La Prima Guerra Mondiale è stata la “Nostra Guerra in casa” perché per un anno tremendo , dal novembre 1917 all’inizio del novembre successivo, 1918 , per la nostra provincia passava l’ultimo fronte “possibile”.
Il trevigiano vide: • l’assestarsi faticoso nell’ottobre, novembre del 1917 del fronte lungo il fiume Piave, le alture del Montello e i massicci del Grappa, dopo la ritirata di Caporetto; • la Battaglia del Solstizio ( giugno 1918), così denominata da D’Annunzio, dove i soldati italiani riuscirono a far fronte a un nuovo massiccio attacco austro-tedesco, che i nemici speravano risolutivo. Ma non si ripeté Caporetto , per i contrasti tra gli alti comandi austriaci nella strategia da adottare, ma soprattutto perché la superiorità aerea italiana era chiara, l’artiglieria praticò un efficace fuoco di sbarramento , la fanteria era scaglionata in profondità e le nostre riserve superavano di gran numero quelle dei nemici la battaglia finale denominata di Vittorio Veneto nell’ottobre, inizi di novembre del 1918.
Stati belligeranti e confini 1a Guerra Mondiale
Le vignette satiriche erano molto usate nella stampa dell’epoca. Ne abbiamo scelte due per evidenziare il sentire del popolo italiano nei confronti dell’Impero Austro-Ungarico che a quell’epoca ancora assoggettava le nostre terre del Trentino e di Trieste.
Una simbologia dell’Impero Asburgico molto usata era la piovra, che con i suoi tentacoli assoggettava molti popoli diversi. I popoli della Boemia, della Galizia, dell’Ungheria, delle regioni italiane di confine, della Croazia e della Slovacchia, della Bosnia ed Erzegovina e della Serbia ormai mal tolleravano il dominio dell’impero e forti erano i movimenti indipendentisti.
Ripercorriamo attraverso queste cartine storiche le principali fasi della guerra per l’esercito italiano, fino ad arrivare nel 1917, per le nostre terre, ad essere in prima linea.
Offensive italiane e austriache del 1915 - 1916
Le ripetute e snervanti battaglie dell’offensiva italiana sul fronte orientale ci hanno fatto ricordare le poesie di Giuseppe Ungaretti. Questo partecipo’ come volontario alla Prima Guerra Mondale e durante le battaglie del 1915/1916 sul fronte del Carso scrisse alcune poesie, e tra queste abbiamo scelto le seguenti:
Veglia
Fratelli
Soldati
Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita
Mariano il 15 luglio 1916 Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità Fratelli
Bosco di Courton luglio 1918 Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
San Martino del Carso Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916 Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca E' il mio cuore il paese più straziato`
In questa cartina vediamo la tragica ritirata di Caporetto dell’Ottobre-Novembre 1917. LEGENDA:
Il fronte del Piave, che si era venuto a costituire dopo la disfatta di Caporetto, ha retto per quasi due anni e ripetuti sono stati I tentativi degli Austriaci di oltrepassare questo fiume. Memorabile è stata la battaglia del Solstizio, del Giugno 1918. In questo periodo si riferiscono molte pagine degli scritti di E. Hemingwey. Questo scrittore americano ha partecipato nel reparto medico al contingente statunitense che ha combattuto sulle linee del Piave a fianco delle truppe italiane nel 1917/1918. Dal suo più famoso romanzo, “Addio alle Armi”, abbiamo tratto una pagina e abbiamo ritenuto significativa anche questa sua poesia che parla del suo incontro, per fortuna mancato, con la morte. Sul finire dell’estate di quell’anno eravamo in una casa in un villaggio che di là del fiume e della pianura guardava le montagne. Nel letto del fiume c’erano sassi e ciottoli, asciutti e bianchi sotto il sole, e l’acqua era limpida e guizzante e azzurra nei canali. Davanti alla casa passavano truppe e scendevano lungo la strada e la polvere che sollevavano copriva le foglie degli alberi. Anche i tronchi degli alberi erano polverosi e le foglie caddero presto quell’anno e si vedevano le truppe marciare lungo la strada e la polvere che si sollevava e le foglie che, scosse dal vento, cadevano e i soldati che marciavano e poi la strada nuda e bianca se non per le foglie. La pianura era ricca di messi; c’erano molti frutteti e di là della pianura le montagne erano brune e spoglie. Sulle montagne si combatteva… Da Addio alle Armi di E. Hemingwey
UCCISO: 8 LUGLIO 1918 Desiderio e Tutte le dolci pene pulsanti E le gentili ferite Che tu eri Se ne sono andati nell’oscura terra. Adesso nella notte tu vieni immusonito Per giacere con me Una triste fredda rigida baionetta Nella mia calda, gonfia, pulsante anima… 1921 - E. Hemingwey L’8 luglio, Hemingwey rischiò di morire, ferito gravemente da raffiche di mitraglia sulla riva del Piave all’altezza di Fossalta.
E finalmente la Guerra volge alla conclusione … La Battaglia di Vittorio Veneto (24 Ottobre – 3 Novembre 1918)
Direzione dell’attacco principale italiano Rottura della giunzione tra 5° e 6° armate austro-ungariche
Attacco diversivo italiano sul Grappa Contrattacco austro-ungarico (24-29 Ottobre) Manovra risolutiva del 18° corpo d’armata che stronca l’ultima resistenza austro-ungarica (28/10) Contrattacchi contro le teste di ponte italiane (27-28 Ottobre) Direttrici della successiva avanzata italiana (30-31 Ottobre) Linea raggiunta il 29 ottobre sera Teste di ponte italiane isolate dalla piena del Piave
Grave di Papadopoli occupate dagli italiani (24 Ottobre) Fiumi principali
Ecco come il settimanale “La Domenica del Corriere” festeggia con una delle sue incisive copertine la vittoria italiana.
La satira colpisce ancora, giocando sul ruolo del fiume Piave. La didascalia infatti dice: “Acqua miracolosa! L’austriaco non immaginava effetti così disastrosi!”
Abbiamo pensato di concludere questa parte introduttiva inserendo delle foto inedite che provengono dal lascito del Tenente Cipriani e sono gentilmente concesse dall’ISTRESCO.
I LUOGHI DELLA MEMORIA La Grande Guerra, la prima guerra di massa, con i suoi quasi 700.000 morti richiede una nuova forma di elaborazione del lutto, una forma non più solo personale, ma collettiva. Non può più essere ricordata unicamente una individualità eccellente , il generale, il principe, il pilota; i soldati, migliaia e migliaia, morti in guerra sono un eroe nuovo, un eroe però spersonalizzato in cui tutto il popolo possa rispecchiare se stesso, nulla si vuol sapere di lui, ma solo che la guerra l’ha combattuta e che vi è morto. Fin da subito si sceglie di visualizzare la morte velandone la fisicità e la violenza, non si parla di soldati morti o uccisi o ammazzati, ma si adopera il termine più “ incorporeo” di caduti. Finita la guerra, la prima esigenza è quella di raccogliere in luoghi scelti e significativi per le comunità locali tutte le salme identificate o meno che erano state sepolte in suggestivi ,ma provvisori, cimiteri di guerra vicino a dove si erano combattute le più sanguinose battaglie. Negli anni, tra Vittorio Veneto e l’ascesa del fascismo, si costruiscono monumenti sobri e coinvolgenti con una genesi spontanea e locale per ricordare i caduti dello stesso paese e personaggi distintisi in azioni eroiche ma con esito tragico. Questa prima fase risponde alla necessità di una elaborazione immediata del lutto per superare il dramma di tanti giovani non più tornati dai campi di battaglia o dalla prigionia.
LAPIDI E MONUMENTI NEL COMUNE DI VILLORBA
LAPIDE CIMITERO DI LANCENIGO La lapide del cimitero di Lancenigo è una lapide monumentale. E’ un luogo della memoria molto particolare: una chiesetta di mattoni con una porta di legno e, ai lati di questa, due lapidi. Sopra la porta è posta una mezzaluna di marmo con scritto un messaggio di pace eterna per i soldati morti. La porta però non è oltrepassabile. Questa monumento ricorda i soldati morti originari di Lancenigo della Prima Guerra Mondiale ed è stata costruita subito dopo, nel 1920 ed è stata dedicata loro da <municipio e popolo>.
Continuazione LAPIDE CIMITERO DI LANCENIGO:
Si può osservare un simbolo molto noto sopra la scritta che indica l’appartenenza dei soldati al cristianesimo e l’attaccamento alla religione di quell’epoca. Lo stato di conservazione sembra ottimo per il restauro appena avvenuto . Osservando la lista dei soldati morti ho visto che: sette sono morti nel 1915, dodici nel 1916, tredici nel 1917, ventidue nel 1918 e uno nel 1919 (forse morto per le ferite di guerra). Il 1918 è stato l’anno con le battaglie più cruente, quindi si spiega la presenza di un numero più elevato di morti. In tutto il Comune di Villorba , dal paziente lavoro del signor Onorio Ghirardo , risultano deceduti durante questa guerra 137 soldati e dall’elenco generale apprendiamo che 39 sono morti nel 1918, 28 nel 1917, 36 nel 1916, 18 nel 1915, 7 negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra.
LAPIDE CHIESA DI FONTANE A Fontane di Villorba, sulla parete della Chiesa, si trova una lapide commemorativa relativa ai caduti della 1° Guerra Mondiale. Una sagoma marmorea con la forma di una capanna, presente sul muro esterno, contiene una lapide rettangolare con nomi e relative foto dei soldati provenienti da Fontane caduti in guerra. Sovrasta il tutto la rappresentazione di un angelo custode delle anime morte. Essendo questa lapide molto semplice, la simbologia non abbonda; vi solo è la scritta R.I.P. (dal latino “requiescat in pacem”, ovvero “riposino in pace”) dal chiaro riferimento alla vita eterna dei caduti. Sempre per la sua semplicità, anche come materiali utilizzati, la lapide è in stato di ottima conservazione. La lapide non mi ha permesso di riflettere molto, anzi. Mi ha colpito però il fatto che in una cittadina così piccola e poco popolosa in molti si siano comunque sacrificati.
ASILO MONUMENTO A LANCENIGO Il monumento si trova appena prima delle chiesa di Lancenigo. Arrivando dalla strada provinciale si può notare subito perché ha un’ aria antica, infatti ha una forma quasi triangolare che si protende in avanti con una facciata caratterizzata da colonne e da una scalinata che parte larga e pian piano si stringe sempre di più. Arrivati in cima alle scale si è fermati da un cancello in ferro battuto, ma comunque da questa posizione si possono notare le lapidi che rendono onore alle persone cadute nella Grande Guerra. Il monumento è stato costruito per accogliere soprattutto i bambini figli di soldati morti in guerra o mutilati. Questi piccoli orfani hanno così avuto la possibilità di frequentare l’asilo, cosa non comune allora, ma necessaria perché le loro madri, rimaste vedove, erano costrette ad andare a lavorare. L’edificio è stato costruito grazie ad alcune famiglie benestanti della zona; agli inizi era affidato alla parrocchia, ma in seguito è stato affidato al comune. È rimasto in buonissimo stato, tanto che noi ragazzi della parrocchia ci facciamo catechismo. Ora io provo un sentimento di tristezza e solidarietà per quei bambini che hanno visto portar via loro i genitori dalla guerra.
RESTI DEL SISTEMA TRINCERATO Non è un monumento vero e proprio e neppure una lapide eppure è un luogo della memoria tangibile e tragico. Si trova lungo la strada a rapido scorrimento nella frazione di Catena , in una proprietà privata ed è una minima parte della fortificazione trincerata Treviso-Ponte della Priula, che passava per il nostro comune. Si presenta come un piccolo bunker in cemento armato , alto m.1,30 e lungo m.2 , con delle feritoie da dove si sarebbe potuto sparare con fucili di grosso calibro contro i nemici , nella malaugurata eventualità, che questi fossero riusciti ad attraversare il Piave. La prima Guerra Mondiale è stata soprattutto una guerra di posizione caratterizzata dall’ampio impiego di trincee, dove i soldati passavano estenuanti giornate in attesa degli attacchi.
Continuazione SISTEMA TRINCERATO:
Il Carso, le Dolomiti , il Cadore , l’altopiano di Asiago, il monte Grappa sono attraversati da molti campi trincerati perchè sono state via via zona di prima linea per i vari anni di guerra, mentre in pianura la costruzione di trincee ha avuto il preciso scopo di estremo baluardo solo lungo le immediate vicinanze della linea del Piave nell’ultimo anno di guerra. Questo piccolo bunker, ora tutto ricoperto di edera, stranamente non è mai stato demolito ed ora è ancora ben conservato , tanto che il proprietario l’ ha trasformato in una utile cantina. Io ho pensato che stare lì dentro per i soldati deve essere stato molto difficile, ma la responsabilità e il senso del dovere di combattere per il proprio paese li hanno sostenuti e aiutati a superare disagi e paure.
BOLLETTINO DELLA VITTORIA Il Bollettino della Vittoria si trova sul muro a sinistra dell’entrata del municipio di Villorba a Carità. Si tratta di una lapide di dimensioni 120 cm x 70 cm circa; la sua forma è rettangolare con un semiovale sporgente in alto, i bordi sono rialzati. Il tutto è costruito in marmo, con delle decorazioni in ferro. Appena finita la guerra il governo ha preso la decisione di apporre su tutti i municipi d’Italia e in altri edifici statali la riproduzione del bollettino della vittoria. Questa lapide ricorda la fine della 1° Guerra Mondiale e la vittoria dell’Italia. Per tutta la durata della guerra ogni giorno dal Comando supremo dell’esercito veniva diramato un “bollettino di guerra” che rendeva conto delle vicende militari in corso. In questi bollettini si può cogliere con evidenza la funzione di “narrazione ufficiale” per i mezzi di informazione e quindi per l’opinione pubblica. Il testo riportato sulla lapide è firmato dal generale Diaz, capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano dal novembre 1917. I bollettini dei primi 2 anni di guerra erano firmati dal generale Cadorna, capo delle forze armate, ma poi questo, dopo la ritirata di Caporetto, fu sostituito al comando dell’esercito da Diaz.
Continuazione BOLLETTINO DELLA VITTORIA:
Il modo di scrivere voleva trasmettere la grandezza della vittoria dell’Italia e dei suoi alleati. Per questo una delle decorazioni è una stella che rappresenta simbolicamente l’Italia sin dall’epoca risorgimentale. Le decorazioni in ferro sono un po’ arrugginite ma per il resto la lapide è ben conservata. Le impressioni che un contemporaneo può avere leggendo il testo riportato sulla lapide sono che la descrizione della vittoria è forse un po’ troppo particolareggiata e usa parole ridondanti, ma esprime bene la grandezza e l’importanza di questo evento. In questo testo l’Italia dà l’impressione di essere fiera di questo risultato, ottenuto con tanta fatica e bravura e, sicuramente, ancora oggi se un cittadino lo legge è fiero di essere italiano.
MONUMENTO AI CADUTI DI VILLORBA Il monumento si trova presso la chiesa del Comune di Villorba. La sua funzione è quella di ricordare i caduti villorbesi durante la “Grande Guerra”. Le sue dimensioni sono 5x3 m circa. La base è di forma quadrangolare con sovrapposto un parallelepipedo di marmo. Sopra di esso vi è collocata una statua sempre in marmo che raffigura il soldato morente sorretto da Gesù, quale simbolo della presenza divina negli ultimi disperati istanti di vita dei soldati. Nella parte frontale del monumento vi è un'incisione che ha lo scopo il commemorare, onorandoli, tutti coloro che si sono sacrificati per la Patria. La realizzazione del monumento, commissionata dal Comune di Villorba, è avvenuta nel maggio del 1925. Il valore principale che vuole comunicare alle giovani generazioni è quello dell’ estremo sacrificio compiuto per la Patria.
MONUMENTO AI CADUTI PER LA PATRIA Il monumento è situato all’interno del cimitero di Villorba. La lapide commemorativa è di forma rettangolare in marmo e mattoni, le sue dimensioni sono 3x2.5 m circa. La sua funzione è quella di ricordare, riportandone i nomi, i soldati caduti per la Patria durante la Grande Guerra. Il monumento è stato commissionato dal Comune e dalla popolazione di Villorba. La lapide tiene memoria del coraggio dei valorosi soldati che hanno sacrificato la propria vita per la Patria. L'alto valore civile che essa esprime serve a far riflettere ogni generazione che la nostra storia è stata fatta da eroiche azioni compiute dai nostri concittadini.
LAPIDI E MONUMENTI NELLA MARCA TREVIGIANA MONUMENTI AI RAGAZZI DEL ‘99 Sono posti a Santa Croce del Montello. Il primo monumento è una colonna di pietra grigia situata vicino alla chiesa del paese, con due incisioni. È dedicato ai giovani della classe 1899 che hanno combattuto la Grande Guerra. Il secondo monumento si trova di fronte alla colonna posta nei pressi della chiesa. L’opera è costituita da quattro cippi, sui quali sono incise varie epigrafi di esortazione ai valori patriottici. Anch’essa è dedicata alla memoria delle giovani vittime 1899, ultima classe chiamata alle armi. Il terzo è collocato vicino al cimitero. È formato da una scultura in pietra che sorregge due statue laterali e una croce centrale. Una delle due statue, rappresenta una madre che piange la perdita del proprio figlio, è posta in memoria del dolore di tutte le madri, come anche personificazione della Madre Patria che piange tutti i suoi figli caduti. Tali testimonianze non solo ricordano il coraggio dei caduti ma incitano anche le giovani generazioni alla difesa della Patria, mantenendone viva l'eroica memoria.
Continuazione MONUMENTO AI RAGAZZI DEL ‘99:
MONUMENTO A FRANCESCO BARACCA Al Maggiore Francesco Baracca, asso dell'aviazione italiana combattente della 1a Guerra Mondiale, è dedicato un sacello a Nervesa della Battaglia (Treviso). Il monumento, consistente in un tempietto circolare con otto colonne in travertino, di altezza pari a circa 3m e con cupola in rame, è conservato in buono stato e si trova lungo la 1a Presa del Montello. Ricorda appunto il pilota Francesco Baracca, abbattuto con il suo aereo, lo SPAD S.XIII, da militari austriaci proprio nei pressi del monumento. Si tiene memoria del Maggiore per il grande contributo fornito alla Patria: egli morì in volo il 19 Giugno 1918 alla fine della battaglia del Solstizio, dopo aver partecipato a più di 60 combattimenti aerei, abbattendo oltre 30 velivoli nemici.
Continuazione MONUMENTO A FRANCESCO BARACCA:
Sulla lapide commemorativa, oltre alla frase “Qui cadde il Maggiore Francesco Baracca, asso degli assi, il XIX Giugno MCMXVIII”, sono presenti tre bassorilievi, rappresentanti l’emblema del Maggiore (un cavallino rampante di colore nero), la sua effige e un drago alato. Sotto alla cupola è inciso un salmo della Bibbia che esalta il suo valore eccezionale e quasi sacro. Visitando il monumento, colpisce il fatto che, anche a distanza di molti anni, il ricordo delle imprese di Francesco Baracca sia vivo in molte persone. Forse perché l’operato di quest’uomo ha contribuito a “fare” l’Italia d’oggi.
MONUMENTO AI CADUTI – PIAZZA della VITTORIA – TREVISO Il monumento ricorda i caduti della prima guerra mondiale e quando fu inaugurato nel 1932, la piazza che prima ricordava il palazzo dei Bressa , venne rinominata Piazza della Vittoria . Il basamento e’ formato da tre gradini e poi prosegue con diversi gradoni in pietra grigia. Sopra ci sono delle statue in bronzo che rappresentano i compagni d’armi che portano nel tempio della gloria , rappresentato da colonne di marmo di tipo greco mozzate e senza capitello, i commilitoni caduti , seguiti dalle madri straziate per la perdita .
Continuazione MONUMENTO AI CADUTI – PIAZZA DELLA VITTORIA:
Per la realizzazione dell’opera è stato scelto, tra molte polemiche, il progetto di Arturo Stagliano, dopo un concorso cui prese parte anche il celebre scultore concittadino Arturo Martini. Il monumento è in buona conservazione, con l’ossidazione del bronzo, il grigiore della pietra con un po’ di muschio e con tante scritte di ragazzi, complessivamente però mi ha trasmesso un senso di sofferenza e di morte.
LAPIDI E CIPPI NELLA MARCA TREVIGIANA OSSERVATORIO DEL RE L'osservatorio del re è una casa colonica, posta su un pianoro alle propaggini del versante nord del Montello, che durante la guerra diventò posto di comando e di osservazione del XXII corpo d'armata. È proprio in questo punto che il re Vittorio Emanuele III vide il contrastato passaggio del fiume Piave da parte delle truppe italiane nei giorni 27-28-29 ottobre del 1918, giorni della battaglia risolutiva , quella che viene ricordata con il nome di battaglia di Vittorio Veneto.
Continuazione OSSERVATRIO DEL RE:
Questo monumento si trova nel comune di Crocetta del Montello sulla presa 15. Lo stato di conservazione di questa casa colonica è buono, ma in questi ultimi anni è stato un po' trascurato. Andare a vedere questo monumento è stato bello perché sembrava di rivedere, attraverso le feritoie di cui è dotata la casa, i soldati che avanzavano sul Piave e quindi tutte le scene della Battaglia.
COLONNA ROMANA NEI PRESSI DELL’OSSERVATORIO DEL RE In località Crocetta del Montello, percorrendo la presa 15 e seguendo le indicazioni, si raggiunge lo spazio occupato dalla vecchia casa colonica, che fu un valido punto di osservazione del tratto di Piave sottostante scelto per passare il fiume e dare inizio alla battaglia risolutiva della Grande Guerra. Nei pressi della casa, dove in precedenza era stata messa una lapide in memoria della presenza del Re nei giorni dell’attacco italiano, nel 1932 , decennale della marcia su Roma, e all’interno della campagna di fascistizzazione dei luoghi consacrati alla memoria della Guerra, fu collocata una colonna romana dell’epoca imperiale a testimonianza del valore dei nostri soldati pari a quella degli antiche legionari romani. La colonna è appoggiata a massi squadrati e vi fa spicco un altorilievo raffigurante , quello che a noi sembra, il volto di Mussolini trasfigurato in un soldato con l’elmetto in testa.
Continuazione COLONNA ROMANA:
Questo monumento, situato sopra la collina rivolto verso Nord da dove ben si vede il sassoso letto del fiume Sacro alla Patria e le dolci colline del Quartiere del Piave , ora che siamo in tempo di pace, sembra voglia invitarci a godere del bel panorama e a prenderci un poâ&#x20AC;&#x2122; di svago, però non possiamo dimenticare cosa è successo in questi luoghi e tutte le persone che hanno perso la propria vita per gli ideali di Patria o per adempiere al loro dovere.
COLONNA ROMANA ABAZIA DI S. EUSTACHIO – NERVESA In posizione strategica su una balza del Montello si avverte il fascino di una dimensione temporale passata osservando, dalla pianura sottostante, i ruderi della millenaria abazia di S. Eustachio. Questo luogo ha visto scorrere vicende dell’austero medioevo, con i monaci benedettini, i momenti gioiosi del Rinascimento, con Monsignor Della Casa che tra la pace di questi luoghi scrisse il Galateo, per arrivare poi ad essere postazione e osservatorio delle truppe italiane nel 1917-18 . E sono stati proprio gli scontri di quell’ultimo anno di guerra a ridurre a scarni muri diroccati, protesi verso il cielo, l’antica abazia. Sul prato antistante le rovine sorge ora un monumento ricordo della Battaglia : su una base di roccia pudinga del Montello poggia una colonna “di Roma imperiale” donata dalla capitale in occasione del ventennale della vittoria, festeggiata a Nervesa il 4 novembre 1938. Sulla lapide lì posta sta scritto: “Sullo scoglio del Montello l’onda nemica s’avventò e s’infranse”.
CIPPO DEL GENERALE G. PENNELLA Il cippo è situato sul Montello, in via degli Alpini. Il monumento è costituito da una struttura di pietra, sulla quale è fissata una lapide che sorregge un busto di bronzo del generale. Ai lati sono presenti due cannoni. Esso ricorda il valoroso intervento che fece l’audace militare durante la Grande Guerra, il quale sacrificò la propria vita per la Patria. Il monumento è stato posto nel cinquantesimo anniversario della guerra del 1915-1918 dal Comune di Giavera, dai Granatieri trevigiani e dai combattenti del Montello.
L’ISOLA DEI MORTI Il cippo degli Arditi si trova a Moriago della Battaglia nel parco della rimembranza dell’ Isola dei Morti; è un monumento commemorativo dei caduti della battaglia finale della guerra 1915-18. E’ a forma di piramide (dimensioni 4×4×4 h metri + croce si arriva a 5 m di altezza), ed è costruito in pietre grigie. Il monumento ricorda l’assalto del 27 Ottobre 1918 degli Arditi, del XXII° reparto d’assalto, impegnati ad attraversare il Piave ed affrontare le truppe austro-tedesche per creare una testa di ponte sulla riva sinistra del fiume. Tra i soldati impegnati in quest’ultima battaglia molti erano giovanissimi, i ragazzi del ’99, che avevano appena 19 anni e venivano mandati all’assalto con un ben modesto grado di addestramento. Uno di questi lasciò scritto “Su questa isola si faticava a camminare tanto era l’ingombro di cadaveri.” Vicino alla piramide c’è una lapide con scritto: “In questo suolo sacro alla patria, prima breccia aperta dagli Arditi il 26 ottobre 1918 nella decisiva battaglia finale”.
Continuazione L’ISOLA DEI MORTI:
Il soggetto committente è l’associazione nazionale combattenti e reduci; l’Isola dei Morti, come luogo della memoria, è stata inaugurata il 24 Giugno 1923. Anche qui il cippo commemorativo, come in altri monumenti che abbiamo visto, ha la forma della piramide che dà la sensazione di grandezza e immortalità . Lo stato di conservazione è buono, non solo della piramide, ma di tutto il parco. Camminando in questo posto hai una sensazione strana perché proprio qui, circa 95 anni fa, tutti i soldati rischiavano la vita ogni secondo e tanti, troppi, sono morti. Vicino alla piramide c’è una lapide con scritto: “In questo suolo sacro alla patria, prima breccia aperta dagli Arditi il 26 ottobre 1918 nella decisiva battaglia finale”. Il soggetto committente è l’associazione nazionale combattenti e reduci; l’Isola dei Morti , come luogo della memoria ,è stata inaugurata il 24 Giugno 1923. Anche qui il cippo commemorativo, come in altri monumenti che abbiamo visto, ha la forma della piramide che dà la sensazione di grandezza e immortalità . Lo stato di conservazione è buono, non solo della piramide, ma di tutto il parco.
Continuazione Lâ&#x20AC;&#x2122;ISOLA DEI MORTI:
Camminando in questo posto hai una sensazione strana perchĂŠ proprio qui, circa 95 anni fa, tutti i soldati rischiavano la vita ogni secondo e tanti, troppi, sono morti.
MONUMENTO AGLI ARDITI A FALZÈ DI PIAVE In piazza a Falzè di Piave nei primi anni del ’20 fu innalzato questo monumento in ricordo del corpo speciale degli Arditi , tra questi vi erano quelli detti “i caimani del Piave” ossia un gruppo di nuotatori scelti , che si era allenato allo scopo nelle fredde acque del Brenta, e che aveva operato come collegamento e trasmissione ordini con gli uomini rimasti soli, oltre il fiume in piena, nelle teste di ponte sulla riva sinistra del fiume nei primi giorni della battaglia risolutiva dell’ottobre 1918. Il monumento bronzeo , capolavoro dello scultore Giovanni Possamai, di Solighetto, rappresenta tre Arditi pronti all’attacco con baldanzosa fierezza e ben si coglie che uno di loro è pronto a lanciare una bomba a mano. I soldati del corpo degli Arditi , successivamente in epoca fascista , furono esaltati come modello di “superuomo” e di razza superiore , creando così anche il mito della razza Piave, e additati come personificazione del coraggio e del valore eroico e incarnazione dell’antica “virtus romana”.
IL CIPPO DI ALESSANDRO PLATONE Situato a Bidasio di Nervesa della Battaglia, vicino al canale Piavesella. Il cippo ricorda il luogo dove è caduto Alessandro Platone. E’ alto circa 170 cm, largo 40x50cm ed è costituto da pietra grigia. Il monumento commemora la morte del colonnello Platone che si è sacrificato per la Patria, caduto il 19 giugno 1918 guidando un gruppo di prodi.
LA TOMBA DEL MAGGIORE MARIO FIORE
La tomba di Mario Fiore, deceduto il 17 giugno 1918 a San Mauro del Montello, si trova nel cimitero comunale di Camalò. Contiene il corpo del soldato e ricorda il sacrificio che ha compiuto per la Patria. È di forma rettangolare ed è stata commissionata dal padre del maggiore in pietra vesuviana della sua terra natale, su disegno dello scultore Enzo Puchetti. Sulla tomba sono presenti alcune incisioni tra cui, oltre alla data di nascita “Nato a Napoli il 29-12-1886” e alla data di morte “Maggiore Fiore Mario caduto il 17-06-1918 a San Mauro del Montello”, quella della famiglia “Egli vive nella luce eterna”. La tomba monumentale commemora il sacrificio compiuto da Mario Fiore, divenuto cittadino onorario di Camalò. Nel settembre 1917 fu promosso maggiore e passò a comandare il 79° Battaglione Zappatori del Genio. Il 15 giugno gli venne ordinato di presidiare, con il 31° Battaglione, un tratto della ferrovia che collegava i Comuni di Montebelluna e Nervesa della Battaglia. Gli Zappatori del Genio, decisi a non cedere il passo al nemico, si trasformarono in fanti per difendere la patria.
Continuazione TOMBA DEL MAGGIORE MARIO FIORE:
Il 17 settembre, da una casa dove erano nascosti alcuni nemici, venne aperto il fuoco. Senza esitare, il maggiore mise al riparo i suoi compagni e, nel tentativo di fronteggiare il nemico in prima persona, venne colpito al cuore. Il suo sacrificio, tuttavia, non fu vano, perché gli avversari non riuscirono mai ad oltrepassare l’argine della ferrovia. In memoria del suo gesto gli fu conferita la medaglia d’argento, sul campo, commutata poi in medaglia d’oro. Vincenzo Fiore, padre del valoroso militare, nel 1930 fece erigere una nuova tomba al posto di quella costruita dai soldati. L’eroico gesto compiuto dal giovane maggiore esorta alla difesa della Patria, anche a costo della propria vita.
MONUMENTI RECENTI L’esigenza di ricordare le vittime militari o civili della Grande Guerra ha continuato anche negli ultimi decenni , perché quegli eventi ormai fanno parte della memoria collettiva di noi italiani. La associazioni delle varie armi e le amministrazioni locali hanno fatto erigere altri nuovi monumenti . Per la nostra ricerca abbiamo individuato anche alcuni di questi monumenti, per esempio il monumento alle vittime civili di Falzè, quello posto dagli Artiglieri sulle rive del Piave e quello di Camalò.
MONUMENTO AGLI ARTIGLIERI - 1988 E’ posto sull’argine del Piave. Il monumento si presenta composto da un cannone e una lapide. La lapide ha una forma cilindrica, alta circa un metro. Il cannone, di ferro, è lungo circa 2,5 m, largo 1,5 m e alto 1 m. È posto in commemorazione di tutti gli artiglieri morti durante la Grande Guerra. Il monumento è stato costruito e posato dall’associazione nazionale Artiglieri d’Italia nel 1988, il 70 anniversario della battaglia del Piave, per non dimenticare e dare importanza agli artiglieri che hanno combattuto e sono caduti in difesa della Patria.
LA BARCA DA PONTE - 1982
La Barca si trova a Nervesa della Battaglia e ora arrugginita e corrosa in molti punti, ci ricorda la battaglia finale della prima Guerra Mondiale, conosciuta come battaglia di Vittorio Veneto. Al momento della ritirata di Caporetto, affinché il fronte si assestasse lungo il fiume Piave, vennero fatti saltare tutti i ponti. Attraversare il Piave costituì così il primo obiettivo da raggiungere durante l’ offensiva decisa per la fine di ottobre del 1918 e per poterlo fare si ricorse a queste barche di ferro, che collegate l’una all’altra con sopra fissate delle tavole, formavano dei ponti mobili per traghettare i soldati. Questi ponti gettati di notte erano sotto il fuoco costante del nemico e si dovette ripetutamente tentare di collegare le due sponde del fiume. Nella notte del 27 ottobre di fronte a casa Biadene finalmente fu stabilito il primo attraversamento e gli Arditi poterono raggiungere un avamposto nella zona di Falzè e Moriago. La mattina successiva il ponte venne nuovamente distrutto. Ma altri ponti erano allestiti e pronti ad entrare in funzione lungo il Piave. Finita la guerra queste carcasse di ferro rimasero a lungo a ingombrare il greto del fiume. Con il tempo si pensò che una di queste barche recuperate dal Piave, dopo un adeguato restauro, potesse diventare una memoria storica e così ne venne collocata una lungo la strada che fiancheggia il Piave e che porta da Bidasio a Nervesa. L’operazione fu condotta dall’amministratore provinciale di Treviso nel 1982.
MONUMENTO AI CADUTI DI CAMALÒ - 1958 Il monumento ai caduti di Camalò è situato nel Comune omonimo, in corrispondenza dell’intersezione tra via Sant'Antonio e via Mario Fiore. Alto 4-5 metri circa, è un obelisco in marmo grigio recintato da una ringhiera circolare che ne delimita il laghetto, ai cui lati opposti sono presenti due cipressi. Ai piedi spicca una statua marmorea raffigurante un ragazzo con le mani legate sopra la testa, opera dello scultore Augusto Conte. Delle quattro facciate, soltanto tre recano incisioni: nella prima è presente l’elenco dei caduti della prima guerra mondiale; nella seconda è riportata una frase commemorativa del Comisso; nella terza c’è l’elenco dei caduti della seconda guerra mondiale. Il monumento ricorda tutte le vittime delle due guerre mondiali, che hanno offerto in sacrificio della Patria la loro vita. Fu eretto nel 1958 su volontà dei reduci delle due guerre. La difesa della Patria è un dovere di ogni cittadino italiano: questo è il messaggio che vuole trasmettere il monumento.
MONUMENTO ALLE VITTIME CIVILI DELLA GRANDE GUERRA A FALZÉ DI PIAVE - 1981 Il monumento alle vittime civili della grande guerra si trova a Falzè di Piave, nei pressi della scuola elementare “De Gaspari”, in via dei Donatori di Sangue. È un cippo commemorativo formato da una roccia posata su una base di pietra. L’altezza misura 1,20 metri, la profondità 0,80 metri e 1,10 metri la larghezza. Questo monumento svolge una funzione commemorativa, perché ricorda i caduti civili durante la Prima Guerra Mondiale che possono essere morti, oltre che per le armi da fuoco, anche per la malnutrizione o per la tremenda epidemia di spagnola che si era diffusa in quel periodo. Il soggetto committente sono stati gli alpini di Falzè di Piave ed è stato realizzato da Pietro Stefan e inaugurato il 4/10/1981. La costruzione di questo semplice monumento a distanza di tanti anni testimonia il voler ricordare comunque quelle sofferenze ed essere un monito per tutti a non combattere altre guerre.
Continuazione MONUMENTO ALLE VITTIME CIVILI:
Non è conservato molto bene: il vetro del riflettore che dovrebbe illuminare il monumento è rotto e i frammenti sono dispersi intorno ad esso, inoltre la “bomba esplosa” di destra è piena di rami e acqua, senza che nessuno li abbia mai tolti. Di questo monumento mi ha colpito la presenza di due bombe vere ai suoi lati. Secondo me, è complessivamente un monumento interessante, anche se un po’ trascurato.
Nell’epoca fascista viene decretata la fine del monumento ai caduti di iniziativa locale. Il regime, per il quale la Grande Guerra, costituiva il mito fondante e legittimante, realizzò nel nord est d’Italia ben quaranta interventi monumentali, che in taluni casi andavano a trasformare le precedenti costruzioni nate su iniziativa di comitati locali.
I fini di questa operazione furono molteplici. Innanzitutto pedagogici e di manipolazione emozionale per coinvolgere le masse “creando una continuità tra l’esperienza della guerra e l’esperienza fascista, tra il dovere e il sacrificio dell’italiano soldato e quello dell’italiano fascista “; di immagine, al fine di rendere le preesistenti costruzioni consone all’ideologia del regime e al suo destino imperiale, infine per dare impulso alle opere pubbliche contrastando il decadimento economico ed occupazionale del Veneto e della Venezia Giulia negli anni Trenta e consolidare così il consenso al regime. Con un disegno di legge del 1931 viene stabilita la costruzione di vari ossari a loculi individuali in corrispondenza delle 3 linee principali di fronte nella zona Nord- Este dell’Italia: 1. Linea dell’Isonzo con le opere di Redipuglia, Gorizia, Caporetto 2. La linea del Piave con le opere di Fagarè e Nervesa sul Montello 3. La linea montana con le opere di Monte Grappa, Asiago, Pasubio, passo dello Stelvio, Rovereto, passo del Tonale.
SACRARIO MILITARE DEL MONTE GRAPPA Il Sacrario militare del monte Grappa, detto anche Ossario italiano, sorge alla sommità del massiccio del Grappa a quota 1.776 m di altezza. L’intera costruzione si adagia lineare ed imponente sul costone della vetta della quale corregge l’aspro profilo naturale (da sud a nord). Fu costruito a partire tra il 1934 e il 1935, su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglione che, con il loro progetto, andarono a modificare profondamente le preesistenti costruzioni in memoria dei soldati caduti. Il sacrario è caratterizzato da un motivo a colombario (tipo di costruzione funeraria divisa in loculi orizzontali ciascuno dei quali atto ad ospitare una bara) e ha la funzione di ospitare le salme dei soldati caduti nella Grande Guerra. È costituito da 5 gradoni circolari, concentrici e sovrapposti, alti 4m e larghi 10m ognuno, che si restringono verso l’alto. Ha l’aspetto di un fortilizio militare costituito in pietra del Grappa. In ogni gradone le Salme dei Caduti sono disposte su 4 righe, in ordine alfabetico, da sinistra a destra, ed intercalate da loculi più grandi contenenti ciascuno i resti di 100 Caduti ignoti. Alla sommità si trova il sacello della madonna del Grappa che costituisce una sorta di coronamento dell’edificio.
Il complesso monumentale grappa comprende:
del
1. Il piazzale di accesso; 2. Il Sacrario militare italiano; 3. Il Santuario della Madonna del grappa; 4. La Via Eroica; 5. Il portale di Roma con il Museo storico e lâ&#x20AC;&#x2122;Osservatorio; 6. Lâ&#x20AC;&#x2122;Ossario Austro-Ungarico.
6
5
4 3 2
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LAPIDI La costruzione del nuovo sacrario, dedicato ai caduti del monte Grappa, come recita la lapide della foto a sinistra, ebbe inizio il 24 maggio 1934 e terminò dopo otto mesi di lavoro di circa trecento operai. Lâ&#x20AC;&#x2122;attuale costruzione inaugurata il 22 settembre del 1935 ospita i resti di 12.615 caduti italiani di cui 10.332 ignoti e 10.295 caduti austro ungarici di cui 10.000 ignoti. Le salme dei caduti, disposte in ordine alfabetico sui diversi gradoni, sono intercalate da loculi piĂš grandi contenenti ciascuno le salme di 100 soldati ignoti (foto)
Il sacello dalla madonna del grappa e la via eroica Il sacello della Madonna è posizionato sulle stesse pietre dell’antico sacello dedicato alla madonna e inaugurato il 4 agosto del 1901 dal Cardinale Giuseppe Sarto, poi Papa san Pio X. Il nuovo che per stile, qualità delle pietre e lavorazione si intona perfettamente allo stile del sacrario è di forma circolare ed è sormontato da una cupola metallica (bronzo) e da una grande croce di acciaio. Nell’interno del Santuario, le cui pareti sono interamente rivestite in marmo, spiccano una pregevole Via Crucis in bronzo dello scultore G.Castiglioni e un busto di Pio X. L’intero sacello fu progettato dall’ingegnere crespanese Augusto Bardo. Al centro della cupola interamente rivestita da mosaico dorato, è collocata, sopra un piedistallo, la statua della Madonna. Durante la prima guerra mondiale, la Madonna del Grappa divenne simbolo della Patria e della protezione divina, al punto che una volta riparata dall'esplosione di una granata austriaca nel 1917-18 che la danneggiò in modo importante (come oggi si può ancora notare dopo l’accurato lavoro di ricostruzione), prima di esser riposta nel sacello (4 agosto 1921) fece il giro dell'Italia su un vagone ferroviario al cui passaggio tutti lanciavano fiori, pregavano, piangevano, si inginocchiavano. A guerra ultimata (1921), la statua venne ricollocata dapprima sul suo basamento originale e poi, dopo la costruzione del Sacrario, nell’apposita Cappella dove tuttora si trova, sotto la particolare tutela ”dell’Opera Madonna del Grappa”. Al nuovo sacello si può accedere dal quarto girone per mezzo delle gradinate che fiancheggiano la tomba del Maresciallo Giardino.
Ossario Austroungarico Grappa
del Monte
L’ossario situato sul costone nord-est del Monte Grappa, cioè dalla parte opposta al sacrario che raccoglie i caduti italiani, è rivolto verso i valichi austriaci E’ formato da due gradoni in pietra semicircolari e contiene i loculi con i resti dei caduti di cui 295 i soldati identificati mentre gli ignoti sono 10.000. I nomi dei soldati caduti sono incisi su lunette in bronzo che chiudono i loculi, mentre i 10.000 caduti rimasti ignoti sono tumulati in due grandi ossari. Al centro del monumento si trova la Cappella con una grande croce. Una curiosità: i nomi dei caduti austroungarici testimoniano le diverse nazionalità di cui era composto l’esercito Asburgico (Austriaci, Ungheresi, Cechi, Slovacchi, Sloveni, Trentini, Friulani ecc..) ; L’Ossario Austro-ungarico di cima Grappa è stato inaugurato ,assieme a quello italiano, nel 1935 ai caduti della Prima Guerra Mondiale ed è stato progettato dall’arch. Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni.
TOMBA DEL GENERALE GIARDINO La grande scalinata centrale che taglia i primi 4 gradoni si arresta davanti alla solenne tomba del Maresciallo Gaetano Giardino, comandante dellâ&#x20AC;&#x2122;armata, deceduto il 21 novembre 1935. Secondo il suo desiderio le spoglie ora riposano tra i suoi soldati. La parete della tomba è coronata dal motto, scolpito in grandi lettere: <<Gloria a voi soldati del Grappa>>.
PORTALE ROMA Il portale di Roma, collocato al termine della Via Eroica e costruito con grandi blocchi di pietra ricorda, nella parte superiore, presenta la forma di un gigantesco sarcofago. Progettato e costruito dall’architetto Alessandro Limongelli fu offerto dalla città di Roma come ingresso principale del precedente sacrario sotterraneo. Dal lato posteriore si può accedere all’osservatorio dal quale, grazie ad una tavola bronzea, si possono identificare le località del fronte tra il 1917 e il 1918. Da esso si ha, inoltre, una visione panoramica dei maggiori luoghi di interesse storico di tutto il fronte del Grappa individuabili attraverso la tavola suddetta. La parte superiore del portale reca la scritta “MONTE GRAPPA TU SEI LA MIA PATRIA”, primo verso della famosa canzone del Grappa. Al suo interno sono rimasti ancora alcuni cippi dei precedenti cimiteri di guerra.
LA VIA EROICA Dalla sommità dell’Ossario italiano si accede alla imponente Via Eroica che unisce il piazzale che circonda il Sacello della madonna del grappa al Portale di Roma. La <<Via Eroica>>, già <<Via Sacra>>, è ciò che rimane con il Portale di Roma e il poggio Bassano del precedente Sacrario ricavato in caverna sotto la cima del monte Grappa. La via è un lungo e ampio lastricato in pietra chiara del Grappa e si sviluppa per 300 metri. Su ogni lato si trovano a distanze regolari, 14 cippi monumentali, ciascuno dei quali riporta in rilievo i nomi delle località legate ai più salienti episodi delle storiche battaglie del Grappa. Nella foto, in particolare, il cippo ricorda le battaglie del col Moschin .
Il sacrario Militare di Fagarè della Battaglia il primo monumento agli “Eroi del Piave” fu realizzato nel 1919 da Alterige Giorgi di Carrara e comprendeva quattro bassorilievi in marmo dello scultore triestino M. Mascherini ispirati agli episodi della guerra: 24 maggio 1915 “ L’entrata dell’Italia in guerra” – 24 ottobre 1917 “ La barbarie nemica sul suolo della Patria” – 15 giugno 1918 “ Di qui non si passa “ – 3 novembre 1918 “Trionfo delle armi italiani”. Nel 1935 il monumento originario, nell’attuazione del programma di fasci stazione dei monumenti ai caduti della Grande Guerra, fu racchiuso al centro della grande esedra del Sacrario Militare di Fagarè costruiti su progetto dell’architetto P. Del Fabbro. Alla distruzione ordinata dagli ufficiali tedeschi sfuggirono i quattro bassorilievi, nascosti dalla popolazione, e rimessi nel 1942 nella loro posizione attuale, sulle facciate laterali degli avancorpi dell’ esedra. Nelle navate laterali del monumento sono le salme di 5191 soldati e di 5350 soldati ignoti caduti nel primo conflitto mondiale. In una grande lapide della cappella centrale sono elencati i 27 soldati decorati di medaglia d’oro al Valore Militare, caduti sul Piave nel settore della III armata. Nel giardino del monumento sono conservati i frammenti di muro su cui ignoti scrissero, su sollecitazione di un ufficiale sulla propaganda di guerra, durante la Battaglia del Solstizio (15-24 Giugno 1918), le due famose frasi “E’ meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da pecora” e “ Tutti eroi. O il Piave o tutti accoppati”. Il cippo in marmo del portabandiera, al centro del giardino, ricorda i caduti della II Guerra Mondiale. All’ interno del monumento si può visitare un piccolo museo, realizzato anche con numerose donazioni dei reduci, contenente uniformi, armi, munizioni e documenti. Attualmente è sede di commemorazioni ricorrenti nelle date del 25 aprile e 4 novembre
All’ interno del giardino del sacrario è stato collocato questo pezzo di muro appartenuto a una casa lungo l’argine del Piave e che vede riportato la celebre frase: “E’ meglio vivere un giorno da leoni che cento da pecora”
SACRARIO DEL MONTELLO È posto all’inizio del Montello nel Comune di Nervosa della battaglia L’ossario è un monumento a pianta quadrata sorretto da un podio. La torre è alta 25 metri e larga 9 metri alla base; per costruirla ci sono volute 73 tonnellate di ferro. Lo spessore del muro è di 3,80 m alla base e 1,10 m all’estremità. In ogni lato si presenta leggermente incavata. Il primo piano è chiuso da un muro a rocchi, tipo trincea. All’interno del monumento si trova un altare in marmo nero del Carso. Intorno ad esso sono presenti due gironi di lapidi marmoree, con inciso il nome dei caduti. Salendo sino all’ultimo piano si possono ammirare i luoghi dove si sono combattute importanti e decisive battaglie. Qui riposano i resti di 9.325 soldati italiani, ma un terzo di essi sono sconosciuti. Il sacrario commemora i soldati italiani caduti durante la Grande Guerra. La realizzazione di questa grande struttura è stata affidata all’architetto Felice Nori di Roma. Il monumento, per i valori che commemora, potrebbe essere meta di viaggi d'istruzione per gli studenti, al fine di sensibilizzare le giovani generazioni a rispettare e onorare la Patria.
CIMITERO MONUMENTALE INGLESE di GIAVERA DEL MONTELLO Dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917, giunse sul Montello un corpo di spedizione britannico, composto dall’XI e dal XIV corpo di armata. Dal 30 novembre 1917 si schierarono in difesa di questo caposaldo strategico, insidiato dagli austriaci e dai loro alleati tedeschi. Gli inglesi ebbero un notevole spirito di adattamento, rispetto alla situazione di battaglia e alle abitudini dell’esercito italiano. I loro ufficiali si impegnarono a fondo in corsi di formazione a favore del nostro esercito. Purtroppo il Montello cedette nel giugno del 1918, nel corso della Battaglia del Solstizio, ma le linee arretrate disegnate dai Pionieri britannici, furono di grande aiuto per contenere e contrattaccare gli austriaci, rigettandoli al di là del Piave. Molti italiani si salvarono dai gas asfissianti austriaci grazie alle maschere antigas fornite dagli inglesi. Nel corso della Prima Guerra Mondiale furono 4000 i soldati del Commonwealth morti in Italia. Nel Cimitero Monumentale Inglese di Giavera del Montello riposano 416 soldati del XIV Corpo d'Armata Britannico, caduti nella difesa del fiume Piave dal dicembre del 1917 al marzo del 1918, sul fronte del Montello, e di quelli che caddero ad ovest del fiume durante l’attraversamento. Quello che ci ha colpito come visitatori è stata l’armonia del luogo, la cura del verde e il rispetto della memoria: tutte le lapidi sembrano uguali, in realtà ognuna riporta, accanto ai dati individuali, un motto diverso, fatto incidere dai familiari del soldato caduto.
Durante la visita a questo cimitero, noi alunni ci siamo soffermati a analizzare le lapidi che sorgevano dritte e ordinate davanti a noi in un cimitero ben diverso dagli ossari costruiti dagli italiani. Era un luogo altamente suggestivo e che infondeva calma. Per noi è stato facile scrivere delle frasi che esprimevano i nostri sentimenti. Alcune delle più significative le abbiamo qui riprodotte.
SOLDATO SEMPLICE 59315 W. BACKHOUSE FUCILIERI REALI 12 DICEMBRE 1917 all’età di 37 anni E’ MORTO PER IL SUO PAESE
“Sensazione di grande compassione e stima”
SOLDATO SEMPLICE G/66J60 M. BARNETT FUCILIERI REALI 5 DICEMBRE 1917 all’età di 20 ANNI SARA’ LA SUA ANIMA CUSTODITA NEL GREMBO DELLA VITA
“Sento commozione per le parole fatte incidere dai familiari”
SOTTUFFICIALE DI AVIAZIONE 86627 FREDERICK C. GRIMBLY AVIAZIONE REALE 28 OTTOBRE 1918 all’età di 21 anni AL TRAMONTO DEL SOLE E AL MATTINO CI RICORDEREMO DI LUI
“Mi incute tristezza pensare a tutti quei morti a causa della guerra, ma mi fa anche riflettere: oggi noi giovani possiamo scegliere cosa fare della nostra vita, tutti quei ragazzi, invece, non hanno avuto scelta...il loro futuro è stato ucciso dalla guerra. Quanto siamo fortunati!!!”
“Mi colpisce la giovane età delle vittime; io sarei in grado di fare le stesse scelte?”
CAPORALE 100791 G. SHEPHERD INGEGNERI REALI 5 MARZO 1918 all’età di 21 anni HA DATO LA SUA VITA PER IL SUO PAESE
SOLDATO SEMPLICE 47454 T. CONROY REGIMENTO YORK & LANCASTER 29 OTTOBRE 1918 L’AMATISSIMO FIGLIO DI ROBERT ED HELEN CONROY
“Quante giovani vite stroncate dalla folle ambizione di pochi uomini!”
RIPOSI IN PACE
“Provo stima e apprezzamento nei loro confronti”
“Sensazione di inferiorità, rispetto ad un eroe di guerra, che ha lottato per la mia patria. Ho voglia di pregare per una persona che ha segnato la storia”
SOLDATO SEMPLICE 25117 W.C. THOMPSON REGIMENTO REALE WEST KENT 26 FEBBRAIO 1918 all’eta di 18 anni CARO NOSTRO WILLIE TE NE SEI ANDATO VIA DA CASA DAI NOSTRI CUORI MAI
Ogni lapide riportava lo stemma del reggimento d’appartenenza del soldato caduto. Qui abbiamo riportato quelli che si ripetevano più frequentemente
REGGIMENTI BRITTANICI
Reggimento dell’Ordine della Giarrettiera
Reggimento York e Lancaster
Reggimento Middlesex
Ufficiali medici dell’Esercito Reale
Reggimento Royal Berkshire
Reggimento Fucilieri Kings Royal
Reggimento di Artiglieria Royal Field
Reggimento di Fanteria Leggera Durham
Reggimento Notts e Derby
Reggimento Royal West Kent
Reggimento dei Fucilieri Reali
Reggimento dei Cappellani Militari
Reggimento del Genio Militare
Reggimento Royal Warwickshire
CIMITERO MONUMENTALE INGLESE di TEZZE (VAZZOLA) Un altro cimitero inglese si trova a Tezze, accanto al cimitero del paese. La tipologia è la stessa di quello di Giavera. Interessanti ci sono parsi i panelli illustrativi per i turisti che qui riportiamo.
OSSARIO MILITARE FRANCESE DI PEDEROBBA L’ossario militare francese di Pederobba sorge alla periferia di Pederobba, ai piedi del Monte Tomba e ai margini della strada Feltre-Montebelluna. Il complesso monumentale, rivolto verso il Piave, è una costruzione in pietra che ricorda la parete di un fortilizio. Il monumento rimane a perenne ricordo dei soldati francesi che persero la vita sul Tomba e sulle sponde del Piave combattendo a fianco dei soldati italiani. Ciò è espresso da una lapide, posta dal Segretario francese degli ex combattenti e dal Sottosegretario di Stato italiano nel 70° anniversario dell’evento, dove viene ricordato il comune sacrificio e la fratellanza delle due nazioni: “A memoria e onore ai soldati francesi che combatterono al nostro fianco dall’inverno fino alla vittoria”. Nell’interno sono disposti i loculi di 1000 soldati francesi, che sono caduti durante il primo conflitto mondiale, le cui salme sono state riesumate dai vari cimiteri di guerra dislocati presso le zone di battaglia in cui combatterono le unità francesi dal 1917 al 1918. L’ossario fu costruito in contemporanea a quello per i caduti italiani in terra francese di Bligny su volere del Maresciallo di Francia Petain dove riposano 3453 dei 4594 militari italiani, caduti in terra di Francia combattendo a fianco degli alleati francesi.
LE MADRI Il gruppo marmoreo della fotografia fu costruito per rafforzare la fratellanza militare italo – francese. Le maestose personificazioni della Francia e dell'Italia reggono un caduto francese sulle ginocchia come madri addolorate ma orgogliose del figlio caduto che torna nel loro grembo.
LAPIDI Davanti al gruppo marmoreo delle madri è collocata la lapide (a destra) che ricorda le ragioni della costruzione dell’ossario, i nomi dell’architetto e dello scultore ed infine gli anni in cui fu eretto (2 luglio 1936- 27 giugno 1937). Nella foto a destra particolare di una delle tante lapidi allineate ai piedi della lunga parete dell’ossario dove sono riportati i nomi dei soldati caduti.
CIMITERO MILITARE GERMANICO DI QUERO Anche le autorità di Austria e Germania provvidero , in accordo con il governo italiano con il quale erano unite nella Triplice Intesa, di dare una sepoltura più adeguata agli ideali del tempo ai molti soldati austrotedeschi morti sul fronte del Grappa, così fu costruito il cimitero di Quero. Un cimitero tutto d'un pezzo, ma con una anima colorata. A Quero il monumento ai caduti austro-ungarici e tedeschi della zona è infatti costruito in blocchi di porfido provenienti dal Passo Rolle. Il mausoleo, realizzato dall'architetto R.Tischler e costruito fra il 1936 ed il 1939, sorge sul Col Maor. È situato quindi fuori dal paese e proteso verso il Piave, nel punto dove il fiume si apre dalle montagne bellunesi verso la pianura trevigiana. Dalla valle l'opera appare come una compatta fortezza immersa nel verde. All'interno invece un lungo vestibolo porta alla Sala d'Onore con al centro un blocco di granito, su cui sono collocati i libri con i nomi degli 865 caduti noti. E le pareti della Sala d'Onore sono decorate con mosaici colorati alle pareti, raffiguranti 12 soldati, di cui uno afflitto presso la tomba di un'altro. Qui, tra la volta a crociera e un pavimento di marmo rosso, le parole incise sotto i mosaici ricordano come i soldati fossero insieme nei "ranghi schierati", nella vita e nella tomba. Proseguendo si esce all'aperto nel luogo dove sono sepolti, senza distinzione, i 3461 caduti, sono infatti 3232 le spoglie dei soldati austro-ungarici che hanno combattuto in questi luoghi, mentre 229 sono del Corpo Alpino Germanico.
STORIA COME RAPPRESENTAZIONE Nella storia esistono i fatti, ricostruiti attraverso i dati certi e i documenti disponibili, ma esistono anche i racconti dei fatti: ossia le rappresentazioni. Le rappresentazioni del passato â&#x20AC;&#x201C; individuali, collettive, pubbliche, storiografiche non possono coincidere con il passato oggettivamente inteso, ma rimuovono, reinterpretano, alterano o enfatizzano gli accadimenti storici sotto la pressione del presente. Le vicende della Prima Guerra Mondiale sono state ricordate attraverso elementi architettonici, epigrafici, iconografici, toponomastici, monumentali che opportunamente organizzati illustrano determinanti eventi-chiave e ne propongono lâ&#x20AC;&#x2122;interpretazione funzionale dei gruppi sociali e politici via via dominanti. Mettiamo qui in evidenza alcune delle epigrafi che abbiamo trovato nei monumenti di paese, nei cippi e nelle lapidi realizzati nellâ&#x20AC;&#x2122;immediato dopoguerra e quelle che ornano i sacrari che fanno parte del grande progetto fascista.
COMUNE DI VILLORBA Asilo monumento – Lancenigo
AI PROPRI FIGLI EROICAMENTE CADUTI NELLA GRANDE GUERRA 1915 – 1918 Lancenigo ……..AI FRATELLI CADUTI IN MEMORIA
Da “LA TRADOTTA” n° 20 del 30 novembre 1918
Le ragazze di Trieste Cantan tutte con ardor: O Italia ! O Italia del mio cuore!
Lapide chiesa di Fontane
Requiescant in pace Ai caduti per la patria
Villorba – Monumento ai Caduti
“ Agli umili eroi Della grande guerra MCMXV – MCMXVIII Che la fiorente giovinezza Per l‟onore e il diritto delle genti immolarono sull‟ara della Patria la popolazione di Villorba Memore e riconoscente Questo monumento Innalzata e consacrata”
MARCA TREVIGIANA Bollettino della Vittoria 4 novembre 1918 Comando Supremo La guerra contro l'Austria - Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una czecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Diaz
Posto di comando del XXII corpo d‟armata osservatorio del Re - Crocetta del Montello
Di qui Vittorio Emanuele III Nel radioso autunno di Vittoria Sotto il tiro delle artiglierie nemiche Vide il contrastato passaggio del fiume 3 volte sacro all’Italia Vide l’inizio della vasta battaglia Che nel grembo d’Italia Condusse Trento e Trieste 27-28-29 ottobre 1918 Isola dei morti - Moriago della Battaglia – Cippo degli Arditi ……….
E il vecchio papa dal cuore suo puro Questa preghiera ai soldati mandò: “ Salvè l’Italia , putei, tignì duro! Viva l’Italia ! “ Ed in ciel ritornò . R. Simoni
Monumento a Francesco Baracca m. d‟0r0 al valore militare – Nervesa della Battaglia
Di morte in morte Di meta in meta Di vittoria in vittoria Così comincia Il suo inno senza lira Così principia Il salmo di questo re. Qui cadde il maggiore Francesco Baracca asso degli assi XIX giugno MCMXVIII
Isola dei morti - Moriago della Battaglia – Cippo degli Arditi
AI MORTI DEL PIAVE …..o valli disgombre Dove torna una cosiì pura dolcezza Che i morti sembran quivi dormire Nel grembo di Maria come il figlio….
Isola dei morti - Moriago della Battaglia – Cippo degli Arditi
..quel che in Dio fu detto e ridetto Son fuggiti dinanzi alle spade Dinanzi alla spada tratta Dinanzi all’arco teso E dinanzi allo sforzo della battaglia ……
Isola dei morti - Moriago della Battaglia – Cippo degli Arditi
Vittoria nostra non sarà mutilata Nessuno può frangerti i ginocchi Ne’ tarparti le penne
Nervesa della battaglia – Monumento agli artiglieri
“16 giugno 1918 ARTIGLIERI della IV batteria 14° da campagna esaurite le munizioni. Colpito dal
fuoco il cannone. Su questo CADEVENO come estremo baluardo di vittoriosa difese”
Camalò - Monumento ai caduti
“ Divino e umano giovinetto di questa Terra con saggezza Tu sia protetto
Contro la guerra”
Nervesa della battaglia – Cippo di Alessandro Platone
“19 giugno 1918 Nel cuor della battaglia del Piave Il colonnello
Santa Croce – Monumento ai ragazzi del „99
Alessandro Platone
“ La morte dei martiri è il più forte appello per una pace nel mondo.”
Capo di Stato maggiore della 60 ° divisione Qui cadeva Consacrato il luogo Il vendicato onore d’Italia Perché arda nei tempi il ricordo Dei compagni nell’epica lotta”
“ Per voi che vi offriste all’olocausto per la salvezza della Patria lo spazio del tempo non conterrà il vostro onore, la vostra gloria”
EPOCA FASCISTA
Colonna romana -Posto di comando del XXII Corpo d‟armata – Osservatorio del Re – Crocetta del Montello
Questa reliquia di Roma imperiale L’urbe volle collocata sul Montello Ove l’eroismo delle nuove generazioni italiana Fu pari a quello degli antichi romani. Anno 1932 10° decennale della Marcia su Roma Ossario di Nervesa della Battaglia – tombe di caduti ignoti
Andarono alla morte bella con un nome Caddero per e sono ignoti
L‟ ossario di Fagarè
Tutti eroi Sul Piave o tutti accopati L‟ ossario di Fagarè
È meglio vivere un Giorno da leone che cento Anni da pecora
Ossario di Nervesa della Battaglia – tombe di caduti ignoti
Sosti ogni madre che invano ha cercato il figlio caduto. Egli è qui
Ossario di Nervesa della Battaglia – tombe di caduti ignoti
Dormono incoronati del lauro
ed al loro sacrificio senza nome vigila fulgente la gloria
Ossario di Cima Grappa
GLORIA A VOI SOLDATI DEL GRAPPA
Ossario di Nervesa della Battaglia – tombe di caduti ignoti
Il loro volto è, la loro anima è l’ Italia
Ossario di Nervesa della Battaglia – tombe di caduti ignoti
Qui i soldati di tutte le battaglie gli eroi di tutti gli eroismi confusi nella comune gloria ignota
LAVORO ESEGUITO DA CLASSE 3a A :
professoressa Rosa Salvadori – cimiteri stranieri Borghetto Mauro, Curtolo Marco, Da Ros Cindy, Levada Linda, Magoga Riccardo, Santi Sara
CLASSE 3a B :
professoressa Chiara Scinni – cartine storiche e monumenti del Comune di Villorba e della Marca Trevigiana Belleri Francesco, Callegarin Angelo, Carniel Anna, Gallina Alberto, Giuliato Francesco, Granati Tiberio, Kostic Felice, Maso Fabio, Moro Angelica, Panighel Gloria, Pegorer Elisabetta Ricciardi Nicola, Rizzo Paolo, Scilla Caterina, Toffanin Andrea, Vettori Lorenzo
CLASSE 3 a D E 3 a N : professoressa Silvana Petruzzelli – cimiteri stranieri Bonoldo Francesca, Bruniera Alice, Castagnaro Andrea, Dall’ Acqua Marica, Fuser Alberto, Milovanovic Kristina, Pavan Massimo, Simoneggio Alberto, Soligo Lorenzo, Veapi Dzenis, Attombri Clarissa, De Luca Federica, Gambarotto Sara, Pizzato Lisa, Polli Giulia, Tombacco Anna, Vacilotto Anna, Veneziani Alice, Zang Jia Jia
CLASSE 3° E :
professoressa Caterina Barletta – Sacrario Monte Grappa e Pederobba Danieli Martina, Barbon Giulia, Brianese Eugenia, Martignon Sara, Parpinel Valentina, Perino Giacomo, Perini Anna, Siviero Sebastiano
CLASSE 3 a H:
professoressa Paola Spedicato - monumenti del Comune e Ossario di Nervesa del Montello Borgato Benedetta, Bortoletto Giada, Colusso Miriam, Mattiuzzo Erica, Pavan Isabella, Pizzinato Eleonora, Tosco Sara, Zille Eleonora
CLASSE 3 a I:
professoressa Donatella Di Taranto - monumenti del Comune e Ossario di Nervesa del Montello Borsato Sara, Camardo Elisabetta, Mariotto Jacopo, Riccato Giulia
DIETRO LA REALIZZAZIONE DI QUESTO LAVORO … BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA A cura di Amerigo Manesso La Grande Guerra nel Trevigiano – dossier didattico – Provincia di Treviso L. Vanzetto , A. Manesso Cima Grappa luogo conteso dalle memorie ISTRESCO , Comune di Crespano A.A.V.V. La Storia vol. 12 La Biblioteca di Repubblica M. Isnenghi , G. Rochat La grande Guerra 1914-1918 , La Nuova Italia , MI 2000 Ernesto Brunetta , Dal Montello a San Donà – la battaglia del Piave 1917-1918 , ISTRESCO S.Gambarotto,E.Raffaelli, In fuga da Caporetto, ISTRIT P. Pozzato, Vittorio Venrto – La battaglia della vittoria - , ISTRESCO G.Cecchin, Con Hemingway e Dos Passos sui campi di battaglia italiani della Grande Guerra , Mursia B. Frate , Paola Amadio L’Abazia S. Eustachio di Nervesa , Canova A cura del Ministero della difesa - Commissariato Generale Caduti in Guerra, Sacrari militari della Prima Guerra Mondiale. Monte Grappa ed altri vicini, Roma L. Fabi, Redipuglia. Il sacrario, la guerra, la comunità, Ed. della Laguna Vari libri di testo per la Scuola media Opuscoli divulgativi sui percorsi della Grande Guerra edito dalla Provincia di Treviso www.frontedelpiave.info http://cronologia.leonardo.it/storia /a1918.htm www.montegrappa.org/mausolei/sacrario_grappa.pgp www.cianonervesa.com www.cimeetrincee.it