Theriaké anno i n 6

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Theriaké MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANI FARMACISTI DI AGRIGENTO

Anno I n. 6 Giugno 2018


Sommario

Attualità

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Farmacopea Ufficiale Cosa cambia dal 21 giugno

Tradizione e innovazione Theriaké incontra Max Liebl

Rubriche

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Focus

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I Luoghi del Cuore

Villa Maria – La Quiete Candidata come Luogo del Cuore al nono censimento promosso dal FAI

La città bella

16 Fitoterapia&Nutrizione

β-Carotene L’antiossidante precursore della vitamina A che protegge la pelle

20 Apotheca&Storia

La medicina etrusca

Responsabile della redazione e del progetto grafico: Ignazio Nocera Redazione: Valeria Ciotta, Elisa Drago, Christian Intorre, Francesco Maratta, Federica Matutino, Giorgia Matutino, Silvia Nocera, Giusi Sanci. Contatti: theriake@email.it In copertina: Bolzano, interno della Farmacia Madonna, arredo ligneo del 1888. Questo numero è stato chiuso in redazione il 17 – 6 – 2018

Collaboratori: Stefania Bruno, Paola Brusa, Laura Camoni, Corrado De Vito, Roberto Di Gesù, Gaetano Di Lascio, Claudio Distefano, Vita Di Stefano, Carla Gentile, Aurelio Giardina, Pinella Laudani, Maurizio La Guardia, Erika Mallarini, Rodolfo Papa, Annalisa Pitino. In questo numero: Gero De Marco, Elisa Drago, Ignazio Nocera, Silvia Nocera, Rodolfo Papa, Giusi Sanci.

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Attualità

TRADIZIONE E INNOVAZIONE Theriaké incontra Max Liebl, presidente dell’Ordine di Bolzano e titolare della storica Farmacia Madonna Carissimo Max, potremmo dire nel tuo caso che la farmacia è un’antica tradizione di famiglia. La Farmacia Madonna è a Bolzano dal 1443, e dal 1888 appartiene alla tua famiglia, raccontacene la storia. Infatti, la farmacia è la più vecchia della regione, fu acquisita nel 1888 da mio bisnonno, il primo farmacista della famiglia. Prima di lui erano medici da generazioni. A quel periodo risale anche l’arredamento tutto in legno con una Madonna molto bella. A proposito di Madonne, ne esistono diverse, risalenti a diverse epoche della farmacia, alcune di queste integrate nell’arredamento attuale. Per noi l’arredamento antico è molto importante, perché fa parte della storia della farmacia e fa parte dell’immagine della nostra farmacia. I nostri clienti e i tanti turisti che vengono a visitarla, ne sono molto affezionati. Per questa ragione sarebbe impossibile cambiarlo e siamo riusciti a combinare l’antico al moderno e ad adattarlo alle esigenze di una farmacia moderna, avendo sempre un occhio di riguardo alla tradizione. Hai avuto modo di confrontarti con due generazioni di farmacisti in famiglia, come hai visto cambiare la farmacia? In cosa è cambiata la mentalità del farmacista fino ad arrivare ai giorni nostri? Incluso me sono tre generazioni, anche se ho conosciuto mio nonno solo da bambino. Lui aveva cominciato a lavorare in farmacia prima della prima guerra mondiale, ancora sotto l’Impero asburgico. Le farmacie erano pochissime ed era il classico farmacista preparatore. Il farmaco confezionato non esisteva ancora. Stava per nascere in quel periodo, e mio nonno ha vissuto il passaggio dal farmacista preparatore al farmacista dispensatore di farmaci preconfezionati dall’industria. Mio padre poi ha vissuto nel periodo in cui la farmacia dispensava e basta. Rispettando però la

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tradizione di famiglia, abbiamo sempre puntato sulla preparazione galenica ed ancora oggi abbiamo un grande laboratorio in cui ogni giorno vengono spedite diverse ricette e vengono preparati i nostri prodotti tradizionali. Sei ormai da qualche anno presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bolzano. Qual è la tua formazione? E quanto credi sia importante compiere un percorso formativo che prepari all’attività di categoria. Dopo la laurea sono partito all’estero e ho lavorato in Germania, Inghilterra, Francia e Spagna. Questo mi ha

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Attualità

dato la possibilità di conoscere le diverse realtà della farmacia nell’Unione Europea. Tornato in Italia, ho partecipato alla fondazione dell’A.Gi.Far. Trentino Alto Adige Südtirol e ne sono stato il primo Presidente eletto. Successivamente sono entrato in Fen.A.Gi.Far. Ho un ricordo bellissimo di quei giorni. Credo che sia molto importante per un giovane farmacista che voglia intraprendere un’attività di categoria, di passare per l’esperienza dei giovani farmacisti, perché è una scuola che ti può insegnare tante cose. Non per niente, tanti dei nostri dirigenti di oggi, a cominciare dal nostro presidente on. Andrea Mandelli, hanno cominciato la loro carriera di dirigenti di categoria proprio nelle A.Gi.Far. locali. Nel 2013 hai rivestito la carica di presidente del PGEU (Pharmaceutical Group of the European Union), quanto è stata importante quest’esperienza sia da un punto di vista professionale che personale? Dal 2011 rappresento la FOFI, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani, al PGEU. Il PGEU è la nostra associazione europea che rappresenta tutte le farmacie e farmacisti in Europa. Nel 2013 sono stato eletto Presidente (la presidenza al PGEU dura un anno) e ho avuto l’onore di rappresentare l’Italia in tutta l’Europa. È stata un’esperienza molto interessante, ma anche molto impegnativa. La possibilità di viaggiare in tutta l’Europa e di parlare davanti a tanti nostri colleghi europei è stata un’esperienza entusiasmante dal punto di vista personale. Professionalmente vedere tanti sistemi di farmacia diversi, ma alla fine molto simili e comparabili tra di loro, mi ha arricchito professionalmente, cosa che ho potuto riportare in Italia e in parte anche applicare nella mia farmacia. Quali sono, a tuo avviso, le sfide che la farmacia deve affrontare a livello europeo? La farmacia sta cambiando, non solo in Italia, ma anche in tutti gli altri Paesi europei. L’avvento dei generici, la riduzione dei margini, la perdita del monopolio, internet ed in generale le nuove tecnologie e vie di distribuzione stanno modificando l’assetto attuale. In quasi tutta l’Europa la farmacia sta

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soffrendo i cambiamenti, e soprattutto nei Paesi del Sud Europa è in forte crisi. A causa di queste difficoltà in tanti Paesi europei la farmacia sta già cambiando. In alcuni Paesi il farmaco è dispensato per un onorario professionale e non più per un margine economico. Diversi servizi a pagamento sono stati introdotti, come il controllo dell’aderenza alla terapia, la vaccinazione in farmacia da parte del farmacista e tante altre. Lo scopo è quello di staccarsi dalla marginalità del farmaco e percepire come tutti gli altri professionisti un onorario professionale per il lavoro svolto. Questo dovrebbe garantire l’indipendenza del farmacista dal prezzo del farmaco. Qual è secondo te la reale direzione di cambiamento che dovrebbe intraprendere la farmacia italiana? Per dirla in una sola frase, la farmacia italiana dovrebbe diventare più professionale e meno commerciale. A fare

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Attualità

commercio, distribuzione e logistica altri sono diventati più bravi di noi. Dobbiamo prendere l’esempio di altri Paesi europei che sono più avanti di noi. Mettere il paziente al centro del nostro lavoro, offrire più servizi, essere più operatori sanitari ed essere riconosciuti e rimborsati anche per questo. Il farmacista deve essere riconosciuto come professionista sanitario, per questo deve diventare più professionale, più responsabile e deve soprattutto rispettare le regole. Tutto questo per diventare insostituibile in quello che fa. In un secondo momento può acquisire nuove competenze come per esempio la capacità di vaccinare i pazienti. La giunta provinciale di Bolzano ha deciso che le preparazioni a base di Cannabis a scopo terapeutico saranno dispensate dalle farmacie. Le prescrizioni dei medici di base non potranno superare il fabbisogno mensile, con costi a carico del servizio sanitario provinciale stimati in circa 250 mila Euro l’anno. Un provvedimento che riguarda un centinaio di pazienti in Alto Adige, che finora dovevano acquistare il farmaco a spese proprie. Potremmo definirlo un bel passo avanti che auspichiamo replicabile al più presto? L’art. 18-quater del D.L. 16 ottobre 2017, n. 148, convertito con modificazioni dalla L. 4 dicembre 2017, n. 172, stabilisce che le preparazioni magistrali a base di Cannabis prescritte dal medico per la terapia contro il dolore, nonché per gli altri impieghi previsti dall'allegato tecnico al decreto del Ministro della salute 9 novembre 2015, sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per cui la Provincia Autonoma non ha fatto altro che recepire questo decreto. Sarebbe compito di tutte le altre regioni, fare lo stesso. Quello che invece è molto più interessante è che i preparati magistrali e galenici prescritti dal medico su ricetta SSN sono rimborsabili nella nostra Provincia. Proprio in questo periodo stiamo ridiscutendo la rimborsabilità in base alla nuova tariffa galenica e abbiamo praticamente concluso i lavori. Questo è un forte segnale di riconoscimento della

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nostra professione da farmacista preparatore che anche al giorno d’oggi ha un ruolo importante. A cosa si dedica Max Liebl nel tempo libero? Faccio tante cose nel poco tempo libero che mi rimane; mi piace molto viaggiare, andare a sciare, andare in barca a vela… Ci regali il tuo in bocca al lupo per Theriaké? Certamente sì. Il futuro è nei giovani, Vi dovete esprimere, dire le Vostre idee, comunicare, e il miglior modo per farlo è scrivere!

s. n.

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Focus

FARMACOPEA UFFICIALE Cosa cambia dal 21 giugno Il 6 giugno scorso è stato pubblicato sul Supplemento ordinario n. 27 alla Gazzetta Ufficiale n. 129 il decreto del Ministero della Salute del 17 maggio 2018 recante Aggiornamento e revisione di alcuni testi della XII edizione della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana. Il decreto, in vigore dal 21 giugno, deve essere conservato in farmacia (anche in formato elettronico). Ecco che cosa è cambiato. Capitoli e monografie. Sono stati sostituiti il capitolo 5.10 Controllo delle impurezze nelle sostanze per uso farmaceutico e la monografia generale Sostanze per uso farmaceutico (2034). Sono stati aggiunti il sottocapitolo 5.20 Impurezze elementari e la monografia generale Preparazioni farmaceutiche (2619). Nel dettaglio, il sottocapitolo 5.20 Impurezze elementari fa riferimento alla linea guida ICH Q3D applicata dalla Farmacopea Europea ai prodotti medicinali. La linea guida definisce l’esposizione giornaliera permessa (PDE) per gli elementi a rischio tossicologico eventualmente presenti nei prodotti medicinali; stabilisce le concentrazioni delle impurezze elementari nei prodotti medicinali o nei loro componenti, per garantire che queste non superino il rispettivo valore di PDE. La linea guida non si applica ai prodotti per uso veterinario, alle preparazioni senza autorizzazione all’immissione in commercio, e ai prodotti esclusi dallo scopo della linea guida. La monografia Preparazioni farmaceutiche (2619) rappresenta una «fonte di riferimento degli standard di Farmacopea per le sostanze attive, gli eccipienti e le forme farmaceutiche, che devono essere applicati nella produzione/preparazione di preparazioni farmaceutiche». Le preparazioni farmaceutiche vengono definite come «prodotti medicinali generalmente costituiti da sostanze attive che possono essere combinate con eccipienti, formulate in una forma farmaceutica adatta per l’uso specifico che se ne intende fare, quando necessario dopo ricostituzione, presentati in un idoneo contenitore appropriatamente etichettato». Nella monografia troviamo espresse le considerazioni etiche sulla valutazione del rischio relativo alla preparazione di preparazioni farmaceutiche prive di autorizzazione; gli standard delle attività di produzione e dei saggi. Tabelle Tabella N. 2 “Sostanze medicinali” di cui le farmacie debbono essere provviste obbligatoriamente Sono state espunte dalla Tabella N. 2 le voci Ampicillina, Garza idrofila di cotone sterile per medicazione, Gentamicina p.i., Idrogeno perossido soluzione al 3 per cento, Ipecacuana sciroppo emetico, Magnesio solfato, Sodio bicarbonato, Sodio citrato, Sodio cloruro. Sono state inserite le voci Aminoglicosidici e Nifedipina

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soluzione orale. L’Ossigeno è stato inserito in corsivo perché dotato di AIC. Infine in nota a piè di pagina viene specificato che «In caso di carenza nel circuito distributivo delle sostanze o dei medicinali inseriti nel presente elenco, l’impossibilità di assolvere al previsto obbligo è documentata dal possesso di un documento giustificativo — cartaceo o elettronico — che attesti lo stato di indisponibilità». Tabella N. 4 Elenco dei prodotti che il farmacista non può vendere se non in seguito a presentazione di ricetta medica Il punto 6) «Antispastici, anticolinergici, miorilassanti ad azione centrale e procinetici» esclude i medicinali contenenti Katorolac perché inseriti in Tabella N. 5. Il punto 13) è stato aggiornato nel modo seguente, «Ormoni sintetici ed estrattivi, medicinali ad azione ormonica, ad eccezione della melatonina in quantità inferiore a 2 mg per dose». Il punto 23) è stato riformulato in: «Medicinali contenenti sostanze attive psicotrope incluse nella tabella dei medicinali, Sezione E, per i quali la ripetibilità della vendita è consentita per un periodo non superiore ai 30 giorni e complessivamente non più di 3 volte». Sono state espunte le preparazioni per uso diverso dall’iniettabile contenenti destropropoxifene in associazione. Nelle note leggiamo: «Sono altresì esentati dalla vendita

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Focus

dietro presentazione di ricetta medica i preparati officinali allestiti in farmacia che contengano una quantità per dose e per confezione di principio attivo uguale o inferiore a quella del medicinale industriale esentato in sede di AIC ad eccezione di quelli che sono soggetti alla Legge 14.12.2000, n. 376, e successive modificazioni». Sarà pertanto possibile preparare in farmacia e dispensare senza presentazione di ricetta medica multipli contenenti principî attivi presenti in OTC e SOP, ad eccezione dei principî attivi inclusi tra le sostanze il cui uso costituisce doping. Nell’ultima nota: «I preparati magistrali a base di principi attivi che non siano riconducibili ad una categoria terapeutica presente in tabella, ma per i quali esista un equivalente medicinale industriale autorizzato ai sensi degli artt. 92, 93 e 94 del Decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 e successive modificazioni, devono essere dispensati alle medesime condizioni previste per lo stesso medicinale autorizzato». Tabella N. 5 Elenco dei prodotti la cui vendita è subordinata a presentazione di ricetta medica da rinnovare volta per volta e da ritirare dal farmacista Dalla tabella sono state espunte le voci 4) veralipride, 9) oxifenbutazone, 14) floctafenina. Al punto 12) la voce cisapride è stata sostituita con ketorolac, e al punto 15) la voce etretinato è stata sostituita con acitretina. Il punto 8) è stato modificato in: «Anabolizzanti, ad eccezione del nandrolone che è soggetto a prescrizione speciale con ricetta medica a ricalco». Il punto 10) è stato formulato nella seguente maniera: «Tutti i medicinali a base di estrogeni, progestinici, soli od associati, ciproterone, danazolo; inibitori della prolattina a base di cabergolina; sono esclusi i preparati per la contraccezione di emergenza a base di levonorgestrel e ulipristal destinate (sic) a maggiori di anni 18 che possono essere esitate (sic) senza ricetta medica». È stato introdotto il punto 17): «I medicinali per uso umano prescritti per indicazioni terapeutiche diverse da quelle autorizzate secondo gli articoli 3 e 5 del DL 17 febbraio 1998, n. 23 coordinato con il testo della Legge 8 aprile 1998, n. 94» (cosiddetta Legge Di Bella n. d. r.). Note: «Il Ministro della salute può vietare l’utilizzazione di medicinali, anche preparati in farmacia, ritenuti pericolosi per la salute pubblica, senza che ciò comporti differenziazione tra il medicinale di origine industriale e

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il preparato magistrale». Altra nota: «Il farmacista deve conservare per almeno sei mesi dalla data di spedizione le ricette non ripetibili relative ai preparati magistrali e officinali. Nel caso di ricette contenenti sostanze soggette alla Legge 14.12.2000, n. 376, i sei mesi decorrono a partire dal 31 gennaio dell’anno in cui viene effettuata la trasmissione dei dati al Ministero della salute». Al secondo capoverso della penultima nota leggiamo: «I preparati magistrali a base di principi attivi che non siano riconducibili ad una categoria terapeutica presente in tabella, ma per i quali esista un equivalente medicinale industriale autorizzato ai sensi degli artt. 92, 93 e 94 del Decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 e successive modificazioni, devono essere dispensati alle medesime condizioni previste per lo stesso medicinale autorizzato». L’ultima nota è così espressa: «I medici veterinari, qualora ricorrano le condizioni previste dalla normativa vigente, possono prescrivere medicinali ad uso umano soggetti a ricetta limitativa, di cui sopra, dietro presentazione di ricetta non ripetibile in triplice copia, per approvvigionamento per scorta, e tali medicinali possono essere somministrati esclusivamente dal veterinario all’animale in cura (art. 84 del DLvo 193/06 e successive modifiche)». Tabella N. 6 Apparecchi ed utensili obbligatori in farmacia È stato eliminato l’obbligo di avere l’alcoolometro. È stato inserito il punto 11) «Strumentazione e dispositivi necessari a garantire la sterilità delle preparazioni», solo per le farmacie che allestiscono preparazioni sterili. Tabella N. 7 Elenco delle sostanze, loro sali e preparazioni ad azione stupefacente o psicotropa La Tabella N. 7 è suddivisa in: tabelle I, II, III, IV nelle quali sono contemplate le sostanze (non sono presenti medicinali) con forte potere tossicomanigeno e oggetto di abuso in ordine decrescente di potenziale di abuso e dipendenza; la Tabella dei Medicinali, a sua volta suddivisa in cinque sezioni (A, B, C, D, E) nelle quali sono compresi i medicinali e le sostanze adoperati in terapia; e l’Allegato III-bis che comprende i «Medicinali che usufruiscono delle modalità prescrittive semplificate» adoperati nella terapia del dolore, questi medicinali, nelle tabelle, sono contrassegnati dal doppio asterisco. I DDMM Salute 18 maggio 2018, in vigore dal 16 giugno 2018, aggiornano le tabelle I e IV del DPR 309/90. Sono state inserite in Tabella I le sostanze: XLR-11, 2C-E, 25H-NBOMe, 4-FMA, 6-EAPB, 5-EAPB, furanilfentanil, 2fluorofentanil, 2-MABB, 4Cl-iBF, 4F-NEB, 5MeO-MIPT, 6IT, 25B-NBOH, alfa-PHP, alfa-PVP, BK-2C-B, descloro-Netil-ketamina, ETH-LAD, G-130, isopentedrone, MTTA, PRE-084, U-47700. Sono state inserite nella Tabella IV: fonazepam, metilmorfonato. Nell’Allegato III-bis è stato inserito: «Sufentanil per somministrazione ad uso sublinguale». Tabella N. 8 Dosi dei medicinali per l’adulto, oltre le quali il farmacista non può fare la spedizione, salvo il caso di dichiarazione speciale del medico Al secondo capoverso: «Nel caso di principi attivi non presenti nella Tabella N. 8 il farmacista dovrebbe fare riferimento al “dosaggio massimo” indicato per il medicinale registrato che lo contiene alla concentrazione più elevata o in mancanza alla letteratura scientifica». Sono state espunte, perché vietate o non più in

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Focus commercio, le sostanze: Amfepramone, Destropropossifene cloridrato, Fendimetrazina bitartrato, Fenilpropanolamina cloridrato, Fentermina, Mazindolo, Meprobamato, Tetrazepam. Sono state sostituite le note alle pagine seguenti. Pagina 1407. La nota Codeina è sostituita dalla seguente: «Codeina. Calcolata come base anidra; 1 mg di base anidra corrisponde a 1,36 mg di codeina fosfato emiidrato ed a 1,42 mg di codeina fosfato sesquidrato. Dosi abituali e massime per i bambini al di sotto di 12 anni controllare la letteratura. Nel caso di pazienti con dolore grave, la posologia consigliata è indicativa in quanto la dose necessaria può variare a seconda della intensità e del tipo di dolore nonché delle condizioni del paziente». Pagina 1409. La nota Econazolo è sostituita dalla seguente: «Econazolo. Topico. Mattina e sera per 1-3 settimane. Topico vaginale. Somministrato in ovuli, per un periodo massimo di due-quattro settimane. Topico vaginale. Somministrato in crema, per un periodo massimo di due settimane». Pagina 1409. La nota Efedrina racemica cloridrato è sostituita dalla seguente: «Efedrina cloridrato. Interazioni con antidepressivi triciclici, antiipertensivi, glucosidi della digitale, levodopa. Prudenza in caso di pazienti con insufficienza renale; la posologia deve essere adattata secondo il caso e/oppure il medicamento è tossico per i reni. Divieto di preparazioni magistrali a scopo dimagrante». Pagina 1409. La nota Fenilefrina è sostituita dalla seguente: «Fenilefrina. Possibili interazioni con antidepressivi triciclici, antiipertensivi, glucosidi della digitale, levodopa. Divieto di preparazioni magistrali a scopo dimagrante». Pagina 1410. La nota Flunitrazepam è sostituita dalla seguente: «Flunitrazepam. L’uso prolungato può condurre a dipendenza; si consiglia di sospendere il trattamento per alcuni giorni dopo 2-3 sett.; interrompere gradualmente. Da evitare durante la gravidanza e l’allattamento. Va somministrato la sera prima di coricarsi. La somministrazione agli anziani deve essere limitata a 0,5 mg e solo nei casi di insonnia ribelle a 1 mg. La posologia deve essere adattata individualmente e il suo uso deve essere limitato a brevi periodi evitando l’uso prolungato che comporta un controllo della crasi ematica e della funzionalità epatica. Durante il trattamento evitare di guidare l’auto o usare macchinari. L’uso protratto con dosi elevate può comportare dipendenza fisica». Pagina 1410. La nota Furosemide è sostituita dalla seguente: «Furosemide. La posologia iniziale per os (come diuretico) di 0,02-0,08 può essere aggiustata e aumentata con altri 0,02-0,04 a 6 e 8 ore di intervallo. Quella per i. m. analogamente di 0,02 ogni 2 ore. La dose di mantenimento, da somministrare in dose singola o suddivisa, va determinata caso per caso. Divieto di preparazioni magistrali a scopo dimagrante». Pagina 1413. La nota Podofillina è sostituita dalla seguente: «Podofillina. Soluzione 15%. In caso si utilizzi la

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resina di Podophyllum hexandrum (Indian podophyllum). Dopo l’applicazione si lascia a contatto con le verruche per 1-6 ore e quindi si lava. Il trattamento va fatto una volta a settimana e ripetuto al massimo per 4 settimane. Non si deve applicare su superfici del corpo molto estese o su cute non intatta. Soluzione 25%. In caso si utilizzi la resina di Podophyllum peltatum (American podophyllum). Dose massima utilizzata in caso di condilomi acuminati. Dopo l’applicazione si lascia a contatto con le verruche per 1-6 ore e quindi si lava. Il trattamento va fatto una volta a settimana e ripetuto al massimo per 4 settimane. Non si deve applicare su superfici del corpo molto estese o su cute non intatta». Pagina 1413. La nota Pseudoefedrina cloridrato è sostituita dalla seguente: «Pseudoefedrina cloridrato. In preparazioni a lento rilascio: 0,120 nelle 12 ore. Divieto di preparazioni magistrali a scopo dimagrante in quantità superiori a 2400 mg per ricetta». Pagina 1414. La nota Tiroxina è sostituita dalla seguente: «Tiroxina. Le dosi devono essere diminuite nei soggetti anziani. Divieto di preparazioni magistrali a scopo dimagrante».

Riferimenti normativi 1.

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Decreto del Ministero della salute del 17 maggio 2018 recante Aggiornamento e revisione di alcuni testi della XII edizione della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana. Supplemento ordinario N. 27 alla Gazzetta Ufficiale n. 129 del 6 giugno 2018. Decreto del Ministero della salute del 18 maggio 2018 recante Aggiornamento delle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, di cui al DPR 309/90 e successive modificazioni e integrazioni. Inserimento nella Tabella I delle sostanze: XLR-11, 2C-E, 25H-NBOMe, 4-FMA, 6-EAPB, 5-EAPB, furanilfentanil. (18A03835). Gazzetta Ufficiale N. 126 del 1 giugno 2018, pag. 23. Decreto del Ministero della salute del 18 maggio 2018 recante Aggiornamento delle tabelle contenenti l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, di cui al DPR 309/90 e successive modificazioni e integrazioni. Inserimento nella Tabella I e nella Tabella IV di nuove sostanze psicoattive. (18A03836). Gazzetta Ufficiale N. 126 del 1 giugno 2018, pag. 24.

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I Luoghi del Cuore

VILLA MARIA – LA QUIETE candidata come Luogo del Cuore alla nona edizione del censimento nazionale promosso dal Fondo Ambiente Italiano Un angolo di Belle Époque nel cuore della Sicilia, a Casteltermini in provincia di Agrigento. Un piccolo tesoro da proteggere dall'incuria e dagli atti di vandalismo che negli ultimi anni hanno danneggiato e lasciato diversi segni. Sostenere questo posto significa salvarne e custodirne non solo il valore architettonico e la bellezza che traspare in ogni angolo, ma anche riconoscerne l'importanza storico-sociale che questo ha avuto nella sua lunga esistenza. La Villa è fortemente legata ai maggiori fatti storici avvenuti in Sicilia nel XIX e XX secolo. Dai primi moti rivoluzionari del 1848 all’Unità d'Italia, dal sostegno alle rivolte contadine di fine ottocento alle innovazioni dei metodi di estrazione dello zolfo e miglioramento delle condizioni umane dei lavoratori nelle miniere. Grazie al censimento I Luoghi del Cuore, la Villa può essere riportata all’attenzione pubblica e trovare le forze necessarie per il suo recupero. A sostegno della candidatura il comitato “Villa Maria – La Quiete, Luogo del Cuore”, la Pro Loco “Chiuddia” di Casteltermini, diverse associazioni e gruppi di privati cittadini. Fino al 30 novembre puoi esprimere il tuo voto attraverso il sito del FAI, o nei punti di raccolta firme. Per maggiori info - facebook: Villa Maria - La Quiete - Luogo Del Cuore FAI 2018 – email: gerodemarco@gmail.com

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Delle Arti

LA CITTÀ BELLA

Rodolfo Papa La città, come realtà e come metafora del vivere comune degli uomini, fa parte delle finalità della dottrina sociale della Chiesa [1]: «Evangelizzare il sociale è allora infondere nel cuore degli uomini la carica di senso e di liberazione del Vangelo, così da promuovere una società a misura dell'uomo perché a misura di Cristo: è costruire una città dell'uomo più umana, perché più conforme al Regno di Dio» [2]. Il tema della città è centrale nella ecologia integrale di papa Francesco [3]. Nell’Enciclica Laudato si’, la città appare innanzitutto come il luogo degli abusi tecnocratici, della frammentazione sociale, dei disagi materiali e spirituali delle persone. Il fenomeno della crescente e disordinata urbanizzazione e delle megalopoli, fenomeno che tocca tutti i continenti in varia misura, è analizzato con dettaglio: «Oggi riscontriamo, per esempio, la smisurata e disordinata crescita di molte città che sono diventate invivibili dal punto di vista della salute, non solo per l’inquinamento originato dalle emissioni tossiche, ma anche per il caos urbano, i problemi di trasporto e l’inquinamento visivo e acustico. Molte città sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia. Ci sono quartieri che, sebbene

siano stati costruiti di recente, sono congestionati e disordinati, senza spazi verdi sufficienti. Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura» (n. 44). Per certi versi, le megalopoli e in generale le città contemporanee sembrano essere il riflesso preciso dell’“antropocentrismo dispotico” (cfr. n. 68) e dell’“antropocentrismo deviato” (cfr. n. 69), sorta di Torri di Babele, monumenti di presunzione e invivibilità. Effettivamente, i principi fondamentali della città moderna, concepiti in Europa e poi esportati in tutto il mondo, sono ispirati a teorie funzionaliste, entro una visione utilitaristica del mondo. Il modello urbanistico originario della contemporaneità è la Ville Radieuse progettata da Le Corbusier nei primi decenni del Novecento [4]. In essa, si propone la distinzione e la separazione dei luoghi secondo le funzioni, dunque i luoghi di abitazione sono distinti e lontani da quelli del lavoro e da quelli dello studio; si propone anche, conseguentemente, la distinzione dei percorsi secondo i mezzi, cosicché le strade per automobili collegano i posti lontani, in separazione dai percorsi pedonali. Ne deriva, nella attualizzazione, una città frammentata, in cui

Figura 1. Rodolfo Papa, Torre di Babele. 40 x 50 cm, olio su tavola, 2006, collezione privata.

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Delle Arti

come […] l’abbellimento di paesaggi con opere di risanamento ambientale, o progetti edilizi di grande valore estetico, progressi nella produzione di energia non Rodolfo Papa, pittore, scultore, teorico, storico e filosofo inquinante, nel miglioramento dei trasporti pubblici. dell’arte. Esperto Queste azioni non risolvono i problemi globali, ma della XIII confermano che l’essere umano è ancora capace di Assemblea intervenire positivamente. Essendo stato creato per Generale Ordinaria amare, in mezzo ai suoi limiti germogliano del Sinodo dei inevitabilmente gesti di generosità, solidarietà e cura» (n. Vescovi. Docente di 58). Storia delle teorie La città bella è una citta abitabile per l’uomo, nella estetiche presso valorizzazione del patrimonio naturale, storico, artistico e l’Istituto Superiore culturale. «Insieme al patrimonio naturale, vi è un di Scienze patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente Religiose minacciato. È parte dell’identità comune di un luogo e Sant’Apollinare, base per costruire una città abitabile» (n. 143). Roma; il Master di II Livello di Arte e Architettura Sacra La città abitabile ed ecologica non deve distruggere le dell’Università Europea, Roma; l’Istituto Superiore di vecchie città, ma deve integrare le varie dimensioni e Scienze Religiose di Santa Maria di Monte Berico, Vicenza; salvaguardare l’identità originale: «Non si tratta di la Pontificia Università Urbaniana, Roma. È Accademico distruggere e di creare nuove città ipoteticamente più Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti ecologiche, dove non sempre risulta desiderabile vivere. e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Presidente della Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un Accademia Urbana delle Arti. determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Tra i suoi scritti si contano circa venti monografie e Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze alcune centinaia di articoli (“Arte Cristiana”; “Euntes culturali dell’umanità nel loro significato più ampio. In Docete”; “ArteDossier”; “La vita in Cristo e nella Chiesa”; modo più diretto, chiede di prestare attenzione alle “Via, Verità e Vita”, “Frontiere”, “Studi cattolici”; culture locali nel momento in cui si analizzano questioni “Zenit.org”, “Aleteia.org”; …). legate all’ambiente, facendo dialogare il linguaggio Come pittore ha realizzato interi cicli pittorici per tecnico-scientifico con il linguaggio popolare» (n. 143). Si Basiliche, Cattedrali, Chiese e conventi (Basilica di San comprende l’irrazionalità della pretesa che le città siano Crisogono, Roma; Basilica dei SS. Fabiano e Venanzio, tutte uguali, senza alcun legame con l’ambiente, le Roma; Antica Cattedrale di Bojano, Campobasso; tradizioni e le culture locali. Cattedrale Nostra Signora di Fatima a Karaganda, Pensare la città significa pensare la cultura in tutte le sue Kazakistan; Eremo di Santa Maria, Campobasso; dimensioni: «È la cultura non solo intesa come i Cattedrale di San Panfilo, Sulmona; chiesa di san Giulio I monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso papa, Roma; San Giuseppe ai Quattro Canti, vivo, dinamico e partecipativo, che non si può escludere Palermo; Sant'Andrea della Valle, Roma …). nel momento in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente» (n. 143). Dunque, contrariamente alla Ville Lumiere o alle distopie l’automobile sembra avere priorità sull’uomo. È una città futuriste, nella città bella i luoghi sono integrati, collegati, in cui l’andare ha prevalenza sullo stare, e sui valori di cui in modo che le persone si sentano a casa, radicati e lo stare è portatore, quali le relazioni umane, la famiglia, uniti: «È necessario curare gli spazi l’aggregazione sociale. Si tratta di pubblici, i quadri prospettici e i città progettate in funzione delle « Non si addice ad abitanti di questo punti di riferimento urbani che strade e non delle piazze, secondo pianeta vivere sempre più sommersi accrescono il nostro senso di la logica geometrica dell’angolo da cemento, asfalto, vetro e metalli, appartenenza, la nostra sensazione retto e non secondo la logica del di radicamento, il nostro “sentirci a ben vivere umano. Fino ad privati del contatto fisico con la casa” all’interno della città che ci arrivare alla deriva di città che di natura» (n. 44) contiene e ci unisce. È importante fatto sono dei “non luoghi”, che le diverse parti di una città siano ben integrate e che ovvero contenitori di passaggio e non dimore, qualcosa di gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di simile alla distopia tratteggiata anche in termini rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città urbanistici da Ray Bradbury in Fahrenheit 451 nel 1953: intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri» (n. «Le autostrade e le strade d’ogni genere sono affollate di 151). gente che va un po’ dappertutto, ovunque, ed è come se I trasporti dovrebbero essere finalizzati al bene dell’uomo non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli e non ai guadagni: «La qualità della vita nelle città è legata erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in in larga parte ai trasporti, che sono spesso causa di grandi auto-alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al sofferenze per gli abitanti. Nelle città circolano molte nomadismo va di località in località, seguendo il corso automobili utilizzate da una o due delle maree lunari, passando la notte nella camera dove sei stato « … l’andare ha prevalenza sullo stare, persone, per cui il traffico diventa intenso, si alza il livello tu oggi e io la notte passata» [5]. e sui valori di cui lo stare è portatore, d’inquinamento, si consumano Ma l’Enciclica, per il suo impianto quali le relazioni umane, la famiglia, enormi quantità di energia non etico, ha una forte carica l’aggregazione sociale». rinnovabile e diventa necessaria la propositiva, e dunque soprattutto costruzione di più strade e parcheggi, che danneggiano il dedica attenzione alla “città bella”, alla città che realizza o tessuto urbano. Molti specialisti concordano sulla dovrebbe realizzare la giusta armonia con l’ambiente e la necessità di dare priorità al trasporto pubblico. Tuttavia giusta realizzazione dell’uomo. «In alcuni Paesi ci sono alcune misure necessarie difficilmente saranno accettate esempi positivi di risultati nel migliorare l’ambiente,

L’AUTORE

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Delle Arti

Figura 2. Rodolfo Papa, Torre di Babele. 40 x 50 cm, olio su tavola, 2015, collezione privata.

in modo pacifico dalla società senza un miglioramento sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, sostanziale di tale trasporto, che in molte città comporta favoriscono il riconoscimento dell’altro!» (n. 151). un trattamento indegno delle persone a causa Riprendendo tutti gli elementi delineati, ecologia, dell’affollamento, della scomodità o della scarsa tecnica, lavoro, città, bellezza, mi sembra si possa frequenza dei servizi e dell’insicurezza» (n. 153). ripensare, a partire dall’Enciclica, un invito a prendere L’armonia naturale dell’universo dovrebbe guidare ogni coscienza del profondo valore del lavoro manuale intervento sul paesaggio: «Ogni intervento nel paesaggio artigianale; sebbene l’artigianato in quanto tale non sia urbano o rurale dovrebbe considerare come i diversi un tema dell’Enciclica, tuttavia questo tipo di lavoro elementi del luogo formino un tutto che è percepito dagli sembra essere un elemento indispensabile per uno abitanti come un quadro coerente con la sua ricchezza di sviluppo produttivo creativo e sostenibile, rispettoso significati. In tal modo gli altri cessano di essere estranei della dignità dell’essere umano: «un percorso di e li si può percepire come parte di un “noi” che sviluppo produttivo più creativo e meglio orientato costruiamo insieme. Per questa potrebbe correggere la stessa ragione, sia nell’ambiente «Ogni intervento nel paesaggio urbano o disparità tra l’eccessivo urbano sia in quello rurale, è rurale dovrebbe considerare come i diversi investimento tecnologico per il opportuno preservare alcuni consumo e quello scarso per spazi nei quali si evitino elementi del luogo formino un tutto che è risolvere i problemi urgenti interventi umani che li percepito dagli abitanti come un quadro dell’umanità; potrebbe modifichino continuamente» (n. coerente con la sua ricchezza di significati. generare forme intelligenti e 151). redditizie di riutilizzo, di In tal modo gli altri cessano di essere Dunque la città bella dovrebbe recupero funzionale e di riciclo; estranei e li si può percepire come parte di potrebbe migliorare l’efficienza rispecchiare quel “tutto in connessione e in relazione” che un “noi” che costruiamo insieme» (n.151) energetica delle città; e così via. è la vera identità del cosmo; La diversificazione produttiva citando la Evangelii Gaudium (n. 210), papa Francesco offre larghissime possibilità all’intelligenza umana per afferma «Come sono belle le città che superano la sfiducia creare e innovare, mentre protegge l’ambiente e crea più malsana e integrano i differenti e che fanno di tale opportunità di lavoro. Questa sarebbe una creatività integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono capace di far fiorire nuovamente la nobiltà dell’essere belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, umano, perché è più dignitoso usare l’intelligenza, con

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Delle Arti

Figura 3. Rodolfo Papa, Torre di Babele. 20 x 30 cm, olio su tavola, 2008, collezione privata.

audacia e responsabilità, per trovare forme di sviluppo un tornare al passato, in una sorta di tradizionalismo, ma sostenibile ed equo, nel quadro di una concezione più di rintracciare il valore autenticamente creativo e ampia della qualità della vita. innovativo proprio del lavoro Viceversa, è meno dignitoso e «L’artigianato ha una intrinseca relazione artigianale. creativo e più superficiale con la bellezza; le produzioni industriali Possiamo immaginare un insistere nel creare forme di rilancio dell’artigianato, non hanno abolito la “decorazione”, sia per saccheggio della natura solo per solo al livello politico delle offrire nuove possibilità di motivazioni ideologiche estetiche ma anche economie degli stati, ma a consumo e di rendita per l’impossibilità di produrre decorazioni livello pastorale, nelle Chiese immediata» (n. 192). locali: parrocchie e diocesi belle a basso costo» Il lavoro artigianale è radicato potrebbero valorizzare nelle culture e nel rispetto delle risorse ambientali, è un l’artigianato locale, mediante accademie e scholae, capaci lavoro che rispetta la qualità della vita, in quanto di promuovere un lavoro profondamente umano, consente di abitare dove si lavora, o poco lontano; è un all’insegna della bellezza e della sostenibilità. mestiere intrinsecamente portatore di virtù, mira alla produzione, mediante le mani e l’ingegno, di oggetti duraturi, utili, belli: dunque è il lavoro produttivo ecologico per eccellenza ed è anche il lavoro che non disumanizza, ma consente la realizzazione della propria dignità. L’artigianato ha una intrinseca relazione con la bellezza; Bibliografia e note le produzioni industriali hanno abolito la “decorazione”, sia per motivazioni ideologiche estetiche ma anche per 1. Su architettura e urbanistica in relazione alla dottrina l’impossibilità di produrre decorazioni belle a basso sociale della Chiesa, cfr. R. PAPA, L’ordine della bellezza. costo. Gli oggetti industriali sono tutti uguali, invece gli Riflessioni strutturali su Leonardo in C. CAPITTI (ed.), La oggetti artigianali sono portatori di un simbolismo, città della speranza, Qanat, Palermo 2015; C. CAPITTI, Governo del territorio e Dottrina Sociale della Chiesa in pregnante di significati legati alle singole culture e architettura, urbanistica, ambiente e paesaggio, Qanat, tradizioni. Forse il rilancio dell’artigianato fa parte di Parlermo 2013. quel “torniamo indietro” che papa Francesco lancia alle 2. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, società industrializzate e disumanizzate: «se in alcuni Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 63. casi lo sviluppo sostenibile comporterà nuove modalità 3. Cfr. R. PAPA, Papa Francesco e la missione dell’arte, per crescere, in altri casi, di fronte alla crescita avida e Cantagalli, Siena 2016. 4. LE CORBUSIER, Verso una Architettura [1923], irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, Longanesi, Milano 1973, 2003. occorre pensare pure a rallentare un po’ il passo, a porre 5. R. BRADBURY, Fahrenheit 451, Mondadori, Milano 2013, alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro pp. 62-63. prima che sia tardi» (n. 193). Non si tratta ovviamente di

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Fitoterapia&Nutrizione

β-CAROTENE

L’antiossidante precursore della vitamina A che protegge la pelle

Elisa Drago* Il β-carotene è un pigmento di colore gialloarancio appartenente alla vasta famiglia dei carotenoidi. Oltre al suo caratteristico ruolo biologico di potente antiossidante, il βcarotene rappresenta un diretto precursore della vitamina A, sostenendo pertanto il pull di antiossidanti endogeni. Per le sue importanti proprietà biologiche, è solitamente utilizzato nel trattamento di differenti disordini, sia di natura sistemica che di natura cutanea. L'orticaria e l'edema da eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette, le manifestazioni cutanee di patologie autoimmuni, come il Lupus eritematoso sistemico, e le reazioni fotoallergiche rappresentano solo alcuni dei possibili campi di applicazione di questa importante molecola. Inoltre, per il ruolo di precursore della vitamina A, il β-carotene può essere utilizzato anche nelle strategie integrative vitaminiche. Fonti alimentari di β-carotene Le caratterisitiche cromatiche del β-carotene conferiscono al cibo in cui esso è presente una tipica colorazione giallo-arancio. Pertanto, fonti alimentari importanti di carotenoidi in genere sono rappresentate da: • carote, con circa 7 mg ogni 100 gr di prodotto; • patate dolci, con 6 mg per 100 gr di prodotto; • crucifere e verdure a foglia verde, con circa 5 mg per 100 gr di alimento crudo; • mango, melone ed albicocche con 1-2 mg per 100 gr di frutta fresca. Nonostante la relativa bassa presenza di carotenoidi negli alimenti, il β-carotene presenta un'ottima biodisponibilità, raggiungendo integro l'ambiente intestinale e venendo assorbito efficacemente dalla mucosa del piccolo intestino. Data la natura lipofila del composto, il β-carotene viene efficacemente assorbito insieme ai grassi sotto forma di un complesso lipoproteico, e successivamente rimaneggiato dal fegato; viene poi in parte trasformato in retinolo (vitamina A), in parte stoccato nel fegato e nei tessuti grassi sotto forma di β-carotene, e in parte utilizzato comunemente come antiossidante endogeno. I carotenoidi I carotenoidi sono una classe di pigmenti organici molto abbondanti in natura che possono essere rinvenuti in animali, piante e altri organismi come alghe, funghi e alcune specie di batteri. Attualmente sono stati identificati oltre 600 tipi di carotenoidi divisi in 2 gruppi principali, i caroteni e le xantofille. I caroteni sono carotenoidi non ossigenati a struttura idrocarburica come ad esempio β-carotene, α-carotene e licopene. A loro volta i caroteni possono essere classificati in aciclici (es. licopene), monociclici (es. γ-carotene) e biciclici (es.

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α- e β-carotene). Le xantofille sono derivati ossigenati dei caroteni come ad esempio luteina, zeaxantina, astaxantina, capsantina, β-criptoxantina; le xantofille possono trovarsi in forma libera o esterificate con acidi grassi [1]. Nei vegetali i carotenoidi giocano un ruolo essenziale nella fotosintesi, nell’interazione radicimicorrize e nella produzione di alcuni fitormoni, come acido abscissico e strigolactone [2]. Sono responsabili della maggior parte dei colori gialli e rossi dei frutti, dei fiori e delle foglie. Generalmente i carotenoidi sono localizzati nei cloroplasti assieme alla clorofilla, complessati con proteine e grassi [3]. I carotenoidi negli alimenti Negli alimenti sono stati identificati diverse centinaia di carotenoidi, ma solo alcuni sono presenti in quantità rilevanti. Sono contenuti prevalentemente in alimenti di origine vegetale, ma anche in alcuni alimenti di origine animale, in particolare latte, uova, formaggi, fegato, reni, grassi, crostacei [4]. Nel prodotto integro i carotenoidi hanno una struttura relativamente stabile, ma una volta esposti all’ambiente, il calore, la luce, l’ossigeno, i perossidi, i metalli ed enzimi quali le lipossigenasi possono degradarli rapidamente, determinandone la perdita di colore e delle funzioni biologiche. Tutti i carotenoidi, per la loro particolare struttura molecolare, posseggono una spiccata azione antiossidante contrastando l’azione di composti chimici particolarmente reattivi come i radicali dell’ossigeno il cui accumulo è alla base dei fenomeni degenerativi delle cellule e quindi dell’invecchiamento. È stata inoltre attribuita a tali composti un’importante attività anticancerogena. Il loro consumo è stato associato a un ridotto rischio di sviluppo di alcuni tipi di tumore, come cancro allo stomaco, al polmone e alla prostata. Alcune xantofille, come la luteina e la zeaxantina, hanno

*Farmacista

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Fitoterapia&Nutrizione

evidenziato un effetto protettivo contro le malattie croniche dell’occhio. Olson e collaboratori hanno dimostrato che questi composti possono accumularsi nell’area centrale della retina, detta macula, dove agiscono come filtro delle onde corte ad alta energia responsabili dei danni fototossici alle cellule della retina. Questo meccanismo dei carotenoidi sembra giocare un ruolo importante nel ridurre il rischio di degenerazione maculare dell’età avanzata (AMD), la causa principale di cecità tra gli anziani, e nella prevenzione della cataratta [5]. Alcuni carotenoidi, circa il 10% dei 600 carotenoidi conosciuti fin ora, posseggono attività provitaminica, dalla scissione enzimatica della molecola si originano infatti molecole di retinolo (vitamina A). L’assorbimento dei carotenoidi nell’uomo avviene per diffusione passiva ed è influenzato dalla quantità di lipidi presenti nella dieta [6]. In condizioni normali, la quantità di carotenoidi assorbiti può variare dal 5% al 50% dei carotenoidi ingeriti e diminuisce proporzionalmente con l’aumentare della dose [7]. Considerato il modesto assorbimento intestinale, i carotenoidi non danno in genere problemi di tossicità né acuta né cronica. L’ingestione di dosi elevate di carotenoidi può determinare in soggetti con un basso indice di massa corporea (BMI) e in soggetti con problemi di anoressia nervosa [8], un’alterazione della pigmentazione giallo-arancione della pelle, carotenoderma, la quale scompare in breve tempo interrompendo la somministrazione. Anche la conversione a retinolo è controllata e pertanto non si verificano problemi di ipervitaminosi dovuti a una

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conversione dei carotenoidi ad attività provitaminica A. Il β-carotene è presente in frutta e ortaggi, dove funge da trasportatore di energia e come fotoprotettore nel processo di raccolta della luce dei cloroplasti. Carote (Daucus carota), pesche (Prunus persica), albicocche (Prunus armeniaca), mango (Mangifera indica) e papaya (Carica papaya) sono gli alimenti in cui è più abbondante ma si ritrova in elevate quantità anche nella polpa di alcune varietà di patata dolce (Ipomoea batatas), zucca (Cocurbitaceae), manioca (Manihot esculenta) e nei vegetali a foglia verde. La maggior parte dei cereali non contiene β-carotene, piccole quantità sono presenti nel mais (Zea mays) e nelle leguminose da granella. Il βcarotene è relativamente resistente alla cottura ma l’esposizione prolungata a elevate temperature o la frittura ne riducono sensibilmente il contenuto negli alimenti. È inoltre sensibile alla luce e, pertanto, gli alimenti che lo contengono vanno conservati in luoghi poco illuminati. La conservazione di ortaggi a temperature comprese fra i 4 °C e i 20 °C per alcuni giorni dopo la raccolta può portare a un significativo aumento del contenuto di β-carotene dovuto essenzialmente a una perdita del contenuto idrico [9]. Il licopene è presente soprattutto nel pomodoro (Solanum lycopersicum), nell’anguria (Citrullus lanatus) e negli agrumi. La polpa rossa dell’anguria contiene più licopene per unità di peso rispetto al pomodoro fresco ed è ugualmente biodisponibile [10-11]. Durante la lavorazione e lo stoccaggio degli alimenti si possono verificare delle degradazioni indesiderate del licopene, le quali possono

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compromettere non solo la qualità del prodotto finito ma portare anche a una perdita di benefici. Le principali cause di degradazione durante la lavorazione di alimenti sono isomerizzazione e ossidazione [12]. Bassa temperatura di stoccaggio, bassi livelli di ossigeno e la ridotta esposizione alla luce sono fattori che limitano la degradazione del licopene dovuta all’ossidazione. Per quanto riguarda il calore, è stato provato che temperature tra 90 e 150 °C causano una graduale diminuzione del contenuto totale di licopene, mentre la durata del trattamento sembra avere un ruolo marginale, infatti la degradazione è modesta se la temperatura rimane inferiore ai 100 °C. Per effetto del calore, inoltre, si assiste all’aumento di concentrazione dell’isomero cis [13-14]. Tuttavia, è stato osservato, in particolare nel pomodoro, che durante lo stoccaggio dei prodotti di lavorazione spesso si può verificare la reisomerizzazione da cis a trans, in quanto l’isomero cis è relativamente più instabile rispetto all’isomero trans [15]. Se da un lato la lavorazione può ridurre il contenuto di licopene lo rende però maggiormente biodisponibile; trattamenti come la cottura o la triturazione possono incrementarne la biodisponibilità per distruzione fisica o un rammollimento delle membrane cellulari dell’alimento e tramite la rottura dei complessi licopene-proteine [16]. I l β-carotene i n d e r m a t o l o g i a Date le importanti proprietà biologiche, il β-carotene è

rientrato a pieno titolo tra i fattori dotati di proprietà antiaging, dimostrandosi efficace nella protezione organica e cutanea dalle radiazioni ultraviolette. Più precisamente, questo pigmento si è rivelato efficace più dell'α- tocoferolo nel proteggere la cute dai danni indotti dalle radiazioni ultraviolette, esercitando, in seguito ad uso topico, sia un'azione antiossidante diretta sia un'attività riflettente nei confronti dei raggi UV. Tale attività si concretizzerebbe: • nella riduzione dell'eritema post-espositivo; • nella riduzione dei markers di danno ossidativo. Le numerose indagini condotte relativamente all'uso del β-carotene in ambito dermatologico ed antiaging, hanno dimostrato come la corretta supplementazione possa contribuire al mantenimento delle difese immunitarie. Più precisamente, si è dimostrata la capacità del βcarotene di potenziare l'attività dei linfociti T e dei linfociti B, aumentando così l'azione protettiva nei confronti di potenziali cellule maligne trasformate dall'azione genotossica delle radiazioni ultraviolette. Questa importante attività donerebbe al β-carotene un ruolo protettivo nei confronti del photoaging, in particolare nei confronti delle conseguenze più gravi di questo evento.

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Apotheca&Storia

LA MEDICINA ETRUSCA

Giusi Sanci* Gli Etruschi o Tusci furono la più importante popolazione dell'Italia prima dell'espansione di Roma. Si stanziarono, a partire dall'VIII secolo a.C., in un'area compresa tra il fiume Arno e il Tevere, che da loro prese il nome di Etruria e poi di Toscana. Furono in grado di influenzare in modo significativo la civiltà romana prima di essere conquistati da questi nel 396 a.C. I numerosi ferri da chirurgo e da dentista rinvenuti nei corredi di alcune tombe, e il ritrovamento di ex voto in terracotta o in bronzo raffiguranti organi interni del corpo umano denotano la raffinata conoscenza che gli Etruschi avevano in ambito anatomico. La medicina etrusca aveva anche un aspetto religioso: la testa e l'udito erano sotto la tutela di Tinia (Giove), gli occhi di Uni (Giunone), i fianchi di Laran (Marte), le dita ed il tatto di Minerva, i genitali di Turan (Venere), i piedi di Turms (Mercurio); i rituali religiosi comunque accompagnavano ma non sostituivano l'arte medica. Nessun altro popolo nell'antichità praticava l'odontoiatria; famosi per l'abilità nella lavorazione dei metalli, gli Etruschi utilizzarono le tecniche della lavorazione orafa per creare protesi dentarie, e a dimostrazione di ciò al museo archeologico di Tarquinia è conservato un teschio con una protesi dentaria in oro (Figura 2). I denti mancanti erano ricavati dagli animali o fatti di terracotta, quindi sagomati e uniti attraverso ponti d'oro. La protesi poteva essere asportata per la pulizia e ancorata ai denti originari. Gli Etruschi sapevano curare le ferite ed erano esperti in chirurgia; sugli scheletri infatti sono state riscontrate fratture ricomposte e ben saldate a prova delle loro abilità in campo ortopedico. Fu anche il primo popolo a praticare il parto cesareo nei casi più gravi per evitare la morte della partoriente. I Greci sostenevano che gli Etruschi fossero grandi conoscitori di erbe mediche di cui l'Etruria era ricca. Alla fine del IV secolo a.C, Teofrasto di Ereso, discepolo di Aristotele affermava che l'Etruria era feconda di piante medicinali e riporta i versi tratti da un'elegia di Eschilo dove gli Etruschi erano presentati come un popolo fabbricatore di farmaci. Sappiamo che sul Monte Soratte vi era un collegio di sacerdoti che possedevano i segreti per la fabbricazione di sostanze atte a togliere il

Figura 1. Territorio dell’Etruria e zone di espansione.

Si distinguevano due varietà, l'elleboro nero e l'elleboro bianco. Il primo corrisponde alla nota "stella di natale"(Helleborum niger)nel cui rizoma si trovano concentrati i principi attivi elleboerina, che irritando la mucosa provoca lo starnuto ed il vomito ed elleborina, un cardiotonico. L'elleboro bianco nota anche come veratro bianco (Veratrum album) contiene alcaloidi che hanno effetti sulla funzione cardiaca, sul sistema vascolare, respiratorio e nervoso. Un'altra pianta medicinale utilizzata dagli Etruschi era il myriophillon o millefolium il cui succo unito al grasso di maiale, formava una pomata con proprietà cicatrizzanti e decongestionanti delle mucose. Della pianta del lino gli Etruschi utilizzavano il seme avente proprietà emollienti e antiinfiammatorie; in particolare i tamponi di burro di lino venivano utilizzati per arrestare le emorragie nasali. Un'altra pianta utilizzata era la Mentha pulegium, utilizzata per favorire la digestione e la funzionalità del fegato; le applicazioni esterne invece avevano proprietà antisettiche, analgesiche e antipruriginose. dolore e a rendere temporaneamente Figura 2. Protesi dentaria. Secondo i reperti ritrovati gli Etruschi erano insensibili al fuoco. Tarquinia, Museo Archeologico soliti praticare suffumigi a base di ginepro e rosmarino per aprire le vie respiratorie nei Sempre Teofrasto riferisce che gli Etruschi Nazionale Tarquinense. casi di tosse, catarro e asma. Contro erano profondi conoscitori delle proprietà l'infestazione da parassiti intestinali utilizzavano sia medicamentose che velenose dell'elleboro; tale pianta composti a base di felce maschio, timo, aglio e cipolla, che infatti doveva subire una sapiente preparazione per assumevano come decotto. riuscire velenosa. Veniva utilizzato principalmente come sedativo nelle forme di eccitazione psichica o come purgante per eliminare gli "umori nocivi". *Farmacista

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La farmacologia etrusca era quindi di tipo fitoterapico; altre piante medicinali utilizzate sono la scammonea per l'itterizia, il ricino come purgante, l'aglio e la cipolla come battericidi, il timo come vermifugo, la camomilla come calmante, il mirto come astringente in caso di dissenteria grave, il cavolo nei reumatismi, il biancospino come sedativo. Una volta raccolte, le erbe venivano finemente triturate in un mortaio dopodiché venivano aggiunti altri ingredienti: olio di oliva e grassi animali per la preparazione di

parti anatomiche da curare (ex voto) e la loro affissione sulle pareti del tempio o la loro immersione nelle acque. Le acque venivano utilizzate per curare le malattie della pelle e le infezioni tramite immersione, oppure bevute per curare le malattie interne. Gli etruschi erano anche esperti nel campo della prevenzione davano infatti importanza all'igiene personale, all'alimentazione, all'attività fisica e alla cura dell'ambiente; a tal proposito effettuarono interventi di bonifica dei corsi d'acqua effettuati attraverso gallerie dotate unguenti, mentre acqua, Figura 3. Urna funeraria, Museo archeologico nazionale dell’Umbria di lastre di piombo vino, miele e latte per gli perforate che infusi; in quest'ultimo caso il composto liquido veniva consentivano il drenaggio dell'acqua nei punti in cui versato attraverso colatoi in piccoli boccali o coppe e avrebbe potuto ristagnare. offerti al paziente. Bibliografia: Fra i minerali l'ossido di ferro veniva utilizzato nelle anemie ed il rame nelle infiammazioni. A Tarquinia sono stati rinvenuti alcuni vasi contenenti i resti di piante medicinali e aromatiche come il prezzemolo, il sedano, il rosmarino ed il Papaver somniferum di cui conoscevano le proprietà medicinali e allucinogene. Noti erano anche gli effetti benefici delle acque termali; le numerose sorgenti di acqua calda provenienti dal sottosuolo vulcanico dell'Etruria venivano utilizzate per la cura di svariate malattie. Le sorgenti salutari erano santuari specializzati, e la possibilità di accedere alle acque seguiva tappe obbligate così come l'acquisto delle

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https://curemillenarie.wordpress.com/2017/04/29/l a-medicina-etrusca/ ilmondodiaua.altervista.org/om/2017/04/29/lamedicina-etrusca https://www.forumsalute.it/la-medicina-etrusca.html https://www.facebook.com/pharmacopolalegioxiii/p hotos/a...901.../629916570499634 curaecomunita.it/2017/03/12/la-medicina-etrusca download.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienz e/1998_360_6.pdf www.liceomontanari.it/siti/archeoscuole/files/vita_q uotidiana_degli_etruschi.pdf ) spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Etruschi/attivit a.html

Figura 4. Complesso sacro-termale etrusco di Sasso Pisano, comune di Castelnuovo Val di Cecina (PI).

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