Land grabbing ed Unione Europea: gli impatti determinati dalle politiche energetiche. Giada Crepaldi, Alessandra Dal Bianco, Nicolò della Costa, Gabriele Fumai, Olga Irranca Galati, Carol Mattera, Jhonny Nicolis, Elvis Paja, Davide Perissinotto, Luca Zao Gong. KEYWORDS
ABSTRACT
Land grabbing; Politiche Europee energetiche ed agricole; Unione Europea
Lo studio si propone di analizzare il recente fenomeno di land grabbing, ovvero l’acquisizione su larga scala di terreni agricoli principalmente nei paesi in via di sviluppo, soffermandosi sul ruolo che l’Unione Europa ricopre nel contesto globale. Si vuole studiare l’andamento del fenomeno negli ultimi quindici anni, indagando i principali paesi investitori, il loro scopo, i drivers, e gli impatti di tale fenomeno nei paesi target, appartenenti e non all’Unione Europea. L’attenzione si focalizza sulle politiche europee in ambito energetico ed agricolo e la correlazione che si è innescata con il fenomeno di land grabbing, osservando gli obiettivi e gli impatti di ciascuna di esse.
1. Introduzione
Vi sono tre fattori chiave che hanno determinato la crescita esponenziale del fenomeno: la necessità di assicurarsi un affidabile approvvigionamento
Il land grabbing è definito come l’acquisizione avvenuta in violazione dei diritti umani, non basata sul previo e informato consenso libero degli utilizzatori dei terreni interessati (ILC, 2011). Per von Braun e Meinzen-Dick, invece, si tratta di una controversa questione economica e geopolitica, riguardante gli effetti di pratiche di acquisizione su larga scala di terreni agricoli in paesi in via di sviluppo, mediante affitto o acquisto di grandi estensioni agrarie da parte di compagnie transnazionali, governi stranieri e singoli soggetti privati (Von Braun J. e Meinzen-Dick, 2009). Sebbene il ricorso a simili pratiche sia stato largamente diffuso nel corso della storia umana, il fenomeno ha assunto una particolare rilevanza agli inizi del secolo, in particolare nel biennio 2007-2008, a causa della crisi dei prezzi del cibo e della conseguente necessità di tutelare
l’approvvigionamento
alimentare
(De
Schutter, 2011). La localizzazione di molte acquisizioni ricade nel Sud del mondo, in particolare nell'Africa
alimentare; la crescente domanda di biocarburanti, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sostenuta da direttive
energetiche
comunitarie;
ed
infine
investimenti speculativi. Ma in letteratura se ne possono individuare altri, quali la domanda di legname, di materie prime per usi industriali, sviluppo industriale, mercati del carbonio ed infine turismo (Anseeuw et al., 2012). Conseguentemente gli investitori possono essere divisi in tre tipi: industrie agroalimentari, governi, e investitori speculativi. Si tende a pensare che il land grabbing possa incentivare gli investimenti nei paesi in via di sviluppo, lubrificandone il motore dell’economia locale. Tuttavia, numerose ricerche dimostrano che tale pratica ha devastanti impatti ambientali e sociali tra cui la riduzione dell’occupazione locale, lo sfruttamento fisico dei lavoratori coinvolti e della terra (Laura German et al, 2011; Actionaid, 2012; Sylvain Auby, 2012).
subsahariana, nel Sudest Asiatico e in America Latina.
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