, contratti realised. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015 ).
produzione alimentare, rappresentata nel grafico dalle coltivazioni di grano, e politiche energetiche, Jatropha. Ciò che emerge dalla nuova classificazione basata sul metodo della triangolazione (fig.13) è l’incremento relativo delle colture destinate a biofuel, rispetto alle intention mostrate nella fig. 14. Infatti, secondo le stime dell’ INEA i biocarburanti coprono oggi circa il 3% della domanda di energia nel settore dei trasporti e si prevede una forte crescita del loro impiego sotto la spinta delle politiche di sostegno attuate da molti paesi al fine di aumentare la propria sicurezza energetica, contribuire alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e il sostegno all’agricoltura attraverso la creazione di una domanda addizionale di prodotti agricoli (INEA,2011). La fig. 15 analizza nello specifico la produzione di biofuel, evidenziando i principali paesi investitori, le
fig.13 | Scopo degli investimenti realizzati dai paesi appartenenti all’Unione Europea elaborato attraverso il metodo della triangolazione, numero di ettari coltivati (migliaia), numero di contratti. Fonte: elaborazione degli autori (basato sul Land Matrix, ottobre 2015).
superfici acquisite e i paesi target coinvolti. Si nota come il Regno Unito, la Francia, la Spagna e l’Italia costituiscano i principali paesi produttori di biofuel a 1! 2
fig. 14 | Intention degli investitori appartenenti all’Unione Europea, numero di contratti realised. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
fig. 15 | Ripartizione della produzione di biofuel in ettari (migliaia) rispetto agli investitori appartenenti all’Unione Europea e ai paesi target in cui avvengono gli investimenti. Fonte: elaborazione degli autori (basata su Land Matrix,ottobre 2015).
scala europea. Secondo le valutazioni dell’INEA (2011)
3.6
anche la Germania rientra tra questi, anche se come si nota dalle nostre elaborazioni la superficie ricoperta a
raggiungimento dei target proposti.
tale coltura costituisce solo 0.8 % della complessiva, forse perché nel 2010 la Germania ha proceduto a ridurre i benefici fiscali a favore dei biocarburanti.
Stato
attuale
dell’Unione
Europea
nel
In relazione ai target proposti dalle politiche europee in ambito energetico con il “Piano 20-20-20” si indaga lo stato attuale dell’Unione Europea rispetto ai 1! 3
seguenti obbiettivi:
(Eurostat, 2014). L’Italia, invece, ricopre un’alta
1. Ridurre del 20% le emissioni di gas serra; 2. l’utilizzo del 20% di energia proveniente da fonti
posizione nell’utilizzo di energia rinnovabile grazie alle proprie condizioni geo-morfologiche che le
rinnovabili; 3. risparmio del 20% di energia, attraverso il
permettono di sfruttare anche la fonte solare, eolica e geotermica. Gli Stati membri hanno recepito le due
miglioramento dell’efficienza tecnologica.
Direttive
Di seguito si analizzano brevemente la situazione rispetto al primo e al terzo scopo per poi focalizzare
produzione e l’utilizzo di biocarburante: il sostegno diretto, gli obblighi di miscelazione, misure di
l’attenzione sul secondo in quanto strettamente collegato al fenomeno del land grabbing.
protezione commerciale e misure che stimolano la produttività e l’efficienza (INEA,2011). Analizzando i
In riferimento al primo obiettivo la fig. 16 mostra il
contratti stipulati si evince che il principale driver che
livello raggiunto dall’Unione Europea nel 20135 . In questo periodo l’Unione Europea è riuscita a ridurre
spinge l’Italia a fare land grabbing, è proprio il commercio di biocarburanti.
attraverso
misure
per
promuovere
la
del 17,9% le proprie emissioni di gas ad effetto serra, raggiungendo i picchi massimi nel biennio 2008-2009 (- 7,3%), a causa della crisi economica e, nel 2010-2011, per una riduzione della domanda di energia dovuta ad un inverno particolarmente mite. Si tratta di una media, infatti se si considerano due paesi come Cipro e Lituania il gap rimane comunque ampio. Relativamente al terzo obiettivo6 il livello di consumo medio di energia è rimasto, con le dovute eccezioni, sostanzialmente invariato: vi sono, tuttavia, delle
fig. 17 | Quota di utilizzazione di energia proveniente da fonti rinnovabili dei paesi EU-28. Fonte: Eurostat, 2013.
grandi differenze tra i paesi membri. Infatti la Francia e il Regno Unito lo scopo finale delle principali colture prodotte (grano semi di soya e riso) corrisponde all’intention Food (fig.18 e 19). L’Italia investe principalmente in colture(olio di palma e canna da zucchero) definibile come flexible, cioè utilizzabile per molteplici scopi (fig.20). Questo spiegherebbe il motivo per cui l’Italia, nel 2013 raggiunge una percentuale più alta nella produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili (16.7%) rispetto al Regno unito (5,4%) e la Francia (14,2%). fig. 16 Quota di riduzione delle emissioni di gas serra dal 1990 al 2013 dei paesi EU-28. Fonte: Eurostat, 2013.
Lo stato di raggiungimento del secondo obiettivo, ovvero l’utilizzo del 20% di energia proveniente da fonti rinnovabili, è mostrato nella fig.17. Nonostante il Regno Unito sia al primo posto nell’acquisizione di terra, seguito da Francia e Italia, la quota di energie rinnovabili utilizzate corrisponde solo al 5,1 %
fig. 18|Colture prodotte dal Regno Unito, numero di contratti realised. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
5
Rispetto ai diversi obiettivi i dati elaborati prendendo come anno di riferimento il 1990.
6
Il risparmio del 20% di energia, attraverso il miglioramento dell’efficienza tecnologica viene calcolato attraverso due indicatori:
Primary Energy Consumption e Final Energy Consumption. 1! 4
fig. 19 | Colture prodotte dalla Francia, numero di contratti realised. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015)
fig. 20|Colture prodotte dall’Italia, numero di contratti realised. Fonte: elaborazione degli autori (basato su Land Matrix, ottobre 2015).
4. Conclusioni In questo studio si è valutato il ruolo che l’Unione Europea ha ricoperto nel fenomeno del land grabbing: una recente ondata di investimenti finalizzati all’accaparramento di terra cominciata nei primi anni 2000. I dati utilizzati fanno riferimento al database Land Matrix che fornisce i dati più completi fino ad ora disponibili sugli investimenti globali di larga scala in agricoltura definendo anche lo stato di negoziazione corrente di un accordo. Le informazioni riguardo le acquisizioni di terreni su larga scala non saranno mai prive di errori dato che riflettono la rapida evoluzione del fenomeno, e sono
certe volte accompagnate da fonti imprecise di cui si deve sempre conoscere l’integrità. E’ importante quindi, saper dire con precisione e specificità se la terra acquisita in questi investimenti è stata già destinata alla produzione. Gli investimenti considerati comprendono sia quelli che coinvolgono investitori dell’Unione Europea, o organizzati in forme di partenariato con altri soggetti provenienti da diversi paesi, che spesso includono gli stessi paesi target. L’analisi ha mostrato che i drivers principali sono le politiche agricole ed energetiche, e in misura minore la scarsità di risorse naturali. Per contrastare i 1! 5
cambiamenti climatici, l’UE ha deciso di portare avanti una politica volta alla riduzione delle emissioni di gas serra, l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili e il risparmio energetico attraverso una migliore tecnologia. E’ stato mostrato come che la produzione dei di biocarburanti è uno dei motivi principali che spingono gli investitori europei a comprare terreni, specialmente in Africa ed in Asia. Sono state poi condotte ulteriori ricerche per studiare la relazione tra gli investimenti europei e le politiche energetiche, in quanto i soli dati offerti dal sistema Land Matrix non erano esaustivi per comprendere l’intenzione reale delle aziende; la ricerca su diverse piattaforme ci ha permesso di ottenere informazioni più sicure riguardo all’investitore e ai suoi affari economici. Tali informazioni sono state sottoposte al metodo della triangolazione per capire i reali motivi che hanno spinto a tali acquisizioni di terra. Sono stati menzionati casi recenti di acquisizione di terra praticate all’interno dei stessi confini europei. L’analisi condotta evidenzia come gli indirizzi delle politiche europee nate per affrontare il problema del cambiamento climatico si è dimostrata altamente impattante dal punto di vista ambientale e sociale. L’Unione Europea dovrebbe integrare nelle proprie Direttive un’attenzione maggiore verso i temi sopracitati: ma non è abbastanza. E’ necessario operare una riduzione del consumo e della produzione, utilizzare le risorse in modo più efficace, ridurre al minimo i rifiuti, comprare con maggiore attenzione all’ambiente e al processo produttivo, ma soprattutto un forte cambio di mentalità (Friends of the Earth Europe, 2013).
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