IL CAVALLO LIBERO_edizione FIERACAVALLI 2021

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EDIZIONE SPECIALE

A.P.A.M - Associazione allevatori e proprietari di cavalli murgesi e asini martina franca

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IL CANE ADOLESCENTE GIOIE E DOLORI DI UN’ETA’ COMPLICATA

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sport

RESPONSABILITA’ CIVILE E PENALE L’EQUITAZIONE FATTA DA PROFESSIONISTI

hea

Rivista associazionistica - anno 2021 mese ottobre numero 08

IL QUARAB La bellezza di un arabo, il cuore di un quarter, i colori di un paint

IN ARRIVO IL NUOVO SETTORE CINOTECNICO..! L’INDIA DEI MARWARI E DEI KATHAIWARI Bellissimi esemplari a rischio estinzione


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Il Cavallo Libero

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GLOSSARIO

NEWS&INFORMAZIONE                                     RIVISTA ASSOCIAZIONISTICA ENGEA A 360° 2

RIFORMA DEL TERZO SETTORE ED ENTI SPORTIVI DILETTANTISTICI L’IMPORTANZA DI EFFETTUARE SCELTE PONDERATE

di Dott.ssa Anna Maria Cerruti

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RESPONSABILITA’ CIVILE E PENALE L’EQUITAZIONE FATTA DA PROFESSIONISTI

di Tino Nicolosi

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ESSERE BAMBINI DURANTE UNA PANDEMIA

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PONY RANGERS CONDIVIDERE ESPERIENZE CON IL CAVALLO, CAMMINARE NELLA NATURA, IMPARARE A RICONOSCERE LA BIODIVERSITA’ E GLI ECOSISTEMI

di Tino Nicolosi

di Ramona Sorricchio

RAZZE&CULTURE

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L’INDIA DEI MARWARI E DEI KATHIAWARI BELLISIMI ESEMPLARI A RISCHIO ESTINZIONE

Contatti Tel. 0383.378944 e-mail: ilcavallolibero@gmail.com

IL QUARAB

Siti web www.issuu.com/engea www.cavalloecavalli.it

di Giorgia Ferrero

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LA BELLEZZA DI UN ARABO, IL CUORE DI UN QUARTER, I COLORI DI UN PAINT

di Valeria Giacomello

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EDITORE E.N.G.E.A. Equitazione Direttore Responsabile Tino Nicolosi Redazione Giorgia Ferrero, Maddalena Salvadeo, Dott. Simone Tiso, Tino Nicolosi, Dott.ssa Anna Maria Cerruti, Ramona Sorricchio, Valeria Giacomello, Dott. Giusva Gregori, A.P.A.M. Progetto Grafico e Design Originale Tino Nicolosi e Letizia Colbertaldo Grafica e Impaginazione Letizia Colbertaldo Sede P.zza Vaccari 7 27056 Bastida de Dossi (PV)

ARABIAN INSIDER UN OCCHIO SUL CAVALLO ARABO

di Giorgia Ferrero

A.P.A.M. - ASSOCIAZIONE DEGLI ALLEVATORI E PROPIETARI DI CAVALLI MURGESI E ASINI DI MARTINA FRANCA

E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, immagini e loghi presenti su ENGEA A 360°, e suoi allegati, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. L’allegato è autonomo nei suoi concetti e contenuti a livello redazionale e pubblicitario, di conseguenza le scelte sono dettate dal marketing redazionale. La responsabilità delle opinioni contenute negli articoli pubblicati è esclusivamente degli autori.

di A.P.A.M.

SCIENZA&NATURA                                     REDAZIONALE 38

LE DIMENSIONI NON CONTANO..!

di Dott. Simone Tiso

ECOSOSTENIBILITA’                                     44

SAFARI NELLA PLASTICA? UNA GRANDE MINACCIA PER TUTTI GLI ECOSISTEMI E COSA SI PUÒ FARE PER RIMEDIARE

di Sabrina Colombo

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TOKYO 2020 ABBIAMO VINTO L’ORO ANCHE NELLA ECOSOSTENIBILITA’?

fonte www.prontobolletta.it/news/olimpiadi-sostenibilita/

SETTORE CINOTECNICO                                     52 IL CANE ADOLESCENTE

GIOIE E DOLORI DI UN’ETA’ COMPLICATA

di Maddalena Salvadeo

LASCIA UN

SULLA NOSTRA PAGINA

@ilcavallolibero

In questo numero giovani giornalisti, articolisti e professionisti hanno dato con serietà e dedizione il proprio contributo gratuito finalizzato all’approfondimendo di temi che sempre più coinvolgono il settore equestre nazionale. L’obbiettivo è quello di sviluppare, promuovere e motivare la crescita di questo bellissimo mondo che condividiamo, il mondo dell’equitazione e del cavallo. Al centro del dibattito internazionale troverete temi che sempre più in futuro saranno sul tavolo di lavoro di tutti i paesi del mondo e cioè la salvaguardia dell’ambiente, l’ecosostenibilità e la loro promozione attraverso dipartimenti e nuovi progetti. Ringrazio tutti coloro che con dedizione cuore e passione hanno reso possibile la pubblicazione di questo numero. Grazie, ci avete messo il cuore..! Auguro a tutti una buona lettura.

Il Direttore Tino Nicolosi


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NEWS&INFORMAZIONE

RIFORMA DEL TERZO SETTORE ED ENTI SPORTIVI DILETTANTISTICI

L’IMPORTANZA DI EFFETTUARE SCELTE PONDERATE   DOTT.SSA ANNA MARIA CERRUTI                                     In questi ultimi mesi, complice l’imminente operatività del Registro Unico del Terzo Settore ( RUNTS) prevista in principio per fine giugno 2021 e poi slittata, si pensa, all’autunno 2021, stano giungendo molte email da parte di “reti associative” che invitano le associazioni ad aderire alla rete la quale provvederà ad iscrivere l’associazione citata al RUNTS. Dall’esame di alcune di queste comunicazioni sono emerse notizie non sempre puntuali e precise ( es. necessità di iscrizione al RUNTS per mantenere la defiscalizzazione delle attività, o presunzione per la quale le associazioni sportive rientrano nella tipologia delle APS....). Senza pretesa di esaustività, poiché il discorso sarebbe molto lungo e complesso, si vuole puntare l’attenzione delle associazioni e società affiliate su alcuni aspetti fondamentali: - La Riforma del Terzo Settore, sebbene datata 2017 ( D.Lgs 117/2017 – Codice del Terzo Settore – CTS-) manca ancora di alcuni importanti parti della riforma stessa, quali alcuni decreti attuativi ( si pensi che il decreto relativo alle attività diverse di cui all’art. 6 del Codice del Terzo Settore – CTS -, dopo essere rimasto per lungo tempo in bozza, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale solamente in data 26 luglio scorso) l’autorizzazione della Commissione Europea ai regimi fiscali previsti dal

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CTS per gli Enti del Terzo Settore (ETS) non commerciali, per le Associazioni di Promozione Sociale (APS) e per le Organizzazioni di Volontariato ( ODV), richiesta ad oggi non ancora inoltrata, nonché il raccordo tra alcune disposizioni del CTS ed i decreti di Riforma dello Sport la cui data di entrata in vigore è stata rimodulata ad opera della Legge di conversione del DL Sostegni bis – L.106/2021- e, salvo alcune disposizioni che entreranno in vigore il 01/01/2022 ed il 31/08/2022, l’entrata in vigore di tutta la riforma dello Sport è prevista al 01/01/2023.; - Le ASD e SSD POSSONO assumere “anche” la veste di ente del terzo settore ma la scelta della veste giuridica più appropriata NON può prescindere da valutazioni da operare sulla singola specifica realtà. Una ASD può entrare nel terzo settore assumendo diverse vesti giuridi-

che: APS, ODV, impresa sociale o altro ente del terzo settore. Una SSD può entrare nel terzo settore esclusivamente assumendo la qualifica di impresa sociale. Per una corretta scelta della tipologia è necessario studiare attentamente le caratteristiche peculiari dell’attività svolta dalla ASD considerata con particolare riguardo ai seguenti aspetti: • Prevalenza dell’attività svolta nei confronti degli associati: qualora l’ASD valutasse di entrare nel Terzo Settore in questo caso la veste di APS garantirebbe la possibilità di defiscalizzare i corrispettivi specifici percepiti dagli associati ( e NON dai tesserati) per le attività istituzionali, a norma dell’art. 85 c. 1 CTS; • Numero di persone retribuite a qualunque titolo rispetto al numero dei volontari: in questo caso la scelta di APS ed ODV potrebbe essere impossibi-


NEWS&INFORMAZIONE le da praticare stante i vincoli introdotti dal CTS per queste due tipologie associative con riguardo al numero di persone che possono essere retribuite a qualunque titolo, e l’ente potrebbe decidere di guardare alla veste di ETS puro ( non tipizzato) o di impresa sociale, con tutti i conseguenti adempimenti ( che non sono pochi e potrebbero portare al sostenimento di maggiori oneri); • Volume delle attività “commerciali” ( es. sponsorizzazioni....): entrando del Terzo Settore l’ASD/SSD perderebbe la possibilità di poter usufruire della L.398/1991, e dovrebbe avvalersi dei regimi fiscali previsti dal Codice del Terzo Settore ( ricordiamo, ancora in attesa dell’autorizzazione della Commissione Europea), che potrebbero rivelarsi meno favorevoli, a seconda del volume delle attività “commerciali” dell’ente. Nel divenire “anche” ETS, sotto una delle forme giuridiche consentite dal CTS, l’ASD/SSD perde le attuali e note agevolazioni e la normativa cui dovrà fare riferimento diverrà quella contenuta nel CTS. ( normativa, come sopra specificato, che ad oggi presenta ancora molti aspetti incerti e non definiti) - Le ASD/SSD possono decidere anche di NON entrare nel terzo settore, ricoprendo solo lo status di ASD/SSD e continuando ad usufruire delle attuali agevolazioni fiscali che per le ASD/SSD ( che decidono di rimanere fuori dal terzo settore) non vengono meno in seguito all’entrata in vigore del CTS, quali la previsione della decommercializzazione dei corrispettivi specifici percepiti da associati/tesserati per lo svolgimento delle attività istituzionali ( art. 148 c. 3 TUIR), la possibilità

di avvalersi delle disposizioni di cui alla L. 398/1991 per le attività commerciali connesse ( le ASD/ SSD che decideranno di iscriversi al RUNTS, come sopra specificato, perderanno la possibilità di avvalersi di tale disposizione), la previsione contenuta nell’art. 149 c. 4 del TUIR riguardante la non applicabilità alle ASD della perdita della qualifica di ente non commerciale, che non si applica anche alle ASD che decidono di entrare nel terzo settore, e, ad oggi, in mancanza di un raccordo normativo con i decreti di riforma dello sport, qualche dubbio sorge anche sulla possibilità di erogare quelli che oggi si definiscono compensi sportivi dilettantistici ex art. 67 c. 1 lett. m) TUIR, compensi a tutti gli effetti, e che la riforma dello sport modifica in prestazioni amatoriali, che hanno differenti presupposti e la cui compatibilità con le norme del CTS ad oggi non risulta essere così scontata. - Valutazioni ad hoc vanno poi fatte se l’ASD in questione ha anche la qualifica di ONLUS: il non entrare nel terzo settore comporterebbe la devoluzione del patrimonio dell’associazione ONLUS alla data in cui, con la piena entrata in vigore della riforma, il regime fiscale delle ONLUS verrà meno, e questo è un aspetto di

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non secondaria importanza da valutare. Si ricorda inoltre che la riforma diventerà pienamente operativa solo a decorrere dall’anno successivo all’entrata in funzione del RUNTS e dell’approvazione da parte della Commissione europea dei regimi fiscali previsti dal CTS per gli enti del terzo settore non commerciali, APS e ODV. Per tanto, nella più ottimistica delle ipotesi, la riforma non entrerà in vigore prima del 1 gennaio 2022. Per quella data si auspica che il quadro della riforma sia completo in modo da permettere alle ASD/SSD, ma in generale a tutti gli enti potenzialmente interessati, di basare le proprie decisioni su dati e norme certe. Si ribadisce che la decisione dovrà essere presa in base alle caratteristiche peculiari dell’attività svolta dall’ente e delle modalità di svolgimento della stessa, e sarà giocoforza una soluzione “tagliata su misura”, non essendo, in valore assoluto, una soluzione preferibile rispetto ad un’altra. Si invitano per tanto le ASD/ SSD affiliate a rivolgersi ai propri professionisti di fiducia per effettuare le dovute valutazioni, nella consapevolezza che c’è ancora un po’ tempo per effettuare le scelte più appropriate.

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RESPONSABILITA’ CIVILE E PENALE

L’EQUITAZIONE FATTA DA PROFESSIONISTI

DI TINO NICOLOSI                                     Negli anni tra il 2006 e il 2007 il   mio lavoro consisteva nello stipulare, per conto di compagnie assicurative, polizze e prodotti finanziari prevalentemente per la categoria forense degli avvocati di Milano. Da allora ad oggi, tutta l’esperienza e la conoscenza acquisita in questo settore è stata riversata a beneficio di quello che faccio oggi, vedendomi così impegnato in prima linea, tra le mie attività, a stipulare con le compagnie assicurative le coperture assicurative a vantaggio di tutti i nostri centri ippici, quadri tecnici e tesserati, nonché la gestione ed apertura dei sinistri a livello nazionale. Fortemente richiesto come tematica formativa sin dal 2013, le coperture assicurative vigenti sono argomento trattato in ogni corso di aggiornamento o di formazione erogato dal nostro ente, ma nonostante ciò spesso mi rendo conto che questo non basta a sensibilizzare gli operatori del settore che di frequente rischiano di sottovalutare fortemente un aspetto importante di questo lavoro. Proprio in questi mesi stiamo coinvolgendo durante corsi di formazione sempre più avvocati e professionisti che spieghino i basilari concetti delle responsabilità civili e penali e quindi l’importanza di tutelarsi attraverso le compagnie assicurative in convenzione. Andiamo per ordine.

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A che punto è arrivata la giuri- il proprietario/custode , atteso che l’imprevedibilità costituisce sprudenza? una caratteristica ontologica di Ecco alcuni articoli e sentenze in ogni essere privo di raziocinio”. [cassazione civ. 9 aprile 2015 n materia di equitazione: “Il gestore di un maneggio ri- 7093] sponde quale esercente di attività pericolose, ai sensi dell’art. Per quando possa essere “neb2050 Codice civile, dei danni ri- bioso” l’argomento cerchiamo portati da soggetti partecipanti, di aiutarci con l’esperienza sul qualora gli allievi siano cavalieri campo. Ci sono due Articoli del codice principianti o inesperti”. [cassazione 22 luglio 2010 n civile che prevalentemente, in caso di sinistro, un maneggio o 17216, in Rep. Civ. 2010] “impartire lezioni a principianti un istruttore si troverà a dibattecomporta pericoli che non sus- re in tribunale con i propri legali sistono quando gli allievi sono e cioè Art. 2050 Codice civile e Art. 2052 di seguito riportati: esperti”. [cassazione civ. 9 aprile 2015 n ART. 2050 CODICE CIVILE 7093] “L’imprevedibilità del compor- Chiunque cagiona danno ad altamento da parte di un animale tri nello svolgimento di un’attività non può costituire caso fortuito pericolosa, per sua natura o per che esonera dalla responsabilità la natura dei mezzi adoperati, è


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tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno” ART. 2052 CODICE CIVILE Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, e’ responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito. In questi due articoli del codice civile vi sono due dati di fatto in relazione ai quali nell’applicazione concreta, per quanto possano essere chiari, possono intervenire tantissime varianti che è bene conoscere. L’articolo 2050 disciplina un’ipotesi di responsabilità oggettiva per cui vi è la totale responsabilità di chiunque cagiona danno a terzi durante l’espletamento dell’attività equestre: tuttavia, al fine di sottrarsi a tale responsabilità, lo stesso articolo afferma che tale responsabilità è esclusa nell’ipotesi in cui colui che reca danno dimostri di aver adottato tutte le misure di sicurezza necessarie ad evitare il danno, oltre ad essere esente da colpa. Per intenderci spesso nelle sentenze si fa riferimento ai dispositivi di sicurezza individuale, idoneità dell’equide che è stato utilizzato e non solo... l’idoneità

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delle strutture, dei percorsi e delle attrezzature. Tale articolo, per giurisprudenza, trova applicazione nell’ipotesi in cui la pratica equestre abbia ad oggetto minori e /o principianti, soggetti per definizione non esperti nella gestione del cavallo. Nel secondo articolo del codice, l’art. 2052, civile troviamo indicata da una parte la totale responsabilità del proprietario dell’animale “o di chi ne ha custodia”, dall’altra parte l’esclusione di responsabilità nell’ipotesi in cui il medesimo proprietario o chi ha la custodia dell’animale “provi il caso fortuito”, ed è proprio in quest’ultima frase di questo

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articolo che è possibile fare dello stesso evento tante interpretazioni. Provare il caso fortuito significa dimostrare in sede di giudizio che il fatto si è verificato esclusivamente per fatto colposo del danneggiato o del terzo che interrompe il nesso causale tra la condotta del cavallo e il danno arrecato e che, quindi, non si tratta di responsabilità dovuta a negligenza e/o colpa del proprietario. Tale articolo, per giurisprudenza, trova applicazione nell’ipotesi in cui la pratica equestre abbia ad oggetto soggetti già esperti. In una Italia in piena ripartenza stiamo assistendo ad una impennata non solo degli iscritti in equitazione, che facendo passare l’equitazione in vetta tra gli sport più richiesti per tutti gli innumerevoli benefici di cui spesso abbiamo parlato, ma anche dei sinistri, dato che in realtà potrebbe non essere così allarmante poiché rapportato all’aumento dei praticanti neofiti e quindi all’aumento delle probabilità di incorrere in un sinistro. Il dato più importante da valutare, ogni qualvolta si verifica un sinistro è risalire alla responsabilità che eventualmente l’istrutto-

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re o il maneggio ha nei confronti del sinistrato ovvero... è stato un caso fortuito o procurato? Ecco che negli anni interviene il sistema ENGEA con il suo knowhow e tutte le sue procedure e regolamenti che in questo periodo hanno fatto senza dubbio la differenza nei maneggi con il proprio sistema. Ogni istruttore formato con il nostro sistema ISO9001VISION2015 certificato da TUVHESSEN riceve già, in sede di erogazione del corso, tutta la documentazione sui rischi delle attività equestri e le procedure di sicurezza non solo come documentazione da conoscere bensì come documentazione da dare ai propri allievi e soprattutto ai genitori che portano i propri figli in maneggio. A questo si aggiunge il sistema delle abilitazioni a montare dove troviamo nell’abilitazione a montare 3 livello la conferma che il cavaliere è un cavaliere esperto e quindi non più neofita o principiante, potrà sembrare banale ma in

sede di giudizio rappresenta un elemento in più per un giudice chiamato a giudicare le responsabilità. Su tutte le strutture vi è sempre una consulenza gratuita da parte dei nostri dirigenti e dalla segreteria generale sulle strutture e sui dispositivi da utilizzare come ad esempio una chiara e trasparente cartellonistica. Vediamo sempre più negli anni che l’unione di tantissime accortezze e sistemi di lavoro applicati alle più svariate attività equestri hanno portato e portano sempre più ad abbassare la casistica dei sinistri, di conseguenza riuscendo ad ottenere sempre più credito nelle compagnie assicurative che intervengono in ogni caso sia infortunistico sia di responsabilità civile e negli ultimi tre anni anche con un avvocato con la polizza di tutela legale o malattia in caso di ricovero ospedaliero causa Covid19. Nella giurisprudenza italiana l’attività di maneggio è considerata attività pericolosa, sta quindi a

noi abbattere il rischio del verificarsi di eventi spiacevoli sia per la sicurezza dei nostri tesserati sia per la nostra stessa sicurezza, rendendo questo sport sempre più sicuro e fruibile a tutti. Da anni quando spiego le procedure di sicurezza durante i corsi di formazione concludo sempre con una piccola massima e cioè “Più hai paura che un determinato evento possa accadere, più aumenti le probabilità del 50% che quel determinato evento accada”. Non a caso è nostro dovere quello di formarsi sempre e di aumentare sempre di più la nostra preparazione in modo da essere pronti non solo ad intervenire bensì a prevenire spiacevoli eventi. Competenza, preparazione, professionalità, conoscenza, determinazione e allenamento sono le parole d’ordine che oggi ogni nostro quadro tecnico attua tutti i giorni e sono le stesse peculiarità che fanno si di continuare questa bellissima passione, sport e lavoro in sicurezza per tutti.

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SECTION NAME

Cinque tappe da Vanzago a Ghirla, passando per il Parco del Roccolo, il Parco dei Mughetti, il Bosco del Rugareto, il Parco del medio Olona, il Parco RTO (Rile, Tenore, Olona), il Parco Campo dei Fiori e il Parco degli Aironi. In sella lungo una ippovia di 109 Km, tra storia e natura, per raccontare le meraviglie lombarde in un progetto finanziato dalla Fondazione Maurizio Fragiacomo, patrocinato da UNPLI Lombardia, certificato con sistema ISO 9001:2015 da E.N.G.E.A. Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali. ll nostro lavoro è rendere fruibili, sicuri e tracciabili i sentieri d’Italia alla scoperta di luoghi straordinari, con l’ottica di rivalorizzare il territorio, incrementare l’economia locale e formare Guide Equestri Ambientali specializzate.


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Tre qualifiche con certificazione di competenza tecnica professionale registrate nella denominazione e nel percorso formativo con Norma Proprietaria da AJA Europe (O.D.C. “Organismo di Certificazione” in possesso di accreditamento ACCREDIA sullo standard ISO 17024:2012 per la certificazione di profili professionali) ed in conformità all’ EQF - Eurepean Qualifications Framework (Quadro Europeo delle Qualifiche)

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IL RINNOVO DEL QUADRO TECNICO Quota annuale €70,00 €20,00 ogni qualifica supplementare CONDIZIONI DI POLIZZA POLIZZA INFORTUNI Morte: €120.000,00 Invalidità permanente: €120.000,00 franchigia 6% Diaria da ricovero: €30,00 al giorno senza franchigia Diaria da gesso: €30,00 al giorno franchigia 5gg max 10gg Rimborso spese mediche: €5.000,00 POLIZZA RESPONSABILITA’ CIVILE €1.000.000,00 franchigia €1.500,00 POLIZZA MALATTIA COVID19 €30,00 al giorno senza franchigia max 100 giorni TUTELA LEGALE massimale €15.000,00 Accesso polizze integrative POLIZZA CAPOFAMIGLIA €70,00 annuale €1.000.000,00 massimale

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I BREVETTI ED IL TESSERINO DEL QUADRO TECNICO E.N.G.E.A.

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LE IPPOVIE ITALIANE CERTIFICATE ® Sono un sistema registrato messo a punto da oltre vent’anni di studio ed esperienza diretta sui territori di professionisti specilalizzati che hanno realizzato precisi criteri di valutazione e classificazione che diano la possibilità di avere un prodotto finale spendibile per il territorio sopratutto ad agenzie turistiche specializzate, Tour Operator, enti parco e amministrazioni pubbliche

IPPOVIA ITALIANA

TA CERTIFICA E.N.G.E.A .

Realizzare ippovie Certificate significa riscoprire e valorizzare itinerari naturalistici che siano sicuri, monitorati, ricchi di attrattive, che permettano il naturale recupero del patrimonio culturale e tradizionale, e che consentano allo stesso tempo di tutelare e monitorare il territorio al fine di salvaguardare la flora e la fauna autoctone

I VANTAGGI DI UNA IPPOVIA ITALIANA CERTIFICATA E.N.G.E.A. • BASSO IMPATTO AMBIENTALE

l’unica traccia che verrà lasciata sarà il passaggio delle impronte dei cavalli.

• SOSTEGNO ALL’ECONOMIA LOCALE

durante le fasi di certificazione è previsto che il foraggio per cavalli venga acquistato da venditori locali e si terrà particolare attenzione alla scelta e selezione delle strutture ricettive, privileggiando strutture attivamente impegnate nella promozione di un turismo ecosostenibile

• PROTEZIONE DELL’AMBIENTE

La possibilità di promuovere e svilupparae corsi di educazione ambientale in collaborazione con gli Enti preposti (Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Università per le facoltà interessate), prevedendo nel progetto la possibilità di fare escursioni mirate (a cavallo, a piedi o in bike) atte a stimolare la sensibilità nei confronti degli ambienti naturali e loro conservazione mediante l’ausilio di esperti qualificati in materie ambientali e naturalistiche.

• INFORMAZIONE

Le Ippovie Italiane Certificate recano sempre un messaggio divulgativo in relazione ai luoghi attraversati, la loro storia, la loro cultura ed espressione paesaggistica.

• QUALITÀ E SICUREZZA

Le ippovie certificate garantiscono assistenza logistica sotto la responsabilità di Guide altamente formate e professionalizzate.

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SECTION NAME

E’ NATA LA POLITICA AMBIENTALE DI E.N.G.E.A.

“Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è il documento adottato dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite in occasione del Summit sullo Sviluppo Sostenibile tenutosi il 25-27 settembre 2015. Gli elementi essenziali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e i 169 sotto-obiettivi, i quali mirano a lottare contro i cambiamenti climatici, in funzione del miglioramento economico e del progresso della società, e a ridurre povertà e ingiustizie sociali. Il raggiungimento di questi 17 obiettivi rappresenta la più grande sfida globale e un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile.

E.N.G.E.A. che condivide in pieno l’ambizioso progetto, desidera dare il suo contributo al raggiungimento degli obiettivi, adottando una politica ambientale ecosostenibile mirata al miglioramento della qualità della vita ed alla salvaguardia ambientale. Gli obiettivi che E.N.G.E.A. si pone per essere sempre più GREEN sono:

• Ridurre gli impatti ambientali • Risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2 • Favorire la partecipazione e la collaborazione di tutte le parti interessate

E.N.G.E.A. , in un ottica di costante crescita e miglioramento, desidera che tutti i suoi Dirigenti, Quadri Tecnici ed Associati siano sempre più sensibili a questo tema, motivo per cui ha implementato e continuerà ad implementare nei suoi percorsi formativi per Guide, Tecnici ed Istruttori la conoscenza, il rispetto e l’educazione all’ambiente. E.N.G.E.A. confida ed affida alle Guide Equestri Ambientali, figure di punta del connubio tra le attività equestri e l’interazione con la natura, di essere portavoce e diventare essi stessi educatori di una corretta politica ambientale. E.N.G.E.A. inoltre si avvale e sostiene fortemente il lodevole lavoro svolto dall’ENGEA Garibaldini Volontari a Cavallo, unità operativa della protezione civile, che insieme ai suoi volontari contribuisce al ripristino di zone degradate e deturpate dai rifiuti abbandonati.

PRIMA NOVITA’ IN ASSOLUTO LE TESSERE ASSOCIAZIONISTICHE IN PVC BIODEGRADABILE


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NEWS&INFORMAZIONE

ESSERE BAMBINI

DURANTE UNA PANDEMIA   DI TINO NICOLOSI

Foto: Pixabay

- Amore siamo a casa... puoi e poca motivazione. Questa situazione coinvolge toglierla la mascherina... chiunque, in qualunque parte del - Posso tenerla?! mondo, a con effetti devastanti Tantissimi bambini hanno vissu- sopratutto sui più piccoli. to e stanno ancora vivendo una buia pagina della storia dell’u- Cosa si può fare..? manità, coinvolti in qualcosa Non vi sono risposte a questa che , per quanto possa essere domanda... ma solo speranza di spiegato con parole semplici, riprendere al più presto possicambia le loro abitudini, le loro bile la normalità, una normalità relazioni, la loro vita quotidiana. ormai dimenticata e sicuramente I retroscena che tante famiglie difficile da riportare nelle proprie italiane vivono nel quotidiano case, ma sicuramente la stessa con i propri figli diventano sem- normalità che ogni bambino necessita per riequilibrare questo pre più preoccupanti. Studi sviluppati in questo campo buio momento che sta vivendo. dimostrano che stanno aumen- La domanda a cui dobbiamo tando i casi di autolesionismo, dare una risposta però è, perchè depressione e comportamen- sta succedendo tutto questo?! ti aggressivi; bambini diventati E’ così che tanti genitori, profesanoressici o bulimici e a questi sionisti dell’infanzia e operatori effetti si aggiunge impigrimento del settore ludico hanno l’occa-

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sione di spiegare e far capire alle generazioni future la connessione che c’è tra la vita dell’uomo sulla terra ed il resto degli esseri viventi, di spiegare come non aver compreso prima il rispetto dell’ambiente e degli animali e tutti gli altri esseri viventi ci si sia ritorto contro e come invece poter migliorare ed imparare ad essere migliori partendo proprio dal gioco, dallo sport e da tutte quelle attività che consentono l’apprendimento tramite l’esperienza diretta. Attività all’aperto, a contatto con la natura e magari con un compagno di gioco speciale da cui non ci si deve preoccupare di mantenere il distanziamento è sicuramente ciò che serve.... Le attività equestri, che racchiudono tutto queste caratteristiche, hanno senza dubbio aiutato i più piccoli a mantenere alto il morale e la mente occupata, aiutati dal compagno di gioco speciale, il cavallo che ha regalato momenti di sollievo. Ma ancora oggi sono pochi i bambini che si avvicinano all’equitazione, visto ancora nell’ideologia comune come uno sport elitario e parificato ad altri sport elitari... Le attività equestri possono essere uno sport adatto a tutti, praticabile da tutti, in realtà che intendono far riscoprire l’intrinseco legame che vi è tra attività equestri e contatto con la natura, nel legame speciale che si può


NEWS&INFORMAZIONE creare tra un cavallo e una persona, ricercando il lato prettamente ludico di una giornata passata in maneggio, in un ambiente i cui dettami delle normative anticontagio erano già inconsapevolmente intrinseche nelle attività stesse e per cui avevano tutto il diritto di godere di un trattamento di riguardo. Tutti noi siamo stati spettatori delle azioni della politica sullo sport vedendo scrivere pagine buie dello sport italiano dove da DPCM che non tenevano conto delle peculiarità di determinate

attività e che in molti passaggi lasciavano adito a interpretazioni, si sono creati nel concreto discriminazioni a discapito di bambini e di giovani atleti che desideravano solo ed esclusivamente vivere la propria passione con rispetto. L’occasione mancata di lasciare un po’ di normalità nella vita di tutti, in un contesto, come le attività equestri, che sposano in pieno le necessarie disposizione che richiede il momento, senza togliere quello che per molti bambini è un momento di realizzazione, di sfogo e di crescita. Oggi un bambino nasconde die-

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tro la mascherina la propria intimità, le proprie fragilità e sensazioni, trasformandola in uno scudo protettivo che lo difende dal mondo esterno e perdendo la capacità di comunicare e rapportarsi con gli altri in un conseguente isolamento, tutto nella ricerca di una sicurezza personale.

- Amore ma sei ancora con la mascherina? Toglila -

Foto: Shutterstock

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NEWS&INFORMAZIONE

PONY RANGERS CONDIVIDERE ESPERIENZE CON IL CAVALLLO, CAMMINARE NELLA NATURA, IMPARARE A RICONOSCERE LA BIODIVERSITA’ E GLI ECOSISTEMI   DI RAMONA SORRICCHIO                                     “Quando credi fortemente in qualcosa, e tutte le energie si concentrano in una direzione, accade che il tuo desiderio prende forma, e si modella.” P.Coelho Questo è quello che è accaduto con il progetto Pony Rangers : credere fermamente nelle potenzialità della relazione con il cavallo, e nei benefici di viverlo nel suo contesto nativo e renderlo un vero e proprio progetto con obiettivi, didattica e condivisibile con altri. Che la vita vissuta tra animali e natura sia maestra , ce lo hanno insegnato i nostri avi, i nostri nonni e tutte le persone che hanno scelto e scelgono di vivere in armonia con il contesto naturale Quando sei istruttore o educatore ed hai la responsabilità di far crescere i tuoi allievi, è doveroso anche che tu ti chieda in che modo farlo; molti di loro sono stati una grande ispirazione alla realizzazione del progetto , perché tanti avevano un amore smisurato per i cavalli ma non tutti erano interessati all’agonismo e quindi cosa fare? Ad un certo punto lezioni e attività sembravano essere tutte uguali, alcuni continuavano altri si fermavano, altri ancora sembravano apprezzare di più il tempo passato a terra che quello in sella. Osservando dinamiche ed inte-

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ressi 4 anni fa abbiamo detto ai nostri ragazzi: “Che ne dite se andiamo tutti insieme in montagna e facciamo un’esperienza diversa” E cosi tutto è iniziato. Giocare insieme, accendere un fuoco, costruire un rifugio, montare un campo base, imparare a cucinare. Da questa singola esperienza abbiamo iniziato a creare delle tappe, un’organizzazione, un progetto. Il 24 luglio 2020 i primi 25 bambini hanno fatto la loro promessa PONY RANGERS. Da quel momento l’idea di divulgare questo tipo di organizzazione, di creare una rete di persone

che, come noi, crede che il cavallo più che un mezzo su cui viaggiare possa essere un amico con cui viaggiare. La vita dei bambini moderni è faticosa. Tempi ristretti, prestazioni, scuola, compiti, tanti sport, e poi schede da compilare, test da fare. Richieste sempre più veloci e frequenti hanno portato i ragazzi ad isolarsi ad avere paura del confronto a non riuscire più a condividere tempo libero con gli altri. I Pony Rangers sono il loro gruppo, il loro tempo dove è concesso “non far nulla” lo spazio dove ognuno trova il suo ruolo e tutti fanno qualcosa perché non c’è


NEWS&INFORMAZIONE nessun tipo di competizione ma assoluta collaborazione. Potremmo parlare noi per intere pagine di cosa significhi per un bambino essere Pony Rangers ma abbiamo pensato di fare qualche domanda a loro, ai primi ragazzi che insieme a noi hanno contribuito a rendere questo sogno un obiettivo e un progetto. Intervista ai Pony Rangers – Sezione 1 Abruzzo Allora ragazzi spiegate un po’, chi sono e cosa fanno i Pony Rangers? I Pony Rangers sono un gruppo di amici che insieme fanno molte attività e vivono un sacco di avventure, a volte si va a piedi ma a volte, come dice il nome si va anche a cavallo o con i pony, non capita a tutti di poter vivere tante avventure proprio insieme agli amici( Armando 12 anni) Perché hai scelto di essere un Pony Rangers? Per stare con gli amici e divertirmi, facciamo tante cose e con loro mi sento come una famiglia, nessuno mi giudica, posso essere me stesso come mi pare” Matteo 10 anni Quale è il tuo ricordo più bello? Di ricordi belli ce ne sono tanti però se proprio devo scegliere è

stato vedere il cielo in montagna sdraiati sotto le stelle. Erano luminosissime. (Vale 10 anni) Se dovessi invitare un amico cosa gli diresti? Se dovessi invitare un amico gli direi che non tutte le avventure possono essere divertenti, ma di resistere, perché non sempre è tutto come vogliamo ma ci dobbiamo impegnare ad apprezzare anche le cose che non ci piacciono perché poi quelle belle arrivano. Se dovessi dire una cosa che hai imparato cosa diresti? Che anche se tante volte avevo paura alla fine ci sono riuscita e ho dormito 3 giorni senza la mamma (Elena 7 anni) A cucinare ad usare la bussola e a montare una tenda, a stare insieme agli altri e rispettare la natura. (Mayda 12 anni) Come ti ha cambiato essere un Pony Rangers? Ho imparato ad essere coraggiosa ( Valetina M. 9 anni) Ho imparato a stare in gruppo e a rispettare anche quello che vogliono gli altri.( Benny 11 anni) Ho imparato ad essere responsabile ed aiutare gli altri nel momento del bisogno (Maty 13

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anni) Da quando ho fatto la promessa dei Pony Rangers mi sono sentito parte di un gruppo pieno di amici e non vedo l’ora di fare escursioni e diventare sempre più bravo a cavallo e a fare le cose (Armando 12 anni) Siete il primo dipartimento in Italia, ne stanno nascendo altri, come vi sentite? Fieri e orgogliosi (tutti) Vivere questo progetto è stato per noi osservare i nostri ragazzi, crescere con loro e soprattutto adattare regole, norme e didattica nel cercare di creare per loro un ambiente sereno in cui potessero sentirsi veramente liberi e accettati. Grazie alla fiducia accordata al progetto Pony Rangers da ENGEA offriamo percorsi di formazione per guide e animatori con il fine di formare tanti nuovi professionisti che sceglieranno una versione diversa del cavallo, degli allievi e dell’offerta formativa. Ringraziamo profondamente tutti i nostri ragazzi e tutti i genitori che negli anni ci hanno dato fiducia permettendoci di far vivere ai ragazzi tantissime avventure.

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Qualche scatto dalle nostre giornate Pony Rangers...!


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IL PRIMO PROGETTO CHE UNISCE L'EQUITAZIONE AI PRINCIPI DELL'OUTDOOR EDUCATION

Scopri tutte le noste proposte per il tuo centro ippico

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RAZZE&CULTURE

L’INDIA DEI MARWARI E DEI KATHIAWARI

BELLISSIMI ESEMPLARI A RISCHIO ESTINZIONE

DI GIORGIA FERRERO                                     Alla ricerca di realtà dedicate al turismo equestre, ci siamo “imbattuti” in Vimal Sharma, Indiano di Sikar, Rajasthan, che non solo ha una scuderia, un allevamento e un’azienda dedicata al turismo equestre, ma che è anche uno dei promotori del “Marwari project”, dedicato a non far scomparire questa razza di equidi “dalle orecchie ricurve all’interno”. Vimal, prima di tutto, raccontaci qualcosa di questi splendidi animali, poco o per nulla conosciuti in Europa.. Bene, vi parlerò sia dei Marwari che dei Kathiawari. Entrambi sono razze autoctone di cavalli originarie delle regioni aride oc-

“C’erano solo tre modi per un Marwari di abbandonare la battaglia: vivo, da vincitore; mentre portava al sicuro il suo cavaliere ferito; oppure divorato dagli avvoltoi, dopo aver dato la vita per il proprio padrone.” Langrish&Swinney - CAVALLI. Razze, origini e curiosità ©2016 Il Castello srl

cidentali dell’India. I cavalli Marwari prendono il nome dalla regione di Marwar nella provincia indiana occidentale del Rajasthan. Si ritiene che i cavalli Kathiawari abbiano avuto origine nella regione Kathiawar della provincia indiana occidentale del Gujarat, in India. Entrambi sono cavalli del deserto e condividono somiglianze come le orecchie ricurve verso l’interno, per le quali a volte vengono anche chiamati “cavalli

esotici”. Sono noti per la loro capacità di adattarsi all’ambiente ostile del deserto. Una pelle sottile, capacità di sopravvivere con razioni limitate e acqua, l’essere longilinei sono tutti i tratti distintivi della razza. Entrambi sono stati utilizzati come mezzi di comunicazione attraverso vaste pianure e dune dell’area nella storia. Entrambi condividono una ricca storia come cavalli di cavalleria dei re e dei regni dei tempi passati. Ci sono alcune stimolanti storie di vita reale nella regione che celebrano il valore di questi cavalli. E hanno un importante significato culturale e religioso nella vita delle persone della zona. Considerando che non c’è stato alcuno studio approfondito sulle differenze genetiche tra le due razze, ci sono alcune caratteristiche fisiche distinte che differenziano un Marwari da un cavallo Kathiawari. Il Kathiawari ha una costruzione più robusta e un’altezza inferiore rispetto al Marwari. Il Marwari ha un dorso più lungo, mentre il dorso Kathiawari è corto e spesso più tozzo del Marwari.

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RAZZE&CULTURE

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pici e ha partecipato regolarmente ai Giochi Asiatici.

valcare questi cavalli Facciamo passeggiate a cavallo e safari con questi cavalli per i nostri ospiti. Mentre i sentieri vanno da poche ore a tutta la notte, i safari a cavallo sono esperienze di più giorni attraverso il paese su vari terreni e luoghi. Cosa rappresenta l’equitazione in India? È uno sport nazionale o per pochi eletti? L’equitazione è uno sport nazionale. La Federazione Equestre dell’India è l’ente di controllo e coordinamento dello sport equestre in India ed è affiliata alla FEI. Quali tipi di attività svolgete Infatti l’India ha avuto in passato la partecipazione ai Giochi Olimcon questi cavalli? Il mio progetto per questi cavalli è finalizzato allo sviluppo e alla loro promozione nello sport equestre moderno, in modo che la rinascita della razza possa avvenire nel mondo di oggi. Pertanto, nelle mie scuderie, facciamo: Addestramento pianificato di cavalli per sport come Salto ostacoli, Tent Pegging, Polo e Endurance. Presto inizieremo con il dressage. Partecipiamo a fiere ippiche competitive con loro Conduciamo attività di formazione e sviluppo per cavalieri di tutta l’area e dei villaggi per caIl collo di un Marwari è sottile, più lungo e arcuato come quello di un pavone (come molti allevatori e generazioni più anziane amano pensarlo). Il collo del Kathiawari è più corto, meno arcuato. Le orecchie ricurve di un Kathiawari possono spesso incrociarsi sulla punta, mentre quelle di un Marwari si toccano o sono più vicine l’una all’altra. Le orecchie di un Kathiawari sono più piccole di quelle di un Marwari. E altre piccole differenze...

La maggior parte dei cavalieri in India proviene dall’esercito e dalle unità di polizia sparse in tutto il paese. In effetti, l’esercito indiano ha l’unico reggimento di cavalleria sopravvissuto al mondo, che è chiamato il 61 ° Cavalleria e ha sede a Nuova Delhi e Jaipur. Dopodiché, quasi tutte le principali città metropolitane dell’India hanno club di equitazione e gare di club regolari. Detto questo, un’ampia parte dell’India rimane indietro in questa disciplina perché non viene dalle città, non ha accesso a infrastrutture e finanziamenti e non può permettersi cavalli costosi da mantenere e quindi viaggiare per centinaia di chilometri verso le città per prendere parte alle competizioni. . Insieme a ciò, anche le razze indigene come i cavalli Marwari e Kathiawari hanno perso importanza perché non si adattano alla tendenza, non hanno accesso a buoni addestratori e piattaforme per mostrare il loro talento La nostra organizzazione ISHEL (Indigenous Sport Horse Equestrian League) è stata re-

Foto di Vimal Sharma

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RAZZE&CULTURE agricoli, villaggi, fortezze e haveli, dighe, letti di fiumi, saline, paludi e dune di sabbia. C’è una stretta interazione con la gente del villaggio locale. La fauna locale include Chinkara Gazelles, Desert Fox, Nilgai (la più grande antilope indiana) e molti uccelli.

centemente istituita e mira a lavorare sullo sviluppo mirato dei cavalli indigeni dell’India nello sport equestre. Vimal...e il tuo personale mondo equestre...raccontaci qualcosa.. Ebbene, io sono un uomo d’affari di professione e un cavaliere per passione! Attualmente gestisco un’azienda di consulenza informatica e software con sede in India e Sud Africa. Ho anche la mia scuderia vicino a Jaipur con il nome di “Marwari Stud & Stables” e alleviamo cavalli Marwari qui per lo sport. Parallelamente, gestisco anche la mia compagnia di viaggi d’avventura chiamata “KrossTerrain Adventures”, che offre ai clienti turismo d’avventura in India e Sud Africa. Siamo anche fornitori di viaggi accreditati membri della “Adventure Travel Operators Association of India”. Inoltre, c’è una società di risorse agricole che ho avviato di recente. Il fine della compagnia di viaggi d’avventura e risorse agricole è principalmente quello di finanziare il nostro progetto per i cavalli indigeni. Recentemente ho fondato la Indigenous Sport Horse Equestrian League (ISHEL) in India con l’obiettivo di sviluppare e

E’ possibile raggiungervi dall’Italia per una vacanza? Certo che si! Offriamo safari a cavallo ai nostri ospiti attraverso la nostra organizzazione “KrossTerrain Adventures”. Abbiamo Foto di Vimal Sharma avuto ospiti da paesi come Inghilterra, Germania, Sud Africa, stabilire le razze di cavalli indiAustralia, Nuova Zelanda per cigene dell’India nello sport equetarne alcuni. Saremmo molto felistre moderno. ci di ospitare anche i nostri ospiti dall’Italia. E...in quale tipo di scenario ambientale vivono I tuoi cavalli? Tra le diverse possibilità, abLa nostra sede è a Sikar, nel biamo dei safari a cavallo di più Rajasthan. Siamo a circa 2 ore giorni in cui ci si accampa nel dedi auto da Jaipur, la capitale del serto e in stile safari nelle fattoRajasthan. rie, o in proprietà storiche lungo il percorso. Ogni giorno, in sella Situato nella parte occidentale ai nostri cavalli Marwari e Kadell’India, il Rajasthan è la più thiawari percorriamo circa 30 km grande provincia della Republa zona, le persone, la cultura, la blica dell’India per superficie fauna selvatica e gli uccelli. Tali terrestre e copre il 10,4% dell’Insafari sono per lo più 5 o 6 notti dia, un’area di 342.239 chilomee un’esperienza unica nella vita. tri quadrati (132.139 miglia quaPer coloro che temono il camdrate). Jaipur è la capitale dello peggio.. le tende sono tende di stato. “lusso” con letti, coperte, cuscini La nostra posizione nella regioe le strutture includono i servizi ne di Shekhawati del Rajasthan. igienici. La cucina del campo è al Shekhawati si trova nel deserservizio e prepara ogni sera pato del Thar del Rajasthan ed è sti cucinati al momento. Offriamo famosa soprattutto per i suoi anche tende da campeggio per i straordinari havelis dipinti (repiù avventurosi. Gli ospiti possosidenze tradizionali riccamente no anche portare le proprie tendecorate che racchiudono uno de. o più cortili), evidenziati da abTutto il ricavato che generiamo baglianti murales. Parte del fadalle nostre offerte turistiche viescino della regione è dovuta al ne utilizzato per finanziare il profatto che queste opere d’arte si getto per i nostri cavalli indigeni, trovano in piccole città, colleche come si è capito, è qualcosa gate tra loro da strade a binario a cui tengo veramente molto! unico che attraversano campaAlla ricerca di realtà dedicate al gne solitarie e aride. La regione turismo equestre, ci siamo “imè spesso indicata come l’entrata battuti” in Vimal Sharma...di Thar. Attorno a noi ci sono terreni

Per saperne di più potete seguire la pagina FB / Indigenous-Sporthorse-Equestrian-League-ISHEL


RAZZE&CULTURE

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Foto di Vimal Sharma

I Marwari in Europa...ecco dove sono!! Esistono esemplari di Marwari in Europa? Qualcuno c’è!! Uno dei principali importatori è sicuramente Mario Calcagno, che, rimasto affascinato da questo cavallo del deserto, ha fatto di tutto per portare qualche esemplare nel vecchio continente. “ Un buon amico di Mumbai, che conoscevo per ragioni di lavoro, nel 2005 mi fece vedere uno dei suoi magnifici cavalli, e subito mi venne l’idea di portarne un esemplare con me in Spagna. Cominciai allora a girare per il Rajasthán, dove ho conosciuto diversi allevatori, e nella terra di Marwar, zona del deserto del Thar. Purtroppo, pur possedendo degli esemplari nelle scuderie del Maharaja di Jodhpur, e anche se la All India Marwari Horse Society fece di tutto per aiutarmi, a causa delle leggi del Governo indiano, che impediva l’esportazione di cavalli indigeni, non fu possibile portare a termine in quel momento il mio progetto”. Quando tutto sembrava essere

perduto, Mario riceve una mail da Francesca Kelly (Marwari Bloodlines – Usa), che era riuscita a portare alcuni cavalli negli States e gli proponeva quindi di portarli in Spagna. Cosí fu e a settembre 2009 arrivarono Nazzarullah (Stallone) e due giovani cavalle , Chamunda e Mirabai. Piú tadi, Dilraj, uno dei primi stalloni che viaggió dall’India in American e da cui proviene la maggior partre della progenie di cavalli Marwari in Europa. “L’impossibilitá di portare dall’India altri esemplari – continua Calcagno - ha limitato naturalmente la possibilitá di promuovere questa razza come sarebbe opportuno, anche se sono giá stati presentati in diversi Horse Show, Girona 2010, Madrid Horse Week 2012 and finalmente nel Diamond Jubilee Pageant nel Castello di Windsor nel 2012. In questi anni, con i pochi esemplari nati dal nostro piccolo gruppo, siamo riusciti a far arrivare questi cavalli in Francia (Marwari France) e recentemente in Germania

(Marwari Horse Germany). In totale oggi ci sono non piú di una quindicina di cavalli Marwari in tutta Europa”. Lo scarso numero di cavalli fuori dell’lndia, rende difficile presentarli in diverse discipline equestri; gli estimatori sperano che, seppur gradualmente, il Governo indiano possa consentirne l’esportazione. “E’ notevole il lavoro che sta svolgendo la Drssa. Maria Katsamanis (NJ- USA), conosciuta Horse Trainer che col suo stallone Bahadosha (“Baba”) da anni dimostra che, una razza di sangue calda come il Marwari Horse, può diventare un cavallo idoneo per ogni disciplina, ma soprattutto un compagno ideale e fedele di per vita”.

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BREEDS&CUSTOMS

THE INDIA OF MARWARI AND KATHIAWARI

ENG version

BEAUTIFUL SPECIMENS AT RISK OF EXTINCTION   BY GIORGIA FERRERO                                     aimed at development and promotion of them in the modern day equestrian sport, so that the revival of the breed can happen in today’s world. As such, at my stables, we do:

Picture by Vimal Sharma

Looking for realities dedicated to equestrian tourism, we “came across” Vimal Sharma, an Indian from Sikar, Rajasthan, who not only has a stable, a breeding farm and a company dedicated to equestrian tourism, but who is also one of the promoters of the “Marwari project ”, dedicated to avoiding the disappearance of this breed of equidae“ with curved ears inside ”. First of all, tell us something about Marwari Horses, a not known breed in Italy and probably in Europe in General. Well, let me tell you about both Marwari and Kathiawari Horses. Both are the indigenous breed of horses originating in the western arid regions of India. Marwari horses are named after the region of Marwar in the western Indian province of Rajasthan. Kathiawari Horses are believed to have originated in the Kathiawar region of western

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Indian province of Gujarat, India. Both are horses of the desert and arid landscape and share similarities like the inward curved ears, for which they are also sometimes referred to as “Exotic Horses”. Both are known for their ability to adapt to the hostile desert environment. A thin skin, ability to survive in the limited rations and water, a very alert disposition, light weight are all hallmarks of the breed. Both have been used as means of communication across vast plains and dunes of the area in history. Both share a rich history as cavalry horses of the kings and kingdoms of the bygone days. There are some inspiring real life stories in the region that celebrate the valor of these horses. And both command an important cultural and religious significance in the lives of the people of the area.

1. Planned training of horses for sports like Show Jumping, Tent Pegging, Polo and Endurance. We will soon be starting with dressage. 2. We participate in competitive horse shows with them 3. We conduct training and development activities for riders from around the area and villages to ride these horses 4. We do horse trails and safaris with these horses for our guests. While trails run from few hours to overnight, horse safaris are multiple days cross country rides through various terrains and locations.

How is the horse riding world in India? Is it a National Sport, or only a few people? Horse riding is very much a national sport. The Equestrian federation of India is the controlling and coordination body for equestrian sport in India and is affiliated to the FEI. Infact India has had participation in the past in Olympic Games and regular participant at the Asian Games. The largest section of equestrians in India are from the Army and Police units spread across the country. In fact, the Indian Which kind of activities do you Army has the world’s only survido with this particular horse? ving cavalry regiment, which is My project for these horses is called the 61st Cavalry and ba-


BREEDS&CUSTOMS sed out of New Delhi and Jaipur. After that, almost all major metro cities of India have Horse Riding Clubs and regular hold club competitions. So, yes, it is a well followed sport in India. That said, a large section of India also remains behind in this discipline because they are not from the cities, do not have access to infrastructure and funding and cannot afford expensive horses to keep and then travel hundreds of kilometers to cities to take part in competitions. Along with that, the Indigenous breeds like Marwari and Kathiawari horses have also lost significance because they do not fit the trend, do not have access to good trainers and platforms to showcase their talent. So you see, there is this big divide that exists in India when it comes to Equestrian Sport. Our organization ISHEL (Indigenous Sport Horse Equestrian League) has been recently established and aims to work on focused and targeted development of indigenous horses of India in Equestrian Sport. Vimal... Discribe something about you and your organization? Well, I am a businessman in profession, and a horseman by emotions ... Currently I run an Information Technology Consulting and Software Business based out of India and South Africa. I also have my stud farm near Jaipur by the name of “Marwari Stud & Stables” and we breed Marwari Horses here for Sport. Alongside, I also run my adventure travel company called “KrossTerrain Adventures”, which offers adventure tourism in India and South Africa to the clients. We also are accredited travel pro-

vider member of the “Adventure Travel Operators Association of India”. Additionally, there is an agro resources company that I have started recently. The motto of the adventure travel and agro resources company is primarily to fund our project for the Indigenous Horses as I have mentioned above. Anyone in the horse scene will agree that horses cost money ... I have recently founded the Indigenous Sport Horse Equestrian League (ISHEL) in India with the aim of developing and establishing the Indigenous Horse Breeds of India in modern day Equestrian Sport.

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farmlands, villages, forts and havelis, dams, riverbeds, salt pans, marshlands and sand dunes. There is a close interaction with local village people. Local wildlife you may encounter on the ride includes Chinkara Gazelles, Desert Fox, Nilgai (largest Indian antelope) and plenty of Birdlife.

Is it possible to book for a holiday with your horses from Italy? Oh Yes! We offer horse safaris to our guests through our travel operations “KrossTerrain Adventures”. We have had guests from countries including England, Germany, South Africa, Australia, New Zealand to name some. And how is the landscape you We will be very happy to hosts and your horses live in? our guests from Italy as well ... Answer – We are based out of Following are some of the types Sikar, Rajasthan. We are about a of holidays we have one offer: 2 hours’ drive from Jaipur, the capital city of Rajasthan. 1. Day / Overnight Horse Trails Located in the west of India, 2. Horse Safaris over multiple Rajasthan is the largest province days where we camp in the deof the Republic of India by land sert and farms safari style, or in area and covers 10.4% of India, heritage properties along the an area of 342,239 square kilo- route. We ride for close to 30 meters (132,139 sq. mi). Jaipur is KMs per day one our Marwari the capital city of the state. and Kathiawari horses exploring the area, it’s people, culture and Our location in in the Shekhawati wild and bird life. Such safaris region of Rajasthan. Shekhawati are mostly 5 or 6 nights, and a is in the Thar Desert of Rajasthan once in a lifetime experience. and is most famous for its ex- Non riding guests can join the traordinary painted havelis (tra- same safari one Motorbykes ditional, ornately decorated re- or Vehicles. For those fearing sidences which enclose one or camping, let me tell you that the more courtyards), highlighted tents are specious canvas tents with dazzling murals. Part of the with beds, blankets, pillows and region’s appeal and mystique is facilities include flush toilets. due to these works of art being The camp kitchen is at service, found in tiny towns, connected preparing freshly cooked meal to each other by single-track ro- every night. We also offer camads that run through lonely, arid ping tents for the more adventucountryside. The region is often rous. Guests can also bring their referred to as the Entrance to own tents. Thar. The ground for our horses is mo- All income we generate from our stly firm and loose sandy tracts. tourist offerings is used to fund the project for our Indigenous Around our stud, you can find Horses at the core.

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BREEDS&CUSTOMS

Picture by Vimal Sharma

Marwari in Europe... that’s where they are !! Are Are there any Marwari horses in Europe? Sure someone in Spain! One of the main importers is certainly Mario Calcagno, who, fascinated by this desert horse, did everything to bring some specimens to the old continent. “A good friend from Mumbai, whom I knew for work reasons, showed me one of his magnificent horses in 2005, and I immediately had the idea of ​​bringing them with me to Spain. Then I began to travel to Rajasthán, where I met several breeders, and to the land of Marwar, in the Thar desert area. Unfortunately, despite having some specimens in the stables of the Maharaja of Jodhpur, and even if the All India Marwari Horse Society did everything to help me, due to the laws of the Indian government, which prevented the export of indigenous horses, it was not possible to bring my project ended at that moment ”. When everything seemed to be

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lost, Mario receives an email from Francesca Kelly (Marwari Bloodlines - USA), who had managed to bring some horses to the States and then proposed to take them to Spain. So it was and in September 2009 Nazzarullah (stallion) and two young mares, Chamunda and Mirabai arrived. More recently, Dilraj, one of the first stallions who traveled from India to American and from which the majority of the offspring of Marwari horses in Europe come. “The impossibility of bringing other animals from India - continues Calcagno - naturally limited the possibility of promoting this breed as it would be appropriate, even if they have already been presented in several Horse Shows, Girona 2010, Madrid Horse Week 2012 and finally in the Diamond Jubilee Pageant in Windsor Castle in 2012. In recent years, with the few specimens born from our small group, we have managed to get these

horses to France (Marwari France) and recently to Germany (Marwari Horse Germany). In total today there are no more than fifteen Marwari horses in all of Europe ”. The low number of horses outside India makes it difficult to present them in different equestrian disciplines; admirers hope that, albeit gradually, the Indian government can allow its export. “The work that Maria Katsamanis is remarkable.(NJ- USA). She is a well-known Horse Trainer and with her stallion Bahadosha (“Baba”) for years has shown that, a breed of warm blood like the Marwari Horse, can become a suitable horse for any discipline, but above all an ideal companion and faithful for life “.


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SECTION NAME

www.pgsitalia.org



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RAZZE&CULTURE

IL QUARAB

LA BELLEZZA DI UN ARABO, IL CUORE DI UN QUARTER, I COLORI DI UN PAINT   DI VALERIA GIACOMELLO                                     QUARAB, IL CAVALLO IDEALE tranquillamente affermare che il Quarab sia un cavallo perfetto Elegante e leggero, coraggioso per tutte le situazioni. ed energico, freddo e paziente, muscoloso e resistente, colorato L’ASSOCIAZIONE IN ITALIA o in tinta unita, il Quarab si sta In Italia la razza è rappresentasempre più rivelando un cavallo ta dall’Associazione Italiana Ca“su misura”, perfettamente adat- vallo Quarab (Aicqa), presente tabile alle esigenze di chi decide dal 2006 con un suo Registro di di possederne uno. Razza nel cui interno sono iscritPresente da sempre come in- ti cavalli provenienti da tutto il crocio anche se non ricono- mondo. sciuto ufficialmente, è stato co- «Da sempre – spiega Marco dificato per la prima volta negli Caremi, presidente dell’assoStati Uniti d’America negli anni ciazione e suo fondatore - sono ’60 del secolo scorso grazie alle un grande estimatore dei cavalli gesta di Indy Sue, una cavalla arabi e dei Quarter Horse. Quannata da uno stallone arabo e una do sono venuto a conoscenza fattrice Quarter Horse che, per i della nuova razza dei Quarab mi suoi meriti sportivi e qualità “all sono subito appassionato e ho around”, conquistò un posto nel deciso di promuoverne la diffu“Performance Register of Merit”. sione anche in Italia. La nostra Da allora, velocemente il Quarab famiglia si è velocemente allarha destato sempre più interesse e curiosità da parte di molti addetti ai lavori, sia cavalieri che allevatori. Già, perché la combinazione è allettante: un cavallo morfologicamente molto bello ma lavorabile, agile e coraggioso ma freddo, adatto a discipline sportive come la Performance, il Reining e l’Endurance. Non guasta poi che sia perfetto anche per trekking, per i suoi zoccoli saldi ereditati dal sangue arabo e la serenità nell’affrontare i percorsi più impegnativi. Se poi soddisfa anche i gusti estetici dei più esigenti, grazie all’incredibile varietà di manti colorati, si può

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gata. Alcuni si associano solo per ottenere la registrazione del loro cavallo, ma il numero di associati che rinnovano la tessera e si impegnano perché credono nel nostro lavoro stanno aumentando sempre più e oggi possiamo contare su un piccolo esercito formato da quasi 200 cavalli registrati. La prossima sfida che ci attende è arrivare a una produzione in purezza». GLI SCOPI ASSOCIATIVI • Promuovere e coordinare attività di diffusione della presenza del cavallo di razza Quarab in Italia; • Organizzare iniziative culturali, ricreative, sportive e di aggiornamento di carattere equestre che valorizzino la presenza e l’utilizzo del cavallo di


RAZZE&CULTURE razza Quarab in Italia; • Tutelare l’attività di coloro che sono interessati alla espansione ed allo utilizzo del cavallo di razza Quarab in Italia; • Facilitare lo scambio di esperienze equestri fra gli interessati al cavallo di razza Quarab; • Stabilire collegamenti e fattiva collaborazione culturale, ricreativa e sportiva con altre Associazioni Equestri nazionali ed estere aventi simili finalità; • Promuovere l’importanza della pratica equestre in genere attraverso modalità di conoscenza e rispetto per il cavallo come animale utilizzato a fini ricreativi e sportivi. CENNI DI MORFOLOGIA Al momento sono ancora permessi incroci fra le razze da cui il Quarab deriva: arabo da una parte e Paint o Quarter Horse dall’altra. Esistono tre tipologie standardizzate a seconda della quantità di sangue di una razza rispetto all’altra, fino a un massimo di 7/8 di una delle due. Il Quarab può quindi ereditare caratteristiche morfologiche diverse: può assomigliare come struttura fisica al tipico Quarter Horse, muscoloso e dai fianchi ben arrotondati, oppure al classico arabo, sottile e dal lungo ed armonioso collo. La testa è solitamente ben definita, con la fronte ampia, gli occhi grandi ed un profilo più o meno rettilineo, a seconda della prevalenza di sangue arabo o Quarter/ Paint Horse. L’altezza varia da 142 a 162 centimetri. Il mantello può essere semplice, composto o pezzato. La gamma di colori riconosciuti è vastissima, fra cui sauro bruciato, morello, baio, palomino, pelle di daino, cremello, perlino, smoky creme,

daino dorato, daino, sorcino, sauro, bruno e champagne. Può includere le macchie bianche comuni agli Arabi e ai Quarter Horse. Roani e grigi sono designati a seconda dei loro colori base. La grande sfida che sta impegnando ora gli allevatori è fissare il Quarab “ideale” attraverso accurati incroci genetici, i cui risultati saranno visibili nei prossimi anni. IL QUARAB NELL’ESCURSIONISMO EQUESTRE «Ho creduto fin da subito nelle potenzialità di questa nuova razza», afferma Enrico Curto, vicepresidente dell’associazione e allevatore di cavalli Quarab. «In qualità di Guida Equestre Ambientale di Engea ho potuto personalmente confermare la qualità e l’affidabilità di questi cavalli in percorsi di diversa natura, dai più semplici ai più impegnativi. Sono sempre sereno e sicuro quando organizzo escursioni anche con i meno esperti. «Questa è la ragione per cui mi sono concentrato sul cavallo di razza Quarab nel mio impegno allevatoriale che, ad oggi, mi ha

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dato molte soddisfazioni. Non è un caso che nell’ultima edizione di Fieracavalli di Verona nel 2019, lo stallone Quarab di mia produzione, Mr Martin, sia stato considerato fra gli interpreti principali delle esibizioni in arena. IL CAVALLO DEL FUTURO «La nostra presenza a Verona, iniziata qualche anno fa, è ormai diventata una delle attrazioni dell’evento fieristico», spiega il presidente Marco Caremi. «Fin dalle prime apparizioni in Fiera questa razza ha sollevato molta curiosità ed interesse, al punto che, qualche anno fa, le principali testate televisive e giornalistiche locali e nazionali hanno dedicato interi articoli a questa razza che, negli anni successivi, ha saputo crescere con continuità in vari settori dell’equitazione, con una particolare evidenza nell’area del turismo equestre. Credo di poter affermare con convinzione che il cavallo Quarab possa in futuro diventare una delle opzioni di razza più ricercate dagli appassionati».

Per informazioni sito. www.quarabs.it mail. info@quarabs.it tel. 3346572641 Il Cavallo Libero


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RAZZE&CULTURE

ARABIAN INSIDER UN OCCHIO SUL MONDO DEL CAVALLO ARABO

DI GIORGIA FERRERO

Quale modo migliore per promuovere il cavallo arabo se non quello di viverlo “da dentro” e poi diffonderne la cultura utilizzando tutti i mezzi di comunicazione? E’ così che nasce Arabian Insider, ufficialmente e come definizione un’agenzia di pubblicità, nella realtà un vero e proprio “occhio” sul mondo del cavallo arabo. A raccontarci la storia di questo progetto è la creatrice, Francesca, originaria di Mondovì, in provincia di Cuneo, figlia d’arte... “Si può dire che sia nata nel mondo dei cavalli. Mio padre è infatti un veterinario di cavalli molto noto e con la passione per quelli arabi nello specifico: per anni è stato allevatore e allenatore di cavalli arabi da corsa. Respirando costantemente quest’aria...da piccola volevo fare il fantino! In realtà sembrava dovessi allontanarmi da questo settore quando ho intrapreso la facoltà di medicina...ma poi la passione ha preso il sopravvento..”. E quindi.. “Ho iniziato a lavorare per un giornale americano di cavalli arabi, e questo mi ha portata a viaggiare per gli show più importanti in tutto il mondo...un’esperienza bellissima che mi è servita per rendermi conto del fatto che mancavano delle pro-

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fessionalità che promuovessero il cavallo arabo con una comunicazione e promozione mediatica giusta. Per gioco, ad agosto del 2015 nel corso di un evento a Chantilly e ho deciso che volevo fare una sorta di telegiornale...Ho convinto tutti e abbiamo fatto l’episodio pilota...l’ho chiamato Arabian Insider...e lì ho capito che tutto avrebbe potuto diventare realtà! Finito l’evento, ho deciso di andare avanti...A gennaio 2016 ho abbandonato gli studi, aperto una società ai tempi con un socio, ho mandato delle proposte in giro, tutte finalizzate alla comunicazione legata al mondo dei cavalli arabi. Quando un’importantissima scuderia del Qatar ci ha contattati...quasi non ci

volevo credere! In fretta e furia ho chiamato un amico che faceva riprese video...e siamo partiti allo sbaraglio, per quanto mi riguarda con tutta la passione possibile..ma ancora con mezzi amatoriali e un inglese che lasciava moooolto a desiderare! Tutto è andato bene...e non ci siamo più fermati”. Una passione che quindi, per Francesca, diventa professione, dapprima appunto con dei reportage giornalistici ma poi sempre di più con la realizzazione di video professionali e con un lavoro di promozione sui social media il cui fine ultimo è proprio quello di “fare cultura” del cavallo arabo”. “Ho girato tutto il mondo, dal Brasile alla Cina, per avere un’idea più completa di questa fantastica specie...Tanti hanno un’


RAZZE&CULTURE

idea sbagliata del cavallo arabo.. volevo distruggere il credo che fosse un cavallo “matto, difficile, pericoloso...E’ invece versatilissimo, e intelligentissimo...Il plus dei paesi arabi in questo momento è che loro lo vivono proprio come parte intergrante della loro cultura e della loro vita”...

su economie di tipo differente. Abu Dhabi ancora è un mix tra turismo e business”. E quanto valgono in questi paesi, a livello economico, i cavalli?

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“Devo dire che il mercato offre qualsiasi cosa. Nelle gare il livello è talmente alto che l’80% degli esemplari vengono scartati...e quindi quasi regalati...al contrario, ci sono cavalli che non saranno mai messi in vendita, nemmeno per milioni di Euro..”. Cosa saranno Francesca e Arabian Insider tra 5 anni? Questa è una bella domanda, specie perché sono in fase di progetti e di cambiamenti. Vorrei arrivare ad avere un’azienda a tutto tondo, e che il cavallo arabo diventasse più valorizzato non solo dove lo è già, ma in tutto il mondo. Se dovessi identificare un’immagine, mi piace moltissimo quella che il cavallo arabo “brings the world together”...ovvero riesce ad unire persone di tutto il mondo, diversi per cultura, background e idee”.

E in Italia? “ In Italia abbiamo tanti appassionati del cavallo arabo, con importanti allevamenti e Training Center...a livello di attività dei maneggi invece è ancora troppo poco valorizzato, forse proprio per la paura di cui dicevo prima.. Nella mia idea romantica di quello che faccio, ci sarebbe proprio anche il poter far capire di più come vada realmente vissuto questo animale, che ha tantissimo da dare”. Show, corse, concorsi...nei paesi arabi c’è anche spazio per il turismo equestre? “Sicuramente ci sono scuderie dove è possibile fare delle passeggiate, ma non tutti i paesi hanno una cultura turistica così sviluppata. Dubai vive di turismo, il Quatar e l’Arabia Saudita invece si stanno aprendo solo ora, in quanto fino ad oggi si basavano

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BREEDS&CUSTOMS ENG version

ARABIAN INSIDER AN EYE ON THE WORLD OF THE ARABIAN HORSE What better way to promote the Arabian horse than to experience it “from within” and then spread its culture using all means of communication? This is how Arabian Insider was born, officially and by definition an advertising agency, in reality a real “eye” on the world of the Arabian horse. The creator, Francesca, originally from Mondovì, in the province of Cuneo, daughter of art, tells us the story of this project ... “I was born in the world of horses. My father is in fact a very well-known horse veterinarian and with a passion for Arabian horses in particular: for years he was a breeder and trainer of Arabian racing horses. Constantly breathing this air ... as a child I wanted to be a jockey! In reality it seemed I had to move away from this sector when I entered the medical school ... but then the passion took over .. “ And so ... “I started working for an American magazine of Arabian horses, and this led me to travel to the most important shows all over the world.. a wonderful experience that helped me to realize that I lacked the professionalism that promoted. the Arab horse with fair communication and media promotion. For fun, in August 2015 during an event in Chantilly I decided I wanted to do some sort of newscast ... So we did the pilot episode and I called it Arabian Insider ... and there I realized that everything could have come true!

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After the event, I decided to go on... In January 2016 I dropped out of school, opened a company at the time with a partner, I sent proposals around, all aimed at communication related to the world of Arabian horses. When a very important team from Qatar contacted us... I almost didn’t want to believe it! In a hurry I called a friend who was shooting video... and we left the fray, as far as I am concerned with all the possible passion .. but still with amateur means and an English that left much to be desired! Everything went well... and we never stopped ”. A passion that therefore, for Francesca, becomes a job, at first precisely with journalistic reports but then more and more with the creation of professional videos and promotion on social media whose ultimate goal is precisely to “make culture” of Arabian horse . “I traveled all over the world, from Brazil to China, to get a more complete idea of ​​this fantastic species... Many have a wrong idea of ​​the Arabian horse .. I wanted to destroy the belief that it was a” crazy, difficult, dangerous horse... On the other hand, he is extremely versatile, and extremely intelligent... The plus of the Arab countries at this time is that they experience him precisely as an integral part of their culture and their life “... And in Italy? “In Italy we have many lovers of the Arabian horse, with important breeding farms and Training Centers ... at the level of riding activities, however, it is still too little valued, perhaps becau-

se of the fear I mentioned earlier .. there would also be being able to make people understand more about how this animal really lives, which has so much to give “. Shows, races, competitions ... is there also space for equestrian tourism in Arab countries? “Certainly there are stables where it is possible to go for walks, but not all countries have such a developed tourist culture. Dubai thrives on tourism, while Quatar and Saudi Arabia are opening up only now, as until now they were based on different types of economies. Abu Dhabi is still a mix between tourism and business ”. And how much are horses worth in these countries economically? “I have to say that the market offers everything. In the races the level is so high that 80% of the specimens are discarded... and therefore almost given away... on the contrary, there are horses that will never be offered for sale, not even for millions of Euros..“. What will Francesca and Arabian Insider be in 5 years? This is a good question, especially as projects and changes are underway. I would like to have a well-rounded company, and for the Arabian horse to become more valued not only where it already is, but throughout the world. If I had to identify an image, I really like the one that the Arabian horse “brings the world together” ... that is, it manages to unite people from all over the world, different in culture, background and ideas “.


RAZZE&CULTURE

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A.P.A.M.

ASSOCIAZIONE DEGLI ALLEVATORI E PROPRIETARI DI CAVALLI MURGESI E ASINI DI MARTINA FRANCA   DI A.P.A.M.                                     alto livello viene valorizzata dalle qualità del cavallo murgese. Pensiamo ad alcuni soggetti come Sorriso che ha ottenuto strepitosi risultati ed è stato recentemente omaggiato con una grande festa per il suo ritiro dalle competizioni per un meritato riposo. APAM ritiene che la recente affiliazione con ENGEA possa essere di ulteriore stimolo a quanti vorranno avvicinarsi con curiosità e passione alle razze cavalline e asinine murgesi.

L’associazione APAM è nata nel 2017 con lo scopo di promuovere su tutto il territorio nazionale la razza cavallina murgese, i suoi ibridi e la razza asinina di Martina Franca attraverso gli allevatori, i detentori e tutti gli appassionati di questi magnifici soggetti tutti italiani. Inutile nasconderci che fino a pochi anni fa, il cavallo murgese era molto poco apprezzato, specialmente a livello sportivo, poichè ritenuto poco performate e addirittura molto testardo e poco intelligente. Il grande lavoro svolto a livello selettivo da alcuni lungimiranti allevatori e l’interesse di alcuni tecnici hanno permesso di cominciare a fare apprezzare agli acquirenti le potenzialità e sopratutto la versatilità di questo cavallo, contribuendo a sfatare la maggior parte di que-

ste superstizioni. Oggi il cavallo murgese è utilizato con soddisfazione dei loro proprietari in numerosi campi dell’equitazione come la monta inglese, americana, l’equitazione di campagna, nonchè nell’attacco sportivo e di eleganza. Buoni risultati si stanno ottenendo nelle competizioni di dressage e oggi il murgese è apprezzato anche in compiti di pubblica utilità come la guardia forestale e nei corpi anti sommossa. In tutto questo APAM ha svolto e continuerà a svolgere, attraverso i suoi soci, un grande lavoro di divulgazione e promozione organizzando raduni, stage presieduti da tecnici di grande qualità come Vincesso Basso, patrocinando eventi e manifestazioni, trekking e passeggiate in carrozza. Anche l’equitazione di

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SCIENZA&NATURA

LE DIMENSIONI NON CONTANO..!   DI DOTT. SIMONE TISO                                     Sicuramente a tutti noi, per caso o volontariamente, sarà capitato almeno una volta nella vita di imbatterci in un documentario. Programmi televisivi e show di vario genere che presentano tematiche naturali sono sempre esistiti, dalle prime trasmissioni Rai, fino al moderno catalogo Netflix. Chi grazie a Super Quark, chi a Planet Heart, chi con i racconti di Piero Angela, chi ascoltando David Attenborough, abbiamo avuto occasione di vedere animali estinti e luoghi esotici altrimenti irraggiungibili. Diverse sono le opportunità, grazie a queste ed altre fonti di informazione, di imbattersi in forme di vita peculiari per forma e dimensione. Osservando le mastodontiche balenottere azzurre e gli elefanti pigmei del Borneo, ammirando libellule preistoriche di 50cm o il Lupo di Honshu alto appena 35cm, sorge spontanea una domanda: perché queste dimensioni? Innanzitutto, per comprendere in parte il motivo per cui ogni animale ha una dimensione ben specifica, possiamo presentare la Regola di Bergmann, formulata dal biologo tedesco Christian Bergmann nel 1847. Questa è una legge ecogeografica che mostra l’esistenza di una relazione tra la latitudine alla quale vive un animale e la massa che questo può raggiungere. Ossia, gli animali di maggiori dimensio-

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ni hanno un rapporto superficie/ volume minore rispetto agli animali di piccole dimensioni, quindi disperdono il calore molto più lentamente e si trovano avvantaggiati nei climi più temperati. Gli animali di piccole dimensioni, invece, sopravvivono meglio in climi caldi e secchi, dove la loro capacità di disperdere velocemente il calore è d’indubbio vantaggio. Questo dualismo non è vero in assoluto, poiché vi sono casi anche abbastanza importanti di grandi animali che vivono in ambienti desertici, come ad esempio l’elefante africano: in questi casi, vengono utilizzate particolari strutture o comportamenti per ottimizzare gli scompensi, come ad esempio le grandi orecchie per disperdere il calore. Fra gli studiosi esistono però controversie sulla validi-

tà o meno della legge e non c’è accordo sull’interpretazione corretta, oltre che sulla sua presunta inutilità, poiché essa descrive un determinato fenomeno senza però studiarne le cause. Altra causa che può andare ad influire sulle dimensioni di un animale è la condizione di isolamento. In questi casi particolari possono verificarsi i fenomeni biologici chiamati nanismo insulare e gigantismo insulare. Il primo è il processo di riduzione delle dimensioni di grossi animali (quasi sempre mammiferi), causato dalla scarsità di incrocio nella genetica della popolazione: ad esempio sulle isole, ma anche in altri habitat isolati per motivi diversi (come un’oasi nel deserto), gli animali tenderanno a riprodursi tra di loro impoverendo sempre più la ricombina-

Foto: Shutterstock


SCIENZA&NATURA zione genetica della popolazione stessa. Sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare questo processo: la più plausibile è quella secondo la quale le minori dimensioni consentono di sopravvivere in ambienti con risorse limitate. Il gigantismo insulare invece vede il continuo aumentare della taglia con il passare delle generazioni in un habitat isolato. Questo fenomeno, più che alle scarse risorse offerte dall’ambiente (come il nanismo insulare) è dovuto all’assenza di fattori che inibiscano il raggiungimento di grandi dimensioni (es. assenza di predatori) ed al vantaggio offerto da una massa maggiore nella competizione per la sopravvivenza. Tutto ciò di cui si è discusso nei precedenti paragrafi, assieme a vari fattori genetici ed evolutivi, contribuiscono a determinare le dimensioni di un essere vivente. Alla fine di questo specifico preambolo scientifico, sorge quindi

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giorni nostri, a detenere il record per le dimensioni troviamo Big Jake, il cavallo eletto più alto del mondo nel 2010 date le sue misure: ben 2 metri e 10 centimetri al garrese. L’equino, di 11 anni e di razza belga, appena nato pesava circa 108 kg ed ora supera la tonnellata (1179kg). Sul lato opposto della bilancia, troviamo invece Bombel, il cavallo più piccolo al mondo: è alto solo 56,7 cm. Vive in Polonia e detiene il World Guinness Record di “shortest male horse”, il cavallo maschio più basso. Bombel (il nome significa “bollicina”) è di razza appaloosa, originaria del Nord America e ed è nato da genitori di dimensioni normali ed è lui stesso standard nel carattere e nel comportamento. Rimanendo nella famiglia dei cavalli, ma passando ai loro cugini striati, è degna di nota la zebra di Grevy (Equus grevyi): Viaggiando nel tempo fino ai la più grande delle zebre vivenun’ulteriore domanda: queste regole si applicano anche ai nostri compagni cavalli? Certamente! Come ben sappiamo, esistono varie specie di equidi, ognuna con dimensioni ben diverse (basti pensare ad uno Shire Horse paragonato ad un ciuchino). Ma all’interno della norma esistono alcune eccezioni degne del Guinness dei primati: Primo tra tutti, bisogna citare l’Equus giganteus (the Giant Horse), una specie estinta di equino che visse in Nord America fino a 12000 anni fa, verso la fine del Pleistocene ed intorno allo stesso periodo interessato dall’estinzione di molti altri esemplari della così chiamata megafauna americana. I ritrovamenti e gli studi dimostrano come questi esemplari potessero avere un’altezza al garrese di circa 2,25m ed un peso variabile tra i 1200 e 1500 kg.

Big jake. Foto tratta da alan farrow on flickr_2019 www.flickr.com/photos/116071498@N08/47034635174

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SCIENZA&NATURA

ti. La si riconosce dalle orecchie arrotondate e dalle striature nere più sottili e fitte. Vive nelle zone semiaride di Etiopia, Somalia e Kenya settentrionale. Alta 1,251,5 metri al garrese, è lunga 2,5-3 metri dalla testa alla coda. I maschi pesano tra i 380 e i 450 kilogrammi, le femmine tra i 350 e i 400. Ultimi ma non meno importanti, anche tra gli asini esistono vari detentori di primati simili. Il Mammoth Jackstock è una razza di asino originaria degli Stati Uniti. È una delle razze più grandi del mondo. Viene utilizzato soprattutto per la produzione di muli. I maschi, più grandi delle femmine, possono raggiungere gli 1,45 m di altezza al garrese ed essere lunghi fino a 1,95-2,00 m. Il peso medio si assesta sui 290 kg per i maschi e 240 kg per le femmine, con alcuni stalloni che hanno toccato i 350 kg. L’asino dell’Asinara, invece, è il più piccolo e forse il più emblematico esempio del patrimonio endemico italiano. È una razza di asino che vive nell’isola dell’Asinara ed in alcune altre piccole zone circoscritte della Sardegna. Molto simile agli asinelli sardi, l’asinello completamente bian-

Foto: Pixabay

co presenta un’altezza di circa 90 cm al garrese (un bellissimo esempio di nanismo insulare). Leggendo i casi particolari appena citati, si evince il fatto che le dimensioni di questi “cavalli d’eccezione” non siano legate solamente a fattori ambientali. La Regola di Bergmann, il nanismo e il gigantismo, sono concause che agiscono sugli esseri viventi assieme ad altri svariati

Foto di PYellott on wikimedia commons_2013 Romulus, the World's Tallest Living Donkey as of 2013, eating carrots with Cara Barker Yellott.

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fattori genetici ed evolutivi, portando le varie specie animali e vegetali a svilupparsi, raggiungendo dimensioni specifiche per ogni individuo. Talvolta pesando varie tonnellate, talvolta pochi grammi, la massa raggiunta in età adulta è il frutto di milioni di anni di evoluzione e mutamenti ambientali; è l’ideale per permettere la sopravvivenza in un determinato ambiente di ogni singolo essere vivente.

Asino dell’Asinara. Foto di Asibiri on flickr_2009 www.flickr.com/photos/asibiri/3592882971/


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SAFARI NELLA PLASTICA? UNA GRANDE MINACCIA PER TUTTI GLI ECOSISTEMI E COSA SI PUÒ FARE PER RIMEDIARE

DI SABRINA COLOMBO                                     A Dicembre 2020 mi sono recata al Parco Nazionale Kruger per un paio di giorni, alloggiando nel campeggio in uno dei campi designati nel parco. Avendo deciso all’ultimo minuto, non avevo nemmeno portato la tenda, dormendo cosi sul retro del fuoristrada...guardando le stelle. La zanzariera era la mia unica barriera con il mondo esterno. Dormire nel bush ha dell’incredibile, in quanto nonostante sia notte, la savana e’ popolata dagli animali notturni, ognuno con un richiamo diverso. Così, spesso, si ha il privilegio di sentire leoni, leopardi, iene, ippopotami, gufi etc...il cui richiamo si fa padrone nelle notti Africane. Le visite al Parco Kruger sono sempre suggestive, in quanto si possono vedere i famosi Big 5 (leoni, leopardi, elefanti, rinoceronti e bufali), ma non solo! Con la sua superficie di due milioni di ettari, il parco Kruger ospita diversi eco-sistemi, animali selvatici e vegetazione molto variegati. Il Covid ha portato ingenti cambiamenti a livello mondiale, incluso al parco Kruger e a tutte le riserve Africane. Non per quanto riguarda gli animali, che continuano la loro vita imperterriti, come nulla fosse, in quanto non sono “scalfiti” dalla pandemia. Mi riferisco piuttosto all’afflusso di visitatori e ai pro e contro di questa situazione. Guidare in un parco solitamente

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IL LAVORO DEL RANGER IN SUDAFRICA Vivendo in Sudafrica e lavorando come Ranger, ho la fortuna di vivere in mezzo alla natura ed esplorarne le sue bellezze di continuo, osservando i comportamenti degli animali, raccogliendo dati, lavorando per preservare gli ecosistemi ed educando le persone sulla necessita’ di vivere in maniera sostenibile, per il nostro futuro. Il mio lavoro, mi porta di conseguenza a notare l’evoluzione degli ecosistemi e lo spazio a disposizione per la natura nel tempo. Nel bene e nel male. piuttosto affollato e vedendo pochissime persone, godendosi il parco “tutto per se”, e’ molto gratificante. Il lato negativo, però, è che per colpa del covid, il parco e tutte le riserve naturali godono di entrate economiche minori e quindi coprire i costi, pagare gli stipendi dei ranger, dei team anti-bracconaggio e di gestione generale, diventa molto difficile, se non impossibile. Per non parlare dell’inquinamento derivante da mascherine usa e getta, bottigliette dei gel disinfettanti e delle solite bottiglie in plastica, sigarette, sacchi in plastica, contenitori take-away etc... E’ alquanto preoccupante come nonostante ci siano poche auto in giro nel parco, la spazzatura non diminuisca, poichè gettata dai finestrini da persone poco responsabili, “rubata e sparsa” da animali curiosi dall’odore di cibo intriso nei pacchetti (mi riferisco soprattutto a scimmie e babbu-

ini) oppure trasportata da fiumi e torrenti per chissà quanti chilometri, arrivando anche in zone inaspettate e remote. Mentre guidavo dentro al parco, mi sono fermata ad osservare un gruppo di babbuini nel fiume sottostante al ponte dove avevo parcheggiato. Soltanto in pochi posti del Kruger, è consentito scendere dall’auto (per ovvie ragioni di sicurezza) e sui ponti, in zone delimitate, è possibile sgranchirsi le gambe e guardarsi intorno per individuarei ippopotami, coccodrilli, uccellini e altri animali, godendo di una posizione sopraelevata. I babbuini sono sempre divertenti da osservare, in quanto sono sempre presi in qualche attività; quel giorno, mentre ero sul ponte, osservavo un gruppo abbastanza numeroso; alcuni giocavano, altri si spulciavano, bevevano, allattavano il piccolo o semplicemente, contemplavano il paesaggio alla


ECOSOSTENIBILITA’ ricerca di potenziali pericoli. Dopo qualche minuto però qualcosa di anomalo ha attirato la mia attenzione: alcuni babbuini giovani, stavano giocando e “assaporando” delle bottiglie e contenitori di plastica, che il fiume aveva trascinato con se da chissà quale paese o città e a quale distanza. Erano evidentemente contenitori vissuti, non gettati di recente. Vedere plastica in un parco naturale, e soprattutto l’idea che gli animali, mangiandola, possano sopperire (purtroppo capita spesso in quanto sentendo l’odore di cibo pensano sia commestibile) e’ destabilizzante. La decisione di documentare questo momento attraverso foto e video, fu immediato. La possibilita’ di educare persone attraverso immagini forti, mostrando gli effetti delle nostre azioni quotidiane svolte spesso con automatismi in quanto troppo presi da giornate frenetiche, ha acceso in me la speranza di poter fare ancor piu’ la differenza, raggiungendo un audience piu’ ampio.

nel mio lavoro di Ranger, è un punto saliente. Ognuno di noi, ovunque si trovi nel mondo, ha una responsabilità verso il nostro pianeta, che e’ la nostra casa. Ogni nostra azione ha un “effetto farfalla”. Non importa dove ci troviamo: ogni nostra scelta ha un impatto sulla catena alimentare, di produzione, di scarto, sugli ecosistemi terrestri e marini. Senza un ambiente in equilibrio, non possiamo pensare a un fuL’educazione alla conservazione turo rigoglioso, sia per noi umae alla sostenibilita’ ambientale, ni, sia per gli animali che tanto

Foto di Sabrina Colombo

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amiamo. L’urbanizzazione, la sovrapopolazione umana, il disboscamento, le piantagioni, l’agricoltura, le miniere, gli sprechi e il bracconaggio sono le cause più grandi di perdita di habitat per gli animali e che condurranno, se non si trovera’ un modo per cambiare questo trend in crescita, all’estinzione di tutte le specie. La natura funziona in un sottile equilibrio, e quando per esempio un insetto diventa estinto in quanto i pesticidi dei campi agricoli lo sterminano, questo avrà un impatto sugli uccellini, sui predatori e sulla vegetazione stessa. Non si possono spezzare le catene naturali, poichè in questo modo anche gli equilibri vengono a mancare. Vivere in modo sostenibile è più semplice di quanto si pensi, con un po’ di buona volontà..! La natura ci insegna che si ha bisogno del minimo indispensabile per vivere ed essere felici. Gli animali non saranno mai di fretta, non avranno mai un telefonino o internet, usano solo ciò di cui hanno veramente bisogno (cibo e acqua) e non inquinano.

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Il mondo frenetico in cui viviamo, ha portato la società a dimenticarsi delle piccole cose, degli oggetti destinati a durare nel tempo, dei valori da trasmettere e del tempo di qualità passato con i propri cari. Tutto ciò ha solo dato beneficio al consumismo sfrenato promosso da marketing incessante che ha il compito di convicere le persone a comprare di tutto e di più, a colmare vuoti esistenziali con shopping compulsivo, a prediligere l’apparenza alla sostanza, a promuovere le comodità perchè “non si ha mai tempo di...” Una scusa per continuare a beneficiare di questo circolo vizioso che sta portando a danni La plastica rappresenta un granirreparabili per il nostro amato dissimo problema per l’inquipianeta. namento ambientale. La produzione mondiale di plastica è Vivere in modo sostenibile è dav- passata dai 15 milioni del 1964 vero semplice, e ognuno di noi lo agli oltre 310 milioni attuali. puo’ fare, iniziando da cose basi- Ogni anno almeno 8 milioni di che per poi evolversi sempre di tonnellate di plastica finiscono più. negli oceani del mondo e, ad Il fatto di sentirsi utili per il piane- oggi, si stima che via siano più di ta e fare del bene, rende questo 150 milioni di tonnellate di plastistile di vita davvero gratificante e ca negli oceani. genera una volontà di fare sem- Se non ci sarà un’inversione del pre di più, nonostante delle volte trend, gli scienziati hanno ipoimplichi dei piccoli sacrifici e ri- tizzato che entro il 2050 avremo nunce. piu’ plastica che pesci negli oceIl Pianeta Terra è la nostra casa, ani... e senza di esso non avremo una Dagli anni Cinquanta del secolo casa, una famiglia e tutte le risor- scorso, con l’avvio della granse naturali limitate che ci dona. de diffusione dell’utilizzo della Ho acquistato sempre più con- plastica, abbiamo prodotto 8,3 sapevolezza riguardo la soste- miliardi di tonnellate di plastica, nibilità ambientale lavorando buttandone in natura circa 6,3 come Ranger a LEO Africa, in miliardi (e come se ogni abitanSudafrica (www.leoafrica.org) te della Terra trascinasse con se promuovendo, adottando, inse- circa una tonnellata di plastica). gnando e fornendo esempi pra- Il 79% di questa plastica è finita tici su come adottare uno stile appunto nelle discariche e in tutti di vita più sostenibile e in linea gli ambienti naturali, il 12% è stacon le esigenze del pianeta, uni- to incenerito e solo il 9% riciclato. tamente a lavorare in prima linea La plastica si trova ormai ovunper la conservazione dell’am- que: se ne sono trovate tracce biente e il monitoraggio della nei ghiacci, nelle grandi fosse fauna selvatica. marine, fino a 10 km di profondità (fossa delle Marianne) e non Qualche dato sulla plastica... è un caso che gli studiosi che

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stanno studiando l’individuazione di un nuovo periodo geologico della storia della Terra, definito appunto Antropocene (a dimostrazione della pervasività dell’intervento e della pressione umana su tutti i sistemi naturali del Pianeta ), stanno analizzando la plastica come un “tecno fossile” capace di essere presente nelle stratificazioni geologiche, mentre nelle isole Hawaii sono state individuate rocce definite plastiglomerato perché la plastica è presente e inserita nel loro interno. Anche il Mediterraneo sta diventando una “zuppa” di plastica. Si stima che un chilometro quadrato nei mari italiani ne contenga in superficie fino a 10 chilogrammi in particolare nel Tirreno settentrionale, tra Corsica e Sardegna, attorno alla Sardegna, la Sicilia e le coste pugliesi si stimano almeno 2 kg. Si tratta di valori che superano quelli della famosa isola di plastica presente nel vortice del Pacifico settentrionale, dove in un’area di circa un milione di km quadrati la densità delle microplastiche è di circa 335.000 ogni kmq. Nel Mediterraneo questa cifra giungerebbe a 1,25 milioni. Sacchetti e bottiglie sono alcuni


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dei prodotti all’origine di questo drammatico fenomeno. [fonte dei dati WWF] Iniziando dalle piccole cose, si può fare la differenza. Ad esempio, impegnandosi a “cancellare” o per lo meno ridurre al minimo dalle nostre abitudini la plastica monouso (bottigliette di plastica, sacchetti in plastica, cannucce, contenitori usa e getta) e comprare solo ciò di cui si ha veramente bisogno (possibilmente anche di seconda mano) è un primo passo veramente facile e necessario verso la sostenibilità. Iniziai cambiando le mie abitudini poco a poco. Ora, unitamente a vivere senza usare plastica usa e getta al massimo del mio impegno, ho modificato sempre più abitudini, prediligendo materiali alternativi alla plastica. La cosa entusiasmante è che ormai sono talmente abituata a vivere con questi piccoli accorgimenti, che per me sono diventati la normalità. E se ce la faccio io, ce la può fare chiunque! Per poter accogliere questo pensiero, come tutti gli altri, è importante avere una mentalità aperta e non essere prevenuti. Spesso si pensa che cucinare qualcosa richieda troppo tempo, o cercare un filtro per l’acqua sia troppo difficile etc e ci si arrende. Grazie a internet oggi è possibile trovare di tutto online, stando ovviamente attenti all’etica delle compagnie scelte, al packaging del prodotto e della spedizione. Uso spesso internet per cercare idee e soluzioni, e poi guardo a livello locale se sono disponibili, sostenendo anche i business piccoli e a “Km zero”, che preferisco alle grandi multinazionali. Ovviamente è consigliabile acquistare solo ciò di cui si ha veramente bisogno per evitare di cadere nel consumismo “plastic free”. Per esempio, se si è già in possesso di una borraccia di plastica riu-

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ECOSOSTENIBILITA’

Registrandosi gratis sul sito, si può prendere un impegno per iniziare il percorso “verso la sostenibilità”. Iniziata qualche anno fa, questa iniziativa ogni anno Luglio è il mese dedicato allo coivolge milioni di persone e i ristile di vita senza plastica da sultati sono davvero ammirevoli! diversi anni, grazie all’iniziativa promossa da Plastic Free July. Per saperne di piu, consiglio di tilizzabile, è bene usarla finchè non sia necessario l’acquisto di una nuova e cosi via per tutti gli altri oggetti della quotidianità.

visitare il sito: www.plasticfreejuly.com Il nostro pianeta, e’ la nostra casa e ci supporta quotidianamente. Prendercene cura e’ una nostra responsabilita’. Lui ci ricompensera’ donandoci la vita..!

Foto di Sabrina Colombo

Alcuni siti dove poter prendere spunti pratici o acquistare prodotti senza plastica https://www.negozioleggero.it/ - Negozio a peso, completamente senza plastica! www.lessplastic.co.uk – consigli su come vivere senza plastica www.plasticfreejuly.com – Ogni anno a Luglio, questa iniziativa è un modo per introdurre le persone a vivere senza plastica, prendendo un impegno, dal piu’ piccolo al più impegnativo, iniziando proprio con il mese di Luglio. www.sabrinacolombophotography.com – Consigli pratici su come vivere senza plastica, storie di conservazione e fotografia www.leoafrica.org – Programma di volontariato dedicato alla conservazione, monitoraggio della fauna selvatica e sostenibilità ambientale, Sudafrica https://www.falacosagiusta.org/2020/campagna-zero-waste-luglio-senza-plastica/

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L’educatore risolve i problemi della quotidiana conivenza con il cane impostando una corretta e sana gestione e sensibilizzando il proprietario al rispetto della natura del poprio cane.

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L’istruttore infatti può operare o preparare cani in ambito di Forze Armate, Protezione Civile, Strutture Socio-sanitarie. Inoltre. l’istruttore garantisce anche un corretto approccio ai problemi comportamentali canini, studiandone le cause e lavorando alla loro risoluzione o gestione.

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PER INFORMAZIONI Referente Nazionale Maddalena Salvadeo 0383.378944 348.3109883 progetti@sitogea.net

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TOKYO 2020

ABBIAMO VINTO L’ORO ANCHE NELLA SOSTENIBILITÀ?

FONTE: WWW.PRONTOBOLLETTA.IT/NEWS/OLIMPIADI-SOSTENIBILITA/                                     Obiettivo Tokyo 2020: Azzerare le Emissioni a tutti i Costi

Sicuramente Tokyo 2020 rimarrà nella storia come “l’olimpiade dell’anno dispari” e degli stadi vuoti ma speriamo che questo evento rimanga anche come simbolo della rinascita verso una nuova idea di sostenibilità.

Se da un lato ci ritroviamo a gioire per le medaglie dei nostri atleti dovremmo essere ancor più felici pensando che queste sono state fatte con materiali di riciclo.

Si esatto, i metalli “più pregiati” di questa Olimpiade sono stati Forse non è un caso che l’Olim- estratti dalla spazzatura. piade negli anni del Covid si stia disputando proprio sul territorio Le 5.000 medaglie che verrangiapponese. no assegnate durante questi giochi derivano da una campaSappiamo infatti quanto il popo- gna di raccolta di componenti lo nipponico sia legato alla na- elettroniche usate, partita nell’atura e anche in quest’occasione prile 2019, che ha coinvolto tutte gli organizzatori hanno deciso le province del Giappone. Sono di mettere l’ambiente al centro così arrivate 80 mila tonnellate della manifestazione. Questa di rifiuti specializzati e 6.3 miintenzione c’è stata nella stassa lioni di telefoni e vecchi smarscelta del motto dell’evento a 5 tphone da cui si sono potuti atcerchi: “Be better, together – for tingere tutti i materiali necessari the planet and the people”, che per la costruzione del medaglieha portato avanti gli obiettivi di re olimpico. sviluppo sostenibile dell’ONU.

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Anche per quanto riguarda il risparmio di energia i giochi hanno fatto passi da gigante con gli organizzatori dell’evento a 5 cerchi che hanno da subito messo in chiaro l’obiettivo: “Azzerare le emissioni di CO2”. Uno degli sforzi maggiori in questo senso c’è stato nella fornitura dell’energia necessaria per gli impianti sportivi e il villaggio olimpico, che sono stati alimentati con energia proveniente da fonti 100% rinnovabili. Per compensare tutte le emissioni di gas serra dei giochi non poteva mancare una speciale attenzione verso la mobilità sostenibile che fa da padrona negli spostamenti di atleti e comitati olimpici. Toyota, leader di settore nella mobilità Green, si è messa in gioco portando a Tokyo un’enorme flotta di veicoli Ibridi e ad Idrogeno che trasportano quotidianamente le migliaia di persone coinvolte nell’evento a 5 cerchi. Certo tutti gli investimenti fatti verso la sostenibilità e la riduzione dell’impatto ambientale hanno gravato notevolmente sugli investimenti per i giochi olimpici che con una spesa di più di 28 miliardi di dollari sono state le olimpiadi più costose della storia.


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Un’altra battaglia intrapresa dagli organizzatori dell’evento Olimpico è stata quella nei confronti della plastica. Nel periodo precedente ai giochi sono state raccolte sulle spiagge nipponiche 45 mila tonnellate di rifiuti plastici da cui sono stati ricavati tutti i 100 podi olimpici di Tokyo 2020. Anche gli stessi letti degli atleti, oltre ad avere una struttura in cartone riciclato, hanno un materasso in plastica che risulta essere un’alternativa valida ed economica ai più comuni materassi in lattice. Plastica, Cartone e Legno di ri- village with Timber Of the Naciclo a Tokyo: tion”, il Baton, ha portato alla costruzione del villaggio olimpico La costruzione del villaggio olim- grazie al legname donato da 60 pico è solitamente una delle spe- città giapponesi che vedranno il se che impattano maggiormente ritorno del materiale alla fine dei sugli investimenti Olimpici ed giochi olimpici. Questo potrà esè forse per questo che Tokyo sere utilizzato per ulteriori opere ha scelto la tecnica del Baton. comuni. Acronimo di “Building Athletes’

In definitiva noi continuiamo a goderci le vittorie dei nostri azzurri che ci spingono a sognare ogni giorno, ma speriamo che le loro medaglie siano uno sprone non solo per ulteriori imprese sportive ma anche per un’idea di vita più sostenibile e in sintonia con la natura.

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IL CANE ADOLESCENTE GIOIE E DOLORI DI UN’ETÀ COMPLICATA

DI MADDALENA SALVADEO

Chiunque abbia vissuto il cane nella sua fase adolescenziale può testimoniare la difficoltà oggettiva in cui ci si trova catapultati. Gli atteggiamenti del nostro cucciolo cambiano da un giorno all’altro e ci troviamo davanti qualcuno che ci sembra quasi di non conoscere. La maggior parte dei proprietari si accorge di avere dei problemi proprio in questa età del cane e di solito è il momento più probabile in cui si tende a chiedere aiuto. Il periodo adolescenziale del cane comincia verso i 7-8 mesi di età, in alcuni soggetti può anticipare o ritardare a seconda di sesso, dimensione, sviluppo fisico, ma in linea di massima è da questa soglia che ci si aspetta i cambiamenti più consistenti del carattere. Le motivazioni sono molteplici, ma l’inizio della fase ormonale sicuramente è ciò che influisce in maniera maggiore. Nel momento in cui gli organi riproduttori cominciano lentamente la loro attività avviene uno sviluppo importantissimo: gli ormoni infatti sono essenziali alla maturazione del cane, non solo di quella fisica, ma anche e soprattutto di quella mentale (riorganizzando nel vero e proprio senso del termine il cervello del cane) e di quella sociale. Il periodo di maturazione sessuale aiuta a crescere, a “ripulirsi” pian piano degli atteggia-

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menti infantili e ad assecondare quelli che sono gli istinti adulti e di razza. Non è raro che ci si accorga a questa età di atteggiamenti “strani”, che “fino a ieri non lo aveva mai fatto”. Niente paura! L’età è sicuramente difficile, per loro e per noi, ma si può sopravvivere! Andiamo con ordine. L’età adolescenziale come abbiamo visto comincia intorno ai 7-8 mesi di età e tende a terminare intorno ai 2 anni, con modificazioni caratteriali più o meno evidenti. Per esempio, nelle femmine il carattere tende a stabilizzarsi intorno all’anno e mezzo, al più tardi ai 2 anni, mentre i maschi allungano un po’ il periodo: per loro si va dai 2 anni e mezzo fino ai 3 anni. Questo non vuol dire che il nostro amico avrà sbalzi di umore ogni giorno durante tutto questo periodo, ma ci saranno periodi particolarmente sensibili e altri un po’ più sereni. Dovremo essere molto bravi noi a gestire gli atteggiamenti nuovi e inserirci all’interno del nuovo mondo del nostro amico. Sì, perchè l’avvio della fase ormonale comporta un’apertura mentale, ovvero le cose interessanti per il nostro amico non riguardano più solo il micro mondo della relazione con noi, ma anche tutto il resto delle terre emerse... e, a volte, anche delle acque! Nuovi odori che gli ormoni rendono interessanti, nuove curiosità, nuove pulsioni, nuovi stati

d’animo ed emozioni fino a ieri mai sentite. Se proviamo a immedesimarci per un secondo nel nostro cane capiremo che forse è più difficile per lui tentare di organizzare la gestione di tutto questo. In cosa si traduce praticamente questa età? I segnali più evidenti, soprattutto per chi ha affrontato un percorso cuccioli, sono la “dimenticanza” di tutto ciò che è stato insegnato e la poca considerazione nei nostri confronti. Dopo il primo attimo di panico dobbiamo ricordarci che è tutto normale! A questa età il cane smette di ascoltarci, di considerarci, preferisce la compagnia dei suoi simili (con cui ha l’impellente bisogno di confrontarsi per definire la sua posizione sociale), è testardo, ci trascina ovunque al guinzaglio alla scoperta di quell’odore nuovo fino a ieri decisamente meno interessante del premio che riceveva da noi. E’ in perenne scalata gerarchica e prova ad approfittare di nostre debolezze per farsi largo all’interno della famiglia umana. E’ quindi inutile intraprendere un percorso con il proprio cane da cucciolo? Assolutamente no. E’ stato dimostrato che i percorsi con i cuccioli pongono una base di relazione più salda e che più il nostro cane è sicuro di noi e più supererà la fase adolescenziale in maniera tranquilla. Infatti dobbiamo sempre tenere a men-


SETTORE CINOTECNICO te che il cane non dimentica ciò che gli abbiamo insegnato da cucciolo, semplicemente in questa età cambiano le pulsioni e anche le priorità. Facciamo un esempio: è scontato che per un bambino sia essenziale la famiglia, ma un adolescente di 13-14 anni cerca la socialità, le uscite, gli amici e soprattutto comincia a cercare di capire chi è. Il paragone con la natura umana non è azzardato, anzi, è esattamente ciò che succede anche nei nostri cani di casa (esiste uno studio del 2020 a riguardo realizzato da Asher, England, Sommerville e Harvey per l’Università di Nottingham). Se teniamo presenti queste indicazioni possiamo spiegarci i nuovi atteggiamenti che vediamo nascere ogni giorno nel nostro amico. E così come per gli adolescenti umani, il classico rimprovero o divieto viene visto come un nuovo limite da sfidare e provare a superare. Quello che dico sempre è “Non litigate con il vostro cane a questa età, convincetelo solo che è meglio continuare a seguirvi”. Ogni professionista ha la sua tattica ovviamente; la mia è quella di ridurre al minimo i conflitti, chiedere pochissimo al cane e tornare ad “aiutarlo” come se

fosse tornato cucciolo. Non intestarditevi, imparate a chiedere le cose nei momenti giusti, alzate le motivazioni che spingono il cane a fare ciò che gli state proponendo. Liberatevi dell’idea di dovervi far “ubbidire” per forza, siate piuttosto presenze sicure e interessanti, ma anche ferme dove e quando serve. Come abbiamo capito, essendo l’adolescenza una fase delicata per lo sviluppo del soggetto, vorrei porre l’attenzione su un consiglio ancora molto diffuso e che si pensa possa risolvere tutti i problemi: la sterilizzazione. Questa pratica, necessaria in alcuni casi e superflua in altri, viene consigliata ancora troppo spesso per la risoluzione dei problemi adolescenziali. Se il cane non presenta problematiche mediche o fisiche, togliere la fonte ormonale non risolve il problema caratteriale, anzi in alcuni casi ne peggiora alcuni aspetti compromettendo anche lo sviluppo fisico del soggetto. Un bravo veterinario sa sempre valutare il cane e sa quando consigliare la sterilizzazione e quando invece è meglio aspettare che il cane termini lo sviluppo. Se per molto tempo questa fase di crescita del cane è stata sottovalutata, c’è una decisa inversio-

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ne di tendenza negli utlimi anni con i nuovi studi, che sottolineano l’importanza e la delicatezza di questo periodo. Dobbiamo sempre ricordarci che abbiamo di fronte un animale che vive molto meno di noi in termini di anni e che in quanto tale deve crescere più velocemente, sviluppare le sue doti più acute in pochissimo tempo e quindi vivere più intensamente tutta la sua vita: le reazioni esagerate, come abbiamo visto, sono determinate da profonde modificazioni nell’animale e nella sua natura. Dobbiamo forse fare un passo indietro nel ritenerci onnipotenti su tutto ciò che avviene nella natura e rispettare con pazienza e profonda ammirazione un cambiamento e una crescita così evidenti e potenti. Se mi è concesso, un ultimo consiglio: siate rocce in mezzo alla tempesta adolescenziale, siate fari in un periodo di nebbia fitta. Siate compagni comprensivi e non dittatori. Tra le mani avete giovani in subbuglio, a cui a volte è necessario offrire una sigaretta dal vostro pacchetto piuttosto che vietare di fumare... a cui dare una pacca comprensiva sulla spalla con la saggezza di chi ci è passato prima di loro.

Foto di Maddalena Salvadeo

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fessionisti docenti. Questi forniscono una guida virtuosa attraverso lezioni in presenza e webinar meeting verso il successo professionale dei nostri studenti e nella costruzione della loro carriera. Osteopatia Il corso di EDUCAM Osteopatia propone un’offerta formativa ampia e dedicata a studenti diplomati e/o laureati che vogliono diventare osteopati professionisti con un percorso quinquennale strutturato in base a norme, regolamenti e direttive internazionali. Perchè Scegliere Educam Osteopatia? Perché tuteliamo il Tuo Futuro da Professionista. Formazione In Linea Con I Dettami Dell’organizzazione Mondiale Della Sanità (Oms), Dell’european Qualification Framework e Certificazione EN 16686 - Norma Europea Dell’assistenza Sanitaria In Osteopatia. EDUCAM è convenzionata con l’l’Università Medica Internazionale di Roma UNICAMILLUS EDUCAM grazie ad una collaborazione con BNL Gruppo BNP Paribas offre l’opportunità di finanziare i corsi in Osteopatia tramite il pre-


stito BNL FUTURIAMO . OSTEOPATIA ANIMALE Se ami gli animali e senti il desiderio e bisogno di fare la differenza nella loro vita, aiutandoli a migliorare condizioni sfavorevoli di dolore e sofferenza, allora il corso triennale di Osteopatia Animale EDUCAM ti cambierà la vita, offrendoti la possibilità di diventare un/una vero/a professionista nel mondo dell’osteopatia animale. Questo percorso professionale ti consentirà di realizzarti come persona, grazie alla possibilità di lavorare con gli animali che ami, quando e dove vuoi, senza vincoli e senza il rischio di enormi investimenti d’avvio attività. Due fantastiche sedi, Roma e Reggio Emilia, immerse nella natura dove potrai vivere a pieno le giornate di studio oltre ad avere la possibilità di frequentare con il progetto Exchange Student le nostre Scuole Partner in Inghilterra, Francia e Germania. MASSAGGIO Il corso di EDUCAM Massaggio ha durata annuale e prevede un’alta percentuale di pratica. Quali metodiche apprenderai? Massaggio Base Svedese, Decontratturante, Drenante, Connettivale, Psicosomatico, Aromaterapico, Massaggio per il Wellness Sportivo, Taping e Bendaggio Funzionale Massaggio in Gravidanza e del Bambino, Massaggio Thai ,Californiano, Hot Stone Massage e SPA Massage

Perchè Scegliere Educam Massaggio? Perché è conforme con lo standard UNI 11713:2018 – Professionisti del benessere psicofisico tramite il massaggio bionaturale e con il quadro europeo per gli standard di istruzione e formazione in modo da formare un professionista del benessere preparato a svolgere in maniera sicura e indipendente la propria professione e al contempo che dimostri capacità volte a svolgere piani di trattamento efficaci e adeguati alle necessità dei clienti. POSTUROLOGIA Il corso di EDUCAM Posturologia ha durata annuale e prevede un’alta percentuale di pratica. Con il termine “Postura” si intende la strategia impiegata dal sistema neuro-muscolare e sche-

letrico per rimanere in equilibrio. Il Posturologo sarà un conoscitore delle variazioni posturali, di tipo ed origine biomeccanico, neurofisiologico e somato-emozionale. Nel corso si affrontano i diversi temi relativi alla Posturologia, si acquisiscono le Conoscenze, le Abilità e le Competenze per applicare correttamente il Metodo A.P.I.® e R.N.P.. con il supporto di Innovative Technology e Technology in Motion grazie alla partneship con SENSOR MEDICA e H2MAX Perchè Scegliere Educam Posturologia? Perché è innovativa. Non ha eguali sul piano formativo e sul supporto tecnologico. L’ obiettivo è di sviluppare costantemente nuove idee perfettamente integrate con le esigenze scientifiche e di mercato. MEDICINA FORESTALE L’Esperto facilitatore in Medicina Forestale apprende come guidare le esperienze di Immersione nella Natura, definite Shinrin-yoku, per promuovere la salute delle persone, favorire il recupero funzionale in ambito sanitario e riabilitativo e/o per attivare processi biopsicosociali


di motivazione, coaching, counseling in ambito aziendale o individuale. Il corso EDUCAM Medicina Forestale ha una durata complessiva di 4 mesi. Le lezioni si svolgono con un modulo intensivo in presenza di 6 giorni in favolosi contesti naturali, integrato da webinar e meeting di approfondimento, video lezioni sul portale dedicato, giornate di laboratorio infrasettimanale, ricerca ed eventi scolastici. L’esperto in Medicina Forestale è un Facilitatore in grado di favorire il recupero del rapporto terapeutico tra l’essere umano e la natura, mediante esperienze di Immersioni nella Foresta con un approccio scientifico, consapevole e profondo con la Natura, che sia in grado di attivare o riattivare i Meccanismi Biologici e Biopsicosociali di tipo Terapeutico di Autoguarigione, favorendo profondamente la Promozione della Salute delle persone. Perchè Scegliere Educam Medicina Forestale? Perchè offre importanti opportu-

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nità di business, grazie alla rapidissima espansione e richiesta di questo servizio, da parte delle persone, delle istituzioni che si occupano di pedagogia e assistenza sanitaria o psicologica e anche da parte di importanti aziende italiane ed estere. NAPRAPATIA Il Qualification Course per Osteopati e Chiropratici ha la durata di 6 mesi, di formazione “blended” che comprendono un’alta percentuale di pratica. Sfruttando il nostro metodo di lavoro, sarai in grado di fare una valutazione lineare, veloce e molto pragmatica tramite il sistema di valutazione che si usa in Naprapatia. Preparati per un corso giudicato da oltre il 97% dei partecipanti come di “Altissimo livello formativo ed estremamente pratico!”. Seguendo questo percorso formativo in Naprapatia, acquisirai competenze in campo Nutraceutico, Life Coaching, Esercizio Fisico e nelle tecniche manuali. Perchè Scegliere Educam Napra-

patia? Siamo l’Unica Scuola d’Italia. I Naprapati sono poi molto richiesti dalle società sportive, per prevenire o trattare infortuni legati alla pratica sportiva, disturbi dovuti all’eccessiva sollecitazione di articolazioni, muscoli e tendini, e per ottimizzare le prestazioni degli atleti.

CONTATTI +39 335 63 23 780 info@educamformazione.it www.educamformazione.it



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