MarcheMag n°3

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EDITORIALE

MARCHEMAG Il magazine delle Marche Mensile anno I n° 03 Ottobre 2011

Vittorio Fabio Di Rienzo direttore@marchemagazine.com Annalisa Appignanesi a.appignanesi@marchemagazine.com Chiara Bianchini Mario Ferraro commerciale@marchemagazine.com

Fabio Di Rienzo

Daniele Cecconi grafica@marchemagazine.com Francesca Onofri f.onofri@marchemagazine.com

MarcheMag , il team si rafforza! Eccoci nuovamente con voi per raccontarvi ancora una volta storie e novità tipicamente marchigiane. Siamo ad ottobre , è da poco incominciata la scuola e siamo andati a vedere quali novità si presentano quest’anno per i nostri giovani. Addio al gessetto … arrivano le LIM ! Una vera e propria rivoluzione che cambierà per sempre il modo di scrivere alla lavagna. Un nostro articolo vi racconta di cosa si tratta e come si trasformerà la scuola nei prossimi anni. Ma quello di cui vi voglio parlare in questo mio breve spazio, è delle nuove collaborazioni che il nostro mensile, con questo numero inizia a dar vita. La prima con il giornalista Rai Giancarlo Trapanese, collega di alto spessore e dalla professionalità indiscussa il quale curerà la rubrica Marchecult, entrando nelle case editrici marchigiane e spaziando tra cultura, libri, cinema e altro del nostro territorio. Sono particolarmente contento dell’inizio di questa collaborazione che darà nuovo spessore al nostro umile lavoro. A Giancarlo il mio sincero benvenuto! Altre importanti collaborazioni sono la partenza con Veronica my radio, la radio storica per eccellenza del territorio marchigiano. Un’analisi costante ed attenta sul mondo marchigiano che cambia, uno scambio di opinioni e pensieri tra carta stampata e radio e viceversa. Abbiamo allargato la collaborazione nella rubrica gastronomi marchigiana, già brillantemente curata dalla nostra amica Carla Saveri con l’entrata di Serena Aguzzi , la quale ci porterà alla scoperta dei prodotti tipici marchigiani. In ultimo ma non in ultimo l’apertura della rubrica Forum, l’esperto risponde curata dall’avv. Barbara Brusoni. Un contributo prezioso ai nostri lettori che vorranno con lei analizzare i piccoli ma a volte grandi problemi legali quotidiani.

Ludovico Perfetto Andrea Ripa’ Photography Silvia Cingolani Gianluigi Dolce Aurelio Biocchi Luca Giustozzi Katiuscia Krones Mark Jones Giancarlo Trapanese Ilaria Traditi Gabriele Giangiacomi Fiorella Pierangeli Monia Orazi Serena Aguzzi Barbara Brusoni Carla Saveri Nicola Brignoccolo Emanuela Rossi Luca Veneziano Paco De Angelis Michele Fulvi Chiara Antonini Pamela Vazzari Joseph Brian Thomas More Annalisa Robolini www.cecconigrafica.it Reg. Trib. di Macerata n°/42 del 27-06-2011 Sede Legale ed Amministrativa Via Natali ,51 Macerata Sede Operativa Via Carducci 3/A - 60025-Loreto (An) Tel. 071. 976620 - Fax 071.976804 www.marchemagazine.com Stampa

BIEFFE Srl Via Mariano Guzzini, 38 - 62019 RECANATI (MC) tel. 071.7578017 - fax 071.7578021 www.graficabieffe.it -nfo@graficabieffe.it chiuso in redazione il 04 Ottobre 2011

Queste nuove e importanti collaborazioni stanno a significare che il lavoro di servizio che ogni mese mettiamo nel realizzare questa rivista è apprezzato. Andiamo avanti su questa strada, tra mille difficoltà e ostacoli, con la consapevolezza di fornirvi uno strumento unico ed originale nel suo format , apprezzato e condiviso da tanti, perché raccontarvi la storia della nostra terra serve anche per conoscerci meglio. Ad majora

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Primo Piano

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Editor Ilaria Traditi

Una vera rivoluzione digitale quella in corso nelle scuole marchigiane, che dopo la Lim (lavagna interattiva multimediale) sperimentano pagelle on line, registri digitali, rilevazione delle assenze e delle presenze con comunicazione via cellulare o via email, la prenotazione dei colloqui sul web e l’accesso in Rete al fascicolo elettronico dello studente. A partire dal prossimo anno scolastico proseguirà in alcune scuole secondarie di primo grado della nostra regione il progetto “classi 2.0” che consentirà l’allestimento di classi tecnologicamente avanzate per realizzare ambienti di apprendimento adatti ad un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie nella quotidianità scolastica. “Il progetto classi 2.0 spiega il coordinatore Irre (Istituto Regionale Ricerca Educativa) Marche Roberto Baldascino- è partito nel 2009 in sei classi con una dotazione finanziaria di 30mila euro per classe. Nel 2010 sono state coinvolte altre 8 classi, 4 di primaria e 4 di secondaria di primo grado con una dotazione di

Un esercito di 214.873 studenti a livello regionale che hanno da poco fatto ritorno tra i banchi, suddivisi in 9710 classi. 35737 gli studenti marchigiani iscritti alla scuola dell' infanzia, 66524 alla primaria, 42814 alla secondaria di primo grado e 69798 alla secondaria di secondo grado. Nella secondaria di secondo grado il totale degli iscritti al primo anno è di 15834 unità: tra le preferenze il 43,16% ha scelto i licei, il 33,65% gli istituti tecnici e il 23,19% gli istituti professionali. Ad Ancona ci saranno 67971 alunni divisi in 3019 classi, ad Ascoli 53102 per 2415 classi, a Macerata 44852 studenti in 2021 classi e a Pesaro 48948 studenti in 2255 classi. Saranno 206 i giorni di lezione che li aspettano, con chiusura non prorogabile il 9 giugno e vacanze per il ponte di Ognissanti (31 ottobre-2 novembre), per Natale (dal 24 dicembre al 7 gennaio), Pasqua (5-10 aprile), e Primo maggio.

15mila euro ciascuna. Finora il progetto, di durata triennale, ha quindi riguardato 14 classi nelle Marche con un investimento per la dotazione tecnologica di 300mila euro. Da settembre verranno inoltre installati 89 kit wi-fi per consentire la connessione internet in tutte le classi”. Ci sono casi in cui l’innovazione didattica può avere un ruolo estremamente importante senon addirittura insostituibile: pensiamo a quegli studenti che per motivi di “isolamento” non possono frequentare la classe fisica di una scuola, che magari per gravi motivi di salute vivono in ospedale o in casa, che vivono in isole molto distanti dalla terra ferma o in paesini sperduti tra le montagne. Situazioni che possono verificarsi anche nella nostra regione e che grazie all'innovazione tecnologica possono essere arginate con sempre maggiore semplicità.

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Si chiama Lim (acronimo di lavagna interattiva multimediale) e rappresenta una vera rivoluzione digitale anche nelle scuole marchigiane. Tra i primi istituti a sperimentarla a livello nazionale c'è il Sacconi-Manzoni di San Benedetto che le ha in dotazione dal 2009. Basta dunque gessetti polverosi, che stridono sull'ardesia nera e disperdono polvere dappertutto. Basta cancellini e cartine geografiche ingiallite, basta studenti in castigo dietro la lavagna. La lavagna diventa elettronica, piatta, luminosa, per una nuova generazione di classi 2.0 cresciute a pane e tecnologia. “Attraverso le Lim -spiega la dirigente d'Istituto- è possibile per studenti e docenti collegarsi ad internet e collaborare per delle ricerche. Si possono inoltre svolgere esercizi interattivi nelle varie materie e salvare il lavoro. Grazie all’uso della lavagna tecnologica gli alunni vedono immediatamente ciò che scrivono sulla tastiera e sono sempre connessi alla rete”. In dotazione vi è anche una penna elettronica che viene usata come un gesso. L’innovazione del modo di fare scuola con la Lim consiste nel mettere la persona al centro dell’azione educativa e avvalersi di metodologie basate sull’apprendimento cooperativo, sul learning by doing, sul procedere per problemi e soluzioni. La speciale lavagna favorisce un incremento dei livelli di attenzione, motivazione e coinvolgimento degli studenti, l’intreccio tra stili di apprendimento differenti e intelligenze multiple, nell’ottica di una reale inclusione delle diversità. Le discipline che traggono maggior vantaggio da questa operatività multimediale risultano essedre l'inglese e la matematica, ma anche tutte le altre possono trovare modalità innovative ed accattivanti per presentare i propri contenuti, diversamente dal tradizionale supporto cartaceo. Anche le case editrici si stanno adeguando proponendo testi scolastici interamente in formato digitale Editor Ilaria Traditi


illustrazione by Cecconi Grafica

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Addio “bigini”, dai voti alle presenze adesso sta tutto in un sms. Recapitato a mamma e papà. La novità spiegata da Alessandra Rucci, dirigente del Savoia-Benincasa di Ancona Sparisce il registro cartaceo e le firme false sul libretto diventeranno solo un vecchio ricordo. Sarà sempre più dura farla franca per gli studenti che vogliono “bigiare” la scuola, visto che prontamente in caso di assenza partirà un sms ai genitori per informarli che il loro figlio non si è presentato in classe. La novità è già stata applicata in un Istituto anconetano, il Savoia-Benincasa, votato alla tecnologia. “Il nostro fiore all'occhiello -spiega la dirigente d'istituto Alessandra Rucci- è proprio la dotazione tecnologica delle aule -spiega- nell'ottica di un istituto “2.0” che da quest'anno sperimenterà il progetto Lwt (Learning with Technologies). In cosa consiste e come sarà applicato il progetto Lwt? Ogni aula, a partire dalle nuove classi prime, si trasformerà in un vero e proprio laboratorio e sarà dotata di un videoproiettore e una lavagna interattiva multimediale (Lim). Gli alunni dovranno portare un proprio computer portatile che consentirà anche un risparmio sui libri di testo attraverso la modalità e-book. Come sono cambiate le modalità di apprendere dei ragazzi? I nostri ragazzi ormai fanno parte a pieno titolo della generazione dei cosiddetti nativi digitali. Una scuola di qualità non può prescindere dal ruolo svolto dalla tecnologia. Qualche esempio? Al Savoia-Benincasa le aule sono cablate in wi-fi e il registro di classe è stato abolito. I professori sono infatti muniti di notebook e attraverso il sito internet della scuola i genitori possono prenotare i colloqui e controllare l'andamento scolastico dei figli, interagire con la scuola, perfino conoscere ogni “bigiata” grazie a un semplice sms.

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Il rapporto con l’insegnante è estremamente importante per lo sviluppo formativo dello studente, tuttavia anche l’aspetto umano non va certo trascurato, lei come vede questa relazione? Considero di assoluta rilevanza, nella mia esperienza, la considerazione dell’aspetto umano nel rapporto con lo studente. Indubbiamente occorre trasmettere ai ragazzi un percorso formativo e una modalità di affrontare le problematiche. Trascurare l’aspetto umano significa trascurare quelli che sono i principi di base dell’insegnamento. Oggi gli studenti cercano in un docente, specie gli universitari, anche e soprattutto di potersi interfacciare con una persona vicina a loro in grado di ascoltarli, di capirli, in grado di trasmettergli qualcosa che vada oltre il mero aspetto di insegnamento inteso in senso asettico e freddo. Che rapporto instaura con i suoi studenti? Meglio il dialogo o la disciplina? Oggi sempre più, è necessario instaurare un dialogo con gli studenti. Indubbiamente i ruoli vanno conservati, tuttavia, il dialogo è di assoluta rilevanza. Le più grandi università del mondo hanno da sempre avuto il loro punto di forza, in uno stretto dialogo diretto tra professore e studente. Forse una delle capacità delle piccole università, rispetto ai grandi istituti italiani, dovrebbe essere e, credo che sia, proprio questa. Se si riesce a sviluppare un dialogo, visto che il rapporto è più vicino, anche dal punto di vista fisico, questo può essere un valore aggiunto assolutamente rilevante. In quali aspetti si sente simile ai suoi studenti e in quali si sente diverso? Per affrontare una realtà complessa come quella di oggi occorre che il docente si avvicini sempre di più al modo di ragionare e riflettere dei propri studenti, e lo stesso studente deve fare uno sforzo per cercare di capire i concetti essenziali che un docente sta cercando di trasmettergli, al di là delle materie che tratta. Forse l’aspetto maggiormente differente che noto è quello legato all’esperienza che può contraddistinguere una persona con anni di lavoro alle spalle, anche se al di là dei luoghi comuni, noto che ci sono molti studenti che si danno da fare, cercano di avere un lavoro e di fare esperienza. Ritengo che oggi, per affrontare questo mondo così complesso, l’ottica tra studente e professore dovrebbe essere abbastanza integrata. C’è un episodio in particolare, legato a un suo studente, che ricorda con piacere? Di episodi importanti ce ne sono molti, molte e-mail e molte strette di mano o messaggi dove si ringrazia non solo per la docenza, ma anche per i consigli umani ricevuti. Ricordo in particolare uno studente di una delle mie prime tesi, assunto dal gruppo Fiat, il quale, dopo aver girato il mondo, mi scrisse una bellissima e-mail, dopo molto tempo che non lo sentivo, in cui ricordava ancora con piacere il momento della tesi e i principi che gli avevo in qualche modo trasmesso e che gli erano risultati preziosi anche nella carriera. Infine, qual’è la soddisfazione maggiore dell’essere insegnante? Il fatto di poter crescere. Credo che in realtà essere docente consenta alla persona di rimanere sempre giovane e vivente, oltre che estremamente flessibile, aperto al mondo e comunque di apprendere anche nel momento in cui fa docenza, perché la soddisfazione maggiore è quella di trasmettere da un lato umanità e conoscenza, e dall’altro di poter apprendere da questa esperienza.


La scuola come istituzione nasce per gli studenti ed è a loro che dovrebbe piacere, tu come la vedi? Si, la scuola nasce come opportunità per tutti coloro che vogliano imparare e crescere in maniera culturale, formativa e anche mentalmente, per aprirsi in maniera migliore a quella che viene chiamata vita. Oltre agli studenti ovviamente in misura minore, deve piacere anche a coloro che insegnano, anche perché, secondo il mio punto di vista, più gli insegnanti si trovano in una situazione di loro agio, più riescono a trasmettere insegnamenti validi ai loro studenti. Il rapporto con i professori è molto importante sia per l’insegnamento formativo sia per l’arricchimento umano che può portare. Ritieni che nei docenti ci sia maggiore competenza didattica o disponibilità umana? Dipende dai professori, ovvio è una cosa soggettiva, la mia impressione è che ci sia una maggiore competenza didattica, il che è positivo proprio perché ciò rappresenta la base grazie alla quale una persona può insegnare o meno, la disponibilità umana è appunto la trasmissione di questi insegnamenti, è molto soggettiva, dipende dal carattere dell’insegnante e anche da quello dello studente e a volte ho riscontrato un certo disinteresse da entrambe le parti in questo senso, quindi non si tratta di un problema unilaterale secondo me. Quali sono gli spetti positivi e quelli negativi che riscontri nei docenti? Di positivo, vi è il fatto che alcuni docenti riescono, grazie al loro carattere e voglia di insegnare e, anche grazie alla loro apertura mentale , che li fa in qualche modo avvicinare ai propri studenti, a creare un legame con essi e a coinvolgerli nella maniera più positiva, altri invece non riescono in ciò, magari sono molto preparati nella loro materia, ma vuoi per carattere, vuoi per formazione non riescono nel coinvolgimento e questo rappresenta un grosso limite. Tra i tuoi insegnanti c’è n’è stato uno che ha avuto un’influenza significativa su di te? Sicuramente più di uno. Ricordo soprattutto una docente che durante la triennale ho seguito per un corso, di ordinamento giudiziario, la quale riusciva con il suo carisma e con la sua attitudine nel saper insegnare a far scaturire il meglio di me nell’approcciarmi a tale materia. Come ritieni debbano comportarsi gli insegnanti con voi studenti? Dialogo o disciplina? Direi che la via di mezzo è sempre la via migliore, la disciplina forma una persona, da un ordine alle cose, ma la mancanza di dialogo può comportare dei danni a questa formazione, dei dubbi nello studente, quindi si direi che ci vuole di tutto un pò. Vediamo un attimo le cose da un’altra prospettiva: se tu fossi un docente come ti comporteresti? Non saprei, in tutte le cose occorre passarci e occorre secondo me anche l’esserci portati, avere l’attitudine naturale, ovviamente cercherei di mettere in pratica quanto detto fin’ora, ossia cercherei il dialogo con i miei studenti, senza però tralasciare mai la disciplina.

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Editor Annalisa Appignanesi

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Una delle problematiche più ricorrenti in età scolare è sicuramente la sindrome scoliotica. Cosa si può fare a riguardo? Quando il pediatria si accorge che lo studente manifesta queste problematiche o alterazioni posturali, visto che stiamo parlando di età evolutiva, la prima cosa da fare è chiedere consiglio al medico di base che saprà indirizzare verso lo specialista e le figure professionali adeguate. Se l’indicazione dello specialista è nei confronti di una terapia di riabilitazione o una terapia mediante corsetto ortopedico, in casi seri con una evidente alterazione patologica, il tecnico ortopedico, sotto l’indicazione del medico ortopedico provvederà alla realizzazione del corsetto su misura, rilevato su calco in gesso del bambino e confezionato con le correzioni impartire dallo specialista. Parlando di cause quali sono? La familiarità, oppure alterazioni strutturali, tra cui uno slivellamento del bacino, oltre ad atteggiamenti posturali scorretti. Quando parla di atteggiamenti posturali scorretti intende le posizioni errate assunte dallo studente ad esempio quando è seduto sui banchi di scuola? Anche, tuttavia, può essere un fattore predisponente, ma non determinante per ogni individuo. Non tutti i ragazzi che assumono posture errate vanno in contro alla sindrome scoliotica. Va sottolineato che anche il praticare sport assimetrici, tipo il tennis o il basket, durante la fase evolutiva può influenzare la crescita simmetrica del ragazzo, predisponendolo a tali alterazioni. Pertanto consiglio sempre di compensare con la pratica di uno sport simmetrico come può essere ad esempio il nuoto.. Il peso dello zaino pieno di libri può essere un altro fattore scatenante? Negli anni può essere una concausa, per quei ragazzi a rischio, ossia con una familiarità alle spalle oppure con una struttura fisica predisposta e sensibile a queste alterazioni. La regola generale è che quando si porta un peso è sempre bene evitare di concentrarlo su un solo lato del corpo, ma bilanciarlo, indossando la zaino su entrambe le spalle. Infatti portandolo su un solo lato del corpo, si verifica uno sbilanciamento del carico che va aumentando sul lato dove viene indossato lo zaino. A tal proposito, per ovviare a questa problematica, erano stati messi in commercio zaini trolley così da trascinare il peso anziché caricarlo sulla schiena. Tuttavia si è riscontrato che, anche questa soluzione, non è adeguata in quanto, per trascinare lo zaino, si verifica comunque uno sbilanciamento posturale perché è un solo lato del corpo che trascina il peso. In ogni caso è bene distinguere tra sindrome scoliotica e atteggiamenti scoliotici che di solito vengono trattati con ginnastica posturale. Qual è la differenza? Un atteggiamento è la tendenza ad assumere determinate posizioni che per sua caratteristica fisica può anche non sfociare in patologie, mentre la sindrome scoliotica è una deviazione latero-laterale del rachide, ossia della colonna vertebrale. Se un ragazzo manifesta queste problematiche, cosa consiglia ai genitori? Se manifesta alterazioni che possono mettere in allarme è bene far vedere subito il ragazzo allo specialista che saprà indicare il percorso più adeguato al caso specifico. Soprattutto se c’è una familiarità è bene tenere sotto controllo il bambino e il ragazzo così da intervenire tempestivamente.

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Come vivono la loro infanzia i bambini delle Marche? Cosa fanno, cosa amano, come crescono? Cosa riserva loro la nostra regione? Cercheremo di tornar bambini anche noi e di addentrarci nella loro delicata e incantata dimensione, parleremo di giochi e divertimenti a loro dedicati dando direttamente la parola a chi se ne intende e lavora per loro, esploreremo gli aspetti giocosi e leggeri dell'infanzia ma anche quelli piĂš importanti e d'attualitĂ .PerchĂŠ anche il grande mondo dei piĂš piccoli merita spazio e attenzione!

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Siamo Sabrina, Lucrecia e Anna Lisa, mamme-amicheprofessioniste con figli in età scolare che, ispirate dalle attività di una associazione senza scopo di lucro francofona con sede a Monte Carlo, abbiamo creato Linea Innocenza, una associazione di volontariato che si occupa di informazione e prevenzione per la difesa dell’integrità e della dignità dei bambini, particolarmente su Internet.Lavoriamo in stretta collaborazione con le scuole e gli enti istituzionali della nostra regione per sviluppare una maggiore consapevolezza nell’utilizzo di Internet tra i bambini, i ragazzi, i genitori e gli insegnanti.Abbiamo realizzato, per esempio, la messa in sicurezza di un’aula informatica della scuola media “Donatello “di Ancona; lo studio e la messa a punto di: alcune metodologie di informazione e di sensibilizzazione da utilizzare presso le scuole; eventi per bambini e ragazzi per educare a un “utilizzo” positivo e consapevole della rete e degli strumenti multimediali come la “TRAP-CHAT” , una simulazione di chat tra classi nella quale i bambini scambiano varie informazioni personali pensando di “chattare” con alcuni coetanei, che si rivelano, alla fine, con il volto di una operatrice (nostra complice) che svela così le mistificazioni della realtà virtuale. Con il supporto dell’Assessorato alla Formazione e Istruzione della Regione Marche abbiamo realizzato un percorso di formazione tecnica, legale e psicopedagogica che ha coinvolto 330 insegnanti e genitori di 34 scuole e comprensivi su tutto il territorio regionale che è risultato utile per conoscere i rischi di diversa natura legati alla salute, alla normativa vigente e alle caratteristiche dei social network più utilizzati dai naviganti in rete.Creiamo e distribuiamo gratuitamente materiale informativo come mousepad ed opuscoli presso le scuole e con il ricavato di alcune iniziative di beneficenza cittadina (Alberi d’Oro) abbiamo donato un computer completamente sterilizzabile ai piccoli degenti naviganti in un reparto dell’Ospedale Salesi di Ancona.In programma abbiamo un concorso fotografico per i bambini e ragazzi della città di Ancona: IO AMO ANCONA con il quale verranno premiate, addirittura con un I-Pad, nella giornata dei Diritti dell’Infanzia, il 20 novembre, le più belle foto inviate dai ragazzi. Invitiamo quindi tutti i ragazzi dagli 8 ai 17 anni a partecipare!Vi aspettiamo al prossimo numero con nuovi approfondimenti legati ai ragazzi e all'utilizzo delle nuove tecnologie!!

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Dall’esterno sembrerebbe un furgone come tanti. Ma i bambini si fermano nelle piazze marchigiane ad aspettare il suo arrivo. Pazienti attendono che si aprano i portelloni di questo grande mezzo Volkswagen che di colpo si trasforma in un teatro delle meraviglie. Si, un vero teatro si svela ogni volta a poco a poco ai più piccoli :è il Furgolibro dove le fiabe diventano realtà. “Da anni sognavo di ascoltare e incontrare i sogni dei bambini, vederli sfogliare, leggere, scoprire nuovi mondi e nuove storie- ha spiegato Melissa Conigli, operatrice di Furgolibro e presidente dell’associazione culturale Acchiappasogni di Falconara Marittima- ed ora con questo mezzo così speciale penso proprio di esserci riuscita”. I narratori dell’associazione infatti, grazie al Furgolibro possono utilizzare un vero e proprio teatro viaggiante per raccontare fiabe attraverso il linguaggio verbale e quello corporeo allusivo e sensoriale. E naturalmente stimolare alla lettura attraverso la possibilità di avere libri in prestito dalla libreria viaggiante del Furgolibro che ogni volta, a destinazione raggiunta i più curiosi posso scoprire aprendo il portellone laterale. Ma ci sono anche strutture asportabili di legno e stoffa che assieme al sipario colorato, con gesti semplici, servono ogni volta a trasformare qualsiasi luogo in un ‘angolo magico’ dove i giovanissimi marchigiani possono ascoltare o leggere storie senza magari spostarsi dal loro quartiere. “La finalità di ogni nostro progetto- ha spiegato ancora Melissa Conigli- è educativa e culturale: educativa perché crediamo che il teatro e l’animazione siano strumenti capaci di veicolare valori ed identità; culturale perché ogni operazione che conosce e prova a rielaborare realtà, esperienze, narrazioni, tradizioni è un percorso che arricchisce la coscienza culturale di ciascuno di noi, sia esso spettatore od animatore e attore e quindi la società nel suo complesso”. Per aver informazioni sulle prossime tappe del Furgolibro è possibile scrivere una mail a numerosette@hotmail.com oppure chiamare il numero: 3355425835 Editor Gabriele Giangiacomi

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Interviste e storie di Fabio Di Rienzo

Claudio Talevi, 47 anni, da oltre 25 Agente Generale della Milano Assicurazioni per il territorio di Loreto, Castelfidardo e Osimo. Claudio, in questo particolare momento di crisi, quali sono le polizze assicurative che ti chiedono con maggior frequenza? In questo particolare momento le polizze che mi chiedono con maggior frequenza sono quelle di tipo previdenziale. La paura e l’incertezza nel futuro spingono sempre più persone a costruirsi una pensione integrativa alternativa. Sono in aumento anche le richieste di polizze di protezione verso la famiglia e i propri cari. Invece , nel sistema aziendale ? Nel campo aziendale già da diversi anni svolgiamo un’azione che oserei definire “sociale”. I nostri consigli servono a volte a prevenire delle vere e proprie catastrofi. In che senso? Prendiamo per esempio le recenti alluvioni che hanno colpito i nostri territori. Se non avessimo informato prima e seguito con attenzione tutte le clausole contrattuali previste nelle polizze, i nostri clienti avrebbero avuto anche ulteriori difficoltà di riscossione con la compagnia. Questa noi la chiamiamo

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professionalità ma la nostra, a volte puntigliosa mania, ha permesso di svolgere un’azione di riparo preventivo. Il maggiore contatto diretto con il cliente che esigo da tutti i miei collaboratori funge da vera e propria azione “sociale” sia che venga conclusa la polizza sia che il cliente ci voglia pensare. Prevenire piuttosto che curare, è importante essere assicurati prima che succedano gli eventi. Quando non sei il Claudio Assicuratore quali sono le tue principali attività? Mi piace molto leggere e sono appassionato di storia e geografia fin da quando ero bambino. Mi affascina sia il mondo passato, con le sue leggende e le sue particolarità, che scoprire luoghi e posti incontaminati. Come vedi il prossimo futuro? Sono di carattere tendenzialmente ottimista. Anche se questo è un periodo veramente nero per la nostra economia e il nostro Paese, e nonostante ci sia chi dice che la crisi sia passata e chi invece sostiene che ci stiamo entrando , ogni giorno guardo con fiducia e fermezza al futuro, convinto più che mai che ne usciremo vincenti.


La storia di Ido Baldoni parte 76 anni fa da Castelfidardo, nella provincia Anconetana. Ido, fin da piccolo brucia le tappe, va a scuola a soli 5 anni , entra in collegio a Recanti ma abbandona presto gli studi e a 14 si ritrova a lavorare come accordatore per una azienda di fisarmoniche fidardense. Negli anni 50, in pieno boom economico, diventa segretario del PRI di Castelfidardo e contribuisce alla elezione del primo Sindaco donna del dopoguerra. Successivamente si sposerà con Luisa , da cui nasceranno tre figli. Corrono gli anni 60, in America JFK diventa il 35° Presidente Usa e il secondo più giovane della storia, in Italia incominciano a sentirsi gli effetti della rivoluzione studentesca che culminano con lo scandalo Sifar e il tentativo di colpo di stato del Generale De Lorenzo. In quegli anni Ido Baldoni si reca a lavorare in Germania dove si rende conto personalmente di cosa significhi essere straniero in terra straniera. Tornato in Italia, decide di dare una svolta alla sua vita. Lascia il lavoro da dipendente e incomincia la sua attività imprenditoriale. Realizza il Club N°1, un primo ma ambizioso progetto di chalet sul mare. Ma la svolta arriva intorno agli anni 70’, quando rileva il Brigantino, ristorante e albergo sulla costa di portorecanati. Qui ha la possibilità di avere come ospiti personaggi come Pavarotti e altre personalità. Ed è proprio qui che, guardando sempre il mare, gli viene in mente quella che diventerà poi la sua ultima attività imprenditoriale. Capisce in anticipo, durante una riunione a scuola, parlando con le mamme, la necessità di dare ai bambini la possibilità di nuotare anche di inverno in un luogo chiuso . Incomincia cosi a ricercare un posto su cui costruire la sua idea di piscina al coperto. Ed è proprio al Brigantino che ospitando una delegazione musicale del Vaticano che entra in contatto con l’amministrazione di Loreto a cui sottopone la sua idea innovativa di piscina ponendola come prima struttura al coperto. È l’anno 1978 quando viene inaugurato il centro sportivo Baldoni e da oltre 30 anni è il punto di riferimento per il nuoto al coperto. Un uomo, Ido, che ha sempre avuto come principi saldi la buona educazione e la disciplina, il sacrificio e il duro lavoro, principi che ora vengono trasferiti all’interno del centro Sportivo dai figli Gianluca e Gianpiero, mentre la figlia Genny ha aperto un Acqua park nella provincia ferrarese. Ora è in pensione, ma chi lo conosce sa che ancora è ben vigile e attento su tutto ciò che lo circonda, Ido Baldoni trascorre il suo tempo con i nipotini e in particolare con Edoardo,cercando di capire come si muovono e cosa pensano le nuove generazioni. Starà pensando nuovamente a qualche cosa di innovativo? Lui smentisce , ma chi lo vuole trovare può recarsi ogni giorno di mattino presto in piscina, dove Ido non smette di nuotare e tra una vasca e altra forse i pensieri corrono …


V.O.P.

Luca da dove iniziamo? Iniziamo dal “domani” perchè nell'ambiente dello spettacolo l' “oggi” è già vecchio e “ieri” è già stato “copiato” (sorride ammiccando n.d.r.). Per l'immediato futuro, insieme allo staff creativo dell'Associazione Titanus stiamo lavorando ad un progetto fondato principalmente su criteri di solidarietà, che coinvolgerà importanti organi amministrativi dello Stato per celebrare all'estero la cultura italiana. Tu sei una fucina di idee. A quali di queste sei più legato? Quando aprirono le prime discoteche a Pesaro, nei primi anni ’70, intuii le straordinarie potenzialità dei locali da ballo e cominciai poi per gioco ad inventare delle iniziative volte a promuovere i rapporti tra la gestioni dei locali della riviera adriatica ed il pubblico: era l'alba dei P.R. delle disco! L'evento più “strano” che hai ideato? A novembre del 2010 a Londra, nella sede centrale della Guinness World Records, nel corso di una straordinaria cerimonia privata, Marco Frigatti, giudice ufficiale della Guinness World Records e del programma TV “Lo Show dei record” in onda su Canale 5, mi ha consegnato ufficialmente la pergamena che certifica il record stabilito dall’Associazione “Titanus”. Si tratta della maratona canora più lunga del mondo denominata “Titanus festival” organizzata dal 21 al 25 settembre 2010 al Teatro Cinema Astra di Pesaro che ha coinvolto 389 artisti, provenienti da numerose province italiane, che si sono esibiti ininterrottamente per 103 ore, 9 minuti e 26 secondi. Anni fa realizzasti il libro dal titolo Gran Galà DJ. Di cosa trattava? Risposta: Quel libro, scritto con Fabio Di Rienzo, raccontava l'epoca del vinile e degli “Afroraduni” (termine da lui coniato nel 1982 ed ancora di uso attuale n.d.r.), che avevo ideato al fine di radunare tutti i migliori D.J. del momento e farli mixare per 12 ore no-stop. A seguito degli Afroraduni creai una sorte di Notte degli Oscar per DiscJockey sulle cui esperienze nacque proprio la stesura del libro per la “Incontro Editore” a cui abbiamo dato il titolo della manifestazione stessa “Gran Gala D.J.” con prefazione di Renzo Arbore. Tu hai una figlia di 18 anni, quale modo di divertirsi consigli ai giovani d’oggi? Risposta: così come promuovo attraverso l'attività associativa, consiglio un divertimento sicuro e libero dall'uso di sostanze illegali e alcol.

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Aziende Top

La storia della GR elettronica inizia nel 1990 come realtà artigianale, poi nel 1997, con il passaggio generazionale, i giovani imprenditori hanno l’intuizione di riprodurre nelle Marche quei modelli aziendali di dimensioni internazionali e trasformano l’azienda di famiglia in una una S.R.L. Il balzo successivo avviene nel 2008 quando da azienda manifatturiera, che si occupava prettamente di assemblaggio, la GR diviene quella realtà che oggi offre un servizio completo; è in grado di gestire il prodotto in tutte le fasi della sua lavorazione, dall’ industrializzazione al prodotto finito, garantendo la possibilità di tracciare ogni singolo elemento. L’azienda è strutturata su reparti distinti che permettono di ottimizzare i processi di lavorazione. Nel reparto SMT viene realizzata un’elettronica fortemente miniaturizzata per vari settori; wireless, sistemi di controllo, apparati audio professionali, sistemi per difesa militare, medicale diagnostica., settori per i quali GR contribuisce a far esportare know_how italiano nel mondo. Nel reparto PTH (o anche di completamento) la componente informatica e quella umana si fondono in un connubio perfetto per dare origine a prodotti altamente ripetibili nella prestazione operativa finale, caratteristica certificata anche tramite ausilio delle fasi di test dei prodotti, poste a fine ciclo produttivo. Questi controlli e l’accuratezza posta nella realizzazione, costituiscono i principali punti di forza della GR, che l’hanno resa una realtà trai-

nante dell’economia regionale. L’azienda, con 60 dipendenti, la maggior parte dei quali donne, costituisce un esempio positivo nel panorama aziendale italiano. La sua peculiarità è di non aver percorso, in questa fase critica dell’economia, la strada della delocalizzazione ma di aver scelto coraggiosamente di rimanere radicata nel territorio, cimentandosi volutamente in settori ad elevata impronta tecnologica , sinonimo di nicchia e , per questo, complessi nella loro gestione industriale. Seguendo questo percorso la GR è riuscita non solo a garantire standard qualitativi ed a mantenere l’occupazione sul territorio ma addirittura a fornire, per conto di suoi clienti internazionali, alcune innovative realizzazioni in paesi asiatici solitamente noti per l’ importazione di loro realizzazioni verso i nostri territori. Sempre volutamente proiettata al futuro, l’azienda investe continuamente in innovazione tecnologica e nella qualità dei servizi per perseguire obbiettivi di reale crescita. La GR di domani sta puntando ad allargare il suo mercato oltre i confini europei, andando a farsi completamente carico di tutta la parte produttiva e servizi connessi del cliente, così da conseguire maggiori economie di scala in fase di approvvigionamento, maggiore efficienza nella gestione delle produzioni fisiche e , di conseguenza, ottenere una maggior competitività economica finale, con la quale rimanere pienamente attivi nel proprio mercato di appartenenza.


Attraverso uno sguardo attento e curioso andiamo alla scoperta di quelle attività lavorative che fanno parlare delle Marche come la Regione dell’artigianato d’eccellenza. Quelli che oggi vengono comunemente chiamati “antichi mestieri” rappresentano in realtà un patrimonio di tradizione e una risorsa preziosa per l’economia del nostro territorio. Ad inaugurare il primo numero di questa rubrica sono i cappelli di paglia, di cui Montappone (Ap) è centro internazionale. Se Papa Leone XII oltre ad essere un brillante uomo di Chiesa fosse stato anche un abile scommettitore avrebbe sicuramente puntato sulla realtà commerciale che vive oggi il paese di Montappone. Curiosando tra gli archivi del Comune spunta, tra lo stupore del Sindaco Giuseppe Mochi, il nome di questo illustre personaggio che mise un importante tassello nella storia dei cappelli di paglia. Nel clima d’incertezza economica che vissero le Marche nella prima metà dell’Ottocento, Leone XII fu colui che cercò di animare il commercio e di contrastare l’introduzione clandestina dei copricapo fiorentini, immessi nel mercato per sopperire alle mancanze locali.


Economia Territorio Infatti, sebbene l’attività di intrecciare la paglia fosse a quel tempo molto vivace, il denaro per i nuovi macchinari scarseggiava. Stando a ciò che scrisse su Montappone il Cav. Vincenzio Vitali Brancadoro nel lontano 1887, il Papa si interessò all’economia del piccolo borgo e concesse agli esportatori un premio in denaro pari al 12% del venduto. Si tratta di una piccola somma che però servì ad incoraggiare ulteriormente i commercianti locali nella produzione e nella vendita dei loro cappelli. Passeggiando senza meta per le vie di Montappone c’è un’immagine che ricorre con più insistenza. È quella di un contadino che sorregge sulla spalla una stanga con i cappelli di paglia appesi. La troviamo nelle cartoline più rappresentative e la raccontano gli anziani del posto, quelli che macinavano chilometri a piedi per vendere qualche cappello. Accanto a questa fotografia sbiadita del passato se ne aggiunge un’altra più attuale e dai colori più accesi, con scritto “Montappone, centro internazionale del cappello”. Oggi, questa manifattura coinvolge il 90% del settore produttivo del paese e i vicini comuni di Massa Fermana e Monte Vidon Corrado completano il distretto industriale che conta novanta aziende tutte dedite alla produzione di cappelli. Si tratta per lo più di micro e piccole-medie imprese, formate in alcuni casi da tre o quattro dipendenti, che insieme raggiungono un fatturano di circa 220 milioni di euro l’anno. Il settore oggi è frammentato: entrando in un’azienda del posto ci si trova davanti a una vasta gamma di prodotti tra cui scegliere, diversi per la varietà dei tessuti e per la tipologia d’utenza. Montappone è un piccolo orto, come usano definirlo gli abitanti del posto, che però fa parlare di sé come un laboratorio artigianale d’eccellenza. Il cappellificio Sorbatti a Montappone (Ap) vanta una tradizione artigianale che dura da oltre ottant’anni e rappresenta oggi il punto di riferimento per mercati italiani e stranieri. Ne parliamo con Attilio Sorbatti, titolare dell’azienda assieme al fratello Marco.

Il cappello sta vivendo un nuovo momento di gloria. Una moda passeggera? Oggi il cappello non è solo un accessorio o un capo di abbigliamento. È un vero e proprio status, un modo di essere, di presentarsi, di esprimere la propria personalità. Sono sempre più numerose le case di moda che garantiscono ai clienti un’offerta total look: il cappello sta diventando l’elemento indispensabile che completa una collezione. Quali sono i mercati dell’azienda e i marchi che costituiscono la vostra clientela? I mercati principali sono l’Europa, il Giappone e la Korea del Sud. Abbiamo qualche cliente anche nell’arcipelago australiano. Lavoriamo per note aziende come Dolce e Gabbana, Marina Yachting, Brunello Cucinelli, Cerruti e Montclair. L’azienda produce l’originale Panama, un cappello per pochi estimatori… È da sempre simbolo di buon gusto ed eleganza. Il Presidente Napolitano indossa un Panama di nostra produzione grazie ad un omaggio della proloco di Montappone. Anche gli atleti della squadra olimpica tedesca, che parteciparono ai giochi di Sydney 2000, ordinarono il nostro Panama per indossarlo il giorno della presentazione ufficiale. Entro settembre il modello Montecristi diventerà patrimonio dell’umanità. Cosa andrà di moda quest’inverno? Consiglio di indossare il modello alla Humphrey Bogart. Editor Fiorella Pierangeli

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La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Ottobre e Novembre è l’evento più importante che ha permesso ad Acqualagna di diventare la Capitale del Tartufo. Ogni anno è raggiunta da una folla di turisti non solo Italiani ma anche molti tedeschi e inglesi per non parlare di alcune comitive di giapponesi e americani. Gli stand espositivi sono circa un centinaio, la Piazza centrale si trasforma in un salotto dove solo qui si possono ammirare, annusare e acquistare quintali su quintali di tartufo fresco per non tralasciare tutti gli altri prodotti di qualità quali salumi vino miele e formaggio prodotti nelle nostre zone. La fama e il target qualitativo dell’evento richiama ormai anche produttori nazionali e internazionali che vengono selezionati e mostrano e vendono solo il meglio della propria produzione di nicchia. Insomma un salone del gusto firmato qualità ma soprattutto tradizione, storia, sapore autentico. L’afflusso di gente ha toccato i 100. mila visitatori per non parlare di politici e vips di ogni tipo che affollano ogni giornata di fiera. La fiera è una

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grande vetrina,il volano di tutta l’economia territoriale,il punto di partenza delle strategie di marketing territoriale che contraddistinguano Acqualagna nella Regione Marche. GLI SPAZI L’intera cittadina di Acqualagna mette i propri spazi a disposizione dell’evento. La piazza principale ospita gli stand dei commercianti di tartufo fresco, anima storica dellafesta. Il Palatartufo è il più importante spazio di accoglienza per gli oltre 200.000 visitatori della Fiera. Passeggiando per i suoi 4.000 mq, gli appassionati di cultura enogastronomica possono assaggiare e acquistare ciò che di meglio offre la cucina tradizionale italiana: le produzioni legate al tartufo tipiche del territorio, i molteplici prodotti ed esempi prelibati di produzione gastronomica delle altre regioni italiane. Inoltre si può visitare l’area dedicata all’artigianato locale del mobile e della celebre lavorazione artistica della pietra. A testimonianza del legame tra vino e tartufo, vieneallestito da anni un apposito spazio coperto denominato “Mercato del Vino” per ladegustazione e la promozione dei vini. SALOTTO DA GUSTARE Forte del grande successo ottenuto nelle precedenti edizioni, l’area dedicata al contest culinario verrà ampliata e potenziata. In essa si svolgeranno quotidianamente dimostrazioni, eventi enogastronomici, degustazioni. Nell’organizzazione si punterà sulla qualità, selezionando i prodotti più pregiati e gli chef più famosi, che potranno ben rappresentare il territorio di provenienza. Oltre agli chef dei più rinomati ristoranti d’Italia, ogni anno ci raggiunge uno chef di fama internazionale come Luigi Gerosa, executive Chef del Burj Al Arab di Dubai, e Andrea Tranchero, executive Chef del Ristorante Armani di Tokyo. La cucina verrà allestita come una vera e propria platea teatrale, nella quale i principali ristoratori italiani presenteranno ricette e trucchi di un’arte culinaria che rispecchi il loro territorio. Gli spettatori potranno seguire in diretta tutte le varie fasi della preparazione di un piatto, mentre esperti gastronomi terranno delle vere e proprie lezioni di cucina per insegnare a tutti coloro che lo vorranno come si sceglie, si prepara e si cucina una ricetta. Presso il Salotto trovano spazio anche le aziende agroalimentari espositrici e gli sponsor che possono utilizzare questo

luogo per presentare prodotti, anteprime, incontrare nuovi clienti. LA NOTTE DEL TARTUFO BIANCO Sarà ripetuta e potenziata anche per l’edizione 2011. Nata dalla volontà di ampliare l’accoglienza turistica a coloro che trascorrono l’intero week-end in Acqualagna. La fiera tendenzialmente chiude l’esposizione alle ore 19.00, in quella serata tutti gli espositori sono rimasti aperti fino a tarda notte e in ogni angolo del paese era attiva una determinata animazione: aperitivi a tema, concerti di ogni tipo ( dal jazz, alla musica colta, ai balli popolari, al dj) IL PALAZZO DEL GUSTO Adiacente al Salotto è il Palazzo del Gusto, un’antica dimora restaurata e inaugurata lo scorso anno nell’ottica di offrirsi come luogo dove il Cibo è Storia, Arte e Tradizione. Qui si possono effettuare eductor per le aziende e food and wine tasting per la certificazione e presentazione dei prodotti, si tengono serate a tema per le degustazioni guidate. Da qui partono gli Itinerari del Gusto che ridisegnano i confini del territorio in nome della Repubblica Gastronomica di Acqualagna , proponendo le tappe giuste per assaggiare le specialità enogastronomiche della Regione, rovesciando il concetto tipico del viaggio dove il cibo non è più accessorio ma diventa protagonista. I NUMERI DELLA FIERA • 4 aree dedicate • 5.000 mq totali dedicati alla Fiera • 80 stand allestiti • 100 espositori • 200.000 visitatori presenti all’edizione 2009, di cui 45.000 solo nella prima giornata • 2.600 visitatori stranieri (Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera) • 60.000 gli accessi al sito nel periodo della Fiera • 4.320 gli appassionati, italiani e stranieri, iscritti al club “Amici del tartufo”.

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Mondo Giovani

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Ha studiato cinema all’Act multimedia di Roma ma ha le Marche nel cuore. Il trentenne regista e sceneggiatore osimano Marco Vescovo ha scelto il lungomare di Marotta come location ideale del suo cortometraggio d’esordio: “Scoop & GO”, una divertente commedia sul cattivo giornalismo dello scoop a tutti i costi e interpretata da giovani attori marchigiani molto promettenti.La storia: Un’improvvisata troupe televisiva, composta da una cronista, Giulia Grandinetti, attrice di Potenza Picena (MC) in prestito dal teatro, un cameraman, Simone Riccioni, di Corridonia (MC) attualmente impegnato anche nelle riprese dell’ultimo film di Fausto Brizzi ‘Come’è bello far l’amore” e un fonico, Gianluca Testa, molto conosciuto nel circuito del cinema indie, viene inviata a Marotta dal direttore di una web TV marchigiana, Mario Pennacchietti, attore non professionista di Rosora (AN) a compiere un servizio particolare e rischioso: riprendere uno sbarco clandestino di prostitute. I tre si organizzano e passano una movimentata nottata in spiaggia nella vana attesa di poter filmare lo sbarco dato per certo da fonti “confidenziali” del direttore. Ma non ci riescono e decidono così di costruire loro stessi il servizio raccogliendo le interviste strampalate di improbabili testimoni ‘oculari’. Vescovo come è nato il progetto? “Un paio d’anni fa, quasi per scherzo, ho ripreso e rimaneggiato in mano la bozza del corto del mio caro amico Giovanni Collu, l’autore del soggetto.

Ne è venuta fuori una commedia un po’ grottesca, di facile fruizione ma che comunque mira a far riflettere, anche se in tono scherzoso, sull’attuale situazione nel campo audiovisivo e su certi modi di fare giornalismo TV oltre che a criticare certe abitudini di lavorare “alla carlona” sfruttando la gente”.Il corto girato tra la fine di agosto e l’inizio di settembre scorso grazie alla collaborazione del Comune di Marotta e alla Capitaneria di porto, verrà presentato nei più importanti festival di settore nazionali e internazionali. Nel cast tecnico figurano i fanesi Henry Secchiaroli e Ivan Tonucci, rispettivamente direttore di fotografia e fonico e infine Marta Bontempi scenografa di Macerata.

Editor Gabriele Giangiacomi

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Uno spazio che mancava o se volete un’opportunità in più per far circolare idee, proposte, per dare visibilità ai tanti fermenti editoriali, teatrali, culturali in una sola parola, della nostra regione. Non potevo non accettare la proposta di Marchemag di curare questo spazio. Affronto il compito con spirito di servizio e disponibilità, assolutamente conscio che non sarà possibile offrire un panorama esaustivo, che anche qui non si riuscirà a dare visibilità a tutti quelli che lo meritano, ma che si tratta comunque di una grande occasione. Per la prima volta un magazine marchigiano, sfuggendo alle regole dei grandi gruppi e delle lobbies culturali, offre spazio al territorio, alla creatività, mettendo sullo stesso piano esordienti e famosi, cercando (è la mia aspirazione) di mettere in evidenza il prodotto e non il contenitore. La prima copertina di questa rubrica va di diritto a quello che è destinato ad essere l’avvenimento del decennio. La grande mostra alla Mensa del Signore” alla Mole vanvitelliana di Ancona inaugurata nell’ambito delle iniziative del Congresso Eucaristico e aperta sino all’8 gennaio 2012. Centoventi opere, in un allestimento fantastico, dal Raffaello, al Rubens, dall’ultima cena di Signorelli , a quella del Tiziano e del Tintoretto, dalla comunione di Santa Lucia del Tiepolo a quella degli apostoli di Barocci, per citarne alcune. Nel momento che viviamo mi piace ricordare ciò che sosteneva Aristotele: nella buona sorte la cultura è un ornamento, nell’avversa un rifugio. Giancarlo Trapanese

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Titolare dal 1998 (con Antonio Rizzo) della PeQuod (una delle case editrici più importanti delle Marche con 23-24 libri all’anno) Marco Monina ha caratterizzato il suo impegno scoprendo e valorizzando talenti: il fratello Michele Monina, Andrea Bajani, Piersandro Pallavicini, Diego De Silva, Alessio Torino sono sue scoperte. Per lui le forche caudine di questo lavoro sono e restano la distribuzione. “ Noi- spiega- abbiamo fatto una scelta essenziale, quella della distribuzione nazionale con la Pde – ma per una casa editrice piccola o media è scelta pesante. Se non vai in libreria non esisti, se ci vai ci rimetti. Le concentrazioni editoriali oggi gestiscono tutto: premi, accessi alle tv, lasciando alle altre pochissimi spazi. Nonostante questo nostri libri hanno avuto importanti riconoscimenti, il Bagutta, il Viareggio, l’Enriquez ( per citarne alcuni)”. Ma per Monina il problema resta quello che Ernesto Ferrero ha ben spiegato: in Italia per i libri non c’è la collina: o l’Himalaya o la pianura. O vendi centinaia di migliaia di copie o poche centinaia . Rarissimi quelli che riescono ad attestarsi su qualche migliaia.

Trentasei anni, urbinate doc, docente a contratto di Letteratura latina nell’ateneo feltresco, Alessio Torino è giustamente considerato uno degli autori emergenti più interessanti del ricco panorama marchigiano. Il suo undici decimi ( Italic-Pequod) lo aveva messo subito in mostra . Ora “Tetano” (Minimum fax) , una storia intensa che affonda le radici nell’infanzia dell’autore, si colora di autobiografico ma non si ferma sulla soglia dei ricordi e del vissuto ma va ben oltre, legandosi in modo indissolubile al territorio (un po’ come fa la poesia del suo concittadino Piersanti) ma non rinunciando a porre l’uomo, il suo sentire i suoi sentimenti al centro della narrazione. Un modo svelto di scrivere, incisivo, che denuncia una autentica vocazione che parte dai tempi del liceo. “Beh, certo ci dice - dai tempi del liceo sono cambiate molte cose: una volta riempivo dei quaderni, adesso, mentre scrivo, c'è, la avverto, la presenza del lettore. non significa che scrivo per compiacere, ma significa che mi sento una parte che senza l'altra parte quella appunto del lettore - non sarebbe niente.”.

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ALBA NUOVA (L’orecchio di Van Gogh) Romanzo SOFIA BOLOGNINI - 19 anni – (Ancona) In un mondo futuro (ma,chissà poi, neppure tanto) un giovane è condannato ad essere invisibile in quanto coltiva l’insana ambizione di essere poeta, lettore, scrittore attività vietate dal governo. Divertente, stimolante parodia ben resa dall’autrice, al primo libro, che partendo dall’idea di Fahrenheit 451 sviluppa un percorso personale e originale.

RICCI” ( Italic-Pequod ) romanzo Linnio Accoroni – 52 anni – Offagna In questo suo primo romanzo propone un intensa analisi di un rapporto padre-figlio dalla doppia e indagante ottica propria di chi è genitore ma non ha mai smesso di essere figlio. Splendido il tratteggio dei personaggi e della loro interiorità reso con stile semplice e scorrevole in un momento della loro vita cruciale di fronte alla malattia e alla difficoltà.

AVREI VOLUTO PARLARE D’AMORE ( Damster editore) Romanzo FRANCESCA TOMBARI - 46 anni - Fano Dalla memoria di una storia autentica uno spaccato drammatico e coinvolgente della misera vita in una casa di campagna dagli inizi del secolo scorso alla fine degli anni trenta. Il degrado sociale e morale, la rassegnazione familiare al padre padrone che si scontra con i sogni di una adolescente. Bella l’analisi psicologica di questa nipote d’arte.

“FORTY” (A&B editrice) Romanzo LUCIA GIULIA PICCHIO - 41 ANNI – Recanati I quarant’anni per questa divertente autrice marchigiana trasferitasi a Milano sono l’occasione per cimentarsi in un viaggio scanzonato e provocatorio nella sempiterna lotta contro il tempo di una donna che cerca prima di fare un bilancio della propria vita e poi di ottenere, a qualsiasi costo, la fama e la notorietà. Spietato e sincero come il disincanto.

Il trailer del suo “ Il posto della neve” è stato proiettato a Venezia, il documentario completo sarà in concorso a Roma ma soprattutto Rai e BBC hanno già espresso grande interesse per questa opera prima di Alessandro Galassi che in 50 minuti ripercorre le tappe di uno dei gialli più intriganti del secolo scorso, la scomparsa a Sarnano di Jannet May (ex baronessa de rothschild) e della sua amica Gabriella Guerin . Il giovane regista Maceratese, di formazione Rai, vive a Roma ma spesso torna nella sua terra. “ Non è un’inchiesta – tiene a specificare – ma una ricostruzione”. “ Quello che mi ha sorpreso è la nitidezza con la quale i personaggi ed i testimoni di allora ricordano fatti e dettagli più di 30 anni dopo. Qualcosa che fa scivolare la storia nella leggenda a fianco al mistero della Sibilla che abita su queste montagne assieme ai segreti di quelle morti”. E Galassi non ha dubbi : “ No non furono morti bianche, dietro c’è molto di più”. Straordinaria la fotografia ed il ritmo della narrazione, suggestiva la scelta di lavorare tra luci e ombre come lo svolgersi della storia.

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MOSTRA D’ANNUNZIO La poesia del made in italy Lo straordinario successo di questa estate di Popsophia a Civitanova da ragione alla tesi cara ad Hermas Ercoli (direttore artistico) una proposta culturale di qualità, è in grado di fare da volano turistico quanto se non di più delle grandi stagioni liriche o dei maxi concerti. Tra le mostre allestite da segnalare una (che chiude il 30 settembre): Gabriele D’Annunzio la narrazione segreta. Giordano Bruno Guerri e Stefano Papetti, i curatori, nell’aprire gli armadi del poeta hanno fatto in realtà un’operazione storico-culturale-commerciale. Hanno cioè in parte rivelato che lo stile del made in Italy, ed in particolare la storia della calzatura marchigiana di prestigio, ha radici nella poesia e nel Glamour del poeta abruzzese. Il grande amante di Eleonora Duse aveva la fissa delle scarpe: ne possedeva 350 (molte sono in mostra) realizzate da grandi artigiani (molti dei quali marchigiani) e fu attraverso le sue frequentazioni che si iniziò a parlare di stile italiano e marchigiano della calzatura.

Nelle stanze di un Pontefice Il 31 marzo del 1829 saliva al soglio Pontificio il 68enne cardinale Francesco Saverio Castiglioni di Cingoli con il nome di Pio VIII. Era nato nella cittadina Balcone delle marche il 20 novembre del 1761 (quest’anno ricorrono i 250 anni) ma il suo pontificato fu brevissimo, 20 mesi. Morì infatti il 30 novembre del 1830. Amò sempre e molto la sua terra che ora lo ricambia con una mostra da visitare a Palazzo Castiglioni: Le stanze di un pontefice. Pio VIII” La mostra si struttura secondo un percorso che trova luogo nel piano nobile del palazzo Castiglioni di Cingoli. Uno spaccato prezioso della vita di una famiglia nobile e dell’ambiente in cui viveva un Papa. La mostra aperta sino al 23 ottobre tutti i giorni dalle 16 alle 19, sabato e domenica anche dalle 10 alle 12,30

Incontriamoci tra le righe” domenica 23 ottobre 2011 presso il Klass Hotel di Castelfidardo dalle 9.00 in poi. Evento per tutti coloro che amano la “parola scritta”. Organizza Maria Lampa : dibattiti, incontri , presentazioni, convegni in una giornata. info@marialampa.it 335-8374212 Premio Enriquez Memorabile serata a Sirolo al teatro Cortesi per la consegna del premio Enriquez 2011 riconoscimenti di prestigio per teatro, cinema.tv musica, comunicazione di impegno sociale e civile. Raramente nelle Marche la contemporanea presenza di tanti personaggi: tra i premiati presenti Pupi Avati, Massimo Ranieri, Ottavia Piccolo, Enzo Garinei, Mauro Mazza (direttore Rai uno) Francesco Baccini, Serena Grandi. INCONTRI SULL’ALIMENTAZIONE Conciliare il piacere della buona tavola con la cura del corpo, della mente, dello spirito: iniziano a Senigallia gli incontri sulla cultura dell’alimentazione, gratuiti, prenotazione obbligatoria. Si inizia il 28 Settembre ore 20.30: con Cibo ed emozioni: Come le scelte alimentari influiscono sugli stati d’animo e come le emozioni indirizzano la predilezione dei cibi. Poi appuntamenti il 19 ottobre e il 23 novembre. info@armoniabenessere.it; cell. 338 3002472 Laboratorio di lettura Una bella e originale iniziativa quella del Laboratorio di lettura tenuto da Antonio Lovascio, noto attore marchigiano, organizzato dalla Coop. Ponte tra Culture e Associazione Leggio. Due le fasi quella in corso e quella dopo la metà di gennaio. Quest’anno il materiale scelto riguarda la poesia, a partire dal cantico delle creature di San Francesco, per continuare con la scuola siciliana fino al Dolce Stil Novo. Il laboratorio è aperto a tutti. Per informazioni 339 1280355


Dal 23 settembre al 28 ottobre 2011 si terrà al Teatro Rossini di Pesaro la 64ª edizione del Festival Gad – Gruppi d’Arte Drammatica. In nome del Papa Re di Luigi Magni (con adattamento teatrale di Antonello Avallone) sarà portato in scena in questa occasione dai ragazzi del Teatro del Sorriso di Ancona, un gruppo di attori anconetani con precedenti e significative esperienze, maturate presso varie compagnie e formazioni marchigiane di Teatro e Cabaret. In scena anche il 1 e il 2 ottobre al Teatro Sperimentale di Ancona, e l' 8 ottobre al Teatro Gentile di Fabriano. La regia è di Giampiero Piantadosi . Si tratta della Trasposizione teatrale dell'omonimo film di Luigi Magni grazie all’adattamento curato da Antonello Avallone, e lo stesso Magni ha esaltato il lavoro.

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Photography Silvia Cingolani


L’Avvocato risponde Bentrovati, a quanti di voi in questo momento stanno leggendo la rivista MarcheMag e nello sfogliarla, sono stati incuriositi da questa rubrica che per la prima volta fa capolino fra le interessanti e piacevoli pagine che la compongono. A questo punto mi presento, sono l’avvocato Barbara Brusoni, svolgo ormai da anni la professione di avvocato sul territorio marchigiano, con un occhio sempre attento a chi per la prima volta, recandosi presso il mio studio, privo di ogni certezza e pieno di dubbi mi pone la fatidica domanda: “Avvocato cosa posso fare?!” Questa volta insieme a voi, grazie all’opportunità che la rivista MarcheMag mi offre, cercherò di fornire risposte semplici ma utili ad affrontare situazioni giuridiche che investono i propri doveri e diritti, quest’ultimi troppo spesso lesi ed a volte trascurati per evitare lunghi, dispendiosi e non sempre soddisfacenti anni dibattuti nelle aule dei Tribunali. Il mio intento sarà quello di aiutarvi a muovere i primi passi, rispondendo di volta in volta alle domande che mi vorrete porre, in quell’intricato e nebuloso mondo di leggi, per cercare di affrontare le spiacevoli vicende in cui non sapete a chi indirizzare le vostre prime richieste. Ovviamente il consiglio che sarò lieta di darvi, sarà improntato non alla definizione certa delle vicende prospettate, essendo per questo necessario una attenta analisi di tutta la documentazione in modo dettagliato, ma più semplicemente volto ad indicarvi la via migliore da intraprendere per affrontare tutte quelle problematiche che sorgono nella regolamentazione dei rapporti nella nostra società. E allora entriamo subito in argomento con la prima domanda arrivata da Francesca che mi scrive:” Tre giorni fa, mentre passeggiavo con il mio cane sul marciapiede dei giardini comunali, sono inciampata e caduta a terra a causa di una profonda buca presente sul selciato. Mi sono procurata delle lesioni, ma mi hanno consigliato di lasciar perdere perché difficilmente otterrò un risarcimento dal Comune! Cosa mi consigli di fare?” Cara Francesca, intanto sono molto dispiaciuta per quanto ti è successo e mi auguro che le lesioni riportate non siano gravi. Innanzitutto, come immagino tu abbia fatto, importante è recarsi al Pronto Soccorso, dove ti effettueranno gli accertamenti necessari per diagnosticare il danno subito, il certificato che ti verrà rilasciato, andrà conservato con cura, assieme ai successivi che potranno essere rilasciati anche dal tuo medico curante, non scordarti di conservare anche tutti gli scontrini rilasciati per gli acquisti inerenti a medicinali o altro necessario per le tue cure. Infatti questi certificati, così detti di malattia, come il resto della documentazione raccolta saranno successivamente indispensabili rispettivamente sia per quantificare il tuo di danno permanente, (ossia il famoso danno biologico di cui

tanto spesso si sente parlare senza capire sempre cosa esattamente sia) sia la durata della malattia, ma anche il dovuto rimborso di tutte la spese affrontate. Una volta che ti sei preoccupate di questo, ti chiederai :” ma a cosa serve? A ricordarmi quanto sono stata male?! Certo che no! Infatti non appena potrai, e il consiglio è quanto prima, anche se il tuo diritto al risarcimento non si prescrive se non dopo il decorso di un anno dal verificarsi dell’infortunio, dovrai inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al Comune in persona del Sindaco, del luogo in cui sei caduta, descrivendo l’evento e le lesioni riportate, riservandoti di quantificare il danno. Il Comune a sua volta girerà la tua lettera alla propria compagnia assicurativa, che provvederà ad aprire il sinistro e ad informarti di ciò con una lettera, invitandoti ad inviargli la successiva documentazione in copia. Mi raccomando conserva tutti gli originali! Da questo momento in poi, concluso il tuo iter clinico, ti rivolgerai ad un medico legale, il quale redigerà una perizia così detta di parte. Questa relazione, che descriverà ed indicherà il danno da te subito, è necessaria per quantificare lo stesso in termini di risarcimento in denaro. Una volta consegnata la perizia all’assicurazione, questa ti manderà a visita presso un proprio medico di fiducia, dopodichè ti proporrà il risarcimento dovuto. Per meglio darti una idea delle ragioni del diritto che fai valere, sappi che il Comune è responsabile ai sensi dell’art. 2051 del Codice Civile, il quale detta il principio della responsabilità per danno cagionato da cose in custodia. Più semplicemente il Comune è tenuto a risarcire il danneggiato, in tutti i casi in cui il danno sia originato da un bene soggetto ad uso generale e diretto della collettività, incombendo sullo stesso un obbligo di custodia, sorveglianza e corretta manutenzione delle strade comunali, affinché le stesse siano conservate in uno stato di efficienza idoneo a non costituire un danno alla persona. In tal senso si è pronunciata anche la recente Cassazione in modo ormai consolidato. Per questo motivo, come nel tuo caso, ritengo che quanto suggerito sia il percorso più semplice e veloce per la giusta soddisfazione del tuo diritto. Nella speranza di averti fornito le risposte che cercavi, ti auguro una pronta guarigione. Per tutti i vostri dubbi, scrivetemi, vi aspetto. Un caro saluto. Avv. Barbara Brusoni Per i vostri quesiti scrivere a forum@marchemagazine.com

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Salute Benessere

Psicologa sistemico-relazionale - Terapia della coppia e della famiglia - Recanati(MC)

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Dott.ssa, con il rientro dalle tanto sospirate ferie è difficoltoso riprendere il ritmo dell'attività lavorativa e della routine, dopo il relax e la libertà godute nel periodo vacanziero. Può darci dei consigli per adattarci ai nuovi ritmi stressanti? E’ necessario concedere al nostro organismo il tempo per riposare e adattarsi a tale nuova condizione, ma anche ritagliarsi del tempo per coltivare i propri interessi, infatti, da un punto di vista psicologico, è evidente che ritrovarsi improvvisamente catapultati nel contesto lavorativo, senza avere la possibilità di concedersi qualche svago, influisce negativamente sul tono dell’umore, generando una sensazione di tristezza. Un altro suggerimento è quello di riprendere l’attività lavorativa concentrandosi solo sulle questioni essenziali e prioritarie, senza prefiggersi, sin da subito, obiettivi troppo impegnativi. Quali sono i disturbi causati dallo stressa da rientro che si accompagnano alla ripresa dell'attività lavorativa? I sintomi con cui si manifesta la “Sindrome da rientro” sono psichici e fisici: una sensazione di agitazione, nervosismo, irritabilità, stanchezza, deficit dell’attenzione, abbassamento del tono dell’umore, disturbi alimentari, disturbi del sonno ed ansia. Cosa può consigliarci per ricreare nella routine quotidiana il buon umore tipico del periodo vacanziero? Come accennavo prima è fondamentale non modificare drasticamente le abitudini apprese durante il periodo delle ferie, quindi ribadisco l’importanza di ritagliarsi del tempo, dopo il lavoro, per coltivare i propri interessi, le proprie amicizie e soprattutto le relazioni familiari. Le relazioni rappresentano il motore della nostra vita e contribuiscono ad arricchirla in maniera significativa, infatti quando in famiglia ci sono delle tensioni queste si riflettono anche negli altri contesti della nostra vita, per cui è fondamentale curarle. Personalizzare il proprio luogo di lavoro può essere d'aiuto nel favorire il benessere? La scelta di personalizzare il proprio luogo di lavoro, arredandolo sulla base dei propri gusti personali, può contribuire ad allietare il tempo dedicato all’attività lavorativa. In particolare la scelta dei colori dell’arredamento dell’ufficio riflette i nostri bisogni interiori. Alcune persone si circondano di colori più tenui per creare un ambiente rilassante, mentre altre sentono la necessità di vivere in un luogo più stimolante e colorato.

Illustrazione Cecconigrafica

Come sopravvivere infine alle notizie poco confortanti, come la crisi economica e la precarietà del lavoro, che ci accolgono al rientro dalle vacanze? Di fronte al quadro socio-economico, che quotidianamente ci viene illustrato dai mass media e dai giornali, noi non possiamo chiudere gli occhi ma neppure farci carico di tale negatività, perciò dobbiamo imparare a filtrare le informazioni. Per fare ciò è necessario conoscere i propri limiti, sapere quali informazioni la nostra mente è in grado di tollerare, onde evitare un sovraccarico di notizie negative che potrebbero inficiare il nostro benessere mentale. Editor Annalisa Appignanesi

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Le eccellenze del territorio Piceno, le olive all’ascolana, fanno tappa da McDonald’s fino al prossimo 24 gennaio. McDonald’s, entrata in Italia nel 1985, nella scelta dei propri fornitori conferma la tendenza ad essere un marchio “locale”. In Italia significa privilegiare il territorio e l’imprenditoria nazionale: circa l’80% dei prodotti e dei servizi provengono da aziende italiane. Anche per la produzione delle olive ascolane si è scelta un’azienda italiana, la SIA, Società Italiana Alimenti. Ingredienti: Olive verdi denocciolate 33%, semilavorato per panatura, carne bovina 11,5%, carne suina 11,5%, mortadella 2,8%, farina di frumento tenero, acqua, grana padano, olio di semi di girasole, sale, carote, sedano, cipolla, noce moscata, pepe nero. Prezzo consigliato: 2,20 € (una porzione con tre olive ascolane) Valori nutrizionali: 115 kcal La promozione e valorizzazione di prodotti italiani, culminata nel 2010 con McItaly, è iniziata nel 2007 ed annovera fra le ricette proposte i seguenti ingredienti, a cui si aggiungono oggi le olive ascolane: • Speck dell’Alto Adige IGP • Pancetta della Val Venosta • Bresaola della Valtellina IGP • Parmigiano-Reggiano DOP • Asiago DOP • Caciotta di Morolo • Pecorino • Mozzarella • Provola • Provolone Valpadana DOP • Mele della Valtellina IGP • Pesche e nettarine di Romagna IGP • Arance di Sicilia IGP • Kiwi di Latina

Per ulteriori informazioni: Cohn & Wolfe – Susanna Picucci, Roberto Caflisch McDonald’s – Paolo Mereghetti Tel. 02 20239386 - 358 - Tel. 02 748181 susanna.picucci@cohnwolfe.com paolo.mereghetti@it.mcd.com roberto.caflisch.ce@cohnwolfe.com

Queste proposte che prevedono l’utilizzo di prodotti tipici locali, come altri prodotti McDonald’s, sono stagionali e si susseguono quindi nell’arco dell’anno per garantire la qualità e la varietà dell’offerta. Esattamente come in tutti i luoghi di ristorazione, alcuni menu restano costanti nel tempo (come i prodotti icona: BigMac, Cheeseburger, McChicken, patatine, e così via), mentre altre ricettazioni si alternano nel corso dei dodici mesi, restando in vendita un numero predefinito di settimane. È una pratica che McDonald’s attua da diversi anni per offrire varietà alle scelte dei propri clienti. L’apprezzamento per l’utilizzo di prodotti locali, che si riconferma ad ogni lancio, dimostra che gli italiani vogliono da McDonald’s anche ricette più vicine ai gusti e alla tradizione culinaria del nostro Paese. Ne danno prova i dati oggettivi di vendita che ne riconoscono il valore premiando la qualità e facendone dei casi di successo. Un esempio su tutti è stato McItaly che ha venduto oltre 3.000.000 panini nelle 8 settimane in cui era prevista la sua presenza nei ristoranti. Il sistema McDonald’s è un interessante volano per l’esportazione di prodotti italiani nel mondo. A gennaio 2010 il Parmigiano-Reggiano DOP fornito da Parmareggio, per un totale di 140 tonnellate di prodotto, è stato esportato nei ristoranti McDonald’s francesi. A giugno, inoltre, 36 tonnellate di Parmigiano-Reggiano DOP e 34 tonnellate di Pancetta della Val Venosta, fornita da Recla, partner McDonald’s Italia dal 2008, hanno raggiunto i McDonald’s tedeschi.Un altro prodotto tipico italiano esportato a fine 2010 nei ristoranti McDonald’s in Francia è stato l’Asiago DOP di cui sono state richieste quasi diecimila forme di formaggio, pari a 75 tonnellate di prodotto. Anche con questa operazione si è confermata la bontà del progetto McItaly, che vedeva proprio l’Asiago DOP come protagonista di una tra le ricette più apprezzate dal cliente italiano. Sono quindi 5 i paesi nei quali McDonald’s Italia è riuscita a favorire l’esportazione di prodotti tipici italiani: Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Svizzera.In Italia da 25 anni, McDonald’s ha realizzato nel 2010 un giro d'affari consolidato pari a 904 milioni di euro (+8.4% rispetto al 2009). Con oltre 415 ristoranti presenti su tutto il territorio, McDonald's impiega oltre 14.500 dipendenti. Nella scelta dei propri fornitori, McDonald’s conferma la tendenza ad essere un marchio “locale”, privilegiando il territorio e l’imprenditoria nazionale. McDonald’s ha ottenuto quest’anno per la quarta volta il riconoscimento di Best Workplace 2011: l’indagine che Great Place to Work® Institute Italia effettua annualmente per rilevare le migliori realtà lavorative in Italia. McDonald’s è stata l’unica nell’ambito della ristorazione a posizionarsi tra le prime 35 aziende in classifica.

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Il nuovo anno scolastico appena iniziato si apre in un clima di forti preoccupazioni legate alle drammatiche misure finanziarie imposte dal Governo nazionale, ai pesanti tagli nazionali che mettono a serio rischio i servizi essenziali per le nostre comunità. Tagli che purtroppo riguardano anche la scuola, colpita dalla riduzione degli organici, dall’aumento del numero di studenti per classe, dalla precarietà persistente dei giovani insegnanti, dai mancati investimenti nella ricerca. Tutti fattori che ci pongono di fronte ad uno scenario che mina le nostre speranze di crescita e sviluppo. Una grave situazione che colpisce in particolare il servizio scolastico soprattutto nei territori di montagna, il tempo scuola, il diritto al sostegno agli alunni con disabilità. Per tale motivo la Regione ha più volte sollecitato, anche con il coinvolgimento delle categorie sindacali, un incontro con il ministro Gelmini. Le Marche rappresentano una realtà più che virtuosa nel panorama nazionale. Ormai da diversi anni la nostra scuola ha raggiunto un elevato rapporto di alunni per classe (21,4) e un rapporto docenti/alunni con disabilità superiori al 2,30. Valori che sono di gran lunga superiori agli obiettivi fissati dal Piano Programmatico e alla media nazionale e che ci pongono tra le prime Regioni d'Italia. Non vorremmo però che tali sforzi fossero vanificati dalla visione miope e dall’assenza di programmazione del Governo nazionale. Garantire un percorso di istruzione e formazione di qualità è una delle priorità della Regione Marche. Un sistema scolastico efficiente è fattore di crescita personale e di sviluppo dell’intera comunità. Questi elementi sono quanto mai necessari in questo momento di recessione che ha colpito così profondamente il nostro Paese. Solo un’istruzione adeguata e una formazione qualificata saranno in grado di assicurare un futuro migliore e più stabile per tutti. La Regione si è impegnata perché questo avvenga e continuerà a farlo: la riduzione degli effetti dei tagli mediante l’attuazione di politiche a favore dei precari della scuola, la realizzazione di progetti per l’occupazione, il sostegno alle scuole in settori complessi quali la disabilità, la lotta alla dispersione scolastica e gli insuccessi formativi, la creazione di nuovi corsi di studio specifici per la formazione professionale in quei comparti produttivi che vedono le Marche primeggiare in Italia e nel mondo (gli Its che prendono il via a partire da questo anno scolastico), sono al centro della nostra politica di governo.A tutti i ragazzi, a tutti i dirigenti, ai docenti e al personale Ata, alle famiglie l’augurio più sincero di un nuovo anno scolastico sereno e proficuo.


E’ triste riflettere sulla scuola in questi giorni. Assistiamo gradualmente ad una vera e propria svendita della scuola pubblica, che nella sostanza viene depauperata dei mezzi necessari per mantenere un livello qualitativo accettabile, utilizzando esclusivamente logiche finanziarie. Siamo ritornati ad un’Italia in cui l’abbandono scolastico cresce perché mandare un figlio a scuola costa troppo e in tempi di crisi però non si può nemmeno sperare di avviarlo al lavoro. Un quadro troppo nero? Non tanto. Più realistico, direi. Spesso questa situazione viene tamponata dalla “buona volontà” dei docenti che ogni giorno si prodigano in classe per garantire una didattica all’altezza di un Paese che stava tra i primi otto nel mondo.Ma l’impegno degli insegnanti non può essere l’unica risorsa su cui la società possa contare per la formazione dei propri figli, tanto più se ogni giorno l’attuale Governo si impegna a squalificare e rendere difficile il lavoro dei dipendenti pubblici ed in particolare quello dei docenti a cui si richiedono dedizione, competenza e trasmissione di valori. Noi vivevamo nelle Marche fino a poco tempo fa una situazione fortunata , virtuosa per molti versi: dal rapporto tra alunni e insegnanti all’altro grado di integrazione scolastica degli alunni stranieri e dei disabili, ma ora si stanno erodendo anche le virtù del nostro sistema scolastico che deve fare i conti ogni giorno con le riduzioni di organico. Riduzione e accorpamenti per fare classi al limite delle norme di sicurezza.Gli alunni che stanno cominciando l’anno scolastico nella nostra regione sono complessivamente 214.873 dei quali 5.500 con handicap che vanno a comporre oltre 9700 classi che vedranno impegnati quasi 20.000 docenti. Una situazione in cui i soggetti pubblici e, in primis, la Regione non possono che stare a fianco di chi sta lottando per mantenere un posto di lavoro, di chi vuole costruirsi un futuro, di chi crede nella dignità della Scuola e nel diritto allo Studio per tutti. E così la Regione si impegna da anni su azioni concrete mettendo in campo progetti e iniziative per la Scuola e con la Scuola, consapevole che occorra ampliare l’offerta formativa per dare opportunità future ai giovani di oggi, adulti lavoratori di domani.Sono iniziative nate nel corso degli anni a cui abbiamo voluto dare continuità proprio per l’alto grado di consenso ricevuto e l’ottima riuscita. La Regione sostiene, infatti, da oltre 10 anni le Autonomie Scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie per la realizzazione di progetti finalizzati a migliorare i livelli delle competenze e delle abilità degli studenti italiani in particolare sulla lettura, sulla matematica, sulle scienze e sulle tecniche del problem solving, ritenute essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società. Vanno ricordati inoltre altri progetti come “English 4U” che dal 2008 ad oggi ha coinvolto 3280 studenti delle scuole superiori per il conseguimento della certificazione della lingua inglese, con la possibilità di approfondirla mediante stages formativi di tre settimane all’estero.Sono poi da ricordare i corsi di italiano per gli alunni stranieri che, puntando all’integrazione dei giovani e delle loro famiglie, hanno coinvolto nell’ultimo triennio.La Regione ha puntato anche sulla formazione post-diploma, continuando l’esperienza dei percorsi di Istruzione formazione Tecnica Superiore (IFTS) la cui nuova edizione partirà all’inizio del 2012 (7 qualifiche), e avviando i nuovi corsi di Istruzione Tecnica Superiore (ITS), programmati per il mese di ottobre,

al fine di favorire un inserimento qualificato nel mondo del lavoro. Tutti questi interventi hanno comportato un impegno finanziario regionale di circa dieci milioni di euro.Un altro progetto del tutto innovativo, è stato quello relativo ai precari della Scuola. Nel quadro di una razionalizzazione degli organici , la Regione è intervenuta con un provvedimento per favorire il rafforzamento, lo sviluppo e la valorizzazione del capitale umano nel territorio ed al fine di assicurare la piena fruizione del servizio istruzione alla propria popolazione scolastica. Un provvedimento che ha consentito, nel biennio 2009/2010 e 2010/2011, a circa n. 380 precari della scuola di poter aver un contratto di lavoro seppur temporaneo e al 70% delle istituzioni scolastiche marchigiane di poter beneficiare del potenziamento dei servizi a favore degli studenti. Mai come quest’anno gli auguri per il nuovo anno scolastico vanno fatti con animo sincero e solidale perché sarà da affrontare un impegno non semplice con la responsabilità di tutti. Puntare sui giovani e sulla loro formazione non significa solo accrescerne l’autodeterminazione ma anche garantire un futuro al nostro Paese.


E’ difficile rivolgersi ai ragazzi che da pochi giorni hanno iniziato il nuovo anno scolastico, facendo loro un in bocca al lupo per i prossimi nove mesi che passeranno sui banchi di scuola. E’ difficile anche per chi - quotidianamente - cerca di stare a contatto con i giovani e ne conosce le ansie, le preoccupazioni, le inquietudini e la difficoltà di vivere un tempo connotato da incertezza. L’apertura del nuovo anno scolastico avviene infatti in uno dei momenti più difficili della storia recente del nostro Paese, a causa di una crisi economica grave che, inevitabilmente, suscita pessimismo, sfiducia e soprattutto timori per il proprio futuro. Peraltro, mentre per attenuare e contrastare questi timori sarebbe auspicabile un’offerta formativa sempre più di qualità, tutti i livelli scolastici scontano tagli di risorse pesanti che finiscono per far arretrare l’intero sistema formativo di ogni ordine e grado del nostro Paese. Dalle domande inevase di iscrizione delle scuole materne e della prima infanzia, alle discutibili riforme attuate, dai tagli agli organici, all’elevato numero di alunni per classe, dalla riduzione del tempo scuola alle precarie condizioni dell’edilizia scolastica, il quadro di riferimento non è degno di un moderno Paese che considera l’educazione e la formazione dei propri ragazzi un fattore strategico di sviluppo sociale, civile, culturale, economico. Nonostante tutto ciò, voglio dire agli alunni, alle famiglie, al personale scolastico che - interpretando i sentimenti dell’intero Consiglio regionale delle Marche - per tutto quello che ci sarà possibile vi siamo vicini perché fortemente convinti che comunque lo studio, l’impegno scolastico, la preparazione, il sapere, rappresentano e rappresenteranno sempre di più la garanzia di un futuro migliore per tutti. Vittoriano Solazzi

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L'anno scolastico 2011-2012 per gli studenti e le insegnati marchigiani, sarà davvero difficile. Come noto la Riforma Gelmini si è abbattuta come una scure sull'organizzazione del sistema scolastico in generale, e le Marche purtroppo non fanno eccezione. A regime infatti, e quindi entro il 2012, i tagli al personale nella nostra Regione sfioreranno le 3.500 unità: meno 2.200 docenti equamente ripartiti tra scuole superiori, medie ed elementari, e meno circa 1.300 dipendenti Ata. Tali misure accompagnate alle altre contenute nella riforma, incideranno ovviamente in maniera negativa sulla qualità dell'offerta, infatti gli Istituti Comprensivi si troveranno di fronte alla impossibilità di garantire sezioni a tempo pieno, mettendo in difficoltà le coppie che lavorano, per non parlare delle cosiddette “classi pollaio” con un numero di alunni troppo alto (2830 alunni) che mette a rischio la didattica e la sicurezza degli studenti, senza dimenticare il problema occupazionale con il mancato rinnovo del contratto a circa 900 docenti precari.In un quadro a tinte fosche come quello sopra descritto, è senza dubbio difficile lavorare, per questo credo che vada rivolto sia al Provveditorato che alle insegnati stesse, un sentito ringraziamento, perché sono certo che sapranno ovviare con la passione e la professionalità a queste enormi criticità, trasferendo come negli anni passati sapere ed educazione ai nostri figli.

Il Consigliere Segretario Moreno Pieroni


Patrizia Casagrande Presidente della Provincia di Ancona

L’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Fermo Prof. Giuseppe Buondonno

Antonio Pettinari Presidente della Provincia di Macerata

Sono convinta che la crescita civile ed economica del Paese derivi in larga parte dalla qualità del sistema formativo che sapremo garantire alle giovani generazioni. Per questo, seppure in un quadro di oggettiva difficoltà, la Provincia di Ancona ha voluto dare continuità all’azione amministrativa che da quasi vent’anni punta all’acquisizione e alla riqualificazione dell’edilizia scolastica degli istituti superiori. Una politica virtuosa, rivolta a una popolazione di oltre ventimila studenti, che porta il nostro territorio ai vertici nazionali per la qualità di strutture e laboratori, secondo le classifiche più accreditate d’Italia. È così che quest’anno abbiamo condotto a termine interventi importanti, come la nuova sede gioiello del polo profes-

sionale “Podesti-Calzecchi Onesti” a Passo Varano di Ancona, le officine meccaniche del polo tecnico “Marconi-Pieralisi” e la ristrutturazione del liceo “Vittorio Emanuele II” di Jesi. Mentre altri intereventi, come l’imponente Cittadella degli studi di Fabriano, procedono verso la realizzazione. Ma, non solo edilizia scolastica. Con progetti specifici, la Provincia fornisce un contributo significativo al potenziamento della didattica e dei corsi professionalizzanti messi a rischio dalla riforma del governo, con il preciso obiettivo di fornire un contributo concreto alla competitività culturale e de economica del nostro territorio”.

Le novità sono tutte negative. Siamo in una situazione di tagli pesanti che devono essere gestiti e dobbiamo anche fare i conti con la Legge 111, precedente alla manovra economica oggi in discussione, che prevede d’autorità l’istituzione di istituti scolastici comprensivi e quindi la scomparsa delle direzioni didattiche e delle scuole medie, oltre che Chiaramente, è una legge dello Stato che dobbiamo rispettare e far rispettare, ma trovo sconcertante che su una materia che ha una valenza didattica e pedagogica, una materia su cui si riflette da tempo, in spregio al tanto sbandierato Federalismo si decida a livello centrale ed in due sole righe di una legge finanziaria e non nell’ambito di una normativa specifica, con l’unico obiettivo di risparmiare. Tra l’altro, gli istituti comprensivi di

nuova istituzione devono avere almeno 1.000 alunni e, quindi, come Amministrazione provinciale abbiamo avviato un percorso di consultazione democratica con i Sindaci e a seguire lo avremo con i Dirigenti scolastici. Inoltre, così come abbiamo cercato di contrastare in qualche modo i tagli recuperando alcuni tempi pieni, cercheremo anche di fare in modo che le nuove organizzazioni rispondano a esigenze realmente funzionali e non soltanto di risparmio. Però, è del tutto evidente che, anche se siamo in una situazioni di crisi, non sono i tagli alla scuola, al sapere o agli insegnanti di sostegno che possono consentire di recuperare il deficit finanziario. Sono fermamente convinto che per la scuola in Italia non si spenda troppo, ma troppo poco.

La scuola è un luogo dedicato alla crescita dei nostri giovani, dove gli ambienti e le attrezzature svolgono un ruolo importante. Agli enti locali ed in particolare alla Provincia per quanto concerne l’istruzione superiore, fanno capo compiti essenziali di supporto logistico, per garantire un’edilizia scolastica adeguata alla popolazione studentesca e alla didattica. Su questo la provincia di Macerata ha sempre svolto con grande impegno il suo ruolo e gli sforzi compiuti sin dagli anni Ottanta per la costruzione di nuovi edifici hanno fatto del nostro territorio uno dei meglio strutturati, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, come riconosciuto da indagini nazionali. L’impegno è ancora oggi costante e, nonostante le preoccupazioni per

le minori risorse messe a disposizione della scuola e del territorio, l’Amministrazione provinciale pur consapevole delle ulteriori necessità ed esigenze sta ponendo un’attenzione particolare a tutte le comunità scolastiche. La principale novità di questo nuovo anno scolastico è rappresentata dall’attivazione dei tre Istituti d’istruzione tecnica superiore (ITC) che la Provincia di Macerata ha contribuito a far istituire. Essi, quali canali formativi di livello post secondario, sono in grado di preparare i giovani più meritevoli in settori produttivi vicini alle esigenze del mercato del lavoro e del territorio.


Matteo Ricci, Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino

Piero Celani Presidente della Provincia di Ascoli

Sul versante scuola, la Provincia di Pesaro e Urbino ha effettuato importanti interventi sugli edifici, a partire dall’Istituto omnicomprensivo “Montefeltro” di Sassocorvaro che è stato completamente ristrutturato e reso antisismico. Altro intervento significativo, quello sull’Istituto professionale “Benelli” di Pesaro, in cui abbiamo eliminato completamente l’amianto dal tetto, realizzando anche nuovi laboratori. Anche negli istituti “Bramante” e “Genga” di Pesaro sono state realizzate nuove aule, moderne ed attrezzate. Per aiutare le famiglie, sempre più in difficoltà con il “caro libri”, abbiamo riproposto l’iniziativa del “Comodato gratuito dei libri di testo”, partecipando finanziariamente all’acquisto, da parte di alcuni istituti scolastici superiori, di libri scolastici da concedere in comodato d’uso gratuito agli studenti del territorio. Quest’anno il progetto sarà avviato negli Istituti

“Battisti” di Fano, “Cecchi” di Pesaro e “Celli” di Cagli per gli studenti del biennio, con una quota a disposizione anche per le scuole che avevano partecipato lo scorso anno al progetto (Ipsia Benelli di Pesaro, licei artistici “Scuola del libro” di Urbino e “Mengaroni” di Pesaro e Istituto di istruzione superiore “Della Rovere” di Urbania), a consolidamento dell’esperienza già avviata con successo.

Tante novità per le scuole del Piceno Previsti investimenti per oltre 5 milioni di euro Entro il 2012 la Provincia di Ascoli Piceno investirà circa 5 milioni di euro tra fondi regionali e risorse del proprio bilancio per interventi di ampliamento, adeguamento funzionale e messa a norma dei plessi scolastici del territorio provinciale. Un impegno enorme per rispondere alle esigenze del mondo della scuola e assicurare strutture sempre più sicure, adeguate e confortevoli alla popolazione scolastica picena. Già molto è stato fatto: ben l’80% degli istituti scolastici superiori sono stati infatti già adeguati alle norme antincendio, (solo nel 2010 sono stati spesi 600mila euro) percentuale che entro la fine del 2011 toccherà il 100% delle scuole del territorio di competenza della Provincia. Un dato che colloca l’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno tra gli enti più virtuosi e

solleciti a livello nazionale nelle opere di adeguamento antincendio. Tra le grandi priorità per l’anno scolastico 2011/2012 l’avvio della realizzazione del nuovo Polo scolastico di Ascoli Piceno dopo la realizzazione di quello di San Benedetto. È, infatti, in programma l’ampliamento di strutture esistenti, che sarà perfettamente in linea con i nuovi standard antisismici e antincendio e a disposizione degli studenti degli istituti superiori della città in base al piano di riordino scolastico e secondo gli indirizzi concordati con i dirigenti scolastici e gli organi competenti. Emerge, dunque, la piena volontà dell’Amministrazione provinciale di rispettare l’impegno assunto, fin dall’inizio del mandato, di dedicare massima attenzione alla scuola come elemento strategico per la crescita e lo sviluppo del territorio.

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Un caro benvenuto ai 214.873 studenti delle Marche, che da qualche giorno hanno fatto ritorno tra i banchi. A fronte di un aumento di studenti rispetto all'anno scolastico 2010-2011, i tagli hanno però portato a una riduzione di classi, tra tutti gli ordini di scuola. Eppure qualcosa si muove visto che quest'anno quasi 2mila precari (1897 per l'esattezza) sono stati finalmente stabilizzati. Una boccata di ossigeno per la scuola pubblica in un'ottica di stabilità e qualità, un risultato del lavoro sinergico tra i sindacati del comparto scuola Snals, Uil Scuola e Cisl Scuola e l'Aran (l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni). Se fosse venuto meno questo rapido negoziato avremmo avuto poco più di 400 nomine a livello regionale, come lo scorso anno. E invece, con nostra grande soddisfazione, mai nella scuola italiana si era visto un numero così sostanzioso di immissioni. La stabilizzazione del lavoro porta a tutti un vantaggio andando a toccare anche le sfere familiari e sociali.

Paola Martano Segretaria Regionale Snals

L'anno scolastico alle porte inizia con buone notizie sul fronte dell'occupazione. L'azione della Uil, insieme a Cisl e Snals , ha portato all'immissione a ruolo di 1897 precari tra personale docente e Ata. Precari storici che da anni lavoravano senza la certezza di una conferma per l'anno successivo: 290 docenti per le scuole della provincia di Ancona, 232 per Pesaro-Urbino, 186 per Macerata e 157 per Fermo e Ascoli Piceno oltre a 302 Ata per Ancona, 303 a Pesaro-Urbino, 227 a Macerata e 200 ad Ascoli Piceno e Fermo. Restano però problemi seri per quanto riguarda gli organici. Si paga per il terzo anno consecutivo il taglio voluto dal Governo. Ci sono serie difficoltà per la sostituzione dei docenti durante l'anno, per il funzionamento di uffici amministrativi, per la pulizia e la sorveglianza visto che anche l’organico dei collaboratori scolastici è “ridotto all'osso”. La regione Marche ha bisogno di tecnici e figure professionali qualificate (la domanda delle aziende tra il 2010 e il 2011 è salita dal 38,6 % al 43,1 % per un totale di 5.640 unità lavorative da assumere.*) ma ci troviamo in emergenza anche per la gestione dei laboratori. * - Indagine Excelsior 2010 promossa dall’Unioncamere Italiana e dal Ministero del Lavoro.

Claudia Mazzucchelli


Scuole in difficoltà, meno posti di lavoro e molti nuovi disoccupati: la situazione della scuola nelle Marche dopo i tagli GelminiTremonti La situazione della scuola nelle Marche in 1000 battute? Dobbiamo aiutarci con i numeri, che sono principalmente quelli dello straordinario taglio, davvero epocale, di questo governo alla scuola: 3424 posti di lavoro in meno, di cui 2157 docenti e 1267 personale ATA, cioè collaboratori scolastici (- 940), amministrativi (-263) e tecnici di laboratorio (-86). Il tutto in una Regione virtuosa, nella quale non si sarebbe dovuto tagliare nulla in quanto già posizionata sopra alla media nazionale per quanto riguarda il rapporto alunni per classe e per docente, alunni disabili e insegnanti di sostegno, in costante crescita i primi, sempre più insufficienti i secondi. Tagli che hanno reso la nostra scuola meno pulita ed efficiente, più povera di tempo scuola e di attività aggiuntive per aiutare chi è in difficoltà, meno sicura, con classi “pollaio” sempre più numerose e difficili da gestire. L’effetto nella nostra regione? Scuole in difficoltà, meno posti di lavoro e molti nuovi disoccupati, che stimiamo in circa 500 ATA e 1000 docenti. Unico aspetto positivo: le 1893 assunzioni a tempo indeterminato a copertura di quasi tutti i posti rimasti liberi, ottenute grazie alle lotte sindacali.

Manuela Carloni Segretaria Generale FLC-CGIL Marche Snals


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L’Università di Urbino sta lavorando alacremente per affrontare al meglio le sfide che l’attendono, consapevole della responsabilità dovuta ai suoi cinque secoli di storia e con la partecipazione di tutti i soggetti che coinvolge. La Commissione per la revisione dello Statuto, che dovrà adeguare gli organi di governo dell’Ateneo alle prescrizioni della riforma, lavora con cadenza settimanale. Il Tavolo di Consultazione, al quale siedono le istituzioni e le rappresentanze socioeconomiche del territorio, si riunisce periodicamente per seguire e indirizzare l’evolversi del quadro generale, con i tagli della finanziaria che rischiano di creare difficoltà a Urbino sul piano dei servizi agli studenti come trasporti e borse di studio. Ma i segnali relativi alle immatricolazioni sono incoraggianti, e ci consentono di continuare a lavorare con impegno e fierezza , fiduciosi che con la conclusione positiva dell’iter di statizzazione Urbino potrà rilanciarsi, grazie all’adeguamento del

FFO ai parametri nazionali che dovrebbe assegnarle le risorse che merita per poter competere alla pari con gli altri atenei e continuare a richiamare migliaia di studenti dall’Italia e dall’estero.

L’Università di Macerata ha aperto la stagione delle immatricolazioni il 1° di agosto e il Centro per l’orientamento e le sette Facoltà lavorano ogni giorno per fornire tutte le informazioni necessarie per consentire agli studenti di scegliere al meglio uno dei corsi maceratesi. Un’offerta ricca, organica, aperta al mondo del lavoro perché Unimc è l’umanesimo che innova e propone percorsi altamente professionalizzanti: giurisprudenza, economia, scienze politiche, lettere e filosofia, lingue e mediazione linguistica, scienze della comunicazione, scienze della formazione, turismo, beni culturali. Il 29 settembre daremo il benvenuto ai ragazzi con la Giornata della matricola, un appuntamento fisso che riempie le aule e apre, possiamo dire, il nuovo anno accademico. Da poco, inoltre, è stato pubblicato il bando per accedere a Scienze della formazione primaria, corso a numero chiuso (a Macerata ci sono in palio 130 posti) che suscita sempre un gran numero di richieste. Infine, il nuovo anno accademico inizia all’insegna dell’internazionalizza-

zione. Non mancheranno studenti cinesi, indiani e di altri paesi e, soprattutto, attendiamo l’inaugurazione, il 4 ottobre, dell’Istituto Confucio, il solo nelle Marche e in tutte le regioni adriatiche del centrosud. Questo Istituto, aperto in collaborazione con la più antica Università cinese, la Normal University di Pechino, finanziato dal Ministero cinese dell’educazione (Hanban), ha l’obiettivo di diffondere, con i suoi corsi, la lingua e la cultura cinese, affiancandosi ai corsi universitari che a Macerata (Lingue) e Civitanova Marche (Mediazione linguistica) già consentono a centinaia di nostri studenti di avvicinarsi alla cultura orientale. L’Istituto Confucio organizzerà corsi per imprenditori, quadri e professionisti, diventando così una “porta” pressoché obbligata per comprendere meglio un paese che segnerà, sempre di più, la storia del nostro secolo.

Prof. Stefano Pivato Rettore Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Prof. Luigi Lacchè Rettore Università degli Studi di Macerata


L’Università di Camerino offre a tutti coloro che la scelgono per il proprio percorso universitario un ambiente sano ed accogliente, che pone lo studente al centro dell’organizzazione. Persone che hanno capito il significato di svolgere un compito esaltante nel preparare il futuro del paese. Ricercatori di livello straordinario: ben otto di loro rientrano tra i top international scientists. Relazioni internazionali estremamente sviluppate: tutte le lauree magistrali dell’ambito scientifico e tecnologico sono in consorzio con università europee in Germania, Islanda, Polonia, Portogallo e Svizzera. Rapporti eccellenti con il tessuto produttivo regionale, che offre non solo possibilità illimitate di stage, ma anche corsi di dottorato con solide prospettive professionali. Ottime opportunità residenziali, sia pubbliche che private, a prezzi accettabili, in città a misura di studente. Infrastrutture informatiche e di comunicazione eccellenti (il wifi è praticamente ovunque).

Uno spettro di agevolazioni per ogni categoria di studente (da quest’anno anche per le mamme studentesse!), cosicché chiunque abbia davvero voglia di studiare possa raggiungere la laurea nei tempi previsti. Insomma, un’Università amica. Fulvio Esposito, Rettore Università di Camerino

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UNA VOLTA COMPILATA LA CEDOLA VA INVIATA VIA FAX ALL’ UFFICIO ABBONAMENTI AL NUMERO 071 976804


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Marche Mistery

Monaci e combattenti, i Templari suscitano da sempre un certo fascino per quell’alone di mistero che li circonda. La loro storia inizia intorno al 1118. Siamo a Gerusalemme, all’epoca della guerra religiosa tra cristiani e islamici, scoppiata in seguito alla Prima Crociata (1096) indetta da Papa Urbano II. Dopo che, nel 1909, i cristiani riconquistarono la Terrasanta, si era reso necessario difendere i luoghi di culto e i pellegrini provenienti dall’Europa dall’assalto dei mussulmani e, a questo scopo, nacque l’Ordine dei Cavalieri Templari. Non c’è accordo tra gli storici su chi abbia fondato l’ordine. Una teoria vede il francese Ugo di Payns insieme a Goffredo di Saint-Omer, quali fondatori dell’ordine, mentre secondo altre teorie fu Hugo de Paganis originario di Nocera in Campania a fondare i Templari. In breve tempo l’ordine cresce e diviene un modello militare e spirituale per l’Occidente, le loro gesta eroiche compiute in battaglia esaltano l’Europa. Strutturato secondo delle gerar-

chie precise, l’ordine cavalleresco cresce nei secoli in potere e ricchezze fino al suo tramonto avvenuto intorno al 1312. Dopo la perdita di Acri e degli stati latini in Terrasanta (1291) viene meno la motivazione per la quale era stato istituito l’ordine, pertanto l’ordine si scioglie sotto i colpi delle accuse di eresia, sodomia e idolatria mosse dal Re di Francia Filippo IV detto il Bello, desideroso ridimensionare il potere della Chiesa e soprattutto di impossessarsi dei tesori dei Templari. Le ricchezze dei Templari sono a tutt’oggi leggendarie, così come le teorie secondo le quali i cavalieri sarebbero stati i custodi del Santo Graal, dell’Arca dell’Alleanza e della Sacra Sindone. Un mito che è sopravvissuto allo scorrere incessante del tempo e che affascina ancora oggi. Per questo abbiamo voluto cercare testimonianze dei Templari andando alla ricerca delle tracce lasciate dai cavalieri nella nostra regione. Il nostro viaggio parte da San Ginesio. Il mistero continua….Buona lettura. Editor Monia Orazi

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Tutto cominciò nell’estate del ’44 all’ombra del Ponte del Diavolo. A fare da palcoscenico a questa storia è una Tolentino appena liberata dalle truppe dell’VIII armata inglese dove si susseguivano una dopo l’altra le varie divisioni unite a compagnie di coloniali di cui anche una di nazionalità indiana. L’emergenza alimentare si faceva sentire ovunque e così i cittadini per sopravvivere barattavano bottiglie di vino con i militari in cambio di cibo e coperte. In questo modo, due giovani tolentinati (non pubblichiamo i nomi su richiesta della nostra fonte) appena sedicenni all’epoca, diventarono molto amici di un militare indiano tanto da proporre lui l’acquisto di un paio di pistole rinvenute casualmente dai ragazzi. A quell’epoca infatti non era difficile, anche per i più giovani, reperire delle armi a causa della totale assenza di controlli delle autorità. Così il militare manifestò il suo interesse per una delle due pistole, una “Beretta” a canna corta di 9 mm e offrì ai due ragazzi stecche di sigarette e qualche coperta. Ma i due sedicenni miravano al denaro contante e così dopo qualche giorno di trattativa si diedero appuntamento in quella che una volta era la cantina de “Lu cortellà”, una bottiglieria ricavata tra le mura di cinta della città con vista sul “Ponte del Diavolo”. Qui si concluse l’affare e il militare indiano comprò la Beretta per 7.500 Amlire (la carta moneta che circolava in quegli anni) e una stretta di mano. Poi la guerra finì ma il 30 gennaio del 1948 in tutto il mondo riecheggiò la notizia dell’assassinio del Mahatma Ghandi, simbolo della rivoluzione non violenta, ucciso a New Delhi con tre colpi di pistola durante la preghiera del mattino. Gli autori del crimine vennero subito arrestati e dagli atti processuali resi noti successivamente alle condanne di otto imputati (di cui due, Nathuram Godse e Narayan Apte furono poi impiccati nel 1949) è stato possibile venire a conoscenza che per l’assassinio del Mahatma, i congiurati utilizzarono proprio la famosa ‘Beretta’ perché il loro revolver non dava affi-

damento. La sera del 27 gennaio 1948 Godse ed Apte giunsero infatti a Gwalior dove, con l’aiuto del farmacista Parchure, incontrarono un certo Dandavate traffichino d’armi che offrì loro la “ Beretta 9 mm” in cambio di 500 rupie. Sembrerebbe che proprio il Dandavate durante le indagini della polizia, avesse giustificato il possesso della Beretta come un acquisto occasionale a Tolentino durante la Campagna d’Italia. La notizia venne riportata solo da qualche giornale ma in città fu subito un gran parlare. Gli autori della vicenda, ormai ventenni, pensarono di tacere per non incorrere in qualche sanzione. Ma i due giovani si erano resi conto che la loro vendita era entrata a far parte, loro malgrado, di un affare internazionale. E’ possibile che in quella sera dell’estate del ’44, nella cantina de ‘Lu cortellà’ i due amici consegnarono proprio a Dandavate quella ‘Beretta’ che avrebbe poi ucciso Ghandi. Tra supposizioni, dicerie e verità, davvero uno strano caso del destino. Editor Gabriele Giangiacomi

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Monachesimo benedettino-camaldolese L’Eremo di Monte Giove appartiene alla Congregazione Camaldolese dell’ Ordine di S. Benedetto (480 ca-547) e fa parte dell’ampia famiglia benedettina. Il padre ispiratore è S. Romualdo di Ravenna (952 ca -1027), singolare figura di monaco riformatore che tentò di innestare, all’interno della tradizione comunitaria benedettina, uno stile monastico-eremitico. Tale carattere si riflette anche nelle strutture architettoniche. In particolare, per gli eremi, è tipica la costruzione di un complesso di celle singole aggregate intorno ad edifici di utilizzazione comune e alla chiesa, luogo della celebrazione comunitaria dell’Eucarestia e dell’Ufficio divino.Dimensione cenobitica e dimensione eremitica costituiscono, pertanto, nella vita dei singoli e delle comunità camaldolesi, una realtà unitaria, all’interno della quale si esprime una dialettica fra diverse ispira-zioni che, in un testo della primitiva tradizione romualdina, è espresso come un triplice bene: “la vita cenobitica che i novizi desiderano; l’aurea solitudine per i maturi, assetati del Dio vivente; la testimonianza evangelica nella realtà contemporanea per chi anela alla liberazione e all’essere con Cristo” (Bruno di Querfurt, Vita dei cinque fratelli, 49).L’esperienza monastica camaldolese, incarnata e custodita dal vissuto di monaci e monache nel corso dei secoli, è preziosa e attuale eredità. A questo spirito originario intendono essere fedeli ciascun fratello e ciascuna sorella secondo i propri carismi e le comunità secondo la loro specifica fisionomia, nell’attenzione ai segni e alle attese autentiche che l’evolversi dei tempi suscita. L’Eremo di Monte Giove L’origine del toponimo Monte Giove, seppure nessuna fonte epigrafica o archeologica lo attesti, potrebbe scaturire dalla designazione di un antico luogo di culto sacro a Giove.La fondazione dell’Eremo di Monte Giove risale all’anno 1608 su un terreno donato nel 1523 dal nobile fanese Galeazzo Gabrielli alla nascente Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona, famiglia monastico-eremitica nata nel 1520 con intenti di riforma nel solco della tradizione benedettino-camaldolese.La costruzione del complesso venne conclusa nel 1631 con la consacrazione della

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prima chiesa. Questa fu abbattuta e ricostruita in posizione arretrata a causa dell’instabilità del terreno, creando così il suggestivo e arioso spazio antistante la facciata. Il progetto è dell’ architetto G. F. Buonamici che vi lavorò dal 1741 al 1760. L’interno, slanciato e luminoso spazio ottagonale, custodisce, sopra il coro settecentesco in legno di noce, La Trasfigurazione di G.A. Lazzarini (17101801); sulle pareti laterali due dipinti del monaco P.Venanzio da Camerino (+1659); opere in stucco di C. Sarti del 1748; una scultura di A. Corradini (1668-1752) raffigurante S. Romualdo. L’eremo subì le vicende storiche del tempo che portarono alla soppressione degli ordini religiosi e conseguenti espropri.Gli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona vi abitarono fino ai primi del novecento. Dopo anni di abbandono, nel 1925 la struttura fu acquistata dalla Congregazione dei Monaci Eremiti Camaldolesi di Toscana (Camaldoli – Arezzo) che vi presero dimora. Oggi Attualmente nell’eremo è presente una comunità monastica camaldolese che vive secondo i ritmi della Regola benedettina e delle Costituzioni camaldolesi. I monaci e le monache che oggi risiedono all’eremo propongono ai visitatori uno spazio di silenzio per l’orazione personale nella chiesa e la possibilità di partecipare a tutti i momenti della preghiera liturgica. L’ Eremo ospita coloro che desiderano trascorrere qualche giorno di condivisione dello stile di vita monastico, nella preghiera e nel silenzio. Vivendo il clima dell’ ora et labora (Prega e Lavora) caratteristico dello spirito benedettino ci si apre a un inedito e fruttuoso ascolto della Parola di Dio, del proprio cuore e delle vicende della vita. Chi viene qui, spesso riconosce che in verità I giorni passati sono serviti per “riattaccare la spina” a ciò che veramente ci rende veri uomini e donne del nostro tempo. Durante l’anno vengono inoltre organizzati anche ritiri spirituali, seminari, conferenze e incontri vari per dare la possibilità a tutti coloro che desiderano di sostare e riflettere. Le tematiche affrontate sono di varia natura: la Bibbia, l’incontro con altra tradizioni religiose; la musica, l’arte, la filosofia, il diritto e utlimamente anche delle giornate di formazione per imprenditori e dirigenti sul tema dell’Etica e del lavoro. Questo ampio ventaglio di proposte è perfettamente in linea con un cammino spirituale; infatti nella vita di fede il primato va dato certamente a Dio, ma il centro è l’essere umano con tutto il suo bagaglio di bisogni, desideri, istinti, qualità e limiti, speranze e delusioni; nulla, in una visione unitaria, deve essere tralasciato, ma tutto può venire trasfigurato ed orientato al bene di tutti e di ciascuno. Il nostro prossimo desiderio è quello di poter rinnovare alcuni luoghi, quail le stanze della foresteria, o la parte del bosco e dei prati, oppure come la bellissima cantina del 1700, per poter offrire spazi belli che aiutino la condivisione, il dialogo, l’arricchimento reciproco: far riscoprire, colori, profumi, sapori, suoni che allietino il nostro corpo e favoriscano il nostro spirito. Crediamo infatti che se recuperiamo la capacità di valorizzare gli spazi che abitiamo e il tempo che viviamo, possiamo essere in grado di vivere in profondità la nostra umanità ed essere così persone realizzate.


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Photography Gianluigi Dolce

Borghi Antichi


Photography Silvia Cingolani

“Dopo il non far nulla, io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore” G. Rossini. Mi chiamo Serena Aguzzi, classe 1966, nata e residente nella regione Marche, esattamente a Senigallia (AN). Mi occupo di enogastronomia specialmente per ciò che concerne la produzione artigianale della mia terra di origine, ricca di tradizioni. Le Marche sono un degradare di dolci colli e valli che dall’Appennino scendono al mare, le colline rappresentano quindi le zone più felici per il prosperare della vite e la produzione di ottime uve. Da antichi testi inoltre è noto che i formaggi marchigiani erano apprezzati già nella Roma di Augusto, mentre nel XVI secolo, la Casciotta d’Urbino aveva tra i suoi estimatori Michelangelo. L’ambiente, il clima dolce ed i pascoli incontaminati sono poi gli ingredienti essenziali per allevare cavalli, ovini e bovini le cui carni sono di qualità superiore. La razza bovina marchigiana è tra le migliori e pregiate, così come la carne equina del cavallo del Catria. Qualità e tipicità sono caratteristiche anche del gallo ruspante tipico e delle tante razze di coniglio, ingrediente base di numerose e gustose ricette della cucina Marchigiana. Per ultimo, ma non per importanza, spetta anzi un posto d’onore tra gli animali di allevamento tipici della regione Marche sicuramente al maiale del quale, sin da origini remote, ogni sua minima parte viene utilizzata. Inizio quindi con voi un lungo viaggio verso la ricerca di nuove eccellenze, prodotte nella nostra regione, soprattutto legate al mondo gastronomico. Grazie ad una minuziosa ricerca, vi faro' conoscere prodotti che sfuggono agli occhi di chi per mancanza di tempo ed i tanti impegni della vita quotidiana, ricorre a soluzioni piu' veloci ed a portata di mano. Potrete così conoscere e riconoscere il gusto della nostra terra: alcuni saranno prodotti di nicchia, altri sconosciuti ai più, data l’esigua ma complessa struttura del nostro territorio. Lo avete mai assaggiato il Pecorino dei Monti Sibillini ? Prodotto nell'area del Parco Nazionale che prende il nome dalla sua cima più alta (il Monte Sibilla con i suoi 2173 metri), il Pecorino dei Monti Sibillini viene prodotto essenzialmente in due versioni: quello fresco, disponibile tutto l'anno, di produzione industriale tramite latte pastorizzato e quello a latte crudo, stagionato secondo differenti tempistiche (l'unico sostenuto dallo Slow Food, che promuove produzioni locali e di qualità). Scopo dello Slow Food è anche quello di preservare dall'estinzione la razza di ovini autoctona, denominata “Sopravissana”, tipica della zona, oggi composta da circa soli 3000 capi. Il vero Pecorino, prodotto dal latte appena munto con l'aggiunta di caglio naturale, viene maturato con una ricetta diversa in ogni famiglia di allevatori presso cui viene prodotto. Questa ricetta, tenuta rigorosamente segreta, comprende l'aggiunta di spezie di produzione del luogo, come basilico o maggiorana oppure di pepe, chiodi di garofano o addirittura miele o fichi.

PECORINO DEI MONTI SIBILLINI Scheda tecnica Caglio: di agnello Crosta (fresco): Molle, di colore paglierino Crosta (stagionato): Dura, di colore giallo oro con chiazze color ruggine Pasta: Compatta, con occhiatura scarsa e di colore bianco Faccia: Piana, dal diametro dai 14 ai 20 cm Spessore: da 4 a 9 cm Peso: da 0,8 a 2,5 kg

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MarcheMag 69 Photography Silvia Cingolani


Photography Silvia Cingolani

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E’ sempre il sorriso il principale ingrediente di questa rubrica, ed è con il mio sorriso che vi dico “ GRAZIE”, grazie a chi mi ha apprezzato ed ha avuto il piacere di dirmelo, grazie, a chi mi ha solo letto e grazie anche a chi, se mai ci fosse stato, non fossi piaciuta, ovviamente sto scherzando, ma sono fermamente convinta che una sana critica è sempre motivo di crescita e io vorrei crescere con voi e con voi divertirmi, tra fuochi e padelle, ingredienti e pentole, con l’obbiettivo di soddisfare i palati, nostri e dei nostri cari, perché certo è, che, raccogliere complimenti, dopo aver cucinato per chi si ama, è la giusta ricompensa a tanto impegno e noi insieme cercheremo di meritarceli!!!!!! Consapevoli che io,come voi, non sono una chef ma semplicemente una donna, con mille interessi, che ama far bene quello che fa,cercando di ottimizzare tempo e risorse, non me ne vogliano i veri cultori della cucina se vi suggerisco ogni tanto qualche scorciatoia …..Un “GRAZIE” speciale a tutti coloro che hanno realizzato la mia prima ricetta!!!! Bene, ora torniamo in cucina, l’estate purtroppo è quasi finita e questo per me è sempre un dispiacere, io che amo il sole ,la vita all’aria aperta e trasferire sulla tavola tutta l’esplosione di colori e sapori che questa stagione può regalarci, vorrei ancora proporvi un po’ di mare, ma questa volta con un primo piatto fatto con pasta fresca, pomodori gratinati e filetti di sogliola. Ogni persona che intende esprimersi in cucina, inconsapevolmente realizza piatti vicini ai propri gusti, inevitabile, questa premessa mi serve per dirvi che ogni ricetta può essere modificata per avvicinarla alle proprie preferenze, come in questo caso, io ho usato filetti di sogliola perché non volevo un forte profumo di mare, ma chi ama osare di più può sostituire le sogliole con delle alici fresche, che daranno al piatto un sapore molto più spinto. Questo è un primo molto appetitoso, quasi da proporre come un piatto unico, con una preparazione un pochino lunga ma dove si uniscono, primo , secondo e contorno. Iniziamo con le sogliole, se siete brave con il coltello potete sfilettarvele voi, dopo aver tolto la pelle da tutti e due i lati,altrimenti, solito sorriso al pescivendolo e…filetti pronti!! Cosa fondamentale per me e penso anche per voi, non sprecare mai nulla, tutto ha un costo e può essere una risorsa,quindi le parti di sogliola scartate, ovviamente eviscerate, utilizzatele per farci un fumetto ( brodo di pesce fatto con sedano carota e cipolla, bollire x un’oretta fino ad aver un brodo abbastanza ristretto) Intanto che il fumetto bolle, prepariamo i pomodorini, dopo averli lavati, tagliateli nel senso della lunghezza e adagiateli in una teglia ricoperta da carta da forno, salateli un pochino e copriteli con le famose “Molliche” che avete già pronte nel congelatore!!!!! Per chi non lo sapesse nella precedente ricetta avevo consigliato di congelare il trito di prezzemolo aglio e pane grattugiato avanzato, indispensabile per tante ricette , da avere sempre pronto perché tanto noioso da fare volta per volta,…….. questa è una delle scorciatoie di cui vi parlavo,fatto al momento fresco è sempre meglio!!! ma noi abbiamo anche altro da fare, vero??? Irrorate tutto con dell’ottimo olio ed infornate a forno caldo ,200°, per il tempo necessario a completare la cottura , mi raccomando la gratinatura, il pomodorino deve risultare asciutto e croccante. Mettete sul fuoco la pentola con l’acqua per cuocere la pasta.


Quando vi dicevo che il piatto è un po’ lungo da preparare mi riferivo ai tempi di cottura dei pomodorini e del tempo del fumetto di pesce, altra scorciatoia, se amate organizzarvi x tempo, e anticiparvi queste sono cose che si possono fare anche la sera prima, orrore, per qualcuno ma vi assicuro che tutto è buono ugualmente, e per realizzare il piatto serviranno veramente pochi minuti il tempo di cottura della pasta!!!! Be,vedete voi.Prendete i filetti di sogliola, tagliateli a cubetti , fate dorare in una padella 2 spicchi d’aglio scamiciati e del peperoncino (se volete),una volta dorati togliete tutto e aggiungete il pesce, cuocete a fuoco vivace per pochi minuti, quando il pesce avrà un bel colore dorato, spruzzatina di vino, qualche minuto per farlo evaporare e spegnete, il pesce va cotto poco per non perderne il gusto!! Appena l’acqua è in ebollizione salatela e buttate la pasta,il tempo di cottura è di circa 8 minuti, ma noi la toglieremo prima per finire la cottura in padella,(non in quella dove avete fatto cuocere le sogliole, o se non volete sporcarne due utilizzate quella, ma togliete le sogliole, vanno aggiunte dopo per non sbriciolarle) dove avremo già fatto dorare anche qui 2 spicchi d’aglio scamiciati (andranno tolti anche questi). Non scolate molto la pasta quando la versate nella padella, avremo bisogno di liquidi per ultimare la cottura,mescolate ed iniziate ad aggiungere il fumetto poco alla volta, io che non spreco nulla, vi consiglio di prendere gli scarti della sogliola,(non le verdure) e macinarli un pochino in un passaverdure, bagnando con il liquido del fumetto o se finito con l’acqua di cottura della pasta, ne uscirà un succo denso di mare che esalterà il sapore della sogliola!!! Dopo circa 2 minuti iniziate ad aggiungere i pomodorini, continuando a mescolare bene, aggiungete liquidi poco alla volta, la pasta sta ultimando la sua cottura,mi raccomando di assaggiarla ogni tanto per evitare che si scuocia,ora aggiungete la sogliola a cubetti con tutto il suo sughetto e altri pomodorini e continuate a mescolare. A cottura ultimata servite subito, impiattate guarnendo con qualche pomodorino che avete lasciato da parte e se volete qualche fogliolina di prezzemolo, e…… buon appetito!!!!! Per chi non ama il pesce, chiedo scusa e cercherò di rimediare con le prossime ricette, motivo in più per non perdervele!!!!!! A presto, vi saluto con un gran sorriso!!!

Ingredienti per 4 persone: 500gr di pasta fresca (tipo trofie o fusilli) 500gr di pomodorini Piccadilly (se non lo trovate basta che sia un pomodorino) 3 sogliole (circa 700gr) Aglio olio sale pepe prezzemolo q.b. Preparate dei pomodorini con trito di prezzemolo, aglio e pane grattugiato, metteteli al forno per circa 1ora ½ a 200° Tagliate a cubetti i filetti di sogliola, senza pelle e dorateli con aglio olio e peperoncino. Cuocete la pasta per pochi minuti poi completate la cottura in padella, aggiungete sogliola e pomodorini, lasciandone un po’ da parte per guarnire il piatto.




RISTORANTE LE COPERTELLE - SERRA SAN QUIRICO Il ristorante deriva il suo nome da "le Copertelle", un camminamento coperto che si snoda lungo la cinta muraria. I piatti proposti si ispirano alla tradizione e alla semplicità della cucina popolare senza tralasciare le eccellenze offerte dal territorio: formaggio di fossa, funghi, tartufi, gamberi e trote di fiume. La scelta dei prodotti, dei condimenti e delle bevande predilige il biologico con la sua naturalezza. Meticolosa è la scelta dei vini così come la cura della loro conservazione che avviene nella cantina posta sotto il ristorante. Le Copertelle hanno ottenuto la “certificazione” IMC dall’Istituto Mediterraneo di Certificazione, secondo il disciplinare “conosci il tuo pasto” . Nell’offerta culinaria del ristorante, si prediligono alimenti e materie prime provenienti da filiere agricole e agro-alimentari di qualità certificata. Tra le specialità per leccarsi i baffi: salumi tipici locali, cerimboli, pasta fresca fatta a mano, tagliatelle ai funghi porcini, pappardelle al sugo d'oca, tagliolini al lardo, ravioli al tartufo nero, stufato di pecora, cinghiale al rosso conero, piccione farcito con porcini e tartufo nero, agnello alle erbe aromatiche, oca arrosto, trippa e coratella di agnello. via G. Leopardi 3° 60048 Serra San Quirico (AN) Tel. 0731.86691 info@lecopertelle.com D’estate aperto tutti i giorni. LA CASCINA DELLE ROSE - FANO A soli 15 km dal mare, un giardino secolare ed una tipica casa contadina di fine ottocento accolgono nel rispetto di una tradizione basata sull’ospitalità e sul piacere di riscoprire i sapori di un tempo. Da mezzo secolo la famiglia Cecconi esprime l’amore e la passione per la cultura enogastronomica locale ricevendo gli ospiti in un ambiente unico e proponendo il meglio della tradizione culinaria del territorio e dei suoi ingredienti. Molti dei prodotti usati provengono da un grande orto che appartiene alla famiglia Cecconi, coltivato a vigneti, ortaggi e grano. Tutto ciò rende possibile a Federico, Michele e al cuoco Andrea, di armonizzare i veri sapori della terra, nella loro diversità, con la capacità e la professionalità che solo anni di esperienza e tradizione possono garantire. Tutta la passione nel piantare, crescere, curare un prodotto, sin dalla semina, diventa così divertimento nel momento in cui si entra in cucina e si aprono decine di opportunità che, la cucina marchigiana, rende possibili. Nasce così una nuova ricetta il cui sapore unico è la somma di tutti questi fattori. Niente trucchi , solo bontà. Via delle Industrie 61040 Sant'Ippolito (PU) Tel. 0721.728197 Chiuso il mercoledì. RISTORANTE DA MARINO - NUMANA Il ristorante “Da Marino”, sulla spiaggia a pochi passi dal porticciolo di Numana, vanta una gestione familiare che si distingue per simpatia e cordialità. Dispone di posti all’aperto sulla spiaggia e coperti nella veranda. Rinomato per le sue specialità a base di pesce freschissimo, i piatti forti sono gli antipasti, ricchi e particolarmente curati conditi con selezionati oli locali, i primi, tra i quali i più apprezzati sono gli gnocchi allo scoglio e gli spaghetti alle vongole serviti sulla tradizionale padella, e il fritto guarnito con delle deliziose zucchine, oltre alle gustose grigliate. Aperto sia a pranzo che a cena si distingue per l’atmosfera rilassante che lo rende adatto sia a romantiche cenette, sia a ristoro dopo una giornata di mare. La selezione di vini contempla sia etichette locali che un’offerta su scala più nazionale. Via Litoranea, 3 60026 Numana (An) Tel. 071.7360111 Aperto da Aprile a Settembre


RISTORANTE IL MOLO - PORTONOVO Situato sulla spiaggia della Baia di Portonovo, il Molo è gestito dalla famiglia Giacchetti da diversi anni. Il titolare, Fabrizio Giacchetti, dall'infanzia assisteva i genitori nel chiosco dove cucinavano pesce per i turisti. Oggi è affiancato dal figlio Giacomo e dal cuoco Simone Baleani. Il locale è semplice, dalla veranda bianca e azzurra che si affaccia sui ciottoli della spiaggia si gode di una vista ineguagliabile. La cucina di mare è tradizionale e si basa sul pescato fresco proveniente da Portonovo e dal Mercato Ittico di Ancona. Le cotture sono semplici ed essenziali, alla griglia o al forno per i pesci più grandi, Spigole o Rombi. Piatti forti del menù il Brodetto, lo Stoccafisso, gli spaghetti ai moscioli, la carbonara di pesce e la chitarrina al nero di seppia con uovo, cubettini di tonno e porro croccante. Una menzione speciale la meritano i tradizionali spaghetti allo scoglio, davvero buonissimi. La scelta dei vini spazia tra oltre 150 etichette, tutte scelte personalmente da Giacomo Giacchetti, sommelier del ristorante. Portonovo di Ancona Tel. 071.801040 info@ilmolo.it Aperto da aprile a ottobre. Chiuso il Martedì. Nei mesi di giugno, luglio e agosto aperto tutti i giorni.

RISTORANTE LA TERRAZZA – ANCONA Affacciato sul porto di Ancona, dalla sua terrazza si può godere di un panorama unico sul Duomo e sui quartieri storici della città. La suggestiva ambientazione sul mare, regala la sensazione di mangiare sul ponte di una nave e di essere in partenza per una crociera. Dal 1969 il ristorante propone ottime specialità di pesce, le cui ricette sono tramandate da generazioni ai membri della famiglia Carluccio, che lo gestiscono. Il menù, che include sia pesce che carne, propone piatti tipici della cucina marchigiana. Le modalità di cottura dei pesci sono diverse: griglia, forno, vapore e acquapazza. Tra le specialità di pesce sono rinomati gli antipasti caldi e freddi, i ciabattoni allo scoglio, lo stoccafisso all'anconetana, il rombo alle verdure gratinate e il brodetto all'anconentana. Ottima anche la pizza cucinata nel forno a legna. La cantina dei vini propone un’ampia scelta di etichette selezionate dal sommelier. Il locale è dotato di un’ampia sala banchetti climatizzata adatta anche a cene aziendali. Si mangia nella terrazza coperta sia in estate che in inverno. Molo S. Maria snc Ancona (AN) Tel. 071.54215 Aperto tutto l’anno.

RISTORANTE OPERA NOVA DELLA MARCA –VARANO, ANCONA Eleganza e riservatezza contraddistinguono il Ristorante Opera Nova della Marca, inserito nella splendida cornice naturale del Parco Del Conero, nella frazione di Varano. L’ambiente unico si fonde nel gusto di una cucina raffinata ispirata alla tradizione. I giovani titolari Mauro e Stefano accolgono gli ospiti con cura rendendo ogni cena un momento conviviale. La cucina stagionale, estremamente curata, è arricchita nei sapori dall'ausilio di erbe aromatiche coltivate in giardini di proprietà. Stefano, il cuoco, realizza menù stagionali, mentre Mauro, sommelier propone una vasta gamma di ottimi vini rigorosamente regionali. I piatti tipici vanno dai tagliolini al pecorino e menta, ai spaghetti con salsiccia e spaccasassi, filetto in crosta di goletta e coniglio disossato al finocchietto selvatico cotto a bassa temperatura. Infine i dolci sono prodotti nella cucina dell'OPERA NOVA DELLA MARCA. Varano, Ancona, Via Varano 127, Parco del Conero Tel. 071.2861093 info@operanovadellamarca.it Aperto tutte le sere, chiuso il lunedì. Domenica aperto anche a pranzo.


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A distanza di un anno esatto, il record mondiale di “Maratona canora più lunga del mondo” è ancora saldamente in mano all'Associazione pesarese Titanus (www.assotitanus.it ). Il titolo è stato conquistato nel settembre 2010 al Cinema Astra di Pesaro con “Titanus Festival” che ha consentito alla Titanus, ed ai 389 artisti provenienti da tutte le province italiane, di entrare nel Guinness World Records con 103 ore, 9 minuti e 26 secondi di musica e spettacoli no-stop.Nata da un’idea di Luca Veneziano, la Titanus collabora con le grandi produzioni televisive ed organizza grandi eventi, serate fashion, DJ Set fungendo da punto di riferimento per chi vuole avvicinare il mondo della TV, del Cinema, del Canto, del Ballo e della Moda.La Titanus si avvale di un esclusivo nucleo artistico, con stabilità pluriennale nell’ambito dello spettacolo che nel corso

degli anni, mediante iniziative di sinergie organizzative, ha realizzato un rilevante percorso artistico ottenendo patrocini di enti istituzionali nazionali e prestigiosi premi di rappresentanza pervenuti dalle più alte cariche dello stato quali il Presidente della Repubblica Italiana e le Presidenze dei due rami del Parlamento Italiano, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. L'evento 2011 è “Uniti dalla musica e dalle arti” un multitalentshow organizzato a Pesaro dal 19 al 24 settembre che vedrà la partecipazione di talenti emergenti nel canto, ballo e arti varie sul tema dell’Unità d’Italia e del cantautore Leonardo Polverelli che cercherà di cantare per oltre 103 ore no-stop ed entrare nel Guinness World Records con la maratona canora più lunga del mondo proposta da un singolo artista.

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Alessandro Bartumioli Alessandro Bartumioli in arte 'BONJO' è un Dj e Musicista di Pesaro, classe 1987.La passione per la musica viene coltivata fin da piccolo, dove scovare nuove band e nuove sonorità diventa quasi una droga. All'età di 15 anni inizia a suonare la chitarra, e negli anni si specializza anche nel suonare basso e batteria. Milita in molte band affermate del territorio, facendo anche tournée europee, fino all'età di 22 anni dove decide di intraprendere la carriera da Dj. Grazie alla sua grande conoscenza musicale e alla padronanza del ritmo, riesce subito in poco tempo e farsi notare e distinguersi dagli altri dj della zona. Durante il primo anno di carriera, collabora con numerosissime feste e locali della città di Pesaro e Fano, iniziando subito a lavorare con influenti staff di organizzazione della zona. col passare del tempo le richieste diventano sempre più frequenti fino ad arrivare a suonare in club di grandissima importanza come: Pascià (Riccione), Miu J'Adore (Marotta) , Altromondo Studios (Rimini), Baia Imperiale (Gabicce) e Velvet (Rimni) 'FuoriKolle (Rio Grande - Rimini).

LUCA COACCI in arte KOVAC vocalist & art director nato a Loreto, il 14/08/1986 inizia a muovere i suoi primi passi nelle discoteche all'età di 17 anni.. come animatore e ragazzo immagine fino all età di 23 anni, quando approda al KOMEDIA e inizia a muovere i suoi primi passi da vocalist e organizzatore di eventi, nel pre-disco Komedia allo Starlight cafè di Castelfidardo, da li l'inizio di tutto. Inizia l'avventura nell estate 2010 insieme all UAFU ORIGINAL PARTY (di cui è fondatore) del Venerdi CAYO COCO Summer in da House e nel giro di un'estate, KOVAC diventa il punto di riferimento dei giovani e del divertimento a 360° da li a poco diventa, nella stagione invernale 2010-2011 diventa la "prima voce" e l'organizzatore di tutte le notti targate KOMEDIA Nell'estate 2011 rinizia l'avventura del Venerdi CAYO COCO.. lanciando il tema del PartyCOOLare, che con pochi giorni (grazie anche ad un video su YouTube) diventa uno dei tormentoni dell'estate marchigiana Tra le caratteristiche di KOVAC the voice, quelle che risaltano di piu sono la grinta e la carica che trasmette con il microfono a tutti gli amanti del by nightda ricordare la stretta collaborazione con FRANCESCOLUV Dj e le ospitate nei vari locali come "Voice Guest" al Babaloo, Nero di Sole, e per ben 2 volte al NAOMI, dove ha aperto e caricato a dovere concerti live di artisti rap del calibro di J-AX (ex art. 31) e GUE PEQUENO (uno dei membri dei Club Dogo)

Perla Camilletti vocalist e pr in arte Perla Voice nata ad Ancona il 23 febbraio 1985, fin da giovanissima fa parte dell’Accademia di danza di Roberta Camilletti a Castelfidardo, un amore per la danza ed il ballo che la porta all’età di 14 anni ad entrare a far parte dello staff di animazione della discoteca Odissea di Ancona per ben 2 stagioni consecutive. Nell’estate del 2000 Perla entra a far parte dell’animazione dell’allora neo-nata discoteca Babaloo a P.to Potenza (MC) e nello stesso anno, nella stagione invernale, fino al 2003, si divide tra Odissea e White Garden a Falconara (AN) quest’ultimo era un locale noto per gli after, ovvero da tarda notte a mattinata inoltrata! Proprio nel 2003 il White Garden collabora con la discoteca Odissea, diventando per una stagione il noto White Village, dove Perla lavorerà sia come driver che come ragazza immagine!L’avventura da protagonista però inizia l’estate 2011 dove si trova a collaborare con il noto staff “E20 Divertenti”, capitanato da Alessandro Sartarelli! Qui Perla, grazie alla sua voce e al suo fascino è parte integrante del successo di serate quali Il Conero Golf Club, Il Passetto On The Rocks, Il Bellariva, e La Conchiglia Verde!


La musica scandisce la mia vita! Fabrizio inizia presto ad avvicinarsi alla musica, a soli sei anni inizia con la batteria per passare a studiare percussioni e pianoforte al conservatorio. A soli 15 anni inizia a mettere dischi in un club di amici e a 17 la sua prima esperienza in una discoteca. Inizia così la lunga storia di uno dei dj più conosciuti e famosi d'Italia. Correva l'anno 1977 e veniva coniato il termine DJ in America, in termini letterari " il fantino che cavalca la musica. E sicuramente in tutti questi anni di cavalcate sulle note musicali, Fabrizio, ne ha fatte veramente tante. Le principali discoteche marchigiane lo vedono alla console da protagonista dal celebre Colosseo di Pesaro fino al Green Leaves di Portorecanati , passando per il Lola e il Babaloo. Ma anche in Romagna, Fabrizio cavalca l'onda musicale facendo ballare migliaia di giovani al Paradiso,Pascià, Prince solo per citarne alcune.Nel 1988 inaugura quella che sarà per tutti gli anconetani la discoteca di tutti i tempi, l'Odissea. Ma la storia di Fabrizio non è legata solo a mixer,ai dischi e alle console più prestigiose ma anche alla radiofonia. Nel 1975 è il primo speaker radiofonico , ma il suo nome si lega in maniera indelebile con Radio Veronica, ne segue e dirige sia come produttore artistico che come ideatore delle dirette radio in digitale tutte le sue evoluzioni fino alla sua trasformazione in Veronica Hit Radio, il primo network interregionale. Nel corso degli anni di attività numerosi sono stati i Tour internazionali da Bora Bora ad Ibiza, allo Big Shure di Formentera per arrivare al Island Dreams Party in Croazia. Un personaggio, un artista,un musicista entrato di diritto nella storia dei dj italiani. un fantino che ancora oggi cavalca con successo l'onda della buona musica.

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L’Artista

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Michele Mariotti ha solo 32 anni, è nato a Urbino e da diversi anni è direttore d’orchestra. Si diploma in composizione al conservatorio “Rossini” di Pesaro ed in direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese sotto la guida di Donato Renzetti. Dal 2008 è Direttore Principale del Comunale di Bologna, ha lavorato nei teatri più prestigiosi e tutt’ora gira il mondo. Quando e come è nata la passione per la musica classica? Dal momento che mio padre è il Sovrintendente del Rossini Opera Festival, da piccolo, passavo le mie estati in teatro a seguire le prove e per me è sempre stato un momento di grande gioia. Nessuno mi ha forzato. Per dieci mesi all’anno volevo fare il giocatore di basket, per i restanti due, il direttore d’orchestra. Poi la passione per la musica ha vinto.

Secondo te, l’opera e in generale la musica classica, in che modo potrebbero avvicinarsi ai giovani? Sicuramente fare entrare i giovani a teatro senza alcuna conoscenza e farli assistere ad un’opera non è certo il modo giusto per farli innamorare. Spesso assistere troppo presto ad una specifica forma d’arte è controproducente. L’ideale a mio avviso sarebbe fare capire ai giovani cosa accade dentro ad un teatro, fare scoprire loro che è un luogo dove ci si diverte, si ride, ci si rinnova….un luogo prezioso. Sarebbe più utile che i giovani assistessero alle prove, momento in cui lo spettacolo si costruisce.

Che musica ascolta un giovane direttore d’orchestra?

Il percorso per diventare direttore d’orchestra è molto lungo e difficile….

Ultimamente ho assistito a Pesaro al concerto di De Gregori. Amo tutta la musica bella a prescindere dal genere, quella che ascolto di più è il cantautorato italiano di Vecchioni, De Andrè e Guccini.

Moltissimo. Non ho mai voluto fare il musicista ma sempre il direttore così mi sono diplomato in composizione che è una materia enorme, basti pensare alle clausure che si fanno nel quarto, settimo e decimo anno. L’allievo rimane chiuso in aula per tantissime ore a scrivere e comporre. Per l’esame finale si rimane in calusura 36 ore: si dorme addirittura in aula!

Hai solo 32 anni e hai realizzato il sogno di diventare direttore….hai altri sogni nel cassetto?

Nel 2005 il tuo debutto operistico al Teatro Verdi di Salerno con il Barbiere di Siviglia, raccontaci, eri emozionato? Per prima cosa voglio dire che il Barbiere di Siviglia l’ho fatta 89 volte ed è un’opera alla quale sono molto legato. Per quanto riguarda il debutto, non ero agitato in realtà, il direttore deve essere sempre tranquillo, rilassato ed avere polso. Io sono sempre tranquillo durante lo spettacolo, magari sono un po’ agitato durante la preparazione.

Sono giovane e non posso sentirmi arrivato. Se tutto continuasse come sta andando sarebbe la realizzazione di un grande sogno. Faccio un lavoro che mi piace e, anche se ho tante responsabilità, vorrei continuare il percorso che sto facendo. Sono felicemente fidanzato quindi penso che ci sarà realizzazione anche nel matrimonio! Non è difficile arrivare, ma rimanere al livello che abbiamo raggiunto e lo si fa studiando sempre. Rinnovarsi sempre, però, anche perché la mia più grande paura è la routine. Editor Emanuela Amy Rossi

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