Pet B2B - Giugno 2021

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APPROFONDIMENTI

Food: la Commissione Europea mette al bando 87 additivi Il nuovo regolamento pubblicato a maggio ha proibito numerose sostanze finora autorizzate. Il provvedimento, che riguarda ingredienti ampiamente utilizzati negli ultimi cinquant’anni, imporrà ai produttori la revisione delle formule, per renderle conformi alle nuove disposizioni normative entro il 30 maggio 2023. di Paola Cane

La norma anticipa una complessiva revisione degli quadro europeo degli additivi per mangimi che dovrebbe concludersi nell’ultimo quarter di quest’anno

Il 7 maggio la Commissione Europea ha

emanato un nuovo regolamento con il quale ha disposto il ritiro dal mercato di ottantasette additivi destinati all’alimentazione animale, che risultavano autorizzati da norme obsolete, risalenti ai tempi delle direttive 70/524/CEE e 82/471/CEE e sottoposti dal 2010 al cosiddetto regime transitorio dell’art. 10 del reg 1831/2003. L’atto normativo interessa numerose categorie di additivi, ritirati perlopiù per tutte le specie. Si tratta di conservanti (tra cui il citrato di sodio e di potassio), vitamine e provitamine (tra cui numerose forme di vitamina B2 e di Beta carotene) e micro-

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organismi (tra cui l’Enterococcus faecium CNCM I-3236/ATCC 19434). Ma, soprattutto, il regolamento sfalcia la lista di sostanze botanicamente definite, privando dell’autorizzazione numerosi aromi ampiamente utilizzati dall’industria, tra i quali sono degni di menzione l’estratto di ribes nero (Ribes nigrum L.), l’olio di lavanda, l’olio di melissa (Melissa officinalis L.), la tintura di radice di valeriana (Valeriana officinalis L) e l’estratto di zenzero (Zingiber officinale). L’IMPATTO / L’intervento del legislatore comunitario non discende da motivi di sicurezza, ma

dal fatto che nessun operatore abbia attivato la procedura di rivalutazione delle sostanze necessaria per il rinnovo dell’autorizzazione o perché, nei casi in cui è stata presentata una domanda, essa sia stata successivamente ritirata. La procedura per la richiesta di autorizzazione alla Commissione Europea, che viene trasmessa poi all’EFSA, infatti, è particolarmente onerosa e oltretutto implica la creazione di un complesso fascicolo tecnico che ha l’obiettivo di dimostrare la conformità dell’additivo immesso sul mercato alle condizioni dell’autorizzazione. Il regolamento non sarà certo


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