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Nasce la NATZIONALE SARDA DE BÒCIA
Parteciperà ai prossimi campionati europei CONIFA 2019 di ALESSANDRO LIGAS
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il sogno di tutti coloro che giocano a calcio, di tutti coloro che lo hanno fatto anche solo una volta, sia per passione che a livello professionistico: riuscire un giorno a essere convocati in Nazionale. Da oggi questo sarà possibile anche per i tanti talenti sardi che hanno fatto del gioco del calcio una ragion di vita: è nata la Nazionale Sarda di calcio. Il battesimo ufficiale è stato dato al Teatro Massimo di Cagliari da Gabrielli Cossu, presidente della Federatzione Isport Natzionale Sardu (FINS) nata nel 2012 con l’obiettivo di creare una rete sportiva sarda per rappresentare e promuovere lo sport isolano. Federazione che dal settembre 2018 ha aderito a CONIFA, la federazione calcistica internazionale delle associazioni non riconosciute dalla FIFA e farà debuttare la propria nazionale ai prossimi europei del giugno 2019 che si terranno in Artsakh
(tra l’Armenia e l’Azerbaijan). “Cercheremo di costruire una squadra che possa avere un equilibrio e giocare un buon calcio - ha detto Bernardo Mereu commissario tecnico della nazionale - non mancano i giocatori e il calcio sardo non è inferiore ad altre realtà”. Un progetto che non ha solo l’obiettivo di partecipare a competizioni sportive, ad oggi la FINS ha organizzato alcune amichevoli internazionali tra la Nazionale Sarda di calcio a 5 e altre rappresentative internazionali, ma si pone il preciso scopo di unire tutti i sardi e far conoscere la storia e la cultura dell’isola. “Attraverso il gioco del calcio abbiamo la possibilità di portare la Sardegna nel mondo - ha evidenziato Vittorio Sanna direttore generale della Nazionale Sarda di calcio – uno sport che può mettere insieme i sardi per far crescere la consapevolezza delle loro bel-
lezze, tradizioni, cultura ma sopratutto mostrare questi tesori agli altri. Fino ad oggi la Sardegna era solamente un punto nel Mediterraneo, oggi vogliamo che si arricchisca di contenuti e che sia riconosciuta per le sue ricchezze”. Assieme al direttore sportivo e al ct è stato presentato lo staff tecnico, formato da ex giocatori di Mereu come Stefano Udassi, ora allenatore del Latte Dolce di Sassari, nel ruolo di collaboratore tecnico e Giuseppe Nioi, come preparatore dei portieri. Fanno parte del gruppo anche il preparatore atletico Fabrizio D’Elia, i medici Giorgio Demuro e Daniele Farci e il magazziniere Gigi Manca. Per poter essere convocati per le competizioni, anche non ufficiali, nelle quali sia impegnata una Nazionale Sarda di qualunque disciplina (ad oggi esiste quella di calcio a 5 e a breve sarà costituita quella di basket) sono ritenuti selezionabili tutti i giocatori che siano nati e vivano in Sardegna, la amino e la rispettino. Rientrano nella rosa anche coloro che, non sardi di nascita, vivano nell’isola da almeno otto anni, che siano figli o discendenti di emigrati sardi anche se non residenti nell’isola. Per la nazionale di calcio hanno già dato la loro disponibilità, salvo le condizioni favorevoli e l’ok delle società, giocatori di A e B come Vigorito, Aresti, Pisano, Mancosu, Sau, Cocco e Dessena, nato a Parma ma nipote di sardi, ma anche delle serie minori. Una mano è disposto a darla anche Andrea Cossu che sino all’anno scorso giocava in Serie A. “Vogliamo creare una nazionale forte e competitiva con la voglia di giocare e non di fare passerelle - ha sottolineato il ct -. Per dare continuità al progetto e avere un gruppo di calciatori stiamo lavorando anche alla Under 21”. Il 10 dicembre le prime convocazioni. I colori sociali della Federazione sono il verde e il bianco che saranno alla base delle divise casalinghe della Nazionale Sarda anche se, ad oggi, i dettagli della maglia ufficiale sono ancora top secret. “Forse arriverà a Natale” spiegano da EYE Sport, lo sponsor tecnico -. Svelato invece il logo. Uno scudetto al cui centro è posizionato un pentagono, a simboleggiare il pallone di calcio, con all’interno un albero radicato, simbolo presente in oltre 80 comuni dell’isola, contornati dai quattro mori icona della bandiera sarda. In alto le scritte in sardo “Natzionale de bòcia” e “Sardigna”.
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S&H MAGAZINE Anno XXIII - N. 267 / Dicembre 2018 EDIZIONE CAGLIARI
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Direttore Responsabile MARCO CAU
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Hanno collaborato a questo numero: DIEGO BONO, LUIGI CANU, DANIELE DETTORI, HELEL FIORI, NIKE GAGLIARDI, ERIKA GALLIZZI, ALESSANDRO LIGAS, ALBA MARINI, GIUSEPPE MASSAIU, ANNALISA MURRU, NIKOLAS PITZOLU, MARCO SCARAMELLA, SALVATORE STELLA, ROBERTO TRONCI Redazione Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 mail: redazione@shmag.it
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Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE
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03 Natzionale Sarda de bòcia
19 Mildred
05 Renato Fancellu
20 Viaggio in Italia
06 Collezione «Luigi Piloni»:
21 Lo Teatrì
08 Cristina Caboni
22 Il dentista risponde
10 Stefano Oppo
23 Tra leggende e presagi
Parteciperà ai prossimi europei CONIFA Archetipi di libertà
Un viaggio nell’identità dell’Isola La stanza della tessitrice Un campione di semplicità
12 Angelo Pilloni
Viaggio tra i murales di San Sperate
14 Inveloveritas
Tra tradizione e innovazione
16 Ester Formosa & Elva Lutza
Cancionero: un lungo viaggio tra musica popolare e canzone d’autore
18 HITWEETS
Il ruggito del branco L’Abruzzo e il Molise
Registro Stampa: Tribunale di Sassari n. 324/96. ROC: 28798. © 2018. Tutti i diritti sono riservati. È vietato riprodurre disegni, foto e testi parzialmente e totalmente contenuti in questo numero del giornale.
Il piccolo grande sogno di Ignazio Chessa La corretta deglutizione
I rapaci notturni in Sardegna
24 Hertz Cagliari Dinamo Academy Continua il periodo nero dei rossoblù
25 Cagliari Calcio
Castro fuori dai giochi! I rossoblù sul mercato
26 inSardegna: Eventi del mese 27 Dillo a foto tue 28 GUIDA AI LOCALI
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in Copertina
STEFANO OPPO Foto di Marco Meli
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Renato Fancellu
ARCHETIPI DI LIBERTÀ di DANIELE DETTORI
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rovarsi davanti ai lavori di Renato Fancellu è un po’ come tornare con la mente agli anni della scuola materna, quando sulle pareti facevano bella mostra di sé personaggi ed elementi di mondi mitologici, di fiabe e di una natura sempre presente, a fare da sfondo con le sue forme incantate e incontaminate. Sono temi cari anche all’artista, che abbiamo incontrato nella sua casa fuori città, ma guai a chiamarlo così! «Il termine “artista” oggi è usato a sproposito», ci spiega. «A mio avviso, prima di diventare tale, il vero artista deve crearsi una grandissima base culturale». È per questo che preferisce, più umilmente, definirsi come pittore o artigiano del pennello. Eppure, quella base culturale di cui parla, a Renato Fancellu non manca di certo. Comincia giovanissimo a “entrare nel giro”, grazie al talent scouting di Liliana Cano, che lo scopre e lo presenta nel 1973, a soli vent’anni, all’Accademia Sironi. Seguono le prime mostre e un’attività che cresce con gli anni, aprendogli le porte di città come Parigi, Berlino, Dublino e, in anni più recenti, una via a oriente verso il Paese del Sol Levante, il magico Giappone. «Ho avuto la fortuna di vivere un momento generazionale nel quale l’arte, anche e
soprattutto nella mia città e dintorni, era molto sentita. C’erano gallerie un po’ dappertutto e tantissimi appassionati. C’era, di conseguenza, anche un certo mercato che invogliava all’apertura e all’allestimento, nonché all’organizzazione. Oggi noto, con un certo dispiacere, che gli interessi si sono spostati, le persone pensano ad altro. Purtroppo, anche da alcune istituzioni l’arte è considerata meno di niente perché si ritiene che non porti frutti». La tentazione di chiedere quali siano, secondo lui, i motivi di una tale disaffezione è troppo forte per resistere. «Credo che uno dei fattori sia la caccia al danaro in primis, e poi l’edonismo, un uso scorretto di certi mezzi di informazione e, molto importante, la poca attenzione e i mancati investimenti in materia di istruzione. Il risultato è una superficialità diffusa. Molti giovani, oggi, sono convinti di essere “artisti” (torniamo all’uso improprio di questa parola) solo perché hanno conseguito un qualche titolo rilasciato da una qualche scuola. Ma ciò che dovrebbero aver imparato, negli anni di formazione, è intanto un mestiere. Se poi l’artista c’è, viene fuori. Manca, quindi, quel lavoro di semina e di raccolta che porta a conquistare le tappe un passo per volta e, nel mondo dell’arte, a crearsi una propria quotazione».
Quotazione ma, in prima battuta, stile pittorico e tecnica personale che diventano il biglietto da visita dell’artista. Pardon, dell’autore. E quando questi elementi prendono forma il proprio lavoro comincia a essere riconosciuto e apprezzato, in giro per il mondo come nelle vie che si allungano sotto casa. «Quando ho fatto la mostra in via Capo d’Oro, a Sassari, la battuta ricorrente tra gli amici era: “dalla Francia a via Capo d’Oro”. L’aspetto più importante di una mostra sono le persone che la visitano, che ti danno emozioni. Ricordo ancora quella che ho fatto sui pulcini: le persone la visitavano e poi tornavano tre, quattro volte e si prendevano gli appunti, copiavano le frasi... sono questi gli aspetti gratificanti. Il posto conta relativamente.» Per semplicità di stile e temi trattati, anche le scuole hanno coinvolto Renato Fancellu in attività didattiche per i più piccoli. «Qualche anno fa sono stato invitato da una maestra delle scuole elementari di Sorso, Luisa Spano. Portava avanti un lavoro, con i bambini di terza, che si ispirava ai quadri di diversi artisti, tra i quali figuravo anche io. Realizzavano collage, imitavano i miei paesaggi, i castelli, le balene. Mi hanno bersagliato di domande. E, tempo dopo, si è ripetuto con una scuola di Norimberga.» Ma in quale modo Renato Fancellu si rilassa ed evade dai suoi mondi incantati? «Leggo molti thriller e noir», ci confessa. «Anzi, consiglio a tutti i romanzi di Francisco González Ledesma, ambientati a Barcellona. Sono noir antropologici meravigliosi».
Renato Fancellu con Liliana Cano
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La Collezione Sarda «Luigi Piloni»:
Un viaggio nell’identità dell’Isola di ALESSANDRO LIGAS Foto FRANCESCO COGOTTI
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n viaggio nell’identità, è questo il tema principale della Collezione Sarda Luigi Piloni dell’Università degli Studi di Cagliari: una raccolta di circa 900 opere esposte a Cagliari, negli spazi dell’ex Seminario Tridentino, che racconta un “profumo di Sardegna”. Una fragranza ripresa anche nel catalogo della stessa collezione, edito da Ilisso, presentato a fine ottobre nell’Aula Magna del Rettorato dell’Ateneo del capoluogo della Sardegna, con l’obiettivo di fare un primo passo nel percorso verso la restituzione piena alla città e all’intera collettività di un vero gioiello di arte e di storia. Un’opera editoriale che vuole rendere conto dell’intera collezione attraverso una ricerca scientifica che descrive le opere più importanti e preziose presenti negli spazi ma che vuole implementare gli studi dello stesso Luigi Piloni confluiti in diverse pubblicazioni degli anni settanta e ottanta del secolo scorso. “La collezione è stata un progetto di raccolta molto preciso, con un rigore filologico molto chiaro, portato avanti dal Cavaliere Luigi Piloni, studioso e appassionato di arte e storia della Sardegna, – ha detto la professoressa Rita Pamela Ladogana curatrice del volume e responsabile scientifico della Collezione – che spazia dalle mappe ai costumi, dalle opere pittoriche alle incisioni ai gioielli e ai
tappeti. Un viaggio attraverso l’identità che parte dalla natura e finisce all’uomo passando dalla rappresentazione geografica della Sardegna fino al lavoro dell’uomo presente nei tappeti e nei gioielli”. La collezione è stata donata il 12 dicembre 1980 da Luigi Piloni all’Università di Cagliari all’allora Magnifico Rettore Prof. Duilio Casula con lo scopo generale di costituire un “Museo” nei locali di proprietà dell’Università. Obiettivo realizzato nel 1984 quando è stata inaugurata la raccolta che da allora ad oggi ha avuto alterne vicende contraddistinte da una non piena fruibilità a cui l’ateneo oggi sta ponendo rimedio. Il primo significativo passo in questa direzione è stato la realizzazione del catalogo della Collezione Sarda Luigi Piloni. L’opera è suddivisa in 8 capitoli che rappresentano i nuclei principali della raccolta. Si parte dalle carte geografiche che rappresentano un unicum nell’isola perché sono le uniche esposte al pubblico. “Una collezione ricca con un excursus che va dalla fine dal XVI secolo fino al XIX che non ripropone semplici immagini del passato ma veri documenti che rappresentano e testimoniano epoche, tecniche, culture e uomini – ha proseguito la responsabile della collezione –.” Dalle carte si passa alle vedute della Sardegna (acquerelli, disegni e tempere originali), in questo caso dal cinquecento all’ottocento, studiate nei minimi dettagli secondo le più avanzate tecniche di rilievo e di disegno dell’epoca con
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dati dedicati ai principali monumenti. Vedute interne della città di Cagliari, come la via Azuni durante la corsa di cavalli in onore di San Michele o il corso Vittorio Emanuele, della città di Sassari, come la Chiesa e il convento dei Cappuccini e San Pietro Convento dei Cappuccini minori. Inoltre nella collezione sono presenti vedute di Monastir, di Sanluri, di Oristano e di Porto Torres, solo per citare quelle più rappresentative. All’interno della Collezione esistono anche alcune incisioni legate all’episodio storico del tentativo, fallito, della Francia di impadronirsi della Sardegna, avvenuto nel 1793. Uno spazio è dedicato a un percorso dell’arte in Sardegna. Si parte dall’età moderna (tra il XVI e XVIII secolo), con opere di Antioco Mainas, della bottega stampacina Cavaro, di Francesco Massa e di Antonio Caboni, fino ad arrivare alla pittura del novecento. Qui il Piloni ha voluto compiere un viaggio attraverso gli sviluppi della pittura del secolo scorso che rappresenta il suo viaggio in Sardegna, tra la gente, i luoghi, gli usi e le tradizioni dell’isola. Sono presenti le tele di Giovanni Marghinotti, di Carlo Contini, Antonio Ballero, Melis Marini, Giuseppe Biasi, Aligi Sassu, Foiso Fois e tanti altri. “All’interno della collezione trovano spazio anche 132 stampe e dipinti rappresentanti i costumi isolani – prosegue la curatrice – che rivestono un interesse sia etnografico che
storico culturale”. L’attenzione di Piloni spazia anche per i gioielli, quasi tutti riferibili a botteghe sarde. Rosari, medaglie religiose, croci e amuleti sono la volontà del collezionista di documentare la spiritualità dei sardi. Ma sono presenti anche oggetti di uso comune come bottoni, collane e medaglie. Chiudono il catalogo i prodotti tessili. All’interno della raccolta si possono trovare copricassa, coperte e bisacce ma sono presenti anche due rari tessuti funebri, chiamati tapinos de mortu, provenienti da Orgosolo, usati per adagiare sul pavimento la salma durante la veglia funebre, i cui motivi ricordano il passaggio verso l’aldilà. Quello compiuto dal Piloni è un viaggio nell’identità del popolo sardo, dei suoi usi e costumi che non deve essere considerato come qualche cosa di fisso e di immutabile nel tempo ma come una realtà viva e vitale. Un percorso che si rinnova di giorno in giorno, ed assume forme diverse: un viaggio nell’identità del popolo sardo, un viaggio che è il viaggio di Piloni, il viaggio del visitatore. La Collezione è visitabile gratuitamente su prenotazione, esclusivamente nelle mattinate dal lunedì al venerdì, al pomeriggio solo nelle giornate di martedì o giovedì. Per informazioni tel. 070/6752428 – 070/6752424 email: gpili@amm.unica.it asorcine@amm.unica.it.
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LA STANZA DELLA TESSITRICE
SUL FILO DI UN MISTERIOSO PASSATO di DIEGO BONO
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osa porta una giovane ragazza, spinta da un’insanabile voglia di verità e di avventura condita di mistero, a percorrere l’Europa? La ricerca di una leggenda, la soluzione ad un antico segreto di famiglia e la storia di un passato tragico, violento, lontano, che si dirama tra i tessuti e le stoffe di una romantica ed enigmatica Parigi, di una sognante Como e di una poetica Oristano. Cristina Caboni è una talentuosa autrice cagliaritana che alterna il suo lavoro da apicultrice con la sua sconfinata passione per la scrittura. Un impulso, quello di raccontare, innato, elegante, ricercato, che l’ha portata a elaborare romanzi di notevole successo come “Il sentiero dei profumi” (bestseller adorato dai lettori di tutto il mondo) o “Il giardino dei fiori segreti” (Premio Selezione Bancarella 2017), ma che oggi, con la sua ultima opera, “La stanza della tessitrice” (2018 – Garzanti Editori) ci trasporta con delicatezza e coinvolgimento nell’intrigante vicenda di Camilla, forte ed emancipata protagonista del libro. La giovane, in fuga da un burrascoso trascorso, si è insediata a Bellagio, in cerca di una pace da troppo tempo dimenticata, dedicando tutta se stessa agli abiti, ai bozzetti, alle sue creazioni, lavoro e sogno di una vita. Tuttavia, la tanto agognata calma non durerà molto, la ragazza
sarà infatti costretta a soccorrere la donna che fece di lei una figlia: Marianne. Sarà l’anziana “madre” a mostrare a Camilla un antico baule ed il suo contenuto, in apparenza un abito raffinato, in realtà nascondiglio perfetto dell’unico indizio che porterà alla ricerca di una sorella mai conosciuta: un sacchetto coperto tra le cuciture al cui interno una frase augura una vita felice. Tutto pare ricondurre al mito di Maribelle, chiamata “la tessitrice dei sogni”, celebre stilista parigina che operava all’epoca del secondo conflitto bellico, morta nell’incendio del suo laboratorio parigino tra le stoffe delle sue creazioni. Questo, almeno, è ciò che si dice. Per far luce sul mistero di Camille, Marianne e Maribelle, ho posto qualche domanda proprio all’autrice. Nel romanzo lei presenta dei tratti “mistery”, ma come nasce una storia per Cristina Caboni? Io mi lascio trasportare, non mi chiedo mai il perché delle cose. Ciò che capita nei miei romanzi sono eventi che nascono dalle complesse realtà in cui si trovano i personaggi. Dalle loro passioni, dai desideri, dagli scopi che li spingono all’azione, dall’amore per se stessi, per la vita, per gli altri. Quando la storia mi soddisfa, nasce un romanzo. Ne “La stanza della tessitrice” si è trattato di una colpa a lungo custodita, e di un antico baule nei quali sono conservati
abiti meravigliosi che Camilla Sampietro, giovane stilista, riconoscerà. E invece le sue figure femminili, molteplici e complesse? Quando un personaggio ti racconta la sua storia, comprendi come questa interagisca con le vite degli altri, e ti basta seguire la direzione. Ho un lungo periodo di gestazione mentale prima di scrivere una sola riga, durante questo tempo sia i personaggi che la storia crescono, così dopo è tutto più semplice. Quali strumenti ha utilizzato per ricostruire i diversi periodi storici e mestieri? Dedico molto tempo allo studio preliminare. Trascorro dei mesi sui libri, mi documento, faccio ricerche, in alcuni casi visito i luoghi. Senza una preparazione accurata non conoscerei le parole necessarie a un dialogo con i miei personaggi, e loro non potrebbero raccontarmi le loro storie. Durante lo studio io acquisisco gli strumenti necessari a una comprensione più vasta. E poi amo moltissimo approfondire argomenti che mi interessano. Una domanda necessaria: in che modo è riuscita a mescolare realtà tanto lontane come Parigi e la Sardegna con tanta maestria? Concentrandomi sulle vicende personali dei protagonisti. In fondo sono uomini e donne che vivono le loro esistenze con passione, esattamente come fanno tutti gli esseri umani. Amano, sognano, desiderano, e questo non cambia mai, non è prerogativa di un periodo storico, né di un luogo geografico.
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di MARCO SCARAMELLA
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tefano Oppo è la dimostrazione tangibile che, con dedizione e determinazione, è lecito sognare in grande, ed è possibile raggiungere qualsiasi obiettivo. Ciò che salta subito all’occhio della sua personalità, sono la sua umiltà e la sua semplicità. Nasce ad Oristano il 12 settembre del 1994 e, all’età di 9 anni, inizia la sua attività agonistica presso il Circolo Nautico Oristano a Torregrande. La sua esperienza con il canottaggio inizia per gioco, ma finisce per diventare presto la sua vera passione. Ma il mare non è adatto per praticare il canottaggio, sono più indicati bacini e laghi che, in Sardegna, non sono molti. Perciò, il grande amore sviluppato per questo sport unito alle condizioni ambientali sfavorevoli, lo porta ad abbandonare la Sardegna, la famiglia e gli amici. Infatti, nel 2010 all’età di 16 anni, Ste-
fano si trasferisce in Umbria per entrare nel College Remiero Giovanile a Piediluco, nei pressi di Terni, che sorge in riva all’omonimo lago. Qui, i primi tempi sono stati duri, ma è comprensibile per un ragazzo di 16 anni che, dopo aver abbandonato i suoi affetti, si vede proiettato in un mondo nuovo e totalmente sconosciuto. Questo sacrificio inizia a dare i suoi primi frutti nel 2012 quando, insieme ai suoi compagni, diventa campione del Mondo vincendo la medaglia d’oro nella categoria Junior, nel quattro senza a Plovdiv, in Bulgaria. Da questo momento in poi, Stefano colleziona vittorie e ottime prestazioni, una dopo l’altra: nel 2013 diventa campione del Mondo Under 23 a Linz nel quattro senza pesi leggeri e, nello stesso anno, vince la medaglia d’oro ai Mondiali di Chungju nell’otto pesi leggeri; nel 2014 vince la medaglia di
bronzo nel quattro senza pesi leggeri, ai Mondiali Under 23 a Varese; nel 2016 ottiene il titolo mondiale Under 23 a Rotterdam, nel quattro senza pesi leggeri, e si classifica al quarto posto alle Olimpiadi di Rio sempre nella stessa categoria; nel 2017 partecipa ai Campionati Italiani Indoor Rowing a Pozzuoli (campionati di canottaggio indoor), classificandosi al primo posto nella categoria pesi leggeri, vince poi una medaglia d’argento ai Campionati del Mondo di Sarasota nel doppio pesi leggeri, e una medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Račice nel doppio pesi leggeri. Dopo questa lunga serie di soddisfazioni, arriva un 2018 davvero da incorniciare. Tutto inizia a giugno con le medaglie d’oro alla Coppa del mondo di Linz e ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona. La serie di vittorie, nel doppio pesi leggeri, prosegue ad agosto
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versari davvero fortissimi. Nonostante questo è stata una stagione bellissima. Ora inizia la stagione 2019, che si concluderà con i mondiali, che saranno un appuntamento molto importante per via della qualificazione olimpica, per Tokyo 2020.
Stefano Oppo e Pietro Ruta, medaglia d’oro alla Coppa del mondo di Linz
quando, agli Europei di canottaggio di Glasgow, insieme al compagno Pietro Ruta, Stefano conquista la medaglia di bronzo al termine di un’agguerrita battaglia con l’equipaggio norvegese, che è riuscito ad arrivare sul primo gradino del podio. L’equipaggio irlandese, che nel finale è riuscito a superare l’imbarcazione italiana per soli 48 centesimi, si classifica al secondo posto dopo un testa a testa con i nostri azzurri. A settembre invece, Stefano Oppo e Pietro Ruta, sono riusciti nell’impresa di aggiudicarsi una meritatissima medaglia d’argento ai Campionati del Mondo di canottaggio che si sono tenuti a Plovdiv, in Bulgaria. In questa finale, l’Italia parte forte, con un’Irlanda che resta in attesa. Dopo aver passato buona parte della gara in testa, l’imbarcazione azzurra si vede sorpassare ancora una volta dagli irlandesi, che si aggiudicano la medaglia d’oro, precedendo i nostri di pochi centesimi. Nonostante la sua giovane
età, Stefano può vantare un palmarès di tutto rispetto. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per conoscerlo un po’ meglio. Come nasce la tua passione per il canottaggio? Ho iniziato a praticare questo sport a nove anni, seguendo le orme di mio fratello, più che altro per semplice curiosità. Non era uno di quegli sport che sognavo di fare da bambino. Semplicemente, dalla curiosità è nata la passione. Cosa ne pensi di questo 2018 e delle vittorie di Glasgow e Plovdiv? È stata una stagione molto difficile per via di alcuni problemi fisici, ma si è rivelato un anno pieno di soddisfazioni. È andata molto bene agli europei, ma soprattutto ai mondiali, dove abbiamo lottato duramente per il titolo. Sulla nostra strada abbiamo incontrato gli irlandesi che si sono dimostrati degli av-
Immagino che l’intesa con il tuo compagno, Pietro Ruta, debba essere perfetta in gara. Come si fa ad allenare questo aspetto? Con Pietro non ci frequentiamo molto fuori dall’ambito sportivo. A fare la differenza sono le numerose ore di allenamento fatte assieme, che fanno in modo di sviluppare ed affinare l’intesa con il proprio compagno, un’intesa di quelle che uno sa cosa sta pensando l’altro, ancora prima di dire qualcosa. In Italia, al canottaggio, associamo immediatamente il nome dei fratelli Abbagnale. Si sente il peso di questa leggenda? Indubbiamente loro hanno fatto la storia di questo sport, e le loro imprese sono innegabili, soprattutto per il risalto mediatico che hanno avuto in quegli anni. Penso, però, che al giorno d’oggi, il canottaggio italiano annoveri tantissimi giovani atleti altrettanto validi, e credo che bisogna dare anche a loro il giusto risalto che meritano, perché se si continua a guardare al passato non ci sarà mai quel naturale ricambio generazionale. Che consigli ti senti di dare ai ragazzi e alle ragazze che vogliono intraprendere questo sport, fatto di fatica e sacrificio? Direi sicuramente che vale la pena provare e mettersi in gioco, come ho fatto io. Ho provato ad approcciarmi a questo sport ad Oristano, dove sono cresciuto e dove ho acquisito quegli importanti fondamenti, che mi hanno fatto decidere che questa era la mia strada. Solo così ho potuto scegliere di proseguire il mio percorso, lavorando con serietà, con sacrificio e dedizione. Che progetti hai per il futuro? Il sogno è Tokyo 2020. Quindi da ora inizia un lungo cammino che ha come obiettivo quello di farci arrivare alle prossime Olimpiadi, con tutte le carte in regola per poter portare in Italia una medaglia d’oro olimpica che manca da troppo tempo. Ringraziamo Stefano per la sua disponibilità, e facciamo un grosso in bocco al lupo a lui e al suo compagno, Pietro Ruta, per i prossimi importanti impegni.
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ANGELO PILLONI
VIAGGIO TRA I MURALES DI SAN SPERATE di ANNALISA MURRU
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soli 20 minuti da Cagliari, si trova un paese dal valore artistico e sociale inestimabile: San Sperate, una galleria d’arte a cielo aperto. Proprio lì nacque il muralismo sardo, differente negli intenti da ogni forma di muralismo preesistente in altre parti del mondo come la Finlandia, la Norvegia e il Sudamerica. Ho fatto un viaggio nella storia di questo gioiello sardo con uno degli artisti più rappresentativi di questo movimento, il muralista Angelo Pilloni, cugino di colui che in quei poveri muri vide la possibilità di un riscatto. Mi riferisco allo scomparso ma immortale Pinuccio Sciola, originario di San Sperate; era il 1968, anno di rivoluzioni e di iniziative popolari per antonomasia, e nel mese di
giugno il paese si preparava a celebrare il Corpus Domini. Come Angelo racconta, era usanza dei cittadini addobbare le case esponendo esternamente i più preziosi oggetti di uso domestico, come le coperte lavorate e le lenzuola bianche. Proprio quel bianco candido diede a Sciola l’idea che sancì le nuove sorti del paese. “Perché non dipingerci su?”, si chiese. Dopo qualche istante l’attenzione passò dalle lenzuola ai muri retrostanti, che erano scuri perché formati da mattoni di fango. “Da quel momento partì la vestitura dei muri in bianco immacolato”, spiega Angelo. Sciola chiamò a raccolta tutti i migliori pittori del momento e gli artisti conosciuti nelle accademie d’arte che frequentò anche all’estero, dando una nuova luce alle case: tante tele bianche furono a disposizione di tutti, una forma di espressione ibrida prese vita.
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Gli artisti erano anche un po’ guerrieri, capaci di difendere pacificamente la storia che quelle case raccontavano; il paese cresceva e le amministrazioni volevano abbattere le vecchie case per costruirne di nuove. Gli artisti locali si opposero fortemente bloccando diverse volte le ruspe, perché quell’atto avrebbe cancellato le radici identitarie e la ricchezza culturale del luogo. Lo stesso Giardino Megalitico, il parco cittadino disseminato di pietre sonore e installazioni artistiche create con materiali di recupero, fu ostacolato dalla politica locale. Il murales nasce, quindi, come pretesto per unire le persone e creare spazi pubblici in cui poter comunicare. Allora i mass media erano inaccessibili al popolo, e quei muri bianchi divennero come pagine sulle quali scrivere
informazioni e dare notizie di pubblica utilità; in quegli anni, nella piazza centrale di San Sperate, furono installati dei pannelli e fu messa a disposizione una cassetta con dei colori, che chiunque poteva utilizzare per scrivere e disegnare. I murales contenevano slogan, frasi e soggetti grafici di varia natura e spesso entravano in conflitto con la politica che a quei tempi era strettamente legata alla Chiesa e non dava molte possibilità per distogliersi da quelle che Angelo definisce come “idee di sussistenza ed esistenza”. Ma gli artisti locali che parteciparono a questa colorata rivoluzione cercavano proprio quello: lo scambio di idee, di opinioni, la possibilità di dire “Questo è il nostro popolo, queste le nostre tradizioni, questo il nostro pensiero”. Il bianco fu il mezzo per proteggere la sacralità del luogo, e il muralismo, il frequentare la strada per disegnare, parlando al contempo con le persone, divenne il pretesto per discutere dell’identità e della lingua sarda, del senso di appartenenza al territorio e dell’importanza di valorizzare le tradizioni e le peculiarità di un popolo che fino ad allora era rimasto nell’ombra. Angelo disegnava occasionalmente, aveva intrapreso la carriera di farmacista con un trascorso da musicista all’estero che lo rese consapevole di quanto la Sardegna, pur essendo povera, lo avesse arricchito come persona. Nel 1972 venne travolto da quel gruppo di artisti un po’ anarchici e decise di
riprendere in mano i pennelli, dando un contributo fondamentale alla missione del muralismo. Infatti, la sua visione del murales è frutto del profondo rispetto che nutre per le famiglie che vivono all’interno di quelle mura. Il fine dei suoi dipinti è celebrare le persone comuni e il disegno deve, in qualche modo, omaggiare la famiglia che abita la casa o il luogo in cui si sta operando. L’arte non è un’autoaffermazione del proprio talento, ma un modo per fare comunità e riscoprire le caratteristiche del territorio. I murales di Angelo raffigurano uomini, donne e bambini impegnati in azioni quotidiane, e il realismo dei volti e delle espressioni è tale da lasciare senza fiato: “La vita è dentro lo sguardo della gente; attraverso gli occhi, il sorriso e le nervature facciali capisci chi sono le persone, cosa hanno dentro”. Passeggiare a San Sperate equivale ad ammirare un museo creato dalle menti e dalle mani di artisti sardi e internazionali, con la consapevolezza che da lì il muralismo arrivò ad Orgosolo e nel resto della Sardegna. Nonostante siano passati tanti anni da quel 1972 in cui si costituì l’associazione Paese Museo, voluta da Sciola, ancora oggi le iniziative di stampo artistico e aggregativo non mancano, in un viaggio nell’arte senza tempo e confini.
Foto mondosardegna.it
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TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE, IL VELO E LA NUDITÀ IN ACCESSORIO di ALBA MARINI
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ogno moderno e identità, donne velate ma nude. È la tradizione che rivive nella contemporaneità, la rivendicazione della libertà di indossare un capo e renderlo unico attribuendogli il proprio significato personale. Tutto questo è Inveloveritas, un’idea che si è concretizzata nel 2015, dando vita a un laboratorio artistico che realizza sciarpe, maglie e complementi
d’arredo che traggono origine da una tradizione riadattata al gusto moderno. I protagonisti assoluti del progetto sono Maria Francesca Maniga, 37enne di Sassari, e Giuseppe Scalas, 38enne di Cagliari, appassionati di moda, costumi sardi, disegno e pittura sui tessuti. Dalla collezione iniziale di magliette decorate a mano, il lavoro di Maria Francesca e Giuseppe si è ampliato perfino oltre i confini dell’arte, tanto che le loro creazioni sono diventate
protagoniste di campagne sociali e commerciali come quella di Women united against violence, in collaborazione con il Centro antiviolenza di Nuoro. Nel logo di Inveloveritas la donna è una figura centrale e la nudità è contrapposta alla vestizione del velo, che racchiude e simboleggia la verità che risiede in ognuno di noi. Un’immagine tradizionale in apparenza, eppure così sfrontatamente moderna da travalicare i confini della storia del costume sardo, sulla scia di un credo dove nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Il miglior modo per impedire al passato di morire è quello di rianimarlo adattando i suoi tratti distintivi al gusto moderno che incombe. Ed è così che i capi di abbigliamento, i cu-
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Foto mondosardegna.it
scini decorati e perfino le grucce in legno raccontano, a modo loro, ciò che è stato, scolpendo su stoffa e su legno i motivi della tradizione tessile della Sardegna. Con questo intento è nata la linea My body is woven (from the threads of my land), ossia “il mio corpo è intrecciato dai fili della mia terra”. La collezione è basata sui pattern della memoria tessile sarda, ricca di geometrie adatte a decorare arredi e costumi di oggi. Per svelare le “trame” di Inveloveritas abbiamo parlato con Maria Francesca. Ciao Maria Francesca. Raccontaci come è nato Inveloveritas. Giuseppe e io siamo appassionati di costumi sardi, ma inizialmente li conoscevamo in modo non approfondito, perché li vedevamo nelle sagre o nelle feste. Questa passione comune si è concretizzata in un’immagine un po’ paradossale, quella di una donna nuda velata. Ci è sembrata subito una figura molto sensuale e moderna e abbiamo proposto una mini collezione di maglie dipinte a mano per mettere in evidenza la diversità di ogni donna e regalare a ogni cliente la possibilità di avere la sua maglia personalizzata. Da questa prima collezione l’idea si è sviluppata in una vera e propria attività… Due anni fa abbiamo aperto il nostro primo laboratorio e di recente ci siamo trasferiti in Piazza Dettori a Cagliari. La decisione di aprire un laboratorio tutto nostro ci ha permesso di dedicare il giusto spazio alla nostra attività, specialmente alla pittura manuale.
Qual è il significato del velo in Inveloveritas? Al centro dell’idea del logo c’è la contrapposizione tra il corpo nudo e il corpo velato. Il velo scelto per il disegno è il copricapo di Orgosolo, che, oltre ad essere celebre e facilmente riconoscibile, presenta una struttura molto chiusa, quasi serrata intorno al collo della donna. Questa chiusura crea un contrasto ancora più forte con il seno scoperto. Con questa immagine vogliamo dire tante cose… Una di queste è che ogni persona ha il diritto di dare un proprio significato agli accessori che indossa che può essere sì etnico e culturale, ma anche, più semplicemente, affettivo o estetico. Su quali accessori realizzate il logo e quali materiali e tecniche utilizzate? La tecnica di base è la serigrafia. Ad essa si è affiancato negli ultimi anni il ricamo digitale. Utilizziamo anche il taglio laser e la cucitura a mano. Con queste tecniche realizziamo - oltre alle magliette - tantissimi accessori come foulard e sciarpe, ma anche mobili. In collaborazione con l’azienda milanese Extroverso abbiamo creato dei complementi d’arredo ispirati ai pattern della tessitura. Quanto incide nel vostro lavoro l’idea di tramandare la tradizione? Vogliamo tramandare la tradizione, ma una tradizione tradita, capace di adattarsi, di trasformarsi. Quando lo scialle arrivò in Sardegna era un accessorio nuovo e sostituì presto i copricapi dei costumi di alcune zone dell’isola. Ad oggi, invece, lo scialle viene visto come un qualcosa di antico e tradizionale. Questo è solo un esempio di come la tradizione si crei in realtà giorno per giorno, con nuove cose che vengono messe in uso. Qual è la vostra carta vincente? Non abbiamo la presunzione di dire che la nostra carta vincente sia questa, ma tra gli intenti del nostro progetto c’è quello di far cadere gli stereotipi sulla Sardegna. Siamo sardi di oggi, anche se sempre innamorati di ciò che è stato. Ognuno deve essere libero di dare la propria interpretazione di se stesso, senza essere giudicato per le storie scritte da altri.
16 S&H MAGAZINE di NIKE GAGLIARDI
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l nome Elva Lutza richiama, al nostro orecchio di italofoni, suggestioni provenienti dall’Est europeo: sottile e spassoso inganno deliberatamente ordito dal duo che si fregia di questo nome. In realtà elva lutza in sardo significa erba magica, l’erba fatata delle leggende isolane. Ciò che in prima battuta appare come un’innocente burla rivela invece una vera e propria dichiarazione di intenti: il progetto musicale fondato dai sassaresi Nico Casu (trombettista e cantante già collaboratore, fra gli altri, di Daniele Sepe) e Gianluca Dessì (chitarrista operante da anni nell’ambito della musica etno-folk) viene infatti concepito come viaggio nella musica popolare europea: dalla Sardegna sino ai Balcani, dalla Catalogna sino e oltre le isole britanniche. L’approccio non è certo di tipo conservativo-filologico: in ogni interpretazione detengono un ruolo chiave l’improvvisazione, la rielaborazione, la contaminazione, una visione che fa sì che i brani, tanto autoriali quanto provenienti dal patrimonio musicale di tradizione orale, possano così, in un’epoca di precipitosa globalizzazione, continuare a parlarci e a vivere nuove vite al di fuori degli archivi degli etnomusicologi. Insignito del Premio Parodi nel 2011, il duo incide un primo disco nel 2012 (Elva Lutza, S’Ardmusic), seguito nel 2014 dal secondo, Amada (Premio Mario Cervo come miglior disco sardo dell’anno), frutto della collaborazione con il cantante occitano Renat Sette. Risale allo scorso 26 ottobre l’uscita ufficiale del nuovo album, Cancionero (Tronos Digital), in collaborazione con Ester Formosa, cantante e attrice catalana che vanta prestigiose collaborazioni e una copiosa discografia in cui spiccano intense interpretazioni di testi letterari e canzoni d’autore. Anticipato dal video A su tramontu, brano originale composto da Nico Casu e impreziosito dall’organetto del pistoiese Riccardo Tesi, l’album
Cancionero
Il nuovo disco di Ester Formosa & Elva Lutza: un lungo viaggio tra musica popolare e canzone d’autore si apre con una traccia che ci porta dall’altra parte dell’oceano, nel Messico di fine Ottocento, con l’inconfondibile Cielito lindo (composta da Q. Mendoza y Cortés ma le cui radici affondano nella tradizione della copla andalusa), vero e proprio simbolo identitario per i messicani espatriati e forse uno dei brani più noti ed eseguiti dagli artisti di tutto il mondo. Essa conosce, grazie alle doti vocali della Formosa e alla brillantezza del
tocco di Dessì, dinamiche misurate e inediti chiaroscuri che ne valorizzano la malinconica e danzabile essenzialità melodica, potenziata da garbati incisi di tromba. La nostalgia di ogni esule spira da una più che convincente versione de Esta muntanya d’Enfrente, canzone popolare sefardita, ambito a cui appartiene anche Bre sarika, alla quale i nostri offrono una soluzione piacevolmente ritmata, mentre ulteriori brani di nuova
produzione, firmati da Casu, sono Cucurutxu e In su mare. Particolarmente drammatica e vibrante è la versione di Corrandes d’Exili, testo poetico del catalano Pere Quart dedicato agli esuli repubblicani fuggiti dopo la sconfitta nella guerra civile spagnola. Fedele all’adattamento musicale di Llach, Elva Lutza e Formosa ne dilatano e amplificano le potenzialità espressive con un arrangiamento sapientemente fitto di ricami armonici. Spicca inoltre, fra le altre, la rivisitazione di Menica Menica di Bruno Lauzi il cui andamento giocoso è affidato al felice duettare di voce e tromba e nella quale quest’ultima, inaspettatamente, si lancia in spensierate reminiscenze coltraniane grazie a una gustosa quanto inaspettata citazione da My favo‐ rite things. Altre incursioni nel mondo della canzone d’autore sono rappresentate da Gira el Món i Gira, traduzione in catalano di Girotondo (da Una storia disonesta, 1977) e Pregária (il cui titolo originale è Preghiera, interpretata nel 1976 da Mia Martini), entrambe firmate dal cantautore italiano Stefano Rosso. A degna conclusione di questo canzoniere la cui cifra è, in ossequio al proprio titolo, l’eterogenità dei contenuti, si trova La violetera di Padilla, con un arrangiamento-gioiello capace di sigillare il lungo viaggio di Ester Formosa e degli Elva Lutza attraverso un repertorio di canzoni che, da differenti epoche e latitudini, continuano a raccontarci storie d’amore e d’esilio. Le sue ultime note, sospese, sembrano sfuggire al brano a cui appartengono e proiettarsi altrove, verso un nuovo capitolo musicale che, dopo questo Cancionero, attendiamo con impazienza. Ester Formosa & Elva Lutza si esibiranno il 5 gennaio 2019 al Teatro Civico di Sassari. Tenete d’occhio il sito web elvalutza.it per conoscere tutte le altre date.
#cinguettii tecnologici a cura di Nikolas Pitzolu
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Il ruggito del branco
MILDRED di MARCO SCARAMELLA
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l colore degli inverni, uscito lo scorso 9 novembre, è il nuovo album dei Mildred, che tornano in grande stile, dopo circa due anni dal loro disco di esordio, Il Primo. In 12 ore dal lancio, questo nuovo album, è arrivato al 19esimo posto nella classifica delle vendite generali di iTunes, per quanto riguarda l’alternative rock. Questo nuovo lavoro dei Mildred, è stato preceduto dal video del singolo Je suis Figaro, uscito in anteprima su Rockon.it, al grido di #uniscitialbranco! Quello dei Mildred è un disco d’impatto, che scavalca il concetto di rock, pur conservandone l’energia e l’attitudine. “Il colore degli inverni”, offre un cocktail di chitarroni aggressivi ed elettronica, con richiami all’EDM, alla trap e alla dubstep, con dei testi in lingua italiana che spaziano dall’essere socialmente impegnati, all’essere dei veri e propri inni di spensieratezza, rivincita e ribellione. I Mildred hanno deciso di fare della varietà musicale il loro punto di forza: “non ci svegliamo ogni mattina incazzati col mondo, così come spesso andiamo a dormire con la voglia di mandare tutto e tutti a quel paese” – raccontano i Mildred. Abbiamo fatto una chiacchierata con la band, che ci ha svelato qualcosa su questo nuovo album. Come ci racconta Gianluca (la voce della band), il progetto nasce dalla possibilità di un loro scioglimento. Nonostante qualche intoppo, il gruppo continua a lavorare, chiudendosi in saletta per un anno e
mezzo, a comporre. La svolta arriva con la decisione di dirigersi verso suoni elettronici mescolati al rock, con la consapevolezza che fosse qualcosa di più vicino all’anima della band. In seguito si sono aggiunti al gruppo un nuovo batterista ed un nuovo bassista, creando una formazione di cinque membri: Gianluca Era (voce), Marco Era (chitarra), Niki Langiu (chitarra), Angelo Paddeu (Basso), Francesco Zizi (batteria). Il concept e l’intento di quest’album sono quelli di invitare chi lo ascolta a soffermarsi a cogliere la bellezza di ogni particolare. Il titolo, “Il colore degli inverni”, sottolinea questo concetto: il fascino e la bellezza del grigiore di una stagione apparentemente fredda e cupa, ma ricca di sfumature e perché no, di energia. Il disco vede la luce dopo due anni di lavoro e cura dei dettagli al Soundroom Studio (Alghero) di Maurizio Pinna, ed è distribuito da Libellula Music. Il primo singolo è “Je suis Figaro”. Chi è Figaro? Figaro è la versione moderna del famosissimo tuttofare dell’opera Il barbiere di Siviglia. Figaro siete voi, è il nostro amico che è stato costretto ad abbandonare i suoi affetti e le strade dove si sbucciava le ginocchia da piccolo, per partire in cerca di un lavoro che qua è inesistente. Figaro sono tutti quelli che son stati costretti a trasformare le loro ambizioni e i loro sogni in una casa condivisa e fatiscente, dentro una metropoli che non li considera. Figaro sono tutti quei ragazzi che ogni giorno stringono i denti e tirano avanti,
lontano dagli affetti, dalla loro terra e dalle loro ambizioni, pur di guadagnarsi da vivere. Figaro saremo noi un domani se non potessimo più permetterci il lusso di dedicarci alla musica... ma finché possiamo sarà un onore rendere omaggio a tutti i Figaro del mondo, che ogni giorno, nell’attesa di tempi migliori, tengono duro. Come mai avete deciso di utilizzare delle maschere? Per enfatizzare quello che è il concetto di branco e di unione. Siamo un gruppo che si conosce da una decina di anni. Viviamo questo nostro rapporto molto intensa-
mente, lavorando assieme ogni giorno. Questo ha fatto sì che nascesse una bella sintonia, tra tutti i membri del gruppo. Sintonia che abbiamo voluto sottolineare esprimendo questo concetto del branco, anche per affermare il nostro obiettivo di volerci appropriare di una piccola fetta della scena musicale italiana. “Il colore degli inverni” è disponibile su tutti gli store digitali. Per restare aggiornati sulle novità della band potete consultare la loro pagina Facebook e il canale YouTube ufficiale.
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20 S&H MAGAZINE
Quel viaggio attraverso l’Europa che, nel corso dell’Ottocento, i giovani intraprendevano per conoscere il mondo, lo proponiamo qui lungo il Bel Paese, alla scoperta delle nostre Regioni d’Italia.
VIAGGIO IN ITALIA
Il Ponte del Mare di Pescara, un guerriero sannita e la ‘Ndocciata di Agnone
di DANIELE DETTORI
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iaggio doppio, questo mese, su due territori dalla piccola estensione ma dal grandissimo cuore, adagiati su quella porzione dell’Italia centrale che si affaccia sul Mare Adriatico e che rappresenta un unicum sotto vari aspetti. Forte e gentile. Questi erano gli aggettivi, per Primo Levi, che meglio descrivevano l’Abruzzo, prima tappa del nostro viaggio natalizio. In effetti il territorio abruzzese, per conformazione e genti che lo hanno abitato, sa coniugare molto bene la bellezza di una natura ricca e variegata con scorci dal respiro storico nei quali antiche fortezze murarie resistono ancora oggi allo scorrere dei secoli. La Rocca di Calascio è, in questo senso, un ottimo esempio. Voluta da Re Ruggero d’Altavilla, venne edificata fra il 1100 e il 1200 su un’altura affacciata sopra la Valle del Tirino e fu oggetto di successione da parte di numerosi casati, resistendo a scontri e devastazioni a più riprese. La sua struttura centrale circondata da quattro torri è uno dei simboli della Regione. Poco lontano, per
chi volesse realizzare una bella escursione a piedi, è possibile visitare la chiesetta di Santa Maria della Pietà, sorta nel luogo in cui – la leggenda racconta – la popolazione avrebbe sconfitto una pericolosa congrega di briganti. Entrambe le strutture sono comprese all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga che, per dimensioni, rappresenta la terza riserva naturale italiana. Il Parco, istituito nel 1991, comprende nel proprio territorio anche la città de L’Aquila, colpita da due gravi terremoti nel 1703 e nel 2009. Dal secondo, la città è ancora oggi in fase di ripresa. Anche l’antica città romana di Alba Fucens si inserisce nello splendido contesto bucolico del Monte Velino. Caratteristici sono i resti dell’anfiteatro, della cosiddetta “via dei pilastri” e dell’acquedotto. Se ci spostiamo sul versante marino dell’Abruzzo, non possiamo non visitare Pescara, città che ha conosciuto un grande sviluppo soprattutto a partire dagli anni Cinquanta e che oggi offre strutture avveniristiche come il Ponte del Mare, la fontana monumentale rinominata “L’approdo alla
ABRUZZO E MOLISE nave” e varie strutture private. Segnaliamo, ancora, la casa che ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio, in Corso Manthoné 116: una meta di sicuro richiamo per i tanti estimatori del celebre poeta italiano. Più complicato sembra invece appurare se il Molise esista realmente, oppure no, almeno stando a quel che si legge sul web, in chiave ironica, sulla Regione subito a sud dell’Abruzzo. In realtà, per quanto le sue mete non siano tra le più conosciute, visitandolo rimarrete certamente rapiti dalle sue bellezze. Il Santuario della Madonna Addolorata a Castelpetroso è una di queste, con le sue architetture neogotiche e tutt’attorno quell’atmosfera incantata che accoglie i pellegrini desiderosi di visitare il luogo nel quale, nell’anno 1888, apparve la Vergine. Tra Guardiaregia e Campochiaro si possono trascorrere ore di spensieratezza a passeggiare nel verde più puro: basta visitare l’Oasi del WWF, dove potrete anche adeguatamente rifocillarvi negli agriturismi più vicini. Nel solco della tradizione medioevale molto presente in
Molise, suggeriamo ancora due borghi caratteristici. Intanto Pietrabbondante, dove sono visitabili i resti dell’epoca sannita risalenti a un periodo che va dal secondo al primo secolo avanti Cristo: tra questi il bellissimo teatro di pietra sul Monte Caraceno. Da non perdere è anche il centro di Agnone. Qui, nei giorni dell’8 e del 24 dicembre si può assistere alla ‘Ndocciata, una sfilata di grandi fiaccole accese, realizzate con tronchi di abete bianco, molto suggestiva perché rievoca le antiche sere medioevali, quando era alta l’attenzione verso i riti propiziatori volti a salutare l’arrivo dell’inverno considerando, al contempo, l’azione repellente di tali riti nei confronti delle streghe. Il gusto del viaggio. Se una nota marca di pasta si chiama La Molisana, un motivo ci sarà. D’altra parte, anche il caciocavallo di Agnone è originario di questa Regione e si offre come condimento perfetto per un gustoso piatto di pasta, magari di cavatelli. In Abruzzo, invece, perché non privilegiare un buon piatto di carne come gli arrosticini di pecora?
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Lo Teatrì Ad Alghero il piccolo grande sogno di Ignazio Chessa di HELEL FIORI
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er avere la più buona e succosa albicocca che abbiate mai assaggiato, qualcuno ha deciso di coltivarne un albero. Ha programmato quando estrarre il seme, in quale terreno piantarlo, quanto sole assicurargli; ha esercitato con pazienza la volontà di portare quel seme verso la sua miracolosa riuscita: la più buona e succosa albicocca che abbiate mai assaggiato. Se per nutrire il corpo un’albicocca è di certo un’ottima sostanza, per nutrire la mente e il cuore dobbiamo allungare la mano verso altri frutti e rivolgerci ad altri coltivatori. Ignazio Chessa è uno di questi: sua la fantastica dote di trasformare la materia delle cose fino a sperimentarne la massima espressione; sua la capacità di interpretare i luoghi fino al valico dei loro limiti strutturali. Mattatore che in quarant’anni di carriera ha calcato palchi in tutto il mondo, da Montalcino a Bogotà, da Roma a Buenos Aires, da Istanbul al Guatemala, oramai stanziale ad Alghero è andato in cerca di un piccolo rifu-
gio per i costumi, le scintille dei personaggi che da anni lo accompagnano sulla scena. Lo spazio scelto (trentotto metri quadri spogli, inframezzati da un grande arco in muratura) gli ha invece ispirato un’altra finalità. Perché ogni attore lo sa: dove c’è un arco, c’è una Quinta. Ignazio ha allora pre-figurato la riuscita di un illimitato luogo scenico, e nei mesi ha assistito alla germinazione di uno dei più dolci teatri del circondario. Proprio come il coltivatore appare detentore di un arcano potere, Ignazio ad oggi incarna perfettamente lo spirito miracoloso del dominus gre‐ gis, capocomico capace di guidare con le proprie mani – coadiuvato dagli apporti di amici e collaboratori – un luogo dove attuare uno scambio di bellezza. LoTeatrì è fiorito il 7 aprile 2018; ad adornare le pareti il rispetto che gli artisti sostenitori del progetto nutrono per i volti sacri della storia del Teatro, dalle maschere della Commedia dell’Arte fino agli immensi fratelli De Filippo, tutti accomodati in loggioni dipinti all’Italiana; il boccascena ci riporta invece indietro al Teatro greco, e incornicia il piccolo palco invitando lo sguardo verso un poietico buio abissale. Ad oggi sono state presentate più di quarantacinque produzioni, diversificate tra spettacoli dello stesso Ignazio (Nonno Contafiabe; Mago Gigio; per citare alcuni destinati ai più piccoli) e quelle di artisti in tournée: “Molti gruppi isolani ed extraisolani hanno già presentato i loro spettacoli e altri sono in programma per i prossimi mesi: Teatro Massimo di Cagliari; Teatro Stabile di Konstanz; Arts Tribu di Sassari; Compagnia Focus 2 di Roma; e per la musica: il
Trio Sironi; Claudio Gabriel Sanna (con cui mette in scena “Caro Peppino”, spettacolo potentissimo su Giuseppe Impastato e la sua trasmissione radiofonica di denuncia Onda Pazza a Mafiopoli, n.d.a.), Franca Masu e tantissimi altri che non anticipiamo perché il lancio avviene a sette giorni dall’evento, strategia Claudia Soggiu docet.” L’organizzazione è infatti affidata all’altro volto de LoTeatrì, Claudia, avendo ottimi risultati: “La risposta del pubblico finora è stata fantastica! Abbiamo creato un gruppo di afi‐ cionados ed è una gioia vedere che ogni volta portano qualche persona nuova; con il passaparola e il lavoro capillare di Claudia siamo sempre riusciti ad avere il pienone.” Tenendo d’occhio la pagina Facebook Lo Teatrì Alghero è dunque possibile monitorare la programmazione: per portare i bambini a ridere di pancia (e intendiamo figli, nipoti, o fanciullini interiori); per assistere all’arte che diviene atto politico, rivoluzione, protesta; o infine per concerti in acustico dove respirare una musica intima, sentendola con tutti i sensi. Il sogno di Ignazio non si limita al rappresen‐ tare: in cantiere alcuni laboratori molto interessanti, oltre alla prima edizione di un Festival di Teatro per ragazzi: “Già attivo On Stage, teatro in inglese di Flaminia Antonini e Saskia Peterzon, espressione teatrale integrata con audio-visuali: strumenti importanti per lo svolgimento del programma. Di prossima attivazione il Corso sul Monologo (Michele Vargiu), Fotografia (Massimiliano Caria), Illustrazione (Sara Pilloni), Corso di Tango (Scuola Tango Alghero); così da dare ad ognuno l’opportunità di scoprire quali frutti potranno maturare nel proprio giardino.
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Il dentista risponde Curiosità sul mondo odontoiatrico
Il Dott. Giuseppe Massaiu è un professionista di riferimento e opinion leader in tema di Odontoiatria Naturale e Biologica, insegna in corsi frontali e on-line argomenti clinici ed extra-clinici legati al mondo della Odontoiatria e della Medicina Naturale, Posturale e Olistica oltre che del Management e del Marketing Odontoiatrico.
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uesto mese parleremo di automatismi. Hai presente quando fai da anni la stessa strada per andare a casa con la macchina? Dopo centinaia – o migliaia – di volte che hai compiuto gli stessi movimenti e hai imparato a memoria le svolte e gli eventuali ostacoli, talvolta ti sarà capitato l’effetto “pilota automatico”, ritrovandoti nel tuo garage senza quasi accorgerti dei minuti in cui hai guidato fino a là. Ecco questo accade per una regola di “pigrizia” del nostro cervello, che a parità di condizioni – quando soprattutto si sente a suo agio, senza stress – tende a compiere le azioni con il minimo sforzo e dispendio energetico. Questo avviene quando guidiamo la macchina, ma anche per tutte quelle micro-azioni quotidiane vitali quali la respirazione, la masticazione, la fonazione – come moduliamo il suono quando parliamo – e la deglutizione. Noi non ci badiamo quasi mai, perlomeno finché non sorgono problemi di salute a loro correlati, ma ogni giorno della nostra esistenza mettiamo in essere senza accorgercene migliaia e migliaia di movimenti. Giusto per farti un paio di esempi, prova a calcolare un attimo quante volte respiri. La media umana è tra i 12 e i 16 respiri al minuto. Questi si traducono in un range che va dai 700 ai 1.000 all’ora e superano abbondantemente i 20.000 al giorno! Stessa cosa accade per la deglutizione. Se è ovvio che durante i pasti lo facciamo spesso –
PERCHÉ È IMPORTANTE RISTABILIRE LA CORRETTA DEGLUTIZIONE? circa 150 volte – non dobbiamo dimenticare che continuiamo a deglutire anche durante la veglia e perfino quando dormiamo, con una media di 1.000/1.550 volte ogni 24 ore. Questo automatismo di cui non siamo coscienti ha delle conseguenze nel mio campo di lavoro, l’odontoiatria clinica. Provate ad
immaginare che, per uno dei tanti motivi che sono oggetto di analisi da parte del dentista durante la prima visita – frenulo corto, scorretta occlusione tra mascella e mandibola, cure non andate a buon fine in passato e via dicendo –, il vostro corpo abbia iniziato, nel rispetto di quei principi di miope economi-
cità e ricerca del massimo comfort sul breve periodo, a compiere dei comportamenti scorretti in chiave deglutitoria e respiratoria. Migliaia di volte ogni giorno le ossa e i muscoli si muoveranno in maniera errata, andando ad erodere, come le onde sulla scogliera, l’equilibrio perfetto della vostra bocca. Nel lungo periodo, questo porta a patologie di natura estetica e funzionale quali denti storti, click articolari, cefalee, maggior propensione ad ammalarsi, sonno non riposante, russamento notturno, mal di schiena e tanto altro. Talvolta, quando il caso viene giudicato troppo complesso, vengono proposte perfino soluzioni chirurgiche che comprendono l’intervento del chirurgo maxillofacciale, con tutti i rischi che questo comporta. Perciò è importante in tutti questi casi, non mi stancherò mai di ripeterlo, una sana attività di prevenzione. Una consapevolezza che questi problemi esistono, che il nostro corpo segue delle regole ben precise e che è sempre preferibile programmare delle visite dal dentista fin da piccoli per evitare l’insorgenza – o il peggioramento – di queste cattive abitudini orali che, partendo da funzioni semplici e quasi banali come il respirare o il deglutire, possono evolvere in problematiche della salute più serie nel medio o lungo periodo. Ogni mese il Dott. Massaiu risponderà ad uno di voi. Inviate le vostre curiosità all’email dott.massaiu@shmag.it.
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di ALBA MARINI
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bitano i boschi, i giardini, gli alberi della Sardegna, talvolta i tetti delle case di campagna e i vecchi edifici nelle città più grandi. Dormono di giorno e vivono la notte, sfrecciando nel cielo grazie ad ali piumate. Sono i rapaci notturni, quelli che hanno fatto dell’isola la loro casa da centinaia di anni, abitando non solo la terra, ma anche gli incubi, le tradizioni e persino animando il vocabolario sardo. In Sardegna sono presenti diverse specie di rapaci notturni, le quali hanno fatto dell’isola il loro habitat stanziale, anche se si trattava in origine di uccelli migratori. A vivacizzare il cielo dell’isola illuminato dalla luna ci pensano i barbagianni, uccelli dai simpatici ma ambigui occhi a mandorla. Anche la civetta è una abitante stabile e discreta delle notti sarde, la più diffusa probabilmente tra gli uccelli del calar del sole. È un animale astuto, capace di sopportare la convivenza con l’uomo e particolarmente adattabile nella scelta dei siti riproduttivi. In Sardegna nidifica a terra e la sua immagine è profondamente legata a quella pastorizia. Infatti, le civette sfruttano gli accumuli di pietre dei muri a secco, che spesso segnavano e talvolta segnano ancora i confini dei terreni di pascolo degli ovini, per riprodursi e nidificare. È così che i pastori si fanno protettori inconsapevoli dei rapaci notturni dai grandi occhi gialli, salvaguardando indirettamente l’habitat ideale che gli uccelli hanno trovato nei terreni dell’isola. Le civette volano maestose tra gli alberi, ma passano in questo modo anche molto tempo al suolo, così come il più piccolo dei rapaci notturni: il
dolce assiolo. Si tratta di una specie lunga appena 19 cm che si nutre di insetti cacciando all’agguato e sfruttando i suoi piccoli artigli per condurre la preda al nido. I canti delle civette, del barbagianni e dell’assiolo sembrano provenire dall’oltretomba. Ed è per questo che la tradizione sarda, con i suoi risvolti talvolta lugubri, ha assegnato ai rapaci notturni un ruolo mitologico scomodo. Secondo le leggende della terra dei nuraghi gli animali della notte e la morte avrebbero una relazione privilegiata. È nota fin dai tempi antichi la capacità degli animali di percepire prima dell’uomo il verificarsi di alcune calamità naturali. Partendo da questo presupposto, le fantasie degli antichi antenati hanno interpretato i versi dei rapaci notturni come canti dell’aldilà, veri e propri presagi di morte inaspettata. Ma civette, assioli e barbagianni non risiedono solo negli incubi di uomini e donne legati alla tradizione magica, ma dimorano felicemente nel vocabolario della lingua sarda. Ogni rapace notturno ha un suo nome peculiare, talvolta anche più di uno. Famosissimo in tutta l’isola il nome dato alla civetta, su cuccumiau, declinato nelle sue varianti cuccummiau e cuccumeu. Il barbagianni è invece istria, mentre il piccolo assiolo è chiamato assoggi o più
GIOCA D’ANTICIPO
comunemente zonca. Ma il gufo? Il colore è simile a quello di su cuccumiau, ma non è un cuccumiau perché è più grande. Allora può essere s’istria, ma non lo è perché è più piccolo. A quanto pare il gufo sembra essere l’unico nottambulo senza nome e la ragione è molto semplice. Il gufo, al contrario delle civette, dei barbagianni e degli assioli non è un incontro comune da fare sull’isola. La specie non risulta essere nemmeno annoverata tra gli inquilini del mondo animale della terra sarda. Eppure qualche anno fa, nei territori quasi inesplorati dell’interna Barbagia, dei gufi comuni sono stati avvistati. Il principe dei principi della notte è planato sull’isola e questa deve essere senz’altro una novità. I vecchi abitanti della Sardegna, infatti, erano acuti osservatori della natura tanto che coniarono un nome sardo diverso per ogni specie di rapace individuato, cogliendone quindi le differenze fisiche e comportamentali. Nonostante l’estrema discretezza del gufo, l’animale non sarebbe mai potuto sfuggire all’occhio attento di tali osservatori. Il gufo troverà spazio, oltre che tra gli alberi, nella lingua della Sardegna? C’è chi scommette che anch’esso verrà chiamato cuccumiau, proprio come la cugina civetta. L’ultima parola al tempo.
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24 S&H MAGAZINE
ROBERTO RULLO
ALESSANDRO IACOZZA
CONTINUA IL PERIODO NERO DELLA CAGLIARI DINAMO ACADEMY
ESONERATO COACH PAOLINI, LA SOCIETÀ È ATTIVA SUL MERCATO PER RINFORZARE IL ROSTER di ERIKA GALLIZZI
N
on riesce a “carburare” la Hertz Cagliari Dinamo Academy nella Serie A2 di basket. I rossoblù cagliaritani continuano, purtroppo, ad inanellare brucianti e, spesso, pesantissime sconfitte e, dopo dieci giornate di campionato, si trovano ancora a soli due punti in classifica, all’ultimo posto del girone Est. La società cagliaritana, presieduta da Giovanni Zucca, ha scelto di provare a dare una scossa al gruppo sollevando dal proprio incarico l’allenatore Riccardo Paolini e la panchina è stata affidata all’assistente Alessandro Iacozza, che aveva guidato la squadra già in avvio di stagione, quando Paolini era stato costretto a “fermarsi” per squalifica. Si attende, però, qualche necessario rinforzo, considerando anche il fatto che Ousmane Diop non sempre viene “concesso” dalla Dinamo Sassari e, ultimamente, ha dovuto far fronte a qualche acciacco fisico. Particolarmente carente è il settore lunghi, per il quale, infatti, la società è attiva sul mercato degli italiani (e lascerà libero, probabilmente, Michele Ebeling). Soprattutto, però, si attende un’inversione di rotta per quel che riguarda l’atteggiamento in campo perché, pur non essendo fino ad ora apparsa, nel suo complesso, una squadra all’altezza della categoria in cui milita, si notano spesso una remissività e una “morbi-
dezza” davvero poco consone, oltre alla poca coesione del gruppo, quantomeno apparente. E coach Paolini aveva “lamentato” una mancanza di leadership in campo, oltre ad una non corrispondenza tra l’impegno e la buona riuscita degli allenamenti ed il “cambio di faccia” durante le partite. Novembre e i primi di dicembre hanno costituito un altro periodo da incubo per l’Academy, che ha incassato, come detto, solo sconfitte. Capitan Bucarelli e compagni sono stati sconfitti, senza appello a Verona (8969), poi sono inciampati malamente al PalaPirastu, con Imola (79-97), hanno rimediato un pesantissimo 64-93 a Piacenza (sponda Assigeco) e, infine, hanno ceduto al G.S.A. Udine dopo un tempo supplementare, per 94-99, ancora di fronte ai propri tifosi. Come si evince dai punteggi finali, le prime tre gare sono state sostanzialmente senza storia: a Verona la Hertz si è ritrovata sul -21 già nel secondo quarto (in settimana aveva patito le assenze di Rullo e Bucarelli), con la gara, di fatto, già abbondantemente compromessa, con Imola è sprofondata sul -35 prima che l’avversaria allentasse un po’ la presa nel finale. A Piacenza, per la verità, fino a metà gara la Cagliari Dinamo Academy se l’è giocata, ma nel terzo periodo si è letteralmente squagliata, lasciando via non libera, ma liberissima ai padroni di casa. Tra le mura amiche
con Udine, invece, si è vista una timida reazione. Prima partita dopo l’esonero di coach Paolini, può essersi trattato anche di un momentaneo sussulto di orgoglio che, ad ogni modo, non ha fruttato i due punti e ha, pertanto, mantenuto ferma la classifica. La squadra, però, ha lottato. Pur andando sotto di 14 lunghezze all’inizio del match, Cagliari ha pian piano recuperato, fino a passare a condurre, addirittura sul +8, negli ultimi 10’ dei tempi regolamentari. Ma, persa la ghiotta opportunità, all’overtime Udine ha mostrato maggiore freddezza e concretezza. Tutto questo significa sette sconfitte consecutive e vittoria che manca ormai dal 21 ottobre, ovvero dalla seconda giornata del campionato. Ora per la Hertz Cagliari Dinamo Academy sarà fondamentale rialzare la testa senza lasciar passare altro tempo. Il calendario può ritenersi benevolo, dal momento che tre delle prossime quattro partite saranno con squadre non tra le più attrezzate e attualmente nelle zone medio-basse della classifica. Il giorno dell’Immacolata, sabato 8 dicembre, la formazione di coach Iacozza andrà a far visita alla Pompea Mantova che nei primi dieci turni ha vinto solo tre gare, mentre una settimana dopo, domenica 16 dicembre, la Hertz effettuerà la seconda trasferta consecutiva, sul campo della Bakery Piacenza, a cui è riuscito di recente il colpaccio di battere la capolista solitaria Fortitudo Bologna, fino a quel momento imbattuta. Il 23, invece, giorno dell’antivigilia di Natale, capitan Bucarelli e compagni torneranno al PalaPirastu dove si troveranno di fronte la Termoforgia Jesi (anche per i marchigiani tre vittorie nelle prime dieci partite), mentre il 30 chiuderanno l’anno solare 2018 sul campo impossibile della Lavoropiù Fortitudo Bologna.
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DIEGO FARIAS
CAGLIARI CALCIO: CASTRO FUORI DAI GIOCHI!
ginocchio sinistro, verdetto shock: fine della stagione. Il centrocampista argentino, già operato a Villa Stuart, partirà subito con la riabilitazione e potrà tornare in campo tra circa 5-6 mesi. Il ko di Castro ha complicato dannatamente i piani di Maran, sia in vista della successiva e immediata sfida contro il Torino, sia in vista del proseguimento della stagione. Contro i granata, Maran non cambia assetto tattico: dentro Dessena in linea mediana, Ionita avanza in posizione di trequartista. Una mossa che equilibra i rossoblù, ma che inevitabilmente penalizza il Cagliari dal punto di vista qualitativo. Match noioso, condizionato dalla pioggia e dal maltempo: 0-0 il finale tra gli sbadigli del pubblico pagante. Piccolo passo indietro sia a livello di gioco, sia a livello di personalità e sicurezza. Cosa non ha funzionato contro i granata? Il centrocampo è apparso in netta difficoltà sia nell’impostazione della manovra, sia nella fase di non possesso. Malino anche la difesa, spesso sorpresa dalle ripartenze granata. La trasferta di Frosinone è coincisa con il ritorno al gol di Diego Farias, abile ad insaccare il punto del pareggio dopo il vantaggio dei padroni di casa firmato da Cassata. Una rinascita totale per l’attaccante brasiliano, vittima di un lungo infortunio in questo inizio di stagione. La sfida contro i ciociari ha evidenziato un Cagliari nuovamente
I ROSSOBLÙ SUL MERCATO ALLA RICERCA DI UN CENTROCAMPISTA di SALVATORE STELLA
U
n Cagliari tenace, compatto e mai domo. Sorride Maran, ma occhio ad alcuni piccoli allarmi. Tre pareggi nelle ultime tre gare di campionato: un buon bottino considerando le trasferte contro SPAL e Frosinone e il match interno contro il Torino. Il match contro i Ferraresi ha evidenziato un Cagliari a due facce: primo tempo abulico, disordinato e con la squadra di Maran totalmente irriconoscibile. Corsia mancina presa d’assalto dalle discese di Lazzari e retroguardia rossoblù decisamente in bambola per 45 minuti. La ripresa ha dato vita ad un Cagliari più compatto e
dinamico nell’imbastire l’azione e nel creare occasioni da gol. Doppio svantaggio rimediato grazie ai gol di Pavoletti e dal super gol di Ionita. Non solo: la conferma della mossa tattica di Castro a ridosso delle punte ha arricchito la qualità della manovra isolana, mossa completata anche dall’esplosione totale di Joao Pedro nel ruolo di seconda punta a fianco di Pavoletti. Un buon pareggio in terra ferrarese, figlio di una prestazione di carattere e carisma nei secondi 45 minuti. La sfida della Sardegna Arena contro il Torino è preceduta dalla brutta notizia dell’infortunio di Lucas Castro durante la rifinitura del venerdì. Distorsione al ginocchio e lesione al crociato anteriore del
JOAO PEDRO
a due facce: male nel primo tempo, meglio nella ripresa. Da segnalare un Alessio Cragno formato Superman. Cosa continua a preoccupare Maran? Manca un pizzico di qualità nel raccordo tra centrocampo e attacco, e spesso Pavoletti non viene servito a dovere. Tuttavia, lo stesso tecnico rossoblù, al termine del match, si è detto soddisfatto del buon pareggio: “Abbia‐ mo dimostrato carattere e spirito di sacrificio”. Tre punti nelle ultime tre partite di campionato: un buon ruolino di marcia, ma che starebbe preoccupando leggermente il tecnico rossoblù. Come deciderà di rimediare la società rossoblù? Il direttore sportivo Marcello Carli sceglierà un nuovo centrocampista dal mercato di gennaio. Un nuovo trequartista adattabile anche al ruolo di mezz’ala. Piacciono Soriano, Bessa e Kurtic. Difficile ipotizzare un assalto a Saponara. Soriano potrebbe rappresentare il giusto identikit tracciato dal tecnico rossoblù. Occhio anche alla situazione Kurtic, leggermente più defilato Bessa. Questi i tre nomi sul taccuino di Carli. Come detto, Saponara non rientrerebbe nei piani del mercato di gennaio in quanto difficilmente potrebbe essere adattato anche nel ruolo di mezz’ala, aspetto fondamentale per le idee tattiche di Maran.
26 S&H MAGAZINE
inSardegna... I migliori eventi del mese
8-9 DICEMBRE. “Puccini”, con Eleonora Abbagnato
7 DICEMBRE: Dorgali al Centro Culturale Don Milani, ore 21:00. Concerto dei Tazenda “Dentro le parole”. Cagliari al Fabrik Club, ore 22:00. Concerto Terrorway e The Blacktones. Cagliari al Bflat, ore 22:00. Concerto “Al&Dave Soul-ution”. 7/9 DICEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 20:30 (7 dic) / ore 16:30 (9 dic). Stagione Lirica e Sinfonica 2018: “La Bohème”, di Giacomo Puccini, Opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. 8 DICEMBRE: Sassari al Teatro Verdi, ore 20:30. Stagione di Danza 2018/19: “Puccini”, con Eleonora Abbagnato, musica Giacomo Puccini, coreografia Julien Lestel. Cagliari al Fabrik Club, ore 22:00. Concerto The Peawees e The Colvins. 8-9 DICEMBRE: Fonni e Ortueri. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 9 DICEMBRE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 16:30/20:30. Stagione di Danza 2018/19: “Puccini”, con Eleonora Abbagnato, musica Giacomo Puccini, coreografia Julien Lestel. Porto Torres al Teatro Comunale Andrea Parodi, ore 19:00. XXIX Festival Etnia e Teatralità: “Il veleno del teatro”, di Rodolf Sirena, con Antonio Salines e Manuele Morgese, regia Brando Minnelli. 12 DICEMBRE: Sassari al Teatro Civico - Palazzo di Città, ore 21:00. XXIX Festival Etnia e Teatralità: Concerto “Fado, musica dell’anima portoghese”, con Célia Leiria, Clara Sevivas, Miguel Ramos e Pedro Amendoeira. 12-13 DICEMBRE: Alghero al Teatro Civico, ore 21:00. Stagione di Prosa 2018/19: “Questioni di cuore”, di Natalia Aspesi, con Lella Costa. Dal 12 al 16 DICEMBRE: Cagliari al Teatro Massimo. Stagione di Prosa 2018/19: “I Miserabili”, dal romanzo di Victor Hugo, con Franco Branciaroli, regia Franco Però. 13 DICEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:00. Concerto “Omaggio a John Coltrane”. 13-14 DICEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 21:00. Teatrexma 2018/19: “STRWRS”, di e con Vanessa Podda e Emanuele Masillo. Dal 13 al 15 DICEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “Stanze pirandelliane”, regia Ezio Maria Caserta. 14 DICEMBRE: Olbia alla Biblioteca Civica Simpliciana, ore 18:30. VI edizione della Rassegna Letteraria “Incontri D’Autunno”: “Natale Acido”, cabaret letterario con gli “Scrittori da Palco”. Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Presentazione cd/libro “Lumeras” e concerto degli Istentales e Maria Luisa Congiu. Olbia al Cine Teatro Olbia, ore 21:00. Stagione di Prosa 2018/19: “Questioni di cuore”, di Natalia Aspesi, con Lella Costa. Cagliari al Fabrik Club, ore 22:00. Concerto The Heart & The Void.
Dal 12 al 14 DICEMBRE. “Questioni di cuore”, con Lella Costa
23 DICEMBRE. “JazzAlguer – Música per tots”: “Back to Bach”
14-15 DICEMBRE: Cagliari all’Auditorium del Conservatorio, ore 21:00. “Era l'allodola?”, Tragicomiche conversazioni di un uomo innamorato, di e con Daniele Monachella e Carlo Valle. Dal 14 al 23 DICEMBRE: Cagliari al Teatro Lirico. Stagione lirica e di balletto 2018: “Rigoletto”, melodramma in tre atti, musica Giuseppe Verdi. 15 DICEMBRE: Cagliari al Teatro del Segno, ore 21:00. Teatro Senza Quartiere: “Io e Ganimede Viaggio immaginifico nell'Universo”, diretto e interpretato da Elio Turno Athemalle. Porto Torres al Teatro Comunale A. Parodi, ore 21:00. XXIX Festival Etnia e Teatralità: “Giacomo Iacomino”, atto unico di Ciro D’Alessio, regia Rosario Morra. 15-16 DICEMBRE: Orune e Ovodda. 23ª edizione di Autunno in Barbagia. 16 DICEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 17:30. Rassegna “Famiglie a Teatro”: “I Mezzi Giri”, Teatro del sottosuolo. Sanluri al Teatro di Sanluri, ore 19:30. “Le Mille e una Notte di Aladino e Sherazade”, di e con Rosalba Piras e Tiziano Polese. 17 DICEMBRE: Sassari al Teatro Comunale, ore 21:00. Stagione di Prosa 2018/19: “I Miserabili”, dal romanzo di Victor Hugo, con Franco Branciaroli, regia Franco Però. 19 DICEMBRE: Porto Torres al Teatro Comunale A. Parodi, ore 21:00. XXIX Festival Etnia e Teatralità: “Magnifici Perdenti”, i Bertas in un dialogo musicale da Paska Devaddis a Marco Pantani. 20 DICEMBRE: Cagliari al Bflat, ore 21:30. Concerto “Martha High & The Soul Cookers”. Dal 20 al 22 DICEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 21:00. Stagione del Teatro Contemporaneo: “No Alvo”, di Thomas Bernhard, regia di Rui Madeira. 22 DICEMBRE: La Maddalena in Piazza Umberto I, ore 21:00. “A Christmas Carol”, concerto di Valerio Scanu. Cagliari al Bflat, ore 21:00. Concerto di Chiara Civello. Cagliari al Teatro La Vetreria, ore 21:30. “22.22 Free Radiohead”, presentazione del nuovo disco di Paolo Angeli. 22/26/29-30 DICEMBRE: Sassari al Teatro Ferroviario, ore 18:00 / ore 21:00 (22 dic). XXIX Stagione di teatro per ragazzi: “Lo schiaccianoci”, La Botte e il Cilindro (SS), (5-14 anni). 23 DICEMBRE: Alghero alla Cattedrale di Santa Maria, ore 21:30. II edizione “JazzAlguer – Música per tots”: “Back to Bach”, concerto di Paolo Fresu e dei Virtuosi Italiani. Dal 25 al 30 DICEMBRE: Cagliari al Teatro delle Saline, ore 18:00. “La principessa sul pisello”, Akròama, regia di Ivano Cugia. 26 DICEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 18:00 / 20:00. Teatrexma 2018/19: “Oh! Ma’”, Tratto da “Mia madre ed altre catastrofi” di Francesco Abate.
28 DICEMBRE: Cagliari all’EXMA, ore 21:00. Teatrexma 2018/19: “Black Soul Gospel Choir”, concerto Gospel di Natale. 29 DICEMBRE: Santa Teresa di Gallura al Teatro Nelson Mandela, ore 21:00. Concerto dei Tazenda “Dentro le parole”. 30 DICEMBRE: Olbia in Piazza Mercato, ore 22:00. “Capodanno Duemiladiciannove”: animazione musicale con Dj Jad. 31 DICEMBRE: Cagliari all'Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina”, ore 18:00. “Concerto di Capodanno”, direttore d'orchestra Francesco Libetta. Alghero al Porto, ore 24:00. “Cap d´Any”: Spettacolo pirotecnico e a seguire “Deejay Time - la Reunion”, con Albertino, Molella, Prezioso e Fargetta. Olbia al Molo Brin, ore 23:00. “Capodanno Duemiladiciannove”: Concerto dei Måneskin e a seguire spettacolo pirotecnico.
Mostre Fino al 15 DICEMBRE: Cagliari alla Mediateca del Mediterraneo, ore 9:00-20:00 (mar-ven), ore 9:00-13:00 / 15:00-20:00 (sab), chiuso domenica e lunedì. Mostra "Anna Frank, una storia attuale". Fino al 31 DICEMBRE: Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-17:00. Mostra “Nuragica”, il più sorprendente viaggio nel tempo tra ricostruzioni e realtà virtuale. Fino al 15 GENNAIO 2019: Santa Teresa Gallura al sito archeologico Lu Brandali, ore 9:30-18:30. Mostra “Lu Brandali: leggi, tocca, ascolta”. Fino al 31 GENNAIO 2019: Sassari all’Ex Convento del Carmelo, ore 10:00-13:00 / 16:00-19:00, chiuso lunedì. Mostra “Maria Lai. Art in Public Space”. Barumini al Centro Giovanni Lilliu, ore 10:00-17:00. Mostra “Marmilla. Nuraghi e castelli nelle terre del grano”. Fino al 28 FEBBRAIO 2019: Oristano all’Antiquarium Arborense, ore 9:00-20:00 (lun-ven), ore 9:00-14:00 / 15:00-20:00 (sab-dom). Mostra “Carlo Alberto archeologo in Sardegna - Gli idoli bugiardi”. Fino al 3 MARZO 2019: Nuoro al MAN, ore 10:00-13:00 / 15:00-19:00, chiuso lunedì. Mostre “Sabir”, prima mostra personale in Italia dell’artista israeliano Dor Guez; “O Youth and Beauty!” Anna Bjerger, Louis Fratino, Waldemar Zimbelmann; “Sogno d'oltremare” François-Xavier Gbrè. Fino al 30 APRILE 2019: Alghero nel complesso “Lo Quarter”, ore 11:00-13:00 / 17:00-23:00. Mostra “Nuragici, un territorio, un’Isola, il Mediterraneo”.
Per segnalarci un evento scrivi a eventi@shmag.it
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Dillo a foto tue La Sardegna in #hashtag C’è un nuovo modo di fare turismo e di essere turista, a chilometro e costo zero, – anzi 2.0! – che non conoscerà mai crisi! Instagram è ormai diventata la vetrina più efficace e forse adatta alla valorizzazione della Sardegna, e i like parlano chiaro! Raccontaci con le tue foto la Sardegna in tutte le sue sfaccettature taggando il nostro profilo Instagram @sehmagazine e inserendo l'hashtag #shmag all’interno della didascalia con una breve descrizione. Ogni mese pubblicheremo le 4 foto più belle. @gekkophoto $Fonni
“Wild Life Sardegna”
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“Momento della ferratura di un cavallo”
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“La cupola di Sant Miquel”
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“Alba Asuni, InvitaS 2018. Cagliari”
28 S&H MAGAZINE
BAR | RISTORANTI | PIZZERIE | PANINOTECHE | PUB | GASTRONOMIE | GELATERIE | PASTICCERIE Corallo
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Via Napoli, 4. 070/668027. Nessuno Custom Pub
Pub
Viale Sant’Avendrace, 339/341. 070/5927573. Nessuno Duanima
Ristorante
Via Satta, 28. 366/8140691. Lunedì El Burrito
Cucina Messicana
Via Mameli, 124. 392/0296171. Domenica Flora
Ristorante
Via Sassari, 45. 070/658219. Nessuno Fork
Ristorante
Viale Regina Margherita, 28. 070/664318. Lunedì Galaia City
Cucina Tipica Carlofortina
Viale Diaz, 37. 070/7566090 - 349/3082276. Lunedì Ginlè
Un caffè o un pasto veloce!
Caffetteria San Benedetto
Caffetteria
Il Fantasma 2
Via San Benedetto, 123. 348/8390267. Nessuno Farris Caffè
Caffetteria.Ristorante.Pizzeria
Grey’s Cafè
Caffetteria
Via Siena, 36. 328/7203645. Domenica
1901
Caffetteria.Ristorante
Via Gianturco, 1. 347/5176050. Domenica 7divino
Wine Bar
Via Giovanni Maria Dettori, 7. 070/682140. Lunedì Al Andalus
Bar.Taperia
Via Mameli, 153/c. 348/8103336. Nessuno Ama Café
Caffetteria
Via Farina, 22/b. 070/5929321. Domenica Borromini Cafè
New Idealcaffè
Caffetteria.Ristorante
Via Marconi, 258/260. 340/9094147. Domenica Serendipity Bistrot
Caffetteria.Ristorante
Via Cilea, 89. 070/888100 - 392/8006816 Tapas Bar
Snack Bar
Via Fadda, 73/b. 070/4648745 Vanity Cafè
Caffetteria.Ristorante
Caffetteria
Via San Benedetto, 15/b. 328/0016675. Nessuno
De Candia
Cocktail Bar.Caffetteria
Via De Candia, 1. 070/6407572. Nessuno Snack Bar
Via Sassari, 58. 070/7334925. Domenica Gamble Coffee 32
Caffetteria.Ristorante.Gelateria
Good Cagliari
Godiva
Bistrot.Wine Bar
Ricky Cafè
Snack Bar
Via De’ Medici, 7. 070/2340328. Lunedì
Via Palestrina, 32. 345/8460183. Nessuno Caffetteria.Gelateria.Pinseria
Santa Lucia
Caffetteria
Via Manno, 9. 070/664298 - 388/1006578. Domenica Inu
Wine Bar
Via Sassari, 50. 070/6670414. Lunedì Mojito
Dove mangiamo?
Cocktail Bar Cocktail Bar Wine/Beer Bar
Via Mameli, 122. 070/651585. Nessuno Wine Bar
Via San Giovanni, 174. 344/0601755. Nessuno Toladieci
Via Tola, 10. 391/4777185
Bier-Keller Caffetteria
Via Redentore, 45. 339/3565327. Domenica Caffè Mistral
Caffetteria
Via Cesare Cabras, 12. 070/3113605
Cavour
Trattoria.Pizzeria
Via Cavour, 83. 070/6407803 - 328/8669219. Lunedì Cucina Tipica Sarda
C.so V. Emanuele II, 380. 070/4593798. Domenica Ci Pensa Cannas
Trattoria
Via Sardegna, 37. 070/667815. Domenica
QU ART U S A N T ’ EL EN A Piazza Azuni, 12. 070/8696087. Nessuno
Cucina Tipica Bavarese
Viale Trieste, 14. 070/666980 - 348/3352173. Nessuno
ChiaroScuro Snack Bar.Pizzeria
Via Del Redentore, 138. 342/7653134. Domenica
Bar Matta 3.0
Cucina Tipica Sarda.Pizzeria
Via Castiglione, 20/22. 070/482249. Lunedì
Cafè Naty
Snack Bar
Cucina Etnica.Pizzeria
Via Napoli, 38. 070/664339. Domenica La Balena
Cucina Marinara Ristorante.Pizzeria
La Lanterna
Ristorante.Pizzeria
Via Cugia, 7. 070/308207. Lunedì La Lira
Pizzeria.Bisteccheria
Viale La Plaia, 18. 070/6496042. Domenica Ristorante
Via Concezione, 7. 070/4598763. Lunedì La Mola Sarda La Romana
Ristorante
Civico 8
Pizzeria
Viale Regina Margherita, 8. 070/658341. Nessuno Coendi
Via dei Mille, 16. 342/0135160
Pizzeria
C.so V. Emanuele II, 71. 070/6670108. Lunedì Lapola
Cucina Marinara
Vico Barcellona, 10. 070/650604. Pranzo Levitum
Pizzeria
Bisteccheria.Cucina Marinara
Ristorante.Bar
Via Montecristo, 6. 070/371633 Ristorante.Pizzeria
Via Palomba, 47. 070/492202. Domenica Locanda dei Buoni e Cattivi
Pizzeria.Bisteccheria
Via Donizetti, 74. 342/1338662 - 339/1571838. Nessuno Arenada
MO N S ER R A T O
L’Oca Bianca
Lo Spiedo Sardo
Ristorante.Pizzeria Napoletana
Via Roma, 193. 070/651596 Alexander
Caffetteria.Bistrot
Fantasy Food
Ristorante
Via Mameli, 91. 070/660001. Nessuno Al Vomero 193
Perla de Janas
Cucina Tipica Sarda
Via dei Genovesi, 113. 070/4619909. Lunedì
Lo Spiedo Sardo 140 Grammi
Overlook
L’Imperfetto
Via Paoli, 1. 392/4707047. Nessuno
CA G LIA R I
Via Savoia, 8. 070/4644392. Martedì
Pizzeria
Via Italia, 139/a - Pirri. 070/522332. Nessuno
Viale Trento, 84. 070/280983. Lunedì
Salita Santa Chiara, 25. 070/8564040 Moonshine Bar
Il Gallo d’Oro
La Locanda del Buongustaio
Snack Bar.Pizzeria.Bisteccheria
Via Deledda, 9. 070/8607052 - 327/1631514. Nessuno
Via San Bartolomeo, 8. 070/4629027. Nessuno Il Caffè Letterario
Pizzeria.Bisteccheria
Via Dante, 60. 070/6670488. Nessuno
Viale Marconi, 10/12. 070/499998. Lunedì
Via Gallus, 57/59. 389/5422999. Nessuno
Fine Old Bar
Il Gallo d’Oro
La Griglia d’Oro
SELA R G IUS
Caffetteria
Via Savoia, 14. 070/651981. Domenica
Pizzeria.Bisteccheria
Via Cadello, 24. 070/291956 - 070/3328206. Mattina
Via Santa Gilla, 123. 070/288415. Domenica
Via Dante, 129. 392/9016593 Caffè Savoia
Pizzeria
Via San Domenico, 77. 070/655016. Lunedì Il Faraone
Via Eligio Porcu, 112. 350/0041034. Nessuno
CA GL I A R I
Pizzeria al Taglio Gourmet
Via Bacaredda, 39. 070/4511021. Martedì
Ristorante
Via Vittorio Veneto, 96. 070/7345223 - 345/4419347. Nessuno
Chiusura Informazioni aggiuntive
shmag.it 29
ospitalità, passione e amore per il territorio
QUARTU SAN T’ELEN A Andycoc Pub
Pub.Birreria
Via Grandi, 11. 329/8171843. Lunedì Brasa Brazil
Cucina Brasiliana.Bisteccheria
Viale Colombo, 260. 392/4719674. Nessuno El Faro
Ristorante.Pizzeria
Via Monaco, 77. 070/830730. Nessuno Il Vecchio Forno
C
L’Arte del mare Trono Food
329 0993585
Locanda Margherita
Ristorante
Via Sardegna, 64. 070/670486. Nessuno
Zio Tom
Ravioleria
QUARTUCCIU
Ristorante
Viale Regina Margherita, 18. 070/672058. Domenica Man.Gia.
Il Papero 2
A SSEM INI Bacco
Man.Gia.
Corso America, 84. 070/943435. Lunedì
Cucina senza glutine.Pizzeria
Via Mameli, 196. 070/2041940. Lunedì
Ristorante.Pub
Buzz
Mari Mannu
Cucina Marinara
C.so V. Emanuele II, 206. 389/5804951. Lunedì Mondo e Luca
Cucina Marinara
Via Mameli, 101. 070/670480. Domenica Mood
Ristorante.Lounge Bar
Via San Lucifero, 63. 070/672068 Napul’è
Pizzeria Napoletana
Ristorante.Pizzeria.Bar
Via Sardegna, 34/g. 070/942055. Domenica El Carnicero Gasthaus Il Grillo
Ristorante
Nasip
Il Maratoneta
Niu
Ristorante.Cocktail Bar
Non Solo Malto
Birreria.Ristorante
Luxar.eat Malloci Paradise
Pizzeria.Paninoteca
Via Mandrolisai, 27. 070/2080178. Nessuno Pizzeria Betty
Alex Pizzeria
Pizzeria.Birreria
Via Iglesias, 3. 070/940698. Lunedì Sapore Antico
Pulcinella
Via Cagliari, 213. 070/940437. Pranzo
Ristorante.Pizzeria
Piazza Yenne, 42. 070/4674086. Nessuno Ricercato
Via Tigellio, 32. 346/6025808. Nessuno Ristorante 96
Ristorante
Viale Bonaria, 96. 070/680149. Nessuno
Via Mameli, 42. 070/6493481 - 339/7259906. Lunedì Stella Marina di Montecristo
Cucina Marinara
Taglio
Ristorante.Cocktail Bar
Via Sardegna, 3. 349/7113367. Lunedì
The Cork
Pub.Bisteccheria
Pizzeria
Corso Umberto, 39. 070/962880 - 070/9537286. Lunedì
Trattoria
ELM A S
Cucina Marinara
Via Sardegna, 78. 070/652970. Nessuno Vai che ce n’è di più
Pizzeria.Ristorante
Via Polveriera, 30. 070/215568 Pizzeria
Via Sulcitana, 160. 070/216333 Ristorante
Via Cagliari, 26. 070/2128009 - 335/1509445. Nessuno
M O NSER R A TO I Due Mimì
Pizzeria.Bisteccheria
Via Fonni, 14. 070/5849840. Lunedì. Consegna domicilio Paradise Sandwich
Paninoteca.Bisteccheria
Via Riu Mortu, 24. 347/2102342. Domenica
Zerosettantacinque
Taverna 1860
Ristorante.Pizzeria
Pizzeria Paninoteca
Viale Trieste, 67/b. 380/4369334. Consegna domicilio La Bottega del Panino
Paninoteca Pizzeria.Paninoteca
Via Timavo, 19. 070/2892153. Lun. Consegna domicilio Pizzeria
Viale Monastir, 53. 070/2085022 - 349/5660366. Nessuno Via Sassari, 75. 345/3332969. Nessuno
Piadineria.Friggitoria
Via Boiardo, 7. 070/482163 - 349/4184511
La Boutique della Pizza
La Polveriera
Via Lepanto, 6. 070/651795 Trattoria Lillicu
Gastronomia
Viale La Plaia, 38. 070/662459
Via Dante, 58. 070/6670488. Nessuno Trattoria da Serafino
Da Roberto
Il Piacere del Panino
La Lanterna
Villa Del Mas
Piazza Garibaldi, 42. 070/8584975. Domenica
Pizzeria
Via Angioy, 78. 328/7860730. Nessuno Pub.Birreria
Pizzeria Giorgione
Via Sardegna, 140. 347/5788964. Domenica
Costa Smeralda
I Girasoli
Vico Santa Margherita, 3. 070/666714. Nessuno Ristorante.Pizzeria
Pizzeria
Via Pitzolo, 18. 070/41443. Lunedì. Consegna domicilio
Gusto
DECIM O M A NNU
Cucina Tipica Sarda e Marinara
Spighitta
Belvedere
Via Toti, 85 - Pirri. 070/5689029. Giovedì
Cirano Pub Osteria.Caffetteria
Pizzeria
Via Redipuglia, 61/a. 342/9486960. Lunedì
Via Italia, 32 - Pirri. 070/562686. Martedì Pizzeria.Cucina senza glutine
Pizzeria.Bisteccheria
Via S. M. Chiara, 21 - Pirri. 070/522352 - 346/0354860. Lun
Take away o domicilio CAGLIARI
Ristorante.Pizzeria.Bar
Via Carmine, 95. 070/942509
Pizza Evolution 2
Pizzeria
Via Don Minzoni, 6. 070/883100. Lunedì
Ristorante.Pizzeria.Bar
Pizza & Brace
Via del Pozzetto, 29. 070/373972 - 349/8438716. Martedì
Pizzeria.Bisteccheria
Via Don Minzoni, 15/a. 070/0981348 - 392/5251404. Mar
Via Carmine, 213/l. 070/942047. Consegna domicilio
C.so V. Emanuele II, 374/376. 070/6497691. Lunedì Pizzeria.Bisteccheria
Su Stahueddu
Trattoria.Pizzeria
Via Sulcis, 32. 070/941314 - 331/5795382. Nessuno
C.so V. Emanuele II, 56. 070/7538699
Pizzeria
Via Don Minzoni, 43. 070/882793. Consegna domicilio
Birreria.Pub
Via Cagliari, 168. 070/946075. Mercoledì Via Carmine, 132. 070/946350. Nessuno
Cucina Orientale Kyrgyza
Pizzeria D’Elite
Vecchia Stazione
Ristorante.Pizzeria
Via Pio IX, 44. 070/7344038. Nessuno
C.so V. Emanuele II, 80. 070/668518. Lunedì Via Napoli, 55. 070/0991772. Nessuno
Pizzeria
Via Mandas, 6. 070/8600702
Cucina senza glutine.Pizzeria
Via Bacaredda, 34. 334/7706497. Lunedì
Sa Piola
Ristorante.Pizzeria
Via Fadda, 85/87. 391/1664834. Lunedì C.so V. Emanuele II, 219. 392/9217089. Mercoledì
Luigi Pomata
Cucina Marinara
Viale Colombo, 242. 070/826618 - 349/3747589. Nessuno
FORDONGIANUS
via traiano 4 .
Pizzeria
Via Diaz, 4. 328/4745323. Nessuno. Consegna domicilio
Ristorante.Pizzeria
Via Tito, 56/58. 070/5849062 - 347/3550091. Martedì
30 S&H MAGAZINE La Cantina
Paninoteca
Via dei Mille, 3. 070/672039 La Vecchia Kasbah
Cucina Tipica Araba.Pizzeria
Via Dante, 204/b. 070/482588. Nessuno New Pizza
Pizza al metro
Via Loru, 25. 070/303216. Lunedì. Consegna domicilio Pizzeria Da Italo
Pizzeria
Via Deledda, 21. 070/3111125. Mar. Consegna domicilio Pizzeria Il Viale
Pizzeria.Paninoteca
Viale Sant’Avendrace, 28. 070/283207 Pizzeria Troll
Pizzeria
Via Dei Donoratico, 49. 070/44532. Consegna domicilio
A SSEM INI C’è Pizza per te
Pizzeria
Corso Africa, 11/c. 347/0696962. Lun. Consegna domicilio Coccodè
Zona 3
Pizzeria
Via Seneca, 51. 070/570655. Mar. Consegna domicilio
Fast Food
Corso Europa, 16. 070/940920. Consegna domicilio Dolphin Pizza
Pizzeria.Paninoteca
Via Cagliari, 280. 345/0755855. Mer. Consegna domicilio I 4 Venti
Pizzeria
Via Cagliari, 332. 070/9435587. Consegna domicilio La Brace
Pizzeria
Via Dorgali, 1. 070/9439000. Lunedì. Consegna domicilio La Coccinella
Pizzeria.Paninoteca
Via Piemonte, 4. 070/940905. Domenica La Focaccia
Pizzeria
Corso America, 128. 340/1813030. Lun. Consegna domicilio Le Tradizioni
QUARTU SAN T’ELEN A Le Mimì
Pizzeria.Gastronomia
Via Irlanda, 14. 070/812617 Paradiso
Pizzeria
Via Vittorio Veneto, 80. 070/869157. Nessuno Passaparola
Pizzeria
Via Firenze, 32. 070/883139 - 345/3051363 Stop Pizza
Pizzeria
Via Monsignor Angioni, 10. 070/826414. Domenica
Pizzeria.Gastronomia
Via Cagliari, 216/a. 070/946177. Mercoledì New P3
QUARTUCCIU Pizzeria
Via Sardegna, 25. 070/940497. Mar. Consegna domicilio
Pata Negra “La Prosciutteria”
Pizzeria Da Sergio
Via Rosselli, 19/21. 327/2294739. Domenica
Pizzeria
Via Giovanni XXIII, 14. 070/9459022. Consegna domicilio Pizzeria del Corso
Pizzeria
Corso America, 26. 070/941724
Pizzeria Gnomi
Pizzeria.Paninoteca
Via Tevere, 63. 347/9983943. Lunedì Pizzeria Shardana
Pizzeria
Sa Moba Antiga
Panetteria.Pizzeria
Via Po, 55/b. 338/9182895. Lunedì Zero9
Pizzeria.Paninoteca
Via Carmine, 9. 347/1849301. Nessuno
Pizzeria
Via Quartu, 133. 070/883565. Consegna domicilio
SELARGIUS
Via Sassari, 9/a. 392/3871371. Lun. Consegna domicilio Da Giulio
Pizzeria
Via Pira, 2. 393/8653437. Lunedì. Consegna a domicilio Sa Tàppara
Pizzeria
Via Romagnino, 47/a. 070/4648835. Lunedì
M O NSER R A TO Pizza al metro e al taglio
Via Zuddas, 224. 070/4515015. Domenica Me Gusta
Pizzeria
Via Selargius, 54. 392/1687499. Lun. Consegna domicilio Pronto Pizza
Pizzeria Giorin
L’Aperipizza
Prosciutteria
Pizzeria
Qualcosa di dolce?
Via San Gottardo, 50. 070/570106 - 388/4468777. Nessuno
CAGLIARI Argiol-Ice
Gelateria
Via della Pineta, 191. 070/3481315. Nessuno Coccolandia
Pasticceria e Panetteria senza glutine
Via Puccini, 8/b. 070/286179. Lunedì Cooking Momo Bakery
Pasticceria.Caffetteria
Via Dante, 61/63. 339/4140152. Nessuno Gellato
Gelateria
Via Pergolesi, 12. 070/4614607. Lunedì Ice Stop
Gelateria
Via Dante, 65/a. 070/494516. Nessuno Il Gelato Aresu
Gelateria.Caffetteria
Via Monti, 58. 070/684646. Lunedì Piazza Yenne 2
Pasticceria.Caffetteria
Viale Sant’Avendrace, 23/25. 070/290159. Nessuno
Tel. 0783 296417 Te