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Leonia Martin. La debolezza trasfigurata

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eonia, divenuta suor Francesca Teresa alla Visitazione di Caen, è sorella di Teresa di Lisieux. Delle cinque sorelle Martin, è quella che ha avuto il percorso più difficile. Tuttavia, è lei che ha compreso meglio la dottrina spirituale della piccola Teresa. Con tutti i suoi limiti, insuccessi e ferite, Leonia visse e praticò così bene la via dell’abbandono a Dio, appresa alla scuola di san Francesco di Sales, che nel tempo ne fu trasformata. Le meditazioni qui proposte sono un vero cammino di vita, di rinascita e di pace interiore alla sequela di Leonia.

€ 7,00

Leonia Martin la DEBOLEZZA TRASFIGURATA

Joël GUIBERT

Joël Guibert (1959), è un sacerdote della diocesi di Nantes. Dopo aver svolto il ministero di parroco, attualmente è un predicatore di ritiri molto apprezzato in Francia.

JOËL GUIBERT

MEDITAZIONI

Postulation Léonie Martin | Mimep-Docete | Edizioni OCD


© Postulation Léonie Martin (Caen - France), 2019

ISBN: 978-88-7229-742-1

© Edizioni OCD - via Vitellia, 14 - 00152 Roma Tel. 06 5812385 - Fax 06 97625722 - info@ocd.it ISBN: 978-88-8424-481-9

© Mimep-Docete - via Papa Giovanni XXIII, 2 - 20060 Pessano con Bornago (MI) Tel. 02 95741935 - Fax 02 95744647 - info@mimep.it

Titolo originale:

© Éditions du Carmel, 2018 Léonie, la faiblesse transfigurée – Retraite spirituelle

Traduzione:

A cura del Monastero della Visitazione S. Maria di Salò (BS)

Crediti fotografie:

© Monastère de la Visitation de Caen

In copertina: Leonia pochi mesi prima della morte.


JoĂŤl Guibert

Leonia Martin La debolezza trasfigurata

Meditazioni

Postulation LĂŠonie Martin Edizioni OCD | Mimep-Docete


Abbreviazioni ACL: Archives du Carmel de Lisieux [Archivi del Carmelo di Lisieux].

CF: Zélie et Louis Martin, Correspondance familiale (1863-1885), Cerf, Paris 2009 (i numeri rimandano alle lettere).

Ms A, B: Manoscritti autobiografici di Teresa, pubblicati in: Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, LEV / OCD, Roma 1997.

LT: Lettere di Teresa, numerate e pubblicate in in: Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, LEV / OCD, Roma 1997.

Note e Ringraziamenti per l’edizione italiana

Chi desiderasse contattare padre Joël Guibert può consultare questo sito: www. perejoel.com I riferimenti biblici sono presi da La Sacra Bibbia, edizione ufficiale della CEI, 2008. Dove non indicato diversamente, tutte le lettere di Leonia e dei suoi corrispondenti sono tratte dal sito degli Archivi del Carmelo di Lisieux: www.archives-carmel-lisieux.fr

La Postulazione Generale di suor Francesca Teresa (Leonia Martin) ringrazia di cuore le Editions du Carmel per la concessione gratuita dei diritti.


Indice Prefazione 7 Ringraziamenti 9 Consigli di lettura I – Breve storia di un’anima

1. 2. 3. 4. 5.

Giovinezza Vocazione Consacrazione La fine Irradiamento

II – La potenza della grazia 1. 2. 3.

Leonia discepola e non solo alunna della piccola via Vivere in Dio trasforma realmente Leonia, una grande speranza per quanti sono stati feriti dalla vita

III – La piccola via

1. La piccola via: tentativo di definizione 2. Le due fonti della piccola via in Leonia 3. Analisi della piccola via

IV – Sapersi amati e desiderati da Dio

1. Essere amati da Dio, fondamento della piccola via 2. False immagini di Dio 3. Il vero Dio ha sete di donarsi

V – Accogliere la nostra povertà

1. Le povertà di Leonia

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2. 3. 4. 5. 6.

Accogliere la nostra umanità Non fare confronti Non scoraggiarsi Considerare come mi guarda Dio Considerare come Dio si serve delle nostre povertà

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VI – Decidersi per Dio

1. Dimmi la tua determinazione interiore e io ti dirò il tuo orientamento spirituale! 2. La straordinaria determinazione di Leonia 3. Come consolidare la nostra decisione per Dio?

VII – Riceversi dallo Spirito Santo nella fiducia

1. Rimettere «a posto» la vita cristiana 2. «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5) 3. Fiducia nello Spirito Santo 4. Imparare a lasciarsi «governare» dallo Spirito 5. Imparare a discernere la voce dello Spirito

VIII – Abbandonarsi alla divina Provvidenza

1. 2. 3. 4.

L’abbandono è dono di sé a un Altro Il piano d’amore della Provvidenza sulla mia vita L’abbandono progressivo alla volontà provvidenziale di Dio I frutti dell’abbandono alla divina Provvidenza

IX – Abbandonarsi alla divina Misericordia

1. L’abbandono non è «quietismo» 2. L’umiltà di lasciarsi «amare» dalla divina Misericordia 3. L’umiltà di lasciarsi «salvare» dalla divina Misericordia

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X – La piccola via al centro della nuova evangelizzazione 1. La via dell’abbandono a fondamento della nuova evangelizzazione 2. Offrirsi per la gloria di Dio e per la salvezza del mondo

XI – La vita nascosta

1. L’umiltà: virtù della vita nascosta, virtù della piccola via 2. I piccoli niente e le piccole virtù 3. Scegliere la vita nascosta

Preghiera per ottenere la beatificazione di Leonia

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Prefazione Potrai, leggendo questo libro, scoprire il vero volto di Leonia! Quel volto che padre Joël Guibert ci ha fatto scoprire durante il ritiro che ci ha predicato nel luglio 2018 e a cui hanno partecipato 55 persone, venute da tutta la Francia e di tutte le età, dai 25 ai 93 anni! Leonia, la «povera Leonia» della signora Martin, la scopriamo così vicina a noi con i suoi limiti, i suoi difetti e le sue sofferenze di ogni genere: malattie, trauma per la persecuzione della “domestica”, insuccessi scolastici e vocazionali, umiliazioni. In una situazione simile, come diventare santa? Come raggiungere la santità a cui Leonia tanto aspirava? Accettare i propri limiti, offrirli, lasciarsi amare, amare e far amare, alla scuola del fondatore dell’Ordine della Visitazione, san Francesco di Sales, e della piccola Teresa… Lungo tutto questo libro seguiamo Leonia con le sue lentezze, le sue cadute, ma anche con le sue riprese e i suoi sforzi che la porteranno alla fine della vita a un abbandono perfettamente fiducioso nelle mani del Padre del quale non può aver paura. Lei risponderà all’amore di Gesù con il suo e sentirà, come Teresa, il grido di Gesù: «Ho sete», sete del tuo amore. Nelle sue tante povertà, Leonia ha saputo rispondere a questo amore che l’ha pacificata al punto di essere, alla fine della vita, completamente abbandonata, pronta a vivere più a lungo se Dio l’avesse voluto. Voleva ormai solo ciò che voleva Dio! «Leonia, che hai tanto sofferto, tu mi puoi capire»: queste parole impregnate di fiducia sono rivolte molto spesso a Leonia. Così sono numerosi i pellegrini che vengono ad affidarle le loro miserie sentendola una di loro, molto vicini e quindi compresi. E ripartono nella


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pace. Con Leonia la santità è possibile, perché lei vi è giunta nonostante o con i suoi limiti e con le sue debolezze. Basta fidarsi e abbandonarsi come un bambino e, soprattutto, rialzarsi dopo ogni caduta! Che Leonia ci guidi dietro a lei su questo cammino! Le sorelle della Visitazione di Caen


Ringraziamenti A Leonia, per il suo sÏ e il suo abbandono a Dio. Alla comunità delle visitandine di Caen, per i loro preziosi consigli che hanno contribuito alla elaborazione di quest’opera.



Consigli di lettura Amico lettore, questa opera di spiritualità, in compagnia di Leo­ nia, la sorella di santa Teresa di Lisieux, può benissimo essere letta come si fa abitualmente, secondo il tempo che hai a disposizione. È stata però concepita in modo da poter essere utilizzata anche come guida per un tempo di ritiro spirituale, vissuto sia a casa sia durante un soggiorno presso un monastero. Non vi è introduzione né conclusione, ma dieci capitoli  1, ciascuno corrispondente a una conferenza di un’ora. Abitualmente i ritiri spirituali comportano due conferenze al giorno: con questi dieci capitoli hai quindi tra le mani un aiuto per fare un ritiro della durata di cinque giorni, da organizzare, ovviamente, come vuoi. Perché questa lettura porti frutto ti consiglio di leggere un capitolo al mattino e di prenderti subito dopo un tempo di preghiera silenziosa; procedi allo stesso modo nel pomeriggio. Durante questi tempi di preghiera, mettiti alla presenza del Signore, guardalo e, aiutato dalle pagine che hai appena letto, lascia che Gesù ti insegni interiormente ciò che riguarda Lui, te stesso e la tua vita spirituale. Senza tensione, senza voler pianificare: sii come una pagina bianca sulla quale lasci che scriva Dio. Hai pienamente ragione a prenderti un tempo forte per la tua vita spirituale, questo può cambiare la vita! Ecco ciò che diceva Leonia al termine di uno dei suoi ritiri: «Eccomi uscita dal ritiro, tutta trasformata, tutta rinnovata, al dire di nostra madre [la superiora], non ne ho mai fatti di così luminosi e fruttuosi»  2. 1  Nell’edizione italiana è stata aggiunta l’undicesima meditazione fornita direttamente dall’autore (NdT). 2  Lettera di Leonia a Paolina, 9 novembre 1919.


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Caro lettore, certamente desideri sapere dove questo libro ti condurrà. Leonia è, tra le sorelle Martin, quella più segnata dalla vita e tuttavia è quella che ha meglio compreso la dottrina spirituale della piccola Teresa. Leonia, con tutti i suoi limiti, le sue povertà e le sue ferite, ha vissuto e praticato la via dell’abbandono a Dio così bene che, con il tempo, ne è stata tutta trasformata… «Leonia. La debolezza trasfigurata»! Tu sei certamente interessato a conoscere il segreto della sua vita. Allora, senza indugio, prendi la mano di questa umile visitandina e adottala come sorella maggiore, ha tante cose buone da confidarti. Dopo una breve biografia che ci permetterà di meglio intravedere lo spessore umano e la densità interiore di Leonia, ci immergeremo nei segreti della piccola via così come lei l’ha praticata. Ne faremo emergere le grandi nervature, ma anche le contraffazioni oltre che le sue esigenze e, soprattutto, la sua potenza di trasformazione. Un vero cammino di vita, di rinascita e di pace interiore.


I Breve storia di un’anima Chi non conosce Teresa di Lisieux? Perfino tra le persone che si dicono lontane dalla Chiesa fare questa domanda è quasi un affronto, tanto questa figura appartiene ormai al patrimonio comune. Se invece si chiede in generale: «Chi conosce Leonia Martin?» o peggio ancora: «Conoscete suor Francesca Teresa Martin?», una tale domanda con tutta probabilità provocherà questa risposta: «Spiacente, non ne so nulla». Nel mondo è facile farsi un nome, quando si è «figlio di», quando si proviene da una famiglia dal nome illustre o che ha tra i suoi membri uno che è stato reso celebre da un’opera che si impone all’ammirazione. Se queste condizioni di nascita rendono facilmente possibile farsi un nome, può invece essere molto difficile affermarsi personalmente: la fama di un membro illustre, infatti, può essere così forte, così irresistibile da eclissare il resto della famiglia. Leonia Martin (18631941), diventata suor Francesca Teresa, religiosa della Visitazione di Caen, si trova a essere un po’ in questa situazione. Non è cosa da poco essere la sorella di sangue di santa Teresa di Lisieux, «la più grande santa dei tempi moderni», secondo l’espressione di papa san Pio X, e che per di più, è Dottore della Chiesa, o detto in altre parole, Dottore in scienze mistiche, come è stata dichiarata da Giovanni Paolo II nel 1997! Non è facile l’esistenza per la «povera Leonia» – così era


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chiamata in famiglia  1 –, di fronte a questo «uragano di gloria» da cui santa Teresa è stata circondata dopo la sua morte, irradiamento che da allora fino a oggi non ha mai cessato di ampliarsi. Aggiungiamo anche che, all’interno del clan Martin, Leonia è la figura più in ombra. I suoi genitori sono diventati da poco i santi Luigi e Zelia Martin. Oltre alla piccola Teresa, le altre tre sorelle di Leonia – Paolina, Maria e Celina –, tutte e tre divenute carmelitane a Lisieux, per la loro vicinanza a santa Teresa hanno inevitabilmente gravitato nel suo alone di gloria. Leonia, religiosa a Caen, decentrata geograficamente, è rimasta in una certa oscurità. Per scoprire il suo vero volto bisogna dunque fare un passo in più, entrare nella penombra e oltrepassare l’ombra che la nasconde per avere accesso ai suoi tesori… ne ha, infatti, di tesori da darci, anzi è lei stessa un tesoro! Poiché la figura di Leonia è ancora poco conosciuta dal grande pubblico, prima di entrare nella sua esperienza interiore, ci è parso bene presentare qualche tratto della sua biografia. Non si aspetti il lettore una storia dettagliata della vita di Leonia. No, solo qualche tocco impressionista che permetta di misurare lo spessore umano e spirituale della sua personalità tanto accattivante. 1. Giovinezza Leonia è nata ad Alençon il 3 giugno 1863. Il papà era orologiaio-gioielliere e la mamma merlettaia apprezzata per il suo lavoro. La bambina arriva dopo due graziose sorelle. Molto presto la bimba Leonia è motivo di sconcerto e di inquietudine, soprattutto per la mamma. Colpisce il contrasto con le due sorelle maggiori, molto sveglie, belle e piene di vita. L’ultima nata sembra delicata e anche fragile. Certo, bionda con gli occhi azzurri, ma i suoi tratti e il suo aspetto sono meno graziosi di quelli delle sue sorelle. Inoltre, in casa Martin ci si interroga, la piccola infatti sembra collezionare malattie: rosolia, pertosse e un grave eczema. Come avrebbe potuto non preoccuparsi Zelia Martin che ha una grande attitudine materna? «La 1  Così la mamma, Zelia, parlava di Leonia nella propria corrispondenza, tanto questa bambina stonava in confronto alle sorelle ed era causa di molta preoccupazione (cfr. CF 31).


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piccola Leonia non cresce bene – confida a suo fratello Isidoro – pare che non voglia camminare. È poco sviluppata, senza tuttavia essere ammalata, è soltanto molto debole e molto piccola. Ha appena avuto la rosolia in forma grave e con fortissime convulsioni»  2. La famiglia nutre una fede non vaga, ma confida in Dio, nella sua potenza e nel suo intervento provvidente. Così, per rimediare alla debole salute dell’ultima nata, non si accontentano di fare appello al medico di famiglia, ma chiamano in soccorso il medico divino dei corpi e delle anime. Il signor Martin, da buon padre di famiglia, intraprende un pellegrinaggio a piedi a Notre-Dame de Sées per ottenere la guarigione di Leonia. Da parte sua la mamma chiede l’intercessione di sua sorella, suor Maria Dositea, religiosa della Visitazione di Le Mans. Questa non si limita a recitare qualche formula a fior di labbra, ma intercede ardentemente presso il Signore. Le sue preghiere insieme all’ini­ziativa del signor Martin devono aver toccato il Cuore di Dio, poiché si constata un improvviso miglioramento di Leonia; va molto meglio: «Leonia era in uno stato pietoso e questo dalla sua nascita; soffriva di continue palpitazioni di cuore e di una infiammazione all’intestino, presa alla nascita, insomma, per sedici mesi l’ho vista tra la vita e la morte. Mi ricordo che allora ho cercato, senza riuscirci, di metterla dritta sulle sue gambe […]. Una cosa è certa: dopo la novena fatta da mia sorella alla beata Margherita Maria, beatificata nel mese di settembre, [Leonia] non è più stata malata. […] Subito dopo la novena correva come un coniglietto. È di una agilità incredibile»  3. Qualche tempo dopo la famiglia si allarga, ma l’ultima nata, Maria Elena, muore a cinque anni. Altri bambini moriranno successivamente, ma la morte della sorellina fu una grandissima sofferenza per Leonia a cui sarebbe tanto piaciuto trovare una compagna nella sorella della sua stessa età. Da allora, per tutta la vita, ebbe a soffrire di essere come isolata tra le due sorelle maggiori e le ultime due. La disposizione delle camere ai Buissonnets, futura abitazione della famiglia a Lisieux, fa intuire qualcosa di questo disagio: la camera di Leonia è uno stretto corridoio incastrato tra 2  3

CF 8. CF 14.


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due stanze dove stavano, in una, Maria e Paolina, e nell’altra, Celina e Teresa. Questa disposizione lascia trasparire un isolamento che non è solo logistico, ma in qualche modo generazionale. Nonostante questo, un profondo amore regna tra le sorelle Martin. Ecco ciò che racconta Teresa a proposito del suo legame con Leonia, quando lei era bambina: «La mia cara piccola Leonia occupava un grande posto nel mio cuore. Mi amava molto, la sera era lei che badava a me quando tutta la famiglia andava a passeggiare… Mi sembra di udire ancora i dolci ritornelli che cantava per addormentarmi: in ogni cosa cercava il modo di farmi piacere, perciò mi sarebbe dispiaciuto molto contrariarla»  4. Se la famiglia Martin si rallegra dei netti miglioramenti della salute fisica di Leonia, in compenso, preoccupano lo scarso equilibrio del suo temperamento, il suo carattere indisciplinato e i limiti della sua intelligenza, tanto più se si fa un confronto con le sorelle: «È difficile riuscire a farla obbedire […]. Capisce le cose piuttosto lentamente, ma è sempre stata malata e spero che più tardi si svilupperà», si può trovare nelle lettere di Zelia Martin indirizzate alla cognata  5. Sconcertata, stanca e infine sfinita dalla condotta difficile di Leo­ nia, la mamma ricorre alla zia visitandina per tentare di addomesticare e piegare la sua natura ribelle. Purtroppo Leonia sarà rinviata per tre volte dal pensionato di Le Mans: «Ho qui Leonia, questa terribile bambina», confida suor Maria Dositea a suo fratello Isidoro Guérin  6. La zia religiosa esercita tuttavia un ascendente sulla giovane instabile: «Non teme nessuno tranne me», aggiunge nella lettera appena citata. Facendosi forte di questa influenza positiva, la nostra visitandina, alla scuola di san Francesco di Sales, fondatore, con santa Giovanna di Chantal, della Visitazione, mette in atto una pedagogia improntata all’amore e alla dolcezza: «Nostro Signore non vuole forzati al suo servizio […]. Dio ama con un cuore estremamente tenero coloro che si abbandonano a Lui, e una madre non ha verso il suo 4  S. Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, Lib. Ed. Vaticana – Ed. OCD, Roma 1997, Ms A, 6 r°, p. 85. 5  CF 57 e CF 49. 6  Cit. in Marie Baudouin-Croix, Léonie Martin, une vie difficile, Cerf, p. 36.


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bambino tanta tenerezza quanta ne ha il Signore verso l’anima che si abbandona a Lui»  7. La nostra buona religiosa comincia dunque così con Leonia: «Bisognerà ancora, più di una volta, combinare la dolcezza con la fermezza»  8. Tra fallimenti e nuovi tentativi si constata comunque che la piccola selvaggia si lascia addomesticare e poco per volta si stabilizza. La vita di fede di Leonia e il suo fervore di bambina influiscono in modo positivo sul suo cuore e sulla sua psicologia. Ha dodici anni, quando fa la Prima Comunione. Gesù la tocca nel più profondo; così confida: «Quel giorno non è stato il più bello della mia vita, [solo] perché la mia infanzia e la mia prima giovinezza sono trascorse nella sofferenza e nelle prove più cocenti»  9. Mentre la vita interiore fino ad allora non le ispirava per niente devozione, la sua anima a poco a poco sembra aprirsi e commuoversi davanti all’immenso amore di Cristo. La mamma confida alla cognata riguardo a Leonia: «Ma non è molto devota, prega il buon Dio solo quando non può fare diversamente. Questo pomeriggio l’ho fatta venire accanto a me per farle leggere alcune preghiere, ma ben presto ne ha avuto abbastanza e mi ha detto: “Mamma, raccontami la vita di nostro Signore Gesù Cristo”. Non me la sentivo di narrare: è una cosa che mi stanca molto perché ho sempre male alla gola. Infine mi sono fatta forza e le ho raccontato la vita di nostro Signore. Quando sono arrivata alla Passione, non poteva trattenere le lacrime. Mi ha fatto piacere vedere in lei questi sentimenti». Questo fervore va crescendo, tanto che Leonia si lascia sfuggire di avere il desiderio sincero di consacrarsi al Signore: «Io – dice Leonia alla mamma – voglio scrivere alla mia zia di Le Mans prima che muoia e affidarle le mie commissioni per il Cielo; voglio che domandi per me al buon Dio la vocazione religiosa»  10. È chiaro che non si manca di sorridere davanti a una tale aspirazione, in totale contraddizione con la sua condotta ribelle: «Maria ha fatto 7  Lettere di suor Maria Dositea al signor Guérin, 11 febbraio 1872 e 27 febbraio 1876. 8  Lettera di suor Maria Dositea al signor Guérin, 8 febbraio 1874. 9  Lettera di Leonia a Maria, 23 maggio 1937. 10  CF 184.


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come per prenderla in giro – aggiunge Zelia – per vedere che cosa avrebbe risposto, ma lei ha insistito e ha detto: “Anche se tutti mi prendono in giro, non mi importa, ma io voglio dirle questo prima che muoia”»  11. Desiderio di diventare religiosa, ma non solo: aspirazione a diventare santa. Niente meno di questo! A Maria, incuriosita dalla affermazione della sorella che esprime il suo desiderio di diventare una «vera religiosa», Leonia risponde a tono: «Significa che voglio essere una religiosa assolutamente buona e alla fine essere una santa»  12. Forte determinazione di Leonia: un tratto di temperamento che caratterizzerà la sua personalità per tutta la vita e che le permetterà certamente di superare numerosi ostacoli. Ci ritorneremo. Segnaliamo un episodio della giovinezza di Leonia che, diciamolo, avrebbe potuto essere catastrofico a causa della sua fragilità. Leonia stessa alla fine della vita confiderà a questo riguardo: «È un miracolo che in me non ne sia rimasto nulla, vivevo infatti in un terrore continuo»  13. All’epoca dell’infanzia di Leonia, a servizio della famiglia Martin c’era una domestica, Louise Marais. Quest’ultima aveva un carattere autoritario: soggiogava letteralmente Leonia ed esercitava proprio su questa bambina fragile una vera tirannia, minacciandola di dure correzioni. Nella sua perversità, riusciva a dissimulare agli occhi di tutta la famiglia questa crudeltà morale. Così Leonia ha vissuto nel terrore per un lungo periodo. Fortunatamente nel marzo 1877 la signora Martin, grazie alla figlia Maria, scopre le manovre perverse della domestica, la rimprovera a dovere, ma con carità. Il fatto che questa situazione venga scoperta ha del miracoloso e dice come Dio si serve di tutto per il nostro bene, perfino del male che ci è inflitto talvolta gratuitamente. Di fatto, quando poté infine sottrarsi a questo giogo, Leonia che prima più o meno evitava la madre, ritorna a sentimenti profondamente affettuosi a suo riguardo e anche il suo temperamento sembra essersi improvvisamente addolcito: «Sai che non riuscivo ad avere alcuna influenza su Leonia, lei mi evitava – scrive Zelia alla cognata –. Avevo tentato ogni mezzo: tutto Ibid. CF 185. 13  Lettera di Leonia alle due sorelle, 17 aprile 1941. 11  12


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inutile! Era soggiogata dalla domestica che, però, la rendeva infelice a mia insaputa. È Maria che ha scoperto tutto e mi ha confidato ogni cosa. Ho sofferto molto […]. Ma da sabato tutto è cambiato e in un modo così insperato che stento a crederci. […] Non vuole più lasciarmi. […] Posso fare di Leonia ciò che voglio: prima non riuscivo a convincerla a vestirsi per uscire, ieri e oggi si è messa elegante per venire con me e vuole seguirmi dappertutto»  14. 2. Vocazione Come noto, la signora Martin sarà sottratta molto presto ai suoi cari da un cancro: avvenimento che non poteva che sconvolgere questa famiglia tanto unita. Il signor Martin, ormai solo con le figlie, decide di trasferirsi vicino al cognato, Isidoro Guérin. La famiglia lascia dunque la casa di rue Saint Blaise ad Alençon per sistemarsi a Lisieux nel bel villino dei Buissonnets. In questa incantevole casa borghese, il clan Martin si riassesta unendosi attorno al papà teneramente amato. Il signor Martin ama le figlie: come un padre dal cuore di madre non fa nessuna differenza tra le cinque. Ed ecco che nel­l’ottobre 1882, per prima fra le cinque, Paolina, entra nel Carmelo di Lisieux. All’inizio del mese di ottobre 1886 il signor Martin si reca ad Alençon con le quattro figlie che ancora vivono con lui: Maria è andata sulla tomba della madre a congedarsi, infatti anche lei sta per entrare al Carmelo. Leonia, approfittando di questo soggiorno ad Alençon, si reca, senza dir niente, al monastero delle clarisse di questa città e chiede alla superiora di esservi accolta. Curiosamente, la superiora le apre subito le porte e perfino riveste questa aspirante di 23 anni con l’abito da religiosa. In famiglia non si riesce a capire questo passo improvviso e fatto di nascosto. D’altronde, santa Teresa, in seguito, ripensando al colpo di testa della sorella, scriverà: «Mai dimenticherò la bontà e l’imbarazzo del povero papà quando venne ad annunciarci che Leonia aveva già l’abito di clarissa… Come noi, trovava la cosa abbastanza strana, ma non voleva dire nulla»  15. Evidentemente, Leo­ 14  15

CF 193. S. Teresa di Gesù Bambino, op. cit., Ms A, 43 v°, p. 142.


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nia non è pronta per il grande salto nella vita religiosa: la sua fragile salute può sopportare con difficoltà la regola austera delle clarisse. In capo a due mesi la giovane aspirante deve uscire e fare ritorno ai Buissonnets. Primo fallimento di vita religiosa. Commento di Teresa: «La povera Leonia era graziosissima nel suo nuovo abito; ci disse di guardare bene i suoi occhi perché non li avremmo più rivisti (le clarisse si fanno vedere solo con gli occhi bassi), ma il buon Dio si accontentò di due mesi di sacrificio e Leonia tornò a mostrarci i suoi occhi azzurri così spesso bagnati di lacrime»  16. Leonia esce a pezzi da questo fallimento, depressa al punto che la sua salute ne subisce uno shock. La vita tuttavia riprende il suo corso. Al signor Martin piacciono i viaggi. Prima che l’Esposizione Marittima Internazionale, che si tiene a Le Havre, chiuda le porte, conta di andarci con le ultime tre figlie. La manifestazione è magnifica, tutti se ne riempiono gli occhi, ma il piccolo gruppo Martin non trascura mai la vita di pietà. Sbarcati a Honfleur, vanno a raccogliersi nella cappella di Notre Dame de Grâces. Mentre sono inginocchiate davanti alla statua della Santa Vergine, Teresa confida a Leonia il desiderio segreto di entrare al Carmelo. A sua volta Leonia condivide con lei la sua attrattiva costante per la consacrazione al Signore. Senza indugi, poco dopo questo giro turistico, Leonia fa un secondo tentativo di vita religiosa, ma questa volta dalle Visitandine di Caen, dove la regola è meno rigorosa. Le prime settimane in monastero sono incoraggianti e lei è felice. Ma rapidamente prende coscienza dei suoi grandi limiti, del combattimento che deve ingaggiare contro le sue cattive inclinazioni, soprattutto, quando si paragona alle sue sorelle. Da Caen scrive a Teresa: «Ho fatto molti sforzi, ma sento davvero che potrei fare ancora meglio per nostro Signore. Ah! Come vorrei gettarmi con coraggio in tutti i sacrifici. […] Poiché il nostro cuore è fatto solo per Dio, solo Lui lo può riempire in pienezza; il cuore è troppo grande per il mondo, che follia dunque, non è vero?, essere troppo attaccati alle creature! Tu lo sai, lo posso dire per esperienza, perché fino a ora non sono stata capace di possedere il mio povero cuore. A te, sorel16

Ibid.


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lina diletta, il buon Dio ha saputo rapire talmente il tuo cuore così puro che tu non hai conosciuto tutte le angosce che nascono dagli affetti sregolati»  17. La fragile, instabile Leonia riuscirà a rimanere nel suo nuovo monastero? Questo secondo tentativo si conclude ancora con un fallimento, solo sei mesi dopo la sua entrata. Ed eccola, profondamente delusa, riprendere la via per Lisieux. Qualche tempo dopo il suo secondo scacco, il 9 aprile 1888, entra a sua volta al Carmelo la sorella più piccola. Leonia, profondamente turbata dai suoi fallimenti di vita religiosa, avrebbe potuto essere tentata di fare confronti, di cedere alla gelosia di fronte alle sorelle alle quali va tutto bene, o peggio ancora cadere nella trappola di accusare Dio di tutte le sue disgrazie. No, niente di tutto questo: la sua rassegnazione e la sua mirabile umiltà la salvano. Nel frattempo sopravviene una prova estremamente dolorosa per tutta la famiglia. Già da qualche tempo la salute del signor Martin dava segni preoccupanti di debolezza. Un mese dopo la vestizione di Teresa, la sua «reginetta», egli ha una nuova crisi e sembra perdere la ragione. Non si trova altra soluzione che farlo ricoverare, il 12 febbraio 1889, al Bon Sauveur di Caen, «il ricovero dei pazzi», come si diceva allora. Per essere più vicine al padre, Leonia e Celina, le ultime due rimaste ai Buissonnets, trovano alloggio a Caen presso le suore di san Vincenzo de’ Paoli; possono così visitare quotidianamente il padre. Nella loro prima visita lo spettacolo del padre irriconoscibile le lascia senza parole: «Io e Leonia – scrive Celina alle sorelle carmelitane – siamo rimaste in silenzio per tutto il tempo, eravamo annientate, distrutte»  18. Dopo tre mesi di intensa presenza presso il padre a Caen, Leonia e Celina rientrano a Lisieux, ma per vivere ormai dai Guérin e non più da sole ai Buissonnets. La salute sempre precaria di Leonia è motivo di preoccupazione anche per il signor Guérin, farmacista. L’eczema ricorrente e particolarmente doloroso sarà ormai compagno di Leonia per tutto il resto della vita. Dopo tre anni al Bon Sauveur di Caen, il signor Martin, paralizzato alle gambe, è riportato a Lisieux e accolto 17  18

Lettera di Leonia a Teresa, 15 ottobre 1887 (frammento). Cit. in M. Baudouin-Croix, op. cit., p. 82.


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nella famiglia Guérin. Due giorni dopo il suo arrivo, non mancano di portarlo al Carmelo. L’emozione in parlatorio è grande: quando si appresta a lasciare le figlie religiose, si scioglie in lacrime indicando con il dito il cielo per mostrare il luogo del loro successivo incontro. Completamente dedita al servizio del padre, Leonia conserva tuttavia sempre presente nel cuore il richiamo del chiostro. Nel 1893 bussa per la seconda volta al monastero della Visitazione di Caen. Teresa non manca di incoraggiare la sorella nel suo passo audace, ma in famiglia restano perplessi, visti gli inutili tentativi precedenti. Dal Carmelo Teresa scrive a Celina: «La lettera di Leonia ci preoccupa molto. Ah, quanto sarà infelice se ritorna nel mondo! Ma ti confesso che spero che non sia altro che una tentazione. Bisogna pregare molto per lei. Il buon Dio può ben darle ciò che le manca»  19. Nel frattempo la salute del signor Martin si aggrava. Riceve l’Estrema Unzione e il giorno dopo, il 29 luglio 1894, si addormenta tranquillamente nel riposo eterno. Teresa scrive a Leonia per consolarla e fortificarla: «La morte di papà non mi fa l’effetto di una morte, ma di una vera vita. […] Lo sento intorno a me che mi guarda e mi protegge!... Cara sorellina, non siamo ancora più unite adesso che guardiamo il cielo per ritrovarvi un padre e una madre che ci hanno offerte a Gesù?»  20. Un anno dopo, il 14 settembre 1894, Celina, l’artista, l’intrepida, raggiunge le altre sorelle al Carmelo di Lisieux. Da parte sua, alla Visitazione di Caen, Leonia fa fatica. Adotta tuttavia i mezzi e la via che meglio corrispondono alla sua natura fragile. Non le piacciono le cose complicate, vuol far piacere al buon Dio, senza rompersi la testa. Con la sua povera natura si immerge senza fatica nella semplicità del messaggio che san Francesco di Sales amava ripetere: «Tutto è nell’amore, per mezzo dell’amore, per l’amore». Detto questo, il frutto non sembra ancora maturo, poiché Leonia conosce un terzo fallimento di vita religiosa... «Gesù cade per la terza volta», invita a meditare la nona stazione della via crucis. La sua salute sempre sul filo del rasoio, il rigore della regola della Visitazione di Caen a quell’epoca, soprattutto il suo «meccanismo» 19  20

S. Teresa di Gesù Bambino, op. cit., LT 165 a Celina, p. 483. Ibid., LT 170 a Leonia, p. 494.


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interiore che si guasta per un niente, il suo carattere facilmente instabile: tutto questo obbliga Leonia a lasciare la Visitazione. Ha appena compiuto trentadue anni: il desiderio della vita religiosa sembra doversi archiviare definitivamente. La sua determinazione di consegnarsi a Dio, però, non per questo è spezzata, ne esce anzi rafforzata. Ci piace particolarmente questa frase di Leonia: «Finirò con il consegnarmi a Dio»  21. Il ritorno nel mondo è doloroso, gli incontri con le sorelle nel parlatorio del Carmelo di Lisieux non possono che riaprire la ferita del fallimento. A questo si aggiungono periodi di depressione, una crisi di scrupoli, come ne ha conosciute sua sorella Teresa. Altrettanti tormenti che, destabilizzandola, la costringono a non guardare se stessa e ad abbandonarsi a Dio: «Sempre più, sorellina diletta – scrive a Celina – vedo la vanità di tutto ciò che accade, e questo mi fa bene e mi rende progressivamente più distaccata»  22. Da parte sua Teresa, giunta a un alto grado di abbandono, non esita a insegnarle la sua via dell’infanzia, di cui Leonia intuisce per sé i frutti meravigliosi, e la incoraggia a «prendere Gesù per il cuore»  23. Dopo la morte del signor Martin, tocca a Teresa, l’ultimogenita, conoscere problemi allarmanti di salute. Si spera in un miglioramento, ma la diagnosi dei medici non è affatto ottimista. Sentendo arrivare la morte, Teresa, forse senza rendersene conto, «si lascia andare» e profetizza a proposito dell’avvenire di Leonia: «Tu vuoi che in cielo io preghi per te il Sacro Cuore: sta sicura che non dimenticherò di fargli le tue commissioni e di richiedere tutto quello che ti sarà necessario per diventare una grande santa»  24. In occasione del processo apostolico per la causa di beatificazione di Teresa, nel 1915, Leonia verrà a conoscenza delle parole pronunciate dalla sorella il giorno della sua professione religiosa, l’8 settembre 1890: «Dio mio, per Leo­nia fate che sia vostra volontà che sia visitandina e se non ha la vocazione, vi domando di donargliela»  25. Lettera di Leonia a Celina, 28 agosto 1894. Lettera di Leonia a Celina, 9 luglio 1896 (frammento). 23  S. Teresa di Gesù Bambino, op. cit., LT 191 a Leonia, p. 528. 24  Ibid., LT 257 a Leonia, p. 596. 25  Cit. in M. Baudouin-Croix, op. cit., p. 128. 21  22


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Certamente la scomparsa di Teresa è causa di profondo dolore per le sorelle, ma la sua morte tanto edificante è fonte di immensa speranza. Leonia sembra vivere con Teresa defunta la stessa comunione che Teresa aveva vissuto con il papà dopo la morte di lui. Teresa diventa molto presente nei pensieri di Leonia. Le sembra che dal cielo la sorellina defunta si faccia molto vicina a lei, la aiuti, le insegni e le prodighi perfino delle attenzioni che solo i piccoli possono vedere e accogliere. Molto presto, dopo la morte di santa Teresa, alla fine di settembre 1898, appare Storia di un’anima, in cui la giovane carmelitana, con un linguaggio estremamente semplice, confida i suoi ricordi d’infanzia, ma anche e soprattutto rivela la sua anima, la sua dottrina spirituale, la scoperta della sua famosa piccola via dell’abbandono. Evidentemente Leonia si commuove all’evocazione dei ricordi d’infanzia raccontati dalla sorellina, ma soprattutto scopre il segreto interiore di Teresa che fa capire il suo rapido irradiamento umano e spirituale. Storia di un’anima diventa allora il suo libro preferito, non solo per ragioni affettive, ma soprattutto perché comprende che la via della fiducia e dell’abbandono di Teresa sarà la sua via. Come Gesù che prende risolutamente la strada per Gerusalemme (cfr. Lc 9,51), Leonia si impegna generosamente in questa piccola via di santità e di felicità. 3. Consacrazione È molto difficile distogliere un’anima da un desiderio spirituale, quando esso vi è profondamente radicato. Fu così per Leonia nel suo desiderio di appartenere al Signore nella vita religiosa. I piccoli non si lasciano paralizzare dal «che cosa si dirà», e questo permette loro ogni audacia. Per osare di fare senza complessi un quarto tentativo di vita religiosa ci voleva una come Leonia! Dopo la sua ultima uscita, il monastero della Visitazione di Caen ha conosciuto notevoli cambiamenti: sono stati fatti dei lavori che hanno reso la vita più agevole e meno austera; una nuova superiora, proveniente da un altro monastero, è venuta a portare un tocco più umano alla regola. La circolare con il necrologio di Leonia, nel 1941, fa capire che il terzo fallimento di Leonia non era stato del tutto colpa sua: «A quell’epoca – si legge – le nostre antiche madri


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richiedevano alle suore giovani l’osservanza integrale della regola e non usavano le mitigazioni ritenute ora indispensabili alla formazione dei soggetti. Così parecchie di loro, di salute delicata, dovettero confessare di essere incapaci di perseverare, e la nostra povera figlia fu di questo numero»  26. Quando Leonia entra di nuovo alla Visitazione, constata che il noviziato si è riempito grazie a questi cambiamenti. Il fervore che regna all’interno del monastero e la volontà di favorire un certo spirito di famiglia sono altrettanti fattori che contribuiscono al fiorire di Leonia. Qualsiasi superiora avrebbe legittimamente rifiutato una quarta domanda di vita consacrata, ma la superiora di allora vede più lontano, considerando le disposizioni d’animo di Leo­nia: «La conosco – dice – mi sono resa conto che è un’anima molto obbediente»  27. Con una volontà impressionante Leonia entra di nuovo nella vita religiosa. «Uscirò di qui, ma nella mia bara»  28: questa riflessione la dice lunga sulla sua scelta. Suor Jeanne-Marguerite Décarpentry, incaricata della direzione spirituale del noviziato, coniuga a meraviglia carità paziente ed energia virile verso la sensibile Leonia, smascherando in lei la minima traccia di amor proprio. A Leonia capita di versare ancora qualche lacrima, ma vede i benefici di una simile pedagogia. Confiderà alle sorelle: «Sono perfettamente felice, la forte e dolce direzione sotto la quale mi trovo non assomiglia per niente a quella delle altre»  29. Sentendosi capita e incoraggiata dalle sue superiore, la nostra cara novizia vuole imparare a perseverare, qualunque sia il fluttuare delle emozioni: «La mia vita religiosa è dunque iniziata; ieri sono entrata in noviziato con passo deciso, risoluta a camminare, costi quel che costi, sul retto cammino»  30. Atteggiamento risoluto, ma improntato a estrema umiltà: per i piccoli, in realtà, la piccola via consiste nella pratica delle piccole virtù nascoste, quelle Ibid., p. 113. Stéphane-Joseph Piat, Leonia Martin. Una santità sorprendente, Postulation Léonie Martin – Mimep-Docete – Edizioni OCD, Caen (France), Pessano con Bornago, Roma 2019, p. 102. 28  Lettera di Leonia alle tre sorelle, 2 febbraio 1899. 29  Ibid. 30  Ibid. 26  27


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virtù che incantano tanto il Cuore di Dio. A Leonia piaceva citare l’articolo XXII delle Costituzioni della Visitazione: «L’umiltà è il compendio di tutta la disciplina religiosa, il fondamento dell’edificio spirituale, il vero carattere e il segno infallibile dei figli di Gesù Cristo. Per questo le sorelle avranno un’attenzione particolare nella pratica di questa virtù, facendo ogni cosa con spirito di profonda, sincera e schietta umiltà»  31. Leonia, come altri, è sorpresa dal folgorante irradiamento spirituale che si sviluppa intorno a Teresa, dopo soli due anni dalla sua morte. La comunione spirituale di Leonia con la sorella defunta va intensificandosi: «Penso sempre a Teresa», scrive a madre Marie de Gonzague  32. Leonia vive questa comunione dei santi a un livello molto profondo. Non solo si rivolge a Teresa con la preghiera, ma le chiede di guidarla nei suoi diversi compiti. Confida a Celina: «Sai che sono infermiera da dieci giorni perché la nostra cara prima di ufficio è a riposo su una sedia a sdraio, ma spero non a lungo; faccio, infatti, affidamento sulla nostra Teresa per guarirla. Se vedessi come sono indaffarata, ti divertiresti molto; veramente a volte io stessa non mi riconosco. Ah! ecco il mio segreto: l’infermiera è la mia amata Teresa, io sono solo il suo modestissimo aiuto; tu capisci che insieme facciamo un buon lavoro, ma è a lei che va tutto il merito»  33. Solo l’audacia dei piccoli permette loro di agire così. Il 30 giugno 1899 Leonia fa la vestizione e riceve definitivamente il nome di suor Francesca Teresa, realizzando così una predizione della sorellina Teresa: «Prenderà il mio nome e quello di san Francesco di Sales». La nostra visitandina non riceve questo nome nuovo come si riceverebbe un semplice numero di matricola: vi vede il simbolo di una vita nuova: «Che la vostra piccola Leonia nel grande giorno del suo fidanzamento sia cambiata non solo di nome, ma in tutto ciò che può dispiacere a Colui che vuole amare unicamente»  34. S.-J. Piat, op. cit., p. 112. Lettera di Leonia a madre Marie de Gonzague, 13 aprile 1899. 33  Lettera di Leonia a Celina, 6 agosto 1912. 34  Lettera di Leonia alle tre sorelle, 22 giugno 1899. 31  32


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La comunione eucaristica è la grande consolazione e il nutrimento della sua vita spirituale. A quell’epoca non ci si comunica tutti i giorni – bisognerà attendere i decreti di papa Pio X a questo riguardo – ma Leonia può comunque fare la comunione cinque volte alla settimana. Tutto è semplice per i semplici; se la comunione eucaristica dona realmente Gesù, è normale che Leonia dica a se stessa che vi può attingere forza e costanza per attraversare le prove e i deserti: «Gesù ostia viene ogni mattina a prendere possesso del mio misero cuore. Possa Lui cambiarlo con il suo! Che grazia la comunione quotidiana!»   35. Poco a poco Leonia cambia, acquista stabilità, si unifica. Così, quando si avvicina la scadenza per la sua professione solenne, i voti delle sorelle sono favorevoli ad accoglierla definitivamente nella comunità di Caen. Il cambiamento di Leonia non è percepibile solo all’interno del monastero, ma anche da quelli e quelle che l’hanno accostata in precedenza. Così il dottore La Néele, imparentato con Leonia in quanto genero dei Guérin, condivide le sue impressioni dopo aver assistito ai voti solenni della professa: «Leonia era trasfigurata, era veramente bella, ci sembrava che lo Spirito Santo si fosse posato su di lei»  36. Il sermone della sua professione solenne concorda pienamente con questo giudizio. Il canonico Levasseur, un anno prima, aveva predicato per la sua vestizione basandosi su questa parola di san Paolo: «Per grazia di Dio sono quello che sono», ora, per l’impegno definitivo, questo stesso predicatore, certamente conoscendo l’itinerario non facile della religiosa, parte da quest’altra idea dell’apostolo dei pagani: «La grazia di Dio in me non è stata vana». Non mancò poi di incoraggiare la novella sposa del Signore in questi termini: «Mi sembra che anche tu, nella misura conosciuta solo da Dio, possa ripetere con il grande san Paolo: la grazia di Gesù ha prodotto in me qualche risultato. Qual è questo risultato? In san Paolo il risultato della grazia era la scienza di Gesù crocifisso. Non è ciò che anche tu desideri, ciò che vuoi con una volontà ferma e generosa?... Che Cristo sia la tua vita! Vivi di Lui, vivi grazie a Lui, vivi come 35  36

Lettera di Leonia alle tre sorelle, 1° gennaio 1907. S.-J. Piat, op. cit., p. 106.


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Lui!»  37. Quel 2 luglio 1900 Leonia sigilla il suo passo definitivo scrivendo di sua mano le parole seguenti: «Io, Francesca Teresa Martin, per grazia di Dio ho celebrato i miei voti per vivere e morire nella Congregazione di Nostra Signora della Visitazione». Compiuto il grande salto, Leonia si integra risolutamente nella vita di monastero, con giornate ben regolate: ci si alza alle cinque del mattino e ci si corica verso le ventuno e trenta; due pasti soltanto – uno alle dieci e uno alle diciotto –, nel corso di giornate particolarmente frammentate tra i lavori e i vari uffici. Questa frammentazione del tempo in parti molto ridotte aveva per scopo di spezzare le volontà proprie e di radicare nelle sorelle un certo distacco interiore nei confronti dei compiti assegnati. La vita di una religiosa della Visitazione è fatta di una successione di piccoli niente da abitare con il massimo dell’amore e della presenza a Dio. La lentezza proverbiale, i limiti di temperamento e di salute non permetteranno a Leonia di occupare responsabilità di primo piano nella comunità. Lucida a proprio riguardo, accetterà senza gelosie di non essere mai «prima incaricata in un ufficio». Amò particolarmente il posto di sacrestana per la vicinanza a Gesù Eucaristia grazie al servizio dell’altare. Le fu chiesto anche di lavorare in economato, all’infermeria, in refettorio, nell’ufficio della biancheria. Conoscendo perfettamente i propri limiti, accetterà di buon grado di ricevere solo ruoli secondari: «Non so far niente con le mie dieci dita»  38. Se Leonia, per certi aspetti, è estremamente limitata, non lo è nell’esercizio della carità. Leonia è naturalmente buona; non lascia che le sue pesantezze interiori la facciano ripiegare su se stessa, ma si volge risolutamente verso gli altri: «Sorella, chiedetemi ciò che volete, sono pronta a venirvi in aiuto» esclama rivolta a una delle sue sorelle  39. Se eccelle nei molteplici servizi da rendere, manifesta del resto un’attenzione tutta particolare verso le giovani religiose che faticano sulla strada della vita perfetta. La sofferenza causata dai suoi ripetuti fallimenti degli inizi la rende capace più di chiunque altra di Cit. in M. Baudouin-Croix, op. cit., p. 142. Lettera di Leonia a Maria, 22 maggio 1928. 39  Cit. in M. Baudouin-Croix, op. cit., p. 147. 37  38


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cogliere le tristezze interiori che assalgono le principianti. Durante un Ufficio della sera, Leonia si accorge delle lacrime negli occhi di una giovane postulante. Dopo l’Ufficio, si premura di precederla prima che entri nella sua cella e la abbraccia senza aggiungere nessuna parola, che senza dubbio sarebbe stata di troppo. La giovane compagna ne è profondamente commossa e particolarmente rincuorata  40. Attenzione delicata verso le più giovani, ma anche verso le più anziane. Al riguardo, una ex superiora comunica a Paolina: «Suor Francesca Teresa circonda la mia vecchiaia di molteplici e affettuose attenzioni, venendo a prendermi per portarmi con la sedia a rotelle in coro e alle assemblee di comunità, con una perfetta esattezza»  41. I passi in vista della beatificazione di Teresa, soprattutto il processo dell’ordinario che si deve svolgere al Carmelo di Lisieux, permisero a Leonia di ritrovarsi con le tre sorelle. Come si può immaginare, la loro gioia fu immensa; otto giorni di beatitudine in quel luogo benedetto, ciò che farà dire a Leonia: «Oh, sono troppo felice!». L’emozione fu ancora più grande quando ci fu la beatificazione di Teresa nel 1923 e subito dopo la sua canonizzazione nel 1925. 4. La fine Per tutta la sua vita Leonia ha manifestato la nostalgia del cielo: molte lettere ne fanno menzione. La vita sulla terra senza dubbio le pesa, ed è comprensibile, a causa delle sue pene interiori, delle sue angosce e delle sue stanchezze. Si strugge per il desiderio del cielo. Per lunghi anni non cesserà di ripetere a Dio: «Quanto è lungo il mio esilio! […] prendetemi perché sono affaticata, stanca di soffrire»  42. Ma il suo abbandono a Dio sarà decisivo fin nel suo modo di comprendere la morte e l’al di là: «È sempre più ardente il mio desiderio di andare a vedere e a possedere Dio, nostro bene supremo; si mescolano in questo, lo sento, molte cose ed è questo che mi fa soffrire tanto e mi rattrista, perché il buon Dio mi punisce con misericordia lasciandomi languire per purificarmi. Al di sopra di tutto amo la sua Ibid. Ibid. 42  Lettera di Leonia a Paolina, 7 ottobre 1932. 40  41


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santa volontà: Egli lo sa bene, perché è Lui che me la mette nel cuore: che martirio! Pregate molto per me, sorelline dilette, perché nella prova mi santifichi»  43. Leonia si incammina pian piano, ma inevitabilmente verso «quella età incerta che suole definirsi una certa età»! Con il peso degli anni la sua salute declina. Già dal 1936 è in preda a terribili dolori reumatici; le vertebre e le costole finiscono per saldarsi al punto che fa fatica a respirare. «Soffro di reumatismi nell’articolazione dei piedi e questo mi dà un’andatura da vecchietta tutta rattrappita»  44. Le ultime settimane furono certamente dolorose, ma furono anche l’occasione di perfezionare il suo totale abbandono a Dio: «Il Ladro divino è alle porte, e io gli dico: “Da questa parte! Da questa parte!”. […] sento una devastazione in tutto il mio essere; […]. Ho detto al mio Gesù di prepararmi Lui stesso alla sua venuta; io non voglio occuparmi di nulla, perché non farei che rovinare tutto»  45. Il lunedì 16 giugno 1941 la fine sembra imminente e le consorelle la circondano con la preghiera. Durante la notte Leonia fissa improvvisamente la sua superiora che amava tanto, madre Marie-Agnès Debon. Questa la benedice, la abbraccia e le fa baciare la croce dicendo: «Mio Dio, vi amo». Dopo qualche sospiro, la nostra beneamata Leonia si addormenta per l’eternità. 5. Irradiamento Per le sue esequie, oltre alla presenza di diversi vescovi e di numerosi sacerdoti, con sorpresa, una folla considerevole venne a dare l’ultimo addio alla sorella di santa Teresa. Ma è verso gli anni ’70 che comincia a manifestarsi un movimento di interesse nei confronti di Leonia: lettere sempre più abbondanti, pellegrini che vengono a raccogliersi sulla sua tomba, desiderio di conoscere la sua vita interiore. Ma che cos’è che in Leonia attira così? Una delle prime lettere ricevute, proveniente dagli Stati Uniti, lascia intravedere qualche elemento di risposta: «Mi sembra che [Leonia] sarà un’ispiratrice per i Lettera di Leonia a Paolina, 7 settembre 1931. Lettera di Leonia alle tre sorelle, 26 dicembre 1937. 45  S.-J. Piat, op. cit., pp. 191-192. 43  44


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giovani di oggi, che hanno difficoltà ad adattarsi al nostro mondo, e anche per i genitori che hanno problemi con i loro figli»  46. Noi ci rimettiamo a Dio e al discernimento della Chiesa per quanto riguarda «l’avvenire» di Leonia. Ma è molto possibile che in un futuro prossimo, quando si parlerà di Leonia, per individuarla non ci sentiremo più costretti a dire: «Leonia… la sorella di santa Teresa di Lisieux», tanto sarà riconosciuta per se stessa. «Se Teresa – precisa ancora l’opuscolo del monastero di Caen che presenta Leonia – è nella Chiesa una rosa risplendente i cui effluvi giungono ai confini del mondo, Leonia è l’umile violetta, nascosta nell’erba, il cui profumo discreto avvolge colui che si ferma, invade il suo cuore, lo fortifica e gli infonde pace»  47.

46  Visitazione di Caen, Découvrir Léonia Martin. La sorella di Teresa del Bambino Gesù alla Visitazione di Caen, E.C.E., Marseille 1994, p. 29. 47  Ibid., p. 31.


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eonia, divenuta suor Francesca Teresa alla Visitazione di Caen, è sorella di Teresa di Lisieux. Delle cinque sorelle Martin, è quella che ha avuto il percorso più difficile. Tuttavia, è lei che ha compreso meglio la dottrina spirituale della piccola Teresa. Con tutti i suoi limiti, insuccessi e ferite, Leonia visse e praticò così bene la via dell’abbandono a Dio, appresa alla scuola di san Francesco di Sales, che nel tempo ne fu trasformata. Le meditazioni qui proposte sono un vero cammino di vita, di rinascita e di pace interiore alla sequela di Leonia.

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Leonia Martin la DEBOLEZZA TRASFIGURATA

Joël GUIBERT

Joël Guibert (1959), è un sacerdote della diocesi di Nantes. Dopo aver svolto il ministero di parroco, attualmente è un predicatore di ritiri molto apprezzato in Francia.

JOËL GUIBERT

MEDITAZIONI

Postulation Léonie Martin | Mimep-Docete | Edizioni OCD


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