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BIANCA PITZORNO IL TESSUTO DI UNA GRANDE STORIA: “IL SOGNO DELLA MACCHINA DA CUCIRE”
di DIEGO BONO
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’è stato un tempo, non molto lontano, pieno di incertezze, in cui il mondo era molto differente rispetto ad oggi: il popolo, spaccato e distante, era composto da classi tanto diverse quanto distaccate l’una dall’altra. Era la generazione dei nostri nonni, periodo in cui l’emancipazione femminile poteva esistere attraverso la meritocrazia che appianava la distinzione tra un uomo e una donna liberandoli dal loro status, mostrando la speranza di evadere da una condizione sociale definita e spesso insormontabile, e l’arte del mestiere e la sua padronanza significava potere e riscatto: “impara un mestiere”, dicevano, “se vuoi essere libero”. Partendo da questa frase Bianca Pitzorno dà libero sfogo alle proprie capacità letterarie, trasportando in parole le storie ascoltate in gioventù e confezionando Il sogno della mac-
china da cucire (2018, Bompiani Edizioni), un romanzo forte, intenso, energico, che tratta l’emancipazione femminile e sociale con eleganza ed ingegnosità, illustrando al lettore una storia di rivincita a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. L’autrice sassarese, classe 1942, è una delle penne sarde più celebri e affermate nel panorama dell’editoria nazionale, nonché artista poliedrica e figura a tutto tondo. Archeologa, ambasciatrice Unicef, sceneggiatrice per la televisione, illustratrice e traduttrice (a lei si deve la traduzione de “Le avventure di Tom Bombadil” di J. R. R. Tolkien), è con la scrittura che la Pitzorno sfoggia tutto il proprio estro creativo. Talento inarrestabile (oltre venti le sue opere tra racconti e romanzi in quarant’anni di carriera), dopo diversi saggi, l’artista sarda si dedica interamente alla narrativa, crescendo intere generazioni di lettori con il suo stile deciso e le sue eroine tenaci e determinate, firmando
alcuni dei libri più acclamati da critica e pubblico, come La bambina col falcone, Ascolta il mio cuore o La bambinaia francese. Nel suo ultimo romanzo Bianca Pitzorno ci trascina così in una città indefinita della nostra isola, che potrebbe esistere in qualsiasi angolo del mondo, facendoci vivere in prima persona le vicende di una delle tante ragazze sarde, una donna giovane e ostinata, rimasta orfana in tenera età, ma che, in una terra classista e dalla mentalità arginata da ideologie e credenze, troverà nella sua nonna analfabeta, ma saggia e oculata, non solo una giudiziosa figura genitoriale, ma anche un’amica, e soprattutto, una maestra d’arte. Sarà l’anziana sarta ad insegnare i segreti del mestiere all’adorata nipotina, a introdurla nelle “stanze da cucito”, tra le stoffe e gli orpelli dell’epoca, conscia che quell’ago e quel filo sarebbero diventati per la giovane il lasciapassare verso l’indipendenza e l’autonomia. La giovane sartina di giornata vive quindi in un mondo in cui ogni abito e capo (persino le lenzuola) deve essere confezionato su misura del singolo cliente, ideando, tagliando, cucendo, e recandosi in ogni palazzo in cui viene richiesta la sua mano, sognando, nel mentre, l’amore sulle corde di Puccini e imparando a leggere, scrivere e comportarsi da signora. Le peregrinazioni date dal suo mestiere permettono alla giovane sarta di entrare non solo nelle inaccessibili ville dell’alta borghesia, ma anche di conoscere a fondo le proprie acquirenti, con i loro scandali, paure, misteri e avventure. Nascerà una tenera amicizia con la marchesina Ester, giovane femminista amante dell’equitazione, della meccanica e del greco antico, educata da un padre aperto e moderno, aiuterà miss Lily Rose, una caparbia giornalista americana, a nascondere nel proprio corsetto i segreti di una vita; vizierà le sorelle Provera cucendo per loro gli scandalosi tessuti giunti da Parigi; quindi incontrerà donna Licinia Delsorbo, crudele ed austera centenaria intenta a proteggere “il buon nome” della propria famiglia, e infine si imbatterà nella piccola Assuntina, da tutti definita “la bimba selvatica”. Tante donne diverse, lavori impossibili e avventure che faranno avvicinare sempre più la giovane sartina al proprio sogno, la ricerca di una libertà economica per potersi permettere un’invenzione rivoluzionaria, nuova, che tanto sta spopolando tra le sarte di alta classe, ma ancora preclusa ai più: una macchina da cucire.
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S&H MAGAZINE Anno XXIII - N. 266 / Novembre 2018 EDIZIONE SASSARI Direttore Responsabile MARCO CAU Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, LUIGI CANU, DANIELE DETTORI, FRANCA FALCHI, HELEL FIORI, ERIKA GALLIZZI, ALESSANDRO LIGAS, ALBA MARINI, GIUSEPPE MASSAIU, ANNALISA MURRU, MANUELA PIERRO, NIKOLAS PITZOLU, MARCO SCARAMELLA, SALVATORE STELLA
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Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it
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Editore ESSEACCA S.r.l.s., Via Oriani, 5/a - Sassari Per la pubblicità: tel. 335.722.60.54 Stampa Tipografia TAS S.r.l. - Sassari Social & Web
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05 03 Bianca Pitzorno
Il tessuto di una grande storia
05 Antonio Filosa e la Yellow Team La cultura e i valori del Baseball
06 Antonio Cabras
La satira con una marcia in più
08 Karalisbrick
La magia dei lego
10 Oro Rosso di Sardegna
Sulle Strade dello Zafferano di Sardegna
12 Mostra “Lu Brandali” Leggi, tocca, ascolta
14 Theatre en vol
Un volo lungo quasi trent’anni
08 19 Manume Magici racconti di signorine sulle t-shirt
20 Viaggio in Italia
Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2018. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.
La Lombardia
21 In cucina Alla scoperta del Pane Carasau
22 Il dentista risponde L’ortodonzia nei bambini
23 Sport e disabilità intellettiva La Polisportiva Olimpia Onlus
24 Dinamo Sassari Primo mese positivo per i biancoblù
16 Prigionette
26 inSardegna: Eventi del mese
18 HITWEETS
28 GUIDA AI LOCALI
Visita all’area protetta nel Parco Naturale Regionale di Porto Conte
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27 Dillo a foto tue
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in Copertina
ORO ROSSO DI SARDEGNA
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Foto Claudio Atzori
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LA CULTURA E I VALORI DEL BASEBALL
Antonio Filosa e la Yellow Team Sassari di DANIELE DETTORI
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hi ha superato già da qualche anno l’adolescenza ricorderà il manga Touch, del giapponese Mitsuru Adachi, o magari il romanzo Ca‐ lico Joe, dello scrittore John Grisham. Questi successi editoriali hanno un elemento comune, uno sport che fa da sfondo alle storie profonde narrate dai due autori: il baseball. Questo mese abbiamo incontrato Antonio Filosa che, nel parlare di baseball, gioca praticamente in casa. Amante di questo sport da quasi trent’anni, coach dal 2003 e, a livelli professionali, dal 2009/2010, Antonio ha maturato in quel di Nettuno (Roma) buona parte della sua esperienza. Due brevi parentesi tra Porto Torres e Alghero, e attualmente è head coach della
Yellow Team a Sassari, dove allena i ragazzi nel campo di Li Punti nell’ambito di un progetto con la scuola da lui proposto. «Quando sono arrivato io il numero dei tesserati non ci permetteva di mettere in campo tutte le squadre di categoria», racconta. «Adesso, da quando è partito il progetto scolastico, è nata anche una realtà ulteriore che è quella delle Pink Ladies: dapprima squadra scolastica e ora attiva regolarmente in campionato». Ma come funziona, più nello specifico, la realtà del baseball? Quali sono le categorie nelle quali si suddivide questo sport? «Beh, le categorie sono: il minibaseball, che prevede l’introduzione al gioco dei bambini che hanno dai sei fino agli otto anni, e il mini softball, al femminile, che prevede la stessa fascia di
età. A partire dal nono anno di età esistono l’under dodici, poi l’under quindici e ancora l’under diciotto. Sopra l’under diciotto esistono le squadre senior». Naturalmente esistono alcune piccole differenze tra il gioco al maschile e quello al femminile. «Cambiano leggermente le regole, la dimensione della palla e la forma delle mazze. Diciamo pure che le regole si somigliano finché si entra nell’under quindici. Dopodiché si comincia a giocare il baseball vero, quindi su un campo più grande e con regole diverse, che sono poi quelle del baseball fino alla categoria senior. Il campo stesso varia a seconda degli sport e della fascia di età. Come Yellow Team softball abbiamo una squadra under tredici che l’anno scorso ha svolto il campionato, ottenendo anche buoni risultati, e la squadra
under 16, che ci sta dando veramente tante soddisfazioni». Sì, perché gli ultimi tempi hanno visto arrivare, ai giovani giocatori, diverse vittorie. «Con le varie categorie, la soddisfazione più grande che ci siamo tolti è stata quella del 2017. La squadra under quindici era in difficoltà di costituzione, nel senso che avevamo i numeri per farla giocare ma non abbastanza giocatori esperti, mentre le altre società li avevano, potevano contare su un gruppo rodato già da diversi anni. Con il mio collega e amico Mauro Meloni di Olbia abbiamo incominciato a lavorare su questa squadra, contando su quattro giocatori di ruolo e cercando di far crescere anche gli altri». Antonio fa una piccola pausa e sorride ricordando. «Abbiamo vinto il titolo regionale. In aggiunta a questo ci siamo anche qualificati ai playoff nazionali. Abbiamo superato i sedicesimi e, di conseguenza, siamo entrati tra le prime quindici squadre d’Italia. In pratica siamo arrivati agli ottavi di finale. È stato il record societario: la Yellow Team non aveva mai raggiunto, nei livelli giovanili, questo risultato da quando è stata creata, dal 1983. Questo ci ha regalato veramente parecchie soddisfazioni». Lo spazio è tiranno ma vogliamo ancora capire quale sia il segreto per avere successo e generare passione in questo come in tutti gli sport. «Dipende da come lo si propone», è l’idea di Antonio Filosa. «Il nostro è uno sport non troppo conosciuto perché non abbiamo gli stessi canali, anche televisivi, che danno spazio ad altre discipline. È importante, poi, avere un buon rapporto empatico con i ragazzi e, soprattutto, trasmettere dei valori, perché un genitore porta il figlio dove ci sono valori da imparare ma attenzione: ciò non vuol dire vincere a tutti i costi. Vuol dire essere onesti. Lo si è programmando, proponendo e realizzando.
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Antonio Cabras la satira con una marcia in più di HELEL FIORI
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he cosa c’è di meglio che mettere il talento al servizio della propria passione? Nulla. Ma se si riesce a farlo con una punta di leggerezza senza prendersi troppo sul serio, il connubio dà vita a un incastro di intenti davvero perfetto. E se ci si rende conto che le passioni sono due di eguale importanza, con l’intrecciarle si esprime la propria creatività in totale appagamento. Politicamente scorretto, dall’idioletto sconfinato e un agrodolce cinismo, Antonio Cabras è un geniale fumettista policromo che dalle dolci colline di Sorso diffonde, tramite Facebook, uno black humor davvero tagliente (pagina ufficiale @antoniocabrasart) in modalità piuttosto varie: immediati quadri unici alla Forattini, narrazione in più tavole, strips di veloce fruizione, con cui racconta stralci di vita quotidiana, desideri malinconici di un mondo diverso, personalissimi punti di vista sulla politica e la religione (smetterebbe di essere ateo, se scoprisse che il Padre Eterno è in realtà Bud Spencer). A solleticare risate molto amare per esempio gli acidissimi quadri dell’album PoliticaMente, dove gli attori della politica sono dei pupazzi ridicoli e i critici dei voltagabbana (Travaglio indossa una maschera di Paperino per non commentare la piega presa dal Governo), e gli italiani niente altro ormai che degli zombie impreparati a qualsiasi distinguo e letteralmente rincitrulliti dai media, che si commuovono
guardando Edward Mani di Forbice piuttosto che nel vedere un bambino che muore di inedia. Molto crudo. Di certo non le manda a dire. In senso più ampio, l’accusa verso la contemporaneità è un po’ il filo conduttore di molti suoi lavori, e come dice lui stesso: “credo che ogni mia opera sia impregnata delle mie nostalgie del passato e della diffidenza verso il futuro, che racconto in modo grottesco e sarcastico in modo che fra una risata e l’altra “passi” il mio messaggio pessimistico”. Ma questa non è una mancanza di slancio verso il futuro, tutt’altro, è piuttosto una malinconia per le cose autentiche, a tratti innocenti. Una visione che impregna soprattutto l’approccio alla sua seconda passione: le auto. “Oggi le macchine sono più o meno tutte minacciose aggressive ed enormi, ma al tempo (erano gli anni Ottanta) ogni auto aveva la sua personalità. Magari era brutta, pure bruttissima, ma c’era vita in loro.” Antonio si sposta con una 2CV che non sostituirebbe nemmeno se gli si polverizzasse attorno. Auto così amata che risulta presente in molti suoi disegni, in ambientazioni più o meno serie (esilaranti le vessazioni di una gang di piccioni incontinenti alla quale renderebbe volentieri pan per focaccia). Morbosamente attento ai dettagli, riesce a disegnare eccellenti fermo-immagine di rocambolesche avventure automobilistiche (consiglio vivamente di andare a vedere La Chasse o il bellissimo step by step di Another
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Green World): quadri immediati realizzati rigorosamente a mano con china, colori e pennelli. La minuzia dei particolari riporta ai panorami di Jacovitti, ma con un dinamismo d’antan tra André Franquin e Monkey Punch. Tutti nomi incastonati nella struttura maestra di ispirazione che porta il gigantesco nome di Hayao Miyazaki. Quello per i motori è un amore talmente radicato nel profondo che Antonio dedica inoltre gran parte del tempo a riprodurre fedelmente qualsiasi modello automobilistico gli venga richiesto (produzione ironicamente definita Cose Molto Autistiche); questa complessità di attività ha richiesto una schematizzazione interiore che l’artista ha risolto così: “Ho cercato di diversificare la mia produzione come se fossi un’azienda automobilistica. I ritratti dipinti a tempera rappresentano il prodotto di lusso: li faccio su ordinazione, e li spedisco ai clienti. I fumetti colorati a tempera ed acquerello rappresentano un prodotto meno di nicchia ma che richiede sempre un certo tempo di realizzazione, diciamo medio-alto. Le vignette in bianco e nero, in genere satiriche, sono il prodotto “popolare” che schizzo, fotografo e posto su Facebook nel tempo massimo di mezz’ora. Non è un Guinness ma poco ci manca. Le auto soddisfano la parte di me più perversamente pignola, quella che esige la precisione più assoluta; le vignette invece mi danno un tipo di soddisfazione diversa, quella veramente impagabile di fare ridere la gente.” Un altro album fenomenale da tenere d’occhio è quello della rubrica Ad Anto Piace, serie di biografie semiserie su cose serissime, ove il soggetto può essere sia una persona/personaggio che una macchina (pre-
senti due tavole perfino sulla città di Sassari). Qui Antonio Cabras sfoggia una piacevolissima narrazione, dimostrando che non è solo un artista da istantanee ed anzi lasciando una sorta d’appetito per eventuali lavori futuri più complessi e articolati. A questo proposito è d’obbligo ricordare le illustrazioni sulla vita di Antonio Gramsci, che gli hanno regalato la vittoria al concorso “Gramsci, la vita e le opere” indetto dal Comune di Ghilarza due anni fa, e pubblicate nell’antologia a fumetti curata da Sandru Dessì, Antonio Gramsci - La vita e il Pensiero. Sette tavole magnifiche da leggere in un fiato, adatte anche a un pubblico di giovanissimi. Quest’opera non solo è portatrice di un chiaro valore oggettivo per come approccia le vicissitudini del pensatore, ricca di patos, estremamente sintetica ma pregna: porta con sé anche un grande valore personale, perché ha segnato la svolta nella produzione di Antonio, che da praticante avvocato ha deciso di utilizzare la scrivania come base su cui disegnare nuovi mondi e dare voce alla propria intelligenza di individuo autentico.
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KARALISBRICK: LA MAGIA DEI LEGO di MARCO SCARAMELLA
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lzi la mano chi da bambino non ha mai giocato con i LEGO! Un’attività che purtroppo, insieme a tante altre che caratterizzavano le giornate della generazione precedente ai cosiddetti nativi digitali, i bambini di oggi stanno perdendo. A farci tornare un po’ bambini, e ad incantare i più piccoli, ci pensa Karalisbrick, l’associazione culturale cagliaritana, fondata da Maurizio Lampis, appassionato e costruttore di LEGO. Dopo aver esposto le sue creazioni in alcune delle fiere più grandi d’Italia, come il Lucca Comics & Games, Maurizio decide di trasportare questo fenomeno anche in Sardegna. Così, nel 2017, nasce Karalisbrick associazione composta da ragazzi accomunati dalla passione per i famosi mattoncini danesi. Ognuno dei sette membri dell’associazione, si occupa di un tema, così da non creare doppioni. I temi che vanno per la maggiore sono medievale (castelli), city (città inventate con quartieri, treni in movimento ecc.) Star Wars (i set ufficiali LEGO), pirati (vascelli, galeoni, fortezze por-
tuali), artic (paesaggi polari), western e, a breve, Harry Potter. Tutta questa varietà, ha permesso all’associazione di poter avere a disposizione circa 50 metri di diorami da esporre. L’obiettivo di Karalisbrick è infondere tutta la propria fantasia in quei mattoncini, e dare sfogo alla creatività. In un periodo in cui Internet e i social network la fanno da padroni, è bello creare qualcosa con le proprie mani e poterlo condividere con gli altri. Le mostre di Karalisbrick, infatti, sono strutturate in maniera tale da creare anche degli importanti momenti di interazione. Oltre all’aspetto puramente espositivo, l’associazione organizza un concorso dedicato ai bambini. Questi, possono presentare alla mostra un diorama originale, frutto della propria creatività, realizzato a casa e che concorrerà per vincere il titolo di miglior diorama della fiera. Questo concorso, giunto alla decima edizione, sta riscuotendo un grande successo, tanto che si contano circa cinquanta iscrizioni per ogni manifestazione. “Per me, che sono il presidente del gruppo, premiare i bambini è il
momento più bello della giornata”, ci confessa Maurizio. L’attività di gioco con i mattoncini LEGO, può anche avere delle applicazioni a fini didattici e terapeutici. Uno studio dell’Autism Research Centre, dimostra come il mattoncino LEGO possa essere una valida terapia per bambini con disturbi dello spettro autistico, dal momento che porta ad un miglioramento delle loro abilità sociali. Infatti Karalisbrick ha in programma dei laboratori presso strutture per bambini che sono portatori di problematiche di questo genere. Maurizio racconta che una volta che si acquisisce dimestichezza nella creazione dei set preconfezionati, si sente la necessità di creare senza sentirsi intrappolati da un manuale d’istruzioni. Ecco che nascono quelle che, in gergo, si chiamano M.O.C., acronimo di My Own Creation, espressione utilizzata per indicare una propria creazione originale con mattoncini LEGO. Una MOC nasce dalla propria fantasia, senza l’ausilio di istruzioni o progetti. Questo grazie ai molti anni di esperienza, che rendono possibile il rispetto delle grandezze e
delle proporzioni, in fase di costruzione. Sicuramente si tratta di un lavoro lungo e paziente, visto che per realizzare la riproduzione fedele della scena del Fosso di Helm, tratta dal secondo film della trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, Maurizio ha impiegato ben tredici mesi e circa 35mila pezzi, comprese tutte le minifigures degli esatti personaggi che compaiono in quella scena. Un’altra vera e propria opera d’arte, è il castello medievale dei draghi, composto da circa 50mila pezzi, e pieno zeppo di dettagli tutti da scoprire. Maurizio si dice convinto che, giocare con i mattoncini LEGO, possa essere la giusta attività affinché i bambini di oggi mettano da parte smartphone e tablet, e si mettano nuovamente ad interagire tra loro, per liberare la creatività, tappa fondamentale per la crescita. Potremo ammirare da vicino le creazioni di Karalisbrick a Selargius il 24 ed il 25 novembre, e a Vallermosa l’8 ed il 9 dicembre. Possiamo seguire le attività dell’associazione sulla pagina loro Facebook e sul profilo Instagram.
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SULLE STRADE DELLO ZAFFERANO DI SAN GAVINO MONREALE, TURRI E VILLANOVAFRANCA
ORO ROSSO DI SARDEGNA di ALBA MARINI
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rofumi intensi, gusti decisi, colori vivaci. Siamo nel mondo delle spezie, oro per il commercio antico e brio sulle nostre tavole. In Sardegna, dall’alba dei tempi, si coltiva e raccoglie una pianta dal gradevole fiore violaceo chiamata in latino Crocus sativus e dalla quale si estrae una delle spezie più pregiate: lo Zafferano. Su Tzaffaranu arrivò in Sardegna con la colonizzazione dei Fenici tra VIII e VII secolo a.C.. Fu questa popolazione di mare a far salpare sull’isola la pianta dello zafferano, la quale originaria della Grecia - trovò nelle terre sarde il suo habitat ideale. Il profumo dello zafferano fece la sua prima comparsa nella Sardegna del periodo romano, in un’iscrizione presente nella Grotta della Vipera di
Cagliari. Secondo le antiche trascrizioni e traduzioni delle incisioni presenti all’interno della tomba - ad oggi purtroppo illeggibili nella dedica commovente fatta dal vedovo alla moglie Atilia, l’aroma dello zafferano sarebbe stato accostato alla rinascita dell’amata nella vita dopo la morte: “Dalle tue ceneri, o Pontilla, germoglino viole e gigli, e possa tu, così rivivere nelle foglie delle rose, dello zafferano profumato, dell’amaranto che non muore”. A livello commerciale, però, la prima attestazione di una consistente coltivazione del Crocus sativus in Sardegna risale al 1317, quando nel Breve Portus, regolamento del Porto di Cagliari, fu messo a punto un primo tentativo di disciplinare l’esportazione della spezia. Lo zafferano si ottiene dagli stigmi del fiore. Ogni fiore ha tre stigmi di colore rosso, i quali
vengono raccolti manualmente con le mani unte di olio, posti ad essiccare davanti a una fonte di calore che non deve superare i 45 gradi e infine commercializzati. La fase di essiccazione degli stigmi ha una durata che può variare da qualche ora a un giorno. Il periodo di fioritura della pianta di zafferano è l’autunno, tra il mese di ottobre e quello di novembre. A rendere unico lo zafferano di Sardegna sono le sue proprietà organolettiche, derivate dalle caratteristiche morfologiche e pedoclimatiche dei terreni in cui la pianta viene fatta crescere. Su “tzaffaranu profumau” presenta un alto contenuto di crocina (il carotenoide responsabile del potere colorante) e di safranale (elemento associato all’aroma), ma soprattutto è coltivato e raccolto con tecniche tradizionali, motivi per il quale nel 2009 gli è stato attribuito il
marchio Zafferano di Sardegna DOP. Lo zafferano è un ingrediente comune nella cucina sarda, infatti è presente in molti piatti tipici, in particolare del sud e del centro della Sardegna. La spezia è usata per preparare sia piatti dolci che piatti salati. Ricetta sarda a base di zafferano è ad esempio quella oristanese di Su Succu, una minestra con tagliolini, brodo di pecora e casu axedu. Anche gli impasti delle pardulas e delle zippulas presentano lo zafferano come elemento aromatico. Un pizzico di zafferano, oltretutto, è d’obbligo per preparare il sugo dei celebri malloreddus alla campidanese. La zona principale di raccolta dello zafferano in Sardegna è il Medio Campidano e, in particolare, il nucleo fondamentale si concentra nei tre comuni di San Gavino Monreale, Villanovafranca e Turri, i quali raccolgono il 66% della produzione di zafferano dell’isola. L’oro rosso della Sardegna rappresenta oltretutto ben il 60% della produzione nazionale di zafferano. Nei tre comuni sono in tutto 6 le aziende ad aver sottoscritto il disciplinare
DOP e ad avvalersi quindi del marchio di origine protetta. Nella stessa zona sono presenti anche numerosi coltivatori hobbisti. Lo zafferano è un vero e proprio oro per l’economia dell’isola, infatti il suo prezzo sul mercato al grammo varia dai 10 ai 25 euro. A far lievitare il prezzo della spezia rossa è sicuramente la produzione limitata, data dalla volontà di mantenere le tradizionali tecniche di raccolta, le quali vedono prevalere l’utilizzo delle mani a quello delle macchine. Per produrre un solo grammo di zafferano, oltretutto, occorrono circa 150 fiori. Un prodotto di qualità merita di essere oggetto di una promozione e una valorizzazione mirata. È per questo che i comuni di Turri, San Gavino e Villanovafranca hanno scelto di unirsi sotto l’obiettivo comune di richiamare l’attenzione dei turisti e degli appassionati del buon cibo, dando vita ogni anno a una serie di sagre dello zafferano. Agende del gusto a rapporto: il primo evento da non perdere è la sagra di Villanovafranca del 4 novembre. Seguono altre due domeniche dedicate all’oro rosso: quella dell’11 novem-
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bre a San Gavino e quella del 18 novembre a Turri. Grandi eventi all’insegna della gustosa cucina sarda, ma non solo: musica e danze accompagneranno ogni giornata di festa per garantire un’immersione completa nella cultura dell’isola. Altri prodotti tipici faranno la loro comparsa negli stand e sarà possibile dilettarsi con i laboratori e le gite nei campi coltivati. Un aspetto molto importante sarà anche il coinvolgimento della comunità, i cittadini infatti apriranno le loro case ai visitatori per garantire quello che il sindaco di Villanovafranca, Matteo Castangia, definisce la “promozione della cultura del gusto”. Emozioni, sapori intensi, paesaggi autentici, realtà di gente comune: tutto questo è il cammino per le Strade dello Zafferano di Sardegna DOP. Il calendario degli appuntamenti per celebrare l’oro rosso è in continuo aggiornamento, per non perderne neppure uno potete consultare il sito internet stradezafferanosardegnadop.com oppure la relativa pagina Facebook.
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LEGGI
TOCCA
ASCOLTA LU BRANDALI di ALESSANDRO LIGAS
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tampe 3D, app dedicate, virtual tour e un percorso tattile e sonoro, utile anche per ipovedenti, sono gli ingredienti della mostra “Lu Brandali: leggi, tocca, ascolta” dove le nuove tecnologie si fondono con l’archeologia. Una mostra che ha l’obiettivo di introdurre il visitatore alla comprensione della vita quotidiana in un villaggio nuragico grazie alle informazioni che si sono ricavate dai ritrovamenti archeologici, utilizzando strumenti divulgativi sia classici - come testi, foto, esposizione di reperti e loro riproduzioni - sia innovativi offerti dalle tecnologie del 3° millennio. “L’idea nasce dall’esperienza maturata da ormai 6 anni con la gestione dei beni archeologici del Comune di Santa Teresa Gallura racconta Alessia Chisu della Cooperativa
CoolTour Gallura. Fin dal 2012 abbiamo sempre cercato di rendere il sito archeologico Lu Brandali e la Torre di Longonsardo quanto più fruibili possibile, ma, nel corso delle nostre visite guidate, ci è sempre stato chiesto dove fossero i materiali archeologici ritrovati durante gli scavi e soprattutto ci siamo resi conto che buona parte dei fruitori con disabilità non potevano godere appieno del nostro patrimonio. Da qui l’idea e il coraggio di partecipare al bando CultureLab della Regione Sardegna a maggio 2017 con un progetto che conduce il visitatore all’interno di un viaggio tattile, sensoriale e tridimensionale nella storia: ma soprattutto un percorso culturale accessibile anche alle persone con disabilità”. La conferma del finanziamento è arrivata a dicembre dello stesso anno e il 17 luglio di quest’anno è stata inaugurata la mostra che ad oggi conta 2700 visite. “Diverse sono state le loro nazionalità – aggiunge Alessia Chisu -
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“Il visitatore ha a disposizione stampe in 3D, app dedicate, virtual tour, un percorso tattile e sonoro, utile anche per ipovedenti, e tanto altro - continua Alessia Chisu -. Alcune sezioni della mostra abbattono il tabù “Vietato toccare”, che si trasforma nel suo opposto “Vietato non toccare”, offrendo la possibilità di esperienze anche tattili, naturalmente su riproduzioni fedeli al vero. Questi sono strumenti innovativi che fanno stupire il visitatore ma soprattutto aiutano e incentivano la scoperta e la conoscenza dell’archeologia e della storia più in generale. L’ultimo step è l’area tattile in cui vige la regola “Please, touch!”.
come le età e, con grande soddisfazione, possiamo dire che i commenti di tutti sono molto positivi”. Il progetto è stato sviluppato in stretta sinergia e collaborazione con la dottoressa Letizia Lemmi, archeologa e responsabile scientifica della mostra, dei dottori Rubens D’Oriano, Francesco Carrera e Francesco Di Gennaro, responsabili della Soprintendenza dei Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, della dottoressa Angela Antona e il prezioso patrocinio del Comune di Santa Teresa Gallura.
Il viaggio inizia con una breve spiegazione del progetto per poi addentrarsi direttamente al cuore della mostra, l’argomento principale: la civiltà nuragica e la storia del sito archeologico Lu Brandali. Qui inizia un percorso cronologico che va dalla sua scoperta, fino allo scavo della tomba di giganti (con una parte di crani esposti e ritrovati dalla Dott.ssa Angela Antona nel 1982 ca.) e arriva agli ultimi due anni di scavo condotti dalla Dott.ssa Letizia Lemmi - in cui sono esposti i materiali legati all’attività quotidiana, come gli oggetti utilizzati per la cucina, la tessitura e la fusione.
Prodotti molto conosciuti come la realtà virtuale, le esplorazioni immersive e grazie al progetto Tooteko, ideato da una start up che rende l’arte e i luoghi di cultura fruibili ai non vedenti e ipovedenti, è stata sviluppata una speciale app collegata ad alcuni sensori che consentono di toccare i reperti esposti e ascoltare le spiegazioni. Il percorso è stato interamente tradotto in braille, grazie alla stretta collaborazione con l’associazione I.Ri.Fo.R. - Formazione, ricerca e riabilitazione per la disabilità visiva. La mostra si può visitare fino al 15 gennaio 2019 nel centro didattico del sito archeologico Lu Brandali - sp 90 Santa Teresa Gallurail costo del biglietto è di €5,00 per gli adulti e €2,50 per i bambini dai 4 agli 11 anni.
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THEATRE EN VOL UN VOLO LUNGO QUASI TRENT’ANNI
“Visions”
di MARCO SCARAMELLA Surreali macchine sceniche ed incursioni artistiche, volte a valorizzare gli spazi cittadini dimenticati dagli abitanti, o avvolti nel degrado. Questo è Theatre en vol, compagnia teatrale nata nel 1989, dall’unione artistica tra Puccio Savioli e Michèle Kramers, formatasi ufficialmente nel 1991. Dal 1992, Theatre en vol diventa una cooperativa, a dimostrazione del fatto che l’arte può essere una professione a tutti gli effetti. Attorno alla compagnia, ruotano diversi collaboratori che curano le fasi di progettazione, amministrazione o l’organizzazione di spettacoli specifici. Spesso vengono coinvolti anche artisti che provengono dalle arti visive, dalla musica, dalla danza, dalla performing art, collaborazione importante per comunicare l’essenza di un messaggio al pubblico. Abbiamo incontrato Puccio Savioli e Michèle Kramers, che ci hanno gentilmente ospitato nella loro sede di Sassari. Come nasce Theatre en vol? La compagnia si è sempre occupata di arte di strada, teatro per spazi urbani e per siti specifici. Theatre en vol, nasce dal teatro di gruppo che, in Italia negli anni ’70, è stato fortemente influenzato dal lavoro di Jerzy Grotowski (una delle figure di spicco dell’avanguardia teatrale del Novecento). Altre influenze arrivano da Peter Brook (regista teatrale e cinematografico britannico) e Julian Beck (attore e regista statunitense). Theatre en vol ha come obiettivo quello di confrontarsi col mondo attuale e con quello che accade intorno a noi, rivolgendosi alle urgenze che
sentiamo in quanto essere umani, artisti ed esseri sociali. Come diceva Picasso, l’artista non deve chiudersi in una torre d’avorio ma deve confrontarsi con la realtà. Come nascono i vostri spettacoli? All’interno di ogni spettacolo c’è sempre stato un tema che ci tocca da vicino, e che sentiamo come un’urgenza sulla quale esprimerci con un messaggio poetico ed effimero. I nostri lavori nascono sull’onda delle nostre esperienze, e sono l’espressione della nostra vita. Non partiamo quasi mai da un testo da mettere in scena, ma arriviamo a confezionare una drammaturgia sulla scorta del nostro bisogno di comunicare qualcosa. Qual è stato il vostro primo spettacolo? Si intitola Lassù le ali non hanno ruggine. Il suo tema principale è il volo, come metafora della libertà. Ci siamo ispirati molto alle invenzioni di Leonardo Da Vinci, perché lo spettacolo mette in scena un museo ambulante di macchine volanti. All’interno di questo museo, attraverso l’azione scenica, viene proposta una riflessione su cosa significa libertà nel mondo di oggi, e se tutti noi siamo disposti ad accettare certi sviluppi aberranti derivanti dal progresso, che limitano la libertà dell’uomo. In questo spettacolo compaiono le nostre macchine sceniche, e viene fuori anche il loro aspetto estetico grottesco e surreale. Quali sono e come nascono le vostre macchine sceniche? Nella drammaturgia, le macchine sono delle vere e proprie protagoniste a tutti gli effetti. Sono nate prima quelle di Lassù le ali non hanno ruggine, poi nel corso degli anni, se ne sono aggiunte altre. Dal Ferricottero, ele-
“Migrazioni”
gante e futuribile pterodattilo meccanico, alla Suonatrombe, assemblaggio semovente di congegni sonori, al Creatore delle nuvole, fino all’Armonizzatricìclo, macchina nata per essere assemblata in scena, e suonata come uno strumento da un gruppo di quattro percussionisti. Le macchine nascono da alcuni miei studi plastici ed estetici – racconta Puccio – e sono assemblate con materiali di recupero, soprattutto ferro. Raccontateci di alcuni dei vostri interventi artistici. In Danimarca abbiamo lavorato in un quartiere abitato da immigrati e rifugiati, dove esisteva un forte fenomeno di ghettizzazione. Il comune ci ha incaricati di realizzare un progetto per riqualificare e valorizzare la zona, creando un contesto vivibile, affinché gli abitanti potessero tornare a scoprire quei quartieri. È quello che abbiamo cercato di fare qui a Sassari, durante le ultime edizioni
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“Lassù le ali non hanno ruggine”, Puccio Savioli
"Il Vento", Maria Paola Cordella
di Girovagando dove la parola d’ordine del festival è convivenze. Abbiamo lavorato sulla mutazione urbana e sul cambiamento della composizione della popolazione: iniziammo con Gli Alieni, che era una parata con persone tutte dipinte di rosa, che voleva sensibilizzare sul tema della mutazione urbana attraverso la multiculturalità. Da allora abbiamo cercato di sviluppare questo concetto secondo diverse declinazioni: quest’anno caos e armonie, l’anno scorso generazioni e rigenerazioni. Cosa sono Habitat Immaginari e Sogni a Spazi Aperti? Habitat Immaginari nasce nel 2006 come un convegno di confronto tra urbanisti, architetti, con ospiti da tutte le nazioni europee. Si era tenuto nel vecchio Padiglione per l’artigianato. Qui abbiamo disquisito di come la cultura possa influenzare le scelte urbanistiche. Sull’onda di queste riflessioni, è diven-
tato, poi, il laboratorio permanente che conosciamo oggi, con diverse evoluzioni come la street falegnameria e con la modifica di spazi urbani, di carattere effimero. Questo laboratorio trova spazio sempre all’interno di Girovagando. Se Girovagando è concepito per essere inserito in un contesto urbano, Sogni a Spazi Aperti è stato un festival itinerante che girava per i piccoli paesi della Marmilla. Lo scopo era sempre quello di rivalutare e valorizzare i paesi di una zona della Sardegna molto bella e interessante dal punto di vista ambientale e archeologico, con spettacoli, laboratori di formazione, laboratori artistici che potessero coinvolgere la popolazione. Purtroppo l’esperienza è durata solo cinque anni, per mancanza di fondi da parte dell’amministrazione pubblica. La scorsa primavera avete portato in giro per la Sardegna “Il Vento”. Di cosa si tratta? È uno spettacolo molto intenso perché cerchiamo sempre di toccare lo spettatore a livello emotivo. Nasce da un incontro casuale con Gavina Cherchi, docente dell’Università degli Studi di Sassari, che ci ha fatto entrare in contatto con il suo racconto Il viaggio più lungo, riguardante suo zio Gavino Cherchi, partigiano ucciso alla vigilia della Liberazione. Abbiamo deciso di lavorare su quel testo ed è nato Il Vento. Si tratta del primo caso in cui realizziamo uno spettacolo partendo da un testo, grazie a Maria Paola Cordella, che ha fatto un ottimo lavoro di drammaturgia. Lo spettacolo narra una storia strettamente legata ai temi della libertà di pensiero ed espressione, della solidarietà e della democrazia. Il prossimo anno Theatre en vol compirà 30 anni. Come vi piacerebbe festeggiare? Sarebbe bello poter organizzare un grande
evento, magari invitando tutti gli amici per festeggiare insieme, come si faceva una volta. Tempo fa, durante i festival, si usava invitare diverse compagnie che poi collaboravano per concludere il festival con uno spettacolo collettivo. Riuscire a fare una cosa del genere sarebbe bellissimo. Quali sono i prossimi eventi in programma? Il 7 e l’8 dicembre saremo a Bortigiadas dove cercheremo di lavorare sul tema della convivenza. Il 22 dicembre saremo a Sennori con Habitat in gospel, in collaborazione con Narcao Blues, festival dove faremo una rassegna di gospel, unita al contesto di Habitat Immaginari. Per restare informati sui prossimi eventi e sulle attività di Theatre en vol potete visitare il sito theatrenvol.org oppure la pagina Facebook della compagnia. “Gernika”, Michèle Kramers
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VISITA ALL’AREA PROTETTA NEL PARCO NATURALE REGIONALE DI PORTO CONTE
le Prigionette di FRANCA FALCHI
L
a leggenda la colloca nel regno delle ninfe, il nome la rimanda ai tempi della Colonia Penale, la particolarità della sua natura l’ha resa prima Riserva Demaniale e adesso Parco: Prigionette, area di grande interesse naturalistico - parte centrale del promontorio di Capo Caccia - rientra nel più vasto territorio del Parco Naturale Regionale di Porto Conte. Nota da tempi storici per l’interesse venatorio, grazie all’abbondanza di selvaggina autoctona come pernici, lepri e conigli, e all’introduzione di daini e cinghiali, è stata affidata dagli anni alla tutela dell’Ente Foreste della Sardegna che tutt’ora si adopera per la sua salvaguardia, anche attraverso la ricostituzione degli ambienti naturali. Particolarmente importanti sono, infatti, gli interventi di diradamento della pineta - frutto di rimboschimenti passati rivelatisi errati - e di ripristino della macchia mediterranea. Prigionette è visitabile a piedi, in bicicletta o con la propria auto: percorrendo un lungo sterrato si possono ammirare le varie formazioni vegetali ed incontrare alcune delle specie animali presenti.
La flora è di tipo mediterraneo con gli elementi tipici del clima caldo arido. In origine era sicuramente una querceta, della quale rimane una piccola traccia alle pendici del Monte Timidone, circondata da macchia mediterranea a ginepro, come testimoniano alcuni esemplari secolari nelle zone più impervie e l’uso del suo legno per le travi di sostegno nei vecchi tetti. Costeggiando il Monte Timidone è facile scorgere tra i lecci diversi esemplari di daino, presente in circa 450 unità - una delle poche popolazioni libere dell’intera Sardegna - altri esemplari si trovano in recinti di ripopolamento. Durante le sere di ottobre possiamo sentirli al bramito, tipico verso del corteggiamento, che emettono i maschi adulti sfoggiando fieri il loro palco palmato, e tra i cespugli di erica, corbezzolo e fillirea, intravedere le femmine in sparuti branchi con i piccoli dell’anno. Nelle fasce tagliafuoco dell’impianto artificiale di conifere, invece, pascolano tranquilli i cavallini della giara, introdotti dal corpo forestale insieme agli asini bianchi dell’Asinara e agli ormai rari asini grigi. Sono frutto di intervento umano anche le presenze di mufloni e
capre. Non è difficile scorgere i cinghiali, troviamo diverse tracce della loro presenza, ma è sicuramente indimenticabile la visione di una volpe che attraversa trafelata questo piccolo spazio aperto. Nella zona a ridosso della scogliera di Cala della Barca, dove è più evidente il fenomeno carsico, vivono arbusti bassi dalle forme rotondeggianti che si sono adattati alle difficili condizioni: esiguo strato di terra rossa, forte vento e salinità accentuata. Siamo nella gariga, dove troviamo le entità endemiche più rilevanti - anche a carattere mondiale - quali l’antichissima Centaurea horrida (fiordaliso spinoso) in associazione con l’Astragalo di Terracciano, e numerose piccole specie che trovano rifugio nei tafoni o tra le spaccature delle rocce, come lo Statice delle ninfe. L’elicriso inebria l’aria col suo intenso profumo facendo a gara con la ginestra e il rosmarino della vicina zona di macchia che si presenta in diversi stadi di evoluzione. Tra i cespugli di lentisco, olivastro, cisto marino ed euforbia arborea, che dona colori spettacolari dal verde, al giallo, al rosso sangue, fa capolino la palma nana, caratteristica sia per abbondanza che per la presenza di esemplari arborescenti ormai rari. La bianca scogliera a picco sul mare fa da cornice all’Isola Piana in un turbinio di sfumature di verde e di azzurro. L’area marina è di fondamentale importanza per l’avifauna come gli uccelli delle tempeste e le berte maggiore e minore - specie pelagiche che frequentano la costa solo per la riproduzione. Nelle notti senza luna, è suggestivo ascoltare il richiamo col quale ritrovano il compagno in cova nelle cavità nascoste. Nella falesia nidifica anche una delle due coppie stanziali di grifone, ultimo dei grandi avvoltoi presente in Sardegna, reintrodotto di recente nell’ambito del progetto europeo Life di ripopolamento, che interessa l’area sino al bosano, con un totale di circa cinquanta coppie presenti. Prigionette si afferma come una delle maggiori aree per importanza naturalistica del Mediterraneo, sia per la conservazione della biodiversità, che per la ricchezza di specie animali e vegetali.
#cinguettii tecnologici a cura di Nikolas Pitzolu
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di ALBA MARINI
G
rande passione per la moda e per il disegno, desiderio di far vivere e rivivere sogni individuali e tradizioni ed esperienze collettive: questo e molto altro è Manume. Manuela Meloni ha 32 anni ed è di Selargius, ha studiato al liceo scientifico per poi iscriversi nella facoltà di Architettura di Cagliari e conseguire la laurea con indirizzo in restauro. Una vita dedicata all’arte, ai monumenti e alla cultura quella di Manuela, abituata fin da bambina a combattere l’introversione e la timidezza attraverso i disegni. Una passione e un’esigenza nate in modo spontaneo da un’attitudine esercitata come una autodidatta: a 14 anni Manume prende parte a un breve corso di fumetti, ma questa è l’unica scuola d’arte che frequenta. I fumetti sono il primo approccio con il mondo dell’arte e dei sentimenti, sono le parole pronunciate con penna e matita, quelle che ha difficoltà ad esprimere con la voce. Con il passare del tempo la bambina amante dei fumetti cede il passo all’appassionata di moda ed è così che nascono le sue magliette dipinte a mano. Le magliette di Manume raccontano la vita di mille “signorine” (così lei ama chiamarle) dagli altrettanti volti: ballerine, shopping addicted, musiciste, ragazze in costume tradizionale, amanti dei fiori e delle passeggiate. La prima maglietta nasce sostanzialmente come un atto di vanità, da un desiderio personale di possedere un capo unico. È così che Manuela si arma di una t-shirt e di ago, filo, pizzo e pennarelli per tessuti ed inizia a raccontare storie non solo sulla carta, ma soprattutto sulla stoffa. Sono storie di donne, di inguaribili sognatrici, spesso magicamente sospese tra i paesaggi della bella Cagliari, immortalate mentre passeggiano nei quartieri di Villanova o di Castello, ritratte mentre ammirano la maestosità del Bastione e le ali rosa
MANUME Magici racconti di signorine sulle t-shirt
dei fenicotteri dello stagno di Santa Gilla. È per questi motivi che, quando abbiamo parlato con Manume, la prima domanda è sorta spontanea. Ciao Manuela, le tue magliette raccolgono le immagini di magiche “signorine”, spesso contornate dalla realtà sarda. Quanto l’arte e i monumenti della Sardegna influiscono sul tuo lavoro di artista? Influiscono tantissimo sulla mia attività. Per anni ho studiato l’arte e i monumenti, che infatti sono
diventati l’ambientazione prediletta dei miei disegni. Inoltre amo la città di Cagliari e mi piace l’idea di poter renderle omaggio a modo mio. Negli abiti sardi ritrovo la mia passione per la moda. Trovo che siano capi di altissimo valore sartoriale e rappresentarli è un modo per non far morire la tradizione in un mondo destinato all’omologazione. Da cosa nasce l’ispirazione per le figure che disegni? L’ispirazione nasce mentre pas-
seggio per Cagliari e vedo qualcosa che attira la mia attenzione. Può essere un tramonto, un palloncino, un fiore, un abito tradizionale sardo. È da questo spunto che inizio ad immaginare una storia che veda protagonista una delle mie signorine e la riporto sulle mie magliette. Mi sarebbe piaciuto diventare una stilista, per cui le donne che disegno si ispirano spesso alle bellissime modelle dei giornali di moda. In questo modo posso soddisfare questa mia vecchia passione vestendo le mie signorine come più mi piace. Non è da sottovalutare il ruolo esercitato dalle mie clienti, che scelgono di personalizzare le loro magliette fornendomi loro stesse le idee che è poi mio compito sviluppare sui tessuti. Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti piacerebbe ampliare la tua produzione artistica? Nel mio futuro spero di riuscire a trasformare questo hobby in qualcosa di più strutturato e di farlo convivere con il mio attuale lavoro. Inoltre mi piacerebbe molto ampliare la mia produzione artistica con capi diversi dalle magliette, come le felpe, le borse e altri accessori. Credo che un oggetto personalizzato e fatto a mano sia un qualcosa capace di rimanere per sempre nel cuore (e, perché no, anche negli armadi!) delle persone che lo acquistano.
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Quel viaggio attraverso l’Europa che, nel corso dell’Ottocento, i giovani intraprendevano per conoscere il mondo, lo proponiamo qui lungo il Bel Paese, alla scoperta delle nostre Regioni d’Italia.
VIAGGIO IN ITALIA LOMBARDIA
Il Castello Sforzesco e il Duomo di Milano (dx), in alto l’Isola Bella sul Lago Maggiore
A
più voci definita come Regione più ricca d’Italia, la Lombardia deve la sua fama a un’economia resa florida da industrie, professionisti e però anche turismo di un certo livello, grazie ai locali, alla moda e alle bellezze architettoniche e naturali che tutto il territorio offre. Milano da bere. Questo celebre slogan, creato per un noto brand di amaro a metà anni Ottanta, è entrato nell’immaginario collettivo per la sua potenza descrittiva del capoluogo lombardo. Città operosa, cuore pulsante di giorno e godereccio di notte dell’Italia del nord, Milano affascina per le opportunità che presenta su più fronti. Possiamo visitarne il famosissimo Duomo, la cui edificazione cominciò sul finire del 1300 nella piazza alla quale dà il nome, e subito dopo spostarci per un aperitivo sull’ambita Terrazza Aperol, vero e proprio punto di riferimento per la movida e il turismo locali, dove gustare uno spritz a regola d’arte; oppure fare un tour del maestoso Castello Sforzesco, eretto nel 1400, e in serata una
passeggiata sui romantici Navigli per bere un buon vino, in dolce compagnia, lungo i canali milanesi. Quel ramo del Lago di Como è solo uno dei tantissimi scorci lacustri di cui si può godere sul territorio lombardo. Tra le prime posizioni per estensione e profondità, il lago comasco è entrato più di tutti nell’immaginario collettivo per l’attrazione che esercita sui vip. Da Alessandro Manzoni, prima citato con i suoi Promessi Sposi, ai più recenti George Clooney e Richard Branson, questo bacino è in grado di rapire i cuori grazie ai panorami, agli edifici di pregio e all’atmosfera di pace che si respira sulle sue sponde. Più a ovest troviamo il Lago Maggiore, talvolta erroneamente considerato il più grande d’Italia proprio per il suo nome. Questo lago racchiude al suo interno diverse isole che formano l’arcipelago delle Isole Borromee, divise tra i comuni di Stresa e Verbania. I loro bellissimi giardini e gli edifici storici meritano assolutamente di essere visitati. Da oriente a occidente, il Lago di Garda è un
altro must dei bacini lombardi. Circondato da massicci rocciosi e un’ampia zona collinare, il Garda regala un’attrattiva per tutte le età grazie al celebre parco di divertimenti adiacente al lago: chi non ha mai visitato o sentito parlare di Gardaland? A passeggio... Se il vostro soggiorno lombardo offre abbastanza tempo, potete approfittare per dare un’occhiata qua e là tra i tanti musei che la Regione offre. La pinacoteca di Brera è tra questi, con una raccolta di opere che abbraccia diversi periodi della storia dell’uomo e comprende un numero impressionante di dipinti. Anche la natura e l’artigianato sono due spunti da non sottovalutare. In Valtellina, per esempio, si può godere di uno straordinario contatto diretto con la natura che si declina in prodotti di qualità anche per quanto riguarda il settore agroalimentare e vitivinicolo; e se si ama lo shopping, magari alla ricerca di oggetti curiosi e caratteristici, i pezzotti fanno al caso vostro: si tratta di tappeti ricavati dalla tessitura di prodotti di recupero
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come stracci, vecchi abiti e materiali vari, oggi molto ricercati. ...e a tavola. La Lombardia ha una tradizione culinaria molto antica e variegata, particolarmente adatta per i mesi più freddi. Annovera infatti, tra i suoi piatti, una serie di cibi di derivazione nordica come brodi e ripieni, ma anche carni e pesce che arrivano dalle ampie distese di terreno adibito a pascolo e dai grandi laghi che abbiamo visto sopra. Tra queste tipicità non possiamo non citare la polenta, una farina a base di cereali – soprattutto di mais – lasciata cuocere con acqua abbondante fino a diventare una morbida crema. Ancora, dal risotto alla milanese (con il pregiato accompagnamento dello zafferano di cui vi parliamo a pagina 10) ai secondi come la cotoletta, la cassoeula, la trota o l’anguilla, i sapori della Lombardia sono da scoprire proprio come i suoi territori. Un’ultima cosa: siamo a novembre, manca poco all’arrivo del dolce natalizio per eccellenza sulle nostre tavole: il panettone, naturalmente milanese.
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di MANUELA PIERRO e c’è un principio profondamente radicato nel cuore di tutti i sardi, è l’amore per il cibo: non conosco sardo che non abbia fatto della cucina un culto, soprattutto se unito alla tradizione. Così chi approda in Sardegna e decide di stabilirvisi deve mettere in conto che gli inviti a pranzo e a cena saranno all’ordine del giorno e che ognuno di questi equivale a una moltitudine di piatti opulenti accompagnati da fiumi e fiumi di buon vino. Non sarà un toccasana per la linea, ma il divertimento e le risate sono senza dubbio assicurati. Qualche tempo fa, ospite di amici, sono stata a Bortigali, un grazioso paese roccioso ai piedi del Monte Santu Padre, nella casa di Maria Grazia che ha fatto della famiglia e del pane carasau le sue uniche ragioni di vita. La severa signora, che dopo qualche minuto mi era già entrata prepotentemente nel cuore, si era messa in testa d’insegnarmi a fare il pane carasau. La curiosità ebbe la meglio sulla modestia e sulle mie allora scarse qualità culinarie, quindi decisi di accettare la sfida. Capii subito che fare il pane carasau era un evento di grande solennità: su una tavola di legno erano già stati adagiati dei rotoli di lino bianco tanto numerosi da sembrare di essere in un negozio di tessuti. Poi Maria Grazia si fece il segno della croce, perché, a suo dire, non si inizia mai la preparazione del pane carasau senza affidarsi a Dio, e iniziammo a fare un impasto con la farina di semola, l’acqua, il lievito e il sale. Lo lavorammo a lungo poi, senza alcuna bilancia, Maria Grazia formò delle palle di pasta perfettamente uguali che noi subordinate spianammo con mattarelli lunghi e sottili. Maria Grazia mi spiegò che avrei capito di essere sulla buona strada quando, formando le palle, avessi avuto l’impressione di accarezzare il sedere di un neonato: stessa forma e stessa consistenza liscia. Ogni sfoglia fu messa tra uno strato di lino e l’altro, in modo che fosse tutto coperto e protetto durante la lievitazione.
In cucina con Maria Grazia alla scoperta del
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Nell’attesa, Maria Grazia raccontò divertenti aneddoti sulla sua famiglia che usava riunirsi ogni fine settimana per preparare il formaggio, le seadas, il pane oppure i savoiardi. Ogni membro della famiglia aveva un compito specifico e indossava gli stessi indumenti come fossero delle uniformi, un po’ per comodità un po’ per scaramanzia. Non è incredibile come la solennità dell’affidarsi a Dio si misceli con la superstizione? Io lo trovo adorabile! Tiu Bissente, fratello di suo padre, invece, usava sovrintendere solo la preparazione del pane carasau. La sua povera moglie, che era la vera esperta, subiva la sua presenza per tutto il giorno nella cantina dove preparavano e cuocevano il pane. Tiu Bissente se ne stava con le mani dietro la schiena e osservava ogni movimento delle donne con attenzione, spostando il sigaro spento da una parte all’altra della bocca. A lavoro finito, usciva sotto il portico fiorito e accendeva finalmente quel sigaro, fiero del risultato. Tutti lo guardavano sorridendo senza avere mai il coraggio di fargli notare che aveva ben poco merito.
Tra sorrisi e ricordi, era giunta l’ora di continuare il nostro lavoro. Maria Grazia era addetta al forno, Giovanna, io e Lucia dovevamo sbrigare tutto il resto: Maria Grazia infilava in forno la sfoglia che noi assottigliavamo e con grande maestria la rigirava continuamente fino a che magicamente si gonfiava come una mongolfiera. Tolta dal forno, la punzecchiavamo per far uscire l’aria e la dividevamo in due dischi uguali con l’aiuto di un coltello. Infine, impilavamo tutte le sfoglie rifilando i bordi irregolari. Ogni sfoglia doveva ulteriormente passare in forno per essere leggermente essiccata e pressata per compattarsi. Quando tutto il pane fu suddiviso in buste (e qualcuna era destinata a me) mi sentii orgogliosa come Tiu Bissente e, allorché le mie compagne di avventura si riunirono sotto il porticato per fumare un sigaro, accettai allegramente di unirmi a loro e tossii per una settimana intera.
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Il dentista risponde
Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
Curiosità sul mondo odontoiatrico
QUANDO È BENE INIZIARE L’ORTODONZIA NEI BAMBINI?
I
piccoli pazienti sono sempre stati un punto fermo del mio interesse formativo in campo medico fin dall’università, quando in un primo tempo stavo valutando di specializzarmi in pediatria invece che in odontoiatria. Questo mi ha portato, anche in seguito, ad informarmi e studiare sempre più le loro problematiche in quanto, è bene ricordarlo, se si individua un comportamento orale scorretto in giovane età è molto più facile, rapido e meno invasivo intervenire subito piuttosto che in fase adolescenziale o peggio adulta, dove si sono già accumulati e stabilizzati gli effetti negativi di tale problema non affrontato in precedenza, e si corre il rischio di dover ricorrere alla chirurgia. L’ortodonzia, ad esempio, è uno di questi casi. Quando sarebbe bene iniziare, quindi, a portare il proprio bambino a fare una visita dal dentista? Secondo gli studi più recenti dei centri di ricerca americani la regola dovrebbe essere “First tooth, first visit!” ovvero “Primo dente, prima visita”. Questo perché fin da quel primo momento si può creare un clima sereno e, perché no, divertente, tra il dottore e il piccolo paziente, evitando lo sviluppo di una qualche odontofobia via via che si va avanti negli anni. Un primo impatto positivo fin da piccoli evita spiacevoli pregiudizi in seguito, che limitano
la possibilità del paziente di curarsi quando ce n’è veramente bisogno. In quanto all’ortodonzia, perché è bene farla da bambini? Innanzitutto, dobbiamo sapere che il piccolo paziente, già nei primi anni d’età, raggiunge il 91% delle dimensioni definitive del cranio, l’80% di quelle della mascella e il 70% di quelle della mandibola. Vi è poi il passaggio fondamentale dai denti da latte a quelli permanenti, che nel loro cadere – i primi – e spuntare – i secondi – possono creare dei complicati “ingorghi” e affollamenti nelle arcate, che poi portano ad avere i famosi denti storti da adolescenti e poi da adulti se non seguiti e guidati nella loro
comparsa in bocca dal professionista. Al contempo, però, le ossa sono ancora relativamente malleabili, in quanto non si sono del tutto solidificate, perciò esercitano molta meno resistenza ai trattamenti correttivi ortopedici. Ancora, aspetto non da sottovalutare, il bambino ha meno esigenze sociali di natura estetica rispetto ad un adolescente, perciò può affrontare meglio l’utilizzo di un apparecchio intraorale. Tornando invece ad aspetti clinici, l’età che va dai 4 ai 10 anni è perfetta per intercettare con buon anticipo il sorgere delle malocclusioni, ovvero quell’insieme di problematiche che ri-
guardano lo scorretto contatto dei denti tra loro, che sul lungo (ma anche nel medio) periodo produce numerosi effetti negativi in campo posturale, deglutitorio, della respirazione e quant’altro, che vanno ad abbassare la qualità della vita del bambino in crescita. Evitare che una malocclusione iniziale diventi una dismorfosi stabilizzata, che da adulti richiederebbe interventi lunghi, fastidiosi e invasivi, è una strategia da non sottovalutare in quanto permette di eliminare il problema all’origine, eliminando abitudini viziate per riportare il processo di crescita del piccolo paziente su una strada armonica e sana. Quindi il monitoraggio ortodontico, ovvero una prima visita – con check di controllo – in una fase inziale della vita della persona è fondamentale, in quanto permette di supervisionare il completamento della dentatura decidua, di individuare i vizi comportamentali che possono evolversi in problemi cronici, motivare genitori e bambini a seguire le corrette manovre di igiene orale, sviluppare un senso di cooperazione e fiducia tra specialista e il piccolo paziente, per permettere in futuro un sereno rapporto con la sua salute orale. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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Lo sport al fianco della disabilità intellettiva: La storia della Polisportiva Olimpia Onlus di ANNALISA MURRU
A
rrivano su un pulmino colorato e già mi salutano durante le manovre di parcheggio. Sono Carlo Mascia, presidente della Polisportiva Olimpia Onlus di Cagliari, e tre dei suoi atleti: Alessandro, Ottavio e Roberto. Dal 1984 Carlo Mascia ogni mattina passa a prendere a casa loro un gruppo di persone con disabilità intellettiva e le accompagna a fare attività sportive che senza la sua disponibilità sarebbero inaccessibili per motivi di natura economica o familiare. C’è chi lo chiama “papà” e un atleta del suo gruppo ha battezzato suo figlio: la Polisportiva Olimpia Onlus è una grande famiglia in cui tramite le regole e i valori dello sport queste persone scoprono cos’è la vita vera e imparano a rapportarsi con gli altri all’interno della società. La nascita della Polisportiva è frutto di un susseguirsi di circostanze significative nella vita di Carlo. Appassionato di sport, si iscrisse all’ISEF e contemporaneamente si qualificò come animatore ludico sportivo iniziando subito a lavorare con i bambini e come insegnante di surf e canoa in estate. Poi suo padre ebbe un infarto e Carlo fre-
quentava la sede dell’AIAS per accompagnarlo alle sedute di fisioterapia; lì notò come persone dalle più disparate problematiche venivano gestite in maniera uniforme con attività di intrattenimento fini a se stesse. Propose quindi al direttore di svolgere attività sportive e una settimana dopo era responsabile di un gruppo di ragazzi che dalla colazione all’allenamento vivevano una giornata diversa da quella a cui erano abituati. Senza saperlo, Carlo stava attuando un metodo educativo che di lì a breve avrebbe conosciuto da vicino. Infatti, un giorno che si trovava all’ISEF per via di un esame, conobbe Sandrino Porru e Carmelo Addaris, atleti paralimpici, che gli dissero che in quel mese, a Roma, si sarebbe tenuto un corso di Special Olympics. Special Olympics è un metodo educativo che nacque nel 1968 su iniziativa della signora Eunice Kennedy Shriver che si batté per donare alla sorella lobotomizzata una vita piena e gioiosa attraverso la pratica dello sport. In Sardegna non c’era una società sportiva accreditata a Special Olympics, così Carlo creò la Polisportiva Olimpia Onlus che prese il via con quattro ragazzi per la disciplina del nuoto. Attraverso la creazione di 13 società sportive
situate in altrettanti centri della Sardegna, la Polisportiva tolse dalle case e dall’anonimato 1132 persone con disabilità intellettiva. Nel 2013, a causa di una differente visione della gestione societaria, la Polisportiva si staccò dal gruppo di realtà accreditate a Special Olympics Italia e da allora Carlo Mascia e il presidente della società del Sarrabus Severino Urrai sono gli unici rappresentanti della Polisportiva Olimpia Onlus che ha proseguito l’attività attraverso una nuova società nel territorio cagliaritano a sostegno di 19 atleti e delle loro famiglie. Gli atleti praticano dodici discipline sportive tra invernali e estive e sono seguiti da professionisti qualificati. Uscendo dalle loro case non solo hanno imparato le regole dello sport ma anche a parlare e scrivere correttamente, ad esprimere le proprie idee e opinioni, a coltivare passioni e relazioni. “Si parla sempre di diversamente abili, handicappati, speciali, ma nessuno li chiama con il loro nome di battesimo. Quando siamo tutti insieme se qualcuno andasse oltre i tratti somatici vedrebbe una squadra, un gruppo allegro e affiatato”. Carlo si rammarica di non poter aiutare tutti per mancanza di risorse economiche; si auspica di poter avere a breve le disponibilità per retribuire dei collaboratori che prendano le persone dalle loro case e le accompagnino a svolgere le varie attività. Inoltre ha in serbo un ambizioso progetto di inclusione lavorativa per i suoi atleti: l’Olimpia School. Una scuola in cui imparare le regole di tutti gli sport per formare i disabili intellettivi in qualità di assistenti coach che supportino gli insegnanti di ogni disciplina nel loro lavoro. Regolarmente retribuiti e inseriti in un contesto ispirato ai college americani, sarebbero l’esempio concreto del metodo che chiunque avrebbe modo di conoscere da vicino frequentando la struttura per poi replicare nel posto in cui vive la stessa realtà.
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Jack Cooley
PRIMO MESE POSITIVO PER LA DINAMO SASSARI
LA SQUADRA DI COACH ESPOSITO HA MESSO IN CASSAFORTE SETTE VITTORIE TRA CAMPIONATO E COPPA di ERIKA GALLIZZI. Foto LUIGI CANU
È
trascorso il primo mese di fatiche per la Dinamo Banco di Sardegna Sassari, divisa tra gli impegni della Serie A e della Fiba Europe Cup di basket. La squadra di coach Vincenzo Esposito ha iniziato la stagione subito a pieno ritmo e sul “doppio fronte”, confermando, in particolare, un aspetto già in parte emerso nel precampionato, ovvero che si tratta indubbiamente di una squadra di ca-
rattere e cuore, anche se, ovviamente, non ancora in perfetta forma, continua e brillante e con qualche difficoltà difensiva. Tutte cose che verranno di certo col tempo e con la possibilità di allenarsi e giocare al completo, visto il rientro in campo di Jaime Smith, elemento di sicura importanza per l’economia del team e del suo gioco. Anche se, per il momento, è out il sassarese Marco Spissu, in recupero da un infortunio. La stagione del Banco si è aperta con il secondo
Qualification Round per l’accesso alla regular season di Europe Cup, in cui i biancoverdi (in coppa, come già da diversi anni, cambiano i colori delle divise… e quest’anno la Dinamo esibisce un verde acido piuttosto eccentrico) si sono sbarazzati, in un doppio scontro di andata e ritorno, del modesto SL Benfica, senza troppi patemi. 100-66 e 111-92 i netti punteggi dei due matches, con Thomas scatenato e l’ottimo contributo di Bamforth e Petteway. Tra le due gare di coppa, c’è stato l’esordio in campionato, negativo, sul campo della GrissinBon Reggio Emilia. Dopo aver tardato un po’ ad entrare pienamente in partita, la Dinamo si è vista scivolare dalle mani la gara nell’ultimo quarto, costretta a soccombere sotto le triple dei padroni di casa (77-85). Più fortunato l’esordio casalingo dei biancoblù, nel lunch match contro Varese, in cui i sassaresi si sono imposti per 71-60. Non una bellissima partita, con un avvio di terzo quarto piuttosto difficoltoso e troppo poco proficuo per la Dinamo, che ha poi ripreso la propria corsa. La regular season nel girone H della Europe Cup è iniziata, poi, sul campo inglese del Leicester, altra squadra di non troppe pretese, “regolata” dalla Dinamo con il punteggio di 90-78. Anche in questo caso il Banco avrebbe potuto fare qualcosa in più e concedersi qualche blackout in meno, piuttosto che “distendersi” soltanto nell’ultimo quarto. E stavolta l’uomo prezioso è stato Smith, nel giorno del suo ritorno in campo. Ha fatto seguito la vittoria esterna, in campionato, sull’Happy Casa Brindisi, in un campo notoriamente difficile e molto caldo. 90-84 il risultato finale, al termine di una gara comunque tirata, in cui la Dinamo ha esibito, in certi momenti, un Petteway infallibile dalla lunga distanza. Qui i rischi sono arrivati a pochi minuti dalla fine, con qualche tiro libero di troppo concesso, che ha fatto tremare i tifosi. E se non ci fosse stato San Bamforth a togliere le castagne dal fuoco, alla fine, chissà… La partita di coppa con lo Sznolnoki Olaj, invece, ha avuto un epilogo incredibile. Si potrebbe parlare di “furto con scasso”, ma anche di squadra con gli attributi enormi. La Dinamo, infatti, ha inseguito gli ungheresi praticamente per tutto il match, addirittura piombando sul 20 a circa 3’ dalla fine del terzo quarto, poi ha cambiato volto, trascinata prima da Polonara e Cooley, poi da Bamforth e Petteway. Sorpasso a 1’ dalla fine, poi la ciliegina sulla torta è stata l’ultima azione, con palla rubata a metà campo, quasi sulla linea laterale, da Cooley che, trasformatosi per un attimo in agilissimo esterno,
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Achille Polonara
ha deciso di correre il campo in solitaria e andare a schiacciare il definitivo 98-94. Delirio al PalaSerradimigni, in campo e sugli spalti. La Dinamo ha poi fatto registrare una netta vittoria contro la Fiat Torino (96-82). Seconda parte del terzo quarto in cui i biancoblù hanno dato il la alla fuga decisiva, che ha portato il Banco fino al +24 a circa 6’ dalla fine della gara. Poi è subentrato un po’ di rilassamento, che ha consentito a Torino di limare in modo abbastanza sostanzioso il passivo. Qualche nota sui singoli: Bamforth che si conferma preziosissimo, Petteway e Thomas che stanno assicurando fiammate importanti in attesa di una maggiore continuità, così come Polonara, ma soprattutto Jack Cooley. Il pivottone nativo di Evanston in Illinois, con i suoi 208 cm e 124 kg, sta davvero giganteggiando nel pitturato. A volte gli si “storce” un po’ la manina, ma è certamente una presenza importante, che dà sicurezza alla sua squadra e molto fastidiosa per gli avversari. Insieme a Thomas e Magro, in particolare, è colui che sta facendo “volare” la Dinamo al primo posto nella speciale classifica dei rimbalzi offensivi arpionati in campionato. Latita un po’, invece, per il momento, Dyshawn Pierre. Ora per il Banco arriva un altro mese fitto di impegni. In campionato, la squadra di coach Esposito farà prima visita alla Vanoli Basket Cremona, dell’indimenticato coach del “triplete” Meo Sacchetti e Travis Diener, poi avrà due gare consecutive in casa, contro la capolista Umana Reyer Venezia e, successivamente, con la ex squadra di “El Diablo” Esposito, la OriOra Pistoia. Il mese di novembre terminerà, invece, con la trasferta a Trento, al cospetto della Dolomiti Energia Trentino. Se la prima partita può essere ritenuta “abbordabile”, la seconda,
con Venezia, è certamente ad altissimo quoziente di difficoltà. Decisamente più agevole quella con Pistoia, un po’ un’incognita l’ultima a Trento, visto che, per il momento, la formazione trentina non sta riuscendo ad esprimersi secondo quello che è, sulla carta, il valore del proprio roster. In Fiba Europe Cup, infine, la Dinamo chiuderà il Girone H ospitando i Riders di Leicester, poi affronterà due trasferte consecutive, entrambe in Ungheria, la prima in casa dello Szolnoki Olaj e la seconda tra le mura amiche della Falco Vulcano.
I PROSSIMI INCONTRI DI CAMPIONATO 5 Giornata - 4 novembre ore 18:00 Vanoli Basket CR - Banco di Sardegna SS a
6a Giornata - 10 novembre ore 20:00 Banco di Sardegna SS - Umana Reyer VE 7a Giornata - 18 novembre ore 18:00 Banco di Sardegna SS - OriOra Pistoia 8a Giornata - 25 novembre ore 18:15 Dolomiti Energia TN - Banco di Sardegna SS I PROSSIMI INCONTRI DI FIBA EUROPE CUP
Game 4 - 7 novembre ore 20:30 Banco di Sardegna SS - Leicester Riders BC Game 5 - 14 novembre ore 18:00 Szolnoki Olaj - Banco di Sardegna SS Game 6 - 21 novembre ore 19:00 Falco Vulcano - Banco di Sardegna SS
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inSardegna... I migliori eventi del mese
Dal 6 al 9 NOVEMBRE. “Destinati all’estinzione”, Angelo Pintus
Dal 1° al 4 NOVEMBRE: Cagliari. XII edizione del festival di musica per cinema “Creuza de Mà”. Desulo e Mamoiada. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 2-3 NOVEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerto Ray Gelato & The Giants. 4 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Bianca come la neve”, L’Effimero Meraviglioso (CA), (6-13 anni). 6 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. “Destinati all’estinzione” spettacolo di Angelo Pintus. 7 NOVEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. “Tandem”, concerto Fabrizio Bosso (tromba) e Julian Oliver Mazzariello (pianoforte). Dal 7 al 9 NOVEMBRE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Destinati all’estinzione” spettacolo di Angelo Pintus. Dall’8 al 13 NOVEMBRE: Cagliari all’Exmà. XI edizione del “Festival della Scienza”. 9 NOVEMBRE: Cagliari al Centro Congressi della Fiera di Cagliari, ore 21:00. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerti Bill Frisell solo + Enrico Rava ft. Joe Lovano quintet. Cagliari al Bflat, ore 21:30. “40 anni d'autore Tour”, concerto Piero Marras. 9/11 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 20:30 (9 nov) / ore 16:30 (11 nov). Stagione Lirica e Sinfonica 2018: “Rigoletto”, di Giuseppe Verdi, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi. 10-11 NOVEMBRE: Nuoro e Tiana. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. Milis. XXXI edizione della Rassegna dei Vini Novelli di Sardegna. 11 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “Gulliver a Lilliput”, Akròama, scritto e diretto da Elisabetta Podda. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Il Gatto Mammone”, La Botte e il Cilindro (SS), (311 anni). Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “G.A.P. Gioco d’azzardo patologico”, di e con Stefano Ledda. 11-12 NOVEMBRE: Cagliari all’Auditorium Comunale, ore 21:00. Concerto dei Tazenda “Dentro le parole”. 15 NOVEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. Concerto Tony Marongiu Rock Project. Dal 15 al 17 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Amén - La semana santa Flamenca”, Akròama, regia e coreografie Marina Claudio.
Dal 21 al 25 NOVEMBRE. “Mio cuore io sto soffrendo...”
16 NOVEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 21:00. “C’era una volta Ettore Petrolini”, di Emanuele Bosu. Cagliari al Bflat, ore 22:00. Concerto Luca Jurman Quartet. Cagliari al Fabrik Club, ore 22:00. Concerto di Mecna. Dal 16 al 24 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione lirica e di balletto 2018: “Lo schiaccianoci”, balletto in due atti di Amedeo Amodio, musiche di Tchaikovsky. 17 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Verdi, ore 21:00. Concerto del chitarrista Robben Ford. 17-18 NOVEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 20:30 (17 nov) / ore 16:30 (18 nov). Stagione Lirica e Sinfonica 2018: “Carmina Burana”, di Carl Orff. Cagliari all’EXMA, ore 21:00. “Spanker Machine dell’Otaku Celato”, compagnia Lucidosottile, con Michela Sale Musio, regia Tiziana Troja. Cagliari al Teatro La Vetreria, ore 21:00 (17 nov) / ore 18:00 (18 nov). “RAPTUS. Dal mito greco al femminicidio”, Cada Die Teatro, di e con Rossella Dassu, regia Alessandro Lay. Atzara e Olzai. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 18 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “I mezzi giri”, Teatro del sottosuolo, progetto sperimentale di nuovo circo. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Le quattro stagioni e Piccolo Vento”, Fondazione AIDA (VR), (3-11 anni). Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “L’Ultima Cena”, regia di R. Pelusio. Dal 21 al 25 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa 2018/2019: “Mio cuore io sto soffrendo, cosa posso fare per te?”, regia Antonio Marras. 22 NOVEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. “Napoli Buenos Aires A/R”, concerto Barbara Raimondi (voce), Nico Di Battista (chitarra) e Enzo Zirilli (percussioni). Dal 22 al 24 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Non una di meno”, liberamente ispirato a Le Troiane di Euripide Teatro Libero di Palermo, di Manlio Marinelli, regia di Lia Chiappara. 24-25 NOVEMBRE: Ollolai e Orotelli. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 25 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “Io, Pollicino”, La botte e il cilindro, di Consuelo Pittalis, regia Pier Paolo Conconi. Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00. XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Jack e il Fagiolo Magico”, Akroama (CA), (3-11 anni). Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “Napoli Inferno e Paradiso”, di e con Antonio Volpi. Mogoro all’Anfiteatro Comunale, ore 21:00. XI edizione “Culturefestival”: concerto Alessandro Di Liberto quintet & Orchestra da Camera della Sardegna. 26 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. Spettacolo “La conosci Giulia?”.
30 NOVEMBRE. Concerto Mario Biondi band
27 NOVEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo, ore 21:00. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerto Omar Sosa & Yilian Canizares “Aguas” trio. 29 NOVEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 20:30. 36° Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo: concerto Avion Travel “Privé Tour”. Mogoro all’Anfiteatro Comunale, ore 21:00. XI edizione “Culturefestival”: concerto Chick Corea, Simone Pittau & Orchestra da Camera della Sardegna. Dal 29 NOVEMBRE al 1° DICEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Gulliver a Lilliput”, Akròama, regia di Elisabetta Podda. 30 NOVEMBRE: Cagliari al Fabrik Club, ore 19:00. Concerto de La Coka Nostra. Mogoro all’Anfiteatro Comunale, ore 21:00. XI edizione “Culturefestival”: concerto Mario Biondi band.
Mostre Fino al 9 DICEMBRE: Orani al Museo Nivola, ore 10:30-13:30 / 15:30-19:30, chiuso lunedì. “What are we fighting for? Chicago ’68 / Orani ’68”. Fino al 15 DICEMBRE: Cagliari alla Mediateca del Mediterraneo, ore 9:00-20:00 (mar-ven), ore 9:00-13:00 / 15:00-20:00 (sab), chiuso domenica e lunedì. Mostra "Anna Frank, una storia attuale". Fino al 31 DICEMBRE: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-17:30. Mostra “Nuragica”, il più sorprendente viaggio nel tempo tra ricostruzioni e realtà virtuale. Fino al 15 GENNAIO 2019: Santa Teresa Gallura al sito archeologico Lu Brandali, ore 9:30-18:30. Mostra “Lu Brandali: leggi, tocca, ascolta”. Fino al 31 GENNAIO 2019: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-17:30. Mostra “Marmilla. Nuraghi e castelli nelle terre del grano”. Fino al 28 FEBBRAIO 2019: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:00-14:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Carlo Alberto archeologo in Sardegna - Gli idoli bugiardi”. Dal 9 NOVEMBRE 2018 al 3 MARZO 2019: Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 / 15:00-19:00, chiuso lunedì. “Sabir” la prima mostra personale in Italia dell’artista israeliano Dor Guez. Fino al 30 APRILE 2019: Alghero nel complesso “Lo Quarter”, ore 11:00-13:00 / 17:00-23:00. Mostra “Nuragici, un territorio, un’Isola, il Mediterraneo”.
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Un caffè o un pasto veloce!
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Via Carlo Felice, 5/a. 320/1158672. Consegna domicilio Il Caimano Distratto
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Piazza Sulis, 8. Nessuno Cyrano
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Via Vittorio Emanuele II, 11. 079/9738303. Domenica Il Milese
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Via Garibaldi, 11. 079/952419. Martedì La Pantera Rosa Cafè
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Viale Umberto I, 106. 348/8856886 Snack Bar.Pub
Via Matteotti, 43/a. 342/9404621. Domenica New Life Cafè
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Via Walter Pasella, 20/a - Li Punti. 347/4095845. Domenica Snack Bar.Ristorante
Viale San Pietro, 27. 331/4490233. Nessuno
Snack Bar
Via Asfodelo, 9. 348/1445906. Domenica Orange
Mini Pub
Royal Art Caffè
Snack Bar.Ristorante
Viale Porto Torres, 2/b. 340/1472799. Domenica
Via Alghero, 69. Domenica
Snack Bar.Ristorante.Pizzeria
Via XX Settembre, 2/4. 346/5944925. Nessuno. Live music
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Via Sassari, 61. 079/9145349. Domenica
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Ristorante.Pizzeria.Lounge Bar
Via Manno, 14. 079/977991 - 347/5844475. Martedì Mos Tapas Restaurant
Ristorante.Taperia
Via Carducci, 3. 346/4952795 Sergio’s
Pizzeria.Ristorante
Via XX settembre, 41/a. 079/983434. Consegna domicilio Trattoria Cavour
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Via Cavour, 110. 079/9738762 - 392/6110258. Domenica
P ORTO TORRES Babbai Cristallo
Snack Bar.Pasticceria
Panefratteria
Cucina Tipica Sarda
Piazza XX Settembre, 12/14. 079/514909. Lun sera. Live music
Via Carlo Alberto, 2. 079/9330921. Lunedì
Falò Cafè
Sa Madrighe
Snack Bar.Ristorante
Da Teseo Pizzeria
Via Milano, 5. 348/1486966
Via Mare, 12. 079/5902793. Domenica Gold Bar
Cocktail Bar
San Sebastian
Buena Vista Cafè
Spaghetteria
Via Arborea, 2/b. 079/4922209 - 392/7683669 Speed Date Snack Bar
St. Joseph Pub
Cafè Cattari
Via Asproni, 20/22. 079/272455. Nessuno
Caffetteria
Ibiscus Cafè
Pub.Pizzeria.Paninoteca
Tritus
Via Marina, 37 - Sorso. 079/3055088. Lunedì Snack Bar.Paninoteca
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Al Refettorio
Dove mangiamo? SASSARI
Ristorante.Pizzeria
Al Vecchio Mulino
Ristorante.Pizzeria
Via Don De Roma, 3. 079/977254 Bontà Sarda
Ristorante.Pizzeria
Via Don Minzoni, 183. 079/984860. Consegna domicilio CriBu’s
Ristorante.Pizzeria
Via Valverde, 42. 079/982890. Consegna domicilio Ristorante.Pizzeria
Corso Angioy, 6. 079/230448. Nessuno
Da Bruno
Ristorante.Pizzeria
S.S. S.M. La Palma - Fertilia. 079/930098. Nessuno Ristorante
Via Usai, 8. 079/4816373. Domenica
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Via Torre Tonda, 24/26. 079/232777 - 333/8513317. Nessuno Ristorante.Pizzeria
Via Luna e Sole, 1. 079/9145265. Nessuno Il Nababbo
Ichnos Express
Pizzeria.Paninoteca
Via Don Minzoni, 102. 079/6011160. Pizze senza glutine Il Capricorno
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Via Diez, 60. 079/986225. Mer. Consegna domicilio Ristorante Indiano
Via Predda Niedda, 37/f. 391/3707046. Servizio Navetta Il Posto
Ristorante.Pizzeria
Via Enrico Costa, 16. 079/233528
Il Pavone
Ristorante
Piazza Sulis, 3. 079/979584 La Lepanto
Ristorante
Via Carlo Alberto, 135. 079/979116. Martedì
La Gourmerì
Insalateria
La Perla Nera
Pizzeria.Gastronomia
Via Cagliari, 8. 079/6045543 - 392/1302898. Sab, Dom
Via Oristano, 13/15. 079/9739132. Consegna domicilio
La Perla Rosa
Le Nouveau Gourmand
Ristorante.Pizzeria
Via IV Novembre, 63. 079/281255. Mar. Consegna domicilio
Via Asfodelo, 43. 079/9739506
La Pinta
Lo Smeraldo
Ristorante.Pizzeria
Tavola Calda.Gastronomia
Pizzeria
Via Saffi, 27. 079/236903. Martedì. Consegna domicilio
Via Carbonia, 36. 079/5907611. Nessuno. Consegna domicilio
Nama Sushi
Mandiga
Ristorante di Sushi.Sake Bar
Via Alghero, 19. 079/4925297. Lunedì
Cucina Tipica Sarda
Pizzeria.Paninoteca
Ristorante.Pizzeria.Steak House
Piazza Garibaldi, 13. 079/501570. Nessuno
SEN N ORI & SORSO Central Pub
Ristorante.Pub
Via Roma, 158 - Sennori. 327/7625970 Da Vito
Ristorante
Loc. Badde Cossos - Sennori. 079/360245. Lunedì Girasole
Ristorante.Pizzeria
Via Roma Inferiore - Sennori. 347/1416411. Mercoledì La Cantera
Piazza Civica, 23. 079/4804011. Nessuno
Bowling
Li Lioni
C.so V. Emanuele, 158. 079/5048034 - 392/1880422. Mar
Vicolo Adami, 47. 079/9731126. Nessuno
Borgo di Torre Tonda
Ristorante.Pizzeria
Via Ettore Sacchi, 20. 079/502590. Nessuno
Piazza Garibaldi
Via Roma Superiore, 164 - Sennori. 349/7274524
Bella Bè Ristorantino
La Rosa Dei Venti
Pepito Pizza
A LG HER O
Snack Bar
Bakkus
Ristorante
Via Sassari, 57. 079/512464. Mercoledì
S.S. 131 km 224,4. 079/502286 - 340/5226468. Mercoledì
Via Asproni, 2. 079/274052. Nessuno
Via Cottoni, 17 - Sennori. 079/361512. Nessuno New Zanzibar
Ristorante.Pizzeria
Via Benedetto Croce, 2. 079/9401201 - 339/5640157. Lun Il Gobbo
Ristorante.Pizzeria.Snack Bar
Predda Niedda Strada 8. 079/262520. Nessuno
Via Cottoni - Sennori. 079/362273. Lunedì
Faineria
Via Sassari, 100. 360/911924. Nessuno Il Corallo 2
Spaghettoria S’Artea
S E NN O R I & S O R S O
Ristorante.Pizzeria
Via dell’Autonomia, 4. 079/508106. Giovedì Fainè Genovese
Ristorante.Pizzeria.Spaghetteria
Via Asproni, 18. 079/273749. Gluten free
Piazza Garibaldi, 11. 346/0900514. Nessuno
Ristorante.Pizzeria
Vicolo Cabitta. 079/515896. Mercoledì
Via Vittorio Emanuele, 27. 079/979476. Giovedì
Fast Food
Ristorante.Pub
Via Roma, 145 - Sennori. 349/3018347. Martedì Sobremesa
Via Roma, 196 - Sennori. 353/3851684
Ristorante.Pizzeria
Chiusura Informazioni aggiuntive
30 S&H MAGAZINE
SASSARI . VIA PREDDA NIEDDA 37/F
(fianco La Piazzetta) . Tel. 391 3707046
TUTTI I GIORNI SERVIZIO NAVETTA GRATUITO
Take away o domicilio
Refral Da Renato
Paninoteca
Via Roma, 118. 079/2670032. Nessuno
Bull Pizza
Route 66
Pizzeria
Pizzeria
A LG HER O
Viale Mameli, 12. 389/0095343. Consegna domicilio C’è Pizza per Te
Pizzeria.Paninoteca
Farina d’Oro
Big Pizza
Pizzeria
I Gemelli
Pizzeria
Viale San Francesco, 33. 079/4802384. Mercoledì
Via Marconi, 132. 079/952309. Mar. Consegna domicilio
Il Mammuth
La Nuova Delizia
Pizzeria.Paninoteca.Cucina Vegana
Piazza Azuni, 13. 079/238977. Domenica Il Vagabondo
Pizzeria
Via Perantoni, 1. 079/271939. Lun. Consegna domicilio Il Veliero
SASSARI
La Piadina del Pozzo
Piadineria.Paninoteca
Via Minerva 25. 079/4921239. Mer. Consegna domicilio
Athena’s Bakery Pagoda
Pasticceria
Via degli Astronauti, 2/b. 079/291272. Lunedì Pasticceria Sias
La Scacchiera
Pizzeria
Via Giagu, 17. 079/2829023. Lun. Consegna domicilio Mankittu’s
Pizzeria.Paninoteca
C.so Margherita di Savoia, 37. 079/9146525
ALGH ERO
Pizzeria.Paninoteca.Cucina Vegana
Ciro
Pasticceria
Via Ponte Romano, 54. 328/5639782. Consegna domicilio
Via Sassari, 35/b. 079/979960. Lunedì
Pizza Loca
Los Cornettos
Pizzeria.Paninoteca
Via Veneto, 7. 079/5042012. Nessuno. Consegna domicilio
Via Gilbert Ferret, 47. 377/2792568
Speedy Gonzales
Tarragona
Pizzeria.Paninoteca
Via Libio, 75. 079/5047066. Consegna domicilio
Mela Mangio
Pasticceria
Via Baldinca, 67 - Li Punti. 079/399310 - 393/9242341. Lun
PO R TO TO R R ES
Pizzeria.Paninoteca.Gastronomia
Il Drago
Pasticceria.Caffetteria
Via IV Novembre, 10/E. 392/5458610. Domenica
Pizzeria
Via Chiarini, 1. 389/4512350. Consegna domicilio
Cornetteria
Pasticceria
Via XX Settembre, 41. 079/974448. Lunedì
Pizzeria.Paninoteca
Corso Angioy, 5. 345/3383330. Nessuno On The Road
Pizzeria
Via Goceano, 15. 079/985082. Lun. Consegna domicilio
Via Ciriaco Carru, 2. 079/240443. Lun. Consegna domicilio La Divina
Qualcosa di dolce?
Pizzeria al metro.Paninoteca
Via Mazzini, 83. 339/5754542. Consegna domicilio
Via Napoli, 6/b. 079/2826049. Consegna domicilio
Pizzeria
Via Roma Inferiore, 60 - Sennori. 079/362271. Lunedì
Corso Trinità, 5/a. 342/1210626. Mar. Consegna domicilio
SASSARI
Pizzeria 2000
Gastronomia.Paninoteca
Via Mazzini, 13/a. 079/235296. Domenica
Arte Pizza
Pizzeria Cocco
Via Fiorentina, 42 - Sorso. 079/350502
Pizzeria al Taglio.Fainè
Via Rosello, 25. 079/238052. Domenica Emiciclo Garibaldi, 7. 079/234240. Nessuno Pizzeria Luna e Sole
Via De Andrè, 19. 079/299930. Consegna domicilio
P ORTO TORRES
SENNO R I & SO R SO
Harley Pizza
Pizzeria
Il Capriccio
Pizzeria
Via Lungomare, 32/b. 340/1844835. Nessuno C.so V. Emanuele, 114. 340/1844835. Nessuno
Via Roma, 159 - Sennori. 079/362346 Pizzeria
La Piramide
Pizzeria.Paninoteca
Via Marina, 23 - Sorso. 079/350913 - 328/9344311. Lunedì
Gelateria.Creperia
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