London Möbius Tech-a

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London Mรถbius Tech-a



Politecnico di Milano, Scuola di Architettura e SocietĂ L.M. Progettazione architettonica A.A. 2015 | 2016 Relatore Relatore ASP Correlatore

Prof.ssa Guya Grazia Maria Bertelli Prof. Marco Trisciuoglio (Politecnico di Torino) Arch. Paola Bracchi - Arch. Martina Sogni

Studenti

Fabio Umberto Alampi Francesca Ambrosi Giulia Benedetti

834100 834069 834237



0 Abstract 1

Lo sfondo

1.1 La cittĂ contemporanea: aspetti concettuali e formali del paesaggio metropolitano 1.2 Smart city come learning machine 1.3 La biblioteca pubblica contemporanea: nuovi compiti e funzioni in un contesto complesso

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2.1 2.2 2.3 2.4

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3.1 3.2

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4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7

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Lettura

Lo sfondo: Londra Biblioteche e cultura: reti e sistemi Waterfront: persistenze e variazioni I recapiti: tradizione e innovazione

Strategia

Scala globale: la rigenerazione del Southwark Riverfront Scala locale: mappa strategica

London MĂśbius Tech-a

Premesse teoriche Architettura e spazio relazionale Rapporto con il suolo Rapporto interno | esterno Rapporto con il cielo Installazione temporanea: la Divina Commedia Tecnologia, materiali, NFC technology

Cultura di progetto

5.1 5.2

Biblioteca: evoluzione architettonica e urbana Caso studio | Seattle Public Library, OMA / LMN

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Bibliografia



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ABSTRACT


Londra vista aerea


0 | ABSTRACT A partire da una lettura critica delle mutate condizioni contemporanee che coinvolgono le realtà urbane e metropolitane e riconoscendo gli effetti delle trasformazioni sociali, politiche, culturali e tecnologiche sulla ‘forma’ della città, il lavoro di tesi si occupa della progettazione di una biblioteca pubblica nel Southwark di Londra. Tra locale e globale, tra paesaggio urbano consolidato e ‘sub-urbano’ frammentato e segmentato l’organismo architettonico si dispone a partire dai paradigmi del ponte e del frammento, legato da “una nuova ‘rete’ di valori, di spazi, di attraversamenti, di fotopiano area intervento strategia progettuale

esperienze sociali e collettive che individuano nei luoghi di addensamento, di consolidamento, di aggregazione dell’abitato i nuovi ‘nodi strutturali’, quali ancoramenti possibili di un disegno insediativo aperto ed in corso”. (G. Bertelli, 2001) L’organismo architettonico si inserisce come “nuova centralità” in un processo di rigenerazione del Southwark Riverfront attraverso la determinazione di un sistema di relazioni sia con il Tower Bridge che con i nuovi edifici alti del distretto direzionale: l’edificio si solleva dal suolo, generando una lama che ha come contrappunto un cubo ‘smaterializzato’ che si rapporta direttamente con il municipio londinese: the City Hall.

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recapiti della rete


0 | ABSTRACT L’architettura si misura con tutto il contesto per altezze e distanze, in un sistema che lavora non solo a livello locale, ma anche a scala globale. Il sistema determinato infatti rilegge criticamente il rapporto della città con il fiume Tamigi; la scansione ritmica dei ponti e degli approdi (gli antichi ritiri per le barche) individuata diviene il tema attraverso cui riconfigurare sia il Riverfront che il tessuto urbano di Southwark attraverso una nuova sequenza di spazi aperti e costruiti, tra i quali si inserisce la nuova biblioteca. All’interno di questo contesto l’architettura è vista come un sistema aperto, una porta con un doppio sguardo, da un lato alla ricerca di un rapporto con il fiume tramite diversi momenti di scambio e connessione a quote differenti, dall’altro lato volta ad accogliere il nucleo resistente di Southwark che mantiene ancora oggi la scala del borgo suburbano. Il lavoro di tesi si poi è focalizzato sullo studio dell’evoluzione architettonica ed urbana della biblioteca e sulla successiva riflessione su compiti e funzioni all’interno dell’edificio bibliotecario in seguito al profondo cambiamento del contesto tecnologico, sociale e politico contemporaneo. L’organizzazione architettonica dello spazio fisico viene condizionata da nuovi servizi, da un nuovo rapporto tra fruitori e spazi, tra personale ed utenti, dalla presenza 11



0 | ABSTRACT e fruizione di diverse tipologie di materiali. La biblioteca, in un percorso ascendente di ricerca e conoscenza, si configura come “piazza del sapere”, prolungamento dello spazio aperto, luogo di esperienze comuni (A. Agnoli, 2009), ente facilitatore del libero scambio di idee: uno nuovo cluster smart e culturale dentro la città. Il progetto si denomina a partire dal riconoscimento di due concetti fondamentali, un nastro di Möbius a significare il continuo ed infinito scambio di conoscenza tra città e fiume e la la radice - ϑήκ a rimarcare il ruolo centrale dell’archiviazione del sapere, insieme al concetto di avanzamento tecnologico. A livello tecnologico-costruttivo sono state poi indagate diverse soluzioni costruttive e tecnologiche dell’architettura, in particolare lo studio parametrico della superficie delle facciate.

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LO SFONDO



1 | LO SFONDO Di seguito una rielaborazione delle riflessioni teoriche sugli aspetti complessi della metropoli contemporanea che hanno guidato il momento di lettura critica della città di Londra. 1.1 La città contemporanea: aspetti concettuali e formali del paesaggio metropolitano I titoli dei seguenti paragrafi sono citati da: G. Bertelli, Frammenti, 2001; Tra localismo e globalizzazione Nel contesto attuale si è resa manifesta una svolta nel clima culturale europeo. “L’incessante susseguirsi di equilibri instabili, di sperimentazioni interrotte, di forze contrastanti inducono uno spostamento radicale dei nostri modelli di vita, alimentato dalla frattura ormai evidente tra classicità e modernità, tra tradizione e innovazione, tra organicismo e meccanicismo”. L’evoluzione delle trasformazioni sociali, politiche, culturali e tecnologiche, insieme ad un processo di globalizzazione diffusa rivelano forti contraddizioni: da una parte la ricerca di ‘identità locali’, individuate come possibile riscatto rispetto all’omologazione, dall’altra la richiesta e definizione di ‘paradigmi globali’, garanzia di successo. Da una parte 17



1 | LO SFONDO il ritrovamento e la legittimazione di centralità regionali, dall’altra la produzione incontrollata di fenomeni dissipativi, diffusivi, dispersivi. La realtà urbana sembra caratterizzarsi attraverso un paesaggio di reti ‘senza ombre’, “dove interconnessioni a-fisiche e immateriali si intrecciano alle dilaganti maglie infrastrutturali, inducendo un palinsesto di percorsi, segni e tracce difficilmente decifrabile nelle multiple sovrapposizioni ed interferenze”, con conseguenze sul panorama architettonico. Le occasioni progettuali nelle città europee sono molteplici e ogni volta diverse: “l’espansione illimitata delle connessioni infrastrutturali, l’aumento delle aree industriali disattivate, la crescente eterogeneità sociale e il conseguente mutamento culturale”. Uno, più, infiniti centri In ogni ambito del sapere si assiste ad un mutamento irreversibile causato dalla “perdita del centro”. La figura centrata ha mantenuto nel tempo un ruolo strutturante: “centro è il luogo rispetto allo spazio, ciò che emerge dal circostante e da questo si distingue come entità conosciuta”. L’attuale ‘perdita del centro’ non rivela solo “l’esplosione delle coordinate temporali, 19



1 | LO SFONDO ma anche la dissoluzione ormai riconosciuta delle coordinate spaziali, il consumo dei confini fisici e materiali, la disgregazione del concetto di centralità assoluta”. In architettura il processo è avvenuto in modo complesso, comunque i recenti processi di dispersione insediativa denunciano la rottura dai precedenti equilibri monocentrici, con la rapida perdita di importanza della centralità originaria e l’emergere di “nuove polarità urbane non più assimilabili a nuclei di riferimento gravitazionali”. Il fenomeno ha conseguenze nello spazio fisico, negli usi, nei comportamenti sociali e nelle espressioni simboliche: un “relativismo culturale”, un “alveare di reti e di interazioni sociali” in cui gerarchie e centralità spariscono. Nella città “il centro non è più la massima concentrazione di presenze, la massima commistione di funzioni, la massima espressione delle attrezzature di servizio, ma diventa il polo più debole della dialettica centralità-perifericità. La forma come struttura e come sistema aperto, “rete senza centro”, prevale sull’idea di città come figura. Di fronte agli attuali e diffusi fenomeni dissipativi si assiste ad una mancanza 21



1 | LO SFONDO di adeguati modelli interpretativi e insieme alla crisi delle tradizionali categorie di descrizione dello spazio. Il problema è esplicato da letture contrapposte: da un lato, chi legge la diffusione abitativa e insediativa come ‘deformazione’ di un precedente assetto urbano ‘centrato’, inteso ancora come referente privilegiato, sebbene indebolito. Dall’altro lato, chi ritrova un valore estetico aggiunto nelle fasce esterne, frammentarie, subalterne, emarginate, riconoscendo loro una capacità di riscatto positivo dell’ambiente. Da una dialettica tra le due precedenti letture si definisce una terza posizione, di carattere ‘trasformativo’, “fondata sulle reali possibilità di modificazione del paesaggio urbano letto come sistema dinamico nel passaggio da centrato ad a-centrato”. Questa posizione si pone in diretta correlazione con le possibilità trasformative del sistema, assumendo un carattere specificatamente progettuale. “Proprio dagli effetti terminali di un sistema centrato deriva infatti la formazione di un assetto acentrato e disperso, che il progetto riconosce ed interpreta come ‘materiale’ necessario su cui agire e al quale restituire senso e significato. La ‘speranza progettuale’ di una costruzione nuova dello spazio architettonico non 23



1 | LO SFONDO può che derivare dalla consapevolezza del disperso, del frammentario, del discontinuo, là dove una sua possibile ricomposizione trova la propria commisurazione con le tracce del passato. In questo contesto le nuove centralità […] vengono considerate ‘consolidamenti spaziali’, ‘crinali’ di forma corrispondenti ad aggregazioni di elementi capaci di istituire un nuovo sistema di punti di appoggio, riconoscibili come nodi discreti intervallati ed interferenti. Disposte secondo una nuova regola di correlazione spaziale e di gerarchia interattiva, le nuove centralità declinano il passaggio da una logica dimensionale ad una logica relazionale dello spazio […] Centralità relative dunque, tendenziali, articolate, ricostruite dalla concorrenza di forme o dalla interferenza di punti, linee, tratti urbani, capaci di indicare un ‘paesaggio’ nuovo composto di elementi interconnessi e intervallati”. Anche le tracce preesistenti entrano a far parte di un vasto sistema di disegni sovrapposti. “La sintesi storica della loro stratificazione restituisce al progetto la capacità di coinvolgerli in quanto matrici generative e di operarli nell’attualità della nuova disposizione: la trasformazione dei confini precedentemente riconosciuti in crinali generativi attualizza gli strati profondi della storia rendendoli confrontabili ed interferenti con le conformazioni più recenti dell’abitato”. 25



1 | LO SFONDO

Riconoscibili nei nuovi luoghi di incontro, di rappresentazione architettonica, di uso sociale e funzione infrastrutturale, “le nuove centralità si dispongono e riassumono secondo elementi discreti, riconnessi secondo limiti interni, intervalli misurati, sequenze memorizzate e ricomposte nella sintesi diacronica della nuova esperienza spazio-temporale. Solo la misurazione degli intervalli ed il succedersi degli eventi come ‘soglie’ denuncia l’emergere di crinali di forma come centralità relative, capaci di diventare ‘correlative’ della nuova disposizione spaziale”. È evidente un passaggio da una visione sincronica della ‘nuclearità’ del centrato ad una visione diacronica delle ‘multipolarità’ dell’a-centrato. In questa condizione a-centrata e di mobilità territoriale, le nuove centralità si diramano attraverso ‘nervature’ in un dinamico movimento di andata e ritorno. “Questo movimento da e verso i luoghi viene assunto come condizione irrevocabile di costruzione dei luoghi stessi in quanto nuclei di condensazione della forma”. Si definiscono centralità dell’”approdo”, “luoghi di soglia dove si intrecciano ragioni logiche e paradossi concettuali, 27



1 | LO SFONDO luoghi emergenti e non-luoghi, indifferenziati, presenze occasionali e segni persistenti del passato”, impressi in un disegno insediativo disgregato. Oltre la scala dell’urbano Persa sempre più l’identificazione dei luoghi e della qualità degli abitati verso una totale indifferenziazione, perso il rapporto fra grande e piccolo, fra particolare ed universale, fra disegno di architettura e disegno urbano, il frammento sembra diventare il nuovo paradigma. Esso ritorna come unica ‘figura’ capace di rendere conto e restituire l’odierno paesaggio metropolitano, composto di tessere, di segmenti, di brani urbani incompiuti. Frammenti comunque legati da una “nuova ‘rete’ di valori, di spazi, di attraversamenti, di esperienze sociali e collettive che individuano nei luoghi di addensamento, di consolidamento, di aggregazione dell’abitato i nuovi ‘nodi strutturali’, quali ancoramenti possibili di un disegno insediativo aperto ed in corso”. Questi nuovi luoghi “obbediscono all’andamento dei mutati flussi comunicazionali, secondo i nuovi ritmi dettati dalla interferenza delle 29



1 | LO SFONDO scale temporali, e disegnano la mappa dei nuovi spostamenti territoriali, indicando le nuove soglie di una urbanità in transito”. Vengono riconosciuti come nuovi luoghi centrali perché capaci di relazionarsi con gli abitati secondo un processo dinamico attraverso sequenze, scansioni, successioni spazio-temporali interferenti. Le nuove centralità “dettano il ritmo di una nuova ‘misura’ dell’abitato, non più continua, dimensionale, quantitativa, ma discontinua, relazionale e qualitativa”. Paesaggi senza ombre Le attuali realtà urbane, soggette all’impatto innovativo e ai suoi riflessi sulla trasformazione architettonica, sembrano smembrarsi in una molteplicità di condizioni parziali, relative, tendenziali, sospese. Oggi l’interesse sembra focalizzarsi sui circuiti dei nuovi nessi di comunicazione, con una conseguente perdita di valore storico che aveva caratterizzato i luoghi delle relazioni sociali. La rete diventa concetto esplicativo dei processi di modificazione del fenomeno in atto, “paradigma significativo nei rapporti tra configurazioni locali ed assetti globali del sistema”. 31



1 | LO SFONDO

La rete è progettata, costruita e gestita da una molteplicità di utenti che la producono ed insieme ne sono coinvolti. “Figura labirintica, dove ogni punto può connettersi ad ogni altro punto e la successione delle connessioni non ha termine teorico”. “Uno sguardo maggiormente orientato riconosce nei nodi della rete gli incubatori di una nuova esperienza urbana, i possibili fuochi della nuova urbanizzazione diffusa, gli unici punti in grado di radicarsi localmente, e di riscattare in parte la loro estraneità alle leggi del territorio in cui si dispongono. In quanto ancoramenti, divengono i riferimenti privilegiati dei flussi comunicazionali e delle tensioni sociali, i quali ad essi convergono e da essi divergono secondo molteplici e sempre diverse direzioni”. La crescente diffusione del sistema a rete ha comportato una ‘accessibilità territoriale’ generalizzata, eliminando le distinzioni e dialettiche tra città e campagna, centro e periferia, interno ed esterno. Questa trasformazione ha avuto effetti sull’intero ambiente urbano, generando una nuova “geografia delle connessioni”, legata da rapporti di simultaneità, velocità, 33



1 | LO SFONDO accelerazione temporale. A tale mutamento è seguito un processo di globalizzazione diffusa. I paesaggi metropolitani appaiono disarticolati, disgregati, complessi, caratterizzati da “sezioni deboli”, ripetute a configurare successioni discontinue di elementi tra loro concatenati, disvelando sequenze spaziotemporali multiple, complesse, diversificate, legate agli spostamenti. “Spesso sono sezioni virtuali, sovrapposte, interferenti, che instaurano traiettorie urbane non univocamente riferite, ma interconnesse a fissare le nuove dinamiche dell’abitato”. “La loro natura plurale le riconosce oggi nella generale nozione di ‘margini interni’, spesso coincidenti con i luoghi delle connessioni infrastrutturali”. Questi luoghi si rivolgono verso lo spazio tra le parti, verso i vuoti e le aree intervallari, verso i luoghi interstiziali, “verso quegli spazi che separano regioni più o meno lontane, ma necessari per il loro reciproco riconoscimento”. Margini interni, non demarcanti in senso assoluto, riconoscibili nei bordi variabili, come deboli contorni, leggeri crinali di forme incompiute, 35



1 | LO SFONDO comunque ancora in grado di delineare i possibili luoghi d’aggregazione, di consolidamento, di addensamento delle forme urbane nella rarefazione metropolitana. Essi si configurano come recapiti di un dinamismo urbano nella confluenza di flussi, tensioni, linee di forza locali e globali, “definendo le nuove soglie della modificazione strutturale”. Quasi spazi pubblici, spazi quasi pubblici, spazi virtuali “in cui si è persa la scala della localizzazione rispetto all’ordito delle reti di comunicazione, in cui connessioni immateriali si intrecciano a reti infrastrutturali, inducendo un intrecciarsi di percorsi e di tracce in molteplici sovrapposizioni”. In questo contesto di de-territorializzazione e negazione dell’identità sociale dei luoghi “la speranza progettuale risiede nella possibilità di riconoscere, nell’indifferenza diffusa dell’insediamento metropolitano, i potenziali luoghi della sua trasformazione progettuale”. Essi sono intesi come luoghi in cui il progetto agisce per riattivare le “tracce latenti di una possibile trasformazione futura”. La permanenza dei segni rende possibile il riconoscimento di luoghi notevoli, attraverso una ricostruzione di senso e, nel paesaggio differenziato ed 37



1 | LO SFONDO omogeneo. “Non più univocamente riferiti ma multiversi ed eterodiretti, progetti e luoghi aggiornano le fissità alla transitorietà dei nuovi luoghi del transito, dell’interferenza, dell’approdo, dell’attraversamento, diventando capisaldi del sistema connettivo globale e punti d’appoggio dell’assetto insediativo locale, nel quale ritrovano il rapporto tra forma e luoghi, culture dello spazio, funzionamento degli apparati e dinamica dei flussi, sino alla ricostruzione di un nuovo significato progettuale, prefigurabile in una possibile e sempre diversa forma finale”.

1.2 Smart city come learning machine I titoli dei seguenti paragrafi sono citati da: A. Colorni, F. Lia, D. Sciuto, Smart

City: tecnologia e creatività a supporto dell’innovazione, 2014. Facendo riferimento all’evoluzione e alla trasformazione degli insediamenti umani, attualmente si riscontrano notevoli cambiamenti geografici e 39



1 | LO SFONDO demografici. “Il passaggio da una civiltà industriale ad una civiltà basata sui servizi, la crescita di internet, la globalizzazione, un lungo periodo relativamente privo di conflitti globali hanno portato ricchezza e crescita economica, ma anche fenomeni di congestione, inquinamento, alterazione degli spazi asserviti alle automobili, dispersione urbana”. (Colorni, Lia, Sciuto, 2014) Si verificano dinamiche di espansione e mancanza di controllo della città, di qualità della vita di residenti e city users, di mobilità e legate alle questioni ambientali e di emarginazione sociale. Le città sono dunque chiamate a ricercare ed adottare soluzioni con l’obiettivo di sviluppare un nuovo modello in grado di garantire il miglioramento della qualità della vita. “Il concetto di Smart City potrebbe essere una risposta […]: un modello, o più di uno, in cui i Governi locali promuovano uno sviluppo urbano che, attraverso l’uso efficiente della tecnologia, sappia dare ascolto alle esigenze dei cittadini, richiami e spinga verso la coesione sociale, migliori il benessere economico locale e le condizioni di vita di cittadini e visitatori, realizzi un ambiente sostenibile e propenso all’innovazione”. Attraverso l’uso delle ICT si ricerca un miglioramento della qualità della vita, la creazione di opportunità di sviluppo industriale ed economico, la generazione di nuove iniziative sostenibili e di 41



1 | LO SFONDO nuove vie di comunicazione e distribuzione, una maggiore partecipazione dei cittadini nella vita della città. La definizione e la visione di città intelligente non ha un unico significato, è un concetto multidimensionale, eterogeneo. La Smart City coinvolge componenti, strategie, capacità, modelli, informazioni “che si sovrappongono e si combinano in un percorso che ha l’obiettivo di migliorare le prestazioni della città”. I possibili significati di City Prendendo atto della disorganizzazione tipica dei centri urbani nei primi anni del secolo scorso, pensatori e urbanisti hanno cominciato a proporre modelli formali di città contrapposti a quelli tradizionali. Le Corbusier propone una nuova realtà urbana che integri natura e sviluppi tecnologici, in una visione razionalista, funzionale e moderna di città come insieme utile ed efficiente. Mumford propone invece di salvare la città dalla congestione e la campagna dall’abbandono con il modello della città-giardino; la città è riconosciuta come azione sociale. 43



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K. Lynch individua le strutture fisiche e gli elementi di lettura della città attraverso il coinvolgimento dei cittadini: negli occhi e nella memoria dell’osservatore la città è costruita da canali (percorsi) in cui si muove la gente, confini tra gli spazi (margini), aree con caratteristiche comuni (distretti), punti nevralgici (nodi). Attraverso questi elementi gli osservatori percepiscono ed interpretano lo spazio che si costruisce attraverso impressioni, sensazioni, percezioni. La città è interpretata come simbolico collettivo. La scuola di Chicago sviluppa un concetto di città “intesa come agglomerato di esseri umani che organizzano una vita comune”. L’ecologia urbana vede la città come un ecosistema vivente. In questa varietà di visioni e paradigmi, la città emerge come personaggio complesso ed eterogeneo, caratterizzato da elementi simbolici, sociali, strutturali e funzionali, continuamente in evoluzione.

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1 | LO SFONDO

Smart + City La città diviene intelligente “perché in grado di coinvolgere la cittadinanza, di accumulare informazioni da esperienza, storia, cultura, rapporto con l’ambiente, di costruire una nuova struttura complessa che porti ad agire in modo attivo, dinamico e veloce per migliorare le relazioni al suo interno”. Questo implica un processo per cui la città, organismo complesso ed eterogeneo, consapevole della sua unicità e pluralità, riesce a raggiungere uno sviluppo abilitante la rigenerazione di nuove realtà: la città si adatta e assimila conoscenza. “Città intelligenti corrispondono a comunità vive, che distribuiscono creativamente le competenze della popolazione, con istituzioni collettive per l’apprendimento e l’innovazione e infrastrutture fisico-digitali per la comunicazione e collaborazione online”. (Online Etimology Dictionary)

La città come learning machine L’apprendimento dovrebbe essere un concetto cardine nella Smart City, perché “istruzione crea capitale sociale, potenzia le capacità cognitive, genera valore in ciò che è pubblico”. La Smart City dovrebbe realizzarsi 47



1 | LO SFONDO anche come spazio di relazioni, identità e benessere collettivo. In questo nuovo contesto, le scuole, le università, i centri educativi e le istituzioni che si occupano di educazione, istruzione e formazione “rappresentano uno scenario di scambio sociale per l’apprendimento”: questi ulteriori luoghi di formazione rappresentano uno tra i più importanti fattori di intelligenza della città. Nella letteratura sono definite diverse tipologie di learning city: - Città proattive: l’apprendimento come processo interno e formale della città. Si realizza un impegno proattivo per sviluppare migliori pratiche e impegnare risorse nello scambio interno di conoscenza. - Cluster dentro la città: i cittadini vengono coinvolti in programmi specifici; la conoscenza produce uno scambio in soggetti tra loro “attigui”. - Città one-to-one: due città condividono specifiche aree di pratica e si realizzano accordi per condividere e scambiare esperienze o pratiche d’uso. - Networks: lo scambio di conoscenze è limitato e regolato da un quadro normativo tra diverse città. 49



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1.3 La biblioteca pubblica contemporanea: nuovi compiti e funzioni in un contesto complesso I titoli dei seguenti paragrafi sono citati da: A. Agnoli, Le piazze del sapere, 2009. Negli ultimi anni la rivoluzione digitale ha messo in crisi il modello tradizionale dell’istituzione biblioteca. Il radicale cambiamento del contesto tecnologico, sociale e politico richiede una profonda riflessione su compiti e funzioni all’interno dell’edificio bibliotecario. L’organizzazione architettonica dello spazio fisico viene condizionata da nuovi servizi, da un nuovo rapporto tra fruitori e spazi, tra personale ed utenti, dalla presenza e fruizione di diverse tipologie di materiali (libri, giornali, riviste, contenuti digitali, video, e-books). “Le biblioteche pubbliche, esposte al cambiamento della domanda e delle dinamiche dei consumi culturali, sono la tipologia bibliotecaria che manifesta in modo più evidente l’impatto di queste trasformazioni sulla 51



1 | LO SFONDO morfologia degli spazi”. (Giovanni Solimine, Convegno Cities Spaces Libraries - Tendenze architettoniche, 2011) La biblioteca come “piazza del sapere” (Antonella Agnoli), luogo di esperienze comuni, territorio in cui venire in contatto con idee diverse. “La biblioteca pubblica come un’istituzione indissolubilmente legata alla città: il suo passato e il suo futuro sono strettamente legati a quelli degli spazi urbani, dei luoghi di incontro come le chiese, i mercati, le piazze”. Gli ultimi 30 anni: un bilancio Non da oggi la biblioteca pubblica si preoccupa del proprio futuro. Sono stati definiti alcuni principi di fondo: nuove sedi, i cui progetti sono stati affidati a grandi architetti (Toyo Ito, Botta, Koolhaas, Meyer, ecc,) nuove collezioni, un tentativo di attrazione di nuovi clienti, nuovi layout: “anche nella struttura dell’edificio le biblioteche sono diventate più simili ai grandi magazzini, considerati un punto di riferimento utile […]”. Le biblioteche hanno tenuto conto di insegnamenti del settore commerciale: ampliamento dell’offerta, incentivi rispetto a “novità”, maggiore specializzazione, maggiore autonomia (gli utenti vogliono orientarsi da soli), più “self-service” (i servizi sono a disposizione dell’utente 53



1 | LO SFONDO senza bisogno della mediazione del personale). Contro le barriere simboliche dell’architettura dell’edificio biblioteca si sta ricercando un nuovo modello che renda lo spazio un ambiente che tutti possano sentire vicino e famigliare. Per quanto riguarda l’impatto delle nuove tecnologie, si prende atto del fatto che le biblioteche non siano strutturalmente in grado di fare concorrenza alle piattaforme basate sul web per la produzione di contenuti e informazioni. Il contesto in cui dovremmo operare: 2010-2030 Nel nuovo millenio si è resa sempre più manifesta una crisi dell’istituzione scuola. Si parla poi di economia della conoscenza: “impercettibilmente, ma progressivamente, l’economia dei nostri giorni sta diventando cognitiva. […] La conoscenza è diventata il deus ex machina dell’economia contemporanea. È il fattore chiave a cui si ricorre per spiegare le differenze tra imprese, tra regioni e tra paesi; ma è anche il volano che ogni anno alimenta la crescita del prodotto e della produttività, proponendo nuove tecniche, nuovi prodotti e nuovi bisogni.” (E. Rullani) 55



1 | LO SFONDO

Piazze, panchine, biblioteche La biblioteca non può sfuggire alla crisi dei luoghi pubblici se essa non si dà un nuovo compito: trasformarsi in un luogo di incontro, in una <<piazza coperta>> a disposizione di tutti. Questo esige una riflessione più approfondita da parte di amministratori, architetti, bibliotecari. Le biblioteche a vocazione universale non potranno essere altro che delle piazze coperte, dei luoghi che non diano la percezione di essere troppo grandi o troppo piccoli, degli edifici facilmente “leggibili” (K. Lynch) e che offrano un’ampia varietà di esperienze, dei luoghi che garantiscano sicurezza e comfort, dei punti di incontro informali. Questi sono luoghi necessari.

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1 | LO SFONDO

Risulta interessante poi il concetto di third place, inteso come luogo di incontro non legato al lavoro e alla residenza (R. Oldenburg). Luoghi come centri di aggregazione spontanea, di conversazione, di scambio di opinioni, di controllo sui governanti, di impegno civico: il tessuto connettivo di una democrazia vitale. Una biblioteca pubblica ben gestita è un luogo che aumenta il capitale sociale di un territorio.

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2

LETTURA


la cittĂ di Londra


2 | LETTURA 2.1 Lo sfondo: Londra La città di Londra si presenta come una megalopoli complessa in continua trasformazione. Nella stratificazione delle diverse soglie temporali è possibile leggere una reiterata dialettica tra tradizione e innovazione, artificio e ‘natura’, persistenza e variazione. Il segno trasversale del fiume Tamigi denuncia la profonda differenza tipologica e storica tra la londinium romana, compatta ed ortogonale, a Nord-Ovest, e l’espansione industriale, disomogenea e frammentaria, del Southwark. Nella policentrica città contemporanea, caratterizzata da una rete diffusa di architetture notevoli, il fiume, scandito e misurato dalla successione di ponti, si caratterizza come margine mutevole ed insieme interfaccia tra sistemi differenti. 2.2 Biblioteche e cultura: reti e sistemi Tenendo come punto di riferimento la traccia del fiume e leggendo criticamente gli strati e le morfologie della città, è stato messo in evidenza e selezionato un sistema culturale diffuso, una rete caratterizzata da luoghi culturali emergenti potenzialmente collegati tra loro da connessioni fisiche 63


lettura reti e sistemi


2 | LETTURA

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Idea Store


2 | LETTURA e simboliche. I luoghi del tempo libero, del teatro, dell’arte, della cultura, del sapere si affacciano sullo spazio liminale tra fiume e città, tra dilatazioni e compressioni. Gli Idea Store a Londra Gli Idea Store sono una rete di centri polivalenti con servizi bibliotecari, corsi di formazione e per il tempo libero per adulti e famiglie, servizio informazioni, caffetterie e gallerie d’arte. Una esperienza di costruzione di nuove biblioteche integrate nel contesto urbano, di un nuovo valore sociale. Il progetto Idea Store nasce a Londra nel 1998, comprendendo un servizio biblioteca, un servizio formazione per adulti ed un servizio informazione. Fondato su una metodologia di indagine sociologica, ha portato alla redazione di progetti biblioteconomici e funzionali, necessario per la definizione di un nuovo progetto architettonico. Dopo dieci anni la vicenda Idea Store è diventata paradigmatica nell’ambito biblioteconomico. Essa è il punto di partenza per ripensare il ruolo e la forma delle biblioteche pubbliche come “enti facilitatori del libero scambio di idee”. (Virginia Gentilini) 67


alveo allargato Tamigi


2 | LETTURA Da queste premesse muove il progetto di una nuova biblioteca pubblica per la città di Londra. Posizionata nel distretto finanziario, a stretto contatto con il fiume Tamigi, l’obiettivo è la realizzazione di un nuovo luogo in cui cultura, storia e tecnologia si incontrino per generare un’attività nel centro della Londra del XXI secolo. Sulle rive del Tamigi, una nuova biblioteca come entità ad uso pubblico e collettivo, che rispecchi i valori della società odierna. limiti interni | limiti esterni misura | sequenze

2.3 Waterfront: persistenze e variazioni Nel paesaggio complesso di Londra, il progetto, alla scala urbana, si configura all’interno di un percorso e di un processo di rigenerazione del waterfront. La suggestione iniziale da cui muove la strategia è la visione di un alveo allargato del Tamigi, dell’acqua del fiume che riempie e vivifica tutti gli spazi interstiziali e residuali della città in un procedimento di scambio continuo. Il limite del fiume è inteso come momento liminale variabile e le sue molteplici condizioni sono lette criticamente, in modo che il progetto reagisca alle diverse caratterizzazioni spaziali.

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stratigrafia urbana


2 | LETTURA La sovrapposizione di alcune mappe storiche ha permesso di mettere in evidenza le soglie temporali notevoli e di individuare il campo di indagine e azione del progetto. A Nord il sistema è limitato dalla traccia riscritta delle mura romane, mentre a Sud esso è delimitato inferiormente dal grande rilevato della ferrovia, inteso come barriera vitale. La dimensione del fiume e le sequenze di ponti misurano e ritmano il sistema, individuandone la scala.

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2 | LETTURA 2.4 I recapiti: tradizione e innovazione Nel tessuto sovrapposto, stratificato e frammentato della megalopoli polinucleare sono stati individuati degli elementi notevoli, emergenti per scala e significato. Le architetture della storia, della cultura e dell’high-tech caratterizzano e designano il paesaggio come icone della contemporaneità .

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3

STRATEGIA


rilettura Danteum di Giuseppe Terragni


3 | STRATEGIA 3.1 Scala globale: la rigenerazione del Southwark Riverfront Il progetto si propone di determinare un sistema longitudinale e trasversale capillare che riempia e saturi gli spazi residuali e di connessione. Il sistema definito si compone di un elemento connettivo orizzontale e di armature trasversali e di recapiti puntuali sul fiume, rispondendo alle mutevoli condizioni del waterfront. Reagendo alla condizione variabile della superficie del waterfront, il sistema si sviluppa in assonanza alle molteplici forze e direzioni del contesto frammentato, distanziandosi criticamente e generando una misura e una regola nell’area di progetto alle spalle della City Hall. Ăˆ stata poi sviluppata una caratterizzazione del riverfront in seguito allo studio e all’approfondimento di alcune immagini legate al progetto del

Danteum di Giuseppe Terragni, riletto nei suoi elementi salienti per definire un nuovo fronte architettonico dello spazio aperto sul fiume Tamigi.

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mappa strategica


3 | STRATEGIA 3.2 Scala locale: mappa strategica In un movimento di scambio tra gli spazi aperti della città e il fiume Tamigi, il

Tower Bridge e il London Bridge segnano il campo di azione della strategia nell’area del Southwark; la direzione longitudinale del fiume raccoglie le molteplici direzioni trasversali dell’intorno complesso e frammentario. Nel sistema dello spazio aperto una regola misura e ordina le azioni architettoniche reagendo criticamente alla molteplicità delle condizioni adiacenti. La regola si concreta poi in momenti di intersezione e scambio tra fiume e città, disegnando il nuovo fronte omogeneo del Southwark Riverfront.

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scambio fiume cittĂ


3 | STRATEGIA

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LONDON MÖBIUS TECH-A



4 | LONDON MÖBIUS TECH-A 4.1 Premesse teoriche Nella relazione paesaggio-progetto si è proceduto tendendo fortemente in considerazione la forza di azioni progettuali strategiche come l’inclusione, la demarcazione, la connessione e la designazione e le corrispondenti figure dispositive dello spazio. Il paradigma del ponte, elemento che, alla scala della città, misura, ritma e sequenzia il segno forte del fiume Tamigi, guida il progetto dell’organismo architettonico, inteso come infrastruttura sociale dell’attraversamento e della connessione. L’architettura reagisce e restituisce la totalità dei rapporti con l’intorno, vicino e lontano, come momento fondamentale tra tensioni plurime, fatta di relazioni, non un manufatto concluso in sé stesso. Il ponte: figura dispositiva della connessione Momento fondamentale nella redazione del progetto è stato il riconoscimento di una figura dispositiva in grado di ordinare e risolvere le molteplici direzioni dell’area. Il ponte, figura paradigmatica della connessione, è il punto di partenza teorico dell’infrastruttura sociale e di conoscenza del progetto architettonico. 85



4 | LONDON MÖBIUS TECH-A La riflessione del filosofo Martin Heidegger sull’abitare e sul ponte sottolinea in modo evidente l’importanza di questo dispositivo spaziale in relazione al fiume e al contesto. “che cos’è una cosa costruita, in questo senso? Prendiamo come esempio per la nostra riflessione un ponte.” Il ponte si slancia al di sopra del fiume, esso collega due rive già esistenti ma fa anche sì che le due rive appaiano come rive. Esse si distaccano e si contrappongono in virtù del ponte. “Il ponte riunisce la terra come regione intorno al fiume”. “Il ponte conduce su e giù gli itinerari esitanti o affrettati degli uomini, permettendo loro di giungere sempre ad altre rive e, da ultimo, di passare, come mortali, dall’altra parte.” Il luogo esiste già prima del ponte. Dal ponte si determina un posto, da esso si definiscono località e vie, in virtù delle quali uno spazio si ordina e si dispone. 87



4 | LONDON MÖBIUS TECH-A “Il ponte è un luogo. In quanto è una cosa siffatta, esso accorda uno spazio, in cui hanno accesso terra e cielo, i mortali e i divini. Lo spazio accordato dal ponte contiene vari posti (Platze) che stanno variamente vicini o lontani dal ponte. Questi posti possono essere fissati come puri e semplici punti (Stellen) tra i quali sussiste una distanza misurabile; una distanza, in greco uno στάδιον, è sempre disposta in uno spazio (eingeräumt), e precisamente è disposta tra due puri e semplici punti. Quello che è così disposto dai punti è uno spazio di un tipo particolare. In quanto distanza, στάδιον, è ciò che la stessa parola stadion ci dice in latino: è uno spatium, un intervallo. In tal modo vicinanza e lontananza tra uomini e cose possono diventare pure distanze, definite da un intervallo.” “La produzione di queste cose è il costruire. La sua essenza consiste nel suo corrispondere all’essere specifico di queste cose. Esse sono luoghi che fanno posto a spazi. È per questo che il costruire, in quanto erigere luoghi, è un fondare e un disporre (Fügen) spazi.”

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elementi del cluster culturale


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A London Möbius Tech-a Il progetto si denomina a partire dal riconoscimento di due concetti fondamentali. Da una parte, il termine Möbius richiama al Nastro di Möbius, una superficie topografica non orientabile caratterizzata un solo lato e un solo bordo, a significare il continuo ed infinito scambio di conoscenza tra città e fiume. Il nastro si materializza nel disegno dello spazio aperto direttamente collegato alla spirale del sapere della biblioteca. Dall’altra, la radice - ϑήκ a rimarcare il ruolo centrale dell’archiviazione del sapere, insieme al concetto di avanzamento tecnologico. Si definisce così il progetto della London Möbius Tech-a, cluster culturale e tecnologico. 4.2 Architettura e spazio relazionale Alla scala urbana e territoriale, una configurazione nuova del complesso spazio aperto, definisce un percorso tecnologico e culturale che colleghi idealmente la città al fiume, ed individua i due elementi architettonici che ne definiscono le polarità. 91


progetto dello spazio aperto


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A Alla scala architettonica, la definizione di un organismo attraversabile a diverse quote, in cui si succedono luoghi per lo studio e la ricerca, spazi espositivi e giardini segreti. Il progetto dello spazio aperto e dell’organismo architettonico si pongono in continuità con la regola strategica. L’acqua del fiume Tamigi entra nella città, nello spazio aperto e nella biblioteca attraverso un sistema di incisioni trasversali che in alcuni momenti si scavano e piegano diventando rampe e sistema di gemmazione intorno all’acqua elementi dello spazio aperto

culminando in stanze rivolte al fiume. Intorno all’acqua come per gemmazione è generato un sistema di vegetazione e pavimentazione, come materiali del nuovo spazio aperto. Una scansione regolare ogni metro definisce gli ambiti dell’acqua, degli elementi vegetali e di quelli minerali. Il principio adottato in questa area diventa ripetibile in tutti gli innesti del sistema diffuso del waterfront, reagendo alle diverse condizioni nei rapporti spaziali tra fiume ed edificato.

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nuovo forum romano


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A Per quanto riguarda la vegetazione, si è proceduto ad una selezione di essenze arboree differenti per masse di colori, tessiture, consistenze e sensazioni. Nei riquadri che si estendono tra fiume e architettura sono presenti le seguenti varietà: sanguisorba, echinacea, echinops e phlox. Le essenze emergenti per verticalità sono principalmente graminacee e

miscanto; gli elementi puntuali nel sistema sono pyrus silicifolia pendula. Il ridisegno del waterfront si orienta dirigendosi verso l’architettura, strategia progettuale

invitando alla fruizione di una grande “piazza del sapere” tra interno ed esterno. L’architettura è vista come risultato di un rapporto complesso, non univocamente dato, delle relazioni del costruito con il suolo, il cielo, l’interno e l’esterno. Si definiscono quindi strategie complementari di supporto, indipendenza ed interferenza tra basamento, paramento e coronamento. Gli elementi che si compongono a generare la morfologia dell’architettura della biblioteca sono un basamento inclinato, scandito da pilastri, un cubo contenitore di una spirale del sapere ascendente e discendente e di volumi

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forma del progetto


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A trasparenti dello studio e della lettura, un muro tecnologico generatore di conoscenza, il quale assume uno spessore e raccoglie tutti gli spazi adibiti a library. 4.3 Rapporto con il suolo Il basamento dell’edificio si sviluppa longitudinalmente in sezione, inclinando una vasta porzione di suolo per definire un ampio spazio di quota ipogea sistema di soglie

ingresso verso l’entrata ipogea dell’ambiente espositivo e della biblioteca. Il suolo inclinato è scandito da un modulo in cui la luce ha la forza di disegnare simbolicamente lo spazio, anticipando il sistema degli elementi verticali. Una ‘selva’ di pilastri si eleva a definire uno spazio aperto della permanenza, che si estende poi a sostegno di un cubo smaterializzato che si rapporta direttamente con l’edificio della City Hall dell’architetto Norman Foster. La quota ipogea è caratterizzata dalla presenza di due volumi trasparenti, contenitori di servizi, e di uno spazio espositivo. A questo livello, l’ingresso alla biblioteca e allo spazio dell’arte sono segnati da soglie notevoli,

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sezione prospettica


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A caratterizzate per spessore e colore. L’entrata avviene attraverso una serie di elementi pivotanti di colore oro. Al livello interrato dell’edificio che si sviluppa verticalmente è stato posizionato l’archivio, schermato dalla luce naturale ma aperto sul sistema di vegetazione prima descritto, che qui si scava per definire una distanza critica tra architettura ed intorno. Attraversata l’infrastruttura architettonica, il fronte urbano verso gli edifici del Southwark lavora in orizzontale con un suolo che si estrude generando fronte urbano verso Southwark ingresso alla biblioteca

sedute e punti luce e si scava portando incisioni d’acqua, chiudendo il sistema proveniente dal waterfront. 4.4 Rapporto interno | esterno L’architettura raccoglie la direzione segnata dal disegno dello spazio aperto aprendosi in un ampio portale che, protendendosi verso l’esterno, denuncia la presenza di una grande scalinata pubblica, materializzazione concreta dell’idea di nastro ripiegato che collega fiume e città. La scala diventa uno spazio relazionale, primo momento di apprendimento. Essa prosegue innalzandosi e distribuendo ai piani dell’edificio a lama,

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programma


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A organizzati con sedi di lavoro e studio individuali o collettive, innestandosi poi nell’architettura cubica. La spirale, passaggio progettuale chiave, prosegue e si svolge, racchiudendo la massa dei tomi cartacei in una serie di scaffalature modulari, prima includendo le stanze trasparenti per poi essere a sua volta inclusa in esse e terminare presso una piastra polifunzionale. La griglia portante a vista rende manifesta questa molteplicità di situazioni spaziali. L’articolazione funzionale dell’organismo architettonico, attraversabile a diverse quote, accosta spazi per la lettura, il tempo libero, il computer, il lavoro, la musica, l’arte e la tecnologia. Alla fase di definizione delle funzioni è seguito un momento interpretativo, di attenzione e studio della qualità degli spazi interni e delle connessioni sempre in relazione alle polarità del sito.

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coronamento


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A 4.5 Rapporto con il cielo Anche nel coronamento viene rimarcata la continuità del collegamento tra la città e l’infrastruttura fluviale. L’edificio a lama culmina con un rooftop ricco di vegetazione, restituendo in copertura lo spazio verde sottratto al suolo. La modulazione di montanti e traversi dei fronti Sud e Nord prosegue e si piega in un’orditura di elementi metallici generando un pergolato. La spirale si rapporta con il cielo terminando simbolicamente in un belvedere rivolto verso la City.

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art box


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installazione Divina Commedia


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A 4.6 Installazione temporanea: la Divina Commedia All’interno dell’organismo biblioteca, il programma funzionale prevede la predisposizione di una stanza per esposizioni temporanee. Il progetto la localizza a coronamento della spirale, in diretto rapporto con il cielo e gli altri edifici alti dell’intorno. All’interno del progetto questa stanza definisce i tre momenti della assonometria installazione metafora progettuale

Divina Commedia di Dante Alighieri alla piccola scala – uno spazio nero e occlusivo come inferno, una rampa di scale costruita sulla sezione aurea come cammino ascensionale verso il paradiso: una stanza trasparente sospesa da 33 tiranti. L’intero progetto, direttamente riferito al Danteum di Giuseppe Terragni, può essere letto come passaggio da un inferno (la selva di pilastri) ad un purgatorio (la spirale) ad un paradiso (la stanza di coronamento, contenente la micrometafora dell’installazione).

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4 | LONDON MÖBIUS TECH-A 4.7 Tecnologia, materiali, NFC technology L’ipotesi progettuale è stata quindi verificata confrontandosi con gli elementi tecnologici dell’architettura. Scelte tecnologiche La custodia e la conservazione dei libri nella biblioteca, in particolare quelli rari e preziosi, è un tema molto delicato a cui è necessario prestare grande attenzione anche dal punto di vista della progettazione architettonica. Anche per questo motivo si è deciso di collocare la collezione lungo un percorso, una spirale opaca continua, che racchiudesse e custodisse i volumi all’interno di teche lungo le pareti. Considerando lo spazio architettonico dell’edificio a lama come un grande volume liberamente fruibile dall’utente è stata necessaria una scelta dal punto di vista tecnologico-estetico per la conformazione delle partizioni verticali opache e trasparenti.

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modellazione parametrica superficie


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A La grande superficie tecnologica ha reso necessaria una completa chiusura per il prospetto Ovest dell’edificio a lama, mentre la tecnologia dei prospetti Nord-Sud è stata scelta per garantire il massimo apporto di luce naturale lungo la giornata. Grande attenzione è stata quindi riposta nella progettazione del prospetto Est, in cui una grande vetrata continua, supportata da montanti e traversi, è schermata dalla luce da una grande superficie metallica resa semitrasparente da una serie di bucature progettate tridimensionalmente attraverso l’uso di un software di modellazione parametrica. È stato quindi sviluppato all’interno del programma “Rhinoceros”, attraverso il plug-in di modellazione parametrica “Grasshopper”, uno script in grado di gestire forma, dimensione, apertura e quantità di aperture fornendo come input le geometrie sulle quali applicare questa superficie semi-trasparente. In questo modo lo spazio architettonico riceve una illuminazione costante lungo l’arco della giornata proprio attraverso la corretta progettazione della superficie metallica schermante. 119


superficie LED


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A Dal punto di vista costruttivo l’intero progetto è costituito da una struttura metallica leggera portante: nella parte del cubo la struttura resta visibile e caratterizza l’oggetto architettonico, mentre nell’edificio a lama resta in parte nascosta dalla grande superficie del muro tecnologico e viene supportata da due nuclei in calcestruzzo armato che racchiudono i servizi. Materiali L’architettura dal punto di vista materico si caratterizza denunciando i cromatismi della struttura portante puntuale metallica. L’ingresso della luce naturale è variamente trattato: totalmente aperto nei fronti Nord e Sud dell’edificio a lama, filtrato attraverso una maglia metallica nel fronte Est, attenuato attraverso un sistema Uglass nelle stanze trasparenti del cubo. Il muro tecnologico si conforma e qualifica attraverso una vasta superficie LED. Le soglie notevoli dell’intero organismo architettonico assumono valore mediante spessore e colore. 121



4 | LONDON MÖBIUS TECH-A

NFC Technology Prendendo in considerazione il nuovo contesto tecnologico della città contemporanea, risulta interessante pensare a soluzioni in grado di rendere più efficiente l’esperienza di un utente all’interno della rete diffusa del sapere che ha come recapito l’edificio bibliotecario. A partire dalla tendenza dell’”internet-of-things”, anche il volume cartaceo diventa uno smart connected product, collegando utenti, informazioni, dati e sapere. Si è sviluppato un possibile scenario con l’applicazione di un sistema avanzato di riconoscimento e tracciamento dei volumi cartacei, all’interno della biblioteca e circolanti nella città di Londra, attraverso un tag funzionante con la tecnologia NFC (Near Field Communication).

Questi tag sono progettati per trasferire piccole quantità di informazioni usando una specifica lunghezza d’onda, in modo da garantire una ampia copertura di rete e l’utilizzo di poca energia. Questa tecnologia è 123


interfaccia applicazione


4 | LONDON MÖBIUS TECH-A particolarmente adatta a questo campo di applicazione in quanto assicura un basso grado di interferenza, necessita di poca manutenzione, può essere integrata ad altri sensori. (“What’s an NFC tag?”, http://electronics. howstuffworks.com/nfc-tag.htm)

È stata quindi sviluppata l’interfaccia di una applicazione per gestire il tracciamento e lo scambio dei contenuti della biblioteca.

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CULTURA DI PROGETTO



5 | CULTURA DI PROGETTO 5.1 Biblioteca: evoluzione architettonica e urbana Nonostante sia conclamata l’odierna crisi della biblioteca come edificio, non si può parlare di una totale emancipazione dalla fisicità; sebbene la biblioteca contemporanea sopravviva come nodo di un network a scala locala, urbana e globale, essa rimane un punto di riferimento, un luogo fisico necessario. All’interno del lavoro di tesi è risultato quindi essenziale un lavoro di studio e approfondimento riguardante la forma della biblioteca. La riflessione ha messo in evidenza l’evoluzione storica delle tipologie formali, degli usi e delle tecnologie. • Forma Integrata nel palazzo del re (struttura semplice) Integrata nella polis (struttura composita – struttura basilicale 1 navata) Integrata nei monasteri, università (struttura basilicale 3 navate) In autonomia (sala rettangolare e addizioni – centrale e addizioni – ibrida a spirale, torre, decentrata e addizioni) 129



5 | CULTURA DI PROGETTO • Usi Archivio Conservazione Consultazione • Metodi di conservazione

Lectern System Stall System Wall System •Struttura Semplice Composita Ad una navata A tre navate Rettangolare Forma centrale Forma Ac-centrata, De-centrata Forma ibrida 131



5 | CULTURA DI PROGETTO Casi studio presi in esame: • Raccolta d’archivio – tavolette d’argilla 600 a.C. Ninive | Palazzo reale di Assurbanipal • βιβλιοφυλάκιον – volumina (rotoli di pergamena) 300 a.C. Biblioteca di Pergamo | Eumene II • Biblioteca Ovest – dai frontes ai codices 600 a.C. Roma | Foro di Traiano • Forma basilicale – codices (lectern system) 1452 Cesena | Biblioteca Malatestiana – M. Nunzio di Fano • Forma basilicale - liber - stall system 1675 Cambridge | Trinity College library – C. Wren • Forma basilicale – liber – wall system 1712/1732 Dublino | Trinity College old library 133



5 | CULTURA DI PROGETTO • Aula rettangolare 1840/1850 Parigi | Biblioteca Saint Genevieve • Forma centrale 1737/1749 Oxford | Bodleian Library & Radcliff Camera • Sala rettangolare 1784/1785 Parigi | Biblioteca Nazionale – E. L. Boullee • Forma ac-centrata 1920/1928 Stoccolma | Biblioteca Civica – G. Asplund 1965/1972 Usa | Biblioteca P. Exeter Academy | L. Kahn • Forma de-centrata 2013 Uk | Nuova biblioteca centrale di Birminghan – Mecanoo Architekten 2006 Città del Messico | Biblioteca Vasconcelos – A. Kalach • Biblioteca Città 1989/1996 Parigi | Biblioteca Nazionale di Francia – D. Perrault 135



5 | CULTURA DI PROGETTO 1967/1978 Berlino | Biblioteca di Stato – H. Sharoun, E. Wisniewski • Mediateca 1998/2000 Sendai | Mediateca di Sendai – Toyo Ito • File store libri 1999/2004 Seattle | Biblioteca Centrale – R. Koolhaas, J.P. Ramus • Store libri 2002/2012 Spijkenisse | The netherlands Book Mountain – MVRDV 2013 Helsinki | Biblioteca centrale – Meno Più Architects 2011 Stoccarda | Biblioteca di Stoccarda – Yi Architects 2009 Svizzera | Rolex Learning Center – SANAA 2007 Amsterdam | Public Library Amsterdam – Jo Coenen

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STRUTTURA SEMPLICE

STRUTTURA COMPOSITA

STRUTTURA AD UNA NAVATA

STRUTTURA A TRE NAVATE


5 | CULTURA DI PROGETTO

AULA RETTANGOLARE

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FORMA CENTRALE

AC-CENTRATA DE-CENTRATA

FORMA IBRIDA



5 | CULTURA DI PROGETTO 5.2 Caso studio | Seattle Public Library, OMA / LMN Uno dei progetti che ha influenzato e guidato maggiormente la composizione dell’organismo biblioteca a tesi è stato quello della Seattle

Public Library dello studio OMA. Di seguito ne sono riportati i capisaldi progettuali. L’ambizione è quella di ridefinire l’archetipo della ‘Biblioteca’ come istituzione non più soltanto dedicata ai libri ma come un grande contenitore di informazioni in cui tutte le nuove modalità di informazioni vengono custodite e ugualmente diffuse. In un’epoca in cui l’accesso alle informazioni può avvenire in qualunque luogo e in qualunque momento, l’aspetto più importante è l’accessibilità ai contenuti e alla qualità degli stessi che rende una Biblioteca viva. La prima operazione è stata combinare e consolidare l’organizzazione apparentemente

instabile

ingovernabile

della

collezione

di

libri,

identificando cluster programmatici stabili (park, staff, meeting, Book

Spiral, Hq) e instabili (kids, living, reading room) che occupano le aree 141



5 | CULTURA DI PROGETTO interstiziali; ogni spazio è definito architettonicamente e equipaggiato per differenti funzioni sempre variabili. Il terzo piano è occupato dalla “mixing chamber” in cui c’è la massima interazione tra utente e bibliotecario che fornisce suggerimenti e informazioni in diverse discipline e che guidano gli utenti lungo la Book

Spiral, una rampa continua di scaffali. Il problema della biblioteca tradizionale è la monotonia, in cui le parti sono organizzate e differenziate secondo i piani: disponendo la collezione lungo una spirale continua (che inizia da 000 fino a 999) è possibile organizzare in modo ottimale la raccolta; i libri sono separati in categorie (es. Scienze, Architettura, Arte, ecc) e posizionati lungo la spirale. La spirale è un sistema di organizzazione architettonica che permette a tutte le persone la libertà di muoversi lungo l’intera collezione senza utilizzare scale o ascensori.

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6 BIBLIOGRAFIA



6 | BIBLIOGRAFIA M. Arís Carlos, Le variazioni dell’identità. Il tipo di architettura, CittàStudi editore, 1993 S. Crotti, Figure architettoniche: soglia, Ed. Unicopli, 2000 G. Fiorese, Biblioteche architettura città, 2000 G. Bertelli, Frammenti: Scritti di Architettura, Libreria Clup, Milano, 2001 Z. Bauman, Modernità liquida, Ed. Laterza, Roma-Bari, 2002 J. L. Borges, La biblioteca di Babele, da Finzioni, Adelphi, 2003 F. Fascia, Le biblioteche. Dalle tavolette di argilla ai supporti multimediali, Editore Luciano, 2005 M. Kubo, R. Prat, Seattle Public Library: OMA / LMN, Actar, Barcellona, 2005 M. Desvigne, J. Corner, G. A. Tiberghien, Intermediate Natures: The Landscapes of Michel Desvigne, Springer Science & Business Media, 2008 A. Galluzzi, Gli Idea Stores di Londra. Biblioteche nel ‘mercato’ urbano e sociale, 2008 A. Agnoli, Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, Editori Laterza, Bari, 2009 147



6 | BIBLIOGRAFIA A. Galluzzi, Gli Idea Stores dieci anni dopo, 2011 M. Roth, Library. Architecture + Design, Braun, Salenstein, 2011 G. Eroli, Idea store: le social libraries del XXI secolo, 2012 I. Maltoni, Un’Idea Store a Piacenza?, Biblioteche Oggi, 2013 A. Colorni, F. Lia, D. Sciuto, Smart City: tecnologia e creatività a supporto dell’innovazione, Fondazione Ansaldo Editore, Recco (GE) 2014 M. Heidegger, Costruire Abitare Pensare, da Saggi e Discorsi, Mursia Editore, 2014 D. Alighieri, La divina commedia, Mondadori, 2015

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