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Se il boom di colonnine prepara quello dei Bev
un mercato a due facce, tanto tanto mentre le installazioni di sistemi di ricarica pubblica hanno registrato
Il dato sulle vendite di Bev è preoccupante, - sentano la fotografia più realistica di questo delle vendite di full electric nel 2022: Regno Unito a +40%, Germania a +32%, Spagna a +30%, Francia a +25%. Italia in negativo…
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L’arretramento del mercato italiano è quindi il segnale di un grave ritardo rispetto ad altri Paesi, ma la direzione intrapresa dalle grandi economie avanzate è ormai irreversibile.
L’Italia può puntare i piedi, strillare e fare i capricci, e così ritardare il trasferimento nel futuro. Ma non certo tornare indietro.
Del resto, che questo ritardo sia frutto di una scelta politica consapevole, lo dimostra la mancanza di una strategia nazionale in tema di incentivi alla transizione.
A fronte di una certa ottusità dei vertici del Paese, c’è però una forte spinta al cambiamento che arriva dal basso, in particolare dagli operatori del mercato, che stanno mettendo in campo grandi investimenti per preparare il terreno ai futuri possessori di auto elettriche. Nell’ultimo trimestre del 2022, infatti, il numero di nuovi punti di ricarica pubblici è stato pari a più del triplo rispetto allo stesso periodo del 2021. Non solo: in tre mesi il numero di infrastrutture di ricarica disponibili in Italia è cresciuto del 16% (lo ripetiamo, in soli tre mesi!). Si tratta di un fenomeno importantissimo, perché sappiamo bene quanto la realizzazione di una rete diffusa di sistemi di ricarica sia una delle principali chiavi per favorire il passaggio dalle auto a motore endotermico ai Bev. E allora diciamolo: sui primi vagoni di quel treno in corsa verso il futuro, c’è anche un pezzo del nostro Paese. Un pezzo che deve lottare contro i trabocchetti e le insidie di chi rema contro… e lo fa in tanti modi. Ad esempio con la grottesca situazione del Bonus colonnine con cui il governo aveva stanziato 40 milioni di euro per coprire una parte dei costi di acquisto e installazione di colonnine e wall box. Il provvedimento era arrivato addirittura in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 ottobre, poi rinnovato a gennaio con il Milleproporoghe, ma mai veramente reso accessibile con un decreto attuativo.
Che senso ha questo lungo stand by?
Ci auguriamo che quando leggerete queste righe, il problema sia stato risolto. Ma questa doppia velocità tra Stato e Paese reale è veramente preoccupante.
E a proposito di Paese reale, in questo mese di marzo cade un appuntamento che potrebbe diventare centrale nell’emergente settore degli ev-charger: dal 22 al 24 marzo si tiene a Rimini la prima edizione dell’evento fieristico K.EY. Prima edizione sì, ma già in grado di occupare praticamente metà del grande quartiere fieristico romagnolo. Il settore trainante di K.EY è il fotovoltaico, ma il mondo dei sistemi di ricarica per auto elettriche si è già collocato in ottima posizione, sia negli stand dei player dell’energia solare che trattano anche questi prodotti, sia nel padiglione dedicato proprio alla mobilità elettrica.
Noi ci saremo: la redazione di E-Ricarica sarà presente in forze alla tre giorni fieristica per raccontare al proprio pubblico le più fresche e interessanti novità che arrivano dai tanti espositori presenti. Un suggerimento: per chi può, è un appuntamento da non mancare. Anche grazie a queste occasioni si può costruire una community professionale, un network di conoscenze e competenze che può diventare la base solida su cui costruire una robusta evoluzione del settore.
Davide Bartesaghi Direttore responsabile