Medjugorie ieri e oggi

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MASSIMO ASTRUA ANGELO DE LORENZI

MEDJUGORJE

IERI e OGGI Francesco Rizzi Diego Manetti Vincenzo Sansonetti Massimo Rastrelli Eliseo Rusconi

Con il : di contributeoné Padre R n Laurenti

anteprima libro


Foto: di Luciano Cappello, padri Carmelitani, Archivio Mimep, Angelo De Lorenzi e Frigerio Luigi Foto sulle pagine: 220,231,300... Copyright © Domenic Marando (http://domenicmarando.blogspot.ca) L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare.

© by Mimep-Docete, 2017 ISBN 978–88–8424-420-8

Impaginazione, montaggio, stampa e legatoria: Casa Editrice Mimep–Docete via Papa Giovanni XXIII, 2 20060 Pessano con Bornago (MI) tel. 02–95741935; 02–95744647 www.mimep.it; www.mimepjunior.it info@mimep.it


1984 LUIGI FRIGERIO, MARIO BOTTA MASSIMO ASTRUA 2017 ANGELO DE LORENZI

MEDJUGORJE ieri e oggi



Introduzione Angelo De Lorenzi

Da tutto il mondo e da anni, un fiume di persone accorre a Medjugorje. La prima parte di questo libro è la riproposizione del testo apparso nel 1984, come prezioso contributo alla conoscenza dei fatti straordinari lì iniziati solo qualche anno prima. Tutto ebbe inizio nel giugno del 1981, in una località allora pressoché sconosciuta della ex Jugoslavia, quando una misteriosa figura femminile si presentò a un gruppo di ragazzi del posto. Leggendo oggi queste pagine, ci si impatta con la freschezza delle testimonianze, con lo stupore di persone sorprese da un Mistero che bussa al cuore degli uomini, senza imposizioni, nel rispetto della loro libertà. Vi si trovano le interviste fatte agli allora ragazzi, protagonisti degli avvenimenti di Medjugorje; si tratta di documenti preziosi che conservano ancora oggi la loro freschezza e vale perciò la pena andarli a leggere o a rileggere con la curiosità di chi si accosta per la prima volta a questi avvenimenti.

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A distanza di oltre trent’anni dalla pubblicazione del libro è nato il desiderio di riproporlo integrandolo con alcuni contributi in forma di intervista a persone legate in vario modo a Medjugorje, unendo così la preziosa testimonianza di alcuni protagonisti al tentativo di richiamare i tratti fondamentali dell’esperienza. Di pari passo s’intende offrire anche qualche aggiornamento di un evento peraltro non ancora concluso: le apparizioni sono infatti tuttora in corso. Molti pellegrini medjugorjani ripetono: “Medjugorje è cambiata”. Sì, è cambiata. È perciò pertinente rispondere al drammatico interrogativo dell’attuale parroco di San Giacomo: «Medjugorje – ha chiesto quest’anno ai suoi parrocchiani nel corso di un’omelia – va nella direzione che vuole la Madonna?». Padre Marinko Sakota nel porre questo interrogativo, ha ripreso il messaggio della Gospa del 25 febbraio 2016: «Vi siete persi e non sapete qual è la vostra direzione?». Padre Marinko ha ricordato i primi anni delle apparizioni: «Penso a quella gente silenziosa, alle tante coppie che da Medjugorie, Bijakovići, Miletine, Vionice, e Šurmanci e da tanti altri villaggi intorno… lasciavano il loro duro lavoro nei campi e, correndo, andavano a recitare il Rosario, andavano alla Santa Messa… non camminando, ma correndo… Eppure si preoccupavano per la loro famiglia e facevano crescere i loro figli! E, questo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Questo volevano e questo ci insegnavano:

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INTRODUZIOINE

questo insegnamento ci hanno lasciato in eredità. E noi? Siamo coscienti di avere un debito verso di loro? Siamo coscienti che sono loro il fondamento di Medjugorje? Non le nostre pensioni, i nostri alberghi, negozi, ristoranti, ecc. ma loro, con le mani segnate dalla fatica e aperte alla preghiera». Mentre dall’interno dell’ambiente di Medjugorje è richiesta sempre di più una purificazione, rimandando agli stessi insegnamenti della Madonna che ci arrivano attraverso i Suoi messaggi, si rincorrono le voci che vorrebbero la nomina da parte del Santo Padre di un amministratore apostolico a Medjugorje togliendo così la giurisdizione al vescovo di Mostar. L’intenzione della Chiesa sembra sia quella di prendersi cura direttamente di Medjugorje, non ancora ufficialmente riconosciuto al rango di Santuario, come ad esempio fu già per quello di Loreto e di San Giovanni Rotondo, a motivo dei grandi frutti che sta portando a livello universale. Probabilmente la Chiesa darà delle indicazioni per normare un fenomeno rilevante per la fede di tante persone; si parla, per esempio, di regolare il comportamento dei veggenti chiamati sempre più a una maggiore riservatezza che rappresenterebbe peraltro una prassi consolidata della Chiesa in casi come questi. Mentre per quanto riguarda il riconoscimento delle apparizioni, esso sembrerebbe non essere ancora all’ordine del giorno. Nel frattempo la Chiesa prende sotto

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le sue ali tutti quelli che, da ogni parte del mondo, rispondono alla chiamata. Chi vuole andare a Medjugorje, lo può fare. Pregare a Medjugorje non è un peccato, come disse una volta il cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo. Il documento ufficiale della Chiesa a cui riferirsi rimane ancora la Dichiarazione di Zara firmata dai vescovi jugoslavi il 10 aprile del 1991, di cui, infine, riportiamo uno stralcio: «Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vari luoghi e spinti da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell’attenzione e della cura pastorale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in armonia con l’insegnamento della Chiesa». Recentemente il Papa ha nominato un inviato speciale della Santa Sede mons. Henryk Hoser, arcivescovo di Warszawa-Praga per “acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà” legate alle presunte apparizioni mariane.

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La prima edizione La prima parte del presente volume riproduce integralmente immagini e testi della fortunata edizione del libro LE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE, edito nel 1984 dalla MIMEP DOCETE, e che ha venduto oltre 100.000 copie. La seconda parte raccoglie, 36 anni dopo, testi, interventi e immagini attuali.

La convergenza di tante voci in un’unica testimonianza ci pare il pregio principale del libro: non è infatti possibile che molte persone di indubbia onestà e di grande serietà professionale siano – indipendentemente l’una dall’altra – approdati alle stesse conclusioni senza che, al di fuori di esse, sussistano dei fatti oggettivi. Altro pregio del libro è il resoconto, ancora inedito, di molte interviste fatte ai ragazzi protagonisti degli avvenimenti di Medjugorje ed ai Vescovi locali, responsabili diretti della interpretazione dei fatti: di queste interviste – che gli Autori conservano registrate su nastro – abbia-

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mo preferito dare una traduzione fedele, conservando il linguaggio talvolta illetterato dei fanciulli e qualche ripetizione. Da ultimo il libro offre una precisa (anche se necessariamente sintetica) documentazione medico–psicologica sulla personalità dei ragazzi, alla quale hanno collaborato decine di medici specialisti. Gli Autori dichiarano che quanto riferito in questo libro deriva dalla loro diretta osservazione dei fatti ai quali intendono dare valore di semplice testimonianza personale. Essi – e con essi l’Editore – si sottomettono fin d’ora, in piena e filiale obbedienza, alle dichiarazioni future del Magistero della Chiesa sulla autenticità o meno di quanto accade a Medjugorje. Pessano, 21.11.1984 Festa della Presentazione di Maria SS. Don Angelo Albani Don Massimo Astrua

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LA PRIMA EDIZIONE

GLI AUTORI DR. MAURIZIO AMIGONI, medico del lavoro DR. SLAVKO BARBARIĆ, psicologo PADRE TOMMASO BECK, teologo DR. GIUSEPPE BIGI, immunologo DR. MARIO BOTTA, cardiochirurgo DR. MAURIZIO BRUNI, chirurgo DR. LUCIANO CAPPELLO, ortopedico DR. SIIVANO CELLA, biologo DR. TITO CIPOLLINI, chirurgo plastico DR. RENATO FARINA, giornalista PROF.SSA ANNA MARIA FRANCHINI, neurologo DR. LUIGI FRIGERIO, ostetrico – ginecologo DR. ENZO GABRICI, psichiatra DR.SSA MARIA LUISA GANDINl BOTTA, ostetrico-ginecologo DR.SSA PATRIZIA GREPPI, ostetrico – ginecologo DR.SSA MARIA FEDERICA MAGATTI, anestesista DR.SSA CRISTINA MAGGIONI, ostetrico – ginecologo DR.SSA MARZIA MONAJ, insegnante DON CARLO ROMAGNONI, insegnante PADRE LJUDEVIT RUPCIC, teologo SIG. ANTONIO SACCONE, ricercatore DR. LUDVIK STOPAR, medico DR. GIOVANNI TESTORI, scrittore DR. PIERO TETTAMANTI, internista Gli autori ringraziano vivamente la Sig.na Patrizia Ascari, il Sig. Ennio Braibanti, il Sig. Federico Brunetti, il Dr. Rolando Crippa, il Sig. Pietro Iacopini e il Sig. Pietro Mauri per la collaborazione fotografica. Sono altresì grati al Dr. Dario Maggioni, al Dr. Bruno Ognibene e alla Dr.ssa Ilde Villa per la collaborazione prestata.

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Presentazione don Carlo Romagnoni

Nel cuore dell’uomo si gioca il destino del mondo, per questo nel mondo è venuto il destino dell’uomo. Questa venuta definisce i lineamenti dell’uomo che perciò, rinato, costruisce il mondo permanendo sempre di più nell’alveo attraverso cui il destino del mondo entra nel mondo e lo salva: la Chiesa. Gli angoli della terra nella nostra epoca si sono moltiplicati. E gli angoli della terra sono covi di violenza (Sal 73). E mentre apparentemente da un giorno all’altro nulla muta nella situazione, in verità dentro la complessa trama di rapporti degli uomini col reale (natura e storia) si svolge la grande battaglia del rifiuto e dell’abbraccio. Rifiuto dell’accadimento che è Cristo inteso come ostacolo sulla strada del possesso universale mentre il potere si fa Dio e Cristo, scopo e metodo; oppure abbraccio, accoglienza – come grido e come imprevisto riconoscimento – “ecco Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt. 28, 20). La presenza materna della Vergine Maria rinnova ancora nel mondo l’evidenza del Destino, di nuovo rende evidente l’Invisibile, come sempre nella storia della Chiesa; riaccosta l’uomo al Mistero, fa risplendere la luce chiara come giorno.

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A. Solženicyn ci ricorda che l’attuale disastro di civiltà e la tristezza umana che l’accompagna dipendono dal fatto che gli uomini hanno dimenticato Dio. È sotto gli occhi di tutti – e il Papa costantemente parla con profezia di redenzione – che l’umanità è da lungo tempo sull’orlo di una irreparabile catastrofe mentre il Potere consuma senza pudore i suoi misfatti e gli uomini, piagati, ne respirano il beffardo cinismo. La Madre di Cristo e della Comunione, la Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, ricorda che la pace è dono divino, indispensabile condizione per la conversione del mondo. Come a Lourdes e a Fatima, anche oggi a Medjugorje Ella ricorda all’uomo l’evangelica conversione a Cristo, attraverso la potente arma della divina preghiera cattolica e del digiuno. La Pace, dono di Dio all’uomo, Maria figlia dell’Uomo, ce la offre, ce la chiede, la crea. La Chiesa, nella sua infallibile chiaroveggenza deciderà, quando sarà ora, ciò che è giusto a riguardo dei fatti di Medjugorje. Ora per noi questi fatti sono cari perché ci riavvicinano a Dio e l’anima dell’uomo – splendente per la Redenzione di Cristo – emerge con forza tra i rottami della civiltà dell’Ovest ateo e borghese e della sua speculare e contraria civiltà marxista dell’Est, ricca di forza per il pane del grande digiuno del Signore, perdonata dal sacramento, e riassume umile ed eretta il suo ruolo di centro del mondo. Qui si gioca il destino del mondo. Il Mistero trinitario, portato sulle mani di Maria, è din-

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PRESENTAZIONE

nanzi al mondo affinché più non sia distratta vittima della ferocia del Nemico. Lo stupore che Medjugorje ci genera è che “la vita, nella sua stessa realtà e verità, è il Padre che come una fonte versa sopra tutti noi i suoi doni celesti. È la sua bontà infinita che comunica anche a noi uomini i beni divini della vita eterna” (dalle “catechesi” di Cirillo di Gerusalemme, 18).

“Maria, tu sei la Madre di Cristo, la Madre della Comunione che Tuo Figlio ci offre come dono sempre nuovo e potente, che è gusto di vita nuova. Attraverso Te, perciò noi consacriamo tutto noi stessi, tutte le sofferenze che Tuo Figlio sceglie per noi e la nostra stessa vita affinché tu sia la Madre della vita, e Cristo conceda ad ogni uomo lo stesso gusto di vita nuova che ha concesso a noi. Amen.’’

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Un cronista a Medjugorje Dr. Renato Farina

Che ci fosse qualcosa, qualcosa di straordinario, lo compresi la prima volta che sentii parlare di Medjugorje. Ero ad un convegno internazionale di movimenti ecclesiali, a Roma, nel settembre del 1981. Un prete croato, tramite un comune amico, mi fa sapere che mi aspetta in un’ora insolita, in un salottino fuori mano. Come Nicodemo, di notte, mi si avvicina. Ma è Nicodemo stavolta a portare il buon annuncio. “La Croazia e tutte le regioni della Jugoslavia sono scosse da un avvenimento miracoloso. Alcuni ragazzi hanno avuto e continuano ad avere apparizioni della Velica Gospe, la Grande Signora”. “Mi creda – continuò – non voglio pubblicizzare una storia interessante, mi fido del suo giornale, “Il Sabato”, come di un organo serio d’informazione, interessato alla verità”. “Ebbene, da lì si muove qualcosa, un fervore nuovo. Ci sono conversioni; la polizia ha cercato di ostacolare con la forza e alcuni tra gli stessi poliziotti hanno cominciato a credere. La pratica del digiuno si è sparsa tra i duri minatori della Bosnia–Erzegovina.” Concluse: “A proposito, è lì che si trova il paesino. Si chiama Medjugorje”.

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Proprio non l’avevo mai sentito. Né, del resto, pur occupandomi di informazione religiosa non mi ero mai dato molto da fare per cercare ghiotte notizie di fenomeni che – a parte i grandi casi di Fatima e Lourdes – mi erano sempre sembrati un po’ da baraccone. Come i saltimbanchi dalle profezie catastrofiche e i miracolati che dopo un mesetto ripiombano nei loro affanni. Ma qui c’era qualcosa che mi stanava: quelle immensità di popolo, quegli occhi da intellettuale scettico e poi crollato davanti all’evidenza del Nicodemo croato. Dalle descrizioni di quel padre esalava leggero un profumo che mi pareva d’aver già sentito: quelle fiumane che si muovono a piedi, i carriaggi, le strade polverose, Maria… Emilia, la bambina Emilia (colei che sarà mia nonna) ai primi del Novecento si muoveva di notte con la sua famiglia nel mese di maggio. Insieme al carro dei Carcano (portava questo cognome) molti carri si muovevano dal paese brianzolo verso la Bergamasca. Verso Caravaggio. Là dove era apparsa la Vergine patrona della Lombardia e dove San Carlo Borromeo aveva fatto erigere il grande santuario nel mezzo delle campagne. E mentre la carovana di carri attraversava i paesi nottetempo, dalle finestre spalancate per il caldo usciva il lento russare dei vecchi, religioso anch’esso, tanto da accordarsi con il ritmo del rosario. La fede popolare del Nord Italia si nutriva di queste povere opere, da cui poi sgorgava carità. Il tutto nella memoria di una apparizione della Vergine. Quante confessioni a Caravaggio, quante riconciliazioni tra familiari, quante grazie discrete e meravigliose. Come a Medjugorje, mi pareva.

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Antonio Pitamitz, forse il maggior esperto di questioni jugoslave, uomo cui non sfugge un solo giornale della federazione di Belgrado, né alcun foglio della emigrazione croata, aggiunse notizia a notizia. Scrivemmo raccontando quel messaggio di pace, di conversione e di preghiera che subito trovava eco in un movimento popolare sempre più vasto. Ed ecco la cattiva nuova dell’arresto di fra Jozo Zovko, parroco di Medjugorje, e della sua condanna al carcere. Inizia una campagna senza precedenti. Ma non per il modesto fiato di chi suona la tromba, bensì per la risposta superiore ad ogni aspettativa: ventimila raccomandate inondano le scrivanie del presidente jugoslavo con la richiesta di giustizia e di libertà per Jozo. Il miracolo è possibile, scriveva la gente dall’Italia. Intanto il tempo passava. Medjugorje come va? Pensavo. Ma, vedremo, sentiremo, se son rose… Viene l’aprile del 1983… Il dottor Frigerio, mio amico d’antica data, s’è recato laggiù e porta con sé le fotografie dei ragazzi. Capisco che bisogna andare. Che tutto quel “profumo di Caravaggio” intuito nell’81 può diventare materia con la pedagogica prudenza che la delicatezza del caso esige. Io parto trepidante. Mi si dice: sii obiettivo, ammàntati di una discreta dose di scetticismo. Faccio anche di più: sarò – mi riprometto – soprattutto sincero, e proprio per questo cattivo. È una cosa troppo seria per tutti (e anche per me) un’apparizione di Maria perché qualcuno possa permettersi di ingannar la gente. Fosse pure, questo qualcuno, il Maligno in persona.

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Leggo e studio, mi preparo “scientificamente”. Assumo il mio modello: sarò come l’“avvocato del Signore” davanti a Bernardetta di Lourdes. È giugno quando mi sento pronto, e parto. Ho modo di parlare dapprima con il vescovo di Split, monsignor Frane Franić. Mi ospita alla sua tavola e nella sua casa, divide con me il suo tremore – che non è ancora certezza – circa un avvenimento che, comunque sia catalogabile, già converte i cuori. A Medjugorje la campagna è brulla e, nello stesso tempo, verdissima. Le grandi foglie del tabacco e della vite avviluppano le strade. La domenica è fresca, ma il vento spinge lontano le nuvole. Con l’auto debbo tracciare lenti ghirigori tra la gente. Li riconosco, sono loro: proprio quei ragazzi che un paio di sere prima, con i loro motorini e giacche di jeans oppure giubbe nere alla moda punk (sono un paio d’anni indietro in Jugoslavia con la moda… ) si facevano una compagnia un po’ triste sul lungomare di Split. Migliaia e migliaia. Con l’arcivescovo Franić passeggiavamo, e il canuto pastore dalmata avrebbe voluto sporgersi verso ciascuno di loro, parlargli di Cristo. Ma come, come? Libertà d’educazione non c’è in Jugoslavia. Ed eccoli, in tanti, andare verso Medjugorje; gruppetti di tre o quattro, ciondolanti, mangianastri, due panini, sigarette e qualche cosa che li spinge a vedere ragazzi come loro cui la Madre di Dio (sì, proprio lei; e perché dovrebbero dubitare di cinque dei loro che abitano a Medjugorje?) è apparsa. Davanti alla chiesa, che sembra tirata fuori di peso dal disegno sulla Pasqua di un bambino (i colori pastello, le

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rondini, il prato verde dinanzi, la vecchierella e il fanciullo), è un andirivieni di giovani. Dalle fotografie già viste mi pare di riconoscere, in un gruppetto che entra in chiesa e si inginocchia davanti al tabernacolo, i veggenti. Si trascinano pregando sul pavimento con le ginocchia a terra tenendo stretto il rosario. Invece no, non sono i veggenti. Me lo dice padre Tomislav Vlasić, il loro “direttore spirituale” impegnato dietro il banco della canonica poverissima a distribuire libricini e corone. Già con lui provo le mie domande “cattive”. Niente da fare: al di là delle sue risposte, tutte centrate sull’obbedienza dolorosa ma necessaria al suo vescovo e l’impossibilità morale di negare l’evidenza, colpiscono gli occhi. Da vicino la colorata difesa dell’iride, per legge immutabile, cede ad uno sguardo che voglia penetrarla. E appare la verità, la verità fluisce. È assai più di una convenzione letteraria quella che qui esprimo: è l’esperienza del cronista. E padre Tomislav era, sotto quel verde, disarmato, fiducioso, credente. Dice: “La situazione è difficile, dolorosa nei rapporti con il vescovo. Ma io sono contento. Alla fine Dio… “ L’appuntamento con i ragazzi è per il pomeriggio. Alle sei essi attraverseranno il prato che separa la canonica dalla chiesa parrocchiale. Alle cinque possiamo incontrare Marija, allora studentessa di diciassette anni alle medie statali, e Ivan, seminarista. Ci vediamo nella stanzetta di Tomislav. Il locale è in penombra. Faccio un po’ di domande banali. Marija, carina, dal profilo di cerbiatto, dice che dopo le apparizioni per lei “è cambiato tut-

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to, completamente”, ammette che verso di lei i compagni mostrano “curiosità e un po’ di invidia”. Ivan, brufolo selvaggio, stessa età di Marija, risponde sullo stesso tono. Ma ecco che decido di passare all’offensiva. Farò a Marija le domande fatte a Bernardetta dall’avvocato Madon e che, in seguito, le pose il seminarista Paul de Lajudie. In realtà quel giorno mi fermo alla prima, secondo me decisiva (lunedì 20 giugno porrò a Vicka le altre). Parto molto scettico. Chiedo: “Se il Papa o il vescovo ti chiedesse di rivelare i tuoi segreti, li riveleresti?” A questa domanda Bernardette Soubirous rispose di no, con grande scandalo degli interlocutori. Ognuno s’aspetterebbe da ragazzi tanto devoti un bel sì (tra l’altro: poter andare a Roma! Essere a tu per tu col Papa! Sì, io lo direi). Inoltre con puntiglio mi ero fatto tradurre un articolo apparso su un libretto intitolato “Cudesna Zbivanja u Medjugorju”. La firma è di Tomislav Vlasić, il loro “direttore spirituale” che secondo i sostenitori della teoria della manipolazione (tra essi il vescovo ordinario del luogo, monsignor Pavao Zanić) sarebbe il gran burattinaio. Scriveva: “Ci sono dieci segreti comunicati dalla Madonna ai ragazzi, i quali li riveleranno soltanto alle autorità ecclesiastiche”. Ebbene Bernardette la pensava diversamente e così Marija. Dice: “No, a nessuno. Li rivelerei solo se mi autorizza la Madonna”. Sul “Sabato” non l’ho scritto, ma qui lo dico: è in quel preciso momento che ho avuto la certezza che i ragazzi non mentivano. Mi sono commosso. Forse davvero Maria, quel giorno, a pochi passi da me sarebbe apparsa. Devo scrivere quel “forse” – maledetto mestiere di cronista – ma dentro di me l’ho tolto.

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Attraverso con Marija il prato con decine di frati che confessano tenendo la mano sulla testa dei penitenti. Entro seguendola nella cappella delle apparizioni insieme agli altri veggenti. Un localino azzurrino col soffitto bianco. Davanti ad un altarino, con la tovagliola bianca dagli orli fiorati, i ragazzi cadono insieme in ginocchio. I volti si animano come di una luce. Poi, dopo il “Padre nostro”, i veggenti si rialzano. Padre Tomislav dice: “C’era Lei, la Beata Vergine Maria”.

Medjugorje. La cittadina si trova nel sud della Bosnia/ Erzegovina, presso il confine con la Croazia meridionale, a pochi chilometri dalla costa dalmata.

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I luoghi

La piana di Medjugorje vista dal monte Krizevać con la bianca chiesa parrocchiale caratterizzata da due campanili. Sullo sfondo, le montagne che sovrastano Mostar.

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In piena campagna. La regione attorno a Medjugorje è attraversata dal fiume Nerella. Mostar è la sede vescovile e anche il principale centro culturale e amministrativo, retto da Mons. Pavao Zanić.

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La chiesa di Medjugorje. La costruzione venne iniziata nel 1892 e intitolata a San Giacomo, protettore dei pellegrini. Ăˆ affidata pastoralmente ai frati francescani della provincia dell’Erzegovina. Appartiene alla diocesi di Mostar.

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Le prime testimoni. Ivanka Ivanković (a sinistra) e Mirjana Dragićević, entrambe di Bijakovići della parrocchia di Medjugorje, furono le prime a vedere la Madonna il 24 giugno 1981, giorno della festa di S. Giovanni Battista. 48


I veggenti

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Jakov Colo. Il più giovane dei veggenti. Intelligente e vivace, frequenta con profitto la Scuola Media del villaggio. Marija Pavlović, sotto, nata il 1.4.1965 a Bijakovići.

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Ivan Dragićević Dopo aver frequentato il Seminario, Ivan è tornato presso la famiglia dove collabora con i genitori al lavoro dei campi. Vicka Ivanković Mijatović, sotto, è nata il 3.9.1964 a Bijakovići.

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MEDJUGORJE OGGI Interviste a otto testimoni di Angelo De Lorenzi


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Il cuore dei messaggi. I messaggi di Medjugorje invitano a “pregare con il cuore”. A vivere un’autentica fedeltà al Vangelo. Che cosa c’è di più evangelico dell’invito alla conversione? Gesù stesso cominciò la Sua missione con questo richiamo. 221


I dieci segreti Diego Manetti

Uno dei temi più affascinanti e misteriosi del fenomeno Medjugorje riguarda i segreti consegnati ai veggenti dalla Madonna. Ne parliamo con Diego Manetti, docente di Storia e Filosofia nella scuola superiore, curatore di pubblicazioni di saggi e collane a carattere religioso, nonché collaboratore di Radio Maria.

Che cosa sono i segreti? Non dobbiamo pensare a qualcosa di esoterico quando ci riferiamo ai segreti. Essi vanno collocati nel più ampio orizzonte della profezia biblica per essere correttamente intesi. Nella Bibbia il profeta anticipa il futuro e parla per conto di Dio. Quindi, in questo senso, i segreti appartengono alla realtà della Chiesa. Non a caso Mirijana avrà il compito di trasmettere i segreti a un sacerdote, il quale è tenuto all’obbedienza e quindi comunicherà ai propri superiori quanto starà accadendo. A chi sono stati affidati? Dieci ai tre veggenti cui la Madonna non appare più quotidianamente: Mirjana Dragicevic, Jakov Colo e Ivanka Ivankovic. I veggenti che ancora oggi hanno le apparizioni quotidiane (Vicka Ivankovic, Marija Pavlovic e Ivan Dragicevic) sono invece a conoscenza di nove segreti.

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I DIECI SEGRETI

Che cosa sappiamo oggi dei segreti? Ciò di cui siamo oggi a conoscenza lo dobbiamo principalmente a due fonti: una serie di messaggi dati dalla Madonna, soprattutto nel primo periodo delle apparizioni, e alcune dichiarazioni dei veggenti. I riferimenti espliciti ai segreti nei messaggi della Madonna a Medjugorje sono presenti soprattutto nel primo triennio delle apparizioni quando i messaggi erano pressoché quotidiani. Potremmo dividere i dieci segreti in tre sottogruppi, come ha indicato l’autorevole mariologo padre René Laurentin: i primi due segreti sono avvertimenti estremi dati al mondo come ultima possibilità di convertirsi; il terzo segreto sarà un segno visibile dato sulla collina delle apparizioni a Medjugorje per convertire coloro che non credono. Infine seguirà la rivelazione degli ultimi sette segreti. I veggenti hanno messo in evidenza che i primi due segreti riguardano Medjugorje. Contengono un’ammonizione e un avvertimento destinati ai fedeli della parrocchia di San Giacomo. Se questi due segreti si avvereranno ognuno saprà che i veggenti hanno detto la verità e dovremo ritenere autentiche le apparizioni. Perché i primi due segreti riguardano la parrocchia di San Giacomo a Medjugorje? Ciò è in linea con la prospettiva del piano della Madonna che, rivoltasi inizialmente alla parrocchia di San Giacomo, attraverso essa ha dato messaggi alla Chiesa e al mondo intero. Quindi questi ammonimenti riguarderanno tutti. Veniamo al terzo segreto. Si sa che sarà un segno… Oltre ai primi due avvertimenti, un rilievo particolare è

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dato dal segno, annunciato fin dai primi messaggi. Di esso si sa che sarà bellissimo, di chiara origine divina, permanente, tangibile. Ma non bisogna vivere passivamente il tempo che ci separa dalla sua manifestazione: “Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. È ora il tempo di convertirsi e fare penitenza!” (19 luglio 1981). Parliamo dei rimanenti sette segreti… Mirjana ha ammesso che hanno un carattere drammatico. Un giorno disse: “Non appena me ne ricordo, mi viene da piangere”. Ma bisogna intendersi. La stessa Mirjana ha detto che “la Madonna non minaccia mai castighi. Sono gli uomini che, allontanandosi dalla verità, compiendo il male, preparano gravissime catastrofi. I castighi di cui la Madonna parla non provengono da Dio, sono frutto della perversione morale degli uomini”. Aggiungo che il numero dei segreti, sette, rimanda alle sette coppe, ai sette flagelli dell’Apocalisse, al capitolo 16. Quindi, anche qui, i segreti sono compresi in un ambito biblico. Nel testo dell’Apocalisse Dio permette al male di giocare le sue carte e tentare gli uomini i quali sono chiamati a scegliere, liberamente, da che parte stare. Una volta Marija intervistata da Radio Maria ha detto che tra i sette castighi non si potevano escludere, accanto ai conflitti bellici, anche gli sconvolgimenti delle potenze naturali e i cataclismi. Abbiamo indizi sufficienti per affermare che i sette castighi si realizzeranno nel contesto di una dura persecuzione contro i cristiani e nel rischio di autodistruzione del mondo.

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I DIECI SEGRETI

Dobbiamo ritornare ai segreti di Fatima, nel solco di una continuità con Medjugorje. Occorre ricordare, in particolare, la seconda parte del segreto di Fatima per accorgersi che la minaccia della Seconda guerra mondiale era legata al fatto che l’umanità stesse rifiutando di tornare a Dio. Qual è l’atteggiamento che ci è chiesto di fronte alle prospettive annunciate dalle profezie? Ora, dinanzi alla prospettiva dei segreti, non si potrà rimanere impassibili. È come se la Madonna ci chiedesse di prendere posizione e quindi sarà più evidente la differenza fra i due “eserciti” composti da coloro che aderiranno al piano salvifico preparato da Maria oppure da chi lo rifiuterà. Occorre che ciascuno faccia la propria parte sapendo che i castighi si realizzeranno ma possono forse essere mitigati con la preghiera e il digiuno, come accaduto per il settimo segreto. Che rapporto intercorre fra Fatima e Medjugorje? C’è, in particolare, un messaggio che rappresenta uno snodo fondamentale per comprendere la natura dei segreti e dove capiamo che il legame con Fatima è molto stretto. Nel messaggio del 25 agosto 1991 la Madonna ci ha detto: “Vi invito alla rinuncia durante nove giorni, affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima”. È la Madonna stessa a dirci che la continuità da Fatima a Medjugorje non si esprime solo nelle apparizioni e nei messaggi, ma anche nei segreti. Quindi c’è un piano di Maria che va da Fatima a Medjugorje,

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una continuità che ha attraversato e attraversa la storia. Ritengo che i dieci segreti di Medjugorje vadano collocati nel contesto del segreto di Fatima che, nelle sue tre parti, indica: il rischio della perdizione eterna delle anime, il pericolo della guerra e del comunismo, la persecuzione alla Chiesa, il martirio dei cristiani, e anche i tentativi di autodistruzione e di attacchi che provengono dall’interno della comunità dei cristiani. Le profezie presenti nei segreti di Medjugorje sono paragonabili alla profezia contenuta nella terza parte del segreto di Fatima, che è dunque pienamente attuale. Non dimentichiamo l’omelia pronunciata da Benedetto XVI durante il viaggio apostolico in Portogallo del 2010, per il 10° anniversario della beatificazione di Giacinta e Francesco, che disse queste parole: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. È evidente che la terza parte del segreto di Fatima si possa interpretare come la presenza di una realtà di sofferenza e persecuzione nei confronti di molti cristiani, compresi i vescovi e il Papa, nonché la presenza di tradimenti e divisioni all’interno della stessa Chiesa. Pensiamo, per esempio, ai continui attacchi mediatici che sta subendo proprio papa Francesco! C’è un elemento che caratterizza, più di altri, i segreti di Medjugorje? Una caratteristica peculiare di Medjugorje è il fatto che i segreti verranno rivelati prima degli accadimenti ai quali faranno riferimento. Saremo posti nella condizione di credere oppure no. Un elemento che rende molto

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I DIECI SEGRETI

particolare il fenomeno Medjugorje sta nella modalità con cui verranno rivelati i segreti. In merito Mirjana ha detto: “Io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubicic. Devo dire che cosa succederà e dove, dieci giorni prima che accada. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima egli dovrà dirlo a tutti e non potrà scegliere se dire o non dire. Egli ha accettato che dirà tutto a tutti tre giorni prima, così si vedrà che è una cosa del Signore. Dobbiamo aver paura per il futuro? No, assolutamente. I segreti sono un’esortazione di Dio, attraverso la Madonna, a convertirci. I segreti sono delle profezie. Come nella Bibbia Dio parla attraverso un profeta, comunica agli uomini e, nello stesso tempo, svela il futuro. I segreti non potranno essere eliminati ma sicuramente mitigati attraverso la preghiera e la nostra disponibilità alla conversione. Che ruolo hanno oggi i veggenti destinatari dei segreti? Su indicazione del parroco di San Giacomo hanno ridotto fortemente le testimonianze e le apparizioni pubbliche. Credo che questa situazione stia portando sempre più a una purificazione dell’esperienza di Medjugorje. Ci si reca in pellegrinaggio a Medjugorje perché chiamati dalla Madonna a pregare, disponibili ad aprirci alla Grazia del Signore. Si tende, insomma, all’essenziale dell’esperienza e questo è sicuramente molto positivo.

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MEDJUGORJE IERI E OGGI

Che atteggiamento avrà la Chiesa nei confronti di Medjugorje nei prossimi mesi? Quando si arriverà a un pronunciamento ufficiale? Per il momento sembra prevalere il silenzio… Forse si dimentica che il lavoro della Commissione internazionale guidata dal cardinale Camillo Ruini è terminato da due anni e i suoi componenti hanno già espresso un giudizio. La decisione finale spetterà al Papa. Io credo che in occasione del Centenario delle apparizioni di Fatima, nel corso del 2017, la Chiesa potrebbe prendere delle decisioni in merito al fenomeno Medjugorje, visto anche lo stretto legame con le apparizioni mariane in Portogallo. Si possono fare solo delle ipotesi, per ora: la chiesa di San Giacomo potrebbe essere elevata a santuario e Mediugorje andare sotto la diretta giurisdizione del Vaticano. E la Chiesa potrebbe anche dare ai veggenti delle linee guida di comportamento. Ma sono solo ipotesi. Mentre è fortemente probabile la riconferma dei frutti di conversione maturati a Medjugorje in tutti questi anni.

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La statua del Risorto Opera dello scultore Andrej Ajdic posta dietro la chiesa di Medjugorje nel 1998.

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MEDJUGORJE IERI E OGGI

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I segreti. Le profezie presenti nei segreti di Medjugorje sono paragonabili alla profezia contenuta nella terza parte del segreto di Fatima,

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Indice generale

INTRODUZIONE, Angelo De Lorenzi

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MEDJUGORJE IERI

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9

LA PRIMA EDIZIONE . . . PRESENTAZIONE, don Carlo Romagnoni

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11 15

PERCHÉ FINO A MEDJUGORJE a) Il caso di Rosy . . b) Un cronista a Medjugorje .

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18 18 25

PRIMA PARTE Storia delle apparizioni . . 1. I luoghi . . . . 2. I fatti . . . . 3. I ragazzi . . . 4. L’esperienza di Jelena e Marijana

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. . . . .

38 38 44 71 74

SECONDA PARTE Cosa dicono i ragazzi 1. Jakov, Ivanka e Marija 2. Ivanka e Vicka . 3. Vicka e Ivan . 4. Jelena e Marijana .

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. 83 . 83 . 94 . 101 . 106

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INDICE GENERALE

TERZA PARTE I messaggi . . . . . 1. Pace. . . . . . 2. Conversione . . . . 3. Preghiera . . . 4. Digiuno . . . . 5. Vita sacramentale . . . . 6. Consacrazione ai Cuori di GesĂš e di Maria 7. Al Sommo Pontefice . . .

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123 123 124 124 128 129 129 129

QUARTA PARTE Cosa dice la scienza medica . . I. Aspetti medici . . . . 1. Indagini mediche durante l’apparizione 2. Indagine psicologica . . . 3. I tre sincronismi . . . . 4. Test di Holter . . . . 5. Valutazione neuro-psichiatrica . .

. . . . . . .

135 135 135 140 164 172 176

II. Guarigioni straordinarie . . 1. Criteri di valutazione . . 2. Una guarigione istantanea . 3. Tre casi di guarigione in Jugoslavia

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. . . .

192 192 195 201

QUINTA PARTE Il giudizio di H. U. Von Balthasar .

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. 205

APPENDICE . . . . Documenti ufficiali e confidenziali

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. 208 . 208

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MEDJUGORJE IERI E OGGI

MEDJUGORJE OGGI Interviste di otto testimoni

Medjugorje, luogo di conversione . di padre Francesco Rizzi

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I dieci segreti . di Diego Manetti

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. 238

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. 245

Il cuore dei messaggi . di padre Massimo Rastrelli

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. 256

I frutti e le opere di Eliseo Rusconi

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. 266

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. 273

I veggenti . . di Vincenzo Sansonetti

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Medjugorje e la Chiesa Abbé René Laurentin

Fillippine: gruppi di preghiera, opere di carità e una trasmissione radio . . . . 277 Virginia Villahermosa, Magnus MacFarlone-Barrow Anche in Africa la Regina della Pace opera conversioni . . . Gay Russel

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. 281


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