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Costume e società
PER MOLTI È NORMALE VIVERE OGNI ASPETTO DELLA QUOTIDIANITÀ IN COMPAGNIA DEL PROPRIO CANE, COMPRESA UNA CENA AL RISTORANTE. GLI ALTRI AVVENTORI PERÒ POTREBBERO AVERE QUALCOSA DA RIDIRE. VEDIAMO COME AFFRONTARE UNA SITUAZIONE SIMILE
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AL RISTORANTE
CON IL PET
Lorena Bassis Proviamo a incrociare due dati. Quello dell’indagine Doxa da cui risulta che gli italiani amano mangiare fuori casa almeno 5/6 volte al mese e che, secondo quanto riportato dal Rapporto Assalco - Zoomark 2020, in Italia nel 2019 erano presenti circa 60 milioni di animali d’affezione. Tra questi, oltre 7 milioni sono i cani che hanno trovato una famiglia. A questo punto, viene immediato pensare che portare Fido al ristorante dovrebbe essere una cosa del tutto naturale. A maggior ragione, dopo le tante restrizioni messe in campo per cercare di contenere la diffusione del virus da Covid-19, oggi si incominciano a vedere i primi segni di una ritrovata normalità con la riapertura di bar e ristoranti. Ma in realtà non è così semplice. Nonostante negli ultimi anni la situazione sia decisamente migliorata, complice il numero
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in crescita degli animali da compagnia, presentarsi nei locali accompagnati dal fedele amico può essere un problema. Come dimostrano i fatti di cronaca.
No a cani e bambini
«C’è molta richiesta, i posti con il Covid sono limitati e poi chi viene qui cerca qualcosa di unico, elegante, rilassante», ha dichiarato Vittorio Esposito, il direttore del ristorante La Palapa nel quartiere Prati a Roma. Un locale quindi “off limits” per cani e bambini la cui presenza potrebbe rovinare l’atmosfera a quanti cercano un luogo per un pranzo d’affari o una cena speciale. Una scelta quella del ristoratore che ha inevitabilmente scatenato polemiche e suscitato indignazione. E se da un lato il direttore del locale ha difeso la sua posizione, dal-
IL BUON SENSO INNANZITUTTO
Ammesso che il cane possa sedersi con noi, ci sono delle regole anche dettate dal buon senso - da rispettare. Vediamole: • Il cane deve essere tenuto al guinzaglio e stare vicino al suo amico umano in modo da non intralciare i camerieri e gli altri clienti del locale. Inoltre, deve essere ben educato per non creare situazioni di disagio. • L’animale deve essere pulito e non emanare odori sgradevoli. Naturalmente deve essere sano e in regola con le vaccinazioni. • Bisogna informarsi per tempo se i vicini di tavolo hanno problemi di allergia al pelo oppure se c’è un altro cane. In tal caso, è meglio chiedere di spostarsi in un’altra zona del locale. Anche se l’animale ha un’indole tranquilla, va evitato che venga accarezzato da estranei per non agitarlo. • È opportuno non dargli da mangiare.
l’altro non è mancata la replica degli esclusi. «Siamo stati respinti» - è la replica di un gruppo di mamme. «Il personale ripete ai clienti che “non sono ammessi cani e bambini” e alcune famiglie sono state cacciate dai tavoli all’esterno posti su suolo pubblico anche dopo aver acquistato da mangiare all’interno». D’altra parte, per quanto Esposito abbia cercato una tregua e tentato la strada della conciliazione dedicando uno dei due gazebo alle famiglie con animali al seguito, è anche vero che la sua presa di posizione è dipesa da diversi episodi spiacevoli. «I bambini, che correvano dappertutto, hanno rotto un lampadario e un vetro. Un altro bambino, nel totale disinteresse dei genitori, è caduto sbattendo la testa su un tavolino. Mi volevano perfino denunciare». Con i cani l’esperienza non è stata migliore: «Abbaiano e sporcano. Hanno anche litigato come fossero su un ring».
Si può vietare l’ingresso ai cani?
Per quanto sia stato creato il binomio “bambini-cani”, tralasciamo in questo contesto i primi e rivolgiamo invece l’attenzione ai pet.Attorno alla questione «cani sì o no nei ristoranti» c’è molta confusione in quanto non esiste un regolamento né a livello europeo né nazionale. Così, se da una parte bar, pizzerie e ristoranti sono luoghi di proprietà privata aperti al pubblico, per cui il proprietario è libero di vietare l’ingresso agli animali, dall’altra ci sono dei comuni in cui vige il regolamento per il benessere e la tutela degli animali, e chi si vede respinto dal ristoratore se in compagnia del suo animale da compagnia può segnalarlo ai vigili urbani. Attenzione però, perché se il proprietario del locale - anche se si trova in un comune “pet friendly” - ha esposto un cartello di divieto per ragioni igienico-sanitarie, il suo rifiuto a far entrare il cliente accompagnato dal cane a questo punto è legittimo (tale divieto ovviamente non vale per i cani-guida). La conseguenza di questa incertezza? I ristoratori - spesso per non infastidire altri commensali insofferenti nei confronti degli animali - preferiscono vietarne l’ingresso. Oppure, può capitare che ammettano nel loro locale solo i cani di piccola taglia considerando quelli medio-grandi decisamente ingombranti perché possono arrivare all’altezza dei
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tavoli. Tuttavia la FIPE(Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e il Ministero dellaSalute hanno chiaramente detto che non ci sono motivi igienico-sanitari per impedire l’ingresso ai cani nei pubblici esercizi. Quindi, è fatto divieto alle ASL di multare gli esercizi in cui saranno presenti animali e le amministrazioni comunali non potranno deliberare regolamenti che limitano o impediscono l’ingresso ai cani nei pubblici esercizi. Tuttavia, se i proprietari degli esercizi non hanno aderito a questa iniziativa potranno esporre cartelli che vietano esplicitamente l’ingresso ai cani, in tal caso non sarà possibile in nessun modo introdurli a nessun titolo nell’esercizio. Quindi, nonostante questo intervento, di fatto ben poco (se non nulla!) è cambiato rispetto alla situazione precedente. Comunque vada, la regola numero uno è quella di informarsi prima di prenotare un tavolo per sapere se il pet sarà ben accetto. Ciò permette di evitare inutili discussioni una volta sul posto.
Anche all’estero si trovano tante restrizioni
Il caso de La Palapa di Roma non è certo né il primo né l’unico caso. Spesso tra ristoratori e proprietari di animali i rapporti non sono facili. E non solo nel nostro Paese. La fobia per i cani sembra possa inquadrarsi come una sorta di atteggiamento diffuso che colpisce senza limiti. Dalle pizzerie ai ristoranti stellati, con l’obiettivo di rendere questi locali luoghi sempre più asettici. In Germania per esempio ci sono intere catene di bar vietate a bambini e animali così come in Spagna, in Francia o in Inghilterra, anche se il fenomeno sembra avere origini Oltreoceano. E così anche se da una parte c’è la tendenza ad avere al nostro fianco il pet in qualsiasi istante della nostra vita, dall’altra sono ancora tanti i locali che non ne autorizzano l’ingresso all’interno.
Il web aiuta a trovare il locale “pet friendly”
Non facciamo però di tutta l’erba un fascio. Chi ha un cane generalmente è poco intenzionato a lasciarlo a casa. Nettamente controtendenza anche il numero dei locali dove ci si può sedere al tavolo portando con sé il proprio animale. In Italia ci sono diversi ristoranti dove i quattro zampe sono i benvenuti e i gestori provvedono a riservare un tavolo in una zona del locale in modo che l’animale possa stare tranquillo accanto alla sua famiglia. Non è così raro poi imbattersi in qualche ristoratore accorto che addirittura potrebbe riservare maggiori attenzioni ai clienti portando una ciotola d’acqua e - perché no? - delle crocchette per conquistarsi le simpatie del pet. Per uscire di casa ed evitare spiacevoli sorprese sarebbe comunque opportuno fare una ricerca: dogwelcome.it, vacanzeanimali.it, dogalize.com sono solo alcuni dei siti (ma l’elenco è molto lungo) dove trovare la struttura che ospiti la famiglia al gran completo! ●
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