H.P. Lovecraft - Da altrove e altri racconti. - Erik Kriek

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16,00 €

Erik Kriek nato ad Amsterdam nel 1966, è l'autore di due serie a fumetti popolarissime in Olanda: Gutsman, un anti-eroe le cui avventure sono mute, e Tigra, una casalinga in costume da tigre. Nel 2008 ha ricevuto il prestigioso premio dell'associazione Stripschap che lo conferma come uno dei migliori fumettisti olandesi. Portando a termine la sua interpretazione di Lovecraft, Kriek ha soddisfatto un'ambizione che covava da molto tempo. Erik Kriek vive e lavora ad Amsterdam con la sua compagna Stans e loro figlio Clovis, nato nel 2008.

Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) è riconosciuto come uno dei padri fondatori della letteratura dell'orrore. Le sue opere, diventate celebri solo dopo la sua morte, hanno avuto una grande influenza sulla fantascienza e sul cinema dell'orrore. Erik Kriek, uno dei grandi maestri del fumetto olandese, ha trasformato in immagini cinque dei piu famosi racconti di Lovecraft. Per rappresentare un mondo fantastico fatto di evocazioni di mostri innominabili e indescrivibili e di paure senza nome, Kriek si è ispirato ai famosi fumetti americani anni '50 della EC Comics. Il fumettista olandese restituisce perfettamente le visioni dello scrittore americano e si impone come maestro della narrazione di genere.

Howard Phillips Lovecraft, nato a Providence (Rhode Island) nel 1890, inizio a collaborare da giovanissimo con alcune riviste. La sua vita fu segnata da gravi problemi economici e di salute. Mori nella sua città natale nel 1937. È uno dei grandi maestri della letteratura horror al fianco di Edgar Allan Poe, ed è uno dei precursori della fantascienza. Fu scrittore poeta e saggista. Nel suo lavoro di critica letteraria piu importante, Supernatural Horror in Literature, scrisse: «Il sentimento piu forte e piu antico dell'animo umano è la paura, e la paura piu grande è quella dell'ignoto».




Collana Kina Collana diretta da: Gabriele Munafò, Sonny Partipilo Grafica: Gabriele Munafò, Sonny Partipilo Traduzione dall’olandese a cura di Alexander Tegelaars

Titolo originale: H.P. Lovecraft – Het Onzienbare en Andere Verhalen © Copyright 2010, Erik Kriek. Originariamente pubblicato da Oog & Blik, Amsterdam. Hyperlink: www.oogenblik.nl – www.gutsmancomics.com © Copyright 2014, Ass. cult. Eris per l'edizione italiana Ass. cult. Eris via Reggio 15, 10153 Torino info@erisedizioni.org www.erisedizioni.org L’autore ringrazia specialmente: Hansje e Mara Joustra, Gerard Soeteman, Gert Jan Pos, Milan Hulsing, Jan Doense, I miei compagni dello studio De Ruympte e, per ultima ma non per questo meno importante, Stans, mia carissima lettrice di prova. Prima edizione Febbraio 2014 ISBN 9788890693960




indice 7 Prefazione di Gerard Soeteman 11 L'estraneo 19 Il colore venuto dallo spazio 45 Dagon 53 Da altrove 63 La maschera di Innsmouth 107 Da altrove, di Milan Hulsing



Erik Kriek

è stato molto audace:

ha saputo catturare nei suoi disegni ciò che sarebbe meglio lasciare, poiché più efficace, all’imaginazione del lettore. Chi legge una storia di H.P. Lovecraft, il maestro dell’orrore della East Coast americana, si crea la propria rappresentazione dei mostri. Per quello che mi riguarda, feci conoscenza con le storie di Lovecraft da ragazzino, quando mio padre mi regalò una grossa antologia di storie d’orrore inglesi e americane: Before and after midnight. Le rare illustrazioni erano di Eppo Doeve, e ora, sessant’anni dopo quel regalo, il libro è ancora nella mia libreria, le storie sono rimaste nella mia memoria e le immagini impresse sulla mia retina. Disegni strani, frammentari, eseguiti con parsimonia e così come dev’essere: in bianco e nero. Rimasi affascinato, per il resto della mia vita: continuo tuttora a comprare storie horror. Ogni volta che viene pubblicata una ristampa di Ambrose Bierce o di Roald Dahl corro a vedere se per caso ci trovo qualche minuscola novità. Il racconto di Lovecraft La Cosa sulla Soglia mi affascinò e continua ad affascinarmi a tal punto che – quando un produttore cinematografico di Hollywood mi chiese di scrivere un thriller politico – lo adattai a sceneggiatura. Per renderla contemporanea, secondo la richiesta, immaginai la vicenda di un consigliere molto importante del neoeletto Presidente degli Stati Uniti, che si ritrova in una di quelle cittadine dello stato del New England descritte da Lovecraft. La storia descrive il modo in cui, per via di una metempsicosi, la pazzia si impossessa a poco a poco di lui, facendolo cominciare a credere che – se la

fine del mondo non è già vicina – sarà compito suo avvicinarla. Completamente in preda alla follia fa ritorno a Washington, dove in quanto capo del Consiglio Nazionale di Sicurezza, propina perfidi consigli al Presidente… La mia sceneggiatura fu respinta dal produttore: «Persone così folli non finiranno mai in tali posizioni a Washington». Eppure fu poco dopo che Oliver North giunse al servizio di Reagan e che – un po' più tardi – i consiglieri di Bush fecero in modo che gli Stati Uniti affondassero in debiti colossali, destinati a finanziare guerre disastrose… Già. Secondo me, Lovecraft è un darwinista: nessuno sfugge alla propria

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sorte, nessuno può deviare dal percorso di vita che i nostri geni, la nostra eredità, ci comandano di seguire. Erik Kriek ha dato forma a questo concetto, in modo molto intelligente, in La maschera di Innsmouth. Nella quarta vignetta, a piè della prima pagina, si intravede già come andrà a finire, e questa premonizione pervade tutta la storia. Il lettore forse non si rende conto dell’atmosfera, dell’epoca in cui si svolge il racconto, a metà degli anni ’20 del secolo scorso. Quei vestiti, quella cittadina, quelle macchine, quel vuoto! Se faccio astrazione dei colori nei dipinti di Edward Hopper, Erik Kriek si avvicina molto a quel maestro. Fin dalla prima vignetta: l’uomo solitario, seduto sopra il letto, nella sua terribile camera d’albergo. Molto espliciti, i dettagliatissimi di-

segni di Kriek mostrano cose che mi fanno sempre venire i brividi. Voglio uscire da quella realtà! Voglio fuggire! L’horror è profondamente collegato al nostro primordiale istinto di fuga. Solo con la fuga noi, homo sapiens, siamo riusciti a sopravvivere. Una volta scesi dagli alberi infatti, i nostri antenati cominciarono a disseminarsi nelle pianure, e l’unico modo di sopravvivere contro animali più grandi e aggressivi di loro era la fuga. Fuggire però non è più necessario: niente e nessuno è così aggressivo e possiede armi così sviluppate come gli esseri umani. Eppure, perfino dopo centinaia di generazioni, l’istinto di fuga permane e il suo detentore prova piacere nel sentirsi solleticare quel punto preciso: l’epicentro della 8


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paura nel suo cervello. Proprio quel piacevole solletico spiega l’antica popolarità delle storie dell’orrore, il recente successo dei film horror e – si spera – quello dei fumetti che si ispirano a questo genere. Ma non è tutto: c’è più di quell’istinto di fuga. Viviamo in un mondo – a prima vista – conoscibile. Ma sarà vero? È tutto chiaro come il sole? Supponiamo, supponiamo un momento, che ci sia un altro mondo. Non conoscibile! Enigmatico e oscuro. Supponiamo che da quell’altro mondo si estendano incessantemente dei tentacoli che vogliono trascinarci verso la follia! O se non verso la follia, verso le profondità da cui noi, come tutti gli animali, abbiamo cominciato a evolverci un miliardo di anni fa.

Verso le tenebre dell’acqua, con la sua oscurità, le sue alghe e i tentacoli minacciosi. Verso un posto soffocante, che ci taglia l’aria, talmente morbido e vischioso che non ci permette di scappare. Dove soccombiamo annegando nelle nostre angoscie. L’orrore è paura, certo. Però in un certo senso consiste anche nel realizzare che siamo emersi da un brodo primordiale per calcare la terra in cerca di un progresso, e che ci vuole poco per scivolare indietro e affondare irrazionalmente nel non-essere, nella condizione assurda di un’origine umida, soffocante e mai dimenticata. La paura del ritorno. Gerard Soeteman, Rotterdam, 30 dicembre 2011 9



L ESTRANEO Non so dove sono nato. So solo che il castello era tremendamente antico, pieno di corridoi bui, ombre e ragnatele. Regnava dappertutto un odore terribile...

Non c'era mai luce, il sole non superava gli alberi alti...

Una torre nera raggiungeva il cielo‌

Era possibile raggiungerne la cima solo con una scalata impossibile, aggrappandosi al muro‌

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Devo aver vissuto per anni nel castello, qualcuno ha dovuto prendersi cura di me... ma non mi ricordo di nessuno, solo di me stesso.

Mi raffiguravo una persona viva come qualcuno di simile a mE, ma raggrinzita e vecchia come il castello.

Per me non c'era nulla di inquietante nelle ossa sparse ` . qua e la

Spesso mi sdraiavo fuori sotto gli alberi scuri e sognavo per ore delle cose che avevo visto nei libri.

` normali delle Per me erano piu immagini di persone vive che mi capitava di trovare‌

in quella solitudine oscura il mio desiderio di luce ` intenso che diventava cosi non riuscivo ` a lungo. a stare fermo piu

Mi vedevo allora in mezzo a una folla allegra, ballando sotto il sole...

Una volta ho provato a fuggire dalla foresta, ma ` avanzavo e piu ` oscure piu diventavono le ombre. Angosciato, sono tornato indietro di corsa...

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Dopo molte esitazioni, decisi di intraprendere la scalata della torre nera e malandata. Volevo vedere la luce del giorno.


... nella penombra umida mi inerpicai per la vecchia scala di pietre consumate, fino al punto in cui gli scalini si interrompevano improvvisamente...

Dopo una lunga scalata sulla fiancata di quel profondo abisso, all’improvviso la ` mia testa colpi qualcosa di duro e capii che avevo raggiunto il tetto, o almeno un solaio...

La superficie sopra di me cedette. Mi resi conto che la scalata era finita, almeno per il momento…

… al buio, in pericolo di vita, mi arrampicai appigliandomi faticosamente al muro…

Si trattava infatti di una botola…

Strisciai attraverso l'apertura...

e mi distesi esausto sul pavimento di pietra.

Mi rialzai e cominciai a cercare una finestra. Pensavo infatti di trovarmi a una grande altezza. ` trovai solo delle Pero lastre di marmo, su cui giacevano lunghe casse...

Con un forte strattone riuscii ad aprire la porta verso l'interno.

Trovai anche una porta dal telaio di pietra, decorato con strane sculture...

Caddi in estasi: vedevo la luna splendente che conoscevo solo dai miei sogni...

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Pensai di aver raggiunto la cima del castello, e corsi verso la recinzione. Ma la luce della luna fu intercettata da una nuvola passeggera, e dovetti muovermi a tentoni. Il cancello non era chiuso. Ebbi paura di precipitare. Poi riapparve la luna.

Ero esterrefatto... Non mi trovavo sul bordo di un precipizio, dall’altra parte del cancello c’era solamente un terreno compatto, coperto da una ` di lastre di marmo e colonne, ombreggiate da un'antica chiesa varieta semidistrutta illuminata spettralmente dal chiaro di luna...

Spinsi la porta del cancello, feci un passo sul sentiero di ghiaia bianca. Ero risoluto a scoprire meraviglie e allegria...

Passando sotto un arco di pietra, mi allontanai dal campo di lapidi e colonne, vagando in aperta campagna...

‌a volte seguivo la strada visibile, in altri momenti la lasciavo e camminavo attraverso i campi...

Dopo due ore raggiunsi un castello circondato dagli alberi, coperto di edera. Mi pareva incredibilmente familiare... Guardai le finestre aperte, piene di luce brillante... ne uscivano i rumori di una festa...

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Guardai attraverso una finestra... Vidi un gruppo di persone stranamente vestite, che parlavano allegramente.

Certe facce avevano dei lineamenti che mi ricordavano un passato lontano...

Mi resi conto che, prima di allora, non avevo mai sentito parlare delle persone‌

Scavalcai il davanzale, affacciandomi sulla sala splendidamente illuminata, quando la mia speranza si trasformo` in disgrazia‌ Entrando nella sala accadde ` paurosa che la cosa piu avessi mai vissuto‌

Tutta la comitiva fu improvvisamente assalita dal panico... Tutte le facce si contorsero dalla paura, gridando a squarciagola...

Rimasi solo, sbalordito, nella stanza illuminata. La sala sembrava deserta, ma mi parve di cogliere un guizzo in una nicchia accanto alla porta...

La gente fuggi` in massa, rovesciando mobili e sbattendo contro le pareti prima di riuscire a raggiungere una delle porte...

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il colore venuto dallo spazio Te l’avevo detto, no? Avresti dovuto prendere la 107 dopo Rochester. Questa ` senza uscita. strada e

Non ci capisco niente. Fammi un po' vedere la mappa.

Secondo la mappa questo lago qui non ci dovrebbe nemmeno essere‌

Torniamo semplicemente indietro.

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` ! Eh gia


Hanno inondato la valle per farne una riserva d’acqua potabile per quelli di Arkham.

Questa era una vallata fertile fino a quel giorno…

Hanno finito di costruire la diga solo un anno fa, e lei ha una vecchia mappa. Il lago artificiale non vi ` ancora indicato. e

Cosa intende? Di che giorno parla?

Il giorno in cui cadde ` una il meteorite. Ma e lunga storia. Non voglio trattenervi.

Lei… lei ha detto qualcosa su un meteorite?

` mi fa dimenticare Ma tutto cio le buone maniere! Molto piacere, mi chiamo Ambrose Pierce, anche se tutti mi chiamano Ammi…

Accadde nell’estate del ’96. Quell’estate molto calda, si ricorda? Quanti anni ha lei?

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Piacere…

La maggior parte di questo terreno apparteneva a Nahum Gardner e alla sua famiglia. Il mio vicino di casa, un agricoltore devoto e laborioso...


Quella sera lavorai fuori fino a tardi...

Ammi! Ammi!

Non c'era tempo di sellare il cavallo. Ammi, stai attento, mi raccomando.

Che succede? Sembra che qualcosa abbia ` dai preso fuoco la Gardner.

Devo fare in fretta. Nahum ha sicuramente bisogno del mio aiuto.

` velocemente come quella sera Non credo di aver mai percorso cosi le tre miglia che separano la mia fattoria da quella dei Gardner.

` Nahum, si e fatto male qualcuno?

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Nahum! Che ` diavolo e successo?

Guarda qua! Una decina di ` a sinistra e quella metri piu cosa sarebbe finita sopra la mia casa.

` , Che ne pensi papa ci butto un secchio d’acqua sopra?

Non fare stupidaggini, Thaddeus! Stai lontano! Io e Ammi daremo un’occhiata.

Sembra che qualcosa ` dentro. brilli, la Lo vedi, Nahum?

Thaddeus! Vammi a prendere un martello e uno scalpello nel fienile!

Sembra meno caldo di prima.

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Dio mio, che colore. Hai mai visto una cosa del genere?

` Vediamo se si puo aprire questa noce‌

Nahum, ti prego, stai attento!

Sta svanendo! Guarda, ` nulla. non rimane piu

Beh, abbiamo visto anche questa. Ora ` passata. e

` ancora il buco del Non ricopriro ` un recinto e cratere. Ci mettero ` pagare l’entrata. Magari faro ci guadagno qualcosa.

Temevo che non fosse stata una buona idea spaccare il meteorite. Perplesso, tornai a casa.

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Quella notte vidi i fulmini cadere sei volte nello stesso punto, proprio accanto alla fattoria di Nahum.

La mattina andai a vedere cos’era successo, ma non rimaneva molto del cratere, e ancora meno del meteorite.

Beh, torniamo agli affari ` nostri... In fondo, c'e abbastanza da fare.

Luglio e agosto furono mesi insolitamente caldi. in quelle settimane ero molto occupato con la fienagione e altri lavori nel campo. Fu solo dopo la raccolta che rividi Nahum.

Salve Ammi! Signora Pierce! Tutto bene?

Buongiorno, signor Gardner.

Molto bene, grazie, e tu?

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Pare che tu abbia avuto una buona estate. Che pere enormi!


in effetti. Non solo le pere e le mele, anche i pomodori e i meloni sono tutti enormi quest'anno! Prova ` succosa pure quanto e questa mela.

` marcia, Questa e secondo me.

Puah!

` ! Hanno un Marcia? Macche sapore un po’ particolare, ` vero. Ma sono squisite. e

Beh, allora devo essere io. Ti senti bene, Nahum? Mi sembri un po’ pallido.

Io? Mi sento come rinato. Su, prendete un po’ di frutta. Ne ho fin troppa.

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Hmm, che delizia!

Grazie.

Non era solo quella mela. Tutta la frutta di Nahum aveva un sapore disgustoso e amaro. Neppure i maiali la volevano.


` , la raccolta eccezionalmente abbondante Era impossibile vendere la frutta di Nahum. Cosi ` nessun guadagno ai Gardner. Un colpo duro per quella famiglia di non procuro agricoltori. Nei mesi che seguirono, la famiglia si vedeva sempre meno nel villaggio. Non ` in chiesa. venivano nemmeno piu

` prima del solito. Un giorno di gran freddo, di ritorno Quell'anno l'inverno arrivo dal villaggio, passai per caso per la fattoria di Nahum.

Ehi, calma ragazza!

Gli alberi! Sembrano luminosi.

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´ non ci fosse nemmeno uno Sembrava pure che gli alberi si muovessero, benche spiraglio di vento.

Riuscivo a malapena a domare il cavallo‌

Calma ragazza, andiamo.

` tardi realizzai Solo molto piu ` strana: quale fosse la cosa piu la neve si era accumulata dappertutto, salvo nei pressi della fattoria di Nahum.

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` nella Con l'arrivo della primavera, un altro straordinario fenomeno si manifesto fattoria di Gardner.

Salve, vicino!

Naahum! Eeagh

Sono contento che tu sia venuto ad aiutarmi a togliere le erbacce. Rischiano di ricoprirmi la casa!

giovane, Merwin, ha una tremenda paura di lei.

` Non c’e ` problema, e un piacere.

` tua e moglie che grida?

Ma...

Thaddeus, portaci un po' d’acqua!

Ha bisogno ` di riposo. e solo un po’ tesa. Ce la faremo. Non ti preoccupare.

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Temo di si`. Ho dovuto rinchiudere Nabby in soffitta. Da qualche ` piu ` la settimana non e ` stessa. Mio figlio piu


L’acqua aveva lo stesso sapore fetido e amaro della frutta. Non mi fidavo per niente.

Penso che dovresti scavare un pozzo nuovo ` a in un terreno piu monte.

Il meteorite ha avvelenato il tuo pozzo. L’acqua ha inquinato tutto: la frutta, gli alberi, tua moglie…

` , Perche ` che cosa c’e non va con l’acqua?

Thaddeus e io possiamo sbrigarcela da soli. Aprezzo il tuo aiuto ma non i consigli che non ho richiesto. Ma potremmo almeno far controllare il tuo pozzo, no?

Tu non sopporti che quella pietra sia caduta sul mio terreno! Dillo, Ammi! Faccio volentieri a meno dei tuoi “buoni” consigli e anche del tuo aiuto. Tu sei semplicemente geloso.

Balle!

Calmati. Me ne vado.

A malincuore girai le spalle al vicino, ma ero contento di poter scappare da quella vegetazione soffocante. Non c’era nemmeno un colore normale, tutto aveva una tinta morbosa, primaria. E poi quegli insetti mostruosi: erano dappertutto, mi disgustavano.

Sembra tutto contaminato da una malattia terribile. Perche´ non se ne vuole accorgere?

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Nel villaggio si scatenarono voci e storie sugli avvenimenti a casa Gardner… I cavoli del suo gardino! Enormi! Non ho mai visto una cosa simile in vita mia!

E sua moglie! Josh l’ha vista andare a carponi, urlando e stridendo come un maiale. Completamente matta, a mio parere.

E di notte luccica ` dietro il tutto! C’e diavolo!

E quei ragazzi, ho sentito che non ` a scuola… vanno piu

Abbiamo pure fatto venire un medico dal lontano villaggio di Clark’s Corner, affinche` visitasse la povera Nabby… Al primo che fa un passo avanti gli riempio il culo di pallini!

I ragazzi dei McCloskey hanno sparato a uno scoiattolo grande cosi` ! Non credevo ai miei occhi!

` Non se ne seppe piu nulla. Passarono le settimane. Nessuno ` la famiglia vide piu Gardner. Nemmeno io, ` il loro vicino, ero piu gradito.

Senta, tenga presente una cosa… Le famiglie di contadini di questa zona sono sempre state abituate a sbrigarsela ` Nahum da sole. E per di piu era testardo come un mulo.

Ma allora lei ha abbandonato quelle persone alla loro sorte?

` stato lui ma Cosi` , non e il suo primogenito ad apparire improvvisamente nella nostra cucina una sera di fine estate...

Ma Nahum non ne volle sapere niente.

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