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IL CAVALLO CHE SI DROGA..!

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ARABIAN INSIDER

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In foto Phyllomedusa sauvagii_Foto di: Ianaré Sévi, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

DI DOTT. SIMONE TISO

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<<Siete seduti e fumate; credete di essere seduti sulla vostra pipa, e siete voi che la vostra pipa fuma; siete voi che vi esalate sotto forma di nuvole azzurrognole. Vi trovate bene, una sola cosa vi preoccupa e vi inquieta. Come farete ad uscire dalla vostra pipa? Questa fantasia dura un’eternità. Con grande sforzo un intervallo di lucidità vi permette di guardare il pendolo. L’eternità è durata un minuto.>> - così Charles Baudelaire descrive gli effetti dell’hascisc nel suo saggio “I Paradisi Artificiali”. Le droghe sono un elemento da sempre presente nella storia dell’uomo, perfino Omero nell’Odissea parla del Nepente, farmaco che lenisce ogni dolore, fisico o emotivo. Viene dunque da chiedersi, cosa rende tale una droga? Una droga è una qualsiasi sostanza che, se inalata, iniettata, fumata, ingerita, sciolta sotto la lingua, assorbita attraverso un cerotto sulla pelle o da diverse mucose, provoca un temporaneo cambiamento psico-fisiologico nel soggetto. In farmacologia la droga, chiamata anche farmaco, è una sostanza chimica utilizzata per trattare, curare, prevenire o diagnosticare una malattia o per promuovere il benessere. Tradizionalmente le droghe venivano ottenute attraverso l’estrazione dalle piante medicinali, ma più recentemente anche dalla sintesi organica. Fatto meno noto è che non solo la specie umana fa uso di queste sostanze, ma anche nel regno animale molti si dilettano in “stupefacenti” attività ricreative. In Natura esistono un numero elevatissimo di piante, funghi o animali che secernono o producono droghe a tutti gli effetti, dalle più famose piante di marijuana e cocaina, ai funghi e rospi tropicali allucinogeni. Spesso può quindi capitare che altri esseri viventi ne approfittino. Primo tra tutti va sicuramente citato il cavallo. Nelle foreste del Sud America il nostro amico galoppante sembra aver sviluppato una particolare attrazione nei confronti di una piccola rana tropicale tossica, la Phyllomedusa sauvagii. Questa secerne dalla pelle una sostanza che se ingerita induce l’animale in uno stato di profonda euforia. Inoltre il “drogarsi” viene abitualmente effettuato non come azione del singolo ma come attività di gruppo. Questo si nota particolarmente nei delfini, altro esempio di animali che alterano volontariamente il loro stato psico-fisico. I ricercatori della Murdoch University e una troupe della BBC hanno documentato alcuni esemplari di questi mammiferi acquatici in Australia masticare e poi passarsi tra di loro dei pesci palla, noti per il loro contenuto di tetrodotossina sulla pelle e in vari organi interni. Questa è una potente neurotossina letale per molti animali, umani compresi, mentre nei delfini se assunta in piccole dosi ha effetti stupefacenti. Un altro caso ben documentato è l’utilizzo che i lemuri del Madagascar fanno del mix esplosivo di sostanze che il millepiedi del fuoco secerne. I lemuri vanno a caccia di questi artropodi, iniziano a masticarlo affinché quest’ultimo rilasci una miscela di acido idroclorico, cianuro idrogenato, fenoli, cresoli e benzoquinoni. Tale liquido sarebbe in grado di uccidere piccoli organismi ed irritare gravemente anche la nostra pelle, ma non quella dei lemuri, che anzi sembrano trarre un particolare piacere da tale attività. Il lemure, non mangia il millepiedi, ma inizia a strofinarselo sul pelo, avendo attenzione di raggiungere ogni angolo del suo corpo ottenendo una sorta di ebbrezza.

Anche l’alcool è molto utilizzato tra le specie animali per alterare i propri sensi. Dove trovarlo in natura? Nella frutta marcia: la fermentazione di frutta e nettare produce etanolo, la concentrazione di alcol arriva al 3,8% nel nettare e all’8,1% nella frutta. Così si possono leggere storie di elefanti, alci e scimpanzè aggirarsi ubriachi nel paesaggio. Ultimo ma non meno importante, sono curiosi due esempi di animali molto vicini a noi: cani e gatti. Questi ultimi, assieme alle loro cugine tigri, sono soliti consumare l’erba gatta, la quale ha un effetto psicoattivo inebriante ed eccitante. La ragione risiede nel nepetalattone, una sostanza analoga agli ormoni sessuali di alcuni felini. Il cane dal lato suo non usa erba ma preferisce gli anfibi. In Australia è stato notato che i cani sono soliti leccare la pelle del rospo delle canne, il quale secerne una sostanza dagli effetti allucinogeni. Spesso purtroppo molti finiscono dal veterinario a causa della tossicità del secreto.

Questi sono solo alcuni di molti esempi, senza aver citato i giaguari e la pianta rampicante yagè, gli orsi e il loro consumo di funghi, entrambi per gli effetti allucinogeni, i wallaby dipendenti dall’oppio coltivato dai contadini, e molti altri.

Se quindi sostanze naturali che alterano lo stato dell’individuo vengono consumate abitualmente da molte specie selvatiche, abbiamo d’altra parte molti esempi di sostanze sintetiche artificiali, con effetti completamente diversi. Esulando dai prodotti farmaceutici e altri utilizzati a scopo terapeutico e veterinario, purtroppo esistono realtà dove vengono somministrate droghe ad animali da competizione per aumentarne le prestazioni e le capacità. Esistono tantissime tipologie di gare e competizioni per mettere alla prova le capacità fisiche dell’animale, ambienti nei quali spesso circolano un sacco di interessi monetari. Può capitare in alcuni di questi contesti, anche se più comune in attività illegali, che circolino sostanze dopanti e simili.

Un esempio che riguarda i nostri amici cavalli è l’uso della chetamina. Questa, nata come un farmaco sedativo, è stato scoperto essere usata in gare clandestine per aumentare le prestazioni dell’animale. Sia per loro che per uomo la ketamina ha dimostrato un’azione anticonvulsivante. Il farmaco determina un aumento del consumo cerebrale di ossigeno, con incremento del flusso cerebrale, una riduzione della resistenza vascolare cerebrale.

Molecola di Ketamina _ Foto di: Martita2, via Wikimedia Commons

Qui purtroppo ancora una volta l’uomo dimostra di poter storpiare un elemento naturale per trarne vantaggio a discapito dei danni sugli altri esseri viventi. Le “droghe” da sempre esistite e utilizzate da vari animali, da migliaia di anni presenti nella storia dell’uomo, sono giunte alla società moderna con la fama che tutti bene conosciamo. La pericolosità sia a livello sanitario sia riguardo la criminalità che accompagna queste sostanze è un problema serio che affligge da molto tempo la nostra comunità.

La natura ci insegna che per vivere in pace serve un equilibrio, uno scambio, dare e ricevere. Quando si desidera sfruttare una risorsa in modo unidirezionale, le conseguenze sono sempre dannose per entrambe le parti.

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