Selezione dei Lavori a Progetto A.F. 2016/17
Edizione 2018
“Dimmi e io dimentico; mostrami e io ricordo; coinvolgimi e io imparo”. BENJAMIN FRANKLIN
“In theory there is no difference between theory and practice. In practice there is” “In teoria non c’è differenza tra teoria e pratica. In pratica c’è” YOGI BERRA, campione, allenatore di baseball e aforista
SOMMARIO Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Total look . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Bread and roses . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 La favola del bruco ero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Plastici fotovoltaici con led . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 La via delle spezie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Un orto in testa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Packaging mitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Sfilata a tema “Riciclaggio” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Q2: il bello dove non c’è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Cena con Delitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Snack and co. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Orto didattico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Non è poi così male . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 Differenziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 Cassetta per gli attrezzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 Ristorante didattico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 Safety first . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
Chi l’ha detto che a scuola non ci si diverte? Gli allievi e le allieve dell’Enaip, insieme a formatori e formatrici, tutor e operatori ci presentano un modo di imparare facendo… Divertendosi! È il metodo sperimentato attraverso i nostri Lavori a Progetto (LaP) e qui presentato. Per LaP intendiamo una esercitazione articolata e interdisciplinare rivolta agli allievi che, sulla base di un obiettivo comune, raccoglie i contributi di più insegnamenti e accompagna e guida gli allievi verso la realizzazione di un prodotto sia esso un oggetto, evento, video, mostra o servizio. Il lavoro a progetto presuppone progettazione e gestione congiunta da parte di più formatori; inoltre, attraverso il coinvolgimento diretto legato a metodologie basate sull’imparare facendo permette agli allievi di apprendere attraverso l’esperienza e di sviluppare conoscenze, competenze e abilità individuali rispettando al contempo dinamiche e obiettivi di gruppo. Il LaP rappresenta per allievi e allieve lo strumento attraverso il quale mostrare e dimostrare ciò che si sa fare, ciò che si è imparato applicando conoscenze, competenze e abilità raggiunte sino a quel momento come parziale traguardo di un più ampio percorso di sviluppo personale, professionale e sociale. Rappresenta, invece, per formatori e operatori la capacità di lavorare con spirito cooperativo e interdisciplinare, integrando competenze tecnico-professionali, di base e trasversali. Il lavoro a progetto permette inoltre lo sviluppo di ambienti di apprendimento basati sull’utilizzo
di metodologie didattiche attive e laboratoriali, capaci di motivare gli allievi e maggiormente in linea con gli stili di apprendimento dei ragazzi nell’ambito della Pedagogia Cooperativa. Ed è proprio al fine di valorizzare ciò che è stato fatto da operatori e allievi che abbiamo deciso di mettere in evidenza alcuni dei lavori realizzati nell’anno formativo 2016/2017. Questo elaborato intende raccontare, attraverso le voci di allievi e operatori, 17 Lap e un anno di Enaip. Un anno di conoscenze e competenze sviluppate, un anno di abilità messe al lavoro; un anno di didattica interdisciplinare e cooperativa, di impegno ma anche di divertimento. Questo, e non solo il nostro modello educativo, la nostra Pedagogia Cooperativa che quest’anno ha visto coinvolti 1740 allievi dell’Obbligo di Istruzione in 115 corsi del settore elettrico, meccanico, termoidraulico, benessere, estetica e acconciatura, promozione e accoglienza, grafico, vendita, turismo e ristorazione preparati da oltre 250 formatori e un team di operatori (direttori, tutor, personale amministrativo, progettisti, consulenti) al servizio dei nostri centri formativi. Questa raccolta è un documento importante che offre a ragazzi e operatori una modalità concreta, sviluppa e integra la quotidianità del lavoro nelle nostre classi, mette in luce parte del lavoro e degli sforzi di operatori e operatrici impegnati nella realizzazione di una didattica cooperativa e basata sull’esperienza, volta a promuovere lo di sviluppo di soggetti competenti sia in ambito professionale che personale e sociale.
INTRODUZIONE
Questo elaborato vuole dare voce a quelle fatiche, vuole potenziare lo scambio di iniziative, idee, progetti e buone prassi riproducibili e trasferibili. Vuole confermare condivisione, adesione e partecipazione alla nostra Pedagogia Cooperativa; raccontarne complessità e ricchezza.
CRITERI DI SELEZIONE
Il presente elaborato, ha l’obiettivo di presentare agli addetti ai lavori (direttori, formatori, operatori) e agli allievi e alle loro famiglie alcuni tra i più significativi Lavori a progetto prodotti nei centri nell’ambito dell’applicazione della Pedagogia Cooperativa nell’anno 2016/17. Nella selezione dei 17 elaborati, si è tenuto conto dei seguenti criteri: • Sono stati selezionati LaP di tutti settori professionali in cui EnAIP agisce. • Sono stati selezionati LaP attinenti allo sviluppo di competenze trasversali, ma privilegiando le competenze professionalizzanti. • Sono stati selezionati i LaP supportati da una documentazione (descrizione del compito, allegati, foto, video, e schede previste dai modelli del manuale della Pedagogia Cooperativa) il più possibile completa.
In questa prima parte per ogni LaP descritto, si trova una breve presentazione del corso, del settore e del csf che ha realizzato il lavoro a progetto; segue una breve descrizione che richiama motivazioni, spirito, obiettivi e fasi di realizzazione. Vengono inoltre sottolineati gli aspetti relativi alla interdisciplinarità e il racconto dell’esperienza a cura di allievi e allieve e formatori e formatrici che li hanno ideati e realizzati. La seconda parte della raccolta, LaP-Top 2, è un ipertesto che raccoglie tutti i materiali in formato elettronico, relativi ai lavori a progetto, utili alla comprensione ed alla riproduzione degli stessi.
Isabella Del Vecchio
Responsabile del Gruppo di lavoro sulla Pedagogia Cooperativa di EnAIP Piemonte
CONSULTAZIONE DI LAP-TOP
Il documento è composto da due parti. La prima, LaP-Top-1, sintetica e descrittiva, della quale queste righe rappresentano l’introduzione, presenta in modo discorsivo i 17 lavori a progetto selezionati, e fornisce indicazioni utili alla consultazione della seconda.
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TOTAL LOOK
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CORSO:
Operatore del benessere acconciatura: 2^
ANNO FORMATIVO: 2016/17
CSF ENAIP: Torino
L’attività consiste nel lavorare a gruppi, con la guida e supervisione di più docenti delle varie aree, con prevalenza di quella professionale. I ragazzi sono chiamati ad esercitarsi sulla creazione di acconciature a tema anni 60-70 per poi affrontare il concorso finale del 22 Maggio 2017 presso L’agenzia Formativa “Salotto e Fiorito”. Al termine del Lap, ciascun allievo dovrà compilare una scheda di autovalutazione relativa al lavoro svolto, la quale prenderà in considerazione i seguenti aspetti: applicazione, relazione e collaborazione, rispetto dei tempi assegnati, autonomia e fronteggiamento delle situazioni e realizzazione del Lavoro a progetto.
FASI
1° Fase - fase di avvio del progetto all’interno della quale viene organizzato il lavoro. Il docente indica le modalità di lavoro, i materiali e le tec-
Le nostre allieve al lavoro nologie da utilizzare. Ruolo del docente è anche quello di sostenere il lavoro degli alunni e di fornire chiarimenti nel caso in cui ne sorga la necessità. Durante questa fase i ragazzi si preparano in termini teorici e pratici per affrontare al meglio il Concorso del 22 Maggio 2017.
Alcuni alunni si dedicheranno alla parte multimediale per quanto riguarda la produzione di fotografie e video. 3° Fase – fase conclusiva del progetto prevede un’elaborazione finale del progetto e la creazione di alcuni tutorial sulle acconciature proposte. Il tutto a cura dei ragazzi.
2° Fase - fase dell’esecuzione consiste nella partecipazione vera e propria al Concorso del 22 Maggio 2017 presso l’Agenzia Formativa “ II.RR. Salotto e Fiorito”. La gara prevede cinque sfilate, di cui una riguardante le acconciature a tema degli anni 60, durante la quale i ragazzi sono chiamati ad acconciare due modelle.
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INTERDISCIPLINARITÀ
• Acconciatura: stili di taglio delle acconciature; • Comunicare in lingua italiana: lettura e comprensione di testi di brani musicali e docu-film; • Storia: Inquadramento storico del periodo di riferimento.
METODOLOGIA
Docenza frontale, lettura e comprensione di testi di brani musicali degli anni di riferimento (in particolare testi di Beatles e di Bob Dylan); proiezione di film ambientati negli anni di riferimento ( “We Want Sex”, “La vita è facile ad occhi chiusi”, “Yves Saint Laurent”, “I diari della motocicletta”. Disamina dei
La premiazione delle vincitrici film con collegamenti alla realtà politica e culturale di allora e osservazione dei costumi; proiezione e analisi del documentario storico “Gli anni della contestazione giovanile”, analisi di icone dell’epoca e osservazione degli stili di acconciatura, make up e abbigliamento (Mina e Patty Pravo); verifica orale e test (domande a risposte chiuse e aperte). 4
IL RACCONTO DEI DOCENTI
La classe ha compiuto un percorso teorico sulle acconciature di quel periodo arrivando a concretizzare quanto visto in aula per preparare la sfilata che avrebbe avuto luogo durante il concorso. Il 22 maggio la classe si è recata presso la sede di Salotto e Fiorito, a Pianezza, dove ha avuto luogo la manifestazione che ha visto impegnati 6 enti di formazione professionale che preparano i futuri acconciatori e acconciatrici. Durante la manifestazione si sono svolte cinque sfilate a tema (magiche etnie, le 4 stagioni, anni ‘60, cinema e futuro) che hanno inframmezzato quattro sessioni di gara di stili di taglio e acconciatura. La classe ha preparato ogni sfilata dalla fase di scelta delle modelle, alla cura dei vestiti e degli accessori, al trucco. Il giorno del concorso le modelle sono state preparate interamente una volta arrivati presso la sede di Salotto e Fiorito. Questa esperienza ha sicuramente aiutato la classe ad approcciarsi a lavorare sotto pressione, soprattutto nell’ottica di un futuro in questa professione, ma ha anche evidenziato i punti di forza e di debolezza dei singoli componenti della classe, che hanno dovuto fare i conti con il tempo a disposizione, ma anche con il talento di altri ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione. La classe ha reagito bene al progetto, durante il quale ha visto diventare realtà qualcosa di teorico, dal loro punto di vista “distante” dal loro stile. Da sottolineare inoltre il fatto che la classe abbia scelto come modelle componenti della classe 1a acconciatura, che ha partecipato anche come pubblico
alla manifestazione. Questo ha consolidato i rapporti tra classi diverse, dando loro l’opportunità di partecipare insieme ad un evento esterno che li ha coinvolti principalmente nella loro materia tecnica.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Abbiamo approfondito gli anni 60-70, con particolare attenzione alle acconciature e durante le sfilate del concorso ne abbiamo proposta una proprio con tema “Anni 60”. Abbiamo imparato a collaborare e a mettere in campo le competenze acquisite in aula e in laboratorio con i diversi docenti. Abbiamo capito l’importanza di metterci tutto l’impegno possibile per ottenere il risultato sperato, e se non arriva la vittoria c’è sempre la consapevolezza che sarà solo l’inizio di un percorso importante della propria vita. L’esperienza della sfilata è servita ad imparare a gestire meglio il lavoro, sotto stress, e a terminare un lavoro in un determinato periodo di tempo. Gli ingredienti di questa esperienza sono stati adrenalina, ansia, paura di non farcela. Tutto questo, unito al fatto che fosse la prima esperienza di un concorso insieme ad altre scuole di acconciatura, ha reso la realizzazione del progetto qualcosa di unico e indimenticabile. Abbiamo apprezzato la competenza delle diverse scuole coinvolte nella sfilata, in particolare durante la parte della preparazione, e poi perché siamo riusciti a vedere la persona davanti a noi, le modelle e le ragazze delle altre scuole, con un occhio diverso. La competizione, invece, ci ha dato una scossa con emozioni che normalmente in aula e in laboratorio non viviamo in modo così intenso. In questo progetto abbiamo avuto il sostegno di docenti che ci hanno sostenuti e incoraggiati È stato bello organizzarci e aiutarci tra di noi, è venuto fuori il vero gruppo classe.
BREAD AND ROSES
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CORSO
OPERATORE AI SERVIZI DI VENDITA 2/3
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Domodossola
OBIETTIVI
Obiettivi formativi: Approfondimento storico sulla Giornata Internazionale della Donna e sul brano scelto da cantare nel corso del flash mob (“Bread and Roses”). Riflessione sui diritti che le donne hanno ottenuto in passato e su ciò che ancora devono ottenere. Sensibilizzazione degli allievi sul tema delle Pari Opportunità di genere. Raggiungimento di una capacità critica individuale in merito a ciò che i media propongono il giorno dell’8 marzo. Obiettivi specifici: Cantare e suonare il brano “Bread and Roses”. Realizzare cartelloni con le scritte CONCILIAZIONE, PARITÀ, DIRITTO AL LAVORO, PARITÀ DI SALARIO E UGUAGLIANZA. Realizzare un volantino con la spiegazione dell’evento. Dialogo e confronto all’interno della classe sull’esperienza vissuta.
Preparazione del flash mob
FASI
Presentazione delle attività. Approfondimento storico sulla Giornata Internazionale della Donna. Dialogo e confronto a gruppi all’interno delle classi sul tipo di flash mob da realizzare. Approfondimento storico sul brano “Bread and roses”. Prove di canto con accompagnamento musicale e realizzazione dei cartelloni. Realizzazione del flash mob nelle tre piazze principali della città di Domodossola. Ripresa video del flash mob e montaggio.
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METODOLOGIA
Il formatore accompagna e promuove la riflessione sulla Giornata della Donna e sulle Pari Opportunità di Genere, mettendo in evidenza i diritti che le donne sono riuscite a conquistare e ciò che ancora devono ottenere.
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IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il progetto del flash mob, realizzato in occasione della Giornata Internazionale della Donna, ha avuto lo scopo di riflettere sulla condizione attuale della donna, sui diritti che le donne hanno ottenuto in passato e su ciò che ancora devono ottenere, a partire da un approfondimento storico legato al brano “Bread and Roses”. È anche stato realizzato per sensibilizzare gli allievi sul tema delle Pari Opportunità di genere e per tentare di educare ad una capacità critica individuale in merito a ciò che i media propongono il giorno dell’8 marzo. Punti di forza: • Relazione, collaborazione. • Partecipazione attiva al progetto e buona capacità di rielaborazione. • Dialogo e confronto a gruppi. • Passione nei confronti dell’argomento. Processo: • Approfondimento storico sulla Giornata Internazionale della Donna. • Dialogo e confronto a gruppi all’interno delle classi sul tipo di flash mob da realizzare. • Approfondimento storico sul brano “Bread and roses”. • Prove di canto con accompagnamento musicale. • Realizzazione di cartelloni con le scritte CONCILIAZIONE, PARITÀ, DIRITTO AL LAVORO, PARITÀ DI SALARIO E UGUAGLIANZA. • Realizzazione di volantini con la spiegazione dell’evento da distribuire alle
persone nel corso del flash mob. • Realizzazione del flash mob nelle tre piazze principali della città di Domodossola (sfilando con i cartelloni in mano). • Ripresa video del flash mob e montaggio.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
CHIARA: “Si tratta di un flash mob organizzato a scuola e realizzato per le vie della città di Domodossola; abbiamo interpretato la canzone “Bread and Roses” in tre luoghi: stazione, piazza mercato e municipio. Questo progetto è stato particolare per me, perché ritengo che non sia scontato, in occasione della “Giornata Internazionale della Donna”, fare un flash mob di questo tipo. “Pane e rose” è il nome con cui è diventato celebre uno sciopero dei lavoratori dell’industria tessile svoltosi nel 1912 a Lawrence. L’appellativo deriva dallo slogan che fu adottato dagli operai che protestavano. La frase da cui fu estrapolato lo slogan fu pronunciata dalla leader femminista Rose Schneiderman durante un discorso che rivendicava il diritto di voto femminile. Non conoscevo il brano Bread and Roses e grazie al progetto ne sono venuta a conoscenza apprendendo anche la storia della canzone. Ciò che mi è piaciuto di più è stato il coinvolgimento di tutta la scuola ed aver studiato la storia delle lotte di alcune donne del passato.”
and roses” ha origine da una frase di un discorso della leader femminista Rose Schneiderman. Una frase della canzone dice “La riscossa delle donne significa la riscossa dell’umanità”: questa frase mi ha fatto riflettere e pensare molto; al mondo non siamo sole e tutte insieme dobbiamo lottare per i nostri diritti. È stata un’esperienza molto bella e molto forte dal punto di vista emotivo perché mi ha insegnato a vedere il mondo femminile da un’altra prospettiva, mi ha insegnato a battermi per i doveri e diritti delle donne, a non fermarmi mai e a credere che un giorno la parità dei sessi la otterremo. Mi è piaciuto soprattutto immedesimarsi in quelle donne con tanta speranza che lottavano per il rispetto, e mentre pensavo di essere una di loro mi sono chiesta “Io cosa avrei fatto al loro posto?” La mia risposta è stata “Lottare come stanno lottando loro”. È stato molto bello collaborare tutti insieme per cercare nuove idee da inserire nel progetto, poterci confrontare, scambiarci pensieri e infine ottenere e fare qualcosa di veramente significativo e gratificante.”
GLORIA: “Abbiamo realizzato un flash mob cantando un brano intitolato “Bread & Roses”. Lo slogan “bread
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LA FAVOLA DEL BRUCO ERO
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CORSO
Grafico multimediale (1° anno)
ANNO FORMATIVO 2013/14 e 2016/17
CSF ENAIP Novara
Il progetto inizia con la presentazione agli studenti dell’idea di realizzare un fumetto sulla traccia di una favola che rappresenta il mito della trasformazione e del cambiamento. Gli allievi dapprima dovranno svolgere una ricerca sulle favole e il significato dei miti e del racconto narrativo. Sarà poi effettuata una ricerca sull’utilizzo della fumettistica come metodologia rappresentativa di racconti ed emozioni. Terminata la fase di raccolta dei materiali (testi ed immagini) i ragazzi procederanno alla realizzazione dei disegni su carta e successivamente alla loro realizzazione grafica (mediante l’utilizzo della suite Adobe) e infine alla realizzazione su pannelli. Successivamente si procederà all’impaginazione del materiale cartaceo e fotografico per la realizzazione di un piccolo impaginato o di una locandina promozionale dell’attività. Nell’anno formativo in corso, gli allievi hanno
Installazione dei pannelli ripreso questa iniziativa con la presentazione presso alcune scuole del territorio di un laboratorio di narrazione, che li ha visti coinvolti nella partecipazione e promozione di una riflessione sul significato del cambiamento, sulla trasformazione e accettazione e su altre importanti tematiche legate alla crescita e allo sviluppo del sé attraverso lo strumento del racconto in un ambiente di apprendimento cooperativo, capace di
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stimolare la discussione e di includere, proprio nell’ottica della educazione fra pari.
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FASI
• Presentazione del progetto ad allievi e genitori • Creazione dei gruppi di lavoro degli allievi e degli insegnanti • Assegnazione dei tempi e metodi • Effettuazione ricerca sul significato delle favole e dei miti classici • Stesura del testo narrativo con descrizione del significato etico del racconto • Ricerca sull’utilizzo della fumettistica come metodologia rappresentativa di racconti ed emozioni • Realizzazione dell’elaborato (Fumetti) a mano, cartaceo • Realizzazione dell’elaborato (Fumetti) a computer (utilizzo MC) • Realizzazione dei pannelli dipinti e con la metodologia del collage. • Realizzazione della documentazione fotografica e video del lavoro • Realizzazione dell’elaborato grafico promozionale dell’attività • Installazione dei prodotti realizzati all’interno della struttura scolastica e successivamente in una mostra da tenersi presso 10
alcune scuole medie di (Novara, Galliate) e durante la manifestazione “BOOM” (Festiva dei bambini) organizzata recentemente dal Comune di Novara.
METODOLOGIA
• Momenti di ricerca e riflessione sulle principali forme fumettistiche e il loro utilizzo • Momenti collettivi d’aula in forma discorsiva in cui si trattano le principali tematiche riguardanti il racconto narrativo attraverso le favole • Momenti di realizzazione fumettistiche (disegno amano e pc) • Realizzazione di prodotti grafici in laboratorio (dipingere, incollare) • Realizzazione di una brochure a pc • Presentazione ai genitori dell’attività (accompagnare alla visione degli elaborati)
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il progetto del “bruco Ero”, pensato e scritto in collaborazione con i ragazzi, è particolarmente efficace per l’apprendimento del-
le varie tecniche riguardanti la progettazione grafica. Utilizzando il fumetto in questione questo progetto ha facilitato la conoscenza dei programmi grafici quali: “Illustrator” per il disegno vettoriale delle varie sequenze del racconto, “Photoshop” per la lavorazione delle immagini in formato bitmap e “InDesign” per la progettazione e l’impaginazione dello stampato. Il lavoro ha coinvolto emotivamente gli studenti del corso sul significato della storia e della relativa morale. La finale, volutamente lasciata aperta (La storia del “bruco Ero” può finire in modo diverso?), ha stimolato la creatività personale sulle diverse interpretazioni. Si è trattato di un esercizio “didattico/pedagogico” sia dal punto di vista creativo che della riflessione personale su temi importanti come l’autostima, l’affettività e la costruzione del proprio carattere.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Abbiamo ragionato assieme nella ricerca di nuove metodologie, come per esempio l’uso del fumetto molto adatto per rappresentare le metafore della vita. La tecnica del fumetto si presta anche all’apprendimento di programmi grafici: “Illustrator” per il disegno vettoriale, “Photoshop” per la lavorazione delle immagini e “InDesign” per l’impaginazione dei vari stampati. Inoltre ci siamo confrontati tra studenti del nostro corso sulla realizzazione della storia e della morale. Questo lavoro ha stimolato in ognuno di noi un grande coinvolgimento emotivo sul significato e sul finale della storia dando diverse interpretazioni personali.
PLASTICI FOTOVOLTAICI CON LED
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CORSO
OPERATORE ELETTRICO 1/2
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Rivoli
Gli obiettivi formativi sono: • cimentarsi in situazioni che hanno attinenza con la realtà; • riconoscere l’utilità (qui ed ora) delle conoscenze e delle abilità che vanno acquisendo; • scomporre i contenuti delle discipline e ricomporli intorno ad azioni che devono compiere per realizzare il prodotto/servizio; • produrre competenze funzionali attinenti alle conoscenze disciplinari e trasversali: osservare, valutare,progettare e lavorare insieme agli altri; • consentire ai docenti una “valutazione autentica” attraverso l’osservazione dei processi e dei comportamenti. Obiettivi specifici: • Il progetto ha l’obiettivo di far applicare le conoscenze teoriche e pratiche in ambito elettrico alla costruzione di un oggetto che abbia anche un valore artistico: la rappresentazione di un
Realizzazione plastico del Faro faro ambientato nel suo territorio. • Ha inoltre l’obiettivo di sviluppare e potenziare le competenze chiave di pianificazione ed organizzazione del lavoro, lavoro in gruppo e comunicazione (sia scritta che orale)
FASI
• ricerca scientifica sull’argomento; • rielaborazione del materiale facendo riassunti; • impaginazione dei riassunti in word; • Produzione dei disegni dei pezzi meccanici; • Produzione dei pezzi mediante materiale di recupero e modellazione legno; • Montaggio plastico;
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• Realizzazione cartelloni e tesina finale. Nella prima parte dell’anno sono state realizzate la ricerca, l’impaginazione dei materiali e la realizzazione dei cartelloni. Nella fase di realizzazione dei plastici il gruppo dei docenti si è reso conto che far convergere il gruppo classe su un unico plastico creava pro-
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blemi di organizzazione del lavoro pertanto si è deciso di dividere la classe in 3 gruppi e affidare ad ognuno la realizzazione di un plastico. Per renderlo più interessante ogni gruppo ha realizzato un progetto diverso e nello specifico: • un porto con faro marino e due fari di ingresso porto • uno stadio con illuminazione a led tramite pannello fotovoltaico • un treno a levitazione magnetica: oltre all’impianto di illuminazione gli allievi hanno prodotto il moto del treno attraverso l’installazione di magneti permanenti che in presenza di corrente elettrica genera un campo magnetico. In tutti e tre i progetti l’elemento comune è l’utilizzo dell’energia fotovoltaica per accendere elettricamente corpi illuminanti a led.
INTERDISCIPLINARITÀ
Competenze di base: area scientifica - lingua italiana - asse storico culturale - Competenze professionali: impianti elettrici.
METODOLOGIA
Lettura di materiali previsti dagli insegnanti. Esercitazioni di impaginazione in laboratorio informatico. Attività laboratoriale - ricerca - esperimenti: costruzione dei singoli componenti. Lavoro in gruppo.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il progetto sviluppato con la classe 1° operatore elettrico ha riguardato la costruzione di plastici con impianto di illuminazione a Led alimentato da energia prodotta attraverso un pannello fotovoltaico.
Abbiamo pensato di proporre questo progetto per sensibilizzare gli allievi al tema della sostenibilità ambientale e dell’utilizzo delle energie rinnovabili. Essendo dei futuri elettricisti l’intento era anche far comprendere loro come questo possa essere un ambito di sviluppo professionale dal momento che gli impianti ad energia alternativa sono sempre più diffusi. Altro intento era quello di trovare modalità più concrete per trattare argomenti teorici legati alle scienze, alla fisica e alla storia che incontrano maggiori difficoltà nell’essere compresi. Il progetto è stato realizzato utilizzando la metodologia della pedagogia cooperativa che vede nella realizzazione di un “capolavoro” in modalità interdisciplinare e attraverso la cooperazione tra allievi i suoi punti di forza. Il lavoro è stato coordinato dall’insegnante di scienze con la collaborazione dei colleghi di laboratorio elettrico, storia, italiano per la realizzazione di una ricerca collegata ai plastici. Elemento vincente del progetto è stata la percezione da parte degli allievi di fare qualcosa di “diverso e molto pratico” che ha rappresentato un piacevole diversivo specialmente nelle ore di lezioni teoriche permettendo di coinvolgere anche gli allievi “più difficili”. L’esperienza ha permesso inoltre ai ragazzi di sviluppare competenze trasversali quali la progettazione e la pianificazione del lavoro, la responsabilizzazione e la collaborazione. I plastici sono inoltre stati esposti durante la giornata dell’ambiente e successivamente nell’ambito delle manifestazioni dedicate alla figura di Don Milani. In queste occasioni gli allievi hanno fatto da ciceroni agli studenti delle scuole elementari e medie in visita confrontandosi con il compito, non sempre facile, di raccontare ai ragazzi il proprio lavoro.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Il nostro progetto riguarda la costruzione di due plastici che
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rappresentano un faro per la segnalazione alle navi e uno stadio, entrambi con impianto di illuminazione a LED alimentato da pannelli fotovoltaici. Siamo partiti da una lezione teorica che ha riguardato le energie rinnovabili e in particolare l’energia fotovoltaica. Poi l’insegnante ci ha proposto di provare a costruire un impianto di illuminazione e ci ha proposto di realizzare un plastico. Inizialmente il progetto prevedeva di rappresentare solo fari marini ma noi abbiamo proposto anche una ambientazione più vicina ai nostri interessi ed abbiamo scelto lo stadio e la ferrovia. Abbiamo svolto una parte di ricerca che ha riguardato in particolare modo la ricerca di immagini dei fari e dello stadio (per decidere come rappresentarli), la storia dei fari e le legge fisica della rifrazione della luce. Poi siamo passati alla realizzazione dei plastici: abbiamo cominciato a produrre i diversi elementi dei paesaggi: mare, pontile e colline con sopra il faro, le gradinate dello stadio, il prato ecc. Abbiamo disegnato e poi realizzato l’impianto di illuminazione collegando tra loro i diversi pezzi che lo compongono. Dopodiché abbiamo inserito i diversi elementi di paesaggio e li abbiamo dipinti. Spesso abbiamo dovuto “inventarci delle soluzioni” come per esempio riprodurre le onde del mare che sono state create con il gesso. Da questa esperienza abbiamo capito cos’è l’energia fotovoltaica, come si produce e a collegare un pannello fotovoltaico alle lampade a LED del circuito. Ma ci è piaciuto soprattutto il fatto che invece di capirlo solo attraverso lezioni in classe abbiamo potuto provare a costruirlo e a vederlo funzionare. Di questo progetto ci è piaciuto anche il fatto che abbiamo usato materiali (legno, gesso) e attrezzi che di solito non usiamo e che abbiamo lavorato in gruppo (cosa che non è sempre facile) ma che alla fine ha dato un buon risultato perché tutti hanno collaborato.
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LA VIA DELLE SPEZIE
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CORSO
OPERATORE DELLA RISTORAZIONE - PREPARAZIONE PASTI - FBL 1/2 O.I.
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Settimo
OBIETTIVI
Obiettivi Formativi: Creare due mappe che esprimessero l’idea del viaggio che le spezie hanno compiuto dalla loro comparsa fino ai giorni nostri diffondendosi in vari territori del mondo e una seconda mappa che coinvolgesse i sensi di chi si fosse approcciato ad essa: olfatto, vista, tatto e gusto attraverso piatti elaborati dove vi fossero presenti diverse spezie. Quindi un’esperienza non solo creativa dal punto di vista della produzione, ma anche sensoriale dal punto di vista comunicativo. Obiettivi Specifici: Le spezie hanno un ruolo comunicativo e sensoriale; non solo arricchiscono e insaporiscono i cibi, ma attraverso recettori gustativi propri di ciascuno, suscitano emozioni diverse e diverse collocazione spazio-temporali: in un attimo ti puoi ritrovare in India con i suoi odori e sapori molto
Risultato finale forti, particolari che evocano il caldo delle zone, ma anche la profonda umanità con cui un piatto povero può essere ricco rispetto alla convivialità e alla condivisione.
FASI
• Selezione e ricerche sulle spezie • Ricerca immagini e scarico delle immagini da utilizzare • Raccolta del materiale, sintesi e collage per la creazione di cartelloni • Creazione delle mappe • Reperimento delle spezie
METODOLOGIA
Si tratta di un viaggio che abbiamo voluto percorrere alla scoperta di gusti e usanze culinarie a noi spesso sconosciuti. Tutto è partito dalla ricerca delle caratteristiche delle spezie, dal loro utilizzo non solo in cucina, ma anche nella medicina alternativa per i benefici che apportano,
INTERDISCIPLINARITÀ
Limitata alle UF delle competenze di base.
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nella cosmesi e la ricerca della storia, dei viaggi che le spezie hanno compiuto per arrivare ad essere conosciute e utilizzate nel mondo e i personaggi storici, i grandi viaggiatori che hanno contribuito a diffonderle. Il secondo passaggio è stata l’esperienza sensoriale: olfatto, tatto e vista sono stati messi in gioco per creare una mappa di sensazioni ed emozioni, sfociate in racconti estemporanei, creati sulla fantasia che l’esperienza suggeriva. E così abbiamo spaziato in vari territori del mondo e le storie hanno dato vita a paesaggi incantati, personaggi magici e affascinanti, piatti fantasiosi e storie “piccanti”. Si è poi passati ad esaminare le spezie nelle loro caratteristiche intrinseche, calcolando gli elementi nutrizionali propri di ciascuna. La ricerca ha dato vita a cartelloni contenenti le caratteristiche sopra enunciate e due mappe del mondo contenenti le vie che le spezie hanno percorso e la collocazione delle spezie, proprie delle varie parti del mondo.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il progetto è nato dall’idea di voler rendere pratica un’esperienza teorica. Studiando gli alimenti ci si è resi conto che ciò che da gusto e rende particolare un piatto sono i condimenti e quindi le spezie. Allora ci siamo chiesti perché non rendere consapevoli gli alunni, anche praticamente, sulle caratteristiche intrinseche e non di questi alleati in cucina? Il loro utilizzo è circoscritto solo all’ambiente culinario? Da queste domande è nata l’idea di occuparci con una lente d’in-
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grandimento delle spezie per conoscere e studiare la loro storia, le origini, i luoghi di provenienza, le proprietà e gli utilizzi. Ci siamo chiesti poi quale sarebbe stato il modo per rendere interessante e condiviso lo studio e abbiamo pensato che rendere protagonisti i ragazzi di una storia fatta di sensi, luoghi e sapori fosse il metodo migliore. Così ci siamo incamminati in questa avventura che ha coinvolto il lavoro di più insegnanti che hanno progettato compiti concatenati che si riconducessero tutti ad un risultato finale: la creazione di mappe che ripercorressero il viaggio che le spezie hanno compiuto per la loro diffusione intorno al mondo e i luoghi in cui esse sono state coltivate e si sono diffuse. I punti di forza del progetto sono riconducibili alle esperienze sensoriali dei ragazzi, all’aver lavorato in gruppo per il raggiungimento di un obiettivo comune e aver coinvolto un buon numero di insegnanti che hanno creduto nella bontà del progetto. Inoltre è stato interessante osservare come i ragazzi si siano adoperati affinché le mappe comunicassero ciò che avevano sperimentato, ovvero non solo disegnare un planisfero con dei percorsi, ma anche comunicare attraverso l’olfatto. Le metodologie utilizzate per svolgere il lavoro sono state varie: lezioni frontali, ricerche individuali, lavori di gruppo, realizzazione dei piatti nel laboratorio di cucina, creazioni di mappe per l’organizzazione del lavoro, compiti assegnati da svolgere a casa. La risposta alla proposta di lavoro da parte dei ragazzi è stata molto positiva e il loro coinvolgimento è stato soddisfacente. I lavori svolti hanno avuto una valutazione che ha fatto media con un’autovalutazione finale.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Il progetto realizzato lo abbiamo intitolato “La via delle spezie”. Con i nostri insegnanti di italiano e storia, cucina, gastronomia e dietetica, abbiamo individuato, studiato e analizzato le varie spezie provenienti da più parti del mondo. In cucina siamo stati bendati e, attraverso l’olfatto e successivamente il gusto, abbiamo imparato a riconoscere le spezie, senza che potessimo vederle. È stata un’esperienza nuova, interessante e soprattutto abbiamo imparato ad utilizzare il nostro olfatto che ha dato impulsi al cervello per far si che un odore fosse associato ad un’esperienza. Detta così può sembrare una frase poco chiara, ma è realmente ciò che è accaduto: il ricordo dell’esperienza evocava l’odore che pur non essendo presente si poteva percepire. È stato interessante sapere da quanto tempo queste spezie vengono utilizzate, quali sono gli usi che se ne fanno e i paesi che le consumano. Questo ci ha permesso di conoscere nuovi piatti che vengono generalmente consumati in altre parti del mondo come ad esempio il cous cous, il pollo al curry, il pollo tandoori, la salsa satay Ciò che più ci è piaciuto del progetto è stata l’esperienza sensoriale e la collaborazione tra compagni di classe. Divisi in gruppi, ognuno di noi ha apportato il suo contributo dando come risultato finale cartelloni recanti le caratteristiche, la storia, gli utilizzi e gli impieghi che le varie spezie hanno e due mappe che ci hanno resi orgogliosi soprattutto dal punto di vista grafico e visivo. La consapevolezza che il lavoro di ciascuno di noi era indispensabile per il lavoro di altri compagni ci ha resi tutti protagonisti del progetto e ha fatto si che ognuno si impegnasse al massimo per arrivare ad un risultato comune eccellente.
UN ORTO IN TESTA
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CORSO
OPERATORE DEL BENESSERE - ACCONCIATURA - 1/3.
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Torino
OBIETTIVI
Obiettivi formativi: • Stimolare gli allievi rispetto alla cura e alle attenzioni da dedicare al mantenimento di un orto/giardino. • Utilizzare l’espediente dell’orto urbano come mezzo per sensibilizzare gli allievi ad un approccio più consapevole al concetto di alimentazione sana e sostenibile. • Sviluppare l’argomento della sostenibilità ambientale proponendo un’esperienza pratica agli allievi. • Migliorare l’approccio ai principi dell’educazione ambientale ed alimentare, attraverso la cura e il compostaggio, in un contesto favorevole al benessere, anche nell’ottica di prendersi cura del proprio territorio. • Contribuire a migliorare l’ambiente scolastico con un tocco di colore per tutti i frequentatori del CSF. • Migliorare le relazioni all’interno del gruppo classe tramite il lavoro in gruppi.
Sistemazione delle piante
FASI
1°Fase: • Individuazione delle tre postazioni utilizzabili per il posizionamento delle vasche. • Costruzione delle tre vasche con materiali di recupero (pallet). • Posizionamento delle tre vasche. • Posa dei sacchi sul fondo delle vasche. • Riempimento delle vasche con terriccio per un’altezza di circa 15-20 cm. • Reimpianto di 5-6 piante per ogni vasca. • Sistemazione della compostiera. • Avviamento della compostiera. 2° Fase:
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• Studio e posizionamento di un sistema di irrigazione. • Mantenimento delle coltivazioni da parte dei gruppi di allievi della classe. • Documentazione delle fasi del progetto con foto e compilazione di un diario dell’esperienza. 3° Fase: • Invaso delle piante.
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• Svuotamento delle vasche. • Sistemazione delle vasche. • Creazione di una presentazione digitale a conclusione della parte pratica del progetto. • Compilazione di un documento di testo a conclusione dell’intero progetto. • Conclusione del progetto.
INTERDISCIPLINARITÀ
• Asse culturale: scientifico-tecnologico • Asse culturale: matematico • Asse culturale: linguaggi - comunicare in lingua italiana • Asse culturale: storico sociale • Tecnologie informatiche • Promozione della salute e delle attività fisiche e motorie • Acconciatura
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il progetto ha interessato le UF di italiano e storia, stili di taglio e acconciatura, matematica e scienze. Ha coinvolto i ragazzi a partire dalla progettazione delle vasche, alla costruzione delle stesse, al riempimento con il terriccio, al rinvaso di alcune piantine e alla semina di altre specie vegetali, in modo da coprire più esperienze possibili legate alla gestione di un orto. La classe è stata divisa in quattro gruppi, ai quali sono stati assegnati diversi orti da curare, sia dal punto di vista dell’innaffiatura, sia dal punto di vista del controllo delle piante e della pulizia da eventuali altre specie accidentali. In aggiunta la classe ha partecipato ad una visita al Museo “A” come Ambiente sull’alimentazio-
ne ed un laboratorio intitolato “L’orto sul balcone”, durante i quali hanno approfondito alcune tematiche già proposte a scuola. In fase di progettazione si è deciso di concentrare l’attenzione sulle specie vegetali che potessero produrre frutti utili per l’alimentazione umana, in modo da legare il progetto ad un altro progetto sperimentale riguardante l’educazione alimentare. Durante le ore di storia i ragazzi hanno approfondito il ruolo degli orti di guerra nelle città italiane durante il periodo della seconda guerra mondiale, hanno approfondito, principalmente in modo teorico, l’utilizzo di frutti in acconciature nella storia e hanno utilizzato la matematica per calcolare le dimensioni delle vasche in fase di costruzione, mentre in scienze hanno trattato gli aspetti legati alla biologia degli organismi vegetali. La classe ha reagito in modo positivo alla proposta, i ragazzi si sono mediamente impegnati a curare e a prestare attenzione agli orti, documentando le varie fasi con foto e tenendo un diario di bordo dell’esperienza. Il fatto di aver svolto questo progetto verso la fine dell’anno formativo ha permesso il consolidarsi delle relazioni tra i ragazzi, che sono stati spesso indipendenti nella gestione della loro parte di progetto, e ha permesso loro di “uscire” dall’aula per fare lezione in modo pratico anche durante lezioni che vengono principalmente tenute in aula.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Come classe prima del corso di acconciatura nell’anno formativo 2016-2017 abbiamo partecipato al lavoro a progetto: “Orto in testa”.
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Abbiamo imparato a creare un orto urbano con oggetti riutilizzati; abbiamo imparato a coltivare diversi ortaggi: fagioli, cetrioli, pomodori, insalata, carote, zucchini, ravanelli, peperoncini, melanzane, cipolle, peperoni e bietole; abbiamo tenuto aggiornato il percorso degli orti che abbiamo costruito, abbiamo imparato a collaborare e a responsabilizzarci e anche a portare a termine un lavoro. Il prof. Belci è stato di fondamentale importanza anche per il suo ruolo come punto di riferimento. Ci sono stati dei momenti di tensione tra i compagni, ma abbiamo sempre trovato un compromesso. Nel complesso alla classe questo progetto è servito ed è piaciuto molto. La cosa più bella è stata imparare, divertendoci. Ci sono stati episodi piacevoli come fare lezione all’aria aperta, e vedere i frutti di quello che abbiamo coltivato. All’inizio del 2° anno abbiamo visto il risultato di ciò che avevamo fatto l’anno prima. Consigliamo ai responsabili di questo progetto di proporlo ad altre classi, soprattutto a quelle con delle difficoltà a relazionarsi. Tramite questo progetto abbiamo anche avuto la possibilità di andare a visitare il museo “A come Ambiente” dove abbiamo potuto creare un orto tutto nostro da portare a casa. Questo progetto è stato collegato ad altre materie, tra cui quelle che riguardano la nostra professione. Per portare a termine questo progetto abbiamo dovuto avere la massima collaborazione di tutti e anche dei professori. Oltre a fare l’orto abbiamo acquisito nozioni di storia, di scienze e di altre materie. È stato un progetto molto interessante perché ci siamo resi conto di come, da un piccolissimo seme, si formi una pianta.
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PACKAGING MITICO CORSO
Operatore ai servizi di vendita – 1^ anno
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Borgomanero
OBIETTIVI
Il progetto consiste nella realizzazione di un allestimento espositivo avente come obiettivo lo sviluppo di un tema specifico e permette il conseguimento di molteplici finalità didattiche. Nello specifico: • permette l’acquisizione di competenze tecnico professionali (competenze professionali nell’area vendite attraverso l’applicazione di tecniche di confezionamento e di tecniche espositive) • arricchisce sul piano culturale le conoscenze degli allievi (nello specifico la conoscenza e l’interpretazione dei miti di diverse culture) • sviluppa abilità personali e sociali valorizzando i talenti individuali e creando per osmosi un effetto positivo sul gruppo di lavoro e sul gruppo classe • sviluppa creatività e manualità, migliorando il senso estetico e stimolando la capacità di cooperare e di comunicare efficacemente
in funzione del raggiungimento di un obiettivo comune.
FASI
• Presa visione del LaP, domande e chiarimenti in merito, discussione • Presa visione dei contenuti, domande e chiarimenti in merito, discussione • Condivisione e integrazione nella scelta dei gruppi e nell’assegnazione dei compiti individuali • Dopo aver letto e analizzati i testi proposti dal docente ed essersi ulteriormente documentati tramite ricerche sul Web, sviluppo di un breve testo che colga i tratti essenziali dei miti considerati • All’interno di ciascun gruppo, al termine della stesura del testo raccolta in un cartellone di frammenti significativi dei testi letti dal docente, il proprio testo, immagini, disegni che rappresentano il mito. • Progettazione dell’allestimento • Reperimento del materiale da utilizzare per il confezionamento e l’allestimento • Confezionamento pacchetti • Preparazione allestimento • Realizzazione nello spazio messo a disposizione
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7 INTERDISCIPLINARITÀ
Il docente di lingua italiana propone agli allievi alcuni testi della mitologia greca riguardanti in particolare i miti. Segue l’analisi e l’interpretazione dei testi. Dopo la suddivisione in gruppi e la scelta del mito da rappresentare il docente invita a rielaborare in un breve scritto i miti considerati. Il docente dell’area professionale interviene a supporto nella fase di realizzazione dell’allestimento mettendo a disposizione il materiale o stimolando la ricerca creativa di soluzioni espositive. Coordina l’attività di esposizione assicurando uno spazio adeguato per la presentazione degli allestimenti.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
L’idea è nata dal desiderio di dar vita ad un progetto interdisciplinare che coniugasse la creatività del packaging con un tema, spesso e a torto
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considerato ostico, come quello del mito antico. Il progetto doveva toccare elementi appartenenti alla letteratura antica, alla storia e all’arte. Il punto di partenza è stata una introduzione dell’insegnante di italiano riguardante i punti di contatto tra mitologia e storia: ogni leggenda nasce dalla necessità di rispondere ai quesiti fondamentali dell’umanità (origine, scopo, destino dell’uomo). In particolare si è partiti dal racconto del diluvio universale che, pur essendo stato declinato in modo differente nelle varie culture, farebbe riferimento ad un evento catastrofico comune che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia umana. Il passo successivo è stata la ricerca internet dei vari miti effettuata dai ragazzi (divisi in 4 gruppi), sotto la guida dell’insegnante. Miti che fossero riconducibili, insieme all’acqua, agli altri tre elementi : terra, fuoco, aria. Ogni gruppo ne ha scelto uno, individuandone successivamente elementi iconografici e letterari. I miti selezionati sono stati: il diluvio universale della narrazione biblica, il mito tailandese del fuoco portato agli uomini da uno scaltro tafano, il mito greco di Deucalione e Pirra e il mito cinese dell’uo-
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vo cosmico, di cui è protagonista Pangu. Finita la fase di ricerca, si è passati alla realizzazione dei vari allestimenti con pacchetti e ambientazioni che in qualche modo raccontassero i miti scelti con suggestioni cromatiche, disegni e oggetti di scena. L’insegnante di confezionamento ha seguito questa fase, indirizzando i gruppi alle scelte più efficaci e funzionali, pur nel rispetto della loro autonomia. Gli allievi si sono sentiti protagonisti di un’attività in cui si lasciava largo spazio alla loro creatività e hanno lavorato con entusiasmo.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Lo scopo del progetto era di sviluppare un argomento d’italiano e storia trasformandolo in un’attività pratica e creativa come quella del packaging. Prendendo ispirazione dalla lettura di testi sui miti di antiche culture abbiamo confezionato dei pacchetti e creato un allestimento che li rappresentasse. La prima fase del nostro lavoro è stata la lettura delle storie mitologiche legate agli elementi acqua, terra, aria e fuoco. I miti sui quali abbiamo lavorato sono stati: l’Arca
di Noè, Deucalione e Pirra, il mito del Tafano, il mito cinese di Pangu. Dopo esserci divisi in quattro gruppi abbiamo approfondito un mito scelto tra quelli proposti e sviluppato il progetto partendo dalla ricerca di testi e immagini. Ci siamo messi al lavoro raccogliendo le idee su come rappresentare il mito e abbiamo realizzato i pacchetti e l’allestimento con creatività e curando l’aspetto estetico. Grazie a questo progetto abbiamo affrontato un tema storico e letterario in modo interessante perché da un lato le letture e gli approfondimenti ci hanno permesso di comprendere il modo in cui antiche civiltà interpretavano la realtà, dall’altro abbiamo migliorato l’abilità di confezionare pacchetti e creare allestimenti attraenti. Abbiamo migliorato anche la capacità di lavorare in gruppo collaborando e aiutandoci a vicenda e capito che lavorare in gruppo non è sempre facile perché bisogna accettare le idee di tutti e sapersi confrontare con gli altri. Ci è piaciuto soprattutto metterci alla prova e vedere l’esposizione del nostro lavoro del quale possiamo dirci soddisfatti.
SFILATA A TEMA “RICICLAGGIO”
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CORSO
Operatore del benessere, acconciatore – 3^ anno
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Arona
Il progetto proposto agli allievi del terzo anno del corso Operatore del benessere – Acconciatore, prevede la realizzazione di acconciature sviluppate sui temi del riciclaggio e dell’ecologia, presentate nell’ambito di una sfilata. Il progetto prevede una fase di lavoro individuale e una fase di lavoro collettivo, in modo da permettere la comprensione dell’importanza del lavoro di gruppo. Il percorso si svolge in un’ottica che tiene conto dei principi fondamentali della pedagogia cooperativa in cui il formatore è un accompagnatore e un facilitatore di apprendimento e il rapporto tra il formatore e l’allievo/a è basato sul rispetto reciproco e la cooperazione.
FASI
Il compito prevede una fase di dibattito sui temi dell’ecologia e del riciclaggio dei materiali. Successivamente, è prevista una fase di progettazione in cui ogni allievo
Foto di gruppo individua le caratteristiche dei materiali che gli sono stati assegnati, studia l’acconciatura e il trucco che vuole realizzare eseguendo bozze e disegni preparatori. Una volta realizzate le acconciature ogni allievo presenta il proprio lavoro singolarmente, nell’ambito di una sfilata, e successivamente è mostrato il lavoro collettivo del gruppo classe. Non di ultima importanza è l’aspetto legato al lavoro di gruppo: ogni allievo è stimolato a svolgere bene il proprio compito, a valorizzare il lavoro di ogni partecipante, anche in prospettiva del risultato finale raggiunto dall’intero gruppo classe.
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INTERDISCIPLINARITÀ
• Asse culturale: linguaggi – Comunicare in lingua italiana: Migliorare le proprie conoscenze linguistiche attraverso le fasi di dibattito e l’esposizione delle proprie scelte e modalità operative, riferite alla realizzazione dell’acconciatura e dell’uti-
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lizzo dei materiali di recupero. • Asse culturale storico sociale: Il compito offre agli allievi lo spunto per una riflessione sull’importanza dell’ecologia e sul problema del riciclaggio dei rifiuti, problematica particolarmente importante nella società contemporanea. • Detersione, trattamenti, taglio e acconciatura: Attraverso l’ideazione e la realizzazione delle acconciature, da sviluppare rispetto ad un tema specifico assegnato, gli allievi migliorano le loro competenze nell’ambito delle discipline professionalizzanti.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Plastica, carta, vetro, lattine, umido e indifferenziata. In quanti modi si devono raccogliere i rifiuti? Come separarli in modo corretto? Nonostante sia un argomento di cui si parla da molto tempo, la raccolta differenziata è sempre attuale e scottante. Un tema di cui anche le nuove generazioni devo essere consapevoli e conoscere le motivazioni, ambientali, economiche e di sostenibilità. Queste le principali motivazioni che ci hanno portato ad affrontare la tematica, adattandola però alla specificità del corso. Per la parte professionale ci si è posti l’obiettivo di incentivare la creatività e l’abilità, motivandoli al confronto con altre realtà, preparando delle acconciature adornate con materiali di riciclo e da concludersi in tempi ben definiti. I punti di forza sono due: la tematica attuale e la possibilità di giocare con materiali, forme e colori nelle acconciature. La domanda che ci ha permesso di elaborare al meglio il progetto è stata: come poter rendere accattivante e alla moda la raccolta dei rifiuti? Abbiamo così deciso
di giocare su materiali e stagioni. Ogni stagione è stata quindi associata ad un materiale caratterizzato da colore, calore e malleabilità. La carta riciclata si è trasformata in fiori e farfalle, le bucce essiccate degli agrumi e delle mele hanno rappresentato l’autunno, l’alluminio invece è stato associato all’inverno per la freddezza e il suo rumore che ricordava quello prodotto dai piedi durante una passeggiata invernale. I ragazzi hanno potuto dare libero sfogo a creatività ed abilità pratica, a seguito delle lezioni conoscitive più teoriche, arrivando ad elaborare acconciature semplici, ma eleganti, armonizzando i contrasti dei capelli con i colori del materiale di riciclo. Massima soddisfazione è giunta dalla creazione di un prodotto interamente loro: conosciuto, ideato, realizzato. A livello di metodologie didattiche abbiamo coinvolto in modo diretto gli alunni, sviluppando sia approfondimenti teorici, attraverso l’utilizzo di internet e opuscoli specifici relativi alla raccolta differenziata, sia attività pratiche legate al laboratorio professionalizzante. Il coinvolgimento dei ragazzi è avvenuto per la ricerca dei materiali e per la composizione dei testi che hanno accompagnato la sfilata, che hanno descritto sensazioni e motivazioni da un punto di vista scientifico e narrativo.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Come classe di Operatore del Benessere Acconciatura abbiamo avuto l’occasione di partecipare ad un progetto molto interessante, riguardante il riciclo di materiali usati (bottiglie di plastica, lattine, tappi, carta...) e il loro possibile riutilizzo nell’ambito di acconciature e di accessori, in seguito presentati ad una sfilata pubblica. Questo progetto è stato studiato accuratamente da noi ragazzi, supportati dai consigli e dalla professionalità dei nostri professori, che ci han-
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no aiutato ad addentrarci più da vicino nell’argomento del riciclo, illustrandoci e spiegandoci l’importanza di dare nuova vita a materiali apparentemente da eliminare, poi ci hanno aiutato a scrivere una presentazione della nostra visione del progetto, illustrando il collegamento scelto tra le quattro stagioni e i materiali che ad esse abbiamo correlato (inverno-metallo, primavera-plastica, estate-carta, autunno-umido), alla realizzazione delle acconciature e degli accessori ed in fine ci hanno supportati moralmente il giorno in cui ci siamo riuniti insieme ad altre tre scuole di acconciatura per realizzare in diretta il nostro lavoro, esponendolo ai presenti attraverso una sfilata. Da questo progetto abbiamo imparato che spesso tendiamo a stabilire l’inutilità di un oggetto quando ha terminato il suo utilizzo principale, senza renderci conto che molto spesso possiamo dargli nuova vita, regalando a noi stessi un momento di creatività, creando oggetti utili e decorativi. Abbiamo imparato che di può regalare al nostro pianeta terra dell’inquinamento in meno, che sempre più velocemente lo sta portando al declino, costringendo molti ambienti e suoi rispettivi abitanti sulla via dell’estinzione. A volte purtroppo ci dimentichiamo quanto l’equilibrio tra la specie umana e l’ambiente circostante sia fondamentale non solo per il resto degli abitanti della terra ma anche per noi stessi, ed è proprio per questo che abbiamo trovato questo progetto infinitamente istruttivo, per gli spunti di riflessione che ci sono stati dati, ma anche molto divertente e gratificante in quanto siamo riusciti a elaborare dei lavori molto belli passando del tempo tutti assieme, partendo da scienze e lingua italiana per i contenuti, terminando con l’area professionale per la sfilata e gli accessori.
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Q2: IL BELLO DOVE NON C’È
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CORSO
OPERATORE SERVIZI DI PROMOZIONE E ACCOGLIENZA - Servizi del turismo – primo anno
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Grugliasco
Il progetto, che ha coinvolto 30 allievi nasce da una riflessione sui quartieri di provenienza dei ragazzi e sul rapporto che loro hanno con gli stessi. Attraverso un percorso di ricerca del “bello dove non c’è” si sono sperimentati diversi linguaggi, con il supporto didattico del genere letterario, cinematografico e artistico. Questi gli risultati raggiunti: • mappatura dei quartieri di provenienza; • analisi e riflessione sul rapporto personale con i luoghi; • ideazione di un itinerario da un punto di vista turistico, storico e personale-emotivo.
FASI
1. Individuazione quartieri di provenienza degli allievi e considerazioni culturali/sociali/artistiche dei territori 2. Scelta di un territorio da mappare e visitare
Uscita didattica al monumento dei 68 martiri a Grugliasco 3. Studio e mappatura del territorio preso in esame per la costruzione degli itinerari nei quartieri periferici 4. Costruzione gruppi di lavoro interclasse (1T-1B) e suddivisione punti di interesse dei territori da analizzare 5. Costruzione di una mappa e di un itinerario nei quartieri scelti da visitare/ costruzione materiale per l’uscita (modello interviste abitanti del quartiere) 6. Organizzazione aspetti logistici delle uscite didattiche 7. USCITE DIDATTICHE (una fuori Torino, una in un quartiere torinese di periferia)
LAP-TOP - SELEZIONE DEI LAVORI A PROGETTO
8. Organizzazione e condivisione materiale documentario delle uscite didattiche 9. Lavoro di raccolta dati delle interviste/lavoro sulla descrizione e sulla narrazione dei quartieri (vd. Classroom matematica/ italiano/storia dell’arte).
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anche un riferimento artistico, una citazione (e un lavoro visivo) sugli artisti torinesi Botto&Bruno, che producono collage pittorici e fotografici ricostruiti a partire dalle immagini reali dei “resti” della nostra città post-industriale, dove le “macerie” del passato riprendono vita.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
INTERDISCIPLINARITÀ
• Italiano. Educazione alla cittadinanza. Tecnica turistica. Storia dell’arte. Matematica. Informatica.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Da un’indagine interna, emerge che la maggior parte degli allievi iscritti ai corsi dell’obbligo scolastico vive e frequenta alcuni dei quartieri periferici di Torino o della sua cintura. Cosa sanno i ragazzi di questi luoghi? Dove trascorrono il loro tempo? Che rapporto hanno con i quartieri e con la gente che ci abita? Queste sono le riflessioni che hanno guidato la progettazione di questo percorso didattico che vede coinvolte due prime classi del biennio turistico e termoidraulico, per un totale di 30 allievi. Abbiamo chiesto ai ragazzi delle due classi di ideare un itinerario turistico in alcuni quartieri di Torino, e arricchirlo con luoghi di interesse generale e particolare. Gli itinerari dovranno raccontare i luoghi assegnati da due 28
punti di vista, quello storico e turistico e quello, forse un po’ più interessante, delle persone che lo abitano e lo vivono quotidianamente. Al termine delle visite, i gruppi di lavoro dovranno realizzare un momento di restituzione che racconti l’esperienza scolastica (“come hai vissuto queste 2 visite?”) e personale (“che rapporto hai con il tuo quartiere?”) in riferimento alla vita in periferia Il nostro lavoro a progetto vuole andare a cercare “il bello dove non c’è”. Il riferimento letterario è a Calvino e alle sue città invisibili (“Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure cosicché a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa di esistere”). Il riferimento iconico è vicino a “Lo chiamavano Jeeg robot”, con la città continua delle sue periferie, talmente brutte da sembrarci belle… (è Roma, ma potrebbe essere Torino); proporremo
Siamo andati in quartieri disagiati, in quartieri di periferia, per cercare quello che c’è di bello in un luogo che sembra distaccato dal mondo. Questa uscita ha lo scopo di far scoprire a noi e a voi le bellezze di questi posti, le opere d’arte che nascondono negli angoli bui… Siamo andati nei mercati per stare a contatto con le persone e capire meglio il luogo in cui vivono, e soprattutto quello che vivono. Abbiamo visto opere d’arte sui muri dei palazzi, chiese, mercati, manicomi abbandonati, edifici occupati… abbiamo fotografato tutto per farvi vedere che, in realtà, non sono dei “postacci” come vengono definiti da chiunque. Sì, non sono quartieri da centro storico… Ma quell’aria “vissuta”, un po’ in stile “ghetto”, è decisamente affascinante. Sono posti in cui si vivono realtà un po’ differenti, un po’ più “grigie” …ma sono quartieri da valorizzare, e sì anche da migliorare. Vanno conosciuti, vissuti. Perché sono sempre una parte importante della nostra città, e come il resto di essa devono avere la loro “importanza”.
CENA CON DELITTO
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CORSO
OPERATORE DELLA RISTORAZIONE - SERVIZI DI SALA E BAR
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Alessandria
Il progetto ha portato alla realizzazione di uno spettacolo teatrale “cena con delitto”, nato dalla collaborazione e integrazione fra diversi ambiti professionali del centro di formazione: ristorativo ed estetico-acconciatura. Obiettivo del progetto è stato portare i ragazzi a raggiungere due diversi risultati entrambi fondamentali allo sviluppo personale e professionale della persona: da una parte, attraverso il teatro, una consapevolezza circa l’importanza di competenze comunicative e sociali quali il rispetto dei tempi e la risoluzione di problemi; dall’altra, attraverso la messa in pratica delle conoscenze acquisite in aula e laboratorio, una verifica e uno sviluppo delle competenze tecnico professionali legate ai profili dei diversi percorsi di Qualifica.
Evento finale
FASI
1. progettazione dello spettacolo teatrale 2. pubblicizzazione e raccolta delle prenotazioni 3. Raccogliere informazioni sul menù e sulla ricette 4. Redigere il menù in formato elettronico 5. Pianificare la presentazione dei piatti 6. Pianificare l’allestimento sala a tema 7. Scegliere i vini da abbinare al menù 8. Progettare ed effettuare il servizio di sala (allestimento sala, tipo di servizio, allestimento decorazioni)
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9. Progettare ed allestire il servizio bar (caffetteria) 10. Riordino e pulizia dei locali ed attrezzature 11. Bilancio e valutazione
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INTERDISCIPLINARITÀ Laboratorio Sala/Bar; Informatica, Lingua italiana, Scienze Alimentari, Igiene
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Abbiamo realizzato questo progetto per dare modo ai ragazzi di interfacciarsi con il mondo del teatro, rimanendo comunque all’interno del loro ambito scolastico. Potersi rapportare con un cliente, non solo come cameriere, ma anche come attore pensiamo sia un passaggio importante di crescita che è servito a “sbloccare” i ragazzi più timidi e “rafforzare” quelli già più maturi. È stata un’ottima occasione per mettersi in gioco e lavorare in gruppo I punti di forza del progetto sono: • la comunicazione, tra i ragazzi stessi, con i docenti e con gli ospiti della serata • il lavoro di gruppo, portato avanti non solo attraverso le prove tra i personaggi, ma anche con il rispetto dei tempi teatrali, la creazione di materiale pubblicitario e informativo, l’organizzazione con la cucina e la sala, l’organizzazione tra i tempi di servizio e quelli di recitazione, il coinvolgimento di più docenti e materie per un progetto didattico completo. • legato al lavoro di gruppo c’è anche una condivisione di esperienza che ha portato senza dubbio a creare nuovi legami tra i ragazzi e consolidare quelli già esistenti • la passione e l’impegno da parte di più persone nel portare a termine il progetto con una scadenza e di fronte ad un pubblico/cliente. Durante le prove i ragazzi si sono divisi in gruppi per poter lavorare contemporaneamente su più fronti; chi provava la parte, chi preparava il materiale informativo e pubblicitario, chi si occupava delle scenografie. Diversi docenti sono stati coinvolti
Messa in scena dell’evento per curare i vari aspetti della rappresentazione (esposizione, movimenti, coordinamento con la sala, preparazione materiale e scenografie). Gli aspetti che più hanno funzionato sono stati proprio la condivisione di idee e azioni e i legami creati durante le prove e lo spettacolo.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Alice: Ci siamo occupati della progettazione dello spettacolo cimentandoci nella recitazione, nella preparazione degli abiti di scena e del materiale pubblicitario. In particolare io mi sono occupata della realizzazione del servizio della cena per le circa 80 persone che hanno aderito. Ho avuto la possibilità di svolgere un servizio che simulava una situazione lavorativa reale: mi sono dovuta rapportare con circa 80 clienti reali. Inoltre come gruppo classe abbiamo imparato ad essere uniti e a collaborare per raggiungere un obiettivo e per rispettare le scadenze. Quello che mi è piaciuto di più del progetto è stato il fatto che fosse un’esperienza del tutto nuova all’Enaip di Alessandria: c’erano molte aspettative che non sono rimaste deluse perché in effetti è stato un evento ben
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riuscito grazie anche alle numerose prove che abbiamo fatto in classe. Elena: Abbiamo organizzato una “Cena con delitto”, occupandoci di adattare un testo alle nostre esigenze, allestendo il materiale necessario allo svolgimento delle indagini dei partecipanti, preparando gli abiti e collaborando anche con il comparto di acconciatura ed estetica per quanto riguarda il trucco e le acconciature di scena; abbiamo curato tutti i dettagli! Recitando ho imparato a dialogare davanti a molte persone, sicuramente un’esperienza utile per il mio lavoro da barista/cameriera a contatto con il pubblico. Inoltre ho avuto la possibilità di collaborare con i miei compagnie ed ho imparato a lavorare insieme ad altri, avendo sempre preferito lavorare da sola. Abbiamo anche imparato ad assumerci la responsabilità di portare a termine un progetto così complesso. Quello che mi è piaciuto di più del progetto è che mi sono molto divertita con i compagni; mi è anche piaciuto molto recitare: non avevo mai provato a farlo prima.
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SNACK AND CO.
CORSO
OPERATORE AI SERVIZI DI VENDITA - classe 1°
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Nichelino
Il LaP è stato realizzato con l’obiettivo di far acquisire nozioni di educazione alimentare e incoraggiare la promozione della salute. È stato quindi attivato un processo informativo ed educativo articolato in più attività integrate tra loro volto a: • evidenziare il cambiamento delle abitudini alimentari e dei consumi • migliorare la consapevolezza degli/lle allievi/e sulle loro scelte alimentari e stili di vita • prevenire comportamenti a rischio nel rapporto con il cibo • rendere negli/lle allievi/e più consapevole il momento dell’acquisto dei vari prodotti alimentari • promuovere adeguate abitudini alimentari
FASI
1. Contestualizzazione in aula della tematica
2. Uscita didattica alla COOP (con presenza di un’animatrice) 3. Degustazione del prodotto snack con animatrice della COOP 4. Rientro in aula: brainstorming e riflessione individuale 5. Approfondimento tematico sull’argomento “alimentazione” con rimando ai contenuti delle materie: Elementi di igiene e sicurezza (microrganismi e contaminazioni alimentari, principi nutritivi, etichette dei prodotti alimentari, olio di palma, catena alimentare e metodi di conservazione, prodotti alla spina, imballaggi ed ecosostenibilità; Scienza: nutrienti, classificazione e composizione (proteine, glucidi, lipidi, vitamine, sali minerali); Gestione magazzino: creazione magazzino prodotti alimentari; Tecniche di imballaggio: etichettatura alimenti 6. Ricerche di approfondimento in piccoli gruppi 7. Visione video didattici 8. Produzione di una presentazione di sintesi in power point 9. Realizzazione di materiale promozionale /pubblicitario relativo al prodotto snack (produzione di un pieghevole a tre ante)
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11 Fase di Desktop Publishing 10. Realizzazione di poster tematici
INTERDISCIPLINARITÀ • UF coinvolte: igiene e sicurezza, scienze, gestione magazzino, tecniche di imballaggio, informatica, marketing. Finalità: far percepire agli/lle allievi/e l’importanza del tema da più angolature diverse.
METODOLOGIA
Il LaP è stato sviluppato con una didattica attiva, interdisciplinare, basata sull’apprendimento dall’esperienza
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la conoscenza di un nuovo prodotto e convincendo all’acquisto.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Evento di presentazione tramite compiti reali il cui senso è immediatamente percepibile dagli allievi. Si è inoltre operato in un’ottica che tiene conto dei principi fondamentali della pedagogia cooperativa, secondo i quali il formatore è un accompagnatore e un facilitatore di apprendimento e il rapporto tra il formatore e l’allievo/a è basato sul rispetto reciproco e la cooperazione.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Con questo progetto si è voluto operare nel campo della promozione aziendale al fine di attuare un approccio pratico-funzionale alle materie professionalizzanti del settore vendita. Il nostro progetto ha permesso agli studenti del secondo anno di realizzare materiale promozionale/pubblicitario relativo ad una specifica tipologia di prodotto: gli snacks. Attraverso la “simulazione d’impresa”, lo studente ha immaginato di essere a capo di un’azienda 34
produttrice e di dovere far conoscere i propri prodotti (in particolare una nuova linea) attraverso la redazione di un pieghevole a tre ante. Il docente di marketing ha supportato gli studenti e li ha guidati in ogni singolo passaggio del lavoro, dalla progettazione alla stampa. Agli studenti sono state richieste: creatività, flessibilità, intraprendenza, empatia, spirito d’iniziativa e motivazione. L’elaborato ha dovuto, non solo presentare l’azienda facendone conoscere la storia, la struttura e la filosofia, ma doveva contenere importanti informazioni circa il target dei consumatori ai quali l’organizzazione si rivolge, i prodotti che intende far conoscere, i relativi prezzi e le opportune promozioni. La grafica e le immagini, inoltre, sono il corredo opportuno dei testi e, per questo motivo, sono parte integrante del progetto. Ogni elaborato prodotto ha raggiunto gli obiettivi della promozione: ha stimolato la domanda, mirando
Abbiamo lavorato assieme per la costruzione di volantini pubblicitari di Snack, dolci e salati. Abbiamo immaginato di essere a capo di un’azienda produttrice di snack (o dolce o salato) e di dover far conoscere una nostra nuova linea di prodotti, realizzando una brochure pubblicitaria, attraverso un pieghevole a tre ante. Abbiamo imparato a leggere le etichette dei prodotti, il prezzo al chilo (e capire quindi quale fosse più conveniente). Abbiamo imparato ad usare un nuovo programma “Microsoft Publisher” per la creazione di volantini pubblicitari. È stato interessante capire anche in che modo la merce viene esposta negli scaffali del supermercato. Mi è piaciuto il fatto di lavorare in maniera creativa e di vedere realizzato un prodotto tutto mio. Mi ha divertito la parte fuori da scuola, dove, grazie all’aiuto di educatori della COOP siamo entrati nel supermercato per vedere i prodotti e fare una sorta di “caccia al tesoro”. Mi è piaciuto esprimere la mia creatività nella realizzazione di materiale pubblicitario. Ho alzato la mia media scolastica nelle materie professionalizzanti realizzando qualcosa di pratico.
ORTO DIDATTICO
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CORSO
OPERATORE MECCANICO; PAL - GIARDINAGGIO; FAL AIUTANTE AREE VERDI
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Rivoli
Il LaP ha visto la realizzazione di un orto urbano. Il LaP ha trattato l’intero processo dalla semina alla raccolta in regime bio, con l’utilizzo di materiali di riciclo. Gli allievi hanno potuto sperimentare conoscenze scientifiche e sviluppare la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali, della bio-diversità, del riciclo, attraverso la realizzazione e la cura di un orto, imparando a cogliere e a rispettare i diversi ritmi e tempi della natura, approfondendo i seguenti aspetti: • la conoscenza dei cicli produttivi, della stagionalità e delle modalità di consumo, la promozione di un’adeguata alimentazione che preveda anche il consumo di prodotti ortofrutticoli freschi; • la valorizzazione delle biodiversità colturale e culturale del territorio; • la salvaguardia di tradizioni, usi ed espressioni delle generazioni passate;
Presentazione del LAP • collegamento con i progetti di educazione al consumo offerti dalla COOP. La realizzazione e la cura dell’orto ha offerto ai ragazzi la possibilità di scoprire tempi e ritmi della natura e cogliere il forte legame che ci lega a ciò che mangiamo. La pratica dell’orto consente infatti di trasmettere alle nuove generazioni, attraverso il conoscere, sperimentare, utilizzare e riciclare, il senso di interdipendenza uomo-natura, la circolarità delle relazioni nell’ecosistema, arrivando a sviluppare una vera e propria coscienza ecologica. Le attività risultano essere un’importante opportunità per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: • favorire e aumentare la qualità della relazione
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all’interno del gruppo classe e della comunità scuola attraverso il coinvolgimento in un’esperienza concreta e condivisa; • rinforzare la consapevolezza di sé e del proprio ruolo attraverso l’impegno in un’attività che conduce alla raccolta dei “frutti” del proprio lavoro; • consolidare l’acquisizione di alcuni concetti/categorie
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temporali quali: durata, ciclo, stagionalità. • condividere emozioni e riflessioni legate sia al lavoro nell’orto, sia al consumo dei suoi prodotti; • sviluppare abilità manuali e di messa in pratica di conoscenze teoriche; • sviluppare il pensiero logico interdipendente; • riflettere sulle proprie storie locali e familiari.
FASI
1. Due incontri di informazione (logistica-organizzativa)/formazione (tecnica) con i docenti 2. Due incontri con gli allievi coordinati dal docente che segue il percorso dalla semina alla raccolta in regime bio, con l’utilizzo di materiali di riciclo che potranno essere proposti dagli stessi allievi coinvolti 3. Predisposizione materiali 4. Piantumazione nell’orto 5. Realizzazione del materiale di documentazione del LaP effettuato 6. Mostra didattica aperta alle famiglie e al territorio e festa finale con la presentazione e l’utilizzo dei prodotti raccolti dall’orto (l’orto della socialità)
Presentazione dei cartelloni
L’esperienza diretta dell’orto è un mezzo trasversale che costruisce relazioni tra allievi, famiglie e il territorio che, opportunamente coinvolto, riesce così a trasformarsi in comunità educante.
alcuni aspetti dell’agricoltura, partendo dalla semina degli ortaggi. Inoltre il progetto vuole includere categorie di utenti con caratteristiche diverse (fal e pal) ponendo l’accento sugli aspetti di condivisione (visita presso l’orto Enaip con disabili e migranti). Dal momento che le attività prevedono l’impiego di materiali riciclati e riciclabili si vuole porre l’accento nell’educazione al riuso e al rispetto per l’ambiente. Le metodologie di insegnamento hanno come scopo la realizzazione di vaseria alternando il gioco e le attività pratiche, per cui I bambini sono particolarmente interessati ed impegnati. Lo scopo è quello di far ottenere loro degli esemplari di piantine da curare, che rappresentano un impegno costante. Ha funzionato il coinvolgimento di tutti, la pratica e l’ottenimento di piantine che poi sono state portate a casa, frutto concreto del progetto.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
INTERDISCIPLINARITÀ
Il progetto nasce dall’idea di sensibilizzare I bambini, fin dalla giovane età, sulle tematiche agricole ed ambientali. Il progetto ha come scopo far conoscere
Enrico: “Del progetto mi è piaciuto tutto perché penso che sia una cosa semplicemente giusta visto la gioia dei piccolini nel partecipare, l’unica cosa che
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mi è spiaciuta è che ogni volta che venivano, il giorno dopo o veniva un acquazzone o un sole torrido che danneggiava il loro lavoro”. Emmanuel: “Con i bambini ho piantato delle piante nel giardino della nostra scuola. Ho imparato la potatura e ho capito che mi piacciono i bambini perché erano molto intelligenti. Mi sono divertito a stare con i bambini, ho imparato qualcosa di nuovo. Mi piacerebbe lavorare come giardiniere”. Nicola e Osvaldo: “L’anno scorso abbiamo partecipato alla giornata di conclusione del progetto “L’orto didattico con gli allievi dell’ENAIP”. Durante i mesi dell’anno abbiamo lavorato con i nostri insegnanti sulla tematica dell’ambiente e preparato dei cartelloni per spiegare ai bambini il riciclo ed il rispetto dell’ambiente anche nell’agricoltura, l’importanza di una sana alimentazione, facendo attenzione a che i prodotti alimentare non vengano a contatto con sostanze nocive. È stato interessante interagire con i bambini, eravamo noi dall’altra parte e ci ascoltavano attenti.” 37
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NON È POI COSÌ MALE CORSO
OPERATORE AI SERVIZI DI PROMOZIONE ED ACCOGLIENZA - STRUTTURE RICETTIVE classe seconda
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Cuneo
CREAZIONE DI UN’INSTALLAZIONE SULLA TEMATICA DELLA DISCRIMINAZIONE - Il LaP, realizzato nell’ambito del concorso “Dall’immigrazione ai diritti”, ha l’obiettivo di: • far riflettere sulle tematiche di attualità quali immigrazione, accoglienza, diritti e doveri degli immigrati e dei cittadini italiani nei loro confronti, razzismo • sollecitare negli allievi e nelle allieve un pensiero positivo di rispetto della differenza e di accoglienza • assicurare loro un arricchimento cognitivo e personale, un ampliamento dell’orizzonte culturale a cui collegare l’intero processo di apprendimento, promuovendo una conoscenza che non si chiuda in forma di “apartheid cognitivo” ma che accetti operazioni di confronto, rilettura, innesti di nuovi saperi, comparazioni e mescolamenti con altre realtà culturali.
Presentazione dell’installazione
FASI
1. Brainstorming e riflessione sulla tematica 2. Partecipazione al convegno “Parole tra continenti” 3. Raccolta della testimonianza diretta di immigrati 4. Progettazione dell’installazione che da realizzate (disegno e verifica di fattibilità) 5. Realizzazione dell’installazione con la carta pesta utilizzando colla a caldo, strisce di carta di giornale, cartoni, immagini, scritte, colla vinavil, tempere, taglierino. 6. Realizzazione di fotografie di volti di allievi di origini straniera presenti a scuola
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7. Realizzazione di una traccia audio con slogan o canzone rap relativa alla tematica del concorso
INTERDISCIPLINARITÀ Tra le materie collegate alle competenze di base e alle competenze tecnico-professionali.
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METODOLOGIA
Sono stati utilizzati più metodi in integrazione tra loro: • il metodo narrativo, che fa leva sul racconto in prima persona delle storie di vita dei ragazzi; • il metodo comparativo che mette a confronto due o più narrazioni, sguardi, versioni su uno stesso argomento; • il metodo decostruttivo, o meglio di “auto-decostruzione” in quanto a ognuno è stato chiesto di decostruire ciò che vi è di inaccettabile nella propria cultura di appartenenza; • il metodo di decentramento (o dei punti di vista) per imparare a considerare il proprio modo di pensare non l’unico possibile o l’unico legittimo ma uno fra molti; • il metodo dell’azione (o pedagogia dei gesti) perché l’educazione interculturale oltre alle conoscenze e agli atteggiamenti deve saper valorizzare anche i gesti, le azioni, i comportamenti, ossia la via pragmatica dell’educazione alla cittadinanza attiva. Per formare “menti più accoglienti” e sostenere atteggiamenti interculturali è importante anche promuovere iniziative e azioni; • il metodo della via ludica, perché Il gioco, la musica, l’espressione creativa, sono strumenti importante anche per l’educazione interculturale.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Lo stimolo per la creazione di un’installazione sulla tematica della discriminazione è arrivato via mail con la proposta di partecipare a un concorso di idee per la realizzazione di materiali sul tema “Dalle discriminazioni ai diritti” volto a sensibilizzare la cittadinanza contro le discriminazioni razziali nei confronti
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dei cittadini e delle cittadine di Paesi terzi. I docenti del corso hanno accolto la proposta con interesse, che nella condivisione con gli/le allievi/e è diventato entusiasmo contagioso. All’inizio allievi/e e formatori hanno messo a confronto pensieri e idee; poi i/le ragazzi/e hanno attivato delle ricerche per approfondire la tematica, intervistato allievi/e stranieri/e del CSF di età diversa, hanno letto stralci di libri e articoli. Le idee sono via via maturate e si è definito il messaggio antidiscriminatorio che si voleva lanciare. I/le ragazzi/e volevano parlare di un contesto che conoscono bene, quello scolastico: ambiente dove imparano che la diversità è ricchezza e che nella quotidianità la parità di trattamento e la positiva convivenza consentono di “stare bene” in aula. La classe ha deciso di partecipare al concorso con un’installazione in carta pesta. “Sporcandosi le mani” hanno espresso la loro creatività, imparato a confrontarsi con gli imprevisti e con l’aiuto dei formatori hanno messo in atto azioni di problem solving. La soddisfazione è cresciuta mano a mano che il traguardo diventava prossimo: l’installazione ha preso forma, colore e voce. Particolare attenzione è stata rivolta alle modalità di comunicazione e relazione, al monitoraggio del clima di lavoro e allo sviluppo delle capacità di analisi e di decisione. L’applicazione della pedagogia cooperativa è stata fondamentale per la realizzazione di questo LaP, che è stato un’ottima occasione di team building. Quando si partecipa a un concorso si dice “l’importante è partecipare” ma in questo caso abbiamo anche vinto nella sezione Installazioni.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
La nostra generazione può essere paragonata ad un grande mosaico, a un puzzle speciale. Ciascuno di noi è parte di un
tutto, di una società, di una comunità, ma nella sua individualità ciascuno è complesso, speciale, prezioso, diverso. La particolarità di ciascuno di noi rende unica la totalità del puzzle a cui apparteniamo, trasformandolo in una vera e propria opera d’arte. In alcune parti del mondo, il melting pot, cioè l’integrazione di più culture, lingue, ideologie ed etnie è ormai alla base della società. In Italia, invece, il tentativo di miscelare le diversità è una necessità e volontà più recente. La nostra scuola è un micromondo di integrazione in cui si incrociano ogni giorno compagni di provenienza, colore della pelle e idee diverse. Molti allievi sono nati in Italia o vivono in Italia dai primi mesi di vita, per scelta dei propri genitori che hanno scelto di lasciare i propri paesi di origine per un futuro migliore per i propri figli, per una maggiore libertà di espressione , per un riscatto sociale nella speranza di ottenere nuovi diritti, tra cui il diritto di essere rispettati nonostante le differenze, il diritto di un lavoro onesto e dignitoso, il diritto alla libertà, il diritto allo studio, con la speranza di trovare una porta aperta, un senso di sana accoglienza e di tornare a sognare. La seconda generazione di immigrati che hanno scelto l’Italia per la propria vita futura aspira ad un mondo a ritmo di integrazione, passioni comuni ed amicizie speciali. Abbiamo voluto rappresentare la seconda generazione di immigrati nel nostro mondo EnAIP in una vera opera d’arte moderna andando al di là della diversità apparenti di ognuno di noi allievi ed evidenziando le emozioni che ci rendono simili (cubo di Rubik), le passioni che ci legano, come la musica che usiamo per comunicare ciò in cui crediamo (diffusa attraverso un grande il megafono) e il senso di appartenenza al nostro mondo scuola che ci inorgoglisce (logo ENAIP realizzato con il nome di tutti gli allievi dei Paesi Terzi).
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DIFFERENZIALE
CORSO
OPERATORE ALLA RIPARAZIONE DEI VEICOLI A MOTORE - classi 2°
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Cuneo
L’obiettivo del LaP è di illustrare il principio di funzionamento di un differenziale tradizionale facendo sperimentare agli allievi una didattica attiva, interdisciplinare, basata sull’apprendimento dall’esperienza tramite compiti reali il cui senso è immediatamente percepibile e volta a perfezionare le capacità di lavoro manuale.
FASI
1. Visualizzazione di un filmato tecnico inerente il modello da realizzare per la contestualizzazione dell’argomento 2. Realizzazione da parte degli allievi di una bozza quotata del differenziale 3. Reperimento materiali (cuscinetti, dadi, perni filettati, legno, supporti in acciaio, copertoni) 4. Costruzione del modello con i seguenti strumenti: seghetto, maschio per
Fase di realizzazione del differenziale filettare, punta tracciante, trapano, cartavetro, chiodi, calibro 5. Prova di funzionalità 6. Elaborazione di una presentazione con strumenti multimediali 7. Presentazione alle famiglie
INTERDISCIPLINARITÀ Il Lap è interdisciplinare perché coinvolge sia i docenti delle materie teoriche, sia i docenti di pratica.
confronti della conoscenza sulla base della curiosità e della sfida.
IL RACCONTO DEI DOCENTI Il progetto del simulatore di un differenziale si è proposto essenzialmente tre scopi: • dimostrare il funzionamento di un componente la cui comprensione, decisiva ai
METODOLOGIA
La didattica laboratoriale consiste in un metodo che chiede di passare dall’informazione alla formazione, incoraggiando un atteggiamento attivo degli allievi nei
LAP-TOP - SELEZIONE DEI LAVORI A PROGETTO
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fini dell’apprendimento della trasmissione, risulta spesso ostica a livello teorico e poco fruibile a livello pratico • comporre un differenziale “aperto” montato su un supporto che ne permettesse l’utilizzo in classe al fine di poterne disporre durante le lezioni future • creare l’opportunità di mettere in atto le competenze pratiche acquisite nel biennio per costruire ex novo, a partire da materiali grezzi, un oggetto funzionante. Il progetto ha destato un immediato interesse da parte degli allievi che, nello studio dello sterzo hanno “incontrato” il differenziale a livello teorico senza però averne sviluppato il funzionamento meccanico (questo argomento si svolge infatti in al 3° anno, dopo aver studiato il cambio). L’idea di base è stata quella di dimostrare che anche un componente apparentemente complesso, se scomposto nelle sue parti essenziali e assemblato con criterio, può essere realizzato in modo artigianale in una versione “simulata” del tutto funzionante. Il lavoro è stato preceduto da una lezione teorica sul differenziale “open” e dalla visione di due video; il secondo filmato, in particolare, mostrava la costruzione “passo passo” di un differenziale seguendo una procedura di composizione simile a quella poi utilizzata in laboratorio. La realizzazione pratica ha comportato notevoli difficoltà soprattutto nel campo della misurazione e della comunicazione; realizzare degli ingranaggi semplificati in grado di trascinarsi correttamente ha richiesto una misurazione molto precisa delle altezze di ciascun “dente”, perno e supporto e dunque la completa padronanza nell’utilizzo di appositi strumenti (calibro, micrometro, comparatore etc.) oltre alla necessità di una corretta comunicazione tra gli alunni incaricati di misurare, di segare i componenti, di assemblarli, forarli, rifinirli e così via. L’attività, pensata sulla base dei criteri di pedagogia cooperativa,
ha senza dubbio aumentato le capacità di collaborazione tra gli alunni che l’hanno portata a termine con successo ed esibita alle famiglie con orgoglio.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Per la presentazione del capolavoro del 2016/17 la scelta cade sul differenziale. Siamo meccanici, si fa roba seria, qui. Il prof Mauro spende un po’ di tempo in aula a spiegarci di nuovo che cos’è. A metà dell’espressione “rotismo epicicloidale” Marro crolla addormentato sul banco. Con il prof Dalmasso guardiamo un video, dal quale estrapoliamo un disegno. Brao e Borello, coppia d’oro della matita, trasportano fedelmente su carta il piano. L’ingegnoso Lovera si dà all’elenco del materiale. Già che c’è ci infila pure un panino al prosciutto, ma il prof se ne accorge e lo depenna dalla lista. Parte del materiale proviene dai vecchi banchi di scuola; qualcosa viene recuperato dal trittico Othmane-Samake-Bouadid: nulla sfugge ai loro acuti sensi. Il resto viene acquistato – Eridon si offre di “facilitare l’acquisizione”, ma no, grazie, va bene così, usiamo i soldi ‘sta volta. Prof Mauro ci divide in gruppi. La squadra Cugini di Campagna, formata da Regis, Occelli e Sola, prende le misure per tagliare, segare e trapanare. Di quest’ultima operazione si occupa la bicipite aquila albanese: Hysa e Hilaj, toni sporco e cappello in testa, trapanano qualunque cosa gli capiti a tiro. La vespa del prof Verri corre un grosso rischio, essendo parcheggiata da quelle parti. L’operazione successiva consiste nel saldare i pezzi. Allal si fa avanti. “Ci penso io,” dice. Il prof gli allunga la maschera, ma lui sorride. “Non serve, prof.” Prof insiste: è il regolamento. Un attimo dopo una sottile e pressoché invisibile patina di stagno ricopre le varie parti. Anche un po’ la vespa di Verri, ma lui non se ne accorge.
LAP-TOP - SELEZIONE DEI LAVORI A PROGETTO
Verifica con il docente di laboratorio Pausa. Intervallo. Caffè e cioccolata calda come se non ci fosse un domani. Bongiovanni, perplesso, nota l’assenza degli ingranaggi. Non fa niente, useremo barre filettate per simularli, pensa scrollando le spalle. Maccario e Guarnieri, noti nei bassifondi di Cuneo come Mimì & Cocò, si incaricano di trovare e assemblare i cuscinetti. Curiosamente quelli più grossi assomigliano ai cuscinetti della vespa del prof Verri. Ancoriamo il differenziale al supporto di ferro, a sua volta avvitato su un piano di legno. Non vuole saperne di stare su. Bestemmiando e smadonnando come uno scaricatore di porto di Napoli a fine giornata, Giuliano ne ha infine ragione. Dominguez, vicerè del Perù in visita in Italia, fissa poi le ruote sull’albero con dei bulloni. Zungri osserva soddisfatto il lavoro. Mani in tasca tutto il tempo, a un certo punto si accorge che le ruote non stanno su, e gli viene la brillante idea di inserire delle manopole per tenerle al loro posto. Gabutto, pignolo e perfezionista, carteggia e ripulisce il tutto. È fatta: il differenziale è pronto per l’esposizione alle famiglie. Annuiamo soddisfatti quando il prof lo mette in funzione. La realizzazione ha preso alcune settimane, ma il risultato è di gran lunga superiore alla somma delle singole operazioni.
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CASSETTA PER GLI ATTREZZI
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CORSO
OPERATORE DI IMPIANTI TERMO-IDRAULICI – classe prima
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Cuneo
L’obiettivo di questo LaP è quello di far applicare le conoscenze tecnico-professionali teoriche apprese in aula e di tradurle in e abilità tecnico-professionali pratiche. Il gruppo classe è suddiviso in piccoli sottogruppi, in modo tale che ogni sottogruppo gestisca direttamente una parte della realizzazione del modello di differenziale e ciascun allievo possa contribuirvi attivamente. Il ruolo del formatore è di accompagnatore e facilitatore di apprendimento e il rapporto tra il formatore e l’allievo/a è basato sul rispetto reciproco e la cooperazione.
FASI
1. Presentazione al gruppo classe del LaP, dei suoi obiettivi formativi e delle attività previste 2. Divisione in sottogruppi, assegnazione dei compiti,
Disegno della cassetta
3. Presentazione del docente degli strumenti e definizione dei tempi di lavoro 4. Elaborazione da parte degli allievi delle schede del disegno 5. Lavoro di preparazione delle parti da assemblare e assemblaggio 6. Elaborazione da parte degli allievi della relazione tecnica e della fattura 7. Valutazione da parte dei docenti 8. Autovalutazione degli allievi sul lavoro svolto.
di applicare in modo trasversale abilità e conoscenze apprese dal punto di vista teorico quali il disegno per la realizzazione grafica del manufatto, l’italiano per la realizzazione della relazione finale, la matematica per il calcolo dei costi a situazioni realistiche e quindi più coinvolgenti.
INTERDISCIPLINARITÀ Il Lap è interdisciplinare perché coinvolge sia i docenti delle materie teoriche, sia i docenti di pratica e permette
LAP-TOP - SELEZIONE DEI LAVORI A PROGETTO
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METODOLOGIA
Il LaP ha utilizzato una didattica laboratoriale che ha posto al centro dell’esperienza l’allievo rendendolo “protagonista” e che si basa sulla motivazione, sulla curiosità, sulla partecipazione, sull’apprendimento personalizzato e sul metodo della ricerca, sulla socializzazione e sulla solidarietà.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
La scelta di realizzare questo lavoro a progetto è dovuta a diverse ragioni. Un primo motivo riguarda la possibilità di far realizzare ai ragazzi un oggetto che potranno portare a casa e utilizzare concretamente con la loro attrezzatura. Una seconda ragione è legata alla possibilità data agli allievi di dimostrare ai propri genitori le capacità utilizzate per il lavoro svolto; soprattutto questa aspetto – il poter dimostrare quanto sono capaci e quanto valgono - ha spinto i ragazzi a lavorare nel migliore modo possibile. Dal punto di vista didattico, l’attività ha permesso di far applicare agli allievi le abilità pratiche che hanno acquisito in laboratorio riferite a lavorazioni al banco e lavorazioni di lattoneria. I singoli allievi e i sottogruppi e sono stati incoraggiati a collaborare tra di loro, ad aiutarsi reciprocamente e a valutare la riuscita del proprio lavoro. Anche se suddivisi in gruppi ogni allievo ha realizzato e portato a casa la propria cassetta.
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Al di là del risultato finale alcune cassette chiudevano meglio di altre - i ragazzi sono stati impegnati per diverse ore di corso; questo ha permesso ai docenti di ricalibrare e rispiegare alcuni concetti tecnici, e agli allievi di provare più volte ad eseguire semplici lavorazioni manuali ma soprattutto di confrontarsi con i docenti nelle diverse fasi di realizzazione del manufatto, di condividere attrezzatura con i compagni e di non sprecare materiale. L’interdisciplinarietà è parte della metodologia è una delle più importanti caratteristiche del LaP, perché permette ai docenti di lavorare in gruppo fin dalla fase di progettazione, in quella di realizzazione e poi nella fase finale di valutazione e come gruppo di essere più forti nel ruolo di sostegno all’apprendimento degli allievi e garanzia del loro successo formativo. Questo tipo di attività interdisciplinare permette anche ai ragazzi di lavorare insieme, di confrontarsi e di stabilire tra loro linee di comunicazioni che favoriscono momenti di scambio di informazioni, di mutuo sostegno e di feedback reciproco e costruttivo.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Per svolgere al meglio questo lavoro è stato necessario esercitarsi a lungo con le forbici. La lamiera è stata piegata utilizzando una piegatrice per i lati più lunghi e pinze apposite per gli altri lati.
Il lavoro successivo è stata la battitura di tutti i bordi precedentemente piegati, utilizzando un martello di legno ed uno di ferro, per assottigliare i bordi il più possibile e limitare il rischio di tagliarsi con la lamiera. Per dare la forma alla cassetta è stato necessario realizzare delle piegature interne. La lamiera è stata segnata su ogni lato ogni 4 cm circa, utilizzando una punta in ferro; qui punzonata usando il martello e inserendo i rivetti per assemblare e fissare il tutto. Il coperchio è formato da due rettangoli, fissati con una cerniera lungo i lati più lunghi della cassetta. Sono stati inseriti la maniglia ed i ganci per chiudere. In seguito, ogni cassetta è stata personalizzata e decorata con pezzi ritagliati nel rame. Il lavoro svolto in laboratorio ha permesso di imparare a tagliare in modo corretto e preciso la lamiera, cosa che inizialmente buona parte di noi ha reputato difficoltosa. Inoltre, il compito assegnato ha dato modo di utilizzare l’attrezzatura che in futuro sarà utile per svolgere la professione. Abbiamo apprezzato la collaborazione tra di noi e con l’insegnante di laboratorio, per la buona riuscita del progetto. Siamo stati molto contenti di poter mostrare alle nostre famiglie che cosa siamo riusciti a realizzare con le nostre mani e i complimenti da loro ricevuti ci hanno gratificati.
RISTORANTE DIDATTICO
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CORSO
OPERATORE DELLA RISTORAZIONE
CSF
CFP Alberghiero di Acqui Terme Il Ristorante Didattico è un luogo dove la formazione del settore Alberghiero ristorativo si mette in gioco avvicinandosi al mondo del lavoro. Quella messa in piedi dal Centro di Acqui è un’iniziativa finalizzata a promuovere ed accrescere le competenze dei ragazzi, dando loro l’opportunità di confrontarsi con la realtà operativa e sperimentando l’attività di un vero e proprio ristorante. Un’esperienza difficilmente proponibile in un normale contesto scolastico, tradotta in una vera e propria impresa ristorativa. L’idea è stata quella di realizzare un ristorante all’interno del centro di formazione per un periodo limitato dove tutto è organizzato e seguito dagli/ lle allievi/e: dalla composizione dei menu, agli ordini delle materie prime, dalle prenotazioni, alla preparazione dei piatti in cucina, dal servizio in sala al il controllo dei costi. La gestione del ristorante è un ulteriore arricchimento dell’apprendimento professionale, affiancato alle lezioni teoriche,
Un gruppo di lavoro pratiche e al tirocinio. I docenti di sala e cucina affiancano, osservano, accompagnano e valutano tutto il processo. Il Ristorante Didattico ha un numero ridotto di clienti (circa 25 coperti) ed è organizzato in orario diurno e scolastico; si avvale della collaborazione dell’Assoalbergatori e di alcuni ristoranti dell’acquese per concordare con loro alcune serate a tema, coinvolgendo, ove possibile, più locali, nella preparazione di piatti tipici del loro menu; il tutto per continuare quel processo di profonda collaborazione e sinergia con il territorio.
LAP-TOP - SELEZIONE DEI LAVORI A PROGETTO
FASI
Alla conduzione del Ristorante Didattico nel corso dei pranzi si alterneranno classi diverse; i/le ragazzi/e si propongono per dimostrare le loro capacità mettendo in pratica le loro conoscenze teoriche: la composizione del menù, gli ordini, la previsione dei volumi di vendita, la gestione del magazzino, il budget e il costo
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pasto, il rispetto delle norme igieniche, l’allestimento dei tavoli, l’abbinamento cibo-vino, sino al servizio ed alla presentazione dei vini. L’esperimento simula l’attività ristorativa attraverso esercitazioni svolte tra gli/le allievi/e, dove talvolta manca in qualità di ospite il “cliente”: avere una clientela autentica che degusta il menu preparato dagli allievi- cuochi, che commenta le presentazioni e il servizio degli allievi di sala-bar, è un passo avanti notevole nel migliorare la qualità della formazione alla professione in questo settore.
METODOLOGIA
La metodologia è quella dell’impresa formativa, che utilizza in modo naturale il problem solving, il learning by doing, il cooperative learning ed il role playing, costituendo un valido strumento per l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Con essa si riproduce una vera e propria impresa ristorativa che consente agli/ lle allievi/e di apprendere nuove competenze sotto il profilo operativo, rafforzando quelle conoscenze e competenze apprese nel percorso formativo, apprendendo attraverso il fare (action-oriented learning).
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il CFP ha sperimentato già da due anni l’introduzione del ristorante didattico come attività di formazione professionale. La realizzazione di questo progetto ha permesso agli allievi di mettersi in gioco avvicinandosi al mondo del lavoro. Il ristorante didattico non è inteso come la realizzazione di una attività commerciale, ma quello di creare all’interno del Centro un ristorante aperto al pubblico per un periodo di tempo limitato , durante
il quale gli studenti si muovono e agiscono in qualità di organizzatori e gestori dell’attività ristorativa. I punti di forza di tale progetto sono senza dubbio, in primo luogo il rapporto diretto con il cliente, in quanto l’allievo si confronta ed agisce, non tanto come stagista, ma come artefice e realizzatore del prodotto offerto e servito all’ospite. La presenza di clienti veri (e non la simulazione quotidiana con compagni o docenti), che sceglie i piatti in un menu alla carta, li assaggia, li giudica e ne sottolinea le eventuali criticità, costituisce un notevole punto di forza per il prosieguo dell’attività stessa. In secondo luogo il ristorante pedagogico deve essere considerato un momento esclusivamente didattico svolto all’interno dell’ambiente scolastico, e che, pur mantenendo la sua fondamentale caratteristica di apertura verso un pubblico esterno, non deve mai apparire ed essere in concorrenza con la realtà ristorativa del territorio, ma, al contrario, un arricchimento dell’offerta formativa. Gli allievi coinvolti in questa attività sono quelli delle classi terze di sala e cucina e gli allievi del quarto anno di tecnico professionale di cucina. La scelta è caduta sugli allievi degli ultimi anni, sia perché hanno acquisito competenze professionali idonee alla realizzazione del progetto, sia perché, effettuando il periodo di stage, hanno la possibilità di esercitare un primo, anche se guidato, approccio al mondo del lavoro nell’ambito ristorativo. Tutte le aree disciplinari sono state coinvolte nel progetto e i docenti teorici hanno lavorato in modo proficuo e parallelo con i docenti dell’area pratica, ognuno nella proprie competenze:la parte riferita alla comunicazione intesa come accoglienza e congedo del cliente, anche in lingua straniera, in lingua straniera sono stati tradotti i vari menu, in informatica è stata data ai menu una veste grafica originale, le scienze alimentari hanno dato loro gli strumenti per conoscere ed utilizzare i vari alimenti in modo corretto e in ultimo, ma non ultimo, la conoscenza dell’amministrazione alberghiera,
fondamentale per la gestione delle comande, del servizio e del conto.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Il progetto a cui abbiamo partecipato è il “Ristorante didattico”. È stato ed è tuttora un progetto molto interessante e per noi studenti molto coinvolgente, in quanto abbiamo la possibilità in primo luogo di conoscere la reale organizzazione di un vero e proprio ristorante, e in secondo luogo di creare un menu alla carta, comprendente una scelta tra antipasti, primi e secondi piatti e dolci. La cosa principale e decisamente la più importante è stata la possibilità di imparare a lavorare in squadra, rispettando la gerarchia dei ruoli all’interno della brigata di cucina, senza creare confusione aiutando il compagno in caso di difficoltà. Inoltre è stato utile ed interessante lavorare alla preparazione dei piatti cotti e dressati al momento e gestire la capacità di lavorare in situazioni di stress. Anche se alcuni di noi hanno avuto esperienze lavorative nel settore ristorativo, tutti quanti noi abbiamo apprezzato la capacità di creare un lavoro di squadra, che è fondamentale in questo settore professionale. Per molti è stato anche a volte “divertente” eseguire impiattamenti creativi e fantasiosi, due qualità imprescindibili nell’attività culinaria. In ultimo, ma non ultimo, è stato per noi interessante e coinvolgente aver potuto entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro e dell’ospitalità e capire come funziona un vero e proprio ristorante. Anche gli allievi della 3° Sala/Bar hanno espresso le stesse opinioni al riguardo, aggiungendo, però, che per loro è stato decisamente proficuo e arricchente il contatto diretto con il reale cliente ed è stato emotivamente coinvolgente tutta la gestione del servizio dal momento dell’accoglienza, la presa della comanda, le risposte alle domande del cliente sul menu e sui piatti serviti, fino al congedo e alla stesura del conto.
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SAFETY FIRST
CORSO
OPERATORE MECCANICO M.U. A C.N.
ANNO FORMATIVO 2016/17
CSF ENAIP Acqui Terme
INTEGRAZIONE DI COMPETENZE TECNICO-PROFESSIONALI IN AMBITO MECCANICO/ ELETTRICO E PREVENZIONE E SENSIBILIZZAZIONE IN AMBITO SICUREZZA. Il LaP è incentrato su un’attività di laboratorio improntata da operazioni di taglio, preparazione, lavorazione su M.U. e successivo assemblaggio dei particolari attraverso aggiustaggio e montaggio. La realizzazione ha visto coinvolti 6 piccoli gruppi composti da 3/4 allievi ai quali sono stati assegnati una fresatrice e un tornio per il ripristino e l’adeguamento delle protezioni antinfortunistiche. Il Lap ha l’obiettivo generale di consolidare non solo conoscenze e competenze tecniche, ma anche competenze trasversali come apprendere correttamente la sequenza operativa necessaria per realizzare il progetto in tutti i suoi passaggi, il rispetto delle tempistiche, il riconoscimento dei ruoli e la collaborazione
Fase di realizzazione dell’opera all’interno del gruppo di lavoro. Gli obiettivi specifici: • sviluppare processi di apprendimento diversi e più autonomi (non solo quello per ricezione, ma anche per scoperta, per azione, per problemi, ecc.) • garantire un’offerta formativa personalizzabile (l’allievo che non impara con un metodo, può imparare con un altro) • promuovere e/o consolidare l’interesse e la motivazione degli allievi.
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FASI
1. Presentazione alla classe del modello da ripristinare e definizione delle modalità operative (lavoro a piccoli gruppi) 2. Elaborazione della documentazione di progetto
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(disegno dei particolari, descrizione dei cicli di lavoro) 3. Realizzazione supporti teorici 4. Realizzazione pratica degli adeguamenti 5. Elaborazione della relazione finale sul processo di lavoro 6. Verifica funzionale e valutazione della documentazione 7. Autovalutazione degli allievi 8. Valutazione dei docenti.
IL RACCONTO DEI DOCENTI
Il Lavoro a progetto nasce dalla necessità di diffondere fra gli allievi l’importanza della sicurezza in ambito lavorativo e nello specifico per l’utilizzo di macchine utensili. I docenti del laboratorio meccanico ed elettrico hanno lavorato congiuntamente mettendo in pratica una didattica fortemente integrata fra i due settori. Il laboratorio meccanico si è occupato delle connessioni meccaniche: barriere, protezioni rialzate, cerniere, serrature. I ragazzi, a gruppi di tre, hanno lavorato ad una macchina e hanno individuato insieme al docente il modo per adeguare il livello di sicurezza delle macchine destinate a questa attività di progetto. Tutte le protezioni sono quindi state rialzate, hanno inoltre fatto ricerche, disegni particolari e poi meccanicamente ordine di materiali, tempi di lavoro, diari di bordo, sequenze di lavoro…. adesso le macchine hanno delle barriere molto più alte che arrivano anche a coprire gli occhi. Nel laboratorio elettrico, invece, a partire dagli schemi elettrici delle macchine si è rivisto il sistema sicurezza e abbiamo preparato su 2 macchine una piccola implementazione di collegamenti elettrici mentre per una macchina, la segatrice a nastro, abbiamo completamente rifatto l’impianto. La fase di montaggio del quadretto elettrico, ha visto i ragazzi divisi in squadra occuparsi di una parte della realizzazione. Il bello dell’esperienza è che le macchine erano tre i ragazzi erano in 18 e sono riusciti bene ad organizzarsi in squadra. I ragazzi hanno preso coscienza del fatto che operando tecnicamente in modo elettrico 52
sulle macchine si lavora in sicurezza: se questo lavoro non viene fatto la macchina non sarà sicura e questo è importante e talvolta dai ragazzi sottovalutato. Anche la parte elettrica contribuisce a ridurre il fattore rischio e ad aumentare la sicurezza grazie alle protezioni che sono state inserite. I ragazzi hanno potuto così comprendere che lavorare in sicurezza è importante ed è fortemente collegato ai lavori operativi e tecnici fatti sulle macchine sia a livello meccanico che elettrico.
IL RACCONTO DEGLI ALLIEVI
Il progetto che ci è stato assegnato lo scorso anno ha previsto il ripristino e l’adeguamento delle protezioni antinfortunistiche su macchine utensili. Per svolgere il lavoro a progetto siamo stati divisi dal docente di Laboratorio Meccanico in piccoli gruppi da 3 persone al fine di svolgere il lavoro sviluppando e integrando le diverse capacita di ciascun allievo e per poter interscambiare le conoscenze divertendoci e imparando. Tutti insieme, chi più e chi meno abbiamo usato le macchine da taglio, il trapano sensitivo, il trapano a colonna, gli utensili e le attrezzature di aggiustaggio, il tornio, la saldatrice a filo continuo e il flessibile. I Materiali che abbiamo preso in esame sono state le barre tonde, angolari, lamiera, tubolari, barre fermavetro, lexan, i particolari di commercio, le viti a brugola, le viti a testa svasata, le rondelle, i dadi e la serratura già fatta. Lo scopo principale è stato quello di ripristinare le protezioni vecchie dei torni e di alcune frese ma la vecchia fresa a noi assegnata era priva di protezioni, pertanto, guardando le altre frese munite di protezioni abbiamo deciso con i compagni di progettare prima insieme un basamento , un supporto e le portine partendo dal rilevare le misure, dal fare gli schizzi e poi abbiamo fatto il calcolo di tutto il materiale che ci serve per costruire un basamento, un supporto e il lexan per le portine, i lati e tutti i rialzi. Una volta fatti gli schizzi e i calcoli abbiamo iniziato a tagliare il materiale per la base (angolari)
e per il supporto(angolari). Dopo il taglio abbiamo sbavato tutto e tracciato le posizioni dei fori e forato. Il professore ci ha saldato la base e il supporto e per dare più stabilità abbiamo tagliato 4 triangoli di lamiera e il prof ci ha saldato anche le parti negli angoli tra la base e il supporto. Dopo abbiamo tagliato il lexan per le portine, i lati e i rialzi, sbavato tutto e tracciato i fori e forato poi con il seghetto abbiamo fatto le asole. La prima difficoltà l’abbiamo trovata non appena abbiamo iniziato a montare le portine; da subito non si chiudevano ma allargando i fori nel supporto siamo riusciti a farli chiudere. Una volta finito di mettere le portine abbiamo preparato dei rinforzi per la serratura affinché fosse più stabile, per il rinforzo abbiamo utilizzato della lamiera. Poi abbiamo fissato i lexan laterali e abbiamo tracciato e forato i fermavetri dopo abbiamo montato i fermavetri e i rialzi laterali e delle portine. Sui due torni assegnati dovevamo solo da cambiare il lexan e basta. Infine abbiamo finito anche la parte scritta facendo tutti cicli di lavoro di tutti pezzi. E con il professore di disegno abbiamo fatto i disegni di ogni particolare lavorato. I nostri gruppi hanno poi fatto il ppt scritto rielaborando l’esperienza e confrontandosi successivamente durante le difficoltà incontrate nella parte pratica. Secondo me il risultato previsto è stato ottenuto senza grandi difficoltà, anche se le numerose assenze di qualcuno hanno rallentato il lavoro siamo riusciti a finire nei tempi previsti. Il lavoro a progetto mi è piaciuto molto perché ho potuto fare qualcosa di utile per tutti, utilizzando quello che so fare meglio e i materiali che avevo a disposizione. Nell’ambito lavorativo non ho incontrato grandi difficoltà e ho cercato sempre di dare il massimo per fare bene tutte le cose. Mi è piaciuto collaborare con i miei compagni del gruppo e, anche se ci sono stati alcuni problemi, siamo riusciti sempre a risolvere tutto. Ho imparato che non sempre le cose progettate in teoria funzionano ma bisogna molte volte improvvisare ragionando o trovare una soluzione velocemente.
Selezione dei Lavori a Progetto A.F. 2016/17