dal 1885 shop.gherardini.it
Costo copertina €6
MERCATI
Fame di made in Italy
Direttore responsabile Flavia Colli Franzone
Focus
Trend
FRA URBAN E BAGLIORI QUOTIDIANI
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Le tendenze per l’a/i 2014-15 in attesa delle Fashion week. Pag. 16
LE OPPORTUNITÀ DEL SUD AFRICA
Un Paese alla ricerca di status symbol nell’abbigliamento. Pag. 29
Strategie
PLAYER GLOBALI DEL 2020
Nuovi modelli di business per andare sui mercati. Pag. 34
Retail
I SUONI CHE FANNO VENDERE
Psicoacustica e sound masking le nuove frontiere in store. Pag. 36
MODA&CINEMA
REGOLE NUOVE Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Milano
Uno scatto dell'adv Givenchy
Il sistema moda ha visto crescere le quantità esportate dell’1,3%, grow up soprattutto al forte traino dei mercati extra-Ue che quest’anno sono arrivati a costituire oltre il 50% delle vendite estere complessive. I dati più confortanti di dinamismo delle vendite vengono, non sarà una sorpresa, dai mercati asiatici: Cina prima di tutti, con +15,6% e Hong Kong con +7,3%. Non male anche Giappone e Corea del Sud. Per il sistema moda italiano il momento si conferma buono anche negli Stati Uniti, a cui abbiamo venduto il 5,6% in più, e nei mercati mediorientali, Emirati Arabi in primis. Bilanci attivi comunque anche dentro i confini europei. La top3 delle destinazioni delle collezioni femminili made in Italy ci porta più vicino del previsto: l’export è bilanciato tra destinazioni europee ed extra-europee. Secondo il centro studi SMI, sono la Francia, Russia e Germania le cacciatrici di made in Italy al femminile. Pag.12
IDEAZIONE
Nuova sartorialità
San Andrès
La creatività delle nuove generazioni di designer si rifà alle tecniche artigianali tradizionali, salvo aggiustare il tiro in fatto di business. I giovani puntano ora su un nuovo concetto di couture: collezioni sartoriali sì, ma pragmatiche e vendibili. Quella che sta affiorando con non poche difficoltà è una nuova artisanal experience fatta da giovani che fanno di tutto per esprimersi ad alta voce, condividendo con le maison storiche gli spazi e il pubblico di appuntamenti importanti come AltaRoma. Pag.26
Pierre Niney nel film Yves Saint Laurent prossimamente in uscita e distribuito in Italia da Lucky Red.
Formale e informale, maschile e femminile: la moda donna gioca sugli opposti e sulle contaminazioni. Se le donne hanno nel guardaroba tailleur pantaloni, smoking e sahariane - capi fino allora prettamente maschili - lo devono alla genialità di Yves Saint Laurent che negli anni Sessanta cambiò alcune regole della moda, dopo la sua uscita dalla Maison Dior, per iniziare un percorso tutto suo
con l’aiuto e la complicità di Pierre Bergé. Ma ci furono anche gli abiti Mondrian nel 1965 e la collezione Ballets Russes nel 1976, solo per citare alcuni esempi famosi. Il percorso creativo e sentimentale dello stilista è seguito fedelmente nella biopic Yves Saint Laurent in uscita in prima-
DSQUARED PREFALL 2014
vera in Italia con la regia di Jalil Lespert. Gli attori della Comédie Française, Pierre Niney e Guillaume Gallienne interpretano rispettivamente Yves e Pierre, mentre Charlotte LeBon è la modella e musa Victoire Doutreleau, Laura Smet è Loulou de la Falaise e Marie de Villepin è Bet-
ty Catroux. All’uscita del film in Francia Le Nouvel Observateur ha scritto che il regista “ha saputo raccontare un genio della moda, la storia di un amore folle e fare allo stesso tempo il ritratto di un periodo. Stendendo su tutto un velo di tristezza che rende il personaggio ancora più toccante”.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
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Issue #25- Marzo/Aprile 2014
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Issue #25- Marzo/Aprile 2014
L'EDITORIALE
Il consumatore detta legge
L
a moda donna è pronta a cogliere l’ennesima sfida del mercato, dopo un anno, il 2013, in cui i consumi mondiali di abbigliamento maschile hanno sorpassato quelli femminili (27 miliardi di euro contro 26). Non è più solo questione di avere il prodotto e il partner distributivo giusto, ma sapere intercettare i bisogni di un consumatore maturo ed evoluto, sempre più difficile da fidelizzare, soprattutto nella fascia alta del mercato. Secondo l’indagine True Luxury Global Consumer Insight condotta da Altagamma con Boston Consulting Group e Exane BNP Paribas, oggi i consumatori del lusso sono 380 milioni che spendono circa 730 miliardi di euro, mentre nel 2020 saranno 440 milioni con una spesa complessiva che raggiungerà gli 880 milardi. Non solo non è più sufficiente per le aziende conoscere questi nuovi consumatori, ma diventa fondamentale valutarne le attitudini e i comportamenti negli acquisti. Le “antenne” sul mercato diventano sempre più i negozi, customizzati e a misura dei vari target di riferimento. Ecco che il negozio offline sperimenta nuove frontiere per coinvolgere il consumatore nella shopping experience, mettendo in campo nuove soluzioni, come le più avanzate tecniche di psicoacustica (di cui parliamo in questo numero). Il suono infatti porta con sé implicazioni psicologiche e può influenzare il comportamento delle persone, e quindi gli acquisti. L’esperienza multisensoriale applicata al processo d’acquisto coinvolge anche l’online, tanto che la musica diventa un elemento fondamentale della Digital Factory di vente-privee.com per rafforzare l’immagine del brand, creando sound su misura adatti al mood della vendita-evento. E’ quindi evidente come siano sempre più sinergici gli strumenti da affinare per coinvolgere i consumatori offline e online, canali di vendita che ormai non possono prescindere dall’interagire in un’ ottica sempre più integrata e omni-channel. Non importa dove inizi o finisca l’esperienza d’acquisto, se parte da uno smartphone per concludersi in negozio con la prova dell’abito, o dal punto vendita per la scelta del capo fisico per ponderarne l’acquisto con il tablet. Quello che conta è far scattare qualcosa nel consumatore, accompagnarlo nel percorso all’acquisto con nuovi mezzi di comunicazione e di persuasione, dove nulla è lasciato al caso. Ben vengano in questo percorso anche le app, validi strumenti digitali che indirizzano e rassicurano negli acquisti, sostituendosi al personal shopper fisico. Ormai ce n’è una per tutte le occasioni ed esigenze. Rassicurare e supportare il consumatore, oltre e più che fargli vivere un’esperienza: è quanto già dieci anni fa la ricercatrice americana Soshana Zuboff aveva teorizzato in un libro trascurato all’epoca della sua uscita (era il 2001 delle Torri Gemelle) ma molto rivalutato oggi: The Support Economy, come creare valore essendo veramente d’aiuto ai clienti finali. Una moda meno edonistica e più sociale, pur in un’accezione glamour di questo concetto. @fcollifranzone
Masthead 6
Direttore responsabile FLAVIA COLLI FRANZONE f.colli@fashionillustrated.eu Publisher MARCO POLI mpoli@milanofashionmedia.it Progetto grafico BUREAUBUREAU www.bureaubureau.it Impaginazione GIULIA QUAGLIA MICHELA CLERICI
Redazione VIRGINIA SIMONI v.simoni@fashionillustrated.eu Hanno collaborato Diana Barbetta, Giovanna Caprioglio, Giuliano Deidda, Alessandra Iannello, Marco Magalini, Federica Motta
Redazione Corso Colombo 7 20144 Milano Tel. +39 02 87365694 www.fashionillustrated.eu info@fashionillustrated.eu Concessionaria esclusiva per la pubblicità MILANO FASHION MEDIA Via Alessandria 8 20144 Milano Tel. +39 02 58153201 www.milanofashionmedia.it info@milanofashionmedia.it Responsabile testata PAOLA CORDONE pcordone@milanofashionmedia.it Segreteria di Direzione SAMUELA MARTINELLI smartinelli@milanofashionmedia.it Ufficio traffico GIADA STRAZZELLA traffico@milanofashionmedia.it Stampa Fashion Illustrated è stampato da MCAZIENDAGRAFICA SRL Via Alcide de Gasperi, 4 22072 Cermenate (CO) info@mcaziendagrafica.it La pubblicazione Fashion Illustrated è edita in Italia e all’estero da BIBLIOTECA DELLA MODA Corso Colombo 9 20144 Milano Tel. +39 02 83311200 info@bibliotecadellamoda.it www.bibliotecadellamoda.it
Periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Milano n. 138 del 22.03.2010 © 2012, tutti diritti riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l’uso di sistemi elettronici senza l’autorizzazione dell’editore. Testi, fotografie e disegni: riproduzione vietata. Qualsiasi tipo di materiale inviato in redazione, anche se non pubblicato, non verrà in alcun modo restituito. Tutte le immagini contenuta in questo progetto sono a puro scopo illustrativo e tutti i diritti appartengono ai rispettivi autori. Abbonamento 2014: 10 numeri euro 49. Mandare una mail a info@libreriadellamoda.it tel. 02 83311216 – 02 58153201 La riservatezza per gli abbonati è garantita dal pieno rispetto della legge 675/96 sulla privacy. I dati forniti verranno utilizzati esclusivamente per l'invio della pubblicazione, non verranno ceduti a terzi per alcun motivo.
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FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Sommario 8
MERCATI
IDEAZIONE
12
24
Questa l’esortazione che proviene dai mercati esteri, affamati di womenswear made in Italy.
La ricerca dei giovani designer si focalizza sui tessuti e sulla vestibilità.
Moda italiana cercasi
TREND PREVIEW A/I 2014-15
16
Shine on
Lurex, paillettes, oro e argento anche per l'abbigliamento quotidiano.
17
Tough Schoolgirl
Mix di stili cosmopoliti per le proposte urbane.
100% Talents
26
Nuova sartorialità
I giovani puntano su un nuovo concetto di couture: collezioni sartoriali sì, ma pragmatiche e vendibili.
FOCUS SUDAFRICA
29
WORLD NEWS
38
L’e-commerce da’ i numeri
Google ci svela i numeri delle ricerche che riguardano la moda sul proprio motore.
PR&COMUMNICAZIONE
40
FASHION CHI LEGGE
42
54
Le mostre tra moda e design da non perdere.
STRATEGIE
Viaggio tra le letture consigliate da Biblioteca della Moda.
34
SOCIAL
Il settore cosmetico mantiene la sua impronta in crescita, pur registrando gli effetti di una crisi lunga.
22
Sul filo dell’estate
Il comune denominatore delle proposte a Pitti Filati e Milano Unica sembra essere la sostenibilità, anzi il lusso sostenibile.
Visione strategica per proiettarsi sui mercati e nuovi modelli di business.
RETAIL
44
ZOOM
46
Happy birthday!
Milano Fashion Library compie 5 anni e festeggia tante novità.
36
DIGITAL
Sound masking e psicoacustica sono le nuove frontiere.
Le applicazioni possono diventare una risorsa importante per le aziende di moda e i retailer.
I suoni che fanno vendere
La mia vita è un film Il racconto di Belén Rodrìguez.
Interpretazioni contemporanee per la sera.
Player globali del 2020
52
AGENDA
18
Make up effect
ZOOM
Una overview sulle principali notizie dal mondo della moda.
LIBRI
20
La rassegna stampa dal mondo.
Iniziative e acquisizioni.
Alla ricerca dello status symbol europeo
Classica Diva
50
48
L’opera “Yves Saint Laurent” di Antonio Guccione dalla sua esposizione “From Jesus to Yves Saint Laurent” in mostra a Milano alla Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter e presso lo showroom di architettura d’interni “Il Piccolo” fino al 31 marzo 2014
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
LORELL A CUCCARINI
spring summer 2014
numero verde 800.016.608 dianagallesi.com
Contributors 10
Special guests
ILLUSTRATORE
Nicola Gobbetto
JACOPO ATTARDO Ha tenuto workshop di marketing non convenzionale presso l’Accademia di Comunicazione di Milano e crede che Wikipedia sia la più grande invenzione del nostro secolo (e che questo sia solo l’inizio). Nel 2001 entra nel settore della comunicazione come fotografo, poi la sua carriera si evolve nel 2006 iniziando con il ruolo di project manager in Borderline-adv e poi per il gruppo Ninja Lab. Nel 2008 è uno dei fondatori di Brand Storming srl e successivamente diventa Content Manager per Borderline Ideas. Nel 2012 assume il ruolo attuale di Head of Digital presso RedCell-gruppo WPP. Ha anche un suo blog personale jacopoattardo.wordpress.com che racconta in modo ironico il mondo dei new media. Pag. 48
TIZIANA FAUSTI
ANDREAS SCHMEIDLER Classe 1965, Andreas Schmeidler inizia la sua carriera nel 1983 rilevando l’azienda tessile di famiglia e rendendola, in breve tempo, una realtà europea di riferimento per molti player internazionali nel campo della distribuzione off retail, in particolare nei canali della vendita per corrispondenza e delle televendite. Nel 2008 Schmeidler fonda Canalecorto. com, società di consulenza commerciale e marketing strategico, dedicata allo sviluppo di canali alternativi di distribuzione per le aziende soprattutto italiane, rivolte al mercato estero, per aiutarle a sviluppare canali off retail ancora non approcciati. Forte di un’esperienza imprenditoriale trentennale in ambito tessile e commerciale, nel 2010 Schmeidler entra in vente-privee.com in qualità di Country Manager Italia. Pag.36
ALESSIO DE'NAVASQUES Nato a Brindisi il 10 Maggio 1985, dopo essersi laureato in architettura a Roma, inizia ad avvicinarsi al mondo della moda come curatore e giornalista free lance, collaborando come alcune delle testate più famose, come Vogue, Elle, L'Officiel Italia. Al momento cura il progetto A.I. per Altaroma Altamoda, la settimana dell'alta moda romana, promuovendo sia le più prestigiose realtà artigianali italiane, che il lavoro dei giovani designer, attraverso l'organizzazione di mostre ed esibizioni principalmente a Roma e a Milano, in collaborazione con White Fair. Pag. 26
FASHION CHI LEGGE
MICHELE MAGNANI
ELISA GAITO Laureata nell’ 1981 in “International Business and Administration”, ha iniziato subito la propria carriera aprendo a Zurigo nello stesso anno una boutique con più di 40 importanti brand internazionali tra cui Dolce&Gabbana, Yojii Yamamoto, Giorgio Armani, John Galliano, Alaia, Jean Paul Gaultier. Nel ’92 conclude l’esperienza di retailer per aprire il grande showroom Elisa Gaito di 900 mq a Milano. Attualmente vanta 1200 clienti internazionali tra cui Saks, NY, Dubai, Bosco dei ciliegi di Mosca e Harvey Nichols di Londra. Negli anni di attività ha lanciato brand come Micheal Kors, Vanessa Bruno, Joseph, Jimmy Choo, Carven, Courreges e Paule Ka. Pag. 24
Nasce a Milano nel 1980, vive e lavora a Milano. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e la sua Galleria di riferimento è la Galleria Fonti di Napoli. Nel 2011 vince il Prada Manga Contest e nel 2012 realizza il corto animato "The Golden Fish" per Vogue.it. La sua ricerca si snoda attorno alla narrativa fantastica, miti e leggende, magia ed esoterismo. Metamorfosi e trasformazione sono le parole chiave della sua produzione artistica, che abbraccia tecniche sperimentali che vanno dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura, fotografia e disegno.
Belén Rodríguez
E' Senior Artist per MAC. Le sue specialità sono il trend, beauty, bridal, camouflage, editoriali e soprattutto sperimentare le diverse vie di espressione nel makeup. Ha lavorato per le maggiori testate di moda internazionali e vanta numerose apparizioni televisive sulle reti televisive nazionali. È il truccatore per celebrities del calibro di Naomi Watts, Kylie Minogue, Olivia Palermo, principesse di tutto il mondo e delle più importanti attrici italiane. Ha curato il make up per le collezioni di Luisa Beccaria, Angelo marani, Stella Jean, MSGM, Moschino, Vivienne Westwood, Dsquared2 e molti altri. Pag. 20
ARMANDO BRANCHINI Armando Branchini è Vice Presidente di Altagamma, la Fondazione che riunisce i migliori brand italiani di alta gamma. E’ membro del Comitato Esecutivo di ECCIA - European Cultural and Creative Industries Alliance – l’alleanza composta dalle cinque maggiori organizzazioni del lusso europeo e che rappresenta circa 400 brand europei. E’ professore di Business Strategy e Management delle aziende del lusso all’Università Bocconi, e Presidente di InterCorporate, società specializzata nel business development e nel marketing strategico dei brand di alta gamma. Pag. 13
Trent’anni di carriera, donna dalla forte disciplina sul lavoro, ha creato un impero di negozi multibrand che portano il suo nome a Bergamo. Tiziana Fausti ha iniziato a produrre una sua linea di accessori, in particolare la borsa Fedra, dedicata alla madre. Per presentarla si inventa una vetrina a Milano, un mini show room per il suo brand, per poi passare al progetto di una palazzina ottocentesca di Lugano. Oltre allo store In Between, nasce anche China Red, multibrand tra lusso e ricerca uomo, donna e accessori che occupa il quadriportico di Bergamo. Pag. 17
STEFANO TOFFOLI Stefano Toffoli nasce a Verona. Dopo la laurea, un incarico in Luxottica Group. Dapprima in Austria (Vienna) e, successivamente, destinazione Africa dove è managing director Luxottica RSA, con sede a Johannesburg. Dopo circa un anno a Tokyo per Safilo Group, la decisione di rientrare in Sud Africa e sfruttare in proprio l’experience maturata nel corso del tempo e il background di Terri-Anne, fashion designer di formazione e passione. Insieme hanno aperto a Durban la Churchill House, un concept store innovativo a cavallo tra arredo, moda e lifestyle. Pag. 30
Giovane showgirl argentina di origini spagnole e italiane, Belén Rodríguez nasce a Buenos Aires il 20 settembre 1984 ed arriva in Italia nel 2005. Le sue prime apparizioni in TV italiana sono nel programma Tintoria, ne Il Circo Massimo Show e nello spot televisivo della TIM. Dopo vari altri incarichi, partecipa alla sesta edizione de L'isola dei famosi e nel 2009 conduce l'undicesima edizione di Scherzi a parte e Sarabanda. Nel 2010 partecipa al Festival di Sanremo, il programma Stiamo tutti bene e, nell’autunno dello stesso anno, debutta come attrice al cinema recitando nel cinepanettone Natale in Sudafrica. L’anno successivo conduce il Festival di Sanremo e Colorado. Dal 2012 Belén conduce Italia's Got Talent e entra a far parte del corpo di ballo della fase serale dell'undicesima edizione di Amici di Maria De Filippi. In estate arriva al cinema con il film d'animazione Gladiatori di Roma, in cui doppia il personaggio di Diana. Nel mese di maggio 2013 debutta come stilista per Imperfect con Fabio Castelli. Pag. 54
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Issue #25- Marzo/Aprile 2014
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Mercati 12
Moda italiana CERCASI
Questa l’esortazione che proviene dai mercati esteri, affamati di womenswear made in Italy. Oltre ai ‘classici’ Francia, Russia e Germania, spiccano anche Corea del Sud, Ucraina e Austria. Di MARCO MAGALINI
I
bilanci di chiusura 2013 hanno mostrato come nell’anno appena concluso, sebbene a un ritmo meno penalizzante rispetto all’anno precedente, i livelli di attività del sistema moda siano in calo. Ciò che conferma la fase recessiva è la domanda interna, con consumi di abbigliamento e calzature che chiudono l’anno a un punto di minimo storico degli ultimi 40 anni, delineando un quadro che si presenta ancora complessivamente depresso. In un clima come questo però non mancano i segnali positivi: il saldo di aperture/chiusure delle aziende, anche se ancora in negativo, appare in graduale miglioramento. Ma la spinta propulsiva che dà modo alle imprese di guadagnare una, seppur moderata, ripresa è il pesante ridimensionamento delle esportazioni. È proprio grazie all’export che il settore moda è riuscito quantomeno a rallentare i ritmi di caduta dei livelli di attività, ed è ciò che rende i produttori in grado di ottenere le forze necessarie a non soccombere alla negatività della domanda interna. Secondo l’analisi dei settori industriali elaborata da Prometeia, il sistema moda ha visto crescere le quantità esportate dell’1,3%, crescita dovuta soprattutto al forte traino dei mercati extra-Ue che quest’anno sono arrivati a costituire oltre il 50% delle vendite estere complessive. I dati più confortanti di dinamismo delle vendite vengono, non sarà una sorpresa, dai mercati asiatici: Cina prima di tutti, con +15,6% e Hong Kong con +7,3%. Non male anche Giappone (+6.1%) e Corea del Sud (+14,9%). Per il sistema moda italiano il momento si conferma buono anche negli Stati Uniti, a cui abbiamo venduto il 5,6% in più, e nei mercati mediorientali, Emirati Arabi in primis, con ben il 24,6% in positivo. Bilanci attivi comunque anche dentro i confini europei, con maggiore soddisfazione nella parte occidentale del continente. IL WOMENSWEAR GIOCA IN EUROPA Con riferimento specifico al comparto della moda femminile, che comprende l’abbigliamento esterno in tessuto e a maglia, la camiceria e l’abbigliamento in pelle da donna, dove vale la pena esportare? La top3 delle destinazioni delle collezioni made in Italy ci porta più vicino del previsto. A livello macro, infatti, l’export è bilanciato tra destinazioni europee ed extra-europee. Secondo il centro studi SMI, sono la Francia, Russia e Germania le cacciatrici di made in Italy al femminile. Il mercato in rosa generato dall’export verso i ‘cugini d’oltralpe’ vale per il nostro Paese 697milioni di euro e pesa il 12,1% del totale delle esportazioni. Subito dopo, la Russia che ricopre una quota del 10,3% (594milioni) e la Germania, che vale un 10% del totale con 575milioni. Non considerando la Svizzera (7,1%), in quanto funge da piattaforma logistico-commerciale verso altri Paesi, altre performance interessanti sono quelle di USA (6,6%), Regno Unito (5,3%), Hong Kong (5,3%) e Giappone (4,9%). La situazione è invece molto diversa se si parla di import. Tolta la Francia, che troviamo anche nell’elenco dei migliori fornitori (8,5%), ad avvantaggiarsi del commercio con l’Italia troviamo la Cina (907milioni di euro, pari a quasi il 30% del totale), Romania, Bangladesh e Turchia. MADE IN ITALY IN FUGA È però sul territorio nazionale che la situazione è meno incoraggiante: il dato più negativo è quello relativo al consumo dei beni semi-durevoli, costituiti per il 75% dai prodotti del sistema moda. Per il biennio 2014-15 le prospettive non sono tuttavia catastrofiche: il rafforzamen-
Stampa di Givenchy su foulard in modal e cashmere.
to dell’export fa prevedere per il sistema moda una ripresa dei livelli di attività, seppur molto graduale: difficilmente infatti il reddito delle famiglie andrà ad alimentare i consumi nazionali, in special modo per i voluttuari abbigliamento e calzature. Fuori dalle mura domestiche, dunque, è dove le imprese del sistema moda devono cercare spunti di crescita, forti del fascino dell’offerta Made in Italy che rappresenta una preziosissima carta da giocare, ma solo se giocata nel modo giusto: affiancata da strumenti adeguati e da accorgimen-
ti necessari per muoversi stabilmente in mercati spesso troppo nuovi e geograficamente mutevoli, come quello orientale dove le città sono in continua espansione e i centri nevralgici dello shopping in incessante mutamento. Con riferimento ai primi sei mesi del nuovo anno, anche le previsioni SMI sono positive. Soprattutto per la parte ‘a monte’, più colpita dalla nuova ondata recessiva del 2012-2013, si intravede un certo ‘risveglio’. Il modello previsionale indica per il fatturato totale un ri-
L'export è cresciuto
dell’1,3%, dovuto soprattutto ai mercati extra-Ue che hanno costituito oltre il 50% delle vendite
torno in area positiva, con una crescita del +2,1% rispetto al corrispondente periodo del 2012; il ‘monte’ dovrebbe arrivare a segnare (almeno) un +0,4%, mentre il ‘valle’ potrebbe arrivare a raggiungere un +2,8%. Contestualmente, sul fronte dell’interscambio con l’estero, nonostante le attese circa il tasso di cambio, si rileva un ulteriore rafforzamento del ritmo di recupero dell’export pari al +1,8%, mentre l’import, pur restando interessato da una variazione negativa, conterrebbe il calo al -1,4%. L’Italia ha comunque un peso da tener presente. “La strategia che identifica l’azienda – racconta l’imprenditore Salvatore Toma di Gst-Gruppo Sviluppo Tessile, la società, a cui fanno capo i marchi prodotti e distribuiti che sono Havana&co, AngeloToma, Julian Keen e Ve.An.fashion -, divenendo comune denominatore per i
COSA SI ESPORTA
3,5mld
Mercati 13
LE ESPORTAZIONI DELLA MODA FEMMINILE
1,7mld valore maglieria femminile
valore del vestiario femminile
L'OPINIONE
325mil
2013: l’anno dei sorpassi
valore camiceria femminile
Testo di ARMANDO BRANCHINI Vice-Presidente Fondazione Altagamma
FONTE: Dati SMI su dati ISTAT
DEBUTTI
NEXT GENERATION IN PASSERELLA
MARCO RAMBALDI ph. Evelina Nylander
GLI STILISTI DI AU JOUR LE JOUR
Di MARCO MAGALINI
Giovane imprenditorialità da premiare. Anche durante la prossima fashion week si registrano importanti iniziative per sostenere i giovani talenti. Come ha detto anche il Re della moda, Giorgio Armani, “piace il modo in cui i giovani designer, oggi, cercano di affermarsi, usando ogni tipo di canale. Ammiro l'intraprendenza e ho deciso di sostenerla”. Parlando del suo nuovo sostegno concreto, ovvero l’apertura del suo teatro alla sfilata di Au jour le jour, continua: “E’una collezione che i due stilisti, Mirko e Diego, sono riusciti a promuovere, prima di altri, anche attraverso i social network. Mi auguro che il mio sostegno sia di buon auspicio”. Giorgio Armani non è comunque il solo a sostenere i talents. Next Generation, il concorso organizzato da Camera della Moda in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, ha scelto per questa fashion week quattro nomi emergenti: Marco Rambaldi (dello IUAV di Venezia), Davide Grillo (IED), Martina Cella (Istituto Marangoni), Daniele Vigiani (Istituto Marangoni). "La mia collezione rivisita in chiave moderna le armature giapponesi – ha dichiarato Rambaldi (foto) - e utilizza stoffe da interni e gomma per definire alcuni dettagli. La mia ricerca di stilista ha lo scopo principale di conciliare forme essenziali e geometriche che non sono abitualmente utilizzate nella produzione". Le candidature pervenute per Next Generation erano state in tutto 120, una prima scrematura ha portato quindi ad una rosa di 23 candidati, dai quali poi si è giunti alla scelta finale dei quattro nomi. I giovanissimi designer sfilano, con 12 outfit ciascuno, lunedì 24 febbraio, nel corso di Milano Moda Donna.
quattro brand, nasce dalla volontà di offrire un prodotto 100% Made in Italy orientato però ad un mercato sempre più internazionale. Un prodotto dall’invidiato rapporto qualità-prezzo che unito all’attenta diversificazione stilistica dei distinti marchi, rende l’offerta complessiva variegata e mai ripetitiva. Nello specifico Havana&co. ottiene le sue performances sul territorio italiano sul quale è presente in circa 300 boutique di medio-alto livello. Distribuzione integrata dalla graduale ed incrementale presenza sul mercato estero. AngeloToma è invece distribuito in circa 150 punti vendita italiani, tra cui retailer specializzati nel segmento della cerimonia, affiancati da realtà multibrand. La presenza del brand nelle importanti realtà fieristiche ha permesso allo stesso di estendere la propria distribuzione anche all’estero. Julian Keen
rappresenta uno dei progetti sperimentali avviati dall’azienda, orientato a creare un prodotto che sia congeniale al mercato asiatico ma non solo. Il brand Alessandro Dell’Acqua Uomo, la cui collezione, priva della partecipazione dell’omonimo stilista, è ormai alla sua quarta stagione e si vede collocata per metà sul territorio italiano e per la restante parte su quello oggi definibile come le nuove potenze economiche: Asia, Medio Oriente, Est-Europa ed ex Unione Sovietica. La prospettiva futura prende un’ulteriore e progressiva crescita anche nei mercati quali Sud America, India, Brasile”. PAROLA AI BUYER Cosa si vende di più nel comparto donna? “Oggigiorno le clienti sono sempre più esigenti e quello che ci chiedono in con-
tinuazione è la novità – racconta Franz Kraler, proprietario dell’omonima boutique a Dobbiaco -. Da noi, per esempio, non funzionano i saldi anche perché le clienti sono tornate a chiedere il total look: vogliono abbinare abbigliamento, borse e scarpe. Nel nostro buying prevediamo anche uno spazio per i nuovi marchi. Sono perfetti per le piccole cose di completamento: trolley simpatici, gioielli, cappelli”. Anche Tiziana Fausti è concorde. “Punto molto sugli emergenti. Hanno necessità di essere sostenuti e per questo dedichiamo loro uno spazio importante. Le difficoltà sono spesso date dalla disorganizzazione per ritardi di consegna dovuti all'approvvigionamento di materiali, ma sono fortemente convinta che ne valga la pena”. @magalinimarco
Il 2013 ha visto consolidarsi un soprasso nei consumi di beni di alta gamma per la persona: gli accessori quali borse, scarpe, occhiali, hanno superato l’abbigliamento, e questo trend riguarda soprattutto l’area femminile. L’abbigliamento donna resta comunque la massima rappresentazione iconica della moda e questo spiega perché negli ultimi 10-15 anni le case produttrici di accessori in pelle hanno inserito nel loro portafoglio anche collezioni di abbigliamento femminile, che conferiscono alle linee di accessori una legittimazione socio-culturale e creativa. L’abbigliamento è la rappresentazione concettuale più potente della moda come si vede anche dalla grande mediaticità, sia attraverso i canali tradizionali che quelli nuovi, della sfilata di abbigliamento femminile, evento teatrale per trasmettere l’evoluzione delle linee, del gusto e del costume. Sempre nel 2013 si è verificato il sorpasso dei consumi mondiali di abbiGli accessori gliamento hanno superato maschile (27 miliar- l’abbigliamento. di di euro) L’uomo su quello femminile (27 miliardi) (26). batte la donna L’ I t a l i a (26 miliardi). ha la leadership sia nell’abbigliamento che negli accessori, di entrambi i generi: la continua crescita dei consumi di tutti i settori è quindi un elemento trainante per l’industria italiana. Una crescita che non conosce confini geografici: in questi ultimi 3 anni i mercati che hanno sostenuto i consumi sono stati principalmente gli USA, l’Europa Occidentale e la Russia, Dubai e Cina. Anche in Italia l’abbigliamento femminile è cresciuto, seppur meno della media europea, e con circa la metà degli acquisti effettuata da turiste straniere. I consumi di abbigliamento donna crescono a velocità ridotta rispetto a dieci-quindici anni fa, perché molte consumatrici adottano il cosiddetto mix&match, mischiando accessori di prima linea con abbigliamento di marche premium o fast fashion. Questo fenomeno, un tempo limitato ai mercati maturi, si sta diffondendo a livello planetario. Per un uso quotidiano dei prodotti premium e fast fashion alternato a quello dei prodotti di prima linea per occasioni formali o social. Il consumo di accessori e di abbigliamento è comunque soggetto a fasi storiche alterne: tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta del 900, l’abbigliamento femminile era assolutamente prevalente, ma da metà degli anni ottanta la borsa ha iniziato a imporsi, fino ad arrivare agli anni recenti in cui la combinazione borsa-scarpa ha raggiunto il massimo grado di consumi per appeal e iconicità.
Mercati 14
PINO LERARIO / TAGLIATORE
Focalizzazione sul capospalla "La nostra donna, che rappresenta circa un 28% del fatturato globale dell’azienda, rispecchia quanto più possibile quella che è la nostra collezione uomo: tessuti spesso rubati al guardaroba maschile e declinati in un fit femminile. Per posizionarci in questo segmento siamo partiti dal portafoglio clienti che ci sceglievano per l’uomo e che vendono nei loro negozi anche il womenswear. A livello strategico, abbiamo optato per un posizionamento ancora più mirato. Abbiamo soltanto 13 punti vendita in Italia e la donna è distribuita solo nella showroom Marcona 3 a Milano. Questo perché in Tagliatore siamo in 180 dipendenti e produciamo tutto rigorosamente all’interno dell’azienda, con una produzione a regime di 320 capi al giorno. Per ora non spaziamo nel total look, ma siamo focalizzati solo sul capospalla, perché in questi 40anni ci siamo specializzati in questo. All’estero abbiamo una showroom importante a Monaco e Dussendorf e lavoriamo da Tokyo tramite un distributore. A differenza di Tagliatore Uomo, la collezione femminile è volutamente non pubblicizzata perché la concepiamo come qualcosa di nicchia, riservata quasi esclusivamente agli addetti ai lavori. Per la donna, siamo ancora in una fase embrionale, che punta sempre in maggior parte con Corea del Sud, Canada, Russia e Far East". MAURIZIO CAUCCI / RE-HASH
Crescita nella donna "In Italia abbiamo u n’o t t i m a distribuzione da uomo. Per quanto riguarda la donna con i nuovi modelli curati da una persona dedicata allo stile donna, che sono il Gloria e il Rita (un push-up), stiamo avendo grosse soddisfazioni. Abbiamo avuto una performance di assortimenti elevatissima e questo ci sta portando un’ottima visibilità all’estero, perché tramite la fiera White che rifaremo a fine febbraio siamo riusciti a farci conoscere in paesi importanti, quali il mercato russo, tedesco e olandese. Stiamo cercando tramite i nostri department store esteri fra cui Isetan di inserire la donna anche lì. È un processo abbastanza difficile perché dobbiamo ancora consolidarci bene in Italia, però di spazio ce n’è molto, soprattutto nei negozi medio-alti, dove siamo già posizionati con l’uomo. Il jeans donna si sta delineando come un capo molto importante. Adesso c’è stato un boom di chinos, e noi abbiamo seguito la scia. Stiamo tornando ad avere dei pantaloni a vita un po’ più alta, con lavaggi molto puliti, non troppo strappati, sempre con la ricerca di materiali super stretch o comunque particolari, come dei damascati tinto filo denim o delle stampe micro pied-e-poule, o ancora bottonati, che sono un po’ la tendenza".
MERCATO ONLINE
OGNI SCUSA E' BUONA PER COMPRARE Di MARCO MAGALINI
C’è sempre una buona ragione per fare shopping: “Non avevo niente da mettermi”, “Ho fatto un affare”, “E’ l’effetto della gravidanza”, “Non ho altri vizi quindi mi sfogo con gli acquisti”, “Mi servivano le scarpe di quel colore da abbinare alla borsa”, “Non ho potuto resistere ad un prezzo così vantaggioso”, “Finalmente ho trovato la marca che attendevo da sempre in vendita su quel sito”, “E’ un investimento”, “Faccio girare l’economia, “Dovevo tirarmi su di morale”. Queste le risposte più gettonate fornite nell’ambito di uno studio condotto in Europa da vente-privee. com, pioniere e leader mondiale nel settore delle vendite-evento online. L’analisi delle risposte raccolte da venteprivee.com ha da subito evidenziato chiaramente come chi ama fare shopping, in particolar modo le donne, non rinunci a fare acquisti in qualunque momento dell’anno e nonostante la crisi. Complici la sempre maggior diffusione dell’e-commerce, e in particolare del mobile commerce (+255% nel 2013, fonte Osservatorio eCommerce B2C, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm), l’ampissima scelta e i prezzi particolarmente vantaggiosi proposti dal sito, oltre alla diffusione di tablet e smartphone, che abbattono le barriere spaziotemporali. CHI ACQUISTA DI PIÙ? La più alta percentuale di amanti ‘seriali’ dello shopping online è in Belgio e Spagna, dove rispettivamente il 97% e 96% dei clienti hanno dichiarato di effettuare acquisti regolarmente contro una media europea dell’87%. Al terzo e quarto posto troviamo Francia (92%) e Paesi Bassi (90%), seguiti da Italia (86%), Germania (84%) e Austria (83%). Fanalino di coda la Germania (49%) che, oltre a non essere particolarmente dedita allo shopping, pare la meno interessata ai trend del fashion. L’Italia invece,
essendo molto attiva sul fronte degli acquisti, è più propensa a creare le tendenze piuttosto che a seguirle. All’interno di questi dati merita un approfondimento la diversità di atteggiamento tra i sessi: il sondaggio rivela che sia gli uomini sia le donne amano fare shopping. In generale le donne sono più influenzate dalle tendenze rispetto agli uomini (61% contro 50%): quelle più determinate sono proprio le italiane che tra tutte preferiscono far risaltare il proprio tocco personale anzichè adattarsi alle mode. Gli uomini europei prediligono fare acquisti in compagnia: 2 su 3 gradiscono avere al proprio fianco la fidanzata, moglie o mamma. I maschi spagnoli e italiani, rispettivamente con il 75% e l’ 80%, sono i più propensi a fare i loro acquisti con una presenza femminile.
Una delle stampe della designer Stella Jean
NUOVI EQUILIBRI Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm e Politecnico di Milano i web shopper italiani sono cresciuti in due anni del 55%, e in particolare quelli che hanno comprato on line prodotti di abbigliamento (inclusi accessori, borse, scarpe) sono aumentati di oltre un milione di unità negli ultimi dodici mesi. Più che di e-commerce si parla sempre più spesso di connective commerce, creando un'integrazione tra la parte virtuale e i punti vendita. Ecco che anche la comunicazione cambia: la communication mix del brand deve contemplare da un lato attività di social networking rivolte alla comunicazione del prodotto, alla creazione di comunità legate al brand e dall’altro lato attività di marketing
SI COMPRA A MILANO
on line finalizzate all’acquisizione del web customer, integrate con i nuovi canali digitali, per esempio i messaggi via cellulare. Una recente ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano sul mercato e-fashion in Italia, a cura di Valentina Pontiggia, registra che "le vendite online nel settore abbigliamento sono arrivate a circa 1.4 miliardi di euro a fine 2013 con un incremento del 30% sul 2012, mentre il settore dell’abbigliamento pesa per il 12% sul totale dell’e-commerce che nel 2013 si è attestato a circa 11.3 miliardi di euro, con una crescita negli anni per entrambi i valori. Importante inoltre il tasso di crescita delle vendite dell'abbigliamento dall'Italia verso altri paesi, con un incremento del 30% registrato nel 2013 rispetto all'anno precedente. In futuro ci aspettiamo tassi di crescita analoghi per effetto dell'aumento dell'Internet mobile dovuto all'uso sempre più diffuso di smartphone e tablet e alla penetrazione dei social media e della App dedicate". LA SHOWROOM VA ONLINE Andare online è un passo obbligato anche per player tradizionalmente offline come Riccardo Grassi Showroom, che chiude il 2013 in forte accelerazione, con un +60% nel giro d’affari rispetto al 2012, anno di nascita della struttura milanese, e investe sul digitale. “Le vendite legate all’on-line sono in forte ascesa, le consideriamo come una nazione, in particolare sono all’ottavo posto nella nostra classifica dei paesi in termini di venduto - Racconta Grassi - per questo abbiamo battezzato con il nome E-land una divisione dello showroom nata per interagire con i retailer di e-commerce”. Una realtà in evoluzione che insieme all’espansione su mercati asiatici rappresenterà una delle chiavi di sviluppo per il biennio 2014-15. “Milano sta riaffermando il suo ruolo di leadership nelle fashion week e negli showroom - continua Grassi - ruolo in cui tutti stanno beneficiando. Stiamo riportando i compratori anche grazie al completamento di quel network di showroom che dall’estero riaccende l’interesse dei buyer su Milano. Pensare in grande è il futuro della moda - conclude Grassi -. I grandi player sono i primi a voler dare più spazio a nuovi progetti. Lo showroom diventa un partner commerciale con cui stilare le strategie per il futuro”. Anche online. @magalinimarco
Di MARCO MAGALINI
Dalle parole ai fatti, per attirare a Milano quanti più buyer, giornalisti e opinion leader possibili. Si riaccendono i riflettori su Milano Moda Donna, la fashion week italiana che dal 19 al 24 febbraio anima la città di Milano. In linea con la scorsa edizione, anche gli show delle collezioni autunno/inverno 2014-2015 si distinguono per internazionalità e orientamento alle vendite. Sono più di 170 le sfilate e presentazioni, che iniziano con Paola Frani e terminano con lo show dei new upcoming designers (vedi pox pagina precedente). Terzo appuntamento per il salone Super, che si terrà dal 22 al 24 febbraio presso il Padiglione 3 di Piazza VI Febbraio, durante la fashion week milanese. Il nuovo progetto di Pitti Immagine e Fiera Milano è sempre più dedicato al mondo degli accessori, è un “modern mix inedito di fashion contemporaneo tra brand consolidati, nomi emergenti e nuovi designer – fanno sapere gli organizzatori -. Super presenta un’offerta disegnata per chi è alla ricerca di novità in sincrono con il mercato di oggi. Respiro internazionale, focus su accessori di qualità, collezioni iper selezionate: saranno protagonisti 250 brand italiani ed esteri scelti per il loro approccio innovativo e di ricerca, con le collezioni donna autunno-inverno 2014/15. E con SUPER TALENTS, i giovani talenti selezionati da Sara Maino, Super punta i riflettori sui più promettenti designer del futuro”. Sempre fedele alla sua
location 'storica' di zona Tortona si riconferma invece il White Milano (in contemporanea, dal 22 al 24 febbraio). Focus sulle collezioni femminili, in cui White si conferma, stagione dopo stagione, uno dei salone leader della moda contemporary con un numero di espositori e buyer in costante crescita. La vasta offerta, che varia da collezioni di abbigliamento ad accessori fino alle proposte di profumeria artistica dell’area White Beauty, sarà articolata in tre aree espositive situate in Tortona 27, 35 e 54. Sempre a Milano, sempre dal 22 al 24, c’è poi l’appuntamento con MIPAP, salone internazionale di abbigliamento e accessori donna organizzato da Fiera Milano, in piena fase di nuova identity. I 3.503 buyer profilati, di cui il 30% esteri, che hanno visitato la manifestazione nell’ultima edizione hanno dimostrato l’efficacia del lavoro iniziato nella passata stagione, quando si è avviata la costruzione di una nuova identità per la manifestazione, fortemente orientata al Made in Italy di qualità, al fine affermarne le sue peculiarità rispetto alle altre offerte fieristiche del settore. Dal 4 al 7 marzo prossimo sarà infine la volta di Mifur, il Salone internazionale della pellicceria e della pelle, che torna alla fiera di Rho (Milano). La sfida consiste nel superare i dati del 2013, anno in cui avevano partecipato 200 aziende ed erano intervenuti 14.646 visitatori, con un vivace business movimentato dai compratori stranieri con ancora la Russia in testa e in crescita del 5,10%.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Trend 16
PREVIEW A/I 2014-15
Shine On
NEW YORK FASHION WEEK
Non solo abiti da sera: lurex, paillettes, oro e argento aggiungono glamour alla quotidianità nelle collezioni per il prossimo autunno. Tra sperimentazioni e ironia. Testo di GIULIANO DEIDDA (1)
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1. BOTTEGA VENETA PREFALL 2014 2. BURBERRY PRORSUM PREFALL 2014 3. EMILIO PUCCI PREFALL 2014 4. ROBERTO CAVALLI PREFALL 2014 5. MOSCHINO PREFALL 2014
Dalle passerelle che inaugurano il calendario della moda femminile, emerge una donna metropolitana, femminile e dinamica.
ome ogni stagione tocca a New C York il compito, forse ingrato, di aprire il calendario internazionale della moda femminile. Si tratta di una settimana dalla scaletta molto ricca a cui partecipa un mix di nomi estremamente eterogeneo, griffe commerciali, classsici made in USA, streetwear di lusso e designer emergenti. Di conseguenza, quello che è emerso finora è un patchwork di stili, in cui, più che le collezioni nella loro globalità, risaltano i singoli pezzi o outfit, il che ha un senso, all’interno di questo evento, perché è un segnale di contemporaneità. Le proposte più
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L
a voglia di scintillare era nell’aria già da qualche stagione, ma è stato nelle collezioni maschili per l’autunno inverno 2014 che bagliori metallici e filati di lurex si sono manifestati in modo massiccio su capi insospettabili. Le precollezioni femminili confermano assolutamente questa tendenza e sdoganano paillettes, glitter, specchietti, oro e argento dalla tradizionale collocazione notturna. La parola d’ordine è decontestualizzare questo tipo di decorazioni, abbinarle a tessuti inconsueti o utilizzarle per rendere contemporanei in modo ironico pezzi legati alla quotidianità. E’ quello che ha fatto Jeremy Scott per la pre-fall di Moschino, in linea con la tradizione della griffe e del suo fondatore. Il designer americano, al suo debutto come direttore creativo del marchio, ricopre di bottoni dorati un femminile micro tailleur, da portare con divertenti accessori sui quali scintilla in modo volutamente eccessivo il logo Moschino. Anche Roberto Cavalli ama da sempre l’oro e nella precollezione lo utilizza per dipingere la biker jacket, abbinata a giacca e camicia dalle stampe iconiche, riuscendo a comporre la sua visione eccessiva per il giorno in modo estremamente sofisticato. Anche quando si tratta di proposte per la sera, è essenziale stupire, in questo caso. Tomas Maier, grande amante e sperimentatore di tessuti, non ama di certo le soluzioni facili, e propone per la pre-fall firmata Bottega Veneta un abito tunica in chiffon gommato, decorato da una pellicola laminata. L’approccio di Peter Dundas è decisamente più legato al vintage e, per la precollezione Emilio Pucci utilizza le pailettes oro, creando una versione femminile dello smoking, dedicata alle icone del glam rock degli Anni Sessanta e Settanta, da Robert Plant a Janis Joplin. Quella proposta nella pre-fall di Burberry Prorsum è la perfetta sintesi tra giorno e sera, almeno per la mondanità londinese. Christopher Bailey utilizza uno jacquard in lurex tridimensionale per foggiare un aderente abito longuette da perfetta Chelsea girl.
DEREK LAM
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(5) RAG & BONERAG
DETTAGLI STILE DECISO a pelle continua ad essere uno dei cardiL ni delle collezioni autunnali, giocando un doppio ruolo. Da un lato, infatti, l’appeal dei
classici capispalla sembra non tramontare mai, come la biker jacket, proposta da Blauer in un inedito verde, o il lineare soprabito della pre-fall di Gucci dalla silhouette aderente. Dall’altro, si sperimentano declinazioni più femminili, dal miniabito della precollezione Belstaff, alla versione “texana” del tailleur Chanel con frange.
BELSTAFF
BLAUER
CHANEL
interessanti sono quelle dedicate a una donna decisamente metropolitana, la cui femminilità è lusingata, per esempio, dall’uso massiccio delle ruches. Thakoon ne applica una, dalla stampa ispirata alla Patagonia, alla base del coprispalle a collo alto da portare sopra la camicia bianca. 3.1 Philip Lim le usa a cascata, in sbieco, sul pull arruffato in maglia di lana, indossato sui pantaloni di ispirazione jogging in raso di seta, per una proposta da sera alternativa. Olivier Theyskens, invece, che per la collezione Theory ha sperimentato sulla sartorialità, è riuscito a rendere fuori dal comune un’essenziale giacca, stretta da una cintura, attraverso un piccolo iintervento di ruches su un fianco, motivo ripetuto sulla gonna in chiffon abbinata, con i bordi tagliati in modo asimmetrico. Da sottolineare, anche, la presenza massiccia di abiti da giorno, quasi sempre indossati su stivali morbidi, must newyorkese per quanto riguarda gli accessori. Derek Lam, per esempio, propone tuniche in jersey decorate da tagli e inserti di colore alla Mondrian, mentre Oliver Baptista utilizza la seta per gli abiti decorati con stampe Art Deco di Lacoste. (G.D.)
Trend 17
PREVIEW A/I 2014-15
Tough Schoolgirl
L'OPINIONE
Trench e Gilet dove siete? Testo di TIZIANA FAUSTI OwnerTiziana Fausti Boutiques
Le proposte urbane sono un mix di stili cosmopoliti, tra vintage e contrapposizioni di maschile e femminile, bon-ton e ribellione. Testo di GIULIANO DEIDDA (1)
entre per l’uomo della prosM sima stagione invernale la tendenza è chiara e decisa, per la
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E
’ giovane e ribelle, mescola gli stili e ruba i pull al fidanzato. E’ questo l’identikit della donna a cui sono dedicate le proposte più urbane, tra sport e streetwear per la prossima stagione. Le destinatarie ideali sono probabilmente le giovani giapponesi, maestre da sempre nel combinare con un stile unico, bon-ton ed elementi punk, maschile e femminile, tecnico e vintage. Le ispirazioni per queste ragazze tomboysh, provengono dalle fonti più diverse, tutte però filtrate attraverso il mix tra maschile e femminile, che sembra davvero essere una chiave di lettura vincente già da qualche stagione. Il designer inglese Jonathan Saunders ha addirittura concepito la collezione maschile autunno inverno 2014 e la pre-fall femminile in contemporanea, ottenendo il difficile risultato di un perfetto equilibrio tra le due. La sua giovane donna, infatti, può sfoggiare in modo naturale un pull da tennis extralarge su gonna al ginocchio e décolleté con i tacchi alti. Anche la ragazza MSGM ama la maglieria oversize e indossa il maxipull a V tartan come un miniabito, sopra una gonna stampata non molto più lunga e stringate maschili. Quello proposto nella precollezione Sonia by Sonia Rykiel è invece uno stile tutto parigino, una versione street del garcon di Chanel, giacca maschile, bermuda baggy con le pince, camicia e pull di ispirazione Anni Sessanta, indossati in modo quasi trasandato, sopra le décolleté bon-ton rubate alla mamma. Thom Browne ha seguito una strada ancora più definita, per presentare la prima estensione femminile della collezione Moncler Gamme Bleu. Attraverso un utilizzo totalitario dell’argyle, ha proposto dei look al limite dell’unisex, praticamente identici per lui e per lei, fatti di giacche e bermuda. L’unica differenza è l’utilizzo di una sorta di scaldamuscoli, ovviamente a rombi, per le ragazze, al posto dei calzettoni. Non mancano, naturalmente, le proposte per le più ribelli, dal parka camouflage di Diesel Black Gold, da portare sopra minigonna con le ruches e stivali in camoscio, alla Kate Moss, alla biker jacket in lana di Pepe Jeans London, da abbinare alla maxi sciarpa grunge.
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1. MONCLER GAMME BLEU 2. MSGM 3. CHEAP MONDAY 4. ICEBERG PREFALL 2014 5. JONATHAN SAUNDERS PREFALL 2014 6. DIESEL BLACK GOLD
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DETTAGLI COLOUR BLOCKS ra il 1965 quando Yves Saint Laurent presentava la colE lezione Mondrian, i cui abiti furono all’epoca definiti “del futuro”. Il prossimo autunno, dopo alcune stagioni di overdo-
se di stampe floreali, grafiche e animalier, ritorna la voglia di giocare con i colori in modo rigoroso ma deciso. Da Diane Von Furstenberg, che si ispira alla sinuosità delle forme dei vetri di Murano per decorare il miniabito in jersey della prefall, a JC de Castelbajac, che propone per la precollezione un cappotto con bande di colore effetto arcobaleno.
DIANE VON FURSTENBERG
FAUSTO PUGLISI
FENDI
moda donna la situazione non è ancora ben definita. Ho avuto modo di vedere le pre-collection donna, che essendo collezioni base non danno comunque un indirizzo di tendenza chiara. L’uomo di oggi ha raggiunto la consapevolezza di uno stile classico ma deciso, mentre la donna si è focalizzata ormai sulle stampe fantasia e non sembra volersene allontanare da anni. Sembra una donna disorientata, troppo giovane, abiti corti e sempre troppo stampati. Servirebbe qualcosa di nuovo, come reazione al periodo cupo che stiamo vivendo. Devo ammettere La donna che per chi sembra come me ha vissuto i disorientata, 40 anni più serve qualcosa intensi della moda, è di nuovo difficile trovare oggi qualcosa che entusiasmi davvero. Ho comunque visto da poco l’Haute Couture di Dior e devo dire che mi ha colpito per i tessuti preziosissimi. Ma si sa che è un brand internazionale e guarda al mondo globale. Sono curiosa di scoprire la collezione di Prada, che per me è la guru delle tendenze da 20 anni. La cosa sicura è che sta tornando nella moda di tutti i giorni la pelliccia, sia da uomo sia da donna, che viene portata in modo più disinvolto rispetto a una volta. Non trovando spesso sul mercato ciò che desidero per i miei negozi, ho pensato di creare una borsa, la mia. Ho iniziato a produrne un modello che continuo a mantenere, la Fedra: ampia, da giorno, di diverse varianti colore, e pellami dal cuoio al coccodrillo, ma con una clutch interna che si può staccare. Così si può lasciare la borsa in macchina e uscire con la pochette. I capi che fatico a trovare nelle proposte e che amo molto sono il trench e il gilet, anche da donna. Gilet inteso come cappotto smanicato o che arriva dalla maglieria. Viene poco considerato nelle collezioni, probabilmente perché come capo non giustifica il prezzo per la sua lavorazione, che è pari a quella della giacca, ma con meno stoffa. Invece secondo me è un pezzo facilmente abbinabile e molto divertente. Anche il trench è sempre un capo interessante e non capisco perché ne vedo sempre meno in giro nelle collezioni dei giovani. È cosi versatile, si può giocare con le lunghezze e i dettagli molto facilmente. Invece ormai i cappotti oversize hanno preso piede, ma non rendono giustizia alla figura femminile. Vogliamo mettere invece la bellezza di una silhouette di una donna strizzata al punto vita?
Trend 18
PREVIEW A/I 2014-15
Classica Diva
Urban chic
Il lato giovane e dinamico della pelliccia: design inediti e sperimentazioni cromatiche ne fanno uno dei must di stagione.
Le iconiche proposte per la sera o per il red carpet acquistano nuovo appeal, grazie alle interpretazioni contemporanee. A dimostrazione che esistono canoni di bellezza universali.
ontroversie etiche e animaliste C a parte, non c’è dubbio che la pelliccia sia tornata ad essere una co-
Testo di GIULIANO DEIDDA (1)
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stante delle collezioni invernali, per entrambi i sessi. Il prossimo autunno inverno non fa certo eccezione, ma ci sono delle novità. Accanto alle declinazioni più tradizionali e sontuose, si assiste ad una sperimentazione stilistica sui pregiati materiali che ne permettono l’inclusione in un guardaroba più giovane e dinamico. Non solo cappotti e mantelle in visone o colli di volpe, dunque, ma utilizzi inconsueti dai risvolti inediti e anche ironici. La precollezione di Lanvin si propone di aggiungere glamour nell’abbigliamento da giorno e
(4) PRADA PREFALL 2014
L
a pura eleganza di un “classico” abito da sera è paragonabile all’intramontabile fascino delle fotografie in bianco e nero. Nella nostra era digitale si utilizza ancora il sobrio linguaggio di queste ultime per scelta, per aggiungere carattere e atmosfera ad un immagine. Allo stesso modo, una diva del grande schermo che, nonostante la varietà di proposte più o meno eccentriche a disposizione, opta per un sobrio abito lungo di Valentino, Christian Dior o Yves Saint Laurent, magari vintage, per partecipare ad uno dei tanti eventi da red carpet, lo fa perché sceglie di essere bella. Non alla moda, non trasgressiva o “favolosa”, solo bella. Sembra una banalità, ma a volte questo concetto è sottovalutato, se non messo da parte dalla moda e dai suoi seguaci. Sono più che mai attuali le parole di Yves Saint Laurent, “Mi addolora fisicamente vedere una donna vittimizzata, resa patetica, dalla moda. Un ottimo modello può proporsi alla moda anche per dieci anni.” Per capirle a fondo, basterà assistere al film di Jalil Lespert dedicato al couturier, nelle nostre sale a fine marzo. Sarà infatti possibile ammirare le sue creazioni originali, messe a disposizione da Pierre Bergé, indossate da Charlotte Le Bon, che interpreta il ruolo di Victoire Doutreleau, musa di Saint Laurent. Osservando le proposte da tappeto rosso (oggi si chiamano così) per il prossimo autunno ci si rende conto che queste regole sono ancora valide. Si può partire da un’icona di casa nostra, come la maison Valentino, che nonostante la svolta degli ultimi anni, merito dei direttori creativi Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, non rinuncia mai al tributo alla storica sera in rosso. Non fa eccezione la collezione pre-fall 2014, se pure attraverso un modello dalla concettua-
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JULIANKEEN BY ALESSANDRO D'AMICO
(5) 1. ZAC POSEN PREFALL 2014 2. ALBERTA FERRETTI PREFALL 2014 3. CHRISTIAN DIOR PREFALL 2014 4. DSQUARED PREFALL 2014 5. VALENTINO PREFALL 2014 6. CHLOÉ PREFALL 2014
le linea austera. Anche Kris Van Assche regala un tocco di contemporaneità alle classiche silhouette di Christian Dior, attraverso l’uso di pannelli frontali che regalano un moderno effetto grafico all’abito da cocktail della precollezione della griffe. Un elemento è però fondamentale per la resa di un abito da sera, che sia aderente o scivoli addosso, deve adattarsi come un guanto.
DETTAGLI PREZIOSI volte non basta una silhouette perfetta per rendere un abito A da sera o da cocktail speciale. Ci sono casi nei quali il potere evocativo di un modello è merito della creatività e del saper ma-
nipolare i materiali. Questo “qualcosa in più” può essere un elemento quasi impercettibile, come la ruche asimmetrica in fondo all’abito in seta della prefall di Marni, o frutto di un’elaborata lavorazione, come gli strati di seta jacquard di Alexander McQueen. Anche l’uso del pizzo può fare la differenza, dal guipure evanescente nella precollezione di Missoni, all’effetto lingerie di Alexis Mabille.
MARNI PRE-FALL 2014
MISSONI PRE-FALL 2014
utilizza il visone per costruire una giacca dalla linea militare, con le maniche in lana. Juliankeen by Alessandro D’Amico preferisce la scimmia, che utilizza per la giacca/bolero da portare sulla minigonna a campana stampata, di ispirazione Anni Sessanta. Twin-Set Simona Barbieri arricchisce il piumino dalla chiusura asimmetrica con un patchwork di inserti in Mongolia, lapin e racoon, mentre Pier Antonio Gaspari preferisce l’ecopelliccia, per il collo e le tasche del gilet in lana. Ma è sull’uso colore, che si giocano le partite più interessanti, a cominciare da Prada, che propone nella prefall un voluminoso cappotto in mongolia dalla tonalità ruggine indossato “casualmente” su un abito lungo dalla silhouette Anni Trenta. La precollezione firmata Fendi è, naturalmente, un tripudio di virtuosismi sul tema, che culmina con un cappotto di castoro dalla tintura degradé, dal grigio chiaro a nero, passando per il blu, ottenuta con la tecnica della micropigmentazione. Del resto la maison romana è una delle poche al mondo ad essere in grado di realizzare tali capolavori artigianali. Basti pensare che la collezione include anche una giacca di visone realizzata da pezzettini tagliati a mano e cuciti insieme in una sequenza a griglia, per creare un effetto tweed bianco e nero. (G.D.)
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Trend 20
TRUCCHI AL FEMMINILE
MAKE UP EFFECT
Il settore cosmetico mantiene la sua impronta fondamentalmente in crescita. Testo di MARCO MAGALINI
Qui e sotto, backstage della sfilata Chanel Haute Couture primavera/estate 2014. Makeup Chanel. Ph. Vincent Lappartient
A
fine 2013 il valore dei cosmetici comprati in Italia tocca i 9.400 milioni di euro con una contrazione di poco più di un punto percentuale (-1,3%). Le proiezioni per il 2014 sono improntate a una ulteriore, anche se marginale, contrazione dei consumi, che dovrebbero ripartire a cavallo della seconda metà dell’esercizio. A fine 2013, tuttavia, il valore della produzione è cresciuto di quasi tre punti percentuali per un valore di 9.300 milioni di euro e analoghe crescite sono attese per il 2014: sicuramente il merito è dell’export, che nel 2013 raggiunge i 3.200 milioni di euro con un trend positivo del 12%. “Il costante incremento dell’export cosmetico – segnala Gian Andrea Positano, Responsabile Centro Studi Cosmetica Italia - incide positivamente sul saldo attivo della bilancia dei pagamenti (differenza tra esportazioni e importazioni): nel 2013 il saldo commerciale generato dalle imprese sarà di oltre 1.500 milioni di euro, un risultato ben superiore a quello di comparti importanti del made in Italy come la pasta (1.250 milioni di euro), i tubi in acciaio (930 milioni di euro), gli elicotteri (860 milio-
ni di euro) e gli yacht (1.180 milioni di euro)”. Circa i prodotti prettamente femminili, come quelli legati al trucco del viso, si registra un incremento del 2,9% con un valore delle vendite di oltre 390 milioni di euro. Generosa crescita anche del consumo di prodotti per il trucco degli occhi (+5,3%), con un valore della domanda poco superiore ai 330 milioni di euro. Quasi il 50% del mercato è rappresentato dai mascara, in crescita dello 0,4%, mentre gli ombretti, in positivo di 10,5 punti percentuali, ed un valore di oltre 70 milioni di euro, coprono il 22% della famiglia. Confrontando il 2012 con i valori dello scorso esercizio, si registra un leggero decremento per le vendite di prodotti dedicati alle labbra, -0,5%. Come invogliare le clienti a scegliere di investire in bellezza? Lo abbiamo chiesto a Simone Destefanis, Direttore Prodotto Bellezza e Benessere di Gruppo Coin, che segue anche Excelsior Milano. “Abbiamo registrato un significativo increase rispetto al 2012 all'interno del comparto donna. Ogni anno rivediamo il forecast del potenziale del category Beauty, dal momento che il nostro store continua a crescere a ritmi importanti: Excelsior
Milano rispecchia, quindi, il trend di growing costante dei prodotti di nicchia, in controtendenza rispetto alla profumeria convenzionale”. Per conquistare le clienti è necessario poi porre grande attenzione allo scouting e alle attività speciali, come delle partnership esclusive, per cui il brand mix è sempre in progress, per soddisfare i bisogni di clienti sempre più esigenti e conferire innovazione all’offerta. “Selezioniamo creazioni ad alto valore aggiunto, sia a livello artistico che di esperienza multisensoriale, ponendo particolare attenzione ai dettagli, non ultimo il packaging – continua Destefanis -. Nell’ultimo anno abbiamo creato excitement nel nostro store introducendo nuovi brand quali Byredo, Nasomatto, Bond n9, Hotel Costes, Philip Kingsley e abbiamo investito nel training dello staff, in modo da accompagnare la cliente in un’esperienza emozionante con passione e competenza. È importante creare una connessione emozionale con l’atmosfera del concept store anche attraverso personale qualificato, che sia in grado di offrire un’accoglienza impeccabile e di far scoprire creazioni originali e superbe”. @magalinimarco
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INVESTIRE CAPITALI IN BELLEZZA
LABBRA ROUGE ALLA CHANEL
METALLIC ATTITUDE DI ESTÉE LAUDER
La gamma di rossetti Chanel suscita il desiderio di una primavera festosa. A farla da padrone il Rouge Coco, disinvolto e spontaneo, pensato per le donne che amano l’imprevedibilità, il fascino e il movimento. Sulle labbra, improvvisa una serie di accordi ispirati all’intramontabile tema dell’allegria, dal Dédicace, rosa azzurrato dalla freschezza prorompente, al Triomphe, nuance corallo delicato, come un fiore primaverile appena sbocciato.
“I colori offrono possibilità illimitate. Mi piace avere libertà d’azione. Un makeup metallico mi offre tutto questo – racconta Tom Pecheux, Direttore Creativo Makeup Estée Lauder”. Un’incredibile combinazione nella quale la lucentezza estrema si coniuga a un colore irresistibilmente attraente per illuminare occhi, labbra e unghie: è The Metallics, la nuova Collezione Pure Color del marchio. Finiture lucenti uniche e multi-dimensionali.
La cosmetica esprime un valore degli investimenti pubblicitari che è secondo solamente a quello per l’alimentare, l’automobile e la telefonia; rappresenta il 30% dell’aggregato “largo consumo” con un rapporto investimenti su fatturato del 7,5%, ben più alto di quello di importanti comparti del “made in Italy” come la moda, l’occhialeria e la calzatura. Gli investimenti pubblicitari del settore cosmetico segnano una forte contrazione del 12% per un valore di poco inferiore ai 500 milioni di euro, quasi il 43% del macrosettore persona, che a sua volta, con una flessione uguale del 12%, copre quasi il 18% degli investimenti totali nella pubblicità commerciale. Il settore cosmetico, in un momento di incertezza oramai confermata, esprime dinamiche meno negative rispetto ad altri comparti di pari peso e conferma, come già in passato, di aver sostenuto la propensione all’investimento più di altri settori importanti come ad esempio l’alimentare, che riduce drasticamente gli investimenti di oltre 17 punti percentuali. M.M.
L'OPINIONE
4 stili per 4 città
Testo di MICHELE MAGNANI Senior Artist MAC
urante le settimane della moda gli D occhi sono inevitabilmente puntati sulle tendenze, gli stili e le novità in
fatto di collezioni. Un’attenzione speciale va però dedicata anche alla parte “alta”: i giorni delle sfilate sono infatti quelli in cui si decidono le tendenze di stagione in materia di trucco e parrucco. In qualità di Senior Artist MAC ho la possibilità di osservare le tendenze sul nascere da una posizione privilegiata. MAC è infatti responsabile del makeup di oltre 200 sfilate considerando solo le settimane della moda principali – New York, Londra, Milano e Parigi – lavorando a supporto di alcuni tra i più celebri nomi del mondo della moda e di talenti emergenti. Dalle sfilate non emerge mai un'unica donna. Al contrario, si susseguono e intrecciano tanti e differenti tipologie di femminilità. Le quattro capitali della moda danno da sempre il loro personalissimo contributo alla definizione delle tendenze. A prescindere dalle linee stilistiche di ogni stagio- Da Londra a ne, ciascuna città pone New York cambia infatti la sua la femminilità impronta a quello che sarà il trend generale. Ho provato a interpretare queste influenze, ripercorrendo a ritroso le stagioni e cercando di individuare alcune costanti. L’approccio newyorkese può essere tratteggiato come street style. Spesso infatti si vedono make-up naturali - sempre freschi e dall’aspetto sano - o una predominanza di labbra molto intense. Trovo che l’abbinamento tra bocca di grande impatto e volto quasi nudo sia il tratto che maggiormente contraddistingue stagione dopo stagione lo stile delle passerelle di oltre oceano. Londra è sinonimo di avanguardia stilistica in fatto di trucco e non solo. Da make-up artist osservo le passerelle londinesi con particolare attenzione e queste riservano in genere piacevoli sorprese quanto a sperimentazione di forme, colori e stili, infondendo nuova energia all’ispirazione artistica. Non si tratta però di eccentricità fine a se stessa o forzata ma sempre percepita come estremamente naturale e istintiva. Milano propone esempi di estrema femminilità ed eleganza in un gioco tra classicismo e modernità. Gli stilisti non rinunciano mai a proporre in passerella una donna bellissima. Quasi ogni stagione sono presenti richiami agli anni novanta e alle bellissime top model di quegli anni con make-up reinterpretati in chiave contemporanea grazie all’aggiunta di texture ed elementi estremamente attuali. La settimana della moda di Parigi, infine, si identifica in due parole chiave: cosmopolitismo e sogno. L’eleganza parigina è declinata in esempi di make-up estremamente naturali e raffinati - basti pensare a quelli proposti ogni stagione da stilisti quali Chloé o Balmain - o più scenografici e sopra le righe ma mai eccessivi. Giochi di colori e texture trovano qui spesso la loro massima espressione. Figure androgine si alternano ad esempi di femminilità ed eleganza assolute in un gioco che non pone mai limiti all’espressione dell’artista.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Trend 22
Sul FILO dell’estate TENDENZE FILATI / TESSUTI PE 2015
Appena concluse le fiere dedicate ai filati e tessuti che anticipano le tendenze della pe 2015. Il comune denominatore delle proposte a Pitti Filati e Milano Unica sembra essere la sostenibilità, anzi il lusso sostenibile. Di VIRGINIA SIMONI PITTI FILATI
LUCCICHII E FILI QUASI IMPALPABILI
A
lla ribalta una nuova generazione di sofisticati, impalpabili filamenti fantasia. All’ultima edizione di Pitti Filati la tendenza si presenta con fili lustri con seta e riflessi di cristallo, stretch vellutati da compattare in effetti tessuto. Apparente semplicità per formule eleganti e complesse dal touch liscio e scorrevole che consentono una facile lavorazione anche con titoli grossi. Non mancano interventi ad arte per creare irregolarità come nodini per aspetti macramè. L’innovazione high-tech, sia in termini di fibre che tecnologie, sarà il mood che seguirà il lusso ricercato della prossima estate. Il lino giocherà come sempre un ruolo da protagonista, mostrando però nuove e preziose rivisitazioni. Fettuccia grezza o moulinè screziato, melange, fiammato, in mischia cotone, con contrasti lucido/opachi con viscosa. Il diktat è sovrapporre e tessere in un unico filato, insieme al lino, fibre diverse. Dal filato nasce l’intreccio di lino grezzo sfrangiato e cotone fiammato alla garza di lino, ideale per sovrapposizioni dall’aspetto organico. Il connubio lino-cashmere genera un filato ricco e ricercatissimo dai colori trasparenti e acquarello. Il cashmere estivo si sviluppa a partire dal concetto di “essenza” che, applicato a questa fibra nobile, ri-
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1.SETA DRAGON LINEA DI BOTTO POALA 2. SAFARI DI ZEGNA BARUFFA 3. MANIFATTURA BORGOSESIA
manda all’idea di una semplicità raffinata. Si fa largo il concetto di tintura “slow”, una tecnica del passato che torna attuale e più tecnologica, consentendo di trasferire sul cashemere la vera essenza naturale. I finissimi Melia e Salvia di Zegna Baruffa Lane Borgosesia, in finissima garza rigorosamente opaca, offrono nuovi spunti per la stagione. Per il Cashwool vengono offerte cinque gamme colori e nasce la nuova versione Paint, grazie all’uso della tecnologia, con cui giocare a tutto tondo con i toni cromatici. Anche per Botto Poala il lusso e freschezza sono il leitmotiv dell’estate 2015. Seta, lino e lane ultrafini in diverse combinazioni sono alla base della collezione. Soprattutto l’articolo Dragon, che dà il meglio di sé nei nuovi contemporanei colori della cartella Highlights. L’articolo “Zucchero Filato” invece è una vaporosa e contemporanea fettuccia di tulle dalla leggerezza impensabile la cui perlacea iridescenza rende unici i suoi colori. Sono scintillanti invece i filati di Manifattura Sesia, che ha presentato a Pitti Filati articoli preziosi in pura seta con lurex. Anche i puri cotoni si rinnovano con trattamenti unici in grado di conferire aspetti tecnici quali mani saponose e colori sbiancati. I cotoni melange vengono spalmati con resine metallizzate e polvere di Swarovski, le micro paillettes accendono di luce le mischie pregiate creando mille riflessi. Nella collezione vengono proposti anche filati con perline in vetro di Murano e lini leggeri e trasparenti come garze. L’esaltazione alla lucentezza si decli-
na anche in filati sapientemente costruiti affinché ricordino metalli lucenti pur mantenendo una mano morbida e delicata. Elemento cardine della collezione di quest’azienda è il marchio Giza Sesia Cotton, con la garanzia di assoluta qualità e tracciabilità, testimonianza dell’attenzione nella selezione delle materie prime, componente fondamentale per garantire un elevato standard. Completa la collezione il tema BIO per una moda lenta e senza stagioni, per un lusso umile e non esibito, un nuovo minimal accompagnato dall’attivismo biologico. L’azienda di maglieria Fuzzi, che da 50 anni tramanda il know-how tra madre e figlia, ha presentato a Pitti Filati la nuova collezione composta da dieci capi finiti. Abiti in pizzo di maglia con corpino aderente e gonna a ruota che allargandosi fan intravedere fra una piega e l’altra un prezioso punto. (3)
MILANO UNICA
STAMPE JUNGLE E FLOREALI PASSANDO PER I GRANDI CLASSICI
S
econdo il gruppo Ratti i colori del 2015 saranno forti, con molta energia, sia nella stampa che nel tinto in filo. Grandissima ricerca sulle basi di stampa per i temi: floreale, dal fiore super classico a quello stilizzato, dal fiore d’impatto cromatico, a quelli giganti oppure micro e romantici, stile jungle oppure figurativo con animali scimmie, api, gatti, giraffe e macchinine che diventano grattacieli o giungle metropolitane. I tessuti sono tridimensionali, e molto strutturati nella parte tinto filo. Paolo Ferla che con la propria azienda, il Lanificio Ferla, parteciperà anche all’edizione di Milano Unica Shanghai il 3 marzo, pensa che: “La tendenza dei tessuti donna per la prossima primavera estate presenterà sicuramente superfici in rilievo, mai piatte. Le sete saranno grezze, malfilè, utilizzate insieme a lino e cotone. Mentre la lana per l’estate si fa solo complemento, ri-
gorosamente baby alpaca che si sposa molto bene con le fibre di seta, lino e seta. Ad esempio garze lino-seta su base jacquard, e un forte sviluppo sulle disegnature e colori tinti in filo per aumentare al massimo il tipo di offerta: per tipologia e disegno.” Punta invece a un articolo innovativo di lana un’altra azienda biellese, il Gruppo Tollegno 1900 che presenta il 3D Wool. Un tessuto in lana Lycra caratterizzato da grande elasticità, presentato in versione monostretch e bistretch. Questo prodotto arriva fino ad una elasticità del 18%, garantendo all’abito una perfetta vestibilità e una performance adatta anche al tempo libero. Nel settore fashion anche le proposte sintetiche stanno prendendo piede, ne è un esempio Alcantara che permette la lavorazione di texture uniche, le performance esclusive (lavabilità, traspirabilità e durata nel tempo) e, soprattutto, la sostenibilità. Alcantara è infatti uno dei
pochissimi materiali certificati Carbon Neutral, e lo è dal 2009. Durante Milano Unica, c’è chi poi ha pensato al proprio stand in un modo nuovo, giocando con l’arte. Le opere di Alessandro Ciffo infatti sono state presentate presso lo spazio all’interno del padiglione Shirt Avenue dell’azienda Testa. L’artista ha interpretato lo stile dell’azienda di Romentino (Novara) dando vita a pezzi unici, colori di grande impatto che rimandano molto bene ai nuovi tessuti da camiceria pe 2015. (vedi foto Sommario inserto Fashion Illustrated Accessori).
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@virginia_simoni
1. LANIFICIO TOLLEGNO 2. RATTI 3. LANIFICIO FERLA 4. ALCANTARA
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FASHION ILLUSTRATED
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Ideazione 24
SCOUTING
100% TALENTS
La ricerca si focalizza sui tessuti e sulla vestibilità. A cura
di MARCO MAGALINI
KSENIA SCHNAIDER Lanciato nel 2010 da Ksenia Marchenko e Anton Schnaider, Ksenia Schnaider è uno dei new brand di punta del fashion system made in Ucraina. Prima di esporre a Pitti W, dove era ospite all’interno dello spazio dedicato alla Guest Nation, è già stato sotto i riflettori della fashion week di Londra, Kiev, Berlino, San Pietroburgo, Tbilisi e Chengdu (Cina). Nelle loro collezioni, Ksenia e Anton sviluppano in modo sempre nuovo il loro argomento preferito, ovvero l'importanza della funzione protettiva dell’abbigliamento: tessuti tecnici, alte performance, fit stretegici. Anton ha ridisegnato la stampa mimetica e ha creato un semplice e grafico modello monocromatico camo. I loro abiti sono già stati apprezzati da celebrities come Lady Gaga, l’artista Chiara Fumai, le it-girls Daria Shapovalova e Asya Mhitarian o la top model Alla Kostromicheva.
Lo scouting è indispensabile per il futuro della moda di ELISA GAITO Fondatrice di Elisagaito Showroom
AINEA Ainea è un nuovo marchio di abbigliamento maschile e femminile fondato da un team creativo con l'azienda tessile Lanificio Becagli. Ha presentato la prima collezione donna autunno/inverno 2013/14 ai buyers italiani: il debutto è rappresentato da una collezione di capospalla e abiti molto mirata, incentrata su uno dei capisaldi del Lanificio Becagli, l'eco-pelliccia. Ogni stagione, il brand si occuperà di recuperare e innovare uno dei tesori manifatturieri dei laboratori tessili del Lanificio Becagli, entrando nel dna della materia prima per stravolgerne completamente la struttura fino a donarle significati nuovi e risultati estetici inaspettati. “Nell'arco dell'anno – raccontano - progetti speciali e capsule collection verrano studiate in collaborazione con punti vendita ed e-commerce in una dinamica di prodotto che non tiene più conto di stagionalità o di tendenze, ma di proposizione e di attenzione al mercato e ai consumatori contemporanei”.
L'OPINIONE
na grande passione che arriva U da lontano, già da quando tra gli anni '80 e primi anni '90, titola-
EDELINE LEE È arrivata a Londra tredici anni fa, dal Canada, per iniziare i suoi studi di moda nella prestigiosa Central Saint Martins. Edeline Lee ha fatto esperienza da Alexander McQueen, John Galliano e Christian Dior, per poi trasferirsi a New York e diventare il co-direttore creativo di Zac Posen, allora una start-up. Punto di svolta nel suo stile è stata la maternità, che l’ha messa faccia a faccia con le esigenze vere di una donna. Nelle sue collezioni è proprio questo che si nota: silhouette pensate in modo leggero, nelle quali il disegno è di per sé semplice, ma impreziosito emotivamente da decorazioni e stampe macro, quasi futuriste. L'effetto è nel complesso romantico e suggestivo, lasciando convivere un carattere forte di sfondo, sormontato però da una bellezza fragile tipica dell’ambiente bohemian Anni Trenta.
YOHAN KIM Il marchio è stato fondato a Londra nel 2009. Il designer coreano, Yohan Kim, si è laureato presso il London College of Fashion nel 2007. Non molto tempo dopo aver ultimato i suoi studi, Kim si è trasferito a Parigi dove ha iniziato a lavorare per Balmain, specializzandosi in abbigliamento in pelle, per poi aprire il suo studio di progettazione a Pechino. Il lavoro di Yohan è giocoso ma sempre attentamente geometrico e couture. Mira ad esplorare la 'lussuria' attraverso la strada inaspettata della combinazione di tessuti preziosi: pelle martellata, lana cachemire, ricami in oro, perle e stampe. La sua firma combina i dettagli pesanti e una forte struttura sottolineando un particolare senso di sensualità e potenza.
EDDY ANEMIAN
DOMENICO CIOFFI
È il vincitore dell'H&M Design Award 2014 e, a soli 24 anni, ha sfilato a Stoccolma sulla passerella della Mercedes-Benz Stockholm Fashion Week. Oltre al podio, lo stilista si è aggiudicato un pod di €50.000 e l'opportunità di vendere alcuni pezzi rivisitati della sua collezione in selezionati punti vendita H&M e online. Il designer, che viene da Saint Chamond in Francia, ha vinto con la collezione intitolata They Can Cut All The Flowers, They Cannot Keep Spring From Coming. Ispirata a Tilda Swinton nel film Io sono l'amore e al pittore francese Ingres, utilizza tessuti da tappezzeria con motivi floreali, tagliati e ricostruiti seguendo linee fluide, insieme a balze in materiali impermeabili dall'effetto marmorizzato. Eddy frequenta l'ultimo anno presso l'istituto La Cambre e sogna di lanciare in futuro un suo brand.
Ha lanciato il suo marchio nel 2012 dopo un percorso nel design del gioiello per arrivare al fashion design. Ha disegnato le collezioni di accessori per Romeo Gigli e Giambattista Valli e al momento vive fra l’Italia e l’Olanda. Il suo stile è caratterizzato dal minimalismo pop, mixando culture e subculture di vari paesi. Nelle sue collezioni è costante l’ispirazione ai grafismi e ai colori degli Space Age, strizzando l'occhio al minimalismo del Nord Europa, espresso nei tagli e colori. L’ a/i 14-15 si ispira alle popolazioni della Papua Nuova Guinea da cui Domenico riprende certe maschere che ricordano molto l’iconografia degli album dei Pink Floyd. Le maschere diventano sui capi grafiche, geometriche, metalliche, circondate da colori accesi come il blu Klein o cemergono dal buio del nero, a volte laserate o lavorate a rilievo sui capi e sugli accessori tramite salpe e impunture.
re di quattro boutiques a Zurigo, ero costantemente alla ricerca di nuove proposte e nuovi nomi come: Jean Paul Gaultier, Alaia, Yohji Yamamoto, John Galliano e Dolce & Gabbana al tempo tutti emergenti. Domenico Dolce chiamava personalmente per invitarci alla presentazione della collezione nella loro casa studio. Quel periodo di grande fermento ha permesso l’affermazione a livello mondiale di molti stilisti all’epoca emergenti.I giovani sono da sempre il motore del domani e questo vale soprattutto nel campo della moda. Oggi resta forte la mia passione per la ricerca. Guardo sempre con occhio instancabile le proposte di nuovi stilisti. E’ importante Tante sono state negli per la showroom anni le col- scommettere sulla lezioni che creatività dei abbiamo giovani. lanciato tra cui Jimmy Choo, Alessandro Dell'Acqua, Joseph e tanti altri. Per ultimo Carven, storico marchio francese, disegnato dal giovane Guillaume Herny, rilanciato qualche anno fa è già riconosciuto a livello internazionale. Nelle ultime stagioni tra i giovani stilisti italiani abbiamo proposto Antonino Valenti, che dalla sua grande passione per la maglieria ha concepito una collezione super femminile, costruita con tecniche all'avanguardia e siamo convinti che nei prossimi anni diventerà un marchio di riferimento; Smarteez disegnata dalla giovane e talentuosa Marta Forghieri che uscita dalla St. Martin School ha iniziato una collaborazione con l'azienda veneta Plissé che la produce. Per questa A/I 14-15 tra i nuovi talenti avremo, tra gli altri, uno stilista coreano, Kukso Koo, che propone una collezione concettuale ma allo stesso tempo di forte femminilità e una stilista turca, Arzu Kaprol, sbarcata di recente a Parigi nella prestigiosa Rue Saint Honoré e da noi distribuita per l’Italia e per l’estero. Insieme ai numerosi emergenti non mancano affermate realtà del made in Italy, che propongono prodotti altamente qualificati o marchi esteri creativi e di forte personalità. Il nostro lavoro di Showroom multimarca quindi è quello di realizzare una perfetta fusione tra il mondo degli emergenti, i marchi qualificati e i brand di richiamo, con proposte che riescono a conquistare e suscitare emozioni nei nostri clienti multibrand.Il nostro impegno è dunque, oltre a proporre affermati designer, dare spazio ai giovani e scommettere sulla loro creatività. La nostra costante passione rimane quella di lasciarci sedurre dalla loro creatività e aiutarli a diventare il futuro motore della moda, come un tempo lo sono stati i grandi stilisti di oggi.
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Ideazione 26
NON SOLO HERITAGE
Nuova sartorialità
I giovani puntano su un concetto contemporaneo di couture: collezioni sartoriali sì, ma pragmatiche e vendibili. Di MARCO MAGALINI
Da sinistra modelli di Mirko G. di Brandimarte e Augustin Teboul.
T
utto nel sartoriale parte dal dialogo: quello tra sarto e cliente, tra première e sarte, tra creativo e opera. Un dialogo nella scena italiana la cui voce, senza la couture fatta dalle ‘nuove leve’, stava rischiando di diventare troppo fievole per essere ascoltata. Un dialogo che spesso sfociava solo in una esaltazione (nostalgica) di un glorioso passato. Quella che sta affiorando con non poche difficoltà è una nuova (demi)couture fatta dai giovani che fanno di tutto per esprimersi ad alta voce, condividendo con le maison storiche gli spazi e il pubblico di appuntamenti importanti come la settimana dell’alta moda a Roma. Anche grazie alle energie di persone chiave del fashion system internazionale, come Silvia Venturini Fendi, presidente di AltaRoma, che investono risorse sulle nuove leve del fashion business tramite progetti come Room Service. A prova del fatto che la l'Alta Moda ha ancora grande spazio di sviluppo, la recente notizia che la maison Valentino ha lanciato una nuova sfida a colpi di forbici e ago: l’alta moda da uomo, che verrà realizzata da un laboratorio ad hoc nella sede storica di Roma. Valentino a parte, proprio Roma sembra essere la culla di questa nuova corsa all’artigianale, la città più idonea a creare un ponte tra il saper fare dei maestri della sartoria e l'entusiasmo creativo dei giovani. Un flashback a quando anche Valentino era giovane? Forse. Del resto, anche secondo uno studio elaborato da Hay Group, la couture continua a pagare. Un modellista, un sarto o un première va in media dai 45.000 euro l’anno per i primi ai 49.363 euro all’anno per sarti e première. In questo scenario, l’heritage e le mani più giovani collaborano in quel famoso dialogo tra tradizione sartoriale e nuove visioni. Una conversazione finalizzata però a vendere. Esme Vie, Quattromani, San Andrès Milano, Arthur Arbesser sono la prova che è possibile fare un prodotto bello e ben fatto (la vecchia ricetta del made in Italy) in grado di entrare (ed uscire nelle shopper dei clienti) nelle boutique dei buyer che hanno scelto di credere in loro. La vera sfida? Tener fede al timing di consegne e distribuzione, che all’inizio si trovano a gestire per lo più da soli. Tra i nomi-couture, scovati da un altro progetto sartorialoriented, Artisanal Intelligence (vedi box a lato), Mirko G. di Brandimarte, dal gusto stilistico ricercato, iper-femminile e decisamente unico, realizza abiti per valorizzare la bellezza della donna. Le sue creazioni, frut-
to di emozioni ed esperienze personali, sono unicamente hand made. I simboli distintivi del brand sono gli esclusivi ricami, le leggere piume e le sensuali trasparenze. O ancora Fabrizio Talia che, dopo aver collaborato con grandi nomi della moda – Dior, Cavalli, Moschino, D&G – realizza il suo progetto (es)*Artisanal dedicandosi alla ricerca creativa tra arte contemporanea e moda. Roma come avamposto di questo fare squisitamente artigianale, anche per designer stranieri come Thomasine Barnekow, una designer svedese che sorprende con la sua magnifica produzione di altissima qualità. Con lei il mondo dei guanti esplode in una miriade di forme e possibilità mostrando una verve nuova e inaspettata: spirali intriganti adornano i polsini, trecce sensuali si arrampicano sull'avambraccio, tagli sor-
prendenti creano volumi futuristici. Architettura contemporanea, geometrie naturali, materiale manipolato e colori dinamici suggeriscono visioni che sfidano profondamente l'artigianato professionale rinnovando identità e percezione del guanto come accessorio. Un altro nome da citare è Augustin Teboul. L'aspetto unico delle creazioni del brand nasce da una combinazione di poesia e gravità, equilibrio tra eccentricità e sobrietà. Le collezioni, prodotte in Germania e realizzate dal duo di designer, esprimono coerenza e ricerca mantenendo una forma concettuale. Un forte manifesto parte da Roma: l’heritage serve, ma non basta più.
Da sinistra modelli di Esmevie, Comeforbreafast e San Andrès
L'OPINIONE
From Costume to Couture Testo di
ALESSIO DE’NAVASQUES Curator Artisanal Intelligence
uando io e Clara Tosi PamQ phili abbiamo creato A.I. Artisanal Intelligence, un pro-
getto promosso da AltaRoma, l’abbiamo concepito come una piattaforma capace di unire Arte, Artigianato e Moda in nome del Made in Italy. A.I. è una serie di eventi, in location insolite e affascinanti. Fil rouge è l’arte del fatto a mano, preziosa tradizione e risposta sempre attuale a quel desiderio di unicità e di esclusività dell’era contemporanea. Il progetto più recente ha esplorato il rapporto tra il Costume e la Moda, le reciproche ispirazioni che legano due tra i settori di produzione creativa più importanti del nostro paese: vinciamo più Oscar per i costumi che per la regia e la nostra Moda è un punto di riferimento per tutto il mondo, insieme al lavoro di nuovi creativi speciali e visionari. La mostra Fusione di arte, From Coartigianato e stume to Couture moda espone abiti autentici meravigliosi insieme ai costumi che hanno ispirato, attraverso l'esperienza di una delle Sartorie più importanti del mondo, il lavoro del couturier e del costumista come se si specchiassero attraverso le loro creazioni messe a confronto. La Sartoria Farani possiede un’importantissima collezione di abiti autentici e realizza da più di cinquant’anni i costumi per i nomi più importanti dello spettacolo come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini o Peter Brook. Nota per le sue capacità di sperimentare e di saper realizzare con ogni mezzo i sogni più visionari di registi e costumisti, in questa occasione, oltre a esporre il dialogo tra abito e costume di scena, ospita i lavori di giovani artisti, fashion designer e artigiani selezionati, capaci di realizzare manufatti creativi unici nei materiali e nelle tecniche. Prima Piero Farani e ora Luigi Piccolo dirigono un vero e proprio laboratorio/fabbrica dove il costume si cuce e si salda, dove i sarti sono in grado di tradurre l'immaginario di registi e costumisti inventando materiali nuovi o utilizzando tecniche artigianali di ogni tipo. Tale capacità si deve anche alla collezione unica di abiti autentici che rappresentano una vera e propria “abitoteca” che vanta pezzi dal 1700 a oggi, divisi per aree geografiche di tutto il mondo, stili e categorie. Balmain, Dior, Galitzine, Schubert sono solo alcuni dei nomi di cui la sartoria conta le opere, compiendo un lavoro unico di archiviazione e conservazione. In questa occasione sarà esposta all'interno della Sartoria, dove sarà visibile la lavorazione dei costumi, una storia della Couture e del Costume con pezzi da Oscar realizzati per costumisti come Danilo Donati o Franca Squarciapino.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
FASHION ILLUSTRATED
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TRENDY AND GLAMOROUS
Focus
Focus
WOMENSWEAR COLLECTIONS
FROM FEBRUARY 19TH THROUGH MARCH 21ST 2014
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SUD AFRICA
www.studiozeta.org
L
’ordine sociale in Sud Africa è ancora molto giovane, è infatti del 1994 il primo governo democratico e multirazziale, guidato dal compianto Nelson Mandela. È quindi comprensibile come, in poco più di vent’anni, il Paese non sia ancora riuscito a costruire un sistema equilibrato e stabile. In particolare, dagli ultimi due anni la popolazione sudafricana (più di 52 milioni di cui il 79% è di etnia nera, l'8,9 % bianca, con minoranze coloured e indiani) sta affrontando un periodo critico per il riflesso della crisi globale e la flessione di acquisti di materie prime come l'oro, il platino, i diamanti da parte di Europa, Usa, Cina. Status quo che ha generato un'elevata disoccupazione (intorno al 20-30%), alti livelli di debito personale, aumento del costo del cibo, del carburante e degli alloggi. Per cercare di dare una scossa alla ripresa dei consumi, molte società hanno provato a ridurre i prezzi ulteriormente ma non sono riuscite a causa dell’aumento dei costi di produzione. Come risultato, nel 2013 vi è stata una crescita dei volumi più lenta, anche se l’aumento dei prezzi ha portato nell'anno a una forte crescita del valore attuale del CAGR (tasso di crescita annuo composto).
vendite a valore. Questo canale sta affrontando una grande sfida perché deve scontare la crescente concorrenza in tema di prezzo da parte di negozi generici, ipermercati e street-market e rivenditori non- alimentari. Infatti, come conseguenza della crisi economica, molti consumatori hanno optato per punti vendita che offrono il prezzo più basso.
CRESCE IL VALORE E NON IL VOLUME
RETAILER E PRIVATE LABEL
Il panorama distributivo dell’abbigliamento è disegnato da un piccolo numero di forti rivenditori nazionali. Edcon è il leader indiscusso di mercato poiché, con diverse insegne, riesce a offrire una vasta gamma di prezzi. Così attraverso la sua catena Jet ( Jet, JetMart e Legit) risponde alle esigenze dei consumatori low cost mentre con i suoi grandi magazzini Edgars (con i marchi Boardmans, Edgars Active, Edgars Shoe Gallery, Piazza Rossa) e i negozi mono-branded del Gruppo come Topshop Topman, Tom Tailor, Dune, Lucky, TM Lewin, Lipsy, Inglot, La Senza e Accessorize (brand che si ritrovano anche nelle catene Edgards) si rivolge al segmento top spender. Dietro Edcon ci sono altri importanti rivenditori come Truworths, Mr Price, Pepkor e Woolworths. Questi player beneficiano di catene di negozi, produzioni di private label e, grazie alla capillarità sul territorio, di una buona comprensione delle mutevoli richieste dei consumatori sudafricani. Per quanto riguarda i rivenditori specializzati, questi nel 2013 hanno continuato a dominare lo scenario soprattutto grazie all’ampia scelta di prodotti anche se non sono riusciti a mantenere le quote di mercato pur continuando la crescita delle
Economia
L'abbigliamento sta vivendo un momento di crescita per una concomitanza di fattori: fra questi la riduzione dei prezzi dovuta all’aumento della concorrenza fra grandi superfici e negozi specializzati. In questa gara al ribasso si è inserito prepotentemente anche il “fattore e-commerce”.
CRESCITA STABILE DEL PIL Il mercato del lusso vale oltre 500 milioni di euro. Pag. 30
ALLA RICERCA DELLO STATUS SYMBOL di ALESSANDRA IANNELLO illustrazione NICOLA GOBBETTO
Directory
CHI E DOVE
Gli indirizzi utili per ottenere informazioni sul mercato. Pag. 31
Business
MAURITIUS, PONTE VERSO L'AFRICA
Regime fiscale basso e stabilità politica. Pag. 31
La vendita al dettaglio ha registrato una significativa crescita (+ 10% nel 2012) risultato degli aumenti dei prezzi in tutti i canali di vendita. L'aumento dei costi di produzione ha spinto verso l'alto i prezzi finali della maggior parte dei prodotti al dettaglio. Questo trend ha visto sì incrementare il valore delle vendite, ma non delle quantità vendute, infatti il consumatore, segnato dall'aumento del costo del carburante e dell'elettricità, ha tagliato le spese considerate non necessarie. Inoltre, scioperi e sommosse nel settore minerario e di altre industrie pesanti hanno distorto le prospettive economiche positive per il paese. Infatti, anche se nel resto del mondo poco trapela relativamente a queste problematiche, ancora alla fine di gennaio i lavoratori delle miniere di platino hanno rifiutato un aumento di stipendio offerto dai datori di lavoro e hanno proseguito lo sciopero. Le tre società paralizzate dallo sciopero, Anglo American Platinum (Amplats), Impala Platinum (Implats) e Lonmin hanno proposto un piano triennale di aumenti salariali, con incrementi del 7,5% e 9% per il primo anno. Il segretario del sindacato Amcu per Lonmin, Reuben Lesejane, ha definito l'offerta "inaccettabile". Queste turbolenze stanno destabilizzando l’intero sistema-Paese anche sul fronte degli acquirenti top spender. Se a tutto ciò si aggiunge che i prezzi dell’alto di gamma sono in continuo aumento si capisce bene come i sudafricani rivolgano le loro preferenze ai prodotti private label che vengono spesso percepiti come di bassa qualità e quindi di costo più abbordabile. Tuttavia, questo sentiment sta cambiando, grazie alla politica dei retailer più importanti (Pick ‘n’ Pay, Woolworths e Shoprite) che stanno posizionando questi prodotti nel segmento medio e premium tanto che si è verificata una crescita significativa nelle vendite di private label. Le vendite dovrebbero aumentare anche per l’influenza di canali quali l’e-commerce che ha visto una crescita a doppia cifra ogni anno da due anni a questa parte.
Settore moda
STILISTI MADE IN SOUTH AFRICA Alcuni di loro sono già conosciuti all'estero e hanno sfilato a Parigi. Pag. 32
Focus
SUD AFRICA
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Sud Africa e la voglia di lusso
L'OPINIONE
Un italiano a Durban Testo di STEFANO TOFFOLI e TERRI-ANNE MARAIS di Churchill House, Durban
L
a mia passione è sempre stata l’arredamento. Oggi, finalmente, abbiamo realizzato il nostro sogno, con “Churchill House”: un edificio coloniale del 1903, due case ‘gemelle’ unite da un progetto di ristrutturazione del 2004, acquistato lo scorso anno, nel vecchio centro storico di Durban, sull’Oceano Indiano. Qui i sogni stanno prendendo forma: da una parte Terri-Anne ha creato la sua boutique di moda (con il marchio “Stolen”: abbigliamento & accessori da tutto il mondo). Dall’altra parte l’arredamento: tutti pezzi unici, antiquariato locale, inglese (vittoriano, ma non solo), qualche cosa dall’India, Zanzibar, Botswana, Cina, qualche creazione personale-made-in-Sud Africa (lampade & divani). Ma è un work-in-progress: di recente abbiamo inserito un piccolo negozio di fiori, un coffee shop, una piccola ma ben fornita cantina di vini; prossimamente arriveranno abbigliamento uomo (Holmes Brothers, un designer locale). Insomma... un vero e proprio mini-shopping-center di alta qualità concentrato in meno di 500mq. Durban è la terza città del Sud Africa, a livello di dimensioni ed importanza. Johannesburg è il cuore commerciale del Paese. Cape Town è l’affascinante perla (ma ha stagioni simili Promuoviamo all’Europa). Durban (o l’integrazione meglio la reattraverso gli gione costiedel Kwaartisti locali ra Zulu-Natal) è un po’ la sorella maltrattata (ma bellissima), con tanti problemi di gestionecorruzione, tante contraddizioni. Ma c'è bel tempo quasi tutto l’anno, paradiso dei surfisti, acqua sempre calda, natura ancora abbastanza selvaggia, tanti villaggi per turismo in costruzione, tanti centri commerciali in ampliamento. Per quanto riguarda la nostra clientela, c’è da dire che, delle 3 città chiave, Durban è anche la meno ricca. Sebbene la redistribuzione del reddito stia spianando i problemi razziali, a Durban il colore della pelle è ancora talvolta un problema; il processo di integrazione va più a rilento. Perciò, nel nostro piccolo, tentiamo di promuovere l’integrazione attraverso l’arte, la musica, gli eventi con artisti di provenienza locale ed internazionale e abbiamo alcuni rappresentanti italiani nell’orchestra filarmonica di Durban che si esibiscono nel nostro locale. Vorremmo che il caffè diventasse un po’ il ‘Caffè degli Artisti’, i nostri muri accolgono volentieri opere interessanti dell’Art Space, la galleria emergente della città, i cui proprietari sono un tedesco ed una americana da 20anni a Durban, che frequentano giornalmente i nostri locali. L’italianità aiuta sicuramente: specie perché siamo dei pionieri in questa regione. Qui la metà dei giovani indossa la maglietta della Nazionale italiana. Chiunque abbia voglia di fare piccoli passi, qui può avere successo.
LE NUOVE ICONE DEL FASHION SYSTEM SUDAFRICANO SONO I GRANDI BRAND DEL LUSSO EUROPEI CHE DOPO AVER COLONIZZATO I MALL DI JOHANNESBURG E LE VIE DELLA MODA DI CAPE TOWN ADESSO PUNTANO AI RICCHI TURISTI DI DURBAN. di ALESSANDRA IANNELLO
South Africa Fashion Week, Autumn-Winter 2014
I
l Sud Africa, in tema di acquisti, è da considerarsi ancora un Paese emergente. Infatti i beni di lusso vengono scelti in quanto marche aspirazionali e status symbol. Qui, i canali mediatici hanno giocato un ruolo importante nel guidare la crescita delle vendite di beni di lusso. Le riviste di lifestyle, in particolare, hanno alimentato l'interesse dei consumatori verso gli stili di vita delle celebrità, dando un modello di moda e bellezza lontano dalle tradizioni del Paese. Anche i video musicali e i film hanno giocato un ruolo fondamentale nel favorire atteggiamenti sempre più ambiziosi, con un numero crescente di giovani consumatori che sono sempre più desiderosi di acquistare i prodotti usati dalle celebrities. Per questo marche del lusso come Porsche (che ha a Johannesburg l’unico monomarca al mondo), Louis Vuitton, Gucci, Ralph Lauren, Burberry e Cartier hanno già da tempo aperto i loro flaghship store nel Paese a presidiare un mercato che, secondo i dati, è in crescita
LUSSO, LUSSO, LUSSO
In Sud Africa, il mercato dei beni di lusso vale, in base alle stime di Bain & Company risultanti da una ricerca del 2012, oltre 500milioni di euro e si intravedono grandi potenzialità. Il driver fondamentale della possibile e prevista crescita è da ricercarsi nella concomitanza di diverse concause. Fondamentalmente il Sud Africa è la maggiore economia del continente e ha espresso una crescita stabile del Pil (oggi il rapporto debito pub-
blico/Pil è del 38,8%) e gode di un tasso di urbanizzazione elevato, che ha raggiunto il 62% nel 2011, rispetto al 47% della Cina. Inoltre il Paese sembra un buon partner per implementare nuovi business anche perché la sua popolazione parla correntemente l’inglese e la Banca mondiale lo mette al 25° posto nella classifica delle nazioni che offrono un ambiente favorevole per le imprese, insieme a Usa, Germania e Regno Unito. I fattori considerati chiave nella creazione di un ambiente favorevole alle imprese includono i tempi e i costi di registrazione d’impresa, dell’impiego di dipendenti e dell’ottenimento di fonti di credito. Allo stesso tempo, l’importazione di beni di lusso in Sud Africa sta diventando sempre più conveniente: il dazio è sceso dallo storico 60% al 45% (conteggiando anche le spese di spedizione), a seconda del prodotto. Diversamente dagli altri Paesi emergenti il Sud Africa, grazie all’eredità lasciata dai bianchi, ha infrastrutture di trasporto di elevata qualità; peccato però che i mezzi che le percorrono (autobus e treni) siano in pessime condizioni. Inoltre in Sud Africa, grazie a una conquistata fiducia nel futuro e a situazioni medico-sanitarie buone, è aumentato il tasso di crescita demografica che, nel corso dei prossimi cinque anni, si prevede che aumenti con ritmi pari a quelli di Cina o Russia. E poiché “piccoli consumatori crescono” emergerà una classe di acquirenti abbienti che stimoleranno la domanda per i beni di lusso. Secondo le stime Euromonitor, il numero di nuclei familiari con un reddito annuale disponibile superiore a 100mila dollari è quasi duplicato nel decennio appena trascorso. Anche il numero di
SUD AFRICA
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DIRECTORY
Mauritius, piattaforma premium per l’Africa
Chi e dove EDCON P.O. BOX 100, CROWN MINES, 2025, SOUTH AFRICA WWW.EDCON.CO.ZA
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on un’esperienza ventennale nel C settore degli investimenti nei mercati emergenti, il Centro Finan-
ziario Internazionale di Mauritius (MIFC) è oggi la piattaforma premium per l'Africa. Ospita una delle più antiche banche commerciali del continente. L’ICT-BPO (Information Comunication Technology – Business Process Outsourcing) è un settore in crescita che oggi contribuisce al 7% del PIL e impiega oltre 20mila persone in 500 aziende. La tendenza è verso i servizi ad alto valore aggiunto come lo sviluppo di software, servizi di R&D, di outsourcing finanziario e di business continuity. «Nel rapporto Doing Business Survey 2013 della Banca Mondiale – ha spiegato Cader Sayed-Hossen ministro dell’industria, del commercio e della protezione del consumatore di Mauritius Mauritius si è classificato 19esimo in "Ease of Doing Business" per l’area dell’Africa sub-sahariana». Mauritius è un ponte verso l'Africa, quali strategie state implementando per attirare le imprese? Il nostro Paese opera in settori diversi che vanno dalla produzione di zucchero al tessile, dal turismo ai servizi finanziari e questa varietà ci ha permesso di acquisire un notevole know-how tecnico e l'esperienza per poter operare in Africa, mercato che offre oggi molte opportunità. Gli investimenti transitati da Mauritius sono stati incanalati nei settori di riferimento creando accordi protetti con diversi paesi africani. Questo ha posizionato Mauritius come una giurisdizione sicura e competitiva per la strutturazione e gestione degli investimenti africani. Già Cina e India la stanno utilizzando come piattaforma di investimento per il settore bancario e come fonte di professionisti per fare affari in tutta l'Africa. Mauritius è un membro attivo di COMESA e SADC, due zone di libero scambio regionali dell’Africa meridionale e orientale
high-net-worth individuals, cioè di persone con una ricchezza superiore a un milione di dollari, secondo un report del Credit Suisse è in crescita e ha raggiunto quota 71mila nel 2011. In proporzione alla popolazione totale, questo gruppo è due volte più grande qui che in Cina e in Russia, e numeroso quanto in Brasile.
LA MODA IN CITTÀ
È Johannesburg la capitale della moda sudafricana. Qui si tenne per la prima volta la South African Fashion Week che, a tutt’oggi, rimane la più importante manifestazione dedicata agli stilisti del Paese. A capo dell’organizzazione la fondatrice (nel 1996) Lucilla Booyzen che, è riconosciuta, a livello mondiale, quale massimo esperto delle tendenze della moda africana. A Johannesburg hanno anche sede tutte le boutique dei brand europei non solo di alta gamma, infatti ci sono qui gli store di Zara e H&M. La rete distributiva della città presenta una caratteristica unica nel suo genere ovvero i negozi del lusso sono riuniti in mall che hanno sede all’interno dei grandi alberghi. Inoltre questi hotel multistellati sono collegati fra loro con una rete di strade sotterranee per scongiurare atti di violenza molti frequenti in città. Infatti Johannesburg è conosciuta da sempre come una delle città
che hanno facilitato l'accesso al mercato attraverso un trattamento preferenziale verso alcuni paesi africani. Grazie alla sua posizione strategica nell'Oceano Indiano tra l'Africa e l'Asia, a un ambiente imprenditoriale favorevole, a un'economia aperta, a un regime fiscale basso, alla stabilità economica e politica, Mauritius è ben posizionata per diventare il gateway per il commercio e gli investimenti in Africa. Essa ha anche il potenziale di svilupparsi in un hub regionale per le attività di transito. Nell’ottica di espandere le attività commerciali in Africa, il Governo ha elaborato una strategia volta a migliorare la visibilità come partner preferenziale. Come è strutturata la distribuzione a Mauritius? Mauritius è un'economia aperta con un regime commerciale liberalizzato. Non ci sono restrizioni sulle importazioni della maggior parte dei beni a eccezione di alcuni prodotti per motivi di sicurezza. Gli importatori sono liberi di acquistare i loro prodotti da qualsiasi paese a condizione che soddisfino le regole doganali. Il sistema di distribuzione, a Mauritius, si caratterizza con la presenza di piccoli negozi, catene di supermercati e ipermercati. Le consegne vengono effettuate attraverso canali che comprendono produttori, importatori, grossisti e dettaglianti. Quali opportunità ci sono per le aziende europee impegnate nel settore del lusso? La popolazione gode di un buon potere d’acquisto e il Paese è anche una meta turistica di fascia alta per i visitatori provenienti da Europa, Asia e Africa. Inoltre, il mercato di Mauritius ha già sviluppato una nicchia di lusso con diversi marchi affermati soprattutto nei settori abbigliamento, profumeria, orologeria, pelletteria e automobili. Nel Paese sono già presenti brand come Hugo Boss, Armani, Chanel, Dior,Tissot, Hermes, Louis Vuitton e Porche. A.I.
MR PRICE 65 MASABALALAYENGWA AVENUE, 4001 DURBAN, SOUTH AFRICA WWW.MRPRICEGROUP.COM
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più pericolose del pianeta dove ogni giorno sono commessi coincide anche con un anniversario importante per il Sud in media 17 omicidi. Protagonisti di atti di violenza sono Africa: il ventennale della fine dell’Apartheid. Cape Town è soprattutto ragazzini e adolescenti, tsotsi, come vengono sempre stata una città accogliente e innovativa e negli ultimi chiamati nel gergo del ghetto, giovanisvent’anni lo è stata sempre di più ansimi che dalle periferie delle township si che grazie a un governo consapevole Le famiglie con reddito spingono fino al centro delle città, dove e rispettoso del territorio e delle poi furti e le rapine sono più “redditizi”. oltre i 100mila dollari sono polazioni che vi vivono. Qui esistono Si muovono sempre in gruppo, ai bordi le “vie del lusso” dove si può tranquildelle strade, lungo i marciapiedi, vestiti decuplicate. In crescita anche i lamente passeggiare e acquistare nelle di stracci e sghignazzanti e sotto le ma- ricchi sopra il milone di dollari. boutique dei grandi marchi del lusso gliette nascondono coltelli e pistole. Cape europeo. Astro nascente fra le città del Town, invece, è decisamente più tranquilPaese è Durban. «Qui le grandi griffe la. Qui c’è la più alta concentrazione di popolazione bianca non sono arrivate con i loro monomarca – spiega Helene (anche il sindaco, donna, Patricia de Lille, è bianca) ed è sta- Blignaut saggista ed esperta di moda, sudafricana da anni ta proclamata, prima città nel continente africano, Capitale residente in Italia, consulente della Municipalità di Durban mondiale del Design 2014. La città (qui sono ubicate 750 per la riqualificazione dell'artigianato moda locale - ma sono società che lavorano nel settore del design e dell’innovazio- presenti, con le seconde linee, in store multimarca. Il potenne) ha sbaragliato Bilbao e Dublino con il progetto “Live ziale di Durban è molto alto perché la città è il capoluogo Design. Transform Life” che dimostra come il design non della regione KwaZulu-Natal, la “Costa Azzurra Sudafricariguardi più la forma degli accessori che arredano case, uffici na” dove passano le loro vacanze i ricchi non solo del Paese e città ma anche la sostanza della qualità della vita. Di come ma anche delle nazioni limitrofe, da altre città del Paese, ma l’innovazione e la capacità di reinvestire le risorse porti a mi- moltissimo da Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Usa gliorare le condizioni di tutti. Va anche ricordato che il 2014 e India».
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SUD AFRICA
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Nuovi stili per antiche tradizioni Il grande fermento che sta investendo la società sudafricana ha portato alla nascita di una corrente di giovani stilisti e designer che coniugano la tradizione ancestrale del Paese con le nuove tendenze. Testo di ALESSANDRA IANNELLO
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onostante le molteplici etnie che convivono in Sud Africa, nel Paese si vive un grande senso di appartenenza. Infatti, alla domanda “di che etnia sei?” la risposta che si riceve è “sono sudafricano”. Così, al di là delle icone europee l’orgoglio sudafricano ha prodotto anche una generazione di stilisti che trovano nelle loro radici l’ispirazione per far conoscere al mondo il “Southafrican style”. Uno dei più importanti rappresentanti della moda sudafricana è Gavin Rajah, che ha anche presentato le sue creazioni alla Fashion Week di Parigi e vestito celebrità del calibro di Beyoncé, Cameron Diaz, Tom Cruise e Tina Turner. Oltre a essere uno dei fondatori della Cape Town Fashion Week, Rajah è stato il primo stilista africano a prender la parola alla Global Fashion Conference di Milano in nome della nuova generazione di creativi del suo Paese. Altra stella del firmamento fashion è David Tlale. Il suo marchio è nato nel 2003 quando ha vinto l’Elle New Talent in Sud Africa ed è stato segnalato come miglior designer dal Sunday Times. Solo dopo tre anni ha ricevuto la sua consacrazione internazionale quando è stato uno dei quattro giovani stilisti sudafricani selezionati per presentare la loro collezione Couture durante la settimana dell’alta moda a Parigi.
79,2% Africani
8,9%
Coloured
8,9%
Bianchi
2,5% Indiani
PRETORIA JOHANNESBURG
DURBAN
CITTÀ DEL CAPO
IL FUTURO
Un grande fermento attraversa il Paese e, grazie a nomi in Europa sconosciuti ma molto seguiti in patria come Treasure Cindi, Mandy Van Tonder, Jula Mtambo, Duke, Hip Hop, Maya Prass, Craig Port, Darkie, Sonwabile Ndamase e Malick Dippenaar, negli ultimi anni il Sudafrica è riuscito a dire la sua nel mondo della moda. Denominatore comune di queste nuove leve è la commistione fra lo stile tradizionale e le tendenze più innovative. Così si vedono tessuti etnici reinterpretare forme più vicine ai gusti internazionali, colori vivaci che sposano le nuance più terro-
se legate al territorio ma anche una nuova visione dello stile coloniale più classico. Esiste anche uno zoccolo duro di puristi della tradizione che celebrano nelle loro creazioni le proprie radici e sostengono la produzione locale. La stilista Jenni Button, designer del brand Philosoph per esempio, fa produrre il 90% della sua collezione in Sudafrica, mentre Cari Stephenson di Tart trae ispirazione per le sue collezioni dalle sue radici inserendo nei suoi modelli elementi indigeni e naturali. David Tlale, già vincitore del premio "Designer of the Year" dell'Arise Africa Fashion Week, si ispira alla sua esperienza personale, che spesso parte dall'estetica degli uomini black. «Vengo ispirato – spiega lo stilista - dai colori del mondo in cui viviamo, e la mia collezione va oltre i miti e i tabù del colore della pelle. Mi sono anche chiesto perché una determinata etnia debba essere
definita “di colore”. Come stilista sudafricano black, esplorerò la meravigliosa e vivace cultura della mia comunità e aprirò una nuova strada per la moda. L'uso di stampe sovrapposte rappresenta infatti le diversità culturali».
CENTRI DI PRODUZIONE
Quando si parla di produzione sudafricana bisogna entrare nel contesto industriale del Paese per capirne i meccanismi. Infatti esistono dei siti produttivi dove i designer affittano le linee per un periodo determinato. Quindi, le stesse maestranze sono impegnate in slot di tempo su produzioni diverse. Ovvero, la stessa linea e gli stessi addetti passano dal realizzare abiti maschili a produrre intimo, dalle gonne alle camicie e così via. Questo modo di operare non permette ai lavoratori di acquisire alcuna specializ-
zazione e quindi si ottiene una produzione di scarsa qualità che, a tutt’oggi, non ha la possibilità di competere nel mercato globale. Gli stilisti che invece hanno puntato sulla qualità si affidano, per la produzione, a piccoli laboratori di sartoria che, però, non possono assicurare la continuità e i grandi numeri che occorrono per affrontare le esportazioni. Quindi, nonostante le proposte degli stilisti sudafricani siano interessanti anche per i consumatori dei paesi occidentali, questa mancanza di un background produttivo li sta bloccando nell’approccio ai mercati maturi. I più illuminati, o meglio quelli che ne hanno le possibilità, stanno stringendo accordi con paesi produttori (prevalentemente con la Cina) per far industrializzare e commercializzare le loro creazioni. Un discorso a parte merita invece la produzione di materie prime. Il Sud Africa è infatti fra i primi tre produttori al mondo di cotone e lino di altissima qualità e il primo in assoluto per la concia di pelle pregiate quali lo struzzo.
DESIGN D’AUTORE
Cape Town è stata designata dall’International Council of Societies of Industrial Design Capitale Mondiale del Design 2014 e per l’occasione ha deciso di rifarsi il look grazie anche a un programma di oltre 450 eventi che animeranno centro e province nel corso dell’intero anno. Il calendario parte dal concetto di utilizzare l’eccellenza del design per dare vita a progetti che animeranno la città e richiameranno turisti da ogni parte del mondo. Questa nomina ha dato un nuovo slancio creativo anche per il design nelle altre città sia a livello architettonico che di nuove tendenze nell’arredamento. Come per gli stilisti emergenti nella moda, anche i giovani designer sono i pionieri di una nuova espressione creativa che guarda con occhi diversi la propria tradizione di stile e la evolve verso tendenze innovative che prevedono l’uso di nuove forme, tessuti all’avanguardia, materiali naturali e colori ricchi e vivaci.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Strategie 34
INTERNAZIONALIZZAZIONE 2.0
Player globali del 2020
Visione strategica per proiettarsi sui mercati e nuovi modelli di business sono le tappe di un percorso dinamico in un’ottica “worldwise”. Testo di FLAVIO SCIUCCATI e GIAN MARIO BORNEY (The European House-Ambrosetti)
È
ormai da molto tempo che il motto “accrescere il livello di Internazionalizzazione delle piccole-medie imprese Italiane” echeggia all’interno di testate, convegni, assemblee e tavole rotonde. Ne abbiamo abusato al punto, come accade sovente, dal perderne progressivamente il vero significato che, invece, non può prescindere da continui e necessari “reality checks” in base alla dinamiche sempre nuove dei mercati internazionali globalizzati. Incastrati a parlare spesso con superficialità di acronimi come PIGS, BRICS e ora VISTA o MINT, finiamo col guardare lontano con lenti appannate o sfocate senza capire fino in fondo che la vera Internazionalizzazione è innanzi tutto un processo strategico che parte sì dall’essere consapevoli delle opportunità ma anche, o forse soprattutto, dall’essere molto ambiziosi e coraggiosi nel proiettarcisi. Di fatto i mercati internazionali appaiono oggi per molte aziende sempre più indispensabili e se fino a pochi mesi fa molti immaginavano di doversi ri-bilanciare un poco tra Italia e altri mercati, oggi cresce sempre più la consapevolezza che per avere futuro è necessario pensarsi come aziende che dal mercato Italiano ottengono piccola parte del proprio business ricavandone però la credibilità e motivazione necessaria (ma non è detto che sia condizione anche sufficiente) per fare business nel mondo. Siamo tutti inondati da grafici e proiezioni, ad esempio, sui milioni di nuovi consumatori medi in Cina, Brasile, Messico o India ma ben poco abbiamo ragionato veramente sul “potenziale Italia” visto che i nostri prodotti, le nostre manifatture insieme al nostro immaginario potrebbero trovare in questi nuovi mercati incredibili opportunità. Un patrimonio, altro termine anche questo purtroppo ormai “logorato”, che deve però trovare chiavi di valorizzazione nuove e non nostalgiche. E’ proprio ragionando su queste linee di pensiero che ci è venuta voglia di provare, anche a titolo di provocazione, a separare l’Internazionalizzazione trita e opportunistica dell’esportare nei mercati lontani un poco di più senza grandi investimenti ma grazie all’opportu-
Un' installazione della mostra Crossover di Eliana Lorena alla Triennale di Milano. ph. Santi Caleca
nità (il più delle volte pura illusione) di partner ideali, tanto sentita negli ultimi anni, da un nuova Internazionalizzazione “2.0”. Tanto per chiarire, quella che a nostro avviso potrebbe davvero spingere la super Italia, baciata dalla bellezza e dall’estro, ad essere protagonista delle nicchie in un mondo sempre più desideroso di autenticità. Gli esempi di aziende italiane già 2.0 per fortuna ci sono ma il loro numero potrebbe essere certo ben più elevato. Che cosa caratterizza dunque, in estrema sintesi, un percorso di Internaziona-
lizzazione 2.0? La grande discriminante, come sempre, è la visione. Il coraggio e la capacità di proiettarsi sui nuovi mercati con un disegno di rilevanza strategica. Seppur spesso piccole, ancor di più quando davanti a un mercato davvero globale, molte aziende Italiane posseggono nel proprio DNA di prodotto, storia, idee, archivi e capacità, il fulcro potenziale su cui costruire percorsi internazionali importanti, di rilevanza, spesso all’interno di macro nicchie sempre più globali. Certo, per avere visione bisogna aver capacità di lettura dei
mercati e delle loro opportunità, lettura che deve essere sempre aggiornata perché queste nuove realtà esprimono dinamismi incredibili. A tale proposito abbiamo giocato un poco creando un neologismo: servirebbe essere “worldwise”: consapevoli del mondo. Altro elemento fondamentale di un approccio 2.0 è poi l’apertura a mettersi in discussione e pensare modelli di business nuovi. Il futuro sviluppo dei segmenti premium globali, l’incredibile evoluzione del canale distributivo digitale con lo sviluppo esponenzia-
EVOLUZIONE DELLA CLASSE MEDIA E ALTA DEI PAESI EMERGENTI PIÙ POPOLOSI (MILIONI DI PERSONE) FONTE: The European House-Ambrosetti su dati OECD, Goldman Sachs, Woodrew Wilson Mexican Institute, 2014
le dell’e-commerce da smart phones (vedasi recente record delle vendite Cinesi online: 5,75 miliardi di USD l’11 novembre, festa dei single), la persistente presenza di barriere che spingono verso la localizzazione produttiva in alcuni mercati come il Brasile e l’India cosi come la ventata di innovazione che si sta abbattendo sulle logiche di design delle supply chain di tante filiere manifatturiere (vedasi la stampa digitale o i nuovi percorsi del B2B), così come i mille altri trends oggi rilevanti richiedono flessibilità nel pensarsi e proiettarsi evolvendo dal proprio modello di business tradizionale e consolidato. In altre parole: abbandonando la propria famosa area di comfort, sfidandosi e mettendosi in gioco e aprendosi ad un portafoglio di percorsi strategici. Terzo punto chiave dell’approccio 2.0, quello legato alle risorse e al disegno di percorsi strategici a tappe con un’attenzione precisa alla costruzione di elementi di attrattività e accoglienza per capitali e risorse umane di qualità, indispensabili per essere piccole grandi aziende italiane nel mondo. Non è certo poco. Visione sui mercati del mondo e propensione a innovarsi giocando un ruolo di rilevanza divenendo attraenti per capitali e management di qualità. E’ vero: per molti piccoli e medi Imprenditori e Industriali può sembrare una lista velleitaria ma in fin dei conti quello che davvero conta e può far la differenza è l’essere pronti a mettersi in gioco aprendosi laddove necessario a collaborare con chi può essere di supporto in questi progetti aumentandone lo “scope” e portando visibilità e risorse. Consorzi, associazioni, reti, investitori, team di advisory esperti come il nostro ... sono tutti supporti chiave per disegnare e implementare nuovi percorsi 2.0. Per quanto ci concerne crediamo che siano moltissime le aziende in grado di percorrere un percorso 2.0, molte di più di quanto non ci si immagini. Molti dei nostri Imprenditori siedono stancamente su un potenziale di cui spesso hanno poca consapevolezza. Per alcuni di loro è ancora possibile, con uno scatto di intraprendenza, divenire, anche se nelle loro nicchie, player globali del 2020. Coraggio! @FlavioSciuccati
LA PAROLA AGLI IMPRENDITORI ANGELO MAZZIERI | Ceo Coccinelle “Il nostro percorso iniziò diversi anni orsono e fu pianificato con gradualità in funzione dei mezzi che l'azienda, allora di piccole dimensioni, poteva disporre.Iniziammo con l'individuazione di alcuni mercati del nord Europa che come gusto della popolazione potevano meglio adattarsi al nostro stile e dopo la verifica del successo di prodotto iniziammo con i primi investimenti in marketing per sviluppare una maggiore notorietà di brand assieme ad una distribuzione curata e coerente al nostro posizionamento e anche alle nostre ambizioni. Un percorso di internazionalizzazione si esprime anche in strutture di controllo e sviluppo retail, ma per aziende come la
nostra significa che questo si può fare solo dopo diversi anni di conoscenza e costruzione della reputazione nel mercato in cui si decide di lavorare. Tutto ciò non significa che non si possano cogliere occasioni di sviluppo in altri paesi, ma un vero processo di sviluppo estero è impegnativo e necessita di pianificazione. Per noi la strada è ancora lunga ma il 2020 è abbastanza lontano e abbiamo avviato operazioni corrette che stanno già dando frutti veri dove il processo di internazionalizzazione fu pianificato, meno solidi dove si sono colte opportunità fortuite; siamo quindi fiduciosi che per quell'epoca avremo consolidato lo sviluppo in Europa e saremo in fase di crescita in Asia dove oggi non siamo ancora presenti in modo significativo. La nostra ambizione è di diventare un punto di riferimento per le consumatrici nelle parti del mondo che sono più affini al nostro gusto, non si può vendere tutto a tutti, ogni paese ha le sue caratteristiche così come i marchi e se si vuole essere fedeli a se stessi e coerenti col proprio stile occorre scegliere mercati
adatti. Quindi la nostra matrice strategica ideale sarà definita dalla coerenza dei prodotti col nostro stile, scelte oculate di distribuzione e marketing in paesi adatti a noi e un bel mixi di nuove sfide che sono il sale del lavoro”.
ALESSANDRO VARISCO | Ceo Moschino “Moschino su alcuni Mercati si è mosso tardi. Ad esempio nel Far East – al di là di Giappone, presente prima con filiale e ora con un partner, Corea dove abbiamo una filiale 100% Moschino e siamo in fase di upgrading e Vietnam dove abbiamo un negozio in franchising aperto con un partner – per quanto riguarda la Cina il nostro ingresso risale a 5 anni fa. Da allora
abbiamo aperto 50 fra boutique e shop in shop. Il processo è nato da un percorso opportunistico e quindi, non avendo fatturati stratosferici (circa 220 milioni di euro), ci siamo avvalsi di un partner che conoscesse il territorio e le sue regole. Un ulteriore passo avanti nell’internazionalizzazione è avvenuto sia con il cambio della direzione creativa, affidata a Jeremy Scott, una figura più vicina anche ai social network, sia con le nuove aperture retail, ma anche in un’ ottica di filiera cioè con prodotti che consentono e sostengono il conto economico delle aperture. Sotto questo aspetto, non ci possiamo ancora definire player globali e siamo consapevoli di doverne ancora fare di strada. Ad esempio guardare a nuovi mercati, come possono essere il Gabon, l’Angola o la Nigeria, Paesi che sono ancora ai livella della Cina degli anni Ottanta, ma che vanno visti in prospettiva, e poi consolidare i Paesi maturi come gli States, dove stiamo riallocando il negozio di New York, e poi rivolgeremo l’attenzione a Los Angeles”.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Retail 36
NEW TECHNOLOGIES
I SUONI che fanno vendere
L'OPINIONE
Sound su misura
Testo di ANDREAS SCHMEIDLER Country Manager Italia vente-privee.com
'esperienza multisensoriale apL plicata al processo d'acquisto sta generando nuove discussioni e svi-
Le ultime frontiere puntano sul sound masking e lo studio della psicoacustica per stimolare gli acquisti in store. Testo di VIRGINIA SIMONI
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Un rendering di un progetto di sound masking per uffici in open space
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bbiamo già parlato nei numeri scorsi di “tecnologie visibili” che stanno rivoluzionando l’esperienza di shopping in-store come gli Smart Mirror, le soluzioni di lettura/scrittura e tracciabilità RFID “mobile” o l’Eyetracking. Ma c’è una tecnologia, che non si vede, o meglio si sente senza accorgersene. Vi è mai capitato di essere in banca e non poter sentire quello che sta dicendo la persona allo sportello di fianco al vostro? Fateci caso. Si tratta del Sound Masking. Un sistema tecnologico che consiste nell’aggiunta di un suono naturale o artificiale all’interno di un ambiente in modo da coprire dei suoni indesiderati attraverso l’utilizzo del “mascheramento uditivo”. Esiste una società italiana all’avanguardia per le tecnologie di miglioramento delle performance nel settore retail, che è maestra in Sound Masking, l’Omnichannel Studios. Ci spiega Matteo Ferrante Veneziani, Founder & CTO “Il Sound Masking riduce, o in alcuni casi elimina, la consapevolezza di suoni preesistenti in un determinato ambiente. Questo fattore permette di rendere l’ambiente lavorativo più confortevole, creando un’ “area di privacy” che permette ai lavoratori di raggiungere un più elevato livello di con-
centrazione e di conseguenza di aumentare la propria produttività. Il concetto risiede dunque nel coprire un suono che può provocare distrazione nell’individuo con un altro meno invadente e più rilassante.” Una delle applicazioni più diffuse di questa tecnologia è all’interno degli uffici e delle sale conferenze, le quali dovrebbero garantire un certo livello di privacy rispetto all’esterno. Contrariamente a questo principio molto spesso le pareti non costituiscono una barriera acustica efficiente, in questo caso il Sound Masking può compensare queste carenze isolando l’area interna dai rumori provenienti dall’esterno. I sistemi di Sound Masking hanno alcuni importanti vantaggi rispetto ad altri metodi tradizionali atti alla riduzione dei suoni di sottofondo: è infatti un sistema dinamico che si adatta a seconda del luogo, del periodo temporale e delle condizioni ambientali in cui opera, presenta costi infrastrutturali meno elevati rispetto ad altri sistemi sistemi. È un sistema che interagisce direttamente con l’orecchio dell’ascoltatore, è dunque indipendente dalla struttura dell’edificio in cui ci si trova. Anche nel settore retail questa tecnica può avere diversi utilizzi. Attraverso lo studio della Psicoacustica, disciplina scientifica che studia la percezio-
ne soggettiva umana dei suoni, si è arrivati a scoprire delle tecniche altamente elaborate per fare del suono uno strumento capace di influenzare anche il comportamento umano. Usato in modo molto attento può modificare le abitudini dei clienti, ad esempio abbassando le loro resistenze all’acquisto, e renderli più propensi allo shopping. Senza accorgercene siamo esposti continuamente a questi impulsi, molti grandi marchi di moda e del lusso utilizzano all’interno dei loro monobrand questi suoni “intelligenti”. Ad esempio tarando i suoni emessi sul consumatore maschile, per farlo rilassare e abbassare le “difese allo shopping”. Si tratta di soluzioni che possono essere applicate anche ad altri campi del fashion system. Ad esempio alle sfilate, provocando negli spettatori sensazioni di stupore e eccitamento. Anche a livello di supporti di emissione del suono la tecnologia è andata molto avanti. Per diffondere nel modo più uniforme questi suoni non ci sono più “le casse tradizionali”, ma pareti continue a diffusione tramite “tecnologia planare” a 180°. In questo modo il cliente viene coinvolto completamente nella shopping experience.
A sinistra la tecnologia di augmented reality "smart mirror", a destra le onde sonore influenzano la psiche umana secondo la discipina della psicoacustica.
@virginia_simoni
luppi nel mondo del retail, offline e online. Trascendendo l'elemento visivo, ormai preponderante, le nuove frontiere della customer experience si rivolgono oggi a mondi ancora poco esplorati, come la musica, creando nuove contaminazioni. Nel digitale, questa ricerca deve procedere di pari passo con l'innovazione per la necessità di dover aggirare le barriere dello "strumento" che permette la navigazione, sia esso lo schermo del pc o dello smartphone. Da oltre 13 anni vente-privee.com, pioniere e leader delle vendite evento online, crea e sviluppa nuovi servizi per gli oltre 2.500 brand partner per veicolare nel modo più qualitativo, coerente e completo l'immagine di marca e dei prodotti proposti in occasione delle flash sales realizzate quotidianamente. Nel nostro DNA è insita la creazione di eventi sorprendenti, di toccare il lato emozionale La shopping e procurare piacere at- experience online traverso la si contamina con "messa in la musica scena" dei brand e dei prodotti, creando una risonanza per le marche nei confronti dei nostri soci che oggi sono oltre 20 milioni in Europa. La musica è un elemento fondamentale della Digital Factory di vente-privee.com, la più grande struttura audio-video d'Europa messa a disposizione dei brand. E quest'arte nobile viene declinata in due direzioni: coinvolgere totalmente il cliente nell'esperienza di navigazione e rafforzare l'immagine del brand. Il sito infatti rinnova regolarmente l'homepage completandola con un sound su misura. Un ulteriore aspetto riguarda la creazione del trailer di presentazione della vendita-evento che vente-privee. com realizza per i brand: un video promozionale completo, che non può dunque prescindere dalla musica. Nella nostra sede di Parigi sono stati creati 4 studi di registrazione e uno di sound designer in cui lavorano musicisti esperti, compositori e tecnici del suono. Partendo da un vero e proprio briefing della marca, il team Musica di vente-privee.com realizza uno studio di identità musicale per il brand e adattandolo al "mood" della vendita-evento, creando un sound inedito su misura: musica elettronica, tradizionale, effetti sonori, acustica, voce….un lavoro svolto con passione e competenza in collaborazione con i motion designer che realizzano il trailer. Molti dei brand con cui collaboriamo non sono mai andati oltre una pubblicità stampa, l'approfondimento dell'elemento musicale è quindi un estremo valore aggiunto che offriamo, perché crea una relazione a lungo termine con il cliente finale fissandosi inconsciamente nella mente di chi la ascolta e creando processi evocativi assolutamente preziosi in ambito di customer experience, rafforzando addirittura l'identità del brand stesso.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
ph. Michele Poli
A.D.
www.misuraemme.it
sistema TAO10 design Mauro Lipparini
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20/12/13 13.06
Retail 38
SHOPPING ONLINE
L’e-commerce dà i numeri
Fashion Market Overview Fashion Market Overview – Le Categorie Circa 8.500 queries al secondo che abbiano come oggetto la moda. Google ci svela i numeri Tutte le principali categoriemotore hanno un trend a 3 cifre. La crescita UVs YoY più sostenuta è sui vestiti. Cosa si cerca/prioritizza? Lo Stock e la Taglia delle ricerche che riguardano la moda sul proprio di ricerca. Testo di VIRGINIA SIMONI FONTE: Courtesy of 3rd Place e Google
89%
85%
Fit
In Stock
75%
Material
71% Sizes
62% Color
68% Style
Dresses
Kids
Outerwear
Mens
Womens
Source: Compete Clickstream: IT 02 Category Leve, Unique visits growth y/y Q42010’Q42011
COSA SI CERCA/PRIORITIZZA NELLE RICERCHE DI SHOPPING APPAREL?
Source: Compete Survey: BI1 How important were each of the following features to you when shopping for apparel? Please select only one option per feature. Top 2 Box, n= 1,321,
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MFM
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l fenomeno dello shopping online che sembra essere incontrollato, in realtà è costantemente monitorato per favorire una ricerca sempre più precisa e offrire nuovi servizi. La Società 3rd Place di Milano, ha fornito i dati sulle analisi condotte sul motore di ricerca Google inerenti al settore moda. Partiamo da alcuni dati importanti: 70 milioni di utenti in Europa visitano siti del settore fashion regolarmente, di cui il 22% acquista abbigliamento online. Vengono eseguite ogni secondo 8.500 queries, ovvero termini di ricerca inerenti al mondo dell’apparel su Google. Tutte le principali categorie merceologiche hanno registrato negli ultimi anni un trend a 3 cifre, la crescita più sostenuta è sui vestiti che registra un +131%, a seguire il kidswear +125% e il menswear +123%. Quello che le persone ricercano sui siti e-commerce è di verificare principalmente la disponibilità in stock del prodotto (85%) e le taglie (89%). Nel 2012 il giro d’affari generate dai siti online di moda in Italia è stato di 1 miliardo di euro, con una crescita del +24% rispetto al 2011. La spesa media per utente annuale è di circa 357 euro. Per il solo settore del fashion gli utenti attivi sono 2.8 milioni. Un numero ancora lontano dai 9,7 milioni in Inghilterra, che è sul podio europeo anche per la spesa media di acquisti online, circa 1.103 euro pro capite. Ma la previsione di crescita di acquisti sul web in Italia è molto confortante, la più alta d’Europa. Si prevede che da oggi fino al 2016 ci sarà un aumento di vendite sul web del +184%. Com’è possibile una crescita verticale così veloce? Spiega Fabrizio Milano d’Aragona, socio fondatore di 3rd Place “I fattori sono vari. Il primo di tutti è la multicanalità fatta di comunicazione offline, online e mobile che amplifica le potenzialità di vendita. Sicuramente la mobile technology sta davvero rivoluzionando le nostre abitudini di acquisto, è lo strumento che maggiormente ci mantiene “connessi”. Ogni giorno il 39% delle nostre interazioni avviene attraverso uno smartphone. Il dato stupefacente è
E-COMMERCE
CINA, CIFRE DA RECORD Per avere un’idea della dimensione planetaria che sta assumendo il fenomeno dell’ e-commerce, può essere utile guardare alla Cina. Per quanto il grande paese asiatico si sia affacciato al mondo Internet e a tutti i suoi fenomeni “collaterali” più tardi di altri, è stato capace, anche in questo caso, di colmare il divario molto velocemente; i numeri che testimoniano questa crescita sono impressionanti. Solo nel 2006 la percentuale di acquisti online sul totale
LE CATEGORIE MERCEOLOGICHE CON IL TREND DI CRESCITA PIÙ ELEVATO NELLE RICERCHE ONLINE
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che il nostro uso del telefono avviene per il 39% te interesse per l’advertising online da parte delle i retailer website come risultato della visione di fuori casa e per il 59% continua dentro le mura aziende del fashion. Infatti circa ¾ di noi ricerca un video con tema l’abbigliamento. Fatte quedomestiche. Ogni giorno per le nostre “daily qualcosa online dopo essere stato esposto a una ste premesse, quali sono le caratteristiche di un media interactions” utilizziamo poi per il 20% pubblicità. La strategia più sicura per “essere tro- sito e-commerce che portano un successo sicuil pc che è percepito come il mezzo della pro- vati” prima di altri siti competitor è quello di in- ro? Fabrizio Milani d’Argaona è convinto che duttività, per il 13% il tablet che invece ha scopo vestire in annunci sui motori di ricerca, primo su “Tra gli obiettivi principali dei siti e-commerce di intrattenimento e per il 23% la tv.” Il mobile tutti Google. Dove gli “annunci organici”devono ci sono quelli di sensibilizzare ed informare i può essere considerato ormai un vero e proprio essere rinforzati da comunicazioni più mirate. clienti, generare leads qualificati e vendite, acShopping Assistant. Le attività si focalizzano Anche su Youtube sono sempre più presenti in- quisendo nuovi clienti. Per raggiungere queste per il 52% sulla ricerca dei prodotti, acquisto del vestimenti, soprattutto da parte di marchi della finalità, si devono garantire visite di qualità ai siti capo per il 20% o consultazione di siti web/blog moda. É dimostrato infatti che gli shopper di web, cercare di fidelizzare gli utenti attraverso di moda. Risulta che almeno il 20% di possessori abbigliamento amano vedere video online, il newsletter che invitino a eventi e promozioni ed di Iphone ha completato una transazione con il 31% di questi guarda regolarmente video appa- essere facilmente reperibili sui motori di ricerca”. proprio dispositivo. Gli utenti con interesse per rel su Youtube. In USA il 40% degli utenti visita @virginia_simoni Fashion Market Overview – I Paesi il fashion usano internet principalmente per avere informazioni sui prezzi e a seguire, in ordine, per essere sempre aggiornati sulle mode del momento, per trovare indirizzi, numeri di telefono e riferimenti dei punti vendita, per leggere articoli o notizie e agFashion 2012 giornamenti, per comprare diretta€10.7B €7.0B €5.1B €1.0B €0.7B €0.6B €0.3B €0.3B Online Revenue YoY +18% YoY +19% YoY +20% YoY +24% YoY +29% YoY +17% YoY +22% YoY +24% mente i prodotti Est. Online Revenue di interesse visti +101% +117% +109% +184% +220% +96% +123% +123% Growth 2012-2016 sulle riviste (42%) o per approfonOnline Fashion 9.7M 9.2M 7.4M 2.8M 1.8M 2.2M 0.8M 1.0M dire un tema che Shoppers 2012 hanno visto su Online Fashion una rivista (36%) Shopping 26% 20% 25% 22% 14% 20% 20% 16% e per controllare Penetration la disponibilità dei Avg. Spend per €1103 €761 €689 €357 €389 €273 €375 €300 prodotti nei punti Fashion Shopper vendita. Questo Source: Forrester Research Online Retail Forecast, 1/11 (Western Europe); Fashion category defined as the sum of apparel and footwear; All 2012 figures are estimates; All exchange rate conversions based on ECB conversions as of April 2 2012 spiega anche il for- FASHION MARKET OVERVIEW FONTE: Courtesy of 3rd Place e Google nd
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era prossima a zero, ma la previsione per il 2015 (ed è noto che le previsioni, nel linguaggio del partito, sono in realtà piani di sviluppo pluriennali sostenuti da ingenti investimenti) è che il commercio elettronico arrivi a rappresentare un impressionante 10% del totale degli acquisti. Alibaba, il colosso internet cinese proprietario di Taobao (portale di vendita online C2C, consumer to consumer) e di Tmall (business to consumer) parla di un giro di affari di 1000 miliardi di Yuan; cifre da capogiro, difficili da credere. Ma per convincerci della loro veridicità, basta osservare cosa è accaduto nel 2012 nel “giorno dei single”. Questa celebrazione, inventata qualche anno fa dagli studenti cinesi e subito fatta propria dai
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merchant online, è la giornata dedicata ai cuori solitari che cade ogni anno l’undicesimo giorno della undicesima luna (perché l’uno è il più solitario dei numeri). E’ una sorta di San Valentino nel quale i cuori solitari si consolano a vicenda sommergendosi di regali piccoli e grandi. L’ 11 Novembre 2012 i giovani cinesi hanno speso in un solo giorno quasi 3,1 miliardi sulla piattaforma di Alibaba, quasi quattro volte in più di quanto avessero speso l’anno prima e, per fare un confronto con la patria di Internet (gli Stati Uniti), più del doppio di quello che i consumatori americani hanno speso nel Cyber Day (il lunedì successivo al giorno del ringraziamento dedicato agli acquisti online). F.C.F.
Homepage del sito e-commerce cinese Taobao
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Antonella Clerici
SPRING SUMMER 2014
N U M E RO V E RD E 8 0 0.016.6 0 8
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PR&Comunicazione 40
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La comunicazione di moda è (anche) informazione
Nel fashion, la comunicazione è un passaggio di conoscenza. Storie reali, che Menabò promuove ogni giorno.
ella moda si assiste sempre di più a un aumento delle informazioni a disposizione del consumatore, che come mai prima d’ora vuole essere messo a conoscenza dei processi di produzione alla base di ciò che acquista. Un fenomeno relativamente nuovo, che presuppone un approccio al prodotto più consapevole e approfondito. “Negli ultimi anni ci sono stati diversi cambiamenti nel modo in cui le persone guardano alla moda, che hanno finito per influenzarne anche la comunicazione” - racconta Andrea Masotti, responsabile della fashion division e socio di Menabò Group. “Se prima era tutta una questione di immagine ed estetica, oggi la comunicazione di moda è anche conoscenza e informazione. Il consumatore vuole sapere cosa sta comprando e, se sfruttato nel modo giusto, questo può essere un vantaggio per chi produce. Penso per esempio agli ingredient brand, dai produttori di denim come ISKO alle aziende che lavorano sui capi finiti come Martelli, che rispetto al passato prestano molta più attenzione al modo in cui comunicano. E non solo per il B2B, o almeno non più: oggi, i dati sulla composizione del prodotto attraversano ogni fase della filiera fino ad arrivare al cliente finale, che apprezza le informazioni sulla vestibilità, l'estetica e le performance dati dall’ingrediente. Grazie a questo passaggio di conoscenza, il consumatore è più consapevole e rassicurato sul prodotto che sta acquistando, e questo genera vantaggi commerciali e di immagine che vengono distribuiti equamente tra brand ingrediente e brand finale”. E per quanto riguarda il retail? “Anche in questo caso la comunicazione sul punto vendita è sempre più strategica, soprattutto se i prodotti sono portatori di valori intangibili come quelli fashion, con capi che presuppongono un'esperienza di acquisto che media tra informazione e intrattenimento. Per questo sfruttiamo ogni possibile leva di visual ed experiential marketing, con
ISKOOLTM, contest dedicato agli studenti di alcuni tra i più prestigiosi istituti di moda e design europei.
un progressivo aumento dei processi di tecnologizzazione interni agli store”. Tornando al prodotto, sembra che l’attenzione ai valori continui ad aumentare. Questo come si traduce nel lavoro di agenzia? “In un orientamento che supera i confini del singolo marchio e coinvolge l’intera catena produttiva, ora continuamente on display. È così che sono i nati i progetti di co-marketing 24 Hours e Blue Future Face Denim realizzati da ISKO con Esprit e Moussy o quelli presentati a Denim By Première Vision, dalle quattro edizioni di Up to Denim fino all’attualissimo ISKOOL, tutti frutto di un’attenta consulenza strategica. Un “approccio di filiera” di cui la sostenibilità è spesso protagonista, che infatti abbiamo adottato anche per Haikure, brand che fa dell’ecologia la propria bandiera, e M&JGroup, il gruppo asiatico che con noi sta sviluppando una comunicazione più orientata ai valori.” Quindi moda, comunicazione e informazione sono sempre più connesse? “Senza dubbio. La comunicazione è fondamentale nei prodotti ad alto valore immateriale, e con le richieste del consumatore moderno questo diventa ogni giorno più importante. Ecco perché, dopo 30 anni di consulenza in un settore come il food&beverage in cui la comunicazione dell’ingrediente è imprescindibile, Menabò ha capitalizzato la propria esperienza creando una fashion division dedicata che ormai da 10 anni è specializzata nei temi del Made in Italy, della sostenibilità e delle performance di prodotto; con professionisti preparati che seguono i nostri clienti a livello internazionale occupandosi in house di strategia, consulenza, PR, ufficio stampa, grafica o eventi. In pratica, di tutto ciò che è necessario per offrire un servizio completo e a 360°. Da sinistra: Il Manifesto eco di Haikure; Martelli, gruppo internazionale portavoce della creatività italiana nei finissaggi.
IN BREVE ENRICO DELLA SVIZZERA ENTRA IN GAS JEANS
Enrico Della Svizzera collabora dall’anno 2014 con Gas Jeans, in qualità di Press & Pr Manager. Il suo contributo, in termini di comunicazione e ufficio stampa, amplierà quanto fatto fino ad oggi. PETIT BATEAU SCEGLIE AVENUE PR PER LE ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE
Avenue PR nasce nel 1992 da un'idea di Gianmarco Cattaneo e Alessandra Cavallini, i due soci fondatori che insieme ad alcuni collaboratori gestiscono la struttura e i clienti. Tra i marchi rappresentati dall'agenzia figurano anche, K-way, Giancarlo Petriglia, Superga, DROMe, Normaluisa e il Gruppo Luxottica. Nello specifico, Avenue Pr si occuperà dello sviluppo dei progetti di press office con la stampa italiana, delle attività di product placement, del coordinamento del campionario per i servizi redazionali e dell’ideazione di piani di relazione pubbliche prodotto ad hoc.
Dopo una lunga collaborazione con lo Studio Maggioni, Petit Bateau, marchio di abbigliamento baby, junior e adultocon gusto tipicamente francese , ha deciso di affidarsi ad Avenue Pr per la gestione delle relazioni pubbliche ed ufficio stampa.
ambiziosi piani di Brioni per una crescita globale” dichiara l’Amministratore Delegato Francesco Pesci – “La sua vasta esperienza del settore e il suo entusiasmo ci aiuteranno a sviluppare e a promuovere la nostra immagine di marca e a rafforzare la nostra posizione sul mercato. Lavoreremo insieme per costruire una solida piattaforma di comunicazione che sosterrà la nostra crescita globale nei prossimi anni”. NEGRI FIRMAN & SPIEWAK
BRIONI SCEGLIE PAOLA MILANI
Brioni ha annunciato la nomina di Paola Milani in qualità di Global Communications Director. La sua nuova posizione lavorativa di Paola Milani prevede la comunicazione aziendale e digitale, della pubblicità e delle relazioni pubbliche. Paola Milani ha maturato un’esperienza pluriennale all’interno del settore dei beni di lusso globale ed arriva in Brioni dalla sede di Kering a Parigi dove fu nominata Corporate Brand Director nel 2011, a seguito dell’integrazione al Gruppo Gucci in PPR. Con il suo team rafforzerà il posizionamento del marchio presso i business partners, opinion leader e media, nonché i dipendenti, attraverso i canali di comunicazione. “Paola e il team della comunicazione giocheranno un ruolo chiave nel supportare gli
Negri Firman ha acquisito un nuovo cliente nel settore dell’abbigliamento outwear, Spiewak. Il marchio americano che ha partecipato a Pitti e a Bread &Butter è stato fondato 110 anni fa da Isaac Spiewak a Williamsburg. Nel corso del tempo il brand ha saputo trasformare la sua eredità,
reinterpretando i propri capi classici da uomo e da donna grazie a un’ impronta fortemente funzionale. Negri Firman seguirà il coordinamento delle attività di comunicazione all’interno del mercato Italia e Germania. D’ANGIO’
COMPIE VENT’ANNI ED ENTRA IN FOOLBITE
D’Angiò comunicazione, fondata da Antonella Giovenzana festeggia i suoi vent’anni e annuncia la sua entrata in Foolbite, network che riunisce in un’unica realtà le competenze di professionisti della comunicazione a 360°. Dopo la fortunata campagna stampa per E.Marinella Napoli, vincitrice del premio Press & Outdoor Key Award 2013, d’Angiò comunicazione e Foolbite rafforzano la loro collaborazione. Le competenze specifiche della “boutique creativa” fondata nel 1994 da Antonella Giovenzana e quelle dell’agenzia di pubblicità e di visual design Foolbite, nata dall’incontro dei creative & art director Paolo Guidobono e Michele Sartori e del project manager e copywriter Tiziano Brugnetti, si completano a vicenda attivando una sinergia strategica a servizio del cliente. Un’offerta completa che comprenderà dall’attività di press office , comunicazione on line, digital PR e social media marketing, alle attività di advertising e visual design, naming & branding e packaging per progetti di comunicazione integrata.
NASCE
LAB P.R
Alessandro Cerulli e Mariarita Rosa,due professionisti della comunicazione con ventennale esperienza nel settore, hanno recentemente fondato LAB P.R , una nuova agenzia di relazione pubbliche con sede a Milano. LAB P.R. è un laboratorio che si avvale della consulenza di esperti e che studia e realizza progetti di comunicazione integrata (ufficio stampa, media planning, eventi, digital PR) per aziende, istituzioni ed enti con uno sguardo attento alle dinamiche attuali per offrire un servizio completo. Ad oggi l’agenzia annovera tra i suoi clienti :Astoria Moda, BiBling Luxury Crystal, Blue Fashion Beach, D.A.T.E., Fiorucci, Hedone, Parah, Parliamodicucina.com, Route des Garden, Tuc Tuc e Vivere la Vela. "La passione comune per questo lavoro e le nostre affinità professionali ci hanno portato a questa importante decisione - dichiarano i due soci -. Crediamo che l'unione delle nostre competenze ci permetta di offrire ai nostri clienti servizi di alta qualità"
Fotografo: Beate Hansen 2012Š. Abito: Kaska Hass Couture
FASHION ILLUSTRATED
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Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Embrace Nature. Choose Cotton. www.cottonusa.it
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Agenda 42
A cura di VIRGINIA SIMONI
MARZO/APRILE
Crossover
TRIENNALE DESIGN MUSEUM – MILANO FINO AL 23 FEBBRAIO 2014
Moda d'epoca
Solo exhibition of Birdhead
YIFENG GALLERIA - SHANGHAI FINO AL 30 MARZO 2014 4.
1.
Triennale Design Museum presenta una selezione di lavori di Eliana Lorena che spaziano dalla moda al design. L’elemento che contraddistingue il suo lavoro riguarda il progetto delle superfici e dei colori come fattore strategico in grado di caratterizzare gli oggetti, gli ambienti e le architetture. Un tessuto di seta, un quadrato detto Foulard, è il modulo che Eliana Lorena ha adottato per progettare superfici e colori, e fare della moda un’arte plastica molto vicina all’architettura e al design, in cui accessori e abiti sono concept da indossare, fatti per essere abitati e creare nuove modalità di apparire ed essere, idee incarnate nei codici culturali, etnici e sociali. Il tema della mostra è il digital print, la stampa inkjet su seta di Teseo. I motivi sono i paisley, di origine persiana, i fiori e i quadrati.
Una nuova mostra presentata da Bottega Veneta presso la boutique della Yifeng Galleria a Shanghai, al secondo piano della quale si trova un’esclusiva galleria d’arte dedicata all’esposizione di opere di artisti e fotografi cinesi emergenti. La mostra è la più recente di una serie che comunica tutto l’impegno di Bottega Veneta nell’incoraggiare nuovi talenti. Essa esplora il lavoro fotografico di Birdhead, un duo artistico composto da Song Tao e Ji Weiyu, entrambi nati e cresciuti a Shanghai. L’opera di Birdhead cattura i frammenti eterei della vita quotidiana e presenta una versione della realtà urbana – fatta di gioventù senza ambizioni, festaioli, edifici demoliti, cartelloni pubblicitari sbiaditi, scene di strada – che contrasta con l’immagine glamour di Shanghai.
Belle Époque
PALAZZO MORIGGIA - MILANO FINO AL 16 MARZO 2014 2.
Trend-ology
FASHION&TEXTILE HISTORY GALLERY - NEW YORK FINO 30 APRILE 2014
Cappelli in mostra presso Palazzo Pitti fino al 18 maggio 2014
Tanto di cappello
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Il Cappello fra Arte e Stravaganza
GALLERIA DEL COSTUME DI PALAZZO PITTI, FIRENZE - FINO AL 18 MAGGIO 2014
Ancora una volta Milano e Torino si gemellano in un progetto d’arte e cultura. Protagonisti della mostra “Belle Epoque”, sono il Museo del Risorgimento di Milano - Civiche Raccolte Storiche e il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino. Dalla loro collaborazione nasce il percorso espositivo su quel particolare periodo storico e culturale, così come l’ha vissuto il disegna- 3. tore e caricaturista Giorgio Ansaldi (1844 - 1922), in arte Dalsani. Maestro dell’illustrazione fra i più acuti del panorama artistico a cavallo tra Otto e Novecento, Dalsani fu autore di spassosissimi ritratti della società dell’epoca, carichi di umorismo, sagacia e raffinatezza. Versatile negli interessi e magistrale interprete del suo tempo, Dalsani collaborò con le principali testate periodiche umoristiche e di costume dell’epoca. Ne fondò alcune, fra cui “La Luna”, con gustosi articoli e illustrazioni sulla moda, la villeggiatura e l’amore. Fu inoltre inventore dei rebus-vignetta.
La Galleria del Costume ha aperto le porte ad un accessorio destinato a non passare inosservato. Si tratta della prima mostra monografica a Palazzo Pitti dedicata al cappello, le cui collezioni, patrimonio del museo, grazie alla generosità di molti donatori, ammontano a oltre mille unità custodite solitamente nei depositi, di cui soltanto una parte sarà destinata alla mostra. Esemplari di note firme fra cui Christian Dior, Givenchy, Chanel, Yves Saint Laurent, John Rocha, Prada, Gianfranco Ferré e celebri modisti internazionali del presente e del passato come Philip Treacy, Stephen Jones, Caroline Reboux, Claude Saint-Cyr, Paulette, è anche la prima volta che sono presenti in esposizione manufatti di modisterie italiane e fiorentine, di alcune delle quali si conosceva appena l’esistenza. Il cappello diviene ‘opera’ d’arte, con una sua armonia estetica cui contribuiscono la conformazione ‘scultorea’, la componente cromatica e la raffinatezza ornamentale. Un cappello può essere studiato da un punto di vista storico-artistico ma può anche essere interpretato sotto un profilo puramente estetico, prendendosi così la libertà di formulare giudizi o esprimersi mediante aggettivi omnicomprensivi quali bello, fantasioso, fantastico e divertente. La mostra annovera importanti prestiti di Cecilia Matteucci Lavarini, collezionista privata di haute couture nonché illustre donatrice della Galleria del Costume, che si caratterizzano nel percorso per valore, gusto e stile. Questa è stata anche l’occasione per esporre gli straordinari bozzetti realizzati appositamente dal Maestro Alberto Lattuada e per riproporre all’attenzione gli esemplari creati da Clemente Cartoni, celebre modista romano degli anni Cinquanta-Sessanta.
Roman d’une garde-robe
MUSÉE CARNAVALET – PARIS FINO AL 16 MARZO 2014
Il museo Carnavalet presenta una mostra sul romanzo di un armadio nella Parigi chic della Belle Epoque anni ‘30. Questo armadio eccezionale, presentato per la prima volta, è quello di Alice Alleaume. Esso rivela abiti di Chéruit, Worth e Lanvin, scarpe di Hellstern, cappelli Alphonsine, Marcelle Demay, Madeleine Panizon LeMonnier, fasce Descat Rose e gioielli. Nei manoscritti e documenti, libri di vendita e gli elenchi dei clienti rivive la famiglia Cheruit Alice, sua madre Adele e Hortense sua sorella maggiore. Attraverso modelli e campioni dell'Archivio di Parigi, le collezioni delle Collezioni Chéruit estate e inverno , mentre quadri e stampe
del Museo Carnavalet evocano la Rue de la Paix e Place Vendome come templi del lusso, prima della guerra del 1914-1918. Oltre al carattere storico e la qualità estetica dei pezzi, questa collezione - recentemente entrata nel Palais Galliera - racconta la storia di una famiglia, un parigino, una casa di moda e il romanzo di un armadio.
1. Un'opera di Eliana Lorena 2. "Figure che passano" di Dalsani 3. Abito in mostra al Musée Carnavalet 4. Un ritratto ideato dal duo artistico Birdhead 5. Abiti d'epoca in mostra al FIT
Un unico cambiamento di stampa, colore, materiale, abbellimento o silhouette può diventare rapidamente una nuova importante tendenza. Utilizzando 100 oggetti della collezione permanente del museo, Trendology esamina le diverse fonti da cui le tendenze della moda sono emerse nel corso degli ultimi 250 anni, tra cui street style urbano, arte, musica, cinema e movimenti socio-politici. La mostra mette in luce anche gli sviluppi del settore che hanno avuto un impatto su come si siano diffuse le tendenze. La mostra si apre con una panoramica degli sviluppi del 21° secolo di moda al dettaglio. Questo include esempi dei concept store Opening Ceremony e Colette o collaborazioni come il vestito di lustrini "Rodarte per Target" del 2009. Una selezione di borse iconiche come la Louis Vuitton "Speedy 30", progettata in collaborazione con l'artista giapponese Takashi Murakami.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
Libri 44
A cura di DIANA BARBETTA DI CRISTINA TACCANI BIBLIOTECA DELLA MODA, PP. 128, € 10.00
UN PASSATO CHE GUARDA AL CONTEMPORANEO RICHARD CORMAN
IOrigine lovee storia t-shirt di una maglietta in cotone a forma di T
Madonna NYC 83
U
a farsi spazio e tramutarsi in testimonianze fotografiche pregne di quello slacio vitale proprio non solo del soggetto ritratto ma dell’intero clima culturale degli ’80’s. Anni carichi di tensioni sociali ma anche creative in cui audacia, rabbia e voglia di cambiamento gettarono le basi di una rivoluzione non solo estetica ma culturale. Anni in cui coraggiose voci potevano gridare e farsi sentire, perché c’era li fuori qualcuno pronto ad ascoltare o a catturane l’essenza. E Richard Corman è stato tra questi, lì fuori pronto a immortalare la futura leggenda del pop mondiale. Il libro Madonna NYC 83 racchiude un’intero photoshoot, in cui emerge l’essenza di un tempo che è stato matrice per intere generazioni, e che come afferma Corman nella prefazione « It’s also an homage to the spirit of that time, a fearlessness and sense of determination that hummed throughout the scene like an engine». Un incontro carico di ritmo, quello della pulsante vita sulla Lower East Side come Richard stesso afferma. Ed oggi a distanza di oltre un trentennio se ne avverte la contemporaneità ed è questo l’aspetto particolare che ne emerge suggerito dalla stesso sguardo che ha fermato quell’istante, quei diversi istanti che sono arrivati a toccarci ancora, oggi come ieri.
Madonna NYC 83, Damiani Editore, pp.96, euro 39.00
n personaggio che fin dal principio ha sempre fatto parlar di sé, o almeno lo credeva possibile e così è stato. Il suo esordio è ben lontano da quello patinato ed etereo di molte attuali leggende. Madonna inizia ad approcciarsi alla musica attraverso la danza, una passione che la portò ad approdare, come molte altri, a New York City. Ed è li che il fotografo statunitense Richard Corman l’ha incontrata agli inzi degli anni Ottanta precisamente nel maggio dell ’83 agli esordi della carriera di entrambi. L’appuntamento era nel Lower East Side, oggi quartiere tra i più vivaci e coloriti della città, melting pot di culture diverse come la stessa NYC, ma al tempo vero e proprio ghetto. Un incontro dettato forse dal caso o da quelle strane coincidenze che portano a incrociare la propria vita con quella di un’altra persona e che fin da subito trasmette qualcosa.. “quel qualcosa”. Un provino per una nuova produzione di Scorsese, “The Last Temptation of Christ” e a candidarsi per la parte della Vergine Maria, Madonna. Corman la conobbe su consiglio di sua madre che per quel film ne curava il casting, e che ne intravide il potenziale affermando : «She’s an original!” I’ve never met anyone like her!». Quanto di più profetico. Carisma, implosione di energia ed espressione riuscirono
I T-SHIRT
Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T Cristina Taccani
’intimità della sua origine L svela la sua attitudine all’intramontabilità e l’aver compiuto
cent’anni ne attesta l’indiscusso valore. Cristina Taccani, autrice
DI MATTHEW MIELE - DVD CON LIBRO FELTRINELLI REAL CINEMA, PP.80, € 16.90
Fashion sulla 5th Avenue.
“This book is a record
of an encounter with Madonna and the rhythmic surge of life on New York City’s Lower East Side in the early ’80s. It’s also an homage to the spirit of that time, a fearlessness and sense of determination that hummed throughout the scene likean engine.” Richard Corman
del libro “I Love T-shirt. Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T”, redatto da Fashion Illustrated in collaborazione con Cotton Usa, ripercorre le tappe salienti di questo storico indumento, raccontandoci le origini e l’evoluzione, analizzando le implicazioni sia storiche che sociali senza tralasciare l’enorme impatto mediatico che la t-shirt ha avuto nel tempo, incrociando la sua strada con quella del costume. Si parte con un capitolo introduttivo sulla T-shirt mediatica, passando per la storia e il mito, arrivando a esplorare complessi e variegati ambiti, come quelli della musica e del cinema fino ad approdare all’oggi e all’impatto nell’impero della moda. Ad ampliare il ventaglio dei temi trattati in questa sintetica quanto pregnate pubblicazione, un breve glossario illustrato per comprendere le semplici differenze che vanno ad identificare la celebre maglietta a forma di T.
a sfera creativa interseca quelL la commerciale nella storia del leggendario Bergdorf Go-
odman. Mecca della metropoli, centro nevralgico del commercio, crocevia di illlustri personaggi, eleganti donne e buyers interna-
zionali. Lo storico grande magazzino è stato promotore di diversi stilisti in America tra cui Missoni, Armani, Ferrè, Krizia, Lacroix ed inoltre ha portato alla ribalta marchi come Donna Karan e Calvin Klein divenendo l’indiscussa meta da raggiungere per il posizionamento commerciale. “Fashion sulla 5th Avenue”, documentario sotto la regia di Matthew Miele, ne indaga le antiche origini, la trasformazione da semplice negozio di abbigliamento femminile a sofisticato grande magazzino, svelando segreti e meccanismi della storica azienda grazie al contributo dello staff interno. Inoltre interviste, ben 175, ad importanti esponenti di maison e note star hollywoodiane che hanno contribuito ad elevare la fama di Bergdorf Goodman. In allegato al dvd pubblicato da Feltrinelli Real Cinema il libro “La vetrina del lusso”.
IN BREVE VALENTINO.
Ritratto a più voci dell'ultimo imperatore della moda
di Tony di Corcia Lindau, pp. 300, € 24.00
Il sommo interprete dell’ Haute Couture raccontato in maniera inedita, attraverso le voci di un dizionario e le testimonianze di illustri personaggi che hanno in-
crociato la loro vita professionale e privata con quella dell’Imperatore della Moda: Valentino. Consacrato tra i più grandi interpreti dell’alta moda, non solo da autorevoli voci dell’editoria del settore ma anche dallo star stystem internazionale. Le sue creazioni sono state indossate da icone di stile, da Jacqueline Kennedy a ElizabethTaylor, da Audrey Hepburn a Sophia Loren. Un consenso unanime che attesta la grande capacità, visibile fin dai suoi esordi, di incontrare il gusto di donne eterogenee ma accomunate da un medesimo amore, quello per l’eleganza. Tony di Corcia si imbatte in un poliedrico coro a più voci, conversazioni che vanno a ridefinire il ritratto dell’uomo che per più di mezzo secolo ha connotato la storia della moda, e che continuerà ad essere icona di eleganza per le generazioni future.
PICCOLO DIZIONARIO DELLA MODA
di Christian Dior Ultra- Lit Edizioni, pp. 128, € 15.00 “La vera eleganza è ovunque, soprattutto nelle cose che non si mostrano” Christian Dior “Le Petit dictionnaire de la mode”è il titolo originale. L’autore è il padre del New Look: Christian Dior. Comparso nel lontano 1954, e oggi ristampato da Lit Edizioni il “Piccolo Dizionario della Moda”si pone come una utilissima guida nata per le donne del tempo ma ancor oggi di sorprendente attualità. Semplicità, stile e buon gusto come segreti dell’eleganza. Una eleganza che non prescinde dal denaro che si spende per ostentarla ma dall’attenzione verso semplici accorgimenti dettati dal sapiente couturier. Studiare la propria personalità, riconoscere i propri punti di forza e debolez-
za, comprendere le giuste cromie e saper bilanciare semplicità e ricercatezza sono solo alcune regole da seguire. Per scoprire le intramontabili regole della moda non vi resta che immergervi nella lettura di questo libro scritto da Dior con l’intento che “non fosse tanto lungo da divenire tedioso, né così breve da sembrare insufficiente”.
HAUTE COUTURE Dettagli di moda
Logos, pp. 597, €29.95 Ben quattro secoli raccontati da una delle più illustri collezioni, che narra il percorso evolutivo del costume approdando al più recente fenomeno della moda e dei suoi maggiori esponenti. Fonte d’inesauribile ispirazione, il Victoria&Albert Museum custodisce meravigliose testimonianze d’epoche passate, fonte di studio e di rivisitazioni stilistiche, come antichi pizzi, esempi di primissimi capi di lingerie femminile, pezzi esclusivi di sartoria su misura e ricercati ed iconici capi di alta moda. Tra le tante testimonianze spiccano preziosi corsetti del Seicento, candidi abiti in mussola del Settecento, abiti in jacquard di seta dell’Ottocento fino a giungere alle leggendarie creazioni della Schiaparelli e alle rivisitazioni punk della Westwood. La raccolta, edita da
Logos, racchiude diversi elementi precedentemente pubblicati dal V&A Museum nella serie Fashion in Detail, nata con lo scopo di dar rilievo al dettaglio. Nitidi scatti fotografici eseguiti da Richard Davies e disegni che descrivono la costruzione del modello eseguiti da Leonie Davis rendono questa pubblicazione un utile strumento di ricerca e conoscenza del passato.
I libri recensiti sono consultabili presso Biblioteca della Moda, Via Alessandria 8 - Milano www.bibliotecadellamoda.it
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
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A cura di MARCO MAGALINI
MILANO FASHION LIBRARY
Happy BIRTHDAY!
50.000 volumi, nuovi progetti editoriali, un libro e Lancia come title spnsor della location NEW OPENING: INAUGURATO L'ESCLUSIVO LANCIA FASHION APARTMENT
DA GENNAIO 2014 LANCIA DIVENTA TITLE SPONSOR DI MILANO FASHION APARTMENT, LA LOCATION PER APPASSIONATI DI MODA E OPERATORI DEL SETTORE IN VIA ALESSANDRIA 8 (PORTA GENOVA). LANCIA TROVA COSÌ LA SUA ‘CASA’ IDEALE NEL PIENO CENTRO DI MILANO, DOVE POTER INCONTRARE IL SUO TARGET DI RIFERIMENTO E INTERCETTARE LE NUOVE TENDENZE E COMPORTAMENTI DI CONSUMO CHE NASCONO E SI SVILUPPANO NELLE AREE METROPOLITANE, PER CONTINUARE A OFFRIRE AUTO DAL CARATTERE UNICO E DALLO STILE PERSONALE COME LA SUA ICONICA LANCIA YPSILON,VERA E PROPRIA FASHION CITY CAR DELLA GAMMA LANCIA.
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artedì 28 gennaio Milano Fashion Library ha festeggiato i 5 anni di attività presso la sua sede di Via Alessandria 8 a Milano. Milano Fashion Library è il marchio che comprende la concessionaria di pubblicità Milano Fashion Media, la Casa Editrice Edizioni La Mode Illustrée e il vasto archivio privato Biblioteca Della Moda, che ha raggiunto 50.000 volumi. Durante l’happening sono stati presentati i nuovi progetti, tra cui l’acquisizione da parte della Casa Editrice di Urban Magazine da RCS, il nuovo progetto legato al Magazine Design Illustrated (vedi QR-code sotto), le nuove attività digitali della concessionaria al fianco di Google e l’arrivo in Milano Fashion Media di Pagina99, quotidiano di Economia e Cultura diretto da Emanuele Bevilacqua. Tra i tanti ospiti, I Murr, Silvana Giacobini, Andrea Fumagalli (Bluvertigo), Biancamaria Gervasio, Marco Predolin, Diamante D’Alessio, Andrés Caballero (San Andrès Milano), Davide Silvestri e tanti altri. Special partner Out of Gluten, per il food, e Yamaha per il pianoforte a coda. All’inizio della soirée è stato anche presentato il libro “I Love T-Shirt”, curato da Fashion Illustrated e con la collaborazione di Cotton USA e presentata l’importante partnership con Lancia, che dal 2014 sarà Title Sponsor della location di Via Alessandria 8, trasformandola in un vero e proprio “Lancia Fashion @magalinimarco Apartment”.
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INQUADRA QUI PER VEDERE IL NUOVO DESIGN ILLUSTRATED
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LIBRI: I LOVE T-SHIRT, STORIA DI UNA MAGLIETTA A FORMA DI T
I T-SHIRT (13)
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DURANTE LA SERATA È STATO PRESENTATO ANCHE IL LIBRO I LOVE T-SHIRT, CHE SI AFFIANCA AI MAGAZINE E ALLE PUBBLICAZIONI DI FASHION ILLUSTRATED: DAL LIBRO SULLA STORIA DEL DENIM ALLA COLLANA DI THE BLACK BOOK OF RETAIL, LE GUIDE ALLO SHOPPING NEI MIGLIORI NEGOZI MULTIBRAND DI ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI. DOPO LE EDIZIONI DEDICATE ALLE BOUTIQUE ITALIANE, NEL 2013 È USCITA QUELLA CON I 200 MIGLIORI SHOP IN RUSSIA E NEL 2014 È PREVISTA LA GUIDA ALLE PIÙ IMPORTANTI BOUTIQUE DEL NORD AMERICA.
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Origine e storia di una maglietta in cotone a forma di T Cristina Taccani
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1. I Murr 2. Andres Caballero (San Andres Milano) 3. Jo Squillo 4. Davide Silvestri 5. Federica e Anna Fiorini 6. Giovanni Supino 7. Emanuele Bevilacqua presenta il quotidiano Pagina99 8. Diamante D'Alessio 9. Il designer Vito Nesta 10. Fiamma Sanò 11. Elena Fomenko 12. Andy (Bluvertigo) 13. Fabio Aromatici 14. Luca Fois 15.Cristina Taccani 16. Camilla Buzzi 17. Enzo Domingo 18. Silvana Giacobini 19. Elisabetta Biglia 20. Flavia Colli Franzone e Paola Cordone di Fashion Illustrated 21. Marina Fumagalli 22. I gioielli SOda Design PF 23. Mario Lavezzi 24. Maglificio Sesia (Ph. di Marco Bertani, Marco Casino e Getty Images) (23)
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Digital 48
A cura di VIRGINIA SIMONI
DIGITAL EVOLUTION
L'OPINIONE
Le app salva-tempo
New business con app e #
Testo di JACOPO ATTARDO Head of digital di Red Cell
Conosciute dal grande pubblico per l’intrattenimento e il fotoritocco, le applicazioni possono diventare una risorsa importante per i retailer e le aziende di moda. Ad esempio, attraverso l’analisi di device data o tramite gli “actiontag”, si costruiscono esperienze sempre più complete per gli shopper.
I
l mondo delle app sta cambiando, non più considerate solo frivoli passatempi in sostituzione dei social network, le applicazioni oggi offrono nuove opportunità per le aziende che vogliono incrementare il proprio mercato oppure offrire al proprio pubblico servizi mirati. Ne è un esempio Euclid Express, azienda di analisi dati di San Francisco, che offre un servizio di “Google Analytics per il mondo reale” aiutando i retailer a misurare e fare una media di parametri come il “foot traffic” o l’efficienza degli espositori o vetrine, il tempo speso in negozio e le visite ripetute. È possibile misurare l’impatto del marketing nei negozi, ottimizzare tramite benchmark le prestazioni dei negozi, acquisire una rapida comprensione del comportamento dei clienti nei negozi, al di là delle analisi delle sole vendite e il traffico. Cercando di creare esperienze più coinvolgenti e migliorare la commercializzazione e la prestazione in store. Il diktat per il successo del retail, come sappiamo oggi, è quello di imparare di più sui clienti, migliorando le tecniche per renderli più attivi e partecipi. Il servizio usa sensori che rilevano il “MAC address” dei dispositivi Wi-Fi. Ma ogni negozio è contrattualmente obbligato a informare i clienti su come disattivare Euclid, se lo desiderano. In questo modo device data anonimi si trasformano in customer intelligence. Senza alcun costo per iscriversi,
Nomi analizza ogni aspetto dell'esperienza in-store.
Euclid Express è una soluzione immediata che aiuta a prendere decisioni operative basate sul comportamento dei consumatori di tutti i giorni. Un altro software di elaborazione dati è Nomi, che offre agli store offline gli strumenti per misurare, analizzare e ottimizzare ogni aspetto dell'esperienza dei clienti in-store tra cui la lealtà, il marketing, il servizio e le operazioni: con l'insieme di dati raccolti da diverse fonti, tra cui il counting door, analisi internet wi-fi, POS e dati di lavoro in un unico cruscotto, si possono valutare le informazioni disponibili per riassegnare il budget di marketing alle campa-
gne più performanti. Dal suo debutto, l'azienda ha chiuso accordi con oltre 50 dei più grandi rivenditori statunitensi, tra cui tre dei primi 10 rivenditori della nazione e due delle prime 10 catene di ristoranti negli Stati Uniti. Presto disponibile anche Iras, una nuova app che aiuterà i marchi di lusso a far sentire speciali i loro clienti. Una nuova applicazione che fornisce agli shopper una selezione di vestiti che sono stati selezionati secondo i loro singoli gusti da stylist e addetti alle vendite presso i negozi preferiti. I clienti possono utilizzare l'applicazione per prenotare i prodotti direttamente
in-store, oppure prendere un appuntamento in negozio o ricevere ulteriori consigli dagli shopping assistant attraverso la funzione di messaggistica diretta. Una vera e propria rivoluzione è appena iniziata. Fino a ora gli hashtags erano sempre stati passivi in tema di commercializzazione. Mentre ora i brand possono rendere i propri “#” attivi. Ad esempio ispirando delle transazioni ai fini di vendita oppure istigando conversazioni sui social con gli utenti. Per Chirpify gli "hashtag sono il nuovo URL". La società con sede a Portland, sta trasformando le reti sociali in canali di vendita con "actiontags", un gioco di hashtag, che permette di collegare le informazioni del pagamento al proprio account Twitter e fare acquisti direttamente sulla piattaforma. All'inizio di questo mese, Adidas ha usato l’"actiontags" di Chripify per una vendita esclusiva su Twitter di RGIII American football trainers. Per acquistare un paio di scarpe, firmato dal quarterback dei Washington Redskins, Robert Griffin III. Prima del loro lancio ufficiale, gli appassionati potevano semplicemente twittare il marchio utilizzando gli actiontags speciali "#BUY" e "# TheRGIII". Sembra quindi che il futuro di vendita e acquisto su social network sia vicino, anzi sia già iniziato. @virginia_simoni
Euclid express misura e fa una media di diversi parametri utili ai negozi FONTE: BUSINESSOFFASHION.COM
LE APP DA NON PERDERE
MALLZEE
free iPhone, iPad
Non siete convinti dell’acquisto che state per fare online? Chiedete consenso ai vostri amici di Facebook. Se il giudizio sarà positivo si potrà andare avanti e completare la transazione. Altrimenti, l’app bloccherà la vendita. Tra un archivio di 750000 abiti e accessori selezionati, si può capire il gusto degli utenti e scegliete gli articoli che hanno ottenuto più consenso. Oltre 200 marchi hanno firmato con Mallzee, incluso Asos, Reiss e Urban Outfitters.
STYLITICS
free iPhone, iPad
Un armadio “on the go” completamente gratuito. Sarà il vostro migliore amico e vi accompagnerà nella scelta e pianificazione degli outfit. È possibile creare conversazioni di stile con amici, stilisti e celebrity confrontando il loro guardaroba e stili. Guarda il tuo calendario personale per ricordare l’ultima volta in cui hai indossato un capo o look. Un occhio particolare anche ai costi dei capi nel vostro armadio vi farà avere un occhio di riguardo per il portafoglio.
MOBELLA
free Iphone, iPad
Un lookbook fotografico completamente “acquistabile” sul tuo mobile. Sembra il sogno di ogni fashion icon e oggi è realtà. È la selezione delle immagini più ispirazionali del web prese di migliori blogger, stylist e fashion photographer, che rimandano a collezioni o capi singoli in vendita online. È possibile condividere con gli amici i look preferiti, seguire sempre i “curator” che più ci colpiscono e crearsi una personale gallery delle tue foto preferite.
FASHION ICON
free Iphone, iPad, Android, Google Play
Con Fashion Icon è possibile scatenare la propria voglia di shopping a Parigi e diventare un’icona della moda. Sul tuo smartphone come in televisione. Questo è un vero e proprio gioco di ruolo social che permette all’utente di vivere l’esperienza di una fashion blogger alle prime armi nella capitale francese. Gameloft ha sviluppato un’app che vede come protagonista l’esperta di stile Carla Gozzi che vi guiderà nella realizzazione dell’outfit perfetto per sconfiggere a colpi di stile le vostre rivali.
Ma a cosa servono le app per smartphone? E’ una domanda che nel mio lavoro mi sento fare di continuo ed io di norma mi vedo costretto a rispondere con lunghi giri di parole che servono più che altro a stordire l’interlocutore. La realtà è che le app servono in due situazioni: quando sei in coda da qualche parte e vuoi far passare il tempo, oppure quando vuoi fare/comprare qualcosa ma non sai dove. In sostanza è una via d’accesso guidata e privilegiata a contenuti di varia natura che cercare sul web sarebbe lungo e tortuoso. Se non sai come pettinarti, non sai come vestirti, non sai dove comprare una cosa che hai visto, allora sai cosa fare per i prosPer rifarsi il simi 20 milook, comprare, nuti.
Ecco le Applic azioni perfette per voi.
informarsi o semplicemente per passare il tempo
Minute Up-Do’s Andrew Collinge, nominato per due volte il miglior hairdresser in UK, spiega con una serie di video tutorial come acconciare i vostri capelli lunghi. App ben fatta e gratuita, da provare. Style Studio: Fashion Designer Ricordate Gira la moda? Eccola in versione 2.0 Potete scattare foto e personalizzarle per creare outfit, ma l’app è utile anche per prendere appunti o per tornare un po’ bambine. The Sartorialist Se non conoscete il blog del cacciatore di tendenze più famoso al mondo non ditelo a nessuno. Esiste anche in versione app, gratuita. Fashion Daily.TV Una web tv dedicata alla moda e al design tutta in un’app, perfetta per colmare i lunghi tragitti in treno e o le code alle poste.
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
WOMENSWEAR ACCESSORY COLLECTIONS
EXHIBITORS / SUPER TALENTS +MINI 10BAGS LAPALOMBELLA 2 DI PICCHE 2ME 3RD FLOOR 72 SMALLDIVE A ALDAZABAL ALEJANDRO INGELMO ALFREDO PRIA 1824 ALTO MILANO AMUSE NEW YORK AN ITALIAN THEORY + AZZURRA GRONCHI ANIMU’ ANNA F. ANNAPURNA AQVA BLAND ARIANNA CERRITO AU SOLEIL DE SAINT TROPEZ AYALA BAR B BAGA BARACCO BATUCADA BAILEY 44 BENEDETTA BRUZZICHES BIG WIG BLUI BREBIS NOIR BURANALAB C CANDY & GRACE CAPOBIANCO NATURAL LIFESTYLE CARLA PERRETTI CAROLINA WYSER CATERINA MARIANI CELINE METEIL CLERIC CND COLORS OF CALIFORNIA CORSIA CORTI MILANO C-OUI COURAGE D D.A.T.E HUB DALLASTA DENISE BONAPACE DENOVEMBRE DESIGNINVERSO
22-24 FEBRUARY 2014
DIADORA by THE EDITOR DONATELLA DORA ABODI DORI CSENGERI DUEDILATTE E EDWARD ACHOUR PARIS EDWARD EDWARD ELDORADO HATS EMANUELA CARUSO CAPRI EMMA GO ENIS ERFURT LUXURY ACCESSORIES ERNESTO ES’ GIVIEN ETTIKA LOS ANGELES EULALIA B EXTRAVERSO F FABIO RUSCONI FLAVIALAROCCA FLOR AMAZONA FRANKIE B. DENIM FREE RAIN FREYA DALSJO G GALL CLOTHING GALLINE REGINE GALLOTTI GAYNOR GERTRUDE GIADA BENINCASA GOUSSET H HALABY HANITA HANKY PANKY HEAVY MACHINE HERNO HIPANEMA Hi-TOUCH I I AM B I BELLO I OCEAN IDUNA BONELL IMAYIN in bed with yOu INDIKA STYLE INTO MY CLOSET IOANNIS iSoK ISUET ITALIAN FOR ITALY
MILANO
PAD 3 CITYLIFE PALACE P.ZZA VI FEBBRAIO
ITUEN BASI J JE T’AIME JEFFREY CAMPBELL JEROME C.ROUSSEAU JIANHUI LONDON JIMI ROOS JOYCE & GIRLS JUDY R CLARK K KALLISTE’ KETTLEBELL Jewels Italy KORKEASE KUBERA 108 KURSHUNI L LA MANDRAGORA JEWELRY LA TILDE LANDI.070st LARDINI LE CULT 1944 LE PANDORINE LE PANDORINE BAGS ON THE BAGS LE PANDORINE SA.BO. L’ED EMOTION DESIGN LEITMOTIV LEMUCIS LINE & DOT LISA C BIJOUX LUCILLA PACI LUISA BRINI LUISA FRASSINE LUXURY FASHION PRET A COUTURE LUXURY FASHION JEWELS LYA-LYA M MAGLIA MAKI SUNGLASSES MANUEL RITZ MARIANNA GUERRIERO MARY FRANCES MA’RY’YA MEL Dreamed by MELISSA MELIS YILDIZ MHUDI MIVIU MOA MASTER OF ART MODI’ make your style MON AMOUR MONICA ALBANESE MOU MVP
MY LOVE MY LEGGINGS N NADIAMARI NARCISO BOCCADORO NEPAL NEVER EVER NUBES DE MAZAPAN NUNETTES O ODD MOLLY ONES 100% ITALIA ORTYS OFFICINA MILANO OUI,ODILE! P P13 PACHACUTI PASCAL PIVETEAU PASKAL PENNANT GIANCARLO PETRIGLIA POLINA FIRENZE POMIKAKI POP.ART.STUDIO MARIO PORTOLANO PRAIO PRINCESSE METROPOLITAINE Q QUATTROMANI QUINTO EGO R RED NATIVE VERENA REICHENBACH REIKO RHEYMS ROSSIGNOL RUE DES MILLE RUMISU S SAISEI SALAR SAN ANDRES MILANO SARTORI GOLD SCAGLIONE SD YOHANS SECONDA BASE SEE ME SETTANTA70 BIJOUX SHAFT JEANS PLATINUM SNOOD SPACE STYLE CONCEPT SPEKTRE SUNGLASSES SUNBOO Sunglasses SUNDAY 21 SUPERDUPER HATS
IN COLLABORATION WITH CITYLIFE WITH THE PATRONAGE OF COMUNE DI MILANO
WWW.PITTIMMAGINE.COM
SUSANA TRACA SWEET MATILDA T TAVUS MILANO TEE TREND THE ARTISTYLIST TITTIPEGGY TOMS TONIO TONIO 4 THE LOVELY SAN TRENTA7 TUO TUA TUTTIGUFI U UNEETO UNGER Atelier V VENTIQUATTRO (VERBA) VIOLETA NEVENOVA by Arcade Editions VITTI FERRIA CONTIN VITTORIO CECCOLI JEWELRY DESIGN VITUSSI W WILD-E WILDFOX X XFECT XX CROSS CONCEPT Y YASYA MINOCHKINA YCIA YES WE DRESS by Scaglione YOSI SAMRA YU by CORAL BLUE YVONE CHRISTA NEW YORK EXHIBITORS LIST UPDATED TO 6TH FEBRUARY 2014 HOURS SATURDAY 22, SUNDAY 23 H.9.30 AM-6.30 PM MONDAY 24 H.9.30 AM-5.30 PM
FREE SHUTTLE BUS TO SUPER FROM VIA TORTONA 58 AND AMENDOLA METRO STATION
World News 50
A cura di GIOVANNA CAPRIOGLIO
TIME
NEW YORK TIMES
29 gennaio 2014
3 febbraio 2014
I MANICHINI Saper coccolare il consumatore cinese nel suo Grand Tour Europeo CAMBIANO FACCIA... di NICOLA CLARK
Un’analisi dell’atteggiamento dei grandi gruppi del lusso per “viziare” il consumatore cinese che sempre di più preferisce fare shopping in Europa rispetto che in patria.
S
ono sempre di più i turisti cinesi che approfittano dei nuovi voli aerei diretti dalla Cina verso le capitali europee dello shopping. E’ appena terminato il periodo di vacanza per il Capodanno Lunare che ha visto moltissimi cinesi preparare le valigie - e i portafogli - per viaggi lussuosi all’estero . I brand del lusso europei si sono ormai attrezzati a ricevere questa clientela tanto importante e, per coccolarla, a volte organizzano tour guidati (ovviamente in Mandarino) nei loro showroom, altri danno loro accesso al backstage delle sfilate di Alta Moda, o ancora li impegnano nelle moltissime iniziative che stanno nascendo proprio per questo genere di turisti cinesi.
gruppo LVMH a risposta della stasi del profitto dello scorso anno ed è tra le ragioni principali che spingono il gruppo e molte altre società del lusso a tornare ad investire di più nelle vetrine europee a discapito del mercato interno cinese. Per esempio, lo scorso anno Louis Vuitton ha aperto una “town-house” di tre piani, con ascensore di vetro incluso, in cima a Selfridges di Oxford Street a Londra. Manelik Sfez, direttore marketing di Global Blue, la società di tax-refund di Ginevra, conferma al New York Times che “in questo momento c’è un grande cambiamento nei marchi del lusso, che stanno riconsiderando la loro struttura e i modi con cui si propongono al mercato”. Per incontrare i gusti del consumatore cinese molte aziende cercano di far leva sulla loro storia e sul savoirfaire organizzando dei tour guidati nelle loro boutique più rappresentative o perfino creando dei veri e propri musei al loro interno, come Vuitton ha fatto con il suo “Espace Culturel” sugli Champs-Élysées. Altri organizzano dei tour su invito, che mostrano l’artigianalità dei prodotti e che, secondo le aziende, giocano un ruolo molto importante nel percepito del cliente cinese. “Un cliente cinese che rientra in patria con un’esperienza da ricordare può
o La Rinascente, che ha fatto scendere di circa 10 punti percentuali le vendite dell’ultimo trimestre dello scorso anno. Sfez di Global Blue sull’argomento afferma che prima che cambiasse la legge, questo tipo di acquisto “forzato” rappresentava circa il 40% degli acquisti di lusso cinesi in Europa. Questo però non preoccupa moltissimo gli analisti, in quanto i consumatori cinesi continuano a preferire lo shopping all’estero per i prezzi molto più alti nel loro paese, che hanno un mark-up di circa un terzo più le tasse, che qui in Europa possono farsi rimborsare (risparmiando un ulteriore 20% circa). Sta invece diffondendosi sempre più anche tra i consumatori cinesi all’estero l’uso dei social media, in particolare della piattaforma Sina Weibo, che ha aumentato esponenzialmente l’accesso alle informazioni sui prodotti di lusso, permettendo loro di valutare cosa acquistare ancora prima di salire in aereo. O anche delle applicazioni come Weixin (il nostro We chat) che permettono alle persone di condividere la propria shopping experience all’estero in tempo reale, controllare i prezzi, mandare foto e persino acquistare prodotti per amici che sono rimasti in Cina. Proprio questo trend sta portando sempre più turisti ad esplorare
ANZI CORPO di ANNE D'INNOCENZIO
I classici manichini tutti simili avevano assoluto bisogno di una personalizzazione, perché la clientela non è tutta uguale.
Quelli della marca di beachwear Wings a Miami hanno dei tatuaggi floreali, come molte delle donne che fanno shopping nel negozio; da American Apparell a New York hanno il pelo pubico che si intravede dalla lingerie e presto da David’s Bridal avranno una vita più grossa e seno più prosperoso, per avere una forma più vicina alle consumatrici. I negozi stanno cominciando ad usare delle versioni più realistiche dei manichini, rispetto ai soliti snelli alti e senza volto che si sono usati finora. Fa parte dello sforzo dei negozianti farli assomigliare il più possibile alle donne che comprano nel loro negozi. Questo significa non solo ingrossarli , ma anche sperimentare con trucco e parrucco.
Questo sta accadendo dopo un ventennio in cui via via si era risparmiato sempre di più sui manichini; molti marchi hanno optato in questi anni per modelli più basici, bianchi, senza testa, senza braccia, che costavano esattamente un quinto rispetto ai più realistici, che erano in voga fino agli anni ’80. Saks Fifth Avenue, per esempio, per dieci anni ha usato questo genere di manichini, mentre da due anni a questa parte sta iniziando a utilizzare dei modelli con testa, capelli e trucco. “C’è un’intera generazione di consumatori che non ha mai visto questo genere di manichini iper realistici – spiega al Time Harry E. Cunningham, vice presidente di Saks – e quindi la vediamo come un’opportunità”. Infatti, uno studio di NPD Group afferma che il 42% degli intervistati è influenzato da ciò che viene indossato da un manichino, tanto che, in termini di influenza all’acquisto, si posiziona solo dopo amici e parenti. Ne è la prova l’esperimento di American Apparel di New York, che dopo aver introdotto i manichini con il pelo pubico ha aumentato del 30% le sue vendite.
RE/CODE 31 gennaio 2014
ARRIVA TWITTER COMMERCE? di MIKE ISAAC e JASON DEL REY
Pare che Twitter stia concretizzando il servizio di e-commerce direttamente dal suo network, al punto che presto si potrà acquistare attraverso un tweet.
La maggior parte di questi marchi, come Burberry, Hermès, Dior potrebbero essere acquistati direttamente negli shopping mall delle grandi città cinesi, ma i cinesi – che comprano in assoluto più prodotti di lusso rispetto a qualsiasi altra nazione – preferiscono fare shopping in Europa, anche per ragioni strettamente economiche, che riguardano le tasse d’importazione e il prezzo più basso offerto in Europa. Il rallentamento della domanda in Cina è stato un fattore citato dal
essere un fantastico ambasciatore per un marchio”, ha affermato Philip Guarino, co-fondatore della società di consulenza Emerging Market Luxury Advisors. Un chiaro esempio di quanto il settore sia dipendente dal consumatore cinese è stato evidente quando lo scorso ottobre una legge ha proibito alle agenzie di viaggio di organizzare dei tour di gruppo in Europa dove una tappa obbligata fosse la visita ad un grande magazzino di lusso come le Galeries Lafayette di Parigi
anche i grandi negozi monomarca in Europa , nonostante moltissimi brand di lusso siano già molto attivi in queste piattaforme digitali. Questo significa che le grandi case di moda dovranno essere sempre più veloci nell’adattarsi ai cambiamenti nel comportamento d’acquisto della clientela cinese, come afferma Federica Levato, della Bain&Company: “se prima dovevano solo anticipare le tendenze della moda, oggi devono anticipare anche i cambiamenti nel comportamento d’acquisto”.
Il microblogging network è lì lì per finalizzare un accordo con la compagnia di pagamenti online Stripe, che con ogni probabilità gestirà il processo di back-end negli acquisti via Twitter. Pare che prossimamente stringerà un accordo di partnership con almeno un sito di e-commerce on-line, Fancy.com, che permetterà agli user di acquistare prodotti direttamente con l’applicazione o sul sito, almeno secondo quanto scoperto da Re/code, che ha scovato dei documenti
in una sezione pubblica nel sito di Fancy.com che mostrano dei mock –up di come potrebbe essere l’interfaccia. Si tratta di documenti non verificati da Twitter, né da Fancy, ma una persona che conosce da vicino i piani di Twitter sull’argomento ha spiegato a Re/code che si tratta di una prova che Fancy ha mostrato a Twitter di come l’interfaccia potrebbe apparire. Staremo a vedere. www.recode.net
FASHION ILLUSTRATED
Issue #25- Marzo/Aprile 2014
www.whiteshow.it
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Tra Cina e Russia, Prada avanza in Oriente
Prada ha inaugurato nel mese di gennaio due nuovi negozi in Cina, rispettivamente nelle città di Chengdu e Chongqing. Le due botiques presentano le collezioni femminili e maschili di abbigliamento, accessori, pelletteria e calzature. Con queste aperture il numero totale dei punti vendita Prada in Cina sale a 33. Si conferma, quindi, l’interesse strategico del Gruppo verso il mercato della ‘Mainland China’, con particolare attenzione per le città con un alto tasso di incremento demografico, per le quali è previsto un considerevole aumento della percentuale di acquisti di beni di lusso.Progettati dall’architetto Roberto Baciocchi, entrambi i negozi occupano una superficie totale di notevoli dimensioni e sono collocati all’interno di prestigiosi mall. Entrambe le facciate esterne rendono omaggio all’artista Carlos Cruz Diez e sono caratterizzate, nella parte superiore, da un imponente volume composto da lame in alluminio retroilluminate con doppia finitura in oro e acciaio che conferiscono alla struttura un sin-
golare effetto cinetico notturno e diurno. Prada ha inaugurato sempre di recente il suo primo negozio a San Pietroburgo in uno storico edificio di Bolshaya Konyushennaya Street, nel cuore dello shopping cittadino. Lo spazio occupa una superficie totale di circa 400 metri quadrati e offre le collezioni maschili di pelletteria e accessori e le collezioni femminili di abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori.
Dopo Milano, Harrods a Londra, Hong Kong, Delhi e Doha, Missoni ha esportato a Riyadh il nuovo concept dei negozi realizzato in collaborazione con l'architetto-designer Patricia Urquiola. Il negozio mixa tonalità e textures di materiali diversi, dal legno allo specchio acidato, e dal metallo ramato alle lacche policrome così da creare un environement evocativo, leggero e luminoso. La boutique è sviluppata su una superficie di 225mq dove sono esposte le collezioni donna, uomo, bimba e mare. La boutique è divisa grazie a una sequenza di vetri di rame e schermi a specchio che permettono di conservare la privacy della zona riservata alla donna e creare allo stesso tempo un’area per la collezione bimba nella parte posteriore del negozio.
Elisabetta Franchi apre ad Anversa
Investe in Belgio e accelera nel mercato del Nord Europa Elisabetta Franchi, che inaugura in questi giorni la sua prima boutique monomarca ad Anversa. Uno spazio di 110 mq in Schuttershofstraat, celebre via del lusso nel centro storico della città, dove un accurato concept fatto di linee pulite ed essenziali che si armonizzano con gli elementi storici dello spazio come la facciata e le pareti di mattone. Il risultato è una perfetta armonia tra collezioni e arredamento, un luogo ideale in cui incontrare la creatività che contraddistingue la maison. I complementi d’arredo e i materiali si vestono dei valori propri del marchio: specchi fumè alternati a superfici trasparenti, tessuti, metallo e luci soffuse si mescolano per creare un’atmosfera emozionale e femminile. Questa ennesima tappa nel percorso di crescita della maison conferma l’importanza strategica dell’estero e la volontà di Elisabetta Franchi di affermarsi sui mercati nazionali e internazionali attraverso un’apertura capillare di boutique monomarca. Elisabetta Franchi attualmente vanta di una distribuzione worldwide attraverso 1095 multimarca e 62 boutique monomarca, 26 in Italia e 36 all’estero, situate nelle principali capitali e posizionate nelle arterie strategiche dello shopping cittadino.
Jean Nouvel firma il progetto del nuovo flagship store di Ruco Line a Roma Si rafforza la sinergia tra Ruco Line, azienda che esporta in tutto il mondo la propria linea di sneaker Made in Italy, e l’archistar internazionale Jean Nouvel, che per il brand italiano ha disegnato la collezione “Pure”, presentata in anteprima durante la settimana del design milanese lo scorso aprile. L’architetto realizzerà il progetto per il nuovo flagship store romano di Ruco Line, la cui apertura è prevista per la fine di marzo nella centralissima via del Babuino, storica sede dello shopping elegante e di lusso della Capitale. Il concept rispecchia la filosofia creativa caratteristica di Jean Nouvel, in cui la ricerca della linearità e l’essenzialità rappresentano dei punti cardine. L’idea di partenza è quella di svelare le peculiarità della struttura che accoglie il flagship store, con interventi mirati alla forte caratterizzazione del luogo, salvaguardandone l’integrità. Altro capo-
Debutto di Missoni in Arabia Saudita
Cavalli a Milano con la più grande boutique al mondo
Durante la fashion week milanese, Roberto Cavalli apre in Via Montenapoleone lo store più grande al mondo. In 1.500 metri quadri sono riunite tutte le collezioni della griffe, come già nelle principali città del mondo. Cinque livelli collegati tra loro da una scala, i gradini in madreperla e il videowall digitale, alto 15 metri, presente in ogni piano. Al secondo, l’Atelier è un tributo alla tradizione sartoriale fiorentina: abiti su misura, unici sia in termine di stile che di taglia, per le clienti più esigenti. Le sarte couturier della Maison seguiranno ogni singola fase di realizzazione del capo, fino alla consegna finale.Un intero piano è stato dedicato esclusivamente alla collezione Home: uno showroom di 300 metri quadri, illuminato da un giardino esterno dove sono esposti oggetti unici del lifestyle della Maison. In occasione dell’apertura, Roberto Cavalli ha creato una collezione di abbigliamento e accessori per donna, in vendita esclusivamente nella nuova boutique di Milano. Il tema: l’iconica stampa ‘leopardata’ della Maison. Anche il flacone della fragranza Roberto Cavalli ‘Nero Assoluto’ diventa una Exclusive Edition e si trasforma in un vero e proprio gioiello luminoso grazie all’applicazione, realizzata a mano, di 2.500 cristalli Swarovski di colore oro e nero che rivestono interamente la superficie della boccetta.
Brooks Brothers a Roma
saldo dell’opera di Nouvel è l’alternanza acciaiogesso, che rafforza e amplia le volumetrie degli spazi per creare il giusto scenario per le calzature. Queste ultime, organizzate all’interno di cornici, diventeranno protagoniste dello spazio grazie alla luce che esalta ogni singolo modello, i colori, le forme, come in una galleria di quadri.
Dopo Milano e Bologna, il brand simbolo dell’American Style approda nella capitale, in uno dei palazzi storici che si affacciano su via del Leoncino e Piazza San Lorenzo in Lucina. Tre piani dedicati all’abbigliamento tailored e casual uomo/donna, dove lo stile del brand si concilia con lo spirito dell’antico edificio, grazie a un intervento mirato che ha visto la conservazione e il restauro dei soffitti in stucco al piano terra e al primo piano, del soffitto a cassettoni e del pavimento in cotto originale al secondo livello. I mobili, gli arredi in ciliegio chiaro, i pavimenti in rovere, pezzi originali dell’Ottocento, i dipinti, i libri antichi, e i preziosi tessuti broccati sono studiati per accogliere ed esaltare al meglio le collezioni del marchio.
GOOD FOOD IN GOOD FASHION La settimana della moda è tutta da gustare
BIFF & BIL 2014: la Tailandia è sempre più internazionale
Durante la fashion week dal 19 al 24 febbraio torna l’Happy-Expo 2015, l’aperitivo a filiera corta negli hotel a 5 stelle di Milano promosso dal progetto Good Food in Good Fashion. Moda, Cucina d’Autore e imprenditoria agricola femminile d’eccellenza unite in un evento dedicato alla salvaguardia del Made in Italy che avrà luogo in hotel di lusso milanesi, tutti i giorni, durante l’ora dell’aperitivo. Good Food in Good Fashion è un progetto promosso dall’Associazione Maestro Martino, rappresentata dallo Chef Carlo Cracco (nella foto) e istituita col patrocinio della società Expo 2015, per promuovere il territorio lombardo e le sue eccellenze, attraverso la Cucina d’Autore. Durante questi sette giorni saranno dieci gli Hotel 5 stelle a proporre quest’iniziativa gourmet: Armani Hotel Milano, Hotel Boscolo Milano, Bulgari Hotel Mi-
Bangkok International Fashion Fair e Bangkok International Leather Fair, meglio conosciuti come BIFF&BIL, avranno luogo dal 12 al 16 marzo 2014 nella capitale thailandese presso Impact, Muang Thong Thani. Un appuntamento che come ogni anno vede riunito a Bangkok il meglio della moda dai Paesi dell’ASEAN, ovvero Association of South-East Asian Nations. A prendervi parte oltre 400 aziende con 750 stand di espositori provenienti prevalentemente dal Far East e internazionali. Grazie a BIFF & BIL, la Tailandia oggi è considerata il paese di riferimento per il fashion system dell’Asean area. Meta per brand affermati e designer emergenti che vogliano affacciarsi sul mercato universale, questa fiera promette di essere quest’anno più internazionale e spettacolare, grazie a numerosi workshop ed eventi che si susseguiranno. Dal 2002 ogni anno il Thailand Institute of Design and Innovation Promotion che fa parte del Ministero del Commercio Tailandese, organizza “Designers’ Room”, un progetto dedicato proprio ai nuovi talenti dalle scuole di moda tailandesi, allo scopo di sviluppare le loro capacità e aiutarli ad entrare nel fashion system internazionale. www.biffandbil.com
lano, Hotel Château Monfort, Four Seasons Hotel Milano, Palazzo Parigi Milano Hotel & Grand Spa, Park Hyatt Milan, The Westin Palace Milan, Magna Pars Suites Milano e Hotel Principe di Savoia. Tutte le sere dalle 19. "Iniziative come Good Food in Good Fashion rappresentano il palcoscenico ideale per raccontare al mondo il tema di Expo Milano 2015, 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita' - spiega Giuseppe Sala, Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 - "Cibo e moda sono infatti elementi di qualità grazie ai quali il Made in Italy è apprezzato all'estero. L'eccellenza italiana in cucina e in agricoltura trova nelle serate in cui Milano si fa Capitale della moda un banco di prova importante per sperimentare e dare forma alle opportunità di crescita offerte da Expo 2015. Le degustazioni che i migliori chef prepareranno negli hotel che hanno aderito al progetto non saranno solo speciali creazioni culinarie. Sposando i principi di sostenibilità e di condivisione dell'Esposizione Universale di Milano, saranno strumento per valorizzare la cultura del territorio e la tradizione gastronomica del nostro Paese".
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FASHION CHI LEGGE
La mia vita è un film
Tanti ruoli e modi diversi di essere donna e di vivere il rapporto con la moda: glamour sotto i riflettori e easy nella vita di tutti i giorni. E mi piacciono anche gli stilisti emergenti. di BELEN RODRIGUEZ illustrazione di NICOLA GOBBETTO
I
l mio rapporto con la moda cambia dal pubblico al privato: quanto lavoro e sono sotto i riflettori sono attentissima al look, alla scelta degli abiti e del trucco, invece nella vita di tutti i giorni mi dimentico della moda e mi piace essere easy. In televisione, agli eventi, nel parterre delle sfilate scelgo con attenzione cosa indossare fra le proposte che mi sottopone il mio stylist, che mi segue da anni e quindi conosce i miei gusti, ma l’ultima parola è sempre la mia. Oltre alle griffe blasonate, mi piacciano gli stilisti emergenti ed è giusto farli conoscere e aiutarli nella loro carriera, perché la qualità e la creatività delle loro proposte spesso è all’altezza dei grandi brand. Ad esempio, al festival di Sanremo ho puntato sugli abiti di Fausto Puglisi, quando ancora non era al top. E’ stata una scelta coraggiosa, ma saggia allo stesso tempo. Un altro esempio? Di recente ho indossato una tuta pied-de-poule monospalla di Daniele Carlotta, che lasciava scoperta una parte del corpo. Nuova e sexy allo stesso tempo. Altra storia, invece, è la mia vita privata: non mi va di uscire, come fanno tante altre colleghe, agghindata di tutto punto solo per essere riconosciuta e paparazzata. E’ un impegno mentale che non mi posso
permettere e poi non mi considero una fashion victim! Quindi mi vesto easy, con jeans elasticizzati a vita alta, maglietta used e biker: mi piacciono le cose semplici e in cotone, morbide e comode. Allo stesso modo semplice vesto Santiago, mio figlio, con capi da bambino e non da adulto in miniatura, tutine in materiali naturali, cotone o cashmere perché è “morbidoso”. Un modo di pensare e vivere la moda che si riflette anche nella linea di abbigliamento Imperfect che ho creato in collaborazione con Fabio Castelli di Fred Mello. Tutto nasce da quello che mi postano le ragazze sui social media, dalle loro curiosità per le foto dei miei capi che carico su Instagram, il mio preferito. Quindi penso a capi che mixano moda e comfort, che testo io stessa e che mi piace curare nei particolari. Sembrerà strano, ma mi piacciono tutti i ruoli che ho: showgirl, mamma, stilista, attrice. La personalità di una donna deve avere tante sfaccettature: essere dolce, sensuale, grintosa, materna. Se non facessi tante cose mi annoierei e non mi voglio fermare, neppure come imprenditrice. Fra poco uscirà la mia linea di costumi e mi sono tuffata in un nuovo progetto per una catena di negozi di parrucchieri. Voglio fare le cose bene e con qualità.
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WE LOVE THE W RLD
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