Fame #4 - Bad Taste

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Il grande nemico dell’arte è il buon gusto. Marcel Duchamp

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“DEI PALATI UGUAGLIANZA NON PUO’ STARE, PERCIO’ NON S’HA DEI GUSTI DISPUTARE” di Camilla Pistacchi illustrazioni di Alessandra De Cristofaro

DE GUSTIBUS NON EST DISPUTANDUM. Se lo dicevano anche i latini, qualcosa di fondato ci deve pur essere. Niente di più vero: a te piace il blu, a me il rosso, e a posto così. Niente mi farà amare e bramare di più il rosso di un persona che cerca di convincermi che il blu è sicuramente migliore. “Rimanere fedeli al proprio palato!” “Facciamo blocco!”: questo sembravano dirmi le mie papille gustative da bambina. Nel mezzo degli anni ‘90 era difficile costruirsi un palato sopraffino, soprattutto per una giovane nerd in fasce con poche aspirazioni sportive. Il mio passatempo preferito a dieci anni era guardare film dallo spessore discutibile, con del pessimo cibo tra le mani, spiaggiata sul divano di casa: a quei tempi il temibile Pizza Margherita di Balle Spaziali , con quella sua mozzarella filante e il sugo che ribolliva , mi sembrava alla fine dei conti uno spuntino abbastanza invitante. Al contrario, ricordo perfettamente la sensazione di disgusto che provavo nel vedere Indiana Jones costretto ad assaporare un banchetto a base di teste di scimmia, scarafaggi e serpenti alla brace. Certo era Indiana Jones, e lui poteva tutto, ma mi sembrava comunque una dimostrazione di estremo coraggio. La domenica, quando andavo a pranzo dalle mie bis-zie (tradotto: le sorelle di mia nonna), mi sentivo un po’ come lui: -“La bambina è magra e ha fatto un lungo viaggio, deve magiare”- dicevano. Il lungo viaggio in questione era il tragitto in autobus dal Casaletto alla Salaria, non il cammino di Santiago, ma questa è una questione a parte.


Il mio incubo domenicale arrivava a metà del servizio, dopo aver dribblato con fatica quattro antipasti, due primi e varie scodelle di sottaceti: la pantagruelica fettina panata con sottiletta fusa, uovo e prosciutto. “Alla bambina piace tanto! E così diventa forte”- dicevano. Per me era una maledizione continua, che ogni domenica arrivava vestita con quel suo formaggio giallo canarino, l’uovo aperto come un occhio e il prosciutto secco che sembravano essere lì pronti per procurarmi un infarto precoce. In effetti ero convinta che sarei finita prima o poi a replicare la scena di Sacco di lardo in Stand by me. A questa tortura il giorno del mio compleanno e a Natale, si aggiungeva la terribile maledizione del profitterol. Nel giorno del mio compleanno la montagna di palline al cioccolato si presentava con delle candeline; a Natale arrivava con la cricca di Gesù, Giuseppe e Maria, il bue e l’asinello (naturalmente in questa occasione i bignè erano disposti in maniera tale da creare una grotta e la panna montata ricreava la neve). Il problema maggiore, a parte l’assiduità con cui si portava avanti la cucina degli anni ’60 in casa delle mie zie, era che già da tempo avevo sviluppato una certa resistenza rispetto ai canonici palati dei miei coetanei, soprattutto nel campo dei dolci. La mia torta di compleanno ideale non era la classica torta al pan di spagna e cioccolato con le figure colorate Disney, ma una bella teglia di broccoli con la besciamella, con tanto di candeline. Ancora oggi il pensiero di quei broccoli con la besciamella risvegliano nel mio palato un piacere speciale, unico, insuperabile: ricordo l’odore del formaggio fuso, il colore dorato della gratinatura, il fumo della teglia appena sfornata. Quelle che per me erano sensazioni sublimi, per i restanti bambini della terra erano puzze da voltastomaco. A rendere speciale quella teglia per me era la luce a intermittenza del forno che trapelava dal vetro unto dello sportello, la puntata registrata di x-Files che mi aspettava pronta nel televisore e la complicità con mia madre che fingeva di non trovare nulla di bizzarro in una torta di compleanno ai cavolfiori. Ora che quei momenti sono lontani, il sapore che prima conoscevo bene, e che si trovava sulla punta della mia lingua, è diventato amaro e si è spostato più in giù, in quella zona grigia tra le guance e il cervello, pronto a ritornare attraverso la bocca dello stomaco quando vedo una teglia di broccoli con la besciamella. Non si può rendere il gusto universalmente buono secondo ricette ben precise, perchè ognuno di noi lo condisce con qualcosa che inconsciamente trova dentro di sé. Il ricordo non è un ingrediente disponibile sul mercato o in natura, ma è l’unica cosa in grado di rendere unico un sapore, nel bene e nel male.

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Cavolfiori con la besciamella Prima di tutto preparate la besciamella: Ingredienti • burro 25 gr • farina 20 gr • un pizzico di sale e noce moscata • latte 300ml Mettete a scaldare in un pentolino il latte; a parte fate sciogliere il burro a fuoco basso, poi spegnete il fuoco e aggiungete la farina setacciata a pioggia, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Poi rimettete sul fuoco dolce e mescolate fino a farla diventare dorata. Avrete così ottenuto quello che i francesi chiamano roux; aromatizzate il latte con la noce moscata e un pizzico di sale; unitelo poco alla volta al roux, mescolando energicamente il tutto con la frusta. Cuocete 5-6 minuti a fuoco dolce finché la salsa si sarà addensata e inizierà a bollire. Più la farete asciugare più la besciamella risulterà asciutta. Per i cavolfiori Ingredienti • cavolfiori 1 Kg • parmigiano 60 gr • una spolverata di pane grattugiato Lavate bene il cavolfiore, eliminate le foglie e il gambo centrale e dividetelo in cimette, mettendo da parte gli scarti. Ponetele le cime a cuocere in abbondante acqua salata e bollente per circa 15 minuti, fino a quando sarà tenero ma non sfatto. Una volta scolati, ungete con un filo d’olio una teglia da forno capiente e poneteli in un solo strato. Spolverizzateli quindi con il parmigiano grattugiato e poi coprite con la besciamella e con una spolverata di pan grattato e infornate per 10 minuti a 180°C e poi per altri 10 minuti con la modalità grill, in modo da ottenere una bella gratinatura croccante. P.S. Una volta sbollentate le cime, mettere a bollire gli scarti e una volta cotti passateli al mixer per ottenere una crema. Potrete aggiungerci della curcuma per un’ottima salsa da apertivo da servire con dei semi di sesamo, oppure potreste condirci una pasta da servire con delle alici fresche e briciole di pane dorato.

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Little Points


“MANGIARE ALICE” di Francesco D’ Achille illustrazioni di Ilaria Palleschi

Il presente racconto è liberamente ispirato alla vita e alle opere di Gilles Deleuze, filosofo francese (1925-1995)

Il filosofo dalle lunghe unghie si svegliò di soprassalto. Negli occhi ancora l’incubo di un’umanità cannibale che affonda le zanne nella muffa nauseante di quintali di formaggi stagionati. Nelle orecchie le parole che gli aveva urlato Alice la sera prima: - Sono certa che chi parla di cibo mente. Non riesco mai a immaginare parole, ma solo cibo, cibo, cibo. – Così aveva sentenziato prima di sparire inghiottita dalla rampa delle scale. - Parlare di cibo o cibarsi di parole? Cos’è peggio? Il filosofo non riusciva a digerire quello che la bimba gli aveva sputato in faccia, né riusciva a assimilarne il senso. Era una vita che si nutriva di sole parole, e la sola idea del cibo gli dava il voltastomaco. Bere gli era sempre parsa un’occupazione divertente e salutare, ma il mangiare lo annoiava a morte. Il cibo era rimasto per lui un tabù e dopo averlo confessato a Alice la bimba non era riuscita a trattenere il pianto. Come un rigurgito acido l’incubo di un’umanità occupata alacremente nella fagocitazione di formaggio si riproponeva insistente, chiudendogli la bocca dello stomaco. Aveva sciolto la sua lingua e i suoi denti erano ormai liberi dalla schiavitù degli alimenti. Pensare, scrivere, parlare facevano tutt’uno con il suo digiunare. Nutrirsi di parole significava entrare in contatto con qualcosa di innocente e inoffensivo. Le parole non erano né invadenti, né ingombranti e mangiarne a bizzeffe lo faceva sentire più leggero.


Sapeva che per Alice era diverso. La bimba aveva una paura folle di essere assorbita da tutto quello che ingeriva, ma ciò non le impediva di godere del cibo, per lei c’erano solo corpi commestibili e ogni cosa esisteva per essere gustata. Non riusciva però a assaporare le parole, le vedeva come corpi esanimi che non riuscivano a saziarla. Ogni volta che incontrava quella bimba impertinente il filosofo era colto da un imbarazzo estremo. L’ungulato viveva una realtà totalmente incorporea mentre la bimba non faceva altro che mangiare. I loro mondi si sfioravano, ma non potevano incontrarsi. Si riaddormentò. Sognò di essere seduto in un solenne e intimo banchetto in compagnia dei suoi più cari amici: sulla tavola imbandita le cervella, il midollo e la lingua di Alice. Si risvegliò. Si alzò. Si diresse verso la finestra. Negli occhi quell’ultima istantanea, nelle orecchie le sue ultime parole: - Non devi mangiare le tue unghie. Ti piacciono le unghie? Se vuoi e puoi, mangia quelle di Alice. Poi diventò un boccone del selciato.

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Dove Sono


Little Points


Little Points

Alessandro Ripane



Antonio Gaballo


Sgrounch


Darkam


Spaghetti alla pioggia Ingredienti (per 1 persona) • Spaghetti 250gr • 2 cucchiai da minestra di Vegemite • Triple sec quanto basta • Cacao una spolverata o più

Quando piove, hai fame, e hai in casa soltanto Triple Sec, cacao amaro, Vegemite, spaghetti integrali e Marlboro Lights è forse il momento della tristezza? No, è il momento di un piatto di spaghetti alla pioggia. INGREDIENTI: quelli che ho detto sopra o comunque quello che hai in casa. PREPARAZIONE: mettici tutto. TEMPO DI REALIZZAZIONE: 10 min.


William Nava


COMISTRAJOS di Farrandemora( Grassa Fanzine ) illustrazioni di Irene Rinaldi

Una de las peores cosas que hay es comer mal. Cuando se mezclan sabores imposibles, se tira de latas, sobras y congelados... da como resultado un “comistrajo”, es decir una comida casposa, que te deja mal el estómago y que es lo más parecido a un rancho pero con el delito de que quien lo hace piensa que sabe cocinar. Analizamos en exclusiva para Putalocura el fenómeno comistrajo. INFRA COMIDA

Restos de unos macarrones, un filete recocido, verduras congeladas y patatas fritas de bolsa... no, no es un rico plato combinado sino un excelente ejemplo de lo que es un comistrajo. Una comida, que desgraciadamente, esta en los hogares de todos los españoles cada vez más a menudo, pues las madres no tiene tiempo de cocinar para las familias. Y es que las autoras de los comistrajos no son otras que las mujeres. Un hombre normalmente sabe cocinar o tira de latas, cocina preparada peor nunca haría mezclas imposibles de alimentos, realizadas de mal rollo y renegando de ser mujer y por eso tener que hacer la comida en el hogar. Una de las características de los comistrajos, es que la mujer piensa que el marido o los hijos van a tragarse lo que sea, y entonces tiran de fondo de nevera y hacen unos platos rápidos, de mala gana, sin ningún tipo de cuidado y que las propias cocineras no prueban. El comistrajo es solo para la familia nuclear, que son las víctimas de estas carniceras de las comidas que son las “comistrajeras” (o sea, cocineras de comistrajos).


COMISTRAJERAS

Una buena comistrajera aprovecha todos los restos y aplica en su cocina la ley del mínimo esfuerzo. Por supuesto abusa del microondas, las frituras, los congelados baratos y sobre todo, es maestra en combinar mal los sabores, pues no le importa nada mas que poner de comer lo antes posible para poder irse a ver la tele o engancharse a Internet a ver porno. Mezcla sin piedad cosas tan incomibles como pasta con restos de todo tipo (chorizo, salchichón, chopped, barritas de pescado, atún de lata...) y hace una ensalada, o hace una salsa bechamel con margarina y leche caducada y lo mezcla con todos esos restos para hacer unas croquetas. Usa aceite de girasol del más barato que encuentre, y lo mantiene en la freidora muchos meses, dotando a sus frituras de un especial sabor a comistrajo en un aceite que recoge los sabores de todas las guarrerías que estas mujeres preparan. Normalmente en los bloques de pisos se sabe quien come a base de comistrajos por el olor a comida que emana de las ventanas o las puertas de sus casas: un olor nauseabundo a fritanga, refritos, pescado pasado, ajos... olor a comistrajo tan fuerte que se impregna en la ropa y penetra en las pituitarias de manera tan fuerte que a una persona normal le provoca unas arcadas incontrolables. Abundan mucho los comistrajos en ambientes charnegos de barriadas de Lleida, Hospitalet, Rubí... que se pueden considerar como la cuna del comistrajo, aunque realmente es una corriente extendida por toda España. TEMPLOS DEL COMISTRAJO

Pero los comistrajos no son solo producto de amas de casa cerdas, ociosas y casposas, sino que en muchos hoteles son especialistas en ellos. Sobre todo hoteles de costa, dirigidos a turistas ingleses, alemanes de clase baja que son verdaderos devoradores de comistrajos. Estos seres comen lo que sea y en los hoteles lo saben, y por eso tiran de estas recetas imposibles que nadie en su sano juicio comería a no ser que no quedase otro remedio. Los buffets de estos hoteles suelen ser una oda a este tipo de alimentación que tiene en los restos, las cosas caducadas, y las malas materias primas su razón de ser, siendo casi un género (o un anti-genero) culinario. Lo mejor para evitar esos comistrajos de hoteles es optar por comerse lo que se vea más fresco y sin ningún tipo de preparación: lechugas, aceitunas, pan... cosas poco procesadas para así evitar entrar en el reino de la comida más baja que hay. La junk food o comida basura es una delicatessen al lado del comistrajo, pues no sienta tan mal y esta hasta buena. Un Mac Menu, pollo de Kentucky Fried Chicken, patatas fritas del Burguer King, etc... no están incluidos en la categoría de comistrajos. El comistrajo es la anti-cocina y la forma mas baja de procesar un alimento. Aun así hay gente para todo, y quien ha tenido la desgracia de criarse en una casa donde cocinase una comistrajera, serán ellos también comistrajeros y consideraran ese tipo de comida como un manjar de dioses. Para ellos aquí van unas recetas de comistrajos.


COMISTRAJOS VARIOs ① Sopa de tropezones Se pone una pastilla de caldo avecrem, y cuando este hirviendo se va a la nevera y todo lo que este a punto de caducar se echa a la cazuela: pollo, jamón serrano, verduras varias, restos de tortilla... se le ponen unos ajos y se le añade un chorro de salsa de soja, ketchup. Ya esta preparada una rica sopa con sustancia.

② Pasta “comistraji” Macarrones del Dia, chopped, una lata de atún y su aceite, fuet y zanahorias. Se hace una salsa con harina, leche y aceite de la lata de atún y se le añaden los tropezones de fuet, atún y chopped. Se deja que cueza un rato y se le añade a los macarrones una vez cocidos. Se le puede añadir queso por encima y volver a calentarlo en el microondas. Para que sea comistrajo en todo su esplendor, mejor prepararlo, congelarlo y sacarla dos semanas después para descongelarlo y recalentarlo en el microondas. Un placer de dioses para el amante del comistrajo.

③ Pollo con sustancias de mar y montaña Se cogen unos filetes de pollo olvidados en el congelador durante meses, se fríen un poco. Por otra parte se pica cebolla, calamares de lata, setas desecadas chinas, ajos, pimientos, coliflor, y se sofríen con pimentón. Se la añade el pollo y se cubre con agua hasta que se consuma y quede el pollo muy blando y con toda la sustancia de las verduras y el pescado. Un comistrajo de primera.


Grassa Fanzine



Grassa Fanzine



Grassa Fanzine


Piatto 70




Jacopo Tomassini



Ana GalvaĂą


Simone Tso


Piatto 70


Edoardo De Falchi


Eleonora Antonioni


Patrizio Anastasi


Cristina Portolano



New Taste York di Mila Tenaglia illustrazione di Alessandra De Cristofaro

Sono pronta a combatterti. Indosso i miei guantoni di zucchero sfavillante. Non ti temo. Metto gli shorts, infilo i miei pattini bianchi e rossi e seguo quella scia luminosa piena di energie che mi porta fino alla città di New York. In una giungla urbana come questa ci sono molti motivi per avventurarsi. La curiosità, la sete di scoprire una cultura differente dalla nostra, i graffiti, il rap, i grattacieli che si perdono nel cielo e naturalmente tutti quei luoghi comuni con cui sono cresciuti guardando la televisione. A bocca aperta, sgranocchiando chips. Briciole ovunque. Sparatorie, rincorse spericolate, mega paninozzi traboccanti di formaggio fuso, la coca cola più grande di me. Saccarosio puro. Per non parlare poi delle glassate e pralinate ciambelle che come stelle appartenenti a una galassia lontana si trovano posizionate in quegli scaffali alti. Morbide mani ciccione le afferrano da quelle costellazioni per porgerle al cliente. Colori e ripieni di tutti i tipi. Al contrario di quello che si potrebbe pensare New York può essere anche una meta culinaria. Ristoranti stellati offrono miglior sushi e sashimi al mondo, pizze forse più buone che a Napoli fanno da contorno nei quartieri più alla moda della città, un tempo anche pericolosi e decadenti.


Succulenti bistecche morbide. Il vintage e il retrò accompagnano i cocktail serviti nel bicchieri di cristallo della nonna, il piccolo comò di legno diventa il luogo sacro di quadretti con foto in bianco e nero, i vecchi ferri da stiro diventano oggetti immancabili. I rampicanti e i fiori più esotici che voi abbiate mai immaginato dondolano dal soffitto. Ma tu, no matter what, sei sempre in agguato, e io sono pronta a combatterti. Mi hai fatto mandare giù tanti bocconi amari e allora sono salita sul ring. La guerriglia del gusto la fronteggio con la passione, la freschezza, il sapore genuino delle cose, le prelibatezze. Tutte cose che non hanno niente a che vedere con te, bad taste. La sveglia suona, si è pronti per un’altra giornata nella grande mela. Ore 9:00 am Colazione con macchiato Non c’è niente di meglio che svegliarsi la mattina con un buon caffè, se poi espresso ancor meglio. Se la nostra amica Bialetti ci ha lasciato a piedi o ce la siamo semplicemente dimenticata basta andare al bar. Scordatevi il baretto romano con bancone in marmo e rumore di piattini e micro tazzine! Tutto è to go, tutto è’ XL, e il caffè si trasforma in una galassia di cappuccini, frappuccini, caramel macchiato, chocolate cafe macchiato… caramello, pistacchio, panna, l’odiata cannella, differenti tipi di latte… E alla domanda “May have an espresso?” la risposta “One shot or double shot?” vi farà capire che qualcosa non va. Il vero gusto secco asciutto del caffè si perde nella eccentricità dei gusti artificiali. 11.30 am - Spuntino veloce - Ambrogio dove sei? A lavoro molto spesso si ha bisogno di uno snack veloce, lasciate perdere lo spot della fiesta o della “bontà a cuor leggero”, qualsiasi tipo di cioccolata sarà 100 volte superiore di intensità e di sapore a quello a cui siamo abituati noi. Tripli caramelli ricoperti di noccioline, cioccolati bianchi di diversi e inimmaginabili tipi, burro di arachidi con strato di miele e cioccolato fondente e burro… avete l’acquolina in bocca? Vi assicuro che dopo i primi esperimenti gastronomici vi stuferete e soprattutto se non volete diventare una palla come Violetta Beauregarde di Willy Wonka deciderete di darci un taglio… o un morso! A volte è la semplicità che ci appaga meglio. 1.30 pm - A pranzo con Alfredo Molti di noi sono cresciuti con un semplice piatto di pasta in bianco con burro, niente di più facile. In America le Fettuccine Alfredo sono diventate nel tempo l’emblema di un piatto tipico italiano. Cosa che al primo impatto capirete che non è vero. Se vi capitasse di fare un giro in uno dei mostro market della zona troverete barattoli dai colori brillanti, che sembrano detersivi, contenenti questi “sughi” composti da formaggio in amido e burro… In un qualsiasi menù di un ristorante medio-normale troverete i Fettuccini Alfredo (ancora mistero perché gli americani debbano mettere le “i” pensando sia il plurale corretto?). Il risultato sarà una pasta scotta affogata in un burro pannoso, talvolta accompagnata da un letto di pollo… penserete di essere nel peggiore degli incubi culinari.


Se si vuole passare a qualcosa di più leggero, perché no, i vostri occhi scorreranno su un altro nome, Cesare. La Caesar Salad. La salsa composta da succo di limone, uova, aglio e salsa Worcestershire mista a scaglie di finto parmigiano, pollo e crostini di pane soffritti, la renderanno tremendamente pesante e vi passerà la voglia di mangiare verde e di pensare di aver presto una bella insalata fresca. Tanto vale prendersi un doppio hamburger con bacon e cheddar cheese, non trovate? 9:00 pm - A cena con le tartarughe ninja Spesso si torna a casa dal lavoro stanchi e non si ha voglia di cucinare. Un pezzo di pizza al taglio può essere un rimedio veloce e gustoso. Trascurate il dettaglio che non troverete mai o quasi mai delle fette rettangolari ma semplicemente delle slices di pizza. Le tartarughe ninja ce lo hanno insegnato bene e ne andavano ghiotte. Alzi la mano chi non sognava quegli spicchi straripanti di formaggio il cui fumo usciva da quel caldo cartone bianco. Peccato che nella realtà il gusto semplice di una 4 formaggi o di una margherita sia stata abbandonato per offrire al pubblico slices con pollo (orrore!) e quando vi illuminerete alla vista di una fetta di pizza con patate vi correggeranno “You mean pineapple”. Altri due strumenti essenziali saranno il formaggio grattugiato e il peperoncino secco posti in comodi flaconi da poter utilizzare sopra la pizza come se non ci fosse un domani. La mozzarella? Un sogno di un eco di una notte di mezza estate che vedrete con un binocolo. Di simile avrà solo il colore. Il gong suona e un altro tramonto scende su Gotham City. Ripongo i miei pattini nel loro posto, i guantoni consumati appesi al muro. Brillano un po’ meno ora. Sono scesa dal ring, sono a casa. 1 a 0 per me.



Daniela Tieni


Stefano Moscardini

#absaremadeinthekitchen


RIGATONI CUM PAGLIATA di Sor Mauro Lenci

smembrato lo vitellino da latte, abemo tutte quelle viscere et figatelli che s’ha dritto di credere sien la coglia dei palati befolchi et plebei, et per cagione di essi è gran peccato che sieno gettate; lo budello è sicuro una delle più fini et saporose. Fate di modo che lo budello sia de bestia giovine, di modo che sapori solo de latte fresco et non vi liberi fetori de bestiaglia. Fate in prima che sia ben pelato, di modo che sia rosa et netto. Allegatelo formando li nodi che cellaranno lo latte senza ca s’inquini la salsa de pomidoro. Dapoi fendete li nodi separandoli et metteteli a moglio in un poco de vino chiaro. Potete anco formare una fietta o treccia che dir si voglia, curando però di lassarlo integro. Mondate et fendete menuto una cipolla, una parte de aglio, una carota et una gamba de sellero. Soffriggete preditta mistura cum olio fine de oliva, un poco de lardo, due cime de lauro, rosmarino et sarpillo. Uggiungete lo budello et quando sia soffritto mettetevi il vino sopra ditto et mettetevi quindici pomidori velocemente allessati, sbucciati et fenduti a cubetti. Aggiustate de sale et de pepe et fate cocinare adascio che sia ben cotta la carne como il delicato pieno. Cocete a parte la pasta de frumento et quando le due vivande sieno cotte, miscolatele et unitevi un poco de cacio vecchio de pecora. State pur certi che con ditta vivanda farete bendicenti ospiti, amici et financo voi stessi.


Qual è il tuo grado di cattivo gusto? Scoprilo con il bad test di Fame. ti un Dat

er ogni domanda a c punto p ui ris

si

1. Hai mai sputato nel piatto in cui mangi? 2. La teoria per cui si deve cenare con la tv spenta è reazionaria? 3. Non trovi che la frase “non si gioca con il cibo” abbia un che di nevrotico?

4. Nel corso della tua esistenza hai mai discusso delle abitudini alimentari di Gianni Morandi durante i pasti? 5. E tra un pasto e l’altro? 6. Hai mai usato la salvietta calda che ti portano in certi ristorante orientali a fine pasto per pulirti le labbra? 7. Al ristorante fai commenti ad alta voce se il conto è salato o il cibo è pessimo?

di G.Gendel

pon d

i


Sei nato per macchiare la tua vita di sugo o rimani imprigionato tra le maglie del bon ton?

O

ra

eg a ss

i un nat

punto

per ogni doman

NO

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cui

risp on

1. Eviti di parlare di politica, religione o argomenti controversi durante i pasti? 2. Pensi che la pratica della doppia frittura appartenga ormai solo ad alcune popolazioni tribali? 3. La mancia va sempre lasciata, a prescindere dal servizio? 4. Eviti di parlare con la bocca piena? 5. Fare la scarpetta è di cattivo gusto? 6. A cena con gli amici fai in modo di non prendere mai in mano il cellulare? 7. Commentare le abitudini alimentari degli altri è da cafoni?

di


Somma il punteggio e scopri il tuo livello di BAD TASTE.

Da 0 a 4 punti - SCARSO La tua assenza di gusto è disturbante, buono o cattivo che sia. La ricerca del politicamente corretto ti ha reso sciapo come una tartare di seitan. Come direbbero cinque pioniere del femminismo anni ’90, è ora di aggiungere un po’ di pepe alla tua vita ed eliminare quel retrogusto amaro.

Da 5 a 10 punti - MEDIO Fai un uso responsabile del cattivo gusto: sai quando e come utilizzarlo nel migliore dei modi, soprattutto in un contesto radical, ma ne conosci anche i limiti e gli svantaggi. Hai trovato il tuo equilibrio nel mondo del bad taste. Occhio però, non è solo la virtù che sta nel mezzo, ma anche la mediocrità.

Da 11 a 14 punti - TOTALE Sei un animale e la cosa non ti dispiace per nulla. O vivi allo stato brado -e allora hai vinto tutto- oppure riservi buona parte dei tuoi comportamenti di pessimo gusto ai sacrosanti momenti privati della tua esistenza. In questo caso però stai attento, il clash tra come sei e come appari potrebbe causarti bruciore di stomaco.


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BAD TASTING di Anonimo Boy Stout

Estasiato dal video di un signore napoletano che recita preghiere alla Santa Tennent’s decido di recensire tutta la linea Tennent’s senza paura... Grave errore. Quindi assaggio nell’ordine: •

Tennent’s 1885 lager 5%

Tennent’s beer aged with whisky oak 6%

Tennent’s India pale ale 6,2%

Tennent’s Extra 9%

Tennent’s Scotch ale 9%

◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆◆ ◆ Tennent’s 1885 lager - 5%

◆ Tennent’s India pale ale - 6,2%

La prima bottiglia mi fa già capire quanto le birre industriali siano tutto tranne che qualcosa che si possa, a ragione, chiamare birra... Ho serie difficoltà a svolgere il mio lavoro in maniera efficace. Birra senza carattere che più che birra sembra acqua gialla dolciastra. Non ho veramente parole.

vi prego ho una dignità da difendere.

◆ Tennent’s Extra - 9%

Voto: 0, bad taste.

non c’è mai fine al peggio.

◆ Tennent’s beer aged with whisky oak - 6%

Non so come la gente riesca anche solo ad aprire una birra del genere. Unica nota positiva e credo chiave del successo: nasconde assolutamente i suoi nove gradi.

Il secondo assaggio riesce forse a migliorare il peggio. Beer aged with whisky infused oak = birra con aggiunta di chips di legno bagnate nel whisky (e già ce ne sarebbero di cose da dire...) Sembra una birra con aggiunta di vaniglia. Una specie di frappè chimico di birra. Voto: 1

Voto: non pervenuto (credo fosse un detersivo e non una birra).

Voto: hooligan. Voto reale: 2 ◆ Tennent’s Scotch ale - 9%

caramello e birra. Voto: se fossi ubriaco capirei comunque che fa schifo...

Vi prego abbiate cura del vostro corpo e non bevete mai queste birre. Cheers.


LA POSTA DI PANESSA

The bitches’ food

aka Meretrici pantagrueliche

♥ Divina Panessa, temo che il mio quesito possa sembrarti banale, ma sei stata proprio Tu durante il seminario “Sollievo ai malati” che hai tenuto a Terracina a dirci che dobbiamo ambire alla perfezione per guadagnarci finalmente l’affetto dei nostri cani e pertanto provo qui a dar sfogo ai miei problemi, sperando di diventare un ometto ben più risolto. Ho una compagnia di nome Amarilli che ama le buone maniere e che detesta il mio approccio irruento tra le lenzuola. Non tollera neanche il più creativo degli improperi. Che fare divina Panessa per non offender né lei né la mia arte amatoria? Juan Calabazas

Mio caro Juan Calabazas, mi ricordo di te. Il seminario nel quale ci siamo conosciuti ha lasciato il segno in Te ed altri padroni delusi che, stanchi dell’indifferenza dei propri animali domestici, hanno preso parte con entusiasmo alle mie lezioni di carisma, rigore e polpette di tacchino. Mi dispiace solo che i miei insegnamenti cinofili a nulla ti valgano per la distinta Amarilli. �


Con lei, simpatico Calabazas, devi agire d’astuzia e render le contumelie il tuo maggior pregio. Ti consiglio di seguire alla lettera lo Sgalateo che scrissi a inizio secolo sulle rive del Mekong: ingegnati per render orrendo ogni tuo gesto, diventa l’incarnazione dell’Obbrobrio, fai crescer le unghie dei piedi e venerale come se si trattasse di orchidee selvagge. Così facendo, renderai innocua ogni tua parola che messa a confronto col tuo terrificante aspetto, apparrà pura e innocente come il cucciolo di Pomerania del quale ti ho insegnato a guadagnarti il rispetto. Trovare l’accordo fra le cose di cattivo gusto: ecco il colmo dell’eleganza.

♥ Cara Panetta, sono Eufralio e ti scrivo da Roma Est. O otto anni e i miei genitori sono andati a cena da “Euro bangla”. Vorrei tanto guardare “The magic sword” in striming, ma pultroppo non l’ho trovo. Tu sai aiutarmi? Speriamo. Sembri saggia dalla foto. Eufralio ’09

AHAHAHAHAH mio caro Eufralio AHAHAHAH, come amo i refusi! Quasi quanto la pubblica gogna! Mio adorato, ma non lo sai che si scrive “MAGICK”? Che cosa ti dice quella piccola testolina prepubere? Non lo sai che la K viene da KTEIS, ovvero che ogni volta che si parla di magia in realtà – adorato batuffolino- ci si riferisce ai genitali femminili? Eccola la tua amata intelligenza preterumana, Eufralio. Spero di aver risposto al tuo quesito. Un forte abbraccio.

Sottoponi anche tu i tuoi quesiti a Panessa, o mandale una foto per ricevere consigli di stile per apparire sempre più pantagruelica e sempre più meretrice: panessameretrice@gmail.com



Illustrazione di copertina

Nicola Alessandrini ............ Alessandra De Cristofaro - illustratrice.....................................alessandradecristofaro.com Alessandro Ripane - illustratore........................................................alessandroripane.com Ana Galvaù - illustratrice.............................................................................anagalvan.com Camilla Pistacchi - chef di Verde Pistacchio...................................via Ostiense 181, Roma Cristina Portolano - fumettista.........................................................cristinaportolano.com Darkam - illustratrice.............................................................................darkamarcadia.com Farrandemora - scrittore, giornalista e artista...............................davidfarrandemora.com Grassa fanzine - ............................................................................grassafanzine.tumblr.com Dove Sono - fumettista..................................................................facebook.com/dovesono Edoardo De Falchi - artista....................................................................... 1nd3x.com/2/3/ Eleonora Antonioni - fumettista....................................................eleonora-antonioni.com Gina Gendel - giornalista............................................................acontinentalbreakfast.com Irene Rinaldi (yoirene) - illustratrice..............................................................yoirene.com Jacopo Tomassini - fotografo...................................................jacopotomassini.tumblr.com Little Points - illustratrice..................................................................littlepoints.blogspot.it Panessa - meretrice.................................................................panessameretrice@gmail.com Patrizio Anastasi - illustratore.............................................................turquoiseisland.com Simone Tso - illustratore............................................................................tso.superfluo.biz Piatto 70 ..........................................................................................facebook.com/Piatto-70 BeatSoup...................................................................................mixcloud.com/Beat_soup Mila Tenaglia - giornalista e art writer.................................................................................... Mauro Lenci - chef......................................................................facebook.com/foodfighters Stefano Moscardini...........................................................................stefanomoscardini.com ChickenBroccoli........................................................................................chickenbroccoli.it Francesco D’achille - filosofo .......................................................................................... Ilaria Palleschi- illustratrice..........................................................behance.net/ilariapalleschi Andrea Sgrounch De Giorgi -Antonio Gaballo - William Nava - Tatuatori............................... ...........................................................................................................instagram.com/tigerridertattoo


Questo numero è dedicato ai fratelli Albert e Bernstein Meyer, che negli anni ’50 inventarono le cene congelate servite in un vassoio con tre scompartimenti separati.





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