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Oltre gli ostacoli autorizzativi per una maggiore autonomia energetica PAG
OLTRE GLI OSTACOLI AUTORIZZATIVI PER UNA MAGGIORE AUTONOMIA ENERGETICA
SECONDO ANIE RINNOVABILI, SNELLIMENTO DEGLI ITER E SVILUPPO DI NUOVE TECNOLOGIE SONO I DUE PUNTI A PARTIRE DAI QUALI SARÀ POSSIBILE FAVORIRE LA CRESCITA DEI NUOVI IMPIANTI DA FER. MA IL PAESE VIAGGIA ANCORA TROPPO A RILENTO
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A CURA DI ANIE RINNOVABILI
Negli ultimi anni stiamo assistendo a un susseguirsi di normative nazionali volte a semplificare gli iter autorizzativi per abilitare lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Nonostante al DL 76/2020 si siano susseguiti prima il DL 77/2021 e poi il recentissimo DL 17/2022, tuttora in fase di conversione in legge, non si è purtroppo registrato quel cambio di passo atteso dagli stakeholder di settore. Più di un decennio fa, fu autorizzata nuova capacità da rinnovabili che consentì l’entrata in esercizio di ben 25 GW tra il 2009 ed il 2013, il quinquennio del boom delle fonti rinnovabili. Cosa è cambiato nei successivi 8 anni durante i quali sono stati autorizzati e installati 8 GW di nuova potenza, anche se la normativa dei procedimenti autorizzativi è rimasta la medesima? Si può teorizzare che, avendo quasi raggiunto gli obiettivi prefissati per il 2020, sia subentrata una forma di rilassamento nei governanti, che la maggior penetrazione delle fonti rinnovabili abbia risvegliato le coscienze dei difensori del territorio e del paesaggio, che il costo in bolletta era troppo oneroso per la collettività. Anie Rinnovabili è stata negli anni più recenti molto proattiva nel presentare proposte legislative per la semplificazione degli iter autorizzativi e ha sensibilizzato l’opinione pubblica su questa difficoltà del settore. Purtroppo si è resa anche conto che sono necessarie competenze multidisciplinari per le quali occorre formare il personale; in aggiunta l’associazione ha constatato la necessità che tutta la “catena di comando” debba essere allineata sull’obiettivo da raggiungere: la decarbonizzazione. Non sembra aver cambiato la situazione di stallo in cui versa l’Italia né la direttiva europea sulle fonti rinnovabili che stabilisce in 2 anni (1 anno) la scadenza entro cui emettere il parere per impianti nuovi (impianti esistenti) né l’avvento della Commissione tecnica Pniec/Pnrr, né tantomeno l’esigenza di investire quella mole di miliardi provenienti dall’Europa per l’implementazione del Pnrr, che sono inferiori a quelli privati necessari per l’attuazione del Pniec. Chissà se sarà la guerra tra Russia e Ucraina a scuotere il nostro Paese. Gli scenari che analizzavamo sino a qualche mese fa sono stati completamente stravolti. Il prezzo del gas è alle stelle e lo sarà per più tempo di quanto inizialmente preventivabile e dinamiche analoghe si prospettano per i prezzi dell’energia elettrica. La direzione intrapresa dal governo è quella di una maggior diversificazione degli approvvigionamenti energetici, ma è anche quella di una maggior autonomia energetica basata sulle fonti rinnovabili, perché l’Italia è una miniera di sole e vento. Gli stessi imprenditori manufatturieri nostrani lo hanno compreso ed evidenziano l’esigenza di disaccoppiare il prezzo di approvvigionamento energetico tra combustibili fossili e fonti rinnovabili. Per Anie Rinnovabili è tempo che questi ostacoli autorizzativi siano superati coniugando lo sviluppo delle tecnologie abilitanti la transizione energetica con la tutela di territorio, paesaggio ed ambiente; il paese non può più attendere le lungaggini burocratiche e non può più permettersi di ritardare investimenti che favoriranno la crescita economica.
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