WANDERLUST SPAZIO APERTO COME SPAZIO PUBBLICO un nuovo modello del rapporto tra città e campagna
Università degli Studi di Ferrara Facoltà di Architettura a.a. 2011/12 primo relatore Arch. Maurizio Bonizzi secondo relatore Arch. Roberta Fusari laureando Fabio Venneri
Definition of wanderlust. noun: a strong desire to travel “a man consumed by wanderlust” origin: early 20th century: from German Wanderlust Il “prestito linguistico” dal tedesco divenne un lemma inglese nel 1902 come un riflesso di quello che era visto come una predilezione per il vagare senza meta tipicamente tedesca che può essere ricondotta al Romanticismo. Una parola equivalente nel tedesco contemporaneo per la parola inglese wanderlust, nel senso di “desiderio di viaggiare”, è Fernweh (significato letterale “nostalgia per un posto lontano”). Dal momento che il termine è un nome, la lettera iniziale è sempre scritta in maiuscolo in tedesco (“Wanderlust”), ma è scritta in caratteri minuscoli in inglese (“wanderlust”). Il termine ha origine dalle parole tedesche wandern (“to hike” - trad: passeggiare) e Lust (“desire” - trad: desiderio). Il termine tedesco wandern, utilizzato spesso in maniera errata come false friend, non significa infatti “to wander”, ma “to hike”, passeggiare. Mettendo insieme le due parole, tradotto: “voglia di passeggiare”.
015
00. ABSTRACT
019
01. DIMENSIONI DEI TERRITORI
021 025 027 033 038 042 047 049 053 057 061 065 069 073 077 083 085 095 101
1.1 Tipologia urbano-rurale 1.2 La Provincia di Ferrara quale “area rurale intermedia” 1.3 La zonizzazione provinciale 1.4 Il sistema ambientale e territoriale 1.5 Situazione socio-economica generale 1.6 Il sistema produttivo agricolo, forestale ed alimentare 02. USI DEI TERRITORI 2.1 Un territorio da leggere in Braille 2.2 Fasi di bonifica 2.3 Paesaggio culturale 2.4 Case del popolo 2.5 Infrastrutturazione 2.6 Turismo 2.7 Poli industriali 2.8 Pendolarismo 03. TEMPI E SPAZI DEI TERRITORI 3.1 Metropoli piccole 3.2 Lo spazio agricolo 04. TRASFORMAZIONI DEI TERRITORI
102 104 106
4.1 Politica Agricola Comune 4.2 Sviluppo rurale 4.3 Strategie di sopravvivenza
119
05. STRATEGIA PER I TERRITORI
133
06. AZIONI PER I TERRITORI
145
07. PROGETTI PER I TERRITORI
157
08. AZIONI PER I TERRITORI
167
09. PROGETTI PER I TERRITORI
168
9.1 Modelli possibili per lo spazio aperto
179
10. BIBLIOGRAFIA
185
ANTEFATTO
191
RINGRAZIAMENTI
192
BONUS TRACKS
195
ALLEGATI
INDICE
Ancora oggi la campagna, seppur parte del nostro immaginario urbano come spazio interno della cittĂ estesa e cosĂŹ prossima ad ogni suo punto, continua ad essere lontana dalla nostra esperienza quotidiana, tanto lontana da sentirne la nostalgia.
PREMESSA
011
00. ABSTRACT
014
La diffusione sul territorio non è un fenomeno nuovo tanto nei suoi caratteri originari che nelle sue implicazioni più recenti. Il territorio italiano è sempre stato, pressoché totalmente, antropizzato. Se la presenza sul territorio è sempre stata diffusa, è sempre stata al contempo forte la distinzione tra la città, luogo del commercio e delle professioni, e la campagna, il luogo del lavoro della terra. Il venir meno, nel corso dei secoli, delle esigenze di difesa, lo sviluppo industriale e la conseguente urbanizzazione, nonché lo svilippo delle infrastrutture, ha messo in crisi questo modello antitetico. Il nuovo fenomeno dispersivo ha preso forma diversa nelle diverse aree (l’hinterland milanese, la pianura padanoveneta, il salento), ma ciò che accomuna tutte le esperienze è la perdita di una delimitazione spaziale della città e il trapasso nello spazio quadridimensionale, con la dissoluzione di un confine valido erga omnes. La Bassa ferrarese ha vissuto questo processo in modo meno traumatico che altri territori: la visione zenitale ci permette ancora di distinguere la forma dei centri abitati storici, dei successivi sviluppi lungo assi di espansione e per zone omogenee, nuove parti di città giustapposte ai nuclei originari. La città di Ferrara grazie a fortunate circostanze storiche ha conservato il suo circuito murario, la vecchia campagna è puntellata da abbazie e delizie, e verso il mare sono chiaramente riconoscibili le ultime terre strappate alle acque in questa lotta millenaria contro la loro invadenza straripante. Tuttavia, e pur senza un’infrastruttura di trasporto pubblico non così sviluppata cui sopperisce però la mobilità privata, l’uso che si fa dello spazio è ormai un uso metropolitano, “organizzato sul rapporto tra più polarità e senza un unico centro principale”, “legando
tra loro, in modi anche inediti, le diverse parti”.[1] La tradizionale concezione del rapporto tra città e campagna come poli contrapposti deve essere rimesso in discussione nel momento in cui quest’ultima passa dall’essere un “fuori” ad essere un “dentro”, che “analogamente a molti altri luoghi urbani, è un territorio continuamente attraversato per raggiungere i luoghi del lavoro, del consumo, dell’istruzione, della ricreazione. La campagna urbana fa oggi parte del vissuto quotidiano anche di chi non ha con essa rapporti diretti di lavoro o di residenza.” Nel contempo, la campagna sta provando ad adattarsi ad un mondo in cui la rilevanza del settore agricolo sta scemando in particolar modo nei paesi più sviluppati, vivendo al suo interno trasformazioni funzionali interessanti non solo dal punto di vista quantitativo, ma soprattutto per la casualità con la quale compaiono nel paesaggio rurale. Trovare una logica in questa casualità sembra l’ovvio compito del pianificatore. La tesi vuole indagare l’impatto del concetto alternativo di “spazio aperto come spazio pubblico” nella pianificazione delle aree agricole in contesti territoriali “metropolitani” (policentrici, interconnessi). Invece di optare per una strategia “difensiva” riguardo la relazione tra città e campagna, se ne sceglierà una “offensiva” che, al di fuori di logiche di pura tutela e salvaguardia, non decida tra urbano O rurale ma cerchi di coniugare urbano E rurale in modo da stringere le qualità della città e della campagna in una nuova alleanza, che permetta all’agricoltura e alla natura di trovare un ruolo culturale, sociale, economico contemporaneo.
BARBIERI Pepe, Metropoli piccole Roma, Meltemi editore, 2003, p.8
[1]
00. ABSTRACT
015
01. DIMENSIONI DEI TERRITORI
Secondo le indicazioni regionali, che hanno classificato le aree rurali della Regione Emilia-Romagna adottando la metodologia prevista dal Piano Strategico Nazionale, basato sulle indicazioni OCSE come prescritto dalla Commissione UE, tutto il territorio della Provincia di Ferrara rientra tra le aree rurali intermedie. La Provincia di Ferrara presenta caratteristiche tipiche dei territori rurali intermedi, con una densitĂ di popolazione inferiore a 150 ab/kmq, una variazione demografica naturale negativa e un alto indice di vecchiaia. Importante notare che al di fuori del territorio della cittĂ capoluogo e di alcuni comuni caratterizzati da un elevato livello di industrializzazione, la provincia presenta livelli di urbanizzazione ridotti. Si rileva inoltre come la situazione si presenti peggiore in termini di tasso di occupazione, attivitĂ e disoccupazione rispetto alla media rilevabile nelle aree rurali intermedie regionali.
01. DIMENSIONI DEI TERRITORI
019
UE
UE
superficie 4 326 253 kmq
superficie 4 326 253 kmq
popolazione 502 477 005 ab.
popolazione 502 477 005 ab.
densità 116 ab./kmq
densità 116 ab./kmq
regioni prevalentemente urbane regioni rurali intermedie regioni prevalentemente rurali
regioni prevalentemente urbane regioni rurali intermedie 9,5% 410 994 kmq regioni prevalentemente rurali
44,5% 223 602 267 ab. 554 ab./kmq
9,5% 410 994 kmq
UE
superficie 4 326 253 kmq
popolazione 502 477 005 ab.
36,1% 1 561 777 kmq 44,5% 223 602 267 ab. 35,4% 177 876 859 ab. 554 ab./kmq 114 ab./kmq
36,1% 1 561 777 kmq 35,4% 177 876 859 ab. 20,1% 100 997 878 ab. 114 ab./kmq 43 ab./kmq
54,4% 2 353 481 kmq
dati EUROSTAT marzo 2010
54,4% 2 353 481 kmq 20,1% 100 997 878 ab.
regioni prevalentemente urbane
43 ab./kmq
regioni rurali intermedie
dati EUROSTAT marzo 2010
regioni prevalentemente rurali 020
IT
superficie 301 304 kmq
popolazione 60 776 531 ab.
densità 201 ab./kmq
1
nonostante abbia una popolazione di 439 abitanti. Città o paesi in LAU2s molto grandi saranno classificate come rurali a causa di una bassa densità di popolazione, persino quando la città è abbastanza grande e la gran parte della popolazione della LAU2 vive in quella città. Per esempio, Badajoz e Càceres in Spagna e Uppsala in Svezia sono classificate come rurali nonostante abbiano una popolazione di 150 000 o più abitanti.
1.1 Tipologia urbano-rurale La metodologia OCSE. La metodologia OCSE per la definizione della tipologia implica due passaggi principali: • definire unità amministrative locali rurali di livello 2; • basandosi sulla suddivisione di popolazione in LAU2s rurali, classificare le regioni. Identificare unità amministrative locali rurali di livello 2. La metodologia OCSE classifica LAU2s con una densità di popolazione al di sotto dei 150 abitanti per km2 come rurali. Data l’eterogenità della dimensione di LAU2s, alcune LAU2s saranno classificate in modo errato. Piccoli villaggi che sono molto strettamente circoscritte dai loro confine amministrativi hanno una densità di popolazione sufficientemente alta e verrano quindi classificate come urbane nonostante abbiano una popolazione totale molto piccolo. Per esempio, Aldea de Trujillo in Spagna è classificata come urbana
Classificare il livello regionale. L’approccio dell’OCSE classifica le regioni come prevalentemente urbane, intermedie o prevalentemente rurali, basandosi sulla percentuale di popolazione che vive in unità rurali locali. Una regione NUTS3 è classificata come: • prevalentemente urbana (PU), se la percentuale di popolazione che vive in LAU2 rurali è al di sotto del 15%; • intermedia (IN), se la percentuale di popolazione che vive in LAU2 rurali è compresa tra il 15% e il 50%; • prevalentemente rurale (PR), se la percentuale di popolazione che vive in LAU2 rurali è superiore al 50%. In un terzo passaggio, viene considerate la dimensione dei centri urbani nella regione. Una regione classificata come prevalentemente rurale dopo step1 e 2 diventa intermedia se contiene un centro urbano di più di 200 000 abitanti che rappresentino almeno il 25% della popolazione regionale. Una regione classificata come intermedia dopo step1 e 2 diventa prevalentemente urbana se contiene un centro urbano di più di 500 000 abitanti che rappresentino
LAU2
Per andare incontro all’esigenza di statistiche a livello locale, Eurostat ha messo a punto un sistema di unità amministrative locali, abbreviate come LAUs, compatibili con NUTS. A livello locale, due livelli di LAU sono state definite: - il livello superiore (LAU1, ex NUTS livello 4) è definito per la maggior parte, ma non per tutti, i Paesi; - il livello inferiore (LAU2, ex NUTS livello 5) è composto dalle municipalità o unità equivalenti nei 27 Stati Membri dell’UE.
NUTS
La Nomenclatura delle Unità territoriali statistiche, abbreviate in NUTS (dal francese Nomenclature des Unités territoriales statistiques) è una nomenclatura geografica che suddivide il territorio dell’Unione Europea in regioni a tre diversi livelli (NUTS 1, NUTS 2 e 3, rispettivamente, dalla più grande alla più piccola unità territoriale). Al di sopra di NUTS 1 si trova il livello “nazionale” dello Stato Membro. Le aree NUTS aspirano a fornire una suddivisione territoriali unica e coerente per la compilazione delle statistiche regionali
01. DIMENSIONI DEI TERRITORI
021
aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
poli urbani
2009
2007
2006
2004
2002
2009
densità 136 ab./kmq
emilia-romagna
2008
popolazione 358 972 ab.
densità 136 ab./kmq
2008
superficie 2631 kmq
popolazione 358 972 ab.
provincia di ferrara
ANDAMENTO DEMOGRAFICO 370.000 360.000 350.000 340.000 330.000 320.000 310.000
2007
totale pop. residente
stranieri
italiani
2006
2004
2002
2000
1998
1996
1994
1992
1990
300.000 1988
Al 1° gennaio 2010 in provincia di Ferrara si contano 358.966 residenti che, in riferimento all’anno precedente, indicano un incremento demografico pari allo 0,3%, in valore assoluto corrisponde a 987 persone. I flussi dall’estero non sono certo trascurabili ed anzi, negli ultimi due anni, rappresentano l’origine più frequente dei nuovi cittadini residenti in provincia di Ferrara. All’1 gennaio del 2010 si contano 24.537 cittadini stranieri residenti, 2.552 in più rispetto alla medesima data del 2009.
ETA’ MEDIA DELLA POPOLAZIONE 48 47 46 45 44 43 42 41
emilia-romagna 026
ANDAMENTO DEMOGRAFICO
2009
2008
2007
provincia di ferrara
01. DIMENSIONI DEI TERRITORI
370.000
2006
2004
2002
2000
1998
1996
1994
1992
40 1990
Le due curve evidenziano chiaramente l’invecchiamento subito dalla popolazione nel corso del tempo, si parte nel 1988 con un’età media inferiore ai 42 anni per la regione e di poco superiore per la provincia e si arriva al 2008 con circa 44 anni per la regione e oltre 47 per Ferrara. Avviene cosi che tra il 1988 ed il 2009 la differenza d’età si quintuplica (da 0,56 anni a 2,54 anni).
1988
FE
superficie 2631 kmq
2000
FE
1998
40 1996
aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
1994
41 1992
aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata
1988
42
1990
43
aree rurali intermedie
1.3 La zonizzazione provinciale La declinazione della zonizzazione definita a livello regionale nel territorio della Provincia di Ferrara porta a individuare i seguenti ambiti di intervento per i diversi Assi. La zonizzazione nell’Asse 1. Il PSR differenzia il grado di priorità dei settori produttivi per ogni ambito territoriale regionale. Il territorio provinciale, in quest’analisi, viene distinto in Pianura centrale e in Pianura orientale, si ritiene utile richiamare qui i comuni ricadenti nell‘uno e nell’altro ambito: • Pianura Centrale: Bondeno, Cento, S.Agostino, Vigarano Mainarda, Mirabello, Poggio Renatico; • Pianura orientale: i restanti comuni del ferrarese posti ad Est, compreso Ferrara fino al mare. Le due aree sono riconducibili alla definizione già in uso di Alto e Basso Ferrararese. La zonizzazione nell’Asse 2. 1) Zonizzazione del Reg. CE 1698/05: • aree agricole incluse nei piani di gestione di bacini idrografici;
• aree incluse nella rete NATURA 2000: Tali aree sono individuate dalla Regione Emilia-Romagna nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e nelle zone di Protezione Speciale (ZPS). Nella provincia di Ferrara sono state individuate 16 ZPS di cui 12 sono anche SIC e 6 sono Zone Umide Ramsar (ZU), alcune delle quali ricadenti nella stessa zona SIC e/o ZPS e per la maggior parte all’interno del Parco Regionale Delta del Po dell’Emilia-Romagna e nell’area LEADER; • le zone idonee all’imboschimento per motivi ambientali: sono aree designate per l’espansione della massa forestale per attenuare il cambiamento climatico. In provincia di Ferrara sono le aree di pianura perché deficitarie di aree forestali, con priorità per le aree dei Parchi, per la rete natura 2000, per le aree sottoposte a vincoli per la tutela delle acque, per gli ambiti agricoli periurbani e per le reti ecologiche. 2) La zonizzazione definita dal Piano Territoriale Paesistico Regionale e Provinciale. Il P.T.P.R. classifica il territorio regionale in “Unità di Paesaggio” definite attraverso caratteristiche ambientali: per la Provincia di Ferrara vale l’unità di Paesaggio “La pianura”, con caratteristiche prevalenti correlate alla forte intensità delle produzioni agricole, alle problematiche idrogeologiche e all’impoverimento della biodiverisità. La pianificazione territoriale del P.T.P.R. cosi come definite nel P.T.C.P. individua oltre ad ambiti generali anche i seguenti ambiti territoriali specifici: • zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua (art. n. 17
ibidem
Asse 2 “miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” con 397 milioni; Asse 3 “qualità della vita e diversificazione delle zone rurali” che potrà contare su oltre 97 milioni; Asse 4 “Iniziativa comunitaria Leader” con 48 milioni di euro. Vanno poi considerati circa 9 milioni di euro destinati all’assistenza tecnica.
PRIP
Una delle principali novità del PSR è rappresentata da un maggior coinvolgimento degli Enti nella definizione delle scelte di sistema locale attraverso la predisposizione del Programma Rurale Integrato Provinciale (PRIP), elaborato dalla Province con il coinvolgimento del parternariato locale. Tale documento, partendo dalla specificità territoriali e nell’ambito degli obiettivi strategici regionali, definisce le priorità tematiche e di area al fine di promuovere interventi integrati sia interni allo sviluppo rurale, sia con gli altri interventi comunitari e regionali attivati a livello locale.
01. DIMENSIONI DEI TERRITORI
027
9,5% 410 994 kmq 44,5% 223 602 267 ab. 554 ab./kmq
36,1% 35,4%
1 561 777 kmq 177 876 859 ab.
114 ab./kmq
54,4% 2 353 481 kmq 20,1% 100 997 878 ab. 43 ab./kmq
dati EUROSTAT marzo 2010
IT
superficie 301 304 kmq
popolazione 60 776 531 ab.
densitĂ 201 ab./kmq dati ISTAT settembre 2011
aree costruite (183 kmq) aree non costruite 028
aree agricole (2164 kmq) aree non agricole
02. USI DEI TERRITORI
Il territorio ferrarese è un territorio fortemente artificiale. Originariamente dominato da foreste, paludi e valli, è stato profondamente modificato nel corso dei secoli da un costante susseguirsi di interventi da parte dell’uomo allo scopo di renderlo più ospitale e produttivo. Questo secolare processo di trasformazioni avvenute per mano dell’uomo per difendersi e per vivere, in particolare per quanto riguarda il controllo e l’irrigimentazione delle acque in un territorio per la metà della sua estensione al di sotto del livello del mare, viene richiamato anche nel riconoscimento UNESCO a Ferrara e al suo Delta del Po come patrimonio mondiale dell’umanità. “Segni tangibili di queste trasformazioni sono ancora presenti e rappresentano la più fervida testimonianza di un passato ricco di stimoli e di opportunità per il futuro.”
02. USI DEI TERRITORI
047
2.1 Un territorio da leggere in Braille Altimetria. Il territorio di Ferrara è assai difficile da rappresentare. A prima vista la sua morfologia sembra piatta e priva di qualità paesaggistiche, ma, come suggerisce Moreno Po, il ferrarese “va letto in Braille, toccato con le mani, perché é sottile… puoi solo toccarlo, non lo puoi capire immediatamente, non lo riesci a cogliere attraverso rappresentazioni tradizionali”. Una lettura attenta, sostenuta dal sapere di geologi, idrogeologi e storici del paesaggio, rivela un territorio ricco di forme, costruito su una trama di paleoalvei, su cui l’uomo ha sovrapposto, nel tempo, diverse modalità di funzionamento del sistema idraulico, modificando il reticolo delle acque in base alle diverse esigenze e modelli di sviluppo. Questa pianura fortemente manufatta richiede, per essere letta, di decifrarne la geomorfologia, di ricostruirne le trasformazioni idrauliche, la cui storia si intreccia e sovrappone con quella dei conflitti tra poteri: trattenere l’acqua per l’irrigazione e contemporaneamente mantenere asciutti i terreni, consentire la
navigazione dei fiumi e proteggere le città dalle piene sono tra le principali questioni attorno a cui si è costruito questo territorio che svela la sua natura di straordinario supporto “storicamente determinato”. Se, a prima vista, il territorio appare interamente pianeggiante, in realtà, è un piano corrugato, ricco di “valli” e “crinali”, articolato in “terre alte” e “terre basse”, una sorta di telo non perfettamente teso nel quale proprio le scarse pendenze in gioco, per lo più inferiori allo 0,5 per mille, costituiscono un grosso ostacolo allo smaltimento delle acque meteoriche. Nonostante Ferrara disti più di 40 chilometri dal mare, una parte del suo territorio comunale, così come la metà dell’intero territorio provinciale, è collocata al di sotto del livello del mare. Per questa ragione, lo scolo delle acque necessita in tutta la provincia ferrarese del lavoro di settantacinque impianti idrovori, di cui tredici nel solo territorio comunale di Ferrara. La pendenza generale del territorio verso est e la condizione di pensilità dei fiumi attuali e dei paleoalvei principali, assieme ad altre strutture (talora artificiali), suddividono il territorio in vari comparti altimetrici di forma concava, i quali presentano spesso difficoltà di drenaggio delle acque meteoriche. Significativa è la generale differenza di quota dell’area situata a ovest del paleoalveo del Po di Primaro, che risulta mediamente più alta di quella a est in quanto soggetta alle alluvioni del Reno, e fino al XVIII secolo alle relative bonifiche per colmata, nei cui confronti il suddetto paleoalveo esercitava una funzione di sbarramento. Piccole pendenze e dislivelli di pochi metri, a volte di frazioni di metro, costituiscono differenze sostanziali in questo delicato equilibrio idraulico, tanto da avere fortemente 02. USI DEI TERRITORI
049
gli Este hanno costruito tra la fine del medioevo ed il rinascimento nella città di Ferrara e nel territorio circostante e che oggi rappresentano, assieme al paesaggio culturale che le circonda, il sistema portante del sito, Patrimonio dell’Umanità, denominato “Ferrara città del rinascimento ed il suo delta del Po”. La motivazione che appare sul riconoscimento del Comitato UNESCO recita “[...] e residenze dei duchi d’Este nel Delta del Po illustrano in modo eccezionale il riflesso della cultura del rinascimento sul paesaggio naturale [...]”.
2.3 Paesaggio culturale Per “paesaggio culturale” si intende quell’insieme di valori di ambito paesaggistico urbano, rurale, o industriale che rispondono ad un’unica volontà specifica frutto dell’intervento dell’uomo sulla natura e che sono identificabili storicamente. “[...] il Delta del Po è un eccezionale paesaggio culturale pianificato che conserva in modo notevole la sua forma originale [...]”. Con queste parole il riconoscimento UNESCO al sito “Ferrara città del rinascimento ed il suo delta del Po” ha reso Patrimonio Mondiale il territorio ferrarese come “paesaggio culturale” volendo sottolineare come si assomma al sistema dei beni culturali monumentali esistenti un insieme paesaggistico e culturale coerente, ancora visibile, contestualizzato e significativamente legato all’opera dell’uomo nella difficile lotta con l’ambiente naturale del delta del Po durante il rinascimento. Le Delizie Estensi compongono quel sistema monumentale di residenze di corte circondate da giardini e parchi che 02. USI DEI TERRITORI
057
PAESAGGIO CULTURALE Il Delta del Po è un eccezionale paesaggio culturale pianificato che conserva la sua originale forma in misura notevole. Le residenze ducali estensi nel Delta del Po mostrano l’influenza della cultura rinascimentale sul paesaggio naturale in modo eccezionale.
Ferrar e il suo
del del Ferrara, città del Rinascimento, e il suo Delta del Po
res
del pae
core zone buffer zone
delizie estensi delizie scomparse resti di delizie delizie minori paesaggio culturale
02. USI DEI TERRITORI
059
2.4 Case del popolo Verso la fine dell’Ottocento, in seguito ai mutamenti economici e sociali che attraversavano l’Europa, gli operai e i contadini cominciarono ad organizzarsi autonomamente, formando prima società di mutuo soccorso, poi leghe sindacali e partiti. Le prime case del popolo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Olanda, Belgio, nacquero in un ambiente fortemente segnato dallo spirito socialista e progressista dell’epoca, divenendo la sede delle nuove organizzazioni. Politica, solidarietà e ricreazione sembravano confondersi in questi luoghi. L’edificazione delle case del popolo, ad opera di lavoratori che impiegavano il loro poco tempo libero e le loro scarse risorse, era segno della volontà delle classi subalterne di autorganizzarsi e di gestire luoghi alternativi al potere padronale e degli agrari. La casa del popolo assunse così il ruolo di contraltare dei circoli e dei luoghi di ritrovo abituali della borghesia e si contrappose a forme di aggregazione di tipo religioso come le parrocchie.
02. USI DEI TERRITORI
061
SIPRO
2.7 Poli industriali Sulla scia dell’innovazione e dei cambiamenti in atto in tutto il Paese nel comparto industriale, anche le produzioni ferraresi hanno raggiunto via via un livello di innovazione di prodotto e di processo maggiore ed una maggior apertura verso un mercato sempre più globale. Questo si è associato ad un processo di maggiore “diffusione” industriale in tutto il territorio provinciale, dove accanto al tradizionale polo chimico di Ferrara, con un notevole potenziale produttivo e di ricerca e innovazione, e al distretto dell’area di Cento, specializzato nella meccanica, si è affiancato il polo industriale dell’area del Basso Ferrarese, fungendo anche da polo attrattivo per l’insediamento di attività produttive proveniente da aree esterne. Tra le imprese agroindustriali si segnala il recente insediamento dello stabilimento produttivo a Codigoro di Conserve Italia, consorzio cooperativo italiano e primo gruppo conserviero in Europa, con sede a San Lazzaro di Savena (Bologna).
dal 1999 è l’Agenzia Provinciale per lo Sviluppo di Ferrara, con il compito di agire sull’intero territorio provinciale con gli obiettivi di: promuovere lo sviluppo sostenibile realizzando aree industriali con infrastrutture avanzate dal punto di vista ambientale, energetico e tecnologico; ridurre il consumo del territorio attraverso la concentrazione dei poli industriali ed il recupero di siti dismessi; attrarre investimenti dall’esterno per la creazione di nuovi insediamenti industriali ed artigianali che possano creare occupazione di qualità; sostenere le attività presenti sul territorio attraverso la creazione di reti di imprese per la realizzazione di progetti congiunti di sviluppo; dialogare con tutti i soggetti locali per l’individuazione dei vantaggi per le imprese che si insediano; individuare canali di finanziamento (europei, nazionali, regionali) per la realizzazione di interventi a ricaduta locale.
02. USI DEI TERRITORI
073
POLI INDUSTRIALI Nel comparto industriale, le produzioni ferraresi hanno raggiunto via via un livello di innovazione di prodotto e di processo maggiore ed una maggior apertura verso un mercato sempre più globale. Questo si è associato ad un processo di maggiore “diffusione” industriale in tutto il territorio provinciale, doveaccanto al tradizionale polo chimico di Ferrara, con un notevole potenziale produttivo e di ricerca e innovazione, e al distretto dell’area di Cento, specializzato nella meccanica, si è affiancato il polo industriale dell’area del Basso Ferrarese, fungendo anche da polo attrattivo per l’insediamento di attività produttive proveniente da aree esterne.
metalmeccanica chimica meccanica
elaborazione grafica L’andamento dell’industria ferrarese. Analisi di casi aziendali significativi. Galletti, Zannoni, ricercatori CDS 02. USI DEI TERRITORI
075
03.TEMPI E SPAZI DEI TERRITORI
“Il tempo è il materiale primo di questa città del movimento.Sono ancora oggi, soprattutto, le strade a determinare il cambiamento di senso delle forme insediative, quasi sempre senza che questi effetti sul territorio siano stati programmati. è la presenza di questi sistemi infrastrutturali ad attuare una forma e un uso metropolitano dello spazio, organizzato sul rapporto tra più polarità e senza un unico centro principale.“ Barbieri, 2003 Estendendosi fra i vari centri urbani che le definiscono, la campagna è l’elemento di connessione fra gli insediamenti ed è parte integrante del paesaggio urbano. Non è più, come nelle forme tradizionali di città, quella parte del territorio comunale che si estende a partire dall’edificato (spesso racchiuso entro la cinta muraria) e, quindi, esterna ad esso. Nel suo essere ora interna alla città dispersa e nel suo essere elemento di connessione fra i nodi del nuovo sistema territoriale, la campagna entra come luogo fisico nella vita quotidiana dell’abitante della città. Analogamente a molti altri luoghi urbani, è un territorio continuamente attraversato per raggiungere i luoghi del lavoro, del consumo, dell’istruzione, della ricreazione. La campagna urbana fa oggi parte del vissuto quotidiano anche di chi non ha con essa rapporti diretti di lavoro o di residenza.
03. TEMPI E SPAZI DEI TERRITORI
083
ez ia ve n pa do va -
bol ogn a
giornalmente a più luoghi, la necessità di rendere identificabili i modi di relazione tra le cose, il valore dello spazio che è in mezzo, la sovrapposizione articolata dei limiti, in un certo senso è ancora di maggiore importanza.
ra ve n
na
3.1 Metropoli piccole “La peculiarità della condizione europea, e in particolare di quella italiana, è di vedere oggi in corso -anche per la spinta imitativa degli stili di vita d’oltre oceano- la coabitazione di modi americani, la ricerca dell’evento(italic), con la presenza, non necessariamente posticcia o nostalgica, di legami con le culture e certi riti della provincia. Tondelli nota appunto, a proposito dell’Emilia, questo trapassare continuamente dalla provincia alla metropoli. Lo strumento di questo trapassare sono le strade. Le strade di queste province metropolitane. Non solo si scopre che, senza che nessuno l’abbia progettata, una città lineare s’è costruita da sè lungo queste infrastrutture, ma ci si accorge che la strada non ne rappresenta soltanto il supporto funzionale -come ritengono gli specialisti che le programmano e le disegnano- ma il magnete esteso di un immaginario a più facce che raccoglie i sogni e le corse notturne dei ragazzi dell’Emilia e i rituali quotidiani degli abitanti di queste città lunghe chilometri. O lunghe un’ora e un quarto. L’architettura per le metropoli piccole è quindi, anche architettura delle connessioni. Oggi, in una condizione in cui si appartiene
BARBIERI Pepe, Metropoli piccole Roma, Meltemi editore, 2003, p.70
Un’espressione che è quasi un nonsenso, una definizione che ribalta l’immagine che la letteratura, il cinema, l’arte ci hanno consegnato: quella della metropoli come gigantesco artificio, insieme denso, affollato di oggetti smisurati. Esiste invece una condizione metropolitana che si riconosce nei modi nuovi con cui sono utilizzate e percepite molte parti del territorio italiano. Nuove aree metropolitane nascono anche nelle province italiane, mescolando infrastrutture, campagne, centri antichi e nuovi. Sono metropoli piccole perché si confrontano con le misure raccolte del paesaggio italiano. Sono metropoli perché è metropolitana l’idea di spazio e di uso del territorio dell’abitante che le percorre.”
03. TEMPI E SPAZI DEI TERRITORI
085
086
03. TEMPI E SPAZI DEI TERRITORI codigoro
massafiscaglia
ostellato migliarino valcesura migliaro
rovereto dogato
tresigallo-correggi
masi torello
quartesana
65 min
cona
cittĂ del ragazzo
ferrara
codigoro
ferrara - codigoro 53 km
ferrara - codigoro 65 min 53 km
03. TEMPI E SPAZI DEI TERRITORI
087
04. TRASFORMAZIONI DEI TERRITORI
La Politica Agricola Comune dell’Unione Europea. sostiene, oggi, il ruolo dell’agricoltore inteso come produttore e gestore di “ambiente”, oltre che di derrate agricole (la cui quantità non rappresenta più l’unico fine), e tutta una serie di incentivi economici comunitari e regionali sono tesi a conservare e ripristinare gli elementi naturali tra i campi. Oggi politica, economia ed ecologia trovano, a livello normativo europeo, una forte connotazione tesa all’ottenimento di beni meno definiti: si parla di qualità della vita, di salute del consumatore, di prodotti tipici, di paesaggio, di ospitalità rurale, di multifunzionalità, di agricoltura biologica, di biodiversità e tutela delle acque e del clima. La forte spinta alla diversificazione e l’ampliamento delle attività che oggi si riscontra in agricoltura è il frutto della “presa di coscienza” della complessità del fenomeno e della sua valorizzazione attraverso una doppia spinta: dal lato della domanda, grazie ad un diverso rapporto dei cittadini con il mondo agricolo e rurale, visto non più solo come produttore di cibi ma anche di beni e servizi più o meno tangibili; dal lato dell’offerta, grazie soprattutto alla PAC, che ha spinto verso la diversificazione e la valorizzazione di funzioni “altre” del settore primario.
04. TRASFORMAZIONI DEI TERRITORI
0101
4.1 Politica Agricola Comune La PAC appartiene alla sfera di competenza esclusiva della Comunità e si prefigge, ai sensi dell’articolo 33 del trattato che istituisce la Comunità europea (ex articolo 39 del Trattato di Roma, firmato nel 1957), di: • incrementare la produttività dell’agricoltura, sviluppando il progresso tecnico, assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della manodopera; • assicurare così un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura; • stabilizzare i mercati; • garantire la sicurezza degli approvvigionamenti; • assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori. Per raggiungere tali obiettivi l’art. 34 prevede la creazione di una organizzazione comune dei mercati agricoli (OCM) che si fondano sul rispetto dei principi dell’unicità 0102
04. TRASFORMAZIONI DEI TERRITORI
dei mercati agricoli, della solidarietà finanziaria e della preferenza comunitaria. La PAC costituisce una delle più importanti politiche dell’Unione Europea (le spese agricole rappresentano circa il 45% del bilancio comunitario). La sua elaborazione è soggetta alla procedura decisionale che prevede la maggioranza qualificata in sede di Consiglio e la consultazione del Parlamento europeo. Inizialmente la PAC ha permesso alla Comunità di raggiungere rapidamente l’autosufficienza, ma con l’andare del tempo il suo funzionamento è diventato sempre più costoso a causa della sovrapproduzione e del livello eccessivo dei prezzi europei rispetto a quelli del mercato mondiale. La riforma Mac Sharry del 1992 ha corretto la situazione mediante la riduzione dei prezzi agricoli garantiti, compensata da pagamenti compensativi legati ai fattori di produzione e dall’istituzione di misure dette “di accompagnamento”. La riforma del 1999, basata sull’Agenda 2000, consolida le modifiche apportate nel 1992 e individua quali obiettivi prioritari la sicurezza dei prodotti alimentari, la difesa dell’ambiente e la promozione di un’agricoltura sostenibile. Gli obiettivi che non rientrano nella politica di mercato sono stati riuniti nello sviluppo rurale, che è diventato il secondo pilastro della PAC. Inoltre, la riforma si prefigge l’aumento della competitività dei prodotti agricoli comunitari, la semplificazione della legislazione agricola e della sua applicazione, il rafforzamento della posizione dell’Unione nell’ambito dei negoziati dell’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC) e la stabilizzazione della spesa. A tal fine è stata decisa la riduzione dei prezzi di intervento, compensata dall’aumento degli aiuti agli agricoltori. L’ultima riforma del giugno 2003, detta anche riforma Fischler, comporta i seguenti elementi: la semplificazione delle
misure di sostegno del mercato e degli AZIENDE PER CLASSI DI ETÀ DEI CONDUTTORI aiuti diretti, mediante il disaccoppiamento dalla produzione dei pagamenti diretti agli agricoltori; il rafforzamento dello 70+ sviluppo rurale mediante il trasferimento 70+ di fondi dal primo pilastro della PAC allo 60-69 sviluppo rurale attraverso la modulazione;60-69 un meccanismo di disciplina finanziaria 50-59 50-59 (limitazione delle spese di sostegno al mercato e degli aiuti diretti tra il 2007 e il 40-49 40-49 2013). Nel 2004 è stato varato un secondo 30-39 pacchetto di misure: la riforma degli aiuti30-39 ai prodotti mediterranei (tabacco, luppolo, fino a29 cotone e olio d’oliva), seguito nel 2006 dalla fino a 29 riforma dell’organizzazione comune di mercato (OCM) dello zucchero e nel 20072000 2008 dalle riforme delle organizzazioni comuni di mercato dell’ortofrutta e del vino. 1990
20
19
19
1982
RICAMBIOGENERAZIONALE GENERAZIONALECONDUTTORI CONDUTTORI RICAMBIO 55
45
2010
2000
1990
1982
35
età media conduttore età media familiare attivo più giovane elaborazioni Regione Emilia-Romagna su dati ISTAT
04. TRASFORMAZIONI DEI TERRITORI
0103
BROADENING Aggrega le pratiche che implicano un allargamento delle funzioni svolte dall’impresa agricola. Nel caso del broadening, avviene un processo di allargamento delle attività che producono reddito, alcune delle quali possono essere anche del tutto indipendenti dalla produzione agricola vera e propria, valorizzando l’attività imprenditoriale in un contesto rurale più ampio di quello strettamente agricolo (turismo rurale, gestione del paesaggio, fattorie terapeutiche, ecc.).
percorsi ippoturistici
fattorie didattiche cicloturismo
0108
04. TRASFORMAZIONI DEI TERRITORI
05. STRATEGIA PER I TERRITORI
Il processo di trasformazione della campagna, più o meno rilevante che sia l’entità del fenomeno, è ormai avviato. Tutta una serie di attività extra-agricole si moltiplicano diffusamente sul territorio, ma, più che l’aspetto quantitativo, quello che importa è la casualità con cui questi episodi compaiono nel paesaggio rurale. Ricercare e ricreare una logica in questa casualità è possibile, a patto di non esitare a riconsiderare l’approccio al tema, abbandonando la tradizionale concezione del rapporto tra città e campagna, ma, allo stesso tempo, non rinunciando ad una lettura critica del luogo e alla decodifica dei suoi elementi di senso. Una strategia per questi territori non può che muovere dall’esistente, senza volerlo stravolgere, riorganizzando tempi e spazi per proporre una (nuova) mappa di (nuovi) usi, aggiungendo solo quei pochi elementi che facciano emergere il carattere pubblico dello spazio aperto. L’obiettivo è di riempire di significato gli spazi al di fuori della classica dimensione urbana favorendo l’esperienza quotidiana dello spazio aperto e delle sue qualità, di sviluppare una nuova economia dei territori agricoli, di riconsiderare, in sintesi, la valenza pubblica dello spazio aperto, spazio pubblico per eccellenza della città contemporanea.
05. STRATEGIA PER I TERRITORI
0119
RI-CONNETTERE | ASTE Mettere a sistema le infrastrutture maggiori con sviluppo est-ovest moltiplicando le possibilità di ingresso ed uscita dalla rete e favorendo l’intermodalità.
stazione ferroviaria
fiume
linea ferroviaria
0122
05. STRATEGIA PER I TERRITORI
centro abitato campi coltivati
RI-CALCARE | PERCORSI Potenziare la rete della viabilità secondaria esistente, i percorsi minori lungo i corridoi infrastrutturali principali per favorire la mobilità corta e “lenta”.
filari di alberi
canale piccolo approdo
strada alzaia
05. STRATEGIA PER I TERRITORI
0123
RI-CODIFICA
0
5
10
15
20
1
2
3
4
25
30
35
40
45
km
05. STRATEGIA PER I TERRITORI 45
km
0129
06. AZI0NI PER I TERRITORI
“Quarto consiglio: considerare nuovi modelli di “urbanizzazione debole”; immaginare territori permeabili tra città e campagna, luoghi ibridi semi-urbani e semi-agricoli; territori produttivi e ospitali che seguano l’evolversi delle stagioni e il mutare del clima, creando condizioni di abitabilità diffusa e reversibile.” Andrea Branzi Dieci modesti consigli per una nuova Carta di Atene, 2010 La prima scansione territoriale analizzata si pone sul limite tra urbanità e ruralità, tanto in prossimità della città di Ferrara da risentirne la forza attrattiva, ma appena fuori da essere già altro. Il tempo è la dimensione predominante: il tempo veloce della conoscenza della destinazione, quello lento del perdersi e ritrovarsi, acquistando man mano la consapevolezza dei movimenti nello spazio. Il limite, così, diventa strumento di relazione, aprendosi a contenuti semantici latenti come mediazione, connessione e opportunità.
06. AZIONI PER I TERRITORI
0133
1
POLI
CENTRI ABITATI boara
impianto fotovoltaico focomorto
borgo marighella cocomaro di cona
cocomaro di focomorto cona polo ospedaliero
0134
06. AZIONI PER I TERRITORI
AREE AGRICOLE
CORTI RURALI
RETE IDROGRAFICA
06. AZIONI PER I TERRITORI
0135
LOCALIZZARE | NODI Individuare i nodi esistenti sulle infrastrutture e prevedere nuovi nodi in modo da formare un circuito efficiente di punti di ingresso ed uscita dal sistema.
CONNETTERE | NODI
lorem ipsum, quia dolor sit, amet, consectetur, adipisci v'elit, sed quia non numquam eius modi tempora incidunt, ut labore et dolore magnam aliquam quaerat voluptatem.
0136
06. AZIONI PER I TERRITORI
CONNETTERE | PERCORSI Collegare, attraverso i nodi, le infrastrutture maggiori con la rete della viabilità secondaria, prevedendo nuovi possibili percorsi e potenziano quelli già esistenti, garantendone la continuità.
06. AZIONI PER I TERRITORI
0137
MECCANICA copparo 10 km terminal autobus mercato contadino
boara 714 ab.
attraversamenti pedonali
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
itinerari ciclo-pedonali
SP2 1,7 km
ferrara 5 km
servizi
- percorsi lungo strade alzaie, strade arginali, strade interpoderali - mobilità sostenibile - percorsi secondari tra i centri abitati - riscoperta del rapporto col territorio
corti agricole
0,6 km
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione 1,6 km - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
impianto fotovoltaico
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale 0,75 km
approdo uffici rurali
focomorto 437 ab.
0,86 km - recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
po di volano
ferrara 3 km
passerella
0,9 km
tresigallo 15 km
SP15 - conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici 0,84 km
2,2 km
zone di sosta
1,4 km
borgo marighella 134 ab.
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
cocomaro di cona 384 ab.
cocomaro di focomorto 374 ab.
1,8 km
zone di sosta
ferrara 1,4 km
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari
polo ospedaliero-universitario
cona 972 ab. 1,6 km
quartesana 1,5 km stazione intermodale
polo ospedaliero 1,8 km
0140
06. AZIONI PER I TERRITORI
uscita cona
- taxi - bike sharing - ricarica auto elettriche - intermodalità - trasporto pubblico
PROGRAMMA FUNZIONALE mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
servizi
corti agricole
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
uffici rurali
mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
servizi
corti agricole
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
- recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
uffici rurali - conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici - recupero patrimonio rurale dismesso zone di sosta
- ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
- conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici zone di sosta
polo ospedaliero-universitario
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
polo ospedaliero-universitario
06. AZIONI PER I TERRITORI
0141
07. PROGETTI PER I TERRITORI
Piccole infrastrutture come sistema di orientamento nello spazio aperto, punti di riferimento per perdersi e ritrovare la strada. Un percorso suggerito dalla possibilitĂ di muoversi e di sostare, intervenendo in pochi punti capaci di attivare un sistema interconnesso complesso. Briciole disseminate nel territorio per misurare lo spazio del movimento, accorciare le distanze, landmark che si relazionino con il paesaggio e con la sua conformazione, ma che possano offrire su di esso nuovi punti di vista.
07. PROGETTI PER I TERRITORI
0145
MACERI Sono le vecchie vasche per la macerazione della canapa che assumono, oggi, grazie al loro diretto interfaccia con i campi coltivati e alla spontanea rinaturalizzazione, una nuova e importante funzione di rifugio per specie vegetali ed animali, tra cui molte legate all’ambiente acquatico. Proprio per questo, e soprattutto nei confronti della cosiddetta Fauna Minore, i maceri costituiscono un surrogato degli habitat umidi tipici dell’ambiente palustre un tempo diffuso in pianura. I maceri, gli antichi bacini artificiali che venivano utilizzati nella bassa valle del Po per l’estrazione delle fibre dalla pianta, rappresentano la testimonianza di una coltivazione un tempo diffusissima nelle pianure italiane. Nel Ferrarese, nel giro di un secolo, il loro numero si è drasticamente ridotto e sull’intera provincia ne restano ormai poco più di 1.400. Queste piccole “isole d’acqua”, di solito circondate da monotoni campi coltivati a cereali o, al più, da frutteti, rimangono ora come testimonianza storica di un passato agricolo e industriale che appare ormai remotissimo e come piccole, preziose riserve di naturalità in ecosistemi profondamente trasformati dall’uomo. 0146
07. PROGETTI PER I TERRITORI
Forza della
natura meravigliosa
sguardo ancora N on è il caldo
ma sei tu
attraversare attraversare
Forza della
natura meravigliosa
sguardo ancora N on è il caldo
ma sei tu
quel corpo
ma sei tu
che sei bella
passa la vita le forme
bassa dei
sottolinea
orientarsi orientarsi
quel corpo
ma sei tu
che sei bella
passa la vita le forme
bassa dei
sottolinea
Forza della natura meravigliosa e scura bella e scura bella da far paura da paura questa in questa calda sguardfar o ancora in calda sera sera nera l'abbronzatura quel corpo nera l'abbronzatura da pantera. la pelle ti colora la pelle ti colora Chissà Chissà se tu N on èseiltu vivi qui chissà vivi qui chissà e sfiora il mio e sfiora il mio caldo ma sei tu dove dove abiti che alziabiti se ti fermi se ti fermi la temperatura, temperatura, fermi fermi fermi fermi fermi o sei non i fiori non i fiorifermi o sei qui di passaggio. ma sei tu ma sei tu qui di passaggio. che profumi che profumi l'atmosfera, l'atmosfera, alzati, girati, alzati, girati, ma sei tu muoviti, muoviti, che sei bella risiediti, non risiediti, non vera. Sale è il caldo è il caldo su quanto su quanto basta il perizoma pabasta perizoma ssa lailvita a lato e a lato e bassa dei jeans e arriva fino all'anc fino all'anc le forme a la sottolinea a la curva curva bianca bianca e dona, tanto s'intona, alla tua alla tua pelle bruna. pelle bruna.
da pantera.
che alzi la
vera. Sale
jeans e arriva
e dona,
tanto s'intona,
sostare sostare
osservare osservare
riposarsi riposarsi
ripararsi ripararsi
Forza della natura meravigliosa e scura bella e scura bella da far paura da far paura in questa calda sguard questa calda o ancorainquel sera nera l'abbronzatura sera nera l'abbronzatura corpo da pantera. la pelle ti colora la pelle ti colora Chissà Chissà se tu N onse è iltucaldo vivi qui chissà vivi qui chissà e sfiora e sfiora il mio ma sei tu dove dove abiti il mio abiti se ti che alzi se ti fermi fermi fermi la temperatura, temperatura, fermi fermi fermi o sei non i fiori nonfermi o sei qui di i fiorifermi qui di passaggio. ma sei tu ma sei passaggio. tu che profumi che profumi l'atmosfera, l'atmosfera, alzati, girati, alzati, girati, ma sei tu muoviti, muoviti, che sei bella risiediti, non risiediti, non vera. Sale è il caldo è il caldo su quanto su quanto basta il perizoma pbasta assa lail vita perizoma a lato e bassa adei lato e jeans e arriva fino all'anc fino all'anc le forme a la curva a la curva sottolinea bianca bianca e dona, tanto s'intona, alla tua alla tua pelle bruna. pelle bruna.
da pantera.
che alzi la
vera. Sale
jeans e arriva
e dona,
tanto s'intona,
sostare sostare
riposarsi riposarsi
osservare osservare
riposarsi riposarsi
ripararsi ripararsi
ripararsi ripararsi
07. PROGETTI PER I TERRITORI
0147
PLANIMETRIA
0
1
2
5
10
A A
mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
servizi
corti agricole
B B
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
0.00 0.00
B
C C - zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
C
uffici rurali
- recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
1.00 1.00
- conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici
0.00 0.00 0.00
zone di sosta
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
3.00 3.00 3.00 polo ospedaliero-universitario
B B B
C C
A A A
strada sterrata strada sterrata
canale canale 0148 vegetazione igrofila
frutteti
sistema di illuminazione
vegetazione igrofila vegetazione igrofila
frutteti frutteti
sistema di illuminazione sistema di illuminazione
SEZIONE A-A’
3.00
0.00
SEZIONE B-B’
3.00
0.00
SEZIONE C-C’
3.00
p=3%
0.00
07. PROGETTI PER I TERRITORI
0149
08. AZIONI PER I TERRITORI
In passato, quando la mobilità non dominava come principio strutturante sullo spazio, la piazza, le strade principali e i parchi urbani all’interno della città esaurivano il ruolo di luoghi d’incontro sociale e culturale: qui i vari gruppi di individui che compongono la società si incontravano e condividevano conoscenze ed esperienze. Accanto a questa definizione dello spazio pubblico, è oggi importante ricercare alternative contemporanee di spazi pubblici e semi-pubblici che abbiano la mobilità come principio strutturante. La sfida è oggi creare luoghi che abbiano caratteristiche di agorà accanto, e in relazione, agli spazi del movimento.
08. AZIONI PER I TERRITORI
0157
4
RISAIE Le campagne allagate creano un incredibile effetto paesaggistico, che i primi immigrati meridionali, non abituati alla vista, definirono “mare a quadretti”. La distesa d’acqua, interrotta soltanto dagli argini e dalle strade, crea uno specchio in cui le cascine, i pali della luce, il cielo e il sole sembrano sospesi.
0158
08. AZIONI PER I TERRITORI
GRIGLIE
INTERSTIZI
08. AZIONI PER I TERRITORI
0159
SISTEMI mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
servizi
corti agricole
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
uffici rurali
- recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
- conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici zone di sosta
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
polo ospedaliero-universitario
massa fiscaglia 3781 ab.
codigoro 12 741 ab.
TORRE DI TIENI E’ l’unico esempio di torre difensiva, con funzioni anche doganali, eretta dagli Estensi in difesa dagli attacchi dei Veneziani. Lungo il Po di Volano, infatti, gli scontri furono frequenti, soprattutto per il predominio del commercio del sale: si ricordano gli scontri del 1405 e del 1482-83, entrambi avvenuti in località Tieni. Pare che sulla sponda opposta esistesse una seconda torre e che tra le due venisse tesa una catena per impedire la navigazione lungo il Po. Non si è in grado di datarla con precisione: alcune fonti le attribuiscono come committente Bonifacio, padre di Matilde di Canossa. La struttura è a pianta quadrata, in laterizio, con base scarpata e coronamento a beccatelli.
08. AZIONI PER I TERRITORI
0161
PROGRAMMA FUNZIONALE mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
jolanda di savoia 3 089 ab.
servizi
corti agricole
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
uffici rurali
- recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
- conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici zone di sosta
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
polo ospedaliero-universitario
massa fiscaglia 3 781 ab.
0162
08. AZIONI PER I TERRITORI
MECCANICA mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
servizi
corti agricole
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
uffici rurali
- recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
codigoro
- conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici zone di sosta
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
polo ospedaliero-universitario
massa fiscaglia
08. AZIONI PER I TERRITORI
0163
09. PROGETTI PER I TERRITORI
“...uno spazio vuoto non ha dimensione o significato di per sè. La scala e il significato appaiono invece solo quando un oggetto o una linea sono introdotti in questo spazio... la scala e la forma di ogni elemento devono essere poste allora in relazione con tutti gli altri elementi che insistono nello spazio dato” Isamu Noguchi
09. PROGETTI PER I TERRITORI
0167
PLANIMETRIA mercato contadino
- priorità ai piccoli produttori - filiera corta - incontro dproduttore e consumatore - luogo di convivialità - vendita prodotti su scala locale (km0) - apertura ai piccolissimi produttori - rispetto della stagionalità
servizi
corti agricole
- conversione agrituristica corti rurali - ristorazione - produzione biologica - trasformazione in loco prodotti agricoli - rural camping aree picnic
- zone attrezzate per barbecue - pesca fluviale
uffici rurali
- recupero patrimonio rurale dismesso - ambiente di lavoro confortevole - prossimità infrastrutture mobilità - connessione internet circolo agro-didattico
- conoscenza del territorio e dei suoi prodotti - orti didattici zone di sosta
- riposare nel silenzio della campagna - zone ombreggiate, boschetti e filari centri abitati
polo ospedaliero-universitario
0172
SCHEMI SCHEMI SCHEMI SCHEMI SCHEMI
o o o no no lan lan n ola Vola a Vo Vola a dini aVo ina di V Pogdniina gnPino dPio di gnin gn gon Po staa aria astaastaPariaariaasta aria ri sta C a C ovi ovi Ca viaoviCa rrovivi ovi a vi aC via ferr fe ferrferrvi a ferr ea a e ea linea lin line lin lin
approdo approdo
approdo approdoapprodo
stazione stazione
stazione stazionestazione
prato fioritoprato fiorito prato fiorito prato fiorito prato fiorito
arena arena
arena arena arena
di fragole di fragole campo di fragole campo dicampo fragole campo campo di fragole boschetto boschetto boschetto boschetto boschetto
parcheggio parcheggioparcheggio parcheggio parcheggio
diarea progetto diarea progetto di progetto area di progetto areaarea di progetto
percorsi percorsi percorsi percorsi percorsi
sistema del verde sistema del verde del verde sistema del verde sistema delsistema verde
accessiaccessi accessi accessi accessi
centralità centralità centralità centralità centralità
SEZIONE A-A’ Torre di Tieni percorso pedonale
via Castagnina
linea ferroviaria Ferrara-Codigoro
percorso pedonale
1.50 0.00
prato fiorito
campi di fragole
arena
campi di grano
stazione
SEZIONE B-B’ SEZIONE B-B’ scala 1:500 Torre di Tieni percorso pedonale
Po di Volano
fustaia
3.00 0.00
arena
prato fiorito
09. PROGETTI PER I TERRITORI
0173
0175
10. BIBLIOGRAFIA
“Ad ogni modo, mi immagino sempre tutti questi ragazzi che fanno una partita in quell’immenso campo di segale eccetera eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c’è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull’orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere nel dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l’acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l’unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. Lo so che è una pazzia.”
J.D. SALINGER, Il giovane Holden, (capitolo XXII)
10. BIBLIOGRAFIA
0179
DI CROCE Nicola, Racconti dimenticati: ipotesi di recupero della fascia appenninica italiana Ferrara, 2010 DONADIEU Pierre, Campagne Urbane. Una nuova proposta di paesaggiodella città Roma, Donzelli editore, 2006 KOOLHAAS Rem, Junkspace: per un ripensamento radicale dello spazio urbano Macerata, Quodlibet, 2006
AYMONINO Aldo, MOSCO Valerio Paolo, Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero Ginevra-Milano, Skira, 2006 BARBIERI Pepe, Metropoli piccole Roma, Meltemi editore, 2003 BENATI Daniele, Silenzio in Emilia Milano, Feltrinelli, 1997 BENATI Daniele (a cura di), Opere complete di Learco Pignagnoli Reggio Emilia, Aliberti, 2006 CACCIARI Massimo, La città Villa Verucchio, Pazzini, 2009 CORAZZA Carla, Le stagioni dei maceri. Passato, presente e futuro delle isole d’acqua ferraresi Edizioni Belvedere Latina, 2009 0180
10. BIBLIOGRAFIA
FALCO Luigi (a cura di), L’Architettura e l’Urbanistica per i piccoli e medi centri urbani della provincia Torino, Celid, 1996 FARINELLI Franco, Geografia: un’introduzione ai modelli del mondo Torino, Einaudi, 2003 GALBIATI Marisa, POZZI Piero, SIGNORINI Roberto (a cura di) Fotografia e Paesaggio: la rappresentazione fotografica del territorio Milano, Guerini e Associati, 1996 INGERSOLL Richard, Sprawltown, Roma, Meltemi, 2004 NORI Paolo, Bassotuba non c’è Roma, DeriveApprodi, 1999 NORI Paolo (a cura di), Emilia Fisica Milano, Bompiani (Panta), 2006
NORI Paolo, Siam poi gente delicata Bari, Laterza, 2007 NORI Paolo, Tre discorsi in anticipo e uno in ritardo Roma, DeriveApprodi, 2007 RUMIZ Paolo, L’Italia in seconda classe Milano, Feltrinelli, 2009 SABELLI FIORETTI Claudio, C’era una volta la provincia Milano, Sperling & Kupfer Editori, 1991 SECCHI Bernardo, La città del ventesimo secolo Bari, Laterza, 2008
LEINSFELDER Hans, Ghent University Centre formobility and Physical planning • Strategic zoning plan for open space • Water (management) as a decisive factor in the land use planning of agriculture in an urbanising context • The impact of the alternative concept of “public open space” on the planning of agriculture in rural areas in urbanized and urbanizing regions • New alliances for a rurban region • “Planning” of alternative public space through conversion of rural areas in urbanising contexts
SETTIS Salvatore, Paesaggio Costituzione Cemento: la battaglia per l’ambiente contro il degrado civile Torino, Einaudi, 2010 SPILA Cristiano (a cura di), Giorgio Bassani - Italia da salvare Torino, Einaudi, 2005 WALDHEIM Charles, The Landscape Urbanism Reader New York, Princeton Architectural Press, 2006
10. BIBLIOGRAFIA
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ANTEFATTO
maurizio bonizzi architetto UXA studio via marino carletti 108 copparo
giovedì 10 marzo 2011
cari valerio e fabio, come vi dicevo ieri, rapito dai titoli di alcuni paragrafi dell’indice, che mi hanno strappato il sorriso e da citazioni di scrittori a me cari, ho deciso di leggere subito vostro abstract in versione estesa. Ho letto ieri sera, subito mosso da curiosità in quanto, su questo tema, ragiono anche io da tempo ed avrei, molte riflessioni che vanno oltre le vostre. Ho anche capito o forse credo di avere capito, che nessuno vi abbia mandato a me, se non alcune tracce trovate in internet. Siete ottimi cacciatori dal fiuto fine. Cmq detto ciò veniamo a voi o a quanto di vostro. Sarei molto curioso di conoscervi prima di esprimermi per capire quanto di vostro c’è in questa ricerca. Ma essendo io persona in buonafede parto dal fatto che sia tutta farina del vostro sacco e che quindi siete in grado di articolare ragionamenti lunghi e complessi sulla tematica in oggetto. Mi immagino dunque di rapportarmi con due persone mature, sensibili e ricche di spirito indagatore. Ma una domanda vorrei farvela: in cosa vi state laureando? Urbanistica, riqualificazione urbana, progettazione, storia dell’architettura, …..? Vi chiedo questo perché non dovete mai dimenticare che state diventando architetti e come tali avete l’onore ma anche l’onere di parlare in maniera critica di un tema “la provincia” ma al tempo stesso di proporre qualcosa di contemporaneo e altrettanto critico nel progetto “per la provincia”. E’ vero che sono un agitatore culturale e quindi è vero che sposo ricerche come le vostre ma è altresì vero che insegno da 11 anni in varie università e lavoro da 11 anni nella professione pratica che mi vede tutti i giorni affrontarmi con enti, istituti, amministrazioni e privati. Ciò vuol dire che: essere architetto non è solo questione di ricerca critica e teorica ma anche progetto e sviluppo di nuove forme di progettazione contemporanea da proporre a tutte le scale ed a tutti gli interlocutori. Non bas ta essere raffinati meccanici che sanno smontare con precisione tutti gli organismi di un motore senza sporcarsi le mani, bisogna anche essere eccellenti montatori con le mani sempre “ruzne”.
ANTEFATTO pag 1|3
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Ora andiamo verso il concreto ed il vivo della vostra ricerca. In una scala di valori da 1 a 10 io direi: VOTO 10 per quanto riguarda la traccia d’indagine scientifica semiseria. Ottimo il soggetto per un libro o per un film da incaricare a Nanni Moretti. Ottima la vostra capacità di sintesi e di percezione della realtà. Ottimo il vostro modo di scrivere figlio della grammatica sgrammaticata e sincopata di paolo nori o altri scrittori di medesimo stile. 110 con Lode se fosse una tesi di lettere, antropologia, sociologia, geografia politica, ecc MA è una tesi di architettura dunque? VOTO 1 come tesi di architettura perché quello che descrivete non è architettura. L’architettura viene dopo ciò che avete scritto, o se volete viene prima, oppure viene durante, ma certo “viene”. Esiste , è Lei che ha dato forma al riorientamento territoriale, è lei che per anni ha segnato lo sfrangiamento dei territori ed è attraverso lei che bisogna agire. Certo, non solo con lei! Alla fine la vostra efficace e lucida nonché ironica visione critica del territorio non porta a nulla. Solo racconta ciò che altri prima di voi hanno già raccontato da importanti fotografi ad archistar, da illustri sociologi a esimi criminologi a esperti professori, persino Bruno Vespa con i plastici e le cartografie dei paesini dove avvengono delitti. Anche lui descrive la provincia. E tutti scrivono libri. E tutti raccontano la verità attraverso loro occhi pensando che sia verità assoluta ma nessuno cura o consiglia medicine per il corpo malato, anzi, tutti preparano la veglia attendendo l’ultimo respiro di un baluardo amministrativo che ancora non ho capito se sarà utile estinguere oppure no. Vi consiglierei a tal proposito di leggere il libro SPRAWL TOWN di Richard Ingersoll edito da Meltemi. Di questo libro dovete capirne il fine. L’essenza estrema. E’ un libro molto critico ma nel contempo propositivo. Demolisce modelli attuali per ricostruire modelli futuri basati su questioni certe: inquinamento, surriscaldamento della terra, sfruttamento dei terreni ecc ecc sino a spiegare cosa è le sprawltown che non è una critica bensì un paradigma. Vivere nel territorio diffuso come si vive nella città. Con pienezza. Con consapevolezza. Vivere in campagna come si vive in piazza…… Da qui emerge che la vostra “tesi in architettura” è una tesi a rischio. Ma a me piacciono i rischi. Il mio prof di tesi Alberto Cecchetto giovane luminare della progettazione italiana ci presentò alla commissione dicendo: “ …non condivido a pieno ciò che i laureandi vi presenteranno ma credo che siano persone così mature che vi sapranno spiegare tutto il loro percorso di progetto…” meglio di così non poteva essere e nemmeno andare. Ciò vuol dire che il vostro lavoro mi pare maturo ma pericoloso per una facoltà di architettura che dietro non trova il progetto, figuratevi per una ferrara diretta da Trippa e tutti i suoi trippiani. Però stando che mi pare siate persone in gamba, autonome e mature vi dico : in bocca al lupo. Però se leggo meglio vostro abtract dico anche : maledizione! Incongruenza a pagina 4 tra riga 11 : “…intendendo quello della tesi come il momento in cui cominciare ad affermare le proprie inclinazione ed i propri interessi…” e riga 31 “…non vogliamo fare una tesi che proponga soluzioni e progetti concreti”. Insomma non capisco!! volete iniziare ad affermare vostro pensiero e poi rinunciate a dare soluzioni attraverso progetti? Qualcosa non va. Vedo conflitto nel vostro pensiero. Pensate che: il chirurgo medico opera con ferri e non con corde da basso, il musicista suona strumenti e non pentole, il cuoco cucina alimenti e non usa carta e inchiostro come surrogati dell’aceto balsamico , lo scrittore scrive libri non crea slogan per manifesti da grafica pubblicitaria, da cui l’architetto disegna progetti e non racconta fiabe! 0186
ANTEFATTO
pag 2|3
C’è già molta pornografia nel nostro settore se mettete in circolo nuove teorie non suffragate da ipotesi testate da dati e sintetizzate da disegni rischiate di aumentare l’entropia della pornografia dove ormai slogan, concetti buttati li per caso, render luminescenti, oggetti blob, e testi ipersurreali governano il mondo del nostro settore editoriale. Per me basta così. Se siete così bravi con le parole dimostratelo anche con l’architettura allora sarà una tesi da 110 e 110 con Lode, bacio accademico e diritto di pubblicazione (come era una volta). Un architetto le proprie “inclinazioni” le mostra attraverso un progetto e non attraverso belle parole giustapposte. Diversamente rimarrà un eccellente spunto per un progetto editoriale, ed oggi vi sono molte prostitute pronte ad indurre l’ultimo cliente sul marciapiede a entrare nel proprio antro per poi uscirne vuoti. Ossia: magari trovate pure un editore spregiudicato che vi pubblica ma poi cosa vi rimarrà se dietro tanta teoria visionaria non vi sarà un filo di concretezza? In ogni caso complimenti, ho riso molto s ollecitato dalla curiosità e dalla efficacia dei titoli di tutti i vostri paragrafi. Sarebbe interessante incontrarvi per fare due parole. Il mio studio è in provincia. Quella deterritorializzata. Quella immobile immacolata. Quella che prima o poi il vicino Florindo mite giardiniere e marito pensionato perfetto imbraccerà un mitra acquistato da un albanese di contrabbando al mercato del venerdi mattina in piazza per poi uscire in strada qualche giorno dopo e falciare con una raffica chiunque si affacci sul lungo il ciglio d’erba del Naviglio.
a presto
Diego mi segnala di venirci a trovare per parlare. E’ sempre buona cosa avere tempo per perdere tempo.
ANTEFATTO pag 3|3
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RINGRAZIAMENTI
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Sette anni a Ferrara e la parentesi di un anno a Monaco di Baviera, una decina di coinquilini, innumerevoli nottate (per dovere o per piacere), questa è l’ultima (per dovere). Come sapete, mi riduco sempre all’ultimo. Sono le 7:40, e le persone a cui dedicare un pensiero molte, per fortuna. Qualcuno conoscerà la storia della mia vita e questa in particolare: per due mesi, nel 2005, agli inizi della mia carriera universitaria, frequentai i corsi di Scienze Giuridiche. Non avevo superato il test di Architettura e avevo fatto la mia scelta. Poi un giorno di Novembre mi chiamò mia madre dicendo che dall’Università le avevano comunicato che si erano sbagliati a correggere il test e che potevo fare il passaggio diretto ad Architettura. Lo presi come un segno del destino, anche se a me Giurisprudenza piaceva anche molto. E insomma, andò così, che una ragazza si accorse di un errore nelle risposte ad una domanda, tanto che decisero di annullarla e riformulare la graduatoria, in base alla quale io avevo superato il test. La ragazza del ricorso no. Il mio primo grazie è per lei. Poi comunque aveva provveduto già Marc di Barcelona, il mio coinquilino di via Borgovado insieme ad un altro di cui non proferirò il nome, ad inserirmi ben prima del ripescaggio nel malo mondo degli architetti e nel malo mondo degli erasmus (contemporaneamente!) Grazie a Ferrara, che amo un sacco per la sua bellezza e la sua inutilità, nonostante parecchie cose e anche proprio per quelle. Perdersi nella nebbia, morire di noia, squagliarsi, grattarsi. FAF, sei quella che sei, non si sa quel che sarai, fortuna che in questi anni nei tuoi corridoi ho conosciuto un sacco di gente che sono contento di aver conosciuto, e gente in gamba così mica lo so se dalle altre parti c’è. A mamma e papo, perché mi dicono dove devo andare. A ema, perché dice a mamma e papà dove voglio andare. E perché è il mio bro grande. All’angi, che mo’ mi sento minacciato che se non mi ha lasciato in questi giorni vuol dire che è proprio convinta eh. Perché è la mia kleine Fee. A via putinati 2, dietro al cinese, la mia casa quest’anno, che mi ha accolto, mangiato, dormito, confortato, sopportato, lavato, vestito, cucinato, stirato, barbaecapellitagliato e mille altre cose, di sicuro. A silvia, e alla sua heimweh, “dai fabio che tu sei bravooo” e tante altre robe A lilia, perché è la persona più altruista e speciale che conosca. A sofia, per le cose che mi ha insegnato e le chiacchiere. A laura per gli amici laurabelotti per la sveglia la mattina e l’incoraggiamento quotidiano. A Leo, che poi dice che non ci diciamo mai bravo o ci facciam i complimenti. Grazie, ho imparato un sacco di cose, e siamo amici. A Vale, per esserci sempre stato, dal primo giorno che ho messo piede in faf. Anche senza bisogno di chiedere, anche ora che sono le 8:29 e sta mettendo in numeri di pagina nell’indice. Come 7 anni fa a fare LAP1. Coi Marta sui Tubi, anche. A Martino fratellone. Alla Ceci cugina. A MG per le chiacchiere e gli amari del capo. All’Agnes ospite sul mio divano per tutti le robe che bisogna fare per Basso Profilo, e a Basso Profilo. Ai Cani, ai pinguini che non sono i cani, agli 883 e a “Con due deca”, a brunori, a dente, a vasco brondi, a amy, al
Cantanovanta, a Fujiya e pure a Miyagi, ai Lali Puna, agli Jang Senato, ai Mixtapes di Domus, … All’appartamento di Vignatagliata, decadente e cadente e freddissimo e chissà perché ce ne eravamo innamorati. Al Fossato dei Buoi che era pure peggio, però che terrazza che c’avevamo. A Giorgia e Maria Pia per aver sopportato il mio spleen a Monaco e che ancora ci sentiamo. Alla Vichi, che era con me a Monaco. A Diego e alla nostra amicizia altalenante A Rosa per imomenti belli insieme. A via del Carbone e Anna e Giovanna e Fede e Cicciù per le chiacchiere e un anno bellissimo, quando ci vedevamo. E a Giovanna di nuovo che rivedo oggi dopo troppo tempo. Alla Totta, che ci siamo conosciuti tardi ma che ci sentiremo ancora, e a quando con le altre Gazelles si è trasferita da me per la tesi, e a quando mi sono trasferito io in Centoversuri. Sig. Google, la ringrazio per i suoi eccellenti servizi Google Street View, Google Maps e Google Earth. Più tutte le altre robe che fate. grazie Grazie a Radio24, a Giannino (la mattina) e Cruciani (la sera) in particolare, per la compagnia, anche in replica. A RaiNews24 per tenermi sempre aggiornato sul mondo, soprattutto su quello che fa il papa. A quelli della Provincia che mi hanno passato due cad, e che ci tenevano. Al cuginame Ila Pai Vichi Sce’ Titina Chiara Serena Andrea, ci siete sempre e sempre ci sarete. A tutta la famiglia, nonna Concetta e nonna Diana, nonno Cosimo, zia Eva zio Daniele, Lorenzo Niccolò, zia Anna zio Aldo sia Rosina zio Tino e alle grandi tavolate. A Letizia Betto e Fabrizio, begli amici C’ehh. Al porco a ‘nnacquaviva e cioè siete schema 1 con voi non ci parlo. A nicoladicroce che doveva farmi da correlatore ma poi se ne è andato a Berlino a fare l’artistoide e poi suona la chitarra fa dei rumori col mac e vorrebbe fare le foto alle belle ragazze e invece no e vabbè niente, le circostanze hanno fatto sì che non mi ha fatto da correlatore e poi dà pure la colpa a me. Comunque lo voglio bene. Ah poi grazie per aver messo il mio naso nella copertina di un suo album. Ora c’ha anche il ringraziamento più lungo. A fedeorsini per la revisione quando ero in crisi e in generale per tutti i consigli che mi da e la voglia che ha di darmi retta. A maurizio che senza neanche conoscermi e dopo aver letto una lettera un po’ assurda ha deciso di darmi ascolto e si è fatto in quattro per me. E poi ha accettato di farmi da relatore. Spero di avere altre occasioni per dimostrare cosa so fare. A roberta, per la fiducia. alla roba tuttaattaccata piccola che non ci entrava e sono di fretta, sono le 9:40 17 luglio 2012
RINGRAZIAMENTI
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La Bassa. Se la conosci, la eviti. Se la subisci, ci abiti. Se la capisci, spiegacela. Se la aborrisci, emigraci. [...] L’Eridown. Una Nowhere land fortemente vessata e contemporaneamente benedetta dall’Eridano, il Po. Che è sempre un po’ troppo poco o un po’ troppo tanto. Un Po, insomma. Non niente, non tutto. Un po’ come la Bassa. Sembra che non ci sia nulla che si stagli all’orizzonte se non l’orizzonte. Sembra. Poi arriva la nebbia, e ci si possono immaginare foreste, castelli, persino montagne. Bum! Cos’è? La montagna? No, è solo il palo della luce -spentache ti stordisce disarcionandoti dal velocipede quel tanto che basta a farti scivolare prima sull’argine, poi dentro al fosso. Quello di destra o quello di sinistra, indifferentemente. Tanto, c’è nebbia. E qualdo finalmente il sole ritorna a rischiarare tutto l’intorno, ci si sveglia dal sogno. Piattume. Piattume abbastanza indifferenziato, come un acquerello di Paul Klee visto molto in scurto. Ma è così che dev’essere la Bassa. Altrimenti la chiamerebbero Alta. E sarebbe una vile menzogna. La Bassa è Bassa e basta. ma sempre con la “B” maiuscola. Perché così è proprio “quella-Bassa-lì”, non nana, non depressa. Bassa e basta. Elzeviro Polla
BONUS TRACK #02
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Opera n. 192 Io una volta, giù per una strada di campagna, c’era una macchina che andava piano e poi un’altra che gli strombazzava dietro perché voleva sorpassarla, e poi c’ero io con la mia Fulvia. Siamo andati così fino a quando quello che era davanti s’è fermato ed è smontato giù per vedere cosa c’aveva quell’altro da strombazzare. Sono stati lì un po’ a discutere e poi han cominciato a darsi delle botte. Era poi il secondo a darle, il primo le prendeva e basta. Cioè cercava di darle anche lui, ma l’altro era più svelto. Io mi ero acceso una sigaretta e stavo lì a guardare. BENATI Daniele (a cura di), Opere complete di Learco Pignagnoli
BONUS TRACK #03
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