Il buco noir | Stefano Zattera

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IL BUCO NOIR

Earl Foureyes Mutant Detective Testi e disegni e regia: Stefano Zattera Colori ed effetti speciali: Carlo Sandri Sommo Pontefice: Akab Conclave: DePica, BullX, Marco Galli, Squaz, Ponticelli, Darkam, Dario Panzeri, Tiziano Angri, Officina Infernale, Pablo Cammello, Stefano Zattera, Marco Gnaccolini, Spugna, Jacopo Starace, TommyGun, Cosimo Miorelli, Luca Negri (R.S.M.), Marco Corona, Uduvicio Atanagi, Nova, Martoz, Gnomo Speleologo Collana di spine: Black Raimbow Super-visore: AkaB Extra-visori: Officina Infernale, Danilo Dast Strulato, Andrea Voglino Correzione testi: De Pica, Anna Matilde Sali Copertina e grafica: Stefano Zattera Impaginazione: Gabriele Munafò Prefazione: Federico Bernocchi Contributi extradimensionali a pag. 60-61: Cosimo Miorelli, Luca Negri, Officina Infernale, Marco Corona, Tommy Gun, Martoz, Dast e Daniela Perissinotto, AkaB, Cammello, De Pica, Dario Panzeri, Tiziano Angri, Marco Galli, Squaz, Alberto Ponticelli, Darkam, Jacopo Starace, Spugna, Ambra Garlaschelli, Nova. Eris (Ass. cult. Eris) Piazza Crispi 60, 10155 Torino info@erisedizioni.org www.erisedizioni.org Progetto Stigma Via Meda 36, 20141 Milano info@progettostigma.com www.progettostigma.com © Copyright 2020, Stefano Zattera © Copyright 2020, Eris (Ass. cult. Eris) Prima edizione Ottobre 2020 ISBN 9788898644667 Copertina: Fedrigoni Arcoset 300 gr. Interni: Fedrigoni Arcoset 140 gr.

Stampato presso Aquattro servizi grafici, Via F.lli Meliga 5/D, Chivasso (TO) Stigma è un nuovo marchio editoriale composto e autogestito da autori con l'obiettivo di produrre libri a fumetti che ancora non esistono. “I matti finalmente gestiscono il manicomio”

Questo libro è rilasciato con la licenza Creative Commons: “Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate, 3.0” consultabile in rete sul sito www.creativecommons.org Tu sei libero di condividere e riprodurre questo libro, a condizione di citarne sempre la paternità, e non a scopi commerciali. Per trarne opere derivate, l’editore rimane a disposizione. Ci sembra importante farti sapere come nasce il prezzo di copertina di un libro. Bisogna tenere conto di diverse voci che sommate insieme, copia dopo copia, vanno a coprire tutte le spese di produzione del libro e il lavoro di tutti coloro che hanno contribuito a fartelo arrivare in mano. Ecco allora il prezzo di copertina suddiviso nelle percentuali delle spese di produzione di questo libro: 61% Distribuzione (Distributori - Librerie) 18% Costi di stampa 12% *Diritto d'autore (8% Autore, 4% Curatori) 8% Amministrazione e gestione della casa editrice 1% Spedizioni e promozione *Di questo libro, come di ogni libro edito da Progetto Stigma in collaborazione con Eris edizioni, è stata realizzata una prevendita on-line in cui il volume è stato venduto insieme a uno special: in questo caso le percentuali destinate al diritto d'autore sono 30% per l'autore e 12% per i curatori del progetto.


Colore, bianco e Noir Federico Bernocchi

Avevo avuto qualche avvisaglia, ma non gli avevo dato evidentemente il giusto peso. Poi, una volta compiuti i 18 anni, vado a fare l’esame per la patente. Passo lo scritto senza problemi e vado a fare l’orale. Sto per uscirne vincitore quando il mio intervistatore mi mette davanti un foglio e mi chiede: “Che numero vede?”. Guardo e vedo un cerchio fatto di tantissimi pallini colorati. Nessun numero. Non capisco. Lui invece mi sa di sì e insiste: “E qui? Non vede nessun numero neanche qui? E qua, invece?”. L’ho imparato anni dopo ma l’infame mi stava sottoponendo a un test di Ishihara, quello per capire se sei daltonico. No, scusate, quello per capire se soffri di discromatopsia. Nel mio caso la risposta è sì, ne soffro, e non riconosco la differenza tra il rosso e il verde. Da quello che ho capito il mio cervello va in confusione quando vede i due colori insieme. Cioè, se mi fai vedere un pomodoro, lo vedo rosso. Se però me lo metti su un prato verde, faccio casino. La cosa è abbastanza curiosa, fosse solo per il fatto di averla scoperta passata la maggiore età, periodo in cui avevo già scelto di lastricare la mia strada di due cose: fumetti e cinema. Ora, immaginate di scoprire dopo anni e anni di letture e visioni compulsive che vi manca un pezzo fondamentale per la comprensione del testo. Di base quel marrano della Scuola Guida mi stava dicendo che tutto quello che sapevo sul mio mondo della fantasia era sbagliato: “chissà che cazzo hai visto, ma pensa te ‘sto discromatico maledetto che fa pure l’esperto di film e non vede i colori! Ahahah, scherziamolo, dai! ” . Come si reagisce a un trauma del genere? Due modi: il primo è romanzare questa mia condizione in modo del tutto esagerato e pretestuoso per poter far colpo sulle ragazze (giuro: funziona), il secondo è sviluppare una passione per il mondo in B/N. Da quell’esame in avanti, anche per il timore di perdermi qualcosa, ho dato la precedenza a contenuti in bianco e nero. Ai tempi di flickr, parliamo della preistoria dell’intranet, avevo un blog di foto di concerti solo in bianco e nero. Cominciai a godere dell’utilizzo del bianco di Sergio Toppi e a guardare di base solo vecchi western, gangster movie o noir. Certo, quando ho scoperto che esiste una versione in “Black & Chrome” di Mad Max: Fury Road mi è scoppiato l’orgasmometro, ma per anni mi sono nutrito solo di James Cagney e Edward G. Robinson, di Barbara Stanwyck e Jane Greer. E non è solo una questione estetica. Quel mondo, coi suoi temi e le sue figure, col tempo mi è diventato familiare e oggi lo considero un piccolo pezzo privato del mio ipotetico paradiso. Come forse sapete, quando un discromatico muore, finisce a bere ottimo bourbon insieme a una giovane e disinibita Norma Desmond. Per questo motivo quando mi sono trovato tra le mani Il Buco Noir mi sono sentito immediatamente a casa. Perché ne ho subito avvertito l’immane forza di gravità, quel risucchio proprio dei corpi celesti che attirano verso di loro qualsiasi cosa. Earl Foureyes è come un vecchio amico, un concentrato di tutto quello che ho assorbito nel mio percorso da discromatico. Le coordinate le conosco, sono iscritte a fuoco nel mio DNA. Non importa che il volume di Stefano Zattera sia

in realtà coloratissimo (chissà come peraltro…) o che sia ambientato in un fantascientifico futuro distopico, anzi: lo rende solo più affascinante. Questo perché non c’è niente di meglio che immaginare una storia del genere, quelle con un voice over di un detective privato cinico e disilluso, immersa nella follia di un mondo frequentato da mostri, freaks e mutanti. Bè, forse dovrei dire che non c’è niente di meglio se chi racconta quella storia sa quello che fa. Con gli anni mi sono fatto questa idea: ci sono una serie di registi, sceneggiatori o fumettisti che insistono nell’alzare il grado di weirdness delle loro opere per strizzare l’occhio a un immaginario che in realtà non conosco, non padroneggiano. Un tempo qui era pieno di gente pronta a dare del post moderno a chiunque si affacciasse al mondo del Cinema o dei Fumetti. Sì, dico a te, Robert Rodriguez. È inutile che ti nascondi dietro le spalle larghe del nostro Stefano. Ti ricordi il tuo Machete? Sì, ok, quando abbiamo visto il trailer inserito a forza in Grindhouse abbiamo tutti fatto le corna del metallo verso lo schermo in segno di giubilo ma poi… quando ci hai fatto vedere tutto il film, ci siamo rimasti male. Perché quell’estetica, quel mondo bisogna conoscerlo bene per poterlo omaggiare a dovere. Se no si rischia di fare la figura di quelli che salgono all’ultimo sul carro del vincitore per tentare di dare il cinque alto a quelli più bravi. Prendi esempio da Il Buco Noir: Qui c’è la droga, la droga vera. Ho capito che una volta un tuo amico s’è fatto uno spinello, ma qui ci sono viaggi psych di quelli che a fine pagine senti quasi l’hangover che sentiva Philip K. Dick a fine serata. Vuoi mettere? C’è il sesso, il sesso vero. Tipo che c’è una mutante con due bocche fidanzata con uno con due cazzi. E nessuna paura a usarli in continuazione. Ti ricordo che nei tuoi film, nonostante le promesse, non ho visto manco una tetta laterale. Ancora: c’è un’idea di retrofuturo raccontata da uno che negli anni ’70, quando cominciava a immaginare queste pagine, probabilmente già viveva nell’anno 3000. Non ti basta? Guarda: vedi qui? Ecco, il controllo narrativo di Stefano ne Il Buco Noir è talmente saldo che s’è preso anche la libertà di inserire alcuni suoi figliocci come Le Origini del Superburocrate e pure Baby Burger. Il tutto senza che questi risultino come corpi esterni, ma anzi elementi che contribuiscono a dare forza e concretezza a un Universo che, certo, ha milioni di padri fondatori ma che alla fine, raccontato in questo modo, puoi trovare solo qui. Per tornare a noi: alla fine quello della Scuola Guida la patente me l’ha data. Ha fatto la faccia di quelli che devono chiudere un occhio ma me l’ha data. Dopo avermi cambiato la vita per sempre con un semplice test di Ishihara, prima di salutarmi, ricordo che mi disse: “Mi raccomando, eh? Si alleni coi colori!”. Come se si potesse andare in palestra per riuscire a vedere il rosso e il verde. Vabbè, vi saluto. Ah, un’ultima cosa: voi che potete allenatevi a immaginare un mondo come quello de Il Buco Noir, eh? Non vorrei che arrivaste impreparati. Rischiate di farvi esplodere il cervello.


Biografia Stefano Zattera

Il soggetto in questione è afflitto da una grave forma di irrequietezza creativa. Insofferente alla stabilità ha ricoperto alternativamente negli anni i ruoli di fumettista, illustratore, pittore, grafico, designer e scrittore (solo per citare le attività principali in cui è riuscito a combinare qualcosa). Inizia il percorso editoriale con l’autoproduzione della fanzine Delirio, Baby Burger & Fats Dog, Psiconauta numeri 0 e 1, collaborando in seguito con altre pubblicazioni dell’ambiente undergroud anni ’90 come Interzona. Pubblica strisce di Baby Burger su Italia On Line. Il detective mutante appare per la prima volta su Schizzo e sull’albo monografico Stefano Zattera Earl Foureyes editi dal Centro fumetto Andrea Pazienza, e poi su Tattoo Comix di AAA edizioni. Collabora con Mostri Italiani di Stampa alternativa, Horrorgasmo, Italian Mutant Pop e Mater Universalis di Mondo Bizzarro Press, Stripburger (Slovenia), Rancune (Belgio), Biblia (Portogallo), Malefact (USA), Monografico (Spagna), Alta Tensión (Spagna), Lamette, Inguine Mah! di Comma 22, Black di Coconino, XL di Repubblica, The Artist, Puck, Par Condicio, Il Male di Vauro e Vincino, Barricate, Linus, La Lettura de Il Corriere della sera, Frigidaire, Earl Foureyes Mutant Detective per Nerocromo, Stazione 31 per Passenger Press, Alias Comics Il Manifesto, The meaning of life per Tinals/ Stigma, Sing Sing in the rain per Sputnik/Stigma, Abissi tascabili per Comicon/Stigma, Čapek. Le ultime autoproduzioni sono Cronache dal Cranio, Baby Burger, Carne e il porno-horror La professoressa su testi di Enrico Munerato. Ha realizzato illustrazioni per dischi, libri, snowboard e magliette. Pubblica tre raccolte di racconti Buffo come?, Attenti al cane e Polenta a orologeria per Antropia, sull’antologia Veneto Texas di La Case edizioni, partecipa al romanzo collettivo il Palazzo per Tragopano, il romanzo C’era una volta il Nordest per Nerocromo, è uno degli autori delle raccolte Nero Cemento per Nerocromo e Mucho Mojo Club volume 1 per CasaSirio editore. Ha esposto nei principali festival del fumetto: Lucca, Napoli, Treviso, Angouleme, Seoul. I suoi dipinti sono stati esibiti in centri culturali, musei e gallerie d’arte come Antonio Colombo Arte Contemporanea (Milano), Gestalt Gallery (Pietrasanta), Mondo Bizzarro (Bologna), Mondo Pop (Roma),The Don Gallery (Milano), galleria d’Arte Busellato (Asiago), galleria Mirror (Vicenza), Museo Civico Bassano del Grappa, Casa della poesia (Urbino), Key Gallery (Milano), Centro di cultura Francese (Ljubljana Slovenia), Museo Il Min (Seoul Korea), La Luz De Jesus Gallery (Los Angeles USA), The Cello Factory Art Gallery (London UK).

Ringraziamenti Vent’anni fa se ne andava Silvio, mio padre, in qualche modo questo libro esiste anche grazie a lui. Era un uomo solido e concreto e, credo, avrebbe preferito che mi occupassi d’altro; ma, assieme a mia madre Anna, non mi hanno mai ostacolato e mi hanno sempre supportato nelle mie scelte. Risorse umane: Utte Balestro, Stella Zattera, Luna Zattera, Bruno Zattera, Ignazio Lago, Luigi de Frenza, Matteo Perdon, Andrea Rossi, Denis Gatto, Baby Burger. Risorse inconsapevoli: Magnus, Charles Burns, Will Eisner, Mike Allred, Geof Darrow, Alex Ross, Alan Moore, Raymond Chandler, Dashiel Hammet, Mickey Spillane, James Ellroy, George Orwell, Philip K. Dick, Joe Lansdale, Billy Wilder, Howard Hawks, Alfred Hitchcock John Huston, Ridley Scott, Quentin Tarantino, Sergio Leone, Martin Scorsese. www.stefanozattera.it


3019. Era ormai passato un anno da quando quel cazzo di buco aveva iniziato a succhiarsi il colore. L’avevano chiamato “il Buco Noir”. Un inspiegabile evento cosmico, che aveva cambiato le frequenze percettive cromatiche. Un’enorme bocca vorace che andava via via divorando le tinte dalla galassia. Nei pianeti più prossimi al fenomeno il colore aveva lentamente cominciato a perdere saturazione avvicinandosi sempre di più al bianco e nero. L’intera Via Lattea sembrava condannata a diventare la scenografia di un vecchio film noir.

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Sick City. Quella merda di città cresceva a vista d’occhio. Non potendo piÚ allargarsi in orizzontale gli edifici salivano, strato su strato, inarrestabili come piante di fagioli magici protese verso un fantomatico castello tra le nuvole. Qualcuno chiamava ancora quel pianeta Terra. Ma la materia terra era solo un ricordo tramandato dai vecchi‌ o forse soltanto una vecchia leggenda metropolitana.

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Venivo spesso al Geiger bar all’ora dell’ologiornale. Con il bourbon invecchiato in silos di uranio impoverito le stronzate si mandavano giÚ meglio. Quando tra i palazzi si materializzava la sigla del notiziario la vita sullo sfondo sembrava immobilizzarsi come se venisse messa in stand by.

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Era già il quarto attentato in pochi mesi. Conoscevo gli ZOMO da quando con Xel Sarcoma gli vendevamo fucili laser durante la rivoluzione su Sibarian dell’88. Per quel che ne sapevo, non erano i tipi da spargere vittime innocenti per la galassia. La faccenda puzzava di servizi segreti superburocratici lontano un parsec.

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anche il vecchio Globy era fottuto! Quelle cazzo di copie carbone erano cani da caccia infallibili. Stavano ingabbiando gli unici che tentavano di mettere un freno al caos totalitario generato dal governo di Mr. Pipa e i suoi Sgherri.

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Dopo mille anni di radiazioni, esperimenti genetici, inquinamento e accoppiamenti intergalattici non esisteva un individuo uguale a un altro. praticamente ognuno faceva razza a sĂŠ; eppure quelle teste di KKKazzo ancora riuscivano a individuare qualcuno da odiare. Gli errori del passato servono solo a ripeterli piĂš grossi.

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Rottinculo! Quante fandonie ci propinavano! Altro che attacco Hacker! Quei figli di puttana miravano a isolarci, non volevano che il malumore nei confronti del regime circolasse nella rete intergalattica innescando organizzazioni antigovernative extraplanetarie.

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13 miliardi di seguaci. Neanche il fottuto Cattolicislamismo aveva tanti fedeli. Per questo il Papimam e Mr. Pipa le facevano il filo. Quella paracula era in grado di influenzare parecchio l’opinione pubblica. E lei lo sapeva, la stronza.

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Una voce mesta mi distrasse dalle notizie. Mr. Earl Foureyes?

uh... sì?

... e Trasferiti nei campi di rieducazione i dissidenti che...

Piacere, Burt Doublenose… potrei parlarle?

Anche la sua espressione non era esattamente di giubilo, pensai di ravvivare l’ambiente.

Piacere mio. Vogliamo sederci e prendere un bicchiere di quello buono?

come preferisce.

Aveva proprio l’aria afflitta. di certo non era lì per invitarmi al suo compleanno. Mi dica pure Mr. Doublenose. Si tratta di Betsy, mia figlia

è stata trovata morta, avvelenata e parzialmente scuoiata solo due mesi fa ma la polizia ha già archiviato il caso: ne Hanno troppi da seguire, specie dopo che i supereroi sono stati tutti arrestati. Erano gli unici a seguire anche casi irrisolti...

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Un vero peccato. La ragazza era uno schianto.

Già. Ora solo pennuti e similpelle sono autorizzati a farlo!

Sì, ma a quelli di mia figlia non gliene frega un accidente! Un uccellino mi ha detto che lei non ha paura dei divieti. La pagherò profumatamente, Foureyes... i neurodollari non mi mancano.

il tizio era disperato. ma non era proprio cosa.

La prego... mia figlia non avrà mai giustizia.

non navigo nell’uranio Mr. Doublenose; ma qui non si tratta di far fessi gli sbirri volanti. con le copie carbone di Superburocrate la faccenda si è fatta seria. Rischio i campi di rieducazione.

Mi dispiace molto, ma non posso farci niente.

Povero diavolo... era l’ennesimo caso archiviato che sarebbe svanito come ghiaccio secco nel bourbon radioattivo.

Ci pensi. Se cambia idea mi faccia sapere.

Ok, Mr. Doublenose… buona fortuna.

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Ne buttai giù un altro paio per affogare l’amarezza che il vecchio Burt mi aveva messo addosso, poi saltai sulla vecchia space Cadillac del 2953.

parcheggiai davanti al mio appartamento...

… scesi al piano di sotto a casa di Butch e bussai tre volte. Tutto a posto.

tenevamo astroman nascosto lì. in quanto invalido di guerra, butch era esente dagli scanner domestici.

Puoi dirlo. Nessuno aveva mai immobilizzato Globman.

Avete saputo di Hektor?

Già… merda secca! manco solo io! Quelle fottocopie sono davvero cazzute! No. Non ti avranno, Mike. Sono passato oggi dal Dottor Eggs.

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ok... entra.


il dottor Eggs e il Professor Octopus Stavano cercando un modo di far passare Astroman per gli Scanner Doganali. a che punto sono?

ok… ma, Cazzo se mi rode il culo dover fuggire!

ormai ci siamo. il simulatore di DNA è quasi pronto. poi potremo andare al laboratorio.

E probabilmente li useresti per pulirti gli stivali… ma non possiamo rischiare.

Figli di puttana! Vorrei metter le mani su quei cloni…

fanculo!

Già, se prendono anche te per i Paladini della galassia è finita!

Dobbiamo riuscire a farti scappare da Sick City e organizzare la fuga dei supereroi.

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Astroman era un eroe vecchio stampo: cattivoni uguale menare. la fuga strategica non era certo cosa per lui. merda secca! è frustrante. Non sono mai scappato in vita mia!


la situazione si fa sempre più pesante!

che vuoi dire?

Un tizio giù al Geiger Mi ha proposto di indagare sull’omicidio della figlia. Uccisa e scuoiata, Caso archiviato senza colpevoli!

Già, Uccellacci e copie carbone dappertutto. Mi è toccato rinunciare a un caso stasera!

sì, una bella ragazza, avvelenata e spellata su una coscia un paio dimesi fa.

cazzo! ora indagare su casi archiviati è come essere un supereroe!

infatti, si rischia di finire al fresco.

La settimana scorsa ero su Guilty One per un ricorso e ho letto di un caso simile.

Uccisa e scuoiata, hai detto?

Butch portava avanti da anni la sua causa contro il governo per il risarcimento del suo corpo devastato da un Neurotronic nello sbarco su Ganimede.

... Mi sa che se ne va a dormire in archivio.

Cazzo! davvero? anche lei Scuoiata su una coscia?

No, su un braccio… ma avvelenata e anche questo caso, senza nessun sospettato...

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Fanculo! Che belle fiabe della buona notte!


Ero stanco e sbronzo e provai a far piano, ma Milly si accorse del mio rientro e volle darmi il benvenuto.

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