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Evitato il divieto di commercializzazione per gli animali esotici

Le disposizioni della legge 53/2021 stavano per mettere in seria difficoltà gli operatori di un settore sano e controllato che genera un indotto da 170 milioni. Grazie anche ad Aipa 50 milioni tra pesci, rettili, piccoli mammiferi e volatili non sono più a rischio “sfratto”.

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di Di Marco Alvise Pan, segretario Aipa

Finalmente, dopo mesi di attesa, l’incubo dei divieti sembra essere evitato. Il testo della legge delega 53/2021, in particolare l’articolo 14 lettera q, avrebbe fatto sì che migliaia di aziende, allevatori amatoriali e anche appassionati, avrebbero dovuto alzare “bandiera bianca”. Approfittando della confusione creata dal recepimento tardivo e fuorviante del regolamento europeo 2016/429, si era introdotto nella manovra di legge il divieto di commercializzazione, conservazione e importazione di tutti gli animali esotici. Il tutto, paradossalmente, sotto l’occhio poco vigile dei nostri politici. Il testo è stato approvato prima al Senato e poi alla Camera senza alcun fondamento scientifico ma bensì, come è apparso, come conseguenza di una forte spinta ideologica che non ha avuto eguali in Europa. Grazie all’azione di numerose associazioni, tra cui anche Aipa, tutto questo è stato evitato. Lo schema di decreto legislativo, approvato dal consiglio dei ministri, prevede che questi animali possano ancora essere conservati, commercializzati e importati.

I DATI / Nel territorio italiano sono presenti 65 milioni di animali da compagnia dei quali “solamente” 15 milioni sono cani e gatti. La rimanente parte (50 milioni circa) è considerata esotica ed è composta da specie che milioni di famiglie curano e amano ogni giorno. Tra questi animali in Italia registriamo principalmente pesci d’acquario, tartarughe, pappagalli, piccoli mammiferi e rettili che nella loro vita non hanno subito lo sradicamento dal loro ambiente naturale. A supporto di questi animali si è creato e sviluppato un settore sano che genera un indotto di circa 170 milioni di euro all’anno. I divieti contenuti nella legge avrebbero favorito paradossalmente il commercio illegale delle zoomafie e avrebbe comportato una riduzione dei controlli da parte dei veterinari.

L’AZIONE DI AIPA / Come Aipa abbiamo sollecitato con un dossier informativo le commissioni 12ª (Igiene e sanità) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato sottolineando come tutti gli animali in commercio provengano da una filiera controllata in ogni suo passaggio a garanzia del benessere animale e della salute pubblica. Come sottolineato in seduta, se si dovesse introdurre una lista ancor più restrittiva di quella prevista dall’allegato 1 del regolamento europeo 429/2016 per le limitazioni alla positività di movimento degli animali all’interno della comunità europea, si andrebbe incontro a infrazioni e si causerebbe la drastica e fatale penalizzazione delle aziende italiane ed europee. Inoltre, eventuali divieti approvati dal governo andrebbero a incidere sui risvolti economici e occupazionali di migliaia di professionisti e allevatori amatoriali con conseguenti danni ingenti alle finanze dello Stato.

FUTURO / Una piccola vittoria per il nostro settore che però non sancisce il trionfo. Ora più che mai gli imprenditori ma anche i tanti appassionati che allevano e hanno accolto nelle loro famiglie questi animali hanno bisogno di associazioni come la nostra che si pongano come organo di vigilanza e tutela dei portatori di interesse di chi opera in questo ambito. Aipa non smetterà mai di far sentire la sua voce all’interno delle sedi istituzionali. La tutela degli animali non si ottiene sicuramente con l’annientamento del nostro settore che ogni giorno investe nella ricerca e nello sviluppo per il benessere dei nostri piccoli amici esotici.

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