Diario della felicità

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Diario della FelicitĂ Storie di giovani in ricerca

Un viaggio al centro del cuore umano

ano Chiara Bad Carlo Acu tis

Matteo Farina

Angelica Tirabosc hi



Diario della FelicitĂ Storie di giovani in ricerca

Un viaggio al centro del cuore umano

a cura di sr. Dolores Boitor e Cecilia Galatolo


Testi biografie: Cecilia Galatolo Testi diario e progettazione grafica: sr. Dolores Boitor CSL

Š by Mimep-Docete, 2019

ISBN 978-88-8424-474-1

Mimep-Docete via Papa Giovanni XXIII, 2 20060 Pessano con Bornago (Mi) tel. 02/95741935; 02/95744647 e-mail: info@mimep.it www.mimep.it www.mimepjunior.it


Presentazione

Vivere da furbi o da santi? Se la vita è una fregatura allora se la caveranno i furbi. Se la vita è una promessa, invece, se la caveranno i santi. Le pagine di questo libro vogliono testimoniare la bellezza della vita vissuta fino in fondo senza censurare nessuna delle domande che abitano il cuore umano. Scorrono le pagine di diario e le vite di ragazzi come ce ne sono tanti, come magari tanti ne incontriamo per le nostre strade incrociandone i volti senza sapere che sono volti di santi. In un mondo che vorrebbe tutti “fotocopieâ€?, lo Spirito Santo non manca di suscitare dei veri e propri originali di Colui che ha mostrato a tutti cosa significhi essere uomini. 5


In un mondo in cui non pochi adulti sembrano smarriti e confusi rischiando, a volte, di diventare l’ostacolo più grande alla maturazione dei figli, la vita dei ragazzi, raccontata nelle pagine di questo libro, riporta il gusto per l’educazione vera, che stimi la libertà dell’altro sopra ogni cosa. In un mondo in cui la stessa Chiesa deve ripensare la modalità della sua presenza, perché l’annuncio di Cristo non sia ridotto né a ritualismo vuoto, né a una serie di regole da rispettare, né a concetti da approfondire, né a sentimenti da provare, la vita dei santi riconduce d’un tratto all’Essenziale che sa farsi strada nel cuore dell’uomo senza bisogno di preparazioni, di corsi, di esperti… ma domandando solo il nostro “sì”. In un mondo in cui tanti ragazzi, abbindolati dalla droga, dall’alcool, dal divertimento vuoto, da molti cattivi maestri che li sfruttano per il loro tornaconto, la vita di questi giovani mostra la possibilità di un riscatto, di un modo nuovo di affrontare il quotidiano, lo studio, l’amore, l’amicizia, se stessi. In un mondo impegnato a fare in modo che il nostro io occupi tutta la scena, cadendo in un narcisismo sfrenato, dove le differenze sono un problema, i figli un intralcio, la fede un ricordo, la via d’uscita che Dio propone non è fatta di discorsi più convincenti, ma di volti più luminosi, come quelli di Chiara Luce, Carlo, Angelica e Matteo. 6


Al di là dei motivi per cui questo libro ci è giunto tra le mani, ora lo possiamo leggere carichi di tutte le domande che abbiamo nel punto della vita in cui ci troviamo. Non impareremo cose nuove, ma vedremo le cose nuove dentro la carne viva di questi quattro ragazzi di cui ci viene offerta la testimonianza. Verificheremo, alla fine, se la vita è una fregatura o una promessa, e potremo così decidere se viverla da furbi o da santi. Potremo accampare tutte le scuse del mondo, ma non potremo non dire che è più bella la santità. don Simone Riva

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“

Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie.



Carlo Acutis Data di nascita: 3 maggio 1991 Luogo di nascita: Londra, UK Genitori: Antonia e Andrea Prima Comunione: 16 giugno 1998 Data della morte: 12 ottobre 2006

MISSION: vivere la vita "da originale" lasciandosi guidare dalla bussola che è la parola di dio


Milano

* I pensieri di Carlo sono stati riportati tra virgolette.


Caro Diario, Eccomi ritornato dopo tanti giorni trascorsi senza scrivere niente… È stato un tempo pieno per me, tante cose da fare, tante persone che richiedono la mia attenzione, il mio aiuto. Qualcuno potrebbe dirmi che faccio troppe cose, che non ho tempo per vivere la mia propria vita e sviluppare le mie passioni. Ma ti dico un segreto: sono felice! Felice come mai ho pensato di essere.

L’altro giorno ho incontrato un senzatetto per strada. Mi chiedeva soldi per potersi comprare un panino. Che pena mi ha fatto! Gli ho chiesto dove dormiva di notte. Lui mi ha risposto che dorme nella stazione Centrale perché lì è più caldo invece di dormire sulla strada. Non aveva neanche una coperta per coprirsi durante la notte. Sentendo tutto ciò sono corso a comprargli un sacco a pelo, così non patirà più il freddo della notte. La gioia nei suoi occhi, al ricevere il regalo, mi è rimasta nel cuore. 13


che stai e r ti n e s , le ti u ità: sentirti c li fe a r e v la i niente o c d o Ec n g o is b è ’ c n ualcuno. No q e c li fe o d n e c fa . di più nella vita Caro Diario, Oggi ho riflettuto molto su una semplice parola: umiltà.

“Non io, ma Dio”.

Vorrei che fosse il motto della mia vita. Solo chi si svuota di se stesso può fare spazio al Signore.

Sì, umiltà: quante volte mi sento mancante di questa bella virtù. Faccio tante cose per gli altri, mi impegno in parrocchia e prego moltissimo. Tutto questo mi fa sentire bene con me stesso e mi chiedo spesso se sono capace di riconoscere in Dio la sorgente della mia capacità di dare e amare. Vorrei imparare sul serio ad essere umile, come san Francesco. Alla fine di questa giornata di riflessione ho scritto questa preghiera: 14


re Gesù, O Signo umiltà! i d o m e r up esempio s imparare da Te . nto re Celeste d Vorrei ta a P l e d ell’ombra lo a vivere n e all’apostolo Pao in me. u T Insiem a m , io viva non e h c o cio d e i ti ch . lo che fac l e u q o t t n la mia o Tu n , e n o i az a glorific u T a l r e sia p n piccolo io, Io sono u ervo di D s e t n a c i if ai ed insign ticarmi m n e m i d a non aiutami verità. di questa Amen.

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Caro Diario, Il passo del Vangelo che ho letto oggi mi ha fatto riflettere. Durante l’Ultima Cena, quando Gesù si offre al mondo intero nella santa Eucaristia, Giuda, uno dei dodici, sta per tradirlo.

Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: “In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”. Rispose Gesù: “È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò”. E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.

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Ovviamente, il gesto di Giuda è terribile: egli vende il Figlio di Dio per 30 monete, il prezzo di uno schiavo… Però la mia attenzione si è fermata sul discepolo che Gesù amava: Giovanni. Mi sono chiesto:

perché Gesù amava Giovanni più degli altri?

Forse perché era il più buono, il più bravo, il migliore di tutti? No, non lo amava perché più bravo, ma perché Giovanni era il più vicino a Cristo, era al Suo fianco, con il capo posato sul Cuore di Gesù.

È questo il posto dove voglio posare anche io il mio capo!

Anche se la vita dovesse diventare difficile, so che accanto a Lui niente potrà davvero farmi del male. Sì, ho capito che nella vita per essere felici bisogna solo restare vicini a Gesù. 17


Caro Diario, Oggi stavo pensando che è davvero bello vivere con Gesù, vivere con l’amico dell’anima. Stare in adorazione davanti all’Eucaristia mi riempie il cuore di coraggio, mi dona la speranza persa per le mie strade quotidiane. Oh, Gesù, cosa sarebbe stata la mia vita se Tu non avessi scelto di rimanere con noi nel Tabernacolo!

“L’Eucaristia è la mia autostrada verso il Cielo” Per me, la preghiera davanti al Santissimo Sacramento è paragonabile allo stare davanti al sole per diverse ore. Così come stare davanti al sole ci fa abbronzare, stare davanti a Gesù Eucaristico ci fa diventare santi. È questa l’unica strada da seguire, l’unica luce capace di rischiarare le tenebre. 18


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Sono stato sempre devoto alla Santissima Eucaristia, ancora prima della mia prima Comunione che è stata celebrata quando avevo 7 anni. Dio mi ha donato un grande desiderio di Lui, non vedevo l’ora di riceverlo nel mio cuore e di non lasciarlo andare mai. Mi ricordo bene l’emozione del momento nel quale il sacerdote ha alzato l’ostia davanti ai miei occhi dicendo “Il corpo di Cristo”. Quanta dolcezza ha invaso il mio cuore quando Gesù lo ha toccato con il suo prezioso Corpo e Sangue. Tra le lacrime di gioia gli ho giurato di non separarmi mai da Lui, neanche dopo la mia morte. Da quel giorno è diventato il mio più intimo amico, la mia guida e tutta la mia vita. Da quel giorno

“il mio programma di vita è restare sempre unito a Gesù”

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Oggi sono pieno di entusiasmo. Ho trovato un libro che sicuramente mi aiuterà ad imparare come si fa a fare un sito web. Il mondo dell'internet mi ha da sempre affascinato. Mi sembra un ottimo strumento per raggiungere gli altri e aiutarli a trovare la vera felicità . Il primo passo da fare è imparare come funziona e poi al lavoro! Sono sicuro che in poco tempo potrò fare il mio primo sito.

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Caro Diario, Abbiamo vinto! Era la prima partita della squadra di calcio del nostro oratorio. Che gioia! Tutti ci hanno festeggiato. Erano presenti i genitori, i catechisti e ovviamente il parroco.

Il calcio è stato sempre tra le mie passioni. Amo stare

all’aria aperta, giocare col pallone e formare una squadra

con gli altri miei compagni. Da sempre ho paragonato la squadra di calcio con la “squadra” degli apostoli di Gesù (l’unica differenza è il numero: 11 per il calcio, 12 per Gesù – però considerando il fatto che Giuda era stato un traditore, allora arriviamo agli 11 anche con Gesù).

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Giocare in squadra ci insegna la collaborazione con gli altri. Insieme arriviamo alla vittoria. È così anche nella Chiesa: arriviamo in Paradiso con l’aiuto degli altri. I primi ad aiutarci sono i genitori, poi i sacerdoti, i catechisti e gli amici. Tutti insieme fanno squadra con Gesù per portarci alla salvezza.

Da quando ho capito questo

ho lasciato sempre il pallone a Gesù. È Lui il centroavanti che ci condurrà tutti alla vittoria.

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breve biografia

Carlo Acutis nasce il 3 maggio 1991, a Londra, dove i suoi genitori, Andrea e Antonia, vivono per motivi di lavoro. Viene introdotto alla vita cristiana pochi giorni dopo la nascita, quando viene battezzato in una chiesa dedicata alla Madonna di Fatima. Nel settembre dello stesso anno, la famiglia torna nuovamente in Italia e si stabilisce a Milano, dove Carlo vivrà per il resto della sua vita. Sin da piccolo dimostra di avere un’indole socievole. È vivace, ama parlare, stare in compagnia ed è anche molto mite e paziente: evita le liti, non reagisce alle provocazioni e si mostra contrario alla violenza. “Il Signore non sarebbe contento se io fossi violento”, risponde a quanti lo incoraggiano a difendersi con più aggressività.

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Il suo temperamento tranquillo, che nulla ha a che vedere con la debolezza o con la codardia, lo accompagnerà sempre. Le persone che gli sono state accanto nei primi anni della sua vita lo ricordano come un bambino estremamente buono e affettuoso. Tuttavia, a lasciare veramente sorpresi coloro che lo circondano è la sua fede in Dio, che già nella primissima infanzia si radica profondamente nell’anima di Carlo. Il bambino desidera tanto ardentemente incontrare Gesù nell’Eucaristia che chiede di poter anticipare il momento della sua prima Comunione. E così, la riceve privatamente, a soli sette anni, in un monastero a Perego. E vive quell’esperienza in uno stato di insolito raccoglimento, se si considera la sua tenerissima età. Carlo cresce conducendo una vita normalissima: come tutti i bambini ama giocare, in particolare all’aria aperta. Gli piacciono gli animali, specialmente i cani e i gatti. Si dedica allo sport e allo studio. Frequenta con profitto il liceo classico Leone XIII di Milano, anche se non arriva mai ad essere il primo della classe. È un ragazzino molto sveglio, intelligente, perspicace. Si appassiona a quello che fa e si impegna sempre per migliorare. 26


La madre si dice sorpresa, ad esempio, nel vederlo imparare a suonare il sassofono completamente da autodidatta. Tuttavia, le più grandi abilità che Carlo dimostra di avere sono legate all’ambito dell’informatica: egli sviluppa, infatti, delle doti eccezionali nell’utilizzare i computer e soprattutto Internet. È solo un ragazzino, quando impara, leggendo dei libri che solitamente vengono studiati nelle università di ingegneria informatica, ad usare diversi programmi e a creare dei siti. A far maggiormente distinguere Carlo dai suoi coetanei è tuttavia il suo grande amore per Cristo: si tratta di un Amico, per lui, un amico che dalla prima Comunione in poi non ha più lasciato. “Il mio programma di vita è quello di restare sempre unito a Gesù”, diceva spesso. Carlo si appassiona moltissimo all’Eucaristia, tanto che, sin da bambino, inizia a partecipare alla santa Messa ogni giorno. La sua devozione per il Corpo di Cristo lo porta anche a chiedere alla sua famiglia di accompagnarlo in tutti quei luoghi in cui si erano verificati dei miracoli eucaristici. In onore di questi avvenimenti, attraverso cui Cristo rivela se stesso in modo unico ed eccezionale, Carlo crea 27


una mostra su Internet, che, con un’ampia rassegna fotografica e con descrizioni storiche, presenta i principali Miracoli Eucaristici (circa 136) verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa. Tuttora è possibile “visitare virtualmente” i luoghi dove sono accaduti questi Miracoli collegandosi al sito pensato da Carlo: www.miracolieucaristici.org La Mostra ha già fatto il giro del mondo: è stata ospitata in tutti i cinque Continenti. Solo negli Stati Uniti d’America in quasi 10.000 parrocchie e nel resto del mondo in centinaia di parrocchie, e santuari, compresi i Santuari Mariani più famosi come Fatima, Lourdes, Guadalupe. Molto spesso, Carlo si raccoglie in preghiera davanti al tabernacolo, perché vuole lasciarsi trasformare da Cristo. Secondo lui, come ci abbronziamo se passiamo tante ore sotto al sole, allo stesso modo diventiamo santi se passiamo molto tempo davanti al Santissimo Sacramento. Diventare santo per Carlo diviene molto presto un obiettivo prioritario. Non si accontenta di vivere il cristianesimo in modo superficiale, mediocre: vuole seguire in tutto e per tutto Gesù. Sente, infatti, l’esigenza di orientare completamente la sua esistenza sulla strada tracciata dal Vangelo. 28


In questo suo programma di vita cerca di coinvolgere anche gli amici, i famigliari, i conoscenti. Con spontaneità e affetto, invita tutti a conoscere quell’Amico speciale che può dare davvero senso alla vita. Secondo Carlo, nessuno deve sentirsi escluso dall’amore di Dio: tutti possono incontrare Gesù e scegliere di diventare suoi discepoli prediletti, come san Giovanni, il “discepolo amato”, dal quale Carlo resta molto affascinato. Giovanni, secondo Carlo, non è prediletto rispetto agli altri apostoli perché è “migliore”, bensì perchè si avvicina di più a Cristo, china il capo sul petto del Maestro e gli resta accanto anche nel momento della prova, fin sotto alla croce… Carlo sa che essere santi non è facile, perciò propone a tutti un “kit per la santità”: ovvero la preghiera, la Parola di Dio, i Sacramenti. Questi doni lasciati da Gesù alla Chiesa sono per Carlo i mezzi più efficaci per raggiungere presto il Paradiso, meta a cui, secondo lui, ogni uomo deve tendere. Ripete spesso che l’uomo non è fatto per vivere per sempre su questa terra, ma è stato creato per vivere in Dio per tutta l’eternità. Carlo ama parlare usando delle metafore. Dice spesso che l’Eucaristia è la sua “autostrada per il cielo”, ovvero 29


una via certa, sicura, veloce per raggiungere il Paradiso. Paragona l’anima ad una mongolfiera, fatta per salire a Dio ma ostacolata dalle nostre colpe, che ci tengono ancorati a terra. Ecco, allora, che parla dell’importanza della Confessione: uno strumento potentissimo col quale Dio può liberarci dal peso dei peccati e aiutarci a salire a Lui. Definisce la Parola di Dio una bussola, capace di orientarci nelle scelte della vita quotidiana e parla del Rosario come di una scala corta che agevola il nostro viaggio in Cielo. Compagna fedelissima del cammino di fede di Carlo è la Madonna, che egli considera una mamma, nonché “la donna più importante della sua vita”. Carlo si appassiona molto alla figura di Maria, tanto che vuole conoscere e visitare i diversi luoghi in cui la Madonna è apparsa, tra cui Lourdes e Fatima. In particolare, però, resta colpito dalle vicende di Fatima, dove la Madonna si è rivelata a tre pastorelli negli anni della prima guerra mondiale. La testimonianza dei tre fanciulli, ai quali la Vergine ha chiesto sacrifici per la salvezza dei peccatori, scuote molto Carlo e, sul loro esempio, anch’egli si prodiga nel fare fioretti da offrire per la salvezza di coloro che sono più lontani da Gesù. 30


Questo grande amore e il particolare zelo che Carlo nutre per Cristo e per la Madonna non si manifestano solo nelle sue devozioni e nelle pratiche religiose, ma anche nell’amore verso il prossimo, attraverso le opere. Ragazzo particolarmente generoso, ama aiutare gli altri in molti modi. Fa volontariato con gli anziani e i poveri, mette da parte i suoi soldi per darli ai più bisognosi, compra cibo, sacchi a pelo per i senzatetto della sua zona, si impegna in parrocchia come catechista e, nella vita di ogni giorno, rispetta i suoi famigliari, sostiene, aiuta, consiglia i suoi compagni ed amici. Carlo non si fa scrupoli nemmeno ad “ammonire” con affetto i suoi coetanei, quando fanno qualcosa di male. E non si fa problemi ad andare controcorrente, se si tratta di difendere gli insegnamenti della Chiesa. È l’unico della sua classe, ad esempio, a battersi contro l’aborto o a sostenere che per vivere appieno l’amore coniugale bisogna astenersi da rapporti prematrimoniali. Non ha paura di risultare bigotto quando spiega che il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio non sono invenzioni, e che molti, purtroppo, rischiano di perdersi per sempre. La sua schiettezza, però, non causa il disprezzo degli amici che, anzi, lo ricordano con nostalgia e affetto.

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Molti lo descrivono come un ragazzo che “non si vantava mai”, ma viveva la sua vita al completo servizio degli altri, senza desiderare di essere ammirato o lodato. Carlo preserva sempre integra la virtù dell’umiltà, necessaria, a suo avviso, se si vuole seguire Gesù. “Non io, ma Dio”, ripeteva spesso, sottolineando che solo se ci si svuota di se stessi si può fare spazio al Signore. Come modello di umiltà, Carlo propone “il poverello di Assisi”, san Francesco, il quale, svuotatosi totalmente di sé, si è lasciato riempire così tanto da Cristo da diventarne un imitatore perfetto. Ad Assisi, tra l’altro, Carlo trascorre molti mesi dell’anno, da alcuni parenti e lì afferma di aver trascorso i periodi più felici della sua vita. Si lega a tal punto a quella terra, che, una volta saputo che si sta avvicinando la sua morte, chiede di essere sepolto lì. Carlo lascia questo mondo all’età di quindici anni. Sono i primi di ottobre del 2006, quando, portato in ospedale in preda ad una brutta febbre, gli viene diagnosticata una leucemia fulminante, che di lì a pochi giorni lo avrebbe ricondotto nella Patria Celeste. Carlo, tuttavia, non apprende con tristezza la notizia che sarebbe morto di lì a poco, perché sente di aver vissuto appieno la sua breve esistenza. 32


“Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”, era solito ripetere, come ad indicare che molti sciupano i doni ricevuti da Dio e buttano via la loro vita in cose di poco conto. Lui, invece, sa di aver fatto tutto ciò che Dio voleva da lui. Come ultimo regalo a quella Chiesa di cui si sente figlio e che tanto ama, prima di morire offre, per lei e per il papa, le sofferenze della sua malattia. Poi spicca il volo verso quel Paradiso che aveva cominciato a pregustare in vita. Nel novembre del 2016 si è concluso l’iter diocesano di beatificazione e Carlo è stato proclamato servo di Dio.

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i materiali Testimonianze e altr su Carlo Acutis

Pubblicazioni

Articoli

Cartone animato

Pagina ufficiale

Intervista su TV2000 ad Antonia Salzano Acutis, la mamma di Carlo

Mostra "MIRACOLI EUCARISTICI"

Mostra "APPARIZIONI E SANTUARI MARIANI"

Mostra "ANGELI E DEMONI"

Mostra "INFERNO PURGATORIO E PARADISO"

Sei nato originale, non vivere da fotocopia (romanzo sulla figura di Carlo)



Indice

Presentazione

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Chiara Luce Badano

7

Carlo Acutis

37

Angelica Tiraboschi

73

Matteo Farina

101


Quattro storie di giovani che hanno saputo offrire la loro vita e le loro sofferenze a Gesù. La fede può trasformare anche la più grande delle prove in benedizione. Le pagine di questo libro vogliono testimoniare la bellezza della vita vissuta fino in fondo senza censurare nessuna delle domande che abitano il cuore umano. Scorrono le pagine di diario e le vite di ragazzi come ce ne sono tanti. Al di là dei motivi per cui questo libro ci è giunto tra le mani, ora lo possiamo leggere carichi di tutte le domande che abbiamo nel punto della vita in cui ci troviamo. Non impareremo cose nuove, ma vedremo le cose nuove dentro la carne viva di questi quattro ragazzi di cui ci viene offerta la testimonianza.

a breve biografia aalcuni loro scritti sotto forma di diario a testimonianze e approfondimenti

ISBN 978-88-8424-474-1

www.mimep.it


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