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Erpetologia
ATTIVA NEL CORSO DELL’INTERO ANNO, UNA VOLTA CHE VENGA SISTEMATO IL TERRARIO CON LA DOVUTA ATTENZIONE, NON DEVE FARE IL LETARGO E LA SI PUÒ OSSERVARE SENZA PAUSE INVERNALI
GEOCHELONE CARBONARIA
Serena Sola
Medico veterinario GPCert ExAP e Certificato ESVPS Responsabile Società Italiana Animali Esotici - Regione Veneto La tartaruga dalle zampe rosse è la tartaruga dei contrasti: scura di corpo e pelle, presenta degli spot cromatici caratteristici su zampe e carapace. Sebbene siano tartarughe molto timide, di solito in cattività si abituano facilmente alla presenza dell’uomo. È in appendice II CITES (La Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) e in allegato
B del Reg. CE 338/97. In natura risente dell’inquinamento, della caccia, della distruzione delle foreste a causa dei frequenti incendi e delle vangature dei terreni agricoli. Originaria del Sud America e più precisamente delle zone adiacenti al bacino del Rio delle Amazzoni: Panamá, Colombia, Venezuela, Brasile fino al nord dell’Argentina, Trinidad, Paraguay, Bolivia e alcune isole dei Caraibi (Barbados, Martinica, Guadalupa, Antigua, Isole Vergini).
Occupa le aree aperte delle savane umide e le foreste tropicali. Ama gli ambienti spaziosi, caldi e umidi, mentre evita la luce solare diretta. Queste zone sono caratterizzate da un’umidità del 60-90% con temperature giornaliere attorno ai 25-30°C e gradiente termico notturno anche di 10°C.
Caratteristiche fisiche
Caratteristiche sono le scaglie rosse delle zampe (dalle quali ha preso il nome comune), specialmente quelle anteriori. Le dimensioni medie si ag-
girano intorno ai 29-40 centimetri di lunghezza (anche se in natura è stato ritrovato un esemplare di 51 cm) con i maschi leggermente più grandi delle femmine (qualche centimetro). Il carapace è liscio e allungato, di colore nerastro con ampie areole giallo intenso-arancio al centro degli scuti dorsali e laterali, che tendono leggermente a diminuire di dimensione con l’andare degli anni e in molti adulti tendono a scomparire. Questa specie è priva dello scuto nucale. Il piastrone (la parte inferiore) è quasi completamente giallo con una macchia a forma di rombo più o meno estesa al centro, con aree tendenti al nero ai margini degli scuti. La pelle della testa, della coda e delle zampe è nera o grigio scuro con macchie sulle scaglie gialle o arancio-rosso, più intenso sulle quattro zampe. Vi possono essere variazioni di colore della pelle in relazione alla distribuzione geografica.
In Brasile (regione di Baia) esiste una varietà denominata Cherry Head (testa di ciliegia), essa si distingue per i colori più intensi, minori dimensioni (circa 25-30 cm) e minore differenza fra i sessi.
Il mantenimento in cattività
Si tratta di tartarughe piuttosto robuste, adatte anche ai principianti. Questi rettili hanno bisogno di un ambiente caldo e umido tutto l’anno, con poche fluttuazioni di temperatura sia durante la giornata che stagionali. Mentre nella stagione calda è possibile lasciare questi rettili all’aperto, è indispensabile alloggiarli in un ambiente riscaldato durante il periodo invernale e nelle notti fredde: questa specie non fa il letargo.
Il terrario va allestito in modo da mantenere una temperatura diurna di 32°C nella zona calda e 23-25°C nella zona fresca, con un abbassamento notturno fino a 21°C per i cuccioli e 19/20 per gli adulti. L’umidità deve essere alta (80% circa). Per il fondo si può utilizzare torba di sfagno con normale terriccio, oppure fibra di cocco mischiata con terriccio. Il petshopper deve consigliare il substrato ideale che aiuti a mantenere alta l’umidità e che sia facilmente pulibile per evitare l’insorgenza di contaminazioni batteriche e lo sviluppo di muffe. All’interno del terrario va ricreata una zona in cui somministrare l’alimento: in ciotole - non rovesciabili - in modo da evitare l’ingestione del terriccio causa di ostruzione e rallentamento intestinale. È fondamentale fornire numerosi rifugi sia nella zona calda che nella zona fredda. Quando le temperature esterne si stabilizzano e di notte non scendono sotto i 19°C, possono stare all’aperto, in recinti ben riparati dal vento e molto ombreggiati. Il recinto deve essere piuttosto spazioso (20 metri quadri per un gruppo di adulti: tre F con un M) e soprattutto molto resistente. Una rete metallica sotterranea lungo i quattro lati del recinto deve essere alloggiata al fine di evitare fughe. Una pratica consona è alloggiare nell’area sia erbe di campo sia piante da siepi e cespugli, per offrire zone d’ombra (questa tartaruga non ama molto esporsi al sole) ricordandosi di porre un rifugio termicamente isolato in zona appartata. Richiedendo ambienti umidi, il recinto deve essere spruzzato d’acqua di frequente. Un’idea valida consiste nel creare una pozza d’acqua poco profonda in cui la tartaruga possa facilmente immergersi, senza rischi di annegamento.
IL DIMORFISMO SESSUALE
Il dimorfismo sessuale è ben marcato: tutte le caratteristiche distintive si possono osservare con l’insorgenza della maturità sessuale quando l’animale ha raggiunto una lunghezza di almeno 15-18 centimetri. 1. Un restringimento a clessidra della corazza può essere presente nel maschio. 2. Nel maschio il piastrone è molto concavo, mentre nella femmina è piatto. 3. Gli scuti anali formano un angolo più aperto nei maschi mentre nella femmina sono più ravvicinati e di forma ovoidale. 4. Lo spazio tra il margine posteriore del piastrone e lo scuto sopracaudale del carapace è doppio nella femmina rispetto al maschio, per facilitare il passaggio delle uova. 5. Nel maschio la coda è più lunga e larga (sebbene non in tutti i soggetti) rispetto alla femmina e l’apertura cloacale è più lontana dalla base della coda.
L’alimentazione
Questa tartaruga si alimenta di prima mattina o al crepuscolo. In commercio ci sono degli alimenti formulati e bilanciati che possono essere utilizzati con sicurezza. Prevalentemente erbivora, può cibarsi anche di
alimenti di origine animale. In natura la dieta è costituita in prevalenza da erbe, foglie, fiori, frutta, legumi, funghi, invertebrati (lumache, termiti, farfalle e altri insetti) e talvolta di carogne e feci di altri animali. L’alimento preferito è la frutta matura, caduta dagli alberi, che rappresenta il 70% della dieta durante la stagione umida e il 40% durante la stagione secca. In cattività si possono somministrare, in aggiunta agli alimenti industriali, grandi quantità di frutta. Si possono offrire meloni, angurie, papaia, ananas, prugne, mele, fichi, arance, uva e altri tipi di frutti ben maturi, fino al 50% della dieta. La banana va data con molta parsimonia. Altri alimenti indicati sono costituiti da vegetali a foglia, funghi, fiori d’ibisco e dente di leone. La tendenza a somministrare un elevato quantitativo di proteine animali per accelerare la crescita è molto dannosa. La dieta deve avere un buon contenuto di calcio e soprattutto un elevato rapporto calcio/fosforo, per esempio addizionando all’alimento prodotti specifici o carbonato di calcio, oltre all’utilizzo di complessi minerali e vitaminici da tenere sempre a scaffale; un osso di seppia, sempre a disposizione, è ben gradito. L’acqua fresca e pulita non deve mai mancare.
CLASSIFICAZIONE
CLASSE Rettili ORDINE Testudines SOTTORDINI Cryptodira FAMIGLIA Testudinidae GENERE Geochelone SPECIE G. carbonaria o Chelonoidis carbonaria
La riproduzione
In cattività la maturità sessuale è raggiunta all’età di 7-9 anni, anche se dipende maggiormente dalle dimensioni; il piastrone dovrebbe essere, infatti, almeno circa 25 cm di lunghezza.
L’accoppiamento avviene tutto l’anno. Il maschio, emette suoni gutturali, muove la testa a destra e sinistra attratto dai colori accesi delle zampe della femmina, senza mai essere aggressivo. La femmina fa mediamente quattro o cinque deposizioni all’anno a intervalli di circa 30 giorni di quatto-sei uova per volta. Nel periodo in cui le femmine sono prossime alla deposizione è importante fornire maggiori e varie fonti di calcio. Le uova vanno mantenute (meglio se in incubatrice) a 29-30,5°C con umidità elevata (7080%). In queste condizioni la schiusa avviene in circa 150-175 giorni. ●