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KEVIN COSTNER

Non pretendo di avere risposte, ma la bellezza del mondo, per me, è sempre stata rappresentata dalle differenze. Il razzismo è un grosso problema in America. Spero che Black and White possa aiutarci a discutere questo tema che ha una così profonda rilevanza in tutto il mondo

IL FASCINO DISCRETO delle differenze

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Intervista a Kevin Costner

Èpassato quasi un quarto di secolo da quel Balla coi lupi che oltre a rivelare al mondo il talento, come regista, di Kevin Costner, ne impose l’immagine di distinto gentiluomo e di sex symbol planetario. Oggi che Costner sta per compiere sessant’anni, quell’immagine di eroe indimenticabile e fascinoso ha lasciato spazio ad un uomo certamente più maturo, ma non meno interessante e seducente. Come nel suo ultimo film presentato al Festival di Roma che arriverà nei cinema italiani nel 2015 ed intitolato semplicemente Black and White ovvero Nero e Bianco. Un’altra riflessione importante sul razzismo che Costner racconta così: «Il tema è molto delicato: non pretendo di aver risposte, ma la bellezza del mondo, per me, è sempre stata rappresentata dalle differenze. Il razzismo è un grosso problema in America». La trama esplora le tensioni provocate dalle differenze razziali, puntando l’obiettivo sulla dolorosa storia familiare dell’avvocato Elliot Anderson che, con la moglie, ha cresciuto la nipote di colore Eloise. Rimasto vedovo, dovrà lottare con Rowena, nonna della bambina, per ottenerne la custodia legale. «Non sono così intelligente da saper suggerire come si possa risolvere un problema così forte – aggiunge Costner –. Ho provato, però, a fare un film sincero ed autentico, non sulla schiavitù, ma su cosa sta succedendo oggi nel mio paese. Spero che il film possa aiutarci a far affiorare e discutere questo tema che ha una così profonda rilevanza non solo negli Stati Uniti, ma anche nel resto del mondo.» Un argomento che sta profondamente a cuore all’attore, grande amico di Whitney Houston con cui aveva lavorato nell’indimenticabile La guardia del corpo, da tenerne l’orazione funebre di fronte ad un pubblico attonito. Del resto anche Balla coi lupi, e la sua riflessione sul razzismo e sulla violenza contro gli Indiani d’America da parte dei coloni americani, fu ignorato da Hollywood che non volle rischiare quei sedici milioni di dollari divenuti oltre duecento in tutto il mondo. «Penso che non ci si possa tirare indietro dinanzi a certi film più piccoli che devono, però, riguardare tutti quanti noi – sottolinea l’attore lanciato nel 1987 da Brian De Palma e dal successo del suo capolavoro Gli Intoccabili –. A Hollywood si pensa solo agli adolescenti, mentre io credo che il cinema dovrebbe potere parlare sempre a tutti gli spettatori.» Sposato per due volte, padre di sei figli, vincitore di due Oscar e di una quarantina di premi in tutto il pianeta, Costner guarda alla sua vita con una buona dose di saggezza: «Ho avuto l’opportunità di fare molte cose, recitare, viaggiare, suonare. Tutte queste cose, possono tutte cambiare, interrompersi, ma una cosa che non termina mai è la responsabilità di essere padre. Questo è ciò che sono e mi sento di essere da un bel po’ a questa parte. Ed è una cosa che mi fa stare bene. Questo lavoro mi dà l’opportunità di stare molto a casa, di accompagnare i ragazzi a scuola, andarli a riprendere, seguirli nei compiti, mi tocca anche fare da paciere per evitare che facciano a botte, visto che sono in tanti.» Un pensiero va anche al padre: «Il mio papà era un grande artigiano. Riparava qualsiasi cosa, il frigorifero, l’auto. Io, non so perché, scrivevo invece poesie e racconti. E lui era così deluso e preoccupato per il mio futuro... Quando seppe che volevo fare l’attore andò in crisi, perché non sapeva come aiutarmi, e fu per lui motivo di grande dispiacere non poterlo fare. Ma alla fine non è servito. Ho trovato la mia strada da solo, e quando ero studente costruivo e montavo le intelaiature di legno delle case per 100 dollari al giorno. Lo so fare ancora.» Come è la vita di una grande Star a sessant’anni? «Ho avuto dall’esistenza molto di più di quello che mi sarei mai aspettato. Sono molto contento e felice, ma devo anche dire che conduco una vita molto normale e casa mia è un caos, come quelle di tutti coloro che hanno figli, cani e tante storie da volere raccontare ed esplorare.»

by Marco Spagnoli

Jillian Estell and Kevin Costner. Foto di scena del film Black and White/Stills of the film Black and White

Octavia Spencer and Kevin Costner. Foto di scena del film Black and White nelle sale italiane dal 2015/Stills of the film Black and White coming to Italian cinemas in 2015

The Discreet Charm of the differences. Interview with Kevin Costner

It’s been nearly a quarter of a century since Dances with Wolves, which in addition to revealing to the world Kevin Costner’s talent as a filmmaker, made him famous as a distinguished gentleman and a sex symbol all over the world. Now that Costner is about to turn sixty, the image of an unforgettable and charming hero has given way to a certainly more mature man, but no less interesting and alluring. Like in his last film presented at the Rome Film Festival coming to Italian cinemas in 2015 and simply entitled Black and White. Another important reflection on racism that Costner describes as follows: ‘The issue is very delicate: I don’t expect to get all the answers, but the beauty of the world, for me, has always been represented by differences. Racism is a big problem in America.’ The plot explores the tensions caused by racial differences, focusing on the painful family story of the lawyer Elliot Anderson who, together with his wife, raised their African American granddaughter Eloise. After having lost his wife, he will have to start a custody battle with Rowena, the girl’s grandmother, in order to obtain her legal custody. ‘I'm not smart enough to suggest how you can solve such a big problem – Costner adds –. I tried, however, to make a genuine and sincere movie, not about slavery, but about what is happening in my country today. I hope the film can help us discussing and making this issue, which has such a profound significance not only in the US but also in the rest of the world, emerge.’ An issue that is very important to the actor, a great friend of Whitney Houston with whom he had worked in the unforgettable The Bodyguard, so much to give a heartwarming eulogy to her funeral in front of a stunned audience. Moreover, even Dances with Wolves and its reflection on racism and violence against American Indians by the American colonists, was ignored by Hollywood that did not want to risk those sixteen million dollars become later over two hundred all around the world. ‘I don’t think we can back out in front of certain less important films which, however, are about all of us – said the actor who was started on his career in 1987 by Brian De Palma and by the success of his masterpiece The Untouchables –. Hollywood thinks only about teenagers, but I think the film should always be able to speak to all kinds of audience.’ Married twice, father of six children, winner of two Academy Awards and about forty awards around the world, Costner looks at his life with a healthy dose of wisdom: ‘I have had the opportunity to do many things, acting, travelling, playing. All these things can all change, stop, but one thing that never ends is the responsibility of being a father. This is what I am and I have been for a while now. And it is something that makes me feel good. This job gives me the opportunity to be home for a long time, to accompany my children to school, go and take them, helping them with their homework, I also have to act as a peacemaker to prevent them from stomping, because they are a lot.’ He also remembers his father: ‘My dad was a great craftsman. He fixed anything, the refrigerator, the car. I do not know why I used to write poems and short stories instead. And he was so disappointed and worried about my future... When he heard that I wanted to be an actor, he ran into trouble because he did not know how to help me, and he regretted that he wasn’t able to do it. But in the end it did not help. I found my way alone and when I was a student I built and mounted the houses’ timber frames for $100 per day. I can still do it.’ How is the life of a sixty-year big star? ‘I had a lot more from life than I would have expected. I am very pleased and happy, but I also have to say that I lead a very normal life and my house is a mess, as for all those who have children, dogs, and many stories to tell and to explore.’

A N T W E R P - M I L A N

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