Babilon - Danijel Zezelj

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Collana Kina Collana diretta da: Gabriele Munafò, Sonny Partipilo Grafica: Gabriele Munafò, Sonny Partipilo Redazione: Anna Matilde Sali Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Stivè.

Titolo originale: Babilon © Copyright Danijel Zezelj, 2013 © Copyright 2017, Eris (Ass. cult. Eris) per l’edizione italiana Eris (Ass. cult. Eris) via Reggio 15, 10153 Torino info@erisedizioni.org www.erisedizioni.org Prima edizione Novembre 2017 ISBN 9788898644445

Copertina: Diablo 140 gr. Interni: Fedrigoni Arcoprint 140gr. Stampato presso La Grafica Nuova Via Somalia 108/32, Torino.


babilon danijel zezelj



INTRODUZIONE di David A. Beronä

Il mio primo incontro con un lavoro di Danijel Zezelj è stato quando ho trovato per caso un suo vecchio libro su uno scaffale basso di una fumetteria di Chicago che aveva un po’ di fumetti alternativi, tra cui il suo Air Mexico (2000). Nel momento in cui ho aperto quel libro, ritrovarsi di fronte le pennellate massicce di Zezelj, con la loro intensità e la loro magia, è stato uno shock immediato: sembrava di entrare in una fitta giungla di raffinate immagini che aprivano nuovi paesaggi a ogni vignetta. Comprai il libro, uscii dalla libreria e mi infilai nella prima caffetteria a bermi sorsi di caffè mentre mi immergevo nelle emozionanti illustrazioni in bianco e nero di Zezelj. Era come se avesse misteriosamente squarciato la superficie di ogni pagina bianca che ora sanguinava oscure immagini in un flusso narrativo che scorreva da una tavola all’altra. Questo libro di racconti, pubblicato grazie al finanziamento della Xeric Foundation*, mostrava un talento grafico alle prese con crudi racconti di rinomati scrittori esistenzialisti, come Albert Camus e Franz Kafka. Zezelj è nato in Croazia e ha lasciato Zagabria nei primi anni ’90. Adesso lavora come fumettista, pittore, animatore e illustratore, vivendo tra Zagabria e Brooklyn. Vari editori hanno pubblicato i suoi fumetti, tra cui DC Comics e Marvel. Ha collaborato a serie vincitrici di premi, come DMZ, Northlanders, Scalped, Hellblazer, Loveless e El Diablo. Col suo libro Luna Park, nel 2010 ha ottenuto una nomination all’Eisner Awards nella categoria Miglior Disegnatore. Essendo io da sempre interessato al wordless novel** nell’avvicinarmi al lavoro di Zezelj ho scoperto che, alla sua sempre crescente lista di opere, aveva di recente aggiunto due wordless novel: Industrial (2011) e Babilon (2013), già pubblicati in vari paesi. Purtroppo, mancava ancora un’edizione americana di quei volumi. I wordless novel di Zezelj rientrano nel genere del realismo magico. Contengono forti elementi di critica sociale, con un tocco di fantastico che evoca meraviglia e disorientamento. Alla lettura di questi due libri, rimasi immediatamente colpito per il sincero interessamento nutrito da Zezelj per coloro che, nonostante misere condizioni di vita, cercano di ottenere rispetto e ambiscono a far parte di qualcosa più grande di loro. Non è questo ciò a cui aspiriamo tutti nelle nostre vite? Zezelj appare chiaramente allineato al fianco di un gruppo di artisti del Ventesimo secolo, come Frans Masereel, Lynd Ward e Palle Nielsen, noti per i loro “romanzi per immagini”. Sono artisti che hanno alzato la voce contro le ingiustizie sociali, chiedendo a ogni lettore di guardare in faccia la propria umanità e rispondere a due quesiti universali che non solo ci definiscono come individui ma che definiscono anche la cultura in cui viviamo: chi sono e qual è il mio ruolo nel mondo? Le risposte che danno gli eroi di Zezelj spesso mettono in discussione e sfidano coloro che detengono il potere.

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In Industrial, Zezelj racconta due storie: una di un fuochista di una nave a vapore che si ritrova a far parte di un gruppo di lavoratori che conducono vite misere in contrasto con una classe di ricchi e potenti. L’uomo finisce coinvolto in vari gruppi di dissidenti, che lo portano a prendere parte a un attentato poi sventato e a un fallito attacco bomba suicida. La seconda storia ha per protagonista una operaia che, come il fuochista, è isolata ed emarginata. Dopo essere stata drogata e stuprata da un facoltoso industriale, riesce a pianificare con successo la propria vendetta. L’uso metaforico che Zezelj fa di figure animali, inserendole all’interno della trama, insieme a spogli scenari urbani, rivela una precisa abilità narrativa nel mostrare uno scorcio dentro vite avvolte dallo squallore del capitalismo. In Babilon, il suo secondo wordless novel, Zezelj offre uno spiraglio di speranza. In questo racconto, illustra un mondo di contrasti e conflitti, in cui si muove l’artista Lev Bezdomni, al quale viene commissionata dal sindaco la creazione di una giostra per la cima di una torre, che dovrà essere l’edificio più alto della Terra. Il suo quartiere e le attività a conduzione familiare della zona vengono rasi al suolo per la costruzione della torre, e i suoi amici e tutto il quartiere restano senza mezzi di sostentamento. Bezdomni prende ispirazione da un disegno di sua nipote e arruola mano d’opera edile di uomini e donne del posto per costruire una giostra che sfidi la cerimonia del sindaco e ricrei una comunità per quel quartiere eradicato. Zezelj arricchisce questo romanzo di vari simboli, come i pacifici cavalli della giostra e le amichevoli espressioni dei vicini di Bezdomni, che stanno in contrasto evidente con la brutalità mostrata dagli ingranaggi delle ruspe che demoliscono negozi e appartamenti del quartiere. L’imponente e demoniaco edificio appare inquietante, anziché seducente, e sembra attaccare il cielo con forza brutale. L’edificio viene posto in contrasto con immagini di serenità, come i simbolici palloncini liberati dalla nipote di Bezdomni e i gabbiani che fluttuano sulla costa dove viene trasferita la comunità. Al libro sono seguite performance collettive ispirate a Babilon, intitolate Brooklyn Babylon, che hanno coinvolto il compositore jazz Darcy James Argue, le animazioni di Zezelj e un live painting su pannelli di una decina di metri di ampiezza, all’interno del Next Wave Festival alla Brooklyn Academy of Music nel novembre 2011. Zezelj è un artista che usa un linguaggio visivo di immagini che raccontano storie in grado di scuotere la nostra coscienza sociale. Babilon è un esempio lampante del potenziale che ha il graphic novel muto, poiché è in grado di rivolgersi direttamente a ogni lettore di ogni continente.

David A. Beronä è uno storico del wordless novel, che ha scritto vari saggi sull’argomento. È l’autore di Wordless Books: The Original Graphic Novels, tradotto in francese (Le roman graphique des origines aux années, 1950) e coreano, vincitore del New York Book Show, e nominato agli Harvey Awards. Ha selezionato e curato Alastair Drawings and Illustrations (2011) che mostra i lavori decadentisti di Baron Hans Henning Voigt, e Eric Gill’s Masterpieces of Wood Engraving (2013). *La Xeric Foundation è un’organizzazione non profit nata nel 1992 che offre fondi per il finanziamento di fumetti autoprodotti. [NdT] ** Il wordless novel è un romanzo per immagini, prive di testo (o mute) e in sequenza. Nasce nei primi decenni del ’900, nella cornice dell’Espressionismo, sfruttando la tecnica dell’incisione sul legno, con le opere del fiammingo Frans Masereel e dell’americano Lynd Ward. [NdT]

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1 Il quartiere



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