èArea Anno 3 Numero 6

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www.beautypoint.it


ROMA

APPIA 1: Via Appia,162/164 Tel. 06/77250242 APPIA 2: Via Cerveteri, 21 Tel. 06/70475550 AXA 1: Via Eschilo, 72/T (Centro Comm.le Axa) Tel. 06/52361226 AXA 2: Piazza Eschilo, 72 Tel. 06/52355380 CASALPALOCCO: Via F. Il Macedone ed. 2 isola 53 Tel. 06/50931055 CASSIA: Via Cassia, 925 F Tel. 06/30363906 CENTRO STORICO 1: Via Barberini, 10/12 Tel. 06/42020202 CENTRO STORICO 2: Via Belsiana, 67 Tel. 06/69190754 CENTRO STORICO 3: Via del Corso, 312/313/314 Tel. 06/6780734 CENTRO STORICO 4: Via del Tritone, 20 Tel. 06/69190745 CENTRO STORICO 5: P.zza di Spagna, 12 Tel. 06/69924534 CENTRO STORICO 6: Via Nazionale, 50 Tel. 06/48989371 CENTRO STORICO 7: Via della Croce, 23 Tel. 06/6781901 CENTRO STORICO 8: Via di Ripetta, 16 Tel. 06/3211587 CENTOCELLE 1: Via dei Castani, 107/109/115 Tel. 06/2314116 CENTOCELLE 2: Viale Primavera, 182 Tel. 06/24408101 COLLI ANIENE: Via Palmiro Togliatti, 1592 Tel. 06/4070398 EUR 1: Via Duccio Di Boninsegna, 48/50/52 Tel. 06/5035862 EUR 2:Via Cesare Pavese, 451/453/455 Tel. 06/50524529 EUR 3: (Fiera di Roma) Via Mantegna, 25/27/29 Tel. 06/5433231 EUR 4: Via Oceano Pacifico, 83 (Centro Comm.le EUROMA2) Tel. 06/97606149 MONTAGNOLA: Via Benedetto Croce, 81 Tel. 06/5407672 MONTEVERDE: Via di Donna Olimpia, 191/195 Tel. 06/53276830 COLLATINA: via Collatina, 67/69 Tel. 06/45547637 OLGIATA: Via A. G. Bragaglia (Centro Comm.le Olgiata) Tel. 06/30887245 PARIOLI 1: Via Stoppani, 12/14 Tel. 06/80687157 PARIOLI 2: Via Filippo Civinini, 113 Tel. 06/8072535 PORTUENSE: Via della Pisana, 280 (Centro Comm.le Saving) Tel. 06/66149211 PRATI: Via Attilio Regolo, 12-12/A Tel. 06/32507021 PRENESTINO: Piazza R. Malatesta, 9/10 Tel. 06/2148324 QUARTIERE AFRICANO: Viale Libia, 217/223 Tel. 06/86204145 QUARTIERE CALTAGIRONE: Via Nino Taranto, 21/23/25 Tel. 06/5258794 SALARIO 1: Via Salaria, 25 Tel. 06/8417757 SALARIO 2: Via Po, 128/130/132 Tel. 06/8548161 SAN GIOVANNI: Via Corfinio, 13/15 Tel. 06/7008611 SAN LORENZO: Via dei Sabelli, 117 Tel. 06/490502 SAN PAOLO 1: Viale Marconi, 122 Tel. 06/55301201 SAN PAOLO 2: Viale Marconi, 286/288 - Tel. 06/55300428 TIBURTINA: Via Tiburtina, 375-377 Tel. 06/4386349 TORREVECCHIA 1: Via di Torrevecchia, 293/A - 295/B Tel. 06/35511324 TORREVECCHIA 2: Via di Torrevecchia, 46/54 Tel. 06/30610471 TUSCOLANA: Via Tuscolana, 977 Tel. 06/71077184 TRASTEVERE: Viale Trastevere, 133/139 Tel. 06/5885188 BALDUINA: Piazza Carlo Mazaresi, 1 Tel. 06/35404267 FONTE NUOVA: Via Palombarese, 154 G-M Tel. 06/90532121 VIGNA CLARA: Piazza Stefano Jacini, 16/17/18 Tel. 06/3292912

PROVINCIA

ALBANO:(Rm) Corso Matteotti, 176 Tel. 06/93260647 BRACCIANO: Via Sandro Pertini, 2 (Centro Comm.le Bracciano) Tel. 06/9987174 CAPENA:(Rm) Via Tiberina Km. 16, 400 (Centro Comm.le Arca) Tel. 06/9073508 CASTEL MADAMA: (Rm) Via della LibertĂ , 24 Tel. 0774/449367 COLLEFERRO: (Rm) Via Casilina km. 49 (Centro Comm.le Colleferro) Tel. 06/9770410 FIUMICINO: (Rm) Via Giorgio Giorgis, 1/a/b/c Tel. 06/65025349 FORMELLO: (Rm) Viale Africa, 1 Loc. Le Rughe (Centro Comm.le Le Rughe) Tel. 06/90127722 FROSINONE: (Fr) Via Le Lame, 1 Tel. 0775/292061 (Centro Comm.le Le Sorgenti) FROSINONE1: (Fr) Via Aldo Moro, 209/211 Tel. 0775/874482 GUIDONIA: (Rm) Via maremmana inferiore, 218 Tel. 0774/526171 INFERNETTO: (Rm) via maurice ravel, snc (Centro Comm.le I Parchi )Tel. 06/5053484 LADISPOLI: (Rm) Piazza Marescotti, 1/1 A Tel. 06/99223520 LATINA: (Lt) Corso della Repubblica, 222 Tel. 0773/473450 MONTALTO DI CASTRO: (Vt) Via Ferento, 11 Tel. 0766/879686 MONTEPORZIO: (Rm) Via Roma, 25 Tel. 06/9447315 MORENA: (Rm) Via Di Morena, 123 Tel. 06/7910701 NETTUNO: (Rm) Via Scipione Borghese (Centro Comm.le Le Vele) Tel. 06/98579184 OSTIA 1: (Rm) Via delle Baleniere, 70 Tel. 06/5698290 OSTIA 2: (Rm) Via orazio dello sbirro, 16 Tel. 06/5696753 PALESTRINA:(Rm) Via Prenestina Antica, 220 Loc. I Cori (Centro Comm.le I Platani) Tel. 06/95310047 POMEZIA 1: (Rm) Via Castelli Romani, 14 (Centro Comm.le I Padiglioni) Tel. 06/9105543 POMEZIA 2: (Rm) Via Roma, 76a/80/82 Tel. 06/91622078 RIETI: (Ri) Via Roma, 39 Tel. 0746/491666 TIVOLI: (Rm) Via V. Pacifici, 3 Tel. 0774/317576 VELLETRI: (Rm) Via Filippo Turati, 20/22/24/26 Tel. 06/97609586 VITERBO: (Vt) Via dell'Orologio Vecchio, 3 Tel. 0761/332029

CAMPANIA

NAPOLI: in Piazza Garibaldi, Stazione Napoli Centrale Tel. 081/201357

UMBRIA

PERUGIA: in Via Cortonese, 131 Tel. 075/5000748 FOLIGNO: (Pg) Via Daniele Manin, 22 Tel. 0742/699432

SARDEGNA

VILLACIDRO: (CA) Zona Industriale Strada C1 (Centro Comm.le S. Ignazio) Tel. 070/9313075


e AREA Sommario PA G I N A

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finis terrae

devi voler andare a calcutta PA G I N A

viaggi

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emozione tango

life style

jaguar strider 8

PA G I N A

life style

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un maestro d’ascia… ai tempi dell’iphone

vladi polo

2° vladi international rome polo challenge

intervista

golf

nostos viaggio di un moderno ulisse

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attualità

bmw italian open: vince robert rock

la mille, miglia… e una notte!

alimentazione

attualità

protetti e abbronzati

vite in ombra al binario 15

greeeconomy

gusto

dal batterio al capello: ad ogni paese la sua ecologia.

fabio campoli: celebra i 150 anni della marina militare

underforty donne al comando

maison

pamela villoresi, una casa aperta appaga

musica

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richie kotzen

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design

“eugenia benelli: l’essere creativo”

light design

naohiko mitsui for lumiotec: la luce del futuro

PA G I N A

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arte

violetta valery: da piccola facevo disegni colorati

architettura

moleskine i giardini di luglio

to jimi with love

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s o m m a r i o





RE O BENESSE R T N E C A I ESTETIC RE TERMAL U C I G G A S MAS E RISTORANT PISC

RA

I ACQUA PU

RGENTI D INE CON SO


FOCUS | di Alessandro Coccia

El Sistema

A

Abreu ha organizzato, nell’arco di un trentennio e con sovvenzioni pubbliche, il più completo, innovativo e soprattutto riuscito meccanismo di educazione musicale di massa del mondo. In 32 anni, “el Sistema” ha portato alla creazione di 150 orchestre giovanili e 140 infantili, insegnando a suonare uno strumento a 250 mila under 18; il progetto ha strappato tanti giovani alle “bande criminali” per portarli nelle “bande musicali”, li ha riscattati da situazioni di miseria e disagio. Il metodo Abreu fa tornare in mente un antico detto cinese: “Se dai un pesce ad un uomo, si nutrirà una volta. Se gli insegni a pescare, mangerà tutta la vita”. Gustavo Dudamel, il direttore star prodotto dal Sistema, attualmente è a capo della Los Angeles Philharmonic, Edicson Ruiz, nato in un barrio di Caracas dov’è sconsigliato girare da soli, è a 19 anni primo contrabbasso del Berliner. Suonare in un’orchestra, spiega il maestro Abreu, è molto di più di studiare la musica. “L’orchestra è una società che pratica per definizione l’interdipendenza, l’orchestra è un’impresa collettiva in cui tutti sono d’accordo nella voglia di affrontare brani sempre più difficili, e questo forma la personalità di ogni ragazzo: previene la droga, previene la violenza, ed è uno strumento insuperabile di svilup-

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po sociale. La musica opera questo miracolo: costruttivo, seduttivo, creatore, nel bambino e nell’adolescente”. la “Fundaciòn del Estado para el Sistema de Orquesta Juvenile e Infantil de Venezuela”, nata per strappare i giovani venezuelani alla violenza dei barrio, è diventata molto di più: un modello per l’intero Sudamerica e in ultima analisi per tutti i Paesi, anche quelli ricchi dell’Occidente. Il Venezuela è una nazione considerata da molti Terzo Mondo, ma può vantare un sistema orchestrale, dal quale noi occidentali abbiamo soltanto da imparare. Tutto questo è stato, ed è tuttora, possibile grazie al Maestro Antonio Abreu, che trenta´anni fa ha dato vita a un sistema musicale che salva i giovani dalla strada, dalla criminalità, dalla droga e offre loro un opportunità di vita. ll metodo prevede un immediato approccio con lo strumento e una struttura didattica piramidale: i ragazzi più grandi insegnano ai più piccoli . Al mattino grandi bus gialli entrano nei quartieri poveri, portano i bambini nelle scuole e li riportano solo la sera. Gli allievi, di età compresa fra i 4 e i 14 anni, vengono accolti senza esami d’ammissione e seguono lezioni per la maggior parte collettive, in modo da privilegiare l’aspetto socializzante e l’apprendimento spontaneo. Entrare nel Sistema è un privilegio ambito in Venezuela. Uno dei piu’ grandi sostenitori del metodo Abreu è il Maestro Claudio Abbado, che cerca di importarlo in Italia.

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Est Area magazine pubblicazione mensile freepress Anno 3 n° 6, luglio 2011 Direttore Responsabile: Maria Laura Cruciani Direttore Editoriale: Antonio Feliziani Progetto e Direzione Esecutiva: Alessandro Coccia Coordinamento Editoriale: Stefania Ricci Consulente: Giovanna Amato Amministrazione: Cristina Meloni Editor: 3Aadvertising 3acommerciale@gmail.com Registrato presso il Tribunale di Tivoli n. 20/2008 Grafica e impaginazione: IMG.ZEROUNO srl Pubblicità: Stephanie Mayer. Referente per Abruzzo e Emilia-Romagna: Emilio Patacchiola 328 33 56 354 Referente per l’Umbria: Gianni Civica 335 53 83 084 Referente per Rieti e provincia: Se.Ge.Co.V srl 0746 27 10 10 Direzione, Redazione e Segreteria: via Montenero, 36 -00012 Guidonia (RM) 388 1185198 – 335 6156 737 – 392 9290702 Fax: 0774 52 35 91 estarea@gmail.com www.estarea.it Stampa: Grafica Ripoli snc Photo copertina © Fabrizio Ricci Hanno collaborato: Tito Barbini, Antonio Capitano, Flaminia Colonna Bareti, Giusy De Angelis, F.I.G, Giusy Ferraina, Laura Lattuada, Donatella Lavizzari, Gabriele Nobile, Teresa Pontillo, Ufficio Comunicazione Auditorium Parco della Musica, Ufficio Comunicazione Vladi Polo, Marta Rossi, Fabrizio Ricci, Massimo Rosa, Scarti di produzione, Marianna Scibetta, Dr. Raffaele Vincenti, Katerina Shlyakhina. Crediti Fotografici: Marco Cassar, Fabiana Fontani, Raimondo Luciani, Katerina Phair, Eva Pogany, Fabrizio Ricci, Marinetta Saglio, flickr.com, google.com.

Tutto il materiale cartaceo e fotografico inviato alla redazione non verrà restituito. Tutte le collaborazioni ad articoli o servizi sono considerate a titolo gratuito. La riproduzione di testi e immagini anche parziale deve essere autorizzata dall’editore.

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FINIS TERRAE | di Tito Barbini

Devi voler andare a

Calcutta

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f i n i s

t e r r a e


I

Il mercato dei fiori, il ponte Hoogly, l’Indian Museum, Victoria Memorial, la casa dei lebbrosi, gli istituti di Maria Teresa, il giardino botanico, Tagores’ house, ma per me il bello di Calcutta sono le strade con la gente, soprattutto i giovani , i loro sorrisi, la loro disponibilità, la loro voglia di comunicare. I primi giorni non riuscivo a capire come mai una città così difficile viene chiamata “la città della gioia”. Poi ho compreso, ma l’impatto non è facile. All’inizio pensi di trovarti di fronte ad una sorta di discarica umana. Non è normale quel che si vede per le strade di Calcutta, gli odori, le loro abitudini, l’indigenza, la vita e la morte sui marciapiedi, il traffico, il caldo, l’inquinamento, e finchè non si prova non si può sapere come sarà la nostra reazione. Devi voler andare a Calcutta. Le prime ore saranno terribili e dovrai misurarti con tutto quello che è diverso da te, scoprire gli ultimi tra gli ultimi. Quando questa sensazione di smarrimento e di paura sarà passata, allora scoprirai la grande cifra di umanità e ritrovare la voglia di reagire Il viaggio, se è vero viaggio, non è solo la scoperta che nuovi occhi ci donano. È anche maturazione, cambiamento, disseppellimento di quanto si cela nel nostro cuore e nella nostra testa. Il viaggio, se è vero viaggio, ci fa solcare oceani, attraversare continenti, sterminate distanze solo per riscoprirci più vicini a noi stessi. Il viaggio, se è vero viaggio può concludersi solo a casa, con un ritorno che è un nuovo inizio. Così per me è stato tornato da Calcutta.

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OMBRE VIAGGI | di Stefania Ricci

ROSSE

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Photo Fabrizio Ricci / www.fabrizioricci.com v i a g g i


I

Il paesaggio è monotono e piatto come un deserto mentre percorro la Highway 163. Ad un tratto mi accorgo che dalla pianura si stagliano verso il cielo, come grattacieli, torri di pietra e sabbia rossa immortalate da decine di film. Sono di fronte ad una autentica meraviglia geologica: ho raggiunto l’ingresso della Monument Valley, al confine con lo Utah. Pagato il biglietto d’ingresso e superato il simpatico avamposto delle bancarelle Navajo, decido di visitare la vallata a cavallo. La sensazione di cavalcare tra questi monumenti naturali è indescrivibile. Il calore del sole brucia la pelle, il vento caldo ti avvolge e porta alle secche labbra il sapore della polvere, la gola arsa dal-

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la sabbia, il lento cavalcare con il suono degli zoccoli che spezza il rumore del nulla, stringo le redini con una mano per trattenere con l’altra sulla testa il cappellone che il vento a tratti vuole portarmi via, attraverso smisurate distese di sabbia rossa e letti di torrenti in secca, è un’esperienza unica. In questo luogo la stratificazione del terreno ha generato imponenti massicci che si stagliano per centinaia di metri verso il cielo, vere e proprie sculture diverse le une dalle altre che sembrano essere state lavorate dalla sapiente mano di un mastro scultore più che dal vento e dalla pioggia. Un luogo di una bellezza surreale, quasi magica, che riesce a trasmettere al turista o all’avventuriero di passaggio, una sensazione di pace indescrivibile. Al tramonto terra, rocce e cielo sembrano incendiarsi e tutto appare irreale, vale la pena osservare con attenzione ogni torrione, arco e guglia, nonostante si tratti solo di rocce. La prima cosa che balza all’occhio è la particolare colorazione del terreno che assume una tonalità rossiccia, quasi ramata, riconducibile all’ossido di ferro presente

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negli inerti e nella sabbia trasportata dai fiumi che hanno scolpito la valle. La zona è attualmente abitata e data in gestione agli indiani Navajo, una delle più consistenti comunità di nativi tutt’ora presente in America che, seppur in minima parte, contribuiscono al trascorrere della giornata dei turisti. Il paesaggio della Monument Valley travolge non solo per la sua bellezza, ma anche per le

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sue dimensioni: i fragili pinnacoli di roccia, simili a cattedrali, sono circondati da chilometri di altipiani, arbusti, alberi e sabbia trasportata dal vento. Il luogo rappresenta il “Far West” per eccellenza, da qui John Ford ha diretto il film “Ombre Rosse” con John Wayne, dopo di lui tutti i registi che si sono cimentati nel genere western, hanno scelto come sfondo il fascino della Monument Valley, la popolarità del grande schermo ha contribuito negli anni a far

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diventare questi luoghi una meta molto ambita da visitatori provenienti da tutto il mondo. La regione è ancora abitata dagli Indiani Navajo che rappresentano un’ulteriore attrazione, in quanto permette di ammirare da vicino alcuni villaggi, la loro vita quotidiana e di acquistare qualche oggetto di artigianato di questo glorioso popolo che ancora vive secondo le antiche tradizioni.

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ATTUALITÀ | di Marianna Scibetta e Antonio Capitano

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Parma, Bologna, Firenze, Poggibonsi, San Quirico d’ Orcia, Roma, Civita Castellana, Terni, Spoleto, Perugia, Gubbio, Tolentino,Macerata, Porto Recanati, Ancona, Bologna, Treviso, Feltre… un percorso lungo mille miglia, un giro storico tra le tappe di un’Italia che non ferma mai la sua fervida immaginazione e la sua trepidante voglia di viaggi. Luoghi e città della prima storica gara automobilistica alla media oraria di 77,238 Km orari…ma ve la immaginate la corsa sulle strade sterrate, tra le campagne e lungo il mare… con le macchie d’olio dei motori delle scuderie eccellenti e le mani nei guanti a mezze dita sui volanti? Ve la immaginate una gara senza strumenti e con l’unica tecnologia meccanica dei motori, senza telefoni cellulari e segnali satellitari da intercettare, senza web e senza elettronica? In fondo si trattava di una gara quasi alla pari col paesaggio ancora più vicino ad un villaggio che ad una metropoli, più simile ad una campagna, più simile ad un porto, più simile ad una piazza e nella piazza con gente più simile alla gente…non un villaggio globale, ma un villaggio diverso da un chilometro all’altro. E non che l’Italia non abbia conosciuto viaggi d’introspezione e viaggi di scoperta, un’Italia in bilico tra guerre, distruzioni, crack economici e boom…un’Italia tra disfatte e benessere, un’Italia che ha saputo mantenere sui cardini le porte della fantasia per entrare ed uscire dalla dimensione dei sogni e per rendere la sua realtà più simile ai desideri degli Italiani inventori e lavoratori. Percorso Brescia – Roma, 1600 Km andata e ritorno il percorso storico organizzato dal conte Aymo Maggi il 26 marzo 1927. “Poco più di venti ore, nemmeno un giorno e una notte per compiere quasi 1.700 chilometri: una media che supera i 77 orari. Un treno direttissimo sarebbe stato largamente battuto. L’automobile è passata per le strade di mezza Italia come un dominatore di tempo e di spazio. Il successo del mezzo meccanico appare dunque grandioso, come appare bellissima la vittoria conquistata dagli uomini che hanno saputo audacemente condurlo e saggiamente disciplinarlo” certificava il «Corriere della Sera».

La Mille, Miglia… e una notte!

In tempi di Superuomini e di crack economici, di guerre fredde e di scoperte futuristiche e futuristiche visioni sfrecciavano le Alfa,le Lancia Lambada , le Fiat Balilla, le OM , le Maserati e le Ferrari ancora in sperimentazione… le auto delle generazioni nuove e delle nuove genera-

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zioni. Ma com’era diversa l’Italia di allora! A guardarla ora la si vede nell’aurea del passato di una “giovane-vecchia”, un’Italia in bianco e nero, genuina con le insegne senza neon, con le tasche pulite, i sogni nei cassetti, le canzoni nel grammofono e le idee dei sogni imperialisti che minacciano un clima appena tornato mite dopo la grande guerra. Un’ Italia che corre e ama i motori. Un’Italia da percorrere tutta d’un fiato, da vedere dal finestrino a manovella, da scoprire con la cappotta e da gustare nella polvere delle strade senza l’asfalto e nelle tappe alle officine con le frizioni bruciate da cambiare e i copertoni delle gomme consumati. E’ proprio vero “i sogni più belli non si fermano mai” continuano a vivere sotto la cenere. Dal 1941 al 1946 la Mille Miglia subisce una battuta di arresto. Brescia che è la città da dove parte, perché gli è stato negato il Gran Premio, si arresta e non tenta la fiera resistenza che le è propria. Imperversa la guerra, l’Italia è travolta dai fatti europei di quegli anni. Sono anni in cui i motori continuano a girare. Miscele di benzina, alcool e metanolo bruciano, ma gli equipaggi sono diversi, gli obiettivi anch’essi diversi, si gareggia per la vita o la morte. La Fiat alimenta carburatori e impiega le sue energie in mezzi e auto per l’esercito, le macchine sfrecciano su e giù per l’Italia e sono camionette, e sono carri armati. Appaiono già lontani i tempi di Ferdinando Minoia e di Giuseppe Morandi, di Tazio Nuvolari, di Achille Varzi, di Emilio Materassi ed Ernesto Maserati. Appaiono lontane le sorti delle Bugatti, delle Chrysler e delle Maserati con i fari accesi e i parafanghi disegnati per le corse. Su tutto c’è “l’ Urlo” di Munch, l’urlo di guerra dell’ Europa e del mondo. La tecnica si affina e l’uomo continua la sua corsa al progresso, anche quando l’unica macchina che sembra avere la meglio sul corso degli eventi è una macchina che divora come la guerra. La voglia di ricostruzione e di pace non tarda a venire, la lotta per ristabilire un ordine so-

SONO ANNI IN CUI I MOTORI CONTINUANO A GIRARE.

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vrano quello del popolo italiano repubblicano riconduce le fila di una trama che da secoli riformula la volontà per l’Italia di risorgere attraverso il lavoro, il diritto costituzionale, e la ricostruzione. E ancora una volta girano i motori. Il sogno riprende. L’Italia e gli italiani con la loro volontà ferrea si rialzano. E’ Un Italia che rinasce attraverso l’industria, l’imprenditoria, il mercato, il lavoro, un lavoro che viaggia, si sposta, si evolve. A fatica si evolve. Ma è un’Italia che non rinuncia alla sua inventiva, alla sua fantasia, un’Italia che ritorna nel circuito con emozione, che sfida se stessa nella Mille miglia di paesaggi, di

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scorci, di immagini belle tra le belle campagne umbre, toscane, tra le cupole di Roma e i tetti rossi di Firenze, tra le piazze di Parma e Bologna, tra i sapori di Gubbio, la brezza di Porto Recanati….e tanti altri luoghi così riccamente pieni di appartenenza e di identità, incantati ed incantevoli che solo l’Italia offre ai visitatori e agli ospiti e che non sfuggono nemmeno ai finestrini delle auto in corsa. E quando i motori si spengono, con i fari accesi ad illuminare ancora un po’ la notte l’Italia è ancora da scoprire negli odori dell’estate e nei desideri dei pensatori. Un’Italia quella di oggi, di questo 2011 così moderna e globale da perdere i contorni. Un’Italia

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che corre con le auto d’epoca, che rivive il sogno della belle epoche e, nonostante il lusso sfrenato della tecnologia, che preferisce la velocità rallentata di un vecchio, appassionato motore con il quale attraversare un paesaggio che si è modificato nel tempo ma che non ha perso il cuore. E allora la Mille Miglia è ancora una strada da percorrere, un sogno da rivivere da mettere all’asta per essere tramandato di cuore in cuore, di passione in passione… Un sogno di pochi? No, i sogni fatti di paesaggio, di vita, di memoria e di speranza appartengono a tutti. Anche a noi.

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ATTUALITÀ | di Giusy De Angelis

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Qualche giorno fa ho preso l’ultimo metrò, di corsa, erano le 21.30 ultimo metrò per casa mia, fermata Ponte Lungo destinazione casa mia. Scendo le scale mobili di corsa, sono molto stanca “signora si sbrighi sta passando l’ultimo metrò”, faccio il biglietto e scendo le scale, sento il rumore dei freni e penso: “speriamo bene”, ho ben sperato, riesco a prenderlo. Salgo, è affollato, non mi sono seduta, sono poche fermate da fare, ma sufficienti a ripensare e a riflettere su quello che ho vissuto in quelle poche ore prima di prendere l’ultimo metrò, un mezzo pubblico che mi porta a casa, nelle mie quattro mura sicure, solide dove c’è la mia vita, il mio tempo, la mia storia, i miei figli. Nelle ore precedenti al rientro a casa ho conosciuto dei rifugiati afgani, incontrati per far conoscere attraverso un reportage la loro storia, sono giovani, sono minori, sono persone con una grande dignità. Mi hanno colpito alcune loro “divertenti” dichiarazioni che mi hanno fatto prima sorridere e poi pensare “Chi scappa dall’Afghanistan già a Patrasso, in Grecia, durante un lungo viaggio nei camion, sa che, arrivato a Roma, deve prendere il 175 a Termini e scendere a Piramide”. Il 175 li porterà alla stazione Ostiense, alla tendopoli al binario 15, cosi come l’ultimo metrò mi ha portato a casa. Qui si fermeranno, per un po’ sarà la loro casa. Tra i binari e i portici della Stazione Ostienese, a pochi passi dal centro di Roma, inizia il loro viaggio. Con gli anni hanno trovato riparo prima tra i binari, poi sotto i portici, poi nelle fondamenta di un cantiere edile, ora nella mini tendopoli messa a loro a disposizione appena dentro la stazione a due passi da quel binario che per tempo li ha ospitati. Da più di dieci anni, dal 1995, gli afghani sono una presenza fissa ad Ostiense, inizialmente pochissimi ora sono centinaia e tra questi tanti minorenni, una presenza silente ma che esiste. Con le loro tende con pochi servizi igienici i rifugiati afghani vivono in una situazione di continua necessità e forte degrado. Molti arrivano per riposarsi, restano pochi giorni per mettere insieme un po’ di denaro necessario per la prosecuzione del viaggio verso il Nord Europa, luogo dove è più facile trovare lavoro. A Roma la maggior parte tenta di passare inosservata, di restare invisibile, in ombra, per potere proseguire il viaggio senza essere segnalati, perché difficile è in Italia la possibilità di ricevere asilo politico. L’Associzione l’Albero della Vita ha creato un centro di informazione e orientamento per i minori afgani al fine di inserirli in un percorso di legalità in strutture protette.

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Vite in Ombra

al binario

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Photo Marco Cassar a t t u a l i t à


i l i b a i f n o g n o c parco giochi mq all’aperto

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GREEN ECONOMY | di Teresa Pontillo

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La crescente richiesta di energia elettrica alimenta l’eterno dilemma: pannelli solari o pale eoliche? Petrolio, biomasse o nucleare? E se la luce fosse viva? È l’idea sviluppata da un gruppo di studenti di Cambridge: non un oggetto fatto di fili e materiali inquinanti ma un batterio, un invisibile essere vivente! Gli studenti, osservando il fenomeno scientifico della bioluminescenza, bio-luce o luce vivente, che spiega come le lucciole possano offrirci spettacoli di luci verdi nelle notti d’estate, hanno pensato di riprodurlo con lo scopo di portare la luce in quei luoghi dove, a causa della posizione geografica o della conformazione del suolo, è difficile fare arrivare la rete dell’energia elettrica. Allo stato naturale però la luce è flebile e dura poco, così hanno modificato il materiale genetico delle lucciole e di altri organismi luminescenti creando “biomattoncini”, capaci di produrre una luce più forte. I “bio-mattoncini” sono stati inseriti come conduttori dentro un contenitore di batteri, l’Escherichia Coli: così, con una bottiglia di batteri, ha preso vita la “lampadina” del futuro. Del resto in natura tutto è utile: basta solo trovarne ed individuarne l’uso. Sarà questa la soluzione al problema della produzione e distri-

buzione dell’energia elettrica? Avremo alberi scintillanti e ricoperti di “batteri” al posto dei lampioni? Si calcola che per competere con un lampione basterebbe lo 0,02% dell’energia che una pianta impiega per il processo di fotosintesi: che risparmio! Mentre gli Inglesi indagano sulle alternative d’uso dei batteri, l’Italia esamina la fusione nucleare a freddo del Prof. Sergio Facardi, scoperta per caso, e negli USA si realizzano pannelli solari con materiali organici vegetali, in Cina e nei paesi vicini si diffonde sempre più il “mercato del capello”. Curioso, mi sono sempre chiesta che fine facessero i capelli dei “bonzi”, i monaci orientali: ebbene, vengono in parte venduti all’Estero e in parte riciclati e usati, al posto di materiale sintetico e plastiche inquinanti, per produrre exstension e parrucche; grazie non solo alla manodopera a basso costo, ma anche per la facilità nel reperire la “materia prima” la Cina è al primo posto per la vendita e la produzione in questo settore. Uno dei paesi più inquinanti del mondo ha fatto del proprio culto un business economico ed ecologico: mix perfetto di natura, ingegno e religione.

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DAL BATTERIO

AL CAPELLO:

AD OGNI PAESE LA SUA ECOLOGIA. è A R E A

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RELAIS

Villa D’Assio

RELAIS VILLA D’ASSIO | S.S. 79 Loc. Mazzetelli | 02010 Colli sul Velino (Rieti) | Tel. 0039 0746 636200 | Fax 0039 0746 644047 | www.relaisvilladassio.it

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l Relais Villa D’Assio, è frutto di una meticolosa ristrutturazione di un antico borgo ottocentesco, ove nulla è stato cancellato di quanto costruito all’origine, con una scrupolosa rivalutazione degli stessi materiali di un tempo. Il Relais Villa d’Assio, hotel 4 stelle, sorge in posizione tranquilla nella splendida e caratteristica campagna Rosea, intorno alle vestigia della superba Villa del senatore romano Quinto

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Assio. La cura del design appare in ogni particolare di ciascun ambiente, per offrire al cliente il massimo comfort nella semplicità. Al Relais Villa D’Assio il sole si tinge di mille colori riflettendosi nell’acqua della piscina incastonata tra verdi prati. Distese di verde, attraversate da canali con acque trasparenti e pulite, aria limpida, percorsi facilmente accessibili tra incantevoli boschi per riposanti passeggiate a piedi, a cavallo o in mountain bike, attraverso paesaggi seducenti. Un vero angolo di paradiso. Inserito magistralmente nella Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile, l’albergo si affaccia

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sul canale di Santa Susanna che ospita una suggestiva attività di itticoltura. A pochi chilometri dal Monte Terminillo, a metà strada tra Terni e Rieti, il Relais Villa D’Assio è la base per escursioni nel Lazio e in Umbria. Nelle vicinanze, il lago di Piediluco e la Cascata delle Marmore. La posizione strategica del Relais, situato in provincia di Rieti, considerato “Umbilicus italiae” sin dall’antichità, permette di raggiungere in breve tempo luoghi di notevole interesse paesaggistico, storico, artistico religioso, quali Perugia, Assisi e Spoleto, ed è ad una sola ora di distanza da Roma “Città Eterna”.

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INTERVISTA | di Marta Rossi

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MONICA GUERRITORE è A R E A

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È con grande impegno e dedizione che Monica Guerritore si sta dedicando alle prove dello spettacolo teatrale «Mi chiedete di parlare…» che debutterà il 1° Luglio al festival di Spoleto, dove interpreterà la grande inviata e scrittrice Oriana Fallaci. A tal proposito Monica scrive in un articolo del “Corriere della Sera” del 22 Febbraio scorso: «Sto lavorando mentalmente giorno e notte su Oriana. E nella mia percezione la parola “guerra” accompagna ogni sua azione, ogni suo sentimento. Quegli occhi hanno” visto” la guerra mentre il suo corpo di giovane adolescente la attraversava […] “Una donna non muore se da un’altra parte, un’altra donna, riprende il suo respiro” scrive Helene Cixous. Voglio riprendere il suo respiro.» È con la stessa passione che traspare da queste parole che, sin dagli esordi, la Guerritore è stata interprete di grandi personaggi: Madame Bovary, Carmen e La signora delle Camelie per il teatro. Per il cinema sono famose le sue interpretazioni nei film “Scandalosa Gilda” “Sensi” e “La lupa” diretta da Gabriele Lavia. Anni di duro lavoro e dedizione l’hanno portata nel 2007 alla messa in scena di uno degli spettacoli più interessanti delle ultime stagioni teatrali: “Giovanna D’Arco” scritto, diretto e interpretato da lei. Per i teatri italiani ha elaborato anche una “Lectio Magistralis” su Dante/ Leopardi, intitolata “Dall’Inferno all’Infinito”. Nel 2010 l’abbiamo vista nel ruolo di Santa Monica nel film TV “Sant’Agostino”, con Alessandro Preziosi. Anni di sfide, di ansie, paure, sogni, felicità, amori, emozioni, che Monica ha racchiuso in un libro… Hai scritto un’autobiografia che si intitola “La forza del Cuore” sottotitolata “le sfide della mia vita”, qual è stata la sfida più grande che hai dovuto affrontare? Nel raccontare la mia storia, le mie scelte, i momenti difficili e come questi siano stati superati ho cercato soprattutto di parlare della forza che c’è nel cuore di ogni donna. Per me, come per tante altre, è stata dura affermarmi nel lavoro senza cedere ai compromessi, affrontare e vincere una malattia come il tumore al seno, compiere scelte sentimentali dolorose. Ma ce l’ho fatta e vorrei attraverso la mia testimonianza dare forza e coraggio a chi ne ha bisogno. Nel mio libro ho raccontato me stessa l’interprete e la donna, compresi i dolori, e i trionfi le disfatte e le paure.

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Come ti sentivi agli esordi? Quando a quindici anni, mi ritrovai sul palcoscenico del Piccolo di Milano, diretta da un mostro sacro come Giorgio Strehler che mi diceva “In scena devi solo essere te stessa, esprimi quella che sei: grazia e giovinezza... ”, ero impaurita, non riusciva a rassicurarmi. Ero piccola, sola, logorata dall’angoscia, non sapevo che fare, per me il pubblico era un giudice severo e vivevo divorata da un senso di inadeguatezza: al confronto di personaggi del calibro di Valentina Cortese, tanto per fare un nome, era normale che fossi terrorizzata. Questo stato d’animo mi ha accompagnata dentro per anni, fino a quando, mentre recitavo in teatro Madame Bovary, per la regia di Giancarlo Sepe, ebbi un grave malore dovuto a un attacco di panico e fui ricoverata in ospedale con la pressione a livelli altissimi. A quel punto ho detto basta. Consultai uno psicoterapeuta che, in breve, riuscì a liberarmi dalle mie ansie e mi sono lasciata andare.

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Niente di bello o niente di brutto, nessun giudice, solo il racconto di una donna fatto insieme. Io e il pubblico. Con amore... Come vedi la figura della donna in relazione al cinema, alla tv e al teatro? Esiste una figura a tutto tondo di cui risultino valorizzati il fare e il sapere oltre che la sua bellezza? Chi è? La Loren è una bellissima donna, un artista che attraverso sacrifici e grandi doti artistiche ha raggiunto il successo nel mondo. In questa realtà bisogna avere il coraggio di sottrarsi a certi meccanismi che distraggono dal talento… Viviamo in un mondo falsato. Un discorso che vale anche per la chirurgia estetica a cui resisto strenuamente. Non bisogna andare alla ricerca di un ideale di bellezza falso e irraggiungibile, bisogna essere orgogliose di essere se stesse. Uniche. Giornalmente siamo esposti ad esempi sbagliati, bisogna invece andare a cercare la propria vocazione e quella coltivare.

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UNDERFORTY | di Katerina Shlyakhina

Donne al comando è A R E A

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L’era dei bamboccioni è finita. O forse non è mai cominciata perché da che mondo è mondo, ci sono persone che cercano di lottare, di evolversi, di diventare qualcuno e sono giovani. Perché nessuno nasce cinquantenne con un lavoro interessante, uno stipendio alto, casa, famiglia e vacanze prestabilite, quasi nessuno. Allora bisogna tirare fuori le unghie e combattere perché non è facile in Italia, dove gli spazi liberi hanno la misura di uno spillo. Ma se ti impegni potresti anche riuscire ad entrare. Eppure, per quanto sia difficile, c’è chi lo fa. A spintoni spesso, per merito a volte. E quando non ci riesci, cerchi di osare. Cerchi di inventarti, di cambiare il tuo punto di vista, e cominci a faticare. Perché il mondo è di chi se lo prende, il mondo è dei giovani. Come lei, Alessandra Della Valle. Giovane, bella, classe ’85, ex fotomodella, ed oggi, a soli ventisei anni è la responsabile moda della Mosaico Casting, due piccioni con una fava. Perché oltre a distruggere il concetto del bamboccione si disintegra quello della bella senza interessi, senza emozioni, senza cervello. Alessandra di cervello ne ha, di emozioni pure; come la passione per questo lavoro che ha conosciuto bene in tutti questi anni, ha visto, ha capito cosa vuol dire essere una modella, i sacrifici, i problemi, i limiti, quanto devi essere preparata, quanto questo mondo sia spietato. Ora, non ha cinquant’anni, ne ha la metà precisa, ma sta creando il suo mondo, se lo sta prendendo e non solo. Udite, udite lei, italiana, con la sua agenzia ha una missione: ricercare, reperire, tutelare e collocare artisti stranieri. Non parliamo di cinque ragazzine, ma di un intero squadrone di modelli ed attori, uomini e donne, che prendono questo lavoro seriamente, così come lo prende seriamente Alessandra. Mi chiedo perché farlo? Lei, bellissima, giovanissima, potrebbe continuare a fare la fotomodella, invece corre a destra e sinistra ogni giorno, si stanca, si affligge, si ritira su per far si che la sua realtà diventi tangibile, resistente. “Perché mi piace, – mi risponde sorridendo- perché ho capito questo mondo e voglio farne parte in sala di comando. Anche se le difficoltà non mancano, come ad esempio reperire l’aiuto economico dagli enti o trovare la sede adatta. Per fortuna ho la mia socia, Caridad Palacio, che insieme a me cerca di realizzare questo sogno.” Adesso sorrido io. Così determinata, cosi desiderosa di dare il suo contributo, di osare e la professionalità si percepisce nei discorsi, nelle spiegazioni, nello sguardo. Già, professionalità, non è una parola detta a caso, perché proprio di questo che si parla, descrivendo la sua attività. Una professionalità internazionale, oserei io. Ales-

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sandra Della Valle vuol far diventare la sua agenzia un punto di riferimento per questo, all’interno della solita “routine” di una modella o attrice, lei ha voluto inserire, in collaborazione con professionisti del settore Moda, corsi di Portamento e Fashion Show. Una serie di lezioni all’avanguardia, corsi non solo finalizzati all’apprendimento delle tecniche di portamento sulle passerelle, ma veri e propri percorsi per rispondere in maniera ottimale all’esigenza di presentarsi sempre al top della propria immagine. Un esempio? Il corso di recitazione comica multietnico con Stefano Sarcinelli, o addirittura corsi di trucco, cura della pelle, dei capelli e di portamento, tenuto dalla bellissima modella e attrice maliana, Youma Diakite; la partecipazione della quale Alessandra considera un traguardo. E perché tutto ciò? Rischio di essere ripetitiva, ma in questo caso mi sento in dovere di farlo: per professionalità. “Le persone che escono dalla nostra agenzia devono essere preparate, il mestiere che hanno scelto è estremamente competitivo e bisogna essere in grado di affrontare ogni situazione - racconta Alessandra - niente può essere lasciato al caso, dai capelli al modo di parlare e di muoversi.” Questa è Alessandra Della Valle. E questo è la Mosaico Casting. Questa è la fine dell’era dei bamboccioni.

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E QUANDO NON CI RIESCI, CERCHI DI OSARE. CERCHI DI INVENTARTI, DI CAMBIARE IL TUO PUNTO DI VISTA

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MAIS ON | di Laura Lattuada

Pamela Villoresi,

una casa

aperta appaga Photo Eva Pogany

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L’incontro con Pamela Villoresi e la sua casa ha significato per me la prova tangibile di quanto la mia trasmissione “Passepartout” abbia un punto di forza nel voler far capire meglio dei lati sconosciuti di personaggi conosciuti!... e passatemi il gioco di parole! Pamela è un’attrice molto conosciuta per la sua professionalità, la sua serietà e la sua bravura: da quando ha ottenuto la grande notorietà girando “Marco Visconti” per la Rai con la regia di Anton Giulio Majano, a tutte le stagioni al Piccolo di Milano di Giorgio Strehler, girando mezzo mondo e interpretando i grandi classici del teatro, fino alla Pamela di oggi, una donna attenta alle problematiche sociali ed un’attrice dinamica che non si ferma mai! Come è normale che accada tra colleghe, ci siamo incontrate diverse volte a casa di amici comuni o a prime teatrali, ma non ero mai stata a casa sua. E com’è altrettanto normale, quando si va per la prima volta a casa di qualcuno, sono arrivata fin sulla soglia del suo appartamento immaginando di trovare una casa che corrispondesse a quella donna che vi ho appena descritto: una casa sobria, classica, “seriosa” . Niente di più sbagliato: fin dall’ingresso, dove Pamela mi accoglie con una bella risata, tutta vestita di rosso fuoco, collana e rossetto compreso, l’ambiente è colorato e allegramente disordinato! Uno scrittoio sul quale debordano pile di libri, di inviti, di plichi vari appena ricevuti o da spedire, piante in ogni angolo, cartoni con chissà che cosa dentro… fotografie e quadri… e lei è un vulcano, leggera e chiacchierina con me, con i miei tecnici, con la figlia. Per ognuno di noi ha un pensiero e una cosa da farci notare. Così chiacchierando, passiamo nel salone: molto grande e con i muri occupati da grandi vetrate. Io rimango davvero colpita dalla quantità di colori e di oggetti: prevalgono i toni del rosso e dell’arancione per i tanti divani sparsi, grandi cuscini rivestiti di stoffe etniche, quadri, sculture e migliaia di libri sistemati nelle scaffalature che rivestono le pareti. Pamela mi racconta di essersi innamorata di questa casa, vedendola dall’esterno, quando portava i bambini piccoli nel parco su cui il condominio si affaccia: la casa era sempre chiusa e così lei e il marito fecero delle ricerche per risalire al proprietario. Da lì a desiderare di comprarla è stato tutt’uno! Con la paura di non farcela con il mutuo e la preoccupazione di una coppia con bambini piccoli…ma il loro sogno (mi ha detto proprio così “sogno”…) riuscì ad avverarsi! Tutto questo accadeva più di 25 anni fa: da quei giorni felici molte cose sono cambiate: il marito di Pamela si è ammalato gravemente e ora non c’è più (… ma tutta la casa è piena di suoi bellissimi ritratti fotografici…): e lei mi racconta che anche la

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Photo Katherine Phair

casa dopo la sua perdita, è cambiata, come se l’anima di Pamela avesse bisogno, dopo tanto dolore, di ritrovarsi immersa in questo turbinio di colori e di vitalità, che ne deriva! Mi racconta di amare di questa dimora soprattutto due poltrone, dove va a rintanarsi per leggere, studiare, lavorare a maglia o, semplicemente, ammirare lo splendido panorama che ha di fronte: quella gialla in particolar modo, le è molto cara…tanto da posizionarla davanti alla grande finestra che dà sul parco. Solo ora noto che nella sua casa le tende agli infissi sono pochissime… “Si le ho messe solo davanti alle porte-finestre per evitare di vedere le persiane quando le tiro giù. Per il resto preferisco lasciare solo la cornice degli infissi e godermi giorno e notte il meraviglioso panorama romano!” Mi racconta di quando arrivò a Roma, appena quindicenne, per cercare di fare l’attrice. Da Prato, dove viveva col papà commerciante e la mamma tedesca, andò

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a vivere in un appartamento con tanti amici, quelle che in quegli anni si definivano “comune”. Di quello stile di vita ama ancora l’allegria e la condivisione: “Qui passano i miei figli e i loro amici che si mischiano allegramente con i miei… mi piace pensare che se stanno spesso tutti qui, è perché stanno bene! Questa casa è un po’ come l’Arca di Noè: la mia convinzione è che una casa aperta paga!”. E poi parliamo di libri: una raccolta che lei stima, ad occhio e croce, in almeno 3.500 volumi. Per riuscire a trovarli facilmente li ha suddivisi per zone: in camere da letto, ad esempio, si trovano i testi spirituali; davanti alla zona pranzo, il teatro, la letteratura, essendo troppo vasta, l’ha ulteriormente divisa per nazionalità ed è sparsa lungo tutti i muri del salone! I libri sono un grande amore per Pamela! Libri sui quali scrive, annota, aggiunge considerazioni: li sporca, quando li legge mentre cucina, e li stropiccia quando li porta con se in

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giro per il mondo (…è appena tornata da N.Y. dove per il terzo anno ha portato con successo il festival che ha creato per la città di Roma: “DivinaMente”). Parlando di libri naturalmente comincia a raccontarmi del suo impegno in teatro, della sua ricerca continua di autori, di tematiche, di registi. Una donna che non sta mai ferma e che mi dice, appunto, di essere più attratta dal suo futuro che dal suo passato e di non capire quelle persone che, parlando della propria vita dicono “avrei voluto”… lei non ci pensa neanche lontanamente a dirlo, perché la sua vita le assomiglia!

P.S. .ed io che ormai con la mia trasmissione sono diventata un’esperta di case, vi posso dire che anche la sua casa le assomiglia!

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DESIGN | di Marta Rossi

“Eugenia Benelli:

l’Essere Creativo” è A R E A

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Crede fortemente nel concetto di generosità intellettuale, perché, come ci ha spiegato, “nella vita è importante essere consapevoli del proprio filtro”, il setaccio attraverso cui ognuno interpreta la realtà, facendola passare attraverso di se per riproporla agli altri nei modi più disparati. Eugenia Benelli ci propone diverse interpretazioni del mondo circostante, collegate dall’unico filo logico della sua personalità fortemente propositiva. Come riassumeresti in poche parole ciò che fai? Di formazione sono un architetto, ma mi interessa applicare la progettazione dove è possibile mantenere una valenza creativa fortemente legata ad aspetti funzionali: nell’industrial design, nella comunicazione, nell’architettura, nell’evento, nel video e nella pubblicità. Mi piace sempre contaminarmi con altre persone, “artigiani/designer”. Le mie creazioni di design industriale nascono quando ITA.PRO, società romana che si occupa di articoli promozionali e allestimenti, mi ha proposto di utilizzare i propri scarti di produzione. Per te è fondamentale il concetto di “design collaborativo”… Desidero che l’oggetto che immagino sia un’esperienza e che non si concluda in se

stesso ma dia gradi di libertà interpretativa a chi lo possiede. Non credo che l’oggetto sia mai arrivato alla sua definizione completa e definitiva. Preferisco far evolvere l’opera con l’aiuto degli altri. Il concetto di design collaborativo caratterizza anche la famiglia di lampade “Prima Luce”, creata in collaborazione con Melanie Trucco… Sì, le lampade sono caratterizzate da “vestitini” intercambiabili, le persone possono scegliere colori e forme, avendo la possibilità di avere un oggetto sempre nuovo. Ogni “vestitino” è a basso costo, essendo fatto di materiali di recupero assemblati con lavorazioni semplici. C’è anche il “recupero del recupero”, perché i ritagli derivati dalla foratura, possono essere utilizzati dall’utente finale come preferisce, ad esempio aggiungendole a cascata sotto la lampada stessa. Spiegaci l’originalissima invenzione di “Palette”, la “tavolozza delle bontà” creata in collaborazione con Sylvie Renault… Non è un progetto univoco, ma si evolve, nasce dalla necessità di mangiare in piedi, dovendo provare molte cose diverse e tener tutto in una mano. L’idea è quella di adattare questa “tavolozza da pittore” ad oggetti di uso comune standardizzato, come coppette o bicchieri che si possono inserire nei fori creati ad hoc. “Palette” è personalizzabile sui due lati, in modo che anche chi è mancino può girarla ed usarla con l’altra mano. Il materiale è a basso costo, vi si possono anche applicare delle pellicole

stampate a seconda dell’evento, che lasciano spazio al marchio dell’iniziativa. Qual è il progetto al quale sei maggiormente legata? In assoluto è quello di “Combiflò”. E’ il primo di industrial design che ho realizzato e portato a “Casaidea” con la società ITA.PRO. Nasce da un mio studio di tassellazioni matematiche: con un’unica forma si può tassellare il piano completamente, riuscendo a saturare tutti gli spazi. “Combiflò” è un pouf modulare assemblabile, che consente la composizione di infinite isole a partire da un singolo modulo pentagonale. Si adatta sia a contesti piccoli che grandi, come spazi pubblici o sale di attesa… Tra le varie cose ti occupi anche di web 2.0, l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un forte livello di interazione tra il sito e l’utente, quali sono i vantaggi per i tuoi clienti? La grande opportunità che abbiamo con il web 2.0 è di ottenere il massimo risultato con un minimo investimento. Curo immagine e comunicazione di diverse realtà, proponendo anche strategie di social web marketing utili a diffondere il servizio nei posti giusti, dove è il target di riferimento. Quanto è importante che i giovani d’oggi si specializzino per il proprio futuro? Qual è il tuo punto di vista da giovane designer? Essendo molto curiosa non mi sarei sentita realizzata nel focalizzarmi su un unico ambito, ma ho lavorato duramente sempre con persone specializzate. Ciò che oggi riesco ad offrire

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ai miei interlocutori è la copertura di un processo a 360° perché ho avuto modo di carpire una serie di informazioni che mi consentono di interloquire in maniera proficua con gli specialisti. Il fatto di essere versatile, di spaziare dall’allestimento all’evento, dall’oggetto di design al web, dai progetti per la stampa all’architettura, per me è un vantaggio con tutti quei clienti che vogliono avere un solo fornitore. A livello creativo riesco a coprire tutto e lo faccio in maniera coerente. Il mio consiglio è di lavorare molto sulla comunicazione, cercando di trasmettere sia il proprio valore aggiunto sia il vantaggio che il progetto porterà all’utente finale. Chi ti è stato di riferimento nel tuo percorso? Una persona da cui ho tratto grandi insegnamenti è Marisa Pagan, artista e graphic designer, donna eccezionale, generosa dal punto di vista intellettuale. Una persona creativa, di alto spessore, da cui ho appreso molto. Quali emozioni sono alla base dell’ispirazione del design di un prodotto? L’ispirazione può nascere da una situazione di vita quotidiana, o dal trasferimento tecnologico: da cose che io vedo altrove e trasporto nel mio ambito, interpretandole in un altro modo, dando luogo a delle contaminazioni… ad esempio creare dei video per illustrare gli oggetti di design. In questo modo le persone ricordano maggiormente ciò che vedono. Quali sono i progetti futuri? Una mia collaborazione con “Visual Designers”, gruppo di creativi che si occupa di video; proseguire con evoluzioni della mia linea di design ecosostenibile, soprattutto su oggetti a basso costo; un progetto segreto sul tema dell’albergo diffuso; continuare a lavorare sull’aspetto della comunicazione, perché mi stimola, mi aiuta a crescere e mi sostiene. Sono comunque sempre aperta a collaborazioni con aziende o singole persone per creare prodotti che spaziano da oggetti di uso comune, riciclabili o usa e getta, a situazioni ed eventi. Qual è il tuo grande sogno? Il mio sogno più grande è quello di creare un’opera d’arte totale, come fece Niki De Saint Phalle con “Il giardino dei tarocchi”. La mia realizzazione umana e professionale deriva dall’essere creativa, spero di continuare a farlo dando un contributo che possa migliorare la vita quotidiana delle persone per cui lavorerò. A quale domanda ti piacerebbe rispondere durante un’intervista? Mi piacerebbe rispondere alla domanda “Qual è il tuo obiettivo?” o “Qual è l’obiettivo di quello che fai?”. Quello che mi interessa fare è dare delle risposte concrete a dei bisogni concreti.

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combiflò

www.eugeniabenelli.it - www.eu-genia.it

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LIGHT DESIGN | di Donatella Lavizzari

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MITSUI for LUMIOTEC: LA LUCE DEL FUTURO è A R E A

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Photo Courtesy of Lumiotec l i g h t

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Il design prende forma attorno al cuore pulsante della tecnologia OLED. L’applicazione delle sorgenti luminose OLED (Organic Light Emitting Diodes) negli apparecchi di illuminazione consente infinite opportunità creative per la loro flessibilità di installazione. Simili ad un foglio di plastica, caratterizzati da una superficie piana sottilissima, racchiusi tra due elettrodi, che si illuminano sottoposti ad una carica elettrica, gli Oled sono in grado di emettere luce modulata sia per intensità che per tonalità di colore. Oltre alle ampie possibilità di progettazione, le sorgenti OLED garantiscono eccezionali livelli di efficienza energetica, resa cromatica e di compatibilità ambientale. In occasione della settimana del Design milanese, l’azienda giapponese Lumiotec, leader mondiale nella produzione di pannelli OLED, è stata rappresentata dall’architetto/designer Naohiko Mitsui con l’installazione artistica “Forest of Evolution”. Attraverso un percorso esterno caratterizzato da un giardino zen tracciato da ciottoli bianchi, il visitatore veniva accompagnato in un ambiente chiuso, di soli 24 metri quadrati, con pareti rivestite a specchio che dilatavano lo spazio all’infinito: una foresta virtuale con protagonista assoluto “TLEE”, un grande albero futuristico dotato di 9 panelli OLED, pensato come omaggio al “Tree of Life” dell’Evoluzionismo Darwiniano. Flower Pot, rivisitazione moderna dell’Ikebana, diciplina giapponese che dispone armoniosamente i fiori nello spazio, accompagnava Tlee nella composizione della foresta. Nell’esposizione si potevano ammirare anche altre creazioni di Naohiko Mitsui: “VANITY ”, una lampada da tavolo dalla forma essenziale, dotata di tecnologia Touch, e “HANGER”, simile per forma ad un piccolo appendiabiti, prodotto di grande adattabilità ai più diversi contesti. Design, innovazione e tecnologia d’avanguardia sono gli ingredienti che contraddistinguono la produzione di questo designer che, grazie ad un rigore minimalista, una ricerca tecnica di qualità ed un uso sapiente dei materiali, dà vita a progetti altamente professionali.

INFO: www.polliceilluminazione.it

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ARTE | di Massimo Rosa

Violetta Valery: da piccola facevo disegni colorati Violetta Valery, Incubo (2010), inchiostri e ricami su carta cm 22,5x22,5

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Lo spazio della galleria Ingresso Pericoloso si farà libro su cui appuntare pensieri scaturiti dalle relazioni personali, dai luoghi frequentati e dal trascorrere del tempo in occasione della mostra “Da piccola facevo disegni colorati”, prima personale romana di Violetta Valery (Roma, 1982), che sarà inaugurata il 19 maggio e potrà essere visitata fino al 9 luglio 2011. “Mi chiamo Violetta, sono nata a Roma 28 anni fa. Fino ad oggi ho cambiato tante case, e tanti luoghi, e in tutto questo ho capito che potrei

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vivere bene o in campagna, o in una città molto grande. Da piccola facevo disegni colorati, adesso faccio dei disegni scuri e da mal di stomaco. Mi piace disegnare e mettere sulla carta i miei pensieri. Mi aiuta a dimenticarli, a dargli un’altra forma. Disegno quello che mi succede. Mi piace il momento in cui un brutto ricordo diventa un disegno, e finalmente lo puoi guardare con altri occhi. A volte qualcuno mi chiede di guardare i miei lavori, qualcuno mi chiede di spiegarli, di solito preferisco che vengano guardati senza voce narrante. Preferisco usare un nome d’arte, mi da più libertà.” Questa l’introduzione, scritta dalla stessa protagonista; la narrazione sarà suddivisa in tre

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Photo Galleria Ingresso Pericoloso a r t e


Violetta Valery, Autoritratto (2011), stampa ai sali d’argento cm 20x15 capitoli: mentale, sentimentale e fisico. Nella prima sala lo spettatore verrà messo di fronte al symbolon: alla parte per il tutto. Lo spazio mentale verrà identificato da oggetti che circondano l’attività pratica dell’artista. Pochi elementi, immediatamente riconoscibili, come finestra sulla connessione psichica intercorrente tra gesto creativo e mezzo utilizzato. Crocevia tra reale e immaginario. Dare forma a pensieri ed emozioni attraverso la trasposizione degli stessi su carta renderanno la seconda sala un luogo di alternanza

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e sovrapposizione dei sentimenti più disparati. Disegni di parole rubano la scena a disegni di silenzi. Le emozioni più intime cadono su pagine di diario alla ricerca di un lettore partecipe di un forzato processo di emancipazione. Infine la fotografia, come mezzo concreto per una analisi di uno spazio materiale, tangibile e ben delineato. La terza sala diventerà una camera oscura e laboratorio di sviluppo di autoritratti del proprio viso e frammenti del proprio corpo. Un tentativo di sezionare e analizzare il proprio aspetto alla ricerca della propria identità.

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Galleria Ingresso Pericoloso

Via Capo D’Africa, 46 Roma INFO: 06 45496564

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Industrie Caucci,

tradizione e futuro insieme per continuare a crescere

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Guardare al futuro in maniera costruttiva anche in un momento in cui la fiducia degli imprenditori è ai minimi storici. Il Gruppo Caucci continua ad investire, nonostante la crisi e le grandi difficoltà incontrate negli ultimi anni e guardano con fiducia a prodotti e paesi emergenti. Ecco così l’idea di aprire un’azienda del Gruppo Caucci anche in Tunisia. “Crediamo nel futuro nonostante il momento non sia dei migliori, ma la mission della nostra azienda è stata sempre quella di investire per poter continuare a crescere per questo abbiamo deciso di aprire una società in Tunisia. Certo il momento politico delicato non aiuta ma confidiamo nel futuro e nello straordinario intuito del fondatore del nostro gruppo, Mario Caucci”, dice Gaetano Squeo, amministratore unico di alcune delle più grandi realtà del Gruppo Caucci, come la Travertini Caucci e la Estraba Spa. Una delle pietre su cui il gruppo punta è il Tala, un tipo di marmo che ha caratteristiche commerciali che il mercato oggi richiede. “Il tala è molto più duttile del travertino romano, che resta comunque il nostro prodotto di punta - continua Squeo -, ma siamo consapevoli che in momenti come questi bisogna cercare di diversificare la propria offerta, ecco perché oggi proponiamo anche un materiale come questo”. E proprio in questi giorni per il Gruppo Caucci sono arrivati importanti riconoscimenti, come la presenza di una colonna di travertino romano realizzata proprio dall’azienda tiburtina ed esposta al Vittoriano in una mostra che raccoglie i prodotti migliori in arrivo direttamente dalle nostre Regioni, organizzata in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. “Siamo orgogliosi di aver preso parte a questa iniziativa assieme al meglio del Made in Italy”, conclude Squeo. “Speriamo che finalmente le istituzioni si ricordino del nostro valore, visto che negli ultimi tempi siamo stati praticamente abbandonati. Il Made in Italy può e deve ancora essere la forza motrice del nostro paese”.

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www.caucci.net

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La classe A

è il più importante riconoscimento perchè una casa possa definirsi “Casa Sostenibile” per classe A si intende la certificazione, come da parametri di legge1, attesta che la “macchina casa” sia efficiente da un punto di vista dell’involucro edilizio come pure da quello degli impianti: massimo comfort, funzionalità degli spazi e finiture di pregio, ma soprattutto produzione di energie rinnovabili, bassi consumi, bassa emissione di CO2 e utilizzo di materiali bio.

i voti di una casa MARUAL risparmio energetico e risparmio in bolletta rispetto per l’ambiente funzionalità della casa finiture e materiali costruttivi sicurezza

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IlIl benessere collettivo è conseguente nostro concetto di CASA a quello del pianeta, sia negli spazi chiusi, nei quali trascorriamo gran parte della nostra vita, che in quelli aperti, dai quali riusciamo a trarre le energie vitali per un vivere di qualità. Nel progettare e costruire le case, noi di MARUAL utilizziamo solo materiali ecologici, nel risparmio delle risorse esistenti e a garanzia di un basso impatto ambientale.


Risparmio energetico e in bolletta: la casa, integrando scelte architettoniche ed impiantistiche consuma poco. Per la presenza dell’impianto fotovoltaico si possono richiedere gli incentivi previsti dal meccanismo d’incentivazione, noto come “Conto Energia”, ai sensi del Decreto Intermin. del 19/02/07 al Gestore 2 dei Servizi Energetici Spa (GSE)

Rispetto per l’ambiente: bassissima emissione di CO2 dovuta ai bassi consumi; 3 utilizzo di materiali bio; recupero acque piovane;

Funzionalità della casa:

ogni ambiente è stato studiato curando nel dettaglio la distribuzione, i percorsi e le funzioni della casa

Finiture e materiali costruttivi: pavimenti e rivestimenti di qualità sia all’interno che all’esterno; tetto in legno; sanitari e rubinetterie dal design innovativo; materiali costruttivi di qualità;

Sicurezza:

l’intera casa è provvista di grate o persiane; portoncino blindato; impianto Video-citofono; predisposizione allarme perimetrale e volumetrico

in collaborazione con:


ARCHITETTURA | di Donatella Lavizzari

TO JIMI WITH LOVE

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L’EMP (Experience Music Project) di Seattle è un museo dedicato a Jimi Hendrix e alla musica americana, dal rock al jazz, dal blues all’hip-hop, voluto da Paul Allen, ex socio di Bill Gates, e progettato dall’architetto Frank O. Gehry. Ubicato vicino allo Space Needle, l’edificio simbolo della città, l’EMP è raggiungibile tramite una metropolitana che viaggia in superficie su un’unica rotaia, la Monorail. Gehry, appassionato di musica classica, per “calarsi” nel progetto di questo edificio, decise di documentarsi su Jimi Hendrix. Acquistò alcune chitarre elettriche, le sezionò e le trasformò in blocchi per creare lo studio volumetrico iniziale, caratterizzato da linee sinuose e colori vivaci, mantenuti anche nella fase finale. In una visione dinamica e con un gioco sapiente di forme e colori, riflessi ed ombre, il progettista ha donato a questa incredibile struttura la fluidità e l’energia della musica stessa. L’involucro esterno, completamente metallico, è costituito da 21mila elementi di copertura in

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acciaio inox e alluminio colorato in rosso e blu. L’acciaio è rifinito con riflessi violacei, spazzolato con una leggera argentatura e, a tratti, modanato in color oro. La superficie museale è di 130mila mq totali (di cui 32.500 coperti) e si articola in nove aree tematiche correlate tra loro. La SKY CHURCH è una sorta di materializzazione del sogno di Jimi Hendrix, che aveva immaginato un luogo dove tutti gli appassionati potessero stare insieme ad ascoltare musica: un grande salone, alto 26 metri, con video e sculture galleggianti posizionate sul soffitto, che durante la notte si trasforma in un tempio della musica. Musicisti professionisti e comuni visitatori possono sperimentare qui le proprie doti partecipando ai SOUND LAB, utilizzando tecnologie digitali avanzate in cabine insonorizzate, oppure esibendosi nell’area palco di fronte ad un pubblico virtuale. Ma la zona più affascinante è, a mio parere, CROSSROADS, l’area espositiva che rende omaggio ai grandi interpreti della musica e si sviluppa in un alternarsi di strumenti multimediali e rari manufatti che testimoniano un secolo di musica popolare americana: un viaggio davvero emozionante!

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LIFE STYLE | di Gabriele Nobile

JAGUAR STRIDER 8

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Un gommone che va oltre il gommone. Lo Strider 8 Jaguar, prodotto da Sacs Marine - concepito e progettato da Christian Grande DesignWorks per la casa automobilistica inglese Jaguar, è il nuovo modello che più di altri si distingue per equilibrio, sobrietà di linea e materiali, nonché per la discreta eleganza mutuata dal marchio icona del “Made in England”. L’affidamento del progetto a Christian Grande nasce su idea di Sacs Marine, e genera un’ulteriore evoluzione del concetto di RIB, così

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come fu per il famoso Lancia di Lancia: il designer parmigiano riesce bene, anche questa volta, a mutuare forme e stile automobilistici, in questo caso quelli delle sportive inglesi, per trasferirle su un battello dai toni sobri e dalle finiture curate: la collezione di colori disponibili si caratterizza per la ricerca di equilibrio cromatico e delicatezza, e si accoppia a particolari in acciaio cromato arricchiti da pelle e impunture a vista. Lo Strider 8 Jaguar porta in se i geni di maxitender ben più dimensionati, da cui discende e dei quali ripropone molte dotazioni e anche qualche equipaggiamento inedito per un tender, come i godibili prendisole e il frigorifero, e la postazione di guida “verticalizzata” in una consolle dichiaratamente altisonante e dichiaratamente “postazione di comando”, che si raccorda alla coperta con forme dolci che culminano nella coda spiovente, chiaro riferimento alle anglosassoni berline sportive e che bilancia l’intera silhouette, donandole una figura equilibrata e potente al contempo.

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La mascherina dalla consolle e le prese d’aria laterali sono volutamente cloni del marchio del giaguaro, e denotano ulteriormente il carattere sportivo, ma elegante, del gommone Sacs che, come da filosofia Jaguar, vuole essere un mezzo ideale come tender ma pienamente utilizzabile anche dalla famiglia contemporanea che usualmente si muove fra calette e porticcioli. Lo stile, nel complesso sicuramente più formale di quello di altri prodotti Sacs, è inteso da Christian Grande per coniugare l’eleganza inglese alle prestazioni e flessibilità di utilizzo che contraddistinguono i rib dell’azienda milanese e, come sempre, con la priorità della sicurezza. In definitiva, un maxitender ridimensionato e rivisto, talmente curato e “nobile” che ben si adatterebbe a qualsiasi grande yacht di lusso, e talmente fruibile da essere desiderabile anche dalle famiglie più attente allo stile e all’eleganza. Grande è stato nominato da Lancia come uni-

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co yacht designer italiano adatto a rivisitare il concetto automotive delle auto Lancia dagli anni 50’ agli 80’ portando le loro linee su di un Rib che corre a 40 nodi. Sempre mutuando le ispirazioni dal design automobilistico, ha portato nel mercato nautico italiano Abarth. Insieme ai gommoni Sacs ha elaborato la versione marina di una Fiat Abarth di ultima generazione. Strider 12S Abarth Powershore è la seconda edizione limitata di Grande. Il gommone ne riprende la filosofia basata sull’elaborazione: usa materiali leggeri, monta una motorizzazione Yamaha da tre fuoribordo aggressivi da 1.050 hp, cruscotto e interni in carbonio e acciaio alleggerito, nessun vano ma dei contenitori a valigia che si lasciano a terra quando non servono per rendere la barca più leggera. Ci sono poi i colori e le finiture da auto “corsaiola”: base bianca tipica Abarth con rosso e nero, per il pozzetto rivestimento nero effetto carbonio bianco perlato e rosso con finitura tecnica. Esemplari limitati per mantenere il concetto di esclusività.

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LIFE STYLE | di Gabriele Nobile

UN MAESTRO D’ASCIA…

AI TEMPI DELL’IPHONE

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L’ascia veniva utilizzata nelle operazioni di carpenteria navale che prevedevano la lavorazione e la sagomatura di parti di imbarcazioni medio grandi. Essa permette di sgrossare velocemente anche i legni più duri, fa camminare il lavoro e al contempo se usata con maestria lo rifinisce. Rimasta nei ricordi dei maestri d’ascia più anziani come lo strumento principale e insostituibile del loro lavoro, suscita in noi un fascino ed una curiosità molto forte. Nell’evoluzione delle costruzioni navali, delle tecnologie costruttive e dei materiali utilizzati questo particolare utensile estremamente duttile e versatile al punto da conferire il nome ad una professione, il “maestro d’ascia”, è stato abbandonato; nella costruzione di piccole barche non trova quasi impiego e al contempo tutta una serie di utensili elettrici ne hanno sostituito l’uso pratico. 
Incontriamo ad Ostia, presso la sua “Bottega” uno degli ultimi Maestri d’ascia (con titolo) presenti sul territorio laziale..Luigi Scozzari, un grande professionista che grazie alla sua passione,all’entusiasmo e la caparbietà uniti ad un’esperienza acquisita in anni di lavoro, ha realizzato il sogno , nutrito dall’età di 14 anni, di fondare e gestire una azienda specializzata “Arte Nautica”. Dopo gli studi Luigi inizia a lavorare presso un importante cantiere navale di Fiumicino, dove si occupa soprattutto della riparazione e del-

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la costruzione di barche in legno da lavoro… L’esperienza aumenta e la passione insieme ad essa; finché nel 1990 consegue l’attestato di “Maestro D’Ascia”. Nel 2001 lavora presso un cantiere navale di fama internazionale nel settore dell’imbarcazioni da diporto,in seguito accetta, con molta umiltà, di dirigere l’organizzazione del settore operativo inerente alle riparazioni e costruzioni navali. Da rilevare che nel dicembre 2006, Luigi ha ricevuto il Premio Nazionale Del Mare riconosciutogli anche per valorizzare l’arte della carpenteria navale che ha fatto la storia della marina italiana. Luigi Scozzari, maestro d’ascia dal? Diciamo che ho iniziato la professione nel 1984 ma ufficialmente sono diventato maestro d’ascia nel 1990 Ma da dove nasce questa passione per il mare e per questa professione così diversa da molte altre? Dai miei parenti che sono tutti maestri d’ascia, da mio padre che è comandante e da mio zio che è motorista navale..quindi fin dalla giovanissima età sono stato a contatto con degli artigiani direttamente in famiglia…a Fiumicino. I loro racconti, e questa bella energia che mi hanno trasmesso fin da piccolissimo, hanno fatto la differenza..con il sacrificio e con l’applicazione alla mia professione..sono riuscito a mantenere la tradizione di famiglia ! Cosa vuol dire, essere maestro d’ascia nel 2011?

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Una gran bella soddisfazione a livello professionale sul campo…essendo in pochi, solo i migliori emergono…a parte gli scherzi, diciamo che il livello delle lavorazioni è molto alto..e fortunatamente, come dicevo in precedenza, siamo rimasti in pochi..quindi il lavoro diciamo che non manca!!! Ai giovani consiglieresti questo lavoro? diciamo di si..ma solamente a coloro che hanno voglia e tempo di imparare…. la famosa gavetta che oramai i giovani non vogliono più fare…io stesso sono stato a bottega dai miei principali per oltre 20 anni prima di aprire la mia. Sono stato anche per un periodo campo cantiere per un grosso cantiere nautico per 4 anni con moltissimi operai e dipendenti che lavoravono per me . Riflessioni sul futuro di questa passione /lavoro artigianale. Ritengo che sia un lavoro che col tempo sparirà, anche per colpa del mercato in crisi e degli armatori che oramai sono interessati solamente a lavori superficiali e che sottovalutano l’importanza di porre in essere lavori di refitting anche importanti, anche solo per valorizzare il bene che possiedono..ma questo è un altro discorso.. Luigi, e con l’Iphone come te la cavi? Beh che dire, anche artigiani come noi, abituati ad altri “strumenti” di lavoro, ci siamo dovuti tenere a passo con i tempi..quindi nessun problema..e con l’aiuto di mia figlia…sono riuscito anche ad utilizzare l’Iphone…ma solo per rispondere e per telefonare !!!

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Photo Fabiana Fontani-fotografia p r o m o


E-Vasiva E

E Vasiva è il nome scelto da tre giovani ragazze Simona (architetto) Valentina e Vanessa (grafici) che creano pezzi unici ed artigianali utilizzando i più differenti materiali. Le loro creazioni, adatte a tutte le donne dalla forte personalità, si rivolgono ad un pubblico di giovanissime e non solo. Indossando un monile E-vasiva, si è certe di indossare un pezzo unico! La produzione, è artigianale e ogni oggetto è singolare difficilmente se ne troverà uno simile. Tutto iniziò davanti ad una tazza di tè, in un pomeriggio di pioggia. Le tre ragazze, che

avrebbero voluto dedicarsi alla progettazione ed arredamento di interni, si confidarono le reciproche passioni e si accorsero che un filo comune legava i loro “sogni”. Poter utilizzare prodotti nati per tutt’altro scopo come palloncini colorati, componenti poveri come carta e materiale di recupero, donandogli nuova vita ed importanza! Quella idea condivisa era la base di quel sogno comune che oggi le spinge ad affrontare un mercato che “regala” ben poco in termini di novità e nulla concede all’improvvisazione. Le tre giovani hanno iniziato a creare e ad indossare piccoli oggetti in occasione di eventi e cerimonie. E proprio al matrimonio di una loro amica, hanno ricevuto lusinghieri apprezzamenti e richieste di acquisto, tanto da far loro pensare ad una piccola produzione da

destinare alla vendita. Un rapporto sinergico il loro , che le spinge ad una ricerca continua e a sempre nuove creazioni. Le aspirazioni ci sono e ci tengono a precisarlo. Vanessa mi confida che sarebbe il massimo se potessero collaborare con stilisti di moda oppure far indossare le loro creazioni durante le rappresentazioni teatrali. Un aneddoto: erano a piazza Navona ed esponevano i loro monili su un piccolo banco, quando si fermò una signora americana che restò affascinata da una loro collana. La comprò e subito la indossò, ringraziandole con un sorriso smagliante. Una iniezione di ottimismo e una spinta in più a credere nel loro lavoro.

Tonino Novelli

via Campolimpido 73, 00010 VILLA ADRIANA TIVOLI ROMA

www.e-vasiva.com info@e-vasiva.com

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HEAVEN 28 OPEN è A R E A

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CARATTERISTICHE TECNICHE HEAVEN 28 OPEN FB/EFB Lunghezza F.T.: m 8.80 Larghezza F.T.: m 3.10 Categoria CE: B Peso a secco: Kg 1.900

Motorizzazione max FB: 2 x 200 HP (149 KW) EFB 2 x 320 HP (239 KW) Crociera 35 Kn 50 Kn Velocità max 45 Kn 58 Kn Serbatoio carburante l. 440 Serbatoio acqua dolce con doccia esterna: l. 100 Cuscineria completa, Lavello cucina, Plancia di poppa Materiale di costruzione: VTR Dotazioni optional: • Bracket per fuoribordo • Teak esterno • Tendalino • Wc Marino • Verricello • Frigo • Teli di copertura • Alzaportello elettrico Design: Arch. Giorgio Garofolo

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LA MADDALENA

UNA CASA

UNA BARCA

LA VOSTRA VACANZA

Un pacchetto vacanze pensato per gli amanti del mare e della vela che non vogliono rinunciare alla comodità di una casa: escursioni giornaliere nell'arcipelago della Maddalena a bordo di barche a vela abbinati a soggiorni in eleganti appartamenti finemente arredati. A bordo del 45été, barca appositamente progettata per vivere al

meglio e con il maggior comfort possibile la nostra soluzione vacanza, sarete seguiti e coccolati da personale qualificato, grandi prendisole, comodi divani e un impianto multimediale apple vi faranno vivere un soggiorno indimenticabile. Sul 30été, potrete trascorrere la giornata alternando la navigazione a vela con quella da diporto. L’ampio pozzetto e il grande prendisole la rendono particolarmente adatta all'uso giornaliero.

Vela pura e divertimento saranno i vostri compagni di vacanza. Gli appartamenti sono posizionati in un borgo appena costruito, con centro servizi e piscina, a ridosso dell’agglomerato urbano della Maddalena e vista suggestiva su Caprera, Santo Stefano e Costa Smeralda. Tre le tipologie a disposizione: mono, bilo e trilocale che rispettivamente possono accogliere da due a sei persone.


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Bassa Stagione 16/4_28/5 24/9_22/10

Media Stagione 28/5_25/6 10/9_24/9

Alta Stagione 25/6_30/7 27/8_10/9

Altissima Stagione 30/7_27/8

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Silver: casa per 1 settimana e barca per 3 giorni. Gold: casa per 1 settimana e barca per 6 giorni. T rtamento.

Via degli Atlantici n째26 00121 ROMA Mob. +39.348.4505.955 info@casaebarca.net www.casaebarca.net


OFFERTE

CHARTER

BOAT SERVICE

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La Boat Service Roma, situata presso il Porto Turistico di Roma, sul litorale di Ostia, è una società innovativa nel campo dei servizi per la nautica attiva in tutto il Mediterraneo. La società, in grado di soddisfare qualsiasi necessità dell’armatore, offre assistenza nella vendita e nell’acquisto di imbarcazioni a vela e motore, nuove o usate, charter e servizi per la nautica in genere. Luciano Benlaamiria, proprietario di Boat Service Roma insieme ai professionisti di cui si avvale, vi aiuteranno nella gestione, affitto e vendita posti barca da 8 a 50 mt, nella manutenzione rimessaggio e custodia imbarcazioni; esperti artigiani falegnami e personale specializzato nella lavorazione della vetroresina soddisferanno ogni vostra esigenza. Lavaggio, pulizia interni e esterni e trattamento igienico ed estetico di pelle, alcantara e similpelle verranno eseguiti con cura e attenzione. Luciano, ex marinaio, ha fatto del la sua passione per le barche a motore il suo lavoro. “La nostra flotta charter è costituita da una decina di imbarcazioni e navi fino a 60 metri, nolegiabili per una sola giornata o più, con o senza skipper; il nostro servizio prevede anche la cambusa per rendere l’esperienza di vita a bordo completa. Le mete tipiche, isole di Ponza, Ventotene, Palmarola e le isole toscane, continuano a essere molto richieste. Spesso Organizziamo eventi a bordo: feste private, compleanni, serate a tema fornendo anche servizi accessori come catering, addobbi floreali e tutto quanto si renda necessario. Questa iniziativa è molto apprezzata dai nostri clienti.”

Barca a vela 15 metri esempio

Bavaria 44 Uscita giornaliera per 6/8 persone: euro 2000 partenza venerdì sera, rientro domenica sera, skipper e carburante compresi. Cambusa a parte Fine settimana fino a 8 persone: euro 2000 partenza venerdì sera, rientro domenica sera, skipper e carburante compresi. Cambusa a parte Intera settimana fino a 8 persone: euro 2800 partenza il lunedì in giornata, rientro la domenica sera, skipper compreso. Cambusa e carburante a parte.

Motoscafo 12 metri esempio

Gobbi 335 SC Uscita giornaliera euro 500 Week end euro 1500 Intera settimana euro 4000 Skipper e carburante non compresi

Boat Service Roma Porto di Roma, box 879 mobile: 334.8277720 www.boatservice.it boatserviceroma@gmail.com

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VLADI POLO | di Ufficio Comunicazione Vladi Polo

2° VLADI INTERNATIONAL ROME POLO CHALLENGE Q Quando cala il sipario si tirano le somme, è tempo di bilanci, è tempo di ricordi. Non si può far altro che dare un giudizio positivo all’evento di polo più importante degli ultimi mesi, che ha avuto come protagonisti assoluti lo sport, la bellezza e l’armonia, l’evento ha bissato, se non addirittura superato, il grande successo della prima edizione. L’anima polo fortemente vibrante in ogni par-

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tecipante ha avuto libero sfogo nella giornata conclusiva, mettendo in risalto le emozioni e la passione che tale sport comunica. Ho ancora impresse nella memoria le splendide immagini della natura incontaminata dell’Acquedotto Romano Polo Club, dei cavalli sapientemente guidati dai giocatori e del fantastico colpo d’occhio che il verde dei Castelli Romani ha offerto agli ammirati spettatori. L’evento ha potuto contare sulla partecipazione di ospiti di spicco del panorama internazionale, tra i quali il Ministro della Cultura della

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Cecenia Muzakaev Dakilu Abuzedovich, il console del Kazakhstan in Italia Tinghiz Albiev e una delle maggiori autorità del governo kazako Giorgenbaev Muchtar, che ha fortemente voluto la realizzazione di un evento di polo nella loro nazione organizzato da VLADI POLO Associazione. Le tre squadre sfidanti, già partecipanti nella precedente edizione, Italia, Russia e USA, hanno avuto una nuova antagonista: la Svizzera, una delle novità più importanti del torneo di quest’anno. E, per la serie “gli ultimi saranno i

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primi”, è stata proprio la squadra elvetica ad aggiudicarsi la vittoria assoluta del torneo. La squadra italiana, rappresentata dal partner storico HARPA ITALIA, si è dovuta accontentare del secondo posto. Seguono al terzo posto la Russia e fanalino di coda gli USA. Va detto che in una giornata all’insegna della sana competizione l’importante non è vincere, quanto partecipare dando la propria testimonianza del concetto di team, di sacrificio e passione elevata all’ennesima potenza. Tra i momenti più toccanti, la premiazione: gli inni nazionali riecheggiano lungo tutto l’immenso campo ed anche oltre. Alla squadra svizzera è stata conferita la coppa del primo classificato e premi gentilmente offerti dagli sponsor, i quali non hanno lasciato a mani vuote neanche le restanti squadre, da loro appunto gentilmente omaggiate. Il presidente della VLADI POLO Associazione, nonché organizzatrice dell’evento Vladlena B. G. Hermès ha voluto fortemente ringraziare tutti quanti hanno contribuito alla riuscita dello stesso. E quando cala il sipario, si tirano le somme, è tempo di bilanci, è tempo di ricordi. VLADI POLO può essere soddisfatta del risultato raggiunto, augurando a tutti un arrivederci alla prossima e sempre più entusiasmante edizione. Ad maiora semper.

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Via Tiburtina km 18,300 - Guidonia Montecelio (RM) Tel. 0774 353506 - info@ocres.it


GOLF | di F.I.G.

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Il 34enne inglese Robert Rock ha vinto con 267 colpi (64 68 68 67), ventuno sotto par, il BMW Italian Open presented by CartaSi disputatosi per la terza volta consecutiva sul percorso del Royal Park I Roveri a Fiano Torinese. Per la prima vittoria nell’European Tour, dove gioca da nove stagioni, Rock ha superato di un colpo il connazionale Gary Boyd (268 69 65 68 66) e il danese Thorbjorn Olesen (65 71 70 62), che è rimasto a lungo leader in club house dopo un eccellente parziale di 62. Non è riuscita l’impresa a Francesco Molinari (66 68 68 70) e a Matteo Manassero (66 68 70 68), che si sono classificati entrambi all’ottavo posto con 272. Sono stati comunque tra i grandi protagonisti della 68ª edizione della massima manifestazione golfistica nazionale. Rock, rimasto in vetta sin dal primo giro, ha iniziato con qualche incertezza, poi ha infilato sei birdie in sette buche, dalla 5 alla 11 e ha superato Olesen, che era giunto in club house con notevole anticipo. Il vincitore ha avuto un brivido alla buca 12 per un bogey, si è ripreso la leadership alla 13 con l’ultimo birdie di giornata e poi ha mantenuto il colpo di margine fino alla fine. “Sono molto contento - ha detto al termine - e anche sorpreso per questo successo. Sapevo di dover fare diversi birdie per vincere e fortunatamente ci sono riuscito. Di fatto, la 17 è stata la buca della svolta perché non avrei mai pensato di segnare il par. Ho mandato la palla con il tee shot in bosco e ho tirato un ferro quattro come secondo colpo per uscire. Ho avuto la fortuna di superare l’acqua, riuscendo poi a fare up and down. E’ stata una settimana eccezionale, la migliore della mia carriera”. Hanno recitato la loro parte anche Andrea Pavan, che è salito fino alla 23ª posizione (275 - 68 72 66 69) con due tonici giri conclusivi e Lorenzo Gagli, 33° con 277 (68 66 71 72), che invece nelle ultime 36 buche ha avuto una flessione dopo essere salito fino al quarto posto. Sono andati a premio anche Alessandro Tadini, 39° con 278 (69 70 69 70) ed Emanuele Canonica, 57° con 282 (67 72 72 71). Tra gli altri attesi protagonisti, il nordirlandese Darren Clarke è giunto 46° con 278, mentre il danese Thomas Bjorn è stato costretto al ritiro dopo 54 buche per capogiri e lo scozzese Colin Montgomerie non ha superato il taglio.

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ITALIAN OPEN:

vince Robert Rock 78

Photo Daniele Badolato g o l f


DO YOU NEED AN IDEA?

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Argentario

POLO CLUB

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L’Argentario Polo Club si trova in Toscana, a Monte Argentario, una delle più belle località balneari d’Italia, dotata di una linea costiera caratterizzata da spiagge rocciose di una bellezza straordinaria. Il Club gode di una eccezionale posizione panoramica, i campi da polo e le scuderie si trovano nel classico paesaggio della Maremma, con splendida vista mare e nel mezzo di un nuovo campo da golf di 18 buche. Fin dalla sua nascita, nel 1987, all’Argentario Polo Club, si sono visti i migliori episodi del polo italiano, diventando il “polo” dell’eccezionalità sportiva; molti grandi nomi del polo internazionale sono passati da qui, per citarne alcuni: Gonzalo ed Horacito Heguy, Eduardo Heguy, Alejandro (Piki) Diaz Alberdi, Santiago Araya, David Stirling, Juan Martin Nero, Juan Josè Branè, Agustin Garcia Grossi e Lolo Castagnola, Alfio Marchini. La passione per questo sport ed il lavoro di manutenzione del campo da gioco, riconosciuto uno dei migliori d’Europa, hanno fatto sì che l’Argentario Polo Club sia il luogo di riferimento del polo italiano, negli ultimi anni l’organizzazione sportiva può vantare di vari primati italiani ed europei come: la 1° edizione della Ladies Polo Cup, il primo torneo di polo femminile ad essere disputato in Italia, (la 2° e la 3° edizione de

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Il Pellicano Ladies Cup vedono come sponsor uno dei migliori Relais&Chateaux del mondo), è stato il primo in Italia ad organizzare tornei Junior (10-15 anni) ed anche il primo, in Europa, ad aver organizzato un torneo a 18 handicap in notturna (in occasione del XX° anniversario del Club-2007), ogni anno per la Coppa Italia F.I.S.E e la Summer Cup si annovera il record italiano di squadre iscritte, secondi a livello europeo solo a Sotogrande in Spagna. Tra luglio ed agosto di ogni anno l’Argentario diventa la patria del polo con un susseguirsi di manifestazioni di grande rilevanza sportiva e mondana. Dall’anno scorso la vera punta di diamante è il Ladies Tournament, i tornei Femminili stanno riscuotendo un grande successo in tutto il mondo, l’Argentario Polo Club ha voluto farsi promotore di questa iniziativa anche nel nostro paese nel quale non mancano le giocatrici di un buon livello agonistico. Il grande riscontro avuto nella I° edizione della Ladies Cup ha fatto in modo che tutte le edizioni entrassero a far parte nel WTC (Women’s Championship Tournament) il circuito di tornei femminili più importante del mondo. Inoltre, anche per questa III° edizione, l’Hotel Il Pellicano, uno dei Relais&Chateaux più rinomati del mondo ha voluto legare il suo nome a questo eccezionale evento. L’Hotel Il Pellicano e l’Argentario Polo Club hanno avuto fin dall’inizio una partnership d’elezione: entrambi infatti sono simbolo di eccellenza nel proprio campo e la loro presenza e attività sul territorio valo-

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rizzano una destinazione già di per sé rinomata come l’Argentario. L’estate del polo italiano sarà caratterizzata dalle spettacolari performance delle migliori squadre del nostro paese, i 200 cavalli ospiti del Club emozioneranno il pubblico sempre numeroso ed appassionato; l’ambiente sportivo ed elegante dona a quest’angolo di Maremma un’atmosfera tra l’English Style ed il SudAmerica.

14-15-16-17 LUGLIO

TORNEO INTERNAZIONALE DI POLO

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3° Torneo Internazionale di Polo Femminile

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PELLICANO LADIES CUP 22 – 24 LUGLIO

28 LUGLIO 07 AGOSTO

Campionato Italiano di Combinata Attacchi COPPA ITALIA FISE

hp 4-6

10-14 AGOSTO

SUMMER CUP

hp 4-6

16-17-18 23- 24-25 SETTEMBRE

MONTE ARGENTARIO GOLD CUP

hp 10-12

Argentario Polo Club

Località Le Piane
58019 Monte Argentario
Grosseto, Italia info@argentariopoloclub.com www.argentariopoloclub.com

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POMEZIA | ROMA


ALIMENTAZIONE | di Farmacia Rossetti

Il consiglio è: TIPO DI INTEGRAZIONE DOSAGGIO GIORNALIERO Vitamina C

1000 mg

Vitamina E

1000 mg

Betacarotene

2500 mg

(unità internazionali)

PABA 1000 mg

(acido paramminobenzoico)

PROTETTI E

ABBRONZATI

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Tutti conosciamo la sensazione di “benessere” psicofisico che produce la luce solare, infatti, studi scientifici dimostrano come le radiazioni ultraviolette aumentino le neuromediatori capaci di migliorare il tono dell’umore anche nei soggetti depressi. I rischi di un’esposizione solare “senza protezione e preparazione” adeguate al tipo di pelle sono: 1) ERITEMA: un’irritazione cutanea con arrossamento già alla prima sovraesposizione ai raggi solari e che peggiorano, se non trattate, di anno in anno e per i quali occorre fare prevenzione anche durante l’anno 2) MELANOMA: cioè un tumore cutaneo, che si sviluppa per l’esposizione ai raggi solari ultravioletti (UV A-B-C) che provoca danni cellulari irreversibili e che colpisce soprattutto soggetti con mancanza di melanina. 3)INVECCHIAMENTO PRECOCE della cute per danni irreversibili e con formazione di MACCHIE CUTANEE che possono dipendere anche dall’uso di farmaci fotosensibilizzanti, ormoni quali pillolle anticoncezionali e chemioterapici. Tra i raggi ultravioletti più pericolosi ci sono gli UVC che provocano melanomi in modo sempre più frequente. Infatti non sono più adeguatamente fermati dall’ozono dell’atmosfera per via dell’inquinamento del pianeta e per questo i tipi con pelle più sensibile dovrebbero esporsi solo nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio e, comunque,

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usando protezioni adeguate molto alte o addirittura utilizzando gli schermi totali. Lo stesso vale per i bambini e per i neonati la cui pelle è molto sensibile.

RAGGI

Gli UV tutti non sono filtrati dalle nubi e non danno calore come gli infrarossi e pertanto sono pericolosi anche quando c’e’ vento o in alta montagna

UV-A

raggi ultravioletti che abbronzano ma che possono provocare invecchiamento cutaneo e alcuni tipi di tumori cutanei

UV-B

producono le cosidette scottature se non proteggiamo la cute

UV-C

sono i più pericolosi e provocano melanomi.

La prima efficace forma di prevenzione contro l’eritema solare che si può attuare inizia qualche settimana prima della prevista esposizione solare ed è di carattere alimentare. L’esposizione al sole comporta, infatti, un incremento della formazione di radicali liberi, ovvero sostanze tossiche, che, accumulandosi, comportano invecchiamento precoce della cute. I radicali liberi si combattono nei 30-40 giorni precedenti all’esposizione solare, con sostanze antiossidanti: vitamina C, vitamina E, zinco, selenio, beta-carotene, il paba (acido parammino benzoico) contenuti soprattutto in agrumi, pomodori, peperoni, cavoli, broccoli, carote, spinaci, albicocche, mandorle, noci, nocciole, olio di oliva, germe di grano, yogurt, pane integrale.

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Importanti e recenti studi stabiliscono che la vitamina C (forte antiossidante) nei fumatori va aumentata molto in quanto questi soggetti ne hanno maggiore deficit. Viceversa per gli stessi soggetti il betacarotene va ridotto perché potrebbe aumentare l’incidenza di tumori. La prevenzione dall’eritema solare si attua anche con un’esposizione solare progressiva. Gli schermanti solari ad alta e altissima protezione sono un coadiuvante, ossia una protezione solare ausiliaria particolarmente indicata per i bambini e per le pelli delicate in genere. Le stesse precauzioni vanno prese anche in caso di cielo nuvoloso e in montagna, dal momento che l’azione dei raggi solari è analoga. BIOTIPO SENSIBILE O come reagisce al sole e FOTOTIPO quale fattore di protezione solare deve usare (spf alto= protezione alta) I

si scotta sempre e non si abbronza: deve usare creme con spf 50 (paste a schermo solare che evitano il passaggio dei raggi UV)

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si scotta facilmente, si abbronza poco: deve usare creme con spf 50

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si scotta moderatamente, si abbronza gradualmente: deve usare all’inizio creme spf 30 e poi ridurla a 20

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si scotta poco, si abbronza rapidamente. deve usare creme a protezione bassa con spf 15-20

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si scotta raramente, si abbronza rapidamente e intensamente: deve usare solo creme per prevenire inestetismi

Dopo questi semplici accorgimenti preventivi l’unica preoccupazione sarà la decisione della località e del periodo nel quale andare in vacanza, augurandovi giornate piene di sole, alleato di un sano benessere.

Per approfondimenti o chiarimenti Farmacia Rossetti Laura Via Maremmana Inferiore, 300 Villanova di Guidonia.

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La Tenuta di Rocca Bruna

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Tradizione e innovazione nella semplicità degli ingredienti selezionati con passione e cucinati con tecnica rigorosa e fantasia, questi gli elementi che sintetizzano i piatti proposti dal ristorante La Tenuta di Rocca Bruna. Cura nella scelta delle materie prime, attenzione all’aspetto cromatico, precisione nell’esecuzione sono ingredienti insostituibili di ogni pietanza proposta dallo chef Fernando Maruccia. Una cucina ricercata, legata al territorio, capace di spaziare oltre la tradizione con idee fresche ed accattivanti.

Coscio d’agnello farcito con carciofi, coppa di testa e mentuccia. Ingredienti per 4 persone: 100 gr guanciale 100 gr coppa di testa 100 gr carota 100 gr cipolla 100 gr sedano 1 coscio d’agnello 5 carciofi 4 fette di pane in cassetta 4 uova 1 arancia sale, pepe, olio extravergine d’oliva, mentuccia, rosmarino, alloro, burro, farina, vino bianco, rete di maiale QB

Preparazione:

Disossare il coscio d’agnello e batterlo. Saltare i carciofi in una padella, dopo averli mondati e tagliati a julienne. Utilizzare lo stesso taglio per la coppa di testa. Successivamente sbriciolare il pane in casseta e unire ad esso l’arancio grattuggiato. Unire i carciofi, il pane, le uova e la coppa di testa per realizzare una farcia che servirà a farcire il coscio. Una volta farcita, la carne deve essere arrotolata e avvolta in una rete di maiale, la quale provvederà a chiuderla. Successivamente legare il tutto con uno spago. Preparare il fondo di cottura utilizzando le verdure e le erbe e sfumarlo con del vino bianco. Cuocere il tutto in forno ad una temperatura pari a +160 °C, per 45 minuti. Prima di essere tagliato il coscio deve essere lasciato raffreddare. Tirare il fondo di cottura rendendolo più denso con il roux e frullare il tutto per poi passarlo a chinois.

Il Sommelier consiglia: Red Angel - Vinnaioli Jerman I.g.t.

Strada Rocca Bruna n. 30 00010 Villa Adriana - Tivoli (Roma) Telefono (0039) 0774535985 Telefax (0039) 0774535984 E-mail: info@latenutadiroccabruna.it

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GUSTO | di Giusy Ferraina

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Il Circolo dei Buongustai di Fabio Campoli ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, è stato protagonista e curatore del Gala per la Festa della Marina, che si è tenuto presso il Palazzo della Prefettura di La Spezia la sera del 9 Giugno. La cucina di Fabio Campoli, dopo i festeggiamenti di Civitavecchia (2009) e Napoli (2010), ha conquistato i palati di comandanti e capi di stato, che hanno voluto nuovamente affidare allo chef e a tutto il suo staff la creazione di un buffet del tutto speciale per questo evento. Nell’ambito delle celebrazioni di questa 150^ Festa della Marina Militare (1861-2011), inserita nei 150 anni dell’Unità d’Italia, per dare più valore a queste doppie celebrazioni, lo Chef Fabio Campoli ha studiato e creato 10 ricette speciali, ispirate ad alcuni menu storici serviti a bordo e a terra nel periodo che va dal 1894 al 1941. Un gala gastronomico che diventa un vero e proprio excursus nella storia della cucina a bordo delle Navi. Ogni ricetta scelta dallo Chef è stata illustrata nel suo contesto storico e poi reinterpretata secondo il suo stile. Un menu del tutto originale, dunque, che ha in sé la contemporaneità della forma e del sapore e il valore e la storia della cucina italiana in Marina. Come conferma lo stesso Campoli: “Creare questo menu è stata una scommessa con la mia curiosità e la voglia di conoscere cose nuove. Alla base c’è un’attenta ricostruzione storica e uno studio dei cibi e dei piatti preparati, cui poi ho dato il tocco della mia cucina, rendendoli adatti al gusto contemporaneo”. Da questo percorso e studio storico-gastronomico è nato un opuscolo, edito a cura della Marina Militare in tiratura limitata, in cui sono riportate le ricette originali con le relative foto, le ricette reinterpretate da Fabio Campoli, con brevi cenni storici alle Unità sulle quali quel particolare menu è stato servito. Il tutto corredato da foto d’epoca. “Abbiamo lavorato tanto per creare un momento di alta cultura della cucina italiana e il menu storico firmato da Fabio Campoli e la realizzazione di un libro dedicato lo dimostrano sicuramente – dichiara entusiasta il direttore del Circolo Armando Albanesi - è veramente un grande riconoscimento essere stati a La Spezia per questo anniversario”. Come sempre il Circolo dei Buongustai per i suoi eventi di eccellenza sceglie prodotti di alta qualità ed etichette che rappresentano il meglio del made in Italy nell’agroalimentare. In questa occasione sono stati presenti Acqua di Nepi, Richard Ginori, Orogel, Centro Agroalimentare Roma, Olio Quattrociocchi, Cantina Poggio Le

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Volpi, Scapa Italia, Cucina Mareno, Bollicine Mare in tavola, Fritto King, Caseus Montanus e Espressaroma. A questi importanti marchi si aggiungono anche Cantine Dragani, Vini Matteucci, Vini Olivastri e Orsogna Cantina, alcune cantine abruzzesi selezionate per il progetto “Vini d’Abruzzo”, ideato per la valorizzazione e promozione dei prodotti tipici del territorio attraverso i grandi eventi e la cultura della buona tavola. Un progetto importante che servirà anche a mettere alcuni prodotti in risalto sul mercato, soprattutto dopo i drammatici fatti che hanno colpito questa regione. Per i lettori di èArea una ricetta del menu storico ideato da Fabio Campoli. Si tratta del Ghiacciato Napoletano, dessert datato giugno 1894 e tratto dal menu di bordo della Regia Nave Morosini, storica nave da guerra varata nel 1885 e in servizio dal 1889. GHIACCIATO NAPOLETANO secondo Fabio Campoli Preparare un apparato per biscotto ghiacciato (formula moderna). Dividerlo in tre parti e mescolarle rispettivamente con vaniglia, purea di fragole molto densa e croccante pestato nel mortaio. Foderare lo stampo come è riportato sotto. Servirne le trance, alte 4 cm almeno, decorandole con panna montata e spolverandovi sopra croccante finemente tritato.

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Apparato per biscotto ghiacciato (formula moderna) Ingredienti (6-8 persone): 5 tuorli; 200g du zucchero; ½ l di panna montata; 1 profumo a scelta Preparazione Far cuocere lo zucchero entro una casseruola con poca acqua sino a fargli raggiungere la gradazione della “grande bolla”. A parte, intanto, sciogliere i tuorli sbattendoli con la frusta ed unirvi lo sciroppo allo zucchero bollente appena apprestato, continuando a battere sino a completo raffreddamento del composto. Unire poi il profumo prescelto ed incorporare al tutto la panna montata. Preparazione dei biscotti ghiacciati Per la preparazione dei biscotti ghiacciati ci si serve di speciali stampi a cassetta, rettangolari, delle dimensioni di un mattone. Gli stampi non hanno fondo, ma due coperchi, uno superiore e l’altro inferiore, che si possono staccare quando il composto si sia perfettamente solidificato. Generalmente, i due coperchi hanno i bordi alti almeno 3-4 cm, così da costituire a loro volta due contenitori a cassetta dai bordi ovviamente molto bassi. Quando inizia la preparazione del biscotto, si riempiono innanzitutto i due coper-

chi con due composizioni diverse di “apparato per biscotto ghiacciato”, facendole subito solidificare nel congelatore. In un secondo tempo, si fissa uno dei due coperchi, dal contenuto ormai solidificato, al corpo centrale e lo si riempirà a sua volta sino all’orlo, con dell’apparato per biscotto, lavorato e profumato in modo diverso dagli altri due. Si coprirà il tutto con il secondo coperchio e si farà congelare per qualche ora. Trascorso il tempo prescritto, il biscotto è ormai terminato, e lo si sforma immergendone lo stampo, ancor chiuso, per qualche istante in acqua bollente. La forma a mattone che se ne ricaverà, composta da tre strati sovrapposti, verrà suddivisa in trance alte 3-4cm, costituenti porzioni individuali che verranno accavallate le une alle altre parzialmente o disposte in altra maniera, a seconda delle preferenze. Ciascuna trancia, tricolore perché composta di tre strati diversi, verrà decorata con ingredienti vari.

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MUSICA | di Donatella Lavizzari

RICHIE KOTZEN è A R E A

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Photo Raimondo Luciani m u s i c a


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Richie Kotzen é uno dei migliori chitarristi internazionali, dotato di una voce straordinaria pari a quella dei più grandi cantanti rock e soul.

Nato a Reading in Pennsylvania, inizia giovanissimo il suo incredibile viaggio nel mondo della musica imparando a suonare la chitarra elettrica all’età di 7 anni. A 18 anni registra il primo dei 3 album per la Shrapnel Records di San Francisco. Richie ottiene subito grandi riconoscimenti e appare su diverse copertine di riviste tra cui Guitar World: i lettori lo votano come uno dei 3 migliori nuovi chitarristi dell’anno. Si trasferisce a Los Angeles dove, appena ventenne, si unisce al famosissimo gruppo metal dei Poison. Con la band registra il cd Native Tongue e parte per il tour mondiale di promozione. Il suo brano Stand raggiunge il quarto posto nella classifica Most Wanted di MTV ed entra nella top 20 di Billboard Magazine. Dopo aver lasciato i Poison, Richie continua a registrare diversi album. Nel ’99 il leggendario jazzista Stanley Clarke lo chiama per formare i Vertu, gruppo con cui registra il disco omonimo per la Sony e con cui partecipa al Montreux Jazz Festival. “Fu un onore e una grande esperienza essere in un gruppo con Clarke e gli altri componenti”, dichiara Richie che sempre nello stesso anno, si unisce alla popolarissima rock band dei Mr. Big con cui suonerà nello stadio di Osaka in Giappone con gli Aerosmith per l’atteso capodanno del nuovo millennio. Dopo aver inciso 2 dischi in studio con i Mr. Big e aver raggiunto la prima posizione nella classifica giapponese con un brano intitolato Shine, Richie continua la sua carriera solista incidendo dischi di successo e girando il mondo come una superstar, suonando negli stadi, ai festival e nei club di molti paesi, esibendosi con molti musicisti famosi, tra cui Gene Simmons dei Kiss, e i Dogstar, la band di Keanu Reeves. Nel 2006 Kotzen ha aperto come solista il Bigger Bang Tour in Giappone dei leggendari Rolling Stones.

www.richiekotzen.com

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MOLESKINE | di Ufficio Comunicazione Auditorium

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La quinta edizione di festiVAl - Festival Internazionale di Villa Adriana, promosso dalla Regione Lazio e prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con MIBAC - Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e il Comune di Tivoli si svolgerà dal 16 giugno al 20 luglio 2011. Il grande palcoscenico all’aperto che accoglierà gli spettacoli sarà allestito come sempre nell’area delle Grandi Terme di Villa Adriana, uno dei più importanti siti archeologici a cielo aperto del mondo, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Anche quest’anno il programma offrirà una panoramica sulle novità più interessanti della scena internazionale. Cina, Russia, Stati Uniti, Israele, Belgio, Francia, Italia, Romania e Lituania sono i paesi a cui appartengono i protagonisti di questo giro del mondo attraverso le suggestioni e i talenti delle diverse espressioni artistiche: il teatro di Eimuntas Nekrosius con Evgenij Mironov e quello di Pippo Delbono insieme ad Alexander Balanescu; il circo di Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée; la danza dei Ballets C de la B. e di Barak Marshall; la musica del pianista Zhang Haochen, del cantautore Vinicio Capossela e della cantante jazz Cassandra Wilson. festiVAl si inaugurerà giovedì 16 giugno con “Le Cirque Invisible” uno spettacolo straordinario frutto della prodigiosa abilità di due grandi artisti, Jean-Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin, assenti da Roma da molti anni: sono loro gli acrobati, i fantasisti, gli illusionisti, i funamboli, i prestigiatori, i clown e i musicisti di questo circo poetico dove tutto si svolge in un fluire, in apparenza privo di ogni fatica, naturale e spontaneo; un circo venato di surreale, creato da due personaggi unici – lui già attore di Peter Brook e Federico Fellini, lei sesta figlia dell’indimenticabile Charlie Chaplin – che nell’epoca virtuale e degli effetti speciali riescono ad incantare con la loro arte fatta di pochi oggetti e tanta poesia. Repliche fino al 19 giugno. Grande spazio anche quest’anno alla musica, sia essa classica o contemporanea: il 21 giugno tocca all’ironia istrionica di “Marinai, Profeti e Balene” di Vinicio Capossela: un artista a tutto tondo, un cantastorie che racconta la musica e la vita alla sua maniera, un visionario pronto a trascinare chi lo ascolta in una sarabanda magnifica e stupefacente, dove nulla è previsto e niente è prevedibile.

Photo Sasha Ivanishin

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7, 8 Luglio danza Alain Platel & Frank Van Laecke /Les Ballets C de la B “Gardenia” 9 Luglio musica Zhang Haochen Pianoforte Musiche di Schumann, Beethoven, Chopin, Debussy, Prokof’ev per la prima volta in Italia 14 Luglio danza Barak Marshall “Rooster” prima italiana 16 Luglio musica Concerto di Cassandra Wilson 20 Luglio teatro musica Pippo Delbono e Alexander Balanescu “Amore e Carne” prima assoluta I biglietti di ingresso per i singoli spettacoli variano da 15 a 45 euro. Il biglietto di ingresso dà diritto all’utilizzo del servizio di navetta, al costo di 5 euro, che dal Parco della Musica permetterà agli spettatori di raggiungere Villa Adriana in pullman, con ritorno a fine spettacolo. La partenza è fissata alle ore 18,30. Per le prenotazioni rivolgersi all’infopoint dell’Auditorium, o telefonare allo 06-80241281.

Punti vendita:

Photo 78BB Il 9 luglio è in scena, per la prima volta in Italia, il talento stupefacente del giovane pianista Zhang Haochen, con cui si chiudono le iniziative della Fondazione Musica per Roma legate all’Anno Culturale della Cina in Italia. Oggi ventunenne, Zhang ha debuttato all’età di soli 5 anni al Shangai Concert Hall eseguendo le Invenzioni in due parti di Bach ed alcune sonate di Haydn e Mozart. Il 16 luglio è infine la volta di Cassandra Wilson, una delle più grandi cantanti jazz viventi. Brillante, dotata di tecnica impeccabile ma anche di pathos travolgente, Cassandra Wilson riesce a re-inventare con grande libertà brani di Bob Dylan, così come il blues dei vecchi maestri della sua terra natale sul delta del Mississippi, divertendosi anche a giocare con il rap e Photo Ivanishin le ballateSasha soul anni ‘70.

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• Biglietteria Auditorium, aperta tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 20 • Botteghino Villa Adriana aperto solo nei giorni di spettacolo dalle ore 19:00; • CTS “Il Viaggiatore” di Tivoli (Via Lione 3/5 00019 TIVOLI) • Ricevitoria in via di Villa Adriana 80, 00019 TIVOLI • Punti vendita autorizzati LisTicket • www.auditorium.com • Call Center 060608 (numero con commissione) • Call Center 892982 (numero a pagamento con commissione);

PROGRAMMA 16,17, 18, 19 Giugno teatro circo Victoria Chaplin e Jean-Baptiste Thierrée “Le Cirque Invisible” 21 Giugno musica Vinicio Capossela “Marinai, Profeti e Balene” 25, 26 Giugno danza Alain Platel/Les Ballets C de la B “Out of Context. For Pina” 1, 2 Luglio teatro Eimuntas Nekrosius “Caligula” di Albert Camus Con Evgenij Mironov prima europea

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Photo Luk Monsaert

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