EXPORT
Anche il Messico corre sulla scia della parentizzazione Causa emergenza sanitaria, lo scorso anno le vendite di pet care hanno registrato un rallentamento attestandosi a un +4% (contro il +10% medio dell’ultimo decennio). Ma il mercato messicano conferma un elevato potenziale di crescita, rappresentando una frontiera promettente per i produttori italiani interessati a trovare nuove opportunità di sviluppo in Sud America. di Paola Cane
I
l significativo aumento delle famiglie di proprietari di cani e gatti in Asia, Africa e America Latina offre l’opportunità di aumentare le esportazioni; pertanto, l’accesso ai mercati esteri può diventare un elemento essenziale nell’ottica delle strategie di crescita dei brand italiani di alimenti per animali domestici. Torniamo quindi a rivolgere il nostro sguardo ai mercati esteri, concentrandoci sul Messico, quinto produttore di pet food al mondo e secondo in America Latina - dopo il Brasile - considerato uno
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dei mercati con più potenziale di crescita. Le cause principali di questo posizionamento sono l’aumento della popolazione di animali domestici e il cambiamento del ruolo di cani e gatti in una società che sta evolvendo seguendo il fenomeno della parentizzazione. Nel paese di Montezuma l’anno scorso sono stati prodotti circa 1,2 milioni di tonnellate di alimenti per animali da compagnia (per un valore di circa 2,6 miliardi di dollari) di cui 790mila tonnellate solo di cibo per cani. L’alimentazione dei gatti a
volumi vale a stento il 15% di quella per cani, mente il resto della produzione è dedicata agli altri piccoli animali domestici. La produzione interna è in mano a circa 140 aziende produttrici concentrate principalmente negli stati di Querétaro, Città del Messico, Monterrey e Guadalajara. IL PAESE DEI CANI / Che la popolazione messicana preferisca di gran lunga i cani (che rappresentano circa il 70% degli animali domestici della