Tra nebbie di provincia e atmosfere surreali, si muovono personaggi piccoli e insignificanti, uomini e donne che non vanno cercati in mondi lontani, ma sono intorno a noi, vivono nella comune inedia quotidiana. Racconti molesti odora del marcio della società italiana, odora di casa, e rappresenta una sorta di catarsi compulsiva che racconta – scegliendo senza dubbio il politicamente scorretto – quello che vede uno sguardo che non cede all’imbarazzo.
I racconti di Cusa sono cattivi, ironici e caustici, l’autore è un feticista della morbosità e dell’inettitudine patologica che si diverte a scandagliare vizi e tabù culturali di una realtà che scricchiola in maniera inquietante, anche se le crepe restano invisibili.