Theriaké anno i n 3

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Theriaké MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANI FARMACISTI DI AGRIGENTO

Anno I n. 3 Marzo 2018

NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI Aspetti farmacologici, piani terapeutici e gestione pratica

DALLA PARTE DELLA FARMACIA, SEMPRE

OBESITÀ E NUTRACEUTICA

L’ARTE E LA BELLEZZA DEL CREATO Riflessioni sulla Laudato si’

MEDICINA E CURE NELLA PREISTORIA

IL GIARDINO DELLA KOLYMBETHRA La scommessa vinta dal FAI di Agrigento

LA SEDUZIONE FEMMINILE NELL’ANTICHITÀ


Sommario

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Editoriale

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Cultura

La seduzione femminile nell’antichità

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Attualità

28 Il Giardino della Kolymbethra: la scommessa vinta dal FAI di Agrigento

Dalla parte della farmacia, sempre. Intervista al direttore di IFarma Laura Benfenati

Rubriche

6 Gli Appunti di Formare l’Eccellenza Nuovi Anticoagulanti Orali: aspetti farmacologici, piani terapeutici e gestione pratica

12 Delle Arti

L’arte e la bellezza del creato, riflessioni sulla Laudato si’

18 Fitoterapia&Nutrizione

Obesità e nutraceutica

22 Apotheca&Storia

Medicina e cure nella Preistoria

Questo numero è stato chiuso in redazione il 10 – 3 – 2018

Collaboratori: Stefania Bruno, Paola Brusa, Laura Camoni, Corrado De Vito, Roberto Di Gesù, Gaetano Di Lascio, Claudio Distefano, Vita Di Stefano, Carla Gentile, Aurelio Giardina, Pinella Laudani, Erika Mallarini, Rodolfo Papa, Annalisa Pitino. In questo numero: Gero De Marco, Elisa Drago, Mario Giuffrida, Pinella Laudani, Silvia Nocera, Rodolfo Papa, Valentina Pitruzzella, Giusi Sanci.

Responsabile della redazione e del progetto grafico: Ignazio Nocera Redazione: Valeria Ciotta, Elisa Drago, Christian Intorre, Francesco Maratta, Federica Matutino, Giorgia Matutino, Silvia Nocera, Giusi Sanci. Contatti: theriake@email.it In copertina: Rodolfo Papa, Laudato si’, 2017 olio su tela.

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Editoriale

In alto: Agrigento, Giardino della Kolymbethra.

Nel tentativo di offrire ai colleghi un’opportunità di aggiornamento e di approfondimento, presentiamo Gli Appunti di Formare l’Eccellenza, la rubrica che utilizzeremo per riportare gli atti delle conferenze che AgiFar Agrigento organizza in collaborazione con A. Ti. Far. Federfarma Agrigento. Vuole essere uno strumento facile da consultare e, speriamo, utile per la pratica professionale quotidiana. In questo primo appuntamento, la dottoressa Valentina Pitruzzella e il dottor Mario Giuffrida riassumono gli argomenti trattati nel corso della conferenza dal titolo «Nuovi Anticoagulanti Orali: aspetti farmacologici, piani terapeutici e gestione pratica» svoltasi il 18 febbraio scorso. A pagina 4 la direttrice di IFarma, Laura Benfenati, farmacista e giornalista, accetta di rispondere alle nostre domande regalandoci la prima intervista che abbiamo il piacere di pubblicare su Theriaké. Infine proponiamo ai lettori una lunga pagina culturale realizzata grazie al contributo dell’archeologa Pinella Laudani, che affronta il tema della seduzione femminile nell’antica Grecia; e di Gero De Marco, del FAI di Agrigento, che ci parla della rinascita del Giardino della Kolymbethra.

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Attualità

DALLA PARTE DELLA FARMACIA, SEMPRE Laura Benfenati, vulcanico direttore di IFarma, il seguitissimo mensile indipendente di categoria, racconta a Theriaké la sua esperienza di giornalista marginalità. Quando e perché hai deciso Cos’è oggi la farmacia? di dedicarti al giornalismo Oggi il sistema farmacia sta di categoria? vivendo un’altra rivoluzione Dopo la laurea in Farmacia, lessi sul giornale dell’Ordine epocale. La Legge 124/2017 che la Facoltà di Farmacia di cambierà nuovamente gli Milano organizzava un Corso scenari e il rischio di in comunicazione scientifica. marginalizzazione della Mi trasferii lì per seguirlo e farmacia tradizionale è già nei primi mesi cominciai a molto concreto. I farmacisti collaborare con diverse sono arrivati impreparati a testate sia di categoria sia di questo cambiamento, anche salute rivolte al pubblico. Un se l’entrata dei capitali era anno dopo entrai nella temuta da tempo. redazione della rivista per Il modello tradizionale di medici di medicina generale farmacia oggi ha però due Occhio Clinico, diretta da importanti punti di forza: la Roberto Satolli, un grande capillarità, ancora garantita giornalista scientifico. L’anno dalla pianta organica, e il successivo fui assunta in Utet rapporto privilegiato con i 4 e cominciai a occuparmi di milioni di persone che ogni Tema Farmacia. Nel 2000 giorno entrano nelle oltre sono diventata giornalista 18.000 farmacie sul professionista e direttore territorio. La farmacia della testata, che ho lasciato tradizionale però potrà nel 2007 per passare a Punto essere difesa solo se non rimarrà isolata. Effe. Lo scorso anno ho poi Si è perso molto tempo e creato IFarma con Ismaele temo che oggi la grande rete Passoni, l’Editore che aveva dei farmacisti sia un’utopia: fondato anche Tema e Punto spero però di essere smentita dai fatti e che Federfarma e Effe. Quanto ha influito sulle tue scelte e sulla tua Federfarma Servizi riescano davvero a realizzarla. formazione una città culturalmente vivace e aperta, Che ruolo giocano oggi le associazioni di categoria in sede di una Università antichissima come Ferrara? uno scenario in parte segnato, in parte ancora Gli anni ferraresi sono stati bellissimi, ho studiato lì con incerto, da arrivo dei capitali e impoverimento mio fratello, è la città ideale per frequentare l’università. dell’Ssn? Sono nata e cresciuta a Treviso, ma quando ho deciso di Le associazioni di categoria saranno ancora fondamentali iscrivermi a Farmacia sono andata a Ferrara, dove si se riusciranno a rinnovarsi. Sostengo da anni erano laureati i miei genitori e prima l’importanza del ricambio periodico ancora mia nonna materna. Tutti in «I farmacisti per troppi anni sono dei vertici di Ordine e Sindacato. Ed farmacia, naturalmente. rimasti immobili ad aspettare che è importante la formazione, Come hai visto cambiare la soprattutto in ambito sindacale: non farmacia in questi ultimi vent’anni? altri decidessero quale doveva ci si può improvvisare nella difesa La farmacia è rimasta il prezioso essere il loro futuro» della categoria, è troppo alta la posta presidio di salute che tutti in gioco. conosciamo e apprezziamo ma intorno a lei è cambiato il Come pensi evolverà la farmacia in un prossimo mondo. I farmacisti per troppi anni sono rimasti immobili futuro e che ruolo pensi avrà il farmacista? ad aspettare che altri decidessero quale doveva essere il Difficile prevedere l’assetto del servizio farmaceutico tra loro futuro. È triste constatare che su certi argomenti — qualche anno, tra l’arrivo delle grandi catene e il ruolo di l’aggregazione, per esempio — potrei scrivere gli stessi soggetti come Amazon che hanno evidenti interessi a editoriali pubblicati su Tema Farmacia quasi vent’anni fa. entrare nel settore salute. Improbabile che la singola Sono stati fatti errori enormi, frutto di una politica farmacia possa riuscire a competere. Più facile che lo sindacale che per troppi anni ha giocato in difesa e non in facciano le reti locali, molto organizzate, che già oggi in alcune zone presidiano il territorio. Io vedo un futuro in attacco. Ci si doveva opporre duramente alle due leggi — rete ineluttabile, per poter sfruttare economie di scala e la 405/2001 e il famigerato decreto Bersani del 2006 — riuscire a competere con i grandi gruppi. Non pensiamo che hanno indebolito la farmacia. Non si dovevano per che i nuovi competitors facciano solo sconti e disseminino decenni bloccare i concorsi, alimentando l’insofferenza sul territorio farmacie discount: in molti casi all’estero dei non titolari. E negli ultimi anni non si poteva fallire forniscono servizi di grande qualità. La farmacia del sulla riforma della remunerazione, che era fondamentale perché l’azienda farmacia potesse recuperare futuro non potrà che essere molto professionale, ben

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Attualità

editoriale delle testate di cui mi sono occupata e le ha per inserita nel Sistema sanitario e indispensabile sul tanti anni differenziate dalle altre. Mi sono sempre sentita territorio per la prevenzione e la presa in carico dei una di voi, non senza polemiche con i vertici sindacali, pazienti cronici. quando non difendevano abbastanza la categoria. Hai sempre dato molto spazio alle iniziative Chi è stato il personaggio che più ti ha divertito promosse dei giovani. Quanto pensi sia importante intervistare? da un punto di vista giornalistico, valorizzare Davvero emozionante è stato incontrare a casa sua Ron, l’impegno dei giovani a favore della categoria? uno dei miei cantanti preferiti. Su Ricordo un periodo d’oro di «La farmacia del futuro non potrà che IFarma abbiamo ripreso la buona Fenagifar e molti dei vertici di abitudine di dedicare le copertine, Ordine e Federfarma provengono essere molto professionale, ben oltre che a esponenti del nostro da quell’esperienza. All’epoca i inserita nel Sistema sanitario e settore, anche a personaggi molto giovani farmacisti avevano anche indispensabile sul territorio per la noti. Siamo partiti con Sgarbi, un loro organo di stampa, prevenzione e la presa in carico dei Nibali, De Bortoli e Mara Pharmacy, e comunicavano molto Maionchi. di più con l’intera categoria. pazienti cronici» E chi ti ha colpito di più in tanti Voi di Agrigento siete anni di professione? particolarmente attivi ed è ottima l’idea di raccontare le Sicuramente Mario Melazzini, prima che diventasse tante iniziative che promuovete. Non mollate, c’è bisogno direttore di Aifa, diversi anni fa. Abbiamo parlato a lungo più che mai della vostra energia in questo momento. della sua malattia. E poi bella è stata l’intervista a Don Che ruolo devono avere i giovani nell’attuale Gino Rigoldi, il cappellano del Carcere minorile Beccaria scenario della farmacia? di Milano, prete in prima linea nell’assistenza ai ragazzi Siete fondamentali. Un grande limite della categoria è sia qui nel nostro Paese sia in Romania. sempre stato l’individualismo: i titolari, impegnati nelle E il momento più emozionante della tua carriera? loro aziende, hanno spesso trascurato le loro Ce ne sono stati tanti, ho avuto la associazioni. Da voi giovani può partire la rinascita: non perdete «Da voi giovani può partire la rinascita: fortuna in tutti questi anni di lavorare con colleghi straordinari occasione di dire la vostra che sono diventati cari amici. opinione, di sollecitare il dibattito. non perdete occasione di dire la vostra Sicuramente però mi ha cambiato Ostacolate l’immobilismo e opinione, di sollecitare il dibattito. promuovete l’approfondimento, Ostacolate l’immobilismo e promuovete la vita telefonare, nel 2000, al giovane farmacista che aveva che non basta mai, soprattutto in vinto il concorso Fofi “Dai nostri periodi come questo di tante, l’approfondimento … » inviati speziali” e offrirgli una troppe inutili news e poche rubrica sulla mia rivista. Ridevo così tanto quando mi riflessioni approfondite. arrivavano i suoi pezzi in redazione! Io e Gabriele ci Quanto ti sta dando questa nuova sfida alla guida di siamo sposati nel 2002 e l’anno scorso l’ho convinto a IFarma? ricominciare a scrivere i suoi articoli deliranti su Adoro il mio mestiere e quando Ismaele Passoni — un IFarma. vero Editore con il quale è sempre un grande piacere Ci regali un in bocca al lupo per Theriaké? lavorare — mi ha chiamato per fondare una nuova Certo! Un grandissimo “In bocca al lupo”, ragazzi: siete il rivista, mi sono buttata a capofitto in questa avventura. futuro di una categoria preziosa, difendetela con tutte le C’è grande entusiasmo, abbiamo ricevuto un sacco di vostre forze. riscontri positivi dai farmacisti e dalle aziende, continuiamo a creare nuove rubriche e supplementi s. n. monografici e a coinvolgere su IFarma firme autorevoli. All’insegna dell’approfondimento di qualità, che a mio parere richiede ancora una rivista cartacea. “Dalla parte dei farmacisti, sempre”: questa è sempre stata la linea

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Gli Appunti

di Formare l’Eccellenza 1

A.ti.far. – Federfarma Agrigento

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Gli appunti di Formare l’Eccellenza

NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI Aspetti farmacologici, piani terapeutici e gestione pratica

Valentina Pitruzzella*, Mario Giuffrida**

In Sicilia la mortalità per malattie cardiovascolari risulta più elevata rispetto ad altre Regioni e ciò è evidente anche dall’aumento dei consumi, evidenziati attraverso l’analisi dei dati di consumo, dei farmaci utilizzati per la cura delle patologie cardiache. Persistono, ancora oggi, forti influenze negative sulla salute, specie sull’incidenza delle malattie cerebro e cardio-vascolari, per quanto riguarda alcuni fattori di rischio ed in particolare obesità, sedentarietà, iperglicemia, diabete e fumo e su di essi bisognerà concentrare l’attenzione per i prossimi anni. Infatti, in Sicilia, la prima causa di morte è rappresentata dalle patologie del sistema circolatorio, che insieme ai tumori maligni (seconda causa di morte), rappresentano più dei 2/3 dei decessi avvenuti nel periodo in esame [1]. Tra le patologie cardiovascolari, la fibrillazione atriale (FA) presenta, nella popolazione italiana, un’incidenza dell’1,85% in linea ai dati di Paesi come la Germania e l’Inghilterra che mostrano rispettivamente un’incidenza del 2% e del 1,8%. I pazienti con FA sono spesso fragili e compromessi da un punto di vista generale. Per la maggior parte sono anziani, con cardiopatia in una alta percentuale di casi (ischemica nel 19%, dilatativa ischemica e non nel 6%, malattia valvolare nel 12%, ipertrofia ventricolare sinistra nel 35%) e con un alto tasso di co-morbilità. Il 75% dei pazienti con FA presenta ipertensione arteriosa, il 26,8% insufficienza renale, il 25% diabete, il 20-25% broncopneumopatie croniche ostruttive e il 25% scompenso cardiaco [2]. La FA è l’aritmia cardiaca più frequente e la più importante aritmia atriale; è caratterizzata dalla propagazione di segnali elettrici rapidi e disorganizzati negli atrii, che a loro volta si contraggono in maniera rapida, irregolare e inefficace propagando ai ventricoli più impulsi elettrici di quanti possano essere trasmessi. Le cause della FA possono essere distinte in cardiache (post infarto, ipertrofia ventricolare sinistra, scompenso cardiaco, valvulopatia, cardiopatia congenita), non cardiache (infezioni, squilibri elettrolitici, ipertiroidismo, obesità, diabete), chirurgiche (toracotomia, by pass aorto coronarico), connesse all’alimentazione/stile di vita (stress, alcool) ed idiopatiche. I sintomi tipici della FA sono le palpitazioni, l’affaticamento, il dolore toracico, le vertigini, la sincope e la dispnea. La FA rappresenta un fattore di rischio indipendente per ictus ischemico [3,4]. Lo studio Framingham ha analizzato 5.070 soggetti di età compresa tra 30 e 62 anni senza patologie cardiovascolari (compresa la FA) al momento dell’arruolamento, che sono stati seguiti in maniera prospettica ogni 2 anni per valutare l’insorgenza di patologie cardiovascolari. Dopo un follow-up di 34 anni, questo studio ha valutato l’impatto delle diverse patologie cardiovascolari, compresa la FA, sull’incidenza di ictus [3]. Questo studio ha evidenziato che la FA aumenta il rischio di ictus di 4–5

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volte rispetto ai pazienti senza FA (senza FA all’inizio di ciascun biennio) in tutti i gruppi di età. Inoltre, la percentuale media di ictus ischemico nei pazienti con FA era di circa il 5% per anno. Comunque, è stato dimostrato che la frequenza di ictus aumenta con l’età, con una stima del 23,5% nei pazienti con FA di età compresa tra 80 e 89 anni [3,4]. Il tromboembolismo venoso comprende: Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare. I fattori determinati si distinguono in transitori (es. chirurgia o ospedalizzazione), continui/irreversibili (cancro) e le forme ad eziologia sconosciuta ovvero idiopatica. La terapia anticoagulante è il trattamento d’elezione nella prevenzione primaria e secondaria dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale e dell’embolia polmonare in pazienti con trombosi venosa. L’efficacia degli anticoagulanti orali tradizionali (warfarin e acenocumarolo) è stata ampiamente dimostrata ma questi farmaci hanno alcune limitazioni. I pazienti devono infatti sottoporsi a un monitoraggio di laboratorio, regolare e sistematico, per i parametri della coagulazione. A fronte della loro provata efficacia, gli antagonisti della vitamina K hanno alcune limitazioni relative alle caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche che ne rendono non semplice l’impiego nella pratica clinica: l’inizio d’azione lento, l’imprevedibilità della risposta farmacologica determinata soprattutto dalla variabilità interindividuale nel metabolismo citocromo P450dipendente, la stretta finestra terapeutica, la necessità di un monitoraggio di routine dei parametri della coagulazione, la necessità di frequenti aggiustamenti posologici e le numerose interazioni farmacologiche e alimentari. I pazienti che ne fanno uso sono perciò costretti a un monitoraggio di laboratorio regolare e sistematico per ridurre sia le complicanze emorragiche sia quelle trombotiche, oltre che a limitazioni alimentari e a tenere presente i potenziali rischi in caso di altri trattamenti farmacologici. Nonostante queste cautele, il mantenimento dei valori del rapporto internazionale normalizzato (INR) entro l’intervallo raccomandato (da 2,0 a 3,0) è ottenuto in poco più della metà dei pazienti trattati. Nella pratica clinica tali limiti si traducono in un sottoutilizzo degli antagonisti della vitamina K, in un’inadeguata anticoagulazione e in frequenti interruzioni del trattamento. Allo scopo di superare queste limitazioni sono stati sviluppati e sono commercializzati i nuovi anticoagulanti orali (NAO) che sono tra i rimedi terapeutici più importanti dell’ultimo decennio nella prevenzione dell’ictus cerebrale per i

*Cardiologo, ASP di Agrigento **Dirigente farmacista presso il Dipartimento del Farmaco dell’ASP di Caltanissetta

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Gli appunti di Formare l’Eccellenza

Figura 1. Siti d’azione del warfarin e dei nuovi anticoagulanti orali nella cascata coagulativa. Diversamente da warfarin, i nuovi anticoagulanti orali inibiscono direttamente un determinato enzima della cascata. In particolare, rivaroxaban, apixaban ed edoxaban sono inibitori del fattore Xa, mentre dabigatran inibisce il fattore IIa, ovvero la trombina [5].

pazienti con fibrillazione atriale: • Apixaban (Eliquis); • Dabigatran (Pradaxa); • Edoxaban (Lixiana); • Rivaroxaban (Xarelto) [5]. Il meccanismo d’azione di warfarin prevede l’effetto antagonista della modificazione post-traduzionale, vitamina K-dipendente, dei fattori II, VII, IX e X nel fegato. Diversamente, i NAO inibiscono direttamente l’attività biologica del fattore Xa (fXa) o della trombina, ovvero proteasi chiave nella cascata coagulativa. In particolare, apixaban, rivaroxaban ed edoxaban inibiscono in modo reversibile il fXa mentre dabigatran inibisce la trombina

Principio Attivo

sempre in modo reversibile e selettivo [5] (Figura 1). In Sicilia, i NAO, classificati in fascia A-PHT (prontuario della continuità assistenziale ospedale territorio), vengono prescritti dai medici specialisti (operanti presso le UU.OO. formalmente riconosciute pubbliche e private accreditate di cardiologia, medicina interna, neurologia, geriatria, ematologi di centri di trombosi ed emostasi, nonché da parte degli stessi specialisti delle stesse branche convenzionati interni) e dal 1 dicembre 2017 vengono erogati in “distribuzione per conto” (DPC) attraverso le farmacie convenzionate con il SSN [6] previa consegna della ricetta SSN e del piano terapeutico on line AIFA riportante, nel caso della FANV, l’avvenuta

Specialità Medicinali e Confezionamenti

Somministrazione*

Eliquis 2,5 mg X 60 CPR

Due Somministrazioni giornaliere (una cpr ogni ogni 12 ore)

Eliquis 5 mg X 60 CPR

Due Somministrazioni giornaliere (una cpr ogni ogni 12 ore)

Pradaxa 110 mg X 60 CPS

Due Somministrazioni giornaliere (una cpr ogni ogni 12 ore)

Pradaxa 150 mg X 60 CPS

Due Somministrazioni giornaliere (una cpr ogni ogni 12 ore)

Lixiana 30 mg X 28 CPR

Monosomministrazione – Una sola volta al giorno

Lixiana 60 mg X 28 CPR

Monosomministrazione – Una sola volta al giorno

Xarelto 15 mg X 42 CPR

Monosomministrazione – Una sola volta al giorno

Xarelto 20 mg X 28 CPR

Monosomministrazione – Una sola volta al giorno

Apixaban

Dabigatran

Edoxaban

Rivaroxaban

Tabella 1. NAO, specialità medicinali e rispettivi confezionamenti disponibili in DPC (Regione Siciliana). *Attenzionare fase acuta per indicazione TVP EP Xarelto ed Eliquis.

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Gli appunti di Formare l’Eccellenza

PT AIFA CON PRESCRIZIONE PER L’INDICAZIONE FANV

DISPENSAZIONE PER L’INDICAZIONE FANV

Prescrizione Eliquis 5 mg die

Dispensazione Eliquis 2,5 mg 60 CPR da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Eliquis 10 mg die

Dispensazione Eliquis 5 mg 60 CPR da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Pradaxa 220 mg die

Dispensazione Pradaxa 110 mg 60 CPS da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Pradaxa 300 mg die

Dispensazione Pradaxa 150 mg 60 CPS da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Lixiana 30 mg die

Dispensazione Lixiana 30 mg 28 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Prescrizione Lixiana 60 mg die

Dispensazione Lixiana 60 mg 28 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Prescrizione Xarelto 15 mg die

Dispensazione Xarelto 15 mg 42 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Prescrizione Xarelto 20 mg die

Dispensazione Xarelto 20 mg 28 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Tabella 2. Modalità di dispensazione dei NAO per l’indicazione FANV.

PT AIFA CON PRESCRIZIONE PER L’INDICAZIONE TVP EP

DISPENSAZIONE PER L’INDICAZIONE TVP EP

Prescrizione Eliquis 10 mg 2 volte die (giorni 1 e 7) e 5 mg due volte die (da giorno 8 e successivi)

Dispensazione Eliquis 5 mg 60 CPR da prendere due cpr ogni 12 ore per i primi 7 giorni e una cpr ogni 12 ore per i successivi giorni

Prescrizione Eliquis 2,5 mg x 2 (nella prevenzione recidive)

Dispensazione Eliquis 2,5 mg 60 CPR da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Pradaxa 220 mg die

Dispensazione Pradaxa 110 mg 60 CPS da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Pradaxa 300 mg die

Dispensazione Pradaxa 150 mg 60 CPS da prendere una cpr ogni 12 ore

Prescrizione Lixiana 30 mg die

Dispensazione Lixiana 30 mg 28 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Prescrizione Lixiana 60 mg die

Dispensazione Lixiana 60 mg 28 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Prescrizione Xarelto 15 mg x 2 volte die x 3 Settimane e poi 20 mg die x i successivi giorni

Dispensazione di una confezione di Xarelto 15 mg x 42 CPR per la terapia delle prime 3 settimane (1 cpr da 15 mg ogni 12 ore x 21 giorni) e dispensazione della confezione di Xarelto 20 mg x 28 CPR x le somministrazioni successive di una compressa da 20 mg al giorno

Prescrizione Xarelto 20 mg die

Dispensazione Xarelto 20 mg 28 CPR da prendere una cpr ogni 24 ore

Tabella 3. Modalità di dispensazione dei NAO per l’indicazione TVP EP.

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Gli appunti di Formare l’Eccellenza

attestazione dell’indagine ecocardiografica effettuata. È importante ricordare che i piani terapeutici AIFA prescritti da specialisti operanti presso strutture fuori dalla Regione Siciliana devono essere conformati da parte dei Servizi di Farmacia della ASP di residenza del paziente. Il farmacista per poter dispensare i NAO in DPC deve verificare che il piano terapeutico sia timbrato e firmato in originale e che venga indicata la seguente dicitura: «Copia valida per N. ____ confezioni». Inoltre, nel caso in cui il piano terapeutico riporti l’indicazione FANV, il farmacista deve verificare che il clinico abbia riportato l’avvenuta effettuazione dell’indagine ecocardiografica necessaria ai fini di una corretta diagnosi di fibrillazione atriale non valvolare. Possono essere prescritte e quindi dispensate al massimo due confezioni per mese. Le specialità medicinali, e i rispettivi confezionamenti, disponibili in DPC sono elencati in Tabella 1. Trattandosi di farmaci molto particolari è necessario porre l’attenzione sulla posologia indicata sul piano terapeutico AIFA che riporta esclusivamente la dose complessiva giornaliera: infatti la circolare di chiarimento

diramata dal Dipartimento Regionale per la Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute invita il clinico ad indicare a margine della stampa del PT il dosaggio delle confezioni da consegnare al paziente (Tabella 2, Tabella 3). Non sono erogabili in DPC i NAO prescritti per l’indicazione «prevenzione primaria di episodi tromboembolici in pazienti adulti sottoposti a chirurgia sostitutiva elettiva totale dell’anca o del ginocchio». Si tratta di confezionamenti di NAO (tra cui Pradaxa 75 mg e Xarelto da 10 mg) che continuano ad essere erogate in forma diretta da parte della farmacia ospedaliera del centro che ha effettuato l’intervento o, in caso di struttura privata accreditata, da parte delle farmacie territoriali dell’ASP di residenza del paziente [7]. Uno dei maggiori timori sull’utilizzo dei NAO da parte degli addetti ai lavori è il rischio di complicanze emorragiche. Tali eventi, post-traumatici o spontanei, possono essere quantitativamente variabili e pertanto richiedere un provvedimento medico più appropriato. Secondo la definizione dell’International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH), possiamo dividere i

Tabella 4. Primi 30 principî attivi in ordine decrescente di spesa regionale per medicinali erogati in distribuzione diretta e per conto.

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Gli appunti di Formare l’Eccellenza

sanguinamenti in maggiori e minori, dove per definire un “sanguinamento maggiore” dovremmo trovarci in una delle seguenti condizioni: • sanguinamento fatale; • sanguinamento sintomatico coinvolgente un’area critica o organo (es. intracranico, intraspinale, intraoculare, retroperitoneale, intra-articolare o pericardico); • riduzione del valore di emoglobina ≥2 g/dl, o in caso risulti necessaria una trasfusione di ≥2 unità di sangue fresco o di emazie concentrate. Si intendono, invece come “sanguinamenti minori” tutti i sanguinamenti non contemplati tra i precedenti. Tutti i farmaci inibitori della P-gp e/o del sistema dei citocromi, prevalentemente P3A4, sono potenzialmente in grado di aumentare la biodisponibilità dei NAO, elevando le concentrazioni ematiche di questi farmaci fino a causare un aumento del rischio di eventi emorragici. Viceversa, tutti i farmaci in grado di indurre (potenziare) la P-gp e il sistema dei citocromi P3A4 possono ridurre la biodisponibilità dei NAO con conseguenti bassi livelli ematici dei NAO e aumento del rischio di eventi tromboembolici [8].

Le recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia, con un livello di evidenza IA, raccomandano l’utilizzo dei NAO nei pazienti con FANV eleggibili al trattamento (quindi senza valvole meccaniche o insufficienza mitralica moderata/severa e con un fattore di rischio cardiovascolare CHA2DS2-VASc maggiore o uguale a 2) rispetto agli antagonisti della vitamina K [9]. Il maggiore utilizzo dei NAO è messo in evidenza dagli ultimi dati resi disponibili da AIFA attraverso il rapporto OSMED 2016 sull’impiego dei farmaci in Italia. Emerge che tra i primi 30 principi attivi in ordine decrescente di spesa regionale per i farmaci distribuiti in forma diretta o in DPC, al decimo posto c’è il rivaroxaban, al quindicesimo l’apixaban e al diciannovesimo il dabigatran [10] (Tabella 4). Con il continuo invecchiamento della popolazione è probabile un incremento nell’utilizzo dei NAO, pertanto è necessaria una gestione corretta e attenta di questi farmaci per garantire appropriatezza d’uso e sostenibilità economica. Sul sito della Regione Siciliana è disponibile un link per le informazioni relative alla DPC [11].

Bibliografia: 1. 2.

3.

4.

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Decreto 31 marzo 2017 Riorganizzazione della rete ospedaliera ai sensi del D.M. 2 aprile 2015, n. 70 Zoni-Berisso M, Filippi A, Landolina M, et al. Frequency, patient characteristics, treatment strategies, and resource usage of atrial fibrillation (from the Italian Survey of Atrial Fibrillation Management [ISAF] study). Am J Cardiol 2013; 111: 705-11. Wolf PA, Abbott RD, Kannel WB. Atrial fibrillation as an independent risk factor for stroke: the Framingham Study. Stroke 1991;22:983–988. Singer DE et al. Antithrombotic therapy in atrial fibrillation: American College of Chest Physicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines (8th Edition). Chest 2008;33:546S–592S.

5. 6. 7.

G Ital Cardiol 2015;16(11 Suppl 1):3S-16S GURS n. 44 del 20 ottobre 2017 Nota Protocollo 92891 del 7/12/2017 del Dipartimento Regionale per la Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute 8. G Ital Cardiol 2016;17(9 Suppl 1):3S-28S 9. Linee Guida FA ESC 2016 http://www.amge.it/wp/wpcontent/uploads/2016/10/LINEE-GUIDA-FA-ESC-20161.pdf 10. Rapporto Osmed 2016 http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/luso-deifarmaci-italia-rapporto-osmed-2016 11. http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_POR TALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssessoratoSalute/ PIR_DipPianificazioneStrategica/PIR_Servizio7/PIR_DPC

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Delle Arti

L’ARTE E LA BELLEZZA DEL CREATO Riflessioni sulla “Laudato si’”

Rodolfo Papa L’Enciclica Laudato si’ firmata da papa Francesco nel giorno di Pentecoste del 2015 e diffusa successivamente, propone una profonda e articolata riflessione sull’ambiente come “casa comune”, dunque una vera riflessione eco-logica. Nel contesto della ecologia integrale, proposta da papa Francesco, è possibile rintracciare alcuni elementi utili per una fondazione “ecologica” dell’arte, ovvero un’arte fondata sulla bellezza naturale e rispettosa delle regole che la natura stessa presenta a tutti gli uomini [1]. Partendo dal Cantico delle Creature di san Francesco, il Papa ricorda che la terra è sia sorella che madre; infatti, noi stessi siamo terra, come rivela Genesi 2,7 e «il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta» (n. 2). La riflessione sull’ambiente è cara a papa Francesco; fin dall’inizio del suo Ministero ha invitato a essere “custodi dei doni di Dio”: «La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato

Figura 1. Rodolfo Papa, Laudato si’. 2017.

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san Francesco d’Assisi». Questa attenzione ecologica non è nuova nella sensibilità della Chiesa. Papa Francesco fa esplicito e prioritario riferimento alla Enciclica Pacem in Terris di san Giovanni XXIII, alla Lettera apostolica Octogesima adveniens del beato Paolo VI, all’”interesse crescente” di san Giovanni Paolo II espresso nelle Encicliche Redemptor Hominis, Sollicitudo Rei Socialis e Centesimus Annus, e infine alla Enciclica Deus Caritas Est di Benedetto XVI. Inoltre nel testo della Laudato Si’ sono molto frequenti anche i riferimenti al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa e ai documenti redatti dalle Conferenze Episcopali di tutto il pianeta. Si fa riferimento al patrimonio filosofico e teologico della tradizione. Viene citato anche l’impegno delle altre Chiese e Comunità Cristiane, in modo particolare i messaggi del Patriarca Bartolomeo. Ma si riferisce anche alle culture, ai risultati di varie scienze, al patrimonio sapienziale umano: «alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità» (n. 63). L’Enciclica infatti ha una tessitura realmente interdisciplinare: «nessun ramo delle scienze e nessuna forma di saggezza può essere trascurata, nemmeno quella

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L’AUTORE Rodolfo Papa, pittore, scultore, teorico, storico e filosofo dell’arte. Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Docente di Storia delle teorie estetiche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Sant’Apollinare, Roma; il Master di II Livello di Arte e Architettura Sacra dell’Università Europea, Roma; l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Santa Maria di Monte Berico, Vicenza; la Pontificia Università Urbaniana, Roma. È Accademico Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Presidente della Accademia Urbana delle Arti. Tra i suoi scritti si contano circa venti monografie e alcune centinaia di articoli (“Arte Cristiana”; “Euntes Docete”; “ArteDossier”; “La vita in Cristo e nella Chiesa”; “Via, Verità e Vita”, “Frontiere”, “Studi cattolici”; “Zenit.org”, “Aleteia.org”; …). Come pittore ha realizzato interi cicli pittorici per Basiliche, Cattedrali, Chiese e conventi (Basilica di San Crisogono, Roma; Basilica dei SS. Fabiano e Venanzio, Roma; Antica Cattedrale di Bojano, Campobasso; Cattedrale Nostra Signora di Fatima a Karaganda, Kazakistan; Eremo di Santa Maria, Campobasso; Cattedrale di San Panfilo, Sulmona; chiesa di san Giulio I papa, Roma; San Giuseppe ai Quattro Canti, Palermo; Sant'Andrea della Valle, Roma …). religiosa con il suo linguaggio proprio» (n. 63); nella consapevolezza, offerta dalla testimonianza di san Francesco, definito “mistico e pellegrino” (n. 10), che «l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e si collegano con l’essenza dell’umano» (n. 11). In questa ecologia “integrale”, la natura viene presentata come un insieme complesso e integrato che richiede un approccio conoscitivo e una cura complessi e integrati. Concorde con papa Benedetto XVI nel ritenere che il relativismo, teorico e pratico, sia una grande minaccia alla casa comune, Papa Francesco aggiunge una peculiare preoccupazione nei confronti del riduzionismo conoscitivo. Se un solo sapere prende prevalenza sugli altri, allora questo sapere non saprà raggiungere la verità del creato e non saprà prendersene cura in modo pienamente umano. «La specializzazione del sapere assolve la propria funzione nel momento di ottenere applicazioni concrete, ma spesso conduce a perdere il senso della totalità, delle relazioni che esistono tra le cose, dell’orizzonte ampio, senso che diventa irrilevante. Questo stesso fatto impedisce di individuare vie adeguate per risolvere i problemi più complessi del mondo attuale, soprattutto quelli dell’ambiente e dei poveri, che non si possono affrontare da un solo punto di vista o da un solo

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tipo di interessi» (n. 110). In modo particolare «una scienza che pretenda di offrire soluzioni alle grandi questioni, dovrebbe necessariamente tenere conto di tutto ciò che la conoscenza ha prodotto nelle altre aree del sapere, compresa la filosofia e l’etica sociale» (n. 110). Il riconoscimento della verità della realtà naturale, nella sua complessa realtà oggettiva, è il primo passo per una autentica custodia del creato. In questa prospettiva, da subito interviene la questione della bellezza che è propria della natura. La bellezza è presente nella natura in quanto Dio ne è autore: «Per questo [San Francesco] chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non coltivata, perché vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di tanta bellezza» (n. 12) [2]. L’aggettivo “bella” è usato poche volte nell’Enciclica, in posizioni peculiarmente importanti. Il primo uso è “fondativo”: innanzitutto “bella” è la terra come “madre”: «“Laudato si’, mi’ Signore”, cantava san Francesco d’Assisi.[…] la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia » (n.1). Un uso ulteriore dell’aggettivo “bella” è in senso critico: la terra diventa «meno ricca e bella» (n. 34) quando gli interventi umani sono solo al servizio della finanza e del consumismo. Dunque la gradualità della bellezza naturale può andare verso il peggioramento a causa degli uomini. Ma “belle” sono anche le opere dell’uomo: infatti, bella è definita anche una città che sa convivere con la natura: «Spesso si trova una città bella e piena di spazi verdi ben curati in alcune aree “sicure”» (n. 45). La dinamica di questi tre passaggi traccia il percorso dell’Enciclica: la terra ci è donata “bella”, interventi sconsiderati dell’uomo la rendono “meno bella”, ma “bella” è la capacità umana di vivere la terra, di coltivarla,

Figura 2. Rodolfo Papa, La stanchezza dell’uomo (ode per l’11 settembre). 2002

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Figura 3. Rodolfo Papa, Theophania.

di costruirla ma con rispetto e stupore. Quando percorreva «La specializzazione del sapere assolve la cura: anche la città può e deve ogni angolo della sua terra, si propria funzione nel momento di ottenere fermava a contemplare la essere bella. Il termine sostantivo “bellezza” applicazioni concrete, ma spesso conduce bellezza seminata dal Padre ricorre molte volte, in diversi suo» (n. 97); «il “salto” contesti, qui nel seguito elencati: a perdere il senso della totalità…» (n.110). nell’ambito della bellezza. Si «il linguaggio della fraternità e può negare la bellezza di un della bellezza nella nostra relazione con il mondo» (n. aereo, o di alcuni grattacieli? Vi sono preziose opere 11); «la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci pittoriche e musicali ottenute mediante il ricorso ai parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua nuovi strumenti tecnici. In tal modo, nel desiderio di bontà»; «Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature bellezza dell’artefice e in chi quella bellezza contempla si per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,5) compie il salto verso una certa pienezza propriamente (n.12); «Dio, autore di tanta bellezza» (n. 12); «la umana» (n. 103); «un individualismo romantico grandezza, l’urgenza e la bellezza della sfida che ci si travestito da bellezza ecologica» (n. 119); «Non basta la presenta» (n.15); «ci illudiamo di ricerca della bellezza nel poter sostituire una bellezza «Una scienza che pretenda di offrire progetto, perché ha ancora più irripetibile e non recuperabile con soluzioni alle grandi questioni, dovrebbe valore servire un altro tipo di un’altra creata da noi» (n. 34); «In bellezza» (n. 150); «Non alcuni luoghi, rurali e urbani, la necessariamente tenere conto di tutto ciò esistono sistemi che annullino privatizzazione degli spazi ha reso che la conoscenza ha prodotto nelle altre completamente l’apertura al difficile l’accesso dei cittadini a bene, alla verità e alla bellezza» aree del sapere, compresa la filosofia e (n. 205); «Prestare attenzione zone di particolare bellezza» (n. 45); «progetto di pace, bellezza e l’etica sociale» (n. 110). alla bellezza e amarla ci aiuta pienezza» (n. 53); «La fede ci ad uscire dal pragmatismo permette di interpretare il significato e la bellezza utilitaristico» (n. 215); «nella spiritualità dell’Oriente misteriosa di ciò che accade» (n. 79); «Il Signore poteva cristiano: «La bellezza, che in Oriente è uno dei nomi con invitare gli altri ad essere attenti alla bellezza che c’è nel cui più frequentemente si suole esprimere la divina mondo, perché Egli stesso era in contatto continuo con la armonia e il modello dell’umanità trasfigurata» (n. 235); natura e le prestava un’attenzione piena di affetto e di «quando contempliamo con ammirazione l’universo

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Figura 4. Rodolfo Papa, Theophania. 2003.

nella sua grandezza e bellezza, dobbiamo lodare tutta la arare o lavorare un terreno, “custodire” vuol dire Trinità» (n. 238); «Maria […] vive con Gesù proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare» (n. completamente trasfigurata, e tutte le creature cantano 67). L’uomo è “signore dell’universo” in quanto deve la sua bellezza. […] Nel suo corpo glorificato, insieme a esserne “amministratore responsabile” (n. 116). Cristo risorto, parte della creazione ha raggiunto tutta la Ma soprattutto nella bellezza del creato si contempla Dio. pienezza della sua bellezza» (n. La casa comune, da custodire e «Prestare attenzione alla bellezza e 241); «Alla fine ci incontreremo coltivare, viene infatti presentata faccia a faccia con l’infinita come una realtà complessa in cui amarla ci aiuta ad uscire dal bellezza di Dio» (n. 243). Infine tutto è in relazione, in cui proprio pragmatismo utilitaristico» (n. 215) la complessità è segno di Dio: “bellezza” ricorre due volte nella “Preghiera per la nostra terra”: «L’insieme dell’universo, con le sue «affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza», molteplici relazioni, mostra al meglio la ricchezza «affinché seminiamo bellezza» e ancora una volta nella inesauribile di Dio» (n. 86). “Preghiera cristiana con il creato”: «insegnaci a La natura viene presentata come un insieme ordinato e contemplarti nella bellezza dell’universo» razionale, un vero “cosmo”; è frequente infatti la classica Il termine “bellezza” viene, dunque, usato in modo immagine del “libro” della natura: «san Francesco, fedele analogico, riferito a varie dimensioni: le cose naturali, gli alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come oggetti della tecnica, l’agire umano, il linguaggio, il uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette progetto di pace. Ma il primo modo di dire la bellezza è qualcosa della sua bellezza e della sua bontà» (n. 12). “la bellezza infinita di Dio”, ogni altra bellezza viene da Questa immagine era già stata usata anche da Benedetto Dio che ne è l’Autore. La bellezza presente nella natura in XVI nella Deus Caritas est, citata da papa Francesco: «“il quanto progetto di Dio, può essere anche proposta nelle libro della natura” è uno e indivisibile” e include opere dell’uomo — che siano arte, tecnologia, città — l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni mediante “il salto nella bellezza”. sociali, e altri aspetti. Di conseguenza, “il degrado della L’uso del termine nelle preghiere finali raduna tutto il natura è strettamente connesso alla cultura che modella percorso: prima di tutto la bellezza è una realtà di cui la convivenza umana”» (n. 6). prendersi cura, poi la bellezza è una realtà che gli uomini Questa natura complessa ha in sé un progetto, alla cui stessi possono seminare. realizzazione gli uomini sono chiamati a contribuire: In questa cura e in questa semina consiste la “cultura «Siamo […] chiamati a diventare gli strumenti di Dio della cura” (n.231) che viene insegnata dagli stessi testi Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha biblici, che «invitano a “coltivare e custodire” il giardino sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, del mondo (cfr. Gen 2,15). Mentre “coltivare” significa bellezza e pienezza» (n. 53).

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Figura 5. Rodolfo Papa, Torre di Babele. 2006

Proprio il termine “creazione”, con il quale la tradizione giudeo-cristiana chiama la natura, esplicita che questo progetto insito nella natura è un progetto di amore, in cui ogni creatura trova il suo significato: «Per la tradizione giudeo-cristiana, dire “creazione” è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la creazione può essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtà illuminata dall’amore che ci convoca ad una comunione universale» (n. 76). Papa Francesco sottolinea insistentemente la trama relazionale del creato, con espressioni ricorrenti quali “Tutto è connesso” (nn. 117 e 138), “Tutto è in relazione”(nn. 70, 92, 120 e 142), “Tutto è intimamente relazione” (n. 137). Queste connessioni, che i saperi umani colgono a ogni livello, esperienziale, sociale, scientifico, ha una apertura trascendente: «In questo universo, composto da sistemi aperti che entrano in comunicazione gli uni con gli altri, possiamo scoprire innumerevoli forme di relazione e partecipazione. Questo ci porta anche a pensare l’insieme come aperto alla trascendenza di Dio, all’interno della quale si sviluppa» (n. 79). Più profondamente, alla luce della Rivelazione cristiana, il mondo delle connessioni ha una motivazione teologica e spirituale: « Tutto è collegato, e questo ci invita a maturare una spiritualità della solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità» (n. 284). Questa complessità ordinata, progettata come trama di

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relazioni e finalità ad immagine di Dio, si esprime come bellezza, segno della soavità divina. Infatti, nella natura «Tutto è carezza di Dio» (n. 84). Numerose opere nel corso della storia dell’arte hanno cercato di rappresentare con la bellezza dell’arte, la natura nella sua bellezza originaria. In modo particolare, è interessante osservare come la natura venga rappresentata nelle rappresentazioni del Paradiso Terrestre, dove il cosmo viene rappresentato come appena uscito dalle mani di Dio. Nella stessa Enciclica, è possibile enucleare la fondazione di un’arte che sia coltivazione della bellezza del creato, argomento che affronteremo nel successivo articolo.

Bibliografia 1. 2.

Cfr. R. PAPA, Papa Francesco e la missione dell’arte, Cantagalli, Siena 2016. Per una riflessione sul valore, anche simbolico, delle erbe spontanee e delle erbe coltivate, cfr. R. PAPA, L’Estetica della Provvidenza. L’utilizzo del paesaggio e della allegoria parenetica delle piante come forma di rappresentazione figurativa della Provvidenza, nel piano dell’opera letteraria dei “Promessi Sposi”, in “I grandi classici della letteratura cristiana Letture teologiche”, a cura del Vicariato di Roma (disponibile on line: http://rodolfopapa.blogspot.it/2015/01/lesteticadella-provvidenza-nei.html).

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M ed.T re s.r.l. Servizi alle farm acie C.F. e P. IV A 1383321 1009 numero verde 800.59.24. 13 info@medtre.it

Palermo 091 5641891 Vi a Cavour 70 Catani a 095 2931979 Vi a Vi ncenzo Gi uffrida 23 Ragusa 0932 1850218

OGGETTO: eso nero co ntributivo triennal e per assunzio ne di giov ani con contratto a tempo indeterminato .

Spett.li Clienti, L’INPS ha emanato in data 02/03/2018 la circolare n. 40 con la quale ha reso note le modalità applicative dell'incentivo in oggetto. L’esonero contributivo in oggetto spetta a condizione che l’assunzione a tempo indeterminato effettuata a decorrere dal 01/01/2018 riguardi sogg etti che no n abbiano compiuto il trentesimo anno di età e non siano mai stati occupati a tempo indeterminato con il medesimo o con altro dato re di lav oro nel corso dell’ intera v ita lavorativa anche presso Paesi esteri. Per le sole assunzioni eff ettuate nel corso dell’ anno 2 018 , la norma prevede che il limite di età del sog getto da assumere sia innalzato fino ai trentacinque anni. La misura dell’incentivo è pari al 50 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL, nel limite massimo di 3.000 euro su base annua, da riparametrare e applicare su base mensile. La durata del beneficio è pari a trentasei mesi a partire dalla data di assunzione; l’esonero contributivo riguarda tutti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (sia nuov e assunzio ni che trasfo rmazioni di precedenti rapporti a termine) fermo il rispetto del requisito anagrafico in capo al lavoratore alla data della nuova assunzione o della conversione a tempo indeterminato. La fruizione dell’esonero contributivo è subordinata al rispetto, da parte del datore di lavoro che assume, delle seguenti condizioni : − regolarità contributiva (DURC); − assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro; − rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali. L’esonero contributivo può essere riconosciuto ai soli datori di lavoro che, nei sei mesi precedenti l’assunzione, non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo nella medesima unità produttiva. Il datore di lavoro, nei sei mesi successivi all’assunzione incentivata, non deve procedere licenziamento per giustificato motivo oggettivo del medesimo lavoratore o di un lavoratore impiegato nella medesima unità produttiva e inquadrato con la medesima qualifica. Il licenziamento effettuato nei sei mesi successivi all’assunzione incentivata, comporta, infatti, la revoca dell’esonero e il recupero del beneficio già fruito. In ordine alla compatibilità con altre agevolazioni, con specifico riferimento all’incentivo della durata di 12 mesi “Occupazione Mezzo giorno”, applicabile, in presenza degli specifici presupposti (sogg etti disoccupati che no n abbiano co mpiuto i 35 anni di età, ov vero dai 3 5 anni in su purché pri vi di un impiego rego larmente retribuito da almeno 6 mesi) alle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel corso dell’anno 2018, si sottolinea la sua cumul abilità per la parte residua con l’incentivo fino al cento per cento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi INAIL, nel limite massimo di 8.060 euro su base annua per lavoratore assunto, riparametrato e applicato su base mensile. In tale ultimo caso preme sottolineare che la cumulabilità può essere effettuata sempre nel rispetto dei principi generali dell'esonero triennale (ossia soggetti che non abbiano compiuto il trentesimo anno di età - trentacinquesimo per il 2018 - e non siano mai stati occupati a tempo indeterminato con il medesimo o con altro datore di lavoro); ne deriva che i so ggetti con più di 35 anni o che in precedenza abbiano lav orato a tempo indeterminato no n potranno usuf ruire dell'esonero triennale ma, ricorrendo ne i presuppo sti , del so lo incentiv o Occupazione Mezzog iorno" che ha durata annuale. Allo scopo di agevolare le verifiche in ordine al possesso dei citati requisiti, l’Istituto ha realizzato un’apposita utility attraverso la quale gli interessati potranno indicare il codice fiscale del lavoratore e conoscere se lo stesso abbia già avuto rapporti a tempo indeterminato. Si fa presente che il riscontro fornito non ha valore certificativo, dal momento che possono sussistere rapporti di lavoro a tempo indeterminato registrati presso altri Paesi. Med.Tre srl


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Fitoterapia&Nutrizione

OBESITÀ E NUTRACEUTICA Nutraceutica: la fusione tra nutrizione e farmaceutica

Elisa Drago*

L’obesità è la più diffusa malattia metabolica nel mondo occidentale [1]. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), nel 2014 oltre 1,9 miliardi di adulti e 41 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età erano in sovrappeso o affetti da obesità [2]. In Europa, circa il 50% della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre il 30% è obeso, con una maggiore prevalenza nei Paesi dell’est e del sud Europa e con una lieve prevalenza nelle donne rispetto agli uomini [3]. In Italia, dall’Indagine Multiscopo dell’Istat è emerso che, nel 2015, il 45,1% della popolazione oltre i 18 anni è in eccesso di peso (35,3% in sovrappeso, 9,8% obeso), con tendenza crescente nel tempo, soprattutto tra i maschi (da 51,2% nel 2001 a 54,8% nel 2015) [4]. Questi dati sono allarmanti, tenendo conto del fatto che l’aumento patologico del peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo influisce negativamente sullo stato di salute e che le malattie associate all’obesità, soprattutto cardiovascolari, rappresentano le principali cause di morte in Italia e causano un costo sanitario non indifferente, costo che aumenta proporzionalmente al BMI (indice di massa corporea): 480 euro/anno pro capite per un soggetto normopeso vs 580-1080 euro/anno pro capite per un soggetto con obesità [5]. Uno stile di vita “biologicamente” corretto con alimentazione secondo le linee

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guida accreditate e adeguato livello di attività fisica, rimane la pietra angolare di un efficace trattamento dell’obesità. D’altro canto il recupero e il mantenimento di un corretto stile di vita sono difficili da realizzare. Per tale motivo, accanto ai trattamenti farmacologici e di chirurgia bariatrica, da qualche tempo sono stati proposti sul mercato integratori/supplementi con azione nutraceutica che, con vari meccanismi, sembrano essere in grado di favorire una rilevante perdita di peso in assenza di significativi effetti collaterali. Il valore di mercato di tali prodotti è cresciuto vertiginosamente, raggiungendo oltre un milione di dollari nel 2015 per il solo mercato statunitense, con un tasso di crescita previsto nel periodo 2015-2025 del 7,4% [6,7]. Sul mercato sono stati individuati oltre 50 integratori e più di 125 combinazioni di sostanze proposte per il trattamento di

sovrappeso/obesità. L’uso di integratori per perdere peso sembra essere comune tra molti segmenti della popolazione adulta degli Stati Uniti. Molti ne fanno uso per tempi lunghi e tendono a non trasferire questa informazione al medico di riferimento, malgrado questi preparati possano contenere sostanze con azione farmacologica che possono interferire con lo stato di salute e/o con altre terapie in atto [9, 10]. *Farmacista

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Fitoterapia&Nutrizione

Nutraceutici: meccanismi d’azione ipotizzato nel trattamento del sovrappeso/obesità Nutraceutici Phytochemicals: polifenoli, flavonoidi, fitosteroli, alcaloidi quali capsaicina e caffeina.

Meccanismi d’azione ipotizzati

• • •

inibizione della biosintesi di acidi grassi e/o dell’assorbimento di acidi grassi e di colesterolo a livello intestinale modulazione di diversi pathway coinvolti nella digestione dei carboidrati, il deposito di acidi grassi, la produzione di insulina e l’uptake cellulare di glucosio aumento del dispendio energetico, riduzione dell’appetito inibizione della differenziazione degli adipociti e della lipasi pancreatica

Fibra solubile: ricca in pectine, gomme e mucillagini e fibra insolubile (cellulosa, …

• • •

sostituzione di nutrienti a più alto contenuto energetico in dieta rallentamento/inibizione dell’assorbimento di nutrienti a livello intestinale effetto saziante

Acidi grassi insaturi

• •

riduzione dell’azione di alcuni enzimi responsabili della sintesi di acidi grassi incremento dell’ossidazione lipidica e della termogenesi

Proteine

• • •

effetto saziante effetto termogenetico induzione della sintesi del peptide-tirosina-tirosina, PYY

Calcio

• •

escrezione fecale di grassi effetto termogenetico

Probiotici

• • • • •

contrasto alla proliferazione di microrganismi sfavorevoli modulazione dell’appetito inibizione dell’assorbimento degli acidi grassi azione favorente l’omeostasi e l’integrità della mucosa intestinale riduzione dello stato infiammatorio.

• •

Tabella 1. Nutraceutici, meccanismi d’azione ipotizzati nel trattamento del sovrappeso/obesità I meccanismi d’azione proposti per i differenti nutraceutici antiobesità sono: • l’incremento del dispendio energetico, up-regulation dell’espressione genica della UCP-1 - uncoupling protein 1; • la diminuzione del senso di fame: l’incremento del tono noradrenergico comporta un aumento del senso di sazietà e del dispendio energetico e un aumento dell’ossidazione degli acidi grassi; • l’azione inibitoria dell’attività lipasica con riduzione dell’assorbimento dei grassi; • l’azione regolatoria sulla differenziazione degli adipociti con blocco della attività di alcuni fattori di trascrizione C/EBP - CCAAT/enhancer binding protein beta e PPAR peroxisome proliferator-activated receptor gamma; • un’azione diretta sui sistemi di regolazione del metabolismo lipidico un incremento della lipolisi, attraverso, ad esempio, l’attivazione della adenosine monophosphate-activated Theriaké

protein kinase (AMPK) comporta l’idrolisi dei trigliceridi e di conseguenza una minore possibilità di accumulo degli stessi. Da notare che molti di questi studi, soprattutto quelli che coinvolgono processi biochimici e di differenziazione cellulare, sono stati svolti su modelli animali e il passaggio all’uomo non necessariamente può dare risultati analoghi [11]. I nutraceutici proposti sono in genere derivati da piante, frutta (agrumi e frutti di bosco ad esempio) ortaggi (soia), semi e spezie (foglie di tè) particolarmente ricche in sostanze bioattive (Tabella 1). Conclusioni Sebbene esista un razionale per proporre alcuni nutraceutici tra gli strumenti che possono coadiuvare il trattamento di sovrappeso/obesità, al momento purtroppo non esistono molte evidenze scientifiche solide, mentre in alcuni casi sono stati messi in evidenza rischi per la salute. I problemi di sicurezza d’uso già da tempo posti non sembrano ancora adeguatamente definiti. Anno I Numero 3 – Marzo 2018

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Fitoterapia&Nutrizione Rimane il problema di sostanze spesso non adeguatamente studiate dal punto di vista farmacologico il cui uso è spesso fuori

controllo [16]. La Food and Drug Administration statunitense ha vietato il ricorso a prodotti contenenti efedra-caffeina. Dubbi esistono anche sulla sicurezza d’uso di altri prodotti quali, ad esempio, l’Hypericum perforatum ed il cromo

per prolungati periodi d’uso [8]. In conclusione, se esiste un razionale per proporre alcuni nutraceutici tra gli strumenti che possono coadiuvare il trattamento di sovrappeso/obesità, al momento purtroppo non esistono molte evidenze scientifiche solide, mentre in alcuni casi sono stati messi in evidenza rischi per la salute. È un mondo, quello dei nutraceutici, che necessita di studi più accurati che tra l’altro contribuiscano a sfatare alcuni miti infondati e dannosi: alimenti (e sostanze in essi contenute), che, in assenza di qualsiasi supporto scientifico, sono pubblicizzati come in grado di far perdere peso (pompelmo, ananas, mele, cetrioli, pane integrale...), o che propongono una perdita di peso, ma non di massa grassa con rischio di disidratazione e/o sarcopenia [17].

Bibliografia: 1. 2. 3. 4. 5.

6.

7.

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Formiguera X, Canton A. Obesity: epidemiology and clinical aspects. Best Practice & Research Clinical Gastroenterology. 2004; 18: 1125- 1146. Obesity and overweight. World Health Organization (WHO) Fact sheet, June 2016, Country profiles on nutrition, physical activity and obesity in the 53 WHO European Region Member States (2013), Indagine Multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana” 26 luglio 2016. Vincenzo Atella e Joanna Kopinska. I costi dell’obesità. Fondazione Economia “Tor Vergata”, Istituto Superiore di Sanità e Società Italiana di Medicina Generale. Ottobre 2012. Bloomer RJ, Canale RE, Blankenship MM. Hammond KG. Fisher-Wellman KH, Schilling BK. Effect of the dietary supplement meltdown on catecholamine secretion, markers of lipolysis, and metabolic rate in men and women: A randomized, placebo controlled, cross-over study. Lipids Health Dis. 2009. Dietary Supplements Market-Driven by Increasing Demand for Health Products: Global Industry Analysis and Opportunity Assessment 2015- 2025. Available online: http://www.futuremarketinsights.com/reports/dietarysupplements-market (accessed on 20 August 2016). Saper RB, Eisenberg DM, Phillips RS. Common dietary supplements for weight loss. Am Fam Phys. 2004; 70: 1731-8.

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Apotheca&Storia

MEDICINA E CURE NELLA PREISTORIA Giusi Sanci* La cura del corpo, intesa in senso sia medico che terapeutico è praticamente connaturata con l'uomo. In origine ebbe quasi certamente carattere istintivo e individuale, ma ben presto fu oggetto di riflessione e portò alla ricerca delle cause del male. È bene ricordare che la preistoria è quel periodo dell'evoluzione umana che precede le fonti scritte e che va da circa 2,5 milioni a 5000 anni fa. Fin da epoche preistoriche l'uomo sperimentò e fu in grado di adoperare sostanze sia tossiche sia medicamentose, come documentato in alcuni reperti cavernicoli e palafitticoli. Masticando o ingerendo prodotti vegetali come semi, corteccia, foglie e radici gli uomini primitivi osservarono che questi potevano produrre effetti sull'organismo. Molto probabilmente al male l'uomo primitivo si oppose con mezzi estremamente semplici, ad esempio sedava l'arsura della febbre bevendo o bagnandosi nell'acqua fredda dei fiumi, lambiva le ferite con la propria saliva, metteva a riposo gli arti feriti o malati, estraeva dalle carni spine e corpi estranei. Nel Paleolitico e nel Mesolitico si praticava quindi una “medicina istintiva” in cui l'esperienza e l'osservazione sono state i motori fondamentali; l'uomo primitivo percepì, sia per esperienza diretta, sia osservando il comportamento e le reazioni degli animali a determinati alimenti, nonché valutando gli effetti dei morsi di animali velenosi, che nell'ambiente circostante esistevano sostanze vegetali e animali che potevano provocare danni e morte ed in altri casi benefici per la salute. L'uomo quindi cerca nella natura le cause e le cure delle malattie, e per tentativi seleziona piante e sostanze capaci di guarire i suoi disturbi e queste conoscenze vengono poi tramandate. Nasce quindi nel Paleolitico la figura del futuro “uomo medicina”, colui cioè che allevia le sofferenze dei suoi simili. Quando, per esempio, un uomo si procurava delle escoriazioni sulla pelle, molto spesso si strofinava le ferite con erbe raccolte a caso per ricavarne sollievo, ma nella maggior parte dei casi ciò portava ad un'infezione e alla morte; tuttavia nel caso in cui l'erba trovata era

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un'erba medica ad effetto antibiotico, non solo essa alleviava il dolore, ma curava le ferite. L'uomo medicina notava questi casi e arricchiva il suo bagaglio di conoscenze. In alcuni insediamenti preistorici di Parma, Varese e Mooseedorf sono stati rinvenuti i semi di Sambucus nigra e Sambucus ebulus che forse venivano utilizzati come medicamenti; in effetti nella medicina popolare il sambuco viene usato come lassativo, diuretico ed emolliente. Sono stati anche rinvenuti i semi del Papaver somniferum. La maggior parte delle alterazioni ossee riscontrate negli scheletri della preistoria sono di origine traumatica ed alcune di esse mostrano appunto i segni di un tentativo di riduzione e di contenzione e ciò fa ipotizzare un intervento umano mirato a mettere in asse l'arto fratturato. Con il passaggio dell'ominide all'uomo si cominciarono ad avvertire i sentimenti di piacere, dolore, angoscia, ma soprattutto di paura dinanzi a fenomeni che non sapeva comprendere. Resta comunque difficile per l'essere primitivo pensare ad una determinata malattia senza metterla in relazione all'intervento di uno specifico genio del male, ciascuno specifico di una data malattia. Ecco che alla medicina istintiva si affianca successivamente la “medicina sacerdotale” o “sacra”, che si basa sul presupposto che le malattie abbiano un'origine magica dovuta all'ira degli dei, e per questo può essere ottenuta solo attraverso preghiere e riti religiosi. Per intercedere tra il soprannaturale ed il mondo umano occorreva però l'intervento di persone dotate di particolari poteri, quali erano per esempio i sacerdoti, che oltre all'utilizzo di riti e formule magiche adoperavano anche piante salutari per alleviare lo stato di sofferenza. In uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Method and Theory, si è dimostrato che in quell'epoca era anche diffuso l'utilizzo di sostanze che alterano la mente. Tra le popolazioni preistoriche il consumo di bevande alcoliche e droghe vegetali come papaveri da oppio e funghi allucinogeni era regolato e fortemente legato a credenze sacre, infatti si pensava che tali sostanze favorissero il contatto e la comunicazione con il mondo degli spiriti. In effetti molti ritrovamenti avvenuti nei

*Farmacista

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Figura 2. Levanzo (TP), ingresso della Grotta del genovese.

pressi di tombe e luoghi cerimoniali hanno portato a pensare che l'uso di tali sostanze fosse rituale. Tra i reperti esaminati sono stati rinvenuti resti di papavero da oppio tra i denti di un maschio adulto datato nel Neolitico in un sito archeologico spagnolo, semi di cannabis carbonizzati rinvenuti in Romania, raffigurazioni astratte del consumo di funghi allucinogeni trovate nelle Alpi italiane. Come si può osservare quindi la disperata ricerca della sopravvivenza ha portato l'uomo alla ricerca ed alla sperimentazione di metodi e medicamenti per salvaguardare la vita, un atteggiamento che ancora oggi preserviamo. Figura 3. Levanzo (TP), interno della Grotta del genovese, graffiti.

Figura 4. Seme carbonizzato di Papaver somniferum ritrovato nella Grotta de los Murcielagos, Zuheros, Cordoba

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Bibliografia: 1. Luciano Caprino: IL FARMACO ,7000 ANNI DI STORIA dal rimedio empirico alle biotecnologie, Armando editore. 2. Alcool e drohe vegetali nella preistoria:https://oggiscienza.it › SCOPERTE 3. www.treccani.it/enciclopedia/farmacologia/ 4. Cenni storici e sviluppo della medicina, Grande Enciclopedia Istituto Geografico De Agostini Novara. 5. Storia della farmacologia e del doping. Anno accademico 2010-2011. Docente:Roberto Leone 6. Le origini della medicina: lamiapreistoria.blogspot.com/2011/02/lamedicina-nella-preistoria.htm

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LA SEDUZIONE FEMMINILE NELL’ANTICHITÀ Il ruolo delle donne in una mostra dedicata alla seduzione nell’arte greca

Pinella Laudani* «Noi abbiamo le etère per il piacere, le concubine per la cura quotidiana della nostra persona, le mogli perché ci diano figli legittimi e siano custodi fedeli della nostra casa» (Pseudo Demostene, Contro Neera, VII, 2) «La donna è sempre un male, se è sciocca o, peggio, se è intelligente» (Euripide) Apre, dal 15 Febbraio 2018 al 13 Gennaio 2019, presso Gallerie d’Italia — Palazzo Leoni Montanari, sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo a Vicenza, l’esposizione “La seduzione. Mito e arte nell’antica Grecia” attraverso le ceramiche attiche e magno-greche dalla collezione Intesa Sanpaolo. La mostra, curata dall’archeologa Federica Giacobello e realizzata in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e con il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, indaga le forme e le immagini della seduzione nella Grecia antica, evocando quella dimensione amorosa così fortemente presente nel mondo greco e, in particolare, il ruolo della figura femminile, fondamentale per la seduzione maschile, documentata dall’arte, dalla letteratura, e soprattutto dai vasi attici a figure rosse. Le donne e l’amore: le mogli e le etère Nella civiltà greca, azione essenziale nell’attuazione amorosa era la seduzione (eperopèuein) che induceva all’amore ammaliando e ingannando le menti e i sensi dell’uomo. La seduzione era considerata appannaggio delle donne il cui animo, non temprato alla resistenza della guerra, era debole e ad essa incline. Questa si realizzava attraverso la compartecipazione delle diverse dimensioni sensoriali che

confinato nell’ambito matrimoniale, dove trovava spazio in un’unica occasione: il primo incontro d’amore. Ma alla castità e alla casa, cui gli uomini sembrano voler abbandonare le donne sposate, si contrappone il variegato immaginario erotico restituitoci dai vasi destinati al simposio che hanno come protagoniste indiscusse le etère. La prostituzione ad Atene era alimentata da schiave ma anche da donne libere di origine straniera. Le etère erano anche soggette ad una regolamentazione che si fa risalire al legislatore Solone, agli inizi del VI sec. a. C.: secondo questa norma si distingue la modesta pornè “colei che si vende” dalle etère più libere che rallegravano il simposio degli uomini con musica e danze (Figura 1). Modelli ideologici e iconografici di donne Le donne sposate vivevano chiuse nel gineceo domestico e avevano rari contatti con l’uomo fuori di casa, raramente i vasi attici raffigurano scene di vita domestica con la presenza di mariti e mogli. Al contrario, scene con uomini ed etère sono molto comuni. A differenza delle mogli vestite con lunghi pepli, le etère sono spesso raffigurate nude, con i capelli corti e con riccioli sulla fronte, con una gestualità spesso concitata e il più delle volte guardano gli uomini direttamente in viso, senza pudicizia. A volte sembrano le donne più intraprendenti degli stessi clienti o banchettanti nel simposio (Figura 2). L’eros ed il simposio Nella cultura greca il simposio e le danze (komòs) sono momenti della vita sociale (Figura 3), in cui elemento fondamentale è il vino considerata bevanda divina,

suscitano passione e desiderio: Figura 1. Eufronio. Psykter con etèra ad un simposio. Lo donata da Dioniso (Figura 4). I la bellezza dei corpi, delle vesti e psykter era un vaso utilizzato per tenere in fresco il vino flauti e le danze delle etère dei monili, il profumo e le parole e veniva immerso in un cratere riempito di neve o acqua allietano l’assemblea maschile suadenti e ingannatrici, tutti fredda; il vino veniva attinto con una piccola brocca in cui diversi piaceri si strumenti che appartengono (oinochoe) 515-550 a. C. fondono: vino, musica, ed eros. all’universo femminile. La Il dialogo tra i commensali in seduzione appariva quindi un “sapere” e un “potere” questi conviti è reso graficamente dallo scambio femminile anche pericoloso e minaccioso per la stabilità reciproco di sguardi e gesti (Figura 5). I pittori greci di una società, quella greca, in cui la forza socialmente *Archeologo, Ricercatore associato presso Alma attiva era solo quella maschile. Pertanto, Mater Studiorum Università di Bologna. nell’immaginario artistico, il gioco della seduzione era

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Figura 2. Coppa con scena di corteggiamento. The Kiss Painter NY 510-500 a.C.

Figura 3. Stamnos con simposiasti. Smikros, Bruxelles 510-500 a.C.

raffigurano, sempre, a fianco dei convitati, queste giovani donne più o meno svestite, che danzano ritmicamente al suono del flauto o della lira, e molto spesso si vedono i commensali stessi che si fanno musicisti per accompagnare le evoluzioni delle danzatrici. Pertanto la danza non è di dominio esclusivo delle professioniste invitate per divertire i convitati, infatti anche gli uomini stessi descrivono, nel simposio, figure coreografiche, a volte molto suggestive. Le decorazioni floreali contribuiscono ad allietare la scena: corone sulla testa dei convitati, rami sparsi al suolo o appesi ai muri. Questi fiori e questi rami, d'altra parte, non hanno soltanto una funzione ornamentale, ma anche il valore di offerte religiose al dio del vino, per il quale il convito è una forma di omaggio. Inoltre, i greci attribuiscono proprietà

preventive o terapeutiche a certi fiori o piante, come l'edera, le rose e le viole: queste permettono di evitare l'ubriachezza e l'intorpidimento causati dal troppo vino. Si assegnano virtù simili ai profumi, di cui i convitati si cospargono abbondantemente. Seduzione e potere L’esperienza d’amore nella cultura greca è considerata fortemente intrisa di religiosità e posta sotto l’egida di Afrodite, la dea seduttrice per eccellenza, ma che permetteva anche, alle sue adepte, di affermarsi nell’ambito sociale (Figure 6 e 7). Le etère erano cortigiane e intrattenitrici di alta classe: oltre alla bellezza fisica, esse si distinguevano dalla maggior parte delle donne ateniesi per il fatto di essere istruite, possedere l'indipendenza e pagare le tasse. La più celebre tra le etère operanti ad Atene è stata sicuramente Aspasia, l'amante di Pericle e da questi talmente apprezzata tanto da considerarla la sua intelligente e competente consigliera in materia politica. Si dice anche che Socrate rispettasse molto la sua saggezza. Secondo Plutarco, Aspasia divenne l'amante del politico Pericle nei primi anni del 440 a.C., e dopo che egli divorziò dalla sua prima moglie, Aspasia cominciò a vivere con lui, anche se il loro stato coniugale rimase discusso. Plutarco riferisce che Pericle, «presa con sé Aspasia, l'amò con una tenerezza straordinaria» e «la baciava appassionatamente davanti a tutti». Nei circoli sociali, Aspasia era considerata soprattutto abile conversatrice e consigliera di Pericle per gli affari pubblici che un semplice oggetto di bellezza fisica. Plutarco scrive che nonostante la sua vita morale fosse molto discussa, spesso Socrate consigliava alle donne di andare ad

Figura 4. Cratere con Dioniso ed il suo thyasos. Pittore delle Carnee. Taranto. Fine VI sec. a. C.

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Figura 5. Cratere con scena di simposio Pittore CA Napoli. Metà VI sec. a.C.

ascoltare le conversazioni di Aspasia. Tuttavia, il contesto storico sociale e culturale del tempo guardava con sospetto la sua capacità oratoria e la sua brillante intelligenza anche per le sue protezioni politiche. Gli avversari di Pericle con calunnie, l’accusarono di corrompere le donne ateniesi. Il processo fu un'amara esperienza per Pericle che a stento riuscì a difendere l'amata, ottenendone l'assoluzione. Le etère sono state considerate come aventi la facoltà di vivere meglio e decisamente in maniera più libera ed autonoma rispetto a tutte le altre donne; sono state in grado di gestire il proprio denaro e anche di scegliere con chi volevano stare assieme. Sono state le uniche donne ad aver avuto accesso alla vita intellettuale di Atene, pur non essendo magari loro stesse neppure cittadine. Nonostante la dimensione muta e celata, l’universo femminile si dischiude, mostrando la sua voce più sincera attraverso le poesie liriche di Saffo, la più grande poetessa dell’antichità, che molti azzardano definire “la voce poetica femminile più intensa della storia”. Saffo, mitizzata dalle molteplici trasformazioni di vereconda direttrice di un collegio femminile o di prostituta, o di femminista ante litteram, offre un’immagine semplice e appassionata dei propri sentimenti, equilibrata e coinvolgente, dove l’amore ricopre un ruolo di primo piano. Forza emotiva si coniuga con l’eleganza e la dolcezza delle espressioni, con la potenza della passione e la soavità della tonalità. Nessuno prima di lei ha indagato sulle emozioni di una donna innamorata, e non a caso quest’introspezione vede la sostanziale indifferenza per le condizioni femminili del tempo. Nell’ambiente raffinato di Lesbo, al thyasos era attribuita una complessa funzione pedagogica, secondo la quale, accanto alla pratica del culto di Afrodite, si sviluppava la formazione sia artistico-

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musicale sia sociale delle ragazze. Per le donne l’educazione ai sentimenti era parte integrante di questa sorta di apprendistato alla vita adulta e all’esperienza del matrimonio.

Figura 6. Cratere con Alcaeo e Saffo 480 a.C.

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Cultura

Figura 7. Afrodite di Milo, II sec. a. C. Parigi, Museo del Louvre.

Bibliografia: • • • •

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F. Lissarague, La città delle immagini. Religione e società nella Grecia antica, Mantova 1984; J.-P. Vernant, Mythe et Société, Parigi 1974; Suda, Voce Aspasia. Plutarco, Pericle, XXXI; Nicole Loraux, Aspasie, l'étrangère, l'intellectuelle, in La Grèce au Féminin, Belles Lettres, 2003;

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M. Henry, Prisoner of History, Oxford University Press, 1995; D. Del Corno, Letteratura Greca dall’età arcaica alla letteratura dell’età imperiale, Milano 1995; B. Gentili, C. Catenacci, I poeti del canone lirico nella Grecia antica, Milano 2010.

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Cultura

IL GIARDINO DELLA KOLYMBETHRA La scommessa vinta dal FAI ad Agrigento Gero De Marco*

FAI non è solo l’acronimo del Fondo Ambiente Italiano, ma anche voce del verbo fare. E “fare” è l'obiettivo concreto del FAI. La Fondazione senza scopo di lucro nasce a Milano nel lontano 1975. L’intento con il quale si ritrovarono uniti i quattro illuminati fondatori, fu quello di far conoscere e proteggere le straordinarie bellezze di cui l’Italia è ricca. Concretezza del fare ed eccellenza qualitativa in tutti gli aspetti del suo operato sono i valori fondanti sui quali il FAI ha mosso i primi passi, diventando nel tempo un importante punto di riferimento nazionale. Sono passati ormai quasi vent’anni da quando il Fondo per l’Ambiente Italiano ricevette con concessione dalla Regione Siciliana il Giardino della Kolymbethra. Un lembo di terra grande circa cinque ettari, tra l’area del Tempio dei Dioscuri e quella di Vulcano, un sito di straordinaria rilevanza naturalistica, paesaggistica e archeologica. La Kolymbethra, la piscina sacra degli akragantini, è il frutto del lavoro di migliaia di schiavi cartaginesi portati come bottino di guerra nel 480 a.C. da Terone, Signore di Akrágas. Il Tiranno volle manifestare la potenza della città facendo erigere monumentali opere, tra le quali i maggiori Templi della Valle e la Kolymbethra. La creazione della grande vasca fu possibile grazie ad un sofisticato progetto d’ingegneria, si tratta del sistema degli ipogei progettati dall’architetto Feace. Chilometri di gallerie sotterranee che attraversando il sottosuolo fornivano di acqua potabile

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l’intera città. Diciotto di questi ipogei, giungendo all’interno della Kolymbethra, la alimentavano. Lo storico Diodoro Siculo (I sec. a.C.), racconta che quest’ambizioso progetto circa un secolo dopo la sua realizzazione fu abbandonato. Da lì la grande piscina venne nel tempo interrata divenendo un’area coltivabile straordinariamente fertile. Le prime testimonianze storiche, escludendo i numerosi reperti risalenti al periodo greco, romano e arabo, risalgono all’alto medioevo. Fu in quell’epoca che probabilmente il Giardino iniziò ad assumere l’impostazione attuale, con l’introduzione degli alberi da frutto e soprattutto degli agrumi da parte dei monaci Cistercensi. In quel periodo la proprietà, di pertinenza al monastero di San Nicola, diventò un horti abatiae, l’orto del convento della Badia Bassa. Il periodo di massimo splendore fu certamente tra il XVIII e il XX secolo quando divenne celebre meta dei Grand Tour. Non è raro, infatti, leggere del Giardino o ammirarne diversi scorci nei disegni di questi viaggiatori dell’epoca. Negli ultimi decenni del novecento la Kolymbethra cadde in abbandono. Dopo che ne era stato riconosciuto il valore archeologico divenendo bene regionale, iniziò una graduale decadenza che la portò a uno stato di totale degrado. Quello della Kolymbethra fu un salvataggio in extremis. Le condizioni in cui versava,

*FAI – Giardino della Kolymbethra.

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quando il FAI mise piede ad Agrigento, facevano presupporre da lì a poco la totale scomparsa di ogni traccia del suo solenne e fiorente trascorso. Anche questa volta la lungimiranza e la tempestività del FAI furono provvidenziali. A coinvolgere la Fondazione e proporre un piano di recupero fu un agrigentino, l’Agronomo Giuseppe Lo Pilato che, lavorando alcuni anni prima proprio in quell’area della Valle, ne aveva visto nel tempo il tragico declino. Fu una grande scommessa quella del FAI, credere fermamente in questo progetto a cui nessuno prima aveva voluto dare peso. All’interno di un territorio mortificato e deriso da una politica che vedeva nell’inestimabile patrimonio archeologico di Agrigento una zavorra, un ostacolo. Da lì a breve le cose sarebbero cambiate, fortunatamente. Il giardino venne liberato dalla sterpaglia e dai rovi che ne ostruivano completamente la conformazione. Furono asportati i rifiuti che negli anni avevano dato luogo a una sorta di discarica abusiva, e venne bonificato il piccolo fiume nel quale giungevano acque reflue. Il grande lavoro d’interesse scientifico-botanico riguardò il recupero, la catalogazione e lo studio dell’eccezionale patrimonio di biodiversità. Furono individuate ben tredici differenti antiche varietà di agrumi, tra le quali esemplari molto rari. Il 10 novembre 2001, dopo quasi due anni di lavori di restauro, il Giardino della Kolymbethra venne aperto al pubblico. Da lì è stato un continuo crescendo di approvazioni e presenze. Lo scorso anno la Kolymbethra è stata riconosciuta come uno dei principali elementi di qualità del progetto “Agrigentium: landscaperegeneration” poiché rappresenta il primo intervento di recupero del paesaggio agrario storico della Valle dei Templi e prima virtuosa collaborazione tra una fondazione privata, e l'Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana. Il progetto promosso dal Parco Archeologico della Valle dei Templi ha vinto la prima edizione del Premio Paesaggio Italiano, ed è candidato al Premio Europeo del Paesaggio

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del Consiglio d’Europa. Oggi la Kolymbethra è uno dei siti più noti e visitati di tutto il territorio. Conta importanti collaborazioni con virtuose realtà culturali come La Farm Cultural Park di Favara, lo Spazio Temenos di Agrigento, l’Orto Botanico di Palermo, la Fondazione Radicepura Garden Festival di Giarre. Ha stipulato decine di partenariati con le maggiori attività ricettive turistiche del territorio ponendosi al centro di una rete fatta di collaborazione e interscambio. Particolarmente fruttuosa e produttiva è stata negli anni la Delegazione FAI di Agrigento che ha visto intraprendere diverse attività e raggiungere esiti straordinari. Tra questi l’impegno nella riqualificazione dell’area della Scala dei Turchi di Realmonte, un progetto dal nome "Liberare la bellezza" che ha visto la Delegazione partecipare in prima persona a una battaglia giudiziaria che ha portato nel 2013 all’abbattimento di due ecomostri e alla realizzazione del belvedere. La Delegazione si è fatta anche portavoce per la valorizzazione del Giardino Botanico e dell’ex carcere Monastero di San Vito, beni scelti dagli agrigentini come "luogo del cuore" nelle campagne promosse dal FAI. Ultimo e importante traguardo, la creazione del gruppo FAI Giovani di Agrigento che vede coinvolti ragazzi competenti e determinati. Oggi la Fondazione conta sul territorio nazionale ben cinquantasette beni salvati, di questi trentasei aperti al pubblico e direttamente gestiti. Beni salvati dall’oblio e riconsegnati a tutte le persone che hanno il diritto di gioire dei tesori artistici e naturalistici del

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nostro Paese. Da oltre quarant’anni tutto questo è possibile grazie alla straordinaria generosità di migliaia di volontari e sostenitori che hanno permesso di tutelare quasi settantamila metri quadrati di edifici storici, di aprire oltre undicimila luoghi durante le edizioni delle Giornate FAI di Primavera, sensibilizzare più di due milioni di studenti alla cura e al rispetto dell'arte e della natura, di segnalare quasi trentottomila luoghi a rischio a Comuni e Soprintendenze competenti nelle edizioni del censimento "I Luoghi del Cuore". Chiunque può fare la propria parte per sostenere tutto questo e salvare i luoghi che si amano per il presente e per le generazioni che verranno. Unirsi come volontario in un bene o in una delegazione, donare un contributo libero, o più semplicemente iscriversi al FAI, il segno tangibile del proprio impegno con innumerevoli vantaggi e opportunità. Lunga vita al FAI e alle bellezze d’Italia!

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