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BIANCA PITZORNO IL TESSUTO DI UNA GRANDE STORIA: “IL SOGNO DELLA MACCHINA DA CUCIRE”
di DIEGO BONO
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’è stato un tempo, non molto lontano, pieno di incertezze, in cui il mondo era molto differente rispetto ad oggi: il popolo, spaccato e distante, era composto da classi tanto diverse quanto distaccate l’una dall’altra. Era la generazione dei nostri nonni, periodo in cui l’emancipazione femminile poteva esistere attraverso la meritocrazia che appianava la distinzione tra un uomo e una donna liberandoli dal loro status, mostrando la speranza di evadere da una condizione sociale definita e spesso insormontabile, e l’arte del mestiere e la sua padronanza significava potere e riscatto: “impara un mestiere”, dicevano, “se vuoi essere libero”. Partendo da questa frase Bianca Pitzorno dà libero sfogo alle proprie capacità letterarie, trasportando in parole le storie ascoltate in gioventù e confezionando Il sogno della mac-
china da cucire (2018, Bompiani Edizioni), un romanzo forte, intenso, energico, che tratta l’emancipazione femminile e sociale con eleganza ed ingegnosità, illustrando al lettore una storia di rivincita a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. L’autrice sassarese, classe 1942, è una delle penne sarde più celebri e affermate nel panorama dell’editoria nazionale, nonché artista poliedrica e figura a tutto tondo. Archeologa, ambasciatrice Unicef, sceneggiatrice per la televisione, illustratrice e traduttrice (a lei si deve la traduzione de “Le avventure di Tom Bombadil” di J. R. R. Tolkien), è con la scrittura che la Pitzorno sfoggia tutto il proprio estro creativo. Talento inarrestabile (oltre venti le sue opere tra racconti e romanzi in quarant’anni di carriera), dopo diversi saggi, l’artista sarda si dedica interamente alla narrativa, crescendo intere generazioni di lettori con il suo stile deciso e le sue eroine tenaci e determinate, firmando
alcuni dei libri più acclamati da critica e pubblico, come La bambina col falcone, Ascolta il mio cuore o La bambinaia francese. Nel suo ultimo romanzo Bianca Pitzorno ci trascina così in una città indefinita della nostra isola, che potrebbe esistere in qualsiasi angolo del mondo, facendoci vivere in prima persona le vicende di una delle tante ragazze sarde, una donna giovane e ostinata, rimasta orfana in tenera età, ma che, in una terra classista e dalla mentalità arginata da ideologie e credenze, troverà nella sua nonna analfabeta, ma saggia e oculata, non solo una giudiziosa figura genitoriale, ma anche un’amica, e soprattutto, una maestra d’arte. Sarà l’anziana sarta ad insegnare i segreti del mestiere all’adorata nipotina, a introdurla nelle “stanze da cucito”, tra le stoffe e gli orpelli dell’epoca, conscia che quell’ago e quel filo sarebbero diventati per la giovane il lasciapassare verso l’indipendenza e l’autonomia. La giovane sartina di giornata vive quindi in un mondo in cui ogni abito e capo (persino le lenzuola) deve essere confezionato su misura del singolo cliente, ideando, tagliando, cucendo, e recandosi in ogni palazzo in cui viene richiesta la sua mano, sognando, nel mentre, l’amore sulle corde di Puccini e imparando a leggere, scrivere e comportarsi da signora. Le peregrinazioni date dal suo mestiere permettono alla giovane sarta di entrare non solo nelle inaccessibili ville dell’alta borghesia, ma anche di conoscere a fondo le proprie acquirenti, con i loro scandali, paure, misteri e avventure. Nascerà una tenera amicizia con la marchesina Ester, giovane femminista amante dell’equitazione, della meccanica e del greco antico, educata da un padre aperto e moderno, aiuterà miss Lily Rose, una caparbia giornalista americana, a nascondere nel proprio corsetto i segreti di una vita; vizierà le sorelle Provera cucendo per loro gli scandalosi tessuti giunti da Parigi; quindi incontrerà donna Licinia Delsorbo, crudele ed austera centenaria intenta a proteggere “il buon nome” della propria famiglia, e infine si imbatterà nella piccola Assuntina, da tutti definita “la bimba selvatica”. Tante donne diverse, lavori impossibili e avventure che faranno avvicinare sempre più la giovane sartina al proprio sogno, la ricerca di una libertà economica per potersi permettere un’invenzione rivoluzionaria, nuova, che tanto sta spopolando tra le sarte di alta classe, ma ancora preclusa ai più: una macchina da cucire.
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S&H MAGAZINE Anno XXIII - N. 266 / Novembre 2018 EDIZIONE CAGLIARI Direttore Responsabile MARCO CAU Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, LUIGI CANU, DANIELE DETTORI, FRANCA FALCHI, HELEL FIORI, ERIKA GALLIZZI, ALESSANDRO LIGAS, ALBA MARINI, GIUSEPPE MASSAIU, ANNALISA MURRU, MANUELA PIERRO, NIKOLAS PITZOLU, MARCO SCARAMELLA, SALVATORE STELLA, ROBERTO TRONCI
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Redazione Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 mail: redazione@shmag.it
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Editore ESSEACCA S.r.l.s., Via Oriani, 5/a - Sassari Per la pubblicità: tel. 335.722.60.54 Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari Social & Web
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03 Bianca Pitzorno
19 Sport e disabilità intellettiva
05 Manume
20 Viaggio in Italia
06 Antonio Cabras
21 In cucina
08 Karalisbrick
22 Il dentista risponde
10 Oro Rosso di Sardegna
23 Antonio Filosa e la Yellow Team
12 Mostra “Lu Brandali”
24 Cagliari Dinamo Academy
14 Theatre en vol
25 Cagliari Calcio
16 Prigionette
26 inSardegna: Eventi del mese 27 Dillo a foto tue
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18 HITWEETS
28 GUIDA AI LOCALI
Foto di Joe McUbed ©adobe
Il tessuto di una grande storia Magici racconti di signorine sulle t-shirt La satira con una marcia in più La magia dei lego Sulle Strade dello Zafferano di Sardegna Leggi, tocca, ascolta
Un volo lungo quasi trent’anni Visita all’area protetta nel Parco Naturale Regionale di Porto Conte
La Polisportiva Olimpia Onlus La Lombardia
Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2018. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.
Alla scoperta del Pane Carasau L’ortodonzia nei bambini
La cultura e i valori del Baseball
Avvio sofferto per la formazione rossoblù Sardegna Arena fortino rossoblù
in Copertina
ORO ROSSO DI SARDEGNA
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di ALBA MARINI
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rande passione per la moda e per il disegno, desiderio di far vivere e rivivere sogni individuali e tradizioni ed esperienze collettive: questo e molto altro è Manume. Manuela Meloni ha 32 anni ed è di Selargius, ha studiato al liceo scientifico per poi iscriversi nella facoltà di Architettura di Cagliari e conseguire la laurea con indirizzo in restauro. Una vita dedicata all’arte, ai monumenti e alla cultura quella di Manuela, abituata fin da bambina a combattere l’introversione e la timidezza attraverso i disegni. Una passione e un’esigenza nate in modo spontaneo da un’attitudine esercitata come una autodidatta: a 14 anni Manume prende parte a un breve corso di fumetti, ma questa è l’unica scuola d’arte che frequenta. I fumetti sono il primo approccio con il mondo dell’arte e dei sentimenti, sono le parole pronunciate con penna e matita, quelle che ha difficoltà ad esprimere con la voce. Con il passare del tempo la bambina amante dei fumetti cede il passo all’appassionata di moda ed è così che nascono le sue magliette dipinte a mano. Le magliette di Manume raccontano la vita di mille “signorine” (così lei ama chiamarle) dagli altrettanti volti: ballerine, shopping addicted, musiciste, ragazze in costume tradizionale, amanti dei fiori e delle passeggiate. La prima maglietta nasce sostanzialmente come un atto di vanità, da un desiderio personale di possedere un capo unico. È così che Manuela si arma di una t-shirt e di ago, filo, pizzo e pennarelli per tessuti ed inizia a raccontare storie non solo sulla carta, ma soprattutto sulla stoffa. Sono storie di donne, di inguaribili sognatrici, spesso magicamente sospese tra i paesaggi della bella Cagliari, immortalate mentre passeggiano nei quartieri di Villanova o di Castello, ritratte mentre ammirano la maestosità del Bastione e le ali rosa
MANUME Magici racconti di signorine sulle t-shirt
dei fenicotteri dello stagno di Santa Gilla. È per questi motivi che, quando abbiamo parlato con Manume, la prima domanda è sorta spontanea. Ciao Manuela, le tue magliette raccolgono le immagini di magiche “signorine”, spesso contornate dalla realtà sarda. Quanto l’arte e i monumenti della Sardegna influiscono sul tuo lavoro di artista? Influiscono tantissimo sulla mia attività. Per anni ho studiato l’arte e i monumenti, che infatti sono
diventati l’ambientazione prediletta dei miei disegni. Inoltre amo la città di Cagliari e mi piace l’idea di poter renderle omaggio a modo mio. Negli abiti sardi ritrovo la mia passione per la moda. Trovo che siano capi di altissimo valore sartoriale e rappresentarli è un modo per non far morire la tradizione in un mondo destinato all’omologazione. Da cosa nasce l’ispirazione per le figure che disegni? L’ispirazione nasce mentre pas-
seggio per Cagliari e vedo qualcosa che attira la mia attenzione. Può essere un tramonto, un palloncino, un fiore, un abito tradizionale sardo. È da questo spunto che inizio ad immaginare una storia che veda protagonista una delle mie signorine e la riporto sulle mie magliette. Mi sarebbe piaciuto diventare una stilista, per cui le donne che disegno si ispirano spesso alle bellissime modelle dei giornali di moda. In questo modo posso soddisfare questa mia vecchia passione vestendo le mie signorine come più mi piace. Non è da sottovalutare il ruolo esercitato dalle mie clienti, che scelgono di personalizzare le loro magliette fornendomi loro stesse le idee che è poi mio compito sviluppare sui tessuti. Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti piacerebbe ampliare la tua produzione artistica? Nel mio futuro spero di riuscire a trasformare questo hobby in qualcosa di più strutturato e di farlo convivere con il mio attuale lavoro. Inoltre mi piacerebbe molto ampliare la mia produzione artistica con capi diversi dalle magliette, come le felpe, le borse e altri accessori. Credo che un oggetto personalizzato e fatto a mano sia un qualcosa capace di rimanere per sempre nel cuore (e, perché no, anche negli armadi!) delle persone che lo acquistano.
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Antonio Cabras la satira con una marcia in più di HELEL FIORI
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he cosa c’è di meglio che mettere il talento al servizio della propria passione? Nulla. Ma se si riesce a farlo con una punta di leggerezza senza prendersi troppo sul serio, il connubio dà vita a un incastro di intenti davvero perfetto. E se ci si rende conto che le passioni sono due di eguale importanza, con l’intrecciarle si esprime la propria creatività in totale appagamento. Politicamente scorretto, dall’idioletto sconfinato e un agrodolce cinismo, Antonio Cabras è un geniale fumettista policromo che dalle dolci colline di Sorso diffonde, tramite Facebook, uno black humor davvero tagliente (pagina ufficiale @antoniocabrasart) in modalità piuttosto varie: immediati quadri unici alla Forattini, narrazione in più tavole, strips di veloce fruizione, con cui racconta stralci di vita quotidiana, desideri malinconici di un mondo diverso, personalissimi punti di vista sulla politica e la religione (smetterebbe di essere ateo, se scoprisse che il Padre Eterno è in realtà Bud Spencer). A solleticare risate molto amare per esempio gli acidissimi quadri dell’album PoliticaMente, dove gli attori della politica sono dei pupazzi ridicoli e i critici dei voltagabbana (Travaglio indossa una maschera di Paperino per non commentare la piega presa dal Governo), e gli italiani niente altro ormai che degli zombie impreparati a qualsiasi distinguo e letteralmente rincitrulliti dai media, che si commuovono
guardando Edward Mani di Forbice piuttosto che nel vedere un bambino che muore di inedia. Molto crudo. Di certo non le manda a dire. In senso più ampio, l’accusa verso la contemporaneità è un po’ il filo conduttore di molti suoi lavori, e come dice lui stesso: “credo che ogni mia opera sia impregnata delle mie nostalgie del passato e della diffidenza verso il futuro, che racconto in modo grottesco e sarcastico in modo che fra una risata e l’altra “passi” il mio messaggio pessimistico”. Ma questa non è una mancanza di slancio verso il futuro, tutt’altro, è piuttosto una malinconia per le cose autentiche, a tratti innocenti. Una visione che impregna soprattutto l’approccio alla sua seconda passione: le auto. “Oggi le macchine sono più o meno tutte minacciose aggressive ed enormi, ma al tempo (erano gli anni Ottanta) ogni auto aveva la sua personalità. Magari era brutta, pure bruttissima, ma c’era vita in loro.” Antonio si sposta con una 2CV che non sostituirebbe nemmeno se gli si polverizzasse attorno. Auto così amata che risulta presente in molti suoi disegni, in ambientazioni più o meno serie (esilaranti le vessazioni di una gang di piccioni incontinenti alla quale renderebbe volentieri pan per focaccia). Morbosamente attento ai dettagli, riesce a disegnare eccellenti fermo-immagine di rocambolesche avventure automobilistiche (consiglio vivamente di andare a vedere La Chasse o il bellissimo step by step di Another
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Green World): quadri immediati realizzati rigorosamente a mano con china, colori e pennelli. La minuzia dei particolari riporta ai panorami di Jacovitti, ma con un dinamismo d’antan tra André Franquin e Monkey Punch. Tutti nomi incastonati nella struttura maestra di ispirazione che porta il gigantesco nome di Hayao Miyazaki. Quello per i motori è un amore talmente radicato nel profondo che Antonio dedica inoltre gran parte del tempo a riprodurre fedelmente qualsiasi modello automobilistico gli venga richiesto (produzione ironicamente definita Cose Molto Autistiche); questa complessità di attività ha richiesto una schematizzazione interiore che l’artista ha risolto così: “Ho cercato di diversificare la mia produzione come se fossi un’azienda automobilistica. I ritratti dipinti a tempera rappresentano il prodotto di lusso: li faccio su ordinazione, e li spedisco ai clienti. I fumetti colorati a tempera ed acquerello rappresentano un prodotto meno di nicchia ma che richiede sempre un certo tempo di realizzazione, diciamo medio-alto. Le vignette in bianco e nero, in genere satiriche, sono il prodotto “popolare” che schizzo, fotografo e posto su Facebook nel tempo massimo di mezz’ora. Non è un Guinness ma poco ci manca. Le auto soddisfano la parte di me più perversamente pignola, quella che esige la precisione più assoluta; le vignette invece mi danno un tipo di soddisfazione diversa, quella veramente impagabile di fare ridere la gente.” Un altro album fenomenale da tenere d’occhio è quello della rubrica Ad Anto Piace, serie di biografie semiserie su cose serissime, ove il soggetto può essere sia una persona/personaggio che una macchina (pre-
senti due tavole perfino sulla città di Sassari). Qui Antonio Cabras sfoggia una piacevolissima narrazione, dimostrando che non è solo un artista da istantanee ed anzi lasciando una sorta d’appetito per eventuali lavori futuri più complessi e articolati. A questo proposito è d’obbligo ricordare le illustrazioni sulla vita di Antonio Gramsci, che gli hanno regalato la vittoria al concorso “Gramsci, la vita e le opere” indetto dal Comune di Ghilarza due anni fa, e pubblicate nell’antologia a fumetti curata da Sandru Dessì, Antonio Gramsci - La vita e il Pensiero. Sette tavole magnifiche da leggere in un fiato, adatte anche a un pubblico di giovanissimi. Quest’opera non solo è portatrice di un chiaro valore oggettivo per come approccia le vicissitudini del pensatore, ricca di patos, estremamente sintetica ma pregna: porta con sé anche un grande valore personale, perché ha segnato la svolta nella produzione di Antonio, che da praticante avvocato ha deciso di utilizzare la scrivania come base su cui disegnare nuovi mondi e dare voce alla propria intelligenza di individuo autentico.
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KARALISBRICK: LA MAGIA DEI LEGO di MARCO SCARAMELLA
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lzi la mano chi da bambino non ha mai giocato con i LEGO! Un’attività che purtroppo, insieme a tante altre che caratterizzavano le giornate della generazione precedente ai cosiddetti nativi digitali, i bambini di oggi stanno perdendo. A farci tornare un po’ bambini, e ad incantare i più piccoli, ci pensa Karalisbrick, l’associazione culturale cagliaritana, fondata da Maurizio Lampis, appassionato e costruttore di LEGO. Dopo aver esposto le sue creazioni in alcune delle fiere più grandi d’Italia, come il Lucca Comics & Games, Maurizio decide di trasportare questo fenomeno anche in Sardegna. Così, nel 2017, nasce Karalisbrick associazione composta da ragazzi accomunati dalla passione per i famosi mattoncini danesi. Ognuno dei sette membri dell’associazione, si occupa di un tema, così da non creare doppioni. I temi che vanno per la maggiore sono medievale (castelli), city (città inventate con quartieri, treni in movimento ecc.) Star Wars (i set ufficiali LEGO), pirati (vascelli, galeoni, fortezze por-
tuali), artic (paesaggi polari), western e, a breve, Harry Potter. Tutta questa varietà, ha permesso all’associazione di poter avere a disposizione circa 50 metri di diorami da esporre. L’obiettivo di Karalisbrick è infondere tutta la propria fantasia in quei mattoncini, e dare sfogo alla creatività. In un periodo in cui Internet e i social network la fanno da padroni, è bello creare qualcosa con le proprie mani e poterlo condividere con gli altri. Le mostre di Karalisbrick, infatti, sono strutturate in maniera tale da creare anche degli importanti momenti di interazione. Oltre all’aspetto puramente espositivo, l’associazione organizza un concorso dedicato ai bambini. Questi, possono presentare alla mostra un diorama originale, frutto della propria creatività, realizzato a casa e che concorrerà per vincere il titolo di miglior diorama della fiera. Questo concorso, giunto alla decima edizione, sta riscuotendo un grande successo, tanto che si contano circa cinquanta iscrizioni per ogni manifestazione. “Per me, che sono il presidente del gruppo, premiare i bambini è il
momento più bello della giornata”, ci confessa Maurizio. L’attività di gioco con i mattoncini LEGO, può anche avere delle applicazioni a fini didattici e terapeutici. Uno studio dell’Autism Research Centre, dimostra come il mattoncino LEGO possa essere una valida terapia per bambini con disturbi dello spettro autistico, dal momento che porta ad un miglioramento delle loro abilità sociali. Infatti Karalisbrick ha in programma dei laboratori presso strutture per bambini che sono portatori di problematiche di questo genere. Maurizio racconta che una volta che si acquisisce dimestichezza nella creazione dei set preconfezionati, si sente la necessità di creare senza sentirsi intrappolati da un manuale d’istruzioni. Ecco che nascono quelle che, in gergo, si chiamano M.O.C., acronimo di My Own Creation, espressione utilizzata per indicare una propria creazione originale con mattoncini LEGO. Una MOC nasce dalla propria fantasia, senza l’ausilio di istruzioni o progetti. Questo grazie ai molti anni di esperienza, che rendono possibile il rispetto delle grandezze e
delle proporzioni, in fase di costruzione. Sicuramente si tratta di un lavoro lungo e paziente, visto che per realizzare la riproduzione fedele della scena del Fosso di Helm, tratta dal secondo film della trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, Maurizio ha impiegato ben tredici mesi e circa 35mila pezzi, comprese tutte le minifigures degli esatti personaggi che compaiono in quella scena. Un’altra vera e propria opera d’arte, è il castello medievale dei draghi, composto da circa 50mila pezzi, e pieno zeppo di dettagli tutti da scoprire. Maurizio si dice convinto che, giocare con i mattoncini LEGO, possa essere la giusta attività affinché i bambini di oggi mettano da parte smartphone e tablet, e si mettano nuovamente ad interagire tra loro, per liberare la creatività, tappa fondamentale per la crescita. Potremo ammirare da vicino le creazioni di Karalisbrick a Selargius il 24 ed il 25 novembre, e a Vallermosa l’8 ed il 9 dicembre. Possiamo seguire le attività dell’associazione sulla pagina loro Facebook e sul profilo Instagram.
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SULLE STRADE DELLO ZAFFERANO DI SAN GAVINO MONREALE, TURRI E VILLANOVAFRANCA
ORO ROSSO DI SARDEGNA di ALBA MARINI
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rofumi intensi, gusti decisi, colori vivaci. Siamo nel mondo delle spezie, oro per il commercio antico e brio sulle nostre tavole. In Sardegna, dall’alba dei tempi, si coltiva e raccoglie una pianta dal gradevole fiore violaceo chiamata in latino Crocus sativus e dalla quale si estrae una delle spezie più pregiate: lo Zafferano. Su Tzaffaranu arrivò in Sardegna con la colonizzazione dei Fenici tra VIII e VII secolo a.C.. Fu questa popolazione di mare a far salpare sull’isola la pianta dello zafferano, la quale originaria della Grecia - trovò nelle terre sarde il suo habitat ideale. Il profumo dello zafferano fece la sua prima comparsa nella Sardegna del periodo romano, in un’iscrizione presente nella Grotta della Vipera di
Cagliari. Secondo le antiche trascrizioni e traduzioni delle incisioni presenti all’interno della tomba - ad oggi purtroppo illeggibili nella dedica commovente fatta dal vedovo alla moglie Atilia, l’aroma dello zafferano sarebbe stato accostato alla rinascita dell’amata nella vita dopo la morte: “Dalle tue ceneri, o Pontilla, germoglino viole e gigli, e possa tu, così rivivere nelle foglie delle rose, dello zafferano profumato, dell’amaranto che non muore”. A livello commerciale, però, la prima attestazione di una consistente coltivazione del Crocus sativus in Sardegna risale al 1317, quando nel Breve Portus, regolamento del Porto di Cagliari, fu messo a punto un primo tentativo di disciplinare l’esportazione della spezia. Lo zafferano si ottiene dagli stigmi del fiore. Ogni fiore ha tre stigmi di colore rosso, i quali
vengono raccolti manualmente con le mani unte di olio, posti ad essiccare davanti a una fonte di calore che non deve superare i 45 gradi e infine commercializzati. La fase di essiccazione degli stigmi ha una durata che può variare da qualche ora a un giorno. Il periodo di fioritura della pianta di zafferano è l’autunno, tra il mese di ottobre e quello di novembre. A rendere unico lo zafferano di Sardegna sono le sue proprietà organolettiche, derivate dalle caratteristiche morfologiche e pedoclimatiche dei terreni in cui la pianta viene fatta crescere. Su “tzaffaranu profumau” presenta un alto contenuto di crocina (il carotenoide responsabile del potere colorante) e di safranale (elemento associato all’aroma), ma soprattutto è coltivato e raccolto con tecniche tradizionali, motivi per il quale nel 2009 gli è stato attribuito il
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Viale Marconi, 65 Quartu Sant’Elena . Tel. 070 883481 . eurolucequartu@yahoo.it
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marchio Zafferano di Sardegna DOP. Lo zafferano è un ingrediente comune nella cucina sarda, infatti è presente in molti piatti tipici, in particolare del sud e del centro della Sardegna. La spezia è usata per preparare sia piatti dolci che piatti salati. Ricetta sarda a base di zafferano è ad esempio quella oristanese di Su Succu, una minestra con tagliolini, brodo di pecora e casu axedu. Anche gli impasti delle pardulas e delle zippulas presentano lo zafferano come elemento aromatico. Un pizzico di zafferano, oltretutto, è d’obbligo per preparare il sugo dei celebri malloreddus alla campidanese. La zona principale di raccolta dello zafferano in Sardegna è il Medio Campidano e, in particolare, il nucleo fondamentale si concentra nei tre comuni di San Gavino Monreale, Villanovafranca e Turri, i quali raccolgono il 66% della produzione di zafferano dell’isola. L’oro rosso della Sardegna rappresenta oltretutto ben il 60% della produzione nazionale di zafferano. Nei tre comuni sono in tutto 6 le aziende ad aver sottoscritto il disciplinare
DOP e ad avvalersi quindi del marchio di origine protetta. Nella stessa zona sono presenti anche numerosi coltivatori hobbisti. Lo zafferano è un vero e proprio oro per l’economia dell’isola, infatti il suo prezzo sul mercato al grammo varia dai 10 ai 25 euro. A far lievitare il prezzo della spezia rossa è sicuramente la produzione limitata, data dalla volontà di mantenere le tradizionali tecniche di raccolta, le quali vedono prevalere l’utilizzo delle mani a quello delle macchine. Per produrre un solo grammo di zafferano, oltretutto, occorrono circa 150 fiori. Un prodotto di qualità merita di essere oggetto di una promozione e una valorizzazione mirata. È per questo che i comuni di Turri, San Gavino e Villanovafranca hanno scelto di unirsi sotto l’obiettivo comune di richiamare l’attenzione dei turisti e degli appassionati del buon cibo, dando vita ogni anno a una serie di sagre dello zafferano. Agende del gusto a rapporto: il primo evento da non perdere è la sagra di Villanovafranca del 4 novembre. Seguono altre due domeniche dedicate all’oro rosso: quella dell’11 novem-
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bre a San Gavino e quella del 18 novembre a Turri. Grandi eventi all’insegna della gustosa cucina sarda, ma non solo: musica e danze accompagneranno ogni giornata di festa per garantire un’immersione completa nella cultura dell’isola. Altri prodotti tipici faranno la loro comparsa negli stand e sarà possibile dilettarsi con i laboratori e le gite nei campi coltivati. Un aspetto molto importante sarà anche il coinvolgimento della comunità, i cittadini infatti apriranno le loro case ai visitatori per garantire quello che il sindaco di Villanovafranca, Matteo Castangia, definisce la “promozione della cultura del gusto”. Emozioni, sapori intensi, paesaggi autentici, realtà di gente comune: tutto questo è il cammino per le Strade dello Zafferano di Sardegna DOP. Il calendario degli appuntamenti per celebrare l’oro rosso è in continuo aggiornamento, per non perderne neppure uno potete consultare il sito internet stradezafferanosardegnadop.com oppure la relativa pagina Facebook.
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LEGGI
TOCCA
ASCOLTA LU BRANDALI di ALESSANDRO LIGAS
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tampe 3D, app dedicate, virtual tour e un percorso tattile e sonoro, utile anche per ipovedenti, sono gli ingredienti della mostra “Lu Brandali: leggi, tocca, ascolta” dove le nuove tecnologie si fondono con l’archeologia. Una mostra che ha l’obiettivo di introdurre il visitatore alla comprensione della vita quotidiana in un villaggio nuragico grazie alle informazioni che si sono ricavate dai ritrovamenti archeologici, utilizzando strumenti divulgativi sia classici - come testi, foto, esposizione di reperti e loro riproduzioni - sia innovativi offerti dalle tecnologie del 3° millennio. “L’idea nasce dall’esperienza maturata da ormai 6 anni con la gestione dei beni archeologici del Comune di Santa Teresa Gallura -
racconta Alessia Chisu della Cooperativa CoolTour Gallura. Fin dal 2012 abbiamo sempre cercato di rendere il sito archeologico Lu Brandali e la Torre di Longonsardo quanto più fruibili possibile, ma, nel corso delle nostre visite guidate, ci è sempre stato chiesto dove fossero i materiali archeologici ritrovati durante gli scavi e soprattutto ci siamo resi conto che buona parte dei fruitori con disabilità non potevano godere appieno del nostro patrimonio. Da qui l’idea e il coraggio di partecipare al bando CultureLab della Regione Sardegna a maggio 2017 con un progetto che conduce il visitatore all’interno di un viaggio tattile, sensoriale e tridimensionale nella storia: ma soprattutto un percorso culturale accessibile anche alle persone con disabilità”. La conferma del finanziamento è arrivata a dicembre dello stesso anno e il 17 luglio di
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quest’anno è stata inaugurata la mostra che ad oggi conta 2700 visite. “Diverse sono state le loro nazionalità – aggiunge Alessia Chisu come le età e, con grande soddisfazione, possiamo dire che i commenti di tutti sono molto positivi”. Il progetto è stato sviluppato in stretta sinergia e collaborazione con la dottoressa Letizia Lemmi, archeologa e responsabile scientifica della mostra, dei dottori Rubens D’Oriano, Francesco Carrera e Francesco Di Gennaro, responsabili della Soprintendenza dei Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, della dottoressa Angela Antona e il prezioso patrocinio del Comune di Santa Teresa Gallura. Il viaggio inizia con una breve spiegazione del progetto per poi addentrarsi direttamente al cuore della mostra, l’argomento principale: la civiltà nuragica e la storia del sito archeologico Lu Brandali. Qui inizia un percorso cronologico che va dalla sua scoperta, fino allo scavo della tomba di giganti (con una parte di crani esposti e ritrovati dalla Dott.ssa Angela Antona nel 1982 ca.) e arriva agli ultimi due anni di scavo condotti dalla Dott.ssa Letizia Lemmi - in cui sono esposti i materiali legati all’attività quotidiana, come gli oggetti utilizzati per la cucina, la tessitura e la fusione. “Il visitatore ha a disposizione stampe in 3D, app dedicate, virtual tour, un percorso tattile e sonoro, utile anche per ipovedenti, e tanto altro - continua Alessia Chisu -. Alcune sezioni della mostra abbattono il tabù “Vietato toccare”, che si trasforma nel suo opposto “Vietato non toccare”, offrendo la possibilità di esperienze anche tattili, naturalmente su riproduzioni fedeli al vero. Questi sono strumenti innovativi che fanno stupire il visitatore ma soprattutto aiutano e incentivano la scoperta e la conoscenza dell’archeologia e della storia più in generale. L’ultimo step è l’area tattile in cui vige la regola “Please, touch!”. Prodotti molto conosciuti come la realtà virtuale, le esplorazioni immersive e grazie al progetto Tooteko, ideato da una start up che rende l’arte e i luoghi di cultura fruibili ai non vedenti e ipovedenti, è stata sviluppata una speciale app collegata ad alcuni sensori che consentono di toccare i reperti esposti e ascoltare le spiegazioni. Il percorso è stato interamente tradotto in braille, grazie alla stretta collaborazione con l’associazione I.Ri.Fo.R. - Formazione, ricerca e riabilitazione per la disabilità visiva. La mostra si può visitare fino al 15 gennaio 2019 nel centro didattico del sito archeologico Lu Brandali - sp 90 Santa Teresa Gallurail costo del biglietto è di €5,00 per gli adulti e €2,50 per i bambini dai 4 agli 11 anni.
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THEATRE EN VOL UN VOLO LUNGO QUASI TRENT’ANNI
“Visions”
di MARCO SCARAMELLA Surreali macchine sceniche ed incursioni artistiche, volte a valorizzare gli spazi cittadini dimenticati dagli abitanti, o avvolti nel degrado. Questo è Theatre en vol, compagnia teatrale nata nel 1989, dall’unione artistica tra Puccio Savioli e Michèle Kramers, formatasi ufficialmente nel 1991. Dal 1992, Theatre en vol diventa una cooperativa, a dimostrazione del fatto che l’arte può essere una professione a tutti gli effetti. Attorno alla compagnia, ruotano diversi collaboratori che curano le fasi di progettazione, amministrazione o l’organizzazione di spettacoli specifici. Spesso vengono coinvolti anche artisti che provengono dalle arti visive, dalla musica, dalla danza, dalla performing art, collaborazione importante per comunicare l’essenza di un messaggio al pubblico. Abbiamo incontrato Puccio Savioli e Michèle Kramers, che ci hanno gentilmente ospitato nella loro sede di Sassari. Come nasce Theatre en vol? La compagnia si è sempre occupata di arte di strada, teatro per spazi urbani e per siti specifici. Theatre en vol, nasce dal teatro di gruppo che, in Italia negli anni ’70, è stato fortemente influenzato dal lavoro di Jerzy Grotowski (una delle figure di spicco dell’avanguardia teatrale del Novecento). Altre influenze arrivano da Peter Brook (regista teatrale e cinematografico britannico) e Julian Beck (attore e regista statunitense). Theatre en vol ha come obiettivo quello di confrontarsi col mondo attuale e con quello che accade intorno a noi, rivolgendosi alle urgenze che
sentiamo in quanto essere umani, artisti ed esseri sociali. Come diceva Picasso, l’artista non deve chiudersi in una torre d’avorio ma deve confrontarsi con la realtà. Come nascono i vostri spettacoli? All’interno di ogni spettacolo c’è sempre stato un tema che ci tocca da vicino, e che sentiamo come un’urgenza sulla quale esprimerci con un messaggio poetico ed effimero. I nostri lavori nascono sull’onda delle nostre esperienze, e sono l’espressione della nostra vita. Non partiamo quasi mai da un testo da mettere in scena, ma arriviamo a confezionare una drammaturgia sulla scorta del nostro bisogno di comunicare qualcosa. Qual è stato il vostro primo spettacolo? Si intitola Lassù le ali non hanno ruggine. Il suo tema principale è il volo, come metafora della libertà. Ci siamo ispirati molto alle invenzioni di Leonardo Da Vinci, perché lo spettacolo mette in scena un museo ambulante di macchine volanti. All’interno di questo museo, attraverso l’azione scenica, viene proposta una riflessione su cosa significa libertà nel mondo di oggi, e se tutti noi siamo disposti ad accettare certi sviluppi aberranti derivanti dal progresso, che limitano la libertà dell’uomo. In questo spettacolo compaiono le nostre macchine sceniche, e viene fuori anche il loro aspetto estetico grottesco e surreale. Quali sono e come nascono le vostre macchine sceniche? Nella drammaturgia, le macchine sono delle vere e proprie protagoniste a tutti gli effetti. Sono nate prima quelle di Lassù le ali non hanno ruggine, poi nel corso degli anni, se ne sono aggiunte altre. Dal Ferricottero, ele-
“Migrazioni”
gante e futuribile pterodattilo meccanico, alla Suonatrombe, assemblaggio semovente di congegni sonori, al Creatore delle nuvole, fino all’Armonizzatricìclo, macchina nata per essere assemblata in scena, e suonata come uno strumento da un gruppo di quattro percussionisti. Le macchine nascono da alcuni miei studi plastici ed estetici – racconta Puccio – e sono assemblate con materiali di recupero, soprattutto ferro. Raccontateci di alcuni dei vostri interventi artistici. In Danimarca abbiamo lavorato in un quartiere abitato da immigrati e rifugiati, dove esisteva un forte fenomeno di ghettizzazione. Il comune ci ha incaricati di realizzare un progetto per riqualificare e valorizzare la zona, creando un contesto vivibile, affinché gli abitanti potessero tornare a scoprire quei quartieri. È quello che abbiamo cercato di fare qui a Sassari, durante le ultime edizioni
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“Lassù le ali non hanno ruggine”, Puccio Savioli
"Il Vento", Maria Paola Cordella
di Girovagando dove la parola d’ordine del festival è convivenze. Abbiamo lavorato sulla mutazione urbana e sul cambiamento della composizione della popolazione: iniziammo con Gli Alieni, che era una parata con persone tutte dipinte di rosa, che voleva sensibilizzare sul tema della mutazione urbana attraverso la multiculturalità. Da allora abbiamo cercato di sviluppare questo concetto secondo diverse declinazioni: quest’anno caos e armonie, l’anno scorso generazioni e rigenerazioni. Cosa sono Habitat Immaginari e Sogni a Spazi Aperti? Habitat Immaginari nasce nel 2006 come un convegno di confronto tra urbanisti, architetti, con ospiti da tutte le nazioni europee. Si era tenuto nel vecchio Padiglione per l’artigianato. Qui abbiamo disquisito di come la cultura possa influenzare le scelte urbanistiche. Sull’onda di queste riflessioni, è diven-
tato, poi, il laboratorio permanente che conosciamo oggi, con diverse evoluzioni come la street falegnameria e con la modifica di spazi urbani, di carattere effimero. Questo laboratorio trova spazio sempre all’interno di Girovagando. Se Girovagando è concepito per essere inserito in un contesto urbano, Sogni a Spazi Aperti è stato un festival itinerante che girava per i piccoli paesi della Marmilla. Lo scopo era sempre quello di rivalutare e valorizzare i paesi di una zona della Sardegna molto bella e interessante dal punto di vista ambientale e archeologico, con spettacoli, laboratori di formazione, laboratori artistici che potessero coinvolgere la popolazione. Purtroppo l’esperienza è durata solo cinque anni, per mancanza di fondi da parte dell’amministrazione pubblica. La scorsa primavera avete portato in giro per la Sardegna “Il Vento”. Di cosa si tratta? È uno spettacolo molto intenso perché cerchiamo sempre di toccare lo spettatore a livello emotivo. Nasce da un incontro casuale con Gavina Cherchi, docente dell’Università degli Studi di Sassari, che ci ha fatto entrare in contatto con il suo racconto Il viaggio più lungo, riguardante suo zio Gavino Cherchi, partigiano ucciso alla vigilia della Liberazione. Abbiamo deciso di lavorare su quel testo ed è nato Il Vento. Si tratta del primo caso in cui realizziamo uno spettacolo partendo da un testo, grazie a Maria Paola Cordella, che ha fatto un ottimo lavoro di drammaturgia. Lo spettacolo narra una storia strettamente legata ai temi della libertà di pensiero ed espressione, della solidarietà e della democrazia. Il prossimo anno Theatre en vol compirà 30 anni. Come vi piacerebbe festeggiare? Sarebbe bello poter organizzare un grande
evento, magari invitando tutti gli amici per festeggiare insieme, come si faceva una volta. Tempo fa, durante i festival, si usava invitare diverse compagnie che poi collaboravano per concludere il festival con uno spettacolo collettivo. Riuscire a fare una cosa del genere sarebbe bellissimo. Quali sono i prossimi eventi in programma? Il 7 e l’8 dicembre saremo a Bortigiadas dove cercheremo di lavorare sul tema della convivenza. Il 22 dicembre saremo a Sennori con Habitat in gospel, in collaborazione con Narcao Blues, festival dove faremo una rassegna di gospel, unita al contesto di Habitat Immaginari. Per restare informati sui prossimi eventi e sulle attività di Theatre en vol potete visitare il sito theatrenvol.org oppure la pagina Facebook della compagnia. “Gernika”, Michèle Kramers
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VISITA ALL’AREA PROTETTA NEL PARCO NATURALE REGIONALE DI PORTO CONTE
le Prigionette di FRANCA FALCHI
L
a leggenda la colloca nel regno delle ninfe, il nome la rimanda ai tempi della Colonia Penale, la particolarità della sua natura l’ha resa prima Riserva Demaniale e adesso Parco: Prigionette, area di grande interesse naturalistico - parte centrale del promontorio di Capo Caccia - rientra nel più vasto territorio del Parco Naturale Regionale di Porto Conte. Nota da tempi storici per l’interesse venatorio, grazie all’abbondanza di selvaggina autoctona come pernici, lepri e conigli, e all’introduzione di daini e cinghiali, è stata affidata dagli anni alla tutela dell’Ente Foreste della Sardegna che tutt’ora si adopera per la sua salvaguardia, anche attraverso la ricostituzione degli ambienti naturali. Particolarmente importanti sono, infatti, gli interventi di diradamento della pineta - frutto di rimboschimenti passati rivelatisi errati - e di ripristino della macchia mediterranea. Prigionette è visitabile a piedi, in bicicletta o con la propria auto: percorrendo un lungo sterrato si possono ammirare le varie formazioni vegetali ed incontrare alcune delle specie animali presenti.
La flora è di tipo mediterraneo con gli elementi tipici del clima caldo arido. In origine era sicuramente una querceta, della quale rimane una piccola traccia alle pendici del Monte Timidone, circondata da macchia mediterranea a ginepro, come testimoniano alcuni esemplari secolari nelle zone più impervie e l’uso del suo legno per le travi di sostegno nei vecchi tetti. Costeggiando il Monte Timidone è facile scorgere tra i lecci diversi esemplari di daino, presente in circa 450 unità - una delle poche popolazioni libere dell’intera Sardegna - altri esemplari si trovano in recinti di ripopolamento. Durante le sere di ottobre possiamo sentirli al bramito, tipico verso del corteggiamento, che emettono i maschi adulti sfoggiando fieri il loro palco palmato, e tra i cespugli di erica, corbezzolo e fillirea, intravedere le femmine in sparuti branchi con i piccoli dell’anno. Nelle fasce tagliafuoco dell’impianto artificiale di conifere, invece, pascolano tranquilli i cavallini della giara, introdotti dal corpo forestale insieme agli asini bianchi dell’Asinara e agli ormai rari asini grigi. Sono frutto di intervento umano anche le presenze di mufloni e
capre. Non è difficile scorgere i cinghiali, troviamo diverse tracce della loro presenza, ma è sicuramente indimenticabile la visione di una volpe che attraversa trafelata questo piccolo spazio aperto. Nella zona a ridosso della scogliera di Cala della Barca, dove è più evidente il fenomeno carsico, vivono arbusti bassi dalle forme rotondeggianti che si sono adattati alle difficili condizioni: esiguo strato di terra rossa, forte vento e salinità accentuata. Siamo nella gariga, dove troviamo le entità endemiche più rilevanti - anche a carattere mondiale - quali l’antichissima Centaurea horrida (fiordaliso spinoso) in associazione con l’Astragalo di Terracciano, e numerose piccole specie che trovano rifugio nei tafoni o tra le spaccature delle rocce, come lo Statice delle ninfe. L’elicriso inebria l’aria col suo intenso profumo facendo a gara con la ginestra e il rosmarino della vicina zona di macchia che si presenta in diversi stadi di evoluzione. Tra i cespugli di lentisco, olivastro, cisto marino ed euforbia arborea, che dona colori spettacolari dal verde, al giallo, al rosso sangue, fa capolino la palma nana, caratteristica sia per abbondanza che per la presenza di esemplari arborescenti ormai rari. La bianca scogliera a picco sul mare fa da cornice all’Isola Piana in un turbinio di sfumature di verde e di azzurro. L’area marina è di fondamentale importanza per l’avifauna come gli uccelli delle tempeste e le berte maggiore e minore - specie pelagiche che frequentano la costa solo per la riproduzione. Nelle notti senza luna, è suggestivo ascoltare il richiamo col quale ritrovano il compagno in cova nelle cavità nascoste. Nella falesia nidifica anche una delle due coppie stanziali di grifone, ultimo dei grandi avvoltoi presente in Sardegna, reintrodotto di recente nell’ambito del progetto europeo Life di ripopolamento, che interessa l’area sino al bosano, con un totale di circa cinquanta coppie presenti. Prigionette si afferma come una delle maggiori aree per importanza naturalistica del Mediterraneo, sia per la conservazione della biodiversità, che per la ricchezza di specie animali e vegetali.
#cinguettii tecnologici a cura di Nikolas Pitzolu
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Lo sport al fianco della disabilità intellettiva: La storia della Polisportiva Olimpia Onlus di ANNALISA MURRU
A
rrivano su un pulmino colorato e già mi salutano durante le manovre di parcheggio. Sono Carlo Mascia, presidente della Polisportiva Olimpia Onlus di Cagliari, e tre dei suoi atleti: Alessandro, Ottavio e Roberto. Dal 1984 Carlo Mascia ogni mattina passa a prendere a casa loro un gruppo di persone con disabilità intellettiva e le accompagna a fare attività sportive che senza la sua disponibilità sarebbero inaccessibili per motivi di natura economica o familiare. C’è chi lo chiama “papà” e un atleta del suo gruppo ha battezzato suo figlio: la Polisportiva Olimpia Onlus è una grande famiglia in cui tramite le regole e i valori dello sport queste persone scoprono cos’è la vita vera e imparano a rapportarsi con gli altri all’interno della società. La nascita della Polisportiva è frutto di un susseguirsi di circostanze significative nella vita di Carlo. Appassionato di sport, si iscrisse all’ISEF e contemporaneamente si qualificò come animatore ludico sportivo iniziando subito a lavorare con i bambini e come insegnante di surf e canoa in estate. Poi suo padre ebbe un infarto e Carlo fre-
quentava la sede dell’AIAS per accompagnarlo alle sedute di fisioterapia; lì notò come persone dalle più disparate problematiche venivano gestite in maniera uniforme con attività di intrattenimento fini a se stesse. Propose quindi al direttore di svolgere attività sportive e una settimana dopo era responsabile di un gruppo di ragazzi che dalla colazione all’allenamento vivevano una giornata diversa da quella a cui erano abituati. Senza saperlo, Carlo stava attuando un metodo educativo che di lì a breve avrebbe conosciuto da vicino. Infatti, un giorno che si trovava all’ISEF per via di un esame, conobbe Sandrino Porru e Carmelo Addaris, atleti paralimpici, che gli dissero che in quel mese, a Roma, si sarebbe tenuto un corso di Special Olympics. Special Olympics è un metodo educativo che nacque nel 1968 su iniziativa della signora Eunice Kennedy Shriver che si batté per donare alla sorella lobotomizzata una vita piena e gioiosa attraverso la pratica dello sport. In Sardegna non c’era una società sportiva accreditata a Special Olympics, così Carlo creò la Polisportiva Olimpia Onlus che prese il via con quattro ragazzi per la disciplina del nuoto. Attraverso la creazione di 13 società sportive
situate in altrettanti centri della Sardegna, la Polisportiva tolse dalle case e dall’anonimato 1132 persone con disabilità intellettiva. Nel 2013, a causa di una differente visione della gestione societaria, la Polisportiva si staccò dal gruppo di realtà accreditate a Special Olympics Italia e da allora Carlo Mascia e il presidente della società del Sarrabus Severino Urrai sono gli unici rappresentanti della Polisportiva Olimpia Onlus che ha proseguito l’attività attraverso una nuova società nel territorio cagliaritano a sostegno di 19 atleti e delle loro famiglie. Gli atleti praticano dodici discipline sportive tra invernali e estive e sono seguiti da professionisti qualificati. Uscendo dalle loro case non solo hanno imparato le regole dello sport ma anche a parlare e scrivere correttamente, ad esprimere le proprie idee e opinioni, a coltivare passioni e relazioni. “Si parla sempre di diversamente abili, handicappati, speciali, ma nessuno li chiama con il loro nome di battesimo. Quando siamo tutti insieme se qualcuno andasse oltre i tratti somatici vedrebbe una squadra, un gruppo allegro e affiatato”. Carlo si rammarica di non poter aiutare tutti per mancanza di risorse economiche; si auspica di poter avere a breve le disponibilità per retribuire dei collaboratori che prendano le persone dalle loro case e le accompagnino a svolgere le varie attività. Inoltre ha in serbo un ambizioso progetto di inclusione lavorativa per i suoi atleti: l’Olimpia School. Una scuola in cui imparare le regole di tutti gli sport per formare i disabili intellettivi in qualità di assistenti coach che supportino gli insegnanti di ogni disciplina nel loro lavoro. Regolarmente retribuiti e inseriti in un contesto ispirato ai college americani, sarebbero l’esempio concreto del metodo che chiunque avrebbe modo di conoscere da vicino frequentando la struttura per poi replicare nel posto in cui vive la stessa realtà.
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Quel viaggio attraverso l’Europa che, nel corso dell’Ottocento, i giovani intraprendevano per conoscere il mondo, lo proponiamo qui lungo il Bel Paese, alla scoperta delle nostre Regioni d’Italia.
VIAGGIO IN ITALIA LOMBARDIA
Il Castello Sforzesco e il Duomo di Milano (dx), in alto l’Isola Bella sul Lago Maggiore
di DANIELE DETTORI
A
più voci definita come Regione più ricca d’Italia, la Lombardia deve la sua fama a un’economia resa florida da industrie, professionisti e però anche turismo di un certo livello, grazie ai locali, alla moda e alle bellezze architettoniche e naturali che tutto il territorio offre. Milano da bere. Questo celebre slogan, creato per un noto brand di amaro a metà anni Ottanta, è entrato nell’immaginario collettivo per la sua potenza descrittiva del capoluogo lombardo. Città operosa, cuore pulsante di giorno e godereccio di notte dell’Italia del nord, Milano affascina per le opportunità che presenta su più fronti. Possiamo visitarne il famosissimo Duomo, la cui edificazione cominciò sul finire del 1300 nella piazza alla quale dà il nome, e subito dopo spostarci per un aperitivo sull’ambita Terrazza Aperol, vero e proprio punto di riferimento per la movida e il turismo locali, dove gustare uno spritz a regola d’arte; oppure fare un tour del maestoso Castello Sforzesco, eretto nel 1400, e in serata una
passeggiata sui romantici Navigli per bere un buon vino, in dolce compagnia, lungo i canali milanesi. Quel ramo del Lago di Como è solo uno dei tantissimi scorci lacustri di cui si può godere sul territorio lombardo. Tra le prime posizioni per estensione e profondità, il lago comasco è entrato più di tutti nell’immaginario collettivo per l’attrazione che esercita sui vip. Da Alessandro Manzoni, prima citato con i suoi Promessi Sposi, ai più recenti George Clooney e Richard Branson, questo bacino è in grado di rapire i cuori grazie ai panorami, agli edifici di pregio e all’atmosfera di pace che si respira sulle sue sponde. Più a ovest troviamo il Lago Maggiore, talvolta erroneamente considerato il più grande d’Italia proprio per il suo nome. Questo lago racchiude al suo interno diverse isole che formano l’arcipelago delle Isole Borromee, divise tra i comuni di Stresa e Verbania. I loro bellissimi giardini e gli edifici storici meritano assolutamente di essere visitati. Da oriente a occidente, il Lago di Garda è un
altro must dei bacini lombardi. Circondato da massicci rocciosi e un’ampia zona collinare, il Garda regala un’attrattiva per tutte le età grazie al celebre parco di divertimenti adiacente al lago: chi non ha mai visitato o sentito parlare di Gardaland? A passeggio... Se il vostro soggiorno lombardo offre abbastanza tempo, potete approfittare per dare un’occhiata qua e là tra i tanti musei che la Regione offre. La pinacoteca di Brera è tra questi, con una raccolta di opere che abbraccia diversi periodi della storia dell’uomo e comprende un numero impressionante di dipinti. Anche la natura e l’artigianato sono due spunti da non sottovalutare. In Valtellina, per esempio, si può godere di uno straordinario contatto diretto con la natura che si declina in prodotti di qualità anche per quanto riguarda il settore agroalimentare e vitivinicolo; e se si ama lo shopping, magari alla ricerca di oggetti curiosi e caratteristici, i pezzotti fanno al caso vostro: si tratta di tappeti ricavati dalla tessitura di prodotti di recupero
come stracci, vecchi abiti e materiali vari, oggi molto ricercati. ...e a tavola. La Lombardia ha una tradizione culinaria molto antica e variegata, particolarmente adatta per i mesi più freddi. Annovera infatti, tra i suoi piatti, una serie di cibi di derivazione nordica come brodi e ripieni, ma anche carni e pesce che arrivano dalle ampie distese di terreno adibito a pascolo e dai grandi laghi che abbiamo visto sopra. Tra queste tipicità non possiamo non citare la polenta, una farina a base di cereali – soprattutto di mais – lasciata cuocere con acqua abbondante fino a diventare una morbida crema. Ancora, dal risotto alla milanese (con il pregiato accompagnamento dello zafferano di cui vi parliamo a pagina 10) ai secondi come la cotoletta, la cassoeula, la trota o l’anguilla, i sapori della Lombardia sono da scoprire proprio come i suoi territori. Un’ultima cosa: siamo a novembre, manca poco all’arrivo del dolce natalizio per eccellenza sulle nostre tavole: il panettone, naturalmente milanese.
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di MANUELA PIERRO e c’è un principio profondamente radicato nel cuore di tutti i sardi, è l’amore per il cibo: non conosco sardo che non abbia fatto della cucina un culto, soprattutto se unito alla tradizione. Così chi approda in Sardegna e decide di stabilirvisi deve mettere in conto che gli inviti a pranzo e a cena saranno all’ordine del giorno e che ognuno di questi equivale a una moltitudine di piatti opulenti accompagnati da fiumi e fiumi di buon vino. Non sarà un toccasana per la linea, ma il divertimento e le risate sono senza dubbio assicurati. Qualche tempo fa, ospite di amici, sono stata a Bortigali, un grazioso paese roccioso ai piedi del Monte Santu Padre, nella casa di Maria Grazia che ha fatto della famiglia e del pane carasau le sue uniche ragioni di vita. La severa signora, che dopo qualche minuto mi era già entrata prepotentemente nel cuore, si era messa in testa d’insegnarmi a fare il pane carasau. La curiosità ebbe la meglio sulla modestia e sulle mie allora scarse qualità culinarie, quindi decisi di accettare la sfida. Capii subito che fare il pane carasau era un evento di grande solennità: su una tavola di legno erano già stati adagiati dei rotoli di lino bianco tanto numerosi da sembrare di essere in un negozio di tessuti. Poi Maria Grazia si fece il segno della croce, perché, a suo dire, non si inizia mai la preparazione del pane carasau senza affidarsi a Dio, e iniziammo a fare un impasto con la farina di semola, l’acqua, il lievito e il sale. Lo lavorammo a lungo poi, senza alcuna bilancia, Maria Grazia formò delle palle di pasta perfettamente uguali che noi subordinate spianammo con mattarelli lunghi e sottili. Maria Grazia mi spiegò che avrei capito di essere sulla buona strada quando, formando le palle, avessi avuto l’impressione di accarezzare il sedere di un neonato: stessa forma e stessa consistenza liscia. Ogni sfoglia fu messa tra uno strato di lino e l’altro, in modo che fosse tutto coperto e protetto durante la lievitazione.
In cucina con Maria Grazia alla scoperta del
PANE CARASAU Orlando Bellini - stock.adobe.com
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Nell’attesa, Maria Grazia raccontò divertenti aneddoti sulla sua famiglia che usava riunirsi ogni fine settimana per preparare il formaggio, le seadas, il pane oppure i savoiardi. Ogni membro della famiglia aveva un compito specifico e indossava gli stessi indumenti come fossero delle uniformi, un po’ per comodità un po’ per scaramanzia. Non è incredibile come la solennità dell’affidarsi a Dio si misceli con la superstizione? Io lo trovo adorabile! Tiu Bissente, fratello di suo padre, invece, usava sovrintendere solo la preparazione del pane carasau. La sua povera moglie, che era la vera esperta, subiva la sua presenza per tutto il giorno nella cantina dove preparavano e cuocevano il pane. Tiu Bissente se ne stava con le mani dietro la schiena e osservava ogni movimento delle donne con attenzione, spostando il sigaro spento da una parte all’altra della bocca. A lavoro finito, usciva sotto il portico fiorito e accendeva finalmente quel sigaro, fiero del risultato. Tutti lo guardavano sorridendo senza avere mai il coraggio di fargli notare che aveva ben poco merito.
Tra sorrisi e ricordi, era giunta l’ora di continuare il nostro lavoro. Maria Grazia era addetta al forno, Giovanna, io e Lucia dovevamo sbrigare tutto il resto: Maria Grazia infilava in forno la sfoglia che noi assottigliavamo e con grande maestria la rigirava continuamente fino a che magicamente si gonfiava come una mongolfiera. Tolta dal forno, la punzecchiavamo per far uscire l’aria e la dividevamo in due dischi uguali con l’aiuto di un coltello. Infine, impilavamo tutte le sfoglie rifilando i bordi irregolari. Ogni sfoglia doveva ulteriormente passare in forno per essere leggermente essiccata e pressata per compattarsi. Quando tutto il pane fu suddiviso in buste (e qualcuna era destinata a me) mi sentii orgogliosa come Tiu Bissente e, allorché le mie compagne di avventura si riunirono sotto il porticato per fumare un sigaro, accettai allegramente di unirmi a loro e tossii per una settimana intera.
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Il dentista risponde Curiosità sul mondo odontoiatrico
Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
QUANDO È BENE INIZIARE L’ORTODONZIA NEI BAMBINI?
I
piccoli pazienti sono sempre stati un punto fermo del mio interesse formativo in campo medico fin dall’università, quando in un primo tempo stavo valutando di specializzarmi in pediatria invece che in odontoiatria. Questo mi ha portato, anche in seguito, ad informarmi e studiare sempre più le loro problematiche in quanto, è bene ricordarlo, se si individua un comportamento orale scorretto in giovane età è molto più facile, rapido e meno invasivo intervenire subito piuttosto che in fase adolescenziale o peggio adulta, dove si sono già accumulati e stabilizzati gli effetti negativi di tale problema non affrontato in precedenza, e si corre il rischio di dover ricorrere alla chirurgia. L’ortodonzia, ad esempio, è uno di questi casi. Quando sarebbe bene iniziare, quindi, a portare il proprio bambino a fare una visita dal dentista? Secondo gli studi più recenti dei centri di ricerca americani la regola dovrebbe essere “First tooth, first visit!” ovvero “Primo dente, prima visita”. Questo perché fin da quel primo momento si può creare un clima sereno e, perché no, divertente, tra il dottore e il piccolo paziente, evitando lo sviluppo di una qualche odontofobia via via che si va avanti negli anni. Un primo impatto positivo fin da piccoli evita spiacevoli pregiudizi in seguito, che limitano
la possibilità del paziente di curarsi quando ce n’è veramente bisogno. In quanto all’ortodonzia, perché è bene farla da bambini? Innanzitutto, dobbiamo sapere che il piccolo paziente, già nei primi anni d’età, raggiunge il 91% delle dimensioni definitive del cranio, l’80% di quelle della mascella e il 70% di quelle della mandibola. Vi è poi il passaggio fondamentale dai denti da latte a quelli permanenti, che nel loro cadere – i primi – e spuntare – i secondi – possono creare dei complicati “ingorghi” e affollamenti nelle arcate, che poi portano ad avere i famosi denti storti da adolescenti e poi da adulti se non seguiti e guidati nella loro
comparsa in bocca dal professionista. Al contempo, però, le ossa sono ancora relativamente malleabili, in quanto non si sono del tutto solidificate, perciò esercitano molta meno resistenza ai trattamenti correttivi ortopedici. Ancora, aspetto non da sottovalutare, il bambino ha meno esigenze sociali di natura estetica rispetto ad un adolescente, perciò può affrontare meglio l’utilizzo di un apparecchio intraorale. Tornando invece ad aspetti clinici, l’età che va dai 4 ai 10 anni è perfetta per intercettare con buon anticipo il sorgere delle malocclusioni, ovvero quell’insieme di problematiche che ri-
guardano lo scorretto contatto dei denti tra loro, che sul lungo (ma anche nel medio) periodo produce numerosi effetti negativi in campo posturale, deglutitorio, della respirazione e quant’altro, che vanno ad abbassare la qualità della vita del bambino in crescita. Evitare che una malocclusione iniziale diventi una dismorfosi stabilizzata, che da adulti richiederebbe interventi lunghi, fastidiosi e invasivi, è una strategia da non sottovalutare in quanto permette di eliminare il problema all’origine, eliminando abitudini viziate per riportare il processo di crescita del piccolo paziente su una strada armonica e sana. Quindi il monitoraggio ortodontico, ovvero una prima visita – con check di controllo – in una fase inziale della vita della persona è fondamentale, in quanto permette di supervisionare il completamento della dentatura decidua, di individuare i vizi comportamentali che possono evolversi in problemi cronici, motivare genitori e bambini a seguire le corrette manovre di igiene orale, sviluppare un senso di cooperazione e fiducia tra specialista e il piccolo paziente, per permettere in futuro un sereno rapporto con la sua salute orale. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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Foto Claudio Atzori
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LA CULTURA E I VALORI DEL BASEBALL
Antonio Filosa e la Yellow Team Sassari di DANIELE DETTORI
C
hi ha superato già da qualche anno l’adolescenza ricorderà il manga Touch, del giapponese Mitsuru Adachi, o magari il romanzo Ca‐ lico Joe, dello scrittore John Grisham. Questi successi editoriali hanno un elemento comune, uno sport che fa da sfondo alle storie profonde narrate dai due autori: il baseball. Questo mese abbiamo incontrato Antonio Filosa che, nel parlare di baseball, gioca praticamente in casa. Amante di questo sport da quasi trent’anni, coach dal 2003 e, a livelli professionali, dal 2009/2010, Antonio ha maturato in quel di Nettuno (Roma) buona parte della sua esperienza. Due brevi parentesi tra Porto Torres e Alghero, e attualmente è head coach della
Yellow Team a Sassari, dove allena i ragazzi nel campo di Li Punti nell’ambito di un progetto con la scuola da lui proposto. «Quando sono arrivato io il numero dei tesserati non ci permetteva di mettere in campo tutte le squadre di categoria», racconta. «Adesso, da quando è partito il progetto scolastico, è nata anche una realtà ulteriore che è quella delle Pink Ladies: dapprima squadra scolastica e ora attiva regolarmente in campionato». Ma come funziona, più nello specifico, la realtà del baseball? Quali sono le categorie nelle quali si suddivide questo sport? «Beh, le categorie sono: il minibaseball, che prevede l’introduzione al gioco dei bambini che hanno dai sei fino agli otto anni, e il mini softball, al femminile, che prevede la stessa fascia di
GIOCA D’ANTICIPO
età. A partire dal nono anno di età esistono l’under dodici, poi l’under quindici e ancora l’under diciotto. Sopra l’under diciotto esistono le squadre senior». Naturalmente esistono alcune piccole differenze tra il gioco al maschile e quello al femminile. «Cambiano leggermente le regole, la dimensione della palla e la forma delle mazze. Diciamo pure che le regole si somigliano finché si entra nell’under quindici. Dopodiché si comincia a giocare il baseball vero, quindi su un campo più grande e con regole diverse, che sono poi quelle del baseball fino alla categoria senior. Il campo stesso varia a seconda degli sport e della fascia di età. Come Yellow Team softball abbiamo una squadra under tredici che l’anno scorso ha svolto il campionato, ottenendo anche buoni risultati, e la squadra
under 16, che ci sta dando veramente tante soddisfazioni». Sì, perché gli ultimi tempi hanno visto arrivare, ai giovani giocatori, diverse vittorie. «Con le varie categorie, la soddisfazione più grande che ci siamo tolti è stata quella del 2017. La squadra under quindici era in difficoltà di costituzione, nel senso che avevamo i numeri per farla giocare ma non abbastanza giocatori esperti, mentre le altre società li avevano, potevano contare su un gruppo rodato già da diversi anni. Con il mio collega e amico Mauro Meloni di Olbia abbiamo incominciato a lavorare su questa squadra, contando su quattro giocatori di ruolo e cercando di far crescere anche gli altri». Antonio fa una piccola pausa e sorride ricordando. «Abbiamo vinto il titolo regionale. In aggiunta a questo ci siamo anche qualificati ai playoff nazionali. Abbiamo superato i sedicesimi e, di conseguenza, siamo entrati tra le prime quindici squadre d’Italia. In pratica siamo arrivati agli ottavi di finale. È stato il record societario: la Yellow Team non aveva mai raggiunto, nei livelli giovanili, questo risultato da quando è stata creata, dal 1983. Questo ci ha regalato veramente parecchie soddisfazioni». Lo spazio è tiranno ma vogliamo ancora capire quale sia il segreto per avere successo e generare passione in questo come in tutti gli sport. «Dipende da come lo si propone», è l’idea di Antonio Filosa. «Il nostro è uno sport non troppo conosciuto perché non abbiamo gli stessi canali, anche televisivi, che danno spazio ad altre discipline. È importante, poi, avere un buon rapporto empatico con i ragazzi e, soprattutto, trasmettere dei valori, perché un genitore porta il figlio dove ci sono valori da imparare ma attenzione: ciò non vuol dire vincere a tutti i costi. Vuol dire essere onesti. Lo si è programmando, proponendo e realizzando.
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24 S&H MAGAZINE
OUSMANE DIOP
AVVIO SOFFERTO PER LA HERTZ DINAMO ACADEMY LA FORMAZIONE CAGLIARITANA FATICA NON POCO A PRENDERE LE MISURE AL NUOVO CAMPIONATO DI SERIE A2 di ERIKA GALLIZZI Foto ROBERTO TRONCI
A
vvio di campionato piuttosto “sofferto” e, per certi versi, preoccupante per la Hertz Cagliari Dinamo Academy. La squadra guidata da coach Riccardo Paolini sta stentando nel campionato di Serie A2 di basket, in un girone, l’Est, che la oppone a diverse buonissime e attrezzate squadre. I rossoblù viaggiano con un ruolino di marcia di una sola vittoria e cinque sconfitte, così come Jesi, e nelle prime tre partite non hanno potuto contare sul proprio capo-allenatore in panchina, in quanto squalificato a seguito delle dichiarazioni rilasciate durante la passata stagione in merito alla gestione, da parte dei vertici del basket italiano, della vicenda Reggio Calabria, poi penalizzata e, di fatto, retrocessa d’ufficio. Inoltre, la Hertz ha dovuto fare i conti con qualche acciacco, che ha fatto saltare alcune partite ai lunghi Marco Allegretti e Justin Johnson. L’unica vittoria della Academy è arrivata alla terza giornata di andata, tra le mura amiche del PalaPirastu, contro la OraSì Ravenna (8278). Ed è stata una vittoria un po’ rocambolesca, dal momento che i rossoblù si sono ritrovati sotto di 16 lunghezze in avvio di terzo quarto (ma sembra quasi una necessità, per Cagliari, prendere un’“imbarcata”, per essere pungolata a reagire). Un ottimo Johnson in questo frangente, insieme a Miles, Matrone e Rullo, hanno poi propiziato la rimonta cagliaritana che ha portato ad una volata finale in cui la Hertz ha potuto mettere in cassaforte i suoi primi due punti.
Le sconfitte, invece, sono arrivate per mano di Forlì, Roseto, Treviso, Ferrara e Cento. Se Forlì, Treviso e Cento sono squadre di fascia più alta rispetto a Cagliari, lo stesso non si può dire di Ferrara e Roseto e, soprattutto da quest’ultima partita, in effetti, qualcosina in più la si aspettava. Dopo l’esordio casalingo con Forlì (87-102), i rossoblù sono volati, appunto, in Abruzzo, al cospetto di una delle squadre che, secondo i pronostici estivi, rischia di più la retrocessione ed il ko è stato piuttosto pesante. 68-86 il punteggio finale, con una “resa” precoce, già nel secondo quarto, in cui gli “squali” rosetani hanno raggiunto il +21, mentre Cagliari è apparsa davvero poco reattiva, sia fisicamente che mentalmente. La reazione è poi arrivata, insieme addirittura al pareggio (questo anche a dimostrazione della non eccessiva “forza” dell’avversaria), ma gli uomini di coach Paolini si sono poi nuovamente spenti, probabilmente provati dalla folle rincorsa. Detto della vittoria interna alla giornata successiva, contro Ravenna, poi è arrivata una nuova sconfitta contro la De’ Longhi Treviso, ovvero una delle formazioni favorite al salto in Serie A. Un match per metà sostanzialmente equilibrato, con i trevigiani che hanno “sprintato” nel terzo quarto a suon di triple, lasciando sul posto i padroni di casa isolani, per poi ribadire la propria supremazia nell’ultimo (7287). Stessa sorte nella successiva trasferta, sul campo della Bondi Ferrara, squadra teoricamente tra le meno quotate. Gara equilibrata solo nelle prime battute e Ferrara che ha poi preso il volo verso una comoda vittoria (9465). Infine, la sconfitta casalinga per mano
della neopromossa Baltur Cento (76-87), con l’Academy sprofondata sul -23 nelle prime battute del terzo quarto, prima di reagire e tornare un po’ a galla. Ma troppo tardi. Nell’ultimo periodo, l’Academy, ha comunque presentato una novità nel proprio roster. In virtù del doppio tesseramento e della facoltà di doppio utilizzo, è arrivato, dalla Dinamo Sassari, il lungo classe 2000 Ousmane Diop. Considerato uno dei migliori giovani in Italia, Diop risulta sicuramente utile, con la sua energia e la sua capacità di giocare sia fronte che spalle a canestro, a coach Paolini e la sua squadra. L’atleta di origini senegalesi è andato a rimpolpare il roster rossoblù a partire dalla quarta giornata, nella gara con Treviso e ha tirato fuori una superba prestazione con Cento (25 punti, 10 rimbalzi e 32 di valutazione totale). Il mese di novembre si presenta ostico anche senza guardare il pregresso. La Hertz, infatti, incontrerà solo squadre considerate di livello superiore o, al massimo, paritario. Il 10 novembre la truppa cagliaritana farà visita alla Tezenis Verona per un impegno molto difficile. La bellezza del basket sta nella sua imprevedibilità, ma sperare in qualcosa sul campo della Tezenis non sembra plausibile, per quanto i veneti non abbiano ancora ingranato la giusta marcia. La settimana successiva capitan Bucarelli e compagni apriranno le porte del PalaPirastu alla Le Naturelle Imola Basket, inserita, nei pronostici estivi, nella fascia immediatamente più alta rispetto a quella di appartenenza del Cagliari (ma potrebbe anche risultare fattibile); il 25 novembre, invece, la Hertz andrà a Piacenza per uno scontro, sulla carta, ad armi pari. Nel Piacenza, una vecchia conoscenza per i cestofili sardi: l’esterno Matteo Formenti, che ha vestito la maglia della Dinamo Sassari e, con lei, ha vissuto la strepitosa annata del “triplete”.
RICCARDO PAOLINI
shmag.it 25
di SALVATORE STELLA Foto ROBERTO TRONCI
U
n Cagliari totalmente rinato sotto la cura Maran. Rossoblù compatti, sicuri dei propri mezzi e con totale personalità. Cos’è cambiato rispetto alle passate stagioni? La sensazione è che i rossoblù giochino un calcio più sciolto, con manovre basate su rapidi fraseggi, maggiore qualità e costanti verticalizzazioni. Un calcio totalmente più moderno, capace di mettere in seria difficoltà qualsiasi tipo di avversario. Il mese di ottobre ha evidenziato ciò che di buono i rossoblù avevano mostrato nell’ultima parte del mese di settembre. Un inizio di stagione complicato, ma ribaltato dalla mossa tattica di Maran nello schierare Joao Pedro nelle vesti di seconda punta e avanzare Castro nel ruolo di trequartista. Una svolta tattica che ha ridato maggiori garanzie offensive al Cagliari, bocciando parzialmente le posizioni di Sau e Farias. Andiamo per ordine: dopo l’ottima vittoria alla Sardegna Arena contro il Bologna, il Cagliari ha dimostrato grande personalità anche nel match del Franchi contro la Fiorentina. Un pareggio per 1-1 maturato nei minuti finali grazie al gol del solito Pavoletti. Una settimana piuttosto movimentata quella del centravanti livornese, diventato papà del piccolo Giorgio qualche ora prima della sfida ai viola. Una notte piuttosto travagliata ricca di felicità ed emozioni, poi il volo per Firenze per raggiungere i compagni. Panchina iniziale, poi il gol nel finale con dedica speciale al suo primogenito e compagna. Che Cagliari abbiamo osservato nel match contro la Fiorentina? Fase difensiva praticamente perfetta. Bene anche il centrocampo, arricchito come sempre dalla solita grinta e qualità di Barella. Bene anche Ionita, poco appariscente in zona gol, ma efficace
LEONARDO PAVOLETTI
CAGLIARI CALCIO: SARDEGNA ARENA FORTINO ROSSOBLÙ.
KO CON LA JUVE SENZA RAMMARICO. e fondamentale in fase di contenimento e raccordo tra centrocampo e attacco. Che dire di Bradaric? Il centrocampista croato ha conquistato la fiducia di Maran e di tutto il popolo rossoblù: geometrie, eleganza e totale semplicità nell’impostazione della manovra. La sfida del Franchi ha sottolineato la nuova maturità del Cagliari: atteggiamento caparbio, determinato e ricco di qualità. La 10ª giornata ha visto i rossoblù ospitare il Chievo alla Sardegna Arena. Ritorno in Sardegna per Ventura, il quale ha sottolineato il suo grande rapporto con il pubblico cagliaritano e la Sardegna. Rossoblù devastanti nei primi 45 minuti di gioco: forse il miglior Cagliari di questo inizio di stagione. Isolani subito in vantaggio al 15’ grazie al gol di Pavoletti, abile a sfruttare l’assist di Joao Pedro da calcio d’angolo. Cagliari padrone del campo: cattiveria agonistica, qualità e forte determinazione. Chievo non pervenuto per tutto il corso del primo tempo. Rossoblù
abili a gestire anche la gara nella ripresa, secondo tempo suggellato da uno straordinario gol di Castro: destro in corsa dai 25 metri e palla sotto il sette della porta difesa da Sorrentino, da segnale anche l’ottima sponda di Pavoletti. Il Cagliari si rilassa, forse troppo, e nel finale, minuto 79’, Stepinski rianima gli ospiti con un perfetto colpo di testa ravvicinato, sul quale Cragno non può nulla. Tuttavia gli uomini di Maran non demordono: ottima gestione del finale di gara e punto esclamativo su tre punti fondamentali in vista della super sfida dell’Allianz Stadium contro la Juventus. La sfida contro i bianconeri ha evidenziato la completa maturità dei rossoblù nonostante il 3-1 finale in favore degli uomini di Allegri. Juventus subito in vantaggio dopo appena 45 secondi, gol messo a segno da Dybala dopo un’ottima azione personale. Cagliari arrembante e Joao Pedro restituisce speranza ai rossoblù mettendo a segno il gol del pareggio con un
perfetto destro incrociato. Pochi minuti dopo, però, arriva l’autogol di Bradaric, una mazzata totale che riporta la Juventus in vantaggio. Rossoblù compatti per tutto il corso della gara. Nel finale Pavoletti va vicinissimo al gol del pareggio, il suo destro, però, viene murato dalla retroguardia juventina mettendo fine alle speranze isolane. In chiusura, su perfetto contropiede, Cuadrado mette il punto esclamativo sul match, 3-1 il finale. Perché c’è da stare sereni in casa rossoblù? Il Cagliari ha messo in campo grinta, qualità e determinazione, rischiando di portare a casa un pareggio contro una delle corazzate più forti d’Europa. È stato un mese d’ottobre ricco di soddisfazioni e certezze, partendo dal grande carisma di Srna, fino ad arrivare alle ottime certezze confermate da Barella e dal nuovo tridente fantasia Castro-Joao Pedro-Pavoletti. Nessun allarme, massima serenità in vista dell’imminente futuro.
26 S&H MAGAZINE
inSardegna... I migliori eventi del mese
Dal 7 al 9 NOVEMBRE. “Destinati all’estinzione”, Angelo Pintus
7 NOVEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. “Tandem”, concerto Fabrizio Bosso (tromba) e Julian Oliver Mazzariello (pianoforte). Dal 7 al 9 NOVEMBRE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Destinati all’estinzione” spettacolo di Angelo Pintus. Dall’8 al 13 NOVEMBRE: Cagliari all’Exmà. XI edizione del “Festival della Scienza”. 9 NOVEMBRE: Cagliari al Centro Congressi della Fiera di Cagliari, ore 21:00. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerti Bill Frisell solo + Enrico Rava ft. Joe Lovano quintet. Cagliari al Bflat, ore 21:30. “40 anni d'autore Tour”, concerto Piero Marras. 9/11 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 20:30 (9 nov) / ore 16:30 (11 nov). Stagione Lirica e Sinfonica 2018: “Rigoletto”, di Giuseppe Verdi, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi. 10 NOVEMBRE: Serrenti al Teatro Comunale, ore 19:00. Rassegna “Festival di Novembre”: “Le Mille e una Notte – Aladino e Sherazade”, regia Rosalba Piras e Tiziano Polese. 10-11 NOVEMBRE: Nuoro e Tiana. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. Milis. XXXI edizione della Rassegna dei Vini Novelli di Sardegna. 11 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “Gulliver a Lilliput”, Akròama, scritto e diretto da Elisabetta Podda. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Il Gatto Mammone”, La Botte e il Cilindro (SS), (311 anni). Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “G.A.P. Gioco d’azzardo patologico”, di e con Stefano Ledda. 11-12 NOVEMBRE: Cagliari all’Auditorium Comunale, ore 21:00. Concerto dei Tazenda “Dentro le parole”. 15 NOVEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. Concerto Tony Marongiu Rock Project. Dal 15 al 17 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Amén - La semana santa Flamenca”, Akròama, regia e coreografie Marina Claudio. 16 NOVEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 21:00. “C’era una volta Ettore Petrolini”, di Emanuele Bosu. Cagliari al Bflat, ore 22:00. Concerto Luca Jurman Quartet. Cagliari al Fabrik Club, ore 22:00. Concerto di Mecna. Dal 16 al 24 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione lirica e di balletto 2018: “Lo schiaccianoci”, balletto in due atti di Amedeo Amodio, musiche di Tchaikovsky. 17 NOVEMBRE: Serrenti al Teatro Comunale, ore 19:00. Rassegna “Festival di Novembre”: “The Great Magic”, spettacolo di magia di Alfredo Barrago.
Dal 21 al 25 NOVEMBRE. “Mio cuore io sto soffrendo...”
Sassari al Teatro Verdi, ore 21:00. Concerto del chitarrista Robben Ford. 17-18 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 20:30 (17 nov) / ore 16:30 (18 nov). Stagione Lirica e Sinfonica 2018: “Carmina Burana”, di Carl Orff. Cagliari all’EXMA, ore 21:00. “Spanker Machine dell’Otaku Celato”, compagnia Lucidosottile, con Michela Sale Musio, regia Tiziana Troja. Cagliari al Teatro La Vetreria, ore 21:00 (17 nov) / ore 18:00 (18 nov). “RAPTUS. Dal mito greco al femminicidio”, Cada Die Teatro, di e con Rossella Dassu, regia Alessandro Lay. Atzara e Olzai. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 18 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “I mezzi giri”, Teatro del sottosuolo, progetto sperimentale di nuovo circo. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Le quattro stagioni e Piccolo Vento”, Fondazione AIDA (VR), (3-11 anni). Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “L’Ultima Cena”, regia di R. Pelusio. Dal 21 al 25 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa 2018/2019: “Mio cuore io sto soffrendo, cosa posso fare per te?”, regia Antonio Marras. 22 NOVEMBRE: Serrenti al Teatro Comunale, ore 20:30. Rassegna “Festival di Novembre”: “Farà di te un sol boccone”, fiaba danzata con la coreografia di Francesca La Cava. Cagliari al Bflat, ore 21:30. “Napoli Buenos Aires A/R”, concerto Barbara Raimondi (voce), Nico Di Battista (chitarra) e Enzo Zirilli (percussioni). Dal 22 al 24 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Non una di meno”, liberamente ispirato a Le Troiane di Euripide Teatro Libero di Palermo, di Manlio Marinelli, regia di Lia Chiappara. 24 NOVEMBRE: Serrenti al Teatro Comunale, ore 19:00. Rassegna “Festival di Novembre”: “Io Pollicino”, regia di Pier Paolo Conconi. 24-25 NOVEMBRE: Ollolai e Orotelli. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 25 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “Io, Pollicino”, La botte e il cilindro, di Consuelo Pittalis, regia Pier Paolo Conconi. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Jack e il Fagiolo Magico”, Akroama (CA), (3-11 anni). Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “Napoli Inferno e Paradiso”, di e con Antonio Volpi. Mogoro all’Anfiteatro Comunale, ore 21:00. XI edizione “Culturefestival”: concerto Alessandro Di Liberto quintet & Orchestra da Camera della Sardegna. 26 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. Spettacolo “La conosci Giulia?”. 27 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerto Omar Sosa & Yilian Canizares “Aguas” trio.
30 NOVEMBRE. Concerto Mario Biondi band
29 NOVEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 20:30. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerto Avion Travel “Privé Tour”. Serrenti al Teatro Comunale, ore 20:30. Rassegna “Festival di Novembre”: “Perseo e Medusa”, spettacolo di danza, coreografie di Cristina Locci. Mogoro all’Anfiteatro Comunale, ore 21:00. XI edizione “Culturefestival”: concerto Chick Corea, Simone Pittau & Orchestra da Camera della Sardegna. Dal 29 NOVEMBRE al 1° DICEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Gulliver a Lilliput”, Akròama, regia di Elisabetta Podda. 30 NOVEMBRE: Cagliari al Fabrik Club, ore 19:00. Concerto de La Coka Nostra. Mogoro all’Anfiteatro Comunale, ore 21:00. XI edizione “Culturefestival”: concerto Mario Biondi band.
Mostre Fino al 9 DICEMBRE: Orani al Museo Nivola, ore 10:30-13:30 / 15:30-19:30, chiuso lunedì. “What are we fighting for? Chicago ’68 / Orani ’68”. Fino al 15 DICEMBRE: Cagliari alla Mediateca del Mediterraneo, ore 9:00-20:00 (mar-ven), ore 9:00-13:00 / 15:00-20:00 (sab), chiuso domenica e lunedì. Mostra "Anna Frank, una storia attuale". Fino al 31 DICEMBRE: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-17:30. Mostra “Nuragica”, il più sorprendente viaggio nel tempo tra ricostruzioni e realtà virtuale. Fino al 15 GENNAIO 2019: Santa Teresa Gallura al sito archeologico Lu Brandali, ore 9:30-18:30. Mostra “Lu Brandali: leggi, tocca, ascolta”. Fino al 31 GENNAIO 2019: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-17:30. Mostra “Marmilla. Nuraghi e castelli nelle terre del grano”. Fino al 28 FEBBRAIO 2019: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:00-14:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Carlo Alberto archeologo in Sardegna - Gli idoli bugiardi”. Dal 9 NOVEMBRE 2018 al 3 MARZO 2019: Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 / 15:00-19:00, chiuso lunedì. “Sabir” la prima mostra personale in Italia dell’artista israeliano Dor Guez. Fino al 30 APRILE 2019: Alghero nel complesso “Lo Quarter”, ore 11:00-13:00 / 17:00-23:00. Mostra “Nuragici, un territorio, un’Isola, il Mediterraneo”.
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Dillo a foto tue La Sardegna in #hashtag C’è un nuovo modo di fare turismo e di essere turista, a chilometro e costo zero, – anzi 2.0! – che non conoscerà mai crisi! Instagram è ormai diventata la vetrina più efficace e forse adatta alla valorizzazione della Sardegna, e i like parlano chiaro! Raccontaci con le tue foto la Sardegna in tutte le sue sfaccettature taggando il nostro profilo Instagram @sehmagazine e inserendo l'hashtag #shmag all’interno della didascalia con una breve descrizione. Ogni mese pubblicheremo le 4 foto più belle. @ila7777 $Iglesias
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“Tramonto su Capo Caccia”. Carmine
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“Momenti di Folklore 2018”. Andrea Cogoni
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“Rito Festa San Gavino, nel giorno della sua decapitazione”. Viviano Tedde
28 S&H MAGAZINE
BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE Corallo
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Via Napoli, 4. 070/668027. Nessuno Da Rita
Pizzeria
Via Palestrina, 94. 070/498044. Domenica Duanima
Ristorante
Via Satta, 28. 366/8140691. Lunedì El Burrito
Cucina Messicana
Via Mameli, 124. 392/0296171. Domenica Flora
Ristorante
Via Sassari, 45. 070/658219. Nessuno Galaia City
Cucina Tipica Carlofortina
Viale Diaz, 37. 070/7566090 - 349/3082276. Lunedì Ginlè
Pizzeria al Taglio Gourmet
Via Bacaredda, 39. 070/4511021. Martedì Il Fantasma 2
Un caffè o un pasto veloce!
Fantasy Food
Snack Bar.Pizzeria
Il Faraone
Via Del Redentore, 138. 342/7653134. Domenica
Il Gallo d’Oro
Q UA R TU SA NT’ELEN A Bar Matta 3.0 Caffetteria.Ristorante
Via Gianturco, 1. 347/5176050. Domenica Caffetteria.Ristorante
Via Roma, 75. 070/652121. Nessuno Wine Bar
Via Giovanni Maria Dettori, 7. 070/682140. Lunedì Al Andalus
Caffetteria
New Idealcaffè
Via Marconi, 258/260. 340/9094147. Domenica
Caffetteria.Ristorante
Serendipity Bistrot
Caffè Savoia
Caffetteria
Via Savoia, 14. 070/651981. Domenica De Candia
Caffetteria.Ristorante
Via Cilea, 89. 070/888100 - 392/8006816 Tapas Bar
Cocktail Bar.Caffetteria
Via De Candia, 1. 070/6407572. Nessuno
Snack Bar
Via Fadda, 73/b. 070/4648745 Vanity Cafè
Fine Old Bar
Snack Bar
Il Gufo Sardo
Via Siena, 36. 328/7203645. Domenica
Borromini Cafè
Via Dante, 129. 392/9016593
Caffetteria
Caffetteria.Ristorante.Pizzeria
Via Mameli, 153/c. 348/8103336. Nessuno Caffetteria.Ristorante
Il Gallo d’Oro
Via Eligio Porcu, 112. 350/0041034. Nessuno Grey’s Cafè
Bar.Taperia
Snack Bar
Via San Benedetto, 123. 348/8390267. Nessuno Farris Caffè
7divino
Caffetteria
Via San Benedetto, 15/b. 328/0016675. Nessuno
Caffetteria.Ristorante.Gelateria Caffetteria.Gelateria.Pinseria
Via San Bartolomeo, 8. 070/4629027. Nessuno Il Baretto
Caffetteria.Pasticceria
Dove mangiamo?
Via Campania, 53. 334/8744280. Nessuno Caffetteria
140 Grammi
Inu
Via Mameli, 91. 070/660001. Nessuno
Wine Bar
Via Sassari, 50. 070/6670414. Lunedì
Al Vomero 193
Mojito
Cocktail Bar
Ristorante
Pizzeria
C.so V. Emanuele II, 263. 380/5861469. Domenica L’Imperfetto
Cucina Tipica Sarda
Via dei Genovesi, 113. 070/4619909. Lunedì L’Oca Bianca
Cucina Etnica.Pizzeria
Via Napoli, 38. 070/664339. Domenica La Balena
Cucina Marinara
Via Santa Gilla, 123. 070/288415. Domenica La Griglia d’Oro
Ristorante.Pizzeria
Viale Marconi, 10/12. 070/499998. Lunedì
Moonshine Bar
Via Donizetti, 74. 342/1338662 - 339/1571838. Nessuno
Cocktail Bar
Via Savoia, 8. 070/4644392. Martedì
Arenada
Officine Hammer
Lounge Bar
Pizzeria.Bisteccheria Cucina Tipica Sarda.Pizzeria
Via Castiglione, 20/22. 070/482249. Lunedì
Via Giardini, 181. 392/2529467. Lun, Mar, Mer, Dom
Bier-Keller
Overlook
Viale Trieste, 14. 070/666980 - 348/3352173. Nessuno
Wine/Beer Bar
Via Mameli, 122. 070/651585. Nessuno
Cucina Tipica Bavarese
Cavour
Perla de Janas
Wine Bar
Via San Giovanni, 174. 344/0601755. Nessuno
Trattoria.Pizzeria
Via Cavour, 83. 070/6407803 - 328/8669219. Lunedì Cesare
Caffetteria.Bistrot
Via Tola, 10. 391/4777185
Ristorante
Via Darwin, 2/4. 070/304768. Nessuno ChiaroScuro
Cucina Tipica Sarda
C.so V. Emanuele II, 380. 070/4593798. Domenica Ci Pensa Cannas
MO N S ER R A T O
Trattoria
Via Sardegna, 37. 070/667815. Domenica Caffetteria
Via Redentore, 45. 339/3565327. Domenica
Civico 8
Pizzeria
Viale Regina Margherita, 8. 070/658341. Nessuno Caffetteria
La Locanda del Buongustaio
Ristorante.Pizzeria
Coendi
Via dei Mille, 16. 342/0135160
Ristorante
Via Concezione, 7. 070/4598763. Lunedì La Mola Sarda
Ristorante
Viale Trento, 84. 070/280983. Lunedì La Romana
Pizzeria
Bisteccheria.Cucina Marinara
Cucina Marinara
Vico Barcellona, 10. 070/650604. Pranzo Pizzeria
Via Paoli, 1. 392/4707047. Nessuno Lo Spiedo Sardo
Alexander
Via Cesare Cabras, 12. 070/3113605
Kukina
Levitum
Ristorante.Pizzeria Napoletana
Via Roma, 193. 070/651596
Salita Santa Chiara, 25. 070/8564040
Caffè Mistral
Pizzeria.Bisteccheria
Via Monte Sabotino, 39. 070/281759
Lapola
Via Manno, 9. 070/664298 - 388/1006578. Domenica
Cafè Naty
Il Mago Nicolino
C.so V. Emanuele II, 71. 070/6670108. Lunedì
CA G LIA R I
Il Caffè Letterario
Toladieci
Cucina Tipica Sarda
Via Farina, 30. 070/2050305 - 333/1841622. Lunedì
Via Cugia, 7. 070/308207. Lunedì
Via Palestrina, 32. 345/8460183. Nessuno Good Cagliari
Pizzeria
Via Italia, 139/a - Pirri. 070/522332. Nessuno
La Lanterna
Via Sassari, 58. 070/7334925. Domenica Gamble Coffee 32
Pizzeria.Bisteccheria
Via Dante, 60. 070/6670488. Nessuno
Piazza Azuni, 12. 070/8696087. Nessuno Caffetteria San Benedetto
75 Seventyfive
Pizzeria.Bisteccheria
Via Cadello, 24. 070/291956 - 070/3328206. Mattina
CA GL I A R I 1901
Pizzeria
Via San Domenico, 77. 070/655016. Lunedì
Ristorante.Bar
Via Montecristo, 6. 070/371633 Lo Spiedo Sardo
Via Palomba, 47. 070/492202. Domenica
Ristorante.Pizzeria
Chiusura Informazioni aggiuntive
shmag.it 29 Pizzeria D’Elite
ospitalità, passione e amore per il territorio
Su Stahueddu Bacco
Ristorante.Pub
Corso America, 84. 070/943435. Lunedì Buzz El Carnicero
Ristorante.Pizzeria
Gasthaus
via traiano 4 .
SELARGIUS
Ristorante Trattoria.Pizzeria
Via Carmine, 213/l. 070/942047. Consegna domicilio
Ristorante
Malloci Paradise
Ristorante.Pizzeria
Via San Martino, 185. 070/851260. Nessuno
SESTU Michelangelo
Pizzeria.Birreria
Via Iglesias, 3. 070/940698. Lunedì Sapore Antico
Cucina Marinara
The Big Apple
Ristorante.Pizzeria.Bar
Via Carmine, 95. 070/942509
Mari Mannu
Pizzeria
Ristorante.Pizzeria.Bar
Man.Gia.
Via Bacaredda, 34. 334/7706497. Lunedì Via Mameli, 196. 070/2041940. Lunedì
Pizzeria L’Elfo
Via Sulcis, 32. 070/941314 - 331/5795382. Nessuno
Viale Regina Margherita, 18. 070/672058. Domenica Cucina senza glutine.Pizzeria
Pizzeria.Bisteccheria
Via Milazzo, 21/a. 070/8607049
Il Maratoneta Luxar.eat
Il Cellarium
Viale Trieste, 18. 345/5814574. Lunedì
Il Grillo
Ristorante
Via Vittorio Veneto, 96. 070/7345223. Nessuno Luigi Pomata
Via Cagliari, 168. 070/946075. Mercoledì Via Carmine, 132. 070/946350. Nessuno
329 0993585
Locanda dei Buoni e Cattivi
Birreria.Pub
Pizzeria
Via Don Minzoni, 6. 070/883100. Lunedì
Via Pio IX, 44. 070/7344038. Nessuno
FORDONGIANUS
Pizzeria.Bisteccheria
Via Don Minzoni, 15/a. 070/0981348 - 392/5251404. Mar Vecchia Stazione
Ristorante.Pizzeria.Bar
Via Sardegna, 34/g. 070/942055. Domenica
C
Pizzeria
Via Don Minzoni, 43. 070/882793. Consegna domicilio
A SSEM INI
Pizzeria.Bisteccheria
Via Michelangelo, 26/28. 070/261681. Lunedì Porky’s
Pizzeria.Cucina senza glutine
Pizzeria.Bisteccheria.Birreria
Viale Vienna, 16. 070/7966788 - 366/7094077. Lunedì
Via Cagliari, 213. 070/940437. Pranzo
C.so V. Emanuele II, 206. 389/5804951. Lunedì Mondo e Luca
DECIM O M A NNU
Cucina Marinara
Via Mameli, 101. 070/670480. Domenica Mood
Ristorante.Lounge Bar
Cirano Pub
Pub.Birreria
Via Sardegna, 3. 349/7113367. Lunedì
Via San Lucifero, 63. 070/672068 Nasip
Cucina Orientale Kyrgyza
Niu
La Lanterna
Ristorante.Cocktail Bar
C.so V. Emanuele II, 56. 070/7538699
Belvedere
Birreria.Ristorante
C.so V. Emanuele II, 374/376. 070/6497691. Lunedì
La Polveriera
Pizza & Brace
Via Polveriera, 30. 070/215568
Pizzeria.Bisteccheria
Via del Pozzetto, 29. 070/373972 - 349/8438716. Martedì
Pizzeria Giorgione
Pizza Evolution 2
Via Sulcitana, 160. 070/216333
Pizzeria.Paninoteca
Pizzeria Pizzeria
Villa Del Mas
Pizzeria Betty
Via Cagliari, 26. 070/2128009 - 335/1509445. Nessuno
Ristorante
Via S. M. Chiara, 21 - Pirri. 070/522352 - 346/0354860. Lun Ricercato
Via Tigellio, 32. 346/6025808. Nessuno Ristorante
I Due Mimì
Pizzeria.Bisteccheria
Via Fonni, 14. 070/5849840. Lunedì. Consegna domicilio
Royal
Paradise Sandwich
Cucina Toscana.American Bar
Paninoteca.Bisteccheria
Via Piccioni, 2. 070/341313. Lunedì
Via Riu Mortu, 24. 347/2102342. Domenica
Sa Piola
Taverna 1860
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Spighitta Stella Marina di Montecristo
Q U A R TU SA NT’ELEN A
Via Sardegna, 140. 347/5788964. Domenica
Andycoc Pub
Taglio
Via Grandi, 11. 329/8171843. Lunedì
Piazza Garibaldi, 42. 070/8584975. Domenica
Brasa Brazil Pub.Bisteccheria
Via Dante, 58. 070/6670488. Nessuno Trattoria
Via Lepanto, 6. 070/651795
Cucina Brasiliana.Bisteccheria
Viale Colombo, 260. 392/4719674. Nessuno Ristorante.Pizzeria
Via Monaco, 77. 070/830730. Nessuno Il Vecchio Forno
Cucina Marinara
Via Sardegna, 78. 070/652970. Nessuno
Pizzeria
Via Diaz, 4. 328/4745323. Nessuno. Consegna domicilio L’Arte del mare
Pizzeria.Ristorante
Cucina Marinara
Viale Colombo, 242. 070/826618 - 349/3747589. Nessuno
Viale Monastir, 53. 070/2085022 - 349/5660366. Nessuno Zerosettantacinque
Ristorante.Pizzeria
Via Sassari, 75. 345/3332969. Nessuno Zio Tom
C.so V. Emanuele II, 219. 392/9217089. Mercoledì
Ravioleria
Piadineria.Friggitoria
Via Angioy, 78. 328/7860730. Nessuno Pizzeria Paninoteca
Viale Trieste, 67/b. 380/4369334. Consegna domicilio La Bottega del Panino
Paninoteca
Viale La Plaia, 38. 070/662459 Pizzeria.Paninoteca
Via Timavo, 19. 070/2892153. Lun. Consegna domicilio La Cantina
Paninoteca
Q UA R TUCCIU Il Papero 2
Via Mandas, 6. 070/8600702
Pizzeria
Via Tagliamento, 30. 340/0967028. Consegna domicilio
Pub.Birreria
El Faro
Trattoria da Serafino
Vai che ce n’è di più
Gusto
La Fabbrica della Pizza
Cucina Marinara Ristorante.Cocktail Bar
Gastronomia
Via dei Mille, 3. 070/672039
Ristorante.Pizzeria
Via Mameli, 42. 070/6493481 - 339/7259906. Lunedì
Trattoria Lillicu
Da Roberto
La Boutique della Pizza Ristorante.Pizzeria
Via Tito, 56/58. 070/5849062 - 347/3550091. Martedì
Vico Santa Margherita, 3. 070/666714. Nessuno
Pizzeria
Via Italia, 32 - Pirri. 070/562686. Martedì
Via Boiardo, 7. 070/482163 - 349/4184511
Viale Bonaria, 96. 070/680149. Nessuno
The Cork
Costa Smeralda
Il Piacere del Panino
Ristorante 96
Pizzeria
Via Pitzolo, 18. 070/41443. Lunedì. Consegna domicilio
I Girasoli
M O NSER R A TO
Osteria.Caffetteria
Pizzeria
Via Toti, 85 - Pirri. 070/5689029. Giovedì
Via Mandrolisai, 27. 070/2080178. Nessuno Pizzeria.Bisteccheria
Alex Pizzeria
Via Redipuglia, 61/a. 342/9486960. Lunedì
ELM A S
Non Solo Malto
CAGLIARI
Pizzeria
Corso Umberto, 39. 070/962880 - 070/9537286. Lunedì
Via Napoli, 55. 070/0991772. Nessuno
Take away o domicilio
Pizzeria
30 S&H MAGAZINE La Vecchia Kasbah
Cucina Tipica Araba.Pizzeria
Via Dante, 204/b. 070/482588. Nessuno New Pizza
Pizza al metro
Via Loru, 25. 070/303216. Lunedì. Consegna domicilio Pizzeria Da Italo
Pizzeria
Via Deledda, 21. 070/3111125. Mar. Consegna domicilio Pizzeria Il Viale
Pizzeria.Paninoteca
Viale Sant’Avendrace, 28. 070/283207 Pizzeria Troll
Pizzeria
Via Dei Donoratico, 49. 070/44532. Consegna domicilio
A SSEM INI C’è Pizza per te
Pizzeria
C.so Africa, 11/c. 347/0696962. Lun. Consegna domicilio Coccodè
Fast Food
C.so Europa, 16. 070/940920. Consegna domicilio Dolphin Pizza
QUARTU SAN T’ELEN A
Pizzeria.Paninoteca
Via Cagliari, 280. 345/0755855. Mer. Consegna domicilio I 4 Venti
Pizzeria
Via Cagliari, 332. 070/9435587. Consegna domicilio La Brace
Pizzeria
Le Mimì
Pizzeria.Gastronomia
Via Irlanda, 14. 070/812617 Paradiso
Pizzeria
Via Dorgali, 1. 070/9439000. Lunedì. Consegna domicilio
Via Vittorio Veneto, 80. 070/869157. Nessuno
La Coccinella
Passaparola
Pizzeria.Paninoteca
Via Piemonte, 4. 070/940905. Domenica La Focaccia
Pizzeria
C.so America, 128. 340/1813030. Lun. Consegna domicilio Le Tradizioni
Stop Pizza
Pizzeria
Via Monsignor Angioni, 10. 070/826414. Domenica
Pizzeria.Gastronomia
Via Cagliari, 216/a. 070/946177. Mercoledì New P3
QUARTUCCIU
Pizzeria
Via Sardegna, 25. 070/940497. Mar. Consegna domicilio Pizzeria Da Sergio
Pizzeria
Via Giovanni XXIII, 14. 070/9459022. Consegna domicilio Pizzeria del Corso
Pizzeria
Corso America, 26. 070/941724 Pizzeria Giorin
Pizzeria.Paninoteca
Pata Negra “La Prosciutteria”
Pizzeria Shardana
Pizzeria Gnomi Pronto Pizza
Pizzeria
Pizzeria
Sa Moba Antiga
SELARGIUS
Panetteria.Pizzeria
Via Po, 55/b. 338/9182895. Lunedì Zero9
Pizzeria.Paninoteca
Via Carmine, 9. 347/1849301. Nessuno
Da Giulio
Pizzeria
Via Pira, 2. 070/8002636. Lunedì. Consegna a domicilio Sa Tàppara
Pizzeria
Via Romagnino, 47/a. 070/4648835. Lunedì
M O NSER R A TO Pizza al metro e al taglio
Via Zuddas, 224. 070/4515015. Domenica Pizzeria
Via San Gottardo, 50. 070/570106. Consegna domicilio Zona 3
Pizzeria
Via Selargius, 54. 392/1687499. Lun. Consegna domicilio
Via Sassari, 9/a. 392/3871371. Lun. Consegna domicilio
Me Gusta
Prosciutteria
Via Rosselli, 19/21. 327/2294739. Domenica
Via Quartu, 133. 070/883565. Consegna domicilio
Via Tevere, 63. 347/9983943. Lunedì
L’Aperipizza
Pizzeria
Via Firenze, 32. 070/883139 - 345/3051363
Qualcosa di dolce?
Pizzeria
CAGLIARI
Via Seneca, 51. 070/570655. Mar. Consegna domicilio Argiol-Ice
Gelateria
Via della Pineta, 191. 070/3481315. Nessuno Coccolandia
Pasticceria e Panetteria senza glutine
Via Puccini, 8/b. 070/286179. Lunedì Cooking Momo Bakery
Pasticceria.Caffetteria
Via Dante, 61/63. 339/4140152. Nessuno Gellato
Gelateria
Via Pergolesi, 12. 070/4614607. Lunedì Ice Stop
Gelateria
Via Dante, 65/a. 070/494516. Nessuno Il Gelato Aresu
Gelateria.Caffetteria
Via Monti, 58. 070/684646. Lunedì Piazza Yenne 2
Pasticceria.Caffetteria
Viale Sant’Avendrace, 23/25. 070/290159. Nessuno
Tel. 0783 296417 Te