Theriaké MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANI FARMACISTI DI AGRIGENTO
Anno II n. 18 Giugno 2019
Sommario
4 Attualità
La farmacia nell’era della rivoluzione digitale
8 Galenica
La gestione del laboratorio galenico/2 Attività di laboratorio in farmacia
14 Delle Arti
La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci
18 Gli Appunti di Formare l’Eccellenza/6 Le aree di miglioramento della farmacia Il cross selling farmaco + dermocosmetico I dermocosmetici come complementi alla terapia farmacologica
24 Spazio mamma Esposizione consapevole Il consiglio del farmacista alla donna in gravidanza
28 Cultura Luca Crivello a Ragusa
32 Disturbi del sonno
36 Apotheca&Storia La medicina nel Novecento Responsabile della redazione e del progetto grafico: Ignazio Nocera Redazione: Valeria Ciotta, Elisa Drago, Christian Intorre, Federica Matutino, Giorgia Matutino, Carmen Naccarato, Silvia Nocera, Giusi Sanci. Contatti: theriake@email.it Theriaké via Giovanni XXIII 90/92, 92100 Agrigento (AG). In copertina: Luca Crivello, Incredulitas et contemplatio. Tempera all’uovo su tavola. 2018. Collezione privata. Questo numero è stato chiuso in redazione il 29 – 6 – 2019
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Collaboratori: Giuseppina Amato, Stefania Bruno, Paola Brusa, Laura Camoni, Corrado De Vito, Roberto Di Gesù, Gaetano Di Lascio, Claudio Distefano, Vita Di Stefano, Carla Gentile, Aurelio Giardina, Pinella Laudani, Maurizio La Guardia, Erika Mallarini, Rodolfo Papa, Annalisa Pitino, Luigi Sciangula. In questo numero: Giuseppina Amato, Paolo Bongiorno, Gabriella Daporto, Claudio Distefano, Elisa Drago, Ciro Lomonte, Rodolfo Papa, Giusi Sanci.
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Attualità
LA FARMACIA NELL’ERA DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE
Claudio Distefano* Lo spirito e l’entusiasmo giovanile generano il convincimento che tutto sia possibile e che sia giusto guardare con ottimismo al futuro senza avere paura del cambiamento, certi che ciò che si pensa prima o poi si realizzerà. Più avanti negli anni, nella cosiddetta “maturità”, si manifesta un cambiamento nel modo di pensare: si tende a conservare l’esistente resistendo al cambiamento, si considera irrealizzabile il nuovo e, soprattutto, non si conoscono né si utilizzano le nuove categorie di pensiero e le innovazioni tecnologiche. La trasposizione nel mondo della farmacia è un passo facile, infatti il grande cambiamento del modello di farmacia da luogo di dispensazione del farmaco ad hub sanitario è stato teoricamente concepito da anni, tuttavia ad oggi il cambiamento non è stato ancora realizzato ed esiste il pericolo che possano venir meno opportunità ed aspettative di un’intera generazione di professionisti. Nel frattempo, incalza e sta per travolgerci la rivoluzione digitale che trasformerà i paradigmi e le modalità di lavoro di interi settori economici, tra cui quello sanitario e della farmacia. L’unico modo per garantirci il miglior scenario possibile è la scelta di applicare metodi ed organizzazione con gli strumenti della
sanità digitale nell’ambito delle attività della farmacia dei servizi. Ciò anche perché le tante attribuzioni in capo al farmacista non potranno essere svolte con l’attuale modello organizzativo della farmacia italiana, che non prevede procedure atte a garantire standardizzazione dei processi e conseguentemente misurabilità delle attività svolte in termini di efficacia, attraverso l’adozione di protocolli standardizzati validati da certificazioni di qualità. Va anche specificato che tali nuove attività e procedure potrebbero far lievitare i costi della farmacia in termini di nuove attrezzature, formazione e impegno lavorativo, e che quindi non potranno essere sostenibili se non adeguatamente valutate sul fronte degli investimenti e della remunerazione dei servizi stessi. Oggi si assiste ad una crescita della spesa per l’innovazione digitale sia tra i cittadini, con l’utilizzo di App e dispositivi, sia tra gli operatori e strutture sanitarie; in breve tempo, quindi, il digitale modificherà tutte le fasi della
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Attualità
gestione della cronicità con l’introduzione di strumenti e metodologie innovative, fino all’intelligenza artificiale e le terapie digitali. Si presenta, pertanto, indifferibile la necessità di una spinta verso la digitalizzazione dei processi, con l’obiettivo di trasformare la farmacia in azienda digitale e farla diventare soggetto centrale nel nuovo modello di sanità che vada oltre l’e-commerce fai da te o un utilizzo superficiale e pressoché inutile dei social. Per far ciò si rende necessaria l’interconnessione orizzontale, ovvero tra le farmacie creando network professionali, e verticale, ovvero interprofessionale con le altre figure sanitarie (in primo luogo con i MMG con i quali vanno perimetrate competenze e definite le attività, non senza difficoltà e diffidenze), e con la filiera (sfruttando per le farmacie indipendenti il know how delle società di distribuzione intermedia). Ad oggi, nel processo di digitalizzazione e presa in carico secondo i nuovi modelli, sono avvantaggiate le farmacie delle catene, grazie alle economie di scala, necessarie per gli investimenti da sostenere in tecnologie e risorse umane, ed alla garanzia di standardizzazione delle procedure, essendo così in grado di reclutare grandi numeri di pazienti. Non a caso assistiamo ai recenti accordi tra colossi quali Walgreens e Microsoft, allo shopping di Amazon nel settore delle start up della salute, all’ingresso delle
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assicurazioni private quale terzo pagatore, ed infine al proliferare di App e tecnologie che mirano a ridurre la distanza tra il paziente ed il gestore delle cure. Per non morire come accade nella sindrome della rana bollita, dobbiamo non solo accorgerci del cambiamento in atto ma essere consapevoli della necessità di affrontarlo con tempestività, studiando ed applicando le nuove tecnologie e gli strumenti che ci garantiranno il vantaggio competitivo e l’acquisizione di uno spazio professionale adeguato alla nostra storia.
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Accad em ia U rb ana d el le Arti , Piazza E. D u nant , 5 5 – 0 01 53 Rom a. T el. 0 6 5 8 30 11 43 ww w.r od olfop apa.it accad em iau rban ad ellear ti@g m ai l.co m
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Il corso è rivolto ad artisti, storici dell’arte, architetti, filosofi, economi, religiosi e religiose, seminaristi e sacerdoti e a tutti coloro che sono interessati all’arte. Non viene richiesto titolo di studio previo. Il corso si articola in tre annualità ed è contestualmente teorico e pratico. In ciascuna annualità, gli studenti che scelgono la specializzazione teorica saranno accompagnati nella produzione di un elaborato scritto finale su argomenti del programma; gli studenti che scelgono la specializzazione pratica saranno accompagnati nella produzione di un’opera d’arte secondo gli argomenti del programma. IMPORTANTE: SI POSSONO SEGUIRE LE LEZIONI DA TUTTA EUROPA ED ANCHE OLTRE TRAMITE HANGOUNTS I ANNO: Fondamenti magisteriali, storia delle teorie estetiche, filosofia e storia dell’arte. Testo di riferimento: R. Papa, Discorsi sull’arte sacra, Canatagalli, Siena 2012.
II ANNO: Studio dell’iconografia ed iconologia dell’arte cristiana. Testi di riferimento: R. Papa, La “scienza della pittura” di Leonardo, Analisi del Libro di Pittura, Medusa, Milano 2005; R. Papa, Caravaggio pittore di Maria, Ancora, Milano 2005.
III ANNO: Approfondimenti iconologici e metodologia di lettura dell’immagine. Testo di riferimento: R. Papa, Papa Francesco e la missione dell’arte, Cantagalli, Siena 2016.
Lezioni settimanali di due ore, dalla prima settimana di ottobre all’ultima settimana di maggio. Viene fornito Diploma di partecipazione con votazione, sulla base della frequenza e della produzione di elaborati. Mostra finale delle opere degli allievi. Iscriversi è molto facile: 1. andare sul sito www.rodolfopapa.it 2. aprire la sezione ACCADEMIA URBANA DELLE ARTI 3. aprire la sottosezione CORSI DELL’ACCADEMIA 4. entrare nella pagina ISCRIZIONE AI CORSI 5. compilare per intero il modulo, indicando il corso ARTE SACRA 6. nella stessa pagina si trova l’IBAN per il bonifico 7. inviare il modulo compilato, con indicazione di avvenuto bonifico 8. la risposta della Segreteria confermerà l’iscrizione Per informazioni sulle quote di iscrizione e gli orari del corso: http://www.rodolfopapa.it/corso-di-arte-sacra accademiaurbanadellearti@gmail.com Tel. 06 58301143
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Galenica
LA GESTIONE DEL LABORATORIO GALENICO /2 Attività di laboratorio in farmacia Paolo Bongiorno*
Nella consueta attività in farmacia può verificarsi l’esigenza di acquistare sostanze per: ⋅ uso tecnologico commerciale: sostanze preconfezionate destinate alla vendita nel confezionamento integro. ⋅ uso interno e/o esterno topico: sostanze destinate ad una successiva lavorazione in farmacia. USO TECNOLOGICO COMMERCIALE Alcune sostanze acquistate dalla farmacia possono essere destinate alla vendita come sostanze preconfezionate dal produttore o dal fornitore, e commercializzate sulla base delle disposizioni in materia di commercio (tabelle merceologiche delle farmacie). Nel caso le sostanze non siano destinate ad una successiva lavorazione, possono configurarsi diversi casi. ⋅ Eccipienti e reagenti inerti. La farmacia
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può acquistare e vendere prodotti chimici in genere ad uso non strettamente farmaceutico anche quando questi possono vantare attività terapeutica (es. bicarbonato di sodio, zolfo, vaselina, ecc.). In questi casi non è necessario che i prodotti venduti possiedano il grado di purezza richiesto dalla FU italiana o da altre farmacopee, né che abbiano il certificato di analisi. Ingredienti/additivi alimentari (es. ac. citrico, ac. ascorbico). La farmacia può acquistare e vendere prodotti chimici destinati all’uso alimentare solo se predisposti dall'industria in confezioni destinate al pubblico per questo specifico uso. Veleni. In caso di vendita di veleni, o sostanze manifestamente tossiche, è necessario procedere alla registrazione delle sostanze e dei dati dell'acquirente nel
*Farmacista preparatore iscritto alla SIFAP, ed esperto in programmazione e tecnologie informatiche
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Galenica registro copia veleni. Il registro delle sostanze velenose non necessita di modello ministeriale, né deve essere vidimato. È richiesto solo per la vendita di veleni destinati all'uso privato o artigianale e non di preparati industriali contenenti veleni. La dispensazione a fini terapeutici, in dose e forma di medicamento, non va trascritta su questo registro (art. 147 TULS). Poiché non esiste una definizione ufficiale di “veleno”, la norma tecnica di riferimento è il testo della Tabella 3 FU, “Sostanze iscritte nella FU da tenere in armadio chiuso a chiave” (art. 146 TULS). Il titolo si riferisce espressamente alle sostanze iscritte in FU e non ai medicinali che le contengono, sia sotto forma di prodotti industriali che di preparazioni magistrali o officinali. Le prescrizioni dell’art. 146 del TULS devono essere osservate anche per tutte le sostanze tossiche o molto tossiche che sono o non sono iscritte in Farmacopea. La mancata custodia in armadio chiuso a chiave costituisce reato penale ed è sanzionata con pene pecuniarie o con l’arresto fino a un anno. Se la sostanza velenosa è prescritta dal medico, il farmacista deve trattenere e conservare la ricetta originale annotandovi il nome del paziente, e darne copia all'acquirente se la domanda. Quando le ricette contengono la prescrizione di materie velenose anche in minime dosi, queste ultime devono essere segnate in tutte lettere (art. 39, RD n. 1706/1938). La ricetta va conservata per 6 mesi. Qualora il farmacista riconosca la prescrizione di sostanze velenose a dosi non medicamentose o pericolose, deve esigere che il medico, il chirurgo o il veterinario dichiari per iscritto, nella ricetta stessa, che la somministrazione è sotto la sua responsabilità, ed a quale uso deve servire (art. 40, RD 1706/1938). Sono da considerarsi additivi alimentari le sostanze normalmente non consumate come alimento in quanto tale, ma aggiunte intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico, volto a: ⋅ migliorare la conservazione dell’alimento (conservanti); ⋅ preservare le qualità nutrizionali (antiossidanti); ⋅ migliorare la consistenza (addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, etc.); ⋅ migliorare aspetto e caratteri organolettici; ⋅ aggiungere/sostituire ingredienti negli
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alimenti dietetici. Per essere approvati, però, devono: ⋅ non essere dannosi; ⋅ essere effettivamente utili; ⋅ non essere fuorvianti e confondere il consumatore. Bisogna inoltre tenere conto di importanti interazioni che possono manifestarsi, come quella tra l’acido nitroso (prodotto di nitriti e nitrati) e le ammine secondarie, a formare nitrosammine, composti notoriamente cancerogeni. Soltanto gli additivi alimentari indicati nella normativa europea sono autorizzati ad essere aggiunti agli alimenti, a determinate condizioni, come nel caso del ferrocianuro di sodio (E535), una sostanza che svolge la funzione di antiagglomerante e che può essere utilizzata solo nel sale e nei suoi succedanei, alla dose massima di 20 mg/kg. Prima di essere aggiunti agli alimenti gli additivi devono rispettare determinati requisiti di purezza fissati nel Regolamento (UE) n. 231/2012 [1]. Negli ingredienti/additivi alimentari ripartiti e confezionati dalla farmacia su richiesta degli utenti l’etichetta dovrà contenere (art. 3 DM 27.2.1996 n. 209): ⋅ il nome dell'additivo e il relativo numero CE come previsto nell’ allegato n. 2; ⋅ la dicitura “ad uso alimentare” ovvero “per limitato uso alimentare”, oppure un riferimento più specifico alla destinazione dell'additivo; ⋅ le condizioni di conservazione e di utilizzazione, qualora necessarie; ⋅ le istruzioni per l'uso, qualora la mancanza possa non consentire un uso corretto dell'additivo; ⋅ il nome o la ragione sociale e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nell'Unione Europea; ⋅ la quantità netta; ⋅ il termine minimo di conservazione. La mancata iscrizione di un additivo nell’elenco allegato al DM 209/1996 e succ. modifiche costituisce divieto d’impiego dello stesso negli alimenti (per es. acido salicilico nota prot. N. 704/41.66/62/2702 del 6.11.1976). La ricerca di una sostanza può avvenire per descrizione o per codice “CAS” (Chemical Abstract Service Registry Number). Nel caso in cui non sia possibile determinare in anticipo la destinazione d’uso di una sostanza, ma questa potrebbe essere destinata ad una successiva
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Galenica lavorazione, è necessario acquisire sempre dal fornitore le certificazioni prescritte dalle NBP e dal DM 18.11.2003 art. 7 [2] e cioè il certificato di analisi, datato e sottoscritto dal responsabile di qualità del produttore e/o fornitore, che riporti la rispondenza ai requisiti di Farmacopea o alle specifiche di qualità del produttore, la data limite di utilizzazione e/o di rititolazione, le condizioni di conservazione e di manipolazione. Sono escluse dall’uso tecnico le sostanze farmacologicamente attive ad uso veterinario, per es. magnesio solfato, (art. 36 D.L.vo 119/1992). Anche nella dispensazione per uso tecnico di sostanze è comunque necessario rispettare il requisito della tracciabilità allestendo un apposito foglio di movimentazione. SCHEDA DI MOVIMENTAZIONE DELLE SOSTANZE PER USO TECNICO N° Data Materia Prima Quantità Acquirente Farmacista 1 2
Tabella 1. Modello di scheda di movimentazione di sostanze per uso tecnico. USO INTERNO ED ESTERNO TOPICO Sono tutte le sostanze destinate ad una successiva lavorazione in farmacia. Si comprende nella lavorazione anche la ripartizione ed il confezionamento della sostanza mono componente. L’acquisto, la registrazione, la conservazione e l’etichettatura di queste sostanze deve avvenire nel rispetto delle NBP sia che vengano usate nelle preparazioni magistrali che officinali. Tratteremo questo argomento in maniera esauriente nel capitolo sulle NBP. COSA NON SI PUÒ PREPARARE IN FARMACIA ⋅ Presidi medico chirurgici ⋅ Biocidi ⋅ Alimenti per fini medici speciali ⋅ Preparazioni dimagranti a base dei principi attivi più avanti elencati ⋅ Preparazioni contenenti sostanze dopanti non approvate PRESIDI MEDICO CHIRURGICI Per presidi medico-chirurgici si intendono tutti quei prodotti che vantano in etichetta un'attività riconducibile alle seguenti definizioni, indicate nell’articolo 1 del DPR n. 392 del 6 ottobre 1998: 1. disinfettanti e sostanze poste in commercio come vermicide o battericide; 2. insetticidi per uso domestico e civile; 3. insetto repellenti;
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4. topicidi e ratticidi ad uso domestico e civile. I presidi medico-chirurgici, per poter essere immessi in commercio sul mercato italiano, devono essere autorizzati dal Ministero della Salute ai sensi del DPR n. 392 del 6 ottobre 1998 e del Provvedimento 5 febbraio 1999, dopo opportuna valutazione della documentazione presentata dai richiedenti. BIOCIDI Letteralmente "che uccide la vita", le sostanze chimiche raccolte sotto questo nome sono contenute in molti prodotti di larghissimo consumo, dai disinfettanti per la casa agli insetticidi, dai detergenti antibatterici ai disinfestanti. I biocidi sono principi attivi in grado di distruggere o rendere innocui organismi ritenuti nocivi. I biocidi sono normati dal Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio [3] e definiti nell’ art. 3 del medesimo regolamento. ALIMENTI PER FINI MEDICI SPECIALI (AFMS) Si tratta di prodotti volti al trattamento dietetico di soggetti affetti da turbe, malattie o condizioni mediche che determinano una vulnerabilità nutrizionale, cioè l’impossibilità o la forte difficoltà ad alimentarsi utilizzando i comuni alimenti, integratori alimentari compresi, per soddisfare il loro fabbisogno nutritivo. Per quanto riguarda la composizione, gli AFMS vengono catalogati dalla direttiva 99/21/CE in 3 categorie: 1. prodotti completi dal punto di vista nutrizionale con una formulazione standard dei nutrienti; 2. prodotti completi dal punto di vista nutrizionale con una formulazione in nutrienti adattata ad una specifica malattia, un disturbo o uno stato patologico; 3. prodotti incompleti dal punto di vista nutrizionale con una formulazione standard o adattata ad una specifica malattia, un disturbo o uno stato patologico, che non rappresentano l’unica fonte alimentare giornaliera. Come integrazione del Regolamento Food for Specific Group (FSG) è già stato pubblicato il Regolamento (UE) 2016/128 [4] sugli alimenti a fini medici speciali, applicato dal 22 febbraio 2019, ad eccezione degli AFMS destinati ai lattanti, ai quali si applicherà dal 22 febbraio 2020. PREPARAZIONI DIMAGRANTI Attraverso il susseguirsi di decreti ministeriali è
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Galenica stato fatto divieto al farmacista di preparare, ed al medico di prescrivere, le sostanze riportate di seguito: (DM 24/1/2000) ⋅ fentermina ⋅ mazindolo ⋅ norpseudoefedrina ⋅ fenbutrazato ⋅ fendimetrazina ⋅ amfepramone (o dietilpropione) ⋅ propilexedrina e comunque tutte le altre sostanze che da sole o in associazione fra di loro, o con altre sostanze, abbiano lo scopo di ottenere un effetto anoressizzante centrale. (DECRETO 7 marzo 2002 pubblicato sulla GU n. 61 del 13 Marzo 2002) ⋅ sibutramina È vietata la vendita delle specialità medicinali Reductil (Knoll Deutschland GmbH), Ectiva (Bracco S.p.a.) e Reduxade (Abbott S.p.a.), e dei medicinali a base di sibutramina preparati in farmacia. (DM 04/08/2015) ⋅ clorazepato di potassio ⋅ fluoxetina ⋅ furosemide ⋅ bupropione ⋅ metformina ⋅ topiramato ⋅ TRIAC (acido triiodoacetico) Due i divieti introdotti dal decreto. I medici e i farmacisti non potranno rispettivamente prescrivere e allestire preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti i principi attivi vietati, usati singolarmente o in combinazione associata tra loro. Inoltre non potranno essere prescritte o allestite preparazioni magistrali che, a prescindere dall’obiettivo terapeutico perseguito, contengano i predetti principi attivi in combinazione associata. Al fine di evitare comportamenti elusivi, finalizzati all’assunzione contestuale di più principi attivi, viene proibito ai medici e ai farmacisti di prescrivere o allestire per il medesimo paziente più preparazioni magistrali singole, contenenti ciascuna uno dei principi attivi segnalati. È possibile invece eseguire singole preparazioni magistrali a scopo non dimagrante conformemente alla AIC dei singoli principi attivi.
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Decreto 31 marzo 2017 Il decreto del 31 marzo 2017 interviene modificando il precedente DM del 22/12/2016. È fatto divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire preparazioni magistrali contenenti le sostanze medicinali di cui al comma 1 in combinazione associata tra loro, a scopo dimagrante. È fatto, altresì, divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di allestire per il medesimo paziente due o più preparazioni magistrali singole contenenti una delle sostanze medicinali di cui al comma 1, a scopo dimagrante. ⋅ sertralina ⋅ buspirone ⋅ acido ursodesossicolico ⋅ pancreatina ⋅ sinefrina (o oxedrina) ⋅ acido deidrocolico ⋅ deanolo-p-acetamido benzoato ⋅ fenilefrina ⋅ d-fenilalanina ⋅ spironolattone ⋅ L-tiroxina ⋅ triiodotironina ⋅ zonisamide ⋅ naltrexone ⋅ fluvoxamina ⋅ idrossizina Decreto 27 luglio 2017 È fatto divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti le seguenti sostanze medicinali: ⋅ efedrina; ⋅ pseudoefedrina, se oltre 2400mg per ricetta. Ogni volta che il medico prescriva una qualsiasi altra sostanza ad uso dimagrante deve attenersi alle disposizioni della Legge Di Bella. SOSTANZE VIETATE PER DOPING Nel triennio 2002-2004, il primo Decreto ministeriale 15 ottobre 2002, di attuazione della Legge 376/2000, approvava la “lista delle sostanze vietate per doping”. Tale lista veniva di volta in volta aggiornata con vari DM di modifica (30 dicembre 2002, 10 luglio 2003, 16 gennaio 2004). La revisione annuale successiva trae legittimazione pratica dal fatto che la WADA (World Anti-Doping Agency) aggiorna ogni anno, a partire dal 2004 (posteriormente alle prime liste italiane), la lista alla quale quella italiana fa riferimento.
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Galenica A partire dal DM 13 aprile 2005, quindi, la lista delle sostanze e pratiche mediche, il cui impiego è vietato per doping, viene aggiornata ogni anno, sostituendo i precedenti DM in materia. Leggi il testo del Decreto ministeriale 16 aprile 2018 [5] relativo alla revisione della lista dei farmaci, delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche mediche, il cui impiego è considerato doping, ai sensi della legge 14 dicembre 2000, n. 376 [6]. CLASSI DI SOSTANZE CONSIDERATE DOPING E NON Sostanze proibite in e fuori gara Con il termine “in gara” si intende l’intervallo di tempo che intercorre tra le 12 ore precedenti la competizione e la fine della stessa, ivi compreso il tempo necessario alla raccolta dei campioni biologici. Con il termine “fuori gara” si intende il periodo di tempo non compreso nell’intervallo temporale definito come “in gara”. S0 sostanze non approvate Qualsiasi sostanza farmacologicamente attiva, non compresa in alcuna delle sezioni della lista e che non sia stata oggetto di approvazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco per l’uso terapeutico umano (ad es. farmaci in fase di sviluppo pre-clinico o clinico o non più autorizzati, farmaci in fase di sviluppo, nonché sostanze approvate soltanto ad uso veterinario), è sempre proibita. S1 agenti anabolizzanti S2 ormoni peptidici, fattori di crescita, sostanze correlate e mimetici; S3 beta-2 agonisti; S4 modulatori ormonali e metabolici; S5 diuretici e agenti mascheranti. Sostanze proibite solo in gara S6 stimolanti S7 narcotici S8 cannabinoidi S9 glucocorticosteroidi Sostanze proibite in particolari sport P1 beta-bloccanti Per i dettagli si veda la lista WADA (World AntiDoping Agency). Nel 2018 l’alcool etilico è stato eliminato dalla classe P1, la classe P2 (beta-bloccanti) è stata
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rinominata P1. Sono state eliminate le voci: alcool etilico (etanolo) e glicerolo. Sono state introdotte le voci: 1androsterone (S1), AOD-9604 (S2), CJC-1293 (S2), degarelix (S2), deslorelina (S2), desmorelina (S2), 1,3-dimetilbutilamina (S6), eritropoietine EPO (S2), follitropina delta (S2), GHRP-1 (S2), GHRP-3 (S2), GHRP-4 (S2), GHRP-5 (S2), hGH 176-191 (S2), landiololo (P1), LGD-4033 (S1), ospemifene (S4), RAD140 (S1), tabimorelina (S2), timosina-beta4 e derivati (TB-500) (S2). Classi vietate S0: Sostanze non approvate: include qualsiasi sostanza farmacologicamente attiva non compresa in alcuna delle sezioni della lista e che non sia stata oggetto di approvazione da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco per un impiego terapeutico nell'uomo (ossia farmaci in fase di sviluppo preclinico o clinico) o medicinali non più autorizzati, designer drugs, nonché sostanze approvate soltanto ad uso veterinario. Queste sostanze sono sempre proibite. Non sono considerate dopanti per la classe S5: dorzolamide e brinzolamide per uso oftalmico; felipressina in anestesia dentale; mannitolo utilizzato per via diversa da quella endovenosa; drospirenone e pamabromo. Per la classe S6: adrenalina (epinefrina) per somministrazione locale, ad es. nasale, oftalmologica, o in associazione ad agenti anestetici locali; clonidina; derivati dell'imidazolo ad uso topico/oftalmico. Per la classe S9: i glucocorticosteroidi per vie di somministrazione diverse dalla orale, endovenosa, intramuscolare o rettale. ASPETTI ECONOMICI CONNESSI ALL’ATTIVITA’ DI LABORATORIO Al di là delle preparazioni magistrali, le occasioni più allettanti per rendere produttivo il laboratorio sono rappresentate dai preparati officinali e dai prodotti a base di erbe, destinati direttamente ai clienti della propria farmacia. Queste tipologie di prodotto offrono molte opportunità in termini operativi, poiché si possono adattare alle esigenze specifiche dei clienti della farmacia, senza dover gestire una burocrazia pesante e macchinosa. Come visto attraverso gli argomenti fin qui trattati, per iniziare un’attività di laboratorio è necessario sviluppare specifiche competenze in termini tecnici e normativi. Dunque per chi inizia è consigliabile un approccio graduale verso l’apprendimento e
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Galenica l’acquisto delle attrezzature necessarie. Possiamo considerare il laboratorio una “piccola” unità produttiva della farmacia. Fra i clienti primari ci saranno quelli che richiedono prodotti magistrali, e quelli che invece hanno una particolare attenzione verso i prodotti salutistici. Il laboratorio, considerato da un punto di vista imprenditoriale, non produce più soltanto per le esigenze del singolo, ma allestisce un’offerta strategica di prodotti su cui si vuole puntare. La capacità di consiglio al banco diventa un momento imprescindibile che guida la scelta di produzione del laboratorio. Il laboratorio galenico può essere un comparto in grado di generare ampio margine, ed è bene chiarire il significato tecnico di questo termine. Margine = Ricavo / Venduto Margine Percentuale = (Ricavo / Venduto) x 100 Ricavo = Valore del venduto – Costo della merce Facciamo un esempio di costo del venduto analizzando una semplice preparazione di minoxidil al 2% (officinale senza prescrizione). Per allestire un lotto (3 kg) in base alla formula officinale occorrono: ⋅ minoxidil: 60 g, ne compriamo 100 g; ⋅ glicole propilenico: 600 g, ne compriamo 1 kg; ⋅ alcol: 2.100 g, ne compriamo 3 kg; ⋅ acqua depurata: 240 g ca. Quello che rimane rispetto a quanto acquistato lo usiamo per un secondo lotto da 1,5 kg ed eventualmente per il magistrale. Il costo delle materie prime è di € 100, il costo dei contenitori (flaconi in vetro con contagocce nei formati 30 ml, 60 ml, 100 ml, ripartizione a scelta del cliente) è di € 100. Il lavoro richiede circa 3 ore e il suo costo è di € 50. Considerando venduto tutto il lotto avremo: Totale Costo del venduto: € 250 Totale Venduto: vendita media € 7, 100 flaconi, ricavo € 700. Ricavo = 700 – 250 = 450 Margine Percentuale = (450 / 700) · 100 = 64,28% Se vogliamo fare un ragionamento meno tecnico possiamo dire che abbiamo venduto un valore di € 700, impiegando € 250 di materie prime, dunque abbiamo ricavato € 450. 450 € diviso 100 flaconi = 4,5 € a flacone che rappresentano il 64,2% 4,5 : 7 = x : 100 = 64,2 % Questo esempio dimostra l’alta marginalità
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dell’attività di laboratorio, che è tanto più alta quanto meglio si impara ad acquistare la merce, e quanto meglio si ottimizzano tempi e costi.
Bibliografia e sitografia: 1.
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Regolamento (UE) n. 231/2012 della Commissione del 9 marzo 2012, che stabilisce le specifiche degli additivi alimentari elencati negli allegati II e III del regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 22/3/12 L83/1. https://eur-lex.europa.eu/legalcontent/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32012R0231 DM 18 novembre 2003, Procedure di allestimento dei preparati magistrali e officinali, GU Serie Generale n. 11 del 15-01-2004: https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/ caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazion eGazzetta=2004-0115&atto.codiceRedazionale=04A00260&elenco30gior ni=false Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 27/06/2012 IT, L167/1: https://eur-lex.europa.eu/legalcontent/it/TXT/?uri=CELEX:32012R0528 Regolamento delegato (UE) 2016/128 della Commissione del 25 settembre 2015, che integra il regolamento (UE) n. 609/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le prescrizioni specifiche in materia di composizione e di informazione per gli alimenti destinati a fini medici speciali. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 2/2/2016 IT, L25/30: https://eur-lex.europa.eu/legalcontent/it/TXT/?uri=CELEX:32016R0128 Ministero della Salute, Decreto 16 aprile 2018. Revisione della lista dei farmaci, delle sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche mediche, il cui impiego è considerato doping, ai sensi della legge 14 dicembre 2000, n. 376. (18A03702). GU Serie Generale n. 128 del 05/06/2018 – Suppl. Ordinario n. 26: https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/ caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazion eGazzetta=2018-0605&atto.codiceRedazionale=18A03702&elenco30gior ni=false Legge 14 dicembre 2000, n. 376. Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping. GU Serie Generale n. 294 del 18/12/2000: https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/ caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazion eGazzetta=2000-1218&atto.codiceRedazionale=000G0409&elenco30gior ni=false Cfr. Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana, XII Edizione. Istituto Poligrafico della Zecca dello Stato, 2008. Ministero della Salute: www.salute.gov Cfr. Bettiol F., Manuale delle preparazioni galeniche. III ed. Tecniche Nuove, 2010.
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LA VERGINE DELLE ROCCE DI LEONARDO DA VINCI
Rodolfo Papa
La Vergine delle rocce conservata al Museo del Louvre (Parigi) è stata commissionata a Leonardo da Vinci dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione per la cappella della Confraternita in San Francesco Grande a Milano; un contratto datato 25 aprile 1483 impegnava Leonardo e anche i fratelli Evangelista e Gian Ambrogio de’Predis (ai quali è attribuita la versione conservata alla National Gallery di Londra) a consegnare le loro opere nel giorno 8 dicembre successivo, festività, appunto, dell’Immacolata Concezione. Leonardo affronta le esigenze della spiritualità contemplativa francescana attraverso lo studio della natura: l’indagine fisica del mondo è infatti lo strumento con cui egli riesce a parlare il linguaggio della sacralità. La natura, infatti, è la prima maestra del pittore: Leonardo scrive nel suo Libro di pittura che la pittura è “nipote della natura e parente di Dio” (I, 12). La Vergine delle Rocce appare di struttura complessa: non narra una vicenda, piuttosto rappresenta un mistero, lo offre alla contemplazione, immergendolo in un contesto naturale in cui il mistero affonda e si esprime. La Vergine appare al centro, inginocchiata mentre con la mano destra presenta il piccolo san Giovannino anch’egli inginocchiato, con Figura 1. Leonardo Da Vinci, Vergine delle Rocce. 1483-1486. Museo del Louvre, le mani giunte davanti Gesù Bambino, il Parigi. quale è invece seduto, ha la mano destra benedicente e lo sguardo rivolto verso il cugino; sul fondo da aperture naturali che lasciano intravedere il cielo. Il mistero risplende nella caverna. Proprio lato sinistro, un Angelo inginocchiato con la mano la caverna è una prima chiave di lettura dell’opera, destra indica verso il Battista. I personaggi sono essa infatti allude alla caverna della natività. Come è tutti dentro un ambiente di rocce, interrotto sul
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L’AUTORE Rodolfo Papa, pittore, scultore, teorico, storico e filosofo dell’arte. Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Docente di Storia delle teorie estetiche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sant’Apollinare, Roma; il Master di II Livello di Arte e Architettura Sacra dell’Università Europea, Roma; l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Santa Maria di Monte Berico, Vicenza; la Pontificia Università Urbaniana, Roma. È Accademico Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Presidente della Accademia Urbana delle Arti. Tra i suoi scritti si contano circa venti monografie e alcune centinaia di articoli (“Arte Cristiana”; “Euntes Docete”; “ArteDossier”; “La vita in Cristo e nella Chiesa”; “Via, Verità e Vita”, “Frontiere”, “Studi cattolici”; “Zenit.org”, “Aleteia.org”; …). Come pittore ha realizzato interi cicli pittorici per Basiliche, Cattedrali, Chiese e conventi (Basilica di San Crisogono, Roma; Basilica dei SS. Fabiano e Venanzio, Roma; Antica Cattedrale di Bojano, Campobasso; Cattedrale Nostra Signora di Fatima a Karaganda, Kazakistan; Eremo di Santa Maria, Campobasso; Cattedrale di San Panfilo, Sulmona; chiesa di san Giulio I papa, Roma; San Giuseppe ai Quattro Canti, Palermo; Sant'Andrea della Valle, Roma …).
lignee dalla capanna. ben noto, la evangelica mangiatoia in cui Gesù Leonardo, dunque, descrive un luogo per più versi neonato viene deposto (Lc 2,6-7) viene interpretata “originario”, e al centro di questo luogo colloca da una solida tradizione come una caverna (così per Maria, anzi Maria sembra esempio il Mantegna nella «Maria, concepita senza peccato, è la essere l’asse da cui si Adorazione dei Magi del genera lo spazio della cosiddetto “Trittico” degli sacra caverna che accoglie Gesù, che è caverna: Maria infatti non è Uffizi, a Firenze) mentre l’origine di tutto» nella caverna ma è la un’altra corrente, caverna. Maria, infatti, è il monte. San Giovanni altrettanto autorevole, la rappresenta invece come Damasceno, per esempio, in un’omelia sulla Natività una capanna (per esempio la Natività e di Maria scrive: «saltate di gioia, montagne nature l’Adorazione dei Magi dipinte da Giotto nella dotate di ragione e protese verso il vertice della Cappella degli Scrovegni a Padova). contemplazione spirituale. Infatti è sorto, splendente, il monte del Signore, che oltrepassa e supera ogni collina e ogni montagna, l’altezza degli angeli e degli uomini; da esso [cioè da Maria] senza mano umana, si è degnata di staccarsi la pietra angolare». E Maria è anche la porta: Giovanni Damasceno ancora sottolinea: «oggi è stata edificata la porta orientale, per la quale Cristo entrerà e uscirà, e chiusa rimarrà questa Caverna e capanna sono peraltro i prototipi di ogni porta, nella quale è Cristo, porta delle greggi; il suo costruzione umana, discendendo le strutture nome è Oriente». plastico-murarie dalla caverna e quelle elasticoNella caverna dipinta da Leonardo prolificano molti
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fiori: essi alludono alla vita e soprattutto alludono a Gesù: per esempio Beda il Venerabile scrive “nazareo significa fiore o puro”. Gesù è il fiore che sboccia nel sacro luogo dell’origine, in Maria. Le rocce dipinte da Leonardo descrivono uno spazio mistico il cui significato affonda in luoghi storici, quali la grotta di Betlemme e il monte Sion, luoghi dell’origine e dell’ascesi. Nello spazio originario della caverna si svolgono dunque eventi storicamente tramandati ma misticamente rappresentati. L’intreccio delle mani sul capo di Gesù allude a questi eventi: sembra infatti che la Vergine stia descrivendo la discesa dello Spirito Santo in forma di colomba sul capo di Cristo durante il battesimo nelle acque del Giordano, mentre l’Angelo indica il piccolo san Giovanni come colui che opererà quel battesimo. Non a caso sul capo di Giovannino si scorge un fiume che scorre in lontananza, evidente
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allusione al Giordano, inteso come fiume di Grazia, “scaturigine perenne”, fiume vivo. Leonardo risponde così alla esigenza di offrire una immagine per la meditazione dei misteri. San Bonaventura nell’Albero della vita, proprio a proposito dell’origine di Gesù scrive: «dato che l’immaginazione aiuta la comprensione, ho ordinato e disposto le poche cose scelte tra le molte in un certo albero immaginario, così da descrivervi nella prima ramificazione in basso l’origine e la vita del Salvatore, in mezzo la Passione e alla sommità la glorificazione. Delinea dunque nell’intimo della tua mente la progettata pianta, la cui radice è irrigata dalla fonte della scaturigine perenne, che pure si espande in fiume vivo e grande di quattro foci, per irrigare il paradiso di tutta la Chiesa». L’origine è figurativamente lo sbocciare della pianta, l’albero ne è lo sviluppo: così Leonardo rappresenta la nascita della pianta nel buio della caverna. L’origine di Gesù viene rappresentata come l’origine primordiale della vita, bagnata da un fiume che ne è fonte perenne, e illuminata da una luce, insieme naturale e soprannaturale, che scava la caverna. Il luogo dell’origine, dell’acqua e della luce, è la montagna. Leonardo, dunque, riesce a rispondere alle esigenze spirituali dell’ordine francescano e dell’Arciconfraternita committente dedicata al mistero dell’origine di Maria, riuscendo a presentare il mistero dell’origine di tutto: Maria, concepita senza peccato, è la sacra caverna che accoglie Gesù, che è l’origine di tutto.
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LE AREE DI MIGLIORAMENTO DELLA FARMACIA Il cross selling farmaco + dermocosmetico I dermocosmetici come complementi alla terapia farmacologica Gabriella Daporto* Articolo estratto da Panorama Cosmetico marzo-aprile 2019.
RECLUTARE GRAZIE AL FARMACO Occorre quindi partire dalle prescrizioni Oggi la farmacia subisce una concorrenza mediche, che sono il motivo principale per cui agguerrita, per quanto riguarda l’assortimento le persone si recano in farmacia, e da queste, commerciale, dall’e-commerce ai drugstore, dalle allargare il consiglio sull’extrafarmaco e in parafarmacie e corner GDO alle catene. Nei particolare sulla dermocosmesi. È una strategia suddetti canali si possono trovare ormai tutte le che permette di aumentare le performance della categorie merceologiche presenti in farmacia, ad farmacia (e non solo della singola vendita) e mira eccezione del farmaco etico. Considerando che la alla soddisfazione del cliente e a creare un valore composizione del fatturato medio della farmacia che si riprodurrà nel tempo. L’azione pratica oggi comprende in media il 50% di farmaco etico e consiste, ad esempio, nel consigliare il il restante 50% viene suddiviso tra sop, otc e dermocosmetico come complemento sinergico e prodotti commerciali di libera vendita, è complementare al farmaco e nel formulare indiscutibile che buona parte della reddittività protocolli di consiglio incrociato. della farmacia viene attaccata su più fronti. La fiducia tra cliente e farmacista è costruita I punti di forza rimangono il farmaco etico e la partendo dal farmaco. Il dermocosmetico professionalità e la competenza dei farmacisti. *Farmacista, responsabile della formazione presso aziende multinazionali del canale farmaceutico e cosmetico. Pianifica percorsi formativi su dermocosmesi, marketing, vendite e servizi per aziende farmaceutiche e cosmetiche, della distribuzione intermedia, dei servizi e per farmacie indipendenti.
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pubblicizzate, ma in genere conosciute da chi consigliato al banco delle prescrizioni assume un frequenta la farmacia, si distinguono da tutte le valore “medicale” che predispone all’acquisto. altre per la loro formulazione, il confezionamento, i È importante crederci e mettere in atto un vero test che ne garantiscono la massima tollerabilità e cambiamento della professione. Il farmacista che la prescrizione da parte del dermatologo e del decide di sposare questa strategia di vendita medico estetico. In particolare presentano: abbinata tra farmaco e dermocosmetico deve allargare i suoi orizzonti e cambiare mentalità. In ⋅ confezionamento sobrio/medicale, in particolare deve essere competente nella dosatori, tubi (no vasetti) per preservare il dermocosmesi e vissuto dalle persone come prodotto dall’inquinamento microbiologico; esperto, aggiornato, appassionato, motivato, non ⋅ formulazioni minimaliste (senza…) qualche sentirsi sminuito a trattare la dermocosmesi, volta anche sterili, per limitare i rischi di orientato al sell out ed esperto nelle tecniche di allergie ed intolleranze; consiglio, in grado di coordinare le attività ⋅ formulazioni testate dermatologicamente su coinvolgendo tutta la squadra, dedicato al pelli sensibili, testate oftalmologicamente e consiglio della dermocosmesi anche se è di sesso ad altissima tollerabilità; maschile. ⋅ prezzo medio. Attualmente spesso non c’è “dialogo È importante che, anche nelle farmacie in cui il commerciale” tra il banco etico e il reparto reparto dermocosmetico è gestito esclusivamente prevenzione/benessere/bellezza. I due ambienti da una responsabile, i farmacisti che operano al (etico e commerciale) sono troppo spesso separati banco delle prescrizioni conoscano perfettamente fisicamente e intellettualmente. Il consumatore non le marche dermatologiche in assortimento per percepisce continuità di servizio perché i poter proporre il cross selling con il farmaco e di collaboratori dei due reparti sembrano quasi conseguenza soddisfare i clienti ed effettuare lo ignorarsi da un punto di vista operativo e si vivono scontrino lungo. due ambienti divisi, una sorta di shop in shop che non genera link commerciali. Sicuramente soffriranno coloro che non faranno una riflessione su questa situazione e affronteranno il futuro con gli stessi atteggiamenti del passato, quelli che aspetteranno, i farmacisti che non accetteranno l’idea di dover cambiare quando tutto attorno a loro è già cambiato. Perderanno sicuramente la gara quelli che baseranno la loro competizione sulla sola concorrenza dei prezzi, perché le forze con cui ci si ritrova a scontrarsi sono molto più capaci, organizzate e forti. LE MARCHE DI COSMESI DERMATOLOGICA CROSS SELLING FARMACO + DERMOCOSMETICO SONO UNO STRUMENTO INDISPENSABILE DI ESEMPI PRATICI VENDITA INCROCIATA CON IL FARMACO Le marche di dermocosmesi si suddividono in Farmaci fotosensibilizzanti + solari spf 50+ diverse categorie, ognuna caratterizzata da un A chi acquista farmaci fotosensibilizzanti occorre posizionamento ben preciso. L’assortimento di una chiedere sempre come si protegge dai raggi solari. farmacia in grado di soddisfare tutti i target di Si pone una domanda aperta e si raccomanda la consumatori comprende le marche premium di protezione solare 50+. lusso, le commerciali molto pubblicizzate, le fitoLe reazioni di fotosensibilizzazione solitamente bio della cosmesi green e infine le marche di private sono simili a un’intensa scottatura solare label e quelle dermatologiche. Queste ultime hanno (comparsa di eritema, edema, papule, reazioni un posizionamento proprio della farmacia e si orticarioidi con eventuale formazione di vescicole), prestano, grazie alle loro caratteristiche che spesso erroneamente viene considerata una formulative, al consiglio incrociato con il risposta normale all’esposizione solare. farmaco. Alcuni farmaci possono scatenare una Le marche dermatologiche sono poco fotodermatite farmaco-indotta attraverso due
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Gli Appunti di Formare l’Eccellenza/6 principali meccanismi: la fototossicità o la fotoallergia. Le reazioni avverse da farmaco da fotosensibilità vengono classificate come fotodermatiti primarie, ossia reazioni esagerate a dosi solitamente innocue di radiazioni nel range dell’ultravioletto e del visibile. I FANS per uso topico rappresentano una categoria di particolare interesse, soprattutto alla luce della pubblicazione della “nota informativa importante” dell’AIFA dell’aprile del 2017 sull’uso di ketoprofene per via topica ed eventi avversi di ipersensibilità e fotosensibilizzazione.
Farmaci dermatologici (corticosteroidi, antiacne, antimicotici, antibatterici), chemioterapici, radioterapia, peeling filler, laserterapia + ⋅ detergenti delicati viso e corpo ⋅ acque termali ⋅ creme viso e corpo idratanti ad altissima tollerabilità ⋅ shampoo olio per cuoio capelluto sensibile ⋅ camouflage ⋅ solari spf 50+ in crema/latte e stick La cura dell’acne prevede l’impiego contemporaneo di più farmaci in modo da poter agire sulle diverse componenti della malattia: comedonica (retinoidi), infiammatoria (benzoil perossido), batterica (antibiotici). Gli effetti collaterali sono irritazione e secchezza cutanea. L’utilizzo di trattamenti cosmetici coadiuvanti è assolutamente indispensabile per migliorare la compliance alla terapia e le condizioni cutanee. Anche i farmaci antinfiammatori corticosteroidi, prescritti per le dermatiti e le allergie, e gli antimicotici richiedono l’uso di detergenti formulati con tensioattivi delicati, i cosiddetti surgras (arricchiti di lipidi e polimeri), senza profumo, senza parabeni, senza SLS, senza sapone. Sono detergenti addizionati di ingredienti lenitivi,
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addolcenti, antiarrossamento (bisabololo, avena, ecc.) o purificanti. Non devono denaturare le proteine e solubilizzare/disorganizzare i lipidi di superficie, penetrare attraverso la barriera lipidica, alterare il microbiota cutaneo. Sono ad elevata tollerabilità, testati su pelle allergica, nickel tested. I trattamenti topici viso-corpo complementari a terapie farmacologiche contengono ingredienti idratanti e protettivi che attenuano le sensazioni di bruciore, di stiramento e pizzicore tipiche della pelle fragilizzata. Sono senza profumo, senza alcool, senza coloranti, senza conservanti, senza parabeni, senza lanolina, ad elevata tollerabilità testata sotto controllo dermatologico, non comedogeni, adatti anche al contorno occhi, anche sterili, in confezione monodose o airless. Il camouflage correttivo, tecnica di trucco che, grazie a correttori particolarmente coprenti e ad una modalità specifica di stesura dei prodotti, permette di nascondere sul viso e sul corpo discromie ed imperfezioni lievi (macchie, occhiaie, brufoli, teleangectasie, vene varicose, nei, acne, rosacea, couperose) e difetti cutanei severi (vitiligine, angiomi, cicatrici, ustioni, esiti di radio/chemio terapia), è un complemento importante in caso di patologie della cute. Colliri + ⋅ struccanti delicati viso e occhi ⋅ acque termali ⋅ creme contorno occhi ad altissima tollerabilità ⋅ mascara ad altissima tollerabilità A chi acquista un collirio occorre chiedere che cosa usa per struccarsi gli occhi, perché spesso l’efficacia del collirio viene compromessa dall’uso di detergenti/struccanti non adatti. Gli struccanti occhi eliminano perfettamente e senza attrito il make-up di ciglia e palpebre, sono isotonici alle lacrime, possono essere utilizzati in tutta sicurezza anche dai portatori di lenti a contatto e per le palpebre inclini a irritazioni. Sono prodotti ad azione lenitiva e donano una sensazione di freschezza. Senza profumo, qualche volta anche sterili, donano confort grazie a consistenze in acqua-gel morbide e fluide, sono privi di sostanze grasse e non lasciano residui che possano offuscare la vista. Le acque termali possono essere utilizzate sulle palpebre fragilizzate sotto forma di impacco con garze sterili. Infine chi soffre di allergia respiratoria, ad esempio, non sopporta la normale crema antirughe e necessita di una crema contorno occhi ad altissima tollerabilità. Attenzione
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Gli Appunti di Formare l’Eccellenza/6 particolare va posta anche al mascara perché è un prodotto che si inquina facilmente, bisogna cambiarlo spesso e prediligere lo scovolino in silicone in caso di occhi irritati perché le setole possono cedere microparticelle irritanti.
Farmaci per disturbi genito-urinari + ⋅ detergenti intimi specifici ⋅ gel/creme idratanti (cosmesi vulvare) La raccomandazione del farmacista in caso di acquisto di farmaci per disturbi genito-urinari è legata prima di tutto all’igiene intima. Quest’ultima infatti richiede detergenti specifici che rispettino il pH vaginale (acido in età fertile e neutro in menopausa e in età prepuberale) capaci di proteggere l’ecosistema vaginale e alleviare irritazioni, infiammazioni, pruriti e bruciori intimi. In particolare i detergenti intimi a pH acido 3.5 aiutano a proteggere attivamente dal rischio infettivo durante il ciclo mestruale, in gravidanza e post partum, nelle situazioni a rischio di infezioni (ad esempio negli ambienti caldo-umidi più esposti quali piscine, palestre, spogliatoi, spiagge) e durante infezioni batteriche come coadiuvanti di terapie specifiche. I detergenti intimi a pH neutro 7.0 sono indicati in menopausa e per irritazioni non batteriche (candida). La secchezza vaginale e i disturbi associati possono manifestarsi durante la gravidanza, il puerperio, la menopausa (a causa del calo degli ormoni estrogeni e del testosterone) o come conseguenza dell’irritazione fisica o chimica, dell’alterazione della flora vaginale o dell’uso di contraccettivi orali o di altri farmaci. La terapia più efficace in menopausa consiste nell’applicazione di estrogeni locali. Per le donne che non vogliono ormoni nemmeno vaginali e per il 10-12% di donne che non possono usare gli estrogeni, nemmeno locali, perché operate di tumore al seno o di adenocarcinoma dell’ovaio o dell’utero, per ridurre secchezza e dolore, il farmacista può consigliare gel
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e creme a base di glicerolo o di acido ialuronico che ha un’eccellente azione riparativa e antiossidante, o prodotti fitoterapici ricchi di sostanze naturali che svolgono una prolungata azione idratante e lenitiva. Farmaci analgesici per il dolore dentale+ ⋅ collutorio specifico ⋅ dentifricio desensibilizzante ⋅ spazzolino morbido, filo La perfetta igiene orale deve essere sempre raccomandata dal farmacista in caso di dolore, ascessi, gengiviti e altri disturbi del cavo orale. Il collutorio specifico abbinato ad un dentifricio desensibilizzante e a uno spazzolino morbido costituiscono un facile e proficuo cross selling. Il comparto dell’igiene orale non deve essere trattato come commodity, ovvero a libero servizio, ma ripreso nell’ambito del consiglio, altrimenti si rischia un deciso spostamento dei consumi nella grande distribuzione e nei drugstore. Vitamine C, A, E sistemiche + vitamine C, A, E topiche La vitamina C viene utilizzata per via sistemica per potenziare il sistema immunitario, come antiossidante, antiaging, aumenta l’assorbimento di ferro, calcio e acido folico, riduce le reazioni allergiche, stimola la sintesi di collagene attorno a ossa, denti, cartilagini, pelle e tessuti danneggiati. Per potenziare l’azione della vitamina C, soprattutto quando è richiesta con finalità antiaging, è importante consigliare anche quella topica (almeno al 10%) perché se applicata direttamente sulla pelle è 30 volte più disponibile rispetto a quella assunta per via orale. La vitamina A come farmaco è rappresentata dalla forma acida (ac. retinoico, isotretinoina) che ha un’azione esfoliante utile per l’acne, la cheratosi follicolare il melasma e le rughe. In cosmesi troviamo due forme di vitamina A: i retinoidi, come il retinolo e la retinaldeide, e i carotenoidi (provitamine) come il beta-carotene, il licopene, la luteina, la zeaxantina, l’astaxantina) e i polifenoli (antociani, catechine, flavonoidi, tannini, e procianidine). La vitamina E è un potente antiossidante che protegge dall’ossidazione le vitamine del gruppo B, la C e la A, permette ai globuli rossi di trasportare più ossigeno ai tessuti, migliorando la funzionalità dei muscoli e del cuore, e quindi aumentandone la capacità di resistenza, riduce la possibilità di formazione di trombi (azione anticoagulante) e nei prodotti topici rallenta i processi di invecchiamento, previene e
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Gli Appunti di Formare l’Eccellenza/6 facilita la guarigione di cicatrici e piaghe cutanee, disturbi della pelle e ferite.
IL CROSS SELLING IN VISTA AL RETROBANCO DEL FARMACO Lo scaffale diventa un vero e proprio suggeritore Per facilitare il compito ai farmacisti, è importante inserire nell’assortimento del retrobanco delle prescrizioni alcuni prodotti che rientrino nel consiglio incrociato farmaco + dermocosmetico. Questo serve a focalizzare immediatamente i prodotti idonei al consiglio sinergico e complementare ai farmaci, ma anche a velocizzare la proposta. Inoltre un prodotto dermocosmetico acquista maggior valore agli occhi delle persone se è posizionato al banco del farmaco. Questi particolari dermocosmetici quindi godono di una doppia esposizione perché devono mantenere anche la loro posizione all’interno dei planogrammi delle marche dermatologiche. Qui di seguito riportiamo alcuni esempi di dermocosmetici da allestire sugli scaffali del retrobanco delle prescrizioni per facilitare il cross selling farmaco + cosmetico. ⋅ Tre solari SPF 50+: viso, corpo, stick da abbinare ai farmaci fotosensibilizzanti; ⋅ crema viso e crema contorno occhi ad altissima tollerabilità, e acqua termale, da consigliare in caso di dermatiti o allergie/intolleranze cutanee, e in abbinamento ai farmaci dermatologici;
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crema viso iperidratante ad altissima tollerabilità in caso di assunzione di farmaci che provocano secchezza cutanea e per gli anziani che generalmente frequentano maggiormente il banco dell’etico; ⋅ struccante occhi sempre in abbinamento ai colliri o in caso di occhi irritati; ⋅ detergente e latte iperidratante corpo ad altissima tollerabilità per cute secca e sensibile e per le dermatiti; ⋅ 2 detergenti intimi specifici per cistite, candida e menopausa, e una crema/gel idratante per la cosmesi vulvare; ⋅ collutorio e dentifricio specifico per l’igiene orale in caso di dolore dentale. In conclusione, il consiglio di cosmetici di marche dermatologiche in abbinamento ai farmaci è un’innovazione da prendere seriamente in considerazione per sostenere il sell out e fidelizzare la clientela. La predisposizione al cambiamento è un fattore decisivo per far evolvere la farmacia, e deve essere vissuta come priorità, anche se non si devono trascurare la formazione permanente e la perseveranza nei propositi. È importante infine sempre monitorare periodicamente l’attività, e produrre risultati misurabili in pezzi di prodotti di dermocosmesi per ogni scontrino di farmaco. ⋅
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ESPOSIZIONE SOLARE CONSAPEVOLE Il consiglio del farmacista alla donna in gravidanza
Giuseppina Amato*
Con l’agognato arrivo della bella stagione, anche la farmacia cambia outfit e layout, esponendo sui propri scaffali i vivaci colori tipici delle linee cosmetiche proposte in estate. Calde tonalità di giallo, arancio e rosso, fanno bella mostra di sé in vetrina e negli spazi espositivi interni, richiamando con facile associazione di idee l’aumentare delle temperature e dell’intensità dei raggi solari. Mai come in questo momento stagionale la figura professionale del farmacista può dedicarsi al corretto consiglio dermocosmetico integrandolo nella propria prassi al banco. È noto ormai anche ai profani che seguire corrette norme di esposizione ai raggi solari consente di trarre da essi gli innegabili vantaggi riducendone i rischi. In questa sede ritengo opportuno sorvolare sulle norme generali, quali orari di esposizione, corretta idratazione (dall’interno) per bilanciare le perdite idro-saline legate alla traspirazione, chiaramente aumentata per far fronte all’innalzamento delle temperature esterne, e l’utilizzo di abbigliamento in fibre naturali e traspiranti. Infatti, se è vero che al farmacista di comunità viene riconosciuto il ruolo di educatore sanitario, è vero anche che tali consigli rappresentano ormai una conoscenza generale della popolazione. Molto più tecnico è il ruolo di consulente dermocosmetico che il
farmacista deve affrontare quando aiuta una persona nella scelta del corretto filtro solare, nell’area dedicata alla cosmesi della propria farmacia e, ancora di più, quando per dovere professionale deve farsi carico di consigliare al paziente del banco etico l’utilizzo di tale filtro, anche laddove non espressamente richiesto dallo stesso paziente. Il professionista al banco, laddove dispensi farmaci di cui conosce il potere fotosensibilizzante, o che venga a conoscenza di uno stato o una patologia propria della persona che ha davanti che possa avere conseguenze da un’esposizione non corretta, deve ritenere proprio imprescindibile dovere quello di informare il paziente di tale rischio e suggerire l’utilizzo del dermocosmetico più adeguato. L’utilizzo di parole semplici ed, eventualmente, anche degli strumenti forniti dalle aziende, come tester o bustine, crea un’importante possibilità di dialogo col cliente/paziente che, nella maggioranza dei casi, apprezza il consiglio e ne fa tesoro. All’interno del progetto Spazio Mamma, che ho sviluppato, insieme a diversi collaboratori esterni e interni allo staff, prevediamo sempre uno spazio per parlare di esposizione solare e fotoprotezione.
Figura 1. Esempi di trattamento da giorno antimacchia e con filtro solare: La Roche Posay Pigmentclar UV SPF 30, Helan Linea mamma Crema viso antimacchia SPF 30.
*Farmacista 24
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Figura 2. Esempi di siero antimacchia e uniformanti: Caudalie Vinoperfect siero illuminante antimacchia, Rilastil D-Clar concentrato depigmentante, La Roche Posay Pigmentclar Serum.
È noto, infatti, che lo stato gravidico, per l’assetto ormonale che comporta, predispone allo sviluppo di tipiche macchie scure sul volto, definito cloasma o “maschera gravidica”. Diventa indispensabile proporre alla donna l’utilizzo di un prodotto cosmetico che contenga filtri solari, elevati e di comprovata sicurezza, in tutte le fasi della gravidanza, raccomandandone l’utilizzo quotidianamente e non esclusivamente nell’esposizione volontaria. Lo scoglio più importante che spesso il farmacista incontra in questa fase è, infatti, proprio la scarsa consapevolezza che molti pazienti hanno dell’esposizione quotidiana e involontaria ai raggi solari, riconoscendo solo la permanenza in spiaggia o in piscina come momenti in cui utilizzare il filtro solare. Dovere del farmacista, o dei collaboratori del banco dermocosmetico, è di sensibilizzare all’utilizzo della protezione solare nel quotidiano, quando l’azione dei raggi solari è, forse un po’ meno intensa, ma molto più importante in termini di tempo. La donna in gravidanza deve imparare quindi a variare la routine dermocosmetica inserendo un prodotto con filtri UV. La crema da giorno abituale può essere sostituita da una crema contenente filtri,
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o, ancora meglio, dall’associazione di un siero scelto in base alle specifiche esigenze a cui seguirà l’applicazione di una crema solare vera e propria. In questa fase di consiglio occorre, a mio avviso, avere una profonda conoscenza di formulazioni e texture, al fine di proporre il prodotto, o, più correttamente, la routine che meglio soddisfi la cliente, tenendo conto, fra le altre cose, che il periodo della gravidanza comporta nella donna molte variazioni importanti anche a livello dermatologico. Ascoltare quello che la donna racconta di sé e della sua pelle, elaborare queste informazioni anche facendo domande specifiche, analizzare le sensazioni che ella descrive e le specifiche richieste che espone, e, infine, proporre il trattamento che si ritiene più opportuno. Nel consiglio, occorre fare attenzione all'utilizzo di parole come “rischio”, “danno”, “problematiche” in riferimento all'esposizione solare, perché queste potrebbero innescare nella donna che ascolta uno stato d'animo negativo, facendo prevalere la componente di ansia e paura legata all'esposizione solare in gravidanza, periodo che com'è noto comporta nella donna propensione a tale condizione di insicurezza.
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Spazio mamma
Figura 3. Esempi di crema colorata con protezione solare alta e con azione antimacchia: Vichy Ideal Soleil trattamento anti macchie 3 in 1, La Roche Posay Anthelios Pigmentation crema colorata.
Sono da preferire, invece, locuzioni che inducano nella donna uno stato di piacevolezza, come “benessere”, “luce”, “calore”, pur non tralasciando gli aspetti di cautela che si vogliono sottolineare. In questa fase è fondamentale elencare tutti i benefici che il sole regala, inclusi quelli sull'umore e sulla produzione endogena di Vitamina D. È noto ormai come tale ormone, la cui sintesi è innescata da una reazione fotomediata, rivesta un ruolo determinante sull'assorbimento del calcio e, conseguentemente, sulla salute del tessuto osseo (incluso quello del nascituro). Inoltre, ricerche attuali sembrano legare, con inversa proporzionalità, la concentrazione ematica di Vitamina D alla prevalenza e all'incidenza di patologie neoplastiche e patologie immunomediate. Ragion per cui è importante, in tutte le fasi della vita e in particolare quando ci si interfaccia con donne in gravidanza, sottolineare tali aspetti e non relegarli a dettagli meno importanti dei rischi. È buona prassi, inoltre, per il farmacista titolare o per chi in farmacia si occupa di sell in, studiare un assortimento che tenga conto in primis della sicurezza dei prodotti proposti, che devono poter
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essere agevolmente consigliati a tutte le categorie di persone che si rivolgono alla farmacia, incluse quelle con esigenze dermatologiche particolari, come bambini, soggetti con pelle sensibile e/o atopica, pazienti che assumono particolari categorie di farmaci, e, appunto, donne in stato di gravidanza. Tutto lo staff della farmacia deve essere sensibile o sensibilizzato all'argomento e devono essere chiari i possibili abbinamenti da proporre. Nella donna in gravidanza, insieme al prodotto solare, va caldamente consigliato un buon idratante da utilizzare la sera, dopo una detersione delicata e, soprattutto, un siero per il viso che aiuti a modulare la produzione di melanina rendendola più uniforme, ma il cui utilizzo non sia controindicato durante la stagione estiva, come, ad esempio quelli contenenti idrossiacidi e acido glicolico. Le formulazioni proposte negli assortimenti delle aziende più presenti in farmacia aiutano in questo scopo e permettono di svolgere un'attività di consiglio completa e apprezzata dai pazienti, che trovano nel farmacista serio e preparato un riferimento per ottimizzare la cura della propria pelle.
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Cultura
LUCA CRIVELLO A RAGUSA
Ciro Lomonte*
Pittori e scultori figurativi ne esistono ancora. Anzi, ne nascono sempre di più. Luca Crivello, giovane artista palermitano, è uno di loro. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Palermo nel 2017, ha già partecipato a parecchie mostre collettive. Nel programma del convegno Richiamo, risveglio, riforma, organizzato a Ragusa Ibla dal 25 al 29 giugno 2019, è stata inserita la presentazione di sette opere sue di piccolo formato (cm 35 x 50), affresco e tempera a caseina su supporto di polistirene espanso. Il convegno è dedicato alle Memorie Autobiografiche ed agli scritti di una siciliana del Novecento che merita di essere conosciuta, Madre Geltrude di San Benedetto, protagonista della ripresa della vita monastica presso il suo monastero a Ragusa Ibla. La comunità delle monache benedettine del SS. Sacramento di Ragusa Ibla ha commissionato al solo Crivello sette opere per illustrare sette visioni di Madre Geltrude. È stato pubblicato anche un pregevole catalogo [1], nel
Figura 1. Luca Crivello. Crocifissa col Crocifisso. Affresco e tempera alla caseina su supporto di polistirene espanso 2019. Monastero del SS. Sacramento, Ragusa Ibla.
*Architetto. Ha creato la Monreale School of Arts & Crafts. Vice coordinatore del Master in Storia e Tecnologie dell’Oreficeria dell’Università di Palermo. Docente presso il Master di II livello in Architettura, Arti Sacre e Liturgia dell’Università Europea di Roma. Ha curato l’edizione italiana del libro di Steven J. Schloeder, L’Architettura del Corpo Mistico, Progettare chiese secondo il Concilio Vaticano II, L’Epos, Palermo 2005. Insieme a Guido Santoro ha scritto Liturgia, Cosmo, Architettura, Cantagalli, Siena 2009. È redattore della rivista telematica Il Covile.
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Cultura
Figura 2. Luca Crivello. Sorelle (particolare). Affresco a tempera alla caseina su supporto di polistirene espanso. 2019. Monastero del SS. Sacramento, Ragusa Ibla.
quale fr. Sergio Catalano, domenicano e architetto, praticato maggiormente nelle palestre del priore della comunità di San Domenico a Palermo, concettuale. Occorrono autentici artisti. A Crivello commenta ciascuna delle sono toccati in sorte non opere alla luce dei sette doni «L’arte sacra ha il compito di rendere soltanto notevoli talenti dello Spirito Santo, quattro visibile l’invisibile, una missione che fa naturali ma anche dei mentori intellettivi (intelletto, tremare i polsi. Oggi è più frequente il grandemente dotati: Nino scienza, sapienza, consiglio) Giafaglione, docente di contrario. Da più di cento anni gli e tre volitivi (pietà, fortezza, pittura, e Giuseppe Traina, artisti si impegnano a togliere timore). docente di restauro, entrambi materia al visibile …» Luca Crivello è un artista all’Accademia di Belle Arti di figurativo molto dotato. Non Palermo, entrambi originari di a caso gli sono state affidate opere che vanno ben quella Santo Stefano di Quisquina che ci riporta al oltre il mero virtuosismo, come Incredulitas et primo romitaggio di Santa Rosalia. contemplatio, una rivisitazione impegnativa Osservando le sette tavole per Ragusa si rimane dell’incontro tra Gesù e pensierosi. È come se un «Nel contesto generato dalle Tommaso nel Cenacolo. giovane tenore dalla voce Rappresentare l’essere avanguardie a inizio Novecento gli limpida, capace di umano, la sua bellezza artisti […] sono intellettuali cerebrali, interpretare arie difficili delle corporea archetipica, la sua opere liriche, si fosse combattono i mulini a vento, con il profondità psicologica, la inspiegabilmente intimidito e compiacimento della critica» corrispondenza alla grazia avesse cominciato a dei santi, le dimensioni balbettare e fischiettare. ascetica e mistica, Dio stesso fatto Uomo, non è Perché? Per l’ineffabilità dell’esperienza mistica? Per avventura affatto semplice, soprattutto in un’epoca l’afasia che prende chi temesse di farsi sollevare al in cui l’esercizio prevalente di pittori e scultori è settimo cielo?
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L’arte sacra ha il compito di rendere visibile l’invisibile, una missione che fa tremare i polsi. Oggi è più frequente il contrario. Da più di cento anni gli artisti si impegnano a togliere materia al visibile, sottolineando il valore esclusivo dello spirito. Dello spiritualismo, meglio detto. La gestazione di questo fenomeno è stata lunga e laboriosa. Grandi personaggi come Johann Wolfgang von Goethe vi si sono dedicati efficacemente [2]. Hanno diviso l’umanità in pneumatici e ilici, illuminati e sempliciotti, affidando ai primi — serpenti post edenici — il compito di insinuare all’orecchio dei secondi che il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio sarebbe un inganno. Nel contesto generato dalle avanguardie a inizio Novecento gli artisti non sono più semplici creativi al servizio della bellezza, non sono più meri interpreti dei valori di una civiltà. Sono intellettuali cerebrali, combattono i mulini a vento, con il compiacimento della critica. Si sentono sacerdoti, investiti del mandato di costruire un nuovo mondo. Ciò sta alla base fra l’altro della frattura fra pittura, scultura Figura 3. Luca Crivello. Incredulitas et contemplatio. Tempera all’uovo su tavola. 2018. e architettura. Chi osserva le Collezione privata. nuove “chiese” cattoliche, disadorne e spaesanti, ritiene a volte che esse siano Perché, in fondo, Crivello è un artista autentico, frutto di un malinteso ecumenismo e di una resa sincero. Lui non vuole essere sacerdote di un’arte incondizionata ai protestanti. In realtà siamo di concepita come una super religione spiritualista. fronte ad una terza iconoclastia, diversa da quella Lui sta cercando committenti e ambienti culturali cui rispose il Secondo Concilio di Nicea e diversa che gli chiedano di mettere la sua arte al servizio pure da quella calvinista. Quella attuale è dell’essere umano. E non è il solo. C’è motivo di iconoclastia spiritualista. Figlia della Società nutrire grandi speranze. Teosofica. Gnosticheggiante [3]. L’impressione che si ricava dalle sette nuove opere di Luca Crivello è che siamo in presenza del Bibliografia travaglio di un grande artista, circondato da una 1. Visioni. Riflessioni artistico-teologiche su Madre cultura e da una civiltà che, ai livelli che contano, Geltrude di San Benedetto, Opere di Luca Crivello. disprezza il figurativo. Disprezza la materia. Lui no, Scritti di fr. Sergio Catalano OP. Palermo 2019. 2. Mariani P., L’ “altro” Goethe. Gnosi, esoterismo, la conosce, sa accarezzarla e farne oggetto di nuove massoneria, Solfanelli, Chieti 2018. creazioni. Ma non ha ancora trovato il modo di 3. Lomonte C., Why Modernist Architecture is not suitable for the Liturgy, The Institute for Sacred Architecture, esprimere la sua gioia profonda nel contemplare la Volume 27, South Bend, Spring 2015. realtà. Non è ancora pienamente libero.
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Disturbi del sonno
DISTURBI DEL SONNO Elisa Drago*
potrebbe essere legata a rumori esterni. Nel caso Quando si pensa ai in cui il soggetto tende a svegliarsi molto presto, disturbi del sonno, si è senza riaddormentarsi, potrebbe esserci un generalmente portati a problema di depressione. pensare all’insonnia, poiché essa IL SONNO rappresenta il disturbo Il sonno è un processo indispensabile alla nostra con la maggiore esistenza: un fenomeno complesso che occupa prevalenza nella circa un terzo della vita di ciascuno di noi. Quello popolazione generale. che avviene nel nostro cervello mentre dormiamo Ma in realtà, sulla base è tutt’altro che monotono. dell’ultima classificazione internazionale, i disturbi L’elettroencefalogramma durante il sonno mostra del sonno sono 60. Oltre all’insonnia, disturbo enormi variazioni, a seconda del momento in cui dell’inizio e del mantenimento del sonno, ci sono le viene eseguito. Ci sono due tipi fondamentali di ipersonnie o eccessiva sonnolenza, i disturbi del sonno, articolati in cicli progressivi. Il primo è il ritmo sonno-veglia e le parasonnie tra cui il sonno non-REM che è suddiviso in tre stadi che sonnambulismo, difficoltà a prendere sonno, esprimono il progressivo approfondimento del frequenti risvegli nella notte, oppure risveglio sonno. precoce al mattino, senza riuscire a ⋅ Lo stadio 1 o di addormentamento è la fase riaddormentarsi. Oltre ad almeno uno di questi di transizione tra veglia e sonno; aspetti, per fare diagnosi di insonnia, occorre però anche la presenza di ripercussioni negative ⋅ lo stadio 2 o sonno leggero è la fase in cui durante il giorno. Recentemente è stato osservato compaiono figure caratteristiche come i fusi che il tipo di insonnia che più facilmente tende a del sonno; cronicizzare, nel 70% dei casi, è proprio quello ⋅ lo stadio 3 o sonno profondo è caratterizzato caratterizzato da frequenti risvegli nel corso della da onde molto lente e ampie. notte; invece, la forma in cui si tende ad assumere più frequentemente farmaci è quella “iniziale”, con difficoltà di addormentamento. Quasi il 20% della popolazione generale adulta assume almeno saltuariamente un farmaco a scopo ipnotico, mentre quasi il 10% lo assume in maniera continuativa. A volte, l’assunzione cronica di farmaco è legata ad una diagnosi scorretta. Le cause dell’insonnia sono numerose: un disturbo d’ansia, oppure potrebbe trattarsi di un mioclono notturno con brevi scatti alle gambe ogni 30-40 secondi, o di un problema respiratorio, come le Figura 1. Caravaggio. Amorino dormiente. Olio su tela, 1608-1609. Palazzo Pitti, Galleria apnee; la frammentazione del sonno Palatina, Firenze. *Farmacista
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Disturbi del sonno Il secondo tipo di sonno è rappresentato dal REM (Rapid Eye Movement), caratterizzato da movimenti oculari rapidi, ma anche da assenza di attività muscolare e da un tracciato elettroencefalografico simile a quello della veglia con occhi aperti. Il sonno non-REM e quello REM si alternano 4-5 volte nel corso della notte. Comunque, nella prima parte della notte, prevale il sonno profondo non-REM (stadio 3), mentre nell’ultima parte predomina il sonno REM. In generale, il bisogno di dormire è più elevato nell’infanzia, poi tende a ridursi progressivamente: nell’adolescenza abbiamo bisogno di circa 10 ore di sonno, in età adulta sono sufficienti 7-8 ore per svegliarsi riposati. Ma bisogna ricordare che ogni individuo ha una propria esigenza di sonno. Nell’età adulta, esistono soggetti che hanno bisogno di 10-11 ore (i lungo dormitori) e altri a cui ne bastano 4-5 (i brevi dormitori). LE FUNZIONI DEL SONNO Il sonno profondo non-REM è necessario soprattutto per il recupero fisico in cui tutte le nostre funzioni rallentano. Il sonno REM è invece importante in un certo senso per il benessere mentale, grazie all’esperienza onirica. Infatti, il sonno REM è lo stadio in cui compare la maggior parte dei sogni. I neonati trascorrono molto più tempo degli adulti nel sonno REM: questo tipo di sonno Figura 2. Francisco Goya. Il sonno della ragione genera mostri. Acquaforte e contribuirebbe a sviluppare il cervello acquatinta, 1797. Los caprichos foglio n. 43. all’inizio della vita. Nella fase del sonno notturno, è un ormone che blocca lo stimolo della profondo non-REM, avviene un’importante fame. produzione di citochine, molecole proteiche Grelina: prodotta durante la veglia, è un ormone fondamentali per la difesa immunitaria. Se il sonno che aumenta l’appetito. Ugualmente, se il sonno è profondo manca o è ridotto, la quantità di citochine ridotto o disturbato, si osservano aumentati livelli prodotte è troppo bassa e, di conseguenza, di grelina, con relativo aumento della fame. l’organismo è più vulnerabile alle malattie. Diversi GH: è l’ormone della crescita che viene liberato studi hanno dimostrato che i soggetti sottoposti a nella prima parte del sonno notturno. È una privazione anche parziale del sonno subito responsabile, non solo dell’accrescimento dei dopo una vaccinazione, sviluppano meno anticorpi bambini, ma anche del coinvolgimento nella rispetto ai soggetti che hanno dormito bene. regolazione del metabolismo, del trofismo muscolare e osseo nell’adulto. Il GH favorisce la GLI ORMONI E IL SONNO mobilizzazione dei grassi e stimola la lipolisi. Ecco i principali ormoni che influenzano il sonno. Melatonina: è una sostanza che viene prodotta Cortisolo: inibito dal sonno non-REM, è un ormone durante la notte dalla ghiandola pineale. Non si coinvolto nella capacità dell’organismo di tratta di un vero e proprio ormone perché continua rispondere allo stress. Pertanto, durante la notte, a essere presente nel nostro organismo anche in chi dorme bene ha una diminuzione della pressione assenza di questa ghiandola, per esempio in seguito arteriosa e della frequenza cardiaca. ad un’asportazione chirurgica. Si può considerare Leptina: prodotta nel corso di un buon riposo
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Figura 3. Antonio Canova. Ninfa dormiente. 1820-1824. Victoria and Albert Museum, Londra.
la melatonina come una sostanza ipnofavorente che consente un rilassamento delle varie funzioni. La sua azione è soprattutto quella di riequilibrare il ritmo sonno-veglia: è adatta nella “sindrome da fase di sonno ritardata”, cioè in quelle persone, chiamate comunemente “gufi”, che la sera non andrebbero mai a dormire, mentre al mattino fanno fatica ad alzarsi. Serotonina: è un neuromediatore che regola il tono dell’umore e favorisce il sonno non-REM, ad esempio, nel soggetto depresso, in cui è presente una carenza di serotonina, oltre al calo del tono dell’umore è presente anche una netta riduzione del sonno profondo. ALIMENTAZIONE E SONNO Un’alimentazione corretta associata a uno stile di vita adeguato sono alla base del benessere psicofisico della persona. Anche il sonno è influenzato dall’alimentazione e dall’attività fisica. Un’alimentazione equilibrata è fondamentale per predisporre e facilitare l’innesco e il mantenimento del sonno, ed è una componente da tenere in considerazione nella cura dell’insonnia. Innanzitutto, è importante una ripartizione equilibrata dei pasti con una cena nutriente ma leggera, in modo da consentire una facile digestione e fornire gli alimenti giusti per favorire il sonno notturno. È importante, inoltre, che la cena sia facilmente digeribile e che avvenga circa 3 ore prima del sonno. La digestione, infatti, è un processo biochimico attivo, che impegna molto l’organismo ripercuotendosi sulla qualità del sonno e incrementando il metabolismo basale, le pulsazioni cardiache, la pressione sistolica, la ventilazione e la termogenesi indotta dalla dieta. Nemmeno saltare la cena è corretto, perché la fame indotta dall’ipoglicemia rappresenta una potenziale
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difficoltà all’addormentamento. Anche la qualità della nostra alimentazione è estremamente importante, in quanto gli alimenti e i nutrienti in essi contenuti possono interferire nella regolazione neuroendocrina degli ormoni che regolano il ritmo circadiano sonno-veglia. Le due principali sostanze che favoriscono il rilassamento e il sonno sono la melatonina e la serotonina, la cui produzione necessita di un apporto sufficiente di triptofano, un aminoacido implicato nella sintesi dei due ormoni del sonno, carboidrati complessi preferibilmente integrali, che favoriscono la biodisponibilità del triptofano, vitamine del gruppo B, che intervengono nella sintesi ormonale. Inoltre, anche alcuni sali minerali come il potassio, il magnesio, il calcio e il selenio sono implicati nel rilassamento neuromuscolare e influiscono positivamente sulla qualità del sonno. La dieta mediterranea è un modello nutrizionale che si basa sugli alimenti tradizionali dei paesi del bacino del Mediterraneo. Tiene conto di tutte le conoscenze e le tradizioni che riguardano i cibi utilizzati in questa particolare area geografica, dalla coltura delle materie prime alla preparazione del cibo. Si fonda sul rispetto del territorio e sulla biodiversità. La dieta mediterranea si basa sul consumo prevalente e quotidiano di frutta, verdura, cereali integrali e prevede un ridotto consumo di carne a favore del pesce e dei legumi come fonti proteiche alternative; prevede, inoltre, un moderato consumo di latte e prodotti caseari, l’utilizzo di erbe aromatiche, spezie e frutta secca. L’olio extravergine d’oliva ne costituisce il principale condimento ed è consentita nell’adulto anche l’assunzione di moderate quantità di vino rosso. Sono, ormai, numerosi gli studi, apparsi su prestigiose riviste scientifiche, che dimostrano come la dieta mediterranea abbia un’azione
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Figura 4. Marc Chagall. Nudo sopra Vitebsk. Olio su tela, 1933. Collezione privata.
protettiva per il nostro organismo, in particolare contro diabete, tumori, patologie neurodegenerative e, soprattutto, nei confronti di quelle cardiovascolari. Dal 2010 la dieta mediterranea, cultura del cibo attenta alla qualità degli alimenti e alla semplicità delle preparazioni, è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità condivisa da: Cipro, Croazia, Spagna, Grecia, Italia, Marocco e Portogallo. Evidenze scientifiche dimostrano che la dieta mediterranea, che ha un’azione protettiva per il nostro organismo e aiuta a prevenire molte malattie (tra cui le malattie cardiovascolari, il diabete, i tumori e le patologie neurodegenerative), è in grado anche di favorire un corretto equilibrio sonno-veglia. Tra i nemici del sonno troviamo gli alimenti e le bevande che contengono sostanze nervine come il caffè, il tè, il cioccolato, il ginseng e alcune bevande zuccherate (es. cola). Queste sostanze, oltre ad avere un effetto eccitante, sopprimono la produzione di serotonina e melatonina, due sostanze fondamentali per un corretto ritmo sonno-veglia. Un’azione eccitante è stata attribuita anche ai formaggi stagionati e fermentati per il loro
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contenuto di tiramina, che ha un effetto ipertensivo. Anche i pasti che contengono tanti grassi, tanto sale e tante proteine sono nemici del buon sonno. Questi alimenti rimangono per più tempo nello stomaco perché hanno bisogno di più succhi gastrici e di più tempo per essere digeriti.
Bibliografia: 1. 2. 3.
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Sherwood L., Bodega F., Fondamenti di fisiologia umana. Piccin Padova 2012. Espana RA., Scammell TE., Sleep neurobiology from a clinical perspective. Sleep 2011 Jul1;34(7):845-858. Dijk DJ., Regulation and functional correlates of slow wave sleep. J Clin Sleep Med 2009 Apr 15;5(2 Suppl):S6-15. Albin RL., et al., Decreased strial dopaminergic innervation in REM sleep behavior disorder. Neurology 55, 1410-1412. Aschoff J., Wever R., Human circadian rhythms: a multioscillatory sistem. Fed Proc. 1976 35,236-32. American Academy of Sliip Medicine, International Classification of Sleep Disorders (Westchester, IL.) 2005.
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LA MEDICINA NEL NOVECENTO Giusi Sanci* Se l'Ottocento è stato il secolo della grande rivoluzione che ha portato alla conoscenza del corpo umano e all'individuazione delle malattie che lo affliggono, il Novecento, proseguendo questo cammino, porta a nuove conquiste medicoscientifiche. L'ingresso della medicina nel XX secolo è caratterizzato soprattutto dal potenziamento dei mezzi diagnostici e terapeutici. In questo periodo infatti si sviluppano la radiologia, la pleuroscopia, la laparoscopia, la biopsia muscolare, e la spirometria. Queste erano prassi normali negli ospedali già nei primi dieci anni del secolo. Negli anni '20 si afferma l'elettroencefalografia, nei '30 il microscopio elettronico e negli anni '40 la diagnostica ecografica. In questo periodo si ha anche un aumento dei test diagnostici a diposizione, i quali includono metodi batteriologici e immunologici per la diagnosi delle malattie infettive, metodi chimici e microscopici per le analisi del sangue e delle urine, e la possibilità di guardare dentro il corpo umano, grazie alla scoperta dei raggi X. Figura 1. Paul Ehrlich 1854- 1915, premio Nobel per la medicina nel 1908 Solo nel secondo decennio del Novecento la per le sue scoperte sull’immunologia. biopsia viene effettuata prima o durante sviluppo di nuovi farmaci e alle tecniche di l'intervento vero e proprio, in tal modo le antisepsi preliminari per prevenire il rischio di informazioni ricavate possono essere utilizzate per infezioni, e grazie soprattutto allo sviluppo della decidere la diagnosi e la terapia. Era infatti prassi, chirurgia, la medicina comincia ad avere una presa ancora a fine Ottocento, da parte del chirurgo, sulle malattie, e quindi si entra in ospedale per spedire un campione di tessuto al patologo solo essere curati. Le corsie divengono più salubri, le dopo che la diagnosi era stata effettuata e malattie non vengono più classificate per sintomi, l'operazione completata. L'evoluzione dei ma per organi interessati. Nel '900 la chirurgia, laboratori clinici influenzò il modo con cui i medici svolta in ambiente totalmente asettico, non si limita interagivano con i pazienti e sull'organizzazione più a tagliare, svuotare, asportare, ma aggiunge, della pratica medica; favorì la definizione delle rimodella, ricostruisce, con materiali biologici e specializzazioni cliniche e delle relazioni tra i artificiali, e addirittura trapianta. Inoltre, la diversi gruppi di professionisti. L'ospedale, come chirurgia, resa sempre più affidabile grazie anche ai già trattato, affonda le sue origini nel Medioevo, a nuovi farmaci, arricchiva sempre di più il suo quel tempo, per la maggior parte dei casi, era un strumentario come le pinze emostatiche, fili luogo di ricovero, senza una presa terapeutica assorbibili, placche, viti e chiodi di acciaio. Nel efficace. Agli inizi del Novecento, grazie allo
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Novecento inoltre la struttura genetica, una volta inviolabile, ora può essere manipolata, con conseguenze di ordine morale e filosofico sul significato della vita. La sanità pubblica infine realizza un collaudato sistema di profilassi e vigilanza, attraverso la vaccinazione e la diffusione delle norme igieniche. Nel XX secolo le erbe dei monaci sono state sostituite da piccole molecole prodotte in natura, come la penicillina e artificialmente come i chemioterapici utilizzati contro le infezioni e i tumori. Come prodotti di sintesi vengono introdotti cinque importanti medicamenti: la novocaina, primo anestetico locale di sintesi (1901), il veronal, primo barbiturico (1903), il salvarsan, primo antisifilitico di sintesi (1906) ed infine il prontosil rosso, capostipite dei sulfamidici (1934). La medicina subisce delle grandi trasformazioni sia a livello tecnico che a livello teorico. In quest'ultimo caso la grande rivoluzione è la nascita della microbiologia applicata alla medicina, con il concetto di germe e quindi con la comprensione della causa della malattia infettiva. Nel primo Novecento furono infatti oggetto di studio e ricerca la batteriologia, la parassitologia e la sierologia, che portarono a capire le vere cause di molte malattie e le modalità di trasmissione. Modificheranno la struttura teorica e la capacità operativa della medicina da una parte l'individuazione delle cause microbiologiche delle malattie infettive, e dall’altra
Figura 2. Struttura generale delle penicilline.
lo sviluppo della genetica che porterà allo sviluppo del concetto e alla comprensione dei meccanismi di molte malattie. All'inizio del secolo è ormai assodato che molte malattie sono causate da germi presenti nell'individuo malato, e si intuisce che è possibile combatterli individuando sostanze chimiche che, introdotte all'interno dell'organismo malato, siano in grado di distruggere selettivamente i germi senza danneggiare l'ospite. I primi antibiotici ad essere scoperti sono la penicillina ad opera di Fleming (1929) e i
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Figura 3. Alexander Fleming 1881-1955, premio Nobel per la medicina nel 1945 per la scoperta della penicillina.
sulfamidici da parte di Gerhard Domagk (1932). I progressi della chimica agli inizi del '900 determinano un forte salto di qualità della medicina, e quindi nella sanità pubblica. Le industrie non si limitano più a mettere in commercio sostanze curative estratte dalle piante, ma producono sostanze sintetizzate nei laboratori, contribuendo alla nascita della farmaceutica chimica. Agli inizi del '900 Ehrlich ipotizza il meccanismo dei farmaci attraverso la presenza di strutture ben precise, i recettori, ai quali una sostanza, avente determinate caratteristiche, si lega per produrre l'effetto. Si inizia inoltre a comprendere che, modificando la struttura chimica della sostanza, è possibile ottenere molecole simili ma con azione differente. Vengono quindi sintetizzati farmaci simili alle molecole di partenza, con modificazioni tali da rendere la molecola più attiva e ad azione più selettiva. Nel 1909 Paul Ehrlich, ad esempio, realizza il salvarsan, un derivato dell'arsenico, in grado di riconoscere e attaccare selettivamente il batterio della sifilde. Egli notò infatti che molti coloranti erano in grado di legarsi ai batteri, e testando circa 606 composti proprio l'ultimo di questa serie, a base di arsenico, si dimostrò efficace. Somministrato ai pazienti tuttavia questo composto si dimostrò molto
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Figura 5. Rosalind Franklin 1920-1958.
Figura 4. Microscopio elettronico costruito da Ernst Ruska nel 1933.
tossico, provocando dolore, lesioni al fegato e al sistema digestivo, nonché la morte. Ed è proprio sulla base di studi di tossicità che Ehrlich sviluppa la teoria secondo la quale l'azione di un farmaco è necessariamente dovuta al legame con un recettore specifico che si trova nell'organismo (corpora non agunt nisi fixata). L'interesse per i prodotti vegetali, unito alla possibilità di accurate analisi di laboratorio, giustificò all'inizio del Novecento il nascere della farmacognosia, una branca specializzata della botanica e della farmacologia sperimentale, i cui obiettivi furono un'attenta valutazione dei caratteri morfologici macro e microscopici delle piante dotate di attività terapeutiche, il riconoscimento delle loro varietà, lo studio del loro habitat naturale, quello delle loro variazioni di attività in funzione delle influenze stagionali, geologiche e genetiche, una più esatta descrizione delle parti utilizzate in farmacia e incluse nelle farmacopee ufficiali di ogni Stato (droghe officinali), la descrizione di precisi saggi per il riconoscimento
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botanico, fisico e farmacologico, ed infine lo studio dei procedimenti più adatti per estrarre, senza alterazioni, i principi attivi contenuti nelle varie parti della pianta. Fra le scoperte più significative del Novecento annoveriamo anche quella delle vitamine. Con questo termine, C. Funk (1914) indicò alcune sostanze contenute in alcuni estratti vegetali freschi, nella crusca di riso e cereali. Tali sostanze erano in genere instabili di fronte ad agenti fisici
Figura 6. Cristallografia ai raggi X del DNA ottenuta da Rosalind Franklin, pubblicata sulla rivista Nature il 25.4.1953.
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Apotheca&Storia
Figura 7. James Watson e Francis Crick con il modello molecolare del DNA.
come la luce ed il calore, ma capaci di essere attive a piccolissime dosi. Si comportavano come farmaci, visto che le loro proprietà erano in grado di prevenire e guarire gravi forme morbose o disturbi dell'accrescimento apparentemente legati a carenze alimentari. Il Novecento è stato anche il secolo di una scoperta d'importanza storica sul piano terapeutico. Nel 1929 un microbiologo inglese A. Fleming poté osservare che il metabolita della muffa, identificata come Penicillium notatum, era in grado di provocare la lisi di una coltura di stafilococco su piastra di agar. Coltivando la muffa su un terreno liquido, Fleming osservò che il terreno di coltura impediva lo sviluppo di molti germi patogeni, diede a quell'ignoto prodotto il nome di penicillina e ne confermò le proprietà antibatteriche. Arruolato come patologo di settore, nel 1942 provò a curare un amico affetto da meningite con la sua penicillina guarendolo miracolosamente. Fra le tante scoperte, quella della struttura del DNA è la più rivoluzionaria. Il DNA venne isolato per la
Theriaké
prima volta nel 1869, ma è nel 1919 che Phoebus Levene scopri essere composto da base azotata, zucchero e fosfato. Nel 1943 Avery, MacLeod e McCarty dimostrarono con un esperimento che esso era responsabile della dell'informazione genetica ed infine Watson e Crick nel 1953 ne definirono la struttura a doppia elica, sfruttando i dati ottenuti da Erwin Chargaff (le purine e le pirimidine sono presenti in rapporto stechiometrico 1:1) e le immagini ai raggi X ottenute da Rosalind Franklin.
Bibliografia e sitografia: 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Caprino L., Il farmaco 7000 anni di storia, dal rimedio empirico alle biotecnologie. Armando editore Grande Enciclopedia. Istituto Geografico De Agostini, Novara. Vol. X Istituto dell'Enciclopedia Italiana: www.treccani.it Cosmacini G., L'arte lunga. Editori Laterza Maurois A., La vita di Alexander Fleming, Arnoldo Mondadori Editore Ricciotti G., Biochimica di base, Zanichelli
Anno II Numero 18 – Giugno 2019
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www.agifarag.it