Jova Beach Party

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Jovanotti, autoritratto (Instagram)

...la musica ci fa star bene ...onore al lampo e alla scintilla ...in fondo a me piaceva volare ...lo so che non sono solo ...credo soltanto che tra il male e il bene è più forte il bene

ECCO LORENZO!

estate@iltirreno.it


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ESTATE

MARTEDÌ 30 LUGLIO 2019 IL TIRRENO

JOVA BEACH PARTY

iL ProtaGoNista

L’UOMO CHE MIXA GIAMPAOLO SIMI

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orenzo Jovanotti è uno capace di rispondere con il sorriso persino a un tweet di Salvini. Eppure per la questione delle transenne al Jova Beach Party di stasera è sembrato quasi stizzito. Come mai? Ho pensato allora che le transenne travalichino la delicata questione di sicurezza in sé. Difendere la sua tribù che balla di “esseri umani evoluti e pacifici” è qualcosa di più. Lo si intuisce guardando in controluce l’idea stessa del Jova Beach Party: noi nati alla metà degli anni ’60 siamo cresciuti nel lungo, abbacinante riverbero di un big bang chiamato Woodstock. Di quell’irripetibile raduno siamo figli, venuti al mondo però già orfani. Viviamo tutto ciò che incrina quella mitologia di libertà come la fine del sogno di riabbracciare nostro padre. E poi guardiamo Jovanotti stesso, dapprima volto delle tv berlusconiane, poi autore di quella “Mi fido di te” scelta da Walter Veltroni per una campagna elettorale. Uno passato dal domandare dov’è la festa a interrogarsi sui destini del Pianeta. Fra istinto e ragionamento, Jovanotti è alla ricerca instancabile del centro di gravità nient’affatto permanente del mainstream. Anche perché ha sempre capito in tempo quali novità potevano entrare nel paniere dei gusti del grande pubblico. Fu lui nei primi anni ’90 a sdoganare il rap, linguaggio musicale nato come divisivo, dato che scaturiva dalla rabbia dei giovani afroamericani segregati nei ghetti metropolitani. Divisivo, ecco la parola che ci riporta alle transenne e alle recinzioni. Jovanotti però nasce come deejay e il deejay mixa, cioè unisce e mette in sequenza anche brani molto diversi in virtù di risonanze e analogie che altri non hanno riconosciuto. Se un autore si identifica con le singole canzoni, il deejay vede un flusso musicale potenzialmente infinito in cui tutto è collegabile. Un’idea di musica che tracima in una visione del mondo, magari ingenua, che ha spinto Jovanotti a qualche ecumenismo davvero semplicistico (“esiste solo una grande chiesa/che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa”). Anche per questo però, assieme a Vasco, Jovanotti rimane l’ultimo artista pop italiano trasversale alle generazioni, alle sensibilità e agli strati sociali. L’Italia che lui circumnaviga quest’estate però non sembra quell’ombelico del mondo immaginato da lui e ballato da interi stadi in delirio. L’Italia è oggi un labirinto di pesanti transenne mentali, è un paese che pensa negativo. Chissà, forse sono questi i recinti che lo inquietano davvero. Anche perché, per noi cinquantenni orfani di Woodstock, un’Italia di muri e barriere assomiglierebbe a una sconfitta definitiva.

IL JOVA-DAY

In quarantamila al più grande spettacolo dopo il Big Bang

Sulla spiaggia del Muraglione sbarca il Jova Beach Party per il primo dei due grandi concerti sulla spiaggia CLAUDIO VECOLI

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i siamo. Il grande giorno è finalmente arrivato. La carovana multicolore del Jova Beach Tour oggi fa tappa in Darsena e per Viareggio non sarà una notte di mezza estate come tante altre. Per i quarantamila che a partire da questo pomeriggio affolleranno la spiaggia del Muraglione sarà “la sera” dell’estate 2019. Quella da custodire gelosamente nell’album dei ricordi più belli. Insomma – e passateci

la citazione forse un po’ scontata – quella del più grande spettacolo dopo il Big Bang. Del resto che non sarà un concerto come gli altri Jovanotti lo va ripetendo da mesi (e lo sta dimostrando sul campo da una ventina di giorni). Ovvero da quando, nel dicembre scorso, annunciò “urbi et orbi” da Milano il suo rivoluzionario tour estivo. Non una serie di concerti tradizionali in stadi, palazzetti dello sport o arene estive, bensì delle grandiose feste della musica da consu-

marsi sulle più importanti spiagge d’Italia. Con i piedi sulla sabbia, a pochi metri dal bagnasciuga, con tramonto sul mare incluso nel biglietto. Certo, Viareggio è solo una delle tante sedi di questi concerti-evento. Come lo sono già state Lignano Sabbiadoro, Rimini, Barletta o Olbia. O come lo saranno Fermo, Policoro, Vasto o Lido degli Estensi. Ma con Viareggio Jovanotti sembra aver stretto un legame speciale. Forse per quelle sue origini toscane di Cortona che non

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Dentro il villaggio si pagherà in token

Un milione e mezzo di euro a tappa

Non circolerà denaro contante nel villaggio del Jova Beach Party. Dalle bibite ai gelati, la moneta di riferimento sarà il token. Ovviamente i token andranno acquistati. Lo si potrà fare al Palasport (prima di entrare) oppure all’interno dell’area concerti. Quelli non spesi saranno rimborsati.

Un milione e mezzo di euro. È la cifra (stimata, ma più che attendibile) del costo per l’allestimento di ciascuna tappa del Jova Beach Party. Un costo elevato (per un concerto a S. Siro ci vuole - euro più, euro meno - un milione) dovuto anche alla straordinarietà dei luoghi che ospitano il tour.

si avvertono più nel suo intercalare metropolitano ma che restano marchiate a fuoco in fondo al cuore portando in dote generosità, genialità e calore. Fatto sta che non sembra essere un caso che Viareggio sia stata scelta per una doppia data (privilegio toccato solo a Lignano Sabbiadoro). E che la seconda – il prossimo 31 agosto, già sold out da settimane, nella stessa location di oggi – coincida con la chiusura della tournée. Il copione del concerto di oggi, comunque, non si di-

scosterà moltissimo da quello delle date precedenti. Festa grande a bordo fin da metà pomeriggio, con dj e ospiti ad animare la spiaggia e qualche “comparsata” di Jovanotti prima dell’orario ufficiale d’ingresso che scalderà ancor più (e non solo metaforicamente) l’atmosfera. Poi, intorno alle 20,30, il palco sarà tutto per lui. Che proporrà una scaletta con i grandi successi di una carriera ormai ultratrentennale, ma in cui troveranno posto anche brani di altri autori che hanno un feeling particolare


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Fino al Muraglione a piedi o in bici

Lorenzo ospite nella supersuite del Plaza

Al concerto? A piedi o in bicicletta. È il (pressante) consiglio che gli organizzatori fanno a chi questo pomeriggio sarà diretto al Muraglione per il concerto di Jovanotti. A partire dalle 10, infatti, la Darsena diventerà zona quasi off limits per le auto. E allora meglio non rischiare.

Jovanotti ha scelto la nuovissima supersuite vista mare-monti del Plaza di Viareggio per soggiornare in città. La penthouse (questo il nome in gergo dell’appartamento sulla terrazza panoramica dell’albergo a cinque stelle) è stata inaugurata poche settimane fa.

con Lorenzo. Ad ogni tappa, poi, è previsto l’arrivo di un superospite con cui scherzare e duettare sul palcoscenico (a Bologna Gianni Morandi, a Olbia Rosario Fiorello, tanto per citarne alcuni). Ma ogni volta il nome viene tenuto rigorosamente blindato per essere svelato solo e soltanto il giorno del concerto. Una sorpresa per la quale Viareggio non ha certo fatto eccezione, anche se ieri sul web sono iniziate le prime indiscrezioni - non confermate - che danno come possibile special guest

Gianni Togni, con cui ha interpretato in occasione del 50° anniversario dello sbarco dell’Apollo 11 una nuova versione di Luna («E guardo il mondo da un oblò...»). Non è invece una sorpresa quella che si celebrerà fra un brano e l’altro nell’arena del Jova Beach Party, quando Lorenzo Cherubini in persona vestirà gli insoliti panni del pubblico ufficiale e unirà in matrimonio una coppia estratta a sorte mesi fa fra le tante che hanno chiesto di pronunciare “il sì che conta” proprio di fronte

a colui che – con ogni probabilità – ha scandito con le proprie canzoni la loro storia d’amore. E poi la scenografia, con la spiaggia trasformata in un grande luna park musicale dominato dal megapalco centrale e da alte e coloratissime torri in tubi innocenti rivestite con omaggi alla Luna, a Woodstock e al Re Leone. Uno spazio libero dove giocare, prendere il sole, divertirsi, ballare, rotolarsi sulla sabbia. Inutile dire che – vuoi per la location assolutamente in-

formale e festaiola, vuoi per le temperature elevate che si prevedono in una distesa di sabbia dove l’assenza più rimpianta sarà sicuramente quella dell’ombra – anche l’abbigliamento consigliato sarà fra i più semplici. Tanto da far parlare di un “dress code” tutto balneare fatto di costume e infradito. E giustificato ancor più dal fatto che – pur fra inevitabili misure di sicurezza che finiranno per contingenterne il ricorso – nell’attesa dello show ci si potrà concedere anche un refrigerante bagno in mare.

E a proposito di misure di sicurezza, negli ultimi giorni ha fatto scalpore l’uscita pubblica dello stesso Jovanotti che – via social – ha contestato la decisione della commissione provinciale di vigilanza di imporre (solo a Viareggio, per altro) l’utilizzo di transenne in metallo a suddividere i settori in cui smistare i quarantamila del concerto. Barriere fisiche contro le quali il cantante si è scagliato difendendo i propri fans dal rischio di essere assimilati a “hooligans” e a “pecore mannare”. Polemi-

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che che si sono parzialmente smorzate nelle ultime ore - anche se la decisione finale sul dilemma transenne sì, transenne no sarà presa soltanto questa mattina - e che, a fine concerto, sono destinate a passare in ogni caso in secondo piano di fronte alla potenza della musica. Che lo spettacolo abbia inizio, allora. E almeno per stanotte Viareggio si trasformerà nell’ombelico (musicale) del mondo. E i quarantamila che sono riusciti ad assicurarsi il biglietto potranno dire davvero: io c’ero. —


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JOVA BEACH PARTY rappava in Gimme five... poi si è scoperto intellettuale delle folle

Camaleonte pop Il rap americano e l’impegno a salvare il mondo

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lasse 1966, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti ha avuto un’evoluzione artistica ed umana parallela. Se alla fine degli anni ’80 Jovanotti era un ragazzino con il cappellino al contrario, idolo dei teenagers, con gli anni il suo approccio alla musica, e non solo, è cambiato, evolvendo stilisticamente da un rap commerciale ad un concetto più moderno di cantautore, vicino al suo tempo. I primi anni ’80 per lui sono stati quelli di formazione: dalle radio libere, alla consolle delle discoteche per approdare nell’87 alla corte di Claudio Cecchetto, suo mentore, e quindi andare in etere su Radio DeeJay ed in video su DeeJay Tv, allora di proprietà di Cecchetto. È un periodo acerbo ma con l’esperienza di DeeJay cresce anche la sua attività musicale. Sono gli anni in cui colpisce tutti con la sua energia, il suo cappellino al contrario e una musica ai tempi fresca e nuova: il rap (nella sua versione più leggera). Di quel periodo (1988) sono i primi successi: “È qui la festa? ” e l’album di esordio “Jovanotti For President” con “Gimme Five” e “Go Jovanotti Go”. A questi seguono altre hit come “La Mia Moto”. Lorenzo si identifica con la parte più festaiola e leggera di quegli anni, procurandogli anche parecchie critiche da parte di una fascia di pubblico più impegnata. È il decennio successivo quello che lo vede svoltare

DENTISTI DENTIST

IL

SORRISO

verso temi e musiche differenti, in sostanza cresce, diventa più adulto. È un processo (nemmeno tanto) lento che il protagonista non ha mai definito “cambiamento” quanto “naturale evoluzione”. In parte con i ’90 Jovanotti abbandona il rap o meglio lo mischia con la canzone d’autore i cui temi si sporcano di sociale, ambiente, sfiorano la politica. Le idee si fanno più chiare, le canzoni più nette. Resta sempre di fondo questo concetto della musica come veicolo di allegria, di divertimento ma sicuramente non c’è più il ragazzino casinista, ora sta prendendo corpo una maggior consapevolezza. Sono gli anni in cui si schiera con il pacifismo e l’antimilitarismo, l’ambientalismo, scrive una canzone per Giovanni Falcone morto per mano di mafia, pubblica “Penso Positivo” che molti considerano la sintesi filosofica e politica del pensiero di Jovanotti. Sono concetti forse semplici, a volte banali, che però inseriti in un contesto pop hanno significato e valore particolare. Concetti che arrivano ai giovani di una generazione che non aveva vissuto il grande ed avvolgente impegno della canzone d’autore degli anni ’70. Da quella stagione Jovanotti era e resterà sempre lontano, ma ne darà una versione in salsa moderna, figlia di quel periodo; perché ovviamente insieme a questo impegno convive l’anima più intimista, personale

PENSO POSITIVO

L’ANNO 1994 VIENE CONSIDERATO QUELLO DELLA SVOLTA IDEOLOGICA

LE PAROLE DI “SALVAMI”

IL FILOSOFO TIZIANO TERZANI LE CITA IN UN SUO TESTO SULLA PACE

e festaiola, elementi che Lorenzo non perderà mai e che derivano dagli esordi negli anni ’80. Sarà ancora la fine del decennio a vederlo aprirsi ad altre prospettive musicali. Anticipato nel ’95 dai ritmi de “L’Ombelico Del Mondo”, nel ’97 arriva “L’Albero” una delle sue migliori produzioni ispirata alla

world music e a quella etnica. È il disco che contiene “Occhio non vede cuore non duole”, una forte accusa contro il capitalismo e lo sfruttamento dei lavoratori. In quella fine ’90 ci sono i viaggi come esperienza di vita e la voglia di raccontarli (senza scomodare Jack Kerouac), arriva la paternità (’98) ed immancabile la can-

zone per la figlia ( “Per Te”). È un periodo di qualche anno più “ersonale ed emotivamente intenso in cui il Jova è concentrato sul suo ombelico piuttosto che su quello del mondo. Nel’99 però, con Pelù e Ligabue, torna all’impegno con la loro “Il Mio Nome è Mai Più”, scritta contro la guerra del Kosovo i cui pro-

venti vengono devoluti ad Emergency. Impegno che si ripete nel Sanremo 2000 dove si presenta con “Cancella Il Debito”, che tratta (ed appoggia) il tema della moratoria dei debiti per le nazioni più povere. A fianco alla produzione discografica, al crescere del consenso popolare, ci sono tour sempre più grandi, im-

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Nella foto grande Jovanotti sulla copertina del suo album del 2015. In alto ai tempi di Gimme five e sotto insieme a Ligabue e Piero Pelù

pegnativi, costosi, pieni di idee originali e con impianti scenici curati e al passo con la modernità. Arrivano infine nel 2013 gli stadi che lo vedono trionfatore. Sempre in chiave live, Lorenzo si è esibito parecchie volte in manifestazioni legate ad eventi di beneficenza o a sostegno di differenti cause. Con gli anni 2000 cresce il

suo legame con l’intellighenzia italiana e si ritrova citato da Tiziano Terzani e legato al filosofo Bolelli, con cui nel 2011 scrive un libro ( “Viva Tutto”) che raccoglie riflessioni su diversi argomenti. È il periodo in cui si accredita come intellettuale, una sorta di “maître a penser” popolare. Lui però non dimentica mai la sua origine di dj e

di musicista pop. In particolar modo sul palco domina sempre la parte del divertimento e dello spettacolo, una sorta di dissociazione caratteristica (anche vincente) di Lorenzo che sa ben distinguere gli ambiti. Con il passare degli anni del primo decennio del nuovo millennio Jovanotti torna all’idea del ritmo, di nuo-

vo l’anima del dj prende corpo. In prossimità dei 50 anni Cherubini però lo fa con una differente consapevolezza, anche in un contesto culturale, tecnologico e musicale ben diverso da quello dei suoi esordi. Il dj è nel frattempo diventato un musicista, è nata la club music e dentro questo fenomeno ovviamente lui non può che

trovare un posto. Ora Lorenzo sembra essersi allontanato dalla figura dell’intellettuale per tornare, alla luce del suo ultimo disco, a quella di musicista, attento alle collaborazioni, alle nuove sonorità, accantonando in molti aspetti quella parentesi “filosofica”, ma restando un personaggio per certi versi carismatico e

TAGLIERE DI TERRA ANTIPASTO DI MARE

di riferimento. Sono stati 30 anni di carriera intensi, variegati, che dalle discoteche romane lo hanno portato alle spiagge italiane. Un percorso intenso che Lorenzo ha condotto sempre sulla cresta dell’onda, mettendoci la faccia ed attirandosi critiche ma anche tanto affetto. – Luca Trambusti

☎ 0584 21032

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JOVA BEACH PARTY con nonna davanti al costanzo show fino al messico: le canzoni del mio viaggio

La mia spiaggia Io e te, a ballare “nudi tra le maschere di Carnevale” Juna Goti

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o confesso subito, tanto per giocare a carte scoperte. Sono di parte. Tremendamente di parte. Sono fra quei disgraziatissimi lucidi sognatori che hanno voglia di sudarsela, ballarsela, godersela tutta questa spiaggia di Viareggio. Troppo scapestrati, troppo colorati, immigrati, in motorino dai Quattro Mori di Livorno o in barca dai ciottoli dell'Elba. Forse troppo a piedi scalzi. Sicuramente troppo zuccherati, che poi dicono finiscila con questa storia di essere romantico fi-

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’osteria a Levigliani, si rivela una piacevole scoperta nel cuore delle Alpi Apuane in alta Versilia. Il locale nel suo passato è stato conosciuto ed apprezzato luogo di ritrovo per la suggestiva posizione che domina il paesaggio apuano. La nuova proprietà ha come obiettivo quello di riportare il ristorante alle sue origini: non solo quelle della classica mescita di un tempo ma anche e soprattutto quello di farne un luogo accogliente e di ricercata semplicità dove poter ascoltare musica dal vivo degustando una specialità della casa ed ammirando il panorama sottostante. La settimana scorsa il locale ha ospitato la serata dedicata alla Accademia della Cucina Italiana che ha premiato la cucina e il servizio per la cura dei dettagli: apprezzatissimo il formaggio “Scoppola-

no alla noia, certo hanno ragione, è gente intelligente ma a me, a noi, di aver ragione non ci frega niente (“Chiaro di luna”, 2017). E allora eccolo lì che mi guarda come un cucciolo che ruggisce: biglietto numero 96796, in prima fila dalle due del pomeriggio. Come in prima fila mi sentivo quella sera sul lettone di nonna, nel palazzone rosso di un quartiere che si chiama come un fiore: La Rosa. Alla televisione c'era una replica del Costanzo Show, nonna non se ne perdeva uno. «Bah, a me questo mi pare uno stentarello». Tipica espressione livornese per dire che ad

Antonietta Famiani quel Lorenzo con il cappellino in testa alla prima uscita tra il momento bimbo pirla e la cartolina del militare non sembrava esattamente un genio. La prima scintilla, senza saperlo, è scoccata lì. Perché c'è il grande calderone della Musica, quella che può piacere o non piacere, quella che si veste di miliardi di generi e costellazioni. E poi ci sono quelli come loro, Jovanotti o Vasco, che sono galassie a parte, che non è detto che tu riesca ad atterrarci sopra con l’astronave, ma se lo fai è una figata, perché una storia così non c'è mai stata (“Vasco”, 1989). Quindi la-

A te che mi hai insegnato i sogni e l'arte dell'avventura A te che credi nel coraggio e anche nella paura (A Te, 2008)

Dalle province del grande impero sento una voce che si sta alzando Questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando (L’ombelico del mondo, 1995)

La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare Mi fido di te (Mi fido di te, 2005)

sciate ogni acuto da maestro e intonazione perfetta o voi che entrate: in questa play list vincono note e parole tanto semplici da disarmare, che scaldano il cuore, che fanno ballare o che fanno incazzare, perché ognuna di queste canzoni è un flash di un pezzo di vita. Di Lo-

renzo, certo, ma anche nostro, mio. Come quei tamburi che ancora mi fanno sentire i piedi indemoniati: avevo 10 anni e il mio ombelico del mondo era la pista di pattinaggio dove per la prima volta ci scatenammo in un ballo di gruppo più triba-

le che artistico, un mondo dove le regole non esistono, esistono solo le eccezioni (“L’ombelico del mondo”, 1995). Mi piace pensare che di fortuna, come a Jovanotti, quella canzone ne abbia portata un po' anche a me. Di anni invece ne avevo 12

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to di Pedona” prodotto a Camaiore (LU), un pecorino stagionato tre mesi in grotta la cui particolarità sono la morbidezza ed il profumo. Degni di nota anche i maccheroni nobili, impastati con farina bianca e farina di castagne e il piatto forte della serata che è stato la salsiccia in provola affumicata cotta al coppo nel forno a legna così come la grigliata. Lo staff ringrazia tutti gli intervenuti e invita i lettori a passare una piacevole serata all’insegna del relax e del buon cibo nel loro locale rustico ma raffinato al tempo stesso.

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Mi riconosci ho le scarpe piene di passi La faccia piena di schiaffi Il cuore pieno di battiti E gli occhi pieni di te (Le tasche piene di sassi, 2011)

La deriva dei continenti ci avvicina Con un salto siamo in Cina Verso i Tropici e poi qui”

E mi meraviglio di come sai stare Vera dentro un tempo tutto artificiale Nuda tra le maschere di carnevale

Foto Michele Lugaresi

(Nuova era, 2019)

(Chiaro di luna, 2017)

In alto il popolo di Jovanotti sotto il palco del Jova Beach Sotto i biglietti per assistere al concerto di Viareggio quando Valeria, che era un po' più grande di me e si era appena fidanzata con il suo grande amore Luca, ci ammazzava mettendo a ripetizione “Bella” agli altoparlanti della pista: noi ci allenavamo e lei faceva finta, mentre forse si sentiva proprio come quella matti-

na di acqua cristallina. Vale, ora te lo posso dire: che palle! Certo con qualche anno in più anche a me quella poesia appare chiara come un abc, come un lunedì di vacanza dopo un anno di lavoro (“Bella”, 1997). Chissà invece se le mie bimbe, compagne di vita al liceo, si

ricordano ancora quella zingarata in Sardegna dopo la maturità: spiaggia di Tavolara, cassa comune e soldi contati per andare al ristorante. Nelle orecchie le cuffie, con noi c'era “Mi fido di te”. Dottore, che sintomi ha la felicità? Ecco, in quei giorni avevo una febbre

da cavallo. Se penso alle immagini più belle che mi ha regalato Lorenzo lungo la strada fatta un po' insieme a sua insaputa, la prima è sicuramente qui, dentro questa canzone, distesa sul burrone a guardare giù: la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare, mi fi-

do di te, cosa sei disposto a perdere? (“Mi fido di te”, 2005). Però, Jova, una cosa me la devi dire: tutte quelle case di pane e riunioni di rane dove le sei andato a pescare? E perché? La seconda immagine più bella sta nascosta dentro un album che ho comprato quando avevo già passato i 25: mi riconosci ho le scarpe piene di passi, la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te (“Le tasche piene di sassi”, 2011). Immaginate se Lorenzo bambino avesse appeso il microfono al chiodo per le sue esse intreccia-lingua: non avremmo avuto questi versi. E manco quella poesia che qualche anno prima (2008) ha scritto per la moglie: “A Te”. A te che io ti ho visto piangere nella mia mano, fragile che potevo ucciderti stringendoti un po’ e poi ti ho visto con la forza di un aeroplano prendere in mano la tua vita e trascinarla in salvo. Sapete che c’è? Che a volte non serve andarsi a fare un Safari sulla luna, basta poco. Basta scoprire l’acqua calda. E dateci pure degli stupidi banali romantici da quattro versi, chissenefrega. Così te la butto lì, a te che leggi: se mai ti venisse voglia di fare la serenata – quella con la S maiuscola – un affacciati alla finestra amore mio va benissimo, e magari ci facciamo pure una risata (“Serenata Rap”, 1994).

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Comunque parecchi anni dopo quella zingarata tra amiche, sono su un colectivo in Messico (2015) stretta tra una valigia e il bocchettone dell’aria condizionata. Alla radio se ne esce all’improvviso la voce spagnola di Laura Pausini (giuro) e subito dopo: “Adesso a letto bambini, spegnete la tv…”. Non dico che mi sono messa a ballare come Michael nel video di Bad ma poco c’è mancato (“Sabato”, 2015). Non saprei come dirlo meglio: in quel momento, con quella voce e me che cantavo da sola come una scema, mi sono sentita a casa. A casa nel mondo. E libera. Parola magica, la libertà: mettila in pratica, senti che bella è, quant’è difficile. La seconda, terza, diciamo pure quarta vita musicale di Lorenzo ti fa venire voglia di non arrenderti mai: la libertà la voglio qui per me, la voglio qui per te, la voglio anche per chi non la vuole per sé (“Viva la libertà”, 2017). Intanto Jova, altro che il luna park, altro che il cinema, altro che internet, altro che l'opera, altro che il Vaticano altro che Superman… il più grande spettacolo dopo il big bang stasera siamo noi. Su questa spiaggia, tutti a ballare, nudi tra le maschere di carnevale. La deriva dei continenti ci avvicina, con un salto siamo in Cina, verso i tropici e poi qui. È l’inizio di una Nuova Era. E beato chi c’è. —


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JOVA BEACH PARTY il FratEllo

Umberto, piccolo principe di casa Cherubini

Jovanotti con la figlia Teresa (foto instagram @fravaliani)

il jovanotti privato in musica

La tribù delle sue donne Fischino, la mamma Viola la figlia Terry coi suoi fumetti E la Fra, la moglie adeguata LA CURIOSITÀ: LA CICATRICE A due anni Lorenzo Cherubini fu ricoverato in ospedale, non assimilava niente. Stava per morire. Fu portato d’urgenza al Bambin Gesù e gli fecero una flebo. Infilarono l’ago in una caviglia. Lorenzo ha ancora la quotidiana di un ragazzino cicatrice. Ha la forma di una J. che torna da scuola. Un ragazzo fortunato (1992) perché gli hanno regalato un sogno? Macché, Lorenzo Cherubini è fortunato perché nella ricerca della sua realizzazione ha sempre cercato di dare un bel po’ di sé agli altri, facendo sentire la sua tribù – anche quella che lo segue album dopo album – adeguata. E ricordatevi questo termine. Anche se canti senza saper cantare, se suoni senza conoscere la mu-

Bella era nata per essere la colonna sonora di un film ma le parole giuste arrivarono quando Lorenzo si fidanzò Ilenia Reali

È

arrivato “Fischino”. Sembra di vederlo Lorenzo da piccino mentre sale le scale della sua casa di Roma al rientro da scuola. La mamma Viola pensava fischiettasse perché era allegro. E invece no, lui lo faceva perché fosse allegra lei, nel sentirlo. L’amore dei fan per Jovanotti è in questo aneddoto, semplice, di vita

sica, sei adeguato perché sei come sei. Senza artifici, talvolta un po’ goffo, altre volte un po’ guru. Ma mai diverso dagli altri: una mamma che ami, un padre che rispetti e ricordi per i suoi insegnamenti, una moglie che metti sul primo gradino del podio del cuore e che riesci a perdonare anche dopo un tradimento pubblico, una figlia che metti al centro del mondo. Jovanotti racconta se stesso, dedica le sue canzoni a chi gli sta intorno e nei testi ci sono le sue e le nostre emozioni. *** È per te il dubbio e la certezza/la forza e la dolcezza/è per te che il mare sa di sale/la not-

Umberto c’era e non c’è più. Primo dei quattro fratelli Cherubini è morto nell’ottobre del 2007. Era un istruttore di volo ed è precipitato mentre era a bordo di un ultraleggero a Latina. Sono numerosi gli aneddoti che Jovanotti ha reso noti del fratello: la sua assenza, ad esempio, nel giorno del matrimonio. Il cantante ha raccontato che da quando il fratello è morto non riesce più a dire “questo è un giorno bellissimo. «Da quando Umberto se n’è andato – ha raccontato il cantante – anche nel più bello dei giorni c’è un vuoto. Mio fratello mi manca ogni giorno». Lorenzo ora ascolta spesso Bob Dylan che era una grande passione del fratello. «È diventata la mia grande passione, è un modo per averlo accanto». Io lo so che non sono solo Anche quando sono solo (Fango)

te di Natale/è per te ogni cosa che c’ee’è ninna naaa ninna eeee… Teresa, Terry Cherubini @terrywho_cartoons, 20 anni. Per Te (1999) è la canzone che babbo le ha scritto prima ancora che nascesse e che è diventata prima la sua ninna nanna e poi quella di mezza Italia. Fa l’artista, disegna, ha studiato in un college di New York. Senza manie di protagonismo, lei si racconta solo con i suoi fumetti, story telling legati alla graphic novel. Di lei parla il babbo e posta talvolta alcune sue foto: a un anno l’abbiamo vista sul maxi schermo in uno spezzone di un film super 8 proprio quando lanciò Per Te, a 18 anni nel videoclip di E non hai ancora visto niente. Sappiamo anche che ha suonato il violino al matrimonio dei genitori che si sono sposati dopo una pro-

posta di matrimonio arrivata con una canzone, A Te (2008) diventata, anche questa, la colonna sonora di ogni matrimonio. Per Te e A Te, il mondo di Jovanotti: due dichiarazioni d’amore. Diverse per una preposizione semplice. *** Tu come la fortuna/Tu così opportuna/Mentre t’allontani stai/ con me forever/Bella come un’armonia/Come l’allegria/Come la mia nonna in una foto da ragazza Francesca Valiani, la moglie, è la donna che stravolge tutto. La donna che guarda ai dettagli e li fotografa da tutta la vita @fravaliani. Non c’è Jovanotti senza lei. “Eravamo io e la Francesca”, poi “è arrivata la Fra”, è un continuo raccontarne. «Avevo scritto Bella per la colonna sonora di un film (si intitolava Sugar e non avevava ancora le parole adatte ndr) – racconta Jovanotti – e poi mi fidanzai con la Francesca e ripensai a quella melodia e lei dentro ci stava benissimo. Tra tutte le parole le mie preferite sono “tu, così opportuna” e “come la mia nonna...”. Quei due versi valgono un album e non avrei mai potuto scriverli anche solo un giorno prima di aver incontrato Francesca». Con Francesca comincia una nuova era musicale con lei che riguarda i dettagli delle sue canzoni e lo esorta, lo rimette in equilibrio quando perde la traettaria. E lui, come Caetano Veloso Você è linda, canta l’amore. E lo canta Positivo. Sempre. Perché c’è sempre un’altra metà, un Penso Negativo «che mi rappresenterebbe altrettanto fedelmente » . *** Ciao mamma guarda come mi diverto/ Oh oh ah ah ah Viola Cardinali è la mamma. Ed è la mamma di tutti i fan. Un cordone ombelicale che Lorenzo sente unito anche dopo la morte. «Quando sono stato intervistato da Biagi, la cosa che mi è mancata di più è stato chiamarla:“mamma guardami su Rai Uno” e sentirla commuoversi di orgoglio». È Ora, però, il disco che Jovanotti sente di aver scritto per lei. Viola era agli sgoccioli della sua vita, in rianimazione, era circondata da macchinari. In Ora Lorenzo Cherubini giura ci sia il suo respiro lento. —

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MARTEDÌ 30 LUGLIO 2019 IL TIRRENO

JOVA BEACH PARTY

Leonardo Bagnoli e Sibilla Bagnoli con il disco realizzato con il progetto “Suono Positivo”, riciclando la plastica. Sotto: un momento di una tappa dello Jova Beach Party

Gelato e ambiente, la sfida di Sammontana Con “Suono Positivo” la plastica è musica L’ad dell’azienda, Leonardo Bagnoli «Per noi l’italianità è un valore, per questo abbiamo creduto in Jova» Guido Fiorini

L’

ambiente, la musica, l’italianità. Sammontana è il main sponsor delle 17 tappe del Jova Party. E nello spirito del tour e a conferma del percorso che l’azienda ha intrapreso, parteciperà con un progetto “Suono Positivo” che trasformerà la plastica in musica. «Per noi è importante – spiega Leonardo Bagnoli, ad dell’azienda di Empoli – il fatto di legarsi a eventi che esprimono l’italianità. Noi siamo simbolo di italianità nel gelato, perché le nostre concorrenti sono due multinazionali leader nel mondo nel campo alimentare: la Unilever con il marchio Algida e la Nestlé con il marchio Motta. Una è anglo-olandese e una svizzera. Ci teniamo

all’italianità e il Jova Beach Tour ci è piaciuto anche per questo. Fra l’altro lui è anche toscano, e per noi il territorio è importante. E poi non sono “solo” concerti, ma c’è un villaggio nel quale i temi ambientali, che a noi stanno molto a cuore, sono centrali». Quindi siete presenti in tutte le 17 tappe. «Facciamo tutto il tour con un nostro stand che è stato realizzato ad hoc per questo evento. E abbiamo anche creato un’edizione speciale di un nostro gelato, lo stecco Amando, personalizzato “Jova Beach Party” nella grafica dell’incarto. Nel nostro stand avremo i nostri “influencer” social, che vivranno ogni evento. E anche noi ne organizzeremo, per animare le ore precedenti il concerto vero e proprio». Però il “fulcro” della vo-

stra operazione è legato al riciclaggio della plastica, con “Suono Positivo”. «Abbiamo fatto costruire appositamente da una società specializzata (la Kleemotion, ndr), un macchinario che prende la plastica, la trasforma in filamenti e crea un disco che viene inciso con una canzone di Jovanotti (“Nuova Era”, l’ultimo singolo, ndr) di quelle cantate nel corso del tour. E non è finita qui: la plastica, grazie a questo processo, diventerà un oggetto unico, una sorta di “limited edition” di alto valore per tutti quelli che amano la musica e l’ambiente. Faremo 1000 dischi - in edizione limitata e numerata - che saranno venduti sul nostro sito (www.sammontana.it/suonopositivo, ndr) dall’inizio e durante il tour e consegnati al termine dello stesso. Il ricavato della vendita sarà interamente devoluto al Wwf, partner ecologico del tour». Siete un’azienda molto attenta alle tematiche ambientaliste. E non da ora. «Ci crediamo moltissimo.

«Con il nostro progetto ecco il disco “riciclato” che vendiamo on line Il ricavato va al Wwf»

«Barattolino è il primo prodotto-gelato a totale compensazione del Co2 che genera»

Ieri Sammontana nasce da un bar latteria, oltre 70 anni fa. Con la stessa famiglia che la guida oggi.

Oggi Sammontana ha oltre 1000 dipendenti, 4 stabilimenti di produzione, 360 milioni di fatturato.

E abbiamo il primo prodotto-gelato completamente compensato come emissioni di Co2. Abbiamo fatto nel 2016 un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente che si articola in più fasi: abbiamo tracciato, per il nostro prodotto di punta, il Barattolino, tutto il percorso fin dalla produzione delle materie prime, al trasporto, al consumo, al riciclaggio del contenitore. Abbiamo scoperto, fra l’altro, che la maggior parte di Co2 deriva... dalle mucche che fanno il latte. Però abbiamo ridotto tutte le altre componenti e, grazie a un accordo con C.u.r.a. (Consorzio Universitario di Ricerca Applicata) dell’Università di Padova, abbiamo finanziato un parco eolico per la produzione di energia senza emissioni». Sammontana e la Versilia. Un rapporto che si è stretto molti anni fa. E che ora torna decisivo. «Il nostro rapporto con la Versilia è strettissimo, è stato il primo nostro mercato sul mare. La Versilia è stato il

primo posto dove ho lavorato dopo la laurea. Avevo 26 anni e andavo come venditore, bar per bar, a bussare alle porte e a spiegare al titolare perché doveva cambiare da Motta a Sammontana o da Algida a Sammontana. E qualcuno l’ho anche convinto. Quindi Viareggio, e tutta questa zona, è un posto che ho nel cuore». Era il periodo del consolidamento dell’azienda. «Il nostro salto di qualità lo abbiamo fatto fra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, quando siamo entrati nella grande distribuzione. All’inizio degli anni 2000, però, la crescita era ancora in corso». E adesso Sammontana è un marchio simbolo del gelato. «Adesso facciamo circa 360 milioni di euro di fatturato. Che vuole dire oltre un miliardo di “porzioni”, fra gelato e croissant, la produzione è circa 50 e 50. E siamo i secondi in Italia nel mercato del gelato e i primi in quello dei croissant» . —

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JOVA BEACH PARTY

Mi fido di te, Il mio nome è mai più, Big bang Con la politica non è un ragazzo fortunato Mario Neri

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a Leopolda del Big Bang era appena finita. Novembre 2011, Palazzo Vecchio. Jova sorride, è venuto al salone dell’ottimismo, la convention Tedx, il suo universo intellettuale. E qui c’è pure un altro che di speranze, futuro e buoni sentimenti sta nutrendo il suo sogno politico, il sindaco scout che vuole rottamare il vecchio mondo. Uno dei cronisti si attenta, ricorda che è già successo: uno dei suoi pezzi si è fatto inno politico. E lo vedi Jova, molleggia, non resiste. «Ormai sono abituato a questa cosa e sempre la guardo con sospetto – dice – perché quando Walter Veltroni mi chiese se poteva usare “Mi fido di te”, io glielo dissi: guarda che questa canzone parla di perdita, dice “cosa sei disposto a perdere”, non so se è proprio un inno per trionfare». No, la vertigine sarà pure stata voglia di volare e non paura di cadere, ma Walter nel 2008 andò a sbattere, scoprì che no, non «si può fare». Insomma, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, con la politica non è mai stato «un ragazzo fortunato». Anche se non ha mai smesso di provarci. Non c’è stata, per dire, Leopolda renziana senza una sua canzone. Ogni anno la stessa storia: dosi massicce di Jova sparate a mille nella stazione fiorentina. I suoi brani hanno titolato due edizioni. C’è stata la “Terra degli uomini” (2015) e ci fu, appunto, il “Big bang” (2011), manifesto della scalata di Matteo Renzi alla ditta giaguara. Ma era una canzone d’amore. E infatti non va benissimo. Un anno dopo gli tocca twittare: «Oh, io in politica non ne azzecco una». Ai gazebo s’era schierato. «E del resto, con quella gente là: D’Alema, Bersani, Rosy Bindi non si va da nessuna parte», dice. Ma le primarie, quelle, le vince Bersani. Poi arriverà il 4 marzo 2018, e

Jovanotti con Walter Veltroni

il rottamatore che s’è convinto di avere anche lui una tribù che balla, fa davvero il grande botto. Il Pd crolla. Negli anni Jova dirà spesso di aver votato a sinistra, ma il rapporto con la sinistra di Prodi e D’Alema non inizia con un raggio di sole, diciamo. Le critiche arrivano nel 1997. All’ex dj, il paninaro, il bravo ragazzo che aveva rottamato il ribellismo dei ’70 rappando «No Vasco, io non ci casco», tocca ammettere che sì, non canta più la parte antiabortista di “Io no”, non perché sia «servo dell’Ulivo», bensì perché quella strofa sui bambini mai nati «è un po’ da ignorante». Ma Jova mica si arrende. Nel 1999, la stagione dell’antimilitarismo, dei no global, e con Ligabue e Pelù urla “Il mio nome è mai più”. In fondo si è

CON PIERO PELÙ E LIGABUE

CON RENZI E LA ROTTAMAZIONE

Gli inizi con il rap dei buoni sentimenti Poi le critiche per il brano sull’aborto, e la svolta a sinistra antimilitarista

«Io glielo avevo detto a Veltroni: è una canzone sulla perdita, non un inno trionfale» Poi arriva anche la debacle renziana

NEL 1999 CANTA IN TRIO IL MIO NOME È MAI PIÙ

DOPO AVER PRESTATO LA CANZONE A VELTRONI, CI PROVA ANCHE COL SINDACO

sempre ritagliato uno spazio per l’impegno. Magari un po’ fru fru, e allora ci sono stati i tempi in cui ti diceva “Muoviti muoviti” che «non nascondo la voglia che ho/di dare un posto decente a quel figlio che avrò», o quelli arrabbiati di “Salvami”, quando si scatenava nell’invettiva contro «la giornalista scrittrice che ama la guerra/perché le ricorda quando era giovane e bella», «le reti, i cancelli, le zone rosse, migliaia di croci, milioni di fosse» e a tutti ovviamente venivano in mente la Fallaci, le Torri gemelle e il G8. Scrittura sintetica, immagini, flash, sintagmi nominali, una cultura onnivora ma randomica, tribale, i suoi pezzi sono stati anche bersagli facili. Pochi giorni fa s’è dovuto sorbire i deliri salvi-

niani e antimmigrazionisti del sito Primato nazionale, che se l’è presa con “Penso positivo”, un «degenerato mezzo di manipolazione mentale», perché «l’umanità non può infondere ottimismo se non a un cantore lobotomizzato». «Oggi non presterei più una mia canzone alla politica», ha detto 2 anni fa. Ecco, magari più spiagge e meno comizi. Ma noi non riusciremmo a immaginare l’Italia senza la sua musica. Sarà pure naif, ma Lorenzo ci ricorda che la libertà «ha mille rughe ma è sempre giovane/ha cicatrici qua, ferite aperte là/ma se ti tocca lei ti guarirà». Sulle sue note di amore e passione, la sua tribù che balla chiede «Baciami ancora». E a chi lo critica manda gli ultimi baci. Anzi, bacioni. —

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JOVA BEACH PARTY la storia

Quell’incontro negli studi di Radio Deejay

Lorenzo Cherubini insieme al suo amico e scopritore Claudio Cecchetto

Il talent scout ha lanciato la carriera del cantante come personaggio televisivo per giovani L’ex produttore racconta il party: «Un ottimo spettacolo che non ha precedenti»

Cecchetto sul “suo” Lorenzo «Potrebbe andare su Marte»

S

ul finire degli anni ’80 Lorenzo Cherubini, dopo anni di gavetta, entra nella scuderia di Claudio Cecchetto, talent scout ma soprattutto proprietario di Radio DeeJay. Sarà sotto la sua “direzione” che Jovanotti acquista visibilità e fama prima come Dj e poi presentatore di DeeJay Tv, tra le trasmissioni culto di quella decade. Una collaborazione professionale (Cecchetto diventerà il suo produttore discografico) che dura per lungo tempo e che poi si trasforma in una profonda amicizia che ancora oggi li vede molto legati. Capita non di rado che i due si incontrino anche in occasioni pubbliche e che si facciano fotografare insieme. È dunque grazie alla vi-

sione, alla lungimiranza di Cecchetto (che ha lanciato numerosi talenti e a cui ricordiamo sono legati, tra gli altri, anche Fiorello, 883, Gerri Scotti, Amadeus e molti altri) ed alla sua capacità di penetrazione mediatica che Jovanotti arriva al successo. Perché il suo talento ad entrare nelle orecchie e nel cuore delle persone, Jova l’ha sempre avuto. Così, in linea diretta, il presente di Lorenzo Cherubini discende dalla primigenia intuizione di Cecchetto che dice: «È logico che lui entrasse nella mia organizzazione che ha sempre riconosciuto e voluto cose e persone diverse rispetto alla tradizione. Cercavamo costantemente qualcuno che lasciasse il segno». Ed in effetti Jova-

La curiosità Il nome Jovanotti nasce da un errore di battitura. Agli inizi della carriera era stato scelto un altro pseudonimo. Per una locandina dedicata a una serata in discoteca, Lorenzo sceglie come nome Joe Vanotti, ma il tipografo sbaglia e scrive Jovanotti. A Claudio Cecchetto, talent scout di Lorenzo, questo nome all’inizio non piace. Tuttavia, in mancanza di un’alternativa, gli consiglia di tenerlo. Quel nome gli ha portato molta fortuna.

notti il segno lo ha lasciato. «Il “problema” – aggiunge Cecchetto – è nel riconoscersi, avere lo stesso tipo di programmazione e mentalità, fare cose nuove con spirito diverso. Sapevo – aggiunge con una punta di orgoglio - che avrebbe fatto qualcosa». Ovviamente il suo scopritore non può che essere entusiasta di quanto il “pupillo”, ormai cresciuto, sta facendo con questo particolare show. «È uno spettacolo che ti gasa - afferma Cecchetto non solo perché discende dalla nostra scuola ma perché è realmente unico ed inconfondibile. Sono suo ex produttore e amico ma mi piace anche essere il suo pubblico. Se dovessimo raccontare in giro per il

Mercoledì 31/07/2019 alle ore 18,00 presso la la Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano

conferenza stampa di apertura del Saturnia Film Festival FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM CORTOMETRAGGIO A seguire, “La sua grande occasione” con Bianca Nappi. Monologo comico tratto dal libro di Alan Bennet sul difficile ruolo dell’attore. Dopo lo spettacolo, degustazione dei vini della Cantina. L’ingresso è libero per chi prenota la propria presenza alla conferenza stampa. www.vignaiolidiscansano.it - visita@vignaiolidiscansano.it

+39 0564 507288

+39 338 8700238

Cecchetto e Jovanotti si incontrarono per la prima volta a Milano, negli studi radiofonici di Radio Deejay, l’emittente che era il punto di riferimento dei giovani degli anni 80. Lo stesso Lorenzo Cherubini racconta quel primo incontro nel proprio libro “Gratitude”, edito da Einaudi. Jovanotti racconta che si presentò negli uffici di Radio Deejay la mattina presto. Lo fecero accomodare all’ingresso e fu lì che incontrò per la prima volta Franco Tuzio, detto “Franchino”, uno dei manager più noti e influenti del mondo dello spettacolo italiano adesso scomparso. In quel frangente fece la conoscenza di Albertino con il quale condivideva la passione per un certo tipo di musica e la passione per le nuove tendenze di stile. Ma l’incontro folgorante fu proprio con Cecchetto che, laconico, gli strinse la mano e gli chiese di seguirlo. Già dal primo incontro il manager gli diede tutti i consigli per sfondare. Fu lui a fargli capire che non doveva avere fretta ad avere successo.

mondo quello che succede in Italia – continua – potremmo parlare di lui. I concerti negli stadi ormai li fanno in tanti, ma una cosa di questo genere nessuno sinora l’aveva fatta». «Quello che sta facendo non è facile – aggiunge lo scopritore – perché non è un tradizionale concerto. Il titolo non è casuale: è un party dove riesce a unire i successi con altre canzoni, in un repertorio da party; in quel momento è dj ed artista. Lorenzo è nato dj e continua ad esserlo ancora oggi». Nella migliore tradizione della festa ciò che conta è che il divertimento sia condiviso e più sono allora gli ospiti più è alto il piacere. La pensa così anche Cecchetto: «É un momento di

condivisione, con il pubblico e gli amici che stima e sente più affini alla sua arte. Un filo conduttore di tutto questo potrebbe essere il voler bene alla gente e fare festa. È – aggiunge – uno spettacolo condiviso con persone conosciute». Cecchetto, che era presente alla prima data, quella di Lignano Sabbiadoro, non nasconde il suo entusiasmo ed insiste sul concetto di festa: «È un ottimo spettacolo con un’ottima scaletta e va incontro a ogni imprevisto perché non esiste uno “storico”, nessuno aveva fatto una festa così dalle 15,30 a mezzanotte. Quello che mi piace di Lorenzo – aggiunge – è che si spende sempre sino in fondo, dando il 110 per cento per il pubblico. In questo abbiamo la stessa natura» Dunque uno spettacolo perfetto, partorito dalla volontà e dalla mente di Jovanotti che tuttavia non è stato esente da critiche, mosse in particolar modo dalle diverse associazioni ambientaliste, preoccupate dal fatto che il concerto si svolgesse in prossimità di zone fragili e protette dal punto di vista dell’ecosistema; appunti e critiche che possono aver fatto anche male a Lorenzo. «Cosa ne pensa e come si senta bisogna chiederlo a lui – dice Cecchetto – non ne abbiamo parlato. Per quanto ne so – aggiunge da quando lo conosco è un ambientalista nato ed in questo senso sa cosa può e non può fare perché non lo vuole fare. Anche una persona che vuole bene all’ambiente, quanto altri, non vuol dire però che non possa fare uno spettacolo al di fuori degli standard. Sicuramente – dice - ci ha pensato e conoscendolo, la prima cosa è il rispetto dell’ambiente». Quello che prevede Cecchetto per l‘amico Lorenzo è un futuro spaziale: «Cosa potrà fare lo sa solo lui – dice – il suo limite è la sua fantasia. Comunque stanno per andare su Marte, magari può arrivare anche lì…. Almeno sino alla stazione orbitale», conclude ridendo. — Luca Trambusti


XIV

ESTATE

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JOVA BEACH PARTY lui e cortona

L’infanzia e la villa Il Jova chianino la bici, le prove e i ricordi di una vita Cesare Bonifazi

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a moto smarmitta in piazza della Repubblica a Cortona, la stessa che Roberto Benigni scelse come set per la scena della bicicletta de La Vita è bella. Dalla porta del municipio parte una voce: «Lorenzo! ’ndo vai? (dove vai)». Il conducente si ferma, si toglie il casco e saluta con la mano. È Jovanotti. «Vado a casa, ci vediamo», risponde. Lorenzo a Cortona è conosciuto come “il figlio del Cherubini, quello che lavorava in Vaticano e c’a-

veva il negozio di antiquariato in piazza”. Il cantante vive da decenni nella sua villa sopra il paese, a due passi dalla basilica di Santa Margherita, la santa del paese. E lui ha sempre avuto una parola buona per Cortona: «È il posto migliore per stare - ha detto più volte nelle interviste - è dove passo le mie vacanze». Non capita di rado che arrivino i fan in paese per chiedere di lui, magari per andargli a suonare e incontrarlo. Ma la comunità protegge la sua privacy: «Quando ci chiedono di Jovanotti - dice il sindaco Luciano Meoni - rispondiamo

genericamente che sta nella parte storica». Ha iniziato a frequentare Cortona quando era piccolo. I genitori sono entrambi cortonesi. Veniva d’estate da Roma dove faceva la scuola e viveva con il padre. È stato quando ancora Lorenzo era adolescente che i genitori si stabilirono definitivamente in paese. Da quel momento è diventato il suo quartier generale. I più bei ricordi di gioventù, lo ha detto lui stesso, sono legati a queste terre: le scorribande con gli amici e con il fratello Bernardo appassionato di motori, i primi amori. Pro-

prio qui ha trovato la donna della sua vita, Francesca Valiani, con la quale è convolato a nozze nel 2008, dopo tanti anni di fidanzamento e una figlia, Teresa, nata dieci anni prima. Tutti raccontano della sua bella villa con i muri alti e il grande giardino intorno. Nella cantina con le volte a botte nascono le sue canzoni: lì ha creato un vero e proprio studio di registrazione. Ci sono le chitarre, le drum machine, i sintetizzatori. Lavora tutti i giorni sugli spartiti. Poi parte, e di lui non si sa niente per mesi. È in qualche studio in giro per il mondo a registra-

re. Torna per fare le prove. Il luogo è sempre lo stesso: la fortezza del Girifalco che domina la vallata. Il Comune gliela concede per preparare il tour. Il 4 Luglio 2014 il Jova ha omaggiato la città tenendo un concerto per il Mix Festival, la rassegna musicale cittadina: Cortona era invasa di fans. Undicimila persone accorse per sentirlo. Il palco era in piazza Signorelli mentre nelle altre piazze furono allestiti degli schermi per proiettare musica e immagini. Cortona non aveva mai visto tanta gente allo stesso momento. A coda del concerto

ha pure fatto un’improvvisazione rap sui personaggi del paese.«Ma dal 2015, quando il padre Mario è morto non si vede più molto in paese», raccontano i cortonesi. Prima invece c’era di più. Lo potevi incontrare la mattina quando lo andava a trovare in bottega oppure mentre rientrava da comprare i giornali. Da allora, quando non sta a New York dove la figlia studia, lo incontri qualche volta con la sua mountain bike che parte per fare una gita a Chiusi o a Castiglion del Lago oppure, se è in vena, «arriva fino a Forlì», raccontano. —

Mettiamo qualità e tipicità in tavola Le botteghe ed i ristoratori aderenti a Vetrina Toscana, in occasione di:

OPERATORI ADERENTI A VETRINA TOSCANA Abacab Ristorante Pizzeria Tordelleria Turano, Massa

Ristorante “La Tavernetta” da Franco, Carrara Ristorante Locandapuana

Fornaretto

Carrara

Albergo Ristorante ‘Il Giardinetto’

Romagnano, Massa

Venanzio

Fivizzano

Pieve di Castevoli, Mulazzo Olivieri Valerio, Mulazzo

Il Fatty

Colonnata, Carrara

Da Remo

Centro Storico, Massa

Monzone, Fivizzano

Osteria Caveau del Teatro

Alimentari Peselli Brunella

La Carretta

Carrara

Il Sicomoro

• MERCATO MEDIOEVALE DI FILETTO,

Marina di Massa, Massa Osteria del Borgo, Massa

Alimentari Venturini Massimo

Cormezzano, Fivizzano

Carrara

La Posta

11-12-13-14-15 agosto VILLAFRANCA IN LUNIGIANA • MARMO ALL’OPERA, da luglio a novembre, CARRARA

Osteria i 3 Compari

Antica Drogheria di Santucci Manuela

Equi Terme, Fivizzano

Trattoria Taverna All’Oca Bianca

• BANCARELVINO, 3-4 agosto, MULAZZO • FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA CHITARRA, dal 18 luglio al 3 settembre, MASSA

• FESTIVAL SINFONICO-MASSA, dal 31 luglio al 16 agosto, MASSA

• TORANO NOTTE E GIORNO,

Centro Storico, Massa

Ristorante Uliveto, Massa Alimentari Manicardi Paolo

Riva Bistrot

Ristorante Villa Brignole

Cinquale, Montignoso

Gavedo di Mulazzo,

Ristorante Dalla Elide

Pontremoli

Fivizzano

Park Hotel La Pineta

Antica Macelleria Cafarelli

La Bottega dei Parchi

Pontremoli

Salumeria Angela di Bertocchi Tiziana

dal 25 luglio al 13 agosto, Torano CARRARA

Rometta, Fivizzano

• CENTENARIO DEL COMUNE DI COMANO,

Alimentari Tassoni Srl

Biscottificio Piemonte

Agriturismo Montagna Verde

Massa

Avenza, Carrara

Apella, Licciana Nardi

Drogheria Caffè Gli Svizzeri di Belatti Fabrizio

Il Cantinone di Particelli Luigi

Il Poderetto di Grassi Sarah

Massa

Carrara

All’Antico Mulino

Giuliaissimo “Market Giulia”

La Bottega di Nicky

Villafranca In Lunigiana

Marina di Massa, Massa

Marina di Carrara, Carrara

Alla Piazza di Sopra

Macelleria Cantarelli, Massa Vecchia Martana, Massa Claudio Folini

La nuova macelleria di Musetti Augusta

Filetto, Villafranca In Lunigiana

Carrara

Filetto, Villafranca In Lunigiana

Naturalmente Lunigiana

Da Gambin

Marina di Carrara, Carrara Il Rebacco, Carrara Hope, Carrara Il Buscaio, Carrara

Loc. Barco, Podenzana

9-10-11 agosto, Gragnola FIVIZZANO • MEDIEVALIS, 21-22-23-24-25 agosto, PONTREMOLI • STUDI APERTI, 30-31 agosto 1 settembre, CARRARA • CON_VIVERE, 5-6-7-8 settembre, CARRARA

• LA CASTAGNA RACCONTA, 5-6-12-13 ottobre LICCIANA NARDI

• MUTAMENTI, JAZZ SENZA FRONTIERE, metà settembre 1ª settimana di ottobre, VARI COMUNI

Nazzano, Carrara Enoteca Velia, Carrara Le Petite Cuisine, Carrara Osteria Merope, Carrara

Osteria nella Pià Colonnata, Carrara Osteria Vittorio, Carrara Ristorante “Interno23” Battilana, Carrara

Propongono menù tipici e prodotti locali Vetrina Toscana progetto di Regione e Unioncamere Toscana per la promozione di ristoranti, botteghe, produttori e prodotti del territorio Toscana.

Cerca il logo

Vetrina Toscana

Pontremoli

Antica salumeria Oligeri

Carrara

• MERCURIO D’ARGENTO, 8-9-10 agosto, MASSA • TRE SERE NEL PASSATO,

Trattoria Pelliccia

Carrara

Massa

7 agosto, COMANO

Pontremoli

La Capinera Osteria tipica

Pontebosio, Licciana Nardi

Ristorante Pizzeria “Al Pozzo”

Ristorante La Greppia Montedivalli, Podenzana

Da Giovanni, Groppoli, Mulazzo

Carrara Centro, Carrara Ristorante Extra, Carrara

El Caracol

Ninan Ristorante Enoteca

Mulazzo

Carrara

Mulazzo

La Luna Brilla

Pontremoli

La Locanda degli Aceri Passo Cisa, Pontremoli

La Nuova Jera Jera, Bagnone

Locanda La Lina, Bagnone Ristorante I Fondi, Bagnone Ristorante “Al Falco” Fosdinovo

Ristorante Albergo Mauro Barbarasco, Tresana La Cascina Comanina Comano

Ferrari Laura Bar Albergo Ristorante Comano


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ESTATE

XV

le fotografie

In giardino, con il fratello o con la band nella fortezza Nella prima foto a sinistra Jovanotti insieme al fratello e un’amica in uno scatto dell’adolescenza a Cortona. Al centro il cantante si è fatto un selfie mentre va in bicicletta. Al centro sotto, una posa invernale in cima alla rocca di Cortona. Nella foto grande un’immagine di Instagram in cui Lorenzo è fotografato nel suo giardino mentre nell’immagine sopra è con la band durante una pausa dalle prove del tour alla fortezza del Girifalco.


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