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XYLELLA. Tecniche e procedure addestrative
Segnalazione «Certamente la selezione è alla base - afferma Dino Muto - e vorrei sottolineare che questo termine “selezione”, racchiude in sé concetti quali ricerca, lavoro, fatica e perseveranza che si uniscono in un ideale abbraccio dettato dall’ impegno che solo gli allevatori sanno dare. Allevare e selezionare in funzione di un compito, tenendo in considerazione il benessere animale è l’obiettivo a cui ogni Allevatore con la A maiuscola tende. È solo in questo modo che si possono creare le basi per ottenere soggetti idonei a svolgere compiti specialistici, come quello della ricerca del batterio della Xylella».
Un lavoro certamente specialistico, un “gioco” a cui dare uno scopo nobile. Un lavoro di squadra - tra il cane e il suo conduttore - sottile, quasi invisibile ma forte come un ulivo centenario a cui salvare la vita. Un naso perfetto al servizio dell’uomo e, stavolta, anche delle preziose piante che producono un nettare unico: l’olio.
Renata Fossati
Xylella fastidiosa, la battaglia è cominciata Tecniche e procedure addestrative
La conoscenza del batterio e la preparazione dei cani che permette di individuare preventivamente il pericoloso patogeno che mette in pericolo gli ulivi pugliesi
L’obiettivo del progetto è stato la creazione di un team multidisciplinare idoneo a provvedere alla selezione e formazione di unità cinofile da impiegare sperimentalmente per verificare la capacità di rilevare e segnalare la Xylella fastidiosa nelle piante di olivo. L’attività sperimentale è stata finalizzata, pertanto, a verificare: - Capacità dei cani di identificare l’odore - Capacità dei cani di discriminare l’odore - Capacità di identificare precocemente la presenza del batterio sulla pianta (early detection) - Capacità dei cani ad acquisire una corretta sistematica di ricerca sulle linee di piante - Potenzialità di utilizzo delle unità cinofile in supporto alle attività di prevenzione e controllo della diffusione della Xylella fastidiosa
PREMESSA
Xylella fastidiosa è un patogeno batterico delle piante trasmesso da insetti vettori e associato a malattie gravi che interessano un’estesa varietà di piante. Venne scoperta su olivi pugliesi, nell’Italia meridionale, a ottobre del 2013, prima segnalazione del batterio nell’Unione europea. Da allora la sua presenza è stata segnalata anche in Francia, Spagna e Portogallo. Sono in essere controlli per evitare che il batterio si diffonda ulteriormente (fonte www.efsa. europa.eu). Numerose specie di insetti succhiatori di linfa xilematica sono note come vettori del batterio. X. fastidiosa ha poi un’ampia gamma di piante ospiti, tra cui molte piante comuni sia coltivate sia selvatiche (fonte www.efsa.europa.eu). Individuare le specie ospitanti asintomatiche è fonda-
Taskforce
mentale, in quanto esse possono fungere da vettori asintomatici del batterio verso nuove zone e colture più sensibili. Il periodo di incubazione della malattia è di solito molto lungo (ma molto dipende dalla specie di pianta ospite e, nell’ambito della stessa specie, dalla cultivar), da qualche mese ad un anno e talvolta anche più. Si aggiunga che in molti ospiti l’infezione può rimanere asintomatica. Ne deriva che in molti casi, ad es. in vivaio, eventuali infezioni possono sfuggire, in tempi brevi, all’osservazione diretta e ciò facilita la propagazione della malattia con il materiale vegetale (fonte www.efsa.europa.eu). Considerato che l’attività di sorveglianza risulta fondamentale per il contrasto alla diffusione del patogeno, l’obiettivo principale di questo progetto è quello di verificare le capacità dei cani di identificare e discriminare il patogeno al fine di definire possibili strategie integrate di prevenzione alla propagazione della malattia. Si tratta del primo studio mirante a verificare la possibile efficacia di cani da detection per il rilevamento della Xylella fastidiosa. Alcuni studi recenti hanno dimostrato la capacità di identificazione e discriminazione di patogeni esotici invasivi, come nel caso del Candidatus Liberibacter asiaticus (CLas). In questo caso la valutazione di 10 unità cinofile addestrate per il rilevamento del Candidatus Liberibacter asiaticus (CLas), ha dimostrato un’accuratezza di 0,9905, 0,8579 sensibilità e specificità 0,9961 (Canine olfactory detection of a vectored phytobacterial pathogen, Liberibacter asiaticus, and integration with disease control (Gottwald et alt)
Per le attività sperimentali sono stati impiegati 6 cani
L’argomento ha interessato molte testate giornalistiche
(Canis familiaris) addestrati seguendo protocolli validati in precedenti progetti ENCI (“Comparazione tra operatori di polizia penitenziaria e unità cinofile nella ricerca di Subutex e telefoni cellulari in ambito penitenziario” https://www.enci.it/progetti-enci/cane-attore-sociale/ detection-in-ambito-penitenziario; ricerca dei pellet fecali del genere Lepus con l’ausilio del cane da detection https://www.enci.it/progetti-enci/enci-for-conservation/monitoraggio-della-lepre-italica)
PREDISPOSIZIONE DELL’AMBIENTE SPERIMENTALE
Le procedure di imprint dell’odore e le successive fasi di test per verificare le eventuali capacità di identificazione e discriminazione sono state effettate in un setting di laboratorio coordinato dal CNR di Bari. Al fine di evitare variabili che avrebbero potuto influire sulla comparazione dei risultati, i test sono stati svolti nello stesso ambiente per tutti i cani e con le stesse modalità di ricerca su line up, ed in modalità cieco e doppio cieco.
L’ultima fase di test è stata svolta, sempre sotto la supervisione del CNR di Bari, utilizzando
- 4 piante di olivo infette - 16 piante di olivo sane
Per minimizzare la variabile sulla forma delle piante, le stesse presentavano dimensioni e fogliame simili.
La prima fase sperimentale appena conclusa ci ha fornito indicazioni importanti per un possibile utilizzo dei cani per il rilevamento precoce della Xylella fastidiosa. Non essendoci ancora dati sul comportamento in ambiente delle molecole volatili, ci si è attenuti esclusivamente alla osservazione del comportamento dei cani.
Roberta Bottaro e Serena Donnini
Unità cinofila
Sistematica di ricerca