LEONIA MARTIN
Magnifiicat CORRISPONDENZA
Anteprima Postulation Léonie Martin | Mimep-Docete | Edizioni OCD
© Postulation Léonie Martin (Caen - France), 2019
ISBN: 978-88-7229-744-5
© Edizioni OCD - via Vitellia, 14 - 00152 Roma Tel. 06 5812385 - Fax 06 97625722 - info@ocd.it ISBN: 978-88-8424-480-2
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Crediti fotografie:
© Carmel de Lisieux
In copertina:
Leonia (in basso a destra) con le tre sorelle carmelitane (Lisieux, 11-18 settembre 1915).
Leonia Martin
Magnificat
Postulation LĂŠonie Martin Edizioni OCD | Mimep-Docete
Abbreviazioni ACL: Archives du Carmel de Lisieux [Archivi del Carmelo di Lisieux].
Ms A, B: Manoscritti autobiografici di Teresa, pubblicati in: Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, LEV / OCD, Roma 1997.
Note e Ringraziamenti Questa edizione presenta in traduzione italiana le lettere di Leonia che si trovano nel sito Archives du Carmel de Lisieux [www.archives-carmel-lisieux.fr] ai seguenti indirizzi: • lettere prima della morte di Teresa – 30 settembre 1897: …/carmel/index.php/leonie-martin • lettere dopo la morte di Teresa: …/carmel/index.php/soeur-francoise-therese-leonie
La Postulazione Generale di suor Francesca Teresa (Leonia Martin) ringrazia di cuore: • Gli Archives du Carmel de Lisieux per aver trascritto e messo in linea le lettere di Leonia, dandoci la possibilità di poter apprezzare la maturazione spirituale di una delle primissime discepole della “piccola via”;
• Dominique Menvielle 1 per i testi della maggior parte dei “Propositi di ritiro” di Leonia (cfr. Appendice I); • Gli innumerevoli amici di Leonia, italiani e del Canton Ticino, che si sono prestati con passione alla traduzione della corrispondenza; • Caterina Maggi per la correzione.
La revisione finale, l’apparato delle note e delle appendici sono a cura della Postulazione.
1 Dominique Menvielle è membro dell’Istituto Notre-Dame de Vie, fondato dal beato Marie-Eugène de l’Enfant Jésus, carmelitano scalzo. Dopo aver diretto per unidci anni le riviste Thérèse de Lisieux e Vie thérésienne, ha pubblicato una biografia su Leonia per i tipi Emmanuel (Sacrée Léonie. Cancre sur les bancs des saints) e ha raccolto tutti i documenti inerenti Leonia (soprattutto la corrispondenza tra i membri delle famiglie Martin e Guérin, le deposizioni di Leonia ai processi ordinario e apostolico di Teresa, i ricordi delle sorelle carmelitane) in 16 numeri di Vie thérésienne (dal n. 211 di luglio-agosto-settembre 2013 al n. 226 di aprile-maggio-giugno 2017).
Indice Introduzione, di Dominique Menvielle
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La «povera Leonia» - profilo biografico, di Guy Gaucher
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Lettere di Leonia Martin: I – Gioventù (1874 - 1886)
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II – 1a esperienza alla Visitazione di Caen (16/7/1887 - 6/1/1888)
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III – Ritorno ai Buissonnets - Lisieux (7/1/1888 - 7/6/1893)
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IV – 2a esperienza alla Visitazione di Caen (24/6/1893 - 20/7/1895) 41 V – Ritorno a Lisieux dallo zio Isidoro (21/7/1895 - 27/01/1899)
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VI – Dal monastero della Visitazione (2/2/1899 - 8/6/1941)
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Appendici: I.
Propositi di ritiro
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II.
Indice cronologico delle lettere
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III.
Indice per destinatario delle lettere
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IV.
Dizionario esplicativo dei nomi propri
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V.
Tavola cronologica
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VI.
Due lettere di Teresa a Leonia
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Preghiera per ottenere la beatificazione di Leonia
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Introduzione Da molto tempo conosciamo le lettere di santa Teresa di Gesù Bambino. La corrispondenza familiare dei suoi santi genitori Luigi e Zelia Martin è stata pubblicata più recentemente, dopo la loro beatificazione nel 2008. Abbiamo ora accesso alle lettere di Leonia, la loro terza figlia (1863-1941), colei che ricordiamo abitualmente – troppo facilmente? – come la «povera Leonia», come se questo solo titolo bastasse a definirla. Leonia, quella che non è come le altre, quella che non ha fatto come le altre, divenuta religiosa visitandina. Per fortuna, potremmo dire, infatti l’insieme di questa corrispondenza risulta da uno scambio con le sue sorelle carmelitane e solo la separazione da esse poteva renderla possibile. Alcune lettere sono state scambiate con sacerdoti, seminaristi o altri devoti di Teresa. Sulle 342 lettere o estratti di lettere che abbiamo di Leonia, una trentina copre metà della sua vita, mentre tutte le altre corrispondono ai circa quarantadue anni di vita come monaca visitandina nel monastero della Visitazione di Caen 1, in Normandia (Francia), dal 1899 alla morte. Le lettere si dividono così 2: 1 L’attuale monastero di Caen fu inizialmente fondato nel 1627 a Dol de Bretagne, su richiesta del vescovo mons. de Revol, ammiratore di Francesco di Sales. Diverse circostanze resero in seguito necessario il trasferimento di questo monastero a Caen nel 1631 in via Caponière. Nel 1792, a causa della Rivoluzione, il monastero fu confiscato e le monache disperse: alcune ritorneranno in famiglia, altre si riuniranno in due case diverse. All’inizio del XIX secolo, le monache acquistarono l’abitazione dell’abate dell’abbazia di St Etienne. Lì, a poco a poco, sorgeranno gli edifici dell’attuale monastero, in via dell’Abbatiale. 2 Negli archivi del Carmelo di Lisieux non sono state conservate tutte le lettere di Leonia. Talvolta non restano che frammenti o estratti ricopiati dalla sorella maggiore, suor Maria del Sacro Cuore.
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• Lettere di gioventù (1874-1886): 9 lettere, • Permanenza presso le clarisse (7/10/1886 al 1/12/1886): nessuna lettera, • Ritorno a casa (dal 1/12/1886 al 15/7/1887): nessuna lettera, • Al monastero della Visitazione, 1a esperienza (dal 16/7/1887 al 6/1/1888): 2 lettere, • Ritorno a casa (dal 7/1/1888 al 7/6/1893): 6 lettere, • Al monastero della Visitazione, 2a esperienza (dal 24/6/1893 al 20/7/1895): 9 lettere, • Presso lo zio Guérin (dal 21/7/1895 al 27/01/1899): 6 lettere, • Al monastero della Visitazione (dal 2/2/1899 al 8/6/1941): 310 lettere. Leonia ha quello stile bello insegnato alle ragazzine di buona famiglia della sua epoca, l’ortografia degli originali rivela invece gravi lacune; a 40 anni, le sorelle dovranno ancora ricordarle di far correggere le sue lettere dalle sue superiore. Tuttavia la cosa più interessante non è forse scoprire la sua evoluzione seguendo la sua penna, dalla prima lettera scritta a 11 anni fino all’ultima inviata alle sorelle una settimana prima di morire, a 78 anni? Chi è in verità Leonia Martin, la cui causa di beatificazione è stata aperta nella diocesi di Bayeux e Lisieux il 2 luglio 2015? A quale avvenire è destinata? Le ultime lettere della signora Martin nel 1877 – a qualche settimana dalla sua morte – ci consegnano la sua angoscia: chi si occuperà della sua povera Leonia quando lei non ci sarà più? Non sono le due più piccole che trattengono in vita questa madre preoccupata, ma la terza figlia, adolescente di 14 anni, così difficile, «impossibile da capire»! Leonia soffre di eczema cronico, che la fa da padrone fin dalla nascita e non la lascerà mai più, e di malattie infantili nella loro forma più acuta. La sua intelligenza si sviluppa molto lentamente, tra le sorelle lei è isolata fra le due coppie complici tra loro: quella delle sorelle maggiori, Maria e Paolina, e quella delle più piccole, Teresa
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e Celina. I lutti si succedono, tra i quali quello della sorellina Elena così vicina a lei; l’andare e venire in casa tra chi è messo a balia e chi è inviato al pensionato la turba e, soprattutto, soprattutto la impauriscono i maltrattamenti che per molti anni le infligge la domestica di famiglia. Quanta instabilità per questo piccolo essere fragile! Intanto una sensibilità esacerbata ne fa una ragazzina imbronciata, dal temperamento violento, difficile da sopportare e per gli altri e per se stessa! Aggiungiamo a questo le esperienze scolastiche negative. Tuttavia, sotto il suo riccio irto di aculei, un giudizio unanime in famiglia le riconosce sempre «un cuore d’oro». Le prime lettere Non meravigliamoci dunque che la sua prima lettera, indirizzata alla mamma, sia una promessa di essere brava. L’analisi grafologica di questo scritto conferma: «Si tratta di una bambina che appare come molto diligente. Vuol fare bene e fare piacere ai suoi genitori di cui percepisce i desideri, sembra perfino preoccupata di mostrarsi conforme a ciò che ci si attende da lei». Tuttavia il suo rinvio dal pensionato, un mese più tardi, smentirà i suoi propositi. È proprio partita male nella vita, questa piccola Leonia! Dopo la morte della mamma, la famiglia si trasferisce a Lisieux. Leonia ha 14 anni. Di questo periodo non abbiamo alcuna sua lettera, ma al dire delle sorelle, si sforza di essere gentile, nonostante le numerose collere che fa loro sopportare. Trascorre ore nella sua piccola camera che solo Teresa (6 anni) può invadere a piacere; per il resto del tempo è pensionata esterna all’abbazia delle benedettine. Lettere della giovinezza. Alla ricerca della sua via Dobbiamo saltare gli anni per avere una nuova lettera di Leonia. Sono auguri per l’onomastico indirizzati alla sorella Paolina. Leonia ha ormai 18 anni e ½ e la sua grande fierezza è di poter ormai firmare, come le sorelle maggiori: «Leonia, Figlia di Maria». Era un successo, infatti questo titolo si doveva meritare! Una lettera di questo periodo sottolinea il suo desiderio di non fermarsi nel cammino: bisogna che la zia preghi Dio perché Egli compia in lei il lavoro che Egli ha iniziato (31/5/1885).
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Come diceva il grande esperto di Teresa, mons. Guy Gaucher 3, a partire dal 1886, Leonia diventa la campionessa di ingressi e di uscite dal monastero: il 7 ottobre 1886 entra dalle clarisse di Alençon, vi resta solo due mesi. Sei mesi più tardi entra dalle visitandine di Caen, vi resterà sei mesi. Il 6 gennaio 1888 ne esce. Tornata a casa, ai Buissonnets, vive con Teresa gli ultimi tre mesi che separano la sorellina dall’ingresso al Carmelo. Dopo cinque anni e mezzo, fa un secondo tentativo alla Visitazione di Caen: durerà solo due anni. Infine, il 28 gennaio 1899 tornerà a suonare alla porta del monastero di Caen che le si aprirà per sempre. I suoi soggiorni in monastero sono vere e proprie croci; lei offre la sua buona volontà, ma bisogna «che Gesù faccia il resto» (13/07/1893 a Celina). Gli insuccessi che si succedono la rattristano, talvolta la scoraggiano, ma non stroncano la sua tenacia nel perseguire la meta che ha visto come volontà di Dio su di lei: essere una religiosa, anzi una santa religiosa. Le sorelle dal Carmelo la sostengono: il buon Dio non la abbandonerà. La corrispondente di Teresa Leonia con la sorella minore si confida: «Mi fa bene parlare con te, so che tu mi comprendi malgrado la tua giovane età; per questo voglio confidarti uno dei più grandi desideri della mia anima: l’unione intima con Gesù; infatti chi ha Gesù ha tutto, è il tesoro dei tesori» (15/10/1887). A 15 anni Teresa è già la confidente e la guida autorevole della sorella, che di anni ne ha 25. Leonia torna spesso alle lettere che Teresa le scrive, le legge e le rilegge. Grazie a lei possiamo raccogliere le perle che formano la base della dottrina spirituale del piccolo dottore Teresa. L’ultima lettera di Teresa del 17/07/1897 (LT 257) suona come il segnale di partenza: «L’unica felicità sulla terra 3 Mons. Guy Gaucher (1930-2014) è stato vescovo ausiliare di Bayeux e Lisieux. Collaboratore della Nouvelle Edition du Centenaire degli scritti di santa Teresa di Lisieux. Autore di Histoire d’une vie (in it.: Teresa Martin dopo la lettura critica dei suoi scritti, Ed. Paoline, Milano 1987), tradotto in 21 lingue. Ha pubblicato presso le edizioni Cerf una biografia di Teresa, dettagliata e ben documentata. Dopo la presente introduzione, proponiamo il suo articolo dal titolo La povera Leonia, come profilo biografico della nostra visitandina.
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è applicarsi a trovare sempre deliziosa la parte che Gesù ci dona. La tua è molto bella, se tu vuoi essere una santa ti sarà molto facile…». Dopo la morte di Teresa, Leonia nel 1898 può accedere a Storia di un’anima che le rivela il percorso spirituale della sorella. Si riconosce in quelle piccole anime descritte da Teresa, così deboli che devono essere sostenute a ogni istante, e tuttavia le più adatte a lasciarsi invadere dall’Amore divino, qualora si abbandonino con una intera confidenza alla Sua misericordia infinita (cfr. Ms B, 5v°). Ha trovato le «istruzioni per l’uso» per la sua vita. Ormai i suoi ritiri annuali di dieci giorni 4 trascorreranno «in compagnia di Teresa», «suo ideale». Leonia scava sempre più il senso degli scritti della sorella e vi attinge la linfa nutriente per diventare una santa, per imitarla perché, dice, «è impossibile amare Gesù più di lei» (1/11/1914): la santità di Teresa risponde a tutte le aspirazioni della sua anima. E Leonia è talmente impregnata dei suoi scritti che spesso si esprime con le stesse parole della sorella. Al termine del suo ritiro, la visitandina deve scrivere un proposito su cui si verificherà durante l’anno con la sua superiora per camminare con fedeltà verso Dio. I propositi di suor Francesca Teresa sembrano dettati alla lettera da sua sorella: tutti iniziano con una frase di Teresa e terminano con l’atto concreto che vuole impegnarsi a compiere per corrispondervi. Lettere dalla Visitazione Il 2 febbraio 1899 una lettera di Leonia annuncia alle sorelle carmelitane il suo ingresso in noviziato alla Visitazione, «con passo deciso, determinata a camminare costi quel che costi». Il suo nome di religiosa sarà ormai suor Francesca Teresa, nome che la mette sotto il doppio patrocinio della sorella e del fondatore della Visitazione, san Francesco di Sales. «Tutti gli anni durante il periodo che precede la rinnovazione pubblica dei voti o in altro tempo più opportuno, viene accordato a ogni sorella un periodo di solitudine della durata da otto a dieci giorni» (Costituzioni della Visitazione). All’epoca di Leonia questi ritiri venivano sempre fatti dal 30 settembre al 21 novembre. 4
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Lei sottolinea subito che Teresa le è continuamente accanto; lei «la chiama a ogni istante» (3/4/1899), mentre cerca di strappare alla priora del Carmelo il permesso di ricevere dalle sue tre sorelle una lettera ogni 15 giorni! Viene trovato un compromesso: questo sostegno le è accordato una volta al mese. È così che noi possediamo questo tesoro, frutto di 42 anni di scambi epistolari dove, alla fin fine, Teresa è, in filigrana, la terza interlocutrice, il punto di riferimento obbligatorio, la luce sul cammino, la guida sperimentata e paziente per la sua discepola che lei condurrà fino alla fine, non in 24 anni come lei, ma in tanti anni quanti ne saranno necessari. Leonia fatica a condurre la vita regolare del monastero, ad adattarsi al ritmo monotono e insieme spezzettato che contrasta con la sua fantasia; e paradossalmente teme ogni cambiamento: le elezioni che rischiano di darle una nuova superiora a scapito della comprensione che trovava nella precedente, le minacce belliche o antireligiose che le fanno intravedere una partenza per l’Inghilterra… La sua piccola barca è spesso sballottata dalla tempesta (8/05/1899); «lei è buona a nulla», farebbe meglio a morire, «non ci sarebbe una grande perdita» (14/08/1904, 12/06/1914). Tanto più che teme molto il dolore di vedere morire le sue sorelle prima di lei (23/02/1919). «La vita è tutta solo un tessuto di sacrifici» (1/11/1914). E le lacrime scorrono… La sua consolazione sta nel pensiero del ritrovarsi di tutta la famiglia in cielo. Che Teresa la venga a prendere! (9/04/1901). Nell’attesa Teresa la lavora sull’umiltà (19/04/1910), la virtù preferita da Leonia (29/01/1911), che lei vorrebbe praticare per fronteggiare le sue ribellioni (7/10/1912), per dimenticare se stessa. Ci sono molte lotte da sostenere, «punture di spillo» da accettare, soprattutto quando ci si dimentica che Teresa non ha solo tre sorelle carmelitane. Talvolta Teresa interviene con una grazia speciale, come quando la vede turbata da una crisi di scrupoli, o per portarla al raccoglimento nella preghiera (18/01/1904). Tuttavia i grandi desideri sono sempre presenti: «Talvolta, quando mi sorprendo a desiderare qualche altra cosa o sono presa da tedio e da disgusto – scrive – subito mi tuffo nella volontà del mio Dio, infatti in realtà è davvero unicamente quella che voglio e che amo» (21/01/1917). Teresa l’aiuta nel cammino. Questo periodo è segnato
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particolarmente dal miracolo di Gallipoli, autentica conferma, avuta in Italia, della piccola via di Teresa: sì, la «piccola via» insegnata da Teresa è sicura, perciò Leonia – come ogni discepolo di Teresa – seguendola non si ingannerà. Leonia prepara la sua deposizione per il processo di beatificazione della sorella, mentre si interessa da vicino ai preparativi dell’avvenimento di cui le sorelle carmelitane desiderano con premura renderla partecipe: la consistenza della posta che arriva da tutto il mondo, le grazie ricevute, le opere pubblicate, la realizzazione dell’urna e delle medaglie, la confezione delle reliquie, cui anche Leonia contribuisce, la sistemazione della cappella del Carmelo e l’adattamento delle residenze d’infanzia per i numerosi pellegrini futuri, ecc. Leonia è al colmo della gioia quando è convocata al Carmelo di Lisieux per fare la sua deposizione al processo apostolico: può visitare i luoghi di Teresa, incontrare nuovamente le sue sorelle. Questo ci vale una fotografia delle quattro sorelle Martin religiose. Soprattutto, vediamo l’evoluzione spirituale di suor Francesca Teresa, sempre desiderosa di imitare Teresa nel suo movimento di fiducia e di totale abbandono a Dio. Nella Pentecoste del 1917 (21 maggio) descrive le sue disposizioni interiori: «Sono sempre di più un piccolo ceppo di legno. Domando a Gesù di accendervi il fuoco e allo Spirito d’Amore di farlo divampare». «Sono sul buon cammino?», domanda timorosa di «smarrirsi, di essere nell’illusione». Leonia fa l’esperienza delle notti purificatrici, dell’impotenza a ogni cosa buona (29/04/1918) che rafforza la sua determinazione di non lasciare mai la mano di Gesù. La «povera Leonia» vede sempre di più i propri limiti e la «buona Leonia» si sforza di accettarli, pur continuando a combattere. L’anno della canonizzazione di Teresa coincide anche con il suo giubileo di professione. Se si rattrista per non ricevere la benedizione del papa, come era stato per Celina – il che è normale, avendone la sorella tutto il diritto, constata Leonia il 6/8/1925 – riceve durante il ritiro una luce che la incoraggia a una fedeltà sempre più delicata e… colmo della gioia, una statua di Teresa è posta nel giardino del monastero! (9/10/1925).
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L’anno 1930 segna una svolta decisiva nella vita di Leonia. Per poco non muore per una congestione polmonare. Questo evento ci vale una lettera del suo vescovo che esce «tutto edificato» dalla conversazione avuta con lei; ma quanto a lei, Leonia rimpiange il «treno perso per il cielo». Leonia è ormai disposta a vivere fino alla fine del mondo. Si è lontani dalla Leonia che sospira impaziente dalla voglia di morire per fuggire questa vita. L’anno seguente la vede trasformata: completamente libera da se stessa, può riconoscere l’azione di Dio in lei: «Che cosa renderò al Signore per tutto il bene che mi ha fatto?» (4/6/1931). Alla fine del ritiro annuale del 1934 vede chiaro: Gesù le domanda non solo di accettare, ma di amare la sua piccolezza. «Dunque – scrive – io voglio ormai condurre, con gioia o senza gioia, poco importa, una vita tutta nascosta e annientata agli occhi delle creature» (14/10/1934). Ma Leonia non passa inosservata agli occhi delle sue consorelle. È da loro molto amata, apprezzano la sua semplicità, la sua gaiezza, il brio che manifesta anche quando va in giro tutta curva lungo i corridoi, e lo humor, il suo modo vivace di raccontare i piccoli avvenimenti, come il suo incontro con una topina (14/08/1904). Negli ultimi anni non solo di decadenza fisica, ma anche di prova della fede (6/8/1937), è innanzitutto a Gesù nell’Eucaristia che si aggrappa. Una decisione si impone: «L’amore non si ripaga che con l’amore». Vive in uno stato di umiltà gioiosa, tutta contenta che lo Spirito Santo sia la sua sola ricchezza (30/5/1939). Lei che ha sempre avuto in orrore l’assoggettamento conclude il suo ritiro in un perfetto distacco: «O Gesù! … Io voglio solo la sua volontà, io scelgo tutto» (Natale 1940). Nel maggio 1941 una influenza la indebolisce sensibilmente, soffre molto per dolorosi reumatismi che le fanno passare penose crisi di soffocamento. La sua superiora cerca di vincere la sua propria pena: «Avrò bisogno di una grazia speciale per separarmi da Leonia, il nostro tesoro!», scrive al Carmelo il 15 giugno 1941. All’alba del 17 giugno Leonia le sorride e spira dolcemente. Spontaneamente invece del De profundis abituale è il Magnficat che affiora alle labbra: Et exaltavit humiles, Egli si chinato sulla sua umile serva… (Lc 1,52).
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Leonia diceva alle sue consorelle visitandine: «Chiedetemi quello che volete, io sono pronta a venirvi in aiuto». Sono numerosi coloro che, in seguito, l’hanno presa in parola e si affidano a lei, ora più che mai, in tutto il mondo, dall’Australia alla Norvegia. Lasciamo la conclusione alla zia visitandina di Le Mans, la perspicace suor Maria Dositea: «Leonia mi dà dei problemi, è vero, ma non più di quanti me ne abbia dati Maria. Ha dei difetti, ma ha anche tante qualità; è molto buona di cuore, è molto obbediente. Mai replica a quanto le si dice. Non è come le sue due sorelle che vogliono avere sempre ragione. Ma il suo grande difetto è che non capisce più di un bambino di tre anni». Quale speranza per coloro che, in un qualche momento della vita fanno fatica sul loro cammino. Quale meraviglioso incoraggiamento e quali preziose indicazioni per tutti i genitori e gli educatori! Dominique MENVIELLE
La «povera Leonia» Il 3 giugno 1863 arriva in casa Martin ad Alençon, via Saint Blaise, una piccola Leonia, bionda con gli occhi azzurri. La bimba è gracile e incontra presto delle difficoltà. «La piccola Leonia non cresce forte», scrive mamma Zelia. Malattie diverse colpiscono la bambina: pertosse cronica, morbillo, convulsioni, eczema purulento. È diversa dalle due sorelle maggiori, Maria e Paolina. Il 13 ottobre 1864 nasce la piccola Elena. Grande è il contrasto tra le due ultime bambine. Leonia è capricciosa, malaticcia, ribelle ad ogni regola. A scuola fatica a imparare. Non si sa come prenderla. Le due sorelle maggiori sono affidate alla zia Maria Dositea, visitandina a Le Mans. Si prova ad aggregare loro Leonia con la quale non si sa come fare. Già al suo nome è stato aggiunto un aggettivo: lei è la “povera” Leonia. Il tentativo [a Le Mans] è una fallimento. La zia le riconosce un cuore d’oro, ma non accetta di tenerla presso di sé. Prima sconfitta di vita comunitaria. Non rimane che farle frequentare dei corsi privati ma i risultati non sono per nulla brillanti. Si tenta una seconda volta presso il pensionato di Le Mans. La zia visitandina scrive al fratello Isidoro: «Mi ha dato buona speranza per l’avvenire. È una bambina difficile da educare e durante l’infanzia non darà nessuna soddisfazione, ma credo che sarà all’altezza delle sue sorelle. Ha un cuore d’oro; la sua intelligenza non è sviluppata ed è molto indietro rispetto alla sua età; non manca tuttavia di risorse e trovo in lei un buon giudizio e, insieme, un’ammirevole forza di carattere. Quando la piccola diventerà giudiziosa e capirà qual è il suo dovere, niente la fermerà».
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Quanto a Leonia, nonostante i suoi handicap, dichiara: «Io sarò religiosa alla Visitazione, con mia zia». «Sarebbe troppo bello, non oso sperarlo», scrive Zelia (CF 29/11/1873). Le lezioni private sono un disastro, perché le due istitutrici sono delle false religiose. Zelia è costretta a denunciarle alla Polizia per smascherarle. Altra grave crisi. La domestica Louise Marais decide di occuparsi di Leonia, la terrorizza e la divide dalla madre. «Io amavo la mamma», dirà più tardi Leonia. Per il momento la respinge, non si allontana più da Louise. Questa vicenda durerà due anni. Quando infine si scopre la verità, Zelia vorrebbe allontanare la domestica, ma poi la trattiene e se ne prende cura, per pura bontà. Finalmente Leonia è liberata. Fa la prima comunione il 23 maggio 1875 e riceve la confermazione il 28 maggio 1876 con buone disposizioni. Il cancro al seno che ha colpito Zelia progredisce: ogni intervento chirurgico è impossibile. Lei guarda la morte in faccia: sua unica preoccupazione è la povera Leonia. L’8 gennaio 1877 Zelia incontra la sorella [visitandina], che morirà poco dopo di tubercolosi. A lei Zelia affida le sue commissioni per il Cielo. «Appena giunta in Paradiso, va a trovare la santa Vergine e dille: “Mia buona madre, voi avete giocato un brutto tiro a mia sorella dandole questa povera Leonia; non era una bambina così che vi aveva domandato; bisogna che rimediate”» (CF 8/1/1877). Anche Leonia ha delle commissioni per il Cielo: «Per piacere, chiedete al buon Dio che mi faccia la grazia di convertirmi e anche che mi doni la vocazione di diventare una vera religiosa» (CF 18/1/1877). Per lei questo significa essere santa. Zelia è preoccupata per l’avvenire di Leonia. «Non occorresse che il sacrificio della mia vita perché lei diventi una santa, lo farei di buon grado» (CF 18/1/1877). Zelia muore il 28 agosto del 1877, dopo un pellegrinaggio molto faticoso a Lourdes nel giugno di quello stesso anno. Segue il trasferimento a Lisieux per essere più vicini ai Guérin.
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Nei primi giorni si nota in Leonia un progresso. Entra come pensionante dalle benedettine dell’Abbazia 1, dove ritrova le cugine Giovanna e Maria Guérin. Vi si trova bene. Leonia lascia l’Abazia a 18 anni, nelle vacanze del 1881. Teresa vi entrerà come esterna. Il 2 ottobre 1882 Paolina entra al Carmelo di Lisieux, e questo spinge Leonia, sempre orientata verso la vita religiosa, ad entrare dalle clarisse d’Alençon. Poiché tutta la famiglia è andata a visitare la tomba di Zelia, quale non è lo stupore di tutti nel vedere, al ritorno, Leonia vestita da postulante tra le clarisse di via de la demi-lune. «Guardate i miei occhi, perché non li vedrete mai più». Strana vocazione… Maria è furibonda. Al ritorno a Lisieux, lo zio Guérin prevede, a ragione, un rapido ritorno. Al termine di sette settimane la povera Leonia ritorna in lacrime ai Buissonnets, coperta di eczema, con delle ghiandole sotto le ascelle. Nel frattempo anche Maria è entrata al Carmelo di Lisieux e questo fa crescere in Leonia il desiderio di essere religiosa. Si volge allora alle Visitandine di Caen dove regna la spiritualità di san Francesco di Sales, «il santo dell’equilibrio». Il 16 luglio 1887 varca la soglia della clausura. «Sono molto felice, mia piccola cara sorella, nella mia nuova famiglia…» (a Teresa, 20/07/1887). Ma fattosi inverno, lei ritrova in parlatorio il padre che è venuto a prenderla. Secondo insuccesso. Rientra ai Buissonnets, dove vive da «solitaria», visita gli ammalati, aiuta a preparare i defunti per la sepoltura. L’irreversibile peggioramento della salute del «Patriarca», internato al Bon Sauveur de Caen, porta Celina e Leonia a Caen per poter visitare l’ammalato. Inizialmente trovano alloggio a Caen, ma ben presto una sola visita settimanale è sufficiente. Si trasferiscono così presso i Guérin, in via Paul Banaston. Leonia non ha che un sogno: il chiostro. Il 24 giugno 1893, a trent’anni, ricomincia il suo postulato, con la determinazione di essere «piccola, molto piccola». Sotto la direzione severa di madre Marie de Sales Lefrançois il noviziato si svuota. Teresa scrive a Celina: «La lettera di Leonia ci preoccupa 1 Questa antichissima abbazia di Notre-Dame-du-Pré-lès-Lisieux fu fondata intorno al 1050 dalla signora Lesceline, parente di Guglielmo il Conquistatore. Nel XIX secolo le religiose si prendono cura dell’educazione delle ragazze.
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molto. Ah, come sarà infelice se ritorna nel mondo!» (CF 7/7/1894). È quello che purtroppo accade dopo aver resistito tre mesi. Tutte le sorelle sono al Carmelo. Leonia rimane sola presso i Guérin sia a Lisieux sia al castello di La Musse 2. Teresa la sostiene con la sua corrispondenza. Leonia vive da vicino la passione della sorellina che muore il 30 settembre 1997. È Leonia che guida il corteo funebre, essendo lo zio Guérin ammalato. Ritrovandosi sola, sogna ancora la Visitazione. Ma dopo tre insuccessi, chi penserebbe di accoglierla? Situazione eccezionale e molto delicata. Tuttavia Leonia, che tutti dicevano «caparbia», non si rassegna. A suor Maria del S. Cuore [la sorella Maria] Teresa aveva detto: «Dopo la mia morte la farò rientrare [Leonia] alla Visitazione e vi persevererà». Il 28 gennaio 1899 lo zio Guérin conduce Leonia a Caen per un quarto ingresso. La postulante dichiara: «Uscirò da qui, sì, ma solo nella mia bara». Grazie ad una perseveranza tenace, questa sarà la volta buona. Tutto procede bene, anche se la sua maestra di noviziato non la risparmia in nulla. La professione religiosa è fissata per il 2 luglio. Giorno di grande gioia. «Che bella giornata!», scrive la professa alle sorelle, «Nulla poteva distogliermi dalla calma perfetta, dalla pace tutta celeste di cui la mia anima era inondata: mai, mai, ho conosciuto una simile felicità!». Ancora per tre anni vive in noviziato con un orario che scandisce il tempo dalle 5 del mattino alle 21.30. La sua salute rimane debole, segnata da crisi di eczema e da bronchiti. Non è molto intelligente, tuttavia possiede un buon senso normanno. È carente in ortografia e nel calcolo. Viene dispensata dal latino per le preghiere personali. È lenta nelle sue mansioni e mette ordine in ogni luogo, avendo la sollecitudine di sistemare tutto, il che provoca qualche piccolo scre2 Castello prossimo a Evreux, con annessa proprietà di 43 ettari, ricevuto in eredità dalle signore Guérin e Maudelonde. Residenza estiva dei Guérin. Luigi Martin, papà di Leonia, vi muore nel 1894.
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zio nella vita di comunità. Tuttavia, si impegna con slancio e senso dell’umorismo nelle pie ricreazioni. Il 3 ottobre 1998 scoppia una bomba: appare Storia di un’anima. Si può immaginare quello che la lettura del testo della sorellina ha potuto suscitare in Leonia. Non esita a prendere immediatamente Teresa come maestra di vita spirituale. Tutto quello che concerne la piccola via è perfettamente adatto per Leonia, che sa di essere debole e piccola. Tutto nella spiritualità di Leonia è in consonanza con gli scritti di san Francesco di Sales (Introduzione alla vita devota) e di quelli di sua sorella. Non se ne gloria. Per tutta la sua vita, nei suoi impegni, sarà sempre seconda, ed è passata per tutti gli uffici: refettorio, infermeria, economato, guardaroba della biancheria, sacrestia. Quando esce Storia di un’anima, suor Francesca Teresa ha ancora 43 anni da vivere. Da lontano seguirà tutte le tappe della gloria di Teresa. Quando si parla delle sorelle Martin può succedere che l’oratore dimentichi la visitandina. Lei accetta queste umiliazioni. Tuttavia non è dimenticata dalle sue sorelle. Un’intensa corrispondenza lega Lisieux a Caen. Le carmelitane hanno inviato 1778 lettere a Leonia, tenendola aggiornata sullo sviluppo della causa e di tutte le piogge di rose su Lisieux e altrove. Dopo alcuni episodi di malattia, Leonia è convocata a Lisieux come testimone al processo [di Teresa]. Nel settembre 1915 le quattro sorelle si ritrovano. Possiamo immaginare in quale clima di fraternità! All’inizio Leonia era rimasta molto sorpresa: stava rammendando quando la sua superiora le aveva dato la notizia e aveva reagito dicendo: «Teresa! Era molto gentile! Ma santa! Nientemeno!». Deve dunque raccogliere i suoi ricordi per testimoniare ai processi. Da lontano, ma in grande unione di spirito, seguirà le grandi tappe della via gloriosa: 29 aprile 1923, beatificazione; 17 maggio 1925, canonizzazione a Roma davanti a 50.000 pellegrini; 14 dicembre 1927, Teresa Patrona delle missioni; 11 luglio 1937, inaugurazione della basilica di Lisieux da parte del Legato pontificio card. Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII.
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Al Carmelo, dove Teresa aveva vissuto, Leonia ha voluto vedere tutto. Questo soggiorno a Lisieux segna una svolta decisiva. Lei penetra sempre di più nella piccola via, mentre la sua salute declina provata da diverse malattie. «Questo pensiero sull’umiltà [di Teresa] mi piace moltissimo e mi fortifica nelle frequenti occasioni in cui mi vedo incapace di tutto, rifiutata, ultima: è il mio vero posto, quello che amo e prediligo. Ho molto sofferto per la mia inferiorità, ho risentito molto vivamente l’isolamento del cuore». Nel 1930 una polmonite doppia fa presagire imminente la morte. Pio XI le invia un telegramma. Cardinali e vescovi chiedono di poter incontrare suor Francesca Teresa. Lei, consapevole del suo nulla, si sottomette a questi parlatori o, quando è possibile, vi si sottrae. La polmonite del 1930 provoca un peggioramento generale della sua salute. Si incurva; ha male a un ginocchio. Offre ogni sua miseria. La povera Leonia – che Luigi Martin, il padre, chiamava la buona Leonia – è salvata dalla piccola via, in armonia con gli insegnamenti di san Francesco di Sales. Con il proprio stile, la comunità delle visitandine segue l’uragano di gloria che spira su Lisieux. Il 21 novembre 1929 Leonia rinnova i suoi voti e annota: «La preghiera della nostra incomparabile mamma è stata esaudita pienamente poiché le cinque figlie che le restavano sono tutte consacrate, persino la piccola che faceva il diavolo a quattro [Leonia stessa]: un vero miracolo ottenuto dalle nostre due sante: la nostra zia visitandina e Teresa di Gesù Bambino. Sta a me più che a ogni altra immergermi nel mio piccolo nulla e fondermi d’amore e di riconoscenza verso il buon Dio». Ritirata in infermeria soffre molto a causa dell’eczema, accompagnato da una polmonite doppia. Il 3 giugno 1941, si festeggiano i 78 anni di suor Francesca Teresa e i suoi 40 anni di professione religiosa 3. Constata – e questo la stupisce – di essere molto amata! Questa volta non è dimenticata. Pio XII le invia una speciale benedizione. Il 40° di professione di Leonia ricorreva nel 1940, ma la sua celebrazione era stata differita di un anno a causa della guerra. 3
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Le preoccupazioni per la salute scandiscono ora il suo cammino. «Le mie malattie aumentano: di sano, grazie a Dio, non ho che gli occhi, il cuore e la testa; ma Lui può prendere tutto, tutto è offerto a Lui». Colpita da paralisi, perde l’uso della parola. Muore il 17 giugno 1941 a 78 anni. La povera Leonia viene sepolta nella cripta del monastero. Non ha voluto essere sepolta a Lisieux, sotto l’urna di Teresa. Teneva troppo alla sua vita nascosta nella sua cara Visitazione. A Caen tutto avrebbe potuto finire così, mentre a Lisieux e nel mondo intero Teresa sparge una pioggia di rose. Tuttavia, ecco che a Caen arrivano lettere da diverse parti del mondo: richieste di preghiera, richieste di pellegrini che desiderano pregare sulla tomba di Leonia. Davanti a tutte queste domande, non bisognerà portare fuori clausura la tomba di Leonia? Come spiegare questa devozione 4? Rimandata quattro volte dalla scuola, uscita tre volte dal monastero, Leonia è il tipo della meno dotata tra le sorelle: meno intelligente, meno graziosa, a volte ribelle, spesso bizzarra, deludente. E tuttavia in lei c’è questo profondo desiderio di santità. Avrebbe potuto chiudersi in se stessa, rassegnarsi alla sua fragilità, diventare una zitella bisbetica e gelosa. Ora, Leonia è stata avvolta da grande amore. Colpisce constatare che tra le cinque figlie Martin non ci sono mai stati conflitti. Si aiutano a vicenda. Leonia trova nelle sorelle appoggio costante, specialmente in Teresa che ha dieci anni meno di lei. Lei vive la frase-chiave dell’Atto d’Offerta all’Amore Misericordioso: «Desidero essere santa, ma sento la mia impotenza, e ti domando, o mio Dio, di essere Tu medesimo la mia santità!» (Pr. 6). Sia quel che sia, dal mondo intero giungono lettere alla Visitazione di Caen e le visite di pellegrini non cessano. Si parla di guarigioni. Forse una vita come questa può sfociare in una causa di beatificazione? 4 Il 25 aprile 2015 è avvenuta la riesumazione del corpo incorrotto di Leonia (tranne i piedi) e il 21 gennaio 2017 la salma è stata trasferita nella cappella del monastero della Visitazione di Caen.
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Sarebbe l’ultimo segreto della povera Leonia e il trionfo dei piccoli e dei poveri, di tutti coloro che lottano nell’oscurità. In fondo tutti i suoi fallimenti non erano veramente tali. Erano tappe di purificazione. La profezia di Teresa si è realizzata: Leonia è rimasta visitandina. Una contemplativa nascosta, nel combattimento spirituale, nell’offerta della propria vita per i sacerdoti, per i peccatori, nell’irraggiamento dopo la sua morte. Lasciamo alla Chiesa decidere e agire. Non possiamo non rendere grazie a Dio constatando le meraviglie che l’Amore misericordioso ha operato in questa famiglia. Moltissime lettere domandano l’apertura della causa di Leonia 5. Mons. Guy GAUCHER
Il 2 luglio 2015, il processo di beatificazione di suor Francesca Teresa (Leonia) è stato ufficialmente aperto al monastero della Visitazione di Caen. 5
I Gioventù (1874-1886) 1.
Alla mamma 1
febbraio-marzo 1874
Mia cara mammina Ieri sono stata molto cattiva. Non imparo mai le lezioni. La zia non è contenta di me. Oggi era giorno di libertà, abbiamo avuto vacanza per tutta la giornata e la zia ci porterà in giardino: sarà molto piacevole. Monsignore ci ha dato un giorno in più per le vacanze di Pasqua. Ne sono molto contenta. Cercherò di ottenere la coccarda. L’ultima volta… La piccola Celina e Teresa stanno bene? Attendo le vacanze di Pasqua con grande impazienza, cercherò di non dare dispiacere alla zia perché le voglio molto bene e le farò molto piacere per fare piacere a te. Arrivederci miei cari genitori e tutta la famiglia. Farò la brava. Leonia Martin Scritta dal pensionato della Visitazione di Le Mans dove era giunta da poco tempo. La zia di cui parla è la visitandina suor Maria Dositea, sorella della mamma. 1
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2.
A Paolina 2
1° gennaio 1882
Desidero che il buon Dio, per intercessione di questo grande Santo, colmi la mia piccola Paolina di grazie e benedizioni. Sono questi gli auguri molto sinceri della tua sorellina che ti ama molto teneramente. Leonia, figlia di Maria.
3.
A Paolina 3
29 giugno 1882
Ricordo molto affettuoso offerto alla mia cara sorellina Paolina nel giorno del suo onomastico, dalla sua sorellina che la ama tanto con tutto il cuore. Leonia, figlia di Maria.
4.
A Paolina 4
7 settembre 1882
Alla mia sorellina amata un ricordo di addio. Leonia, figlia di Maria.
5.
Alla zia Guérin
settembre o ottobre 1883 (?)
Mia cara zia, sei ancora una volta nel tuo meraviglioso piccolo castello 5, ma ora senza di noi; quando penso al piacere che ho avuto negli otto Testo scritto su un’immagine di san Francesco di Sales. Testo sul retro di un’immagine di sant’Agnese. Il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo era l’onomastico di Paolina. 4 Testo scritto sul retro di un’immagine raffigurante santa Teresa d’Avila. Paolina sarebbe entrata al Carmelo il 2 ottobre di quell’anno. 5 La casa di campagna di Saint-Ouen-le-Pin. 2 3
8 maggio 1884
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giorni che sono stata lì! Ma ci sono in questo momento con il pensiero ed è con gioia che vengo a intrattenermi qualche istante con te. Ti auguro tante belle cose e anche del bel tempo, poiché non si può andare a passeggio e raccogliere le nocciole quando fa brutto tempo ed è molto noioso, soprattutto in campagna, restare in casa senza uscire; spero che tu stia bene mia buona zia, così come tutto questo caro piccolo mondo e che ritorniate tutti in buona salute. Abbi la bontà, mia cara zia, di dire a Giovanna che non appena sarà arrivata a Lisieux, donna St. Placide 6 ha bisogno di parlarle privatamente Avrei ancora tante cose da dirti, ma non ne ho il tempo. Ecco suonano le undici e bisogna che porti la mia lettera alla posta. Se potessi mettere dentro anche me, ne sarei molto contenta, ma poiché non posso, ti mando il mio cuore, affinché tu vi legga tutto l’affetto che ho per te come per Giovanna e Maria 7: Marguerite 8 e anche le sue sorelline che amo molto teneramente. In attesa del giorno nel quale avrò la gioia di vederti, mia amatissima zia, ti abbraccio con tutto il cuore perché ti amo! La tua nipotina, con molto rispetto. Leonia, figlia di Maria
6.
A Teresa
8 maggio 1884
Che il divino piccolo Gesù sia sempre il pegno più prezioso del tuo amore. Tua sorella che ti ama molto teneramente. Leonia, figlia di Maria.
6
ne.
Leonia usa qui l’appellativo ‘donna’ con cui erano chiamate le monache benedetti-
Sono le cugine, figlie degli zii Isidoro Guérin e della moglie Celina. Maudelonde (1867-1966), anche lei in vacanza a Saint-Ouen-le-Pin. I fratelli Maudelonde, figli di una sorella di Celina, moglie di Isidoro Guérin, erano amici delle sorelle Martin e si incontravano con loro presso i Guérin. 7 8
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7.
A Teresa
8 maggio - 14 giugno 1884
Mia piccola figlioccia tanto amata, ti chiedo un piccolo ricordo nelle tue preghiere per la tua madrina che non ti dimenticherà mai. 9 Tua sorella Leonia figlia di Maria.
8.
Alla zia Guérin
Lisieux, 31 maggio 1885
Mia carissima zia, non vorrei lasciare partire la lettera di Maria senza aggiungervi una parola; oggi non avrei alcuna scusa e non vorrei lasciare trascorrere il tuo soggiorno nel bel chalet di Deauville 10 senza testimoniarti il mio affetto. Sì, mia buona cara zia, ti voglio bene, lo sai, e quando mi ricordo di tutte le gentilezze che hai avuto per me, ne sono confusa e non so come ringraziarti; mi piace ricordare i quattro giorni che ho passato con te; come erano dolci per me le conversazioni avute più volte con la mia diletta zia! Tu sai bene su quale oggetto 11. Devo anche dirti che tua nipote compirà ventidue anni mercoledì prossimo. Spero mia buona zia che non mi dimenticherai presso il buon Dio affinché Egli completi in me l’opera che ha iniziato. Avrai la bontà di dire alle mie care cuginette che le abbraccio forte e che le amo molto teneramente. Di’, per favore, a Maria 12 che è stata la sua cara piccola Céline a chiederlo per oggi 13: faceva la comunione con un’altra comunicanda molto più grande di lei ma non era bello a vedersi accanto alla sua cuginetta 14.
Leonia è stata la sua madrina della cresima il 14 giugno 1884. Si tratta di Casa Colombe a Deauville: stazione balneare del Calvados. 11 Forse il suo desiderio di entrare dalle benedettine di Lisieux? 12 Figlia di Celina Guérin e cugina di Leonia. 13 Si tratta di Célina Maudelonde, cugina di Maria Guérin. Il 31 maggio rinnovava la sua comunione solenne. 14 A causa della differenza di èta e quindi di taglia. 9
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26 giugno 1886
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Non posso prolungare la mia lettera più a lungo, ho paura di fare tardi per i Vespri. È con dispiacere che ti lascio, ma mi consolo pensando che presto tornerai per non lasciarci più, spero. Quando vedrai le signorine Pigeon, abbi la bontà di presentare loro i miei rispetti e di dire alla signorina Giuseppina che desidero proprio che lasci lì al mare i suoi mal di testa. La tua nipotina che ti ama molto teneramente. Leonia figlia di Maria
9.
Alla zia Guérin
Lisieux, 26 giugno 1886
Mia carissima zia, se tu sapessi come sono stata colpita quando ho letto nella lettera di Maria che mi avresti scritto, se non avessi avuto paura che la tua lettera fosse troppo pesante; non sarà mai detto che sarai tu a cominciare, me ne vergognerei; sono molto felice di avere un’occasione per intrattenermi qualche istante con la mia buona zia. Domani in famiglia festeggiamo l’onomastico del signor Fournet 15: poiché lo zio si era dimenticato di scrivertelo, ha incaricato Maria di comunicartelo, ma lei non ha tempo perché deve andare al mercato, per cui con piacere prendo io il suo posto. Noi andiamo spesso a trovare lo zio, che non ha il tempo di annoiarsi poiché è sovraccarico di lavoro, ha perfino chiesto a Maria di andare ad aiutarlo la settimana prossima a fare delle note. Se potessi farlo io, mi farebbe molto piacere aiutare il mio buon zio, ma sono troppo ignorante per fare questo. Verrà a trovarti martedì o mercoledì con Maria, che ne è tutta felice. La prossima volta toccherà a me. Che felicità passare una giornata con te! Ho saputo che la mia cara piccola Maria sta molto meglio da quando è in riva al mare; dille Si anticipa a domenica 27 l’onomastico del signor Pierre Fournet (1811-1888), padre della signora Guérin. 15
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che voglio che lasci la sua malattia a Trouville 16, partendo da Lisieux, dille anche, come pure alla mia piccola Giovanna, che penso molto a loro e che le amo molto. E tu, mia cara zia, spero che stia bene, non devi affaticarti come l’anno scorso, bisogna che approfitti in tutti i modi della buona aria di mare; desidero per te molta distensione, un bel tempo, ma non troppo caldo, poiché ti darebbe troppo fastidio. È un peccato che le belle feste del Santo Sacramento passino senza di voi, mi sembrerà molto strano domani non vedervi e non essere con voi alla processione. Vorrei tanto che il mese di luglio fosse già passato, per vedervi ritornare in mezzo a noi, poiché Lisieux è molto triste quando voi non ci siete. Infine ciò che mi fa accettare con pazienza la vostra assenza è il pensiero che vi rivedrò; è con questa speranza che ti lascio abbracciandoti molto teneramente di cuore, attendendo il giorno felice che trascorrerò con te. Tua nipote, che ti ama con tutto il cuore Leonia figlia di Maria
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I Guérin soggiornarono nella villetta dei Lillà a Trouville, vicina a Deauville.
Preghiera per ottenere la beatificazione di Leonia Signore Dio, sull’esempio della Serva di Dio, suor Francesca Teresa, Leonia Martin, figlia dei santi Luigi e Zelia, e sorella di santa Teresa di Gesù Bambino, Tu ci doni di comprendere la misericordia e la tenerezza del tuo Amore. Hai vegliato sulla sua fragile salute dai primi istanti della sua vita. L’hai guidata nelle ore difficili della sua infanzia e adolescenza. L’hai chiamata alla vita consacrata e l’hai sostenuta sul delicato cammino della sua risposta. Le hai dato di vivere una vita nascosta, umile e offerta al tuo Amore, come religiosa visitandina a Caen, nell’accettazione dei suoi limiti. Signore, se questa è la Tua volontà, degnati di accordarci la grazia che ti chiediamo... per intercessione della Serva di Dio, suor Francesca Teresa. Possa un giorno, essere iscritta nel numero dei Venerabili della tua Chiesa. Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen. Le testimonianze di grazie ricevute sono da inviare a: Monastero della Visitazione - 3 rue de l’Abbatiale - 14000 Caen (Francia) Imprimatur - Bayeux, 24 gennaio 2015 Mons. Jean-Claude Boulanger, Vescovo di Bayeux e Lisieux
on aspettarti di trovare in queste 342 lettere di suor Francesca Teresa, Leonia Martin, – di cui quasi 300 inviate alle tre sorelle carmelitane di Lisieux dopo l’entrata definitiva alla Visitazione di Caen – rivelazioni sfolgoranti o eventi sensazionali. Lo stile stesso è senza impennate geniali e risente, inevitabilmente, dell’epoca e del contesto particolare in cui le lettere sono nate. E questo aspetto ti richiederà un piccolo sforzo per superare la sensazione, forse spiacevole, provocata da un accumulo di vezzeggiativi cui oggi non siamo più abituati. Se però entrerai in queste lettere con intelligenza d’amore e con una disposizione di affettuosa empatia, avrai molte sorprese. Scoprirai il mondo interiore, nelle diverse stagioni della vita, di Leonia. Conoscerai le sue fatiche e i suoi sogni, le sue paure e la sua speranza, le mete alte cui non cessa di tendere e le battute d’arresto causate da limiti e fragilità… E ti sorprenderai nel constatare che questa monaca, dalla vita esteriore così diversa e lontana dalla tua, ti è molto simile e ti si offre, discretamente, come compagna di viaggio. Giunto all’ultima lettera, scritta solo qualche giorno prima della sua morte, avrai certamente capito anche il perché di questo titolo – Magnificat – così inconsueto per una raccolta epistolare. Il Magnificat, canto del cuore di ogni figlia della Visitazione, è infatti il canto che meglio esprime l’esperienza spirituale di Leonia, perché è il canto di chi sperimenta la propria povertà e piccolezza come il luogo in cui Dio, onnipotente e misericordioso, compie le sue meraviglie. Voglia Leonia, attraverso le sue lettere, consegnare anche a te il suo segreto perché tu pure possa trovare la pace nell’abbandono a Dio e giungere così a cantare il Magnificat lungo i giorni del tuo cammino.
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