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LAB BOAT. NAVIGARE CON LA SCIENZA
La scienza vista da una prospettiva diversa: quella del mare! di ALESSANDRO LIGAS
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are, delfini, balenottere ed esperimenti: sono stati questi i pilastri principali di Lab Boat. Il progetto di divulgazione scientifica per le scuole e per il largo pubblico che ha visto impegnata la barca a vela Adriatica nel periplo della Sardegna dal 24 aprile sino al 10 maggio. L’obiettivo è stato quello di mostrare la scienza da una prospettiva diversa: quella del mare. “La barca come metafora per poter avvicinare i ragazzi allo studio delle scienze – ha raccontato Andrea Mameli, fisico e divulgatore scientifico – ma anche realmente per portare i ricercatori e i ragazzi ad avere un contatto più ravvicinato. Un’esperienza che ha voluto far capire ai ragazzi qualcosa in più della scienza e della ricerca stimolandoli ad avere una maggiore curiosità e a porsi più domande”. “La barca come mezzo di trasporto di persone, di nuove culture e di nuove conoscenze – ha raccontato Alessia Masala 16 anni una delle ragazze imbarcate – che mette in contatto i ragazzi con queste persone che prima non si conoscevano”.
Lab boat è stato un vero e proprio laboratorio galleggiante. Esperimenti e modelli, non solo nei porti ma anche in mare aperto, hanno reso il viaggio entusiasmante con una sfida in più: quella di non banalizzare ciò che nella realtà è difficile e complicato. Sono stati tantissimi gli argomenti portati a bordo: si è parlato di forni solari e di come questi funzionano, della produzione di carburanti sintetici, come il metano realizzabile partendo dall’idrogeno e dall’anidride carbonica. Di visualizzazione 3D e di tecniche di rilievo delle impronte digitali. Ma anche radioastronomia, telemedicina in barca, dei prodotti ittici e della loro trasformazione. Senza tralasciare le tecnologie che vengono usate nelle imbarcazioni. Filippo Mennuni, comandante di Adriatica, ha mostrato gli strumenti che si adoperano durante una traversata. Come il plotter cartografico: un monitor multifunzione sul quale è possibile vedere contemporaneamente le informazioni provenienti da diversi sensori quali il GPS, il radar, l’ecoscandaglio. Uno strumento importantissimo che permette la navigazione attraverso le carte nautiche digitali che riproducono le vecchie
carte utilizzate fino a qualche anno fa. Non solo scienza, i navigatori hanno potuto ammirare anche la danza di alcuni delfini e di una balenottera che li hanno accompagnati per alcuni tratti. “Perché parlare di scienza solo con chi se ne occupa? – racconta ancora Andrea Mameli – Da qui si è articolato un percorso per sviluppare e raccontare la scienza e la ricerca in tutti i posti della Sardegna intorno ai quali si compie e si realizza quotidianamente”. Cagliari, Olbia, Alghero, Oristano, Carloforte sono i porti toccati e dove materialmente si fa la scienza. Luoghi dove ci sono persone e tecnologie che portano a dei risultati quotidiani fatti di ragionamenti dai quali si svilupperanno le tecnologie che potremmo usare in un futuro. Nella città capoluogo di regione è presente l’Università, il CRS4, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, sezione di Cagliari, solo per citarne alcuni. Ad Olbia ed Alghero è presente una sede dell’Università di Sassari ma nella città catalana c’è anche Porto Conte Ricerche. Oristano è sede del Consorzio UNO, dell’International Marine Centre, dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche. A Carloforte si è vissuto un passo indietro nel tempo quando era sede dell’Osservatorio Astronomico oggi trasferito tra Selargius e San Basilio. I numeri. 1250 sono stati gli studenti che hanno partecipato. 46 le classi. 22 sono stati gli studenti imbarcati. 57 i laboratori e seminari. 17 i giorni di navigazione. 465 le miglia nautiche percorse. 21 sono stati i sostenitori. 12 i partner scientifici e 5 i porti toccati. Il progetto è stato promosso e organizzato dal CRS4, il Centro di ricerca, sviluppo studi superiori in Sardegna, finanziato dalla Fondazione di Sardegna, ed ha visto la partecipazione di Sardegna Film Commission - ente regionale no profit di governance per l’audiovisivo - che ha garantito un supporto creativo e organizzativo, anche per la produzione della documentazione audiovisiva.
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S&H MAGAZINE Anno XXIII - N. 262 / Luglio 2018 EDIZIONE SASSARI Direttore Responsabile MARCO CAU
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Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, DANIELE DETTORI, FRANCA FALCHI, NIKE GAGLIARDI, ALESSANDRO LIGAS, GIANMICHELE MANCA, ALBA MARINI, GIUSEPPE MASSAIU, ANNALISA MURRU, MARCO SCARAMELLA, ENRICO SALIS, SALVATORE STELLA Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it
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Editore ESSEACCA S.r.l.s., Via Oriani, 5/a - Sassari Per la pubblicità: tel. 335.722.60.54 Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari Social & Web
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03 Lab Boat
16 L’Effetto Grant
05 Passeggiate sassaresi
18 HITWEETS 19 Over the view
Navigare con la scienza Piccole storie nascoste
06 Una magica carriera
L’illusionista Alfredo Barrago si racconta
08 A scuola di Calisthenics
La disciplina conquista la Sardegna
L’esordio letterario di Aurora Redville
Accessibilità al patrimonio culturale
20 Viaggio in Italia Il Lazio
10 Sardegna a prova di bambino
21 Musica: Flavio Secchi 22 Il dentista risponde
12 Emergenza randagismo
23 Per la barba di Enrico
Divertimento tra parchi naturali, regni preistorici e animali fantastici Le prime misure per la prevenzione proposte dalla regione Sardegna
13 Kannonau
Una risata verso l’indipendenza
14 Franca Masu La voce dell’anima
Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2018. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.
Il digrignamento dei denti
I 10 capi indispensabili da avere nell'armadio
24 Cinque borghi sardi
Perdersi tra caratteristici vicoli ricchi di storia
26 inSardegna: Eventi del mese 28 GUIDA AI LOCALI
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in Copertina
FRANCA MASU
Foto di Gianmichele Manca
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PASSEGGIATE SASSARESI Piccole storie nascoste
di FRANCA FALCHI
È
da circa un anno che in città si è creato un nuovo movimento spontaneo: un modo non convenzionale di visitare Sassari attraverso storie ed aneddoti narrati da ciceroni estemporanei in un percorso tra le vie del nostro Centro Storico. Un gruppo di amanti e di appassionati o semplicemente curiosi si riuniscono periodicamente spinti dalla voglia di conoscere la propria città. Li ho conosciuti, per la prima volta, in una fredda domenica mattina dello scorso novembre. Erano già al terzo appuntamento delle Passeggiate Sassaresi, avevo sentito parlare di loro già da qualche mese ma non avevo mai avuto occasione di partecipare ai loro eventi. Il tam tam, allora, girava solo tra pochi amici che si aggiornavano col passaparola o con scarni post sui social ed io ne ero venuta a conoscenza quasi per caso. In Piazza del Rosario, gremita di gente, la criminologa Lorena Piras ci ammaliò con la sua narrazione delle vie del sangue, storie di delitti
passionali, di infanticidi, di stregoneria e di carcerazione che hanno segnato Sassari in passato, spostandoci di volta in volta nei luoghi in cui vissero i protagonisti. È questo infatti il modus operandi delle “Passeggiate”: un cicerone che condivide le sue conoscenze, derivate dai suoi studi o dalle sue passioni, in un itinerario a tappe da svolgersi nell’arco di una mezza giornata. Ogni incontro ha un tema, una guida e delle storie sempre differenti, con cadenza autunnale e primaverile. Oltre alle vie del sangue si sono narrate quelle dell’eros e della passione, consumata negli antichi bordelli, per voce di Eugenio Cossu che successivamente ci ha svelato le origini della nostra bizzarra toponomastica; si sono percorse le vie della follia con lo psicologo Pier Angelo Sechi, facendoci sorridere tra li macchi e li mancanti e commuovere nei tanti casi di atti estremi. Poi la visita al Cimitero Monumentale con l’architetto Roberta Omoboni interprete dei simboli esoterici e delle sepolture. Ma anche le storie curiose di chi ha dato lustro alla città di Sassari facendo
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moda nelle sartorie narrate dallo stilista Franco Allentini; o costruendo palazzi ed interi quartieri per poi essere dimenticati come l’architetto Misuraca dalla cui storia tutto ha avuto inizio lo scorso Autunno ad opera di Lalla Careddu. Lalla, hai creato un nuovo modo per conoscere Sassari, come è scaturito tutto questo? È un’idea semplice e per nulla originale. Vedevo i turisti ammirare la città e i sassaresi disprezzarla. Mi piaceva l’idea che i miei concittadini riscoprissero l’orgoglio di essere sassaresi. E di motivi di orgoglio ne abbiamo tantissimi. Questi eventi coinvolgono un numero sempre maggiore di persone. Cosa pensi li spinga a partecipare? La gente ama sentirsi raccontare storie. Se queste poi parlano di noi, delle nostre abitudini, delle nostre storie allora la gente si coinvolge. E passeggia con noi. E passeggiando si intrecciano amicizie, si chiacchiera e si ascolta. Si riscopre il senso di comunità. Ogni incontro è unico, troviamo sempre nuovi ciceroni e nuove storie. Come riesci a reclutarli e quanto lavoro c’è in tutto questo?
Reclutare i narratori è semplice, perché Sassari è piena di professionalità e di passione. Abbiamo storici, medici, architetti e ora anche uno stilista. Ma dietro quella piacevolezza c’è un grande lavoro di tessitura delle storie, di ricerca negli archivi, settimane di lavoro volontario (le Passeggiate sono infatti sempre a titolo gratuito nonostante il grande impegno sia in termini di tempo che di dispendio oneroso nel voler offrire un ottimo servizio). È stata recentemente creata una pagina Facebook “Passeggiate Sassaresi” per un maggior coinvolgimento e grazie a degli sponsor si sono potuti acquistare microfoni e altoparlanti, seguirà qualcos’altro? Diventerà un’associazione anche ad uso turistico? Le cose si evolvono e crescono, anche se non so quale direzione prenderanno. Di sicuro c’è che quando ho pensato alle passeggiate ho pensato ai sassaresi, non ai turisti. Ma è probabile che qualcosa faremo. Un piccolo segreto che sveleremo a tempo debito. Le passeggiate proseguiranno il prossimo autunno, sempre a passo lento.
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L’illusionista Alfredo Barrago si racconta
UNA MAGICA CARRIERA
di ANNALISA MURRU
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veva sei anni quando, all’improvviso, contrasse quello che nel gergo dei maghi viene chiamato “bacillus magicus”, uno speciale contagio della passione per la magia che Alfredo Barrago subì vedendo alla TV il mago Silvan all’opera: decise allora che sarebbe diventato un mago. Il primo a credere in lui fu Don Riccardo. Era il 1978, Alfredo aveva 15 anni e frequentava l’oratorio della chiesa di San Paolo a Cagliari; tra una partita a calcio e l’altra intratteneva i suoi amici con giochi di prestigio, quando un giorno Don Riccardo lo spinse a esordire con un suo spettacolo mettendogli a disposizione il teatrino parrocchiale. In quell’occasione scoprì di essere “l’organizzatore di spettacoli più scarso del mondo”: scelse infatti la data e l’orario che coincidevano con il match Italia-Argentina ai mondiali di calcio. Dopo aver preparato i manifesti pubblicitari e aver stabilito la scaletta per il grande debutto, si ritrovò ad affrontare l’ansia da palcoscenico davanti a circa sei vecchiette che quel giorno si trattennero in veste di spettatrici dopo la messa. La sua carriera è costellata di tappe importanti a cominciare dal 1986 con la prima apparizione televisiva a Fantastico 7 su
Rai 1 e proseguendo con il quarto posto al Festival Mondiale della Magia di Stoccarda nel 1996; nel 2006 apre la sua scuola di magia, l’Houdini Theatre a Quartu Sant’Elena, la prima scuola stabile in Italia e nel più recente 2010 vince il premio come miglior illusionista innovatore dell’anno al Masters of Magic. È suo il primato per il numero della camminata sull’acqua, creato nel 2003 per la trasmissione Superquark e volto a smascherare una persona che affermava di essere Gesù anche per questa sua presunta capacità. Il servizio vide la partecipazione di Alfredo in qualità di volontario di Telefono Antiplagio, il comitato che ha come obiettivo la verifica delle affermazioni sul paranormale. Alfredo si definisce un attore specializzato nel ruolo del mago e il suo punto di forza sta nell’equilibrio tra la credibilità dell’illusione e la comicità che intrattiene. Attualmente si esibisce in hotel di lusso e resort con il suo ultimo spettacolo Notte Paranormale. Andiamo a scoprire meglio il misterioso mondo della magia. Cos’è la magia? Magia è un termine generico e si può utilizzare anche per un operatore dell’occulto.
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Se invece parliamo di magia da spettacolo ci sono le varie branche che sono l’illusionismo – pensiamo alla donna tagliata a metà -; la prestidigitazione, parola famigerata che significa “dita veloci”, ovvero l’arte più difficile perché per far apparire dall’aria le carte occorre tanto allenamento. Abbiamo poi la magia comica come quella del Mago Forest e infine il mentalismo, che adesso possiamo intendere come l’intuito spinto oltre la soglia dei nostri sensi anche grazie a nuove frontiere come la Programmazione Neuro Linguistica dalla quale attingiamo. Questa è la forma di magia che più di tutte offre ancora al pubblico la possibilità di pensare che la magia esiste. Com’è organizzata la tua scuola e chi la frequenta? Undici anni fa inventai la scuola di magia, sentivo il bisogno di restituire quello che avevo imparato e di condividere perché la Sardegna non è mai stata una grande terra di maghi e soffrivo una certa solitudine. Tutti i martedì dalle 18 alle 22 arrivano soprattutto adulti professionisti: la magia è un ottimo strumento per un insegnante che deve catturare l’attenzione degli alunni o per un medico che vuole far sorridere un paziente in corsia. Noi abbiamo un record in quanto siamo il gruppo di maghi con più donne in assoluto se pensiamo che nella penisola si contano sulle dita di una mano. Siamo aperti al neofita e l’impostazione è basata sullo scambio: discutiamo un numero, un effetto, una tecnica, ci occupiamo di come porgere allo spettatore un determinato gioco ovvero dell’aspetto teatrale perché non è sufficiente eseguire tecnicamente bene il gioco, quella è solo la base e possono farlo tutti, ma bisogna scatenare un’emozione. In Sardegna qual è la portata del fenomeno della “creduloneria” in base alla tua esperienza con Telefono Antiplagio e come volontario del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze)? La creduloneria è uniforme, non ci sono differenze regionali e neanche culturali. Ho conosciuto persone insospettabili, razionali, scienziati, questo perché se tu hai un problema abbassi la guardia e decidi di credere al mago che ti dà una speranza. In Sardegna la portata del fenomeno è inferiore semplicemente perché ci sono meno soldi per finanziare maghi. Hai mai vissuto esperienze che hanno fatto vacillare il tuo scetticismo? Sì, al punto che sono mentalmente aperto alla possibilità che il paranormale esista. Anzi, credo che il paranormale inteso come il potere della mente esista di sicuro perché ho avuto un paio di esperienze che vanno molto oltre la possibilità che si tratti di una coincidenza: semplicemente noi non siamo in grado di gestire queste possibilità.
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A SCUOLA DI CALISTHENICS
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LA DISCIPLINA CONQUISTA LA SARDEGNA
di ANNALISA MURRU
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i sente parlare sempre più spesso di calisthenics, uno sport dalle antiche radici e in continua evoluzione che in Sardegna si è diffuso in modo virale. Avete mai visto qualcuno stare appeso a un palo in orizzontale? Quella è solo una delle tante figure – la famosa “human flag”, la bandiera umana - che potreste imparare a eseguire praticando questo sport. Il termine calisthenics deriva dal greco e si compone di due parole, “kalos” e “sthenos”, che significano rispettivamente bellezza e forza, ed è qui che è racchiusa la particolarità di questa disciplina, come spiega Pierluigi Melis, istruttore di calisthenics dal 2014 e proprietario della palestra Calisthenics Cagliari: “È uno sport in cui diventi abile, forte e pure bello”. Il calisthenics è un metodo di allenamento a corpo libero che sfrutta il peso del corpo per aumentare la forza muscolare con l’obiettivo
di recuperare la mobilità insita nel corpo umano che è andata a perdersi con uno stile di vita sempre più sedentario. Si può praticare ovunque e a costo zero, in ogni caso il divertimento è assicurato. Pierluigi spiega che alcune persone si approcciano a questo sport con il timore di non essere in grado di eseguire i movimenti che in gergo si chiamano “skills”, ma il calisthenics ha il vantaggio di poter essere praticato da chiunque a prescindere dall’età e dal livello di preparazione atletica a partire da esercizi più semplici fino alle figure complete in una continua competizione per superare i propri limiti. Le prime fonti documentate di allenamento calistenico risalgono al 1800, quando venne inserito nei programmi di educazione fisica degli studenti americani; in Italia si cominciò a parlare di calisthenics nel 2012 con la fusione della corrente americana nata nel 2000 e improntata sulle ripetizioni di esercizi
base quali ad esempio le trazioni e di quella proveniente dall’est Europa, con movimenti ispirati alla ginnastica artistica dai quali sono nate le skills. “Era un fenomeno di nicchia. Un’estate lavorai fuori e non ebbi la possibilità di utilizzare gli attrezzi per allenarmi, allora feci una ricerca per trovare esercizi da eseguire a corpo libero e capitai in alcuni forum in cui un centinaio di persone in tutta Italia si scambiavano conoscenze in merito a questo tipo di allenamento. Le prime informazioni che trovai furono il forum e il sito di Umberto Miletto, primo portavoce a livello professionale dell’attività del calisthenics nonché colui che ha creato e diffuso il metodo di allenamento”, racconta Pierluigi che proprio con Miletto si è formato dopo un periodo di sperimentazione come allenatore autodidatta nella prima palestra a Cagliari che adibì uno spazio alla pratica del calisthenics. Fu la prima palestra in Italia ad offrire così tanto spazio a questo sport e dopo due anni di gavetta Pierluigi decise di aprire una struttura tutta sua in cui si pratica solo il calisthenics, attualmente l’unica palestra mono attività di questo genere a Cagliari, ma di realtà come la sua in Sardegna ce ne sono diverse. I grandi centri si trovano nelle città maggiori quali Oristano, Nuoro, Tempio, Sassari e Olbia e i referenti sono nell’ordine i professionisti Emanuel Zardi, Jacopo Sulas, Maurizio Pischedda, Vittorio Pinna e Dario Sundas. “Queste realtà si muovono un po’ più a livello d’impresa ma abbiamo anche altre piccole entità ad esempio a Guasila e Carbonia. In generale noi esponenti cerchiamo di creare un’unità a livello regionale e vorremmo dare vita a un campionato interno”. I praticanti di questo sport in Sardegna sono molto più numerosi rispetto a quelli di altre regioni della penisola e fin dalle prime competizioni nazionali si è riscontrato che i sardi sono tra gli atleti più talentuosi; ciò è dovuto al fatto che geneticamente siamo più predisposti per via della nostra conformazione fisica. Essere piccoli e leggeri ci rende muscolarmente più forti, agili e di conseguenza competitivi in uno sport in cui la forza di gravità e le leve sono alla base della buona riuscita dei movimenti.
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Sardegna a prova di
bambino Divertimento tra parchi naturali, regni preistorici e animali fantastici
di ALBA MARINI
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bambini, si sa, sono vacanzieri esigenti. Le acque cristalline delle più belle spiagge sarde talvolta non bastano: il divertimento dei più piccoli è una priorità per i genitori più attenti, in cerca di itinerari che possano piacere a tutta la famiglia. L’estate è il periodo di riposo per eccellenza non solo per i grandi, ma anche per i bambini, che possono dedicarsi – oltre ai compiti per le vacanze – a svariate attività durante la pausa scolastica. Non è infrequente che gli stessi sardi non siano a conoscenza della presenza di parchi divertimento, aree naturali a prova di bimbo e altri luoghi preziosi e affascinanti che possono far brillare gli occhi dei loro figli senza allontanarsi dall’isola. Questo pezzo vuole essere una piccola guida per adulti e piccini che amano gli svaghi e le avventure, dedicata a chi sa guardare il mondo con stupore e ama vederlo dipinto sugli occhi degli altri. Il parco divertimenti più famoso dell’intera isola rappresenta la tappa più frequentata dai piccoli sardi. Si tratta della Sardegna in miniatura di Tuili, una perla del divertimento a pochi passi da uno dei più bei regali della civiltà nuragica: il complesso di Barumini. Associare le due tappe durante una giornata non particolarmente afosa potrebbe essere l’ideale per conciliare una passeggiata tra le pietre della nostra storia con un’altra di tutt’altro tenore: quella nel mondo dei dinosauri. Oltre alle miniature dei principali monumenti dell’isola, la Sardegna in miniatura apre le sue porte ai rettili giganti tanto amati dai bambini e ricostruiti con sofisticate tecniche animatroniche. È così che il T-Rex a grandezza naturale prende vita, si muove e
PER PRE NO TAZ ION I
ruggisce. A completare il tutto anche altre attrazioni presenti all’interno del parco, come il Planetario, la nuovissima Biosfera e il padiglione nuragico. Quasi tutti i bimbi amano gli animali: rimarrebbero ad osservarli per ore, cercando di scorgere i loro colori e le loro stravaganti abitudini. Il Parco della Giara è un luogo incantevole, dove esemplari di fauna autoctona vivono liberi, per altro a pochi passi da Barumini e dalla Sardegna in miniatura. Adulti e piccini adoreranno passeggiare tra i sentieri della Giara, accompagnati dai canti degli uccelli e dal profumo dei fiori, lontani da ogni condizionamento umano. La natura e i cavallini della Giara saranno gli assoluti protagonisti. Questa specie endemica è caratterizzata da un’altezza al garrese di 120 cm: non è un pony, ma un piccolo cavallo che corre tra l’altopiano della giara annunciando la sua presenza con il dolce “scalpitio” di minuscoli zoccoli. Non allontanandoci dal mondo animale è impossibile non citare il tripudio di colori che caratterizza la nuovissima Butterfly House Folia Bio di Olmedo. È la prima biosfera subtropicale della Sardegna che ospita oltre 400 esemplari di farfalle. Un’esperienza unica nel suo genere per i più piccoli ma anche per i grandi, che potranno osservare intorno a loro le farfalle libere di volare e poggiarsi come angeli colorati sulle loro spalle. Speciali angoli dedicati a queste creature contenenti frutta fresca accolgono le farfalle per il ristoro. Un itinerario didattico sia reale che virtuale introdurrà i partecipanti nel mondo magico dei lepidotteri, raccontando il loro ciclo riproduttivo, la loro vita e la loro affascinante metamorfosi, grande simbolo di tutti i bruchi e i brutti anatroccoli che si trasformano in meravigliose creature.
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La Butterfly House è il luogo perfetto per passare un’intera giornata in famiglia, infatti, oltre alla biosfera del paradiso tropicale, sono presenti un bar, una piscina e un piccolo parco giochi. A Cala Gonone si trova un’attrazione molto amata dai bambini: l’acquario. Le 24 vasche espositive raccontano la vita degli abitanti del mar Mediterraneo e non solo. Alcune vasche sono dedicate, infatti, ai pesci dell’area tropicale e del rio delle Amazzoni. I colori sgargianti delle specie della barriera corallina attraggono i più piccoli aprendo una finestra su un mondo sommerso e lontano. Da non perdere anche i piranha e la vasca tattile. L’esperienza sensibile è alla base degli obiettivi dell’Acquario di Cala Gonone, dove guide esperte insegnano ad adulti e piccini come toccare una razza senza spaventarla e come sfiorare ricci e stelle marine senza far loro del male. La triste storia di una tartaruga, una Caretta caretta rinvenuta con gravi ferite agli occhi in una spiaggia di Ragusa, completa il percorso nel mondo del mare, minacciato sempre più spesso dalla noncuranza di noi uomini. La tartaruga, inizialmente curata in una piccola vasca, si trova ora in quella pelagica, dove ha potuto ritrovare uno spazio più grande in cui nuotare. Il degno modo di completare un tour in Sardegna a prova di bambino? Una giornata nei parchi acquatici dell’isola all’insegna di tuffi, piscine con le onde e schiuma party giornalieri al ritmo di balli latini. Il Diverland di Quartucciu, il Blufan di Sarroch, l’Aquadream di Baja Sardinia e il Water Paradise di Sorso sono pronti ad accogliere le famiglie per tutta l’estate, garantendo a tutti i membri un gran divertimento.
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EMERGENZA RANDAGISMO LE PRIME MISURE PER LA PREVENZIONE PROPOSTE DALLA REGIONE SARDEGNA
di NIKE GAGLIARDI
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he il problema del randagismo in Sardegna costituisca, già da tempo, un’emergenza non è certo una novità: in aumento del 30-40% negli ultimi anni e causa di una spesa diretta per le pubbliche amministrazioni che complessivamente ammonta a otto milioni e che raddoppia quando si considerano i costi indiretti. Purtroppo, fino a ora, le strategie di contenimento del fenomeno, dalle campagne di comunicazione dirette a promuovere un’adozione responsabile sino a una corretta e maggiore informazione riguardo alla sterilizzazione canina (spesso considerata contro natura, troppo costosa o crudele) sono mancate. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: rifugi sovraffollati che non riescono a far fronte alle spese veterinarie degli ospiti (si consideri che moltissimi ex-randagi restano in canile fino alla fine della loro vita, senza contare gli animali che soffrono di patologie croniche o quelli che arrivano in uno stato fisico gravemente debilitato) né a contrapporre al continuo flusso di entrate un numero sufficiente di risorse umane. Non solo, alle cucciolate che vengono quotidianamente abbandonate sulla loro soglia si aggiungono altre cucciolate, quelle in regalo le cui foto vediamo nei quotidiani annunci postati sui social network. E se questo a prima vista può sembrare un fenomeno del tutto innocuo, incide gravemente sull’aumento del randagismo. Anzitutto perché, in una situazione in cui le strutture preposte ad accogliere i randagi sono costrette a ospitarne un numero enormemente superiore rispetto alla loro effettiva capacità, far riprodurre indiscriminatamente il cane di casa e far sì che una persona potenzialmente interessata ad accogliere un nuovo animale domestico nella propria vita lo riceva da un privato, significa privare uno dei “residenti” in canile della possibilità di uscire dalla gabbia a cui è condannato e di entrare in una nuova famiglia. Secondariamente, le adozioni “non controllate” (e cioè non guidate dal consiglio di un esperto e senza controlli di pre e post-affido) frequentemente hanno un triste epilogo: il desiderio di adottare un cane svanisce all’affacciarsi dei
primi problemi, appena ci si accorge che è una scelta in grado di cambiare completamente l’esistenza di chi la opera, oppure quando, per questioni personali o professionali, è necessario trasferirsi o passare a ritmi di vita non compatibili con la gestione di un animale la cui prima e maggiore necessità, è sempre bene rammentarlo, non è – come spesso si è indotti a credere – lo spazio, ma il tempo (tempo per le passeggiate, tempo per l’educazione, tempo per le cure ordinarie e straordinarie, tempo per il gioco). E così ci si sbarazza di Fido, che finisce di mano in mano e, spesso, sulla strada. Se poi l’animale si riproduce, la problematica si moltiplicherà per il numero di cuccioli e così via, all’infinito. Fortunatamente, un primo e positivo cambiamento sembra essere stato avviato dalla Regione Sardegna con l’assegnazione di fondi, stanziati nella Finanziaria 2017, destinati alle associazioni di volontariato per la sterilizzazione di cani di proprietà. I contributi, fino a un massimo di 5000 euro per ogni richiedente, sono stati erogati a quaranta associazioni, con sedi in tutta l’isola, per la sterilizzazione di cani di sesso femminile di proprietà di privati cittadini con Isee pari o inferiore ai ventimila euro e dei cani femmina adibiti alla custodia di greggi, appartenenti a allevatori regolarmente registrati, a prescindere dall’Isee. I volontari si sono già attivati e hanno provveduto a far sterilizzare numerosi animali di proprietà, nella speranza che iniziative di questo genere possano divenire continuative. Un secondo passo avanti è costituito dalla campagna di comunicazione per la prevenzione del randagismo inaugurata dalla regione Sardegna, “Se lo ami mettigli il microchip” insieme alla nuova Banca Dati Regionale degli Animali da Affezione, online dal 6 giugno (sito web anagrafecanina.vetinfo.it/j6_siraaf). I dati presenti in quest’ultima sono d’importanza cruciale in quanto permettono di conoscere la consistenza e la distribuzione della popolazione regionale degli animali d’affezione e dunque di predisporre interventi appropriati di prevenzione dell’abbandono, tutela sanitaria e protezione degli animali e consentono inoltre un adeguato monitoraggio dei risultati.
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KANNONAU Una risata verso l’indipendenza
di DIEGO BONO
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ual è lo scopo di un branco di pecore geneticamente modificate, di tre alieni nascosti nelle segrete di un nuraghe che si esprimono solo con tormentoni televisivi e di un gruppo di banditi al volante del furgone degli “A-Team”? È ovvio, difendere l’indipendenza della Sardegna! “Kannonau” (Edizioni Magic Press) è il folle fumetto scritto e sceneggiato da Roberto Di Leo, aiutato da Alessandro “Don Alemanno” Mereu (già ospite nelle nostre pagine) e disegnato dalle abili matite di Andrea Trivellini che illustra la stravagante lotta della squadriglia capitanata dalla furiosa Sara “Carasau” Piras contro le malvagie forze armate italiane, al soldo del malefico Generale Smile, che cercano di riannettere la nostra isola sotto il controllo del perfido governo nazionale. Bizzarro, irriverente, condito con centinaia di citazioni della cultura nerd e geek, “Kannonau” ci racconta una storia assurda su ideologie reali che strappa risate, che lascia confusi ad ogni pagina per via della sua divertente schizofrenia e che, in alcuni punti, permette anche di riflettere su un’isola, su uno stato in mezzo al mare, su un territorio, forse davvero troppo lontano, per mentalità e cultura, dal resto del Paese. Per saperne di più ho rivolto qualche domanda proprio a Roberto Di Leo. Ciao Roberto, come nasce l’idea per questo spassoso fumetto? L’idea è nata quasi per scherzo, come spesso accade, qualcosa come quindici anni fa. Stavo assistendo ad un concerto in compagnia di un mio amico sardo e all’improvviso dissi: “Sarebbe bello scrivere una storia sulla Sardegna che dichiara l’indipendenza dall’Italia”! Tutto morì in una grassa risata, fino a quando non esordii con la stessa frase di fronte a Don Alemanno in quel di Lucca Comics & Games 2016; lui si bloccò all’improvviso, mi guardò fisso negli
occhi e disse: “Tu la devi fare questa cosa! Ti aiuto io!”. Il risultato lo hai tra le mani, scritto anche con la sua collaborazione. Sono uno che tiene fede agli impegni, io! Dichiari di non essere sardo e di non aver mai messo piede in Sardegna, come sei arrivato, quindi, all’approccio e allo studio così dettagliato di quest’isola e alla sua cultura? È stato (e continua ad essere) uno splendido viaggio. Ho dovuto ovviamente recuperare molto, ma per ogni articolo o libro letto si apriva un nuovo orizzonte, qualcosa di bellissimo ed inedito. Ho spazzolato parecchi testi di storia ed archeologia senza alcuna fatica, non potevo permettermi di risultare “impreparato”, non avrei reso giustizia alla narrazione e alla popolazione sarda, inoltre è stato divertente giocare con la geografia, è stato come giocare di ruolo insomma, spero di aver giocato bene! Hai notato che non si vede mai il mare? Tutti vanno in Sardegna per quello ma, secondo la mia opinione, la Sardegna è molto altro. Fermarsi alla costa significa escludere il 99% della bellezza di quest’isola, raccontando solo del mare non avrei fatto il mio lavoro in modo corretto, avrei fatto prima a mandare una cartolina e tanti saluti. Il tema dell’indipendenza sarda è un tema delicato, pensi che il pubblico isolano possa simpaticamente riconoscersi o risentirsi? È stato come saltare da una cascata, ed io soffro anche di vertigini! Scherzi a parte, mi aspettavo una serie di reazioni negative durante la parte di promozione iniziale. Vedi, abbiamo cominciato a pubblicizzare Kannonau quando non era ancora uscito, cercando di solleticare la curiosità ma senza svelare di cosa effettivamente trattasse, una sorta di guerrilla marketing. Alcuni si sono risentiti subito, ma passato il giusto tempo, è stato letto da molte persone (siamo in terza ristampa oltre ogni più rosea previsione) e tanti hanno compreso il senso di quello che volevo raccontare. Mi hanno contattato in privato per farmi i complimenti ed è stato il momento più bello, quello in cui ho potuto rilassarmi, certo di essere stato finalmente compreso. Quello dell’indipendenza è un sentimento forte e vecchio quanto l’uomo, Kannonau è stato un modo per rendergli giustizia a modo mio.
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FRANCA MASU L A VOCE DELL’ANIMA “ ” Tutto serve
Queste due parole, che ritornano più volte del nostro incontro con la cantante algherese Franca Masu, hanno un profondo significato. Costituiscono, infatti, una sorta di leitmotiv nella sua concezione della vita ed è per questo che abbiamo scelto di inserirle in apertura. Chiacchierare con Franca Masu, proprio come ascoltare una sua canzone, regala una serie di emozioni che nascono da quel mix di semplicità e meraviglia tipico di chi affronta l’esistenza alla maniera di un bambino. «Pensano tutti che io sia molto superba, inarrivabile, inavvicinabile», ci dice. «Che me la tiri molto, insomma. Invece non è così: credo anzi che se non ci si prendesse un po’ in giro la vita sarebbe una noia mortale, pesante e insopportabile». Iniziamo a conversare in un caratteristico locale sui bastioni algheresi dove, naturalmente, è conosciutissima e molto ben voluta. Considerando dove abita, è praticamente di casa. Alcuni scatti rubati del nostro fotografo sembrano intimidirla ma per i vicoli pittoreschi e misteriosi della città vecchia, mentre parla della sua vita, ritrova tutta la sicurezza di una consumata artista da palcoscenico. Prima di cantare hai insegnato. Com’è stato il passaggio da una professione all’altra? È stato curiosamente naturale, se vogliamo dire così, perché durante il periodo dell’insegnamento cantavo già. A quel tempo facevo serate jazz. Con i musicisti abbiamo iniziato nel 1995 e io ho insegnato fino al 2003 tra Sassari, Porto Torres e Alghero. Andavamo a fare le serate ma poi era abbastanza difficoltoso tornare a scuola l’indomani mattina. Inoltre la mia passione per la musica era tanta, non mi abbandonava mai. Così, anche su suggerimento di mio marito, pensammo che era meglio lasciare il jazz per dedicarci a qualcosa di originale. Guardandoci un po’ intorno capimmo quanta ricchezza offriva il luogo in cui si viveva. L’algherese non lo parlavo per cui l’ho dovuto studiare; è stata una scommessa per me. Dico sempre che la considero una scommessa vinta sotto il punto divista del mio arricchimento personale, perché mi ha dato tantissimo e mi ha avvicinato molto al territorio, alla mia gente, all’habitat e a quella che è la cultura di questa città. Ci sono momenti, situazioni e luoghi che ti ispirano maggiormente nel creare e nello scrivere? Sì, ci sono certe ore del giorno, c’è il tramonto, c’è l’ora in cui esco per dedicare un po’ di tempo a me stessa e faccio una passeggiata lungo i bastioni… magari quando non c’è tanta gente.
DI DANIELE DETTORI FOTO GIANMICHELE MANCA
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Anche per questo l’autunno è la mia stagione preferita e qua è abbastanza lungo. C’è una luce diversa, tutto prende un altro riflesso. Quanto allo scrivere, lo faccio anche nei posti più impossibili. In aereo mentre viaggio, o magari mentre guardo un film e mi viene in mente una piccola cellula di idea che subito sviluppo assentandomi dalla visione. Ultimamente privilegio molto il momento della notte. Ad ogni modo ho pensato di sistemarmi una bella scrivania davanti alla finestra, visto che abito davanti al porto. Una bellissima fonte di ispirazione. Ancora, se il musicista mi offre una piccola melodia, magari mettendo semplicemente insieme una progressione di accordi con la chitarra, la salvo nel telefono e la ascolto sempre, la canticchio e così mi viene, diciamo così, una suggestione visiva. In quella suggestione ambiento la canzone. Trovo molto simpatico il fatto che mio marito non capisca talvolta le canzoni che scrivo perché vorrebbe collocarle in qualche ambito, invece sono soltanto suggestioni che io vivo e adatto. Per questo ascolto ogni cosa. Tutto serve. Sono una grande osservatrice. Capita che, per caso, mi passi qualcuno accanto dicendo una frase: anche da quella piccola cosa parto per creare storie tutte mie. C’è un aspetto privato della tua vita che ti va di condividere con noi? La mia passione per la cucina. Se non avessi cantato avrei aperto una trattoria (ride). Si vede, infatti, che non faccio niente per tenermi in linea ma mi piace moltissimo anche solo l’atto di portare il cibo in tavola agli amici, di offrire qualcosa preparato da me. Lo vivo come un gesto d’amore, è più bello di una canzone. È una ricchezza infinita, un saper e poter inventare, anche al momento, un piatto per le persone che amo e che accolgo nella mia casa: per me è un gesto meraviglioso. Attraverso il cibo passano tante cose come il nostro capirci, l’intenderci, le attitudini che abbiamo. Intorno a un piatto nascono progetti, nascono idee nuove, anche dischi. A proposito, che musica ascolta Franca Masu? Ascolto un po’ di tutto sia perché, come ho detto, sono una persona molto curiosa e sia perché avendo dei figli giovani mi costringono a degli ascolti incredibili. Mia figlia trova certe novità discografiche che io non saprei neanche come definire, eppure devo ammettere che sono interessanti. Ogni settimana c’è qualcosa di nuovo e a lei, che è un’altra fagocitatrice di musica, non sfugge nulla. Mio figlio, invece, vive e lavora a Londra dove, oltre al suo lavoro di parrucchiere, fa proprio il musicista. Ho scoperto da poco che ha remixato sette brani miei in chiave techno. Non ho idea di che cosa ne sia uscito ma so che pensa di metterli online tra poco. Quali sono i prossimi progetti musicali? Intanto il grande concerto con Eugenio Finardi, il 29 giugno per JazzAlguer, il Festival ideato e diretto da Paolo Fresu che ci ha voluto proprio per questo incontro. Il concerto, infatti, si chiama non a caso “L’Art de l’Encontre”, ovvero l’arte dell’incontro tra jazz e canzone appunto. Tra i miei lavori e le canzoni di Eugenio si assisterà a una fusione tra due stili: a due mondi, due volontà, insomma a due modi di concepire la musica e le sonorità legando il tutto, naturalmente, a questa terra che sarà il trait d’union per noi. Una terra che ama molto Eugenio, che lo ospita ogni anno da tantissimo tempo, e con la lingua sarda che sarà anche una maniera per incontrarsi sul fronte lessicale attraverso alcuni dei suoi brani, ma preferisco non svelare quali. Sto anche cercando di convincerlo a cantare qualcosa in algherese per l’occasione. Ho poi in programma alcuni concerti sparsi per la Sardegna nel corso di tutta l’estate. Infine il disco nuovo, che è tutto nel mio cuore e nelle mie volontà. Le canzoni sono pronte e sono, secondo me, anche molto interessanti. Ho scritto diverse cose quest’anno, oltre al fatto che mi piacerebbe fissare anche un paio di cover nella memoria, diciamo così, della mia traiettoria musicale. Spero di riuscire a chiudere il discorso produzione con uno sponsor che sto veramente cercando perché c’è bisogno di un piccolo sostegno per la parte iniziale.
16 S&H MAGAZINE di NIKE GAGLIARDI
L
’effetto Grant è il romanzo d’esordio di Aurora Redville, edito da Bookabook e disponibile online nei maggiori web store e nelle librerie dal 28 giugno, una pubblicazione che segna l’ingresso dell’autrice in un panorama narrativo che sarebbe troppo semplicistico definire “rosa”: nel suo libro infatti convergono umorismo e scene piccanti, il desiderio di una giovane donna di scoprire il mondo e un erotismo soffuso. Se volessimo dar retta agli steccati fra generi, forse la giusta collocazione de L’effetto Grant sarebbe tra la letteratura chick lit e quella new adult oppure, in maniera più genuina, potremmo parlare di un libro dedicato a tutte le donne, come sottolinea l’autrice: «chiacchierando con le amiche, mi capitava di cogliere in loro il desiderio di una lettura che le facesse rilassare e al tempo stesso sognare, alla fine di una faticosa giornata di lavoro. Nell’orientarmi verso un genere di riferimento ho voluto realizzare qualcosa anche per loro. Penso comunque che siano molte le donne in grado di identificarsi con la protagonista, col suo desiderio di innamorarsi, di scoprire una nuova città, di lasciarsi andare alle emozioni e contemporaneamente dover fare i conti con i propri progetti e le proprie incertezze. Noi donne ci sentiamo giovani anche a novant’anni e tanto le adolescenti quanto le donne più mature possono riconoscersi in lei perché tutte noi, coi nostri ricordi e le nostre aspirazioni, siamo unite dall’esperienza dell’amore.» Protagonista del romanzo è Aurora, giovane donna che si concede un breve periodo di pausa dagli studi universitari e parte per Londra, città che ha sempre sognato di visitare. Appena giunta nella metropoli,
L’EFFETTO GRANT
sotto lo stupendo soffitto di vetro e acciaio del British Museum, incrocia lo sguardo dell’affascinante attore Daniel Grant. Quando lui mostrerà interesse nei suoi confronti e si offrirà di farle da guida alla scoperta della città, la ragazza quasi non crederà alle sue orecchie: la passione sboccerà fra i due rischiando di travolgere ogni cosa. I giorni, uno dopo l’altro, voleranno mentre Daniel
e Aurora, sempre più assorbiti dalla maestosa città in cui si muovono e dal febbrile desiderio che li avvolge e li spinge a perdere il controllo, quasi non si accorgeranno che il momento della partenza è, per Aurora, sempre più vicino. Divisa tra il desiderio di restare e la sua vita in Italia, la ragazza si troverà alle prese con una scelta difficile. Una storia d’amore la cui
incantevole scenografia è offerta dai famosi quartieri, dai monumenti, dai musei e dai sontuosi palazzi di Londra: Piccadilly Circus e la National Gallery, Soho e Covent Garden, Notting Hill e la mitica Abbey Road. Naturalmente non si tratta di un caso: la scrittrice ci rivela infatti di avere un debole per la capitale inglese e che anche lei, proprio come la protagonista del libro, ama inoltrarsi fra le sue strade, scoprirne le meraviglie dal punto di vista artistico e architettonico. Ma, nella Redville, il desiderio di viaggiare e confrontarsi con nuovi Paesi e culture non si è mai sopito, è solo stato momentaneamente affidato a mezzi differenti: al cuore e alla fantasia, attraverso il potente strumento della scrittura. Il messaggio che sente il dovere di trasmettere ai suoi lettori è che “tutto è possibile”, basta avere il coraggio di buttarsi alla rincorsa dei propri sogni, come nel suo caso: «ho sentito il fortissimo impulso di dar forma a qualcosa che fosse soltanto mio, di far vivere sulla pagina una storia che volevo raccontare da tempo. Soprattutto ho trovato il coraggio di farlo: nasce tutto da questo, dall’avere il coraggio di realizzare il proprio sogno.». Un sogno che l’autrice continua a coltivare lavorando alacremente alle prossime pubblicazioni: ci svela che L’effetto Grant è, in realtà, il primo capitolo di una trilogia, e che le avventure della sua protagonista ci terranno impegnati ancora per un bel po’. Nel frattempo, possiamo restare aggiornati su tutte le novità inerenti agli eroi dei suoi libri attraverso il blog auroraredville.com e la pagina Facebook dedicata (@auroraredville).
#cinguettii tecnologici a cura di Marco Cau
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Accessibilità al patrimonio culturale e disabilità sensoriali, al via il progetto OVER THE VIEW di ALESSANDRO LIGAS. Foto CRS4
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ttraverso particolari sensori sarà possibile in futuro rendere interessante, educativa e piacevole, l’esperienza di una visita o di un’esposizione museale anche per le persone con disabilità sensoriale? Questa è la domanda che si sono posti, e a cui vogliono dare risposta, i ricercatori che operano nel campo dell’interazione naturale del CRS4, il centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, con il progetto “Over the View: verso una progettazione universale per la cultura accessibile”. L’obiettivo è quello di realizzare e sperimentare sul campo tre scenari volti a dimostrare l’utilizzo delle tecnologie per la fruizione della cultura per le persone con disabilità sensoriale nell’ottica di una progettazione universale. “Negli ultimi anni, il settore turistico sta conoscendo una serie di trasformazioni - ha detto Gavino Paddeu, ricercatore CRS4 coordinatore del progetto - da quello basato sul “vedere” si è passati dapprima al turismo del “fare”, sino ad arrivare, oggi, a quello del
“sentire”: il turista desidera entrare in contatto con la destinazione e stabilire con essa un rapporto autentico e sincero”. Un progetto che non si vuole concentrare sul percorso museale ma su come i disabili possono fruire della bellezza delle opere d’arte. “Si vogliono valutare le tecnologie allo stato attuale e la loro integrazione - aggiunge il ricercatore - per individuare le soluzioni che possono rendere interessante l’esperienza”. Il progetto avrà la durata di 30 mesi, e si articolerà in 5 fasi. Nella prima verrà eseguito un attento studio delle soluzioni tecnologiche che possono essere impiegate per migliorare l’esperienza nell’accesso ai luoghi della cultura alle persone con disabilità sensoriali. Seguirà un’analisi critica delle soluzioni già adottate in altri luoghi. Inoltre verranno definiti gli scenari applicativi da implementare nelle strutture individuate. Nella seconda verranno definite le metodologie e le tecnologie per l’allestimento di spazi espositivi e verrà definita la corretta forma di comunicazione per raggiungere anche le persone con disabilità sensoriale. Nella terza fase verranno im-
plementati gli scenari e saranno eseguiti i test nel laboratorio che sarà attrezzato per gli scopi del progetto. Nella quarta fase sarà eseguita la sperimentazione sul campo e la loro valutazione. Infine nell’ultima fase saranno messe in atto tutte le azioni di diffusione e comunicazione per completare l’azione di trasferimento tecnologico. “Ognuno dei tre scenari individuati sarà descritto da cinque elementi - ha detto il coordinatore del progetto -. Il luogo in cui sarà realizzata la sperimentazione; il contenuto, cioè la rappresentazione artistica o culturale oggetto dello scenario; la metodologia e le motivazioni delle scelte individuate; la tecnologia o le tecnologie abilitanti per la realizzazione dello scenario; la user experience, ossia quale esperienza si desidera far vivere, quali sensazioni si vogliono evocare nel visitatore e con quale modalità di interazione”. Per la realizzazione degli obiettivi previsti è necessaria una condivisione del progetto prima di tutto con i beneficiari finali. Dalle prime interazioni con loro sono emerse due esigenze generali. La prima è quella che per qualsiasi programma li riguardi debbano essere presi in considerazione e testare qualsiasi progetto. La seconda è che non sono loro a dover interpretare quello che noi diciamo ma siamo noi che dobbiamo fare lo sforzo di rappresentare in maniera completa l’opera. Non basta inserire ad esempio delle schede in braille o dei video nella lingua dei segni. Non tutti li conoscono e non vogliono fare questa scelta. Le tecnologie saranno sperimentate presso il Museo Archeologico Nazionale e la Pinacoteca Nazionale di Cagliari, il Santuario Nuragico di Santa Vittoria di Serri, il Parco Sardegna in Miniatura di Tuili, solo per citarne alcuni. Over the View è uno dei 35 progetti collaborativi finanziato da Sardegna Ricerche, attraverso il programma “azioni cluster top-down”, nell’ambito del POR FESR Sardegna 2014-2020. Del progetto fanno parte imprese ed enti del terzo settore e sono partner comuni, fondazioni e istituzioni. Alle imprese verranno forniti gli strumenti per approfondire le conoscenze in tema di esposizioni museali accessibili di modo da gestire in autonomia o in collaborazione tra loro la progettazione e la realizzazione di allestimenti accessibili con particolare riguardo verso le disabilità sensoriali.
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Quel viaggio attraverso l’Europa che, nel corso dell’Ottocento, i giovani intraprendevano per conoscere il mondo, lo proponiamo qui lungo il Bel Paese, alla scoperta delle nostre Regioni d’Italia.
VIAGGIO IN ITALIA Il Colosseo, la Cappella Sistina e la Torre Astura di Nettuno a destra
di DANIELE DETTORI
C
rediamo di non esagerare nel definire la Regione del Lazio come il cuore d’Italia. Sia per posizione geografica che per ruolo storico, questa porzione dello stivale racchiude in sé un autentico patrimonio che ha forgiato e formato la nostra nazione. C’è poi un altro aspetto – quello della cultura di massa – che, grazie ai media, ha favorito l’associazione sotto molti aspetti nell’immaginario collettivo mondiale dell’Italian way of life con abitudini, vizi e virtù degli abitanti della Capitale. La Dolce Vita. E come non cominciare questo viaggio nel Lazio dalla Città Eterna, ieri capitale dell’impero e oggi dello Stato. Una Roma più volte raccontata, forse abusata ma sempre magnetica e romantica nei suoi panorami diurni, tra edifici e colline, e notturni tra luci e sospiri. Centinaia di percorsi possibili si offrono a chi la attraversa: dal lancio della monetina dentro la Fontana di Trevi alla passeggiata su Piazza Navona, magari soffermandosi nell’immensa tenuta di Villa Borghese, facendo uno
scatto con i centurioni fuori dal Colosseo oppure sentendosi un erede degli antichi cesari nel calcare i Fori Imperiali, il Tempio di Adriano o il maestoso Pantheon. Fratelli e sorelle, buonasera! Sul far del pomeriggio, la brezza romana può accompagnarvi nell’attraversare il colonnato di Gian Lorenzo Bernini per arrivare in Piazza San Pietro. Davanti a voi la grande Basilica e in un attimo siete entrati nella Città del Vaticano, dalla storia millenaria e dagli incredibili monumenti. Prenotando in anticipo via web potete saltare le lunghe code e visitare la Cappella Sistina di Michelangelo, la cui volta immortale assiste immancabilmente alle elezioni dei nuovi pontefici, o i Musei Vaticani, custodi di capolavori senza tempo. Fatece largo che passamo noi… A poca distanza da Roma sorgono poi i bellissimi Castelli, piccoli centri e paeselli dal passato feudale dove sono sopravvissute molte vestigia dell’antichità, alcune valorizzate per una fruizione moderna, altre visitabili come resti archeologici. In questo periodo, poi, chi volesse andare al mare per una bella mano
LAZIO di tintarella non ha che da scegliere tra le numerose possibilità che offre il litorale laziale. A Terracina, per esempio, le spiagge si affiancano a un centro storico di sicuro interesse culturale; oppure a Nettuno, dove le ampie spiagge si estendono ai piedi del caratteristico borgo medioevale. Ancora Gaeta, Anzio, Formia o Sperlonga, sulla cui bellissima scogliera passa la litoranea panoramica che porta al centro abitato. Gli amanti della natura possono concedersi lunghe passeggiate all’aperto immersi nel verde. Uno degli ambienti più caratteristici in questo senso è il Sacro Bosco di Bomarzo, in quel di Viterbo. Questo luogo, nato nella metà del 1500 per mano dell’architetto Pirro Ligorio e su commissione del principe Pier Francesco Orsini, contiene una serie di sculture nella pietra a carattere orrorifico che accompagnano il visitatore lungo un percorso surreale. Un parco più classico ma molto bello per i suoi scorci lacustri e pianeggianti che si estendono dagli Appennini fino al versante tirrenico è invece il Parco Naturale Regio-
nale dei Monti Lucretili. Qui la flora e la fauna sono oggetto di monitoraggio e studio, con tantissimi esemplari di vegetali, mammiferi, anfibi e diverse altre specie. Infine, vi invitiamo a prendere un appunto nel caso decideste per la partenza nei primi due week end di ottobre. In quei giorni, si svolgerà quest’anno la Sagra delle Castagne di Soriano nel Cimino: una grande festa rievocativa in costume dove la protagonista per eccellenza è proprio la buonissima castagna. M’hai provocato… e io me te magno. Chi non ricorda la famosa scena del film “Un americano a Roma”, con Alberto Sordi? Ecco, sebbene il termine abbia probabili origini campane, i maccheroni sono un esempio tipico della cucina del Lazio. La pasta, nelle varie declinazioni con carne e verdure, è in generale un piatto che in questa Regione non potete ignorare, magari con una coda alla vaccinara a fare da secondo e un buon vino Cerveteri o Castelli Romani Rosso. Gli amanti del bianco potranno gustare, invece, un morbido Frascati.
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tu per tu con Flavio Secchi: chitarrista e cantautore sardo, originario di Capoterra. Flavio inizia lo studio della chitarra nel 1986, prendendo le prime lezioni da suo padre. Dal 1994 perfeziona i suoi studi di chitarra classica e del jazz con i maestri Paolo Alfonsi e Gianluca Corona. Una crescita artistica e professionale costante, la quale ha proiettato il cantautore sardo tra le realtà più emergenti del panorama musicale sardo. Un sound libero, travolgente e totalmente influenzato dal rock’n’roll: quando hai scoperto che la musica avrebbe recitato un ruolo fondamentale nella tua vita? Ho iniziato a giocare coi tasti del pianoforte che neppure camminavo. Nella mia vita passata molto probabilmente facevo il mio stesso lavoro di adesso. A otto anni, comunque, che io ricordi, ho deciso che avrei suonato la chitarra nella vita, dopo aver sentito le note dell’incipit di “Samba pa ti” di Santana. Qual è il tuo primo ricordo musicale? C’è un album o un singolo che ha stregato la tua infanzia o adolescenza? Il ricordo più antico che ho è di mia mamma che suona i walzer di Chopin al pianoforte e di mio padre che mi suona canzoni inventate per me alla chitarra per farmi addormentare. Il mio primo disco preferito, come dicevo, è stato “Abraxas” di Santana. A che età la prima chitarra? Mia mamma racconta che la prima volta che ho detto “mamma” in vita mia, fu rivolto alla chitarra classica di mio padre, appesa al muro. Ce l’ho ancora. È una chitarra modesta ma la custodisco come un tesoro. Raramente esce di casa. Quella fu la mia prima chitarra. Età: un paio di giorni. Quali difficoltà si possono riscontrare nel tentare di affermarsi artisticamente in Sardegna? Sinceramente, credo che le diffi-
Foto Massimiliano Perasso
di SALVATORE STELLA
FLAVIO SECCHI:
“A 8 ANNI DECISI CHE NELLA MIA VITA AVREI SUONATO LA CHITARRA. L’ARTE VIVE MEGLIO SENZA CONDIZIONAMENTI” coltà siano più o meno le stesse che si incontrano ovunque. È un problema che mi sono posto fino a qualche tempo fa. L’arte vive meglio senza condizionamenti a mio parere. Grazie a Dio, oltre che cantare e suonare, ho anche il lavoro dell’insegnamento, che costituisce una garanzia nei periodi in cui suono di meno. Oltre al tuo percorso artistico musicale, possiamo sottolineare anche una grande passione per Lucio Dalla. Perché ti senti particolarmente legato al cantautore bolognese? Sì, Lucio è innegabilmente il mio ispiratore numero uno – se parliamo di cantautorato –. Lo sento veramente vicino, artisticamente, umanamente. Lui mi arrivava in modo diverso. E tutt’ora è così. L’amore è così, non ha ragioni. Ami e basta. Se ti chiedessi di descrivere la
tua musica con tre aggettivi, quali utilizzeresti? Gli aggettivi qualificano. Io non sono capace di farlo con me stesso. Provo a descriverla con tre preposizioni: da, a, per. La sensazione è che in Sardegna ci siano tantissime realtà musicali di grande carisma e spessore artistico, però, poco valorizzate. Che consiglio daresti ai giovani d’oggi pronti ad abbracciare la musica come futura compagna di vita? È sempre difficile dare consigli, già quando te li chiedono, figurarsi se i consigli precedono la domanda (ride n.d.r.). Starei piuttosto a sentire cos’hanno da dire e magari nascerebbe un bello scambio di idee e ispirazioni. Un tuffo nel passato: ricordi il tuo primo concerto? Come de-
scriveresti le sensazioni e le emozioni di quel giorno? Sì, ricordo. Era un’assemblea di scuola, ai salesiani di Selargius. Suonavo con la mia band. Avevo 14 anni. Suonavamo piuttosto male, ma ci credevamo moltissimo e si rimediavano un po’ di appuntamenti con le ragazze. Suonavamo rock: Dire Straits, Doors, e qualche improbabilissima canzone originale del sottoscritto. Ora uno sguardo al futuro: quali sono i tuoi progetti imminenti? Con i ragazzi della mia band (i 3.0) stiamo preparando il terzo disco. Un lavoro molto stimolante. Lavorare con loro è sempre una grande fonte di ispirazione. A proposito, loro sono Gianrico Manca (batteria), Mauro Mulas (tastiere), Alessandro Atzori (basso). Io canto e suono la chitarra, ovviamente.
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Il dentista risponde
Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
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Sto consumando i denti perché digrigno. Cosa posso fare?
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Il digrignamento dei denti (anche detto bruxismo) è tipico nei pazienti, adulti ma anche bambini, che sono sottoposti a stress o comunque ad una forte tensione emotiva trattenuta, che viene scaricata mediante il serrare tra di loro mascella e mandibola, oppure sfregando i denti superiori e inferiori. Questa situazione patologica, se non risolta, comporta fastidi, disagi e infine veri e propri dolori, oltre che grandi danni ai denti stessi che vengono lesionati da questa parafunzione. All’inizio il risveglio al mattino è con la mandibola dolorante, quindi iniziano mal di testa frequenti, emicranie, con tensione muscolo-scheletrica alla cervicale. Il primo passo è lo scoprire se esiste il problema. In questo contesto la visita dal dentista è determinante. È il professionista (l’ideale è un odontoiatra gnatologo, specialista nell’individuazione e trattamento di questi casi) che verifica se è presente una malocclusione che porta ad un’eccessiva usura dei denti o comunque al loro indebolimento patologico, in particolar modo di molari e premolari, che sono i primi a subire gli effetti di questa pratica vitale scorretta. In quanto alla risoluzione del bruxismo, questa dovrebbe muovere a due livelli: uno psico-relazionale e uno clinico. Infatti il dentista può intervenire con mezzi tecnici, ad esempio consigliando un “bite” con funzioni di contenzione e protezione, che permettono di far rilassare la muscolatura di mandibola e collo, posizionando le arcate in modo corretto. Il bite è una mascherina di resina trasparente, che va posta tra i denti dell’arcata superiore e inferiore, in modo da proteggere lo smalto e ridurre gli effetti del digrignamento e contemporaneamente eliminare le interferenze fra i denti che creano la malocclusione. Se la causa ha origine psicologica o sociale, ad esempio connessa a questioni irrisolte a lavoro, in famiglia o comunque nell’ambiente in cui si vive, l’intervento del professionista odontoiatra porterà solo ad un parziale successo, sarà una diga temporanea per un
fiume che continuerà a scorrere impetuoso in maniera errata. È bene sapere che il bruxismo colpisce maggiormente nel sonno proprio perché è là che tutte le tensioni psicologiche, l’aggressività repressa, lo stress si liberano, non più bloccati dalle convenzioni sociali o dalle barriere mentali che manteniamo quando siamo in stato di veglia. Per questo motivo questa patologia è molto subdola e difficilmente avvertibile dal paziente, che è spesso il primo a non voler affrontare le cause “emozionali”, prima che fisiche, del suo problema. Alcuni segnali per capire se si è affetti da bruxismo sono questi: - arcate dentali che combaciano tra loro, senza più i loro spazi naturali; - mandibola indolenzita al risveglio; - sentirsi molto stanchi la mattina, come se non si fosse dormito; - dolori cronici non risolti alle spalle o al collo; - dolore/fastidio quando si sbadiglia o si apre molto la bocca per mangiare; -bocca secca; -ipersensibilità dei denti a caldo o freddo; - superficie dei denti troppo piatta o canini troppo affilati. Una maggiore attenzione al proprio stile di vita, diminuendo le fonti di stress o di competizione eccessiva (anche nello sport, oltre che a lavoro), la riduzione del consumo di sostanze eccitanti come caffè, fumo e alcol, soprattutto prima di andare a dormire, possono aiutare nella guarigione. Anche alcuni cibi andrebbero limitati durante la terapia, come farine e zuccheri raffinati, bibite zuccherate o gasate, cibi fritti o acidi. Tutti loro indeboliscono lo smalto e aumentano i danni dovuti al bruxismo. Si possono invece bere tisane o infusi rilassanti, sempre per agevolare il rilassamento mentale e muscolare in vista del sonno. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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Per la barba di Enrico a cura di Henry Beard
Be evergreen and you’ll dress EVERGREEN I 10 capi indispensabili da avere nell'armadio
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ari lettori in questo numero vi parlerò di quell’aspetto della moda che ci accompagna tutti i giorni, dal semplice caffè al bar, agli eventi importanti come la Fashion Week a Milano. A differenza dell’articolo dello scorso mese (“Preppy Style”), lo stile evergreen si accosta solo a chi è evergreen. Mi spiego meglio, nella moda vi sono capi cosiddetti intramontabili, mi piace definirli come capi pilastri, ossia le fondamenta su cui ci si può sbizzarrire in mille e più sfaccettature creando così nuovi modelli. L’interesse verso questo tema sta nel fatto che, in tanti, forse troppi, inseguono la moda ignari del fatto che la moda nella realtà siamo noi che la interpretiamo facendola nostra. Possedere un’identità intramontabile e vestirla di conseguenza denota profonda sensibilità verso se stessi, indifferenza verso le tendenze superiori e ben consapevoli che tanto e comunque sia si è sempre al passo coi tempi, con uno stile di tutto rispetto. I media, i social network e le riviste ci mostrano, anzi ci tempestano, le nuove tendenze, ma se fate caso attentamente, salvo alcune eccezioni sia chiaro, ruotano tutte attorno ad un restyling di capi che da sempre han dettato legge e, che mai tramonteranno. Mai e poi mai sottovalutare il carattere aggiuntivo degli accessori, mai e poi mai cadrà il sipario su un papillon, su una cravatta o un Panama come quello indossato dal fantastico Sean Connery nel film Just Cause. Oltre le tendenze, un fascino senza fine, vediamo alcuni esempi: La salopette nasce intorno agli anni ‘40/’50 ideata da Lévi-Strauss come indumento da
Enrico Salis alias Henry Beard è un social media influencer, blogger, modello barbuto e personal shopper, testimonial di molti brand importanti. Un esteta esperto di stile e di tutto ciò che riguarda il lifestyle del gentleman.
lavoro, a parer mio un fantastico ed originalissimo capo sia per lei che per lui, indispensabile nel nostro guardaroba; Denim jeans, rigorosamente Levi’s, icona indiscussa del pantalone per eccellenza, indistruttibile, vestibilità assoluta ed accostabile ad ogni tipo di calzatura; All Star, le scarpe da tennis che da sempre vestono il casual style di tutto il mondo. Per quanto negli anni abbiano subito varie trasformazioni sono e restano le classiche di sempre, e pertanto anch’esse occupano un posto negli intramontabili; Perfecto o Kiodo (chiodo in italiano), storica, unica e indispensabile giacca nera, ha in sé il rock e la trasgressione di una vita dedita alla libertà. Solo per veri intenditori; Montgomery blue, cappotto inglese di derivazione militare è assolutamente un senza tempo, l’inverno senza di esso non avrebbe lo stesso fascino; Trench, rigorosamente color crema abbinabile a t-shirt, camicie, maglioni, ecc., noto per lo più quello della Burberry; Dolcevita, nella maglieria è certamente il più elegante, sia di cotone come di cashmere; Cardigan, anch’esso nella maglieria occupa un primo posto, assieme al precedente, per classe ed eleganza. Prettamente stiloso il modello invernale di lana a bottoni e non a chiusura lampo;
Mocassino, liscio o scamosciato che sia, non ha mai subito flussi negativi. Ultimamente è di moda indossarli d’inverno ma han sempre avuto maggior successo nella stagione estiva; Scarpe Oxford con tomaia punzonata nera o marrone, la scarpa per eccellenza. L’eleganza silenziosa che dice di sé senza alcun commento, perfettamente indossabile con jeans e abito. Io la preferisco con una bella calza colorata in un casual outfit. Cari amici questi non sono capi, sono investimenti, proprio per la loro importanza, non vi stancheranno mai. Non meno importanti sono i tessuti, dal velluto a coste, al principe di Galles, così come le fantasie stesse dei vari capi come ad esempio lo stile marinière o navy, esclusivamente per la stagione estiva. Avete davvero un bacino di scelta che vi consente accostamenti di ogni tipo, il consiglio che come sempre mi permetto di darvi è il seguente: siate creativi senza cercare chissà cosa, avete tutto a portata di mano e di tasca, sta solo nella vostra fantasia abbinare il giusto evergreen. Siate evergreen prima di tutto nella testa e anche con due semplici “straccetti” avrete un carattere che non passerà inosservato. Potete seguire il blog di Enrico sul sito web perlabarbadienrico.com
24 S&H MAGAZINE
CINQUE BORGHI SARDI
CHE DEVI ASSOLUTAMENTE VISITARE
Galtellì, Castello Malicas
di MARCO SCARAMELLA
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ltre alle spiagge paradisiache, o agli affascinanti percorsi di trekking, durante una vacanza in Sardegna, vi capiterà sicuramente di perdervi tra i caratteristici vicoli ricchi di storia, di alcuni tra i borghi più belli dell’isola. Tutto, dai ciottolati, alle case o ai murales, esprime una forte identità sarda. Oltre a luoghi bellissimi come Castelsardo, Bosa o Stintino, ci sono anche tanti altri borghi altrettanto affascinanti e ricchi di storia, che vale la pena conoscere. Eccone 5 che potrete visitare durante le vacanze. altellì è un borgo medievale, reso famoso dal romanzo Canne al vento di Grazia Deledda. Il paese sorge in una posizione panoramica dalla quale domina sul Golfo di Orosei. Per iniziare la visita può essere inte-
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Laconi, Parco Aymerich. Foto Elisabetta Loi
ressante osservare la fedele ricostruzione in miniatura del borgo, che riproduce tutti i luoghi di maggior interesse di Galtellì. Un servizio di visite guidate, accompagna il turista alla scoperta dei luoghi citati nel romanzo. Nel centro storico si trova la chiesa del Santissimo Crocifisso che custodisce una statua del Cristo, protagonista di alcuni eventi miracolosi. Il Museo etnografico “Sa domo ‘e sos Marras”, nel centro storico di Galtellì, espone numerosi reperti che raccontano l’antico mondo agro-pastorale. Per raggiungere Galtellì bisogna percorrere la SS 131 fino allo svincolo del bivio Lula-Dorgali-Orosei e poi prendere la SS 129. aconi, in provincia di Oristano, custodisce numerosi tesori storici e culturali. Ricerche archeologiche affermano che in questa zona, la presenza dell’uomo risale fino al Neolitico Antico. Nella Valle dei Menhir, in
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località Perda Iddocca, si possono ammirare gli imponenti menhir che rappresentano il culto degli dei e degli eroi. Merita una visita anche il nuraghe Genna ‘e Corte, dalla complessa architettura e dalla pianta pentagonale. Il periodo feudale, poi, trascorre parallelamente alle vicende delle più influenti ed importanti famiglie di Laconi: i De Sena, i Castelvì e gli Aymerich. Di interesse storico e naturalistico è il Parco Aymerich, situato accanto all’omonimo castello, un vero e proprio paradiso botanico. Non può mancare la visita alla casa natale di Sant’Ignazio, il santo più venerato dell’isola. Si può raggiungere da Sassari passando per la SS 131; da Cagliari passando per la SS 131 e SS 197 di S. Gavino e del Flumini. osada è un borgo in provincia di Nuoro, che è entrato a far parte dei Borghi più belli d’Italia, essendo stato insignito della
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Sardara, Castello di Monreale
Posada, Castello della Fava. Foto Gianluigi Becciu
bandiera arancione del Touring Club Italiano. Posada, sorto sulle ceneri di una colonia cartaginese, è uno dei paesi più antichi della Sardegna. Il borgo conserva tutto il suo fascino medievale nei suoi labirintici vicoli di pietra e nelle suggestive architetture. Posada sorge ai piedi di un colle, sulla cui sommità giacciono i resti di un antico castello detto Castello della Fava. Si racconta che, essendo assediati dai Turchi nel 1300, gli abitanti di Posada fecero mangiare ad un piccione l’ultima manciata di fave rimaste. Dopo averlo leggermente ferito, lo fecero volare in direzione del campo turco, dove cadde. I turchi, trovando il suo stomaco pieno di fave, furono indotti a sovrastimare le risorse dei posadini ed abbandonarono l’assedio. Si raggiunge da Sassari passando per SS 597/SS 729 e SS 131 Diramazione Centrale Nuorese; da Cagliari, passando per SS 131 e SS 131 Diramazione Centrale Nuorese.
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San Salvatore di Sinis. Foto Ivahoa
an Salvatore di Sinis è un borgo medievale, in provincia di Oristano. Il suo nome deriva dalla chiesetta, intitolata a San Salvatore, che sorge al centro del paese e che è stata edificata sopra un antico santuario preistorico, dedicato al culto delle acque. San Salvatore è un paese fantasma, che si anima solamente durante i primi giorni di settembre, quando ha luogo la famosa Corsa degli Scalzi. Si tratta di una processione che i fedeli fanno a piedi nudi e di corsa, durante la quale trasportano il simulacro del santo da Cabras fino alla chiesetta del piccolo borgo. Durante gli anni ’60, San Salvatore divenne anche il set cinematografico di alcuni film “spaghetti western”, in voga al tempo. Si può raggiungere da Sassari e da Cagliari percorrendo la SS 131 in direzione Oristano. ardara è un borgo nella provincia del sud Sardegna, importante centro termale e
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detentore della bandiera arancione del Touring Club Italiano. Nel centro storico di Sardara, con le sue architetture, le case in pietra e le strade acciottolate, il tempo sembra essersi fermato. Di sicuro interesse culturale è il Museo Archeologico “Villa Abbas”, situato nel centro storico del paese, il cui percorso espositivo va dall’epoca prenuragica fino al medioevo. A pochi chilometri dal centro abitato, accanto all’antico edificio delle terme romane, sorgono i moderni stabilimenti termali di Santa Maria Acquas, per cui Sardara è famosa. Li vicino si trova la strada che conduce fino al Castello di Monreale. Il titolo “Monreale” deriva dalla sua antica denominazione “Castrum Montis Regalis”, poiché, ad un certo punto, divenne residenza reale. Si raggiunge facilmente da Sassari e da Cagliari percorrendo la SS 131.
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inSardegna... I migliori eventi del mese
13-14 LUGLIO. “Insomnia”, spettacolo di Beppe Grillo
6 LUGLIO: Olbia in Piazza Santa Croce, ore 21:00. VI edizione “Sul filo del discorso”: “Il mio mestiere è vivere la vita”, reading concerto di Mogol con i musicisti Massimo Satta e Pago. 7 LUGLIO: Sassari nella Terrazza del Mercato Civico, ore 17:00. “Selfie MyCity#Sassari - Walk Performance”, di Dario La Stella e Valentina Solinas. Alghero al Porto, ore 21:00. 18ª edizione del Grand Prix Corallo Città di Alghero. Samugheo in Piazza, ore 21:00. Concerto di Bianca Atzei. Ghilarza in Piazza San Palmerio, ore 21:30. Concerto dei Modena City Ramblers. Quartu Sant’Elena all’Opera Beach Arena, ore 22:00. FatBoy Slim live. Pozzomaggiore all’Anfiteatro del Santuario di San Costantino, ore 22:00. Concerto di Marco Carta “Tieniti Forte Tour”. Sedilo in Piazza Regina Margherita, ore 22:00. Concerto dei Decibel. 9 LUGLIO: Ghilarza in Piazza San Palmerio, ore 21:30. Concerto de Le Vibrazioni. Dal 10 al 14 LUGLIO: Sassari all’Arena Concerti di Piazzale Segni, dalle ore 19:30. XX edizione “Abbabaula Festival”. 12 LUGLIO: Cagliari all’EXMA, ore 21:00. “Waves Festival 2018”: Suzanne Vega in concerto. Arborea in Piazza Maria Ausiliatrice, ore 22:30. “La Divina Commediola”, con Giobbe Covatta. 13 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Le relazioni pericolose”, di e con Piergiorgio Odifreddi e Irene Ivaldi. Sassari all’Arena Concerti di Piazzale Segni, ore 21:00. “Insomnia”, spettacolo di Beppe Grillo. Olbia in Piazza Santa Croce, ore 21:00. VI edizione “Sul filo del discorso”: “La Divina Commediola”, con Giobbe Covatta. Arborea in Piazza Maria Ausiliatrice, ore 22:30. Arisa in Concerto. 14 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Terra”, con Pamela Villoresi e Danilo Rea. Olbia in Piazza Santa Croce, ore 21:00. VI edizione “Sul filo del discorso”: “La Grazia - Canto a Grazia Deledda”, con Gavino Murgia e Valentino Mannias. Cagliari all’Arena in Fiera, ore 21:30. “Insomnia”, spettacolo di Beppe Grillo. Santa Margherita di Pula alla Forte Arena, ore 21:30. “One Night - One Voice - Beloved Arias“, recital di Vittorio Grigolo. 15 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Atlantide”, con Emanuela Bianchini, regia e coreografie Mvula Sungani. Cabras all'Anfiteatro di Tharros, ore 21:30. “Dentro le Parole”, concerto dei Tazenda. 18 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Otello: dalla parte di Cassio”, con Alessandro Preziosi. Golfo Aranci in Piazza dei Pescatori, ore 21:30. “Fenomenale il Tour”, concerto di Gianna Nannini. Narcao in Piazza Europa, ore 23:00. XXVIII festival “Narcao Blues”: Supersonic Blues Machine & Billy F. Gibbons (from ZZ TOP).
26 LUGLIO. “The 44/876 Tour”, concerto di Sting e Shaggy
20 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Làntias”, concerto di Elena Ledda. Simaxis al Piazzale Campo Sportivo, ore 21:00. Marlene Kuntz in concerto. Olbia in Piazza Santa Croce, ore 21:00. VI edizione “Sul filo del discorso”: “Cane sciolto”, reading musicale con Omar Pedrini. Calangianus all’auditorium Ex Convento, ore 21:30. Concerto di Mogol. Dal 20 al 22 LUGLIO: Olbia al Museo Archeologico. “Olbia Tattoo Show 2018”. 21 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Shakespeare’s Breakdowns”, drammaturgia e voce Vitaliano Trevisan, Daniele Roccato al contrabbasso. Simaxis al Piazzale del Campo Sportivo, ore 21:00. PFM in concerto. Olbia al Molo Brin, ore 21:00. Concerti di Salmo, Nitro e “Le vacanze tour” di Fabri Fibra. Alghero a Casa Gioiosa di Porto Conte, ore 21:30. Rassegna “JazzAlguer - música per tots”: concerto del sassofonista norvegese Jan Garbarek e il suo gruppo. Riola Sardo al Parco dei Suoni, ore 22:00. “WarmUp tour”, concerto di Piero Pelù. Cagliari all’Arena Sant’Elia, ore 22:00. “50th Anniversary Tour”, concerto dei Jethro Tull di Ian Anderson. Dolianova in Piazza Europa, ore 22:00. Concerto dei Tazenda “Ammajos tour”. 22 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Memoria di ragazza”, con Daria Deflorian, Monica Demuru, Monica Piseddu. Quartu Sant’Elena all’Opera Beach Arena, ore 21:00. “2640 Tour” Francesca Michielin live. Turri in Piazza Sandro Pertini, ore 22:00. Concerto dei Tazenda “Ammajos tour”. 24 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Tracce nella città sommersa”, testo e regia Rossella Dassu. 26 LUGLIO: Cala Gonone all’Acquario, ore 19:00. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto di The Heart and the Void. Santa Margherita di Pula alla Forte Arena, ore 21:00. “The 44/876 Tour”, concerto di Sting e Shaggy. Olbia in Piazzetta D. Panedda, ore 21:00. VI edizione “Sul filo del discorso”: “Ultimo banco. Perché insegnanti e studenti possono salvare l'Italia”, con Giovanni Floris. Cala Gonone al Teatro comunale, ore 21:30. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto di Mal Bigatto Trio e a seguire del Chiara Pancaldi & Darryl Hall 4et. Macomer alle ex Caserme Mura, ore 22:00. Concerto dei Modena City Ramblers. 27 LUGLIO: Cala Gonone alle Grotte del Bue Marino, ore 11:30. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto di Rossella Faa. Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “Proprietà e atto”, con Francesco Mandelli. Cagliari all’Arena in
27 LUGLIO. “Max Nek Renga, il tour"
Fiera, ore 21:30. “Max Nek Renga, il tour”, concerto di Max Pezzali, Nek e Francesco Renga. Cala Gonone al Teatro comunale, ore 21:30. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto dei Cuncordia a Launeddas e a seguire di Matthew Whitaker. Quartu Sant’Elena all’Opera Beach Arena, ore 22:00. Benny Benassi live. 28 LUGLIO: Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “La storia di Antigone”, raccontata da Anita Caprioli e cantata da Didie Caria. Cagliari all’Arena Grandi Eventi, ore 21:30. “RockStar summer tour 2018”, concerto di Sfera Ebbasta. Cala Gonone all’Arena Palmasera, ore 21:30. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto del Coro Istelotte e a seguire del Daniel Karlsson Trio. 29 LUGLIO: Cala Gonone alle Grotte del Bue Marino, ore 11:30. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto di Sarah Jane Morris & Antonio Forcione. tunisino Ÿuma. Pula al Teatro Romano di Nora, ore 20:00. XXXVI Festival “La Notte dei Poeti”: “La morte della Pizia”, con Daniele Pecci. Cala Gonone all’Arena Palmasera, ore 21:30. XXXI edizione del “Cala Gonone Jazz Festival”: concerto dei Tenore Durgalesu e a seguire il Funk Assembly di Pee Wee Ellis.
Mostre Fino al 22 SETTEMBRE: Porto Cervo al Conference Center, ore 10:00-12:00 - 17:30-21:30. Mostra “Salvador Dalí e la Divina Commedia”. Fino al 30 SETTEMBRE: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:0014:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Goya, Il segreto calligrafico”. Cagliari al Museo archeologico, ore 9:00-20:00, chiuso lunedì. Mostra “Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei”. Nuoro al Museo del Costume, ore 10:00-13:00 - 15:0020:00, chiuso lunedì. Mostra “Max Leopold Wagner – Fotografie della Sardegna di un linguista antropologo”. Fino al 21 OTTOBRE: Nuoro al MAN, ore 10:0020:00, chiuso lunedì. Mostra “La Bohème - Henri de Toulouse-Lautrec e i maestri di Montmartre”. Fino al 31 DICEMBRE: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-20:00. Mostra “Nuragica”, il più sorprendente viaggio nel tempo tra ricostruzioni e realtà virtuale. Fino al 28 FEBBRAIO 2019: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:00-14:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Carlo Alberto archeologo in Sardegna - Gli idoli bugiardi”.
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Via Roma, 170. 079/270424 - 366/5446897. Domenica Caffetteria Moriondo
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Via Torino, 12/A. Domenica
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Via Usai, 31. 340/1793656. Domenica Il Caimano Distratto
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Dove mangiamo?
Ristorante.Pizzeria
Via Principe Umberto, 76. 079/6015123 Da Bruno
Ristorante.Pizzeria
S.S. S.M. La Palma - Fertilia. 079/930098. Nessuno Hopera
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Piazza Civica, 23. 079/4804011. Nessuno
SASSARI
Hot Ciccia Bakkus
Ristorante.Pizzeria
Corso Angioy, 6. 079/230448. Nessuno Bella Bè Ristorantino
Il Capricorno Ristorante
Via Usai, 8. 079/4816373. Domenica Borgo di Torre Tonda
Ristorante.Pizzeria
Via Torre Tonda, 24/26. 079/232777 - 333/8513317. Nessuno Il Posto
Ristorante.Pizzeria
Via Enrico Costa, 16. 079/233528 La Gourmerì
Ristorante
Via Eleonora D’Arborea, 12. 079/9739239 - 340/7193041
Insalateria
Pizzeria.Paninoteca
Via Diez, 60. 079/986225. Mer. Consegna domicilio Il Pavone
Ristorante
Piazza Sulis, 3. 079/979584 La Botteghina
Ristorante.Pizzeria al metro
Via Principe Umberto, 63. 079/9738375. Martedì La Lanterna
Ristorante.Pizzeria
Via Cagliari, 8. 079/6045543 - 392/1302898. Sab, Dom
Via Giovanni XXIII, 82/a. 079/978556. Lunedì
La Perla Rosa
La Lepanto
Ristorante.Pizzeria
Via IV Novembre, 63. 079/281255. Mar. Consegna domicilio
Via Carlo Alberto, 135. 079/979116. Martedì
La Pinta
La Pergola
Ristorante.Pizzeria
Via Saffi, 27. 079/236903. Martedì. Consegna domicilio
Viale I Maggio, 3. 079/950531. Nessuno
Panefratteria
La Saletta
Via Carlo Alberto, 2. 079/9330921. Lunedì
Cucina Tipica Sarda
Ristorante
Ristorante.Pizzeria
Cucina Tipica Sarda
Via Kennedy, 27/b. 079/4125748 - 348/0171332. Lunedì
Chiusura Informazioni aggiuntive
30 S&H MAGAZINE
P ORTO TORRES Pizza Loca
Pizzeria.Paninoteca
Via Veneto, 7. 079/5042012. Nessuno. Consegna domicilio Speedy Gonzales
Pizzeria.Paninoteca
Via Libio, 75. 079/5047066. Consegna domicilio
SEN N ORI & SORSO Arte Pizza
Pizzeria
Via Fiorentina, 42 - Sorso. 079/350502 Felix
Pizzeria
Via Fiorentina, 73 - Sorso. 079/350193. Consegna domicilio Le Nouveau Gourmand
Tavola Calda.Gastronomia
C’è Pizza per Te
Pizzeria.Paninoteca
Via Napoli, 6/b. 079/2826049. Consegna domicilio
Via Asfodelo, 43. 079/9739506 Mami
Ristorante
Il Vagabondo
Via Perantoni Satta, 1. 079/271939. Lun. Consegna domicilio
Miques De Mirall
Il Veliero
Pizzeria
Via Manno, 14. 079/977991 - 347/5844475. Martedì
Via Ciriaco Carru, 2. 079/240443. Lun. Consegna domicilio
Mos Tapas Restaurant
La Divina
Ristorante.Taperia
Via Carducci, 3. 346/4952795
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Via Chiarini, 1. 389/4512350 - 324/0815157. Consegna domicilio
Sergio’s
Pizzeria.Ristorante
La Scacchiera
Pizzeria
Via Roma, 159 - Sennori. 079/362346 Pizzeria 2000
Pizzeria
Via Catalogna, 4. 375/6263023. Nessuno Ristorante.Pizzeria.Lounge Bar
Harley Pizza
Pizzeria
Via Roma Inferiore, 60 - Sennori. 079/362271. Lunedì
Qualcosa di dolce? SASSARI
Pizzeria
Via XX settembre, 41/a. 079/983434. Consegna domicilio
Via Giagu, 17. 079/2829023. Lun. Consegna domicilio
Pagoda
Trattoria Cavour
Mela Mangio
Via degli Astronauti, 2/b. 079/291272. Lunedì
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Via Cavour, 110. 079/9738762 - 392/6110258. Nessuno
Pizzeria.Paninoteca
Corso Angioy, 5. 345/3383330. Nessuno
Pasticceria Sias
On The Road
Via Baldinca, 67 - Li Punti. 079/399310 - 393/9242341. Lun
Gastronomia.Paninoteca
Via Mazzini, 13/a. 079/235296. Domenica
PO R T O T O R R ES Ristorante.Pizzeria
Via Benedetto Croce, 2. 079/9401201 - 339/5640157. Lun La Rosa Dei Venti
Ristorante.Pizzeria
Via Ettore Sacchi, 20. 079/502590. Nessuno Li Lioni
S.S. 131 km 224,4. 079/502286 - 340/5226468. Mercoledì Pepito Pizza
Pizzeria.Paninoteca
C.so V. Emanuele, 158. 079/5048034 - 392/1880422. Mar
Pizzeria Cocco
Via Roma, 158 - Sennori. 327/7625970 Da Vito
Ristorante
Loc. Badde Cossos - Sennori. 079/360245. Lunedì Girasole
Ristorante.Pizzeria
Via Roma Inferiore - Sennori. 347/1416411. Mercoledì La Cantera
Ristorante.Pub
Via Roma, 145 - Sennori. 349/3018347. Martedì Sobremesa
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria
Via De Andrè, 19. 079/299930. Consegna domicilio Refral Da Renato
Via Roma, 118. 079/2670032. Nessuno
El Davalito
Pizzeria.Paninoteca
Via Don Minzoni, 102. 079/6011160. Pizze senza glutine Pizzeria
Via Goceano, 15. 079/985082. Lun. Consegna domicilio Pizzeria.Gastronomia
Pizzeria.Paninoteca
Piazza Ginnasio. 079/975177. Mer. Consegna domicilio Poppys
SASSARI
Piadineria.Paninoteca
Via Minerva 25. 079/4921239. Mer. Consegna domicilio Pata Pizza
Popcorneria
Via Majorca, 79. 348/5183922. Nessuno Pizzeria
Via Mastino, 23. 079/280727. Dom. Consegna domicilio
Tria Street Food
Via Misericordia, 23. 347/5992956
Gelateria
Il Capriccio
Gelateria.Creperia
Pizzeria
Via Oristano, 13/15. 079/9739132. Consegna domicilio
Take away o domicilio
Gelateria Arcobaleno
C.so V. Emanuele, 114. 340/1844835. Nessuno
Via Marconi, 132. 079/952309. Mar. Consegna domicilio
La Nuova Delizia
Pasticceria
P ORTO TORRES
Via Maiorca, 33. 079/980057
Ichnos Express
Ciro
Piazza Civica, 33. Nessuno
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
I Gemelli
Gelateria
Via Roma, 36. Nessuno. Prodotti vegan e per celiaci Via Sassari, 35/b. 079/979960. Lunedì
Paninoteca
La Piadina del Pozzo
Al Caminetto
Azzurra
Pizzeria Luna e Sole
La Perla Nera
Via Roma, 196 - Sennori. 353/3851684
ALGH ERO
Pizzeria al Taglio.Fainè
Via Rosello, 25. 079/238052. Domenica
A LG HER O
Ristorante.Pub
Gelateria
Piazza Castello, 4/b. 079/236075. Nessuno
Via Attilio Deffenu, 5/b. 079/2006777. Consegna domicilio
S E NN O R I & S O R S O Central Pub
Pizzeria
Emiciclo Garibaldi, 7. 079/234240. Nessuno
Cucina Tipica Sarda
Pasticceria
Slurp
Pianeta Pizza Il Corallo 2
Pasticceria
Gastronomia
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