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EDUARDO: HISTORY OF AN ITALIAN MITH

«Eduardo è un amalgama della Commedia dell’Arte di Arlecchino, Molière e Charlie Chaplin». Così scriveva il critico teatrale Rosette C. Lamont nel 1986 su The New York Times. Protagonista indiscusso del secolo breve, insieme ad altri mostri sacri come Totò e Pirandello (suoi cari amici e colleghi), «Eduardo è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare», come ha ricordato Toni Servillo durante l’inaugurazione della nuova Stagione del Teatro Stabile di Napoli apertasi con Le voci di dentro, in omaggio al maestro della scena del ’900 a 30 anni dalla scomparsa. Il patrimonio culturale collettivo si è appropriato delle battute contenute nelle sue opere. Due per tutte: «Gli esami non finiscono mai», l’ultima commedia scritta nel 1973, e «Adda passà ’a nuttata» tratta da Napoli Milionaria! del 1945, straordinario affresco di un paese soffocato dalle macerie della guerra. «Deve passare la nottata», era questo che la gente si ripeteva durante i bombardamenti. Quattro semplici parole, attualissime, in grado di rendere la perfetta sintensi di una filosofia improntata alla speranza che si è estrinsecata anche nelle lotte portate avanti dall’artista per lo sviluppo del Paese, a favore dei minori detenuti al Filangeri e a Nisida, o per la riedificazione del Teatro San Ferdinando. Biblioteca Nazionale di Napoli www.bnnonline.it Teatro Stabile Napoli www.teatrostabilenapoli.it

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Curiosità

«Teatro significa SEMPLICEMENTE vivere sul serio EDUARDO quello che gli altri, nella vita, recitano male» (Eduardo

De Filippo)

di Francesca Maisano Eduardo De Filippo with Totò

Torna in libreria uno dei libri più originali e intensi di Italo Moscati, Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole (Ed. Ediesse - euro 14,00) dove il critico, autore teatrale e giornalista delinea un ritratto inedito e originale del drammaturgo napoletano.

Eduardo De Filippo with Luigi Pirandello ‘Eduardo is a combination of the Commedia dell’Arte of Harlequin, Molière and Chaplin.’ That’s what the theatre critic Rosette C. Lamont wrote in 1986 on The New York Times. The undisputed protagonist of the twentieth century, along with other famous names such as Totò and Pirandello (his close friends and colleagues), ‘Eduardo is the most extraordinary and perhaps the last representative of a contemporary popular drama,’ as Toni Servillo recalled during the opening of the new season of Teatro Stabile of Naples that began with Le voci di dentro, in tribute to the master of the scene of the ’900, 30 years after his death. The collective cultural heritage has appropriated the jokes contained in his works. The two most common are: ‘Exams never end,’ the last play written in 1973, and ‘Adda passà ’a nuttata’ (the night must pass) from Naples Millionaire! of 1945, unique representation of a city choked by the ruins of war. ‘The night must pass,’ that was what people kept saying during the bombing. Four simple and very actual words, able to describe perfectly a philosophy of hope that expressed itself also in the struggles carried out by the artist in favour of the city’s development for the benefit of children held at the Filangieri, a juvenile detention centre, and at the Nisida prison, or for the reconstruction of the Teatro San Ferdinando.

Curiosity

One of the most original and intense books by Italo Moscati is back in the library, Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole (Ed. Ediesse - € 14,00) where the critic, playwright and journalist sets out a new and original portrait of the Neapolitan playwright.

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