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ROMAGNA
TRA BORGHI E ROCCHE, STORIA DI UNA TERRA GENEROSA
Tra i borghi della Romagna si respira nell’aria quel senso profondo dell’ospitalità radicato nella storia. La sapevano lunga gli aristocratici che già nel 1247 utilizzavano la colonna nella piazza principale di bertinoro su cui erano fissati 12 anelli da assegnare a turno alle famiglie nobili per avere l’opportunità di ospitare i forestieri che passavano in città il viandante che legava il cavallo a un anello veniva ospitato dalla famiglia corrispondente La “Colonna delle Anella”, famosa a tal punto da essere citata nel XiV canto del Purgatorio della divina Commedia dove dante incontra il giudice Guido del duca, fu fatta costruire proprio da quel notabile della città insieme al suo amico Arrigo Mainardi E dell’ospitalità di Bertinoro si giovò anche dante rifugiandosi da Scarpetta Ordelaffi, signore ghibellino di Forlì e Bertinoro
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La simbolica colonna si trova in Piazza della libertà dove si affacciano il possente Palazzo Ordelaffi e l’antica torre dell’orologio e dove, a memoria di quella encomiabile tradizione, ogni anno la prima domenica di settembre si celebra la Festa dell’Ospitalità, giunta alla 97a edizione dal 31 agosto al 3 settembre 2023, quattro giorni di iniziative per rinnovare la vocazione all’ospitalità dei bertinoresi, ma anche per gustare i tanti prodotti d'eccellenza di queste generose colline sulla dorsale dello Spungone Scendendo da Piazza della Libertà, si entra nel medievale borgo dei mainardi dove, all’angolo di via Fossato, si apre il palazzo della giudecca e di lì tutto il quartiere ebraico che risale alla fine del XiV secolo
Sulla facciata del palazzo sono visibili formelle in terracotta che riproducono i motivi della cornucopia e della lampada del Ner Tamid E vari rilievi di spungone, una pietra calcarea con inclusione di frammenti di conchiglie fossili, nostalgica testimonianza che qui, in un lontanissimo passato, arrivava il mare A Bertinoro, annoverato tra i Borghi Autentici d’italia, il pittoresco intrico di stradine acciottolate che s’inerpicano tra scorci dal sapore antico, mura e torri verso la cima del colle Cesubeo, evoca la tipica struttura urbanistica medievale che culmina nella maestosa struttura della rocca di bertinoro Un edificio anteriore al secolo X, dove soggiornò l’imperatore Federico Barbarossa nel 1177 con la sua cor te e le sue milizie, poi sede vescovile dal 1584. Oggi la Rocca, che mantiene ben conser- vato il suo aspetto medievale, ospita il Centro Residenziale Universitario dell’Alma Mater Studiorum di Bologna e il Museo interreligioso, istituito dalla diocesi di Forlì-Bertinoro il Museo consente un approfondimento degli aspetti comuni delle tre grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo, e islam.
Ma Bertinoro è nota anche come città del Vino Pare che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, di passaggio in questo borgo, assaggiato un vino ser vito in un ’umile coppa abbia detto: «Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro», da qui il nome della città. L’eccellenza di Bertinoro è sicuramente la sua tradizione vinicola da citare l’Albana, chiamato anche l’oro di Ber tinoro, un vino bianco dOCG prodotto da vitigni autoctoni romagnoli e ovviamente il Sangiovese, che qui produce il Romagna Sangiovese dOC Riser va Oltre a due vini molto particolari: il Pagadebit e il Cagnina di Romagna, vini locali sopravvissuti grazie alle capacità dei viticoltori Tipici di Bertinoro sono inoltre la Saba, uno sciroppo d’uva utilizzato per insaporire bevande e cibi e il Savor, una deliziosa marmellata, prodotta dopo la vendemmia. La cucina è ricca di primi piatti creati dalle mani delle sfogline, che lavorano la sfoglia ancora con il matterello, spesso preparata al momento, negli vari chioschi La cittadina è anche meta ideale per un soggiorno benessere grazie al vicino centro termale di Fratta terme
Romagna
mura medieVali, castrocaro
E a proposito di Terme, come non citare quelle di castrocaro, di origini etrusche e già famose al tempo dei Romani, oggi sviluppate come complesso polifunzionale all avanguardia, sfruttando le rinomate proprietà delle acque salsobromoiodiche e sulfuree i comuni abbinati Castrocaro Terme e Terra del Sole hanno ottenuto anni fa la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra assegnato dal Touring Club italiano. Un’onorificenza ben meritata se si considera la qualità della vita in questi borghi e la suggestione architettonica della struttura medievale, mossa da edifici rinascimentali e monumenti antichi. di grande pregio stilistico il Padiglione delle Feste di Castrocaro, un gioiello di Art decò progettato da diego Corsani e il grand Hotel delle terme del Piacentini, splendidi esempi di architettura Razionalista che hanno conser vato il fascino degli anni Venti e Trenta L' imponente Fortezza che domina Castrocaro è uno dei più antichi castelli italiani. Risalente alla fine del iX secolo È visitabile attraverso il Museo storico e archeologico della città, gli Arsenali Medicei e l'Enoteca dei vini pregiati locali, ed è spesso sede di feste medievali, concer ti e rievocazioni storiche terra del sole è la “città ideale” voluta da Cosimo i de' Medici, Granduca di Toscana, per presidiare il confine con lo Stato Pontificio Una città-for tezza con oltre 2 chilometri di un’imponente cinta muraria con i palazzi disposti in modo simmetrico Uno straordinario esempio del modello urbanistico rinascimentale che si impose in italia nel Cinquecento il quale si rifaceva ad un armonioso rispetto tra spazio e volume Sulla centrale Piazza d’armi si affacciano la chiesa di santa reparata e il Palazzo Pretorio quasi ad evidenziare la convivenza dei due poteri in un composto vivere civile
All'interno del Palazzo Pretorio, il Museo dell’Uomo e dell’Ambiente ripercorre l'origine e lo sviluppo della cittadella
Al Museo Archeologico di Forlimpopoli, invece, i reper ti parlano della città antica e testimoniano la tradizionale vocazione agricola della città Le numerose anfore romane dal fondo piatto, prodotte esclusivamente dalle fornaci di Forlimpopoli, per esempio, erano destinate al trasporto del vino e dell’olio il Museo è ospitato all’interno della rocca di Forlimpopoli appartenuta alla famiglia degli Ordelaffi, signori di Forlì tra il Xiii e il XVi secolo, che è anche sede degli uffici comunali e del piccolo teatro giuseppe Verdi, ottocentesco, passato alla storia per la drammatica incursione della banda del brigante Stefano Pelloni, il Passatore, nel 1851 L’evento criminale colpì anche la famiglia di un illustre cittadino di Forlimpopoli che qui ebbe i natali nel 1820, Pellegrino Artusi, scrittore e gastronomo, padre riconosciuto della cucina italiana
Probabilmente di origine romana, invece, un altro significativo borgo della Romagna, Predappio, sviluppatosi in seguito attorno al castello medievale inevitabile l’accostamento della cittadina con Benito Mussolini che qui ebbe i natali e che si impegnò, tra gli anni Venti e Quaranta, per valorizzare Predappio grazie alla creatività di famosi architetti dell’epoca facendone un vero e proprio museo urbano, originale testimonianza degli stili architettonici del Razionalismo Certamente rappresentativa di questo sviluppo urbanistico è l’ex casa del Fascio e dell’ospitalità, costruita tra il ’34 e il ’37 su progetto dell’Architetto Arnaldo Fuzzi, edificio possente e vistoso per il contrasto dei colori rosso e bianco E Palazzo Varano, per circa vent’anni dimora di Mussolini, attuale sede del Municipio Situato in posizione dominante rispetto al paese, il Palazzo fu ricostruito tra il '26 e il '27 su progetto del Genio Civile di Forlì e in seguito totalmente trasformato dall'architetto Florestano di Fausto, che ne modificò l'aspetto da massiccio fortilizio a quello più elegante di villa comunale. imponente la scalinata di accesso e la torre dell'orologio, che caratterizza l'edificio
L’EREDITÀ DI PELLEGRINO ARTUSI
Il famoso gastronomo ha lasciato in eredità alla cittadina l’impronta della sua scienza attraverso il primo Centro di Cultura Ga s t ro no m i c a i n I t a l i a d e d i c ato a l l a c u c i n a d o mes t i c a , C a s a Artusi, in cui si svolgono corsi di cucina seguendo i suoi dett a m i e ce ne d e g u s t a z i o ne a l l ’ i n te r no d e l l ’ex co nve n to d e l l a Chiesa dei Ser vi dove si trova anche la biblioteca, il tempio del sapere artusiano che conser va circa 45.000 volumi. La chiesa, d i i m p i a n to r i n a s c i me n t a l e, mo s t ra o pe re d i g ra nd e va l o re, come la pala d’altare con L’Annunciazione di Marco Palmezzano ( 1 5 3 3 ) . L’ i l l u st re g a st ro no mo v i e ne r i co rd ato o g n i a n no ne l l a Festa Artusiana di fine giugno