S&H Magazine n. 264 • Settembre 2018

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GAVINO ZUCCA Sassari si tinge di giallo

di DIEGO BONO

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trani misteri, curiosi personaggi ed efferati delitti macchiano di rosso la Sassari dei primi anni ‘60: tra le vie di una città apparentemente placida e silenziosa si aggirano brutali assassini e spietati criminali, ma il cocciuto e abile tenente Roversi non darà loro di certo vita facile, tra indagini e investigazioni, per il giovane ufficiale comincerà infatti una spietata caccia ai mostri che si aggirano, invisibili, tra le mura della provincia turritana. Gavino Zucca, Sassari, classe 1959, laureato in Fisica e Filosofia e specializzato in Progettazione di Sistemi informatici, è un professore di fisica amante della scrittura che ha dato vita ad una serie di romanzi gialli

divertenti e appassionanti, dallo stile classico (inevitabile il ricordo alle collane di genere degli anni ‘70) e leggero, ambientati proprio nella sua amata città natale. Nell’acclamato primo giallo “Il mistero di Abbacuada” (pubblicato da Newton Compton Editori), conosciamo l’eccentrico carabiniere Giorgio Roversi, investigatore bolognese trasferito in Sardegna, che, già nei primi giorni del suo arrivo, si troverà coinvolto nello strano caso del “cadavere dall’orecchio mozzato” rinvenuto nella grotta di Abbacuada, le cui prime osservazioni ricordano una tipica vendetta secondo il codice barbaricino, ideale di giustizia tanto lontano, quanto incomprensibile per il giovane gendarme. Tuttavia le avventure per l’investigatore appassionato di Tex Willer non finiscono mai, e così, poco dopo, Zucca, con il suo ultimo racconto, “Il giallo di Montelepre” (Newton Compton Editori), trasporta il nostro eroe in un nuovo mistero sassarese. Poco prima del Natale 1961, infatti, un senzatetto conosciuto da tutta la comunità cittadina viene rinvenuto privo di vita in una piazza del centro storico. Tutto porta a credere che sia opera di un secondo mendicante che avrebbe sottratto a “Millomì” uno strano ciondolo, scomparendo, poi, nel nulla. Eppure qualcosa non convince il testardo tenente, che, aiutato dalla sua squadra, rimarrà ben presto intrappolato in una frenetica corsa contro il tempo. Gavino, per i suoi gialli si ispira a reali fatti di cronaca o è puro estro artistico? Nei due romanzi finora pubblicati, dedicati alla figura del tenente Roversi, l’indagine principale ruota intorno a dei casi di pura fantasia. Il contesto, invece, è del tutto veritiero, dai fatti di cronaca fino ai più minuti particolari. Del tutto reali, anche se talvolta leggermente adattati alla finzione letteraria, sono anche molti degli episodi che riguardano la vita di Villa Flora, uno dei luoghi cardine dell’avventura. Come ha ideato il personaggio, il carattere e la storia del tenente Giorgio Roversi? Mi è piaciuta l’idea di un personaggio che si trova catapultato per motivi disciplinari in

Sardegna, provenendo da una realtà che forse più differente non poteva essere. Per quanto riguarda le caratteristiche, ho cercato di attribuire al tenente Giorgio Roversi alcune delle mie stesse passioni, mentre altri aspetti del personaggio sono proprio suoi. L’amore per Tex Willer, invece, è un omaggio a mio padre, che è stato un grande appassionato delle sue storie. Nei suoi gialli vi è molta, mi passi il termine, “sassaresità”, perché Sassari ricopre un ruolo tanto incisivo nelle avventure dei suoi racconti? Sì, è vero, c’è molta “sassaresità” nei miei gialli. La serie del tenente Roversi ha anche lo scopo di descrivere la Sardegna e, soprattutto, la città di Sassari, che merita di essere conosciuta per l’unicità della sua storia e dei suoi abitanti. Forse, alcune delle sue avventure avrebbero anche potuto svolgersi altrove, ma sarebbero state del tutto differenti. I colori, i sapori, le immagini evocate sono impregnate dello spirito della città, della sua indole “cionfraiola” e della cultura millenaria della terra in cui si trova. Le avventure dell’investigatore, in balia dei misteri e dei delitti sassaresi, continueranno? Nelle mie intenzioni esiste una quadrilogia che dovrà portare, alla fine, a trovare il giovane ufficiale bolognese impegnato a risolvere casi legati ad altri aspetti della cultura e della storia della nostra terra. Ho già qualche idea, in proposito. Penso, ad esempio, alla Platamona degli anni ’60 e alla civiltà degli antichi nuragici.


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Anno XXIII - N. 264 / Settembre 2018 EDIZIONE SASSARI Direttore Responsabile MARCO CAU

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Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, LUIGI CANU, DANIELE DETTORI, FRANCA FALCHI, HELEL FIORI, ERIKA GALLIZZI, ALESSANDRO LIGAS, GIANMICHELE MANCA, ALBA MARINI, GIUSEPPE MASSAIU, MANUELA PIERRO, MARCO SCARAMELLA, ENRICO SALIS, SALVATORE STELLA Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it

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Editore ESSEACCA S.r.l.s., Via Oriani, 5/a - Sassari Per la pubblicità: tel. 335.722.60.54 Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari

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03 Gavino Zucca

Sassari si tinge di giallo

05 Alessio Busanca

Dalla Sardegna alla Cina sulle ali dei draghi

06 Alessia Orro

Un cuore nella pallavolo

08 La Corsa degli Scalzi

A piedi nudi tra Cabras e San Salvatore

10 Domenico Montixi

Il talento nascosto del regista sassarese

12 La Sardegna in moto Il viaggio di Hans

13 Maria Teresa Tedde La poetessa turchina

18 HITWEETS 19 Irene Loche

Fare musica è una scelta coraggiosa

20 Viaggio in Italia La Toscana

21 Toponimi sardi

Alla scoperta dei nomi più strani

22 Il dentista risponde

La tecnologia in Odontoiatria

23 Per la barba di Enrico

Beard care: La cura della barba

24 Primi passi per la nuova Dinamo

Fitto programma di impegni precampionato in vista della nuova stagione

14 Efisio Marras

26 inSardegna: Eventi del mese 27 Dillo a foto tue

16 Sa Perda de sa Pippia

28 GUIDA AI LOCALI

“Dentro ai miei abiti mi piace immaginare la gente che si innamora”

Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2018. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.

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in Copertina

EFISIO MARRAS

Foto di Gianmichele Manca


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ALESSIO BUSANCA DALLA SARDEGNA ALLA

CINA SULLE ALI DEI DRAGHI di ALESSANDRO LIGAS

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lessio Busanca, classe ‘76 cagliaritano, artista poliedrico con la passione per la creatività, grazie alla rete si è inventato un mestiere, il toy artist, arrivando fino in Cina dove ha in essere diversi accordi per la produzione di massa dei suoi “Draghi”. La determinazione, una forte etica del lavoro e la passione sono le principali caratteristiche che hanno portato il talento sardo ad affacciarsi nel mondo e ad arrivare fino all’estremo oriente. La sua avventura artistica iniziò tantissimi anni fa, quando ancora piccolo faceva i primi disegni su fogli di carta di fortuna. Crescendo ha affinato progressivamente le sue doti, frequentando negli anni novanta una scuola di fumetto che gli è servita per perfezionarsi artisticamente e muovere i primi passi in questo settore.

“Allora - sottolinea Alessio - lavoravo in un cantiere edile e la sera quando rientravo mi mettevo a disegnare tutti i giorni. È stato un periodo molto faticoso, ma mi è servito per formarmi, soprattutto dal punto di vista caratteriale. In quegli anni volevo inseguire il sogno di fare il fumettista professionista e sono partito alla volta degli Stati Uniti, dove la Marvel di New York mi concesse la possibilità di presentare il mio portfolio. L’incontro andò bene, ma sfumò poi per cambio delle strategie aziendali. Dopo un anno, ho smesso di fare fumetti e ho iniziato a fare l’illustratore e il grafico pubblicitario, lavorando anche per il Forte Village”. Alessio è arrivato alla scultura

ed alla toy art soltanto recentemente quasi per gioco otto anni fa. Ha iniziato a modellare per aiutare la sua compagna Daniela con il suo shop online. “Realizzavo gioielli da indossare - precisa l’artista - su soggetti ispirati ai cartoni degli anni ‘80. Il passaggio a realizzare personaggi più complessi è stato breve. La toy art è stata quasi un’esigenza. Ho cercato di semplificare il mio stile, e virare verso qualcosa che potesse arrivare a tutti. Non mi sono mai messo come obiettivo di diventare uno scultore “realistico”, anzi ho sempre cercato di lavorare sulle espressioni dei personaggi, più che su anatomia e dettagli maniacali”.

Il toy artist sardo inizialmente reinterpretava personaggi di noti film di animazione o dei film fantasy, realizzando delle fanart, in seguito realizzò personaggi totalmente suoi fino ad arrivare ai draghi. “Li realizzo ormai dal 2014 - sottolinea l’artista - e sono sicuramente il mio marchio di fabbrica attuale. La curiosità di questi toys è il fatto che non li ho scelti: sono arrivati in modo quasi naturale. Sono sempre stati davanti a me. Essendo un disegnatore fantasy, ho sempre adorato questo genere in tutte le sue sfaccettature: dai film ai videogiochi passando per i giochi di ruolo. Mi ha sempre affascinato questa creatura mitologica e penso sia l’emblema di questo genere”. Un ruolo fondamentale lo ha avuto la rete. “Senza internet - precisa Alessio - non sarei mai riuscito ad ottenere quello che si sta realizzando in questi mesi... forse neanche il 10%! Basti pensare che la prima società cinese con cui collaboro mi ha trovato grazie al web. Mi ha scoperto un loro responsabile e dopo 10 giorni di trattative ed e-mail più o meno lunghe, ho firmato un contratto. Oggi, da più di un anno, i miei Draghi sono prodotti in Cina sotto mia licenza e supervisione, e venduti in molti paesi dell’estremo oriente, fra cui Taiwan, la Thailandia e l’India, e a breve arriveranno nel continente europeo”. Ma la rete ha dato all’artista l’opportunità di avviare anche altre partnership. “La più importante è sicuramente con ARTorder LLC, negli Stati Uniti, che mi porterà a realizzare dei draghi formato toys per il progetto Tiny Dragons, la cui supervisione è di Jon Schindehette, ex Art Director Senior di Dungeon & Dragons alla Wizard of the Coast”. Non solo accordi ma anche moltissimi attestati di stima fra i professionisti del settore, fra cui quella di Paul Bonner, uno dei più famosi illustratori fantasy (vanta collaborazioni con Tolkien), che ha chiesto all’artista un suo drago originale.


Foto Fipav

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A I S S E L A ORNRCO UORE U

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O L O V A L L PA


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venerdì 27 luglio 2018. Nel cielo, la Luna va gradualmente arrossandosi. Sarà la sua eclissi totale più lunga di questo secolo. Prendiamo il telefono e componiamo il numero. Pochi squilli e la chiamata è attiva. «Pronto? Alessia?» «Ciao, buonasera». La voce è quella di una ragazza ma il timbro è deciso, la stessa decisione che è necessario avere sul campo al momento di piazzare un colpo decisivo per le sorti della partita. Lei è Alessia Orro, pallavolista, palleggiatrice nella Futura Volley Busto Arsizio dal 2017 e in forze alla Nazionale di pallavolo femminile italiana dal 2015. Ma prima di fare il grande salto si è formata nell’isola, dove nasce nel 1998 nell’oristanese. Ed è proprio qui che sviluppa il suo amore verso questo sport, da sempre presente nella sua vita. «Mia madre faceva l’allenatrice e nello stesso tempo giocava», ci racconta. «Fin da bambina mi portava in palestra con sé, quando ancora stavo in passeggino. Così, dall’età di 5 o 6 anni ho iniziato a praticare il volley, insieme con mia sorella, e ho deciso di continuare». Ricordi se, quando eri bambina, avevi un lavoro preferito diverso da questo? Sì, ricordo di aver sempre detto che volevo occuparmi di bambini, lavorare con loro e infatti ho studiato Scienze Umane apposta per intraprendere un percorso di questo tipo. Ho anche fatto un mese di stage presso un asilo nido però, nell’ultimo periodo, devo ammettere che sto cambiando idea. Ci vuole molta pazienza e, soprattutto, molto tempo libero. Proprio con i miei tempi, in buona parte dedicati agli allenamenti, un lavoro così non è molto compatibile. Perciò chissà… Come sono organizzati i tuoi allenamenti? In inverno mi alleno tutti i giorni tranne uno, che sarebbe il giorno libero. Le ore sono circa due per ciascuna giornata e, al mattino, per due o tre giorni la settimana faccio i pesi. Poi, talvolta, allenamenti aggiuntivi. Nei weekend si tiene la partita e, a seguire, il giorno di riposo. In estate è tutto un altro discorso. Ora che sono a Roma con la Nazionale, per esempio, ho l’allenamento al mattino, poi i pesi, quindi il pranzo e, a seguire, un paio d’ore di riposo. Nel pomeriggio faccio altri allenamenti. Quando si è in Nazionale non c’è la partita subito dopo le giornate di preparazione ma ci sono manifestazioni varie, ripartite fra agosto, settembre e ottobre. Alessia ci confida di ricordare con grande entusiasmo alcune gare della sua carriera. Una di queste l’ha vista vincere al Mondiale del 2015 in Perù, Pre Juniores; un’altra l’ha riportata a Cagliari, quindi è stato un rientro emozionante nella sua Sardegna; mentre la terza è stata con il Club Italia ed è consistita nella sua prima partita giocata a Busto. Ti rimane del tempo da dedicate a te stessa e alle tue passioni? Diciamo che è poco ma quando c’è voglio stare il più possibile con i miei amici, col mio ragazzo. Se mi capita di avere alcuni giorni li-

beri consecutivi riesco anche a tornare in Sardegna e quindi a stare con la mia famiglia. Magari per gustare un piatto di malloreddus alla campidanese oppure della pasta al forno. In tv segui qualcosa, anche a carattere sportivo? Dipende. Mi piace tantissimo C.S.I. ma altri programmi in particolare non ne seguo. Preferisco variare. Quanto allo sport mi piace seguire qualche gara di equitazione, naturalmente (e quando posso) le partite di pallavolo, e devo dire anche qualche partita di calcio. Io tifo Juve ma sono legata soprattutto ai ricordi delle vecchie glorie come Nedved o Del Piero. Tuttavia, grazie a un amico che me lo ha procurato, sono riuscita ad avere l’autografo di Dybala. Cosa consiglieresti a un giovane che volesse intraprendere la carriera sportiva in qualsiasi disciplina? Sicuramente di non arrendersi alle prime difficoltà e di cercare sempre di superare gli ostacoli per raggiungere il proprio sogno. Ovviamente è con tanti sacrifici che si realizzano i sogni, quindi non bisogna mollare mai.

Foto Fipav

di DANIELE DETTORI


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Foto Piscedda Odilia - sardegnadigitallibrary.it

LA CORSA DEGLI SCALZI A piedi nudi tra Cabras e San Salvatore di Sinis

di ALBA MARINI

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ulla sponda sinistra di uno stagno, nella zona del Campidano di Oristano, sorge un piccolo paesino di poco più di 9000 abitanti. Si chiama Cabras e, ogni anno, durante il primo weekend di settembre, ospita la Corsa degli Scalzi, una manifestazione religiosa di antiche origini. La Sardegna è una terra ricca di tradizioni e, con l’accoglimento della fede cattolico-cristiana, è stata capace di riadattare le sue consuetudini pagane a quelle della nuova religione. La maggior parte delle feste sarde, infatti, è costituita da una serie di usanze derivate da una commistione di riti e miti di origine diversa. La Corsa degli scalzi si svolge in onore di San Salvatore, il cui culto è uno dei più importanti e sentiti nella zona occidentale dell’isola sarda. I protagonisti della festa sono Is curridoris (corridori), un gruppo di uomini che, trasportando in spalla il simulacro di San Salvatore, percorrono 7 km di strada per arrivare alla vicina frazione di San Salvatore di Sinis. I corridori sono rigorosamente scalzi e percorrono tale di-

stanza tra sentieri sterrati e panorami mozzafiato tipici del territorio del Sinis, sopportando il caldo e, talvolta, le ferite. La corsa prende avvio dalla Chiesa di Santa Maria Assunta di Cabras, dove la statua di legno del santo è conservata tutto l’anno, e si conclude nella Chiesa di San Salvatore. La domenica Is curridoris svolgono lo stesso percorso all’inverso per riportare il simulacro alla sua sede originaria. Is curridoris indossano l’abito dei penitenti, una tunica bianca, e si danno di frequente il cambio gridando “Viva Santu Srabadoi!”. La domenica, prima della corsa verso Cabras, una piccola processione segue la statua trasportata dai paesani per le vie della frazione comunale di San Salvatore di Sinis. Il borgo è di origine medievale ed è particolarmente affascinate, tanto che le sue caratteristiche lo portarono negli anni ‘60 e ‘70 ad essere utilizzato come set per alcuni film western. A rendere il luogo particolare è anche la presenza dei muristenes, le antiche abitazioni rurali temporanee che i sardi utilizzavano durante le novene.

L’origine della Corsa degli Scalzi viene fatta risalire al 1619 e, in particolare, a un’invasione del Sinis da parte dei Mori. La leggenda narra che gli abitanti di Cabras, al fine di mettere in salvo la statua di San Salvatore, cominciarono a correre scalzi per il paese, legando ai loro piedi dei rami. In questo modo sollevarono così tanta polvere durante la corsa che i Mori, credendo di trovarsi di fronte a un esercito numerosissimo, si ritirano prima di combattere. Da 400 anni gli abitanti di Cabras ripetono il rito in ricordo di quell’episodio miracoloso, sia per rinnovare il voto al santo, sia per garantirsi la fertilità dei terreni e delle greggi e l’abbondanza di pescato. La Corsa degli scalzi non è più, ad oggi, solo una manifestazione religiosa. Moltissimi turisti accorrono ogni anno per assistere all’evento in una cornice da sogno sul mare dell’oristanese. Il rito è accompagnato dai tipici suoni delle launeddas, molti partecipanti indossano il costume tradizionale e Cabras e il borgo di San Salvatore si colorano di musica e danze, dando vita a laboratori per grandi e piccoli, ma anche ad allestimenti dedicati all’enogastronomia. Per esempio, presso lo Stagno di Cabras, in concomitanza con la manifestazione, si svolge la Sagra del muggine. La festa di San Salvatore è un ottimo esempio di come antico e moderno possano mescolarsi, ravvivando una antica e suggestiva tradizione con attività extra che contribuiscono a rendere una piccola cerimonia religiosa un evento culturale da non perdere. La Sardegna è anche questo, infinita capacità di rinnovarsi senza perdere mai le proprie radici.



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IL TALENTO NASCOSTO DI

DOMENICO MONTIXI No Redemption with… Don Mitraglia

di HELEL FIORI

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oglio fare il regista ma non conosco le persone giuste, e poi vivo in Sardegna, dove non succede mai niente. Quante volte lo abbiamo pensato? Se abitassi altrove avrei più strade, più opportunità. Lapalissiano! Se avessi le ali, volerei. Ma se fosse invece solo una scusa? Se la nostra riuscita fosse legata più alla volontà, che alle possibilità? D’altronde i professionisti ultratitolati sono davvero tanti – qui e altrove – e perciò come trovare il proprio posto e il proprio stile senza perdere fiducia in quello che si fa? Per fortuna sono domande che Domenico Montixi si è posto per non più di cinque minuti, perché ha sempre considerato la regia come la sua direzione di appartenenza. Quindi, seppur tardi, il suo talento ha trovato lo spazio per

germogliare. Ha assorbito, sfrondato, rielaborato, innestato, ogni prodotto filmico passasse sui canali in chiaro dagli anni ‘80 fino ai primi Duemila, intrecciandolo con la cultura alta del cinema d’essai. Chiamate la nostra come vi pare: Generazione Y, Generazione MTV, Echo Boomers o Xennials… qui in Italia sarà sempre Generazione Notte Horror. E Domenico, classe 1980, non può essere da meno. Durante le notti insonni davanti allo schermo ha scelto con cura i fili per intessere lo sfondo delle sue idee e oggi, ormai professionista, ci stupisce così: “Army of Darkness di Raimi (L’armata delle tenebre, 1992) mi si è così fortemente ancorato al cervello perché nell’arco di un’ora e mezza contiene molto di quello che mi piacerebbe raccontare: l’horror, la commedia romantica, lo slapstick, l’epica, il cappa e spada, lo stop motion alla Harryhausen, un protagonista

che è tutto e il contrario di tutto. Io amo le contaminazioni e i pa‐ stiche di generi, e in quest’ottica lo trovo il film perfetto.” Con un gusto così variegato, dopo una parentesi ai DAMS di Firenze e Pisa, divide il suo lavoro tra corti e videoclip musicali per i quali collaborazioni permettendo - considera la fase di scrittura un processo abbastanza solitario: parte dal nocciolo di un’idea, o dall’ispirazione mossa da una location, e poi li traduce in un flash atemporale visivo, in una DeLorean filmica che ti riporta indietro all’atmosfera vintage 70’s/80’s. L’obiettivo ricorrente è quello di raccontare una storia, cercando di far combaciare la visione iniziale con i mezzi a disposizione e il tetto del budget. E come sanno bene quelli del settore, spesso in fase di lavorazione ci si trova a dover ridimensionare le aspettative. Ma questo per Montixi è tutt’altro

che frustrante: vede questo “autolimitarsi” come un trampolino per la fantasia attraverso cui improvvisare dei brillanti cerotti tec‐ nici per aggirare gli ostacoli (escamotage che lo diverte non poco). Il cinema horror d’autore è ciò che l’ha maggiormente influenzato: dall’apocalittico filone zombie figlio di Romero, al già citato Raimi, all’esoterico gotico italiano, ma risultano nette anche le contaminazioni da gongfu movie, i colpi di scena alla Rambo, i campi lunghi e i particolari strettissimi del western. Il lavoro in cui tutti questi tasselli, queste “lamine di stile” forgiano una luccicante armatura filmica piacevolmente profanata da un dosato dripping pulp, è il sorprendente “No Redemption with… Don Mitraglia”, corto girato come finto trailer, ampiamente esaltato dal pubblico e degno di menzione speciale al Corti Vivi Film Fest


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Senka - Vecchia Renault (video musicale) Domenico Montixi alias Don Mitraglia

2014 di Soliera (MO), in cui seguiamo la risalita del semplice prete di campagna da umile vessato a bionico vendicatore, fino a veder letteralmente saltare in aria lo scranno papale. Qui lo stile personale di Domenico si esprime al meglio, ma non è da meno nelle collaborazioni con musicisti e altri videomaker (tutto visionabile sul canale YT Akentia Produktions). Di fatto non intende darsi tregua. Ha appena ultimato le riprese di un misterioso video su cui non si sbilancia: per tenerci buoni assicura suggestioni alla Mario Bava ’60’70 con certe derive psichedeliche e rimandi al periodo erotico di Jesús Franco, sintomo che la sua cultura filmica si dispiega anche verso autori tutt’altro che scontati. Tutte le sue attenzioni ora sono per la post-produzione di un attesissimo corto horror che inframezzerà il documentario di Eugenio Ercolani sugli zombie movie italiani

anni settanta. Girato rigorosamente in stile, dà l’idea di essere un perduto film dell’epoca, e si alternerà a numerose interviste di professionisti del genere, da registi a esperti effettisti. Nella crew Roberto Achenza (fotografia), Matteo Ferreccio (post-produzione video) “dal‐ le mani d’oro e un’apprezzabile pi‐ gnoleria”, e Federico “Flai” Lai per la colonna sonora originale, che – ci assicura Montixi – è strepitosa. Muovendoci tra le storie che racconta è venuto naturale chiedergli cosa creda renda valido un lavoro: “Al di là di tutta una serie di cose ovvie, ti direi la volontà, la forza, la passione nel raccontare qualcosa, in modo che non sembri solo un esercizio di stile. Io penso che devi essere un minimo sincero: se non te ne frega niente di quello di cui racconti, si vede, e le cose senza cuore, sono le cose più orribili che si possano mai produrre con una telecamera.”

No Redemption with… Don Mitraglia


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LA SARDEGNA IN MOTO IL VIAGGIO DI HANS

di MANUELA PIERRO

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na grande passione per le moto e una buona dose di curiosità per la terra di origine della propria famiglia hanno convinto Hans, centauro trentaseienne nato e cresciuto a Colonia, figlio ribelle e canaglia (per sua stessa ammissione) del sardo d.o.c. Gavino, a organizzare un viaggio in Sardegna. Gavino ha sempre parlato della sua amata terra con le lacrime agli occhi, sperando in cuor suo di poterci tornare, un giorno. Hans lo ha ascoltato con scarso interesse per anni, con la leggerezza tipica dell’adolescenza, ma poi la fierezza del genitore lo ha incuriosito e commosso così ha scelto la sua moto come unica compagna di viaggio ed è partito. Dopo lo sbarco a Porto Torres, Hans si è immediatamente diretto verso Castelsardo: ha percorso ogni singola insenatura rocciosa e ha trovato il borgo di un fascino unico, un po’ come sospeso tra mare e cielo. Poi ha parcheggiato la sua moto e si è diretto a piedi al centro storico, tra negozietti di artigiani e profumo di frittura di pesce. In poche ore ha sentito la tradizione sarda entrargli nel cuore, come una sirena che col suo canto ammalia i marinai. Entusiasta, il giorno dopo è partito per la sua seconda tappa: la Gallura. Arrivato a Badesi, Hans ha deciso di passare qualche ora al mare per fare un bagno. Grazie ai suggerimenti di Tore, un simpatico artigiano con la passione per la pesca e una passione ancora più sfrenata per la propria terra, è approdato sulla spiaggia di Li Junchi ed è rimasto sbalordito da questa romantica lingua di sabbia che si tuffa in un’acqua cristallina e piena di sfumature incredibili. A malincuore ha lasciato la spiaggia e Badesi per continuare il suo viaggio. Abbandonando la costa ha percorso la strada fino a Palau, fermandosi di tanto in tanto per scattare qualche foto o godersi il panorama. Giunto al centro di Palau, ha fatto una

passeggiata tra le case e i negozi, ha comprato una confezione di pane guttiau (dice di non poterne fare più a meno) ed è arrivato al porto turistico, dove ha preso il traghetto per La Maddalena. Il viaggio a La Maddalena e a Caprera è stato breve ma intenso: ha percorso l’intero perimetro delle isole, fermandosi solo per pochi minuti per fare un tuffo e immortalare con il cellulare tutte le splendide calette che ha visto. Quando credeva di non poter trovare un panorama più affascinante, ecco che un nuovo scorcio lo sbalordiva ancora di più. Nei giorni successivi Hans ha percorso circa centocinquanta chilometri di costa e ha visitato Cannigione, Porto Cervo, Porto Rotondo e Olbia. Infine è arrivato a Tula, il paese natale di suo padre. Quando ha visto questo grappolo di case chiare in mezzo a una immensa vallata verde, ha sentito lo stesso orgoglio che ha sempre animato suo padre. I tre giorni a Tula sono stati densi di emozioni e divertimento. Hans ha fatto amicizia con Gesuino, un amico storico di suo padre specializzato nella Mariglia e nella degustazione coatta di vino; Maria, moglie di Gesuino, che si è prodigata nella preparazione di numerose specialità sarde da far assaggiare a Hans; Pietrina, la fornitrice ufficiale di guttiau e origliette e infine Cheleddu, che si è improvvisato cicerone guidando con orgoglio i giri di perlustrazione e raccontando decine di aneddoti incredibili e divertenti sul popolo sardo. Il giorno della partenza per Hans è stato malinconico: ha abbracciato tutti calorosamente e si è messo in moto per il viaggio di ritorno. Quando ci siamo incontrati mi ha confidato che nel cuore è sempre stato sardo, ma non avrebbe potuto capirlo senza venire qui: vivere la Sardegna è stato per lui come rinascere, in modo diverso e più consapevole. E sapete come mi ha salutato poco prima d’imbarcarsi e di avermi promesso che tornerà molto presto? “A nos biere lesthru!” Più sardo di così!


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MARIA TERESA TEDDE

La poetessa turchina

di FRANCA FALCHI

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a Facebook alla casa di Alda Merini: Maria Teresa Tedde, la “poetessa turchina”, in pochi anni si è fatta conoscere ad un vasto pubblico grazie alle sue opere condivise quotidianamente sul social network. Sassarese, un passato da insegnante ed un percorso fatto di studi, elaborazioni, virtuali e cartacee -un romanzo e quattro raccolte di poesie- ed un percorso interiore verso una costante crescita ed un confronto nel mondo dei verseggiatori.

Qual è stato il momento in cui hai capito che dovevi scrivere poesie? È stata una rivelazione. Il poeta, in famiglia, era mio fratello che ammiravo tanto da non voler invadere il suo campo. Mi ha sempre affascinato la conoscenza interiore: in uno dei tanti seminari sulla consapevolezza è scaturito che avevo talento per la poesia. Subito dopo ho avuto l’impulso di scrivere e l’ho fatto sopra un fazzolettino che conservo tuttora. Da allora non ho più smesso (scrivo poesie da sette anni), è stata come una liberazione. Da Facebook alle raccolte di poesie, come è stato il percorso? Il primo libro l’ho pubblicato per caso. Scrivevo su Facebook ed un amico pittore mi ha spinto a contattare un editore e a presentarlo a Parigi durante un suo vernissage. Poi sono seguiti i concorsi, i reading e gli altri volumi.

Qual è per te il senso della poesia? È quello di creare un benessere interiore, viviamo in un’epoca di brutture, in passato le avrei combattute ma adesso ho voglia di manifestare con i miei versi. Parlo di rinascita e di speranza con schiettezza, senza maschere. Questa apertura mi permette di vivere con più leggerezza. Scrivi spesso? Hai un metodo o segui l’illuminazione del momento? I miei versi arrivano sempre spontanei, mai elaborati. Le mie parole partono dal cuore, seguo l’impulso di dover prendere la penna (ora il telefonino), dare luce alle emozioni e divulgarle. Per questo pubblico tutti i giorni su Facebook almeno una mia poesia, è un bisogno interiore. Che cosa ti ispira, c’è un tema ricorrente? È l’amore, in tutte le sue forme. Amore è attesa ed innamoramento tra due persone, ma anche un fiore che cresce nell’asfalto, uno sguardo rubato per la strada, un sorriso, la forza della vita nella quale io ci vedo il miracolo. Quanto reputi sia necessaria la poesia al giorno d’oggi, non è anacronistica? Assolutamente no. Lo dimostra il fatto che sono seguitissima su Facebook, c’è molta partecipazione nei miei post. Molti dicono che le mie poesie danno liberazione, gioia e benessere, quindi c’è ancora bisogno di poesia. Purtroppo non viene valorizzata. Anche a scuola ha la prevalenza il ragionamento a discapito delle emozioni. Nei miei trascorsi da insegnante però, ho visto che anche gli alunni di un istituto professionale, se stimolati, apprezzano e si rivolgono alla poesia. La tua è una poesia lieve ma carica di profondi significati e talvolta di dolore. Per me la poesia è un dono sacro al quale mi inchino, mi fa felice e mi permette di esprimere ciò che non riuscirei a parole. Nell’apparente leggerezza c’è il dolore delle mie gravi perdite, ho pensato che la mia vita fosse finita ma sono riuscita ad andare avanti anche per chi mi ha amata tanto e non è più accanto a me. È un modo per averlo sempre vicino. Hai avuto importanti riconoscimenti, hanno influito nell’evoluzione della tua poesia? I riconoscimenti mi hanno dato autostima. Le prime poesie non mi piacevano, erano molto lunghe e generali, forse non mi ero ancora aperta. Ora sono più intime, sono diventata impudente, non ho filtri. Raccontami di Alda Merini. L’ho scoperta in tarda età ed ho avuto rabbia per la sua vita. Quando ho visitato la sua casa ho subito sentito il bisogno di recitare. Ci sono tornata nelle celebrazioni del suo compleanno ed ho letto una mia poesia, poi è nata l’idea di presentare il mio ultimo libro “All’amore dico sì” (Oceano Ed.) proprio lì ed è stata la realizzazione di un sogno. Un’emozione unica.


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DI MARCO SCARAMELLA FOTO GIANMICHELE MANCA

EFISIO MARRAS

“Dentro ai miei abiti mi piace immaginare la gente che si innamora”

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a studiato alla Parsons School of Design di Parigi, alla Central St. Martin di Londra e alla Temple University di Tokyo, e, dopo un internship nello studio fotografico di Mario Sorrenti a New York, è diventato il direttore creativo della seconda linea I’M Isola Marras. Lui è Efisio Marras, primogenito dello stilista Antonio Marras. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui per conoscerlo meglio. Raccontaci chi è Efisio Marras. Domanda difficilissima e senza risposta. Se una risposta esiste, è in continua mutazione. Penso di essere come qualsiasi ragazzo di 25 anni, in continuo cambiamento ed alla ricerca perenne di me stesso. Banale, ma vero! Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte? Penso di esserci nato; con i miei genitori si disegna prima di iniziare a scrivere, e si va al cinema ma non per passare il tempo. Provare ad essere un artista è un’enorme traversata, non basta avere mille spunti e stimoli in svariati campi delle arti applicate. Cos’è l’arte per te? Sicuramente “arte” è una parola della quale abusiamo continuamente. Penso che, oggi, tutto possa essere “arte”, e allo stesso tempo no. Penso sia fantastico, e sicuramente intrigante, avere la possibilità di creare qualsiasi cosa, senza dover rendere conto a nessuno. Forse per pigrizia, o quasi sicuramente per una specie di viltà intellettuale, quasi auto-accetta, ho smesso di cercare una definizione. Certo è che, dell’arte, sento e godo gli aspetti benefici, e la grande spinta auto-interrogativa, alla quale ci spinge ogni volta che si mette in contatto con noi.

Cosa facevi prima di accettare l’investitura di tuo padre? Vivevo a Brooklyn, lavoravo in uno studio fotografico come secondo assistente. Vivevo, mangiavo, facevo giri nei musei, serate, insomma tutto quello che un ragazzo dell’isola farebbe a NYC. In che modo ti aiutano queste tue esperienze passate? Sicuramente l’aver affrontato vari corsi di studi, da quelli letterari/filosofici a quelli più pratici (come la serigrafia e la fusione del bronzo) mi è servito tantissimo. Devo dire che, al momento, sto cercando il modo di far coincidere questa mia nuova vita da “designer”, o “creative director”, con dei nuovi corsi di studi che mi piacerebbe approfondire. Vorrei studiare teatro e anche un po’ di storia contemporanea, della quale sono per la maggior parte all’oscuro, ma mi trovo ad impegnare ogni mio secondo a pensare alla mia prossima collezione: come presentarla, come fotografarla, che musica associarci e come raccontarla ai miei amici. Ogni libro che ho letto, ogni persona con cui chiacchiero la sera, mi aiutano a capire un po’ di più me stesso ed il mondo, ed è sicuramente per il mondo che esiste I’M Isola Marras. Vorrei che fosse una linea quotidiana, easy, un daywear nel quale sentirsi bene, sentirsi fighi ma perfetti per una semplice passeggiata in spiaggia. Sicuramente ogni mia piccola esperienza, dalla scuola a Parigi alle estati alla Valle della Luna, sono fondamentali per le mie creazioni.


Foto Isola Marras

Foto Isola Marras

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Avevi messo in conto di poter seguire le orme di tuo padre? Avevo sempre affermato con fervore che non avrei mai seguito le sue orme! Ma, come ho detto, cambio di continuo e poi, se tuo padre avesse un forno, sarebbe stupido non imparare a fare il pane. Parlaci della tua visione della moda. In cosa differisce da quella di tuo padre? Siamo due persone molto diverse, anche se innegabilmente legate dalla genetica e dalla somiglianza dei tratti somatici, di conseguenza, anche le nostre rispettive visioni della moda differiscono, pur somigliandosi. Vedo mio padre come un maestro, è per me ispirazione continua, è come un punto-luce di esperienza ed innata naturalezza in quello che fa, quasi inarrivabile. Mi trovo più volte a guardare le sue prime sfilate e rovistare nell’archivio di mamma, per cercare qualche vecchio parka del 1998 ed ammirarne la (de)costruzione. Io non possiedo, purtroppo, il suo senso della poesia o la sua vena artistica. Penso vestiti che si indossano, che si strappano ballando e dentro i quali mi piace immaginare la gente che suda, che freme, che si innamora dei passanti e gli corre dietro. Mi piace pensare che la mia sia una moda anti-ispirazionale, non perché non mi piaccia raccontare delle storie attraverso le collezioni, ma semplicemente perché dentro i vestiti di Isola Marras, la storia la scrive chi li ha indosso. Mi piace disegnare abiti giornalieri, con cui vedo le mie amiche andare in spiaggia ad Alghero, uscire la sera a Milano o prendere un aereo per Tokyo e precipitarsi ad un karaoke ad Harajuku. Le collezioni di Isola Marras sono pensate per i viaggiatori che si perdono in posti mai visti prima, per le ragazze che vogliono sentirsi belle e stare comode, per gli amati che se li stappano di dosso con le unghie; sono dei pezzi per viverci dentro, che ti accompagnano nel cambiamento continuo del tuo io.

Quanto conta la formazione nel tuo lavoro? Tantissimo e pochissimo. Prima di averlo visto in studio da babbo, non ho mai studiato come tracciare un cartamodello a scuola. Non sarei nulla di quello che sono ora, senza i miei studi. Ma ogni mia piccola esperienza mi ha portato a rincasare proprio in quello studio. Che rapporto hai con la tradizione? Che ruolo gioca nel tuo lavoro? Un rapporto incasinatissimo. Anche perché penso che la mia generazione sia affetta da una specie di “rifiuto delle radici”. Amo le antiche tradizioni sarde, (proprio in questi giorni sto leggendo un libro bellissimo sulle storie dei Banditi Sardi dell’ottocento) ma, in eguale misura, mi affascinano le tradizioni degli altri paesi: da I racconti del cuscino, al Vimana. Penso che tutte le tradizioni abbiano un fortissimo ascendente su di me, ovviamente a quella della nostra isola ci sono particolarmente affezionato. Cosa c’è nel futuro di I’M Isola Marras? Non so, a momenti ho pensato che non avesse senso continuare a produrre altri vestiti. Sui mercati mondiali c’è un’innumerevole quantità di prodotti, tanto che ultimamente mi sono chiesto svariate volte se avesse senso mettersi in coda nella corsa del consumismo. Devo dire, però, che non penso che la fine di Isola Marras avverrà a breve. Ultimamente sto lavorando con uno strettissimo numero di amici e colleghi, con i quali abbiamo intenzione non solo di rivoluzionare, ma anche di migliorare il modo in cui si pensa alla moda, ai vestiti, a noi stessi. Vorrei che Isola Marras diventasse una specie di “casa produttrice”, vorrei che fosse terreno fertile per tante cose, non solo vestiti, ma anche per libri, testi, foto, immagini e sensazioni. Mi piacerebbe fare evolvere la linea in qualcosa di più che il semplice susseguirsi di collezioni stagionali. Ma ancora io ed il mio fantastico team stiamo studiando come attuare questa piccola rivoluzione.


16 S&H MAGAZINE tradizioni popolari nessun uomo morto in modo violento e improvviso riesce a trovare la pace dell’anima dopo la morte. Ed è così che il fantasma di “sa pippia” continuerebbe ad abitare il bosco e a sopravvivere sotto il peso di quella pietra, in un costante lamento che si aggraverebbe nelle notti di pioggia e tempesta.

SA PERDA DE SA PIPPIA LA TRISTE STORIA DI UNA BAMBINA RACCONTATA DA UN GIGANTESCO MONOLITO TRA I BOSCHI DEI SETTE FRATELLI di ALBA MARINI

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l massiccio dei Sette Fratelli è un complesso di sette vette granitiche, intervallate da gole profonde. Il parco si sviluppa per oltre 10mila ettari e regala scenari da sogno. Il polmone verde rifornisce con il suo respiro ben 9 comuni dell’estremità sudorientale della Sardegna (Burcei, Castiadas, Maracalagonis, Quartucciu, Quartu Sant’Elena, San Vito, Sinnai, Villasalto e Villasimius). Tra i boschi di leccio e i sughereti, tra le ginestre e i corbezzoli, tra gli astori sardi e i falchi che occupano i cieli e i cinghiali e i mufloni che occupano la terra, si trova Sa perda de sa Pippia. La roccia della bambina (questa è la traduzione in italiano) è un gigantesco monolito situato in territorio di Sinnai, tra le foreste del Parco dei Sette Fratelli. La vastità del complesso montuoso e la natura incontaminata e pericolosa così come le ripide gole hanno reso i Sette Fratelli un luogo attraente ma spaventoso, fin dagli albori della storia. Perfino per i primi uomini della Sardegna non doveva essere facile orientarsi nei meandri del bosco, tra le dure salite e le ripide discese. Una delle leggende sarde più famose ha un’origine lontanissima

e le sue parole aleggiano misteriose man mano che ci si avvicina a una enorme roccia che domina il panorama circostante. La “roccia della bambina” fa capolino all’improvviso tra la vegetazione, tra la strada che porta al giardino botanico e il corso del rio Maidopis. Il monolito è la meta prediletta dei curiosi e degli amanti dei fenomeni paranormali. A spaventare gli incauti escursionisti, infatti, ci penserebbe un lamento agghiacciante. Le orecchie più acute vi coglierebbero il triste pianto di una bambina che risuona sconsolato tra gli alberi, trasportato dal vento di montagna. Il singhiozzo si leverebbe da quel masso che sembra piovuto dal cielo e che, d’improvviso, sbarra il cammino degli avventurieri più temerari: è un singhiozzo che ferisce i cuori, perché le leggende della Sardegna talvolta non sono troppo allegre. Anzi, la maggior parte delle volte, non lo sono affatto. Da generazioni, le genti di Cagliari e dintorni tramandano oralmente la storia di una bimba che, ai primordi della storia, avventuratasi con la sua tribù di cacciatori nel bosco dei Sette Fratelli, rimase uccisa da un masso che si staccò dalla montagna che rotolò fino ad investirla. Secondo la maggior parte delle

Chi è stato sul posto, chi ha toccato con mano quella pietra colpita dalla maledizione di una innocente assicura: “Il pianto si sente per davvero”. Se ci si accosta al masso, effettivamente, è possibile ascoltare suoni strani e inquietanti che ricordano la richiesta di aiuto di un bambino. Osservando la pietra, gli esperti hanno notato che il masso non presenta particolari segni di frattura. Di conseguenza, si potrebbe ipotizzare che Sa perda de sa pippia sia un grande sasso indipendente e non un pezzo di roccia staccatosi da una montagna in seguito a una frana. Oltretutto gli scettici individuano nel vento il crudele responsabile dei rumori attribuiti erroneamente alla piccola cacciatrice. Queste precisazioni smentirebbero facilmente la storia de “sa pippia”. L’aria, infrangendosi sulle rocce di granito, genererebbe un fruscio così forte da risultare simile a un lamento d’oltretomba e da dare vita a una storia di fantasmi. Anche se la scienza - almeno in parte smentisce, la “pietra della bambina” rimane un elemento fascinoso immerso nel punto di riferimento delle scampagnate domenicali e pasquali dei cagliaritani. I Sette Fratelli, infatti, sono la meta prediletta per le passeggiate e le grigliate tra amici e in famiglia durante le festività primaverili, complici gli allestimenti in località Bau Arrexini, attrezzata per i picnic all’aria aperta. Se “sa pippia” non trova la pace, almeno nell’immaginario collettivo, è anche perché i Sette Fratelli hanno da sempre la fama di luogo sacro e al contempo maledetto. Temuti e amati, i granitici protettori del sud-est della Sardegna sarebbero, infatti, la rappresentazione terrena del Grande Carro (l’Orsa Maggiore), ma anche il risultato di un grandissimo peccato. Secondo una delle tante leggende che vedono protagonista il complesso montuoso, i Sette Fratelli sarebbero i corpi pietrificati dei primissimi abitanti dell’universo, puniti dal vento per aver rubato ad una vecchina tutti i suoi covoni di grano.



#cinguettii tecnologici a cura di Marco Cau

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IRENE LOCHE “Fare musica è una scelta coraggiosa. Quello che suono rispecchia ciò che sono nella vita”

di SALVATORE STELLA Classe 1992, chitarrista, cantante e compositrice: Irene Loche, cuore blues, continua ad intraprendere un percorso di crescita musicale costante, affascinante e totalmente originale. Quanto è complicato, specie in questo periodo, scegliere la musica come strada lavorativa? È una scelta coraggiosa, e non solo per chi sceglie la musica, ma per chiunque voglia seguire se stesso e la propria passione. Tuttavia, nonostante le difficoltà del caso e il poco lavoro, credo fermamente che sia l’investimento più importante, duraturo e funzionale che si possa fare. La musica qui e oggi è strattonata e “vestita” di un gusto che più che per comunicare o piacere serve per apparire, e non funzionerà mai, non per sempre. Nel mondo sta accadendo di tutto, le persone hanno bisogno di sentirsi veramente coinvolte e considerate e sta crescendo sempre di più la necessità di esprimere se stessi e di confrontarsi con gli altri.

Quando hai capito che la chitarra sarebbe stata la tua fedele alleata per la vita? L’ho capito da subito. Non ho idea del perché, sebbene sia cresciuta in un ambiente pieno di musica nessuno mai mi ha “forzato” a suonare o ad ascoltare i dischi. Quando ero bambina ero sempre in un mondo tutto mio, giocavo e fantasticavo quasi come se vivessi un film e la chitarra ha dato colore a queste immagini. In seguito mi ha dato la possibilità di raccontare ciò che pensavo o che vivevo. Lei è sempre stata con me. Quale band o quale artista ascoltavi durante la tua adolescenza? Esiste un artista che ha cambiato la tua visione della vita e dato una scossa per intraprendere il tuo percorso musicale? Quando ero adolescente ascoltavo di tutto e tuttora è così. Ho sempre avuto (per fortuna) la mente aperta e molte cose che anni fa non apprezzavo le ho riscoperte oggi con altri occhi. Principalmente sono cresciuta con il soul, rhythm and blues, swing e tanto Battisti. Ho passato ore e notti ascoltando

musica di qualsiasi tipo, ero completamente coinvolta. Poi venne il blues e da lì un tassello si mise al suo posto. Il tuo è un blues carico di energia, ma allo stesso tempo aggraziato e delicato: ci puoi spiegare questa sorta di contrasto? Quello che suono è esattamente ciò che sono nella vita. Sono una persona timida ma allo stesso tempo determinata. Alcuni direbbero che sono dolce, altri direbbero che sono burbera. Ho i miei contrasti belli forti e credo che si senta anche quando suono. Hai suonato sia in una band, sia da solista: quali sono le differenze d’approccio al pubblico in un concerto live? Le differenze nascono dalla cosa più semplice: la responsabilità nel suonare in una band è dare rispetto e fiducia alle persone con cui suoni e così anche il coinvolgimento del pubblico cambia. Quando si è da soli, ovviamente, si è più esposti: in questo caso bisogna cercare di condividere se stessi al massimo e coinvolgere chi ascolta. Ascoltando molto attentamente

il tuo disco “Garden of Lotus”, si nota un carattere molto pacato e riflessivo, una sorta di inno alla meditazione. Non manca però la carica e la grinta da rockstar: ti senti un’artista completa sotto questo punto di vista? Assolutamente no, dall’uscita del disco ad oggi ho scritto tanti altri brani e sono cambiata tantissimo. Le esperienze segnano e si fanno sentire anche e soprattutto in musica, e penso sia giusto così. Molti artisti che amo hanno fatto dischi bellissimi e diversi gli uni dagli altri e penso sia un modo sincero di fare musica. Tutti quanti cambiamo. Quali sono i progetti per il tuo futuro? Cosa consiglieresti a chi coltiva la tua stessa passione, ma non ha il coraggio o il carattere per metterla in atto? L’America è da mesi il mio pensiero quotidiano e so che sarà un’esperienza importante. Sto lavorando al nuovo disco e da qui a gennaio conto di girare e suonare tanto. Il mio consiglio? Prendete in mano il vostro cuore, stringetelo forte e perseguite voi stessi, sempre.


Quel viaggio attraverso l’Europa che, nel corso dell’Ottocento, i giovani intraprendevano per conoscere il mondo, lo proponiamo qui lungo il Bel Paese, alla scoperta delle nostre Regioni d’Italia.

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VIAGGIO IN ITALIA Da sinistra: la Torre di Pisa, il Ponte Vecchio di Firenze e Piazza del Campo a Siena

di DANIELE DETTORI

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uesto mese vi portiamo là dove arte e tecnica si sono fuse e diffuse grazie al genio di uomini resi immortali dalle loro creazioni. La Toscana è considerata la patria dell’Umanesimo e del Rinascimento, due correnti che hanno inciso profondamente sulla storia del mondo e hanno regalato a questa Regione, vicende storiche, artistiche, politiche ed economiche tra le più ricche del nostro Paese. Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Con queste parole di Lorenzo de’ Medici entriamo nella magnifica (è proprio il caso di dirlo) città di Firenze. Un reticolo di vie antiche e spaziose accoglie i visitatori e in ogni angolo si possono respirare storia, arte e anche contemporaneità grazie ai brand globali più famosi che su questi lastricati hanno aperto i propri punti vendita a misura di turista. Il centro storico fiorentino è una vera chicca, percorribile a piedi in un tracciato ideale che va dalla Cattedrale di Santa Maria del

Fiore, con la celebre Cupola del Brunelleschi, a Piazza della Signoria con il suo Palazzo Vecchio e la copia del David di Michelangelo. Da qui si può proseguire ancora verso gli Uffizi, attraversare il Corridoio del Vasari, percorrere il suggestivo Ponte Vecchio e scendere verso i complessi di Palazzo Guicciardini, Palazzo Pitti e ancora oltre, fino al maestoso Giardino di Boboli. Qui natura e arte si fondono in un sapiente intreccio di verdi distese, viali alberati, strutture museali e statue dal simbolismo ermetico tutto da scoprire. E se avesse ragione lei? Ci spostiamo da Firenze a Pisa e sembra quasi di sentire Walter Valdi che si pone questa domanda sulla celebre torre. In quella che fino al quindicesimo secolo era una fra le maggiori Repubbliche marinare, Piazza dei Miracoli è la principale attrazione. Forse non tutti sanno che fu Gabriele d’Annunzio a definire “miracoli” le strutture e i monumenti che la completano, e a lui si deve questo celebre nome. Qui si possono visitare la Cattedrale di Santa Maria

TOSCANA Assunta, il Battistero dalla forma circolare, il Camposanto monumentale e, immancabilmente, la Torre di Pisa. Divenuta uno dei simboli dell’Italia nel mondo, la torre costituisce in realtà il campanile della Cattedrale, seppure distaccato dalla struttura madre. Di paternità incerta per quanto riguarda l’architetto che la progettò, i lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1173 e durarono circa duecento anni. Un cedimento del terreno argilloso ne provocò la caratteristica pendenza che, nel tempo, ha dato il suo bel daffare a ingegneri e progettisti al fine di curarne la salvaguardia e la stabilità. Dal 1987, l’intera piazza è considerata Patrimonio dell’Umanità UNESCO. …e le contrade con corni, tamburi, trombe e stendardi. Poco meno di un paio d’ore d’auto e dalla cornice pisana ci si ritrova in quel di Siena. Passeggiamo tra i vicoli della città medievale che ha conservato intatto tutto il suo fascino. Siena è anche conosciuta come la “città di mattoni” per le sue costruzioni

spesso realizzate con quel particolare colore rosso, Terra di Siena appunto. Una delle più accese rivali della Firenze antica, questa città sorge tutta intorno al suo fulcro che è Piazza del Campo. Almeno una volta e virtualmente ci siamo stati tutti: chi non ha mai visto, alla tv, le immagini del celebre Palio? Ebbene: alla corsa, che si svolge all’interno della piazza trasformata per l’occasione in un’arena, partecipano le diciassette contrade nelle quali anticamente era divisa la città. Il Palio si corre tradizionalmente nei mesi di luglio e agosto. Da gustare. Vi consigliamo di provare i fragranti panigacci. Si tratta di pani tipici, senza lievito, ottimi con olio, salumi, formaggi o Nutella. Tra i formaggi, il pecorino di Pienza merita senz’altro un posto d’onore sulla vostra tavola, così come le celebri pappardelle: un tipo di pasta all’uovo di larghezza maggiore rispetto alle tagliatelle e ottima con il ragù. Irrinunciabile per gli amanti della carne è la classica fiorentina così come un Chianti rosso lo è per chi apprezza il buon vino.


TOPONIMI SARDI ALLA SCOPERTA DEI NOMI PIÙ STRANI

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di MARCO SCARAMELLA

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nche se la toponomastica, a prima vista, non sembra essere una materia troppo emozionante, in alcuni casi può riservare delle sorprese, come testimoniano i nomi di alcuni comuni sparsi per tutto il territorio italiano: Altolà (in Emilia Romagna), Strangolagalli (nel Lazio) e Fiumelatte (in Lombardia) sono solo alcuni dei paesi italiani con i nomi più strani. La cosa interessante è che i nomi dei luoghi, nascondono dietro di sé le testimonianze di vicende storiche, o legate al territorio. Chissà quale stravagante storia si cela dietro al paese di Belsedere (in Toscana)! Ovviamente la Sardegna non è da meno, essendo ricca di toponimi particolari ed evocativi, che nascondono espressioni antiche ed affascinanti. Grazie agli studi del professor Massimo Pittau, dell’Università di Sassari, è stato possibile scoprirne il significato. Ecco alcuni curiosi esempi. Barumini è un comune nella provincia del Sud Sardegna, famoso per l’importante sito

di Su Nuraxi. È probabile che questo toponimo derivi dall’aggettivo greco “barumenis”, che significa collerico, vendicativo. Queste caratteristiche, identificavano la dea venerata nel tempio di Su Nuraxi a tal punto da esserne diventate il nome. Il culto di Barumenis si è, probabilmente, protratto fino all’avvento del cristianesimo. Esiste una fontana a Sorso, capace di far diventare pazzo chiunque ne beva l’acqua. La fontana della Billellera. Questa leggenda, da sempre fonte di goliardico sfottò verso i sorsesi, deriverebbe dalla presenza della pianta dell’elleboro, presso la fontana. Questa pianta, che secondo le antiche credenze era capace di causare la pazzia, avrebbe contaminato le acque. Un’altra spiegazione del toponimo invece deriverebbe dall’espressione sorsese “l’eba di l’ellara”, ovvero fonte dell’edera, pianta anch’essa presente nei pressi della fontana. Bonaria è il santuario di Cagliari dedicato alla Madonna. A quanto pare, il significato che siamo abituati ad attribuirgli (buona aria), sarebbe errato. Pare che l’antica deno-

minazione del luogo fosse “Bagnaria”, appellativo di origine pisana e derivante dal latino “balnearia”, che si riferiva alla presenza di bagni pubblici. Nella zona, infatti, sono stati rinvenuti i resti di antiche terme romane. Tornando nel territorio sassarese, un altro toponimo che attira l’attenzione è Buddi Buddi, quella zona dove passa la strada che collega Sassari a Platamona. Il suo significato, sicuramente sconosciuto ai più giovani, significa bollisci bollisci e si riferisce alla presenza, in tempi antichi, di numerose fonti di acqua calda, che sgorgavano in abbondanza nella zona. Un comune dal nome insolito è sicuramente Lunamatrona, in provincia del Sud Sardegna. Si tratta di un nome composto, derivante dal latino e traducibile come “Luna signora” o “padrona”. Questo fa pensare che, probabilmente, il villaggio fosse anticamente dedicato alla luna. Il Monte Doglia si trova nei pressi di Alghero e domina sull’aeroporto di Fertilia. Ma come mai si chiama così? Forse perché è faticoso raggiungerne la cima? O forse perché in tempi antichi vi si recavano le donne per partorire? Niente di tutto questo. Il nome probabilmente deriva dallo spagnolo o dal catalano “Mont d’olla”, dove “olla” significa pentola o pignatta. Quindi, il nome del monte si riferisce alla sua forma che sembra una pentola a testa in giù. Un altro toponimo curioso è Mores, paese in provincia di Sassari, che per assonanza, può richiamare alla mente significati lontani da quello reale. È probabile che derivi dal latino “Amores” che significa Amorini, personificazioni del Dio Amore in forma di fanciulli alati e muniti di arco e frecce, tipici dell’epoca greca e romana, e legati a Venere. La zona di Mores era fortemente frequentata dai coloni romani che, sicuramente, hanno eretto un tempio in loro onore. Molentargius è lo stagno che si trova tra Cagliari e Quartu. Letteralmente significa “i conduttori di asini”. Questo nome deriva dal fatto che, anticamente, questa zona era trafficata da molti conduttori di asini che usavano questi animali per il trasporto del sale estratto dalle vicine saline. Queste sono solo alcune delle curiosità che nasconde la Sardegna, a dimostrazione che vale sempre la pena immergersi alla scoperta della nostra terra.


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Il dentista risponde

Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.

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Curiosità sul mondo odontoiatrico

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LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEL PAZIENTE ODONTOIATRICO

iviamo in un mondo dove il progresso tecnico e digitale corre ad una velocità sempre più alta. Non so se avete notato, ma i cellulari, i computer, le applicazioni, i software cambiano non più ogni due anni, oramai ogni sei mesi. Ancora di più, la tecnologia precedente diventa ben presto totalmente superata e obsoleta, quindi inservibile. Sono abbastanza grande da ricordarmi che per decenni ci sono state le cassette musicali per la radio e le videocassette per il televisore. Nel breve volgere di una decina di anni siamo passati ai CD, poi ai DVD e infine, ora, tutto è in streaming, senza più bisogno di alcun supporto tranne una rete wi-fi. Stesso processo avviene anche nel nostro la-

voro di odontoiatri. La strumentazione digitale ci permette di elaborare piani di trattamento sempre più precisi e dettagliati al decimo di millimetro, elaborando “bocche digitali” su cui progettare le cure in anticipo. Basti pensare ai nuovi macchinari quali gli scanner intra-orali, che in pochi secondi “catturano” l’immagine della bocca del paziente e la rimodellano sullo schermo di un computer, su cui il dentista può lavorare in collaborazione con l’odontotecnico, in modo da realizzare gli elementi finali di una protesi, di un intarsio e tanto altro. Quello di cui parleremo oggi è relativo a quanto chiesto dalla signora Lucia A., che qualche giorno fa mi ha domandato delucidazioni in merito alla precisione dei moderni

microscopi endorali che si stanno diffondendo nel nostro settore. I vantaggi di questi strumenti sono indubbi. Primo tra tutti la qualità del lavoro del dentista. Con lenti che ingrandiscono dalle 10 fino alle 25 volte la zona oggetto del trattamento, l’operatore può lavorare con una serenità e una precisione mai viste prima. Se aggiungiamo che questi microscopi hanno di norma un sistema di illuminazione bianca focalizzata che garantisce una qualità 3-4 volte superiore alla classica luce del riunito, è facile immaginare il risultato finale. Sono molti i colleghi che, dopo aver utilizzato uno di questi microscopi di ultima generazione, si sono trovati così bene da non voler più tornare indietro ai vecchi metodi. Aspetto sempre importante per il paziente, anche se in maniera indiretta, è che questi moderni microscopi permettono al dentista di rimanere sempre dritto ed eretto, evitando quelle posizioni contorte che spesso assumiamo. Miglior qualità di lavoro per noi e di concerto maggior benessere e salute per chi ci affida la sua salute. Da un punto di vista tecnico il microscopio odontoiatrico opera nei campi della conservativa e nell’endodonzia, ovvero quando interveniamo per salvare i denti affetti da carie, e della protesi e della chirurgia minimamente invasiva, per ottenere delle riabilitazioni ottimali. La sua precisione garantisce cure migliori, riducendo il rischio di perdere di vista qualunque dettaglio piccolo ma importante. Infatti ci permette di operare alla perfezione, non trascurando le minuscole sfumature che portano al successo non solo la riabilitazione di per sé, ma soprattutto la bellezza finale dell’intervento. Insomma, uno strumento a tutto tondo, perfetta espressione di quel tipo di tecnologia messa a disposizione del miglioramento della qualità della vita degli esseri umani. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.

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Per la barba di Enrico a cura di Henry Beard

Enrico Salis alias Henry Beard è un social media influencer, blogger, modello barbuto e personal shopper, testimonial di molti brand importanti. Un esteta esperto di stile e di tutto ciò che riguarda il lifestyle del gentleman.

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ari amici e lettori in questo numero trattiamo l’argomento di cui mi capita più frequentemente di parlare da oltre quattro anni a questa parte, la cura della barba. Le domande son sempre le stesse, abbastanza ovvie e neanche così stupide tutto sommato, “Ma non hai caldo con la barba?”, “Non ti dà prurito?”, ecc… Devo esser franco, no non mi dà caldo perché in realtà è un po’come un filtro per il viso, percepisco molto più caldo e fastidio con i capelli lunghi, per questo tengo sempre la coda. Mi dà fastidio solo ed esclusivamente quando, durante o dopo una giornata di lavoro, la barba non rimane pettinata ed ordinata, dove polvere e sudore la sporcano rapidamente. Il caldo estivo non giova di sicuro a suo favore, ma aimè, c’è ben poco da fare. Premesso che quando un uomo decide di farsela crescere è fondamentale che se ne prenda cura, altrimenti il suo aspetto apparirà trasandato e poco ordinato, non gradevole. Dando per scontato che siate tutti degli amanti del volto irsuto, vediamo cosa dovrete fare ed in che modo curare la vostra barba. La prima cosa che non deve assolutamente mancare è la passione, la dedizione quotidiana e cura verso voi stessi. In primis dovrete acquistare i prodotti giusti, è fondamentale avere uno shampoo, un balsamo ed un olio, prodotti acquistabilissimi su internet, avete l’imbarazzo della scelta, tra fragranze e merchandising. Questi sono i fondamentali che non possono mancare, il primo per il lavaggio, sia dentro la doccia che nel semplice lavandino, il secondo per dare morbi-

BEARD CARE

La cura della barba dezza ed il terzo per mantenere lucente e vivo il pelo. Le barbe non sono tutte uguali, la genetica conta tanto, un po’ come per tutto, chi ha un pelo liscio e chi quello riccio ma, a prescindere da ciò e, a differenza dei capelli, non avete bisogno di specifici prodotti a seconda del tipo di barba per cui la scelta sarà semplice e rapida. Fate attenzione ai prodotti però, devono essere a norma di legge e mantenere tutte le caratteristiche per non irritare la pelle, ogni prodotto è a contatto col viso per cui se avete

una pelle particolarmente sensibile e suscettibile alle irritazioni è bene farvi consigliare da uno specialista, in questo caso non fate di testa vostra. Bene, acquistati quelli che si avvicinano e rispecchiamo i vostri gusti per fragranza, ora è il momento di usarli, non occorrono quantità eccessive, tutt’altro basta davvero poco. Come per il trattamento dei capelli anche la barba non va lavata ogni giorno proprio perché, più che per il pelo, rischiate di irritare la pelle con conseguenze fastidiose quali

perdita dei peli, prurito ed irritabilità del bulbo pilifero. Siate cauti e moderati. Il lavaggio non richiede particolari movimenti o attenzioni, bagnate abbondantemente la barba, versate il quantitativo di un’unghia sul palmo della mano e massaggiate delicatamente, non risciacquate immediatamente ma dopo un paio di minuti. Per il balsamo idem come sopra, basta una puntina ben distribuita, non dovete risciacquarla. Quando andrete ad asciugare non mettete l’olio, avete già il balsamo che sta agendo per farla ammorbidire, usate una spazzola a setole larghe, se ne trovano di specifiche ed anche molto carine in legno, evitate così di tirare i peli intrecciati e di irritare la pelle. Usate l’olio in quantità moderatissime, hanno tutti un dosatore contagocce, son sufficienti dalle 3 alle 6 gocce a seconda della lunghezza della vostra barba. Versate il quantitativo sul palmo della mano e sfregatelo sull’altro, dopodiché dovete accarezzare la barba, con un gesto di pettinatura manuale, senza arrivare alla pelle. L’olio deve rimanere solo sulla barba. Questi sono i fondamentali per una barba perfetta, per ciò che concerne invece il taglio e lo stile io vi consiglio di affidarvi esclusivamente ad un bravo barbiere. Prendetevi un’oretta di tempo e lasciatevi coccolare tra massaggi mandibolari e panni caldi, credetemi ne vale la pena ed imparerete tantissimo sulla cura della vostra barba per quando vi troverete a casa da soli. Per qualsiasi altra curiosità o informazione scrivetemi: enrico.salis@hotmail.it


24 S&H MAGAZINE

PRIMI PASSI PER LA NUOVA DINAMO SASSARI Fitto programma di impegni precampionato in vista della nuova stagione

di ERIKA GALLIZZI. Foto LUIGI CANU

È

ufficialmente iniziata la nuova stagione della Dinamo Banco di Sardegna Sassari. La squadra biancoblù, guidata da coach Vincenzo Esposito, è partita mercoledì 22 agosto alla volta del Geovillage Sport Wellness & Convention Resort di Olbia per il ritiro precampionato, in preparazione della sua nona stagione nella Serie A di basket e della nuova avventura in Europa che, come noto, quest’anno sarà nella Fiba Europe Cup e prenderà il via con il Qualification Round ai primi di ottobre. Prima di raduno e ritiro, però, la società sassarese ha completato il roster con i due “tas-

selli” mancanti, l’ala forte Rashawn Thomas ed il giovane lungo, senegalese ma di passaporto italiano, Ousmane Diop. Thomas, rookie ventiquattrenne da Oklahoma City, è un giocatore piuttosto atletico e reattivo, abile nel tiro piazzato e nelle giocate fronte a canestro. Diop, classe 2000 e nativo di Roufisque, che ha firmato con la Dinamo un contratto quadriennale, mostra invece anche buone doti spalle a canestro e viene considerato uno dei migliori prospetti in Italia; arriva da una stagione a Udine, nel girone Est della A2, dove ha fatto registrare medie di 6.1 punti e 5 rimbalzi a partita. Per il ritiro olbiese è partito anche il giovanissimo classe 2000, del vivaio sassarese,

Marco Antonio Re, aggregato alla prima squadra. La Dinamo, che verrà presentata ai tifosi giovedì 6 settembre a Sassari in Piazza Santa Caterina, osserverà ora un fitto calendario di tornei e amichevoli precampionato (fissato di recente un nuovo match, domenica 23 settembre a La Spezia, contro Pesaro, il cui ricavato verrà devoluto agli sfollati di Genova, in seguito al crollo del Ponte Morandi), prima di tuffarsi negli impegni ufficiali. In realtà, ha già iniziato a giocare, nel Torneo Air Italy disputato ad Olbia, con Avellino, Ludwigsburg e Virtus Bologna, nel primo weekend di settembre. I biancoblù hanno vinto il trofeo, battendo nella prima partita il Ludwigsburg


shmag.it 25

(78-68), grazie ad un ottimo terzo quarto che ha girato l’inerzia del match, dopo un primo tempo contratto e sofferto, ed Avellino in finale (90-60), in una gara decisamente migliore, dominata dalla Dinamo fin dalle prime battute, nonostante un pericoloso passaggio a vuoto in avvio di terzo quarto. La Serie A, lo scorso anno, aveva visto l’Olimpia Milano festeggiare il proprio ventottesimo scudetto e aveva, invece, salutato l’Orlandina di Capo d’Orlando, retrocessa nella categoria inferiore. La new entry di quest’anno è l’Alma Trieste, tornata nella massima serie dopo 14 anni di assenza ed in seguito ad un ottimo campionato in A2. Quest’anno, invece, le promozioni dalla serie cadetta saranno ben tre, per consentire l’allargamento della Serie A a 18 squadre, previsto l’anno prossimo dalla riforma dei campionati. La retrocessione rimarrà una. Il campionato partirà ufficialmente il 7 ottobre, con la Dinamo che farà il proprio esordio in trasferta, a domicilio di quella Grissin Bon Reggio Emilia che rievoca i meravigliosi ricordi del primo e unico scudetto della storia biancoblù e di sfide combattute dall’alto tasso agonistico. Il campionato osserverà, quest’anno, due turni di stop, domenica 2 dicembre e domenica 24 febbraio 2019, per le finestre delle Nazionali impegnate nelle qua-

lificazioni ai Mondiali di Cina 2019. Per quanto riguarda, invece, le altre competizioni nazionali, la Supercoppa Italiana si disputerà al PalaLeonessa di Brescia il 29 e 30 settembre, con la partecipazione di Brescia, Torino, Milano e Trento, finaliste di campionato e Coppa Italia dello scorso anno; la Final Eight di Coppa Italia, invece, si giocherà a Firenze dal 14 al 17 febbraio 2019, con la partecipazione, come di consueto, delle prime otto classificate al termine del girone di andata della Serie A. Capitolo Fiba Europe Cup: il sorteggio ha decretato l’avversaria del Banco nel secondo Qualification Round. Sarà il Benfica, ovvero il club più prestigioso e titolato del Portogallo. La prima sfida è in programma al PalaSerradimigni il 3 ottobre, con la palla a due alzata alle ore 20:30, mentre la seconda sarà a Lisbona il 10 ottobre. La vincente di questo turno entrerà nel gruppo H, dove la attendono gli ungheresi di Szolnoki Olaj e Falco Szombathely, insieme ai campioni d’Inghilterra del Leicester Riders, qualora questi ultimi venissero eliminati dai Qualification Round della Basketball Champions League (se proseguissero il proprio cammino nella coppa più importante, nel gruppo H della Europe Cup verrebbe “ripescata” una delle squadre perdenti il turno preliminare).

Terran Petteway


26 S&H MAGAZINE

inSardegna... I migliori eventi del mese

7-8 SETTEMBRE. Enrico Brignano “Enricomincio da Me Unplugged”

9 SETTEMBRE. “20 Años Tour”, concerto degli Jarabe de Palo

15 SETTEMBRE. Concerto Paola Turci “Il secondo cuore tour”

Dal 1° all’8 SETTEMBRE: Sant'Anna Arresi in Piazza del Nuraghe. XXXIII edizione "Ai confini tra Sardegna e jazz". 6 SETTEMBRE: Alghero al chiostro di San Francesco, ore 21:30. V edizione festival “Més a prop”, encontres amb l’art, la paraula i la música: Rossella Faa in concerto. Dal 6 al 9 SETTEMBRE: Alghero al Lido di S. Giovanni. Euro Beach Soccer League Superfinal – Sardinia 2018. 7 SETTEMBRE: Cagliari all'Exma, dalle ore 18:30. I edizione del Festival "Settembre Divino - Vino Arte Sapori". Sanluri al Polo culturale degli Scolopi, ore 19:00. II edizione di “Sanlurilegge”: Walter Veltroni presenta il suo ultimo romanzo “Quando” (Rizzoli). Sassari al PalaSerradimigni, ore 21:00. “Enricomincio da Me Unplugged” spettacolo di Enrico Brignano. Isola dell'Asinara a Cala Reale, ore 20:00. "NeonElio" concerto di Elio con i Tenores di Neoneli. Riola Sardo al Parco dei Suoni, ore 21:00. “40 anni in blues”, concerto di Alex Britti. Cabras all’Anfiteatro di Tharros, ore 21:00. "I Shardana, gli uomini dei nuraghi", dramma musicale in tre atti, testo e musica di Ennio Porrino. Cuglieri in Piazza, ore 21:00. Concerto di Beppe Dettori. Bonorva in Piazza Ospedale Manai, ore 21:30. “Tutta la Vita - Tour 55”, concerto dei Nomadi. Usini in Piazza Europa, ore 22:00. “Girotondo Live”, concerto di Giusy Ferreri. Uta in Piazza Santa Maria, ore 22:00. Concerto dei Tazenda “Ammajos tour”. Villamar in Piazza, ore 22:00. Concerto degli Istentales. 8 SETTEMBRE: Porto Torres nel Corso Vittorio Emanuele e in via Sassari, dalle ore 19:30. “La notte colorata”, spettacoli, musica e shopping sotto le stelle. Cagliari all’Arena in Fiera, ore 21:00. “Enricomincio da Me Unplugged” spettacolo di Enrico Brignano. Cabras all’Anfiteatro di Tharros, ore 21:00. "NeonElio" concerto di Elio con i Tenores di Neoneli. Sant’Antioco all’Arena Fenicia, ore 21:00. “Arena Fenicia Festival 2018”: “Paradise Lost Live Tour”, concerto di Gemitaiz. Bari Sardo in Piazza, ore 21:00. Concerto di Antonella Ruggiero. Quartu Sant’Elena in Piazza, ore 21:00. Concerto di Beppe Dettori. Luogosanto in Piazza Incoronazione, ore 21:00. “Girotondo Live”, concerto di Giusy Ferreri. Uta in Piazza Santa Maria, ore 21:30. “40 anni in blues”, concerto di Alex Britti. Stintino in Piazza dei 45, ore 22:00. Concerto di Dodi Battaglia. Tergu in Viale dei Benedettini, ore 22:00. Concerto dei Tazenda “Ammajos tour”. Porto Cervo nella Piazzetta Centrale, ore 22:00. Concerto di Sergio Caputo. Burcei in Piazza, ore 22:00. Concerto degli Istentales. Thiesi in Viale Repubblica, ore 22:30. “La vita che si ama Tour”, concerto di Roberto Vecchioni. 8-9 SETTEMBRE: Oliena. 23ª edizione di Autunno in Barbagia - “Amore ‘e Coro”.

9 SETTEMBRE: Sarroch a Villa Siotto, ore 21:00. "NeonElio" concerto di Elio con i Tenores di Neoneli. Oschiri in Piazza, ore 22:00. “20 Años Tour”, concerto degli Jarabe de Palo. Sanluri-Stato in Piazza, ore 22:00. Concerto di Beppe Dettori. Pompu in Piazza, ore 22:00. Concerto degli Istentales. Dall’11 al 16 SETTEMBRE: Carloforte. XII edizione del festival di musica per cinema “Creuza de Mà”. 14 SETTEMBRE: Sanluri al Castello Giudicale, ore 19:00. II edizione di “Sanlurilegge”: Vanessa Roggeri presenta il libro “La cercatrice di corallo” (Garzanti). Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. “OJS plays Paolo Fresu”, concerto Orchestra Jazz della Sardegna e Paolo Fresu. Sassari al Lido Titanic di Platamona, ore 21:00. Concerto di Beppe Dettori. Arzachena in Piazza Risorgimento, ore 22:30. “Get Far - The Radio” dj Fargetta. 15 SETTEMBRE: Alghero al chiostro di San Francesco, ore 21:30. V edizione festival “Més a prop”, encontres amb l’art, la paraula i la música: Gema 4 in concerto, ospite Franca Masu. Arzachena in Piazza Risorgimento, ore 21:30. “Amiche Sì Summer Tour 2018” concerto di Loredana Bertè. Monti all’Anfiteatro Comunale, ore 22:00. “Girotondo Live”, concerto di Giusy Ferreri. Calangianus in Piazza del Popolo, ore 22:00. “Il secondo cuore tour”, concerto di Paola Turci. Ozieri in Piazza Garibaldi, ore 22:00. “Non è un caso se... Tour”, concerto dei Dear Jack; a seguire Gabry Ponte live. 15-16 SETTEMBRE: Dorgali e Sarule. 23ª edizione di Autunno in Barbagia - “Amore ‘e Coro”. Sennori. 21ª edizione del festival internazionale di arte in strada "Girovagando". 16 SETTEMBRE: Cardedu in Piazza, ore 21:00. Concerto di Beppe Dettori. 17 SETTEMBRE: Decimoputzu in Piazza San Basilio, ore 22:00. Concerto di Valerio Scanu. Gairo in Piazza, ore 22:00. Concerto dei Collage. Dal 19 al 22 SETTEMBRE: Santa Teresa Gallura. V edizione “Life After Oil” International Film Festival. Dal 20 al 23 SETTEMBRE: Sassari. 21ª edizione del festival internazionale di arte in strada "Girovagando". 22 SETTEMBRE: Sanluri al Castello Giudicale, ore 19:00. II edizione di “Sanlurilegge”: Fabio Stassi presenta il suo ultimo romanzo “Ogni coincidenza ha un'anima” (Sellerio). Sinnai in Piazza, ore 22:00. Concerto di Danilo Sacco. 22-23 SETTEMBRE: Austis e Orani. 23ª edizione di Autunno in Barbagia - “Amore ‘e Coro”. 23 SETTEMBRE: Domusnovas al Parco Scarzella, ore 22:00. Concerto dei Tazenda “Ammajos tour”. Dal 24 al 30 SETTEMBRE: Villacidro. XXXIII edizione del premio “Giuseppe Dessì”.

Dal 27 al 30 SETTEMBRE: Florinas. IX edizione di "Florinas in giallo. L’isola dei misteri": “A balla e istoccadas”. Cagliari all’Ex Manifatture Tabacchi. XXI edizione di “Forma e poesia nel jazz Energia Primordiale". Dal 28 SETTEMBRE al 7 OTTOBRE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione lirica e di balletto 2018: “Il Barbiere di Siviglia”, melodramma buffo in due atti, regia, scene, costumi e luci Denis Krief. 29 SETTEMBRE: Cagliari al Teatro La Vetreria, ore 18:00. “Parallel Coast Festival”. Seulo in Piazza, ore 22:00. Concerto di Fiordaliso. Sant'Antonio di Gallura in Piazza, ore 22:00. Concerto di Massimo Di Cataldo. 29-30 SETTEMBRE: Lula e Tonara. 23ª edizione di Autunno in Barbagia - “Amore ‘e Coro”.

Mostre Fino al 22 SETTEMBRE: Porto Cervo al Conference Center, ore 10:00-12:00 - 17:30-21:30. Mostra “Salvador Dalí e la Divina Commedia”. Fino al 30 SETTEMBRE: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:0014:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Goya, Il segreto calligrafico”. Cagliari al Museo archeologico, ore 9:00-20:00, chiuso lunedì. Mostra “Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei”. Cagliari al SEARCH, ore 9:00-20:00. Mostra fotografica “La Sardegna sotterranea”. Nuoro al Museo del Costume, ore 10:00-13:00 - 15:00-20:00, chiuso lunedì. Mostra “Max Leopold Wagner – Fotografie della Sardegna di un linguista antropologo”. Fino al 14 OTTOBRE: Olbia al Museo Archeologico, ore 10:00-13:00 / 17:00-20:00, chiuso lunedì e martedì. Mostra “Fellini tra sogno, magia e realtà”. Fino al 21 OTTOBRE: Nuoro al MAN, ore 10:0020:00, chiuso lunedì. Mostra “La Bohème - Henri de Toulouse-Lautrec e i maestri di Montmartre”. Fino al 31 DICEMBRE: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-20:00. Mostra “Nuragica”, il più sorprendente viaggio nel tempo tra ricostruzioni e realtà virtuale. Fino al 28 FEBBRAIO 2019: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:00-14:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Carlo Alberto archeologo in Sardegna - Gli idoli bugiardi”. Fino al 28 APRILE 2019: Alghero nel complesso “Lo Quarter”, ore 11:00-13:00 / 17:00-23:00. Mostra “Nuragici, un territorio, un’Isola, il Mediterraneo”.

Per segnalarci un evento scrivi a eventi@shmag.it


shmag.it 27

Dillo a foto tue La Sardegna in #hashtag C’è un nuovo modo di fare turismo e di essere turista, a chilometro e costo zero, – anzi 2.0! – che non conoscerà mai crisi! Instagram è ormai diventata la vetrina più efficace e forse adatta alla valorizzazione della Sardegna, e i like parlano chiaro! Raccontaci con le tue foto la Sardegna in tutte le sue sfaccettature taggando il nostro profilo Instagram @sehmagazine e inserendo l'hashtag #shmag all’interno della didascalia con una breve descrizione. Ogni mese pubblicheremo le 4 foto più belle. @ila7777. $Cala Domestica, Buggerru

“Ed è così, ogni volta ci lascia senza parole!”. Ilaria

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“Riflessi e colori”. Natascia Curreli

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“Cella Temporalesca alla Foradada”. Viviano Tedde

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“Corteo Medievale ad Iglesias”. Andrea Cogoni


28 S&H MAGAZINE

Un caffè o un pasto veloce! SA SSA R I Bar Capital

Snack Bar.Ristorante

Via Mosca, 19.  392/9701310 Bidda Bar

Wine Bar.Birreria

Piazza d’Italia, 7.  338/7684283 Cafè Set

Snack Bar.Ristorante

Via Roma, 4.  340/4060745.  Nessuno Caffè Azuni

Snack Bar

Viale Mancini, 13.  347/2389999.  Nessuno Caffè Lounge P

Snack Bar.Ristorante

Galleria Tanit.  079/262519.  Nessuno

Caffetteria

Via Tempio, 39/f.  331/9807282

Caffè Mokador di Monserràt

Snack Bar.Ristorante

Galleria Monserràt.  079/219182.  Nessuno Caffè Theoria

Selfie Caffè Shardana

Snack Bar.Birreria

Via Asproni, 6/a.  328/2679594

Snack Bar.Lunch Restaurant

Via Roma, 170.  079/270424 - 366/5446897.  Domenica Caffetteria Moriondo

Caffetteria.Ristorante

Solin

Snack Bar.Ristorante

Via Vardabasso, 5/b.  079/280953.  Nessuno

Via Torino, 12/A.  Domenica Carletto Cafè City Caffè

Snack Bar.Ristorante

Via Zanfarino, 30.  079/275975.  Domenica E Allora?!

Snack Bar.Ristorante

Via Verona, 31.  079/275394.  Nessuno Family Cafè

ALGH ERO

Caffetteria.Snack Bar

Via Alghero, 69.  Domenica

Snack Bar.Tabacchi.Ricevitoria

Via Carbonazzi, 18.  079/274247.  Domenica  Lotto, Totocalcio, Superenalotto, Totip Funky Stuff

7000 Caffè

Snack Bar.Pranzi Veloci

Via XX Settembre, 94.  Domenica sera Alguer Caffè

Snack Bar.Gelateria

Via Don Minzoni, 4.  079/5622648.  Nessuno Cafè Latino

Snack Bar

Bastioni Magellano, 10.  079/976541.  Nessuno Cyrano

Caffetteria.Focacceria

Wine Bar.Libreria

Via Vittorio Emanuele II, 11.  079/9738303.  Domenica

Via Tempio, 7/b.  340/8522748.  Domenica.  Live music

Il Milese

Havana

Via Garibaldi, 11.  079/952419.  Martedì

Caffetteria.Cocktail Bar

Via Usai, 31.  340/1793656.  Domenica Il Caimano Distratto

La Pantera Rosa Cafè Cocktail Bar.Live Music

Piazza Tola, 9.  079/6018742.  Nessuno

Snack Bar

Via Asfodelo, 9.  348/1445906.  Domenica Maracaibo

Jro Caffè

Snack Bar.Tabacchi

Via Carlo Fadda, 14.  079/2857065.  Nessuno La Catrina Mini Pub

Snack Bar.Pub

Snack Bar

Via Walter Pasella, 20/a - Li Punti.  347/4095845.  Domenica Snack Bar.Ristorante

Viale San Pietro, 27.  331/4490233.  Nessuno

Snack Bar.Ristorante.Pizzeria

Via XX Settembre, 2/4.  346/5944925.  Nessuno.  Live music

P ORTO TORRES

Via Matteotti, 43/a.  342/9404621.  Domenica New Life Cafè

Cocktail Bar

Via Lido, 15.  349/1707383.  Nessuno.  Live music Orange

Mexican Bar

Viale Umberto I, 106.  348/8856886

Royal Art Caffè

Snack Bar.Focacceria

Bar Galleria

Snack Bar

Via Sassari, 61.  079/9145349.  Domenica Cristallo

Snack Bar.Pasticceria

P.zza XX Settembre, 12/14.  079/514909.  Lun sera.  Live music


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Sassari . Viale San Pietro 27 Tel. 331 4490233 Falò Cafè

Snack Bar.Ristorante

Speed Date

Ristorante.Pizzeria.Snack Bar

Predda Niedda Strada 8.  079/262520.  Nessuno

Via Mare, 12.  079/5902793.  Domenica Gold Bar

Cocktail Bar

St. Joseph Pub

Pub.Pizzeria.Paninoteca

Via Asproni, 20/22.  079/272455.  Nessuno

Piazza Garibaldi, 11.  346/0900514.  Nessuno

Tritus

Buena Vista Cafè

Snack Bar

A LG HER O

Via Cottoni - Sennori.  079/362273.  Lunedì Cafè Cattari

Ristorante.Pizzeria

Via Asproni, 2.  079/274052.  Nessuno

S E NN O R I & S O R S O

Caffetteria

Al Refettorio

Ristorante

Via Marina, 37 - Sorso.  079/3055088.  Lunedì

Vicolo Adami, 47.  079/9731126.  Nessuno

Ibiscus Cafè

Al Vecchio Mulino

Snack Bar.Paninoteca

New Zanzibar

Ristorante.Pizzeria

Via Don De Roma, 3.  079/977254

Via Cottoni, 17 - Sennori.  079/361512.  Nessuno Snack Bar

Bontà Sarda

Ristorante.Pizzeria

Via Don Minzoni, 183.  079/984860.  Consegna domicilio

Via Roma Superiore, 164 - Sennori.  349/7274524

Da Bruno

Dove mangiamo? SASSARI Bakkus

Corso Angioy, 6.  079/230448.  Nessuno Ristorante

Via Usai, 8.  079/4816373.  Domenica

Hot Ciccia

Ristorante

Via Eleonora D’Arborea, 12.  079/9739239 - 340/7193041 Pizzeria.Paninoteca

Via Diez, 60.  079/986225.  Mer.  Consegna domicilio Il Pavone

Ristorante

La Botteghina

Ristorante.Pizzeria al metro

Via Principe Umberto, 63.  079/9738375.  Martedì Ristorante.Pizzeria

Via Torre Tonda, 24/26.  079/232777 - 333/8513317.  Nessuno Bull Pizza

Pizzeria

Viale Mameli, 12.  389/0095343.  Consegna domicilio

La Lanterna

Ristorante.Pizzeria

Via Giovanni XXIII, 82/a.  079/978556.  Lunedì La Lepanto

Ristorante

Via Carlo Alberto, 135.  079/979116.  Martedì

Ristorante.Pizzeria

Via Enrico Costa, 16.  079/233528

La Pergola

Ristorante.Pizzeria

Viale I Maggio, 3.  079/950531.  Nessuno

La Gourmerì

Insalateria

Via Cagliari, 8.  079/6045543 - 392/1302898.  Sab, Dom La Perla Rosa

Ristorante.Pizzeria

Via IV Novembre, 63.  079/281255.  Mar.  Consegna domicilio La Pinta

Ristorante.Pizzeria

Via Saffi, 27.  079/236903.  Martedì.  Consegna domicilio Panefratteria

Cucina Tipica Sarda

Via Carlo Alberto, 2.  079/9330921.  Lunedì Sa Madrighe

La Saletta

Cucina Tipica Sarda

Via Kennedy, 27/b.  079/4125748 - 348/0171332.  Lunedì Le Nouveau Gourmand

Tavola Calda.Gastronomia

Via Asfodelo, 43.  079/9739506 Mami

Ristorante.Pizzeria

Via Catalogna, 4.  375/6263023.  Nessuno Miques De Mirall

Ristorante.Pizzeria.Lounge Bar

Via Manno, 14.  079/977991 - 347/5844475.  Martedì Pizzeria

Via Milano, 5.  348/1486966 San Sebastian

Ristorante.Pizzeria.Snack Bar

Piazza Civica, 23.  079/4804011.  Nessuno

Piazza Sulis, 3.  079/979584

Bella Bè Ristorantino

Il Posto

Hopera

Il Capricorno Ristorante.Pizzeria

Borgo di Torre Tonda

Ristorante.Pizzeria

S.S. S.M. La Palma - Fertilia.  079/930098.  Nessuno

Mos Tapas Restaurant

Ristorante.Taperia

Via Carducci, 3.  346/4952795 Ristorante.Pizzeria.Spaghetteria

Via Asproni, 18.  079/273749.  Gluten free Spaghettoria S’Artea

Via Arborea, 2/b.  079/4922209 - 392/7683669

Sergio’s

Pizzeria.Ristorante

Via XX settembre, 41/a.  079/983434.  Consegna domicilio Spaghetteria

Trattoria Cavour

Cucina Tipica Sarda e Marinara

Via Cavour, 110.  079/9738762 - 392/6110258.  Nessuno


 Chiusura  Informazioni aggiuntive

30 S&H MAGAZINE PO R T O T O R R ES Fainè Genovese

Faineria

Via Sassari, 100.  360/911924.  Nessuno Il Corallo 2

Ristorante.Pizzeria

Via Benedetto Croce, 2.  079/9401201 - 339/5640157.  Lun La Rosa Dei Venti

Ristorante.Pizzeria

Via Ettore Sacchi, 20.  079/502590.  Nessuno Li Lioni

Cucina Tipica Sarda

S.S. 131 km 224,4.  079/502286 - 340/5226468.  Mercoledì Pepito Pizza

Pizzeria.Paninoteca

C.so V. Emanuele, 158.  079/5048034 - 392/1880422.  Mar

S E NN O R I & S O R S O

Pizzeria Luna e Sole

Pizzeria

Via De Andrè, 19.  079/299930.  Consegna domicilio Central Pub

Ristorante.Pub

Via Roma, 158 - Sennori.  327/7625970

Refral Da Renato

Paninoteca

Qualcosa di dolce?

Ristorante

Loc. Badde Cossos - Sennori.  079/360245.  Lunedì Girasole

A LG HER O

Ristorante.Pizzeria

Via Roma Inferiore - Sennori.  347/1416411.  Mercoledì La Cantera

I Gemelli

Ristorante.Pub

Via Roma, 145 - Sennori.  349/3018347.  Martedì Sobremesa

Pizzeria Pizzeria.Paninoteca

Via Don Minzoni, 102.  079/6011160.  Pizze senza glutine La Nuova Delizia

Pizzeria

Via Goceano, 15.  079/985082.  Lun.  Consegna domicilio

Take away o domicilio SASSARI

SASSARI

Via Marconi, 132.  079/952309.  Mar.  Consegna domicilio Ichnos Express

Ristorante.Pizzeria

Via Roma, 196 - Sennori.  353/3851684

La Perla Nera

Pizzeria.Gastronomia

Via Oristano, 13/15.  079/9739132.  Consegna domicilio La Piadina del Pozzo

Piadineria.Paninoteca

Athena’s Bakery

Pagoda

Pasticceria

Via degli Astronauti, 2/b.  079/291272.  Lunedì Pasticceria Sias

Pizzeria.Paninoteca

Pizzeria.Paninoteca

ALGH ERO Azzurra

Via Napoli, 6/b.  079/2826049.  Consegna domicilio

Il Veliero

Pizzeria

Via Ciriaco Carru, 2.  079/240443.  Lun.  Consegna domicilio La Divina

Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia

Via Chiarini, 1.  389/4512350 - 324/0815157.  Consegna domicilio La Scacchiera On The Road

Pizzeria.Paninoteca

Via Veneto, 7.  079/5042012.  Nessuno.  Consegna domicilio Speedy Gonzales

Pizzeria al Taglio.Fainè

Via Rosello, 25.  079/238052.  Domenica Emiciclo Garibaldi, 7.  079/234240.  Nessuno

Gelateria

Piazza Civica, 33.  Nessuno

Pizzeria.Paninoteca

Via Libio, 75.  079/5047066.  Consegna domicilio

P ORTO TORRES Il Capriccio

SENNO R I & SO R SO Arte Pizza

Pizzeria

Via Fiorentina, 42 - Sorso.  079/350502 Harley Pizza

Pizzeria

Via Roma, 159 - Sennori.  079/362346

Gelateria.Creperia

C.so V. Emanuele, 114.  340/1844835.  Nessuno

Gastronomia.Paninoteca

Via Mazzini, 13/a.  079/235296.  Domenica Pizzeria Cocco

Gelateria Arcobaleno Pizza Loca

Pizzeria

Via Giagu, 17.  079/2829023.  Lun.  Consegna domicilio

Gelateria

Via Roma, 36.  Nessuno.  Prodotti vegan e per celiaci

PO R TO TO R R ES

Pizzeria

Via Perantoni, 1.  079/271939.  Lun.  Consegna domicilio

Pasticceria

Via Baldinca, 67 - Li Punti.  079/399310 - 393/9242341.  Lun

Piazza Ginnasio.  079/975177.  Mer.  Consegna domicilio

Il Vagabondo

Pasticceria.Caffetteria

Via IV Novembre, 10/E.  392/5458610.  Domenica

Via Minerva 25.  079/4921239.  Mer.  Consegna domicilio Pata Pizza

C’è Pizza per Te

Pizzeria

Via Roma Inferiore, 60 - Sennori.  079/362271.  Lunedì

Via Roma, 118.  079/2670032.  Nessuno

Da Vito

Pizzeria 2000

Via Lungomare, 32/b.  340/1844835.  Nessuno

Per l’inserimento in questa guida contattaci allo 079.267.50.50

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Tel. 0783 296417 Te


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