La Parabola della Gazzella, del Leone e la “Minna” di Salomone di Benedetta Tomasello
“Quando il sole sorge, non importa se sei un leone o una gazzella è meglio che cominci a correre. ”
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La Parabola della Gazzella, del Leone e la Minna� di Salomone di Benedetta Tomasello Adattamento E-book by estro-verso.net
Egregio lettore /Gentile lettrice prima di iniziare a sfogliare Ti consiglio di leggere le indicazioni e gli effetti collaterali di certe “letture�.
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Indicazioni di lettura : Avete una voce interna? Si? Alcuni(e) ne hanno più di una. Mettiamo il caso che le voci convivono tutte nello stesso castello, che per nostra comodità espositiva chiameremo cervello. Ognuna con la sua stanza, tipo studenti all’università che hanno in comune un lungo corridoio giallo - il cuore. Ipotizziamo, inoltre, che per il quieto vivere escano a giorni diversi, a orari altrettanto strani - orari umorali e animali – Queste stanze hanno tutte delle porti marroni -il pregiudizioeccetto una che è rossa perché è la caposala - l’animaCosa succede se escono tutte assieme nel corridoio per l’ultimo dell’anno? Effetti Collaterali : Può causare dipendenza
Una scrittura aspra, introspettiva, frammentata; una storia oppure tre, “non si capisce “il perché! senza punteggiatura e metrica: E’ una “retromarcia a cofano aperto ” 3
LĂŹ, dove, la ricerca non conta Tu mi ami
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A Paola mia seconda madre Il tuo regalo è mia rinuncia
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Mors sua vita mea!
Morte -Tiènici a a vucca!--ùora?--ùora si fà! mientri ù sangu è cavuru--picchì?--appiena arrifridda addivienta sangunazzu-
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Piangendo fece nido tra le mani del suo viso ancora caldo. Era stata assoldata come “ becchino ufficiale” per far sorridere la morta. Parapapapapa …… Doveva tenere le sue labbra ben ferme, per non lasciare il pesce a bocca aperta, con estrema dolcezza cucì un sorriso come ricamo di cinquecento su telaio antico, su quel viso –asinnò arrìstava cà vucca tùorta rintra a cascia(Sono responsabilità! vi assicuro) Estratto di Morte : 18-12- Ore 06. 00 am Adagiarono il “cinghiale” su un letto improvvisato, al centro perfetto del salotto. Furono i tre magi vestiti di rosso a fasce bianche che recapitarono il pacco spedito dal quarto piano della morte. Quasi fosse stato un regalo di Natale, ma non era ancora Natale, era il 18 della smorfia napoletana Ò Sang. La befana era ancora lontana, ma i magi ebbero premura che il dono arrivasse a casa sua in perfetto orario. Senza cammello arrivò il cappello/ del Divin Bambino…oh che bel regalino / niente bue ne asinello ma carbone per l’agnello. Bingo!!!!!! 7
Per alcuni fu bingo! Per altri tombola, per altri tragedia, per me rinuncia, per lei regalo. Come vermi all’assalto del cadavere, i “vestitori” cominciarono ad imbacuccare la morta. Vestizione ore 07. 00 a m Ogni vestitore ebbe una parte del cinghiale a piacere. Tipo agli esami per i raccomandati -Mi dica un argomento a piacere!-La rivoluzione industriale! anzi Alessandro Manzoni! No! la riproduzione! No Leopardi! pardon Pascoli! (tutti i conosciuti) Purtroppo alcuni o alcune non sono mai stati raccomandati . Ad esempio a me a piacere non chiesero mai niente, anzi approfitto ( anche se non è il momento giusto ) e vi giro la domanda che mi fecero : Mi parli del turismo nell’antica Roma! Ripeto: Mi parli del turismo nell’antica Roma! Ripeto: Io posso ripetere per tutta la pagina, ma se non sai la risposta è inutile.
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Allora…. Turismo nell’antica Roma? - ma picchì c’ erano alberghi e b&b nell ‘antica Roma? pensai a bocca a mezza luna. Il turismo nell’antica Roma. . Si…. si…si… Ma guardi, se proprio vogliamo sviscerare la materia, se vogliamo approfondire, toccare a nude mani il turismo degli antichi romani … (e intanto prendi tempo e pensi :– Bah ma rìci nà cristiana, ma chi ddumanna è? i carni arrizzanu. Ma chi ci ha ddìri? Signorina sbadatella! mi parli del turismo nell’antica Roma! sa rispondermi o no? (signorina sbadatella ammìa? Mi piaci Terence ma mica sugnu disgraziata comu Candy Candy –ovviamente l’ho pensato, ma non “lo potei dire “. In quel momento invocai l’unica forza che fino ad oggi non mi ha mai lasciato, La fantasia! che tradotta in siciliano diventa saper raccontare minchiate. Diaframma aperto a pieno carico per i polmoni e di getto senza virgole dissi : Un ricco romano che si sposta dalla capitale con la famigghia, dopo un anno di lavoro in senato, verso il mare per rilassarsi! (sfiatare!) 9
Brava! Onestamente non me lo aspettavo. (Le minchiate si devono saper dire e a me finì bene quella volta. Forse perché quello era più fuso di me o forse perché mi guardò il retro bottega non lo so ). Scusate continuamo con la vestizione picchì la morta s ‘arrifridda e addivienta sangunzzu. I vestitori raccomandati scelsero il pezzetto che più gli aggradava. Chi i piedi per lo zampone e il cotechino di capodanno, chi i pittìnicchi pu sùcu. Al “becchino ufficiale “ –quale ingorda della morte – toccò : il viso/ il collo/ il suo sorriso /i suoi occhi a tèsta rù àmmaru. . ù megghìu! chìdda ca si sùca all’ùltimu). (non si butta niente! asinnò u Signuri s’allagna! –Il Signore si dispiace …. si offende…. . ci mette il broncio …. come le faccine della tastiera di messenger … i regali non si rifiutano mai!!!!! ) Grazie per il regalo, ma non doveva disturbarsi ( questa leggetela con voce ironica ). Andiamo avanti ……. Era cosi calda. La febbre era ancora da cavallo in un corpo oramai inerme. Un vestito blu di raso, tagliato al centro delle spalle per evitare di rivoltare il morto, su quel corpo ben fatto da madre natura fu adagiato come tela sull’ultima spiaggia. Nessun morto va 10
ribaltato come sabbia da cantiere solo per puro piacere del vivo. (chi non rispetta i morti non è degno d’essere rispettato da vivi…però, se tu non hai rispettato il morto quando fu vivo ora il rispetto a che serve? a chi serve? ). Doveva rimanere sempre con il sorriso nelle mani. Ogni movimento con cautela, come bradipo in salita al Golgota. Due ore come una statua. (ho ancora il prurito al piede. ) Le braccia erano “insuvaruti” indolenziteaddormentate. Per svegliarsi impiegarono quasi un mese o forse ancora dormono. Quel sorriso su quel volto così delicato sembrava un fiore appena sbocciato. Nonostante la malattia faccia il suo percorso sui visi che incontra, su lei non fece tanto strada, forse perché galoppò come Ribot all’ippodromo con in sella Enrico Camici. Un fuoriclasse eterno senza ritmo del tempo. Chiusi le sue finestre al mondo con i pollici, delicatamente, quelle due finestre color nocciola vennero serrate o meglio –allapazzate- sfrattando la luce che da loro ne usciva. Quei due pollici divennero tende di raso di antica manifattura per le finestre dell’aldilà. Contemporaneamente occhi/labbra/tutto il viso. (non è facile, vi assicuro, se ti sposti si apre un occhio e perdi il sorriso ). Oramai chiusi come una rosa al mattino seguente, con tutti i petali a terra e la pallina legata ancora allo stelo dritto, ma senza più il suo profumo. Un puntino blu, al centro perfetto della fronte, si intonava cromaticamente alle scarpe d’argento e alla sciarpa al collo che nascondeva il decolté della donna morta con pudore. 11
Mà a curuna né manu c ià mìttistivù? A cùllana ri Gesu’! Chista è a casa ri Gesù e cu trasi n’ nesci cchiù Baratto il mio rosario/per una corda di raso azzurro/coda di vestito della tua grande festa/che mi incateni /come filo al tuo aquilone/in quel cielo /dove la luna è vicina alla mia prima stella/sorgi ora ancor più bella. Check in aperto! Il rito funebre fu ufficialmente aperto alle ore 08. 30 am Incredibile: la morta sorrideva (un miracolo) I visitatori del sarcofago, dopo aver firmato il registro visite si diressero dalla festeggiata. Visitatore A ( per la legge sulla privacy l’identità è riservata ) Ah! Cà com è cà succìriu?…. fìnu a ìeri era bùona! Mah! Ma era malata? Ma quant ‘anni avieva? Parente B al metro cubo Finìu! Finìu! Finìu Me màtri, me sùoru, sàngu mio, ciàtu miu, Ma picchì? 12
Picchì Signuri Picchì???? Tutti in coro : A+B+argomento a piacere -Talè sta ririennu- disse il primo -La donna sempre con il sorriso –incalzò il prete - i carni arrizzanu a morta riri - il terzo gridò Comunicazione da parte del “ becchino ufficiale” Non ho più contato dopo i 500. Certo sto un pò abbreviando, mica vi posso riferire tutti i messaggi che recitarono alla morta sperando che diventasse il piccione viaggiatore per l ‘aldilà di quelli qua. Salutami a ……. . A viristi a……. . Ci ù po riri a Michieli cà sta attièntu e me fìgghi? E intanto le ore passavano, dovetti fare da segretaria al piccione, appuntare nel taccuino da viaggio tutti gli “impegni funerari “ che le furono affidati. Ma a me chi mi paga ora? Prendi la zappa e va a zappare …. bisogna lavorare anche gratis quando credi in qual-“Cosa”. Ok! Con sacrificio di piacere ore 4. 00 am Servizio Notturno 19-12 visite guidate al sarcofago- biglietto ridotto13
Chi non ha un posto dove andare decide di dormire mentre c’è chi veglia. (Mica u pò ìccari fuora?!) Non ho mangiato/ non ho dormito/ma ho vegliato il tuo bel viso. Tutta la notte vaiddiò a muorta , due giorni e due notti senza dormire ne mangiare. La morta non doveva rimanere da sola neanche un minuto prima del ritiro di Caronte. Il suo viso era cosi freddo che bruciò il mio quando la baciai ………………. .
STOP! PORTE APERTE NEL CORRIDOIO Stop!!!! Ferma l’elica! Ma è mai possibile che tu debba scrivere ogni volta che muoia qualcuno? Saresti la giusta politica di marketing del becchino! Hai mai pensato di sposare uno di loro? potresti curare la loro immagine (che è quella che li frega). Perché dici che scrivo solo morte IO? 14
Ma non sei TU quella che ha scritto Buenos Aires 22, poesia di un amore sincero? Dico IO, IO - che sono la tua voce interna e non posso scappare, ma debbo sorbirmi tutte le tue transumanze mentali -dal freddo al caldo e da caldo a freddoTu cerchi continuamente erba! - erba?-Si! sempre erba da vomitare. Dopo averla mangiata, cominci a masticarla e a masticarla. Fino a farne una pallina grossa grossa che custodisci e maneggi con cura in bocca e ogni tanto ci giochi con la lingua. Secondo me sei una pecora! Forse chi scrive (non IO ) è un erbivoro allora!? Si! penso proprio che sia un erbivoro. Prima si ingozza con l'erba del vicino e poi, tutta la notte rigurgita. Con questa pallina in bocca saltellando sopra e sotto, gioca una partita. Un continuo ping pong tra la bocca e lo stomaco senza portarla mai al cesso. Perché non scrivi una bella storia d'amore? Una commedia? Una scena erotica e volgare! Magari una scena hard!? Per favore facci godere su questo letto di parole, dicono che sei brava. Noi tutte assieme -le tue interne voci( io sono stata eletta a plebiscito perché sono la peggiore, cioè l’ unica che ha il coraggio di dirti quello che pensa ) 15
TI diciamo in coro : Ci accontentiamo pure di una tragedia, ma non della signora Morte. Senti voce interna, ma perché la morte non è una tragedia? Secondo te è facile accettare la morte di chi ami? È la morte degli altri che più mi uccide, non la mia e amplifica tutto in questo cuore rotto. -Stupida! la morte è una tragedia degli erranti vivi! Esatto dei vivi! Non parliamo poi di una malattia. Una lenta e veloce malattia tipo lo sfiatare degli impianti alla sera che si conclude con la morte del cinghiale a primavera/l ‘amore fu solo una chimera/--No! non è cosi mia cara, devi ancora imparare sulla morte. Mi viene in mente Virginia, una mia "vicina" di casa: "l esperienza che non scriverò mai è la morte " “I meant to write about death only life came breaking is asual. . ” -Forse ho preso un' esempio sbagliato perché Virginia fìci a fìni i Pìtrùsinu? -No! Aveva ragione, nessuno vuole scrivere la morte, è scontata! È sicura! 16
Credo che si chiamasse Seneca il panettiere di montagna che disse : “siamo tutti soggetti ad un unico destino: chi nasce deve morire”. Che tradotto in siciliano è: <<Passa quàntu vuoi ccà t ‘aspìettu >> La morte non è una tragedia. La tragedia è quella che non ti aspetti, quella che ti rivolta come un indumento in lavatrice. Come può sconvolgere una cosa che conosci di sicuro arrivo? Tragedia? Non per tutti almeno, ma è per tutti mia cara. -Vabbè è inutile parlare con te perché sei cattolica. Veramente io mi chiamo Cristiana, emigrata da Cattolica e vivente nel paesino limitrofo di Credente che fa provincia di -penso intensamente e non sono deficiente – -Cristiana? Sai cosa dicono dei cristiani?--No! Cosa ? -Che si sono inventati l'alibi della risurrezione perché hanno paura della morte – --Ma chi lo dice?— 17
-Ignorante! gli uomini di cultura!collegati su internet e vedi : Risurrezione La risurrezione o resurrezione[1] è il ritorno alla vita dopo la morte con un'analogia al risveglio successivo al sonno. Nella concezione di molte religioni, è possibile ritornare in vita dopo la morte ed al proposito vengono formulate varie previsioni di modalità a seconda che: la nuova vita faccia rifiorire le medesime spoglie terrene del defunto (e si parla di risurrezione vera e propria) lo spirito del defunto ritrovi la vita terrena nel corpo di un altro essere vivente (e si parla invece di reincarnazione, per lo più con riferimento alla rinascita nelle carni di un essere di specie o genere differente) lo spirito del defunto sia dopo la morte ammesso a vivere una vita di puro spirito rinascano dopo la morte sia lo spirito che il corpo del defunto (in tal caso con tempi differenti). In queste due ultime accezioni la risurrezione viene indicata come il passaggio dal tempo finito, proprio dell'esperienza umana, all'eternità spirituale (vita eterna). Ciò che pare comune a tutte le religioni che prevedono la reviviscenza o quantomeno la non-estinzione dell'anima del defunto, cioè del complesso della sua spiritualità è il concetto di "rinascita" o di "ri-sorgere" (da cui deriva il termine). Si presuppone la fine della vita terrena dopo la quale la persona (riappropriandosi o meno di un corpo) inizia un'esperienza nuova e rinasce" Ma allora non sono solo i cristiani. Saranno tutti stupidi? Cercano tutti lo stesso alibi!? Hanno ragione quelli senza alibi? Quelli del delitto perfetto? 18
La coltura dell'alibi è una nuova piantagione? Ma lasciamo perdere! Perché non vuoi parlare? Per alcuni è fiato sprecato, loro non ti ascoltano, solo per partito preso dicono: “chiùiennu l’uocchi ‘n c è cchiù nìente” e cioè con la morte si spegne tutto, avessero almeno "il gusto della ricerca". Senti, che ti aspetti da uno di coltura. . . . . .? capra torna a brucare! Loro vogliono spiegare Dio come una equazione quando lui è solo La Proposizione – -Ricominciamo con le metafore?--Senti, se vuoi tutto dritto e chiaro cambia scatola. Cambia me/me cambia la morte degli altri—
Cara voce interna, confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che prima della "morte" avevo iniziato a scrivere contemporaneamente tre storielle, perché mi piace imbrattarmi, sporcarmi le mani, tagliarmi, 19
leccarmi le ferite a sangue vivo, lasciando che il sangue scorra e si fermi da solo, anche senza l‘ausilio di un cerotto, morendo dissanguata! Poi la morte mi bloccò. Non so perché, ma oggi 29 12 2013 torno a scrivere. Purtroppo una che scrive di getto deve provare "sensazioni" forti. Devi essere come un ascensore di quelli americani << sùpra e sutta -ùora >> Il problema è quando rimani in un piano dentro l‘ascensore e il campanello non funziona. Ecco, la morte mi lasciò senza campanello. Però il lombrico dentro la mia testa continuò in silenzio a scavare come aratro, più andava in profondità, più la terra fermentava. Ogni porzione di zolla celebrale veniva a lui per essere smossa. Questo lombrico silente mi strisciava dentro. Scendendo dalla cervicale scivolò vorticosamente in un corridoio stretto e lungo di colore giallo, lungo come una cannuccia di plastica del McDonald. Bloccandosi poi, per fortuna solo per poco tempo, nel gomito di mela del paradiso terrestre, fece nido nella casa di cartone rossa tra le due piccole colline e sedutosi al centro perfetto del salotto si organizzò un karaoke: se stiamo insieme ci sarà un perché. . . . e vorrei scoprirlo. . . . con te (ragione o sentimento? ) Quelle tre storielle, nate in emisferi diversi, dalla stessa radice sferica, dovevano essere estirpate, bollite assieme e poi passate al setaccio per creare un’unica storia. 20
Sembra facile detta cosi! Ma come fai a mettere assieme l'amore frugale/la superstizione/ l' avarizia come fai? penso/ripenso/penso/ripenso qual è l anello di congiunzione? pensa con me, secondo te qual è? ? cos è? P. s Non andare all'ultima pagina. . . . non avere fretta mio viaggiatore del foglio, devi avere pazienza, devi ricercare, devi assaporare, devi desiderare ardentemente e poi all'ultima pagina non trovi niente. Mica sono scema io! ho nascosto dentro le pagine la chiave, devi solo trovarla e se mi conosci un pò la trovi nel numero che più mi piace. Allora ti arrendi? No? Bravo! continua a leggere. Certo spiegarlo è un pò difficile, come quando devi spiegare a un bambino la neve dopo che lui alcuni secondi prima ti ha detto : io voglio mangiare la neve perché è zucchero filato! mica puoi dire al bambino che ci sono morte persone dentro lo zucchero filato! Però qualcosa dentro mi diceva che qualcuno mi avrebbe fatto riflettere. Perché? 21
Perché sono i seguaci del poeta che ispirano la "poesia "che c’è in lui. Lui è solo uno che amplifica. (attenzione poeta, chi legge troppo… diventa ripetitivo, costruito e per magia un venditore di parole, non è più Poeta). Quando oramai era tutto finito fui fulminata : Come un cane lecco l ‘osso / ancora / ancora un pezzettino di carne lacera / attaccata alla piegatura dell’ articolazione mi da il gusto di mordere / devo avere quel pezzettino e poi potrò morire di fame / la Vita. Morire come un erutto sulle labbra di un bambino di 4 anni. Vuoi togliere il gusto ai bambini di sputare e eruttare? Come fanno a non capire i grandi con le loro buone maniere e i loro messaggi natalizi di pace e serenità; il gusto di un erutto e poi scopri che hanno le mutande cagate. Ecco la congiunzione, mi venne fuori come un erutto senza mutande. Voi in questo momento penserete ma cosa vuoi dire? l ‘amore frugale / la superstizione/ l‘avarizia cosa hanno in comune questi tre "supplizi umani".? Eppure la mia mente contorta e non umana trovò la chiave nelle mani del vecchio dalle due facce, dal bastone 22
di legno, seduto davanti la porta colonne
piccola,
fra due
inizia cosi la storia di
IANUS e KORE La porta dei due mondi
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Superstizione o VeritĂ ?
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Stamattina mia madre mi dice : Scherza con i fanti ma non scherzare con i santi Non so quando ma io fui setaccio nelle Sue mani/ avanti e indietro/indietro e avanti/ ma la sabbia con il coccio più grosso non filtrava l'osso/ e intanto Lui come un’ onda faceva avanti e indietro della mia carne/ ancora cruda sul fuoco aspettava d ‘essere cotta/ mentre la pioggia ogni tanto faceva scoppiettare il carbone che perdeva calore / Solo una metafora di fame ed io ho sempre fame in questa vita. Perché lui è la fame? Che sazia? Il digiuno e l' inappetente d'Amore? La grazia di morire affamate di Te, forse che cerco in vita, errando come Don Chisciotte? Gli scrittori affermati hanno una scrivania, un Mac, la tazza di the e scrivono. Almeno io me li immagino cosi (secondo i film americani). Ma io che non sono una scrittrice, ma solo una che va in estasi di parole
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il 31 12 2013 il giorno dopo di oggi lascia le porte aperte sul corridoio per tutte le voci che vogliono parlare. Ă&#x2C6; qui la festa? Si! Siete Tutte Pronte? Si! Si! Si! E allora argomento a piacere â&#x20AC;Śper TUTTE!!!!!!!
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Inizio io! Ma io chi!? IO, IO! Fai pure …. . IO, mentre tutti fanno la spesa per abbuffarsi per stasera, scrivo. IO, per scrivere prendo la macchina, ma non la macchina da scrivere, la mia autovettura e vado in un paesino vicino. Posteggio di fronte al mare e mentre piove inizio a scrivere e scrivo (non so se leggerete. . . ma io scrivo). A casa non potevo e neanche in ufficio, c ‘è sempre qualcuno che rompe i “meloni” Perché, non potevo!? L' altra mattina, mentre rifacevo il letto dissi ad alta voce : scriverò il mio secondo libro! e un sorriso sornione mi sporcò il viso (forse perché sono permalosa ). I libri non danno da mangiare allo stomaco (infatti io per questo vendo pavimenti liberty) e poi la scrittura è solo la fragilità dell’anima, meglio che nessuno veda questo cuore di cemento che ogni tanto per assestamento strutturale si cavilla e cambia colore. Ma il cemento è cosi, deve cavillarsi, deve cambiare colore. È quella la sua forza eterna. È entrato nella storia così. . . . cavillandosi e cambiando colore. È la stonalizzazione il suo vero colore. Mica puoi parlare sempre tu! Ma tu chi sei? Scema! IO TU! ah scusa Parla IO-TU allora 27
Voi vi chiederete. . . . ma un sorriso ha detto tutte queste cose? se il sorriso è quello di tua madre si! Io lavoro per lei, perché lei deve vivere come una regina. Però una che scrive non potrebbe farla vivere come una regina quindi io non scrivo, ma penso ad alta voce. Solo che lei non ha capito che io scrivo -pardon penso- per gli altri, anzi solo per i "bambini", per i "malati", per i "bambini malati adulti". Mi piacerebbe scrivere una fiaba e una preghiera ma per scrivere queste due cose o devi essere una bambina o una malata o un bambino adulto malato. Il malato abbraccia il sano e lo rende vivo! Ma chi lo dice? Mah allora siete sceme tutte e due Sono IO-TE Ben arrivata …c’è un po’ di confusione A te la parola IO-TE Ma poi perché io piaccio ai bambini? Forse mi seguono per incoscienza o forse perché vedono in me una più piccola di loro. -Se loro mi sputano io ci tiro i capellihai capito? E dopo che “ci ho tirato i capelli “ gli dico : qual ‘è la parte del mio corpo che ti piace di più?
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Una si aspetta, le mani, gli occhi, i piedi, il culo …. . no! Un bambino di tre anni ti dice :il cuore e poi continua dicendoti: “mi dai un caffè?” Cuore? Chi ha detto CUORE? E questa chi è? Ma non l’hai riconosciuta? È IO- LEI Mancavi solo tu Ricapitoliamo : IO IO IO TU IO TE IO LEI Minchia papà (si vede che i manicomi sono chiusi) Non accavallatevi voci, ma usate tutte la stessa, se no chi legge non capisce. E i malati? Perché piacciamo ai malati? Forse pecco di presunzione e parlo io, LA CAPOSALA! chi scrive la verità è solo perché ce l’ha dentro. arrivò a mègghiu ri tutti …chìdda cà sapi tuttu cùosi CRETINE! Chi scrive è solo un malato terminale che ha la vita eterna dentro, ma non per sua scelta, solo come dono. 29
A te che ora leggi : Sono strana? Chiudi questa pagina e indossa la tua maschera. Io penso che questo alla mia destra con un ombrello giallo sia più strano. Cù stu màlu tièmpu è con la canna da pesca. Ma che deve pescare? Ecco Lui a volte è maltempo/tu a volte sei il pescatore/la canna da pesca è la fede / puoi pescare /ti puoi solo bagnare /puoi perdere l'esca/si può rompere la canna, fai tu!? Hai capito? pardon mi sono spiegata? Ti sento lamentare! Non sei d‘accordo? Aspetti la superstizione? Me ne frego, io vado dritta e sfondo la porta come un’ariete. Puoi usare il mio racconto come carta igienica o finirlo ascoltando le mie parole, poi solo all’ultima pagina decidere se andare al cesso e tirare la catinella. E intanto abbaia un cane. . . . . . . - Minchia- il cane si vuole mangiare il pescatore. Sarà la tentazione? Sarà la superstizione che lo tiene legato alla canna da pesca? Tentazione e curiosità vanno di pari passo e hanno la stessa fame ma lo stomaco è diverso. 30
Mi piacerebbe avere in questo momento il fegato etrusco in mano poter leggere nelle interiora di bronzo ciò che Eliot trovò nel fuoco e nella rosa ma perde i petali la rosa al sole del mattino/solo un attimo /e sbocciano / le tue spine / Come un cane torno a leccare l‘osso. No! è il cane che vuole mordere e intanto quello continua a pescare. Penso che farò correggere la mia bozza (se lui è d’accordo) al mio grande amico di cultura Jean Bruschini il restauratore di strumenti antichi. Di note che ti incatenano in un amore senza tempo. Lui ama il suo lavoro e non capisco, lui che ha l'orecchio sopraffino e ingordo, a non sentire la "nota ". . . quella nota…. . la mia stessa nota che scrive un pentagramma eterno su uno straccio bianco. Un concerto per tutti gli strumenti. Lo devo ancora capire perché io gli voglio tanto bene (+una). Chi è? lo conoscerete più avanti. Io non so mettere la punteggiatura ma lui si è preciso (è meglio la moglie però <3 ). Io gli dico sempre che lui legge troppo, più legge più vuole spiegare, ma certe cose non si possono spiegare. Non pensate che sia una scusa per dire accetta tutto così per com’ è, come una tassa, come un imposizione dello stato padrone! non è così!. 31
A volte puoi chiamarle coincidenze, ma a volte non puoi chiamarle. Ti fermi e pensi : mah! Comunque ti faccio una domanda: Chi ti manca solitamente? Solitamente chi conosci! almeno fisicamente. Allora spiegami come fa uno sconosciuto che non ti ha mai visto ma che ha letto il tuo primo libro a inviarti una mail con scritto ( ne ho scelta solo una perché tutte non c entravano ) "cazzo esci dalla mia testa! e continua : come fa a mancarti una persona che non conosci?" Minchia bella domanda! voi sapete rispondere? E intanto quello continua a pescare e la pioggia aumenta. Non piove più e intanto lui pesca anzi sinnìu senza neanche un pesciolino. È stato stupido a bagnarsi? oppure no! era la forza che lo teneva all'asciutto? o forse non voleva stare a casa dalla moglie. Anzi dato che siamo in argomento, ne approfitto è do un consiglio alle donne intelligenti. L'uomo non devi solo farlo godere ma ascoltare il suo gemito mentre lo fa. 32
Non aspettarti mai che ti capisca, lui è diverso da te. Ognuno ha i suoi ruoli : la donna è fimmina/ l 'uomo è masculu. Sono due animali diversi che si completano assieme, che non si capiranno mai ma si cercano. -non mi piace tutto di te. . . ecco perché ti seguo – oppure Mi piaci perché non ti capisco ma però non so o ancora Io sarò ermetica ma tu un barattolo sotto vuoto quindi per concludere L’Amore è una porsche carrera 911 che a 250 Km\h prende una buca e ti scùonza! Sono diversi, amano in un modo diverso. La donna ama a lungo termine ma a scadenza/ l' uomo a breve senza prescrizione. Con questo non voglio dire che lui non sa amare, ha un suo diverso modo. E per la par condicio uomo/masculu non dire mai a una donna innamorata io tvb, lei vuole un ti amo anche breve anche falso. Infatti non capisce che l‘uomo che dice un tvb l'ama a lungo termine, la rispetta di più. 33
Ma la donna per eccitarsi deve sentirsi dire: io ti amo/io ti voglio/ ti desidero /sei mia. Quando la tua donna ti dice io ti voglio bene! stai attento! Perché per te darebbe la vita ma non più la figa! Perdona la rima volgare/ ma ti voglio solo attenzionare/ È una rima elementare/ per dirti /non essere mai banale mai ovvio in amore. “Con l’amore non si scherza “ "l’amore vive d’inazione e muore di sazietà” come diceva Alfred De Musset. L’abitudine e la sicurezza hanno ucciso i più grandi amori. Paolo e Francesca si sono salvati perché li ammazzarono prima di abituarsi alla morte giornaliera. Dovrebbero ringraziare la mano che battezzò la vita del loro amore…la morte. Il vero amore è pari solo alla morte. (maneggiare con cura questo pensiero in libertà) L'uomo innamorato non dice ti amo, ma tvb e mentre lo dice manda la sua donna in una caserma e aspetta di vedere se al suo ritorno è in divisa. Ma la donna non capisce e lui si confida con un‘amica (che gli da delle dritte e ogni tanto scrive messaggi per lui. )Ma la donna non capisce che non è stato il TvB a scrivere, ma il Ti Amo a fregarla. Sono stata chiara?
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Ecco Lui ti manda in mezzo a una caserma di vita e aspetta di vedere con quale indumento esci alla fine. Se vestita/nuda/in perizoma/in mutandoni/solo con le calze/ solo con la tua anima. Ma scusate ma ora chi parla? IO-ME Ognuno prenda la sua, dove vuole, ma che non duole ma fa male e piace. L’amore è un reato/ il tempo il suo giudice /la pena è non commetterlo mai e mandarlo in cassazione Colposo è l’amore umano/questo limite della Mano. / Finito e cassato l’amore è solo un reato/, prescritto senza rinvio all’ultimo grado di Dio/dall’usura costante di questo brigante/ punito da questo reato /solo chi non ha amato/ Fluente che scorre all’estremità della parte più lontana di questa anima oramai cassata/dove la parola scritta non ha più valore /La vedi senza cuore la fine dell’amore/ Campana senza suono rimbomba sempre/ e ad ogni rintocco dell’orologio ne ricorda la sua fine/. Per assestamento strutturale si finisce d’amore / Sei tu che cambi non quello di fronte! Un’amica mi dice : Indovina indovinello che cos è 35
quella strana malattia che ti fa viaggiare in paradisi sconosciuti ti tortura, ti scava dentro, ti scassa la minchia e ti piace? L’amore!!!!! Era facile no? Vi ricordo che NOI siamo sempre in macchina ascoltando la radio. Che bello, non piove più e il cielo si è aperto, sembra un sipario celeste tra il mare e il sole. Ascoltiamo l'ultimo cielo di Max Gazzè . La conoscete? cantate con noi!.? L'ultimo cielo è dentro di me e mi riscopro più anima che uomo ( Noi donne, anzi, fimmine) nasce dall' emozione nuova armonia tempo che fugge svanisce e non mi distrugge ed è subito sera. . . . . . un tramonto più a est primavera di mare di vele del sole e il profumo di te. . . . . e sarà amore immenso respiro che noi quanto siamo infiniti e sublimi…. . l’ultimo cielo è il cielo più grande. . . . 36
Ora parlo IO! Ma IO chi? Ma quàntu siti? Boh! escono anìicchia a vùota IO- BENEDETTA IOSe potessi scrivere il tepore di una pace che ristora e sazia l'anima, in una luce immensa che non brucia gli occhi, lo avrei già fatto, ma l'ignorante è custode della fede. Non potrà mai scrivere quello che ha visto con i suoi occhi. Il tepore di una pace che ristora e sazia l'anima in una luce immensa che non brucia gli occhi, ma che tutto vede oltre ogni confine. Forse è stata una coincidenza vedere l’ultimo cielo, pardon, sentire? Forse l'ignorante è servo della ragione? Se non è così, usa la serva che scrive le voci dell' esercito chiuso in caserma. Che cosa vuoi da me? Noi abbiamo tutto! Che cos’è questo tutto poi? Un piatto di linguine sul tavolo? un conto in banca che non sia rosso? un divano nuovo che ti massaggi il sedere? un dolby surround che amplifichi tutto in questo cuore rotto? 37
La punteggiatura? la metrica? i verbi? gli accenti? Tutte quelle “regole” “Illuminati del foglio ”.
letterarie
che
seguono
gli
Dicono continuamente che il popolo italiano è un popolo di scrittori e non di lettori. Ma non si chiedono il perché? Perché non si chiedono il motivo della NON partecipazione alle presentazioni dei libri? Perché? Perché metto tutti questi perché? Perché? La risposta è facile, non serve scriverla. (chiamatemi sul cellulare ve la spiego). Questo non è un libro che puoi sistemare nella tua libreria per categoria, per argomento. Questa è una chiacchierata a braccetto con un’amica o con una sconosciuta che incontri per caso, in fila alla posta, al bar, in banca, in un cantiere edile, ovunque! Drin Drin È finita l’ ora della Decantazione Mentale Calmatevi! Se no qui non si capisce più niente! 38
È Arrivata la signorina So tutto IO Scusate mi sono un po’ dilungata. Ma di che parlavamo? ah! l'amore frugale / la superstizione/ l'avarizia Solo l ‘ultima cosa e poi vi spiego la congiunzione però questo ve lo devo dire Ho fatto un sogno strano : Seguivo una grossa falena/ poi in un angolo/ vedevo/ una bambina di tre anni/ che si costruiva una bambola da sola/La grossa falena cominciò a girare vorticosamente/sulla testa della bambolina/ e la dolce bambina /con la sua manina /cercò di prendere quella farfallina/Fermati bambina/fermati bambina /non è una farfallina/ma. . . . . . . . un pùcciddùzzu ri Sant’ Antoniu Conoscete l’antica dormiveglia?
superstizione
della
falena
in
No!? Allora ve la racconto IO-IO
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La falena in superstizione }
dormi-veglia
{un'antica
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Quando era piccola mi piaceva prendere le farfalle e a volte le lucertole. Camminare per strada con una coccinella sulla spalla ed essere invidiata da tutti gli altri bambini che non ci riuscivano (se non con la coccinella morta ma la mia era viva). Ma mi fu sempre proibito di toccare un pùcciddùzzu ri Sant’ Antoniu. Sai perché? Se lo toccavi era presagio di male sventura. Io non ricordo se lo ho mai toccato ma se hai paura degli insetti misteriosi fermati a questa pagina, al contrario, vai avanti, arriva alla fine e tocca pùcciddùzzu ri Sant’Antoniu. (vedi che succede)
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La falena grossa grossa porta luce o prende ossa?
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<Mii quant ‘è '! Màtri mia i sùpra mi vinni à ffìniri!> [mamma mia quanto è grosso, mi viene addosso] <Pìgghìamùlu> [ catturiamolo] <Aspiètta n’ tùccari> [ aspetta non toccarlo] <ìittiemùlu rìntra ù bicchieri ri vìtru> [ mettiamolo dentro il bicchiere di vetro] <No!! no n' si pò tùccari. Ti rìcordi chi nnìrissinu?> [ no, no, non si può toccare. Ti ricordi cosa ci hanno detto?] Era domenica mattina e non erano andati a messa: un mal di pancia improvviso da caramelle. Stavano nascosti sotto il tavolo in cucina, aspettando l'arrivo di San Nicola, il Santo dal "dentino da latte". Gli avevano raccontato che il Santo legava tutti i dentini dei bambini alla lunga barba. Ad ogni filo di barba almeno dieci dentini, che scampanavo come le campane di San Martino, sbattendo tra loro, per l'andatura sciancata che il santo aveva nell'arrivare. Il suono "dentifero" li avrebbe avvertiti dell'arrivo del religioso. Solo i dentini da latte autentici attiravano il santo non quelli finti. Una volta, infatti, avevano provato ad ingannarlo, ma con i santi non si scherza (scherza con in fanti ma non con i santi) e. . . .
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Un lunedì, alle tre di un pomeriggio afoso, entrarono nell'ultima stanza a destra del lungo corridoio, cioè nella stanza del nonno. Il pover’uomo immergeva, prima di addormentarsi per la pennichella pomeridiana, la sua dentiera (o parte) dentro il bicchiere -lippuso-, sul comodino marrone, in punta di piedi, a tastoni e al buio. Gli avevano rubato sedici denti (l'altra parte era in officina dal dentista). Dopo averla rotta in più pezzi, quanto più potevano, -più pezzi più soldi-li seminarono per tutta la casa, trivellando con un cacciavite i muri appena rifatti con la nuova carta da parati. Aspettarono invano per più di due ore, ma San Nicola non arrivò mai. Ad un certo punto, "ho tanto sonno", disse, e fu divorato da quella frase: "sto dormendo" che piango ancora maledicendo. Furono svegliati in malo modo dalle mani possenti dell'avo vivo che cercava i suoi denti per sbranare una pesca. Ma questa volta era diverso, erano sicuri dell'arrivo del santo perché il dentino era originale. La finestra sul sorriso ne era prova certa. Con furbizia, avevano avvolto con cura la reliquia, dentro un tovagliolo sporco di sugo, così San Nicola impietositosi, pensando che fosse sangue, avrebbe lasciato una maggiore ricompensa. Il piano era perfetto! Stavano sotto l'antico tavolo, facendo i conti come due bancari con i risparmi dei lavoratori in cassa integrazione. Solitamente, per ogni dentino il santo lasciava cinquecento lire, a volte mille e una sola volta duemila lire. Ad onor del vero, la volta delle "duemilalire" fu un po’ sconvolgente. L'intera "famigghia" era stanca di vedere da una settimana intera, durante il pranzo, la 44
lingua della bambina che faceva l'altalena con il dentino in pena, tanto stanca che all'ennesimo richiamo -cùntinua cà mi pìaci- l'intera tribù di cavernicoli bloccò con forza sul tavolo la creatura. Decapitando come la ghigliottina in Francia il dente penzolante. Per fortuna l' investimento "dentifero" non fu risucchiato con la frittata. Da quel giorno àspittava à fìcu l'aìbbùlu, cioè che cadessero da soli senza altalena. Ma i piani non andarono nel verso giusto. Mentre erano impazienti dell'arrivo di San Nicola si infilò nel “buchino santo”, pùcciddùzzu ri Sant’ Antoniu. L'insetto, forse stanco dell'intera notte, si mise a riposare nel buco dei risparmi da latte, nascondendo con le sue grandi ali il sangue di sugo -allodola del santo-. In quelle condizioni il santo non avrebbe visto il richiamo e sarebbe andato via di sicuro. <Lìevalu'!> [ toglilo tu ] <Iu?, n'ti preoccupare cà ùora s' inniva' sulu> [io? non preoccuparti ora va via da solo] <Ma picchi' n’ s'inniva'? Avi chìossa' rì men zzùra cà è ddà> [ma perchè ancora non va via?A piu' di mezz ora che sta la] <Pìgghialu tu!> [prendilo tu ] <Ma chi si fùoddi?> [ma sei pazza] 45
<Scìmunìta tu ù pò tuccari. Sì vìnìirina> [stupida, tu puoi toccarlo sei vinnirina ] I vinnirini erano i bambini nati di venerdì. Anticamente si pensava che fossero privilegiati. Erano forti, scaltri e potenti a tal punto che potevano toccare e maneggiare serpenti velenosi di qualsiasi natura. A far fronte ai lupi mannari, cioè a quelle persone che in certe notti acquistavano istinti da lupo. Avevano, inoltre, la facoltà di vedere le cose occulte, di profetizzare l'avvenire e di non subire l'influenza degli spiriti maligni. Bèdda màtri mentri scrìvu ci crìu puru iù cà nascìvu i vinniria [mamma mia mentre scrivo ci credo pure io che sono nata di venerdi]. Ma come dovevano fare? Sicuri che fino a quando la falena fosse rimasta nel buco San Nicola non avrebbe lasciato nessuna ricompensa e avrebbero cosi perso ù scièccu cu tutti i carrubi. (l’asino con tutto il carico) <Talèamunì! iù mi scàntu> [Guarda andiamo via, io ho paura] <Zìttuti! ù capìvu còmu ama ffàri> [zitto! ho capito come fare] Sbuffando, uscirono da sotto il tavolo, avrebbero dovuto trovare un metodo per far andar via u pùcciddùzzu senza toccarlo mai con le mani. 46
<Ciùscìacci>[soffiaci] Si avvicinarono lentamente, fissando più da vicino il grosso insetto e soffiarono cosi forte che gli occhi divennero due grosse cirase (grossi polposi e insaguinati). Ma niente da fare, sembrava fosse attaccato con l'attak. Decisero così, di comune accordo, di passare alle maniere forti, anzi ai mezzi pesanti. . . il colpo in canna era pronto. <Spùtaci tri vuoti > [sputaci tre volte]. Si sa che tre sputi lavano la scalogna. Ppù ppù ppù. <Talè si mùviu. . . si mùviu. . . . > [guarda: si è mosso]. La profezia si era avverata. Erano grandi sputatori loro, avevano osservato i grandi per ore e ore. I grandi che tra una scopa e un sette bello sputavano a Porticello. La falena cominciò vorticosamente a volare per l 'intera stanza, ad intermittenza vicino alla lampadina per cadere in picchiata verso i bambini che gridando come ossessi tornarono sotto il tavolo. Un F35 appena comprato con i soldi del pensionato! Un caccia bombardiere a singolo propulsore tornò alla base San Nicola rendendo vani i loro sforzi. 47
(Miagolare del Gatto) . . . . . . miao. . . . . mio. . . . . . miao. . . . . mio. . . . . <Ma tu ù sìenti?. Arrivò San Nicuola?> [ma tu lo senti? Èarrivato San Nicola?] <ammìa mi pari nà iàtta> (a me sembra il miagolare di un gatto] <Tàlìa ddà vicinu o frigoriferu. Signuruzzu à iàtta mammonica>. [guarda la vicino al frigorifero. Mio Dio la iatta mammonica] La gatta mammonica (gatto diabolico) era un gatto grosso grosso di colore grigio, con la pelliccia di un topo di fogna. Con due occhi grandi e gialli fluorescenti, si diceva che mangiasse i bambini che non volevano fare il riposino pomeridiano. Infatti, i grandi per farli addormentare, dopo l'incendio della poltrona, li chiudevano in una stanza al buio e recitavano l'antica filastrocca : sùtta o lièttu /rà zà cicca/ c è nà iàtta sìcca sìcca / a cù parra sa va lìcca. [sotto il letto / della zia ciccia / c è una gatta secca secca / chi è che parla la va lecca ].
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Questa "camomilla" diabolica rendeva i bambini come pezzi di ciaca, pezzi di pietra inanimati. Tanta era la paura che respiravano, come una balena asmatica arenata sulla spiaggia e strizzavano così tanto gli occhi che vedevano le stelle alle tre del pomeriggio. Ps quando dici una bugia ai bambini sei pregato di comunicare a mezzo raccomandata AR che è una minchiata. Loro vergini di pensiero fanno diventare la bugia verità, invece devono capire che i grandi non sono sempre "grandi". Solo oggi capisco perché odiavo i gatti e amavo i cani. I cani erano -armuzzi santi- erano anime sante che vagavano la notte o il giorno, per venirti a salutare (ti scàntavi ù stìssu, però loro erano buoni) Andiamo avanti. . . . . Ora avevano due problemi ù pùcciddùzzu e a ìatta Forse non avrebbero dovuto sputare? Forse u pùcciddùzzu si era arrabbiato e aveva invocato l'aiuto della gatta diabolica? Forse era la maledizione? Forse il presagio di male sventura? Forse era solo una minchiata! Ma loro non lo sapevano. La speranza stava ormai scemando, quando il coraggio del morente diede forza al dente! La bimba trovò sotto il tavolo un ombrello nero – ù paràccu- lo inforcò con la forte destra e con in bocca il piccolo crocifisso della prima comunione, come un- sùcci addùmatu, sbucò da sotto il tavolo per combattere con la iàtta mammonica 49
ma. . . . . . il gatto/ in punta di piedi /divenne pallina di rabbia/ con gli occhi più gialli/gli diede malanni/ con salto di frusta /nel sacco di crusca/scomparve la gatta/mammonica iatta. / <Ma ùnni iù a ffìniri?> [ma dove è andata a finire?] Il gatto era scomparso dietro il sacco di crusca. Il cuoricino batteva come tamburino nel corpo di legno di un burattino. La bimba paura /si volta sicura/e vede l'ombrello aperto nel petto. L’ ombrello s ‘era aperto. . . e non era cosa giusta e buona dentro casa. La terza sventura: se apri l'ombrello è morte sicura! Piangendo scapparono fuori per il giardino con la morte alle spalle, perdendo l 'investimento dentale. Si sa che sono solo superstizioni stupide o forse no? Ma è possibile che una farfalla ti faccia morire? E perché Vanna Marchi si è arricchita sulle disgrazie e superstizioni altrui? Eppure, ancora oggi ci sono persone che invocano i maghi per uccidere il drago. 50
Chi invoca per una malattia tutto il quartiere divino per un miracolo: San Pellegrino da Forlì io ti invoco vieni qui! (occupato. . . . occupato. . . . premi il tasto cancelletto e verrai avvisato non appena libero. . . servizio in abbonamento). Comunque come promesso ora spieghiamo la congiunzione tra l’ amore frugale/la superstizione/ l ‘avarizia. Nel frattempo avete pensato? avete sbirciato? avete visto all’ ultima pagina? vi do un aiutino? Il numero che mi piace è. . . . . . marameo marameo ;-). È un numero composto che nel suo posto ha anche il 9 :-) non è il 69! oppure si? non guardare però sono timida (continuate a leggere è più bello) Vi ricordo che siamo sempre TUTTE in macchina e ascoltiamo la radio con le stesse orecchie. Che bella questa canzone la conoscete? Tema Un giorno qualcuno ti chiederà. . Cosa pensi dell'amore?" Amor, amor, amor. . Penso che l'amor
Questa la so IO! arrivoooooooooooo IO ! 51
Ma io chi? IO-NOI Io ci rinuncio ho perso il conto Parla IO-NOI Sedetevi e ascoltate queste tre storielle (quasi delle sveltine letterali ).
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Come un Violino
<<Tranquilla! che sarà mai!>> <<Ma non vorrei approfittare. . >> <<Stai zitta! ti aspetto martedi >> Lui le dava le spalle, rassettava vicino all' armadietto alcuni piccoli strumenti. Lei non capÏ bene cosa fossero, ma sembravano interessanti (che strane forme avevano. ) Il modo in cui li maneggiava. Come se manipolasse un pezzo di creta. Le mani da padrone che mettevano l'oggetto al posto giusto. Le piaceva la sua sicurezza. La sua postura, mentre legava la corda a quell'antico violino. Quell'uomo stuzzicava la sua fantasia, non le accadeva spesso ultimamente. Solo uno sguardo, mentre era preso da quella sistemazione quasi maniacale. Che strano che era il suo laboratorio. Una strana atmosfera soggiornava in quella stanza in penombra ( si sa che la penombra è stimolante per i cinque sensi, non vede, non vede niente quindi immagina quel che di bello vuole). Una serie di flauti, tamburelli e strane armoniche, tutti distesi sul bancone come donne sulla spiaggia in topples. (attirano cranchi, rospi o polpi dai mille tentacoli. ) 53
Una sigaretta che si consumava da sola nel posacenere di vetro rotto e macchiato al centro da puntini neri circolari. Come per timbrare pacchetti e pacchetti di sigarette passati da quella stazione fumosa. L'odore delle pelli le sfondava le narici: era un restauratore di strumenti antichi. Un uomo maturo, affascinante, distinto nei modi, a volte saccente. Un tipo che sapeva il fatto suo (giusto quanto piace alla donna). Ma perchĂŠ lei era li? Aveva bisogno della sua conoscenza, della sua esperienza. Doveva consegnargli la bozza del suo Take away -amori da asporto- o forse era solo una scusa per comprare una nuova tromba. Certo, lei era un'allieva un poâ&#x20AC;&#x2122; speciale, una tipa strana non certo nell'aspetto (piccolina ma carina), ma strana nella mente. Le piaceva l'uomo che arrivasse a lei per induzione. Entrarle dentro con prepotenza nella mente, lentamente, come una marea che a poco a poco sommerge lo scoglio, lasciando affogare i granchi i rospi e i tentacoli con tutto quello che ci sta attorno. Si erano conosciuti l'anno prima. Lei vendeva gioielli e lui era andato nella sua gioielleria in via del Corso a Roma. Era la vigilia di Natale. Era andato li per comprare un regalo alla moglie. Il restauratore, uomo di cultura assai, che aveva pubblicato una miriade di libri. Fu affascinato da quella venditrice cortese e carina che dietro il bancone, durante la pausa pranzo scarabocchiava il foglio, cosi gli raccontò durante la vendita. << ci vediamo martedĂŹ allora! >>
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Neanche si voltò per salutarla (forse per strategia, si sa che l'uomo che dice "no" fa scattare nella donna la molla del si automatico. . . . ma questa è un'altra storia)
Una settimana dopo (Martedi) Pioveva a dirotto quel pomeriggio di fine estate. Era tutta bagnata mentre chiudeva in fretta la portiera della sua macchina. Solo pochi passi e entrò in quell'atrio antico dove le basole di billiemi consumate dal tempo erano più scivolose della schiena di un'anguilla. Subito in ascensore. . . . Dentro con lei una vecchietta magra e raggrinzita (arrappata), con un bigodino rosa al centro della testa legato ai due peli bianchi sopravvissuti al pettine del tempo. Un vestito a fiorellini, tipo settembrini che porti al cimitero, un cinturino nero stretto alla vita la faceva assomigliare a un vecchio sacchetto di the inglese. Due tappine di plastica come le sedie degli anni settanta arancioni. Le sue unghie nere trattenevano a stento una bolletta del gas e un sacchetto della spesa. Tanto era leggero che sembrava un palloncino sgonfio legato alla bancarella, si vedevano due arance e un pane con lo zenzero. Puzzava di naftalina (povertà 2013) Se avesse avuto i pennelli in quel momento, l'anima Kore, avrebbe dipinto la notte dei lupi affamati. (anima Kore? e questa chi è? ZITTA! che rompi l’atmosfera). 55
Il suo sguardo acido. Nemmeno un sorriso su quel viso rigido e avaro. Quel vecchio ascensore liberty scricchiolava lentamente, piano piano. Ad ogni piano, lentamente, non arrivava mai. Per fortuna la vecchia scese al terzo ( lei andava al quinto). La fissava con quegli occhi oramai coperti dalle rughe, sembrava una rana velenosa. Le sue pupille scomparse nelle sabbie mobili del tempo. Quello sguardo le penetrava addosso come se potesse leggere i suoi pensieri, che ultimamente non erano troppo puri da quando aveva incrociato lo sguardo del restauratore. Forse avrebbe voluto essere quello strumento nelle sue mani, ben sistemato nell'armadietto quasi ficcato dentro un nido di cotone idrofilo. Il modo in cui aveva legato e inchiodato la corda al violino elettrizzava i tendiniâ&#x20AC;Ś sentiva le sue mani addosso e ridosso. Era la corda del violino tra le sue mani. Peccato che erano lisce {le mani troppo lisce sono come i siciliani ospitali e diffidenti ecco perchĂŠ mi feci crescere i calli. Ma vi state zitte! per favore. Quell'uomo riusciva a farle venire il formicolio al sedere, come i piedini di un ragno che sulla ragnatela vibrano. Impercettibili all'orecchio umano ma che sono martellamenti per l'insetto. PiĂš si avvicina, piĂš il tamburo fa TAM TAM: lei era l'insetto e lui il tamburo. 56
Era un poâ&#x20AC;&#x2122; emozionata, quasi nervosa, mentre guardava i numeri rossi che crescevano velocemente portandola al quinto (anche se Minosse l'avrebbe mandata al secondo). Curiosa di sapere se la sua storiella fosse piaciuta, solo una curiosa bambina impertinente. Din Don Din Don Solo pochi attimi e la porta si aprĂŹ <<Ciao entra pure >> <<Salve!>> <<Siediti! arrivo subito. Preparo il caffè>> Si sedette in salotto, osservava tutto quello che la circondava. Un'ambiente accogliente. La carta da parati si intravedeva a intervalli regolari, tanto erano i quadri che la riempivano. Guerrieri saraceni alle pareti alzavano un polverone giallo sulle coste di Siracusa. Archi e frecce trapassavano turbanti colorati su visi barbuti scuri. Immense librerie. Decine e decine di libri come bambini del terzo mondo affamati per menti avide. Strumenti ovunque! Come le stelle nel firmamento. Una serie di statuette in terracotta panciute con coppole e lupare dentro vetrine antiche, con buchi alle periferie per soffiarci dentro una nota. Soffiaci dentro che suonano la cavalleria rusticana. Un arazzo con "una donna di telaio, gallina di pollaio e triglia di gennaio" la Santâ&#x20AC;&#x2122;Agata del Nespolo, penso. Un antico orologio segnava le cinque del pomeriggio. 57
<<Èpiaciuto il regalo>>?>> Direi proprio di si per quello che mi è costato (quando un uomo sposato parla molto con sua moglie e fa regali così costosi non la lascerà mai, ma si farà accordare la tromba dalla prima che incontra, soprattutto se la moglie è madre. . . secondo l'antica usanza. ) Ti prenderai un malanno! Ti do qualcosa di mia moglie, penso abbiate la stessa misura. No grazie, devo tornare al negozio, mi cambierò li. Scusi se sono cosi sfacciata, ma ho poco tempo, le è piaciuto il mio Take away? Questo amore povero? Questo prendi e fuggi? Che fretta? Minchia prìmura ti vùogghìu àddùmannari nà cùosa. Voglio farti qualche domanda. Ci sono dei passi che a mio parere dovresti rendere più veritieri. Tipo? La storiella della chat erotica la trovo un po’ scontata. Onestamente da te mi aspettavo qualcosa di più originale. Non la trovo molto eccitante. Voglio sentirla recitare da te! Leggimela. Sfogliò velocemente la bozza e. . . . . . 58
Chat Erotica (per alcuni è amore ) (Ho voglia di fare l'amore dai accendi il modem ) -Tesoro ci sei? Si! ho voglia di vederti -Anch ‘io ho voglia di te ora ti bacerei alla penombra -ed io sarei vicino a te mi manca il tuo BIP il tuo BIP e non solo alle mie mani BIP? Usa le parole! Io posso usare le parole ma la fantasia è quella che ci vuole E tu chi sei!? L’anima scandalosa? NO! La bambina impertinente. ZITTE! Se non rispettate i vostri tempi rovinate tutto! Andate tutte nelle vostre stanze. Via da questo corridoio…. Andate tutte nelle porte marroni! 59
No! Stiamo zitte continua a leggere. -Se mi dicessi di venire da te verrei subito io sono già da te sono solo a casa vieni. . come tu sai fare chiudi gli occhi e non sbirciare, ma lasciami parlare. Sentirti/attraverso le mani/come quando dipingo/come una tela /la sfiori/ la tocchi /la fai tua/ prima di usare i colori/i palmi aperti in verticale/cercano la venatura del cotone/ io cerco il tuo corpo/ non voglio perdermi niente/ -la senti?/sotto ti aiuta/ divide e unisce l'olio al pennello /un movimento unto /prepotente nei colori /come l'onda che muore dentro lo scoglio/ facendolo suo. Il mio piacere cresce lo senti? è BIP per te ora lascia che lo dica io/ scendo lentamente. -le tue labbra come sono calde non riesco piÚ a parlare è solo mia la testa -si solo tua assecondo i movimenti /mi piace 60
-voglio BIP scendi BIP continua BIP (lasciami fare e togli tutti questi BIP ( :-) ZITTEEEEEEEEEEE!!!!! -mi aiuto con le mani mentre la BIP disegna il tuo piacere lo circoscrive/ circolare arriva alla radice/ un sali e scendi/ dipingo il cielo in verticale/ ti blocco tra le gambe non scappare perché mi piace -Toccami con quelle mani da padrone mentre bevo il tuo sapore. Dentro le mie mani affamate/ mai sazie/ voglio sfinirti/ cadendo sui tuoi fianchi/ rinascere/ consumarti come la penna il foglio/ Non lo trova eccitante? A dire il vero no! Come finisce? Ma si capisce no!? bip bip bip ANCORA bip DI PIU bip bip bip Ah. . . . . the end BIP
Vabbè, l’altra storiella allora? Quella dell'autista e la puttana in autostrada!? 61
(Amore di servizio) Dodici ore senza fermarsi: era stanco, sudato, puzzava di gasolio. Le mani nere (un problema alla pompa idraulica aveva dovuto smontarsela da solo), una fame da morire e doveva anche pisciare. A volte devi pisciare dentro una bottiglia di plastica, non ti puoi neanche fermare. Viaggi il mondo da solo. Lavoro in solitudine, lo chiamano ed effettivamente è un viaggio senza mutande. Finalmente un' area di servizio. Cazzo file d’ovunque pure dalle puttane (queste crisi non ne hanno mai). Quasi quasi un bacio veloce me lo faccio dare al cambio! Finalmente il mio turno! Una mano veloce e automatica gli aprì la cerniera e cominciò a cercar "l'anima in pena" pochi secondi e il motore sfiatò subito. Ma scusa finisce cosi? La storia della puttana questa è! Ma che voleva trovarci l 'amore in " un 'area di servizio”? Ma quella del trasloco non le è piaciuta neanche? 62
(Un trasloco d’amore ) Ho bisogno che tutto venga portato in via Randi Guli n. 69. Devo lasciare l'appartamento entro domani. In poco tempo il traslocatore fece piazza pulita in quelle quattro mura, gli servivano i soldi. Quella signora avvenente dal seno prosperoso sembrava un lampadario da spolverare. Sembrava che avesse indossato per l’occasione quel vestito succinto, le trasbordavano i seni. Due enormi seni da vacca da latte(MUNGIIIMIIIIIIIIII) -Per i soldi con chi devo parlare con suo marito?--Sono vedova e ho un figlio a carico ---e a me chi mi paga?— L'uomo capì dall' apertura delle sue gambe quanto lui le piacesse o forse era la cassa armonica che voleva essere il giusto corrispettivo. Le gambe a compasso preparavano le sfere al polo sud. Ultimamente la moglie pensava solo a stirare, cucinare, rammendare e il suo usignolo era morto di crepacuore nell'attesa. Ed essendo una donna di antica usanza non suonava la tromba ne al mattino ne alla sera. {l’antica usanza : Colei che baciava il di lui peccato diveniva madre impura e non poteva baciare il viso dei bambini alla sera.} Quindi il marito (che è anche uomo), doveva cercare il fiato di un‘altra donna che non fosse la madre dei suoi figli…solo un'antica usanza per molte donne moderne). 63
La prese di scatto, la pancia sul tavolo. I suoi seni come cocomeri sul bancone del fruttivendolo rotolavano di felicità. Le alzò la gonna, non trovò le mutande (lei non le portava. ) Sfibbiò velocemente il cinturone da lavoro. Ai suoi piedi cacciaviti e nastro adesivo da imballaggio raccolti alle caviglie come cesto da frutta. La forte destra stringeva con forza la criniera della cavalla e op op cavalcava Pegaso ad ali spiegate. I due cocomeri sbattevano come nacchere da flamenco sull'unico pezzo di legno che era rimasto in cucina, solo il rubinetto che gocciolava disturbava la cavalcata nella prateria. Certo questa "sveltina amorosa " durò 'per qualche luna piena. La signora non indossò le mutandine giusto il tempo di spellare il pollo. Lo cucinò bene tra patate e rosmarino. Divenne in poco tempo la scandalosa amante instancabile. Il sogno erotico "di tutti " gli uomini sposati e stressati dalla castità delle mogli (la donna deve essere la puttana del marito e la vergine per l'amico). Ma la stella presto diventò sole (quànnu àffaccìa. . . . . àffaccìa pì tutti- quando sorge, sorge per tutti ). Fu un trauma per lui scoprire che la cavalla anche senza sella e finimenti cavalcava a pelo un motorino di una pizza da asporto. {peccato che lei non capi il Tvb } --Poverino! Ma quanto gli è costata la riva bagnata?— 64
- Quanto la seconda rata dell'Imu del castello sulla luna. -- Ma perché lui non disse TvB alla moglie? --Perché lei voleva un ti amo – E che viene ora? Sai che queste storielle mi piacciono! Davvero? Si! che viene!? Ora basta le altre le trovi nel terzo. Mi ma si zìccùsa! Ma che vuol dire ZICCUSA? Avara
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La
parabola
dell’Avarizia…
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C'era una volta. . . . oppure. . . . Tanto tanto tempo fa. . . o ancora. . . . In un tempo lontano. . . . . ecc. Iniziano così le storie? Oppure no!? La mia no! Se scrivo comando io se non ti piace cestina o fatti una sveltina. Inizia così di getto senza cappella in un atrio della Bologna bella /Sette chiese /dentro una/al centro perfetto ci sta la luna/ È una fiaba o forse no/ se non ci credi leggi un pò/ Nella rima elementare si nasconde un caporale/ ne divisa ne moschetto/ c è morale per difetto. / Canta il gallo chicchirichi' sarà stato ad ottobre o giù di lì. / Ho deciso di rimare per smorzare questa fame / di vendetta e giustizia/non sopporto l'arrivista. . . tanto meno l 'avarizia. / Ma l'avaro non è uno/ sono undici più uno/ Se Ti piace questa rima corri in fondo e arrivi prima. . . . .
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I falsi apostoli dentro il catino di Pilato
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Mah! Faccio solo una domanda e poi vado via, sono IO-IO che parlo, quella che ha iniziato. Capisco da me che ormai siamo ai titoli di coda e da curiosa bambina quale sono chiedo chi è che parla ORA? Credo che voglia parlare la CAPOSALA – L’ANIMA –LA PORTA ROSSA, quella che comanda. Siete tutte d’accordo? Grazie! Dal silenzio-assenso ho capito.
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I falsi apostoli dentro il catino di Pilato
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I falsi apostoli dentro il catino di Pilato sguazzano felici e contenti. A sentinella legata all’angolo, ben nascosta, stava la lupa che ululava famelica alla luna. Aspettavano seduti solo il sorgere della pentola d'oro, che sarebbe spuntata a breve sulla coda dell'arcobaleno nero. Intanto il gallo cantava chicchirichi' a Paolo senza Pietro. In quell'atrio antico c'era la segnaletica. A sinistra il Gallo di San Pietro, a destra la Cappella della Consolazione, in mezzo la tomba del sarto e se poi tiravi dritto finivi in una chiesa, dove c ‘era una pietà in marmo (mi perseguita). Sette chiese in una siamo dal santo che viene dopo il Natale. Comunque, mentre gli apostoli sguazzando felici e contenti, pubblicando link di buoni propositi sulla loro superaffollata bacheca di facebook (si sa che la facciata fa la casa!), “il cinghiale nero” veniva riposto ancora vivo (suo malgrado) nel letto reso recinto da doghe in legno con cerniera. Per evitare che i suoi lenti movimenti lo catapultassero giù fin sotto il pavimento di marmo. È la base acida che corrode anche il marmo più duro non il piccone.
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<Stai lì! e non ti muovere, anzi solo per mangiare e pisciare. Tu ormai sei un tamagotchi a batteria solare, ti ricarichi solo con il giorno se arrivi alla sera. > Ogni tanto si sentiva un asino ragliare, forse per l'eccessivo peso ricevuto in dono dal Padrone (almeno penso ). Perché raglia un asino? Ve lo siete mai chiesto voi? Io si! faccio sempre domande quando non capisco. Hi -Hooo! È troppo pesante questo carico e ù scìeccu mùori n àcchianata. Se solo ci fosse equo baratto forse gli asini non raglierebbero più, ma sentiremmo il loro canto come l' usignolo e la rosa del Principe Felice. Ho il cuore di piombo del principe felice/con una rondine dentro/che continua a sbattere nelle pareti interne per uscire/ma non ci riesce e mi fa solo male/vorrei avere un cuore d ‘oro. Questo invece a me sembra l' uccello di rovo di padre Ralph De Bricassart ( ù pàrrinu bìeddu), però almeno lui per una puntata " ha goduto", ma qui non c è il tempo.
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C'era una volta. . . .! Mi sarebbe piaciuto iniziare cosi. Sola era Paola, con la croce di piombo sulle spalle e con il suo torcicollo. Un naufragio in testa che non trovava porto. Ma che porto? Scrivo UNA e porto DODICI Erano dodici gli apostoli giovani. Nell'era moderna il femminismo li aveva contaminati anche le donne avevano il loro ruolo e forse anche i gay. Numeri solo numeri! Giochiamo a tombola!.? A voce alta grido : Giochiamo a tombola! Tutti presenti. . . mi fa molto piacere! saranno i fagioli per le cartelle o i soldi sul tavolo?chi farà terno? quaterna cinquina? Tombalaaaaaa! Bingo! Come sempre c’è chi bara: sotto il tavolo che bacia i pantaloni c'è sempre una sorpresa. Chi bara? Bara? Se aspetti un po’ la bara arriva, te lo dico con la rima. Ma a tombola si inizia con l’ambo? 73
Tutti vogliono la tombola, ma nessuno l’ambo, cioè l 'amu in siciliano però. . . Amu amu amu, se lo scrivi tre volte diventa terno o eterno: è l amore al sacrificio ( un terno al lotto per il non giocatore). Ma il vero giocatore se non perde non si diverte. Quindi io amu voce del verbo AMURI Tu ami? Egli ami? Ora puoi coniugare in tutte le persone
Ma di che stiamo parlando? Vi do un aiutino, fosse quasi uno spuntino, se no qui pensate che sia solo una pazza in preda a una crisi di nervi, dato che ho chiuse le porte marroni. Io sono solo una" folle in rima " o” una rima in folle”, devo ancora decidere. Parliamo di soldi, la malattia che logora l'avaro, pardon gli avari. Un bel connubio non pensate? Mi trovate banale? Volutamente lo sono. I soldi vanno da una parte, la malattia ne segue un'altra, ma nella stessa dimora (una dimora improvvisata). 74
Basta! solo un aiutino avevo detto. Il salvadanaio lo trovate da soli, però bisogna essere avari se no non trovate i 30 denari. Ma chi erano i dodici giovani apostoli? In ordine Aquila Bianca Il santo con il sorriso Investigatrice Sorriso pazzo Fior di latte Il sacrificio del piede La moglie di San Francesco La metafora asociale I gioielli della regina Il bacio di Giuda Briscola a mazze Giuda Dodici. . . dodici. . . . . . dodici. . . . . forse bisogna addizionare perché “ora” i conti non tornano. Proviamo a fare i conti: Qual è quel numero che li farà diventare dodici?
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6x2? 3x4? 2x6 Forse non devo moltiplicare. . . . . ma addizionare 6+6? 10+2? 9+3? Niente, con i numeri LA CAPOSALA non è mai stata brava. Scema! usa le divisioni IO-IO non dire minchiate! Ti aiutiamo IO-NOI - la tua ratioa loro non piacciono le divisioni. E chi lo dice? I fatti! la realtà, il concreto presente. Qual è allora il numero? chiede la penna alla ragione. Si spegne piano piano la candela/accesa su di un tavolo di cera/asciuga lentamente quel che c’era /la fretta di un bacio a primavera. 76
Ripeto : Qual è allora il numero? chiede la penna alla ragione Giuda è il numero, dentro la sua tribù devi cercare. Mandrie di girini con la coda ma già vecchi rospi Caino, Abele, tutta l’arca senza Noè. Sento già i tamburini dei fanti/una tarantella di topi/ che voracemente si infilano dentro il sacco del grano risparmiato/. Ladri!ladri! ladroni mi fate solo schifo! Fu troppo buono Dante con gli avari: gli diede un posto, io neanche quello vi avrei dato, ma un calcio in culo si! ma non lo faccio perché mi sporco i calli e poi perché lei mi ha chiesto di indossare i sandali della pace e ripeto mi ha chiesto “io voglio lasciare un messaggio scritto “ “Dio perdona tante colpe per un opera di misericordia” Se i 12 innominati avessero letto gli sposi promessi del Manzoni oggi avremmo il battesimo della purificazione di Giovanni (il ) Battista. Ma loro non hanno letto. . però un libro non ha mai scadenza c’è sempre tempo per leggerlo anche per i dodici apostoli. 77
Maledetti Ladri! Andate a leggere!!!!!!!! I soldi rubati soffocano e vi faranno morire senza aria pulita e ricchi ladri…. Se volete questo continuate, ma la “minna “non c è più perché è andata da Gesù.
Questo è mio! grida il primo No! ti sbagli è solo mio, l'altro incalza No! vi sbagliate tutti! In coro gli angeli scaraventati senza microfono fanno un concerto : mio mio mio mio mio mio mio e non continuo sul mio, perché mi finisce l'inchiostro ed io devo ancora parlare. Moltiplicati come pane e pesce senza Gesu', affollamento per grattare il gratta e vinci.
che
Anzi dov è Gesu'? il mio grande alleato! io ti chiamo : hàiu fàmi piu piu. / hàiu sìti piu piu/ sutta l'ala vògghìu stari/chiamu Dìu piu piu/ Ma ùnni sii? Forse con il Padre e lo Spirito Santo. Loro si dividono ogni tanto, hanno ruoli diversi. Non ho mai capito come funziona la Trinità. Ad onor del vero da bambina quando sentivo la Trinità pensavo ai film western con Terence Hill e Bud Spencer. Poi alla comunione mi 78
dissero che cavalli, fucili e fagioli non c'entravano niente. Ma come fa un bambino a capire che Dio è Padre Figlio e Spirito Santo, tutto - all inclusive in uno-. Invece di farla difficile, potrebbero dire : La Trinità è una scatola cinese con dentro tre caramelle. Ma allora diventa pure difficile perché non è che tutti i bambini sanno cos’è la scatola cinese! proviamoci in altro modo. La Trinità è un cannolo per il viaggio: la scorza rivestita all'interno di cioccolata fusa e la ricotta dentro… se dai un morso li prendi tutti assieme. Decidi tu chi è la scorza, chi la cioccolata. chi la ricotta, tanto sempre cannolo è! Solo cosi cominciai a capire. . . . . grazie alla dolcezza. . Basta dire le cose per quello che sono, è inutile pompare pompare pompare, poi arrivi al punto che scoppi. Boh i bambini sono cosi semplici. Come la vocalina che tutti sanno fare, anche senza conoscerne il significato. . . . la "O". Ma non stanno stretti tutti è tre sulla stessa poltrona? È perché i bambini hanno paura di Dio e amano Gesù e non capiscono l 'ombra divina? Fermati e pensa : 79
-Timor di Dio -“Lasciate che i bambini vengano a me “(ma lo disse Gesù non il prete che gli piaceva succhiare, vabbè non sono affari miei . Ora magari mi censurano, ma io dico solo la verità, che Dio mi sia da testimone. ). Eppure oltre altra Trinità, alle elementari un tarlo di curiosità divorava il mio cervello (. . . per fortuna il tarlo era di curiosità e non il cinghiale nero se no oggi non scriverei mica). Qual era il tarlo della curiosità? Non capivo come facesse il sole a non spegnersi quando si calava sull’ orizzontale mare. Ma il fuoco non si spegne con l 'acqua? No! se lo chiedi a un pompiere ti spiegherà che non è sempre cosi. Ma io all'epoca infantile non avevo nelle mie conoscenze nessun pompiere e in effetti nell'adolescenza (dato che ero una pudica cattolica) non avevo capito il termine "fammi una pompa". . . . . poi lessi il cantico delle creature e allora capii che l'erotismo stava nel cristianesimo e la pedofilia nel cattolicesimo, ma non solo in quello però. Mi sbaglio? correggetemi subito, spero di sbagliarmi. . . . ditemi solo la verità. Se è risaputo che il pesce puzza dalla testa perché Gesù moltiplicò i pesci e non i fiori? Almeno sentivamo profumo come quello sentito. ". . e il terzo giorno. . . " 80
Scusatemi, mi sono dilungata. Torniamo ai nostri giovani apostoli. Stamattina sono uscita di casa e ho detto : -Ho mal di gola e sputo in piazza (nessuno si è voltato. . in Italia OGGI funziona così ) E sbattendo la porta dissi : Scusate, l' aria è pesante, torno a scrivere il mio secondo libro. (Cioè quello che state leggendo, almeno mi auguro) Purtroppo io scrivo come una fionda. Una volta un "vecchio " poeta mi disse : " scrivere è un duro lavoro: devi perdere il tempo per scrivere. . . .” ma io che ci posso fare? I miei pensieri nascono come sputi dei vecchi in piazza. La mia saliva riempie, in non più di venti secondi, la tanica di sputo e mica puoi mandarla giù! Anzi, mi chiedo come “ L’Italiano”, morto più volte di Lazzaro, continui nella valle dei re a fare la mummia. Ma continuiamo con la tanica di sputo che si riempie veloce.
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Onestamente non è che mi dispiaccia… ultimamente non ho tempo da perdere tra una mattonella e cambiare un pannolone al cinghiale nero nel recinto. Il problema è che per "sputare da vecchio" deve venirti il mal di gola da giovane. Oggi ho mal di gola e sputo in piazza à cu pìgghìu pìgghìu t' arràva a me spùtazza. Cù sa sìenti sà sienti! e strìnci i rìenti ! E se non lo avete ancora capito, io sputo nel catino di Pilato dove gli “apostoli”, che non sono dodici, stanno sguazzando. Chi mi vuole rispondere faccia pure. Possono rispondere con appendice a tutti i dodici apostoli. Non perché sia una santa, ma ho avuto la fortuna di non cercare mai il salvadanaio. Vuos avez compris mes amis - Cumpa' u capisti? Gli "apostoli giovani " cacano solamente e non tirano la catinella, però vogliono la banconota per il cesso? Qual è stata la ruota della fortuna maledetta che premiò gli apostoli rimasti fuori dal catino di Pilato?
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Ma Mike Bongiorno non è morto? quindi la ruota della fortuna è una replica? Si è una replica con la moviola però (non finisce mai). Perché? solo alcuni apostoli? Ah ho capito sono i volontari moschettieri. Un tarlo maledetto mi rode dentro il petto/il mondo porco e infame che sbrana come un cane/la polpa ha divorato e l’osso mi ha lasciato. /Digiuna e inappetente rifletto senza mente /
Messaggio promozionaLE : CERCHIAMO COMPARSE PER GLI APOSTOLI MANCATI ! SI OFFRE LAUTA RICOMPESA RIVOLGERSI A GIUDA << Chi c’è zzi?>> << Aspetto e spero Nittuzza Biedda>>
Ma dov’è l’avarizia, vi starete chiedendo? abbiate pazienza, arriva senza rima. Qual è la maledizione inflitta a questa povera donna dopo una vita di sacrifici? La donna della carità e del sorriso quanto volte ha in silenzio portato la croce degli apostoli, ma loro non capiscono. Neanche ora che non ha più forza per portare la crocetta di una collanina al collo.
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Ps per alcuni il sacrificio è solo un termine nel dizionario se non hanno equo corrispettivo. Torno a vomitare ma vorrei solo dormire. State leggendo quello che scrivo? Avete capito? È difficile capire! Il sano non crede al malato È difficile capire il malato, neanche io che scrivo potrò capirlo, anche se i suoi occhi mi infettano il sangue. L’impotenza èun onda continua in questa inutile scatola che cerca ancora la sorpresa di un miracolo. Ma il miracolo serve al morto o al vivo? Vedo la consapevolezza di diventare salame insaccato con una tranquillità che invidio e che mi fa paura. Chi è il vero malato? Chi conta i soldi? Chi sta nel letto con le piaghe nel culo, una cicatrice in testa grossa quanto un salame di cinghiale? chi pulisce il culo? Questa la so, sono ripetente! È quella che ha le piaghe nel culo e con il cinghiale nero ancora in testa : maledetto cinghiale nero/un cancro che divora la centralina interna della buona donna. Si è la donna con il cinghiale in testa che è malata. Già vede la bara/ la sua croce/il suo dolore. Ma non è quello che la fa soffrire. Sono le mani degli apostoli, che 84
non hanno capito che i soldi li ammalano in piedi, con il culo pulito, e che invece di ascoltare l’ultimo messaggio scritto contano velocemente le banconote del salvadanaio ancora non rotto. Loro vogliono il cinghiale dalle uova d'oro. Ma scusate non era la gallina delle uova d’oro? Senti, tu che scrivi sei vecchia, obsoleta, tu dovevi vivere in un'altra epoca secondo me. Ma non sarai mica sicula? Si! Perché? Voi siculi avete tanti difetti ma ora me ne vengono due in testa. Avete problemi con le doppie. . . in ogni parola aggiungete con la lingua almeno due ZZ e siete bravi con i verbi al passato, mannaggia non sbagliate mai Passato/imperfetto/trapassato. Ma scusa, coniugare i verbi in modo corretto. . . è difetto? Si! i verbi "passati" vi legano al passato, alle maledette tradizioni, ecco perché sbagliate i congiuntivi quando parlate in italiano…. sei io avessi! è già un verbo che stimola un’azione ma voi no : Iù u fìci. . . l’ho fatto. Punto e basta! Mi sono spiegata? Ma gli apostoli sono siciliani? Sono come i razzisti terroni trasformati in polentoni, 85
i peggiori sono quelli che sputano nel piatto che hanno divorato (come i politici ). Ma state leggendo "? spero di si. Onestamente devo riconoscere che gli uomini scrivono meglio delle donne. Sapete perché? Perché elaborano un concetto femminile mentre loro cucinano. Però la donna ha un pregio, arriva diretta al cuore senza copertina rigida. Comunque se piace continuate a leggere, ormai siete alla fine, fate questo sforzo. Secondo me in questo esatto momento starete pensando Ma la congiunzione? Caro amico /Cara amica se quasi alla fine ti fai questa domanda significa che non sono stata brava. Magari cambio rotta e provo a scriverti sulla bocca la congiunzione. (rifletti due minuti ) l’amore frugale/la superstizione/l’avarizia hanno tutte lo stesso trapasso? Avete capito di cosa sto parlando? La metafora serve a smorzare i toni se no muori, 86
guardando il male che divora il bene carnale, e che il cinghiale sarà insaccato a breve (spero il più tardi possibile). Se non fai così muori prima del cinghiale. (sto lavorando su me stessa per diventare cinica –avara e frugale ). Ma scusa ma perché lo hai intitolato : La Parabola della Gazzella del Leone e la Minna di Salomone ? “Ogni mattina in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, un leone si sveglia, sa che deve correre più della gazzella, o morirà di fame. Quando il sole sorge, non importa se sei un leone o una gazzella: è meglio che cominci a correre. E che c’entra la minna di Salomone? C' era una volta una "vacca" ovvero una buona mucca da latte sopraffino. Le sue minne d'oro dissetavano con latte puro tutte le bocche che venivano a lei per saziarsi. A volte la mordevano con quei denti gialli e cariati ma anche se lei soffriva. . . latte sempre nutriva. . . (dare senza ricevere ). 87
La mucca era tanto buona che gli dava più latte di quello che a loro servisse per vivere, ma loro non capendo bevevano senza misura, solo per il solo gusto di rubare più latte alle bocche vicine. (ù mìriusu campa cùnfusu).
Bevevano anche solo per vomitare ricotta acida, tanto era tutto gratis non apprezzavano la minna di Salomone. Un giorno il Buon Pastore decise di togliere la mucca agli "avidi succhiatori da latte" perché non avevano apprezzato la minna d 'oro in vita. Chi soppravvisse? Per conto della “bambina di tre anni che si costruisce una bambola da sola e che non si è mai fermata”che fu Gazzella, che fu Leone, che fu la Minna di Salomone. ps “La morte si sconta vivendo” Giuseppe Ungaretti Sono solo un’ignorante che prima di scrivere prega Tomasello Benedetta.
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